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Agsm Aim: al comune di Vicenza 11 milioni di dividendi

M aggio è tempo di bilanci per le società e sono proprio due operazioni che negli scorsi anni hanno sollevato non poche polemiche, a far sì che confluisca nelle casse comunali un considerevole tesoretto che, considerati i tempi bui che stanno vivendo dal punto di vista finanziario un po’ tutti i Comuni, ridarà un minimo di sorriso al sindaco Giacomo Possamai. Si tratta dei risultati economici prodotti da due Società partecipate: Agsm Aim e Ieg (Italian Exhibition Group SpA), che hanno entrambe reso noti nei giorni scorsi i bilanci consolidati 2024. Se per quanto riguarda Ieg si tratta di una cifra tutto sommato contenuta, pari a quasi 1,2 milioni di euro, che peraltro finirà nella cassaforte di Vicenza Holding che detiene il 19% delle azioni di Ieg, suddivise in quote paritarie tra Comune, Provincia e Camera di Commercio, ben diverso è il discorso per quanto riguarda Agsm Aim, che alla voce dividendi ha messo sul piatto quasi 29 milioni di euro, dei quali 11 milioni e 200 mila euro finiranno al socio Comune di Vicenza. Un dividendo

record, in linea con quelli che erano gli accordi di ripartizione, ma che un anno fa non ci si aspettava certamente di questa portata. Il Gruppo ha infatti fatto segnare un notevole balzo in avanti del 79% dell’utile netto che si è attestato sui 52 milioni e mezzo di euro, rispetto ai poco più di 29 milioni dell’esercizio precedente. Il consigliere delegato Alessandro Russo ha tenuto a sottolineare come quest’anno famiglie e imprese veronesi e vicentine abbiano beneficiato di bollette più leggere grazie alla riduzione dei prezzi dell’energia, senza che ciò abbia avuto impatti negativi sui risultati economici dell’azienda. Si tratta del miglior bilancio dalla fondazione del Gruppo che ha visto fondersi la vicentina Aim con la veronese Agsm. Una fusione, come non ha mancato di ricordare in una nota Francesco Rucco (FdI), all’epoca sindaco di Vicenza, osteggiata dal centro sinistra oggi al governo della città. «Gli utili record di Agsm Aim, sono esclusivo merito della scelta del Centrodestra – scrive Rucco -, non del Centrosinistra che oggi ne approfitta

dopo averla osteggiata. Se oggi il Comune di Vicenza può beneficiare di ben 11 milioni di euro grazie agli utili straordinari di Agsm Aim, è solo perché l’amministrazione di Centrodestra – che ho avuto l’onore di guidare – ha avuto il coraggio e la lungimiranza di portare avanti una fusione strategica nonostante l’opposizione feroce dell’allora minoranza di centrosinistra, che oggi governa e si gode i frutti di quella decisione. Quei milioni non cadono dal cielo: sono il frutto di una governance seria e responsabile messa in atto dal centrodestra, e oggi viene sfruttata da chi a suo tempo votò contro, dimostrato ancora una volta di non avere visione, né memoria. Una sinistra che allora si stracciava le vesti, parlando di ‘svendita’ e ‘tradimento’, e che oggi incassa in silenzio». Il consigliere di Fratelli d’Italia in consiglio comunale ha voluto lanciare un ulteriore attacco: « Gli utili di Agsm Aim avrebbero potuto e dovuto essere utilizzati per alleggerire il carico fiscale sui cittadini e sostenere la ripresa economica del tessuto urbano. Invece, ciò che lascia ancor

più perplessi – conclude Rucco –è che, nonostante queste risorse straordinarie a disposizione, il centrosinistra continui imperterrito ad aumentare tasse e tariffe comunali, colpendo famiglie, imprese e commercianti. Si preferisce continuare con la politica dei balzelli: una scelta inaccettabile». Di particolare rilievo è stata la performance del comparto energetico (vendita e produzione), con un incremento netto della customer base (+5,5%) e del numero dei clienti che ha scelto

Progetto “Grande Vicenza”, un protocollo per l’integrazione dei servizi per oltre 215

L’aspirazione di Vicenza capoluogo di essere catalizzatore degli interessi e dei progetti di una più vasta area di comuni risale agli anni ’90 dello scorso secolo. Tanti ma soprattutto vani i tentativi effettuati da allora a oggi. Tuttavia, almeno sulla carta un passo avanti è stato fatto con la firma in Comune del protocollo che sancisce la nascita del coordinamento istituzionale Grande Vicenza che si dovrà occupare della gestione condi-

mila cittadini

visa dei servizi: dieci articoli per dire che i tempi sono maturi per mettere insieme forze e competenze e per avere in futuro un unico riferimento istituzionale. A firmarlo, oltre ovviamente al sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, quelli dei 12 Comuni contermini che insieme rappresentano una comunità di oltre 215 mila cittadini. L’intesa è ampia e si articola su diversi fronti: dal trasporto pubblico locale alla manutenzione e gestione del

territorio, dall’ambiente all’istruzione alle mense scolastiche in asili e scuole; verranno promosse le comunità energetiche rinnovabili e attivate comunità digitali e culturali, oltre alla gestione delle emergenze. Insomma, con Il progetto Grande Vicenza i primi cittadini, ma anche i consigli comunali che dovranno ratificare l’accordo nelle prossime settimane, s’impegnano a sperimentare politiche e modelli di gestione integrata con

di acquistare energia proveniente da fonte rinnovabile (+78%). Deciso incremento anche della quantità di energia elettrica prodotta da fonte rinnovabile che, trainata dalla produzione idroelettrica (+76,8%), tocca il 57% della produzione totale (comprensivo della cogenerazione di energia elettrica). Molto positivo anche l’andamento del settore distribuzione, sostenuto dal nuovo regime tariffario, così come del comparto ambientale.

Mauro Della Valle

il fine di fornire servizi migliori e più coordinati. Verrà creato un Tavolo permanente di coordinamento politico e operativo volto a mettere a punto concretamente i diversi progetti. Hanno firmato il Patto, oltre al Comune di Vicenza, quelli di Altavilla Vicentina, Arcugnano, Bolzano Vicentino, Caldogno, Costabissara, Creazzo, Dueville, Longare, Monteviale, Monticello Conte Otto, Quinto Vicentino e Torri di Quartesolo. (m.d.v.)

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Tempesta perfetta nel vicentino, l’acqua cerca spazi che non ci sono

Che si sia negazionisti o invece convinti che vi sia un cambiamento climatico in atto, poco importa. A dare le prime risposte sta pensando la natura che in quest’ultimo decennio ha intensificato non solo la potenza, ma anche la frequenza dei fenomeni meteorologici.

A dare conferma di un clima che ha cambiato il suo aspetto è Marco Rabito, meteorologo Ampro, l’associazione che riunisce i professionisti di questo settore.

«Purtroppo, si stanno sommando una serie di fattori che stanno dando origine alla tempesta perfetta, volendo stare in tema con l’argomento. Da un lato, anche nel vicentino, così come in tutto il resto del Paese, stiamo pagando le conseguenze di scelte di urbanizzazione, civile e industriale, che oggi presentano un conto molto salato. Dall’altro ci troviamo effettivamente di fronte a fenomeni meteo di grave intensità che si succedono con frequenze imprevedibili. Nulla di nuovo dal punto di vista della portata degli accadimenti, già accaduti più volte nel corso dei secoli, solo che allora avvenivano ogni 20 anni, oggi più volte l’anno».

-Molti sindaci si lamentano del

fatto che non ci sono le risorse per fare la manutenzione dei letti dei fiumi e dei torrenti.

«Hanno ragione. Ma va detto che quando cadono nell’arco di una o due ore gli stessi millimetri di pioggia che solitamente avvengono in un mese, puoi fare tutta la manutenzione che vuoi. Il risultato si misura in minori o maggiori danni, non in nessun danno. Quanto accaduto nell’Alto Vicentino ne è la dimostrazione: il disastro è avvenuto perché alla pioggia, già in parte caduta nei giorni precedenti, si sono aggiunti temporali autorigeneranti, cioè stazionari, inusuali, che hanno scaricato dai 50 ai 100 mm d’ac-

qua. Quelle piene improvvise di fiumi e torrenti sono parzialmente gestibili in pianura, dove l’acqua si scarica dopo alcune ore e grazie ai bacini di laminazione viene in parte assorbita, non nelle zone montuose o collinari che si allagano quasi in contemporanea con il temporale».

-Soluzioni?

