Imprese & Territorio 06 2019 - Il futuro dell'Emilia Romagna

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Periodico di informazione di Lapam Confartigianato

www.lapam.eu

È in arrivo MoRe Impresa Festival Due giorni di eventi, workshop, presentazioni di libri, dedicati alle imprese e al mondo del lavoro

Ex Ilva di Taranto una questione nazionale I volumi di acciaio prodotti in Italia e utilizzati dalle MPMI Emiliane

Ecco le cause che bloccano la ripresa Veronica De Romanis a dialogo con Lapam in vista di MoRe Impresa Festival

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Il futuro dell’Emilia Romagna Interviste ai due candidati alla guida della Regione e le richieste delle PMI Noi impresa - periodico di informazione di Lapam Confartigianato Imprese - Poste italiane SPA - Sped. in abb. post. D.L 353/2003 - (Conv. IN L.27/02/2004 N°46) - art.1, Comma 1, DCB (Modena C.P.O) - Euro 2

NOVEMBRE/DICEMBRE 2019


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO “La Plastic Tax non s’ha da fare”: le ragioni del no alla proposta avanzata dal governo A Pavullo confronto promosso da Lapam con l’assessore regionale Donini. Come sta cambiando il distretto ceramico? R.e te. Imprese Italia: "Ecco le nostre proposte ai Comuni modenesi" È in arrivo MoRe Impresa Festival: due giorni di eventi, workshop, dedicati alle imprese My Lapam, migliora l’impresa: la nuova soluzione di servizi digitali

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Ecco le cause che bloccano la ripresa. Parla Veronica De Romanis Ex Ilva: una questione nazionale

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FOCUS

IN COPERTINA Il futuro dell’Emilia Romagna: intervista ai candidati alla guida della Regione “Non cadiamo nella retorica del tutto va bene”: L'intervista a Lucia Borgonzoni “I risultati ci danno ragione”: Il presidente in carica risponde alle richieste dell’associazione Le richieste di Confartigianato ai candidati alla guida di Regione Emilia Romagna

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NOTIZIE DI CATEGORIA Meccanica Autoriparazione Autoriparazione Alimentazione Moda Commercio Giardinieri Media Donne Impresa Turismo p.e.

L’anno difficile della meccanica made in Italy Riparazioni a regola d’arte, a che punto siamo? In Emilia Romagna 507 autovetture per ogni autofficina “Il pane di qualità non fa ingrassare”. Parola della biologa nutrizionista Moda Makers, l’artigianato tessile che incanta Crediti d’imposta e commissioni Pos, c’è ancora molto da fare Il bonus verde va mantenuto. È un meccanismo determinante contro il sommerso Quando la comunicazione digitale fa crescere l’impresa Liberare le risorse femminili per far crescere l’occupazione Percorsi cicloturistici nella bassa modenese, in arrivo un portale di valorizzazione

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CULTURA I Tesori di Lucrezia Borgia d'Este: un prestigioso volume in occasione del cinquecentenario

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CORSI E FORMAZIONE BY FORMart Corsi e Formazione organizzata da FORMart

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FISCO, LAVORO E BANDI Novità e adempimenti Fiscali Novità in materia di Rapporti di Lavoro Nuovi Bandi e finanziamenti per le Imprese

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DELIBERE CONSIGLIO DIRETTIVO GENERALE È possibile consultare gli estratti delle delibere dei verbali del Consiglio Direttivo Generale di Lapam Confartigianato Imprese - Modena, Reggio Emilia. scansiona il QrCode con il tuo Smartphone Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari. Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Monica Salvioli, Elena Baraldi, Matteo Roversi, Stefano Gelmuzzi, Marco Pignatti, Enzo Fanì, Nicola Boschetti, Francesco Po. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay - Stampa Golinelli SpA. Per la pubblicità su Imprese&Territorio: contattaci@lapam.eu tel. 059 893111

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CATEGORIA SINDACALE SU EDITORIALE TRE RIGHE

Al voto sì, ma informati Il 26 gennaio noi emiliano romagnoli siamo chiamati alle urne per il rinnovo del consiglio regionale e per eleggere il Presidente della Regione. Si tratta di un passaggio molto importante e già anche molto sentito, un po’ per le implicazioni di cui questo voto viene investito a livello di dinamiche nazionali, un po’ perché dalla Regione passano competenze molto importanti per la vita delle persone: basti pensare alla sanità, passando per formazione professionale, politiche per il lavoro e sostegno alle imprese. Non si tratta, dunque, di una scelta da delegare: tutti ricordiamo come una pagina poco brillante per il nostro sistema democratico la bassa affluenza alle urne del novembre 2014, quando in

Emilia Romagna votarono meno del 40% degli aventi diritto. Questa volta, lo auspichiamo e lo crediamo, non dovrebbe andare così e già questa rappresenterebbe una buona notizia. Come noto al momento i due competitor più accreditati sono il Presidente uscente, il modenese Stefano Bonaccini candidato per il centrosinistra, e la leghista di Bologna Lucia Bergonzoni per il centrodestra. Al momento di andare in stampa non c’è ancora il candidato del Movimento 5 Stelle, che pure dovrebbe presentarsi da solo dopo la votazione online degli iscritti.

il livello di guardia, almeno tra i due candidati alla presidenza. Per cercare di fornire un supporto su questo numero di Imprese e Territorio abbiamo sintetizzato le proposte di Confartigianato e abbiamo realizzato una intervista con i due principali candidati. Naturalmente non intendiamo prendere posizione in modo diretto, ma fornire strumenti e offrire spunti di riflessione a partire dal punto di vista delle piccole e medie imprese. Quelle che, anche in Emilia Romagna e probabilmente più che altrove, sostengono il nostro modello di crescita e di welfare.

La competizione sta entrando nel vivo, finora il dibattito (al netto di qualche sgambetto) non ha superato

Carlo Alberto Rossi Segretario Generale Lapam Confartigianato

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“La Plastic Tax non s’ha da fare” Le ragioni del no alla proposta avanzata dal governo, esposte dal presidente Lapam, Gilberto Luppi

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a plastic tax non s’ha da fare. Non solo perché danneggerebbe in modo fortissimo un settore che sul nostro territorio è particolarmente attivo, ma anche perché non ha senso penalizzare la plastica e non, invece, dare incentivi per il suo graduale superamento. E poi non possiamo dimenticare le implicazioni sanitarie: qualcuno sa

matori ma per molti prodotti non esistono in commercio alternative adeguate. In buona sostanza questa tassa è pensata male e scritta peggio, il suo effetto sarà soltanto quello di produrre gettito, con buona pace del nobile intento dichiarato di dare il nostro contributo per salvare il pianeta. Diciamo convintamente sì a incentivi, ma al tempo stesso siamo nettamente contrari a divieti e sanzioni che rappresenterebbero soltanto una foglia di fico". Nelle province di Modena e Reggio Emilia "Non si tratta di chiudere – prosegue il Presidente gli occhi di fronte alle Lapam – sono 546 le problematiche delle plastiche imprese del settore, di monouso, ma di essere credibili e queste 173 fabbricano articoli in materie plastigraduali" che. Ma se allarghiamo l’orizzonte e includiamo Bologna il dato delle imprese di cosa ‘vive’ il distretto biomedicoinvolte sale a 837, facendo di cale?”. questo triangolo produttivo il più Gilberto Luppi, Presidente della importante comparto italiano ed nostra associazione, interviene nel dibattito sulla cosiddetta plastic europeo del settore. Non stiamo tax e sulle implicazioni che la tassa, parlando di dettagli, ma di migliaosteggiata in particolare dall’Emiia di posti di lavoro a rischio e di lia-Romagna (la regione del Paese un comparto che rischierebbe di nettamente più coinvolta a livello andare in crisi. E non possiamo produttivo), avrebbe sul nostro nemmeno dimenticare chi, e penso tessuto produttivo. alle imprese della ristorazione, la“Non si tratta di chiudere gli occhi vorano con questi materiali”. di fronte alle problematiche delle Luppi prosegue il ragionamento: plastiche monouso, ma di essere “Colpire indifferentemente tutti i credibili e graduali, la cosiddetta prodotti senza alcuna distinzione plastic tax imporrebbe aumenti è una misura che contraddice ogni insostenibili per imprese e consurazionale politica di sostegno all’e-

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conomia circolare, che non tiene conto, peraltro, che gli imballaggi in plastica già oggi sono gravati dal prelievo ambientale ambientali del contributo al Conai, che finanzia la loro raccolta e riciclo e che è peraltro applicato in misura differenziata proprio in base alle caratteristiche ambientali dell’imballaggio. Un sistema all’avanguardia che tutto il mondo ci invidia e che ci mette ai primi posti per le politiche di contrasto all’inquinamento. Si tratta quindi di una misura inutilmente vessatoria vestita da ‘misura di salvaguardia ambientale’, non sostenibile nel breve periodo dal sistema economico e che non individua correttamente le azioni che avrebbero dovuto essere messe in campo per raggiungere efficacemente lo scopo di disincentivare l’uso della plastica. Siamo però convinti che la strada da intraprendere sia quella di un progressivo abbandono della plastica in favore di altri materiali ecologicamente compatibili. Il tempo stringe, è vero, ma non possiamo gettare via un comparto così importante per la fretta di recuperare qualche risorsa in più nella Legge di Bilancio”.


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Più infrastrutture e banda larga A Pavullo un confronto promosso da Lapam con l’assessore regionale Donini

