Radiologia rinnovata al “San Bassiano”: tecnologia d’avanguardia per mammografo 3D e TAC
Corsa alle regionali
Ormai basta una mezza dichiarazione e i piani in vista delle regionali cambiano radicalmente. Partiamo da una delle poche certezze: la data ultima per tornare al voto per la Regione Veneto è il prossimo 23 novembre. Chi saranno i candidati?
Non è dato saperlo. Il centrodestra è, di fatto, imbrigliato su di un tema che sembrava superato ma che ancora tiene banco: il terzo (nel suo caso sarebbe il quarto) mandato per il Presidente Zaia. La Consulta ha bocciato il ricorso della Regione Campania che chiedeva la possibilità di far prevalere la norma regionale rispetto a quella statale per permettere al presidente Vincenzo De Luca di correre ancora come presidente della sua regione. Una sentenza, questa, che ovviamente vale anche per il Veneto e che sembrava aver chiuso definitivamente la questione.
E invece?
Invece da Venezia al Festival delle Regioni i presidenti, in modo trasversale, hanno scritto alla Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni per chiederle di cambiare la legge nazionale e consentire i terzi mandati. È evidente che se cambiasse la normativa statale di riferimento si supererebbero le contraddizioni che la Consulta ha riscontrato e che l’hanno portato ad emettere una sentenza di bocciatura. Cambiare la legge non è semplice e neppure veloce e alle elezioni manca poco.
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Commercio di quartiere
da salvare. Confesercenti:
“I nostri negozi protagonisti e anima delle città”
Salone Nautico Venezia, oltre trentamila visitatori tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche
TRA PAURA E CONTROLLO:
RISSE E AGGRESSIONI
Razzie, truffe in pieno giorno e un’allarmante esposizione dei soggetti più fragili. Un viaggio tra inganni, vulnerabilità e scelte politiche
“Diversamente sole” storie universali di donne per raccontare e svelare la complessità femminile
DENGUE, DUE CASI A BASSANO: IL COMUNE AVVIA MISURE DI CONTENIMENTO
Il virus non si trasmette tra persone, ma attraverso le zanzare. Prevenzione e responsabilità individuale fondamentali per la sicurezza
GESTIONE CONCESSIONI ENERGETICHE: ALLEANZA STRATEGICA PER IL TERRITORIO
Verso una proposta concreta di rilancio: “L’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono”
ATra violenza concreta e insicurezza percepita
Nicola Stievano >direttore@givemotions.it<
ggressioni, baby-gang, danneggiamenti, furti, molestie, omicidi, rapine, risse, spaccio, truffe, vandalismi, violenze sessuali: ogni giorno le cronache, e di riflesso i social che ormai condizionano il nostro rapporto con la realtà, abbondano di questi vocaboli. Ogni territorio si confronta con un certo grado di insicurezza, reale o percepita che sia.
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Parco Ragazzi del ’99 si rinnova
Il Parco Ragazzi del ’99 si presenta con un volto rinnovato, pronto a ospitare cittadini, famiglie e grandi eventi in uno dei luoghi simbolo di Bassano del Grappa. Il Comune ha completato i lavori di rifacimento degli ingressi principali, realizzati con un’attenzione particolare alla sostenibilità e all’integrazione con il contesto paesaggistico. Progettate dagli architetti Anna Bianca Compostella e Mario Gasparotto, le nuove strutture sono realizzate in legno e ferro su una base di calcestruzzo drenante. Un intervento pensato non solo per rispettare l’ambiente, ma anche per esaltare l’identità naturale del parco, con materiali durevoli e funzionali che si inseriscono in modo armonico nello spazio verde. I lavori, affidati all’impresa Sice, si sono svolti in circa sei mesi, rispettando i tempi previsti. L’investimento complessivo è stato di 240mila euro, di cui 188mila per la parte esecutiva e il resto per la fase progettuale. Il risultato è un parco più accessibile e moderno, dotato di sistemi di chiusura scorrevole, parcheggi per biciclette, nuova illuminazione e accessi facilitati, in grado di garantire un’esperienza migliore per tutti i visitatori. L’inaugurazione ufficiale dei nuovi ingressi si è svolta il venerdì 6 giugno, in occasione della festa per i 100 anni della Baxi, storica azienda del territorio. Alla presentazione dei lavori erano presenti l’assessore ai Lavori Pubblici Andrea Viero, l’assessore all’Urbanistica Andrea Zonta e il vicesindaco Mariano Scotton, tutti già membri della precedente giunta Pavan, segno di una continuità amministrativa nel portare avanti interventi strutturali a beneficio della città. “Il parco è un luogo strategico per eventi locali e internazionali – ha sottolineato Viero – e queste nuove strutture migliorano significativamente l’accoglienza e l’immagine complessiva dello spazio.”
Paola Bigon
Nuovi ingressi e spazi più accoglienti per cittadini
Tra violenza concreta e insicurezza percepita
Stievano
Nicola
>direttore@givemotions.it<
Le informazioni girano veloci, se poi riguardano fatti di cronaca nera ovviamente l’eco si moltiplica, così come le reazioni e le inevitabili prese di posizione polemiche. Guardando alle statistiche la nostra regione fa i conti soprattuto con i reati legati ai furti in abitazione, ai danni al patrimonio, alle truffe. Più contenuti, fortunatamente, i numeri delle rapine e degli omicidi, anche se purtroppo cresce la violenza di genere, in tutti i suoi aspetti, a partire dall’ambito familiare. Ecco dunque che la sicurezza non è solo un fatto pubblico ma anche una questione privata, che investe le nostre famiglie, i rapporti personali. Preoccupa anche il fenomeno del disagio minorile, in tutte le sue accezioni, dalla dispersione scolastica all’emarginazione, dal consumo di droga alla violenza che ha i minori per protagonisti. Ed è breve, perciò, il passo alla microcriminalità che serpeggia nelle città come nei centri minori. Non basta l’attività repressiva, l’intervento a posteriori, perché la parte più faticosa è la prevenzione, la capacità di intercettare le criticità prima che esplodano. Tutto si complica, poi, nelle comunità straniere, nelle quali accanto agli esempi di integrazione convivono situazioni di difficoltà e di emarginazione che possono far scivolare i giovani, in particolare, verso la criminalità. Concludendo con i numeri, se consideriamo il totale dei reati ovviamente sono le città e le provincie più popolose a spiccare, nel segno di un incremento nell’ultimo triennio. Guardando al tasso di delittuosità (nel dettaglio qui sotto) anche in questo caso assistiamo ad un lieve aumento dell’incidenza dei reati. Un fenomeno che ci auguriamo si possa invertire.
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Due casi di Dengue: scatta il piano d’emergenza Disinfestazione anche nelle aree private
Dopo il rientro da un viaggio all’estero, due cittadini risultano positivi alla Dengue. L’ULSS 7 attiva il protocollo e il Comune ordina la disinfestazione.
Due casi di Dengue sono stati diagnosticati nei giorni scorsi a Bassano del Grappa. I pazienti, residenti in città e rientrati da un viaggio internazionale in un Paese a rischio, si erano rivolti al Pronto Soccorso dell’Ospedale San Bassiano lo scorso 2 giugno. Presi in carico dall’Unità Operativa di Malattie Infettive, sono ora in isolamento domiciliare e in progressivo miglioramento. Lo ha reso noto l’ULSS 7 Pedemontana, che ha immediatamente attivato le misure previste dal protocollo regionale per la gestione delle arbovirosi, in stretta collaborazione con il Comune e la Protezione Civile.
La Dengue è una malattia virale acuta trasmessa da zanzare infette appartenenti al genere Aedes, tra cui la zanzara tigre (Aedes albopictus), presente anche nel territorio
veneto. La trasmissione non avviene da persona a persona, ma attraverso le punture: una zanzara può infettarsi pungendo un soggetto positivo e trasmettere il virus pungendo altri individui. Per questo motivo, ogni sospetto caso viene trattato con la massima urgenza, al fine di evitare la diffusione locale del contagio.
Come da normativa, è stato disposto un intervento straordinario di disinfestazione in un raggio di 200 metri dalle abitazioni dei due pazienti. Le operazioni, avviate il 5 giugno alle prime luci del giorno, proseguiranno anche nei due giorni successivi in orario crepuscolare, e sono affidate alla ditta Triveneta Disinfestazioni S.r.l. Le vie coinvolte sono: via Andriollo, via Folo (parzialmente), via Fontana, via Trozzetti (parzialmente), via Tesini
(parzialmente), via Sartori (parzialmente), via Generale Basso, via Marinoni (parzialmente) e via Pirani.
L’ordinanza sindacale emessa dal Comune di Bassano impone la massima collaborazione da parte di residenti, gestori di attività e amministratori di immobili nell’area interessata. In particolare, è obbligatorio: consentire l’accesso degli operatori della ditta incaricata anche nelle aree private; chiudere porte e finestre durante i trattamenti adulticidi su strada; adottare tutte le misure necessarie per eliminare ristagni d’acqua, possibili focolai larvali.
Il Sindaco ha inoltre ricordato che il Comune distribuisce gratuitamente pastiglie antilarvali ai cittadini, utili per il trattamento domestico di caditoie, pozzetti e tombini. Il blister può essere ritirato presso il Servizio Ambiente – Area Urbanistica il martedì e il giovedì mattina, o su appuntamento.
«La collaborazione tra ULSS, Comune e Protezione Civile ci ha per-
messo un intervento tempestivo», ha dichiarato il Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana, Carlo Bramezza. «Un ringraziamento va al personale dei reparti coinvolti, al Servizio Igiene e Sanità Pubblica e ai volontari che operano sul campo. Il sistema ha risposto con prontezza ed efficacia».
Bramezza ha poi ribadito l’importanza della responsabilità individuale: «La prevenzione è una responsabilità condivisa. Le zanzare depongono le uova in piccole raccolte d’acqua stagnante. Per questo è fondamentale che ciascun cittadino rimuova i sottovasi pieni, tratti i tombini, mantenga puliti i giardini. Bastano pochi gesti per ridurre il rischio».
Attualmente non si registrano altri casi nel territorio, ma la situazione resta monitorata con attenzione. L’ULSS ha attivato una pagina informativa online, dove sono disponibili aggiornamenti, materiali divulgativi, e indicazioni su come riconoscere i sintomi della Dengue:
febbre alta, forti dolori muscolari e articolari, mal di testa, nausea e comparsa di eruzioni cutanee. In caso di sintomi sospetti, è raccomandato rivolgersi al proprio medico curante.
Il rischio non riguarda solo la Dengue: la presenza della zanzara tigre in Veneto espone la popolazione anche ad altri virus come Chikungunya, Zika e West Nile, sempre più frequenti con l’innalzamento delle temperature. La sorveglianza entomologica è quindi rafforzata durante i mesi estivi, e ogni caso sospetto viene seguito con la massima attenzione.
«Questi due casi ci ricordano quanto sia importante il contributo di tutti. La salute pubblica non si tutela solo con interventi istituzionali, ma con l’impegno quotidiano della collettività», ha concluso Bramezza. «Solo un’azione coordinata e diffusa può contenere il rischio e garantire la sicurezza del nostro territorio».
Redazione Bassano
La direttrice Giordani (Ulss 7): “Non servono viaggi esotici per ammalarsi, la prevenzione parte
Negli ultimi mesi, anche in alcune province del Veneto sono stati segnalati casi di febbri tropicali come la dengue e la chikungunya. Malattie che un tempo sembravano lontane, ma che oggi possono essere contratte anche senza viaggiare, a causa della presenza sul territorio di zanzare vettori come la zanzara tigre (Aedes albopictus).
A spiegare il fenomeno ai microfoni di radio Veneto24 è Maria Teresa Giordani, direttrice dell’Unità Operativa Complessa di Malattie Infettive
dell’Ulss 7 Pedemontana. “Parliamo di arbovirosi, infezioni virali trasmesse da artropodi – ha spiegato – che in alcuni casi possono essere autoctone, cioè contratte in Italia, senza necessità di recarsi all’estero”.