«Una l’avevano progettata negli anni’70 nella zona di Velo d’Astico per contenere le piene. Un bacino a doppia funzione: utile in caso di esondazioni per assorbire l’eccesso d’acqua e altrettanto importante nei momenti di siccità. In parte di quel territorio ora esiste una zona industriale. Quella intuizione potrebbe essere il modello per l’oggi e il futuro».

-Lo scenario che ci aspetta è passare dalla siccità, dai torrenti in secca alle alluvioni?

«Oggi la falda acquifera è sovrabbondante, ma non mi stupire se accadesse il contrario tra due anni. Tutti assieme, industrie, agricoltura, noi cittadini, consumiamo 250 litri d’acqua pro capite al giorno. In Europa esattamente la metà. L’acqua è un bene prezioso di cui non si ha piena coscienza».

Nutrie. Al via progetto sperimentale con Consorzi di Bonifica per il controllo della specie

Marco Rabito, meteorologo Ampro: «La frequenza dei fenomeni ad alta intensità ci dice che qualcosa sta cambiando. La soluzione? Bacini di laminazione a doppia funzione».

La Regione del Veneto ha approvato un progetto sperimentale, per aumentare l’efficacia delle azioni di controllo ed eradicazione della nutria sull’intero territorio regionale. Si tratta della prima trance di 500.000 euro per l’anno in corso nell’ambito di un programma di spesa che si dovrà sviluppare nell’ambito del triennio 2025-2027 con una dotazione complessiva di 1,5 milioni di euro: 500 mila euro per ciascuna annualità. La novità è la scelta di attribuire un ruolo da protagonista ai Consorzi di Bonifica e alle Autorità di bacino, custodi dei corsi d’acqua interni, col fine di ottimizzare gli sforzi per combattere la nutria, specie particolarmente dannosa per l’ambiente in particolare per la tenuta idrogeologica del territorio in caso di eventi meteo-

rologici estremi.

“La nutria è una specie che ha avuto una enorme espansione in Veneto, trovando il suo habitat ideale in un territorio caratterizzato dall’ampio numero di corsi d’acqua, ed è sotto gli occhi di tutti l’impatto dannoso che provoca, tra il pericolo per la tenuta degli argini e la devastazione delle colture – spiega l’assessore alla Caccia Cristiano Corazzari-. La situazione diventa sempre più critica ed è per questo che la Regione ha scelto di intervenire con questo progetto sperimentale che punta a incrementare gli abbattimenti e ad avere un maggior controllo sulla distribuzione e sugli effetti della specie sul territorio. I Consorzi di Bonifica attivi sul territorio regionale diventano soggetti attuatori

privilegiati del Piano regionale di controllo della nutria, piano già approvato nel 2021, con il compito di comporre e gestire le squadre degli operatori abilitati al controllo, favorendo il raccordo operativo con la Polizia Provinciale, di organizzare lo smaltimento delle carcasse, di raccogliere ed elaborare le informazioni sui capi catturati”.

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Marco Rabito

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Rigenerazione.

Avviato il progetto per creare un centro culturale nel cuore della città

Rinasce l’ex cinema Corso: Vicenza riaccende la luce sulla cultura

La Fondazione Giuseppe Roi ha annunciato l’avvio della prima fase dei lavori dello stabile di Corso Fogazzaro

Come altri palazzi di via Fogazzaro che in passato hanno ospitato la Camera di commercio e la Banca d’Italia, anche l’ex cinema Corso per decenni ha rappresentato uno dei “buchi neri” del centro storico.

L’ultima proiezione verso la fine del secolo scorso, poi di nuovo buio in sala, ma per sempre.

La sala cinematografica nel dopoguerra aveva rappresentato un simbolo di rinascita della città, dopo i pesanti bombardamenti da parte degli Alleati che sono proseguiti praticamente fino al maggio del 1945, distruggendo buona parte del centro storico e non solo.

La decisione della Fondazione Giuseppe Roi di togliere dai beni

alienabili lo stabile, comprato ad un prezzo rilevante dall’allora presidente della Popolare Gianni Zonin, che aveva in mente grandi piani per questa parte del centro storico, era già stato un segnale inequivocabile della volontà di recuperare l’immobile.

L’annuncio dell’avvio “della prima fase del progetto di rifunzionalizzazione dello stabile”, con annesso un altro locale a suo modo storico per la vita cittadina, “La Cantinota” e parte degli ex uffici della Camera di Commercio, oggi totalmente in disuso, è il segnale concreto della realizzazione di un centro culturale e sociale, a pochi passi dalla Biblioteca Bertoliana (per la quale è in atto un altro grande progetto di restauro),

che dovrebbe ridare ulteriore vita a questa parte del centro storico. Anche se resta tuttora incerto il destino della restante parte degli uffici dell’ex Camera di commercio, i cui tentativi di vendita all’asta sono andati finora deserti.

I rilievi 3D della struttura – informa una nota della Fondazione Roi - sono stati completati, così come le operazioni di ricerca e bonifica di eventuali residui di amianto e altre sostanze nocive, eseguite da ditte specializzate. A breve, verranno effettuati test di tenuta delle strutture, con particolare attenzione ai solai. La Fondazione Engim si occuperà dello studio dei documenti storici d’archivio e del restauro storica della facciata di concerto con la sovrintendenza.

Parallelamente, il fotografo Marco Zorzanello ha curato un percorso artistico fotografico per documentare la genesi del pro-

getto, dallo stato attuale fino al suo completamento, in sintonia con il progetto culturale in elaborazione.

Entro la fine di maggio, ovverosia al termine delle operazioni di messa in sicurezza, verrà orga-

Barbara Beltrame Giacomello designata presidente di Confindustria

Il Consiglio Generale di Confindustria Vicenza ha scelto Barbara Beltrame Giacomello come nuova presidente per il periodo 2025-2029. La sua nomina, che sarà sottoposta al voto dell’Assemblea Generale prevista per il mese di giugno, segna un’importante svolta per l’associazione degli industriali vicentini. La presidente designata presenterà nei prossimi giorni la sua squadra di presidenza, dando così il via al suo nuovo incarico.

L’attuale presidente di Confindustria Vicenza, Laura Dalla Vecchia, ha sottolineato come questa designazione sia il risultato di un periodo di intensa colla-

borazione tra i membri del Consiglio, un clima che ha permesso all’associazione di affrontare con determinazione anche gli anni difficili per l’industria italiana. “Confindustria Vicenza è sempre rimasta unita nel rappresentare le imprese e le persone che contribuiscono al benessere del nostro territorio”, ha commentato Dalla Vecchia.

Da parte sua, Barbara Beltrame Giacomello ha espresso la sua soddisfazione per il sostegno ricevuto dai colleghi del Consiglio Generale. “Sono felice e orgogliosa della fiducia accordatami. Le sfide che ci attendono sono grandi, ma sono convinta

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nizzato un evento di condivisione con la città, in collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Vicenza per il lancio del concorso ad incarico e per presentare il progetto al pubblico.

Mauro Della Valle

che le vinceremo insieme”, ha dichiarato la futura presidente, confermando il suo impegno a portare avanti i valori del suo programma.

Beltrame Giacomello, già Vicepresidente e membro del Consiglio di Amministrazione di Afv Acciaierie Beltrame SpA, ha un’esperienza consolidata nel mondo dell’industria e delle istituzioni. Dal 2016 al 2020 ha ricoperto il ruolo di vicepresidente di Confindustria Vicenza, con delega all’Education e alle Università, una posizione che le ha permesso di rafforzare il legame tra mondo imprenditoriale e istituzioni formative. (m.d.v)

Economia

Cisl Vicenza. La ricerca dell’ufficio studi ha messo a confronto i dati

Salgono i prezzi ma non gli stipendi

Nel Vicentino, negli ultimi 10 anni, i prezzi al consumo sono aumentati del 21,8%, mentre i salari solo del 15,1%, riducendo il potere d’acquisto del 7%.

Tra i settori più colpiti, gli alimentari (+31%) e gli affitti (+44,8%

Nel Vicentino in 10 anni i prezzi al consumo sono aumentati in media del 21,8%, a fronte di un aumento medio degli stipendi del 15,1%, considerando sia quelli da lavoro dipendente sia quelli dei lavoratori autonomi. Ciò fa sì che il potere d’acquisto (considerando fisso lo stesso paniere, cioè lo stesso tipo di beni e servizi) sia diminuito del 7%.