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ntro il 2021 la banda larga arriverà in tutto l’Appennino, centri principali e frazioni, mentre sulle infrastrutture stradali si lavora sui Carrai e sono state messe risorse (per ora il primo milione di euro) per la manutenzione della Nuova Estense. La Pratolino-Malandrone, la cosiddetta tangenzialina di Pavullo? Siamo in attesa del progetto da parte del Comune, contiamo di poterla finanziare poi con i fondi comunitari del programma 20212028. Come Regione non abbiamo la competenza per fare di più su questo intervento”. Raffaele Donini, vice presidente della regione Emilia-Romagna e assessore a trasporti e infrastrutture, è stato ospite di Lapam Confartigianato a Pavullo. Al centro, appunto, i tempi delle infrastrutture sia materiali che immateriali, ovvero la banda larga. Donini ha anche allargato il tiro: “La Campogalliano-Sassuolo è ormai al via dei lavori, per la Cispadana l’iter è molto avanzato, entro i primi mesi del 2020 ci sarà la conferenza dei servizi e contiamo entro fine 2020 di avere il progetto esecutivo; di conseguenza i lavori potranno iniziare nei primi mesi del 2021”. Al convegno hanno partecipato anche il sindaco di Pavullo e quello di Lama, Biolchini e Pasini, il presidente della Provincia e sindaco di Polinago, Tomei, la consigliera regionale Serri. Per Lapam Confartigianato è intervenuto il

segretario generale, Carlo Alberto Rossi con alcuni dati molto interessanti: “Nell’area dell’Unione dei Comuni del Frignano il numero di imprese attive è calato dell’11,6%, pari a 598 imprese in meno, dal 2008 al 2018. Un calo ancora più consistente si registra per le sole imprese artigiane (-14,3%), pari ad una riduzione di 262 unità. Il comune di Pavullo analogamente registra un trend in calo, sebbene leggermente più lieve, del -8,5% per il totale delle imprese attive tra il 2008 e il 2018, e del -11,6% per l’artigianato. Tra le infrastrutture strategiche, vi sono le telecomunicazioni e la banda larga, che sono un asset fondamentale per le imprese: nell’area presa in esame, Pavullo è l’unico comune in cui a gennaio 2019 si registrava una copertura pari al 64% delle connessioni in banda ultra larga, inferiore al 72% della copertura media provinciale, ma nettamente superiore al 25,4% della media dei comuni del Frignano, il che sta a significare che alcuni comuni non sono ancora stati raggiunti da questa infrastruttura, che è sempre più determinante per la competitività del sistema economico. Questo è un gap da colmare al più presto”. Sulle strade Rossi è stato puntuale: “Dobbiamo partire dalla situazione della Nuova Estense: il transito giornaliero nel 2017 contava 13000 mezzi circolanti totali, ma noi sappiamo che questo dato è in aumento soprat-

tutto per il traffico pesante indotto dall’incremento dell’attività industriale nell’area di S.Antonio. Un bene che crescano gli investimenti in quest’area, ma devono essere accompagnati da una mobilità adeguata, che passa anche per una manutenzione costante del tratto in questione. Vi sono segnali positivi in tal senso, penso ai lavori in corso per la variante dei Carrai in entrata a Pavullo, annosa questione finalmente in via di soluzione, o come la costruzione della nuova rotatoria e la messa in sicurezza dell’intersezione tra la statale 12 e la provinciale 3 per Serramazzoni. Per la tangenziale di Pavullo – ha concluso Rossi – la soluzione più strutturale sarebbe quella di recuperare l’idea di una variante della SS12 di cui si è parlato negli anni ma che non ha trovato alcun riscontro progettuale, un collegamento funzionale che parta dalla rotonda dell’area industriale di S.Antonio (rotonda della Mirage) potenziando la strada secondaria esistente fino all’innesto con la località del Malandrone, creando così un’alternativa tangenziale al capoluogo che proseguendo per Pratolino si congiunga alla SS12 a sud di Pavullo per proseguire verso Lama Mocogno”. Al termine del convegno, chiuso dall’intervento del presidente Lapam Gilberto Luppi, le premiazioni delle aziende che da almeno 40 anni sono associate a Lapam.

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Come sta cambiando il distretto ceramico? Un convegno insieme a Franco Stefani e Patrizio Bianchi per fare il punto dopo il Patto proposto da Lapam ad enti locali ed imprese

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o iniziato a 19 anni e mi sono subito messo in proprio dopo tre anni alle scuole Corni di Modena. Da lì siamo partiti: ero alla sede Lapam di Fiorano con una piccola impresa. Siamo arrivati a 3000 persone che lavorano per noi, e ora ho deciso di vendere alcune imprese per dare continuità al progetto. Non certo per un disimpegno, tanto che ho mantenuto una delle imprese». Franco Stefani, fondatore e presidente di System Ceramics, ha partecipato al seminario promosso da Lapam Confartigianato a Formigine sul futuro del Distretto ceramico. Dopo il Patto per il Distretto (vedi n°5 di Imprese & Territorio) proposto a enti locali e soggetti economici e sociali, Lapam ha organizzato insieme all’università popolare di Formigine un convegno con l’assessore regionale a scuola e formazione, Patrizio Bianchi. «Ho sempre reinvestito gli utili in azienda e sono orgoglioso di aver dato e di dare lavoro a tante persone che vivono sul nostro territorio - ha concluso Stefani - il nostro Distretto è cresciuto proprio grazie alla professionalità e alla dedizione di tanti imprenditori e collaboratori e dobbiamo continuare su questa strada. Sapendo che il rapporto con le istituzioni locali è fondamentale». I lavori sono stati aperti dal segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi, che ha messo in luce alcuni dati del Distretto: «Indagando l’area ristretta dei

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comuni a maggior industrializzazione del distretto (Sassuolo, Formigine, Fiorano, Maranello, Prignano) riscontriamo una sostanziale stagnazione in continuità con il periodo 2017/2018. Il trend si conferma lievemente negativo con un meno 0,2%. Infatti il totale imprese attive al terzo trimestre 2019, conta 10.260 contro i 10.278 del terzo trimestre 2018. I settori che ci preoccupano maggiormente e che hanno registrato un calo significativo negli ultimi otto anni, sono quelli del manifatturiero e delle costruzioni, unitamente al commercio. Dato che si conferma negativo anche nel terzo trimestre 2019 sul terzo trimestre 2018, per il comparto manifatturiero, mentre per le costruzioni si registra una lievissima inversione di tendenza, come si osserva anche nel resto della provincia. Diversi sono i fattori che concorrono alla stagnazione - ha proseguito Rossi -. Un mercato interno che non decolla ed un export che dopo tre anni di crescita costante ha visto un rallentamento nel 2018, confermato anche nel 2019. Il campione di 180 imprese associate, fornitrici delle industrie ceramiche del distretto, unito ad un campione di 206 imprese fornitrici di componenti in metallo e di servizi di manutenzione e installazione, rivolti alle imprese costruttrici di impianti, hanno confermato una battuta d’arresto del mercato a partire dal 2018. Sono i segnali di una filiera e di un indotto che è in sofferenza. Allora dobbiamo ri-

partire - ha concluso Rossi - anche attraverso il Patto che abbiamo proposto». Il sindaco di Formigine, Maria Costi, ha ringraziato Lapam e ha ricordato il valore di appuntamenti come questi, che mettono al centro il lavoro che c’è è quello che ci sarà. «Il lavoro cambia, dobbiamo essere capaci di intercettare i nuovi lavori e formare le persone per questo motivo». L’assessore regionale Bianchi è partito proprio da qui: «L’approccio della Regione è proprio questo, mettere al centro scuola e lavoro, facendo sì che le risposte siano adeguate al mondo che cambia. La quarta rivoluzione industriale è la realtà in cui viviamo e dobbiamo prenderne atto. Come dobbiamo capire che ci sono aziende che vengono da noi perché alcuni oggetti, di altissima qualità, si possono fare solo da noi. L’Audi provò a spostare la produzione della Lamborghini in Est Europa, ma ha dovuto fare marcia indietro. Questo vale per tanti altri soggetti. Il Made in Italy è un valore aggiunto e in Emilia siamo all’avanguardia. Lo dicono anche i numeri». Al termine dei lavori sono state premiate oltre 30 imprese storiche di Formigine e Maranello, associate a Lapam da almeno 40 anni. Un premio speciale è stato conferito a Franco Stefani dal Presidente Lapam, Gilberto Luppi, che ha concluso i lavori.


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Lʼarte di arredare Una passione di famiglia Camere da letto moderne e classiche Letti imbottiti, in ferro e in legno. Armadi polifunzionali, anche a misura. Camerette per bambini e ragazzi. Zona giorno con composizioni moderne e classiche. Reti e materassi. Tende e accessori. Complementi dʼarredo. Tante idee regalo per la casa. n° 06 - 2019

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R.e te. Imprese Italia: "Ecco le nostre proposte ai Comuni modenesi" Fiscalità, riqualificazione, appalti, viabilità, servizi. Le richieste della sigla che racchiude Lapam, CNA, Confesercenti e Confcommercio, in vista dell'approvazione dei bilanci delle amministrazioni locali

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ella provincia di Modena negli ultimi dieci anni, dal 2009 al 2018, hanno chiuso i battenti 300 imprese all’anno, passando da 23.444 a 20.503. Una vera e propria emorragia. Rete Imprese Italia parte da questo dato nel sollecitare i sindaci dei comuni modenesi ad agire con consapevolezza in vista dell’annuale discussione dei bilanci comunali 2020. Una sollecitazione che si accompagna ad alcune proposte volte a sostenere le micro e piccole imprese locali. Eccole:

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Fiscalità locale. La pressione fiscale locale – fatta di tasse, imposte, tributi, tariffe, addizionali - incide mediamente sull’insieme della tassazione a carico delle imprese per quasi il 22%. Appare necessario, partendo proprio dalla tassazione sugli immobili, invertire la tendenza attraverso una razionalizzazione della spesa corrente, un recupero dell’evasione dei tributi locali/imposte/tariffe/ ticket/contravvenzioni ed una efficiente rivisitazione dell'organizzazione amministrativa. Rete Imprese Italia chiede alle amministrazione locali l’esclusione

dal calcolo Tari delle aree destinate alla produzione di rifiuti speciali (come già fatto da alcuni comuni virtuosi). Sull’Imu la richiesta è invece quella di escludere dalla sua applicazione gli immobili strumentali all’attività d’impresa. Infine viene richiesto un ridimensionamento delle tariffe applicate all’imposta sulla pubblicità, che presenta margini elevati di discrezionalità da comune a comune. Appalti pubblici. A tutela delle piccole aziende e per dare loro modo di concorrere ai lavori, le associazioni chiedono alle


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO amministrazioni di applicare quanto previsto dal Nuovo Codice degli Appalti, grazie al meccanismo dell’affidamento diretto per lavori da 40mila a 150mila euro. Per quanto riguarda gli appalti “sotto soglia”, Rete Imprese Italia chiede l’istituzione di un elenco fornitori, che favorisca la rotazione nelle assegnazioni e al contempo superi definitivamente la pratica del sorteggio, garantendo sempre la partecipazione di un certo numero di aziende locali. Turismo e marketing territoriale Modena, come avvenuto a Bologna, si deve dotare di una DMO, una struttura organizzata provinciale, su cui far confluire le risorse pubbliche e private, per attivare la promo commercializzazione del territorio e dei suoi prodotti turistici: un'unica struttura operativa, un’unica regia, un unico punto di riferimento di livello provinciale, partendo dalla significativa esperienza di Modenatur. A tal proposito Rete Imprese ricorda che come primo atto concreto in questa direzione, recentemente la consulta del turismo della Provincia di Modena ha affidato alla Provincia il raccordo operativo con la destinazione turistica Bologna. Se pensiamo poi che la destinazione stessa ha portato con sé lo stanziamento su base triennale di 1,5 milioni di euro da parte del comune di Bologna derivanti dalla tassa di soggiorno, di 200 mila euro da parte di CCIAA, di 1 milione di euro all'anno fino al 2020 stanziati dalla Regione e di ulteriori risorse da enti locali e compagini private che aderiranno ai progetti attivati, appare chiaro che anche sul nostro territorio siano definite le entità delle risorse disponibili e ricomprese nei bilanci di previsione degli enti coinvolti. L'auspicio è, in particolare, che, dando finalmente gambe al progetto Mailander, dalla collaborazione tra Comune, CCIAA, Fondazione CRMO possa costitu-

