Speciale congresso

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Modena - Reggio Emilia

NUMERO 7 . OTTOBRE 2017

IMPRESE TERRITORIO SPECIALE CONGRESSO

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Noi Impresa - PERIODICO DI INFORMAZIONE DI LAPAM CONFARTIGIANATO IMPRESE N° 353 • N.7 - 2017 POSTE ITALIANE SPA • SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 • (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) • ART. 1, COMMA 1, DCB (MODENA C.P.O) • EURO 2


SOMMARIO TUTTI I CONTENUTI DI QUESTO NUMERO

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SPECIALE CONGRESSO «HO SEMPRE LAVORATO PER GLI ARTIGIANI»

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SPECIALE CONGRESSO «FARE IMPRESA SIGNIFICA AVERE CORAGGIO»

EDITORIALE LA PAROLA AGLI IMPRENDITORI

EDITORIALE LIBERARE L’IMPRESA

EDITORIALE DIFENDERE L’ASSOCIAZIONISIMO VUOL DIRE STARE INSIEME

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SPECIALE CONGRESSO «LA RAPPRESANTANZA: IERI, OGGI E DOMANI»

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SPECIALE CONGRESSO «DI FRONTE ALLA RIVOLUZIONE DIGITALE LE PICCOLE IMPRESE DEVONO TROVARE NUOVI MODELLI DI BUSINESS»

SPECIALE CONGRESSO «I TAGLI CI HANNO PENALIZZATI, MA L’IMPEGNO PER IL TERRITORIO RIMANE»

SPECIALE CONGRESSO «RIMETTERE AL CENTRO DEL LAVORO UMANO»

SPECIALE CONGRESSO «L’IMPRESA DIFFUSA È UNA GRANDE RICCHEZZA PER IL NOSTRO TERRITORIO»

SPECIALE CONGRESSO UN LEGAME SEMPRE PIÙ STRETTO

SPECIALE CONGRESSO «CONTRIBUIRE A CREARE IL BENE COMUNE»

Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg. Trib. di Modena n. 457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Erio Luigi Munari - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari, Alberto Belluzzi, Daniele Casolari, Antonio Bellettini, Marco Minarelli, Fabio Ferrarini, Elena Baraldi - Hanno collaborato Marco Pignatti, Enzo Fanì, Carlo Alberto Medici, Christian Magnani, Franco Rubbiani, Andrea Cavallini Progetto grafico e impaginazione MediaMo - Fotografie MediaMo, Archivio Lapam - Stampa Golinelli SpA Per la pubblicità su Noi Impresa contatta MediaMo: info@ mediamo.net - Tel 059.350.269 - Fax 059.347.326

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INNOVAZIONE CON DIGITAL LAPAM L’IMPRESA È SEMPRE IN TASCA

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DONNE IMPRESA IMPRESE FEMMINILI ALLA PROVA DELLA CRISI

28 L’INTERVISTA CONTAMINAZIONE ED EMPATIA, COSÌ IMPRESE E FAB LAB POSSONO PRODURRE INNOVAZIONE

42 MODA MODA MAKERS, DAL 7 AL 9 NOVEMBRE LA MODA INTERNAZIONALE TORNA A CARPI

30 EVENTI ARIA FRESCA E DIGITALE, LA RICETTA TRENTINA PER L’INNOVAZIONE

43 BENESSERE LE BUONE PRASSI PER AUMENTARE IL FATTURATO DELLA PROPRIA ATTIVITÀ

32 ASSEMBLEA GENERALE LICOM MOTIVAZIONE E CONCENTRAZIONE, LE IDEE VINCENTI NASCONO DA QUI 34 CONFARTIGIANATO ASPIM MODENA E REGGIO SEGNALI POSITIVI, MA DIFFICOLTÀ NELL’ACCESSO AL CREDITO E “BUROFISCO” FRENANO LA RIPRESA 36 ALIMENTARI MOCA; PER GARANTIRE SICUREZZA ALIMENTARE 37 GIARDINIERI BONUS VERDE, UN PASSO IMPORTANTE NELLA DIREZIONE GIUSTA 38 MECCANICA DUE CORSI PER ACCRESCERE LE COMPETENZE DEL SETTORE METALMECCANIC

44 EDILIZIA RIPOSIZIONARSI NEL CANTIERE CHE CAMBIA 46 SCUOLE MODA E MARKETING, LE SCUOLE DI REGGIO SCOPRONO IL BELLO DEL MADE IN ITALY 47 PRIVACY TRATTAMENTO DATI: IN ARRIVO LA NORMATIVA. COSA C’È DA SAPERE? 48 WELFARE WELFARE E PRODUTTIVITÀ: COSA CAMBIA PER LE IMPRESE ARTIGIANE

40 EVENTI ISO 9001, È ORA DI AGGIORNARLA

SPORT E IMPRESA UN MODELLO IN NEROVERDE

41 ALIMENTARI INCONTRI CON BUYERS PROVENIENTI DA AUSTRIA, FRANCIA, SERBIA E CANADA

54 FOTONOTIZIA TROFEO “NOI IMPRESA”

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CORSI FORMART 3 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

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EDITORIALE CARLO ALBERTO ROSSI segretario generale Lapam Confartigianato

La parola agli imprenditori

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l Congresso Generale rappresenta un momento straordinariamente prezioso per la vita della nostra Associazione. È il momento in cui, a partire dalle Categorie Imprenditoriali, passando dalle 53 Sedi sul territorio, attraverso le Associazioni Federate e arrivando a celebrare il Congresso vero e proprio, si dà voce agli imprenditori. Imprenditori di diverso tipo: piccoli e meno piccoli, uomini e donne, con esperienza e giovani, artigiani, commercianti, liberi professionisti, tutti accomunati dalla volontà, che di per sé andrebbe premiata sempre, a maggior ragione in questi anni difficili, di intraprendere, di fare impresa. Ecco perché è fondamentale ascoltarne la voce e creare confronto in modo costruttivo, perché gli imprenditori sono, più di tutti gli altri, uomini del fare e forse proprio per questo la loro voce spesso e volentieri non viene ascoltata nei luoghi dove si dovrebbero prendere decisioni importanti e di buon senso. E, invece, è sempre più importante perché, altrimenti, il rischio è di dare spazio a nostalgie del passato che, come ben sappiamo, non tornerà o a idee

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Carlo Alberto Rossi

balzane di ‘decrescita felice’ piuttosto che di altri modelli di sviluppo che, semplicemente, non sono il nostro. Sul territorio di Modena e Reggio Emilia, in misura maggiore che altrove, è l’imprenditorialità diffusa a tenere insieme il sistema e dare le gambe per camminare. Nonostante le difficoltà, gli inciampi, i vari ostacoli che chi fa impresa deve superare … nonostante tutto questo è la propensione a mettersi in proprio, a sfidare il mercato e a vincere questa sfida che contribuisce in maniera determinante a conservare e implementare il livello di benessere di tutti i cittadini. Abbiamo dato la parola agli imprenditori e continueremo a dargliela, nei vari passaggi sono stati eletti centinaia di imprenditori nei vari consigli e nel Congresso Generale si eleggerà il nuovo Consiglio Direttivo che eleggerà Presidente e Giunta. E’ questo, quello fatto di serate di discussione e di momenti di confronto e dialogo, il nostro modo di far crescere l’associazione. Imprenditori e funzionari, insieme, per continuare a scommettere sul futuro.

EDITORIALE


EDITORIALE ERIO LUIGI MUNARI Presidente Lapam Confartigianato

Liberare l’impresa

L

iberare l’impresa può sembrare uno slogan: bello o brutto, comunque uno slogan che lascia solo un ricordo. Per me, per noi, liberare l’impresa non è uno slogan ma è un impegno: quello che come associazione vogliamo prenderci per essere, ancora, una forza di sviluppo per il nostro territorio. Non possiamo farcela da soli, questo lo sappiamo molto bene, e per questo negli ultimi anni abbiamo lavorato molto per costruire un dialogo costruttivo, ma franco, con altri soggetti. Penso al mondo accademico, alla nostra università di Modena e Reggio Emilia (che, come noi, ha saputo allargare lo sguardo oltre i confini delle ‘vecchiÈ province); penso agli enti locali, comuni in primis, che abbiamo sollecitato e interpellato in tante occasioni (dal convegno al Lago di Garda, di qualche anno fa, fino agli ultimi periodici Lapam Day) senza dimenticare la Regione Emilia-Romagna; penso ai rapporti più che cordiali con le istituzioni ecclesiali, a cominciare dagli amici vescovi passando per la visita da Papa Francesco; penso al dialogo con gli altri soggetti economici attraverso le consulte locali, ad esempio. Penso, ancora, alla grave crisi economica che, su una fetta importante del nostro territorio, è stata acuita dal terribile terremoto del 2012 che ha visto Lapam letteralmente in

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Erio Luigi Munari

prima linea, anche nei rapporti con l’amministrazione pubblica, per la ripartenza e la ricostruzione. Uno sforzo importante e non banale, che ha richiesto e richiede impegno ma che può portare frutti in favore del mondo imprenditoriale delle nostre zone. Vogliamo liberare l’impresa, darle la capacità di spingersi oltre, di scommettere sulle potenzialità date dall’export, di sfidare con coraggio le leggi del mercato, di resistere alla tentazione di delocalizzare, di mantenere la manifattura e di difendere i nostri straordinari e inimitabili distretti. L’associazione è sana e forte, ha saputo reagire alla crisi con lungimiranza, senza crogiolarsi nel passato (comunque molto importante), ma sapendo guardare avanti con coraggio. Le scelte fatte in questi anni hanno consentito, e consentiranno, di procedere in modo spedito verso un nuovo modo di fare rappresentanza, basato sulla competenza, sulla professionalità e, sempre, sulla passione degli imprenditori e dei dirigenti. Senza questa passione, senza questa voglia di metterci del proprio, Lapam Confartigianato Modena-Reggio Emilia non sarebbe arrivata fino qui con questa forza. Una forza che vuole contribuire a liberare l’impresa.

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EDITORIALE GIORGIO MERLETTI Presidente Nazionale di Confartigianato Imprese

Difendere l’associazionisimo vuol dire stare insieme

U

nità di valori e di intenti, solide basi nel passato che consentono di progettare, con fiducia, il futuro: questa è la forza espressa dal Sistema Confartigianato Imprese che da 70 anni assiste e guida gli artigiani e i piccoli imprenditori italiani. Oggi la tecnologia ha sostituito i tradizionali strumenti di lavoro. Internet ha annullato le distanze fisiche. Eppure le aziende virtuali, i consumi globalizzati, lo tsunami della crisi mondiale non sono riusciti a sconfiggere il nostro genius loci e a cambiare il modo tutto italiano di concepire il ‘fare impresa’. I nostri territori, la nostra economia, i nostri imprenditori spingono sull’innovazione ma continuando ad alimentarsi di quelle radici e di quelle tradizioni che ci distinguono dal resto del mondo. Tutto questo è anche il frutto dell’associazionismo, un bene prezioso che la crisi non è riuscita ad incrinare. Al contrario, i nostri valori dello ‘stare insieme, del ‘fare squadra’, del ‘fare rete, hanno vinto sui rischi della disgregazione e dell’isolamento e costituiscono le fondamenta sulle quali bisogna ricostruire un percorso di sviluppo sociale ed economico. Tutti dobbiamo impegnarci a difendere ed alimentare il patrimonio dell’associazionismo d’impresa. È un investimento per noi,

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per le nuove generazioni, per il futuro del nostro Paese. Da anni sento parlare di associazionismo al tramonto e oggi è tornato cruciale il dibattito sul ruolo dei corpi intermedi. Qualcuno li considera demodè, inutili, financo dannosi. Ma io dico che senza comunità di intenti e condivisione di obiettivi si finisce presto nell’individualismo sterile ed egoistico che non fa crescere l’economia e la società e quasi sempre condanna il più piccolo a favore del più grande, senza considerare se il più grande è il più capace. Del resto, che Italia sarebbe senza Confartigianato? Non esisterebbe quella rete di relazioni, solidarietà, stimoli, mutualismo, emulazione, spinta a migliorare che caratterizza il nostro sistema imprenditoriale. Non esisterebbero soluzioni e risposte a bisogni primari degli imprenditori: penso, ad esempio, ai Consorzi fidi per l’accesso al credito, agli Enti bilaterali per il mercato del lavoro e il welfare, ai consorzi per l’export e per l’acquisto di energia, alle iniziative per promuovere l’innovazione. Non esisterebbe l’attività di rappresentanza degli interessi degli imprenditori nei confronti degli interlocutori istituzionali, prezioso e irrinunciabile strumento di democrazia. È vero, però, che l’associazionismo deve

Giorgio Merletti

adeguarsi ai tempi e alle nuove esigenze degli imprenditori. Altrimenti si finisce per cedere alla tentazione della conservazione burocratica. L’artigianato e le piccole imprese sono un mondo in grande trasformazione: la crisi ha colpito duro, ha fatto selezione tra le imprese, ma è stata anche l’occasione per rinnovarsi ed innovare il modo di essere artigiano. In questo le nostre associazioni devono essere oggi più che mai dinamiche e reattive per accompagnare gli imprenditori nell’utilizzo delle nuove tecnologie, sostenerli nel cogliere le opportunità della rivoluzione digitale e delle aggregazioni in rete, tutelarli dalla voracità del fisco strumento di rifornimento di una spesa pubblica irrefrenabile, affiancarli nel posizionamento su nuovi mercati per portare nel mondo l’eccellenza del made in Italy. Ecco, queste sono le sfide alle quali siamo chiamati, tutti, in ogni territorio. E si possono vincere se ci impegneremo tutti insieme, nello spirito dell’associazionismo, con la passione, l’impegno, l’orgoglio di appartenenza a Confartigianato, con cui, ogni giorno, migliaia di persone lavorano al fianco degli imprenditori per contribuire ad una nuova fase di progresso sociale ed economico.

EDITORIALE


SPECIALE CONGRESSO

«Ho sempre lavorato per gli artigiani» Ivano Spallanzani, per anni presidente provinciale Lapam, poi regionale, infine nazionale Confartigianato, ricorda le battaglie ‘giocate’ tra gli anni ‘80 e il 2000

È

stato presidente provinciale a Modena, poi regionale e, infine dal 3 giugno 1988 al 23 novembre 2000, presidente nazionale Confartigianato. Ivano Spallanzani rappresenta una vera e propria memoria storica per l’associazione e ricorda, in questa intervista, gli anni di ‘battaglie’ in favore del mondo della piccola impresa. «Sono stati anni di grande battaglie sindacali – spiega Spallanzani, oggi presidente del Banco di Sassari del Gruppo Bper -. La prima fu la riforma previdenziale, ottenuta dopo anni nel 1990 in favore di artigiani, commercianti e agricoltori. La battaglia fu fatta da noi e dalla Cna, la vincemmo e fu una cosa grandiosa. Ha fatto sì che i lavoratori autonomi percepissero una pensione in

base al reddito dichiarato. Poi ci fu la famosa guerra contro la Minimum Tax, nel 1992/1993. Noi non firmammo perché era chiaro che Finanziaria sarebbe stato a carico del lavoro autonomo, un accordo contro il ceto medio tramite la Minimum tax e altre tasse dell’allora Governo Amato. Ci furono battaglie, contestazioni e manifestazioni in tutta Italia, fino a quando nel 1993 con una grande manifestazione il 19 ottobre e costringemmo il Governo Ciampi a chiedere la fiducia per togliere questa tassa. Una tassa che fece chiudere 91.300 imprese: scaricammo allora 91.300 chiavi davanti a Palazzo Chigi a simbolo delle aziende chiuse che comportarono il licenziamento di 40mila dipendenti».

Spallanzani prosegue nel suo racconto, ricco di aneddoti e di storia «Nel 1996, col Governo Prodi, facemmo l’accordo sul lavoro col ministro Treu e con il ministro Visco sugli studi di settore e l’Irap. Dissi a Visco di togliere burocrazia in cambio di una sensibilizzazione per gli artigiani su una regolarità fiscale. Visco, persona seria e uomo di grande esperienza, fece l’accordo sull’Irap e sugli Studi di Settore che erano diversi da quelli di oggi (che sono una depravazione mentale…). Erano seri, per combattere l’idea ‘artigiani uguale evasori’, per combattere la delegittimazione del mondo dell’artigianato e del commercio. Facemmo accordo, e poi ci sottopose l’Irap che eliminava sei o sette tasse. Feci fare proiezioni a Modena, Vicenza e Legnano per capire se si pagava di più o di meno: scoprimmo che si pagava meno e autorizzammo ad andare avanti. Cha la tassa fosse brutta, incostituzionale… interessava relativamente, si pagava meno e diminuiva il numero delle tasse, quello contava».

Ivano Spallanzani

Un’altra grande battaglia che ricorda l’ex presidente fu quella contro il cumulo tra reddito d’impresa e pensioni di anzianità, con il Governo Prodi nel 1997/1998 «L’allora onorevole Pennacchi aveva una fissazione contro di noi e volle introdurre il divieto di cumulo. Successe che 20.000 artigiani per non perdere la pensione cancellarono l’impresa. Il Governo avrebbe perso 1.800 miliardi perchè ci sarebbe stata maggiore evasione a monte e a valle, lo convincemmo a ridurre questo provve-

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dimento al 50% della pensione di anzianità. Poi venne il 1997: la sottosegretaria al lavoro, sempre l’onorevole Pennacchi, voleva trasferire tutti i soldi che lo Stato dava alle gestioni artigiani e commercianti a quelle dei lavoratori dipendenti. Voleva far vedere che lavoratori autonomi erano in passivo e i dipendenti in attivo. Allora facemmo scattare l’operazione ‘lumaca’. Il 23 dicembre 1997 tutti i camion andarono ai 30 all’ora in Italia. La Cna si ritirò, rimanemmo da soli e riuscimmo a recuperare il 50% di quello che ci era stato tolto grazie a questa battaglia».