Sebbene nel nostro Paese il vettore sia meno efficiente rispetto a quello tropicale, la diffusione è possibile. È accaduto, per esempio, lo scorso anno nell’Alto Vicentino, con un caso di dengue non legato a viaggi internazionali. “In Sud America l’epidemia è esplosa in modo drammatico,
con milioni di casi e aumento della mortalità – ha aggiunto Giordani –ma anche in Italia, dove il clima cambia e i vettori si adattano, non possiamo abbassare la guardia”.
Oltre alla dengue, esistono altre patologie trasmesse da insetti comuni, come il virus West Nile, veicolato dalla zanzara Culex, o da pappataci e zecche. Per questo la prevenzione resta fondamentale. “Usare repellenti, proteggersi durante escursioni o viaggi, evitare le punture: sono regole semplici, ma cruciali. E per chi viag-
gia in aree a rischio, è importante una valutazione preventiva presso i servizi di igiene pubblica, per eventuali vaccinazioni o consigli specifici”.
Ma non è solo durante i viaggi che bisogna agire. “La prevenzione parte da casa – ricorda la direttrice – eliminando ristagni d’acqua o usando larvicidi nei sottovasi, nei bidoni o nei piccoli bacini. I larvicidi sono sicuri per l’ambiente e proteggono anche altri insetti utili, come le api”.
Infine, un appello a non abusare dei trattamenti adulticidi, obbligatori
da casa”
per legge in caso di focolai confermati: “Sono costosi, poco selettivi, spesso inefficaci a causa delle resistenze sviluppate dalle zanzare. Meglio prevenire la proliferazione piuttosto che intervenire a emergenza già in corso”.
Chiude così la dottoressa Giordani: “Se si torna da un viaggio con febbre, la prima cosa da escludere è la malaria. La diagnosi tempestiva può fare la differenza. E ricordiamoci: la salute comincia da piccoli gesti quotidiani”.
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da ETRA e Bacino Brenta per i rifiuti in collaborazione con Too Good To Go e Regusto.
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Sicurezza Urbana /1. Undici aree urbane risultano già mappate e soggette a Daspo
Servono le Zone Rosse a Bassano? Finco: “Non ne abbiamo bisogno”
Il Comune rifiuta l’istituzione formale delle Zone
Rosse, ma da anni applica Daspo e regolamenti urbani in aree critiche. Tra passato e presente, emerge una gestione silenziosa della sicurezza pubblica
Il tema delle “Zone Rosse” –rilanciato a livello nazionale dalla recente direttiva del ministro dell’Interno Matteo Piantedosi – riapre il dibattito sulla sicurezza urbana anche a Bassano del Grappa, dove il sindaco Nicola Finco dichiara di non vederne la necessità. Eppure, alcune zone sono già state tracciate, regolamentate e approvate con delibera del Consiglio comunale nel 2020. A fine 2024, il ministro dell’Interno ha invitato i prefetti a sollecitare i Comuni mediograndi ad adottare ordinanze per l’individuazione delle cosiddette “Zone Rosse”: aree urbane con-
siderate particolarmente esposte a criminalità diffusa, degrado o comportamenti molesti, dove sia possibile allontanare soggetti pericolosi tramite il Daspo urbano. Un richiamo forte all’uso delle misure preventive previste già dal 2017, con l’intento di rafforzare la sicurezza percepita e reale. Ma a Bassano, il sindaco Nicola Finco ha risposto in modo netto: “Non abbiamo bisogno di istituire Zone Rosse. La situazione è sotto controllo. Ciò di cui abbiamo bisogno è potenziare la videosorveglianza”. C’è però un dettaglio. Il nuovo Regolamento di Polizia Urbana ha
introdotto un elenco dettagliato di aree urbane “di particolare rilevanza per la sicurezza e il decoro” da cui è possibile allontanare soggetti che pongano in essere comportamenti contrari al vivere civile. Lo stesso regolamento ha previsto lo strumento dell’allontanamento – immediato, per 48 ore – e, in caso di recidiva, l’applicazione del Daspo urbano, con provvedimenti fino a due anni di interdizione e comunicazione alla Questura. L’origine del provvedimento risale all’amministrazione guidata dalla sindaca Elena Pavan. Il documento identifica undici “zone sensibili” della città, suddivise in quattro grandi aree territoriali: Centro storico e aree limitrofe; San Vito, Ca’ Baroncello - San Marco, Borgo Zucco;Quartiere Firenze, Prè, Marchesane, San Lazzaro, Rondò Brenta; Villa Serena - Angarano
- XXV Aprile, Margnan, San Michele, Campese – Valrovina. L’obiettivo dichiarato era garantire decoro e sicurezza in spazi pubblici soggetti a frequentazioni problematiche, comportamenti molesti o degrado urbano. In tempi in cui la sicurezza urbana torna centrale nel discorso pubblico e politico, Bassano si ritro-
Rinasce il Patto Civico: il Comune riprende il dialogo tra movida e residenti
Negli annali della recente storia bassanese, risuona ancora l’eco di un’iniziativa che, per un periodo, ha saputo coniugare il dinamismo della movida con le esigenze di quiete dei residenti: il Patto Civico. Nato nel 2015 sotto l’amministrazione Poletto, quest’intesa non scritta rappresentava un vero e proprio “gentlemen’s agreement” tra il Comune, il comitato di quartiere e i gestori dei locali, mirato a una gestione condivisa delle criticità legate alla vita notturna del centro storico. Il meccanismo
era semplice ma efficace: un aumento delle pattuglie serali della Polizia Locale nei weekend, un dialogo costante tra le parti e una gestione proattiva delle problematiche. L’obiettivo? Evitare il caos del sabato sera senza penalizzare l’economia del divertimento.
Il Patto raggiunse il suo apice nel 2018, grazie alla regia dell’allora assessore alla Sicurezza Angelo Vernillo e all’introduzione del nuovo regolamento di Polizia Urbana. Fu in questo contesto che Bassano vide nascere
una figura inedita: gli “assistenti alla clientela”. Si trattava di vigilantes professionisti impiegati direttamente dai bar del centro con il compito di monitorare e contenere situazioni potenzialmente critiche durante le serate più affollate. Questa scelta, frutto di un confronto costruttivo, fu accolta da molti esercenti come una scommessa sulla qualità del lavoro e sulla sicurezza. A fronte di questo impegno, che comportava anche oneri economici e gestionali per i locali, il Comune incentivava la collaborazione of-
zati sul
frendo una riduzione sul canone di occupazione del suolo pubblico. Un piccolo, ma concreto, stimolo a fare rete e a investire nella prevenzione. Oggi, però, l’eco di quel Patto sembra affievolirsi. Come sottolinea Maria di Pino, segretaria del circolo del Partito Democratico, “Finalmente si torna a parlare di Patto Civico. Era una nostra idea lanciata anni fa che per fortuna dopo anni l’assessore alla sicurezza è ritornato a parlarne. “Finalmente si torna a parlare di Patto Civico - commenta la segretaria del circolo
va a discutere di Zone Rosse che in qualche modo già esistono. E mentre il dibattito prosegue, la città resta segnata da quelle undici aree colorate in rosso su una mappa. Zone ufficialmente “non necessarie”, ma regolarmente riconosciute da un regolamento comunale, mai abrogato.
Sara Busato
del Partito Democratico Maria di Pino - Era una nostra idea lanciati anni fa che per fortuna dopo anni l’ assessore alla sicurezza è ritornato a parlane. Che fine ha fatto quel modello di sicurezza partecipata? Perché si è dissolto nel tempo? Cosa lo ha reso insostenibile o meno attrattivo?”. Ora il sindaco Nicola Finco ha annunciato la volontà di riprendere in mano l’idea del Patto Civico. Nel frattempo le serate in centro continuano a essere teatro di eccessi, lamentele dei residenti e situazioni al limite. (s.b.)
Sicurezza
Urbana /2. Le forze dell’ordine lanciano un appello alla collaborazione civica per fermare l’ondata
Sorrisi finti e firme rubate con l’inganno
Ecco come raggirano i più deboli
Sono ancora una volta i soggetti più fragili e vulnerabili a pagare il prezzo più alto delle azioni illecite che, con preoccupante regolarità, continuano a verificarsi nel territorio bassanese. Le vittime privilegiate di questi episodi restano soprattutto donne sole, anziani e persone distratte da incombenze quotidiane, prese di mira da truffatori senza scrupoli che sembrano agire con crescente audacia. Tutto è iniziato con una serie di furti commessi all’interno delle auto parcheggiate in grossi centri commerciale. Il modus operandi, sebbene rudimentale, si rivelava efficace: due persone lavoravano in tandem, con uno dei due che si avvicinava alla vittima per distrarla con una scusa banale, mentre l’altro, approfittando del momento di distrazione, apriva la portiera e sottraeva la borsa contenente denaro, documenti e oggetti personali. Negli ultimi tempi, però, le tecniche si sono evolute e raffinate, passando da azioni furtive a vere e proprie truffe in pieno giorno, spesso a viso scoperto, in luoghi affollati come parcheggi, mercati o ingressi di supermercati. I malintenzionati si presentano
ora sotto mentite spoglie, fingendosi rappresentanti di associazioni benefiche, in particolare legate al mondo della disabilità, come presunte organizzazioni per persone sordomute. Con fare insistente e tono persuasivo, cercano di ottenere firme e donazioni per cause che si rivelano essere del tutto inesistenti. L’obiettivo, immutato, è sempre lo stesso: estorcere denaro. Questo nuovo approccio, apparentemente meno violento ma assai più insidioso, si basa su un’attenta preparazione psicologica, studiata nei minimi dettagli per ingannare anche i più prudenti.
L’aspetto più inquietante di queste truffe è proprio la loro capacità
di mimetizzarsi nella quotidianità, rendendole difficili da riconoscere nell’immediato e, di conseguenza, ancora più fastidiose e subdole. Fortunatamente, il lavoro delle forze dell’ordine, supportato dalle riprese delle telecamere di sorveglianza e dalle testimonianze dei cittadini, sta contribuendo a restringere il cerchio attorno ai responsabili. Ma la collaborazione di tutti è fondamentale: è indispensabile che chiunque si trovi ad assistere a comportamenti sospetti o a essere direttamente coinvolto in tentativi di truffa, non esiti a segnalarlo tempestivamente alle autorità competenti.
Sara Busato
Donne sole, anziani e cittadini distratti: Sono loro il bersaglio preferito di una criminalità sempre più scaltra e “invisibile”. Dal furto con destrezza alla truffa ben orchestrata in nome di false cause benefiche, i malintenzionati agiscono con audacia nei luoghi più frequentati
Criminalità in aumento tra le prime per reati denunciati, l’urgenza di risposte concrete
L’annuale “termometro” della criminalità stilato da Il Sole 24 Ore, che misura il numero di reati denunciati ogni 100mila abitanti nelle 106 province italiane, continua a dipingere un quadro preoccupante. Dietro ai freddi numeri si celano storie di furti, rapine, truffe e violenze, e la tendenza, lungi dal migliorare, mostra un costante peggioramento. Se le grandi metropoli rimangono gli epicentri della criminalità, anche province di medie dimensioni non sono immuni da questa ondata. È il caso della provincia di Vicenza, che nel 2023 si è classificata al cinquantanovesimo posto a livello nazionale, registrando oltre 2.600 reati denunciati ogni 100mila abitanti. Questo indice, aggiornato di anno in anno, non è una semplice fotografia stati-
stica; è il sintomo inequivocabile di un’emergenza che richiede risposte immediate e concrete. Nel solo 2023, sono state segnalate 243 rapine, mentre i furti hanno raggiunto la cifra impressionante di 11.086. Questi dati testimoniano una pressione costante e crescente sul tessuto sociale e urbano, intaccando la percezione di sicurezza dei cittadini. Un dato particolarmente allarmante
riguarda i delitti colposi, che, pur essendo in numero limitato (una ventina), posizionano la provincia di Bassano al secondo posto a pari merito con Venezia. I numeri non mentono. L’escalation della criminalità, che purtroppo non risparmia nemmeno le province di medie dimensioni come Bassano, è un chiaro segnale che necessita di una reazione forte e coordinata. (s.b.)