irsi un fondo economico idoneo al sostegno al “Progetto Turismo di Modena”. Riqualificazione urbana e rete distributiva In tanti Comuni del territorio, dopo l'entrata in vigore della legge regionale sull'urbanistica, si sta aprendo una nuova fase che vedrà al centro dello sviluppo urbano progetti di “rigenerazione urbana”, di riqualificazione immobiliare, di ristrutturazione, recupero, del patrimonio edilizio esistente. Abbiamo di fronte una serie di sfide: la riqualificazione dei villaggi e delle aree artigianali, il recupero di quelle ex industriali, la rifunzionalizzazione di edifici demaniali, l'ammodernamento ed efficientamento del patrimonio edilizio privato. Tutto ciò richiede però importanti sforzi dal punto di vista economico e per questo serve che negli strumenti urbanistici locali siano introdotte azioni/misure agevolate per incentivare/sostenere i progetti che i privati potrebbero mettere in campo. I progetti di riqualificazione urbana ed edilizia devono poi mettere al centro la presenza e la valorizzazione del piccolo commercio, dell’artigianato, dei servizi ai cittadini ed il variegato nuovo mondo delle professioni: tutto questa realtà economica è fondamentale per il territorio anche dal punto di vista sociale e della sostenibilità ambientale. Rilanciamo dunque l'idea di prevedere tassazioni agevolate per botteghe che aprono in zone più difficili delle realtà urbane e l'istituzione di “fondi” alimentati da quote degli oneri di urbanizzazione/costruzione derivanti da interventi insediativi/commerciali di medio/grandi dimensioni, da destinare a specifiche misure di sostegno a progetti di apertura di nuove attività d’impresa da parte dei giovani. Nel complesso, in tema di distribuzione commerciale, va messo in campo ogni sforzo – primo fra tutti uno stop vero a

nuove medie e grandi strutture di vendita ed a impianti di distribuzione di carburante annessi alla Gdo - per contrastare fenomeni di rarefazione commerciale in atto nelle periferie ma anche in alcuni centri storici e contribuire anche così a creare un nuovo possibile equilibrio della rete distributiva. Sicurezza e legalità È necessario continuare ad investire sul Fondo Sicurezza della Camera di Commercio prevedendo di allargarlo al tema della sicurezza informatica per arginare truffe e frodi in rete e, perché no, prevedendo bandi ad hoc per progetti di videosorveglianza che coinvolgano esercenti posti su una stessa via. Vanno più complessivamente adottate e migliorate tutte le misure e gli strumenti possibili per prevenire ed impedire la diffusione della delinquenza e per assicurare un adeguato presidio e controllo del territorio: “controllo di vicinato” nelle zone residenziali e nelle aree artigianali; potenziamento delle sinergie tra polizie locali, vigilanza privata e Forze dell’Ordine; più agenti di polizia municipale/locale in strada e nei quartieri anche nelle ore notturne. Troppo spesso, però, le attività e gli sforzi compiuti dalle Forze dell’Ordine per assicurare alla giustizia chi delinque, rischiano di venire limitati od addirittura vanificati per un problema di fondo: senza “certezza della pena”, severità nell’azione giudiziaria ed un funzionamento efficace della macchina della giustizia, il senso e la pratica della sostanziale impunità che ne derivano, fanno da ulteriore potenziale volano alla diffusione della criminalità e dell’illegalità

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GiorniWorkshop di Eventi dedicati alle Imprese

È in arrivo MoRe Impresa Festival Due giorni di eventi, workshop, presentazioni di libri, dedicati alle imprese e al mondo del lavoro il 13 e 14 dicembre a Modena

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ntendiamo realizzare un grande evento all’insegna del lavoro, delle imprese e del saper fare. Un modo per rimettere al centro le tematiche chiave e le esigenze delle imprese. Troppo spesso si sente parlare delle imprese da fuori, noi vogliamo farlo da dentro, vogliamo dare voce all’impresa. E vogliamo farlo chiudendo i 60 anni di Lapam, un anniversario che abbiamo voluto celebrare in tutti i comuni”. Così Gilberto Luppi, presidente generale della nostra associazione ha presentato ‘MoRe Impresa Festival’ ai giornalisti durante la conferenza stampa tenuta assieme ai partner dell’iniziativa, Comune, Università e Camera di Commercio, lo scorso 15 novembre. Due giorni di eventi gratuiti Due giorni di eventi gratuiti il 13 e 14 dicembre a Modena, (il programma completo su www. moreimpresafestival.it), a cui si affiancherà un hackathon rivolto a giovani under 35 che vorranno

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mettersi alla prova per sviluppare idee innovative al servizio di imprese e città. L’apertura sarà incentrata su una tavola rotonda con il Segretario Generale Confartigianato, Cesare Fumagalli e due imprenditori (Lami di Inco e Guaitoli di Collezioni) che dialogheranno sul competere nelle catene del valore tra locale e globale. Tra le iniziative da non perdere quella in compagnia dell’economista e direttore scientifico del Festival dell’Economia di Trento, Tito Boeri, presidente dell’INPS dal 2014 al 2019, venerdì 13 dicembre alle ore 19.00 in Camera di Commercio a Modena, intervistato dalla giornalista de il Sole 24 Ore, Ilaria Vesentini. Durante la due giorni si parlerà poi di artigianato e commercio e delle grandi trasformazioni che stanno interessando questi comparti, sia sul fronte dell’innovazione di processo e di prodotto, sia su quello delle abitudini dei consumatori, sempre più propensi ad acquistare

online e allo stesso tempo sempre più selettivi ed esigenti. Giampaolo Colletti offrirà un’utile panoramica su quanto sta accadendo nei negozi e nelle attività commerciali oltre confine. Mentre il professor Stefano Micelli, saggista vincitore del “Compasso d’oro” e apprezzato interprete di quanto sta accadendo dentro e fuori i laboratori e le officine italiane, presenterà alcuni casi nazionali e internazionali contenuti nel suo ultimo libro “Fare è Innovare. Il nuovo lavoro artigiano”. Grazie poi ai contributi del direttore di Regione Emilia Romagna Morena Diazzi, al professor Franco Mosconi, verrà analizzato il “caso Emilia Romagna” e le dinamiche che stanno trasformando la nostra regione in un eccezionale incubatore di innovazione. Grazie ai dati raccolti da Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato e all’analisi del professor Giulio Sapelli,


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO si parlerà poi della situazione delle imprese italiane e delle ripercussioni che globalizzazione e crisi economica hanno avuto sulla spina dorsale del nostro sistema manifatturiero. Massimiliano Valerii, direttore generale del Censis e curatore dell’annuale “Rapporto sulla situazione sociale del Paese” presenterà durante il festival il suo ultimo libro “La notte di un’epoca”, un’analisi con inediti spunti filosofici sui cambiamenti che stanno trasformando la società italiana. Dall’Italia a un contesto più ampio grazie all’evento che vedrà protagonista Veronica De Romanis, editorialista de “il Foglio” e docente di Economia Europea che illustrerà i reali rapporti che legano Italia ed Europa, commentando i temi di politica economica e di bilancio che interesseranno il Paese nell’anno che verrà (leggi l’intervista a pagina 12). Grazie poi ai contributi del professor Michele Tiraboschi, docente

di Diritto del Lavoro e direttore scientifico di Adapt, a Costantino Grana, membro di AImage Lab, laboratorio sull’intelligenza artificiale dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia e a Federica Gherardi, coordinatrice di ITS Maker Modena, si ragionerà sul significato della didattica e sul rapporto tra scuola, università e imprese ai tempi di Industria 4.0. “Artigianato, manifatturiero e commercio saranno i veri protagonisti di MoRe Impresa Festival – la chiosa del Segretario Generale Lapam Confartigianato. Carlo Alberto Rossi - Ma anche giovani e start up troveranno spazio e argomenti dedicati. L’hackathon rivolto agli under 35 e i quattro workshop gratuiti che si alterneranno nella due giorni di festival sono infatti pensati per questo. È evidente come l’evoluzione delle nostre filiere produttive e delle nostre imprese debba tener conto della centralità dell’uomo, del suo rapporto con le

Scopri tutti gli ospiti e gli eventi di MoRe Impresa Festival www.moreimpresafestival.it

nuove tecnologie e dell’inserimento in un contesto sociale che sia al contempo competitivo e inclusivo. Non è un caso se nella nostra provincia una persona su sei ha una attività autonoma, ma non è altrettanto scontato che questi livelli si manterranno tali in un contesto globale in continuo mutamento. Per questa vogliamo offrire alla cittadinanza e alle nostre imprese alcuni spunti per meglio leggere l’evoluzione degli eventi e negli anni prossimi proseguire su questa strada”.

059 893 111 info@moreimpresafestival.it n° 06 - 2019

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

My Lapam, migliora l’impresa La nuova soluzione di servizi digitali offerti dall’associazione sarà disponibile da gennaio

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igital Lapam cambia pelle e diventa MyLapam. Il nuovo strumento a disposizione di imprese e professionisti sarà disponibile da gennaio 2020 per tutte le tipologie di attività e su ogni device. Il nuovo prodotto digitale permetterà di monitorare l'andamento della propria impresa da pc o App, da smartphone e tablet in tempo reale. MyLapam consentirà di gestire ogni aspetto aziendale grazie a una serie di servizi specifici e su misura. Eccoli. Archivio Digitale Archivia digitalmente tutti i documenti aziendali con la sicurezza di averli a disposizione in qualsiasi momento e in conservazione sostitutiva. Con MyLapam sarà possibile caricare ed archiviare digitalmente documenti in pdf, jpg, xml o nei formati più diffusi, così da poterli consultare da pc, tablet o smartphone Android o iOS. Archiviare e consultare in qualsiasi momento dichiarazioni dei redditi, libro inventari, libro giornale, libro cespiti, mastrini dell‘ultimo esercizio chiuso, bilanci consuntivi, prospetti paghe, buste paga, certificazioni uniche dipendenti, attestati di corsi formazione, quietanze F24, sarà facile ed immediato. Fattura Semplice PRO Crea e gestisci fatture elettroniche, note di credito, DDT, preventivi, ordini, proforma e rapporti d’intervento.

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Con MyLapam sarà possibile creare ed inviare al sistema d’interscambio ai propri clienti fatture elettroniche ovunque e in pochi secondi. Grazie alle configurazioni e automazioni disponibili su MyLapam, creare una fattura elettronica sarà un gioco da ragazzi. Attraverso la funzione “Cerca in Anagrafica Globale” verranno poi suggeriti automaticamente i dati completi del cliente registrati in Camera di Commercio. Oltre alle fatture elettroniche sarà poi possibile creare ed inviare ai propri clienti preventivi, ordini, proforma, DDT e rapporti d’intervento. Scadenziario Tieni monitorato lo stato dei tuoi incassi e dei tuoi pagamenti. Sulla base delle scadenze delle fatture trasmesse e ricevute dal sistema d’interscambio, sarà possibile monitorare gli incassi e i pagamenti per evitare qualsiasi dimenticanza. Direttamente dal portale sarà possibile sollecitare il pagamento di una fattura e generare i flussi bancari (Ri.ba e SDD) da presentare in banca per l’incasso. Conservazione sostitutiva Tutti i documenti archiviati vengono portati in “Conservazione Sostitutiva”, risparmiando carta, denaro e pazienza. I documenti salvati in MyLapam verranno memorizzati e conservati secondo quanto previsto dalla normativa vigente sulla “Conservazione elettronica sostitutiva".