Allora facemmo scattare l’operazione ‘lumaca’. Il 23 dicembre 1997 tutti i camion andarono ai 30 all’ora in Italia

Tra le altre iniziative Spallanzani ricorda quella contro la riduzione dei decibel per chi aveva apprendisti sotto i 18 anni (vinta da Confartigianato), con un aneddoto gustoso «Il ministro Salvi era irremovibile, ne parlai con l’allora vice presidente del Consiglio Mattarella, poi parlai col presidente D’Alema e la questione si risolse. Gli dissi che avremmo accettato questa direttiva se in discoteca si fosse suonato Romagna Mia col clarinetto...» Infine il 2000, col Governo Amato «Gli dissi di togliere il freno a mano tirato per l’economia del Paese, la burocrazia: andò alla Camera e disse esattamen-

te queste parole. Infine l’ultima battaglia che condussi come presidente nazionale fu quella sulla srl unipersonale, approvata al Senato a fine 2000. Ci diede una gran mano l’onorevole Paola Manzini, che poi purtroppo è scomparsa». Spallanzani identifica l’errore fondamentale della politica italiana verso le piccole imprese «Il motto siete troppo piccoli, diventate grandi, ha spinto il Parlamento a fare leggi come se tutti avessero mille dipendenti. È come dare una bistecca di un chilo a un bambino di un anno, è sbagliato e tutta la politica economica del Paese è sbagliata. Un giorno dissi al ministro Visco: ‘il sommerso c’è perché l’acqua è alta’. La gente non è che voglia evadere o si voglia nascondere, sono le leggi per una piccola impresa che sono inapplicabili».

Infine una battuta sull’equidistanza di Lapam dalla politica «È la scelta giusta, il sindacato deve fare così. Io non potevo entrare in politica, ho avuto offerte a destra e a sinistra, mi fu offerto di fare il Ministro del Lavoro, di fare il presidente della Regione Emilia-Romagna a destra e a sinistra, ho detto di no… Se lei si schiera quelli con cui è schierato dicono ‘tanto è con mÈ e non fanno niente, gli altri dicono ‘tanto è contro di me e non fanno niente. Ho sempre lavorato per fare gli interessi del mondo dell’artigianato».

Se lei si schiera quelli con cui è schierato dicono ‘tanto è con mÈ e non fanno niente, gli altri dicono ‘tanto è contro di mÈ e non fanno niente

«Quando lessi al Papa il saluto degli artigiani» «C’è un momento che ricordo con particolare affetto degli anni da presidente nazionale – spiega Spallanazani -. È il Giubileo del artigiani del 19 marzo 2000, con il Santo Padre Giovanni Paolo II. Ebbi l’idea e lo proposi in Vaticano nel 1998, il Papa accettò di buon grado e volle fortemente che l’incontro fosse fissato quel giorno, nonostante qualche problema e il fatto che il 19 marzo fosse domenica, giorno in cui non si svolgevano queste cerimonie abitualmente. Lessi davanti a Giovanni Paolo II il messaggio a nome degli artigiani di tutto il mondo in una piazza San Pietro gremita e fu davvero una emozione intensa. Il Papa, seppi in seguito, volle poi fare il giro della piazza a tutti i costi, nonostante la sua auto fosse già stata spedita in Israele per il viaggio in Terra Santa che sarebbe cominciato l’indomani. Fece allora il giro con un’auto scoperta, per la prima volta da quando, nel 1981, subì l’attentato da Ali Agca».

Ivano Spallanzani è stato presidente provinciale a Modena, poi regionale e, infine dal 3 giugno 1988 al 23 novembre 2000, presidente nazionale Confartigianato. È stato anche consigliere del Cnel e da ormai diversi anni ricopre il ruolo di presidente del Banco di Sassari istituto di credito del Gruppo Bper.

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«Fare impresa significa avere coraggio» Parla Gianfranco Ragonesi, per molti anni segretario regionale Confartigianato e oggi animatore della Fondazione Ceto Medio: “L’associazionismo deve tenere saldi i propri valori”

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ome è cambiato negli anni l’associazionismo d’impresa nel nostro Paese? E quali differenze tra tutelare le micro, piccole e medie imprese (che rappresentano la stragrande maggioranza del mondo dell’imprenditoria italiana) e le grandi? È più facile o più difficile, oggi, rappresentare questo mondo? «L’associazionismo d’impresa non deve cambiare nei valori, Non deve modificare l’identità e la specificità delle ragioni per

le quali nato. Ha il dovere di capire il cambiamento radicale che è avvenuto e sta avvenendo nella società, portando avanti idee e proposte valide ed efficaci per il tempo che stiamo vivendo. E questo vale tutti. Per le piccole imprese poi occorre uno sforzo particolare per capire e far capire alla politica che non si può ridurre tutto a generici e spesso solamente propagandistici encomi proclamati, magari in nostre assemblee ove si amano le sfilate. Occorre fare intendere che sono prioritari i programmi (e quindi i fatti concreti) a favore del ceto medio produttivo che in passato è stato il principale artefice del miracolo economico italiano e che oggi soffre un declino sul quali pochi, colpevolmente, riflettono e nessuno interviene con programmi politici adeguati. E anche noi al riguardo abbiamo qualche afasia».

Gianfranco Ragonesi

La lunga stagione di contrapposizione tra Dc e Pci prima e quella, comunque prolungata, di alternanza tra centrodestra e centrosinistra, come ha inciso sul fare associazione in favore delle piccole e medie imprese? «Immaginare la nascita, per esempio, del-

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la nostra organizzazione come strumento di un partito e quindi vederne i comportamenti come un fatto consequenziale è sbagliato. La nostra organizzazione fin dalle origini, in assoluta autonomia dai partiti, ha difeso solamente ed esclusivamente i valori e gli interessi dell’artigianato e della piccola impresa. Certo sempre si collocava questa azione nel contesto delle politiche economiche, sociali e di libertà dell’Occidente, perché ha sempre saputo che senza libertà politica non c’è libertà economica. Questo comportamento, consacrato anche nell’articolo 45 della Costituzione, ha significato promuovere proposte e provvedimenti indispensabili per la piccola impresa, come le Casse mutue (che oggi dovremmo forse rivalutare), la legge quadro, l’Artigiancassa (che oggi tanto ci manca), ecc. Queste battaglie non furono certo condivise da tutte le forze politiche e, qualche volta, nemmeno da tutte le Confederazioni». C’è una ‘specificità emiliana’ in questo tipo di rappresentanza? «In Emilia – Romagna l’associazionismo artigiano ha interpretato il proprio ruo-

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lo di rappresentanza abbattendo i confini dell’impresa artigiana in senso stretto e allargando l’orizzonte alla piccola e media impresa tout – court. Il sistema economico e produttivo emiliano romagnolo organizzato in distretti si è prestato a dare impulso a questa interpretazione olistica della rappresentanza e ha consentito alle associazioni economiche della piccola impresa di interpretare un ruolo non marginale». Quale è il pregio migliore e quale il peggior difetto di chi fa impresa, e in particolare di chi porta avanti le micro, piccole e medie imprese, nel nostro Paese? «Fare impresa oggi, come in passato, significa avere coraggio. Coraggio di affrontare una burocrazia pervasiva, che ostacola invece di assistere e sostenere. Coraggio di mettersi in gioco in un paese in cui la cultura dominante osteggia l’impresa, attribuendo all’imprenditore, in particolare il piccolo o l’artigiano, patenti corsare in luogo di capacità e ingegno spesso straordinarie. Coraggio di opporsi al pessimismo imperante con la for-

za dell’immaginazione e della creatività, contrastando l’immagine decadente del nostro paese che, sovente, l’intellighenzia radical chic, purtroppo anche successo, incoraggia con forza. Il difetto peggiore è di non avere la forza e la capacità di comunicare questo coraggio, da un lato per un intrinseco individualismo che, spesso, impedisce di fare fronte comune, dall’altro per aver rinunciato, anche da parte delle Associazioni, a creare cultura d’impresa, aver abdicato ad appropriarsi di spazi culturali forti, necessari a trasmettere la forza dell’intraprendere». Cosa manca oggi alla rappresentanza di questo mondo? Quali strumenti servono maggiormente per sostenere e dare impulso alla voglia di fare impresa? «La rappresentanza oggi si è indebolita per l’incapacità di cogliere gli elementi di sofferenza e criticità degli imprenditori, rinunciando, a volte, di contrastare con forza iniziative politiche fortemente lesive degli interessi della piccola impresa. L’associazionismo della piccola impresa si è fatto, spesso, sedurre dal compiacere la

politica, a dispetto degli interessi di coloro che avrebbe dovuto rappresentare». Infine, è vero che le micro, piccole e medie imprese devono crescere per poter competere nel mercato, o piuttosto sono necessari supporti, capacità di fare rete e sinergie per far fronte al mondo che cambia? «La complessità del mondo globale impone che l’associazionismo imprenditoriale trovi e metta a disposizione delle imprese strumenti utili a superare i nodi critici. Le nostre associazioni devono poter dare di più che servizi, devono interpretare bisogni e quindi, prima di tutto, comprenderli. È necessario trovare degli interpreti dei bisogni dei nostri associati, formare personale che traduca in fatti concreti le domande che provengono dalle imprese. Le associazioni devono, per continuare ad essere attrattive, cogliere gli elementi di trasformazione del mondo e, possibilmente, anticipare le tendenze, così da rendere disponibili all’impresa strumenti capaci di rispondere alle sfide di un modo in rapida e continua trasformazione».

Gianfranco Ragonesi è stato Segretario di Confartigianato Emilia-Romagna ed è Presidente della Fondazione Ceto Medio. E’ vice Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna e Presidente Onorario di Fraer Leasing.

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La rappresentanza: ieri, oggi e domani Giuseppe De Rita, fondatore del Censis e studioso della realtà italiana dal dopoguerra, ha accettato di rispondere alle nostre domande su come cambia l’associazionismo d’impresa: “I corpi intermedi torneranno a essere determinanti”

P

rofessore, che evoluzione ha avuto la rappresentanza del mondo imprenditoriale in questi ultimi decenni? «Prima era tutto un tema di vertice, romano e non solo. Tutte le associazioni di categoria erano centralizzate, ma negli anni ’60, ’70 e ‘80 abbiamo assistito a una sorta di localismo selvaggio, sono diventati importanti associazioni locali di artigiani e non. Pensate che negli anni ’70 l’avanzo attivo della bilancia dei pagamenti di Sassuolo e Prato messi insieme compensava lo sbilancio di tutto

il resto del Paese… Queste realtà locali erano potenti e riconosciute come tali nelle organizzazioni. Adesso viviamo il terzo passaggio, dalla dimensione orizzontale, localistica, ritorna la verticalità ma non di natura politica. Arrivano le filiere, che hanno una loro logica, quella dell’internazionalizzazione, dell’innovazione continuata, del garantire qualità e permanenza del brand. Anche gli amici di Sassuolo hanno portato avanti negli anni questa logica, ma adesso è più spietata. Faccio un esempio estremo: oggi difendere il ‘peperone di Carmagnola’ diventa un problema del peperone, non di Carmagnola o dell’industria alimentare italiana. Ora viviamo una fase un po’ confusa, questa necessità di una rappresentanza di filiera, non di territorio o di categoria, non si è ancora consolidato in una reale dimensione organizzativa».

Giuseppe De Rita

Quale rapporto tra mondo dell’associazionismo d’impresa e la politica? Viviamo un’epoca di frammentazione e parcellizzazione che investe anche il mondo economico e quello politico. «Il problema della parcellizzazione ri-

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guarda l’impresa ma anche tutta la società italiana: qualsiasi cosa oggi è parcellizzata. Pensiamo alle decine e decine di università e di master, alla conoscenza, alla comunicazione (i social, le televisioni…). Dire che la dimensione industriale della rappresentanza è parcellizzata è verissimo, ma è un problema generale e molto più ampio. Mi aspetto dal mondo associativo è che si faccia una riduzione una composizione della parcellizzazione e credo si vada, appunto, verso una logica di filiera e settoriale. Si tratta di un modo nuovo di fare aggregazione d’interessi e quindi aggregazione della rappresentanza. E’ più difficile rispetto al 1946, quando bastava richiamare in piazza un milione di operai o di contadini, a quei tempi fare rappresentanza era più facile. Quello che vedo ora è la reazione alla parcellizzazione che ogni imprenditore sente sulla sua pelle in azienda, sul mercato, nei rapporti finanziari… Questa realtà non può restare parcellizzata, deve andare verso qualcosa di più concretamente intermedio. È l’intermedio che dovrebbe vincere negli ultimi

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anni: certo tutti quelli che hanno visto la crisi dei corpi intermedi dicono che questi non sono stati in grado di reagire alla precarizzazione degli ultimi anni e dunque come fanno a riproporsi? Io credo si debba riproporre questa funzione e che siano necessari i livelli intermedi di rappresentanza». Eppure i corpi intermedi sono vissuti come un inciampo rispetto al leader. Diventa importante riprendere anche a fare formazione culturale in questo senso? «Che ci sia una crisi dei corpi intermedi è evidente, una crisi non solo d’immagine che i politici fanno vedere (magari preferiscono bypassarli per evitare problemi) ma anche una crisi interna. La crisi degli ultimi dieci anni non è solo colpa di chi governa e non voleva la mediazione, ma è anche responsabilità di un lavoro di rappresentanza che si è un po’ burocratizzato, un po’ politicizzato ai vertici. Ci sono stati errori notevoli da parte delle forze di rappresentanza, però

non è che anche abolendo per decreto tutti i sindacati, associazioni di categoria, tutte quelle imprenditoriali, tutti gli ordini professionali, vada poi tutto bene. Sono certo che di mediazione ci sarà sempre bisogno, di coalizioni tra professioni, tra classi sociali ci sarà sempre bisogno. Proprio perchè la frammentazione attuale è talmente forte che ciascuno di noi cerca di una aggregazione di tipo professionale, umano, religioso. La dimensione intermedia, dopo questo picco basso, è destinata a riprendere quota». Di cosa c’è bisogno oggi in Europa e in Italia, per ripartire davvero, al di là della questione squisitamente economica? Come ridare un nuovo slancio? «Vede, io ho una passione segreta in questo periodo che si chiama scopo. L’Europa non ha scopo, e tutto sommato se una società non si sa dare, non vuole, non può darsi scopi e obiettivi da raggiungere, ma deve soltanto regolare i propri

meccanismi interni, quella società va in crisi naturalmente. Coloro che hanno più vitalità, penso ai cinesi, agli indiani, agli stessi arabi, sono quelli che hanno uno scopo. Uno va ad Abu Dhabi e dice ‘ma che è ‘sta roba?’. Hanno i soldi e si sono detti cosa vogliamo, il più grande scalo intercontinentale del mondo e ci hanno costruito intorno una città e un modo di vivere. Hanno degli scopi, noi europei abbiamo purtroppo ne abbiamo solo di regolazione (magari dei bilanci dello Stato), di conservazione (magari patrimonio idrogeologico o artistico), abbiamo problemi in qualche modo di mantenere la bellezza o la civiltà del vivere. Tutte cose belle: coltivare la qualità del vivere, regolare i conti, valorizzare i patrimoni culturali e artistici… ma sono tutte cose che hanno un elemento statico, non innescano dinamiche perchè la dinamica si innesca soltanto se c’è un obiettivo. Senza uno scopo collettivo non nasce nessuna dinamica sociale, nascono soltanto dinamiche di natura personale».

Giuseppe De Rita Consigliere delegato del Censis, nel 1974 ne è diventato segretario generale. Dal 1989 al 2000 è stato presidente del Cnel. Alla guida del Censis l’istituto si è distinto nel panorama della ricerca sociologica sui mutamenti economico-sociali, di mentalità e di costume degli ultimi decenni.

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SPECIALE CONGRESSO ENZO RULLANI

«Di fronte alla rivoluzione digitale le piccole imprese devono trovare nuovi modelli di business» È l’invito di Enzo Rullani, tra i massimi esperti di distretti industriali italiani, ospite del congresso generale della nostra associazione, domenica 29 ottobre

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Enzo Rullani

a crisi 2008-14 ha oscurato la nostra percezione del futuro, costringendo molte imprese ad adottare un orizzonte di breve termine, spesso non per scelta, ma per garantire la propria sopravvivenza in un contesto competitivo diventato, giorno per giorno, più difficile. È una storia che ha comportato perdite importanti, arrivando, nei sei anni, ad una contrazione media del 25% della produzione industriale. Ma, oggi, il peggio sembra passato, e la maggior parte delle imprese sopravvissute comincia a guardare nuovamente al futuro. Domandandosi che cosa sia necessario fare per avere un ruolo attivo nella sua costruzione, invece di essere a rimorchio degli eventi e delle iniziative dei temibili concorrenti – tecnologici, da un lato, low cost, dall’altro - che ormai sono presenti un po’ in tutti i mercati. Oggi forse – come indicano i dati congiunturali - stiamo uscendo dal “tunnel” della recessione, che ha segnato gli ultimi anni. Ma, tornando a rivedere il sole, ci accorgiamo che quello che è successo negli ultimi

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anni è qualcosa di molto diverso da una crisi ciclica. Piuttosto ci siamo trovati nel bel mezzo di una transizione: un cambio di paradigma, ossia una trasformazione del nostro modo di vivere e di lavorare, che sta prendendo corpo lungo due assi complementari, capaci di rinforzarsi vicenda: - la digitalizzazione delle conoscenze, delle comunicazioni e delle macchine; - la globalizzazione dei mercati, sia dal lato della catena di fornitura che da quello delle vendite. Tutte le imprese hanno ormai esperienza diretta – e quotidiana – del nuovo ambiente digitale/globale in cui, volenti o nolenti, devono muoversi. Ma non hanno ancora ben capito – tranne alcune eccezioni di assoluto rilievo – come affrontare la nuova situazione. Nella maggior parte dei casi, ci si limita a sperimentare qualcosa di nuovo e a realizzare qualche adattamento incrementale al divenire digitale e globale del proprio ambiente competitivo. Questo adattamento flessibile, che consente pragmaticamente di non uscire dal gioco, prolunga in realtà l’atteggiamento attendista che le imprese hanno prudenzialmente adottato – a ragione – negli anni duri della crisi. Ma non basta per gestire in modo efficace la transizione in corso. Crisi e transizione richiedono comportamenti profondamente diversi. La crisi, infatti, è come una malattia: si prende un’in-

fluenza per un colpo di freddo, ci si mette a riposo e, con l’aiuto di qualche dottore e di qualche terapia si aspetta il tempo necessario per guarire, tenendo il “motore” al minimo. Il giorno che si torna di nuovo in forze ci si alza e – se tutto è andato bene – si riprende a fare quello che si era soliti fare prima. La transizione da un paradigma ad un altro è tutt’altra cosa. Quando il vecchio paradigma entra in crisi, e comincia ad essere de-costruito pezzo per pezzo, ci si trova infatti nel mezzo di un cantiere in cui si accumulano macerie. Inutile usare i materiali di risulta per riparare le falle del vecchio edificio: la forza del nuovo finirebbe per tirare giù quanto si cerca di riparare o correggere. È arrivato invece il momento di guardare in un’altra direzione, usando il cantiere e le pre-esistenze per progettare e costruire – gradualmente ma fin da ora – un nuovo edificio, coerente con le esigenze e possibilità del paradigma emergente. Il che significa, fondamentalmente, tre cose: a) bisogna elaborare un progetto di futuro, credendo nelle proprie idee e capacità. A tal fine bisogna identificare le forze che muovono la transizione in corso, introducendo gli strumenti e le innovazioni che consentono di utilizzare a proprio vantaggio il cambiamento, in senso digitale e globale, del sistema complessivo; b) bisogna fare gli investimenti necessari in tecnologia, ma anche in conoscenza e in creatività, in modo da intercettare il