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È questo l’esito sconfortante di una ricerca dell’ufficio studi della Cisl di Vicenza che ha messo a confronto l’andamento dell’indice dei prezzi e dei redditi nell’ultimo decennio scoprendo che, a parte il periodo dal 2015 al 2020, con l’indice generale dei prezzi sostanzialmente fermo a poco più di 100 punti, negli ultimi quattro anni quest’ultimo ha continuato a crescere, fino a schizzare nel gennaio di quest’anno a 121,8 punti. Andando a guardare i singoli settori di spesa, se per i servi-

zi sanitari e le spese per la salute in genere, così come per mobili e articoli per la casa, l’aumento pareggia mediamente quello degli stipendi al 15%, si sale al +21,8%, con punte del +31% per i prodotti alimentari, del 29,6% per i trasporti e addirittura +44,8% per gli affitti. Identica percentuale di aumento per le bollette di casa, che hanno subìto, dallo scoppio della guerra in Ucraina, rincari crescenti. Anche il tempo libero per molti ha richiesto un drastico ridimensionamento: i servizi ricettivi e la ristorazione sono aumentati del 19,6% e spettacoli, eventi culturali e attività ricreative in genere costano circa il 9% in più.

Plaid for pride: il 7 giugno una piazza arcobaleno

“Plaid for pride”, è il titolo dell’iniziativa che vedrà, il 7 giugno, piazza dei Signori coperta da una grande bandiera arcobaleno inclusiva per sensibilizzare e raccogliere fondi contro le discriminazioni basate su orientamento sessuale e identità di genere.

La grande bandiera sarà una installazione tessile, formata da circa un migliaio di plaid. Ogni plaid sarà composto da 9 quadrati di 40 centimetri per 40 centimetri, monocolore, realizzati a maglia, uncinetto o cucito, che verranno ceduti in cambio di una donazione. Il ricavato sarà utilizzato per sostenere le attività di uno sportello contro le discriminazioni al Polo giovani B55. Sono molti i luoghi in cui sono in corso le produzioni dei quadrati, che insieme formeranno la grande

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Firmato

bandiera: nel nuovo parco di Villa dei Nani, nelle biblioteche, nei centri culturali, nei quartieri e in alcuni caffè della città. Fino alla data dell’evento, sarà possibile partecipare alle attività disseminate in città e provincia in modo libero: uncinetti e altri “ferri del mestiere”, se non posseduti, possono essere richiesti all’associazione Come un incantesimo così come la lana e altri filati.

La “casa” del progetto Plaid for Pride è al Polo giovani B55, in contra’ Barche 55. È possibile seguire il calendario degli incontri, i luoghi dove consegnare i quadrati e tutte le attività inerenti al progetto nelle pagine Facebook e Instagram di Plaid For Pride e nell’agenda eventi del Comune di Vicenza Viva. Per ulteriori contatti e info: plaidforpride@ gmail.com, 3803755448.

il protocollo per il tavolo di lavoro sull’edilizia

È stato firmato nelle scorse settimane, a Palazzo Trissino, il protocollo che prevede la costituzione di un tavolo di lavoro dedicato all’edilizia privata. Al momento della firma erano presenti il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai, l’assessore allo sviluppo economico e al territorio Cristina Balbi, in rappresentanza dell’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori della Provincia di Vicenza Massimo Sanson, il presidente del Collegio dei geometri e geometri laureati della Provincia di Vicenza Daniele Fortuna e in rappresentanza dell’Ordine degli

ingegneri della Provincia di Vicenza Giuseppe Costa.

«Questo protocollo affronta una tema importantissimo insieme agli ordini professionali - le parole del sindaco Possamai -. L’obiettivo è infatti quello di costituire una modalità di lavoro più semplice. Un’interlocuzione stretta tra ordini professionali e uffici, proprio per condividere tutte le modalità indicative delle norme in modo che siano univoche. Fare in modo che ci sia condivisione delle informazioni perché tutti trovino le stesse modalità di approccio. È un obiettivo ambizioso, ma vogliamo

favorire e semplificare le relazioni: fare in modo che ci sia un approccio chiaro e che, i privati e i professionisti, possano avere nell’amministrazione comunale un interlocutore affidabile. Come amministrazione teniamo particolarmente all’idea di sbloccare le energie che ci sono in città, perché molto passa per gli investimenti pubblici, ma gli investimenti privati sono fondamentali per fare crescere e funzionare la città. Vicenza ha infatti tantissimo patrimonio da rigenerare e tantissimi interventi che sono in progetto ma che devono poi atterrare».

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Musica dal vivo. I grandi nomi del jazz si esibiscono a Vicenza con un programma ricco di sorprese

”Vicenza si prepara a dieci giorni di jazz con il Festival New Conversation”

Inizia con il botto la 29° edizione del Festival Jazz New Conversation, titolato “Elogio dell’errore”, che il 15 maggio inaugura dieci giorni di concerti con il Kronos Quartet, formazione d’archi che partecipò alla prima edizione e che ha fatto la storia del fusion: dal 2023 sta celebrando i 50 anni di attività con un tour internazionale, che avrà come unica tappa italiana Vicenza al Teatro Olimpico.

Anche quest’anno il direttore artistico Riccardo Brazzale ha messo insieme produzioni originali, prime assolute nazionali ed europee, performance, progetti speciali e appuntamenti ritagliati su misura in vari siti di una città che per dieci giorni, fino al 25 maggio, si farà sedurre da concerti ufficiali e jam session.

La serata di chiusura non avrà nulla da invidiare a quella d’apertura, con il live in prima nazionale ed europea di First Meeting, inusuale quartetto che per la prima volta riunisce assieme quattro musicisti di altissimo profilo, tra i quali il pianista, percussionista e compositore cubano più volte premiato ai Grammy, Gonzalo Rubalcabad. La serata è poi destinata a proseguire con l’ultimo suggestivo concerto alle prime luci dell’alba del 25 maggio, eseguito dalla violoncellista e polistrumentista irlandese Naomi Berrill nella cornice del Parco di Villa Guiccioli a Monte Berico.

Maggiore con Flo & Enrico Zanisi “Anda”: Canzoni di fuga e meraviglia. Dal leggendario Al Di Meola (16 maggio), uno dei più importanti chitarristi degli ultimi cinquant’anni, in versione “acoustic trio”, agli Yellowjackets (17 maggio), band con oltre 40 anni di carriera e innumerevoli riconoscimenti. Per gli appassionati di pianoforte, un’intera serata, il 18, dedicata al piano solo con l’esibizione del talentuoso Shai Maestro e di Sullivan Fortner, fresco vincitore di un Grammy; il 19 sarà la volta del sudafricano Nduduzu Makhathini, il 22 dell’ex enfant

prodige Alessandro Lanzoni e il 23 del concerto in trio del pluripremiato pianista armeno Tigran Hamasyan, in collaborazione con “Le settimane musicali al Teatro Olimpico di Vicenza”. Progetto speciale di questa edizione il concerto “In the name of Rosa Parks”, icona dei diritti civili, a 20 anni dalla sua scomparsa e a 70 anni dal gesto che la rese famosa in tutto il mondo: il rifiuto di cedere il posto sul bus ad un bianco, dando di fatto il via alle lotte per i diritti civili degli afro-americani. Prevendite su www.tcvi.it.

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Tra apertura e chiusura, nel mezzo del programma, una settimana di appuntamenti nel solco di una linea consolidata che unisce tradizione e innovazione, grandi artisti e giovani emergenti, storia del jazz e nuovi linguaggi. Poi la serie di ascolti guidati Suono di Sonus faber nel Foyer del Teatro Comunale (il presidente della Fondazione Tcvi, Luca Trivellato è il “padre” del Festival, nonché uno dei sostenitori dal punto di vista economico della manifestazione, unitamente al Comune che ne è il produttore), i film a tema al Cinema Odeon, la finale dell’Olimpico Jazz Contest, i live nei locali della Città.

Tra i tanti altri concerti, impossibili qui da citare tutti, da segnalare l’ormai tradizionale appuntamento a mezzanotte al Cimitero

“Scultura centrale” “Scultura centrale” è il titolo della mostra d’arte contemporanea, ospitata negli spazi dell’ex Centrale del Latte, che vede esposte le migliori opere di undici artisti italiani che impiegano nei loro lavori una vasta gamma di materiali e tecniche di lavorazione, dalla terracotta alla ceramica, dalle pietre dure ai metalli.

L’esposizione, curata da Alberto Zanchetta, è visitabile fino al 22 giugno dal giovedì al venerdì dalle 15 alle 20 e domenica dalle 10 alle 20.

«Rendere il contemporaneo più fruibile e accessibile è uno sforzo che ha accompagnato la progettazione di questa mostra “Scultura centrale”, che è il primo tassello di un mosaico che intendiamo comporre sul territorio italiano – ha spiegato il curatore Paolo Dosa -».