Questa funzione permetterà di ottimizzare i costi di carta e cancelleria, con la certezza dei più elevati standard di sicurezza informatica. I nostri clienti riceveranno una copia dei dati archiviati e conservati digitalmente. Nuovo Modulo Gestione Pec Gestire il proprio indirizzo di posta elettronica certificata in un clic Con MyLapam sarà possibile consultare il proprio indirizzo di posta elettronica certificata (PEC) in modo semplice, veloce e sicuro da pc, tablet o smartphone. Inoltre MyLapam consentirà la conservazione sostitutiva del contenuto dei messaggi di posta elettronica certificata secondo quanto stabilito dal codice civile e dalla normativa vigente. I provider PEC non sono obbligati per legge ad archiviare il contenuto dei messaggi, ma solo i dati di invio e ricezione degli stessi e per un periodo di 30 mesi. MyLapam fornirà invece la garanzia di opponibilità a terzi dei messaggi PEC nell’ambito di un contenzioso legale. Reportistica Gestionale Report aggiornati sui principali indicatori gestionali della propria impresa. MyLapam offrirà un servizio di reportistica gratuito con cui sarà possibile monitorare i principali dati dell'impresa in qualsiasi momento e da remoto. I report offerti dalla piattaforma permetteranno di controllare l'andamento della propria attività, raffrontarli con i


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

periodi precedenti e individuare più facilmente criticità da correggere. Dipendenti Tutta la storia dei tuoi dipendenti, sempre con te. Grazie al nuovo programma Gestione dipendenti avrai sempre tutti i dati dei tuoi dipendenti accessibili in un clic. Oltre ai dati anagrafici e alle informazioni sul rapporto di lavoro sarà possibile

Paolo Barbieri Referente My Lapam

monitorare l’andamento per singolo dipendente di tutti gli elementi retributivi e di costo. All’occorrenza, esportare tutte queste informazioni e analisi in report scaricabili e stampabili in Excel e Pdf. Analisi Strategica Un consulente strategico a supporto dell’impresa. Con MyLapam sarai seguito da un nostro consulente e durante l’anno, con uno o più incontri di verifica,

potrai analizzare l’andamento di bilancio dell’impresa. Dopo gli incontri, oltre a una visione più chiara dei tuoi dati aziendali, ti verrà fornito un report economico-finanziario sempre a disposizione sulla piattaforma, con le note del tuo consulente.

059 893 111 paolo.barbieri@lapam.eu n° 06 - 2019

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FOCUS INTERVISTA V. DE ROMANIS

“Ecco le cause che bloccano la ripresa”. Parla Veronica De Romanis L’economista a dialogo con Lapam in vista di MoRe Impresa festival

O

spite di MoRe Impresa Festival, venerdì 13 dicembre, l’economista Veronica De Romanis non ha dubbi, la Legge di Bilancio abbozzata dal governo, mette una grossa ipoteca sulle già incerte possibilità di ripresa economica del Paese.

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Professoressa De Romanis, dalla marcia indietro sulla cosiddetta “flat tax per le partita iva” ai tentativi - corretti in fretta - di aumentare la cedolare secca, passando per il pasticcio della plastic tax. come giudica sin qui il dibattito parlamentare sulla legge

di bilancio per il 2020? «Mi sembra che si parli solo di tasse in un Paese in cui la pressione fiscale è tra le più alte in Europa. Ciò che fa la manovra è sanare i conti del passato, perché più di due terzi delle risorse della legge di bilancio (23 miliardi su 30


FOCUS INTERVISTA V. DE ROMANIS complessivi ndr.), sono destinate a sterilizzare le famose “clausole di salvaguardia”. Poi ci sono tre miliardi destinati all’alleggerimento del cuneo fiscale da luglio 2020, 600 milioni che vanno alle famiglie e poco altro per spese inderogabili. Insomma davvero poco per la crescita». Facciamo un passo indietro. Cosa sono queste “clausole di salvaguardia” contro l’aumento dell’Iva? «Provo a spiegarmi. se voglio spendere per finanziare una misura ma non voglio trovare coperture nell’immediato, inserisco in bilancio una clausola che dice: “Le coperture delle misura sono un incremento dell’Iva, ma il mio impegno è quello di evitare questo aumento perché l’anno prossimo troverò una copertura (ossia aumenti di altre tasse, o tagli alle spese) che quest’anno non ho voluto trovare”. Vennero introdotte nel 2011 dal governo Berlusconi ma poi tutti i governi Letta, Renzi fino al Conte 1 ne hanno inserite di nuove. E, se vogliamo dirla tutta, sono un elemento poco trasparente nel nostro bilancio, perché non mostrano una relazione immediata tra quanto lo Stato incassa e quanto spende. Per questo la Commissione europea non le apprezza». Come sono state disinnescate negli scorsi anni? «Quasi sempre attraverso maggiore disavanzo, cioè aumentando il debito. Ricordiamo però che il nostro è il secondo debito pubblico in rapporto al pil più elevato in Europa dopo quello greco. quando arriva il momento in cui devono scattare gli aumenti Iva, lo Stato deve trovare enormi coperture - quest’anno sono appunto 23 miliardi - e come le trova? O con aumenti di tasse, o con tagli alla spesa corrente, o facendo nuovo debito. In quest’ultimo modo si sono mossi i governi dal 2011 ad

oggi. Con l’eccezione del governo Monti, perché ha aumentato le tasse e del governo Letta, perché ha fatto aumentare l’Iva. Il governo che più di tutti ha messo clausole di salvaguardia è quello Renzi». Un circolo vizioso che si rinnova di anno in anno dunque… «Quest’anno vengono disinnescate aumentando il disavanzo. Poi si disinnescano parzialmente per i due anni a venire, ma restano circa 18 miliardi per il 2021 e 25 miliardi per il 2022. Quindi rischiamo seriamente di trovarci nella stessa situazione “Iva sì, Iva no” anche l’anno prossimo e con un Paese che continua a non crescere». È evidente che alcune decisioni del governo bloccano una vera agenda di politica industriale. In particolare dalle colonne de “il Foglio” lei ha attaccato il reddito di cittadinanza, quota 100 e 80 euro. Perché? «Lo stesso governo stima che l’impatto della manovra sulla crescita del Pil sarà dello 0,2% (stime aggiornamento documento economia e finanza, settembre 2019 ndr.). davvero troppo poco. Tuttavia non è stata prevista nessuna cancellazione, revisione o modifica delle tre misure bandiera. Soprattutto queste tre misure non incidono sulla vita di chi oggi ha veramente bisogno, giovani e famiglie. Quota 100 manda in pensione i 62enni, per lo più uomini impiegati della pubblica amministrazione. Non avvantaggia certo i giovani, o la staffetta generazionale. Anzi i giovani dovranno pagarne il costo. Sul reddito di cittadinanza poi i dati ci dicono che la maggior parte delle risorse va ai single, quindi non alle famiglie numerose e con serie difficoltà economiche. Aggiungo che non sta generando un ritorno

sulle politiche attive del lavoro. Che compito stanno svolgendo i navigator? Infine gli 80 euro vanno a chi già ha un lavoro e quindi - di nuovo - non ai giovani che oggi sono in cerca di un’occupazione. Per concludere i sette miliardi di quota 100, gli altri sette per il reddito di cittadinanza e i 10 per gli 80 euro, generano una spesa di circa 20 miliardi senza un impatto reale sul Pil e senza aiutare chi si trova difficoltà».

Veronica De Romanis sarà ospite al MoRe impresa Festival venerdì 13 dicembre Per consultare tutti gli eventi in programma, visita: www.moreimpresafestival.it E niente taglio al cuneo fiscale, così come richiesto da imprese e associazioni datoriali… «L’errore è stato politico. Aumentare l’Iva è diventato un tabù. ma spiegare ai cittadini che la rimodulazione di alcune aliquote poteva sanare distorsioni su determinate tipologie di prodotti e contestualmente aiutare a disegnare una manovra pro crescita e un progressivo rientro del debito, sarebbe stato quanto meno necessario. Poi si poteva anche pensare a un piano di lungo termine di spending review volto a ridefinire i perimetri della spesa pubblica e il ruolo dello stato. Capire meglio chi fa cosa e come. Penso al dibattito - ormai dimenticato - sulla privatizzazione delle famose municipalizzate che qualche anno fa dovevano essere ridotte da 9mila a mille e di cui si è persa traccia…». Più tasse e più controlli dunque. non sembra un programma elet-

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FOCUS INTERVISTA V. DE ROMANIS torale vincente per PD e Cinque Stelle… «La lotta all’evasione è sacrosanta, ovviamente. Ma quando il premier Conte parla di un “Patto con gli italiani” quest’ultimo dovrebbe almeno rispettare il criterio della credibilità. tutte le forze politiche al governo in passato hanno fatto dei condoni; anche i Cinque Stelle. alla luce di questo precedente e con l’aspettativa che prima o poi arriverà un condono, non convinci il cittadino a essere un contribuente onesto. Aggiungo un secondo punto. I cittadini sono incentivati a pagare tutte le tasse se i proventi della lotta all’evasione vengono poi utilizzati per ridurre la pressione fiscale. Questo non avviene. Gli introiti da lotta all’evasione, circa 4 miliardi, servono per fare cassa e finanziare parte di quei famosi 23 miliardi di clausole . Infine sarebbe utile che un governo che dichiara lotta all’uso del contante e che per l’ennesima volta modifica le soglia di prelievo, fornisse un chiarimento sul reale impatto di questa misura.

come di tutte le altre d’altronde». Il ministro dell’economia Gualtieri aveva dichiarato di voler chiedere alla UE una revisione delle regole fiscali europee, svincolando il conteggio degli investimenti dal “Patto si stabilità e crescita”. Crede ci siano ancora i margini per questa richiesta che - è bene ricordarlo - prevede il consenso di tutti gli stati dell’Unione? «Lei ha detto benissimo. Modificare le regole significa modificare i trattati e questo non può avvenire senza il comune consenso degli stati. ma questo dibattito è molto italiano. per gli altri governi non è una priorità. Il ministro Gualtieri vorrebbe maggiore flessibilità, ovvero più tempo per diminuire il disavanzo così come previsto da Bruxelles, ma l’Italia ha già goduto di maggiore flessibilità negli anni passati. Ne ha goduto anche il primo governo Conte, ritenuto nemico dell’Europa. Flessibilità significa maggiore tempo per rientrare nei paletti fissati dal fiscal compact,

non prestiti o altro. ricordiamoci infine che siamo un’unione monetaria, cioè condividiamo la stessa moneta, ma non siamo un’unione fiscale. Abbiamo una sola moneta, una sola banca centrale, ma 19 ministeri dell’economia che possono decidere la loro politica fiscale in autonomia. questa aspetto, come dimostra il caso Grecia, ha però un impatto su tutti gli stati membri attraverso l’effetto contagio. anche per questo sarebbe bene trovare una strada che concilii crescita e rientro del debito. soprattutto in un momento di generale rallentamento del ciclo economico».