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nuovo, assumendo i rischi necessari; c) bisogna essere ambiziosi nella fissazione del traguardo finale, definito sul lungo termine, e cercare nell’immediato la collaborazione di altri, che sono in grado di contribuire al progetto mettendo in condivisione le proprie conoscenze e competenze, i propri capitali, le proprie idee. Facile a dirsi, difficile a farsi, purtroppo. Osservando il difficile adeguamento dei modelli di business delle piccole imprese alle esigenze di oggi, va ormai di moda dire che le piccole imprese sono la palla al piede del nostro paese, e che l’unica soluzione per essere competitivi nel mondo globale/ digitale di oggi è quella di puntare tutte le chances sulle grandi e grandissime imprese. Niente di più lontano dalla realtà. Non solo perché ogni paese è quello che è, per cui serve a poco immaginare cosa succederebbe se fosse un altro. Ma anche perché nella riorganizzazione economica e sociale innescata dalla digitalizzazione c’è spazio per lo sviluppo di grandi piattaforme (modello Alphabet-Google, Facebook, Apple, Amazon, Microsoft ecc.) ma anche per iniziative che nascono dal basso, grazie all’empowerment cognitivo e relazionale che le reti digitali forniscono ai singoli produttori, ricercatori, consumatori e cittadini. Ossia a soggetti di piccola dimensione che in passato avevano scarse o nulle capacità di iniziativa e che oggi possono invece elaborare idee innovative usando le fonti

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reperibili in rete, sono in grado – grazie alla connessione in rete - di fare proposte innovative a potenziali users, magari moltiplicando fatturato e profitti in modo esponenziale (se l’idea proposta ha successo). A una condizione: che siano in grado di gestire con intelligenza tecnica e creativa la codificazione digitale, utilizzandola come mezzo per mettere le proprie capacità intellettuali e pratiche al servizio di chi – potenzialmente – ne ha bisogno. Per assumere questo ruolo attivo, e propositivo, le piccole imprese devono tuttavia cambiare i modelli di business attuali, muovendosi in tre direzioni critiche: a) elaborare nuove idee in contesti di condivisione che diano luogo a veri e propri cluster creativi, che oggi non possono essere più i distretti di provenienza, come in passato, ma devono aprirsi alle conoscenze e ai servizi rari presenti in alcune aree metropolitane (vedi il Salone del Mobile a Milano); b) trasformare queste idee in modelli replicabili, da propagare e moltiplicare attraverso filiere globali, a cui la piccola impresa deve cercare di contribuire, assumendo ruolo distintivo e non facilmente sostituibile (ad esempio, un ruolo di co-innovazione col committente);

c) imparare a muoversi nelle reti cognitive globali che danno accesso alla conoscenza codificata (della scienza, della tecnologia, dei programmi e apps, dei dati e dei robot, dei significati e dei marchi), come condizione di partenza per realizzare con rapidità e a basso costo innovazioni che stanno sulla frontiera della conoscenza. Va da sé che lo sviluppo di questo nuovo modello di business, articolato nelle tre funzioni sopra richiamate, deve mobilitare le energie non solo di singole imprese, ma soprattutto di reti, filiere e alleanze che usano la forza della condivisione e della reciproca specializzazione. Solo lungo questo percorso le innovazioni diventano realmente sostenibili, perché riescono a realizzare un surplus di filiera che alimenta con mezzi adeguati la crescita delle conoscenze nei cluster creativi e l’investimento nelle filiere e nelle reti cognitive globali. È un percorso che comincia nel presente e che guarda al futuro, forse non immediato. Ma per avere possibilità di successo bisogna che un percorso consapevole di transizione prenda forma sin da adesso, mobilitando anche le associazioni della rappresentanza che possono presidiare le innovazioni collettive necessarie. L’importante è partire, attrezzandosi per imparare a risolvere i problemi che si incontreranno strada facendo. Anche un lungo cammino comincia con un primo passo.

Va da sé che lo sviluppo di questo nuovo modello di business, deve mobilitare le energie non solo di singole imprese, ma soprattutto di reti, filiere e alleanze

Enzo Rullani è professore ordinario di Strategie d’impresa nell’Università Ca’ Foscari di Venezia. È autore di Economia della conoscenza. Creatività e valore nel capitalismo delle reti (Roma 2004) e La fabbrica dell’immateriale. Produrre valore con la conoscenza (Roma 2004).

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«L’impresa diffusa è una grande ricchezza per il nostro territorio» Il sindaco di Modena, e presidente della Provincia, Gian Carlo Muzzarelli: “Per pensare al futuro occorre sostenere il lavoro”

Gian Carlo Muzzarelli

rio. L’abbiamo sottoscritto insieme a tutti i protagonisti del territorio. Lì ci sono obiettivi comuni e abbiamo scritto impegni del pubblico e del privato, in una qualificazione della città che parte da ricerca, innovazione e smart city, investimenti, lavoro, sicurezza. Il cuore del Patto è quello di mettere al centro le nuove generazioni, in termini di educazione e formazione, ingresso nel mercato del lavoro e buona occupazione, attraverso l’intensificazione dell’alternanza scuola/lavoro, il sostegno al passaggio generazionale nelle Piccole e medie imprese, la nascita di nuove imprese giovanili, la valorizzazione dei nuovi talenti nella vita economica, sociale e culturale della comunità».

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apam Confartigianato, ormai da anni, punta sull’interlocuzione con le amministrazioni locali. Cosa può offrire un’associazione imprenditoriale all’ente locale e viceversa? Cosa state facendo in favore delle piccole e medie imprese del territorio? «Il nostro quadro di riferimento è il Patto per la Crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva di Modena e del suo territo-

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Su cosa si sta muovendo l’amministrazione comunale di Modena in questo periodo? «Come noto, la nostra Amministrazione ha dato rinnovato impulso agli investimenti pubblici a partire da scuole (tornano in centro le Sigonio e il Venturi, cantieri attualmente in corso) e smart city (pensiamo al wifi libero, gratuito e diffuso, ed alla banda ultralarga nei nuovi quartieri arti-

giani). I dati economici ci dicono che la ripresa degli investimenti c’è anche nell’attività privata, e questo si accompagna a crescita economica e riduzione della disoccupazione. È evidente che in questo contesto rimane forte il ruolo delle piccole medie imprese, e dell’artigianato, che del resto sono imprese da sempre forti e cruciali per il tessuto socioeconomico di Modena».

È evidente che in questo contesto rimane forte il ruolo delle piccole medie imprese, e dell’artigianato

Come fare per rendere sempre più adeguati e significativi i luoghi di confronto tra il mondo politico, a livello amministrativo, e quello economico? «Il Tavolo Crescita che periodicamente convochiamo e in cui siedono tutti i firmatari del Patto per la Crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva, è la sede privilegiata di incontro. Oltre a questa, sono tante le occasioni di confronto, sia relativamente a temi generali che a singoli

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aspetti delle politiche comunali. Un esempio interessante mi sembra l’iniziativa di Lapam, svoltasi nell’ambito della prima edizione del Festival After Futuri digitali per avvicinare e sensibilizzare associati ed imprenditori artigiani sui temi della banda larga, delle opportunità che si possono trovare sulla rete e nel web, e più in generale nel ricorso alle tecnologie ICT. Questo è solo uno degli esempi ma è indicativo: bisogna continuare su questa direzione, con la partecipazione di associazioni come la vostra nei tanti momenti culturali, e in genere comunitari, della vita della città. È importante che le associazioni portino il loro contributo fattivo e diretto alla vita pubblica». La provincia di Modena ha un tessuto di piccoli e medi imprenditori molto

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ricco. Quale valore aggiunto porta questo tessuto? E un’associazione imprenditoriale, quale è Lapam Confartigianato, come si pone nel tessuto economico e sociale del territorio? «Come dicevo, si tratta di un tessuto fondamentale per tutti i modenesi. L’imprenditoria diffusa, a partire dalle imprese artigiane, è una ricchezza che è parte importante del territorio, e non è solo un dato economico: è un dato di cultura, ed è il portato di donne e uomini che si mettono in gioco con idee, professionalità, creatività ed inventiva. È la conferma che accanto alla grande e media impresa c’è un tessuto imprenditoriale vivace che si sta rinnovando: questo è per sua natura un valore aggiunto, e contribuisce a benessere ed occupazione. Lapam, nonostante tutti i sistemi di rappre-

sentanza siano in fase di difficoltà, in un periodo di antipolitica ed egoismi e chiusure corporative, dimostra che nel modenese le associazioni continuano a svolgere un ruolo importante e riconosciuto. Credo quindi, r i s p on d e n d o alla sua domanda, che sia importante che venga rafforzata la capacità di trasmettere una visione d’insieme al mondo produttivo. spiegando e conciliando gli interessi di settore con gli interessi generali, e viceversa».

L’imprenditoria diffusa, a partire dalle imprese artigiane, è una ricchezza che è parte importante del territorio, e non è solo un dato economico

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«I tagli ci hanno penalizzati, ma l’impegno per il territorio rimane»

Gianmaria Manghi

Giammaria Manghi, presidente della Provincia Reggiana a colloquio con Lapam

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residente Manghi, partiamo dalla Riforma Delrio e dalla bocciatura del referendum costituzionale. Ad oggi le province italiane hanno subito tagli draconiani dal governo centrale, eppure - nonostante i propositi di riforma - hanno mantenuto invariate (o quasi) le competenze. Che ripercussioni ha questa situazione nel nostro Paese e, in particolare, sul territorio reggiano?

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«Pesanti. La Legge Delrio ha riformato le Province, togliendo loro diverse competenze, ma lasciandone comunque alcune importanti, in particolare per la sicurezza dei cittadini a partire dalla manutenzione di 130.000 km di strade, un migliaio circa solo nel Reggiano, e di oltre 5.000 scuole superiori frequentate da più di 2,5 milioni di studenti. E il referendum di dicembre ha stabilito che le Province restano nella Costituzione. Il punto è che oggi, a causa dei tagli dello Stato, le Province non sono assolutamente nelle condizioni di poter fare in maniera adeguata, quello che a loro compete, in particolare nella parte inerente gli investimenti. Lo certifica lo stesso Stato attraverso la Sose, la società del Ministero dell’Economia che stabilisce i fabbisogni standard degli enti locali, per la quale il disavanzo delle Province italiane è pari a 651 milioni di euro, 53 dei quali in Emilia-Romagna, mentre alla sola Provincia di Reggio Emilia per esercitare le funzioni rimaste dopo la Legge 56/2014 mancano 6,6 milioni. In particolare, per quanto riguarda il nostro territorio, anche qui la spending review non ha di certo fatto sconti: solo tra il 2013 e il 2017 la Provincia di Reggio Emi-

lia ha dovuto restituire allo Stato qualcosa come 98,9 milioni di euro, quasi 20 milioni all’anno in meno da spendere. Grazie però a una gestione dell’ente che è sempre stata attenta, siamo riusciti ogni anno a chiudere i bilanci, la Provincia di Reggio Emilia non è in predissesto come alcune altre realtà italiane e nemmeno si sono verificati ritardi nei pagamenti degli stipendi del personale. Inoltre, siamo riusciti a individuare forme inedite per reperire almeno in parte le risorse necessarie per esercitare le nostre funzioni in maniera dignitosa: il piano di alienazione del nostro patrimonio immobiliare, ad esempio, ha finora fruttato quasi 5 milioni di euro, permettendoci di eseguire una consistente serie di interventi di manutenzione stradale e di rimettere in campo il progetto del nuovo polo scolastico che intendiamo realizzare in via Fratelli Rosselli, grazie anche a finanziamenti statali».

siamo riusciti ogni anno a chiudere i bilanci, la Provincia di Reggio Emilia non è in predissesto come alcune altre realtà italiane

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Il disegno di riforma degli enti ha però indotto la Provincia ad uscire da partecipazioni rilevanti per il territorio come Reggio Emilia Innovazione, Trasporto pubblico Emilia Romagna o Ferrovie Emilia Romagna. Come giudica questa "razionalizzazione forzata"? «Si è trattato di una logica conseguenza della Legge Delrio, che ha ridefinito l’identità delle Province attraverso l’attribuzione di un campo circoscritto di funzioni, in combinato con quanto disposto dalle recenti normative statali in tema di partecipazioni. Nel 2014 la Provincia di Reggio Emilia era presente in 16 società pubblico-private, nel 2015 le abbiamo portate a 10, ora ne restano 6. Al di là delle società nel frattempo finite in liquidazione, credo sia condivisibile che la Provincia, come del resto un Comu-

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ne o la Regione, partecipi esclusivamente a realtà che operano in ambiti strategici o di competenza dell’ente, come appunto i trasporti. Per questo siamo rimasti ad esempio in Autobrennero, Agenzia locale per la mobilità e il trasporto pubblico e Aeroporto di Reggio Emilia srl: l’uscita da Tper e Fer, in realtà, è dovuta essenzialmente al fatto che si trattava di partecipazioni marginali, entrambe sotto l’1%, mentre Rei non risultava più in linea con le funzioni assegnate alle Province». Il progetto di riforma delle Camere di Commercio toccherà anche Reggio. Dal suo punto di vista quali ripercussioni avrà l'accorpamento tra Reggio, Parma e Piacenza sul tessuto economico locale? «Credo positive. La logica di area vasta è uno degli aspetti positivi contenuti nel-

la Legge Delrio. Il referendum costituzionale ha allontanato tale approdo per le Province sul piano della ridefinizione dei confini amministrativi, anche se - ad esempio - quando nei mesi scorsi si è trattato di varare le nuove Destinazioni turistiche, come disposto dalla legislazione regionale, abbiamo deciso di unirci con Parma e Piacenza in un unico ambito territoriale denominato Emilia. Per ottimizzare servizi e risorse e competere con le più evolute aree d’Europa, ormai moltissime associazioni di categoria, centrali cooperative, multiutility e aziende di trasporti – seppur con schemi non omologhi – ragionano e operano in ottica interprovinciale. E nello specifico va dato atto a Lapam Confartigianato di essere stata, con l’aggregazione “reggiano-modenese” del 2012, antesignana di questo nuovo approccio di visione».

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SPECIALE CONGRESSO ANGELO O. ANDRISANO Rettore Università di Modena e Reggio Emilia

Un legame sempre più stretto

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Angelo Andrisano

l legame tra l’Università di Modena e Reggio Emilia e le realtà imprenditoriali del territorio è sempre più stretto e coinvolge un numero crescente di soggetti. Lo confermano i dati relativi ai tirocini formativi attivati dal nostro ateneo, che sono passati dai 2.200 del 2013 ai 2.600 del 2016, ma anche i dati relativi ad una manifestazione come il Morejobs, iniziativa nata per favorire l’incontro tra domanda e offerta, e arrivata quest’anno a contare 107 aziende aderenti (75 due anni fa) .

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Per realizzare percorsi di studio mirati e per favorire il confronto tra il mondo universitario e le realtà produttive del territorio sono stati istituiti, già da alcuni anni, comitati di indirizzo, ossia gruppi di lavoro, composti sia da personale docente sia da esponenti del mondo del lavoro, che si impegnano a sintonizzare i contenuti formativi e le esigenze espresse dal contesto socio-economico a cui principalmente è rivolta la nostra offerta didattica. Uno dei più brillanti esempi dello stretto legame tra Unimore e territorio è rappresentato dalla recente attivazione del nuovo corso interateneo in lingua inglese “Advanced Automotive Engineering”; iniziativa del Dipartimento di Ingegneria “Enzo Ferrari”, decollata nel mese di settembre di questo anno e realizzata in collaborazione con gli atenei di Bologna, Parma e Ferrara, insieme alle più prestigiose aziende automotive (Ferrari, Maserati, Alfa Romeo, Lamborghini, Du-

cati, Dallara, Scuderia Toro Rosso, Haas, Hpe-Coxa e Magneti Marelli). I giovani interessati possono iscriversi a sei indirizzi di specializzazione del corso, tra cui ricordiamo Advanced Powertrain, Advanced Motorcycle Engineering, Advanced Sportscar Manufacturing, High Performance Car Design, Racing Car Design e Advanced Automotive Electronic Engineering, e possono ancora farlo fino alla scadenza delle immatricolazioni, fissata al 22 dicembre 2017. Si ritiene che le nuove professionalità che usciranno dai suddetti corsi potranno essere di interesse non solo per le aziende costruttrici, ma anche per tutte le filiere di subfornitura. Per quanto riguarda gli sbocchi occupazionali ricordiamo che Unimore, grazie alla costante attenzione al problema specifico e alle soluzioni organizzative impostate, è prima a livello nazionale, tra gli atenei generalisti di medie dimensioni (più di mille laureati all’anno), per il maggior tasso di occupazione.

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SPECIALE CONGRESSO MASSIMO CAMISASCA Vescovo di Reggio Emilia – Guastalla

«Rimettere al centro l’importanza del lavoro umano» In vista del congresso di Lapam Confartigianato dal titolo Liberare l’impresa che si terrà dal 27 al 29 ottobre, vorrei raggiungere tutti i partecipanti e gli organizzatori con un mio personale saluto. Auguro che questo raduno possa essere l’occasione per rimettere al centro l’importanza del lavoro umano e per riscoprire la necessità di forme sempre nuove ed efficaci di collaborazione che possano sostenere questa fondamentale dimensione umana. Come ha affermato il Concilio Vaticano II, infatti, attraverso la loro opera, gli uomini «prolungano l'opera del Creatore, si rendono utili ai propri fratelli, e donano un contributo personale alla realizzazione del piano provvidenziale di Dio nella storia» (Gaudium et spes, 34).

ERIO CASTELLUCCI Arcivescovo di Modena - Nonantola

«Contribuire a creare il bene comune»

L'appuntamento del congresso rappresenta un momento importante per ogni organizzazione, perchè consente di aprirsi al dialogo e al confronto e cercare una strada comune. L'augurio che esprimo è di rendere questo dialogo sempre più capace di elaborare proposte in grado di aiutare e sostenere l'importante ambito dell'imprenditoria diffusa, profondamente radicata nel territorio in cui vivono dipendenti, collaboratori e tante persone legate alle attività che conducete. La coesione sociale è un valore mai scontato - specialmente ai nostri giorni - e contribuisce a creare il bene comune, il bene di tutti. Contribuire a fondare il bene comune a partire dall'ingegno dell'imprenditore e dalla sua etica è anche un modo, per il credente, di partecipare all'opera di Dio.