Gli autori coinvolti sono Bertozzi & Casoni, Francesco Bocchini, Arthur Duff, Filippo La Vaccara, Chiara Lecca, Roberto Mascella, Nero/Alessandro Neretti, Adriano Persiani, Giorgia Severi, Silvia Vendramel, Willy Verginer.

Hockey. Una carriera ricca di gol: ha sposato oggi il nuovo progetto nella città berica

Andrea Delfino: la storia del bomber del Vicenza Hockey

La storia di Andrea Delfino, uno dei simboli del nuovo Vicenza Hockey. Una carriera ricca di soddisfazioni con ancora grandi obiettivi da raggiungere: “ Voglio vincere la Champions League e il Mondiale con la Nazionale”

Andrea Delfino, classe 1990, nato a Torino, è uno dei grandi protagonisti del Vicenza Hockey. La sua carriera lo ha visto attraversare l’Italia e non solo, fino a diventare uno degli attaccanti più temuti del panorama nazionale. Delfino ha recentemente scritto una delle pagine più belle della sua storia, con una finale di Coppa Italia da top player, nella quale ha messo a segno ben quattro gol, contribuendo in modo decisivo alla vittoria contro Milano.

La sua passione per l’hockey è nata un po’ per caso. “Inizialmente non mi faceva impazzire come sport, ma con il tempo il tutto è cresciuto”, racconta. E così il torinese ha costruito un percorso

importante, che gli ha permesso anche di viaggiare molto: “Sono sempre stato curioso di provare posti nuovi e vivere esperienze diverse. Tutto ciò mi ha arricchito molto come persona”, aggiunge. Nella passata annata Delfino ha vissuto a proposito una stagione in Francia: “Il livello è più alto rispetto all’Italia, c’è un mercato più aperto, squadre più competitive e investimenti maggiori. Lì ho visto una cultura dell’hockey diversa che mi ha dato tanto”. Da quest’anno c’è stato il ritorno a Vicenza, una città che ha imparato ad amare: “Mi trovo molto bene. Sono qui dal 2018, prima con i Diavoli e oggi con il Vicenza Hockey. Quest’anno il gruppo è abba-

stanza giovane, ma tanti si conoscono bene da tempo. Siamo uniti anche fuori dalla pista, un aspetto che fa la differenza”. Con più di 300 gol nelle due esperienze a Vicenza, Delfino ha scritto pagine da ricordare: “Il più importante? Nella finale di Coppa Italia contro Milano di quest’anno. Eravamo in inferiorità numerica, quindi ha avuto un grande peso. Anche le reti con la Nazionale hanno un valore speciale”, aggiunge. Delfino, guardando al passato, ricorda con affetto il primo scudetto vinto con i Diavoli e il bronzo con la Nazionale ai Mondiali, traguardi che restano scolpiti nella sua memoria. L’Azzurro, per Delfino, è una delle esperienze più gratificanti della carriera. “È sempre un onore vestire quella maglia, rappresentare il proprio paese è unico. Ho viaggiato in posti che non avrei mai immaginato. Le sensazioni sono state incredibili”. I sogni per Delfino,

però, sono ancora molti. “Voglio vincere la Champions League e il Mondiale con l’Italia”. Pensa in grande e da vincente il torinese, uomo a cui le grandi pressioni non spaventano:”Mi viene tutto naturale. Non è mai stato un peso questo sport. Se potessi lo farei tutto il giorno”. La tenacia è la parola del-

Vicenza, grande rimpianto: c’è la lotteria dei play-off per i biancorossi

Lane, quanti rimpianti. Il Vicenza ha disputato una stagione strepitosa, ma non è bastato. In un meraviglioso scontro con i rivali del Padova, deciso solamente all’ultimo atto, i biancorossi hanno dovuto soccombere. E pensare che dopo un intero campionato passato a rincorrere, a quattro dalla fine era arrivato quel tanto agognato primo posto. La vetta della classifica, però, ha portato le vertigini nella testa dei giocatori di mister Vecchi. Fatale, infatti, è stata la gara del Gavagnin contro la Virtus Verona: una sconfitta amarissima, arrivata al 97’, è costata una rincorsa durata un

anno intero. Rimane straordinario, però, il percorso dei vicentini. A partire dalle solidissime basi gettate in quello che è un vero e proprio fortino, lo stadio di casa, il Romeo Menti. 16 vittorie e 3 pareggi tra le mura amiche, con 51 punti realizzati: un cammino da record, con la sconfitta che manca da queste parti dal lontano dicembre 2023. È in trasferta che i berici hanno, se così si può dire, rallentato. Qualche pareggio di troppo e qualche punto lasciato per strada, fino ad arrivare alla Fatal Verona nella terzultima giornata: un pomeriggio maledetto per Vicenza che è stato decisivo per le

sorti del film thriller che è stata questa Serie C. Rimane in ogni caso una squadra che ha espresso un ottimo calcio, fatto di un compatto e allo stesso tempo fantasioso 3-4-1-2. Resta ora da rimboccarsi le maniche e ripartire alla ricerca dell’obiettivo promozione attraverso l’ardua cavalcata dei play-off. Si tratta di una vera e propria lotteria dove parteciperanno ben 28 squadre. I biancorossi, però, forti del piazzamento al secondo posto in classifica, accederanno direttamente alla fase Nazionale. Lane: un grande rimpianto, ma il sogno è ancora vivo. (s.p.)

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la sua vita: “Sono uno che quando gioca lascia tutto quello che ha, cerco di non risparmiami mai”. Un bomber lottatore, l’uomo dei gol pesanti al centro dell’universo Vicenza. Andrea Delfino: più di 300 reti da queste parti, uno che difficilmente verrà dimenticato.

Stefano Parpajola

il commento alle notizie del giorno dalle 17:00 con

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Andrea Delfino, @foto Serena Fantini
Mister Stefano Vecchi, @instagram Vicenza Calcio

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Regionali d’autunno

Ormai non si contano più le interviste al vetriolo che i leader dei due partiti si scambiamo, ma soprattutto non si placano le voci di “transumanze” di consiglieri leghisti, preoccupati per la propria riconferma a fronte del calo dei consensi del proprio partito, verso Fratelli d’Italia. Nel frattempo anche l’attività amministrativa, tanto in regione quanto nei territori, subisce i contraccolpi di questo contrasto: le Commissioni Consiglieri si stanno riducendo a campi di battaglia e persino nell’indicazione dei presidenti dei Consorzi di Bonifica l’eco di quanto sta accaden-

Verso

do in campo politico si fa sentire.

Alberto Stefani, segretario regionale della Lega, presidente e assessori di peso ai Fratelli con bonus di candidati sindaci delle Città Capoluogo prossime al voto? Può essere uno schema, ma proprio dai Meloniani è giunta una secca smentita: chiedono la presidenza. Per la Lega perdere la guida del Veneto potrebbe voler dire la fine di una lunga, lunghissima storia, per Fratelli d’Italia non poter annoverare, nel momento di massima forza, neppure la presidenza di un regione del nord appare inaccettabile.

Andranno divisi e useranno le elezioni come una sorta di primarie? Anche in questo caso tutto può accadere, ma

Caos alle regionali:

sembra un’ipotesi estremamente remota: troppo delicati gli equilibri anche di carattere nazionale per potersi permettere un approccio di questo tipo. E in tutto questo cosa accade al centrosinistra? Il tavolo degli alleati continua a incontrarsi e a parlarsi. Di nomi ne sono usciti molti, ma di ufficiali ancora nulla. Chissà che adesso, fissata la data delle elezioni, ci sia un’accelerazione. Tutta da decifrare la posizione di Azione: il partito di Calenda non ha ancora deciso come comportarsi. Sembra vogliano attendere di comprendere se vi sarà veramente una spaccatura tra Lega e Fratelli d’Italia per poi costruire un’alleanza con gli stessi leghisti e magari Forza Italia. Staremo a vedere.

i partiti ancora in alto mare, chi sarà il nuovo presidente del Veneto?

Il Conclave per eleggere Papa Leone XIV è stato decisamente veloce nonostante il numero record di cardinali da mettere d’accordo. Niente a che vedere con quello che sta accadendo dentro i partiti e le coalizioni per la scelta del candidato presidente della Regione Veneto. Il prossimo autunno, così ha chiarito il Consiglio di Stato, si andrà alle urne, ma al momento tanto il centrodestra quanto il centrosinistra sembrano tutt’altro che pronti.