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Sdegno a Bassano per un sondaggio su tre vittime di femminicidio condiviso in una chat scolastica
U n episodio sconcertante ha travolto una scuola superiore di Bassano del Grappa, lasciando sgomenta l’intera comunità. In una chat WhatsApp di classe, alcuni studenti hanno condiviso un sondaggio macabro e inquietante, dal titolo agghiacciante: “Chi si meritava di più di essere uccisa?”. I nomi coinvolti erano quelli di tre giovani donne –Giulia Tramontano, Mariella Anastasi e Giulia Cecchettin – vittime di femminicidio, le cui storie hanno profondamente segnato il Paese. Il gesto, che trasforma tre tragedie in un quiz crudele, ha sollevato un’ondata di indignazione, portando a una dura presa di posizione da parte del mondo politico, scolastico e sociale.
A denunciare pubblicamente il fatto è stata l’associazione Women for Freedom, impegnata nella lotta contro la violenza di genere. In un post rilanciato sui social, l’associazione ha definito l’accaduto “non una battuta infelice, ma un gesto gravissimo che evidenzia una pericolosa disconnessione emotiva”. La vicenda era già stata segnalata da un’emittente televisiva locale, ma la risonanza è esplosa solo dopo la condivisione pubblica del contenuto.
Immediata e unanime la condanna da parte delle istituzioni. Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, ha parlato di “un episodio difficile da credere, che impone una riflessione seria sulla strada ancora da percorrere per contrastare la violenza di genere e promuovere il rispetto reciproco”. Il governatore ha invocato “una presa di coscienza profonda da parte dei giovani coinvolti, affinché comprendano la gravità delle proprie azioni”. E se dagli accertamenti dovessero emergere profili penalmente rilevanti, Zaia si augura l’applicazione di tutte le misure previste dalla legge.
una cultura che ancora minimizza la violenza e deumanizza le vittime”. Il gruppo delle Donne Democratiche di Bassano, in un comunicato congiunto, ha invece lanciato un appello più ampio: “Non possiamo delegare tutto agli studenti. Il cambiamento deve coinvolgere l’intera società: scuola, famiglie, istituzioni. Serve un lavoro collettivo, fondato su linguaggi, esempi e comportamenti coerenti”. L’episodio accende i riflettori su un problema più ampio: la necessità di rafforzare l’educazione affettiva e civica nelle scuole, rendendola una vera priorità.
Redazione Bassano
Anche il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha espresso la sua ferma condanna: “Quanto accaduto dimostra un alto grado di immaturità e insensibilità. La scuola agirà con la dovuta fermezza, non solo sul piano disciplinare, ma anche educativo, richiamando tutti alla cultura del rispetto e della dignità. Al di là delle parole delle istituzioni, il caso ha generato un’ondata di reazioni anche a livello locale. Il gruppo civico Bassano per Tutti ha definito il sondaggio “un sintomo evidente di
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La Polizia di Stato al Liceo “Da Ponte” per dire no alla violenza di genere
Promuovere relazioni sane, contrastare la violenza di genere e sensibilizzare i giovani sul rispetto reciproco. Sono questi gli obiettivi della campagna nazionale “Questo non è amore”, promossa dal Ministero dell’Interno e portata nelle scuole italiane dalla Polizia di Stato. L’ultimo appuntamento per l’anno scolastico 2024/2025 si è svolto al Liceo Scientifico “Da Ponte” di Bassano del Grappa, una sede particolarmente significativa alla luce dei recenti fatti di cronaca che hanno visto circolare tra gli studenti un sondaggio WhatsApp su tre vittime di femminicidio, suscitando sdegno e condanna a livello nazionale.
A incontrare gli studenti sono state le agenti della Divisione Polizia Anticrimine della Questura di Vicenza, che hanno concluso così un ciclo di 15 incontri realizzati nel corso dell’anno scolastico e che ha coinvolto oltre 1500 studenti delle scuole secondarie della provincia. L’obiettivo è stato quello di stimolare una riflessione collettiva sul tema della violenza di genere, partendo dall’educazione all’affettività e alla parità.
Nel corso dell’intervento, le operatrici di polizia hanno illustrato le diverse forme che la violenza può assumere – fisica, psicologica, economica, digitale – e spiegato i principali strumenti di tutela e prevenzione oggi disponibili, come l’ammonimento per atti persecutori o violenza domestica, e le novità introdotte dalla recente legislazione in materia di femminicidio. Un focus specifico è stato dedicato anche al bullismo e cyberbullismo, fenomeni spesso legati a una cultura del controllo e della sopraffazione che può sfociare in comportamenti violenti. Il coinvolgimento diretto degli studenti e dei docenti ha dato vita a un dibattito aperto, con circa 150 partecipanti attivi tra domande, riflessioni e testimonianze. L’incontro ha avuto un forte valore simbolico e educativo. Il messaggio lanciato dalla Polizia è stato chiaro: solo attraverso l’informazione, il dialogo e l’educazione si può costruire una cultura del rispetto e della responsabilità. (r.b.)
Novità. Vantaggi ecologici ed economici dal combustibile biologico
Etra, mobilità sostenibile: i primi. veicoli a biometano hanno fatto il loro ingresso
E
TRA ha recentemente accolto i primi dieci mezzi alimentati a biometano, segnando un significativo passo avanti verso soluzioni di trasporto più sostenibili. Questa nuova flotta comprende nello specifico due autocompattatori, ciascuno con una portata di 26 tonnellate, cinque veicoli con vasca e compattatore, un’autospazzatrice meccanica e due autospazzatrici aspiranti da 4 metri cubi. Tali mezzi, attualmente collocati nella sede operativa di Bassano del Grappa, utilizzano il biometano prodotto localmente. Si prevede l’arrivo di ulteriori 22 veicoli, portando così il totale a 32, con una configurazione varia e specializzata. l progetto rappresenta un’importante iniziativa a cui la multiutility sta dedicando tempo ed energie, con l’obiettivo di autoprodurre biometano e sostituire gradualmente la flotta aziendale con mezzi rispettosi
dell’ambiente. Flavio Frasson, presidente di Etra SpA Società benefit, ha descritto l’introduzione di questi veicoli come una “svolta significativa” per l’azienda, dichiarando: “L’arrivo di questi mezzi ci consente di abbandonare il diesel, il classico carburante fossile, per passare a un metano di origine biologica, autoprodotto dalla nostra multiutility. Questo è un risultato di cui siamo orgogliosi, frutto degli investimenti e della ricerca che l’azienda sta portando avanti da anni. L’arrivo dei primi mezzi dimostra quanto sia cruciale, per una società come la nostra, continuare a investire nella ricerca e sviluppare progetti che aprano nuove prospettive. È chiaro che questo progetto non è concluso, ma anzi, questi risultati ci spingono a esplorare ulteriori possibilità.”
Il biometano deriva dal biogas, prodotto grazie all’im-
pianto inaugurato a Bassano nel 2022. Francesco Zanovello, responsabile dell’area Ricerca e Sviluppo di ETRA, sottolinea come: “Dal trattamento del rifiuto organico proveniente dalla raccolta differenziata, prevalentemente umido domestico e in misura minore verde e fanghi da depurazione, si ottenga-
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no due prodotti: il compost e il biogas. Il compost rappresenta la parte solida del rifiuto trattato, mentre il biogas è la frazione gassosa che si libera durante la ‘digestione’. Il reimpiego di questi prodotti chiude effettivamente il ciclo di vita del rifiuto. Il compost viene utilizzato per fertilizzare i campi, mentre
il biogas può essere convertito in energia elettrica, calore e carburante.”
L’adozione del biogas permette di risolvere il problema delle polveri sottili, riducendole a zero, e di abbattere drasticamente le emissioni di anidride carbonica. La produzione di biometano offre così un doppio beneficio: miglioramento ambientale e riduzione dei costi operativi per Etra. La transizione verso la nuova flotta avverrà per gradi nei prossimi anni. In futuro, sarà realizzato un distributore provvisorio destinato esclusivamente ai veicoli di Etra, situato nei pressi dell’impianto di compostaggio, con la prospettiva di un’eventuale rilocazione. Attualmente, il biometano prodotto da Etra viene immesso nella rete e venduto presso distributori che già offrono una parte della fornitura in biometano.
Redazione Bassano
Giustizia. Entusiasmo nel vicentino, ma l’ANM avverte: “Rischio inefficienza, serve una visione strategica”.
Tribunale della Pedemontana: il progetto avanza tra sostegno politico e critiche della magistratura
I l disegno di legge per l’istituzione del Tribunale della Pedemontana è sempre più vicino all’approdo in Consiglio dei Ministri. Un traguardo definito “storico” dal territorio vicentino, che da anni si batte per il ripristino di un presidio di giustizia nella zona di Bassano del Grappa, ma che ora solleva anche un acceso dibattito a livello nazionale, con l’Associazione Nazionale Magistrati (ANM) che esprime forte contrarietà alla proposta.
Il 23 maggio, a Roma, il ministro della Giustizia Carlo Nordio ha incontrato una delegazione di rappresentanti istituzionali ed economici del Nordest, tra cui il presidente della Provincia di Vicenza Andrea Nardin, il sindaco di Bassano Nicola Finco, il presidente del Comitato per il Tribunale della Pedemontana Francesco Savio, esponenti di Confindustria, della Provincia di Treviso e il sindaco di Cittadella Luca Pierobon. Presente
anche il viceministro Francesco Paolo Sisto e i sottosegretari
Andrea Del Mastro Delle Vedove e Andrea Ostellari.
“Il disegno di legge è pronto a essere esaminato dal Consiglio dei Ministri – ha confermato Nordio – l’iter è a buon punto”. Il presidente Nardin ha espresso grande soddisfazione: “È un risultato importante. Il Tribunale della Pedemontana, insieme a quello di Vicenza, risponderà meglio alle esigenze di un territorio strategico sotto il profilo economico e sociale”.
La proposta, che prevede la riapertura del Tribunale di Bassano del Grappa, chiuso nel 2013 nell’ambito della riforma della geografia giudiziaria, punta a restituire un presidio di legalità a un’area densamente popolata e produttiva, oggi costretta a fare riferimento a Vicenza e Treviso per i servizi giudiziari.
Ma mentre a Nordest cresce l’attesa per il via libera definiti-
vo, a livello nazionale la reazione dell’ANM è stata immediata e critica. Durante la cerimonia per la commemorazione del giudice Giovanni Falcone a Palermo, l’associazione ha diramato un comunicato definendo la proposta “figlia di una logica localistica” e potenzialmente dannosa per il sistema nel suo complesso.
Secondo la giunta esecutiva
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centrale dell’ANM, la riapertura di piccoli tribunali – come quello di Bassano – non è compatibile con una visione strategica della giustizia. Gli uffici giudiziari di dimensioni ridotte, secondo i magistrati, non offrono i livelli di specializzazione necessari e rischiano di diventare inefficienti, finendo per peggiorare la qualità del servizio offerto ai cittadini.
Il governo, però, appare intenzionato a proseguire, rivendicando il valore del radicamento territoriale e il potenziale positivo di una giustizia più vicina ai cittadini. Ma resta aperta la questione di come rispondere alle osservazioni dell’ANM e di come garantire, contemporaneamente, efficienza, prossimità e coerenza del sistema giudiziario nazionale.