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INNOVAZIONE

Con Digital Lapam l’impresa è sempre in tasca Presentata ad After futuri digitali, la nuova piattaforma integrata di servizi alle imprese pensata da Lapam. L’intervista di Enrico Pagliarini (Radio 24) a Luca Puccini, vicedirettore e responsabile del progetto

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uanto è importante il digitale e quali possibilità apre una connessione ultra veloce alle aziende che vogliono innovare i propri processi interni? È questa la domanda che ha animato l’evento “Il Digitale nei servizi alle imprese”, organizzato da Lapam in occasione del festival After- futuri digitali, venerdì 29 settembre nella sala di Rappresentanza del Comune di Modena. Due ore ricche di spunti in cui Carlo Alberto Rossi e Luca Puccini, rispettivamente segretario generale e vicedirettore Lapam, hanno illustrato la strategia digitale dell’associazione per i prossimi anni e in cui Damiano Pietri, presidente nazionale dei giovani imprenditori Confartigianato ha fatto il punto su quanto sta portando avanti l’organizzazione per sensibilizzare le imprese associate a questi temi; Industria 4.0 in primis. Enrico Pagliarini, giornalista di Radio 24 e conduttore di 2024, ha moderato l’incontro a cui hanno partecipato anche il sindaco Gian Carlo Muzzarelli che ha

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fatto il punto sulla connessione a banda ultra larga nelle varie zone della città e di Ludovica Carla Ferrari, assessore alle Attività produttive e Smart city, promotrice della prima edizione del festival che l’anno prossimo si terrà a Reggio Emilia. Tra i temi toccati particolare rilievo ha occupato Digital Lapam, il nuovo servizio dedicato alle imprese che la nostra associazione lancerà agli inizi del 2018. Una piattaforma integrata realizzata in collaborazione di SB Italia, azienda leader nel settore ICT, che permetterà alle imprese di accedere comodamente a tutti i servizi erogati da Lapam. Proprio su quest’ultimo punto abbiamo raccolto l’intervista di Enrico Pagliarini a Luca Puccini, vicedirettore Lapam e responsabile del progetto Digital Lapam. Banda ultra larga, nuovi servizi digitali, Industria 4.0. Il mondo delle imprese è attraversato da una profonda trasformazione. Come si sta preparando Lapam? «Lapam ha intenzione di sfruttare le opportunità offerte dalle nuove tecnologie digitali e dall’avvento della banda ultra larga, per ottimizzare i propri processi ma soprattutto per innovare e accrescere la proposta dei propri servizi e aumentare la qualità e l’efficacia della consulenza. In particolare stiamo implementando soluzioni online che, partendo dalla digitalizzazione dei processi e dei documenti, consentiranno alle nostre imprese di monitorare costantemente i propri dati

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aziendali, non solo fiscali ma anche e soprattutto gestionali; gestire direttamente da casa o dal proprio ufficio la trasmissione e l’acquisizione dei propri documenti fiscali senza doversi recare fisicamente presso i nostri uffici; avere costantemente a portata di mano i propri dati e documenti e quindi risparmiare tempo e risorse nella gestione delle proprie attività amministrative, mettere in sicurezza e in conservazione sostitutiva tutti i documenti fiscali con conseguente riduzione di costi per archivi e cancelleria»

Tutto questo nel progetto Digital Lapam. Può illustrarci nel dettaglio di cosa si tratta? «Digital Lapam è una piattaforma gestionale accessibile tramite portale o App, su dispositivi mobili o su desktop, che offre diversi servizi. Ci sarà un’area utility con numerose applicazioni integrate nel portale e nella App, a supporto delle attività amministrative delle imprese: Funzioni di upload e trasmissione a Lapam dei propri documenti fiscali direttamente da App o da portale, in formato pdf, jpg o xml. Sarà poi disponibile un modulo di fatturazione semplice per l’elaborazione e l’invio delle proprie fatture, sia in formato tradizionale sia in formato elettronico. Un modulo di Gestione PEC per la consultazione e l’invio di posta elettronica, oltre all’integrazione di servizi a cui molti clienti sono già abituati come InBusta, che consen-

te alle imprese con dipendenti di gestire la consegna e l’archiviazione delle buste paga e le comunicazioni aziendali ai propri dipendenti. Sarà poi presente un’area di reportistica gestionale volta a stimolare le aziende associate nella lettura e nell’analisi dei principali indicatori aziendali a cui sarà abbinata un’area di consulenti d’impresa, che assisteranno in modo pro attivo le nostre imprese, partendo appunto da un’analisi dei dati. Infine ci sarà un’area comprensiva di archiviazione digitale dei documenti fiscali, amministrativi e paghe, consultabile in modo semplice e in mobilità su qualunque device che permetterà alle aziende di abbandonare l’archiviazione cartacea di tutti i propri documenti». Un servizio davvero interessante. Curiosità: esistono associazioni di categoria che offrono un servizio simile? «Che io sappia no. Probabilmente saremo la prima realtà, nell’ambito dei servizi amministrativi alle imprese, che offrirà una piattaforma integrata di questo tipo e che sarà in grado di offrire ai propri clienti la possibilità di portare in Conservazione sostitutiva tutta la documentazione fiscale e non solo quella obbligatoria per legge». Che scenari si aprono una volta che Digital Lapam andrà a regime? «Un progetto di questo tipo ritengo che potrà aprire scenari che fino a qualche mese fa nel nostro settore, specialmente nell’ambito dei servizi fiscali, erano impensabili. Pensiamo allo smart working o al telelavoro. Attraverso la digitalizzazione dei documenti alcune tipologie di operatori potranno operare da remoto o direttamente dalla propria abitazione, con una semplice connessione a internet. Ma pensiamo anche alla possibilità di sviluppo di servizi fisco contabili gestiti completamente on line. Con la digitalizzazione, non solo gli operatori ma anche i clienti possono operare completamente on line, abbattendo i vincoli territoriali legati alla consegna fisica dei documenti cartacei».

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DONNE IMPRESA

Imprese femminili alla prova della crisi Un’analisi dell’Ufficio studi Lapam evidenzia l’andamento dell’imprenditoria femminile negli ultimi cinque anni Imprese femminili di Modena e Reggio Emilia Storico 5 anni (attive) - 2012 / 2016

2102

2013

2014

2015

2016

Modena

Modena

Modena

Modena

Modena

14278

14225

13795

13914

13942

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Reggio Emilia

Reggio Emilia

Reggio Emilia

Reggio Emilia

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9577

9452

8855

8930

8964

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e Imprese femminili rappresentano una parte consistente del tessuto economico delle due province di Modena e Reggio Emilia. Gli ultimi dati definitivi di fine anno (2016) fissano in 13.942 e 8.964 le imprese a conduzione femminile rispettivamente di Modena e Reggio Emilia. Negli ultimi cinque anni (2012-2016) le imprese femminili sono diminuite dal punto di vista numerico sia a Modena che a Reggio Emilia. Per quanto riguarda Modena la diminuzione è di meno 336 imprese, pari a - 2,3%. Per quanto riguarda Reggio Emilia la diminuzione è più significativa, pari a meno 613 imprese, - 6,4%.

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DONNE IMPRESA

Servizi 4557 32,7% Commercio 3540 25,4%

Modena

Manifatturiero 2157 15,5% Servizi 2853 31,8% Reggio Emilia

Commercio 2328 26% Manifatturiero 1123 12,5%

Incidenza primi 3 settori economici (valore assoluto e percentuale)

In entrambe le province la flessione maggiore, il punto di crisi, si manifesta nell’anno 2014, mentre si notano segnali di lieve recente ripresa negli anni 2015 e 2016. Se si esclude l’Agricoltura, in entrambe le province le maggiori consistenze si evidenziano negli stessi tre settori economici, ed in particolare i “Servizi”, il “Commercio” ed il “Manifatturiero Per quanto riguarda Modena infatti abbiamo 4.557 imprese dei Servizi, 3.540 del Commercio

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e 2.157 del Manifatturiero. Per quanto riguarda Reggio Emilia 2.853 imprese dei Servizi, 2.328 del Commercio e 1.123 del Manifatturiero. Questi soli tre settori economici rappresentano insieme il 73,6% a Modena e il 70,3% a Reggio Emilia dell’intera compagine dell’imprenditoria femminile. Infine, insieme le province di Modena e Reggio Emilia aggregano ben il 26,9 % dell’intero tessuto imprenditoriale femminile della Regione Emilia Romagna.

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SPORT E IMPRESA

Un modello in neroverde

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Parla Giovanni Carnevali, amministratore delegato del Sassuolo, che negli ultimi anni è arrivato fino all’Europa

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iovanni Carnevali, ad del Sassuolo Calcio, ha molti e diversificati impegni. Ma tra un’assemblea della Lega e un contratto da firmare, ha accettato di rispondere ad alcune domande per il nostro giornale. Niente attualità tecnica, naturalmente (il Sassuolo non ha iniziato bene la stagione, ma la squadra c’è e sicuramente si saprà rialzare), ma uno sguardo su un modello che molti, nel mondo del pallone e non solo, guardano con ammirazione e forse un pizzico di invidia. Carnevali, qual è il segreto del Sassuolo? Sicuramente il dato più importante è quello relativo alla proprietà e a Giorgio Squinzi in particolare. Lui dà le direttive e gli input su cosa è necessario fare. Il gruppo Mapei ha 78 aziende nel mondo e il Sassuolo deve essere gestito in questo modo, con programmazione e grande organizzazione. Poi ci sono una struttura formata da persone di primo livello, una sede adegua-

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ta, lo stadio, i lavori per il prossimo centro sportivo che abbiamo programmato. Il progetto Sassuolo non guarda all’immediato, ma è pensato e sviluppato a lungo termine. Squinzi è sicuramente un grandissimo imprenditore. È questo il valore aggiunto? Senza dubbio, abbiamo alla guida questa figura fondamentale che ha poi la grande capacità di lasciare alla società la più ampia libertà di gestione e di manovra. A questo punto ci sta un aneddoto, legato alla presentazione agli sponsor e ai media della stagione nel corso dell’estate passata. Squinzi, intervistato dal giornalista Paolo Condò, ebbe a dire rivolto a Carnevali: “Il mercato? Non ne

Il gruppo Mapei ha 78 aziende nel mondo e il Sassuolo deve essere gestito in questo modo, con programmazione e grande organizzazione

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SPORT E IMPRESA so nulla, non mi dice niente. Non so mai se mi comprerà Messi o se mi vende tutta la squadra...”. Battuta a parte, la dimostrazione della fiducia che il patron della Mapei ripone nel progetto e negli uomini che lo guidano. Veniamo alle strutture, fondamentali per il Sassuolo. Cosa bolle in pentola?

Stiamo poi mettendo Stadium’ di proprietà della nole basi per costruire Ilstra‘Mapei controllante, lo conoscete e in queun centro sportivo sti anni è diventato un fiore all’occhiello, tanto da poter ospitare manifestaziodi primissimo livello. ni di primissimo piano: dalla nazionale a quella Under 21, dalla finale Questo significa essere maggiore di Champions League femminile (priall’avanguardia, una ma volta in Italia) alle gare europee del Sassuolo e, in questa stagione, dell’Atacosa che nel mondo lanta proprio perché il ‘Mapei’ ha la lidel calcio sembra cenza Uefa ed è una struttura all’avanguardia che continuiamo a migliorare impossibile… di anno in anno. Stiamo poi mettendo le basi per costruire un centro sportivo di primissimo livello. Questo significa essere all’avanguardia, una cosa che nel mondo del calcio sembra impossibile…

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Sassuolo è anche sinonimo di settore giovanile in grande ascesa. Dai giocatori passati in serie A (Berardi, ora anche Adjapong) e costruiti in casa, fino al successo nel Torneo di Viareggio con la squadra Primavera. Come si raggiungono questi risultati? Per la società quello del settore giovanile è un progetto determinante, per questo facciamo investimenti ingenti a fronte di risultati ottimi. Non c’è solo la Primavera, che ha vinto il Viareggio e ha raggiunto il traguardo di giocare nella nuova ‘serie A’ che da quest’anno è stata istituita per le 12 migliori squadre, ma anche le formazioni di ragazzi più giovani ci danno un riscontro molto positivo, con tanti ragazzi chiamati anche nelle nazionali azzurre. E poi faremo giocare la Primavera allo stadio Ricci, lo stadio di Sassuolo che sentiamo ‘nostro’. Possiamo ancora crescere, ma stiamo lavorando duramente. Infine, il sogno di tornare a giocare in Europa con la maglia neroverde è sempre vivo? Certo, speriamo di giocare grandi competizioni e di continuare a crescere con gradualità, secondo una programmazione pluriennale. La differenza la fanno sempre le persone, le loro qualità, la loro professionalità, la loro passione. Abbiamo un gruppo di lavoro di grande qualità che ci permette di fare cose importanti. Vogliamo continuare su questa strada.

SPORT E IMPRESA


L’INTERVISTA

Contaminazione ed empatia, così imprese e Fab Lab possono produrre innovazione A tu per tu con Francesco Bombardi, tra i più attivi animatori del movimento makers

Francesco Bombardi

«MakER è una rete regionale di Fab Lab e Makerspace. L’ Emilia Romagna è riuscita ad esprimere per prima sul territorio nazionale questa capacità organizzativa-associativa che ha messo insieme 22 laboratori che condividono una carta dei valori e scambiano conoscenza . Non a caso uno dei primi Fab Lab nati in Italia è stato il Fab Lab di Reggio Emilia (2012). Il mio ruolo, dopo l’atto fondativo che ho seguito ai tempi della mia gestione del Fab Lab di Reggio Emilia per Reggio Emilia Innovazione (2012-2014), oggi è di rappresentante della rete dei 22 laboratori con il prezioso supporto di Aster».

A

rchitetto, designer, maker, docente universitario. Difficile apporre un’etichetta a Francesco Bombardi, instancabile animatore di una delle realtà più interessanti germogliate in Italia negli anni della grande crisi. Siamo andati a trovarlo nel suo nuovo laboratorio, le Officine Gattaglio di Reggio Emilia, dove insieme a un gruppo di professionisti raccoglie ed elabora idee imprenditoriali per trasformarle in innovazioni. Francesco, partiamo da MakER. Di cosa si tratta e che ruolo hai in questo progetto?

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Negli ultimi anni il movimento makers ha goduto di una “sovraesposizione” mediatica. In Italia e più precisamente a Roma, ogni anno aumentano i numeri della Maker Faire, la fiera di riferimento dei nuovi artigiani digitali. Il libro del professor Stefano Micelli “Futuro Artigiano” ha vinto il Compasso d’Oro riproponendo molti temi legati a quel mondo, e tu stesso sei un vivace animatore della cultura tecnica legata ai Fab lab. Eppure le piccole e micro imprese manifatturiere non sembrano aver colto le opportunità di questi luoghi produttivi a metà tra centri di sperimentazione e vere e proprie officine. Perché? «L’amico Stefano Micelli con cui collaboro come membro del comitato scientifico

del New Craft Club, è stato tra i primi a osservare le potenzialità del rapporto tra Fab Lab e imprese, in uno stadio ancora embrionale. A Reggio Emilia abbiamo sperimentato alcune forme di collaborazione che sono diventate un modello economico di successo anche per i laboratori che sono nati negli ultimi anni. Società come Iren, Redox, Coopbox, Acetaia San Giacomo, tra le altre, hanno scommesso sulla formula delle Idea Challenge generando opportunità straordinarie di incrociare e sperimentare temi oggi attualissimi come contaminazione, visione laterale, hacking, rapid prototyping all’interno di nuovi ambiti di ricerca informale dove anche i “talenti latenti”, come li chiamo io, hanno avuto la possibilità di emergere e sorprendere. Non nego tuttavia l’esistenza di molte resistenze e difficoltà di linguaggio tra makers e mondo istituzionale e imprenditoriale; ma questo limite è anche un’opportunità di pensare a nuovi sistemi e processi in cui mi sono ritagliato un ruolo di facilitatore piuttosto che puro esecutore, fino a dirigermi verso contesti più favorevoli come quelli che esprimono meglio le vocazioni del nostro territorio. È cosi che è nata offiCucina, il primo Fab Lab per la ricerca sul cibo che ho progettato e realizzato per il Master Food Innovation Program a Reggio Emilia nel 2015».

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Eppure la tua storia dimostra come la collaborazione tra aziende e Fab lab è possibile. In particolare quando questi ultimi si dimostrano in grado di cogliere la vocazione produttiva di un territorio. Qual è la chiave che permette a questo nuovo modello di impresa di affermarsi? «In fin dei conti credo che sia nella capacità di ascolto e empatia con il contesto in cui operiamo, insieme alla possibilità costante di rimettersi in discussione e rimanere aperti alla contaminazione di sistemi diversi dal nostro. Risiede qui il segreto per trovare sempre nuove chiavi di lettura per rimanere sul limite di tensione creativa che può generare energia preziosa per alimentare la ricerca e l’innovazione. I Fab lab possono essere luoghi che favoriscono questi scenari in un rapporto virtuoso con il territorio e le imprese. Le molte anime delle persone che si avvicinano a questa esperienza però non favoriscono una linearità di percorso prevedibile: ci sono molti laboratori, per esempio, che seguono inclinazioni diverse come quelle legate al mondo dell’educazione o della ricerca autoreferenziale, lontane dai modelli economici di impresa. Esercitarsi nella gestione dell’imprevedibilità di questi processi può essere una delle esperienze più formative e stimolanti per costruire scenari futuribili. Ma non chiedetemi come si fa e perché. Si dice

Officine Gattaglio

L’INTERVISTA

“learning by doing”, imparare facendo». Oggi, insieme ad altri professionisti, hai dato vita alle Officine Gattaglio. Quali servizi offrite a chi vi si rivolge? «Officine Gattaglio è uno spazio dedicato alla progettazione di prodotto e servizi, dove un collettivo di designers e architetti si è dato la sfida di portare la ricerca legata al rapid prototyping e al mondo open source verso un livello di qualità e competitività capace di affrontare un mercato preparato e competente come quello del nostro tessuto imprenditoriale. La modalità originale dell’associazione consente una “lean economy” nella sostenibilità dei processi interni per cui

ogni professionista legato ad una sfida o commessa di impresa, a seconda delle situazioni, può essere autonomo o allargare la competenza coinvolgendo altri membri del team fino a coprire molti ambiti di progettazione, dall’architettura al brand fino alla comunicazione e costruzione di contenuti multimediali , il tutto in una modalità pragmatica ispirata alla cultura materiale del fare che ci ha sempre contraddistinto, in Italia e nel mondo. Le Officine Gattaglio sono un po’ officina, un po’ ufficio e anche un po’ casa, perché crediamo che stare bene negli spazi in cui si lavora sia oggi sempre più un requisito necessario per poter stimolare e generare progetti di qualità».