CASA CENTRODESTRA, BRACCIO DI FERRO PER LA LEADERSHIP

Partiamo dal centrodestra che, numeri alle mano, parte ovviamente da favorito. L’impossibilità per Luca Zaia, il presidente più amato d’Italia, di ricandidarsi ha aperto una voragine. Non tanto, o quantomeno non soltanto, perché non ci siano candidati alla sua altezza, quanto per la sintesi che il suo nome è in grado di produrre. In buona sostanza: senza Zaia, Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia rivendicano tutti la presidenza.

In qualche dichiarazione maggiormente aspra qualcuno arriva persino a dire che l’alleanza di centrodestra non sarebbe scontata e che i partiti che la compongono potrebbero addirittura arrivare a correre l’uno contro l’altro. Questo però appare uno scenario improbabile: troppi gli equilibri, compresi quelli di Go-

verno, che impongono agli alleati di stare tutti insieme. Estremamente rappresentative del clima che si sta vivendo in casa centrodestra le parole di un big come il capogruppo della Lega in Consiglio Regionale, Alberto Villanova: “La decisione del Consiglio di Stato sgombra definitivamente il campo dai dubbi. Per noi, comunque, il punto è mai stato il quando, ma il come. I Veneti si attendono e sperano di essere governati da un presidente che dia continuità al buon governo di Luca Zaia, lui per noi sarà sempre il Doge. Grazie alla compattezza ritrovata con il lavoro di Alberto Stefani, schiereremo tra le nostre fila gli amministratori più capaci e radicati sul territorio. Siamo pronti, prontissimi quindi, per la prossima campagna elettorale e per difendere la nostra linea del Piave”. Dove per “linea del Piave” la Lega intende proprio il mantenere la presidenza del Veneto. Il numero uno di Fratelli d’Italia in Veneto, il Senatore Luca De Carlo però non ci sta: “l’indiscrezione secondo cui il Veneto sarebbe stato assegnato alla Lega è priva di fondamento. Una bugia. Probabilmente con una strategia alla base: più ripeti e diffondi una cosa falsa e più matura il convincimento che sia vera. Ma non è così. Siamo il partito maggioritario non solo a livello nazionale, ma anche a livello veneto e quindi avremo un ruolo importante

nella scelta e nell’individuazione del migliore candidato presidente della Regione”. Staremo a vedere se i tavoli romani dirimeranno la questione e se il futuro del Veneto, alla fine, si deciderà nella Capitale sopendo che, pronto a scattare, c’è anche Forza Italia con il suo leader regionale, Flavio Tosi pronto a candidarsi.

CASA CENTROSINISTRA,

ALLA RICERCA DI UN CANDIDATO

Nel centrosinistra continuano gli incontri del tavolo di coalizione, ma di nomi del candidato, nel momento in cui scriviamo, ancora non se ne vedono. O meglio: se ne vedono molti, ma sono tutti frutto di indiscrezioni, rumor o supposizioni. Nello spe-

cifico sono stati passati in rassegna, senza successo, la scienziata Antonella Viola, l’ex sindaco di Vicenza, Achille Variati, l’attuale capogruppo PD, Vanessa Camani, la consigliera regionale PD vicentina, Chiara Luisetto. E la lista potrebbe continuare. Fatto sta che al momento il nome che tenga insieme i partiti che fanno parte della coalizione e le diverse anime all’interno degli stessi, ancora non si vede.

Chiaro in questo senso il pensiero del segretario regionale del Pd, il senatore Andrea Martella: “Il lavoro del centrosinistra veneto prosegue in modo unitario, con il massimo della condivisione tra tutte le forze della coalizione. E non solo perché l’unità è un valore assoluto tanto per il

PD quanto per la coalizione, ma anche come precisa scelta politica. Nessuno strappo, nessuna polemica, a differenza di quello che vediamo succedere tutti i giorni in casa del centrodestra: il nostro è un confronto serio, rispettoso e concentrato sull’obiettivo comune. E cioè costruire un’alternativa credibile e vincente al governo della destra, dopo trent’anni di potere ininterrotto. Stiamo riflettendo insieme su diversi profili e su persone di qualità, in grado di interpretare con autorevolezza la sfida che stiamo costruendo. Una sfida che non è una spartizione tra partiti come invece vediamo nel centrodestra. È una sfida sulle idee, sui progetti, sui problemi da risolvere”. Staremo a vedere.

Luca De Carlo segue
Alberto Villanova
Andrea Martella

La consultazione. Si vota l’8 e il 9 giugno, per la validità è necessario raggiungere il quorum

Referendum, cinque quesiti sulla scheda: dal mondo del lavoro alla cittadinanza

L ’appuntamento con le urne è per l’8 e il 9 giugno: i cittadini saranno chiamati ad esprimersi su cinque quesiti referendari, quattro dedicati al mondo del lavoro e uno ai tempi per il riconoscimento della cittadinanza. Come sempre in Italia si tratta di referendum abrogativi, quindi si vota sì per cancellare e cambiare delle leggi in vigore mentre con il no rimane tutto come è. La validità è legata alla partecipazione degli elettori perché la consultazione sarà valida solo se verrà raggiunto il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Nei comuni con più di 15 mila abitanti nei quali si è votato per le amministrative il 25 e 26 maggio il referendum potrebbe coincidere anche con l’eventuale ballottaggio. Sarà decisivo anzitutto il dato per l’affluenza e nelle ultime settimane si moltiplicano gli appelli e le prese di posizione. I seggi saranno aperti domenica 8 giugno dalle ore 7 alle ore 23, e lunedì 9 giugno dalle ore 7 alle ore 15.

Il cuore del referendum 2025 bat-

te su due fronti: il lavoro e la cittadinanza. I primi quattro quesiti, infatti, si concentrano su aspetti critici del mondo del lavoro, quali licenziamenti, contratti a termine e responsabilità negli appalti. Il quinto quesito, invece, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri.

Il primo quesito, in particolare, propone l’abrogazione delle regole introdotte dal Jobs Act nel 2015, che disciplinano i licenziamenti illegittimi, chiedendo se si vuole tornare a una maggiore possibilità di reintegro del lavoratore. Attualmente nelle aziende con più di 15 dipendenti è previsto un indennizzo economico tra le 6 e le 36 mensilità di stipendio. Se la norma attuale venisse abrogata sarebbe di nuovo possibile il reintegro della persona nel posto di lavoro, oltre al risarcimento economico. Il secondo quesito riguarda l’abolizione del tetto massimo all’indennità per i lavoratori delle piccole imprese licenziati senza giusta causa, permettendo

al giudice di decidere l’indennità senza limiti imposti. Con questa riforma non ci sarebbe più il limite delle sei mensilità e l’indennità andrebbe stabilita da un giudice sulla base di una serie di criteri sulla gravità della violazione ma anche la situazione familiare e la posizione economica dell’azienda.

Il terzo quesito mira a eliminare le norme che limitano la durata e le proroghe dei contratti a termine, e le motivazioni necessarie all’assunzione, chiedendo se si vuole obbligare le aziende a motivare sempre l’uso del contratto a termine. Oggi questi contratti possono essere stipulati fino a 12 mesi senza che un datore di lavoro debba indicare un motivo specifico. Il quarto quesito riguarda la sicurezza sul lavoro, chiedendo se si vuole reintrodurre la responsabilità anche per il committente in caso di infortuni causati da rischi specifici dell’appaltatore. Il quinto quesito, infine, affronta la questione dei tempi per l’ottenimento della cittadinanza italiana per i cittadini stranieri, chiedendo

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se si vuole ridurre da 10 a 5 anni il tempo di residenza necessario, anche se già adesso sono necessari ben più dei dieci anni previsti. Votando sì si cancella la legge el 1992 con cui si è alzato il termine di soggiorno legale ininterrotto in Italia per poter presentare la domanda di cittadinanza. Non vengono modificati invece gli altri requisiti per ottenere la cittadinanza italiana, come conoscere l’italiano, avere un reddito stabile e non avere commesso reati.

Naturalmente le posizioni dei partiti differenziate. I partiti di governo, Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega sono per l’astensione, Noi Moderati invece invita comunque gli elettori ad andare alle urne e a

votare no. Mobilitati per cinque sì invece il Partito Democratico insieme alle altre forze di sinistra. Il Movimento 5 Stelle distingue e invita a votare sì per quattro quesiti sul lavoro mentre lascia libertà di scelta sul tema della cittadinanza. Sul fronte sindacale la Cgil, tra i principali promotori dei referendum, in particolare quelli relativi al lavoro, invita perciò ad andare alle urne e a votare 5 sì, ponendo un forte accento sulla necessità di rafforzare la tutela dei lavoratori e la sicurezza sul lavoro. Posizione opposta, infine, quella della Cisl che boccia i quattro quesiti sul lavoro ritenendo che potrebbero avere effetti dannosi proprio sui lavoratori. L’ultima parola ora tocca agli elettori.