Il dibattito sulla riapertura del Tribunale di Bassano del Grappa si configura così come un banco di prova emblematico: da una parte la richiesta di territori che chiedono servizi più accessibili e adeguati alle proprie specificità; dall’altra, la necessità di mantenere una struttura giudiziaria solida, moderna e funzionale. Trovare un punto di equilibrio sarà fondamentale per assicurare risposte concrete alle istanze dei cittadini e salvaguardare, al tempo stesso, l’integrità del sistema giustizia. Paola Bigon
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L’opera. Investimento da 7,5 milioni di euro, tecnologie all’avanguardia e forte partecipazione istituzionale
Inaugurata la nuova ala dell’Istituto Agrario Parolini: un traguardo atteso da vent’anni
L’edificio è composto da due corpi principali e ospita 23 aule didattiche, un’aula magna, una sala professori, una centrale termica, una rivendita di prodotti agricoli e spazi funzionali all’attività scolastica.
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’Istituto Agrario “Alberto Parolini” di Bassano del Grappa ha inaugurato la sua nuova e moderna ala scolastica, un’opera attesa da oltre vent’anni e finalmente realizzata grazie a un investimento di 7,5 milioni di euro provenienti dai fondi del PNRR. Un evento importante per la comunità e per l’istruzione locale, che ha richiamato numerose personalità politiche, dalle senatrici Erika Stefani e Mara Bizzotto alla deputata Rosanna Filippin, passando per il presidente del consiglio regionale Roberto Ciambetti, l’assessore Manuela Lanzarin, i consiglieri regionali Chiara Luisetto e Renzo Masolo. A rappresentare la Provincia di Vicenza, ente competente per l’edilizia scolastica, il presidente Andrea Nardin e il consigliere delegato Enrico Costa. Presenti anche i sindaci di Bassano e Pove del Grappa, Nicola Finco e Francesco Dalmonte, uniti nell’occasione nonostante le note divergenze legate all’Unione Montana.
La nuova struttura è stata progettata da Sinergo Spa e MIDE Architetti e realizzata da ITI Impresa Generale Spa di Modena. Si distingue per l’alto livello di innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale. L’edificio è composto da due corpi principali e ospita 23
aule didattiche, un’aula magna, una sala professori, una centrale termica, una rivendita di prodotti agricoli e spazi funzionali all’attività scolastica. È dotato di impianto fotovoltaico e di un sofisticato sistema di Building Management System (BMS) per la gestione intelligente degli impianti, con l’obiettivo di garantire comfort e ridurre i consumi energetici. Durante la cerimonia inaugurale, il presidente Nardin ha rivolto un messaggio agli studenti, esortandoli a essere come colibrì, simbolo di impegno personale nel contribuire al miglioramento della società.
La nuova ala rappresenta un passaggio cruciale verso la trasfor-
mazione dell’Istituto Parolini in una vera e propria cittadella scolastica, in grado di accogliere l’intero complesso in un unico plesso moderno e funzionale, inserito armoniosamente nel contesto agricolo e naturalistico. La Provincia ha inoltre stanziato 652mila euro per l’arredo interno e per la sistemazione degli spazi esterni, comprensivi di parcheggi e aree verdi. A suggellare l’apertura ufficiale della struttura è stato il taglio del nastro, affidato simbolicamente a Sara, una studentessa dell’istituto: un gesto semplice, ma denso di significato per una scuola che guarda con ambizione al futuro. Redazione Bassano
Gli studenti dell’ITIS Fermi digitalizzano il Museo Civico: nasce il progetto MuseOn
Gli studenti dell’ITIS “E. Fermi” di Bassano del Grappa hanno realizzato un progetto che unisce cultura e innovazione, dando vita a “MuseOn”, un tour virtuale del Museo Civico della città. Il progetto ha coinvolto 18 studenti della classe V BI dell’indirizzo Informatica, suddivisi in tre gruppi, ognuno dei quali ha sviluppato un percorso immersivo a 360 gradi per una delle principali sale espositive: la sala Canoviana, la sala del Sei e Settecento e la sala dedicata a Jacopo Bassano.
Non si è trattato di un semplice esercizio scolastico, ma di un’esperienza concreta e formativa, nata dalla didattica per progetti e dall’obiettivo di mettere le competenze
digitali degli studenti al servizio del territorio. Come ha spiegato il professor Salvatore Franchina, responsabile del dipartimento di Informatica, MuseOn dimostra come l’innovazione tecnologica possa rendere più accessibile e fruibile il patrimonio artistico, valorizzandolo anche attraverso strumenti digitali.
Il progetto ha ricevuto il patrocinio del Comune di Bassano del Grappa e il pieno supporto della direzione dei Musei Civici. Alla presentazione ufficiale hanno partecipato il dirigente scolastico Mauro Lago, che ha espresso orgoglio per il risultato ottenuto, e Chiara Tessarollo, presidente della Commissione Cultura, la quale ha sottoline-
ato il valore educativo della cultura nella crescita civica. La direttrice dei Musei, Barbara Guidi, ha elogiato l’iniziativa come un esempio di collaborazione virtuosa tra scuola e istituzioni culturali, ricordando quanto sia importante offrire nuove modalità di accesso all’arte. Le competenze sviluppate spaziano dall’informatica alla progettazione, dalla fotografia all’elaborazione digitale, dimostrando come la formazione tecnica possa integrarsi con il mondo umanistico. MuseOn non solo arricchisce l’offerta del Museo Civico, ma apre scenari futuri: le piattaforme create sono già predisposte per l’espansione verso nuovi percorsi e altri musei.
Proiettili di gomma contro i lupi: parte la sperimentazione su tutto il territorio provinciale
A
rriva dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il parere favorevole dell’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), il via libera all’uso dei proiettili di gomma contro i lupi definiti “confidenziali”, ovvero quegli esemplari che mostrano comportamenti di eccessiva abitudine alla presenza dell’uomo e si avvicinano pericolosamente ad abitazioni, aziende agricole e malghe. Una decisione attesa da tempo, che interessa in particolare la provincia di Vicenza, dove la presenza del lupo ha generato non poche preoccupazioni tra allevatori, agricoltori e amministratori locali.
“È un risultato concreto che premia l’unità d’intenti del territorio e l’impegno costante delle istituzioni locali – ha dichiarato Andrea Nardin, presidente della Provincia di Vicenza –. Voglio ringraziare il ministro Gilberto Pichetto Fratin e il sottosegretario Claudio Barbaro, che lo scorso marzo avevano accolto la nostra delegazione a Roma. In quell’occasione ci fu assicurato che il problema sarebbe stato affrontato con urgenza. Oggi possiamo dire che la promessa è stata mantenuta”.
A sollecitare l’intervento del governo è stato un anno di costante attività istituzionale da parte della Provincia, che ha raccolto le istanze del mondo agricolo e delle comunità montane. Il vicepresidente provinciale Moreno Marsetti ha visitato numerose aziende colpite da predazioni, toccando con mano le difficoltà quotidiane degli allevatori. Il crescente numero di segnalazioni di lupi in prossimità delle case, dei pascoli e delle vie di comunicazione ha reso evidente la necessità di strumenti di dissuasione rapidi ed efficaci.
rischiamo di avere uno strumento utile ma difficilmente applicabile, visto l’esiguo numero di operatori rispetto alla vastità del territorio da monitorare”.
Attualmente, nella sola provincia di Vicenza si contano oltre 80 lupi censiti e almeno 7 branchi accertati, ma secondo gli amministratori locali i numeri reali potrebbero essere più alti. Con l’arrivo dell’estate, l’apertura delle malghe e l’incremento del turismo in montagna, l’attenzione verso la convivenza tra uomo e fauna selvatica si fa ancora più alta. “L’augurio – conclude Nardin – è che questo strumento si
riveli realmente utile per dissuadere i lupi dall’avvicinarsi all’uomo e alle attività produttive. Lo abbiamo sempre detto: non siamo contro i
lupi, ma per una convivenza equilibrata, pacifica e rispettosa delle esigenze di tutti”.
Paoola Bigon
Il provvedimento ministeriale autorizza l’uso dei proiettili di gomma a scopo non letale, esclusivamente da parte di personale formato. La sperimentazione, che durerà fino a dicembre 2025, si concluderà con la redazione di un report dettagliato sull’efficacia dell’intervento. “Un passo avanti significativo – prosegue Nardin – anche se i margini di miglioramento sono evidenti: se i soggetti autorizzati saranno solo gli agenti della Polizia Provinciale,
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Amico Libro: un percorso educativo per avvicinare bambini e ragazzi alla lettura
Si è concluso in questi giorni il Progetto Amico Libro, promosso dal Comitato di Educazione alla Lettura di Bassano del Grappa, un percorso dedicato a stimolare nei giovani studenti il piacere della lettura e un rapporto profondo con il libro, la narrazione e le storie. Il Comitato, attivo in città sin dai primi anni ’90 e ufficialmente riconosciuto dal Comune dal 2001, riunisce referenti di scuole statali e paritarie, della Biblioteca Civica, della Fondazione Pirani-Cremona e delle librerie locali, lavorando in stretta collaborazione con l’Assessorato alla Pubblica Istruzione.
L’iniziativa principale dell’anno scolastico è stata la stesura condivisa di una bibliografia per fasce d’età, destinata a tutte le classi aderenti, dalla scuola dell’infanzia fino alla terza media. Bambini e ragazzi sono stati coinvolti attivamente nella lettura e nella votazione dei libri preferiti, contribuendo così alla creazione di una graduatoria dei titoli più apprezzati. L’Assessore alla Pubblica Istruzione, Marina Bizzotto, ha sottolineato come il progetto non si limiti a promuovere la lettura, ma contribuisca anche a rafforzare il senso di comunità, stimolare il protagonismo giovanile e sviluppare la capacità critica degli studenti. Il momento conclusivo si è svolto il 4 giugno presso la Biblioteca Civica, dove coppie di alunni hanno presentato in stile “conferenza stampa” i libri preferiti davanti a una giuria composta da studenti delle scuole superiori, insegnanti, bibliotecari, librai e rappresentanti istituzionali. Sono stati così premiati i vincitori del concorso Amico Libro, con la consegna dei riconoscimenti da parte dell’Assessore Bizzotto.
Calcio Serie D. Il bilancio della stagione e la visione futura della società
Lara Bertoncello: un anno da presidente nel nome di papà Gian Antonio
È
andato il primo anno della Presidente Lara Bertoncello: determinata e con le idee chiare, sarà ancora lei la guida del Bassano. Come a voler alimentare una storia già di per sé molto romantica, l’annuncio ufficiale è arrivato nel giorno del primo trofeo dedicato al padre Gian Antonio, ex leggendario dirigente della squadra del Grappa: “È stata una grandissima emozione e anche una forma di riscatto per mio papà, per l’impegno che ha sempre avuto nello sport bassanese. Non ricordo una domenica in cui non fosse coinvolto per la causa. Quando è venuto a mancare, avere questo ruolo è stata una sorpresa, ma soprattutto un orgoglio”. E sem-
poca fortuna davanti. Il calcio non è una scienza esatta”. A fine novembre c’è il cambio in panchina, arriva Zecchin: «Mi ha colpito per il suo valore umano. Ha compattato lo spogliatoio e si è integrato perfettamente con il nostro staff. Continueremo a lavorare con lui: vogliamo consolidare ciò che di buono è stato fatto”. Tra le partite da incorniciare spicca la vittoria con il Treviso in un Mercante gremito: “È stata incredibile. C’era un grande senso di appartenenza, abbiamo coinvolto tutto il territorio. Ringrazio i Fedelissimi e il Gruppo Grappa, sempre vicini alla squadra”. Bertoncello racconta anche di una
visione più ampia sul ruolo dello sport: “Per me è un connettore: deve generare aggregazione e socialità. Il nostro obiettivo? La sostenibilità, con la progettualità. Noi ci stiamo già lavorando”. Tra i sogni nel cassetto, uno in particolare: la realizzazione di un ambizioso progetto nel quartiere Pré. “Bassano non ha un suo centro sportivo. Il grande regalo che vorrei fare è questo: creare lì una cittadella dello sport. Mio padre si è battuto per questo progetto. Sarebbe un modo per onorarne la memoria”. Un anno, il primo da presidente, che lascia il segno. Lara Bertoncello sta tracciando il futuro del Bassano. Ter-
Il grande sogno è il centro sportivo nel Quartiere Pré
tro di tutto: il giallorosso è in buone mani.