Per maggiori informazioni www.francescobombardi.it - www.officinegattaglio.com 29 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17 06|17

L’INTERVISTA


EVENTI

Aria fresca e digitale, la ricetta trentina per l’innovazione Una delegazione di giovani imprenditori modenesi ha fatto visita nei luoghi dove si costruisce il futuro della Regione a statuto autonomo

Fondazione Bruno Kessler

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artedì 26 Settembre un gruppo di giovani imprenditori di Modena ha fatto visita ad alcuni luoghi dell’innovazione in Trentino. La prima tappa di “Inspirational Visit”, l’iniziativa promossa dal Comitato dell’Imprenditoria Giovanile nato nel 2014 grazie al supporto della CCIAA di Modena, ha visto così la partecipazione di venti imprenditori accomunati dall’età anagrafica e dalla curiosità, di cui sei associati Lapam Confartigianato. Le strutture visitate sono state l’incuba-

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tore Industrio all’interno del Polo della Meccatronica di Rovereto, la Fondazione Bruno Kessler, l’Impact Hub a Trento e la Fondazione Edmund Mach a San Michele all’Adige. Enti ed istituzioni collegati dallo stesso filo rosso: l’apertura mentale e la volontà di fare rete per scambiarsi idee, esperienze e contatti utili. Una predisposizione senz’altro, ma anche il risultato di anni di investimenti e di una classe politica locale attenta allo sviluppo. Le strutture visitate hanno sede in Tren-

tino ma sono orientate al mondo: la lingua tra gli uffici e i laboratori è l’inglese, le nazionalità varie. Lo scambio di cultura è quotidiano, tutto è orientato allo sviluppo. Barbara Gazzoli di Hub Innovazione Trentino: «L’obiettivo di HIT è quello di allungare la catena del valore, accompagnando l’azienda dall’idea iniziale fino allo sviluppo di un prodotto». HIT è una società a scopo consortile e non lucrativo che promuove e valorizza i risultati della ricerca e l’innovazio-

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EVENTI

Polo Teconologico Rovereto

ne del sistema Trentino al fine di favorire lo sviluppo dell’economia locale. Andrea Conti, uno dei business developer di Eit Digital (incubatore di startup ospitato dalla Fondazione Bruno Kessler), ha accolto così i giovani: «È impossibile pensare ad una startup che ritenga l’Italia il proprio mercato domestico. L’Europa è il mercato domestico di una startup oggi». L’obiettivo dell’acceleratore di startup è quello di “fare impatto”. Il segreto? Fare in modo che un’idea diventi prodotto e

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Fondazione Edmund Mach

che da più prodotti un’azienda aumenti costantemente fatturato e dipendenti. In questo modo si riesce a supportare concretamente il territorio. La visita, conclusasi a Rovereto, ha fatto infine tappa al Polo della Meccatronica di Trentino Sviluppo e all’acceleratore di startup di hardware “Industrio”. «Ogni anno arrivano circa 400 domande di accelerazione per ricevere investimenti e sviluppare l’idea su scala industriale. In questi anni ne abbiamo raccolte 1.100 di

cui 10 si sono trasformate in progetti imprenditoriali veri e propri», racconta Gabriele Paglialunga direttore di Industrio. Meno dell’1% selezionato quindi, segno di un’attenta analisi durante la selezioni di un progetto. Da sottolineare la partecipazione di imprenditori privati che finanziano le attività di Industrio. «Quattro sono i principali criteri di scelta su cui investire: team, tecnologia, fattibilità e brevettabilità». Un bell’esempio con cui tornare a casa.

EVENTI


ASSEMBLEA GENERALE LICOM

Motivazione e concentrazione, le idee vincenti nascono da qui Franco Bertoli e gli analisti di Cribis ospiti dell’appuntamento proposto agli imprenditori di commercio e servizi

Franco Bertoli

Franco Bertoli, pluricampione di pallavolo e oggi tra i più rinomati mental coach italiani, non ha dubbi: «È la persona motivata che ti dà grandi risultati e ti conduce a grandi obbiettivi». Ospite principale dell’Assemblea generale Licom, Bertoli ha intrattenuto imprenditori e imprenditrici del comparto turismo e commercio, insistendo sul ruolo dell’allenamento mentale come componente fondamentale della quotidianità. Dopo aver trionfato nei palazzetti di mezzo mondo, oggi Bertoli motiva dipendenti e manager di grandi aziende, ricordando a tutti come l’ingrediente principale di un’ottima performance sia sempre la concentrazione.

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ASSEMBLEA GENERALE LICOM

«Non è semplice trovare la motivazione, ma è la chiave del successo»

Rita Cavalieri

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Oggi le grandi imprese - ma il discorso è valido anche per le piccole aziende o per i professionisti - devono essere in grado di motivarsi e di concentrarsi per prendere decisioni importanti. Per questo alcune di queste si attrezzano con luoghi appositi come le concentration room dove, attraverso l’allenamento mentale, raggiungono la giusta decisione da prendere». Allenamento mentale, ma anche spirito di gruppo e fiducia nel team. È questa la ricetta per affrontare le sfide che grandi o piccole organizzazioni si trovano ad affrontare in un mondo in cui la cacofonia di informazioni o la sovrabbondanza di comunicazione possono indurre all’errore. «È anche vero che non dobbiamo aver paura di commettere errori - continua Bertoli - la paura ci paralizza e ci distoglie dalle nostre capacità. Noi siamo esseri composti di energia. Questa energia se giustamente indirizzata, può condurci a risultati straordinari. L’importante è sgomberare la mente dalla spazzatura, dal superfluo. Respirare e dopo aver valutato attentamente tutti gli elementi che riguardano la decisone da prendere: scegliere». Oltre alla “lezione” di Bertoli, grande attenzione è stata riservata anche alla relazione di fine mandato della presidentessa di categoria, Rita Cavalieri, che ha ricordato le grandi sfide che attendono il comporto del Turismo e del Commercio all’indomani di due normative cruciali. Da una parte la Legge regionale sulle destinazioni turistiche, che riordina competenze ed enti in una nuova ottica territoriale. Dall’altra l’ormai annosa direttiva Bolkestein che grava in particolar modo sui commercianti ambulanti e che, dopo il decreto Milleproroghe, posticipa al 31 dicembre 2018 la rimessa a bando delle concessioni di spazi pubblici in scadenza a luglio 2017. Infine è stato il turno di Cribis, società specializzata nella fornitura di informazioni economiche, che ha presentato uno studio sui pagamenti tra aziende nei settori del commercio e del turismo nelle due province di Modena e Reggio Emilia. «Dal nostro studio - spiega Michele Colombo - emerge che nelle due province interessate i ritardi gravi nei pagamenti ai propri fornitori, cioè superiori ai 30 giorni, ammontano al 9% su un totale di 24mila imprese. Inferiore quindi alla media nazionale che ad oggi è stimata attorno al 14%». Un dato incoraggiante per l’affidabilità del comparto in questa fetta di Emilia Romagna. A margine dell’evento è stato infine approvato all’unanimità il gruppo dei 6o candidati consiglieri usciti dalle precongressuali tra cui verranno eletti i consiglieri Licom, durante il congresso del 29 ottobre.

«Concretezza e dialogo per ottenere risultati importanti»

Rita Cavalieri presidente Licom, nella relazione di fine mandato ha elencato i risultati conseguiti in questi anni Quali caratteristiche deve avere un’impresa del commercio, del turismo e dei servizi per avere successo sul mercato? È questa la domanda che ha animato la relazione di Rita Cavalieri, presidente Licom durante l’Assemblea generale del 5 ottobre scorso. Partendo dalle ultime previsioni per il commercio retail che prevedono una crescita del 3% nei prossimi due anni, Cavalieri ha ribadito così l’importanza della convergenza fra online e offline, fra negozio virtuale e negozio fisico, sfruttando la così detta omnicanalità; cioè l’utilizzo da parte del commerciante di tutti i canali che interessano lo shopping oltre il punto vendita fisico. Si è poi posto l’accento sui programmi di lavoro in collaborazione con le amministrazioni comunali, per riqualificare i centri storici e renderli più attrattivi attraverso la realizzazione di eventi ed iniziative di fidelizzazione dei clienti e creando percorsi formativi per conoscere nuove tecniche di gestione del negozio. Non meno importante il focus sul Turismo e sulla nuova legge regionale, con cui sono state create tre nuove destinazione turistiche che hanno sostituito le provincie e le Unioni di prodotto: la Romagna con Ferrara, l’Emilia centrale con Reggio, Parma e Piacenza e la città metropolitana di Bologna con cui Modena ha deciso di convenzionarsi. «Inizialmente come Confartigianato eravamo esclusi dalla cabina di regia - ha ricordato Cavalieri - ma attraverso una particolare azione politico sindacale svolta nei confronti delle istituzioni, oggi Lapam siede tra i 21 componenti della cabina di regia e fra i 6 che rappresentano Modena». Attenzione poi al comparto del Commercio interessato dalla direttiva Bolkestein, che ha introdotto nuovi criteri per il rinnovo delle concessioni del suolo pubblico e che, grazie all’azione sindacale delle associazioni di categoria ha consentito il rinnovo della concessione per gli ambulanti di altri 12 anni senza correre particolari rischi. Cavalieri ha infine ricordato l’azione della nostra associazione anche sul territorio Reggiano con la partecipazione al tavolo unico del commercio del Comune di Reggio Emilia che ha aperto le porte per partecipare al coordinamento turistico della Unione dei comuni dell’Appennino reggiano. «Un approccio obiettivo e concreto ai diversi problemi - ha concluso che ha rappresentato il migliore modo per cercare di risolverli».

Per maggiori informazioni Marco Poletti - Resp. Licom - marco.poletti@lapam.eu - 059 893111 33 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

ASPIM CONFARTIGIANATO


CONFARTIGIANATO - ASPIM

Modena e Reggio segnali positivi, ma difficoltà nell’accesso al credito e “burofisco” frenano la ripresa

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ipresa sì, ma lenta. È quanto riportano i dati presentati da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi Confartigianato in occasione dell’Assemblea generale Confartigianato Aspim lo scorso 9 ottobre. I dati destagionalizzati degli ultimi quattro trimestri rilevano infatti i primi segnali positivi dopo anni di stagnazione e, anche se rimaniamo fanalino di coda insieme ai cugini d’Oltralpe, il Pil italiano ha visto una crescita dell’1,2% su base annua.

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A dirlo sono i dati presentati dall’Ufficio Studi Confartigianato elaborati per Lapam. Ospite della serata l’onorevole Raffaello Vignali

Merito delle riforme attuate dagli ultimi due governi che attraverso il piano Industria 4.0 e la riforma del lavoro, il famigerato Jobs Act, hanno permesso un ritorno agli investimenti delle nostre imprese e - insieme alle dinamiche macroeconomiche - una sostenuta ripresa delle esportazioni (+8% solo per il comparto manifatturiero). In particolare grazie al Piano del Ministero dello Sviluppo Economico, la domanda interna di macchinari ed apparecchiature tec-

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CONFARTIGIANATO - ASPIM

nologiche ha visto un’impennata del 109% negli ultimi dodici mesi. Ma se le imprese tornano ad alzare la testa, il pubblico rimane vincolato dagli obblighi di bilancio imposti da Bruxelles con una caduta del 23% negli ultimi cinque anni della spesa pubblica per investimenti (basti pensare che il 77% degli italiani intervistati, si dichiara insoddisfatta dei servizi pubblici ndr.). «Un fattore altamente penalizzante per il contesto economico e produttivo nazionale» sottolinea Quintavalle. A crescere è anche il Pil dell’Emilia Romagna che in termini di investimenti ed export si attesta come la sesta regione europea (la prima rimane la Lombardia) nel comparto manifatturiero. Non brillano invece i dati sull’occupazione che nella nostra Regione cresce a ritmi sostenuti solo nel comparto dei Servizi (+3,6%). Secondo lo studio in provincia di Modena e Reggio Emilia il tasso di occupazione rimane di quasi due punti percentuali inferiore rispetto ai livelli pre-crisi (52% del totale nel 2016 contro il 54% del 2006). A soffrire nel trovare un lavoro sono soprattutto i giovani e nonostante crescano i contratti di apprendistato (+5mila rispetto al 2015), la disoccupazione tra i 15 e i 29 anni d’età nelle nostre due province rimane superiore al 15% del totale. Era al 3% nel 2007. In difficoltà anche le imprese artigiane delle costruzioni e della meccanica, dove il nostro territorio eccelle in quantità (Modena è la quarta provincia italiana per numero di imprese meccaniche, con 2.576 ditte registrate ndr.). Bene invece la domanda estera di macchinari e prodotti della metallurgia made in Modena e Reggio, soprattutto verso Germania e Stati Uniti. In que-

sto settore siamo tra le prime 20 province italiane, un primato riconosciuto a livello internazionale che, sommandosi agli altri comparti manifatturieri vede una crescita dell’export del 6,8% su base annua. Ma, ancora una volta, l’elevata pressione fiscale e la difficoltà di accesso al credito per le imprese artigiane (-257 milioni di euro rispetto al 2011) frenano una ripresa che altrimenti potrebbe fregiarsi di ben altri numeri. In questo senso - è stato ribadito dagli imprenditori presenti - è necessario sbloccare lo stallo degli istituti di credito, su cui gravano le pesanti responsabilità di anni di mala gestione (vedi banche venete e Monte Paschi) e l’allentamento della pressione fiscale e burocratica che ostacola le imprese. Osservazioni colte dall’onorevole Raffaello Vignali che non ha mancato di ribadire l’importanza delle riforme attuate anche grazie al supporto di Confartigianato, in particolare la riduzione della componente lavoro sull’Irap e l’abolizione dell’Imu sugli imbullonati e che ha colto il sollecito dei presidenti Confartigianato, Gilberto Luppi e Aspim, Federico Poletti a una seria revisione dello Split Payment, del “Nuovo Codice degli Appalti”, dello Spesometro e di un sostegno concreto agli investimenti delle micro e piccole imprese. Su quest’ultimo punto Vignali ha annunciato l’obbiettivo di creare un Fondo di Garanzia ad hoc e un sostegno all’accrescimento delle competenze aziendali tramite un credito d’imposta che la Commissione Attività produttive - di cui è membro - si impegnerà ad inserire nella Legge di Bilancio 2018.

Per maggiori informazioni Alberto Belluzzi - Resp. Aspim e Confartigianato - alberto.belluzzi@lapam.eu - 059 893111 35 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

CONFARTIGIANATO - ASPIM


ALIMENTARI

Moca, per garantire sicurezza alimentare I responsabili Ausl Modena spiegano la nuova normativa per materiali e oggetti destinati a venire a contatto con alimenti

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osa significa la sigla Moca e a cosa si riferisce? “Moca è l’acrostico di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con alimenti. A partire dal 14 luglio scorso la Regione Emilia-Romagna ha trasmesso il modulo con cui gli operatori che effettuano produzione o la vendita all’ingrosso di Moca hanno l’obbligo di effettuare la comunicazione all’Autorità sanitaria locale tramite lo sportello unico attività produttive competenti per territorio delle sedi operative in cui vengono svolte le attività. I Suap che provvederanno all’inoltro ai Dipartimenti di Sanità Pubblica delle Ausl. In attesa di ulteriori chiarimenti ministeriali, si specifica che gli operatori non devono pagare diritti sanitari in relazione a tale comunicazione. La normativa, infine, origina dal decreto legislativo 6 del 10 febbraio 2017”. A cosa fa riferimento, nel concreto, questa comunicazione? “È bene specificare alcune definizioni per aiutare gli operatori economici che devono effettuare la comunicazione Moca. Stiamo parlando della produzione in proprio o per conto terzi di materiali e oggetti destinati a venire a contatto con alimenti materie prime. Per le materie plastiche, in particolare, l’obbligo di comunicazione riguarda la produzione e la trasformazione dei polimeri, mentre è esclusa dall’obbligo la produzione delle sostanze utilizzate per la formazione dei polimeri (quali additivi, catalizzatori, monomeri ecc.). Inoltre la trasformazione di materie prime comprende la produzione dei cosiddetti Moca a partire da materie prime adatte al contatto con alimenti. L’assemblaggio comprende la produzione di oggetti a contatto con alimenti partendo da materie prime

adatte a questo scopo. Il deposito comprende l’attività di stoccaggio svolta a supporto di imprese che producono, trasformano o assemblano materie prime o gli stessi Moca. Infine la distribuzione all’ingrosso per gli operatori che svolgono attività di commercio, distribuzione all’ingrosso, importazione di materie prime o Moca, anche attraverso forme di commercio elettronico. Rientrano in questa tipologia anche gli importatori intermediari materie prime o Moca”. Quali sanzioni per chi non adempie? “Le nuove sanzioni per questo settore vanno da un minimo di 1.500 fino a 60mila euro (sanzione massima per non rispetto degli obblighi di rintracciabilità) o addirittura 80mila euro per la cessione di sostanze pericolose per la salute umana. In caso di violazioni lievi l’organo di controllo procede ad una diffida a regolarizzare la violazione entro i termini previsti, che può concludersi anche con l’estinzione del procedimento senza sanzioni”. Ci sono altri obblighi per le imprese del settore? “Il decreto introduce l’obbligo da parte delle imprese che producono materiali e oggetti destinati al contatto con alimenti di comunicare all’autorità sanitaria territorialmente competente gli stabilimenti che eseguono le attività sulle buone pratiche di fabbricazione dei materiali e degli oggetti destinati a venire a contatto con i prodotti alimentari. La comunicazione doveva essere effettuata entro il 30 luglio scorso. In caso di mancato adempimento la sanzione varia da 1.500 a 9.000 euro”.