La statistica. I dati del censimento permanente della popolazione

In tutto il Veneto nascite in costante calo, sono il 30% in meno rispetto a 25 anni fa

Calano le nascite ma anche la mortalità si riduce, l’età media continua a salire e sfiora i 47 anni: questa la prima fotografia che emerge dal censimento permanente della popolazione in Veneto che mette in fila i numeri del 2023 su popolazione, movimenti demografici e altri indicatori come il numero degli stranieri, la composizione delle famiglie e la distribuzione della popolazione. In Veneto le provincie che “pesano” di più sul fronte della popolazione sono Padova e Verona, ciascuna con oltre il 19% del totale, così da arrivare quasi al 40% di tutti in residenti in Veneto. Treviso, Vicenza e Venezia messe insieme raccolgono oltre la metà della popolazione mentre Rovigo e Belluno raccolgono l’8,8% dei veneti. In valori assoluti la popolazione è stabile e il dato a fine anno era di 4.852.216 persone, vale a dire l’8,2% della popolazione italiana. La longevità femminile si fa sentire sui numeri perché nella nostra regione le donne superano gli uomini di oltre 75 mila unità. Continua a crescere il numero degli stranieri, ormai oltre il 10,3% del totale dei residenti, poco più di mezzo milione, un quarto dei quali di provenienti dalla Romania, seguita da Marocco con il 9% e dalla Cina al 7,3%.

Scendendo nel dettaglio delle dinamiche demografiche la provincia di Rovigo presenta la perdita più consistente sia in valore assoluto (-493 residenti) sia in termini relativi (-0,2%); diminuisce la popolazione anche a Belluno (-0,2%) e Venezia (-0,1%). Le altre quattro province segnano un lieve incremento relativo positivo. In particolare, Venezia è la provincia con il più basso saldo naturale (-4.609), Padova ha i saldi

migratori, interno ed estero, più elevati (rispettivamente + 1.467 e + 3.601).

A preoccupare è il saldo naturale nella regione, che conferma la dinamica sfavorevole, con un eccesso dei decessi (51.071) sulle nascite (30.438). In Veneto, infatti, come nel resto d’Italia, si registra il nuovo minimo storico delle nascite, con una riduzione di quasi il 30 per cento rispetto ai 43mila nati di inizio millennio (anno 2000). La diminuzione del numero dei nati è determinata sia dalla contrazione della fecondità, sia dal calo della popolazione femminile in età riproduttiva (15-49 anni). Prosegue il trend decrescente del tasso di natalità, dal 6,5 per mille del 2022 al 6,3 del 2023, mantenendosi di poco inferiore alla media nazionale (6,4 per mille abitanti). Tra le province il maggior decremento (da 6,4 a 6,1 per mille nel 2023) si riscontra a Padova; il valore minimo del tasso si riscontra a Rovigo (5,2 per mille), il valore massimo a Verona (6,7 per mille).

Rispetto all’anno precedente il numero dei morti diminuisce di 4.401 unità. Il decremento è del 7,9% sul 2022, superiore al valore nazionale (-6,1%), e riguarda soprattutto la componente più anziana della popolazione, all’interno della quale si concentra la maggior parte dei decessi.

Interessante anche la composizione dei Comuni veneti e le loro dimensioni.Il 44,6% dei 563 Comuni della nostra regione ha una popolazione compresa tra 1.001 e 5.000 abitanti, dove risiede più del 14% degli abitanti. Il 17% della popolazione vive nei quattro comuni con oltre 100.000 abitanti (Verona,

Venezia, Padova, Vicenza); più di un quarto vive nei 95 comuni con popolazione tra 10.001 e 20.000 abitanti. Fra i comuni non capoluogo spiccano per numerosità della popolazione Chioggia (VE, 47.581 abitanti), Bassano del Grappa (VI, 42.405) e San Donà di Piave (VE, 41.848).

Guardando invece alle famiglie, quelle più numerose, con almeno tre componenti, rappresentano il 36,9% del totale. Tra le province venete, Treviso (2,36) ha il numero medio di componenti più alto e una percentuale significativa di famiglie con 4 e più componenti (20,8%). Anche Vicenza (2,31 componenti medi per famiglia) ha una percentuale di famiglie con 4 e più componenti superiore a quella regionale, seguita da Verona e Padova. Viceversa, Belluno è caratterizzata dalla più bassa dimensione familiare media (2,10) e un’alta incidenza di famiglie unipersonali (40,6).

Le trasformazioni socio-demografiche come i cambiamenti degli stili di vita, la contrazione della fecondità, la crescente instabilità delle relazioni di coppia e la maggiore longevità, si riflettono nei mutamenti delle forme di vita familiari, favorendo la formazione di famiglie con un minor numero di componenti e di strutture familiari più flessibili. In Veneto la coppia con figli rappresenta il 46,3% del totale, seguita dalla coppia senza figli (33,3%) e dai nuclei con un solo genitore. Le madri sole con figli rappresentano il 15,5%, i padri il 4,8%. A livello provinciale Treviso (47,9%) e Vicenza (47,8%) mostrano una percentuale più alta di coppie con figli rispetto alla media regionale e nazionale. Rovigo, Belluno e Venezia registrano valori più elevati di coppie senza figli o con un solo genitore.

Il portale. Si possono trovare informazioni e condividere iniziative tra produttori e consumatori

Comunità energetiche rinnovabili, il Veneto ci crede

S

ul fronte delle energie rinnovabili il Veneto è sempre stato all’avanguardia, fin dai tempi dei primi impianti fotovoltaici sui tetti di abitazioni e aziende. Ora la nostra regione fa un balzo in avanti anche nella partita delle Comunità energetiche rinnovabili che si stanno via costituendo, nonostante le difficoltà e la burocrazia che accompagna le soluzioni innovative. Infatti in Veneto ci sono già 73 Cer, il 10 per cento del totale nazionale, con una capacità produttiva di 12,75 Megawatt di elettricità dal sole e benefici per chi ne fa parte. Ma cosa sono le comunità energetiche? Sono organizzazioni formate da soggetti privati, aziende e enti pubblici che si mettono insieme per condividere l’energia prodotta da impianti di energia rinnovabile. Oltre ai vantaggi sotto il profilo ambientale e di ottimizzazione della rete le comunità energetiche consentono di ricevere un incentivo dallo stato che poi viene suddiviso tra i partecipanti.

Attualmente in Veneto esistono diverse iniziative locali, ma molte di esse hanno difficoltà a entrare in contatto con cittadini e imprese interessati a partecipare. Allo stesso modo, chi vorrebbe aderire a una Cer spesso non dispone di un canale semplice ed efficace per individuare quella più adatta alle proprie esigenze. Inoltre, le informazioni sulle comunità energetiche sono spesso sparse su più fonti e non sempre coerenti tra loro. Non da ultimo, la costituzione di comunità energetiche necessita di competenze tecniche che rendono la fase di avvio assai complessa e impegnativa da portare a termine.

Ed è stata proprio la frammentazione delle informazioni e la mancanza di un canale centralizzato ad ostacolare la diffusione e l’aggregazione di queste iniziative.

Per superare queste criticità sia a livello informativo che organizzativo la Regione Veneto ha lanciato VenetoVerdeEnergia.it, un

portale pensato per dare impulso alle Comunità Energetiche Rinnovabili e agevolare la transizione verso un modello energetico più sostenibile. L’intenzione è quella di colmare il divario tra chi desidera partecipare a queste realtà e le stesse comunità, rendendo più semplice l’accesso a informazioni chiare e coordinate.

“Le comunità energetiche,spiegano gli esperti - rappresentano un modello innovativo che vede la collaborazione tra cittadini, imprese ed enti pubblici per condividere l’energia prodotta da impianti rinnovabili. Questo approccio, oltre a offrire evidenti benefici ambientali, consente di ottenere incentivi statali, contribuendo al miglioramento della rete elettrica e alla riduzione dei costi per i partecipanti. L’obiettivo è chiaro: creare un ecosistema in cui ogni cittadino possa sentirsi parte attiva di un futuro energetico sostenibile, contribuendo in modo diretto alla crescita e al consolidamento delle comunità

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energetiche sul territorio veneto”.