Stefano
Parpajola
bra che in questa famiglia l’amore per Bassano entri proprio nelle viscere. Gli occhi non mentono e le parole neanche: Bertoncello il giallorosso ce l’ha nel Dna. Ma oltre al sentimento ci sono anche idee chiare e una visione lucida dell’oggi e del domani. E il bilancio è positivo: “Dal punto di vista delle sinergie all’interno della società il voto è un 10 pieno”, afferma la Presidente. “Abbiamo lavorato in armonia, superato momenti difficili insieme, portando a compimento i nostri obiettivi: salvezza e valorizzazione dei giovani. Abbiamo fatto scelte difficili, ma hanno pagato”. Il tema del settore giovanile riempie d’orgoglio Bertoncello: “Siamo tra le prime società per inserimento di giovani di valore, oggi siamo quarti in classifica. Teniamo molto a questo aspetto”. La prima fase di stagione, però, ha vissuto fasi altalenanti: “Con Zattarin ci è mancato qualche episodio favorevole. La fase difensiva era buona, ma abbiamo avuto
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Il Quartiere Pré è il grande sogno dell’FC Bassano. L’obiettivo? Costruire proprio lì un centro sportivo che potrebbe diventare un punto di riferimento per il settore giovanile e la prima squadra. Ne parla con emozione la Presidente dei giallorossi Lara Bertoncello: “Vorrei fare questo regalo alla città. Sarebbe un vero e proprio cuore dello sport a Bassano. Mio padre aveva concentrato molto impegno nel promuovere il progetto, quindi, il primo pensiero andrebbe a lui. Al momento siamo costretti ad andare in prestito in altre strutture. Realizzarne una nostra sarebbe affascinante. C’è un grande potenziale in quella zona da sviluppare in sinergia con il Comitato di quartiere e il Comune di Bassano”. Al momento nel Quartiere Pré è già presente un campetto sintetico. Ci sono anche due spogliatoi che, però, vanno ripristinati. L’obiettivo della società del Grappa sarebbe quello per prima cosa di aggiungere un nuovo campo in erba. Si è espresso sul tema anche il responsabile del settore giovanile Giannantonio Tessarollo: “Il progetto è in fase di realizzazione. Ci sono già degli spogliatoi su cui però bisogna lavorare. La nostra idea, insieme a Comune e Etra, è quella di ampliare il quartiere con un altro campo da calcio e creare un vero e proprio centro sportivo giallorosso. Il comune ha costruito un campetto sintetico e i due spogliatoi per il quartiere Pré. Ora è stata fatta una gara d’appalto che il Bassano ha vinto. Dalla prossima stagione sarebbe importante partire da lì. Con gli spogliatoi concessi in prestito dal Comitato di quartiere, che ringraziamo, insieme ai due che il Bassano costruirà, si potrà lavorare bene. Più di 3 squadre potrebbero giocarci. L’obiettivo è di portare anche la prima squadra oltre alle giovanili. Anche per la logistica sarebbe positivo: diventerebbe un punto di ritrovo per la società”. Si punta in grande a Bassano, si lavora ad una nuova casa: la gestione Bertoncello prosegue con in testa il mantra della progettualità. (s.p.)
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Lara Bertoncello, la Presidente del Bassano
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L’intervista.
Dalla Svizzera a Bassano per raccontare la pallacanestro con passione e modernità
Dietro le quinte: Eliott Minten, la regia digitale del basket giovanile italiano
N el cuore pulsante della pallacanestro giovanile italiana, c’è una voce silenziosa ma potente che ogni giorno costruisce e racconta il mondo dell’Orange1 Basket Bassano. Si chiama Eliott Minten, ha origini italo-svizzere e da quest’anno gestisce la comunicazione della società del Grappa, la realtà giovanile più seguita d’Italia sui social. “Ero a Ginevra, studiavo economia e management – racconta Eliott – ma il mio sogno era lavorare nel mondo del basket, che è da sempre la mia passione”. A portarlo in Italia è stata un’idea nata con un amico: valorizzare i migliori giovani giocatori europei con video, grafiche e storytelling. E Minten si è trovato nel momento giusto al posto giusto. “In un torneo in Germania ho incontrato il nostro General Manager. Ci siamo capiti subito e così è nato tutto”. Il media manager è sin da subito rimasto
affascinato dal progetto arancionero. “Mia madre è italiana, quindi la lingua non è stata un problema. E poi in Svizzera non esiste niente di simile a questa academy per quanto riguarda il mondo basket: strutture moderne, una foresteria eccellente, un progetto educativo e sportivo di altissimo livello”. Il suo lavoro, oggi, è molto più di una gestione social: è una narrazione quotidiana. “Mi occupo di tutto ciò che la gente vede: video, grafiche, foto, comunicati ai giornali. Il nostro canale principale è Instagram, seguito da TikTok e Facebook. La comunicazione digitale è fondamentale: facciamo tornei internazionali, esperienze uniche ed è bello che la gente possa vivere con noi queste emozioni”. Ogni viaggio, ogni partita, ogni momento vissuto insieme diventa racconto. “A Tenerife è stato incredibile: abbiamo annunciato il torneo, documentato il viag-
gio, mostrato i ragazzi mentre studiavano, i pasti in gruppo, le emozioni di quegli attimi. Gli highlights sono centrali, certo, ma
vogliamo far vedere anche tutto ciò che gira attorno al gioco”. Per Eliott l’obiettivo è quello di essere un modello di crescita e
Bassano New Skate, Giulia Mocellin: “Sulla pista mi sento libera, qui è casa”
Quindici anni di passione e sacrifici. Giulia Mocellin è una delle colonne della Bassano New Skate, società di pattinaggio artistico tra le più attive del panorama veneto. Un’atleta che ha fatto del suo sport una scelta di vita e che oggi fa anche l’allenatrice. “Tutto è iniziato per caso. Accompagnavo una mia amica che voleva provare e mi sono ritrovata anche io a calzare i pattini. Non ho più smesso”. Oggi, Giulia è un riferimento per
ispirazione per gli altri. “Qui i ragazzi vengono da tutto il mondo. Hanno storie bellissime, profonde, che meritano di essere raccontate. Vogliamo far vedere che siamo una grande famiglia. Qui i ragazzi hanno tutto per inseguire il sogno del professionismo; al centro dev’esserci sempre anche la parte dello studio: è fondamentale. Il nostro obiettivo, infatti, è prepararli per il college in America, dove quello dell’istruzione è un aspetto centrale”. E il futuro? “Vogliamo rafforzare il branding, continuare a crescere. Quest’anno siamo andati a New York. Vogliano continuare ad avere un collegamento sempre più efficace con il mondo americano”. Eliott Minten: il custode dei momenti salienti di Bassano, il narratore di un progetto che ha deciso di puntare in alto. E lui lo racconta abilmente un frame alla volta.
Stefano Parpajola
il team di libero della Bns: “Sono qui da quindici anni. Questa società è casa: allenatori e dirigenti mi hanno vista crescere”. Nonostante le tante competizioni alle spalle, ogni ingresso in pista ha ancora il sapore dell’emozione. “Le gare sono il termometro del lavoro fatto in allenamento e quando il risultato conferma l’obiettivo, il cuore si riempie”. Non sempre, però, le cose vanno come sperato: “Ci sono anche giornate storte, quando bastano
tre minuti e quaranta secondi per veder svanire mesi di fatica. Fa male e capita di voler mollare. Ma il giorno dopo sono di nuovo lì, dove mi sento viva”. Infatti, dietro ogni medaglia, ci sono sacrifici silenziosi: “Ci alleniamo ogni giorno, anche quando stiamo male o fuori dalla pista ci sarebbe altro da fare. Ma è così che si costruiscono i risultati”. E l’ambizione non manca: “Il mio sogno? Vincere il campionato italiano come atleta singola e
magari un giorno partecipare a un Mondiale con il gruppo”. Oltre al grande lavoro, nel percorso di Mocellin c’è anche un pizzico di scaramanzia: “Io e la mia migliore amica ci battiamo un dieci con le mani, il più forte possibile. Serve a scaricare la tensione. E funziona!”. Giulia Mocellin: un sogno da inseguire e lo sguardo sempre rivolto alla pista. Perché, come dice lei, “il pattinaggio è dove mi sento libera. E dove voglio restare”. (s.p.)
al
Eliott Minten
Giulia Mocellin
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Corsa alle regionali
Ciononostante il tema non viene archiviato anche perché più di qualche esponente, anche di Fratelli d’Italia, lascia la porta aperta a una discussione sul tema.
Ma fino a quando non si chiarirà se il presidente uscente Zaia potrà o meno ricandidarsi tutto rimane bloccato. Nelle scorse settimane si sarebbe dovuto tenere un vertice nazionale a Roma tra i leader dei partiti del centrodestra proprio per parlare delle regioni al voto. L’incontro è stato annullato per impegni istituzionali e, al momento, non è stata comunicata nessuna nuova data.
Il segretario della Lega in Veneto, Alberto Stefani, forse il più probabile candidato presidente, ha commentato con un laconico “si decida presto” l’ipotesi di un ulte-
riore mandato per Zaia. Una battuta, rilasciata ai cronisti, considerata come un po’ fredda forse non tanto nei confronti del presidente uscente quanto sulla possibilità che, effettivamente, ci possa essere il tempo e la convinzione a Roma di cambiare la legge per consentire la ricandidatura del Governatore Veneto.
Dal canto suo Fratelli d’Italia non sta certo a guardare e porterà al tavolo della coalizione il nome del senatore veneziano, vicinissimo a Giorgia Meloni, Raffaele Speranzon: sembra essere questo il nome forte di FDI per contendere alla Lega la presidenza del Veneto. Da non sottovalutare la carta Forza Italia: nel tavolo nazionale, che dovrà occuparsi anche di Puglia, Campania, Toscana e Marche, Tajani chiederà una presidenza anche per gli azzurri. Se la scelta dovesse cadere sul Veneto è pronto a scattare il segretario regionale Flavio Tosi che, nel frat-
tempo, non risparmia bordate alla gestione Zaia della Regione.
Sul fronte centrosinistra a guidare una coalizione molto ampia sembra sia stato scelto Giovanni Manildo, avvocato e già sindaco di Treviso. Un moderato che nel 2013 riuscì nell’impresa di battere lo sceriffo Giancarlo Gentilini. Il nome, nel momento in cui scriviamo, non è ancora stato ufficialmente lanciato, ma tutto lascia intendere che non ci dovrebbero essere sorprese. Al fianco di Manildo potrebbero schierarsi anche Italia Viva e Azione che, formalmente, non partecipano al tavolo regionale del centrosinistra ma che hanno sempre mantenuto un canale di comunicazione con il segretario regionale Pd, Andrea Martella al quale avrebbero espresso ampie aperture visto le qualità del candidato presidente scelto.
Il caso. Amministratori, rappresentanti delle categorie e società servizi idrici uniti
Energia dal territorio per il territorio: alleanza strategica per restituire valore alle comunità
Sono stati oltre 120 i partecipanti, tra amministratori, rappresentanti dei territori e delle categorie, oltre che delle società che gestiscono i servizi idrici in Veneto, alla conferenza online dello scorso 3 giugno sulla gestione dell’energia. L’iniziativa, promossa da AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave, per presentare una proposta concreta di rilancio dei territori attraverso una nuova gestione delle concessioni per impianti idroelettrici, gas e distribuzione elettrica pone al centro dell’iniziativa, un principio chiaro: l’energia deve tornare a generare valore per le comunità che la producono.
Ad aprire i lavori Federico Testa, professore ordinario di Economia e Gestione delle Imprese all’Università di Verona e Presidente di AGSM AIM, che ha sottolineato la natura unitaria e trasversale dell’iniziativa.