Per maggiori informazioni Daniele Casolari - Referente categoria Alimentazione - daniele.casolari@lapam.eu - 059 893111 36 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

ALIMENTARI


GIARDINIERI

«Bonus verde, un passo importante nella direzione giusta» Il Gruppo Giardinieri Lapam alla Camera dei Deputati per ottenere un grande risultato

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l cosiddetto bonus verde, inserito nella Legge Finanziaria 2018, che dovrà essere approvata nel corso delle prossime settimane, rappresenta un fatto determinante per il futuro della nostra categoria e si inserisce nelle politiche di incentivazione fiscale verso i privati, sotto forma di detrazione e di bonus, che noi sosteniamo debbano diventare strutturali”. Christian Mattioli, presidente della categoria Giardinieri di Lapam Confartigianato, commenta così la presentazione di questa novità nella Legge di Bilancio che sta per essere depositata e che dovrà poi passare attraverso l’approvazione. Il risultato è stato raggiunto grazie al coordinamento nazionale della filiera florovivaismo e paesaggio (Cnffp) di cui il Gruppo Giardinieri Lapam è tra i 19 soggetti fondatori. “Attraverso il nostro lavoro di lobby – puntualizza Mattioli – siamo riusciti ad ottenere un fondamentale passo avanti per il settore”. Per il 2018, infatti, la proposta è di rendere detraibile una cifra pari al 36% delle spese documentate relative al verde, fino a un massimo di 5mila euro per ogni unità immobiliare con riferimento a spese so-

stenute per la sistemazione del verde, di aree coperte private, anche in terrazze, balconi e giardini condominiali. Sono ammesse anche le spese per progettazione e manutenzioni connesse all’esecuzione degli interventi. “Come categoria Giardinieri Lapam eravamo presenti a Roma, alla Camera dei Deputati, non più tardi che una decina di giorni fa, proprio per portare avanti questa istanza. Il fatto che il Governo abbia assunto la decisione di inserire il bonus verde in Finanziaria rappresenta un passo

avanti, conquistato grazie al lavoro nostro e di altre sigle che rappresentano il settore. L’unica categoria artigiana presente al tavolo – puntualizza Mattioli – è proprio la nostra. Ora sarà importante seguire l’iter di approvazione di questo provvedimento che contrasta i fenomeni di abusivismo e farà emergere il nero e consentirà di aumentare la sicurezza sul lavoro. Inoltre consente anche di migliorare qualitativamente le nostre città non solo per quanto riguarda le abitazioni ma anche per il verde privato”.

Per maggiori informazioni Daniele Casolari - Resp. categoria Giardinieri - daniele.casolari@lapam.eu - 059 893111 37 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

GIARDINIERI


MECCANICA

Due corsi per accrescere le competenze del settore Metalmeccanico Il 7 novembre un seminario per coordinatore di saldature, l’8 novembre appuntamento per addetti ai controlli non distruttivi ed esame visivo delle saldature

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utte le carpenterie metalliche, fabbri e affini che producono materiali per le costruzioni, di tipo strutturale in acciaio, (es. strutture portanti, piastre, tirafondi, catene strutturali, tiranti, scale, tettoie, etc) e che eseguono trasformazioni tipo taglio, piegatura, foratura e soprattutto saldature, già dal 1° luglio 2014, devono farsi certificare il proprio Piano Controllo della Produzione in Fabbrica (FPC) finalizzato alla marcatura CE dei propri manufatti ed alla emissione della Dichiarazione di Prestazione, ai

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sensi della EN ISO 1090, come reso obbligatorio dal Regolamento CE 305 del 2011. Per potere immettere sul mercato europeo i manufatti sopra elencati, devono inoltre essere in possesso dei seguenti requisiti: 1. Certificazione del Piano Controllo della Produzione in Fabbrica (FPC) da parte di Organismo Notificato, in conformità alla norma ISO 1090 che comprende la verifica dei requisiti previsti

MECCANICA


MECCANICA

CORSO

CALENDARIO

ORARIO

CS - Coordinatore Saldature

Martedì 7 Novembre 2017

dalle 9:00 alle 13:00 e dalle 14:00 alle 18:00

CND - Addetto Controlli Non Distruttivi

Mercoledi 8 Novembre 2017

dalle 9:00 alle 13:00

dalla norma ISO 3834 2. Qualifica Procedimenti di saldatura ISO 15614-1 3. Qualifica Operatori di Saldatura ISO 9606:2013 4. Corso per Qualifica di Coordinatore di Saldatura ISO 14731 ed ISO 3834 5. Corso per Addetto ai Controlli Non Distruttivi ed Esame Visivo ISO 1090-2 Proprio per questo Lapam Confartigianato ha in programma due corsi a pagamento dedicati e con la docenza dell’ingegner Marco Mancini. L’obiettivo del corso per coordinatore di saldatura in programma il prossimo 7 novembre in sede centrale Lapam a Modena è quello di fornire una formazione specialistica per le figure professionali preposte alle attività di Welding Coordination in accordo agli schemi internazionali di Welding Inspector ed alle attività di controllo e di carattere produttivo di Welding Coordination, come definito in ambito CE (European Welding Federation). Il corso vuole porre le basi teoriche e pratiche per la figura del Coordinatore di Saldatura. Inoltre ha altresì come finalità dare indicazioni circa le recenti esigenze poste in essere dal DM 14 Gennaio 2008 “Norme Tecniche per le costruzioni” per le costruzioni metalliche saldate, ovvero i Centri di trasformazione che operano attività di saldatura e riguardo la Norma armonizzata EN 1090 che diventerà cogente dal 1 luglio 2014. Si prosegue il giorno seguente, mercoledì 8 ottobre con un seminario per addetto ai controlli non distruttivi ed esame visivo

delle saldature. Il decreto ministeriale 14 gennaio 2008 “norme tecniche di costruzioni” e la norma en 1090-2 per la marcatura CE delle strutture portanti in acciaio, richiedono infatti che le saldature siano controllate con modalità e controlli ben precisi. Inoltre la norma en 1090-2, al paragrafo 12.4.1 prevede che i controlli non distruttivi cnd, ad eccezione delle prove visive, devono essere svolte da personale qualificato. Fornire le conoscenze necessarie per controllare una costruzione metallica saldata, destinata ad usi strutturale nel campo edile, in conformità al decreto ministeriale 14 gennaio 2008 “norme tecniche di costruzioni” ed alla norma en 1090-2, è dunque l’obbiettivo del corso. È possibile seguire entrambi i corsi o un corso a scelta, in ogni caso i corsi saranno attivati al raggiungimento di almeno sette partecipanti e comunque con non più di 15 partecipanti. Il materiale didattico sarà costituito da dispense cartacee e materiale didattico in formato digitale. A completamento del corso verrà eseguito un esame finale, verranno rilasciati i seguenti attestati: • Attestato di Competenza, a superamento dell’esame finale; • Attestato di Frequenza, nel caso l’esame finale non venga superato. Il pagamento dovrà essere contestuale all’iscrizione al corso, riferito all’importo complessivo dei corsi, comprensivo di IVA e seguirà regolare fattura.

Per maggiori informazioni - Davide Guerra - davide.guerra@lapam.eu - 059 891584. 39 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17


EVENTI

ISO 9001, è ora di aggiornarla! Un evento gratuito mercoledì 15 novembre per approfondire le novità sulla certificazione che regola i sistemi di gestione

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anca poco. Il 15 settembre 2018, a tre anni esatti dalla pubblicazione della nuova edizione della norma che regola i sistemi di gestione per la qualità, terminerà il periodo transitorio previsto per l’adeguamento. Per preparare al meglio le imprese certificate ISO 9001:2008 che non hanno ancora adeguato il loro sistema di gestione della qualità, alla nuova ISO 9001:2015, Lapam Confartigianato ha così organizzato un seminario gratuito mercoledì 15 novembre alle ore 18.00 - in sede centrale Lapam in via Emilia Ovest 775 a Modena, con un partner d’eccezione. Lucio Arionni di Yperion/Urs, auditor qualificato per i sistemi di gestione aziendale e Davide Guerra consulente sistemi di gestione aziendale PAS srl, forniranno così una visione complessiva sull’evoluzione in atto con un focus specifico dedicato al “risk management”. «La nuova ISO 9001 - spiega Guerra - richiederà alle imprese di utilizzare la prospettiva del rischio nella gestione per la qualità a tutti i livelli, compreso quello ambientale e della sicurezza interna. Proprio per questo forniremo ai partecipanti un quadro generale sui principi e sul processo di gestione dei rischi secondo le linee guida della norma ISO 31000:2010». Un’occasione di aggiornamento importante dunque, anche in considerazione del fatto che, passato il termine del 15 settembre 2018 le certificazioni conformi alla precedente edizione della norma non saranno più valide, con possibili ripercussioni negative sulla circolazione dei propri prodotti e servizi sul mercato nazionale e internazionale. Come noto la norma specifica i requisiti di un sistema di gestione per la qualità quando un’organizzazione ha l’esigenza di dimostrare la propria capacità di fornire con regolarità prodotti o servizi che soddisfano i requisiti del cliente ed i requisiti cogenti applicabili; mira ad accrescere la soddisfazione del cliente tramite l’applicazione efficace del sistema, compresi i processi per il miglioramento del sistema stesso ed assicurare la conformità ai requisiti del cliente ed ai requisiti cogenti applicabili. La certificazione secondo questi standard rappresenta quindi un messaggio forte e positivo dell’impegno dell’impresa alla gestione della qualità di fronte ai propri clienti e fornitori promuovendo un maggior coinvolgimento della Direzione nel sistema di gestione e allineando la policy e gli obiettivi del sistema di gestione per la qualità alla strategia dell’organizzazione. Tutti i requisiti sono di carattere generale e possono essere applicati a tutte le organizzazioni, indipendentemente da tipo o dimensione, o dai prodotti forniti e servizi erogati.

ISO 9001:2015 è ora di aggiornarla! Il passaggio alla nuova edizione della norma ISO 9001:2015. Modena, 15 novembre 2017 ore 18.00 in sede centrale Lapam via Emilia Ovest 775

Per maggiori informazioni - Davide Guerra - davide.guerra@lapam.eu - 059 891584. 40 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

EVENTI


ALIMENTARI

Incontri con buyers provenienti da Austria, Francia, Serbia e Canada Una giornata per incontrare aziende interessate al miglior made in Italy alimentare

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Lapam Confartigianato, ha aderito al progetto nazionale “La filiera del made in Italy artigiano” che prevede incontri mirati con operatori esteri, provenienti da paesi esteri quali: Austria, Francia, Serbia e Canada, che saranno a Modena il prossimo 6 novembre per incontrare imprese produttrici del made in Italy. Per consentire il miglior matching tra i buyer interessati ai settori food and wine, le ditte che desiderano partecipare devono inviare il proprio company profile agli indirizzi sotto indicati. Il costo di partecipazione è di 350 € + Iva. Per le imprese associate è previsto una scontistica di 100 euro. La quota di adesione comprende anche la formazione in aula; ogni azienda partecipante avrà una postazione attrezzata per incontrare i buyer.

FOOD CLUB

INGHILTERRA e SVEZIA Eventi Promozionali e Incontri B2B

Campagna di promozione e commercializzazione di prodotti italiani nei mercati nord-europei:

LONDRA - Maggio 2018 STOCKOLMA - Settembre 2018 30 Ottobre 2017 Presentazione progetto ore 15:30 presso Lapam-Confartigianato Modena Via Emilia Ovest, 775 Modena

Contatti

Matteo Bautti

matteo.bautti@lapam.eu +39 059 893210

Sarà possibile seguire gli eventi attraverso SKYPE

Per maggiori informazioni Matteo Bautti - Resp. internazionalizzazione - matteo.bautti@lapam.eu - 059 893111 41 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

ALIMENTARI


MODA

Moda Makers, dal 7 al 9 novembre la moda internazionale torna a Carpi Per tre giorni il meglio del tessile abbigliamento del distretto riunito nel grande evento moda giunto alla sua quarta edizione

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uarantanove aziende, in maggioranza provenienti dal distretto carpigiano, oltre 9mila proposte moda di confezione, maglieria, tagliato, camiceria e capi spalla per l’Autunno/Invero 2018/2019, 1325 metri quadrati di superficie espositiva per oltre 900 visitatori previsti, provenienti da 40 Paesi, i quali potranno godere di svariati benefit: questi, in estrema sintesi, i numeri della quarta edizione di Moda Makers, l’atteso evento moda che, riservato agli operatori del settore, si svolgerà dal 7 al 9 novembre nella splendida cornice di piazzale Re Astolfo, a Carpi. Proprio nel cuore del distretto che vanta una solida e illustre vocazione al tessile abbigliamento, alcune tra le migliori imprese del settore hanno deciso di scommettere sull’unione degli sforzi, collaborando tra loro, mettendo a disposizione banche dati di buyer e clienti, e aderendo a un unico stile comunicativo, per valorizzare globalmente il saper fare del Distretto. Scelta, questa, che ha pagato già nella scorsa edizione un esito più che soddisfacente che gli organizzatori - Expo Modena insieme a Promec e Carpi Fashion System, il progetto di valorizzazione delle Aziende del Distretto Moda promosso dal LAPAM-Confartigianato Moda, unitamente a CNA, CONFINDUSTRIA e dal Comune di Carpi, con il determinante contributo di Fondazione CR Carpi – contano di su-

perare in questo quarta edizione.«Moda Makers si conferma come l’appuntamento di punta per il Distretto - commenta l’Assessore all’Economia del Comune di Carpi Simone Morelli – segno, questo, che l’evento ha saputo imporsi all’attenzione del mondo della moda a livello internazionale. Il segreto sta nella capacità di collaborare di tutti i soggetti, pubblici e privati mettendo insieme i punti di forza e i fattori comuni, per essere competitivi a livello globale. Questo evento, ormai un appuntamento fisso per tutti gli operatori del settore, dà lustro e visibilità a uno dei settori più importanti dell’economia del territorio, e alla città intera. Il progetto di Carpi Fashion System è nato proprio da questa precisa volontà di fare sistema tra imprese, associazioni di categoria, istituzioni: uniti si sta sul mercato, si cresce e si genera ricchezza per tutto il territorio». «È una occasione importante per tutte le imprese partecipanti all’evento, ma non solo; – è la riflessione di Roberto Guaitoli, presidente di Lapam Moda – Moda Makers può costituire infatti un volano importante per una gran fetta di economia locale legata al mondo dell’accoglienza e alla valorizzazione culturale del distretto, nonché per le tante imprese conto-terzi del settore moda, ancora presenti in area, fornitrici privilegiate delle aziende presenti direttamente in fiera».

Credito d’imposta per la realizzazione di nuovi campionari e prototipi nel settore moda Lapam Moda e Confartigianato Moda Emilia-Romagna propongono un incontro per approfondire le possibilità di usufruire del credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo, alla luce del recente parere del Ministero dello Sviluppo Economico sul settore Moda. L’incontro, condotto dai consulenti finanziari Lapam, è gratuito ed aperto a tutti e prevede la possibilità per i partecipanti di fissare specifici appuntamenti direttamente in azienda per valutare i singoli casi. Lunedì 30 ottobre 2017 - ore 18,30 Presso sede Confartigianato/Lapam Carpi - Via Zappiano 1/a La serata sarà anche l’occasione per approfondire altre agevolazioni quali il Fondo Starter e il Fondo Energia

-Per maggiori informazioni Carlo Alberto Medici - Resp. categoria Moda - carloalberto.medici@lapam.eu 059 893111 42 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

MODA


BENESSERE

Le buone prassi per aumentare il fatturato della propria attività Un corso di formazione dedicato ad estetiste, acconciatrici e professionisti del settore bellezza, per migliorare la performance della propria impresa. Appuntamento lunedì 20 novembre

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ell’epoca della complessità misurare i propri obbiettivi e monitorare ogni aspetto dell’attività, diventa indispensabile per crescere ed evitare brutte sorprese. Proprio per questo lunedì 20 novembre, dalle ore 9.30 alle ore 13.30, presso la sede Formart di Modena di via Emilia Ovest 693 si terrà la seconda edizione del corso “Come aumentare la redditività di un salone di bellezza”. Un percorso formativo mirato e a prezzo convenzionato per gli associati Lapam, che mira ad approfondire ulteriormente gli aspetti affrontati nella prima edizione del corso.

Paolo Caslagrandi, docente Formart ed esperto del settore, concentrerà la mattinata formativa su due aspetti strategici: come trasmettere ai propri clienti il valore di ciò che si fa e quali strumenti di controllo permettono di misurare l’efficacia delle proprie azioni. Le testimonianze delle imprese «Mi sono trovata benissimo con Paolo racconta Laura De Souza Ferreira, titolare dell’estetica Ipanema che ha sedi a Sassuolo e Formigine - e sono riuscita a confrontarmi su molti aspetti che viviamo quotidianamente. In particolare ho

trovato utile la parte dedicata al rientro dall’investimento in prodotti di bellezza e al giusto approccio per proporli alle nostre clienti che spesso non conoscono la qualità e vengono attratte dai prezzi concorrenziali dei venditori porta a porta». Anche Daniela Malavasi, titolare di Daniela Studio a Soliera, è d’accordo: «Gli argomenti trattati hanno trovato una pratica effettiva nell’attività di tutti i giorni. In particolare con l’utilizzo di un sistema gestionale sono riuscita ad estrapolare informazioni utili per gestire meglio lo Studio».

Per maggiori informazioni Livio Lazzari - livio.lazzari@lapam.eu- 059 893111

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BENESSERE


EDILIZIA

Riposizionarsi nel cantiere che cambia Percorsi gratuiti di professionalità per le imprese artigiane

I CORSI Tecniche e tecnologie Pacchetto Tetto: Installazione dei sistemi Linea Vita sulle coperture, tetto ventilato (durata 24 ore).

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na serie di corsi rivolti alle imprese artigiane iscritte alla Cassa Edile sono programmati sulla base di esigenze espresse dalle imprese. Sono quelli in programma da ottobre e dicembre, al raggiungimento di 12 iscrizioni. Le attività realizzate sono gratuite per i partecipanti in quanto finanziate dal Fondo “Corsi imprese artigiane”, promosso dalle associazioni aderenti alla Cassa. I corsi sono rivolti alle imprese iscritte a Edili Reggio Emilia - Cassa e in particolare a titolari e soci, dipendenti tecnici e impiegati, dipendenti operai e apprendisti.

Cartongesso: Installazione sistemi in lastre a secco - base (cartongesso) seconda norma UNI 11424 (durata 40 ore). Cappotto: Realizzazione di sistemi isolanti a cappotto, difettologia, ripristino, protezione acustica, protezione fuoco, riqualificazione energetica (durata 24 ore).

Gestione cantiere Documenti della sicurezza in cantiere: La redazione dei documenti della sicurezza necessari sul cantiere da parte del datore di lavoro (durata 24 ore). Responsabilità ambientale imprese edili: il concetto di “ecoreato” che introduce nel codice penale nuovi delitti contro l’ambiente: inquinamento ambientale, disastro ambientale, traffico e abbandono di materiale ad alta radioattività, impedimento del controllo ambientale, omessa bonifica (durata 16 ore).