Chi è Veronica De Romanis Veronica De Romanis ha studiato economia all’Università La Sapienza di Roma e alla Columbia University di New York. È stata membro del Consiglio degli Esperti presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per oltre dieci anni, occupandosi principalmente di macroeconomia e finanza pubblica. E’ stata anche responsabile dei rapporti con l’Eurostat, la Commissione Europea, l’OCSE e il Fondo Monetario Internazionale. Attualmente, insegna Politica Economica Europea alla Stanford University (The Breyer Center for Overseas Studies) a Firenze, alla Facoltà di

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Scienze Politiche e al Master di Business Administration della Libera Università degli Studi Sociali Guido Carli (LUISS) di Roma. Dall’aprile 2015, è consigliere indipendente del Consiglio di Amministrazione, del Comitato Rischi e del Comitato Remunerazioni e Nomine della Cementir Holding Spa (Roma). È stata membro del Dipartimento di Economia del Comitato scientifico della Fondazione Einaudi. Dall’autunno 2017, è Membro del Comitato direttivo dell’Osservatorio Conti Pubblici Italiani presso l’Università Cattolica di Milano diretto dal Prof. Cottarelli. È Membro del Comitato

Internazionale dell’International Board di WE Women Empower the World e nel listing di 100esperte. it. Nel luglio 2019, ha ricevuto il Premio Profilo Donna. Collabora con diverse testate giornalistiche e riviste su temi di finanza pubblica, integrazione europea, politica economica internazionale, mercato del lavoro con particolare attenzione all’occupazione femminile. Ha pubblicato “Il Metodo Merkel” (2009, Marsilio editori), “Il Caso Germania” (2013, Marsilio editori) e “L’Austerità fa Crescere” (2017, Marsilio editori).


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MoRe

Impresa

dicembre a Modena

Idee utili per restare europei L’Unione Europea è una risorsa o un ostacolo?

Disegnare il proprio business

Usare il Business model canvas per fare impresa

LIBRO

ore 10:00

presentaz.

WORKSHOP ore 10:00 LIBRO

La formazione finanziata a misura di PMI

ore 11:30

Più competenti più competitivi

presentaz.

Tra innovazione digitale e comunità locali

MoRe Hack

MoRe Hack è il primo hackathon realizzato nell’ambito del MoRe Impresa Festival, è una maratona di cervelli dove ragazzi e ragazze uniscono le proprie competenze e la propria creatività al fine di risolvere un problema di carattere economico e sociale, al termine di questo viene premiato il gruppo che è riuscito a rispondere al meglio al problema in oggetto.

Con il patrocinio di

LIBRO

ore 16:30

presentaz.

EVENTO

Hackathon

Il design thinking per le imprese

Nulla è più come prima

Le PMI nel decennio della grande trasformazione

Ciao, ti presento la mia prima startup Ricette utili per nuove imprese

Tra la via Emilia e il mondo

L’E.R. come incubatore della trasformazione

Fare è innovare

ore 17:30

ore 19:00

EVENTO

L’Italia s’è desta? Con Tito Boeri e llaria Vesentini

Contro la società del rancore. I dati per capirla e le idee per curarla

Pensa fuori dal coro

WORKSHOP ore 12:00

Le Sfide del commercio

EVENTO

Storie di imprese locali divenute globali

La notte di un’epoca

ore 15:30

Competere nelle catene del valore

sabato 14

EVENTO

ore 10:30

WORKSHOP ore 17:00

ore 16:30

EVENTO

WORKSHOP ore 15:30

ore 15:00

EVENTO

venerdì 13

Festival

Accademia delle Arti e della Scienza Modena

Il nuovo lavoro artigiano

Imparare ai tempi del 4.0

Sfide e opportunità per una formazione rivolta a imprese e territorio

Info:

info@moreimpresafestival.it

www.moreimpresafestival.it


FOCUS CRISI EX ILVA

Ex Ilva: una questione nazionale 30%

Trasformatori, distributori

18%

Automotive

17%

Infrastrutture oil e gas

Ex Ilva di Taranto

15%

la piĂš grande acciaieria d'Europa

Fusti e contenitori

Nel mondo

Sono prodotti ogni anno 154 milioni di tonnellate d'acciaio.

10%

Ex Ilva produce il 3,8% della produzione mondiale

Canteristica navale

L'Italia è il secondo produttore d'Europa dopo la Germania

7%

Elettrodomestici

6.000.000 tonnellate

3%

Acciaio prodotto all'anno

Agroalimentare

70%

dell'acciaio prodotto in Italia

Importazioni

Acciaio importato all'anno, secondo i dati del Politecnico di Milano

3.000.000 tonnellate

di acciaio piano

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FOCUS CRISI EX ILVA

L

a crisi dell'ex Ilva e il futuro del più grande stabilimento siderurgico d'Europa è una questione nazionale. L'Italia è il secondo paese manifatturiero d'Europa e non può permettersi di perdere l'acciaio coils e le bramme, i semilavorati siderurgici, prodotti a Taranto. Allo stesso tempo l'inerzia politica e l'incapacità industriale di

cui è vittima la città, hanno prodotto un'emergenza ambientale immane. Dal 2013, anno in cui è stata commissariata e posta in regime di amministrazione straordinaria, sino al decreto per la vendita del 2016 e all'aggiudicazione nel 2017 da parte della cordata Am Investco guidata dalla multinazionale Arcelor Mittal, le perdite stimate

ammontano a 3,6 miliardi di euro. Complice la crisi del settore, nei primi 9 mesi dell'anno la produzione di acciaio in Italia è calata del 4%. In questa infografica i dati di Confartigianato, del Politecnico di Milano e de "La Repubblica" restituiscono le dimensioni del problema, anche nelle nostre province

Provincia di Reggio Emilia 1.880

MPMI con meno di 50 addetti

15.087 Addetti

Emilia Romagna Uso dell'acciaio non colato e prodotti della prima trasformazione

11.416

Micro e piccole imprese attive nei settori della meccanica con meno di 50 addetti

MPMI con meno di 50 addetti

17.439

90.660 5,7% Addetti

Provincia di Modena 2.158

Addetti

del totale

7,2%

4,9%

7,2%

4,2%

13,5%

6,7%

4,1%

9,5%

5,5%

4,0%

Import di acciaio

10 principali paesi da cui si è importato accciaio da settembre 2018 ad agosto 2019 Germania Francia

Russia Ucraina Cina

Turchia

Spagna India

Sud Corea Austria

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IN COPERTINA INTERVISTA AI CANDIDATI

Il futuro dell’Emilia Romagna Intervista ai due candidati alla guida della Regione e le richieste delle PMI

M

ai come oggi il risultato non è scontato. Le elezioni regionali del 26 gennaio segneranno uno spartiacque tra passato e futuro. In caso di vittoria “storica” del partito di Matteo Salvini, tutte e tre le “regioni locomotiva” del Paese passeranno a trazione leghista, completando un antico disegno della classe dirigente di via Bellerio e ipotecando le sorti dell’attuale governo. Di contro una riconferma dell’attuale amministrazione guidata da Stefano Bonaccini, su cui pesa però la recente decisione del Movimento 5 Stelle di correre con una lista separata, darebbe ragione alla linea intrapresa dal PD regionale: ascolto e condivisione, apertura al partito del PIL e alle esigenze dell’imprenditoria locale. In vista della sfida che segnerà il futuro della nostra regione abbiamo raggiunto i due candidati per porgli lo stesso numero di domande su altrettanti argomenti. Ecco le loro risposte.

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IN COPERTINA INTERVISTA BORGONZONI

“Non cadiamo nella retorica del tutto va bene” La candidata della Lega alla guida della Regione a colloquio con Lapam

S

enatrice Borgonzoni, ha dichiarato recentemente che l’economia dell’Emilia Romagna funziona “non grazie al Pd, ma nonostante il Pd”. In caso di vittoria, che impostazione intende dare alla politica economica e industriale della nostra regione? «Gli emiliano romagnoli sono un popolo di grandi lavoratori, gente che in diversi casi ha costruito imperi a partire da zero, con la forza dell’ingegno e la voglia di fare, come dimostrano le storie di successo dei nostri marchi più noti, ma spesso - lo abbiamo visto anche nella ricostruzione post sisma -

sono stati ostacolati da una burocrazia asfissiante. E’ così anche oggi, si pensi agli sgambetti di un governo Pd (il partito del mio avversario politico) che ha inondato di tasse la nostra terra, tra plastic tax, sugar tax, stretta su partite Iva, balzelli su auto aziendali. Da presidente della Regione la prima cosa che intendo fare è una grande operazione di semplificazione delle procedure e di drastica riduzione della burocrazia e introdurre un pacchetto di misure a sostegno del lavoro e delle imprese. Questo mio impegno è già vivo oggi, nella mia attività parlamentare, ed è concre-

tizzato in un pacchetto di misure a sostegno dell’Emilia Romagna che abbiamo presentato e sulle quali mi auguro che la maggioranza voglia convergere». Siamo tuttavia tra le regioni con le migliori performance in termini di crescita e occupazione d’Italia e tra le prime in Europa… «Attenzione a cedere alla retorica del tutto va bene. Secondo i dati diffusi dalla UIL la cassa integrazione in un anno è aumentata del 268%. L’Osservatorio Imprese Emilia Romagna parla di 1.934 imprese in situazioni di difficoltà. Lavoro e

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IN COPERTINA INTERVISTA BORGONZONI imprenditoria non sono una leva di propaganda, sono realtà fondamentali che chiedono sostegno, attenzione, valorizzazione e investimenti».

ro, che in Veneto ha dato a migliaia di persone over 30 la possibilità di un reinserimento lavorativo. Noi siamo per le misure concrete, altri per la carta e le chiacchiere».