“Le nostre riflessioni non nascono da logiche di parte, ma da un’esigenza comune che riguarda tutto il Veneto – da Verona a Vicenza, dall’Alto Trevigiano a Belluno – e che mette al centro il territorio. Da qui il titolo ‘Energia: dal territorio per il territorio’. Non è un’azione contro qualcuno, ma per qualcosa: per le persone, le imprese e le comunità locali.” Il Presidente Testa ha evidenziato come le attuali con-
cessioni per la distribuzione di gas, energia elettrica e impianti idroelettrici non restituiscano adeguato valore ai territori:
“La ricchezza generata da questi asset prende altre strade. Non resta qui, dove potrebbe invece contribuire ad abbassare le tariffe per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni, o a sostenere servizi fondamentali come la sanità e l’assistenza agli anziani.” Nel suo intervento, Testa ha lanciato una chiamata all’azione concreta:
“Gli spazi giuridici e tecnici per agire esistono: dalla Conferenza Stato-Regioni chiamata a esprimersi sulle proroghe ventennali delle concessioni, recentemente criticate dall’Autorità Garante per la Concorrenza, alla necessità di una maggiore partecipazione dei territori nella partita delle concessioni idroelettriche.” Proprio la Conferenza è stata l’occasione per avviare un percorso condiviso e partecipato. Al tavolo sono stati invitati gli assessori regionali competenti, le amministrazioni comunali, le imprese dei servizi pubblici locali, le Associazioni Datoriali dell’industria, degli Artigiani, dei Commercianti, delle Cooperative e tutti i soggetti economici interessati dal caro energia.”
I lavori sono proseguiti con l’intervento del presidente di ANCI Veneto, il sindaco Mario Conte, che
ha voluto rimarcare l’importanza dell’iniziativa dal punto di vista delle amministrazioni locali: “Ringrazio il Dottor Testa per l’opportunità di aprire una riflessione territoriale su un tema, quello energetico, che negli ultimi tempi ha colpito duramente i bilanci comunali, mettendo a rischio la tenuta dei servizi essenziali per le nostre comunità.”
Conte ha ribadito lo spirito costruttivo e non conflittuale dell’iniziativa: “Non è un’azione contro qualcuno, ma a favore delle nostre comunità, che rappresentiamo e serviamo ogni giorno. Chiediamo non contributi straordinari dal Governo, ma un minimo di autonomia nella gestione del patrimonio naturale del nostro territorio.”
Anche secondo Conte, una maggiore responsabilità e capacità di gestione locale delle concessioni e delle risorse energetiche potrebbe tradursi in vantaggi concreti per cittadini, imprese e associazioni: “Questa autonomia consentirebbe un maggiore efficientamento dei servizi e un beneficio economico sulle tariffe per famiglie, aziende, partite IVA. Chiediamo solo di essere ascoltati.” Nel suo intervento ha lanciato un monito sulla sostenibilità finanziaria futura dei Comuni: “Oggi tutti i 560 Comuni veneti hanno i conti in ordine. Ma l’aumento incontrollato dei
costi energetici rischia di compromettere questa virtuosità, non per incapacità amministrativa, ma per fattori esterni fuori dal nostro controllo.” Ha concluso sottolineando il valore del confronto e della condivisione:“Questo tavolo di lavoro rappresenta un’occasione unica: le opportunità superano le preoccupazioni. Serve energia, sì, ma anche energia positiva, che possa sostenere davvero il sistema veneto.” Per approfondire i contenuti dell’iniziativa, è possibile rivedere la conferenza stampa, comprese le domande dei giornalisti, sul sito uf-
ficiale: www.energiaperilterritorio. it.
Sul sito sono inoltre disponibili: il manifesto dell’iniziativa, già sottoscritto dagli enti promotori AGSM AIM, Ascopiave, ANCI Veneto e BIM Comunità del Piave; la possibilità di chiedere ulteriori informazioni, aderire e sostenere il progetto; materiali in costante aggiornamento di approfondimento utili a cittadini, imprese e amministratori locali. Perché l’energia non è solo una questione tecnica: è una scelta di comunità, di visione e di responsabilità condivisa.
Federico Testa durante la conferenza sulla gestione dell’energia
Economia. L’analisi di Flavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale
“Vogliamo tutelare il commercio di quartiere, attività con una spiccata valenza sociale”
F lavio Zanonato, direttore generale di Confesercenti Veneto Centrale, ospite di “Buongiorno Veneto”, dai microfoni di Veneto24 ha messo in evidenza le necessità del commercio nella nostra regione, in un momento particolarmente delicato. “E’ un frangente assai importante per Confesercentispiega Zanonato - di confronto e dialettica in occasione della fase congressuale in cui gli imprenditori sono chiamati a scegliere i propri rappresentanti di categoria. La prima grande questione sulla quale siamo impegnati è la volontà di tutelare il commercio diffuso, il commercio di quartiere. Non basta concepire l’attività commerciale come se si trattasse soltanto di un’attività economica. È un’attività che ha una fortissima valenza sociale. Pensiamo ai negozi di vicinato, l’alimentari, il bar dell’edicola, la tabaccheria, il negozio di frutta e verdura del negozio di merceria. E l’elenco potrebbe continuare: que-
Convento
sta vivacità, che dura dalla mattina alla sera, consente ai cittadini di circolare tranquillamente, di avere dei servizi immediatamente a disposizione. Consente ai più deboli, ad esempio gli anziani e le donne con bambini piccoli, di trovare immediatamente un prodotto di cui hanno bisogno e contemporaneamente di muoversi in un ambiente sicuro”.
L’altra grande questione riguarda l’aspetto economico, la crisi che ha investito il settore e portato a numerose chiusure. Come affrontarla e risolverla? “La prima causa è stata l’arrivo di grandi sistemi di vendita, - aggiunge Zanonato - i centri commerciali sono attrattivi, anche perché dotati di parcheggi efficienti e maggiori comodità. Su questo fronte dobbiamo ottenere dei risultati dalle amministrazioni locali. Poi c’è l’e-commerce che si sta portando via una fetta di commercio importante. E anche qui abbiamo l’esigenza di fornire ai
nostri associati la capacità di utilizzarlo questo strumento perché non si può certo eliminare, sarebbe illusorio. Non da ultimo il costo degli affitti, che spesso uccide il commercio. Praticamente un negozio lavora a metà del tempo per pagare l’affitto, poi deve pagare tutto il resto nel negli altri quindici giorni del mese”. Qui entra il gioco anche il rapporto con le istituzioni e la necessità di concertare e pianificare interventi e iniziative che salvaguardino le attività commerciali come presidio sociale nei quartieri. “Ci sono già dei tavoli di concertazione, di concertazione in ogni provincia e nei centri più importanti. Si discute di mobilità, di qualità della vita nei quartieri, perché le attività commerciali vanno inserite nelle politiche sociali della città. Pensiamo ad un anziano che non si muove più in automobile e non trova i negozi sotto casa: deve appoggiarsi ai figli per qualsiasi necessità, ma
se questo non è possibile rischia di finire in casa di riposo e il costo sociale è enormemente più alto. Poi c’è la questione della mobilitò, dei parcheggi, della qualità del verde delle nostre città. E ovviamente riuscire a rendere più moderati gli affitti è una partita molto importante. Purtroppo ci sono proprietari di immobili che preferiscono tenere chiuso piuttosto che affittare un prezzo congruo”. Una volta completata la fase congressuale
Confesercenti si dedicherà al nuovo programma di lavoro che coinvolge tutte le categorie. “Intanto vogliamo sottoporre questa riflessione a tutti. - conclude ZanonatoIl commercio non è solo un’attività strettamente economica, è un’attività con una forte valenza sociale e ricordo che dal commercio è nata la società moderna come la conosciamo oggi. Abbiamo perciò un grande patrimonio da tutelare e difendere per il bene di tutti”.
(Cescot): “La formazione indispensabile per le nostre imprese, dai distretti del commercio impulso alle iniziative”
Flavio Convento è presidente di Cescot, l’ente di formazione di Confesercenti Veneto Centrale che si occupa della formazione, una necessità sempre più sentita dagli imprenditori commerciali. “Le nostre imprese hanno bisogno di formazione perché si trovano a combattere con grandi player molto strutturati, - sottolinea Convento i quali oltretutto beneficiano di agevolazioni fiscali molto elevate, soprattutto quelle internazionali. E su questo noi combattiamo da anni per dare la possibilità ai piccoli commercianti di affrontare questa sfida. Il
fatto che un ente di formazione come Cescot collabori insieme con Confesercenti aiuta a far crescere gli imprenditori, a unirli, così da avere la possibilità di dialogare con le amministrazioni per riuscire a risolvere alcuni problemi legati alle attività commerciali. Il nostro lavoro, l’esercizio di vicinato, contribuisce a garantire città vive e sicure”.
L’attuale congiuntura continua ad essere sfavorevole per l’economia in genere e in particolare per il commercio, i cui operatori reagiscono rafforzando il legame con il territorio. Per esempio con i distretti del com-
mercio, ormai diffusi in tutto il Veneto. “Da molti anni stiamo lavorando con la Regione - aggiunge il presidente di Cescot - e i distretti del commercio sono parte fondamentale delle città, servono per far crescere il territorio. Sono un importante investimento che permette sinergie con le istituzioni per creare eventi e iniziative che possano dare vita alle città. Confesercenti ci crede da molti anni, ci sta lavorando. Rappresentiamo più di qualche distretto a livello regionale e abbiamo riscontrato che i risultati ci sono, si crea una sinergia tra attività commerciali e
amministrazioni locali”.
Tra le iniziative Convento ricorda il progetto messo a punto da Confesercenti per Padova, “Il cammino sotto i portici”, che unisce una trentina di attività commerciali. “Padova è la seconda città italiana per lunghezza dei portici, circa 25 chilometri: è un patrimonio da valorizzare e da promuovere come veicolo per il commercio. Il progetto è già partito, stiamo organizzando degli eventi sotto i portici, tra cultura, arte e commercio, sul nostro sito ci sono tutte le informazioni utili”. (n.s.)
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PRIMI CITTADINI
A cura di Vincenzo Gottardo
le interviste ai sindaci del Veneto dal lunedì al venerdì alle 11:35 - 13:35 - 16:35 - 20:35
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Flavio Zanonato e Flavio Convento
L’esposizione. Brugnaro: “Una sfida aperta nel 2019 e che deve proseguire anche senza di me”
Salone Nautico di Venezia: sesta edizione tra storia, innovazione e sostenibilità
C on un rombo che ha fatto vibrare i cuori e colorato il cielo di Venezia, le Frecce Tricolori hanno aperto la sesta edizione del Salone Nautico, trasformando ancora una volta l’Arsenale in un palcoscenico di eccellenza per la nautica italiana e internazionale. La cerimonia inaugurale si è svolta in una cornice suggestiva, dove tradizione e futuro si sono incontrati, testimoniando il valore strategico di questa manifestazione per l’intero comparto marittimo.
Il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del sindaco Luigi Brugnaro, assieme al presidente della Regione Veneto Luca Zaia, Matteo Zoppas, presidente di ICE, l’Istituto per il Commercio Estero, l’Ammiraglio Enrico Credendino e il Presidente del Senato Ignazio La Russa, la cui partecipazione ha conferito ulteriore rilievo all’evento. A rendere ancora più spettacolare l’apertura è stato l’ammaraggio degli incursori della Marina Militare nella Darsena.
“È una scommessa iniziata nel
2019 e oggi siamo qui, alla sesta edizione. È la dimostrazione che quando si crede in un progetto e si lavora in squadra, i risultati arrivano. Questo è il mio ultimo Salone da sindaco ma la manifestazione deve continuare, è finanziata anche per le prossime due”, ha dichiarato il sindaco Brugnaro. “Il nostro sguardo è già rivolto al futuro: la settima edizione si terrà dal 27 al 31 maggio 2026, con la promessa di un evento più ricco e internazionale, già finanziato per le prossime due edizioni”, ha aggiunto il sindaco.