La consultazione del portale è semplice: basta inserire il proprio indirizzo per sapere quali sono le Cer attive in zona e avere i riferimenti per contattarle direttamente. Inoltre le comunità energetiche che si iscrivono al portale possono ampliare la propria rete di produttori e consumatori, favorendo così la crescita del modello di condivisione dell’energia rinnovabile. Questo strumento

non solo favorisce il dialogo e lo scambio tra le diverse realtà, ma rappresenta anche un incentivo per le stesse comunità energetiche che possono farsi conoscere e trovare sia nuovi produttori che consumatori. In queste settimane la Regione sta organizzando anche una serie di incontri pubblici per spiegare appunto cosa sono le Cer e quali potenzialità di risparmio offrono anche per i piccoli consumatori.

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L’intervista. Emanuele Apostolidis, autore del fumetto che è diventato una serie di successo tra i giovanissimi

Alla scoperta del passato (e del futuro) con le avventure dei “Paleo Hunters”

I n un panorama editoriale sempre più affollato, trovare fumetti capaci di intrattenere i più giovani senza rinunciare a qualità narrativa, contenuti educativi e un pizzico di profondità emotiva è diventata una vera e propria impresa. Ma “Paleo Stories: Estinzione” (BeccoGiallo Editore, 2025), terzo volume della serie a scritta da Emanuele Apostolidis, ci riesce con naturalezza sorprendente. La saga dei Paleo Hunters è un mix ben calibrato di avventura, fantascienza, amicizia e paleontologia, pensato per lettori tra i 8 e gli 12 anni ma capace di conquistare anche i genitori più esigenti. Con il terzo volume la storia entra in una fase più complessa e avvincente, mentre cresce l’interesse intorno a un franchise che non si limita alle pagine disegnate: Apostolidis sta infatti portando Paleo Stories in tour nelle scuole e nei festival, coinvolgendo centinaia di bambini in laboratori, letture e attività educative.

Abbiamo incontrato Emanuele per farci raccontare la genesi del progetto, i segreti dietro la scrittura per bambini e le nuove sfide che aspettano i suoi giurassici protagonisti.

Emanuele, come nasce “Paleo Stories”? Qual è stata la scintilla iniziale che ti ha portato a raccontare storie a fumetti per bambini sulla paleontologia?

L’idea di Paleo Stories nasce assieme alla paleontologa Elena Ghezzo. Elena voleva trovare un modo per divulgare il suo lavoro ancora molto sconosciuto e che spesso si confonde con un’altra figura professionale come quella dell’archeologo. Un altro degli obiettivi principali di Elena era far conoscere questo lavoro anche ad un pubblico femminile e far capire che non è un lavoro solo maschile. Elena mi invitò a visitare la grotta di Veja a Verona, luogo in cui stava svolgendo uno scavo. Andai alla grotta con moglie, figlia e disegnatrice al seguito. Fui subito folgorato dall’esperienza tanto che, una volta tornato a casa, il primo volume di Paleo stories si scrisse quasi da solo. Ci misi dentro tutta quella meraviglia che Elena era riuscita a farmi apprezzare,

dal guano di pipistrelli fino ai resti fossili del Museo di Paleontologia. Nel primo volume l’ingresso dei protagonisti in grotta ricalca quasi fedelmente quell’esperienza (tolto ovviamente l’incontro ravvicinato con lo Smilodonte).

Come si scrive una storia per bambini dagli 8 ai 12 anni senza mai cadere nella banalizzazione o negli stereotipi?

Non è mai facile scrivere una storia per bambini perché per farlo bisogna tornare ad esserlo. Ad esempio per scrivere Paleo Stories ho dovuto ricordare quello che da bambino mi piaceva del mondo della preistoria come i nomi dei dinosauri o le abitudini alimentari di molti di loro. E poi amavo le storie di avventura e di esplorazione come i Goonies. Ecco Paleo Stories nasce come un incrocio tra i Goonies e Jurassic park.

Estinzione è il terzo volume di quello che ormai sta diventando a tutti gli effetti un franchise: hai mai pensato di lavorare anche a una serie tv o a un film di Paleo Stories? Nel caso, a chi lo faresti dirigere?

Il successo di Paleo Stories ci ha sorpreso tutti. È stato ed è veramente bello continuare ad incrociare bambini (e tantissime bambine) che sanno quasi a memoria i primi due volumi. Una serie tv animata sarebbe veramente un sogno che si realizza e sia i personaggi che la storia si presterebbe benissimo ad una rappresentazione grafica di quel genere! Visti i film che ti ho citato prima dovrebbe per forza di cose dirigerla Steven Spielberg :))

Quali sono le sfide principali nel creare personaggi e trame che sappiano divertire, educare e stimolare la fantasia dei più piccoli?

Creare personaggi è forse la parte più difficile, perché influenzano di conseguenza poi tutta la storia. I personaggi, infatti, devono avere caratteristiche tutte diverse tra loro in modo che poi diventino utili all’occorrenza.Tali caratteristiche devono poi essere facilmente riconoscibili e utili anche l’immedesimazione del lettore che si deve ritrovare in uno o in tutti i personaggi della storia.

In Paleo Stories Gei è appassionata di paleontologia, Nara ha la passione per la tecnologia, Phil ama i videogiochi e le serie TV, mentre Mila è ribelle, modaiola e giornalista. Tutte queste caratteristiche hanno una funzione ben precisa nell’arco della storia e ce l’avranno anche nell’evoluzione e la crescita del personaggio. Ovviamente poi bisogna tradurre la descrizione in disegno e Michela Peloso (la disegnatrice dei primi due volumi) è stata molto brava a creare personaggi riconoscibili e simpatici. Come altrettanto brava è stata Blu Pieraccioli nel creare i nuovi “cattivi” del terzo volume adattandosi allo stile dei primi volumi.

Chi ha figli sa che i bambini adorano i dinosauri: dopo 3 volumi di Paleo Stories hai capito il perchè? E, soprattutto, come riesci a conciliare il dato scientifico con l’invenzione narrativa?

La scienza è estremamente affascinante e ogni volume di Paleo Stories nasce da una curiosità scientifica che Elena mi ha raccontato. Il secondo volume nasce dal racconto di Elena sulla leggenda degli unicorni e dei ciclopi, il terzo nasce dalla scoperta che gli squali piccoli vivono in delle specie di nursery. Queste curiosità scientifiche sono il cuore del progetto PAleo Stories perché non è solo un fumetto di avventura, ma soprattutto di divulgazione in cui le nozioni scientifiche sono metodo anche di risoluzione delle problematiche o veicolo di inclusione sociale. In tutti e tre i volumi sono presenti gli inserti che approfondiscono sia il lavoro del paleontologo che le nozioni scientifiche trattate nella storia. Nei primi volumi abbiamo inserito anche un elenco di musei da visitare e in coda al volume c’è ogni volta un’intervista ad un paleontologo diverso (dai paleobotanici fino ai paleo artisti). Insomma Paleo Stories è un libro a fumetti avventuroso, ma con un carattere estremamente scientifico e divulgativo che lo differenzia da altre serie per ragazzi presenti in commercio.

Il terzo volume segna un nuovo passo nella saga: puoi raccon-

tarci in che direzione si sta evolvendo la storia e quali novità ci aspettano?

“Estinzione” chiude una prima parte della saga, in cui si scopre un po’ di più il mistero della madre della protagonista. Con l’editore abbiamo già ipotizzato una seconda trilogia di volumi che tratterà tematiche diverse. Il primo volume era ambientato in grotta, il secondo tra i ghiacci e il terzo in mare. Il quarto volume di sicuro sarà ambientato in cielo, vista anche la scoperta che una parte dei dinosauri si è evoluta nei nostri uccelli.

Hai introdotto nuovi personaggi o tematiche nel terzo volume?

Qual è stato il feedback dei lettori più giovani?

Il terzo volume parla principalmente dell’importanza degli oceani e delle balene come grandi equilibratori della vita sulla Terra.

Tocca anche la tematica dell’amicizia e della fedeltà.

Sei uno sceneggiatore molto prolifico: stai lavorando su qualche altro progetto?

Mi sto divertendo molto a scrivere serie per ragazzi, in Estate sempre per Becco Giallo ne esce una nuova del titolo: Archeo Tales. E’ una serie che ricalca un po’ la struttura di Paleo stories solo con al centro il mondo dell’archeologia al posto della paleontologia. La storia ha un’ambientazione più fantasy ed è infatti ambientata in un mondo dove

è vietato studiare il passato e i ragazzi-protagonisti del volume dovranno riuscire a risvegliare i miti per far riscoprire il passato. Ma non ti racconto ulteriori dettagli perché altrimenti rischio di spoilerare troppo, ti lascio la curiosità per la prossima intervista. Giacomo Brunoro

• Chi è Giacomo Brunoro Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!