La Lega è estremamente critica nei confronti dell’Unione Europea. Tuttavia i fondi di sviluppo regionale stabiliti da Bruxelles tramite il FESR e gestiti dagli enti pubblici, sono indispensabili per lo sviluppo del territorio. Come intende rapportarsi in caso di vittoria con la UE? «Ha detto bene: siamo critici nei confronti di un’Europa che con la nuova Pac rischia di tagliare i fondi alla nostra agricoltura, che vorrebbe costringerci a importare prodotti che produciamo da sempre e meglio di chiunque altro, che con sistemi come l’etichetta a semaforo rischia di sacrificare le nostre eccellenze, che favorisce le multinazionali a scapito delle nostre piccole e medie imprese. Questa è l’Unione Europea che non ci piace, ed è la stessa UE che ha tradito il sogno originario dei padri fondatori. Noi siamo per una grande operazione di riforma nell’interesse dell’Europa più autentica. In questo i veri europeisti, me lo lasci dire, siamo noi»

Alcune aree delle province di Modena e Reggio Emilia risultano scarsamente popolate. Come è possibile invertire questa tendenza incentivando aziende e giovani a costruire un futuro in questi territori? «Stiamo studiando nuovi sistemi fiscali premiali per i primi insediamenti in aree isolate o a rischio spopolamento. Ma l’imprenditoria si favorisce anche garantendo una diffusione omogenea dei servizi. Si pensi al tema della sanità, motivo di esodo dal nostro Appennino. Appennino da anni espropriato dei centri nascita e fortemente penalizzato per la carenza di infrastrutture di collegamento e della copertura telematica. Nel nostro programma, tra le altre cose, abbiamo previsto l’implementazione della figura degli infermieri di comunità, che garantiscano presidi e risposte nei luoghi della montagna e a minore densità abitativa. Anche così si creano le condizioni grazie alle quali i centri abitati possono continuare a vivere creando opportunità in loco».

Uno dei grandi temi attorno a cui imprese, associazioni datoriali e sindacati si stanno interrogando ruota attorno alla formazione e alle politiche di adattabilità di lavoratori e imprenditori ai modelli imposti dalla quarta rivoluzione industriale. In caso di vittoria quali politiche intende attuare su questo fronte? «Abbiamo pensato, tra le altre cose, a incentivi per l’assunzione in azienda di giovani che abbiano terminato un ciclo di studi. Un’opportunità per garantire un’efficace continuità tra mondo della formazione e mondo del lavoro. Penso inoltre che sia utile introdurre misure concrete come l’assegno lavo-

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Tra le richieste della nostra associazione ricorre quella di una incisiva lotta all’abusivismo e alla contraffazione. In questo senso quali impegni si sente di poter assumere verso le tante attività che rispettano normative e leggi in vigore? «Penso che chi ha sempre rispettato le regole vada premiato e non bastonato con nuove tasse. Questo governo pensa di poter risolvere il problema con la retorica degli ‘evasori in galera’, dimenticando che non è minacciando di mettere in carcere i titolari di attività e piccolo commercio che si combatte l’evasione. L’evasione si combatte

in primis riducendo le tasse e semplificando le procedure. E a livello regionale vogliamo essere gli ispiratori di una riforma di questo tipo, mettendoci al fianco di artigiani, commercianti, imprenditori, vogliamo essere un modello positivo e virtuoso, che sia di esempio anche su scala nazionale». C’è poi il tema dell’economia circolare e dell’ambiente. Viviamo in una regione estremamente sviluppata e tra le più inquinate d’Italia. Quale politica intende attuare su questo fronte in caso di vittoria? Che incentivi immagina per piccole e micro imprese? «Il tema ambientale è un tema fondamentale e purtroppo finora affrontato solo in maniera ideologica: si pensi che in Emilia Romagna il livello delle pm10 è oggi 145 volte superiore alla media nazionale, a dimostrazione di come niente sia stato fatto dalla Regione per la tutela dell’ambiente, nonostante i proclami pre-elezioni e le sbandierate misure ‘plastic-free’, una pezza messa in corsa ai danni che le nuove tasse sulla plastica produrranno al nostro sistema produttivo. Purtroppo è mancata una vera politica di incentivo premiale alle buone azioni, si è preferito come è chiaro soprattutto dalle ultime scelte - unicamente sanzionare i comportamenti. Le migliori esperienze, anche quelle messe in campo all’estero, ci dicono che non è questo il modo per cambiare in positivo le cose». La nostra associazione ha sposato sin da subito il disegno delle Autonomie regionali differenziate, invitando a un confronto lo scorso novembre il presidente di regione Lombardia, Attilio Fontana e quello di regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini. Tutto però appare bloccato e in un anno di governo nemmeno Matteo Salvini è riuscito a sbloccare l’empasse. In caso di vittoria porterà avanti


IN COPERTINA INTERVISTA BORGONZONI il disegno sviluppato dall’amministrazione Bonaccini, oppure no? «Le difficoltà riscontrate durante lo scorso governo sono dovute alle reticenze del Movimento Cinque Stelle che non ha voluto rappresentare le istanze e le richieste che arrivano anche da tante categorie. Per noi autonomia significa: semplificazione normativa, gestione oculata delle risorse, miglioramento dei servizi. Su questo ci batteremo fino in fondo. C’è molto da fare, anche perché Bonaccini sta gettando al vento tutte le opportunità offerte dall’Autonomia, evidentemente per compiacere un governo a lui amico». Nel 2015 Regione Emilia Romagna invitò i corpi intermedi a siglare il cosiddetto “Patto per il lavoro”. A prescindere dall’esito di questa tornata elettorale, crede sia utile rinnovare quell’accordo nel 2020? «Il cosiddetto ‘patto per il lavoro’ mi pare più un insieme di dichiarazioni di intenti che a mio avviso poco ha di concreto. Basti ricordare che non è servito a evitare le grandi crisi aziendali che hanno colpito il nostro territorio. E non è inoltre data una valutazione di efficacia. Continuo a pensare che sia necessario dare alle aziende risposte e sostegno concreti e alle famiglie misure flessibili per la conciliazione famiglia lavoro. Intendo quindi riconvocare tutte le parti

per riscrivere, più nel merito e dati alla mano, un’intesa che sia realmente efficace e utile a rilanciare il lavoro. Non dimentichiamo che la disoccupazione in Emilia Romagna, nel 2007 era ferma al 2,8 per cento, siamo lontani da quei livelli». Concludo la nostra intervista con una curiosità. Nella sua campagna elettorale ha scelto, come il leder del suo partito Matteo Salvini, un approccio comunicativo diretto. Ha una pagina Facebook e non un sito ad esempio e in rete non si trova un suo programma per la regione che intende amministrare. È una scelta precisa? «Abbiamo un programma fatto di proposte per il il sostegno alle imprese, il lavoro, la sicurezza, il welfare, il mondo della cultura e della formazione. Stiamo incontrando le categorie, le liste civiche e diversi esponenti della società civile e con loro abbiamo intrapreso un percorso per arrivare a una versione definitiva condivisa. Un invito che chiaramente estendo anche a Lapam, che ringrazio per la sua attività e il suo contributo e le cui istanze troveranno adeguato riscontro nel nostro programma».

Chi è Lucia Borgonzoni Lucia Borgonzoni è nata a Bologna il 18 settembre 1976. Dopo il Diploma in arti figurative all'Accademia di Belle Arti - Accademia Clementina - di Bologna. Nel 2011 viene eletta consigliere comunale a Bologna per la Lega Nord. Nel 2016 è candidata a sindaco alle elezioni comunali di Bologna per la

coalizione di centro-destra, arrivando al ballottaggio. Il 4 marzo 2018, sostenuta dalla coalizione di centro-destra, viene eletta senatore della Repubblica della XVIII legislatura per Lega - Salvini Premier. Il 13 giugno dello stesso anno, in seguito alla formazione del Governo Conte, è nominata sottosegretario

del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, con decreto del Presidente della Repubblica. Attualmente è in corsa per la guida di Regione Emilia Romagna.

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IN COPERTINA INTERVISTA BONACCINI

“I risultati ci danno ragione” Il presidente in carica risponde alle richieste dell’associazione Presidente, secondo un’analisi condotta da Confartigianato Emilia-Romagna, nel periodo 2014 2020 attraverso il Fondo europeo di sviluppo regionale, la regione ha stanziato 185 milioni di euro di risorse disponibili alle imprese. Ritiene che ci siano i margini per stabilire una quota di risorse FESR 2021/2027, appositamente dedicato alle micro e piccole imprese, ovvero al 96% del tessuto imprenditoriale emiliano romagnolo? «Già oggi il 70% del Programma Fesr è destinato alle PMI, risorse a sostegno dell’accesso al credito, dell’internazionalizzazione, degli investimenti produttivi e di quelli in ricerca e l’innovazione. Ma capisco bene il senso della domanda: dobbiamo dedicare attenzione e specifiche ad artigiani, commercianti, ecc. che trovano nell’accesso ai bandi o nelle linee di finanziamento un ostacolo oggettivo. Stiamo

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lavorando in questa direzione con le misure di sostegno al credito, con quelle per la rivitalizzazione dei centri storici delle aree colpite dal sisma o con quelle per la montagna, per fare tre esempi concreti. È una strada che abbiamo aperto proprio per le attività piccole e piccolissime, cruciali non solo per il loro volume complessivo, ma anche per quello che rappresentano nel tessuto economico e sociale delle nostre comunità. Per queste ragioni e sulla base di queste esperienze la prossima programmazione dovrà andare proprio in questa direzione». A proposito di aree montane, sull’Appennino modenese e reggiano esistono aree scarsamente popolate. Come è possibile invertire questa tendenza incentivando aziende e giovani a costruire un futuro in

questi «Dal 2015 abbiamo investito 1 miliardo di euro sulla nostra montagna, sia per rafforzare e svilupparne le potenzialità, sia per evitare fenomeni di abbandono. In questi mesi ho visitato oltre 60 Comuni del territorio montano: per la prima volta, nell’ultimo decennio, si è interrotta l’emorragia della popolazione, registrando in molti casi addirittura una inversione di tendenza. Naturalmente non è un dato omogeneo e si tratta di sostenere con forza questa presenza perché significa tante cose insieme: sopravvivenza delle comunità, cura del territorio, sicurezza. Solo se la montagna sta bene sta bene anche la pianura. Per incentivare la presenza di residenti e imprese – le due cose vanno sempre di pari passo – stiamo sperimentando da quest’anno nuove misure: la più rilevante è il dimezzamento dell’Irap