Il Salone, ospitato in uno spazio espositivo di 55.000 metri quadrati su bacino acqueo, ha accolto oltre 270 espositori e circa 300 imbarcazioni, offrendo a ben 30 mila visitatori una panoramica ampia e articolata sulla nautica contemporanea, tra eccellenze artigianali e innovazioni tecnologiche, con particolare attenzione alle propulsioni sostenibili. Il prestigioso riconoscimento della gestione sostenibile, conferito per il sesto
anno consecutivo da TÜV Italia, ha ulteriormente consolidato il posizionamento del Salone come evento di riferimento nel panorama europeo.
Fabrizio D’Oria, direttore operativo di Vela Spa, ha evidenziato come la sostenibilità rappresenti un pilastro del progetto fin dal principio: “Anche quest’anno abbiamo confermato il nostro impegno. Venezia è candidata a diventare capitale mondiale della sostenibilità, e il Salone è una delle sue punte di diamante”.
Durante la cerimonia, La Russa ha voluto rendere omaggio a Vene-
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zia come “ città dell’acqua per eccellenza” e ha sottolineato il valore culturale ed economico del legame tra la città e il mare. L’Arsenale, cuore storico dell’industria navale veneziana, è tornato a pulsare grazie a questa manifestazione, come ricordato da Brugnaro: “Ogni anno investiamo oltre 2,4 milioni di euro nel Salone. È fondamentale che chiunque guiderà Comune e Regione in futuro continui a sostenere questo progetto”.
Il governatore Zaia ha rimarcato come non si tratti di un settore elitario ma grazie alle varie professionalità impiegate, l’economia
del mare e della nautica abbia un impatto notevole sull’intero territorio, mentre Zoppas ha ribadito come la cantieristica italiana rappresenti un’eccellenza del Made in Italy da valorizzare e promuovere all’estero. Anche la Marina Militare ha avuto un ruolo di primo piano, con la presenza delle navi Alpino, Viareggio e del sommergibile Todaro, ormeggiate in Riva Sette Martiri. L’Ammiraglio Dattola ha ricordato che proprio all’interno dell’Arsenale ha sede l’Istituto di Studi Militari Marittimi, polo culturale e formativo delle forze armate.
Oltre alla mostra espositiva, il Salone ha proposto un ricco programma di oltre cinquanta eventi tra convegni e incontri, ospitati in luoghi simbolici come la Torre di Porta Nuova. Tra le iniziative di punta anche la “Wood Village”, dedicata alla cantieristica tradizionale veneziana, e competizioni sportive come la storica Pavia-Venezia e la silenziosa E-Regatta.
Riccardo Musacco
Il dialogo. Francesca Chiesa
“Diversamente sole”, storie universali per raccontare la complessità delle donne
Dopo aver girato mezzo mondo ha trovato il suo approdo nell’isola greca di Syros. “Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli”
F
rancesca Chiesa ha girato mezzo mondo prima di trovare il suo approdo nell’isola greca di Syros. Padovana, Chiesa ha appena pubblicato “Diversamente sole” (Edizioni Open, 14 euro), raccolta di racconti intensa e struggente. Una testimonianza preziosa della condizione femminile, una lettura attualissima e che riesce ad essere universale. Ne ho approfittato per fare con lei una chiacchierata sul suo nuovo libro (e non solo). Francesca, tu scrivi che la solitudine femminile è “una qualcosa che non si racconta mai abbastanza”. Da dove nasce la tua urgenza di darle voce?
Ho sempre guardato alla solitudine come a un privilegio. Da bambina sono cresciuta nella villetta liberty del mio bisnonno: lui, una nonna, tre prozii e una zia pronti ai miei desideri, le lavoranti della fabbrica annessa in adorazione della bambina sorridente e grassoccia che ero, un parco e una biblioteca a mia disposizione. Parecchio triste ma molto dolce e molto privilegiata. Nella vita adulta, poi, la solitudine ha cambiato aspetto ed è diventata un miraggio. Fino al momento in cui sono venuta a vivere qui sull’isola ed è scoppiata l’epidemia del Covid. Ovvero fino al momento in cui ho compreso che la karantina/quarantena, per me gioia solitaria, nel resto del mondo si chiamava segregazione
e angosciosa solitudine. La constatazione di quanto io fossi diversamente e felicemente sola mi ha colpito come una frustata e da allora ho cominciato a ragionare di solitudine e poi a raccontare. Per ora di donne, per ora di mondi altri, ma non siamo che all’inizio.
Alcune storie sono ispirate a vicende reali. Qual è stato il processo di scrittura nel tradurre queste storie in letteratura senza tradirne la verità?
La mia è stata una generazione fortunata. Quando io ero giovane poteva accadere che un grande poeta come Andrea Zanzotto, ricevendo una raccolta di mie poesiole e raccontini, mi abbia fissato un appuntamento per analizzare con me i testi che gli avevo sottoposto e raccomandarmi di scegliere una sola forma di espressione tra prosa e poesia. Il consiglio del poeta si è rivelato nel corso degli anni un blocco che sembrava insuperabile. Fino al momento in cui proprio la necessità di raccontare Tawergha mi ha fatto trovare la mia voce, che è fatta di prosa e di poesia. La realtà è ciò che si racconta.
Nel tuo libro le donne non sono mai solo vittime. Sono anche complici, carnefici, spettatrici passive. Quanto è stato difficile mantenere questo equilibrio narrativo?
Direi che questo è l’aspetto più autobiografico di questo mio lavoro. Io, noi, tutte cresciamo e vivia-
mo portandoci dentro un imperativo categorico. Nasconditi. Non farti capire. Sorridi. Dimentica. Perdona. Perché potremmo essere pericolose, forse: ricordate o immaginate com’era la vita all’interno di un harem, di quanta ferocia erano fatti quei sorrisi. Le leonesse ammazzano, le donne addomesticate no, ci sono altri modi e non è sempre necessario impugnare un pugnale, a volte basta una penna. Un uomo affronta il rivale a duello, qualsiasi genere di rivale e qualsiasi genere di duello, uccide o muore e non se ne parla più; le donne hanno più fantasia.
Hai vissuto a lungo in Nord Africa, in Asia e tutt’ora risiedi per la maggior parte dell’anno in Grecia. Quanto ha influito la tua esperienza nella tua scrittura?
Le donne nei luoghi che racconto sono la mia vita, per interposta persona. Nessuna mi impersona ma in ognuna di esse si è rispecchiato un bagliore del caleidoscopio che io sono. Voi siete. Loro sono. Non avrei scritto nulla se non avessi vissuto la mia vita altrove, se non avessi dovuto lasciare l’Isola Verde, il Bazar di Teheran e Tripoli. O forse avrei scritto della mia famiglia, ma c’era poco di bello da raccontare.
Il titolo Diversamente sole è molto evocativo. Cosa significa per te questa espressione?
Per rispondere, basta sapere che il titolo della prossima raccolta di racconti cui sto lavorando è “Una uniforme solitudine” e ha come attrici donne occidentali, donne di potere e post-femministe integrate. Ho visitato i mondi delle donne diversamente sole in un’epoca in
cui non erano ancora stati toccati e uniformati dalla globalizzazione. Pertanto ognuno dei Paesi di cui narro appare come una realtà a sé stante che fa da sfondo a una specifica forma di solitudine femminile la quale a sua volta la rispecchia. Com’è l’Italia vista da fuori? Che dire? È un’altra cosa, è un Paese che fatico a riconoscere. Credo sia un processo inevitabile quando alla lontananza si aggiunge il passare degli anni, e che per me ha avuto inizio nel momento in cui sono tornata a vivere per qualche anno in Italia dopo i primi undici anni di estero. Venivo dall’Eritrea, dove al massimo c’erano i cellulari militari e mi sono trovata circondata da Motorola e simili. Man mano che subentrano i cambiamenti inevitabili nella storia di un Paese, i residenti hanno il tempo di digerirli lentamente, i saltuari come me devono inghiottire tutto in un boccone. E si sa, a volte “va di traverso”. A volte, invece, ci si
abitua. Ricordo, ad esempio, che l’usanza dell’aperitivo mi ha dato molto fastidio nei suoi primi anni, tornando in Italia con il desiderio di passeggiate tranquille e silenziose per le Piazze. Alla fine l’anno scorso, trovato un bar di riferimento, sono ingrassata di cinque chili in un mese di aperitivi giornalieri, anzi serali.
Giacomo Brunoro
Classe ’76, padovano, si occupa di comunicazione, editoria e di eventi ad alto impatto culturale. È direttore editoriale di LA CASE Books, presidente di Sugarpulp e consigliere della Veneto Film Commission. Up the irons!
La scrittrice Francesca Chiesa
• Chi è Giacomo Brunoro
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San
Bassiano rinnova
la
Radiologia: inaugurati mammografo 3D e TAC
Cone Beam all’avanguardia
Doppio taglio del nastro presso l’ospedale San Bassiano, dove sono state presentate due nuove apparecchiature di radiologia all’avanguardia: un mammografo con tomosintesi 3D per biopsie di precisione e una TAC Cone Beam 3D dedicata all’area maxillo-facciale. L’evento ha visto la partecipazione dell’Assessore regionale alla Sanità, Manuela Lanzarin, sottolineando l’importanza dell’investimento tecnologico per il territorio.
Con una spesa complessiva superiore ai 490 mila euro, finanziato in parte dalla Regione Veneto, queste nuove strumentazioni rappresentano un salto di qualità significativo sia per la capacità diagnostica che per il benessere dei pazienti, come ha spiegato Carlo Bramezza, Direttore Generale dell’ULSS 7 Pedemontana: «Il San Bassiano conferma la sua vocazione di ospedale tecnologicamente avanzato, dove innovazione significa soprattutto migliorare la cura e l’esperienza delle persone». Il nuovo mammografo, frutto di un investimento da 312 mila euro, permette esami con immagini tridimensionali di altissima definizione e biopsie guidate in 3D, una tecnica che consente di raggiungere con estrema precisione anche piccolissime lesioni sospette. Come chiarisce il dottor Calogero Cicero, responsabile della Radiologia, questa tecnologia consente di individuare microcalcificazioni precoci e di eseguire biopsie con posizionamenti flessibili della paziente, riducendo stress e migliorando l’efficacia diagnostica.
Dal punto di vista clinico, il dottor Enrico Di Marzio, direttore della Chirurgia Senologica, sottolinea l’importanza di una diagnosi tempestiva e accurata:
«Rilevare lesioni di dimensioni ridotte consente interventi meno invasivi, con tempi di recupero più rapidi e un elevato tasso di guarigione». A rafforzare questa visione è anche il dottor Franco Bassan, direttore dell’Oncologia, che ricorda come la diagnosi precoce del tumore al seno aumenti la sopravvivenza oltre il 90%.
Insieme al mammografo, l’ospedale ha completamente rinnovato gli ambienti dedicati alla diagnostica senologica, creando spazi accoglienti e studiati per ridurre l’ansia delle pazienti attraverso arredi e immagini rilassanti. La seconda novità riguarda la TAC Cone Beam 3D, una tecnologia che produce immagini tridimensionali ad altissima risoluzione dell’area dentale e maxillo-facciale, ma con dosi di radiazioni molto più basse rispetto alla TAC tradizionale. Come spiega il dottor Cicero, questa apparecchiatura è fondamentale per lo studio dell’arcata dentaria, dell’articolazione temporo-mandibolare, del massiccio facciale e del complesso naso-sinusale.
Il dottor Michele Garofolin, direttore della Chirurgia Maxillo-Facciale, evidenzia inoltre come il dispositivo sia accessibile anche a pazienti in carrozzina e dotato di software capaci di correggere i movimenti involontari, garantendo immagini nitide anche in situazioni difficili. La possibilità di ottenere immagini 3D dettagliate aiuta i chirurghi a operare con maggiore sicurezza e precisione, migliorando gli esiti clinici e ampliando le possibilità di intervento. Anche la sala per gli esami con TAC Cone Beam è stata allestita per garantire un’accoglienza più confortevole, con particolare attenzione ai pazienti pediatrici.