L’autore Emanuele Apostolidis e la copertina del fumetto

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Ulss 8. Trapiantati 66 organi e prelevati oltre 200 tessuti, un gesto di generosità

Donazione di organi e tessuti: un gesto che salva la vita

In occasione della Giornata Nazionale per la Donazione di Organi, Tessuti e Cellule, l’ULSS 8 Berica ha presentato i dati 2024 e rilanciato l’importanza di una scelta consapevole che può salvare vite. Al San Bortolo di Vicenza, lo scorso anno sono stati 20 i donatori di organi: da loro sono stati prelevati 4 cuori, 15 fegati, 37 reni, 9 polmoni e 1 pancreas. Importanti anche i numeri dei tessuti donati: 195 donatori di cornee, 7 di cute e 8 di altri tessuti. Ben 41 i trapianti di rene eseguiti direttamente in ospedale. Solo 2 le opposizioni alla donazione registrate nel 2024, dato che testimonia la generosità della popolazione vicentina. «Vogliamo ringraziare tutti i donatori e i familiari – sottolinea la direttrice generale Patrizia Simionato – ma anche gli operatori che ogni giorno rendono possibile questo gesto. Dietro ogni donazione c’è una squadra di almeno 50 persone». Quando viene accertata la morte di un potenziale donatore (neurologica o cardiaca), il Coordinamento Ospedaliero Trapianti attiva il Centro Regionale Trapianti, che a sua volta contatta il Nord Italia Transplant. In alcuni casi, l’organo può essere destinato a pazienti di altri Paesi europei. Intanto, in ospedale si mantiene il supporto al donatore, in attesa delle équipe chirurgiche.

«Esprimere in vita la volontà alla donazione – spiega il dott. Vinicio Danzi, direttore dell’Anestesia e Rianimazione – è fondamentale: può avvenire al rinnovo della carta d’identità o tramite AIDO. Così si semplifica la procedura e si aiuta anche la famiglia, che in assenza di indicazioni deve interpretare il volere del proprio caro». In Italia, circa 10mila persone sono in attesa di trapianto. Ogni anno si effettuano

solo 2000 trapianti: 8000 pazienti restano in lista. Oggi, grazie ai progressi medici, è possibile trapiantare cuore, fegato (anche in modalità “split”), reni, polmoni, pancreas e intestino. Si possono donare anche tessuti cardiovascolari, osteo-tendinei, cute, cornee, legamenti e la testa del femore. A Noventa, ad esempio, si preleva la safena per i bypass. Preziose anche la placenta, utile per i grandi ustionati, e il cordone ombelicale, da cui si estraggono cellule staminali per curare leucemie.

In questo percorso, il ruolo dell’informazione e della sensibilizzazione resta centrale: parlare di donazione significa anche promuovere una cultura della solidarietà, che coinvolge pazienti, familiari, cittadini e istituzioni. Per questo l’ULSS 8 Berica investe in formazione e dialogo, con l’obiettivo di rendere ogni cittadino più consapevole e partecipe. Ogni scelta può diventare un’opportunità di vita per chi non ne ha più. In occasione della Giornata Nazionale, l’invito è a riflettere, informarsi e dire sì.

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Una generosità che illumina: il lascito di Orsolina Corato all’ospedale San Bortolo di Vicenza

La storia di Orsolina Corato, una donna di Vicenza, va oltre il semplice atto di generosità. Scomparsa nel febbraio scorso all’età di 99 anni, Orsolina ha scelto di destinare oltre 700 mila euro all’ospedale San Bortolo di Vicenza, un gesto che risuona come un raggio di luce in un periodo spesso caratterizzato da notizie di crisi economica e tagli alla sanità.

Orsolina Corato non era solo una cittadina di Vicenza, ma una donna profondamente legata alla sua città e alla sua comunità. La sua decisione di lasciare i risparmi all’ULSS

8 Berica, l’azienda sanitaria locale, testimonia un impegno per il bene comune che va oltre la vita stessa. Questo lascito, che comprende conti correnti e titoli, rappresenta un contributo significativo per migliorare le strutture e i servizi sanitari offerti alla comunità vicentina. Grazie a questo generoso contributo, l’ospedale potrà pianificare investimenti che miglioreranno la qualità delle cure e dei servizi offerti ai pazienti. Un gesto silenzioso, ma dal potenziale impatto duraturo, che dimostra come la generosità possa trasformarsi in un’eredità di speranza e progresso. Un’eredità che non solo migliorerà le infrastrutture sanitarie, ma che ispira anche un senso di comunità e solidarietà.

A tavola

Con l’arrivo di maggio, iniziamo a preferire piatti più leggeri e facili da preparare.

QUICHE ALLE ZUCCHINE, FIORI DI ZUCCA E MOZZARELLA

Una ricetta dai sapori delicati e facile da preparare. Perfetta in questa stagione con l’arrivo delle prime zucchine e i fiori di zucca. Ottima soluzione come antipasto o come piatto unico. Per un sapore un po’ più intenso utilizzate la mozzarella di bufala.

Ingredienti: 1 rotolo di pasta sfoglia rotonda; 500 g di zucchine scure; 250 g di mozzarella; 100 g di parmigiano reggiano grattugiato; 2 uova; 6 fiori di zucca; spicchio d’aglio; olio extravergine di oliva; sale e pepe

Preparazione: Affettare le zucchine a rondelle sottili. In una padella antiaderente spadellate per dieci minuti con olio e spicchio d’aglio. Aggiungete sale, pepe e fate raffreddare. Nel frattempo, in una ciotola con una frusta sbattere le uova insieme al parmigiano. Aggiungere le zucchine cotte e mescolare fino ad amalgamare il composto appena ottenuto. Prendere la pasta sfoglia e versate il composto con le zucchine. Aggiungere la mozzarella tagliata a fette e i fiori di zucca privati di pistillo e gambo. Cuocere in forno già caldo a 180° per circa 30 minuti

RISOTTO AL PESTO CON GAMBERI

Il pesto si usa spesso con la pasta, soprattutto con le trofie. In questa ricetta, invece, lo abbiniamo al riso, che si dimostra un ingrediente molto versatile. Il risultato è un piatto semplice, gustoso e invitante.

Ingredienti: : 350 gr Riso Carnaroli; 500 gr Gamberi; 3 cucchiai Pesto alla Genovese; 1 Scalogno; Vino bianco secco; Brodo vegetale; Olio extravergine d’oliva; Sale e Pepe nero

Preparazione: Spuntare e lessare i fagiolini e tagliarli a pezzetti. Frullare le foglie di basilico con i pinoli, uno spicchio di aglio e un pizzico di sale e l’olio, poi trasferire il composto in una ciotola e mescolatelo con la grana. Scaldate sul fuoco una casseruola versate il riso e tostatelo per un minuto; proseguite la cottura con il brodo vegetale bollente, versandone poco alla volta. Il risotto sarà pronto al dente in 16-17 minuti. Nel frattempo, sgusciate le code di gambero, dividetele in due per il lungo, saltatele in padella con un filo d’olio. Aggiungete i fagiolini e le code di gambero, tagliandone alcune a pezzetti; completate con una macinata di pepe.

PANCAKE

AI FRUTTI DI BOSCO

Le tradizionali frittelle dolci di tradizione americana sono la perfetta colazione della domenica ma anche per il brunch o come merenda dei bambini. Il gusto dolce del pancake si sposa bene con il sapore acidulo dei frutti di bosco. Ingredienti per 8 pancake: 220 gr farina 00 per dolci; 200 gr Latte; 30 gr Zucchero; 6 gr di lievito 2 Uova; pizzico di Sale; Olio di semi | Ingredienti per fare la salsa ai frutti di bosco: 250 grammi di Frutti di bosco vari;2 cucchiai di Zucchero a velo e succo di mezzo limone

Preparazione: Per la salsa ai frutti di bosco, in una pentola con i bordi alti inserire i frutti scelti e fateli cucinare a fiamma bassa. Aggiungere lo zucchero e mescolare in modo deciso con la frusta fino a far diventare una cremina omogenea. Spegnere la fiamma e setacciare la crema ottenendo una salsa senza semi. Per la preparazione dei pancake: in una ciotola rompere le uova, aggiungere zucchero, latte, farina e lievito, mescolare fino ad ottenere un impasto non troppo liquido, omogeneo e senza grumi. In una pentola antiaderente versare un mestolo di composto e cuocetelo a fiamma non troppo alta. Quando il fondo sarà ben dorato e in superficie si formeranno delle bollicine, servendovi di una spatola, giratelo sull’altro lato e cuocete finché anche questo lato non si sarà ben colorito.

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Rubrica a cura di Sara Busato

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