-Per maggiori informazioni RES Edili Reggio Emilia - impresa@res.re.it - www.res.re.it - 0522 500450 44 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

EDILIZIA


Servizi Energetici ILLUMINAZIONE A LED ECONOMIA E BENESSERE

IMPIANTI TECNOLOGICI INTEGRATI A RISPARMIO ENERGETICO

IMPIANTO FOTOVOLTAICO E SMALTIMENTO AMIANTO

RISPARMIO ENERGETICO: meno 90% rispetto alle lampade ad incandescenza, 85% rispetto alle lampade alogene e il 60% rispetto alle lampade fluorescenti. • Assenza di manutenzione • Elevata efficienza luminosa • Dimensioni e peso ridotti • Accensione a freddo • Elevata resa cromatica SERVIZI CHE OFFRIAMO GRATUITAMENTE PER IL RELAMPING LED - Consulenza tecnico commerciale - Sopralluogo - Studio di fattibilità - Preventivo - Verifica con misurazioni di luminosità e consumi dei corpi illuminanti esistenti. - Fornitura di corpi illuminanti a LED in conto visione e misurazione di luminosità e consumi.


SCUOLE

Moda e marketing, le scuole di Reggio scoprono il bello del Made in Italy Lapam entra negli istituti tecnici con un progetto di alternanza scuola lavoro in collaborazione con Unimore ed aziende

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on una giornata di full immersion sul tema del marketing internazionale presso la succursale di Rivalta, è iniziata la collaborazione tra Lapam e l’lstituto Tecnico Commerciale “Levi-Scaruffi-Tricolore” di Reggio Emilia, nell’ambito di un progetto di alternanza scuola-lavoro che prevede una serie di interventi a cura dell’Associazione con i ragazzi delle classi quinte. Tra le tematiche trattate nella prima giornata: alcuni elementi di base del marketing internazionale con una stimolante lezione del professor Gianluca Marchi dell’Università di Modena e Reggio Emilia, appositamente invitato per l’occasione da Lapam, seguita da due coinvolgenti testimonianze di imprenditori del comparto moda, Fabrizio Stermieri per “Paola Davoli” di Carpi e Alberto Bedeschi per “Crisden” di Reggio Emilia. La comunicazione web, lo studio dei mercati internazionali, l’organizzazione di un ufficio commerciale, la partecipazione alle fiere, sono stati tra i temi presentati attraverso il racconto

vivo delle esperienze aziendali, molto diverse tra loro, ma egualmente efficaci. Il percorso con la scuola di Rivalta proseguirà poi, in novembre, con la partecipazione degli studenti alla manifestazione fieristica “Moda Makers”, con il meglio del Made in Italy in vetrina, presenza accompagnata dai responsabili del Consorzio Expomodena, promosso da Lapam, che organizza l’evento a Carpi. La fotografia del contesto sociale ed economico di Reggio Emilia e Modena, l’elaborazione del curriculum vitae e le simulazioni dei colloqui di lavoro saranno poi i successivi appuntamenti di Lapam all’interno della scuola reggiana, così da fornire agli studenti al termine del loro percorso scolastico elementi utili per meglio orientarsi sul mercato del lavoro. Analogo percorso con lezioni in aula e testimonianze di impresa, nonché visita alla manifestazione “Moda Makers” sarà portato avanti da Lapam anche con l’Istituto “Luigi Einaudi” di Correggio, sempre nel contesto dei rapporti tra scuola e mondo del lavoro, previsti dalla legge “buona scuola”.

Il quadro complessivo dell’impegno dell’Associazione con gli Istituti Tecnici Commerciali reggiani vedrà poi una serie di interventi presso lo “Scaruffi” di Reggio città dove, oltre al modulo sul tessuto economico locale e i colloqui di lavoro, verranno presentati temi quali, la redazione di un business plan e lo start up di impresa; sempre corredati da testimonianze imprenditoriali dirette, seguite da apposite visite in azienda per far cogliere dal vivo agli studenti elementi importanti sulla organizzazione del lavoro, con particolare attenzione agli aspetti amministrativi e commerciali. «Si tratta di un impegno a tutto campo nei confronti del mondo della scuola che Lapam ha deciso di spendere anche sul territorio di Reggio Emilia, seguendo una esperienza già avviata con successo in ambito modenese e ciò nella reale convinzione di quanto sia importante che gli studenti possano entrare in contatto diretto con il mondo del lavoro» è il commento di Ivo Biagini, presidente Lapam della zona di Reggio Emilia.

Per maggiori informazioni Carlo Alberto Medici - carloalberto.medici@lapam.eu 059 893111 46 . IMPRESE&TERRITORI 07|17

SCUOLE


PRIVACY

Trattamento dati: in arrivo la normativa. Cosa c’è da sapere? L’entrata in vigore è l’occasione per riorganizzare la propria politica aziendale in materia di dati, scrive Lorenzo Notari

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randi novità in arrivo per aziende ed enti in materia di trattamento dati personali e gestione dei flussi informativi. Mancano infatti pochi mesi all’applicazione, il 25 maggio 2018, del GDPR - General Data Protection Regulation (UE 2016/679), il nuovo regolamento europeo sulla protezione dei dati, che segna un punto di svolta importante rispetto alle normative nazionali che hanno regolamentato la materia finora. Uno degli elementi più significativi che vengono introdotti, è il cambio di paradigma che sottende al GDPR: si passa infatti dal parlare di misure minime di sicurezza e protezione dei dati personali al concetto di misure idonee. Sembra un dettaglio di poco conto e invece questo significa ad esempio, semplificando al massimo, che ciascun soggetto si trovi a trattare, gestire, scambiare dati personali (a maggior ragione ovviamente quelli più sensibili), deve per prima cosa effettuare una auto-valutazione per capire se il suo modus operandi è conforme a quanto previsto

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dalle direttive in arrivo, basandosi però su quella che è la sua realtà operativa effettiva, che non è necessariamente uguale per tutti; è poi necessario ad esempio capire se gli strumenti utilizzati per il trattamento e lo scambio delle informazioni personali, sono conformi (gli strumenti informatici, le prassi operative, i contratti con i fornitori di web storage, solo per fare qualche esempio) e tanto altro. L’arrivo di questo regolamento dovrebbe essere il pretesto per una riorganizzazione operativa e per l’avvio di un cambio di mentalità aziendale, su questa materia: il dato è linfa vitale, sempre più importante della contemporaneità; i sistemi di gestione dei dati permettono operazioni di calcolo, trasmissione, diffusione, a velocità sempre maggiori e con piattaforme sempre meno direttamente controllabili (pensiamo anche solo al cloud); i furti di informazioni aziendali con la penetrazione dei database o con altri sistemi sono all’ordine del giorno, per non parlare del rischio di perdita dati, di blocco

con richiesta riscatto (da ultimo il celebre ransomware Wannacry) ecc. Insomma, la nostra è ormai una società datacentrica, il valore di molte aziende è nella conoscenza, nelle informazioni che posseggono e gestiscono, e il legislatore europeo cerca, con questo regolamento, di sensibilizzare verso l’applicazione di buone prassi e corrette metodologie, verso una cultura del dato al passo con i tempi, che, se ben assimilata ed applicata, può portare vantaggi concreti in termini di efficientamento aziendale. E le nostre aziende, sono preparate? Pare proprio che molte non lo siano ancora. Da una ricerca qualitativa effettuata da Notari-Ricerche.it su diverse aziende emiliano-romagnole, emerge infatti come le prime cose che servono oggi agli imprenditori, siano informazione, consigli, conoscenza relativamente al GDPR.

Lorenzo Notari, sociologo (www.datacentrica.it)

PRIVACY


WELFARE

Welfare e produttività: cosa cambia per le imprese artigiane Tutte le novità e le categorie interessate dal nuovo accordo regionale

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l 27 settembre è stato siglato l’Accordo Interconfederale – Intercategoriale Regionale per il welfare contrattuale, che interessa le imprese artigiane di diversi settori. In sintesi si tratta di una nuova impostazione della contrattazione regionale di secondo livello, che da sempre regola l’erogazione dei premi di produttività per i dipendenti. Fino ad ora si operava sulla base di parametri settoriali generali. L’esigenza di uniformare i contenuti dei precedenti accordi alla legislazione vigente in materia di defiscalizzazione e decontribuzione, associati all’opportunità di introdurre elementi di welfare a favore dei dipendenti e delle imprese, hanno portato le

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parti sociali ad un nuovo assetto ed una nuova concezione dei premi variabili. Questa modalità consente di trasformare la precedente erogazione annuale, che era esclusivamente economica e assoggettata a imposizione fiscale e contributiva, in un’erogazione graduale a sistema misto, utilizzando una parte delle risorse per potenziare l’offerta di prestazioni a dipendenti ed imprese, attraverso la procedura di versamento tramite la bilateralità artigiana EBNA/EBER. L’accordo riguarda le imprese che applicano i seguenti contratti artigiani: Alimentazione/Panificazione Artigiana; Chimica, Gomma, Plastica, Vetro; Legno Arredamento; Lapidei; Tessile, Abbigliamento, Calzature; Grafica, Comunicazione.

Sono esclusi dall’applicazione dell’Accordo in questione le imprese che applicano il contratto dell’Edilizia artigiani e dell’Autotrasporto. Non si applica alle aziende che applicano il contratto della Meccanica artigiana (produzione, installazione, autoriparazione), odontotecnica e orafi – argentieri, perché le categorie sindacali dei lavoratori non hanno sottoscritto l’accordo. L’impegno economico annuo per le suddette categorie, riferito ad ogni dipendente è: di 162€ annui da versare in quote mensili di 13,5€ da aggiungere alle quote previste dagli Accordi Nazionali per EBNA/FSBA e versate tramite F24. I 162€ annui totali andranno ad alimentare in parte il Fondo di Welfare Contrat-

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WELFARE

tuale a favore dei lavoratori, in parte il Fondo sviluppo imprenditoriale a favore delle imprese e la restante parte ad integrazione del fondo sostegno bilateralità artigiana in caso di sospensione dei dipendenti per mancanza di lavoro. Poiché i premi di produttività previsti per le diverse categorie su base annua sono mediamente più alti della somma di 162 euro, la differenza a concorrenza del totale dei premi, non erogata con queste modalità sarà successivamente regolata dalla contrattazione di categoria, per individuare parametri che corrispondano alla legislazione vigente e poter godere così dei vantaggi fiscali e contributivi previsti. L’accordo comprende anche settori che

fino ad oggi non erano coperti da contrattazione regionale di 2° livello e quindi non soggetti all’erogazione di premi di produttività. Stiamo parlando di imprese che applicano i contratti artigiani di: Acconciatura Estetica; Pulizie; Ceramica. Intendendo tuttavia estendere la possibilità di accesso alle prestazioni di welfare per dipendenti ed imprese, per queste categorie l’impegno economico sarà ridotto della metà, per cui il versamento sarà di 81€ annui a dipendente. L’avvio dei versamenti decorrerà dal mese di settembre 2017. Le prestazioni del Fondo Welfare Contrattuale da parte di EBER/EBNA inizieranno a decorrere dal 1° gennaio 2018 e saranno oggetto di uno specifico regolamento.

A copertura del premio di produttività previsto per l’anno 2017 ai dipendenti delle imprese dei settori coperti da contrattazione di 2° livello verrà erogata un’indennità contrattuale regionale una Tantum, pari a 100€ non riparametrati con la mensilità di settembre 2017. Nulla è dovuto invece per le imprese non coperte da contrattazione regionale.Per poter visualizzare le prestazioni attualmente destinate ai dipendenti ed alle imprese si può visitare il sito EBER/EBNA www.eber.org cliccando alla voce “Fondo Sostegno al Reddito”. L’elenco delle prestazioni, alla luce dell’accordo sottoscritto, sarà integrato con prestazioni aggiuntive fruibili dal 01/01/2018.

Per maggiori informazioni rivolgiti alla sede Lapam più vicina a te 49 . IMPRESE&TERRITORIO 07|17

WELFARE


CORSI FORMART

I corsi FORMart in partenza Una panoramica sui corsi previsti per le prossime settimane e dedicati alle imprese che vogliono crescere FORMart Modena Via Emilia Ovest 693/B - 41123 Modena

FORMart Reggio Emilia Via Luigi Sani 7 - 42121 Reggio

FORMAZIONE TEORICA PER L’ESERCIZIO DELL’ ATTIVITÀ AUTONOMA DI ESTETISTA

FORMAZIONE PER ADDETTI AI LAVORI ELETTRICI: PES, PAV, PEI

tel. 059 3369911 - fax 059 821942 info.modena@formart.it ____

Obiettivi: Il percorso formativo è obbligatorio per avviare l’attività autonoma di Estetista. Il percorso di formazione è rivolto a persone occupate, in possesso dei requisiti previsti dall’art. 3 comma 1B/C della legge 1/90, ovvero: - aver maturato 1 anno di esperienza in un centro estetico come dipendente qualificato a tempo pieno, successiva al rapporto di apprendistato; oppure - aver maturato 3 anni di esperienza in un centro estetico come dipendente qualificato a tempo pieno. Durata: 300 ORE Dal 27/11/2017 al 30/05/2017 ____

QUALIFICA DI ESTETISTA

Obiettivi: L’estetista è in grado di effettuare trattamenti estetici su tutta la superficie del corpo umano volti alla eliminazione e/o attenuazione degli inestetismi, utilizzando tecniche manuali e apparecchi elettromeccanici per uso estetico, nonché prodotti e tecniche atte a favorire il benessere dell individuo sano. Durata: 1800 ORE Dal 13/11/2017 al 01/09/2019 ____

CORSO DI PODOCURIA

Obiettivi: Conoscere la tecnica dell’esecuzione della tradizionale pedicure con la tecnica di Burello Ivano Durata: 16 ore 5 E 6 Novembre 2017 ____

LETTURA DEL DISEGNO TECNICO

Obiettivi: Il corso è finalizzato a costruire basi teoriche fondamentali per l’attività di lettura ed interpretazione del disegno meccanico. Gli operatori del settore acquisiranno le tecniche necessarie a padroneggiare terminologie e regole per comunicare correttamente le informazioni nel linguaggio appropriato. Durata: 24 ore DAL 6 AL 29 NOVEMBRE

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tel. 0522 267411 - fax. 0522 334640 info@reggio.formart.it

Emilia

Obiettivi: La finalità del corso è quella di fornire le conoscenze di base e di completamento per il personale che svolge lavori elettrici, al fine di poter attribuire le qualifiche di persona esperta (PES) e persona avvertita (PAV). Inoltre, per lo stesso personale che svolge anche lavori elettrici sotto tensione (in bassa tensione), il corso permette al datore di lavoro di conferire l’idoneità allo svolgimento della suddetta attività (PEI. Durata: 16 ORE Dal 26/10/2017 al 15/11/2017 Costo: € 270,00 + iva ____

LA STAMPA 3D PER LA PROTOTIPAZIONE DEGLI STAMPI

Obiettivi: Al termine del percorso formativo i partecipanti conosceranno le potenzialità tecniche offerte dall’adozione della tecnologia della stampa 3D, i vantaggi realmente conseguibili attraverso di essa, nonché i costi preventivabili in termini di risorse e di adeguamento dei processi aziendali e delle competenze. Il focus sarà prioritariamente sulla potenziale innovazione del modello di business (da un modello di fornitura a uno consulenziale e di co-progettazione assieme al committente) che la stampa 3D di fatto consente, sui processi di prototipazione (fase di testing prima della realizzazione dello stampo e fase di realizzazione di stampi per lo sviluppo prodotto) che ne risultano investiti direttamente, ma anche sugli altri processi aziendali che ne possono indirettamente trarre beneficio. Durata: 16 ore Dal 16/11/2017 al 07/12/2017 Costo: corso totalmente finanziato ____

EXTENSION E RIFOLTIMENTO CIGLIA II°LIVELLO

Obiettivi: Dedicato a chi intende acquisire un metodo di applicazione da 2 (Tecnica 2D) fino a 9 (Tecnica 9D) ciglia ultrasottili su una ciglia naturale secondo il metodo Onzè, mantenendo inalterata la salute della ciglia naturale. Grazie a questo metodo si possono applicare 300-800 ciglia per occhio con tempistiche ridotte, ottenendo un volume massimo e assoluta naturalezza delle ciglia prolungate. Nel corso si impareranno tecniche di art-lashes, applicazione delle ciglia nella arcata inferiore con utilizzo di collante specifico. Durata: 8 ore Domenica 12 Novembre 2017 Costo: € 110,00 + iva

FORMart Correggio Via G. Matteotti 7 - 42015 tel. 0522 694753 - fax info.correggio@formart.it ____

Correggio 0522 691786

INFORMATICA BASE

Obiettivi: Corso pensato per principianti di qualsiasi età, che vogliono apprendere ad utilizzare il PC nelle sue applicazioni di base. Durata: 15 ore Novembre – Dicembre 2017 ____

CORSO BASE DI CONTABILITÀ GENERALE

Obiettivi: La figura del contabile è sempre molto ricercata dalle aziende. Questo corso vuole essere un “ponte formativo” tra scuola/università e pratica amministrativa, con l’obiettivo di preparare professionisti capaci di gestire l’amministrazione d’impresa, attraverso lezioni teoriche, esercitazioni pratiche e, per chi lo desidera, attraverso una esperienza diretta in azienda (“opzione stage”). Il taglio pratico e operativo lo rende adatto sia a coloro che non hanno basi di ragioneria sia a coloro che posseggono una formazione tecnica coerente e desiderano renderla concreta per maturare autonomia operativa. Durata: 60 ore Novembre 2017 – Febbraio 2018 ____

LA GESTIONE AMMINISTRATIVA DELLE OPERAZIONI CON L’ESTERO

Obiettivi: Il corso illustra come affrontare la gestione amministrativa, contabile e fiscale delle operazioni commerciali internazionali, valutando le criticità correlate alla normativa dei differenti Paesi e le opportunità di semplificazione offerte dalla normativa Comunitaria, sia rispetto alla gestione clienti che fornitori. Durata: 8 ore Novembre 2017 ____

IMPARA A USARE SMARTPHONE E TABLET (SISTEMA OPERATIVO ANDROID)

Obiettivo: Il corso permette di prendere confidenza ed imparare ad utilizzare le funzioni principali del proprio Smartphone (sistema operativo Android). Durata: 15 ORE Novembre – Dicembre 2017

CORSI FORMART


LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Novità in materia fiscale (e non solo) per imprese piccole e grandi Per rimanere aggiornato su bandi, contributi e su tutto quello che riguarda la vita della tua impresa vai su

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Jobs Act autonomi: più tutele, welfare e formazione per i professionisti Pubblicata nella Gazzetta Ufficiale la legge n. 81 del 22 maggio 2017 nota come Jobs Act autonomi. La legge prevede nuove garanzie per i lavoratori autonomi nella gestione dei contratti con la committenza e amplia le tutele previdenziali in caso di malattia, infortunio e maternità. Vengono riconosciuti, inoltre, incentivi fiscali per le spese di formazione e di aggiornamento professionale dei lavoratori autonomi e misure di sostegno per l’ingresso e il reinserimento nel mercato del lavoro. La DIS-COLL (indennità disoccupazione collaboratori coordinati a continuativi), infine, dopo

un periodo di sperimentazione, diviene strutturale a partire da luglio 2017. Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 135 del 13 giugno 2017 il Jobs Act autonomi. Il Capo I della legge n. 81 del 22 maggi 2017, intitolato “Tutela del lavoro autonomo”, prevede l’estensione dei diritti e delle tutele di professionisti e collaboratori, in termini di welfare, di tutela contrattuale e di dignità della professione. Le norme contenute nella legge si applicano ai lavoratori autonomi, ai lavoratori parasubordinati ed alle collaborazioni occasionali. Sono esclusi dall’ambito di applicazione gli imprenditori, ivi compresi i piccoli imprenditori.