Rachele Scarpa: «Trasformare in realtà il progetto Chiedimi come sto»
Arriva dal Parlamento un segnale importante per il futuro della salute mentale nelle scuole italiane. Con il parere favorevole all’ordine del giorno presentato dall’onorevole Rachele Scarpa, responsabile nazionale Giovani e Salute del Partito Democratico, si sollecita l’adozione del decreto attuativo indispensabile per avviare il servizio di sostegno psicologico negli istituti scolastici. Una misura attesa da anni, che punta a tutelare il benessere di studenti, docenti e dell’intera comunità educativa. «Accolgo con soddisfazione questo passaggio parlamentare – ha dichiarato Scarpa – ma ora è il momento di passare dalle parole ai fatti. Il decreto ministeriale va approvato al più presto, altrimenti tutto resta fermo sulla carta». L’iniziativa si inserisce nel quadro della proposta di legge Chiedimi come sto, di cui la deputata è prima firmataria. Il testo mira a rendere stabile e accessibile il supporto psicologico a scuola, con interventi di prevenzione e assistenza rivolti non solo agli studenti, ma anche agli insegnanti.
Secondo Scarpa, la salute mentale dei giovani è una delle grandi sfide del presente. «Oggi – spiega – l’accesso al supporto psicologico è ancora ostacolato da barriere culturali e da limiti economici. Molte famiglie non possono permettersi percorsi di assistenza, e il disagio rimane nascosto, con conseguenze che possono essere gravi. Servono strumenti pubblici, universali, presenti nei luoghi di vita quotidiana dei ragazzi».
Nonostante sia già stato previsto un finanziamento di 10 milioni di euro per l’avvio del servizio nel 2025, a cui seguiranno 18,5 milioni annui dal 2026, senza il decreto attuativo le risorse non possono essere utilizzate. «Serve un’azione rapida ed efficace – ribadisce la deputata – per dare il via a una sperimentazione reale, che diventi presto una misura strutturale e permanente. Non possiamo più permetterci ritardi».
La proposta Chiedimi come sto ha un orizzonte ampio: non si limita a curare il disagio, ma vuole promuovere una cultura della prevenzione e del benessere, coinvolgendo l’intera comunità educante. «Anche i docenti – conclude Scarpa – si trovano spesso a fronteggiare situazioni complesse senza strumenti adeguati. Garantire loro un supporto psicologico significa rafforzare la scuola come luogo sicuro, accogliente e capace di ascoltare».
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Bassano e Santorso, ospedali amici dei bambini: premiata la rete che sostiene le famiglie
Una bella notizia per le famiglie del Bassanese e dell’Alto Vicentino: gli ospedali di Bassano del Grappa e Santorso si confermano “Amici delle Bambine e dei Bambini”. Il prestigioso riconoscimento arriva dall’Unicef, che ha confermato la qualità dell’assistenza alla nascita, all’allattamento e alla genitorialità offerta dall’Ulss 7 Pedemontana.
La vera novità di quest’anno, però, è che per la prima volta viene premiata anche la comunità nel suo insieme: consultori, farmacie, biblioteche e servizi territoriali che, insieme agli ospedali, formano una rete capillare e competente al fianco di chi affronta l’avventura della maternità e della paternità.
«È una cerimonia simbolica ma importante – ha commentato l’assessore regionale alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin – perché certifica non solo la professionalità degli operatori sanitari, ma anche il valore della collaborazione tra ULSS, Comuni, associazioni e realtà locali. Sostenere le famiglie, soprattutto
nei primi mesi di vita del bambino, significa costruire una comunità più solida, più attenta e più preparata».
Ogni anno, nei tre punti nascita dell’Ulss 7 (Bassano, Santorso e Asiago) nascono circa 2.600 bambini. Ma il “percorso nascita” non si limita al momento del parto: comprende anche il periodo che precede e segue la nascita, fino al compimento dei primi 1000 giorni di vita del bambino, una fase fondamentale per lo sviluppo fisico, emotivo e cognitivo.
Il riconoscimento Unicef, assegnato dopo un’accurata valutazione di documentazione, colloqui e attività sul campo, certifica che gli ospedali e i servizi dell’Ulss 7 sono in grado di offrire sostegno concreto, informazioni affidabili e un’attenzione speciale alla relazione tra operatori e famiglie.
«I bambini sono il nostro futuro – ha aggiunto Lanzarin – e investire su di loro, fin dalla nascita, è la scelta più lungimirante che possiamo fare. In un momento storico segnato dal calo delle nascite, offri-
re servizi di qualità alle giovani coppie è un segnale forte. Non bastano le parole: servono gesti concreti, reti di supporto e percorsi che facciano sentire le famiglie meno sole».
Il merito, ha sottolineato l’assessore, va anche e soprattutto al personale sanitario, alle direzioni mediche e a tutte le figure professionali che operano nei reparti e nei servizi territoriali: ostetriche, infer-
Obesità grave infantile: oltre 100mila bambini a rischio in Italia
In Italia, più di 100mila bambini e adolescenti sotto i 17 anni convivono con una forma di obesità particolarmente allarmante, precoce e resistente ai cambiamenti: si tratta dell’obesità grave, una condizione che sta diventando una vera emergenza sanitaria e sociale. Secondo i dati del sistema di sorveglianza OKkio alla Salute dell’Istituto superiore di sanità, colpisce almeno il 2,6% dei bambini tra gli 8 e i 9 anni.
L’allarme è stato lanciato dalla Società Italiana di Pediatria (Sip) . I medici sottolineano che questa patologia non comporta solo problemi metabolici e cardiovascolari in età pediatrica – come ipertensione, diabete di tipo 2, fegato grasso, dislipidemia – ma è associata anche a problemi psicologici, come ansia, isolamento sociale e bassa autostima. I dati più preoccupanti riguardano l’aspettativa di vita: i bambini obesi gravi potrebbero vivere fino a 15 anni in meno rispetto ai coetanei normopeso.
Secondo la Consensus congiunta delle società
scientifiche Sip-Siedp-Sicp, il pediatra di famiglia gioca un ruolo chiave nella diagnosi e nella distinzione tra obesità primaria (quella più comune) e obesità secondaria (legata a fattori genetici, farmaci o patologie). I campanelli d’allarme includono un esordio precoce (prima dei 5 anni), iperfagia, alterazioni cognitive e disformismi fisici.
L’indice di massa corporea (BMI) rimane lo strumento diagnostico principale, ma esiste un segnale semplice da monitorare in casa: il rapporto vita/altezza. Se la circonferenza della vita supera la metà dell’altezza, il rischio è concreto; se supera il 60%, diventa molto elevato. Questo parametro si applica a bambini e bambine a partire dai 6 anni. Gli esperti avvertono: più si attende, minori sono le possibilità di successo terapeutico. Studi recenti dimostrano che programmi intensivi di modifica dello stile di vita sono efficaci nel ridurre il BMI in oltre il 50% dei bambini tra i 6 e i 9 anni. Tuttavia, tra gli adolescenti (14-16 anni), la percentuale di risposta crolla al 2%.
mieri, pediatri, ginecologi, psicologi, assistenti sociali. «A loro va un ringraziamento sentito – ha detto – per la dedizione, la competenza e, soprattutto, per l’umanità che mettono nel loro lavoro quotidiano». Il riconoscimento “Ospedali Amici delle Bambine e dei Bambini” è un marchio internazionale promosso dall’Unicef e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per promuovere le buone pratiche legate all’allattamento, al contatto pelle a pelle, all’accoglienza della triade madrepadre-bambino, e più in generale al benessere del neonato.
La conferma dell’eccellenza di Bassano e Santorso, e il coinvolgimento attivo della comunità, dimostrano che anche in Veneto esistono modelli virtuosi, capaci di coniugare professionalità e prossimità, medicina e ascolto.
Una bella pagina di sanità pubblica, che parla di futuro, di nascite, di alleanze e di cura. Se non si interviene tra i 6 e i 9 anni, i piccoli pazienti potrebbero perdere fino a 15 anni di aspettativa di vita
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Con il mese di giugno inizia l’estate e con lei il caldo, le giornate di sole e la voglia di frutta e verdura fresche e dissetanti, per alleviare il calore e idratare l’intero organismo. Una combinazione di alimenti leggeri ma allo stesso tempo con un elevato apporto nutritivo.
GAZPACHO DI POMODORO
Una zuppa fredda e senza cottura a base di pomodoro, verdure e pane raffermo. Originaria dell’Andalusia rappresenta uno dei piatti freddi estivi per eccellenza della gastronomia spagnola.
Ingredienti: : 1 Kg di pomodori ben maturi; 1 cetriolo; 1 peperone verde; 50 ml di olio extravergine di oliva;30 ml di aceto di vino bianco; 1 spicchio di aglio; 150 g di pane raffermo; Sale e pepe
Preparazione: Ammorbidire la mollica del pane in una ciotola con acqua per circa dieci minuti. Quando si sarà ammorbidita mettere da parte il contenuto. Tagliare a metà i pomodori, togliendo i semi; sbucciare e tagliare il cetriolo a rondelle ed infine e tagliare a listarelle il peperone eliminando l’interno dai semi. Pelare e tritare l’aglio. Inserire le verdure nel mixer, aggiungendo la mollica strizzata, l’olio e l’aceto, fino ad ottenere una salsa cremosa. Versare e setacciare il composto per eliminare eventuali pezzettini di bucce o semini. Se necessario aggiungere sale e pepe. Il gazpacho è pronto essere messo in frigo per un paio d’ore. Nel frattempo, in una teglia versare l’olio e dorare nel forno a 200° per circa cinque minuti i crostini di pane realizzati con la crosta del pane messo da parte.
POLPETTE DI MELANZANE
Un piatto versatile che può essere servito come antipasto, come contorno o un goloso secondo di verdure vegetariano. Facili e veloci da preparare. Per una versione light è possibile cucinare le polpette in forno.
Ingredienti: : 4 melanzane; 1 uovo; pane raffermo qb; sale; pepe; parmigiano grattugiato; spezie a piacere; pangrattato; olio di semi di arachide per friggere
Preparazione: Lavare accuratamente le melanzane. Cucinare e tagliare a cubetti le melanzane, tagliate a cubetti, in una casseruola con pochissima acqua. Quando saranno cotte, lasciarle raffreddare completamente. Aggiungete alla polpa di melanzane, l’uovo, il sale, il pepe, il parmigiano e il pane raffermo bagnato e strizzato. A scelta è possibile aggiungere alcune spezie come timo o basilico. Amalgamare il tutto con un cucchiaio. Preparate le polpette di melanzane, passandole prima nell’uovo e poi nel pan grattato. Friggere le polpette in abbondante olio per friggere.
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PLUMCAKE ALLE ALBICOCCHE
Un delizioso dolce da forno semplice, saporito e leggero, ideale per cominciare la giornata con una nota golosa. Ingredienti: 180 g di farina; 3 uova; 200 g di albicocche; 180 g di zucchero integrale di canna; 180 g di burro morbido; 1/2 bustina di lievito per dolci; 1 cucchiaino di estratto di vaniglia; 30 g di mandorle a lamelle; 1 pizzico di sale
Preparazione: Unire in una ciotola il burro insieme allo zucchero e montare il tutto fino ad ottenere un composto gonfio e spumoso. Aggiungere le uova, il sale e l’estratto di vaniglia, e incorporare la farina e il lievito setacciati. Unire all’impasto le albicocche tagliate a fettine, tenendone da parte alcune. Mescolare delicatamente con una spatola e versare il composto all’interno di uno stampo da cake da 25 x 11 cm. Aggiungere le mandorle a lamelle e cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 50-60 minuti.
Rubrica a cura di Sara Busato
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