IN COPERTINA INTERVISTA BONACCINI per le imprese dell’Appennino, che nel caso di nuove attività diventa addirittura un sostanziale azzeramento: parliamo di 36 milioni di euro per il prossimo triennio tutti a carico della Regione; poi un bando specifico per le giovani coppie che vogliono comprare casa in montagna o ristrutturare la propria, con contributi a fondo perduto fino a 30 mila euro: in questo caso abbiamo messo in gioco 10 milioni di euro. Anche le risorse del PSR hanno permesso di contribuire all’obiettivo, con misure a sostegno della nascita di imprese non agricole in montagna, e con misure, in questo caso rivolte a tutto il territorio regionale, per sostenere l’avvio o il consolidamento di aziende agricole under 40. Infine, abbiamo concepito misure specifiche o premialità per sostenere i servizi pubblici e privati: da ultimo un contributo per i Comuni che vogliono aprire un nuovo servizio di nido, e sono già 3 in montagna quest’anno». Regione Emilia-Romagna si è dimostrata reattiva verso i centri urbani colpiti dal terremoto del 2012. Superata l’emergenza del terremoto, crede sia possibile estendere un piano di rilancio per tutti i centri abitati dell’Emilia-Romagna con meno di 30mila abitanti, favorendo l’insediamento di attività artigianali e commerciali? «Per gli attuali 30 Comuni del cratere abbiamo investito 49milioni di euro, che si sommano ai 35 milioni di credito d’imposta delle zone franche urbane: abbiamo coinvolto complessivamente 1700 piccole e piccolissime imprese. La ricostruzione post sisma è stata un’esperienza molto complessa ma anche istruttiva: alcune tipologie di intervento sperimentate potranno senz’altro essere riprodotte su scala regionale, tra cui queste per le imprese. A sostegno della rete commerciale, distributiva e dei servizi, peraltro, abbiamo investi-

to 26 milioni di euro prestando un’attenzione specifica alle zone montane, rurali e ai piccoli centri. E, grazie alla modifica della principale legge di settore (LR 41/1997), ora possiamo assegnare contributi agli operatori commerciali per la riqualificazione e l’ammodernamento di strutture commerciali, di bar e ristoranti e per l’offerta di nuovi servizi o prodotti. Un bel passo avanti e nel 2020 avremo a disposizione 4 milioni. Per sostenere ulteriormente questo settore, infine, anche la maggiore autonomia che abbiamo richiesto sarà decisiva: penso in particolare alla riqualificazione urbana, dove intendiamo semplificare e armonizzare le norme e contiamo di poter programmare con risorse certe nel tempo». Parliamo di formazione. La nostra associazione denuncia uno squilibrio nei fondi destinati alla formazione e all’impiego. Su un totale di quasi 800 milioni di euro previsti nella pianificazione del Fondo Sociale europeo (FSE) per il periodo 2014/2020, solo il 7% era destinato all’adattabilità di lavoratori e imprenditori, cioè ad aggiornare le competenze degli occupati. Alla luce della grande trasformazione del mondo del lavoro, non crede sia utile apporre dei correttivi nella destinazione di questi fondi? «Sono pienamente d’accordo, la formazione di chi è occupato, soprattutto in questa fase, è decisiva. L’emergenza di questi ultimi anni è stata la disoccupazione, che ha dettato le priorità di programmazione condivise al tavolo del Patto per il lavoro, ma ora lo scenario è mutato e dobbiamo cambiare. Alcune esperienze le abbiamo maturate: col bando del 2016 abbiamo messo a disposizione 10 milioni di euro, coinvolto 19mila persone occupate e 4.000 imprese (di cui il 99% PMI). E ulteriori 10 milioni di euro sono stati stanzia-

ti nel 2019. In ogni caso massima disponibilità a ragionare su quanto e come mettere nel prossimo Programma Operativo FSE, che nella complementarietà coi Fondi interprofessionali possa rispondere alle esigenze di aggiornamento e qualificazione dei lavoratori, degli imprenditori e dei professionisti. Ma da una parte serve sensibilizzare le imprese affinché riconoscano il valore della formazione e dunque possano cogliere le opportunità che potremo mettere in campo, e in questo chiedo aiuto anche a voi, che avete una grande attenzione; dall’altra – e lo stiamo già facendo – occorre agire a livello nazionale ed europeo sulla normativa in materia di aiuti di stato, perché incrementare le competenze degli imprenditori in una regione come la nostra non rappresenta solo un vantaggio per l’impresa ma per tutta la collettività». Sul piano dell’orientamento la nostra associazione si sta impegnando a promuovere negli istituti comprensivi delle due province e in accordo con il corpo docenti, giornate di promozione della cultura tecnica rivolte a studenti e famiglie. Crede che questo sforzo possa essere sistematizzato in un piano regionale pluriennale? «Negli ultimi due anni abbiamo investito 15 milioni di euro per un piano pluriennale di orientamento rivolto a studenti, famiglie e insegnanti, anche con l’obiettivo di promuovere l’accesso delle ragazze a percorsi di istruzione e formazione in ambito scientifico e tecnologico. Penso anche ad eventi come il Festival della cultura Tecnica, progettati e realizzati con il coinvolgimento di tutti i soggetti che possono contribuire a qualificare un servizio importantissimo. Più in generale, nella nostra richiesta di maggior autonomia regionale c’è anche questo: una più forte relazione tra sistema di istruzione e formazione e le necessità delle

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IN COPERTINA INTERVISTA BONACCINI imprese; una cosa molto meno ideologica della “regionalizzazione della scuola” proposta da altri e, se posso dirlo, molto più in sintonia con le esigenze delle imprese e dei ragazzi che debbono entrare nel mondo del lavoro». Presidente, riconoscendo lo sforzo attuato dalla sua amministrazione, la nostra associazione chiede un sistema di monitoraggio puntuale di tempi e modi di realizzazione di Cispadana, Passante di Bologna, Campogalliano/ Sassuolo e rilancio del Porto di Ravenna. Come risponde a questa richiesta? «Sono totalmente favorevole. Siamo notoriamente vittime di un sistema farraginoso che impedisce di investire in tempi certi: non a caso nella proposta di maggiore autonomia abbiamo chiesto non solo di poter co-programmare anche le infrastrutture nazionali, ma di poterne gestire come Regione l’iter autorizzativo, a partire dalla procedura di valutazione impatto ambientale (che per la Cispadana ha impiegato oltre 4 anni!). Anche in questo caso la proposta dell’Emilia-Romagna mi pare più efficace di quelle di altre regioni, che hanno chiesto le concessioni: a noi non interessa la titolarità, ma che le opere si facciano e le infrastrutture funzionino. Sono talmente d’accordo ad un pubblico e trasparente monitoraggio che, dal 2015, ho fatto del tavolo del Patto per il Lavoro anche una vera e propria cabina di regia permanente delle principali infrastrutture. Credo possiamo riconoscerci reciprocamente di aver sbloccato da allora opere ferme da decenni, mettendole tutte in partenza o in fase d’avvio. La Bretella è oggi cantierabile e stanno già decorrendo i termini per la sua realizzazione; tra pochi giorni presenteremo anche la tangenziale di Rubiera, opera complementare non meno importante. Per il Passante di Bologna è finalmente

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pronta la conferenza dei servizi e i lavori partiranno entro un anno; a meno che non abbia la meglio la mia sfidante, che vorrebbe invece bloccare tutto a favore del “Passante sud”, mettendo su un binario morto l’opera. Abbiamo presentato in questi giorni il progetto definitivo della Cispadana che vedrà il cantiere nel 2020. E infine il Porto di Ravenna, di cui abbiamo presentato il bando per il general contractor, che precede il progetto esecutivo e l'avvio lavori». Sul fronte delle infrastrutture digitali ritiene possibile prevedere agevolazioni o finanziamenti rivolti alle piccole imprese che vogliono allacciarsi alla banda larga, implementata in questi anni da Regione Emilia-Romagna e Lepida? «Nel 2015 abbiamo condiviso con il Governo un piano da 255 milioni di euro per dotare tutti i cittadini, le scuole e i municipi di banda ultralarga fino a 1 Gigabit/s. Nel piano è prevista anche l'infrastrutturazione di almeno 160 siti produttivi ed entro il 2021 concluderemo, unici a livello nazionale. Ma già in questi anni abbiamo messo in campo con Lepida accordi pubblico-privato per dotare oltre 100 distretti produttivi di fibra ottica, abbattendo molti costi per le aziende». C’è poi il tema dell’economia circolare e dell’ambiente. Come ha intenzione di incentivare un percorso sostenibile di rinnovamento del parco automezzi di piccole e micro-imprese? E dall’altro fronte come ha intenzione di favorire una politica regionale efficace sul tema dell’End of waste? «Abbiamo stanziato 4 milioni di euro nel 2019 per contributi, da 4 ad 8 mila euro, per la sostituzione di veicoli commerciali diesel fino all’euro 4 con mezzi nuovi, elettrici o ibridi, gpl o metano euro 6. Sono pervenute 300 domande

per 1 milione 400 mila euro circa. Sarà senz’altro necessario approvare ulteriori misure nella prossima legislatura, auspicabilmente meglio coordinate tra Stato e Regioni. Parlo al plurale perché sempre più vogliamo assumere misure come “bacino padano”, non avendo l’aria confini geografici. Per quanto riguarda l’economia circolare, ricordo che con la legge 16/2015 abbiamo previsto il primo Registro regionale dei sottoprodotti: si tratta degli scarti di processi produttivi che, se soddisfano le condizioni richieste dalla normativa, non sono da considerare rifiuti e possono essere riutilizzati nello stesso o in altri processi di produzione. Un risultato importante raggiunto grazie alla collaborazione delle imprese e delle associazioni di categoria che da luglio 2016 lavorano a nostro fianco nel Coordinamento permanente dei sottoprodotti. L’End of waste invece è senz’altro un passo in avanti che darà certezza normativa alle Regioni e prospettive ai lavoratori e alle imprese del riciclo. Lo chiediamo da tempo». Presidente, come si tiene insieme una legge che accompagni il consumatore ad un uso consapevole della plastica, senza penalizzare le imprese dei nostri distretti? «L’Emilia-Romagna si è appena dotata di una strategia “PlasticFreER” per liberarsi dalla plastica usa e getta. L’abbiamo approvata dopo un lungo e complesso confronto con le categorie e le organizzazioni sindacali. Si fonda su 3 pilastri – riconvertire, ridurre e ripulire – che si traducono in sostegno, con fondi e incentivi, per la riconversione delle imprese che producono plastica, con particolare riferimento a quella monouso; aiuti agli enti pubblici e ai privati che decidono di ridurne l’uso; infine un progetto speciale di pulizia per rimuovere i rifiuti dai letti dei corsi d’acqua, dal mare e negli spazi pubblici. La Regione ha messo a disposizione da subito


IN COPERTINA INTERVISTA BONACCINI 2 milioni di euro, a cui gli emendamenti dell’Assemblea ne hanno aggiunto un terzo; metteremo poi risorse specifiche per le imprese e sarà istituita una Cabina di regia con le rappresentanze economiche e sociali che dovrà stabilire modi e tempi di attuazione delle misure previste, valutando gli impatti dal punto di vista ambientale ed economico. Vogliamo cambiare e farlo in fretta ma è un processo che va accompagnato e concertato, senza scelte dall’alto. Non abbiamo previsto un euro di tasse in più, ma premialità per chi sceglierà di riconvertire la propria produzione in un’ottica di economia circolare e per chi deciderà di liberarsi dalla plastica nella propria attività. Credo che il Governo possa trarre esempio da come abbiamo agito qui». Ultima domanda. Per arginare la stretta creditizia che vede penalizzate le micro e piccole imprese rispetto alle grandi, la nostra associazione propone un “voucher garanzia” che riduca il costo delle garanzie dei Confidi. La ritiene una soluzione praticabile? «In un contesto sempre più rischioso ampliare il sistema delle garanzie è decisivo. Di fatto in questi anni, come Confartigianato, ci avete chiesto di sostenere la capitalizzazione dei Confidi, particolarmente esposti per le innumerevoli crisi registrate dal sistema negli anni

2010-2012. Ed è proprio partendo da questa capitalizzazione che ora si può valutare il voucher garanzia: garantendo un prezzo trasparente, dovrebbe effettivamente essere a beneficio delle imprese e rivolgersi soprattutto a quelle di minori dimensioni. Gli strumenti attivati nel corso degli ultimi due anni (Fondo EuReCa, Fondo EuReCa turismo e Sezione speciale regionale del Fondo di Garanzia PMI) hanno fornito operatività ai Confidi della regione, con risorse regionali superiori a 18 milioni di euro destinate a controgarantirne il rischio. È necessario al fine di cogliere le opportunità della Sezione speciale del Fondo centrale, perché conferisce una garanzia dello Stato alle imprese meritevoli molto gradita alle banche. Infine, ciò che potremmo sostenere è lo sviluppo di una finanza di impresa più coerente con una sostenibilità finanziaria di medio e lungo termine. Le imprese non possono dipendere in modo così significativo dalla politica delle banche, ma devono sempre più avere a disposizione un mix di risorse, in parte anche garantite, che consentano loro di affrontare i processi di crescita e di trasformazione che le attendono. Si tratta quindi, insieme a banche, consorzi fidi e associazioni imprenditoriali, di favorire in tutti i modi l’accesso al credito e la solidità delle imprese».