Rete Imprese Italia al Viceministro Morando: “Giù peso fisco e burocrazia su imprese” Una delegazione di Rete Imprese Italia ha incontrato, in vista della presentazione della Legge di Bilancio 2018, il Viceministro dell’Economia e delle Finanze, Enrico Morando, per illustrare le proposte per alleggerire la pressione fiscale su famiglie ed imprese, stimolare la domanda interna e ridurre gli oneri burocratici a carico delle imprese derivanti da adempimenti e controlli: è quanto si legge in una nota di Rete Imprese Italia diffusa dopo l’incontro. Il Viceministro, dopo aver illustrato i dati positivi contenuti nella Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2017, ha confermato l’impegno del Governo a eliminare, con la legge di bilancio, gli aumenti IVA previsti per il 2018, che avrebbero comportato maggiori imposte per oltre 15 miliardi di euro, e a prorogare le agevolazioni fiscali relative all’acquisto di beni strumentali all’attività di impresa (superammortamento ed iperammortamento), il credito d’imposta ricerca e sviluppo nonché quello previsto per le startup innovative. Morando ha poi annunciato l’intenzione del Governo di varare misure di agevolazione fiscale per le imprese che investono nella formazione, insieme a una misura strutturale di riduzione del cuneo fiscale per l’assunzione di giovani a tempo indeterminato che, potrà essere usufruita anche per coloro che sono assunti con il contratto di apprendistato.

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Pos, dai negozi ai professionisti agli artigiani ecco chi è obbligato e chi eviterà le sanzioni I soggetti che effettuano l’attività di vendita di prodotti e di prestazione di servizi, anche professionali, sono tenuti ad accettare anche pagamenti effettuati attraverso carte di debito e carte di credito. Messa giù così, non sembrerebbero esserci molti margini per una via di fuga al di là dei «casi di oggettiva impossibilità tecnica» che però sono imputabili più alla mancanza di connessione che alla mancata volontà di adeguarsi. Ciononostante, l’obbligo del Pos - finora rimasto sulla carta perché senza sanzioni - potrebbe trovare qualche esonero strada facendo, proprio nel provvedimento destinato a fissare le penalità. Provvedimento che potrebbe non essere l’atteso (la scadenza per l’adozione sarebbe stata febbraio 2016) decreto ministeriale di Economia e Sviluppo economico, ma il decreto legislativo di attuazione della direttiva europea, che taglia i costi dei pagamenti con moneta elettronica, trasmesso dal Governo alle commissioni parlamentari per i pareri. Una sanzione che, attraverso un rinvio a una norma del Codice penale, dovrebbe arrivare fino a 30 euro per ogni pagamento non accettato con mezzi diversi dal contante. Negozi, bar, ristoranti ed esercizi pubblici, artigiani Dai negozi ai ristoranti, dalle gelaterie alle pizzerie fino ai pub passando per i bar. In realtà l’elenco potrebbe essere lunghissimo. Tutta l’attività di commercio e gli esercenti dovrebbero dotarsi del Pos. Un obbligo da cui non sfuggono neanche gli artigiani, quali idraulici, elettricisti ed impiantisti in genere, che operano con il pubblico, nonché altre analoghe categorie. E non è possibile invocare neanche quell’esenzione che era stata prevista in base al fatturato dal primo decreto attuativo della norma. Perché l’esonero per imprese e professionisti con ricavi nell’anno precedente fino a duecentomila euro è “scaduto” il 30 giugno 2014.

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sporre ben due proroghe della scadenza, originariamente fissata al 30.9; la prima al 5 ottobre, la seconda al 16 dello stesso mese. Confartigianato, unitamente a Rete imprese Italia, ha presentato delle proposte per alleggerire e rendere più semplice l’adempimento. Tra le proposte avanzate vi è quella di ridurre drasticamente la mole di dati da inserire nella comunicazione. Inoltre, vista la quantità di errori che sono riscontrati dal sistema a seguito dell’invio, è stato richiesta la messa a disposizione di controlli preventivi di correttezza dei file, evitando in tal modo di dover inviare più volte gli stessi dati.

Bandi e Agevolazioni ____

Proposte per semplificare la procedura di invio dei dati delle fatture emesse e ricevute ____

Il nuovo adempimento, divenuto operativo con l’invio dei dati delle fatture emesse e ricevute relative al primo semestre 2017, è solo l’ultimo fra quelli posti a carico di imprese e professionisti. Oltre all’ovvia considerazione di ulteriori costi burocratici gravanti sul bilancio delle imprese, in questa prima prova sul campo abbiamo assistito a gravi inefficienze dalle strutture dell’Agenzia delle entrate, deputate a ricevere gli invii telematici dei suddetti dati, inefficienze manifestatesi con blocchi dei server riceventi, rilascio di ricevute di consegna telematica errate e tempi dilatati di rilascio delle stesse e così via. Inefficienze che hanno indotto il Mef a di-

CCIAA Reggio Emilia: 2° bando contributi per percorsi di alternanza scuola lavoro. Il bando ha la finalità di incentivare sia l’iscrizione delle imprese nel Registro per l’alternanza scuola-lavoro che l’inserimento di giovani studenti in percorsi di alternanza scuola lavoro. Beneficiari: PMI con sede legale e/o unità operativa nella provincia di Reggio Emilia. Oggetto del contributo sono le spese sostenute per le attività previste dalle singole convenzioni stipulate fra impresa ed Istituto scolastico per la realizzazione di percorsi di alternanza scuola-lavoro (ASL) in sede/unità locale posta in provincia di Reggio Emilia e intrapresi da studenti della scuola secondaria di secondo grado nel periodo 01/05/2017 – 31/12/2017. L’impresa beneficiaria deve essere iscritta al Registro nazionale per l’alternanza scuola-lavoro di cui alla L.107/2018 alla data di rendicontazione, pena la revoca del contributo. L’ordine di precedenza nella graduatoria è determinato dall’ordine cronologico di ricezio-

Legge di bilancio 2018 Rottamazione cartelle esattoriali bis, riapertura definizione liti pendenti, cartolarizzazione dei crediti fiscali, fatturazione elettronica: ecco le ipotesi al vaglio nella manovra 2018. Queste le ipotesi al vaglio: il Governo è sempre più orientato a introdurre l’obbligo della fattura elettronica tra privati a tappe: per tutta la filiera petrolifera e dei carburanti, troppo spesso esposta a rischi di frode, la fatturazione elettronica tra privati sarebbe obbligatoria dal prossimo 1° luglio, mentre per tutte le altre categorie la fatturazione elettronica scatterebbe dal 1° gennaio 2019 garantendo all’erario non meno di 2 miliardi di maggiori entrate ogni anno. Per estendere la fattura elettronica a tutte le operazioni commerciali B2B (tra imprese private) l’Italia è passata da una richiesta specifica alla Commissione europea per derogare al divieto comunitario all’obbligatorietà. Del resto, le ragioni a sostegno di una simile richiesta è il gap IVA tra il gettito prevedibile e quello realmente incassato; compensazioni Iva con limite a 2.500 euro. Misura fortemente osteggiata dalla Confartigianato; pagamenti della Pa: controllo preventivo sull’esistenza di pendenze fiscali non pagati dal creditore a partire da 5mila euro. web tax italiana con una cedolare al 6 o al 10%, applicata sui ricavi delle big della rete senza stabile organizzazione. Tra le altre misure che si prospettano la riconferma dei bonus edilizi (ristrutturazioni, risparmio energetico e sisma bonus). È alo studio anche la conferma di sgravi contributivi per assunzioni a tempo indeterminato mirante ad incentivare l’occupazione giovanile. Attendiamo comunque il testo che dovrà essere presentato a giorni alle camere.

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ne della pratica telematica attestato dalla data e numero di protocollo assegnato dal sistema WebTelemaco. La rendicontazione dovrà essere trasmessa entro e non oltre il 28/02/2018 e dovrà essere corredata, tra l’altro, dalla copia della convenzione stipulata tra impresa e istituto scolastico e dalla documentazione comprovante il periodo di alternanza (ad esempio registro presenze e quanto richiesto dall’istituto scolastico per lo svolgimento del periodi di alternanza e la valutazione dello stesso). Stanziamento: 70.000,00 euro. Il contributo riconoscibile all’impresa, indipendentemente dal numero di convenzioni stipulate, sarà modulato nel seguente modo: € 600,00 per il coinvolgimento da 1 a 3 studenti; € 1.100,00 per il coinvolgimento di 4 o più studenti. Nel caso di inserimento in azienda di studente/i diversamente abile/i verrà riconosciuto un ulteriore importo di 200,00 euro. ____

CCIAA Modena - contributi alle imprese che realizzano percorsi di alternanza scuola-lavoro L’agevolazione sarà così modulata: € 600,00 per la realizzazione da 1 a 5 percorsi individuali di alternanza scuola-lavoro; € 800,00 per la realizzazione da 6 o più percorsi individuali di alternanza scuola-lavoro; € 200,00 ulteriori nel caso di inserimento in azienda di studente/i diversamente abile/i certificato/i ai sensi della Legge n. 104/92. Le risorse stanziate ammontano complessivamente a 125.000,00 Euro. Sono finanziabili gli stage in alternanza programmati a partire dall’1/09/2017 e fino al 15/06/2018. Beneficiari sono le micro, piccole e medie imprese (MPMI), così come definite dall’allegato I al Reg. Ue n. 651/2014 e più precisamente le imprese che occupano meno di 250 persone, il cui fatturato annuo non supera i 50 milioni di euro e/o il cui totale di bilancio annuo non supera i 43 milioni di euro. Le imprese devono avere sede legale e/o un’unità operativa nella provincia di Modena ed essere iscritte al Registro nazionale alternanza scuola-lavoro: scuolalavoro.registroimprese.it. Come presentare le domande? Le domande di contributo possono essere presentate a partire dalle ore 8,00 del 16/10/2017 sino alle ore 20,00 del 16/11/2017. Le domande di contributo, redatte utilizzando il modulo pubblicato tra gli allegati e firmate digitalmente, dovranno essere inviate all’indirizzo di posta elettronica certificata cameradicommercio@mo.legalmail.camcom. it, inserendo nell’oggetto la dicitura “BANDO ALTERNANZA SCUOLA-LAVORO”. Alla domanda dovrà essere allegata la copia della/e convenzione/i stipulata/e tra l’Istituto scolastico/Centro di formazione professionale (CFP) e l’impresa ospitante. ____

Contributi per Piccole e Medie Imprese bando servizi innovativi anno 2017 I progetti di innovazione e diversificazione ammessi dal bando devono riguardare la realizzazione di progetti che comportino almeno una delle seguenti azioni: ampliamento della gamma dei prodotti e/o servizi o la

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LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI GUIDA ALLA LETTURA DEI CODICI QR

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loro significativa ridefinizione tecnologica e funzionale in senso innovativo; introduzione di contenuti e processi digitali e di innovazione di servizio in grado di modificare il rapporto con clienti e stakeholder. Ricaratterizzazione dei prodotti e dei servizi in senso fortemente sostenibile e in favore della inclusione e della qualità di vita. Sono ammesse a contributo unicamente consulenze a contenuto tecnologico. Possono presentare domanda singole imprese esclusivamente PMI ai sensi della vigente normativa comunitaria (Raccomandazione della Commissione 2003/361/CE) con: sede operativa, in termini di unità locale produttiva ove svolgere il progetto, in Emilia-Romagna; almeno un bilancio depositato alla competente Camera di Commercio, alla data di presentazione della domanda; codice ATECO, anche secondario, appartenente a quelli indicati nella Strategia Regionale di Specializzazione Intelligente per le priorità A, B e D, di cui all’appendice 4.

Essere regolarmente costituite ed iscritte nel registro delle imprese presso la CCIAA competente per territorio alla data di presentazione della domanda. Essere costituite esclusivamente nella forma di società di capitale, società di persone (escluse le società semplici), società consortili nella forma di società di capitale. Le società cooperative sono ammissibili solo se riconducibili alle seguenti tipologie: produzione e lavoro; edilizia; cultura - turismo – spettacolo – editoria (come risulta dallo statuto e nell’atto costitutivo della cooperativa). È possibile la presentazione di progetti di innovazione rispondenti ai seguenti requisiti: Il progetto deve avere un costo che va da un minimo di € 10.000,00 a un massimo di € 80.000,00 La trasmissione delle domande di contributo avverrà attraverso il portale Sfinge2020 e dovrà essere presentata a partire dalle ore 10.00 del 16 ottobre 2017 fino alle ore 13.00 del 31 ottobre 2017

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In Lapam siamo ormai “navigati” dal punto di vista dell’utilizzo dei codici cosiddetti QR. Ma cosa sono e a che cosa servono? I codici QR sono, per intenderci, quei riquadri in bianco e nero che si trovano ormai in molti luoghi ed oggetti: sui biglietti del treno, manifesti, su prodotti di uso comune, etichette del vino, anche nelle sezioni Lapam e in questo giornale. Lo scopo è quello di far scansionare il codice dagli utenti con la fotocamera del telefono o del tablet, e indirizzarli a determinati contenuti. Pagine web, foto o documenti, qualsiasi contenuto caricato online insomma. Il mondo va sempre più verso l’utilizzo di dispositivi mobili e il codice QR vi dà accesso a in maniera veloce. Un esempio? Ecco qui, in forma scritta, il collegamento al questionario Lapam sulla comunicazione. Difficile riscrivere questa serie di caratteri correttamente. Per essere visualizzabile sullo smartphone, è necessario che qualcuno lo invii e venga cliccato per essere aperto. A meno di utilizzare il codice QR. Lo stesso link è contenuto qui:

Come è possibile scansionare questi codici? Come detto, lo strumento da smartphone o tablet è la fotocamera. Solitamente però, è necessaria una “app” adatta a leggere questi codici. Ce ne sono varie nel panorama delle applicazioni per mondo Apple e Android. È sufficiente digitare nello store “QR Code Reader” e scaricare l’applicazione. Una volta aperta, è sufficiente scansionare il codice avvicinando la fotocamera ed il gioco è fatto. Ora possiamo essere pronti alla prossima campagna tesseramenti Confartigianato 2018. Che cosa conterrà il prossimo codice QR?

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FOTONOTIZIA

Trofeo “Noi Impresa” Un premio per valorizzare il lavoro dei colleghi ai 21 premiati un viaggio per due persone all’isola d’Elba Il Trofeo, giunto alla quarta edizione, è stato istituito nel 2013 per riconoscere lo spirito imprenditoriale ed il senso di appartenenza del personale Lapam che da sempre, oltre al proprio lavoro quotidiano, si impegna direttamente in maniera attiva per la crescita della base associativa favorendo contatti con potenziali nuovi associati. Per questa quarta edizione si è deciso di assegnare come premio ai vincitori, un soggiorno per due persone all’Isola d’Elba. La premiazione è stata effettuata durante il Consiglio Generale del 27 luglio 2017. I 21 vincitori di questa edizione sono:

Nominativo

Filiale

Nominativo

Filiale

BALLOTTA NICOLETTA

BOMPORTO

LUCCHI SILVIA

ZOCCA

BARBIERI RITA

FINALE EMILIA

MANFREDINI MIRIAM

CARPI

BARUFFALDI ANNA LAURA FINALE E.

MARCHETTI TIZIANA

FORMIGINE

BELLEI MARTA

PAVULLO

MONTORSI FEDERICA

NONANTOLA

BERGAMINI LARA

CAVEZZO

PICCHIONI ILARIA

MODENA 3

BERSELLI GIULIANO

REGGIO E.

REGGIANI LUISA

NONANTOLA

CABONARGI LAURA

LAMA MOCOGNO

RIZZO MASSIMILIANO

PAS/MODENA 2

DEBBI SABRINA

FIORANO

TERNELLI ANNA MARIA

SASSUOLO

FAVA LINDA

FORMIGINE

TORRICELLI GIANPAOLA

FORMIGINE

FRANCHINI LORENZA

FORMIGINE

ZANOTTI LAURA

PIEVEPELAGO

GIBELLINI MARILENA

VIGNOLA

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ROAD SHOW

educare i bambini alla felicità

Martedì, 7 Novembre 2017 dalle ore18.30

Sede centrale Lapam Via Emilia Ovest 775 Modena Sponsored by

li rendere i nostri fig er p le o g re i lic p m Poche e se per tutta la vita e ni a m o d , so es d solidi e felici a Come genitori ci preoccupiamo di dare la migliore educazione ai nostri figli, come insegnanti ci impegniamo perché abbiano la migliore istruzione; a chi il compito di insegnargli ad essere felici? Educare i bambini alla felicità si può ed è di fondamentale importanza per fare di loro persone solide, capaci di far fronte ad ogni accadimento della vita. La Positive Education è un nuovo modello basato sulla sinergia esistente tra le emozioni positive e l’apprendimento. I risultati che si ottengono sono incredibili in termini di performance scolastiche, di benessere psico-fisico e di determinazione a voler conseguire gli obiettivi prefissati.

Per informazioni e/o iscrizioni: Lapam Sede Centrale - T. 059 893 111 contattaci@lapam.eu www.lapam.eu

Scuola di Palo Alto T. +39 02 38010666 educareibambiniallafelicita.it | menu: IL TOUR

PROGRAMMA La relazione genitori-figli nell’infanzia

> La creazione di una base sicura per la felicità > Sistema motivazionale innato e sistema di attaccamento sicuro > Trasmettere un approccio positivo Insegnare il benessere e la felicità

> Qualità personali, punti di forza e virtù nostre e dei nostri allievi > Fitness emotivo, sociale, familiare, spirituale > Insegnare a insegnare la felicità

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