Chi è Stefano Bonaccini Stefano Bonaccini è nato a Modena nel 1967, sposato con due figlie. Dal 1999 al 2006 è stato assessore al Comune di Modena con delega ai Lavori pubblici, patrimonio e centro storico e in precedenza ha ricoperto il ruolo di assessore alle Politiche giovanili, cultura, sport e tempo libero nel Comune di Cam-

pogalliano. Consigliere comunale a Modena dal 2009 al 2010, anno in cui è stato eletto consigliere regionale dell’Emilia-Romagna. Numerosi gli incarichi ricoperti nel Partito Democratico, sia nazionale, sia regionale. Del Pd regionale, in particolare, è stato segretario dall’ottobre del 2009 al maggio

2015 ed ha fatto parte della Segreteria Nazionale del Pd guidato da Matteo Renzi, con delega agli Enti Locali. Eletto presidente della Regione Emilia-Romagna il 23 novembre 2014. Dal 17 dicembre 2015 è presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

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IN COPERTINA LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO

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Le richieste di Confartigianato ai candidati alla guida di Regione Emilia Romagna

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na data cruciale. Quella del 26 gennaio non è una tornata elettorale qualsiasi. L’esito del voto a cui sono chiamati i cittadini dell’Emilia Romagna, è ormai un banco di prova anche per il governo insediatosi dopo la “strana” crisi di agosto che ha portato alla caduta del primo e alla nascita del secondo esecutivo guidato dal premier Giuseppe Conte. È così che su viale Aldo Moro e sulla presidenza Bonaccini si stanno concentrando le attenzioni di buona parte della stampa e dell’opinione pubblica, in attesa di un risultato che potrebbe prolungare, o anticipare la fine (dopo il flop delle regionali umbre) della maggioranza targata PD, M5S e Italia Viva. Un’attenzione, quella sull’Emilia Romagna, dovuta in parte al confuso scenario politico e in parte alle misure previste nella prossima Legge di Bilancio anticipate da via XX Settembre nelle settimane scorse.

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Dalle parti del distretto biomedicale di Mirandola e della packaging valley non è infatti piaciuta, per usare un eufemismo, la proposta del ministero dell’Economia e delle Finanze di far cassa con una “plastic tax” (vedi pagina 4 di questo numero) che colpirebbe direttamente il principale distretto italiano dell’imballaggio, del riciclo e della plastica monouso. Un danno incalcolabile, su cui il governo ha già promesso una rapida marcia indietro, che ha generato una comune alzata di scudi da parte delle principali associazioni datoriali e di rappresentanza. Un’approssimazione, quella del governo, capace di scavalcare in un colpo solo imprese, occupati (circa 17mila) e fatturato annuo (più di 5 miliardi) di una regione tra le più competitive d’Italia e tra le più forti d’Europa. Secondo i dati elaborati da Unioncamere infatti l’Emilia Romagna è cresciuta ogni anno - e per cinque

anni - dello 0,8%. Una performance invidiabile se raffrontata allo zero del resto del Paese, che porterà al sorpasso del Veneto nel giro di un paio di anni. Numeri a cui si aggiungono quelli dell’export, circa 60 miliardi annui secondo le stime di Banca d’Italia, realizzati nei 19 distretti industriali regionali censiti dal Centro studi di Intesa San Paolo. E a quelli sul tasso di disoccupazione, inferiore di circa 4 punti percentuali rispetto alla media nazionale, ferma al 10,9%. Ma torniamo alla scadenza elettorale di gennaio. Per tenere alta l’attenzione sull’economia e sulla manifattura regionale, Confartigianato Emilia Romagna ha redatto e presentato ai candidati un documento con alcune proposte da realizzare nei prossimi cinque anni. Eccole riassunte.


IN COPERTINA LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO

Nuova programmazione Fesr

È necessaria una riprogrammazione della distribuzione degli incentivi derivanti dal Fondo europeo di sviluppo regionale. Proprio per questo proponiamo che una quota significativa venga dedicata alla micro e piccola impresa.

Piano regionale per i centri urbani

Proponiamo un Piano regionale per i centri urbani, dedicato ai Comuni con meno di 30.000 abitanti, che includa politiche di sostegno all’insediamento artigianale e commerciale, subordinato a investimenti, presenza attiva e flessibile, partecipazione a programmazioni di eventi.

Nuova imprenditoria over 40

La nostra associazione propone una misura da rinnovare in più annualità che definisca un plafond di incentivi destinato all’avvio di società composte o avviate da over 40, con una particolare attenzione alle compagini femminili.

Lotta all’abusivismo

Territori svantaggiati e incentivi all’insediamento artigianale

La nostra associazione propone l’introduzione di incentivi finalizzati a favorire l’insediamento di attività artigianali nelle località scarsamente popolate. I contributi stanziati andranno finalizzati a progetti di insediamento e sviluppo di micro imprese artigiane di servizio e di produzione, sulla falsariga di quanto avviene per il commercio, con lo scopo di completare e dare continuità all’iniziativa già in essere della Regione.

Equilibrio fondi formazione

È necessario equilibrare meglio l’impegno economico regionale destinato alla formazione e all’impiego, attualmente sbilanciato sulle persone in cerca di occupazione. Ciò sfavorisce l’asse dell’adattabilità e, dunque, il personale già occupato, o formato, che deve ridefinire le proprie competenze nell’ottica del mercato del lavoro.

Associazioni e società di formazione come punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro

Chiediamo una maggiore sinergia fra Regione, associazioni e società di formazione, affinché si renda virtuoso il collegamento fra domanda e offerta di lavoro.

Tirocinii formativi ed apprendistato

Auspichiamo una programmazione continuativa e di ampio respiro nelle risorse e nelle attività destinate al sostegno e alla promozione di tirocinii formativi e apprendistato quali principali opportunità di inserimento nel mondo del lavoro.

Innovazione del percorso formativo professionale

Secondo una recente ricerca del Centro Studi di Confartigianato Emilia-Romagna risulta che in regione sono 85 mila le imprese artigiane maggiormente esposte alla concorrenza sleale del sommerso. Di fronte a tale situazione, e per incentivare il lavoro indipendente regolare, riteniamo necessaria un’efficace politica di lotta all’evasione, affiancata da interventi che migliorino le condizioni di contesto ‘per fare impresa’, come l’accesso al credito, la risoluzione di dispute commerciali e l’ottenimento di permessi di costruzione.

Occorre sperimentare programmi formativi con caratteristiche di maggior collegamento tra enti di formazione e imprese. Si ritiene che, oltre a profili di specializzazione molto elevata, siano necessarie figure orientate a target di imprese con limiti dimensionali ridotti, le quali necessitano sia di figure specializzate sia di personale con capacità organizzativa, utile a gestire una molteplicità di situazioni in un arco temporale ridotto.

Piano per la valorizzazione della cultura tecnica

Si propone la creazione di un piano pluriennale, a sostegno regionale, di progetti di valorizzazione della cultura tecnica, organizzati dalle associazioni di categoria, che coinvolgano il mondo scolastico a partire dalla scuola secondaria di primo grado (ex scuola media), con iniziative scolastiche ed extrascolastiche, rivolte anche alle famiglie.

Risorse europee, snellimento della burocrazia

Gli adempimenti attualmente richiesti rischiano di assorbire quantitativi significativi di risorse umane e finanziarie, sottraendole allo scopo a cui sono destinate e alla qualità del servizio erogato

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Digital Divide

IN COPERTINA LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO

Occorre intensificare l’azione contro il digital divide che rischia di tagliare fuori dalle opportunità e dalla piena cittadinanza molte comunità periferiche e le generazioni più mature.

Tempistiche infrastrutture

Aeroporto

Si chiede la definizione precisa e la messa in atto di un sistema di monitoraggio puntuale di tempi e modi di realizzazione delle infrastrutture viarie “Cispadana”, “Passante di Bologna”, “Tirreno Brennero” e “Campogalliano - Sassuolo”.

Manutenzione costante delle infrastrutture esistenti

In particolare si rende necessaria e urgente la definitiva soluzione dello stato di conservazione e utilizzo dell’Autostrada E45.

Collegamenti ferroviari

Il potenziamento già attuato in ambito di frequenza e numero di treni, anche regionali, è dunque positivo ma occorre fare di più, agevolando, anche in chiave turistica, con un maggior numero di corse serali anche la fruizione dei numerosi eventi dei capoluoghi e dei centri più importanti.

Salvaguardia del territorio e dell’ambiente

Con la previsione di un considerevole incremento negli scali sull’aeroporto Guglielmo Marconi, di Bologna, si chiedono investimenti per migliorare l’infrastruttura e per poter gestire l’aumentato traffico di merci e passeggeri.

Polo fieristico regionale

Per l’importanza che riveste il sistema fieristico sull’economia della nostra regione si chiede tracciare un percorso che porti alla creazione di un polo fieristico regionale, in grado di confrontarsi, e di essere competitivo, con i grandi organizzatori fieristici internazionali.

Risorse Fesr per le infrastrutture

La nostra associazione propone di destinare una quota delle risorse Fesr a progetti infrastrutturali, capaci di rispondere in modo capillare allo sviluppo degli insediamenti produttivi a elevata presenza di micro e piccole imprese.

Si ritiene necessaria la programmazione di azioni manutentive ordinarie costanti a salvaguardia ambientale dei territori, atta a preservare le attività economiche e la vivibilità di intere comunità della regione. Si preveda la possibilità che tali interventi siano realizzati dalle imprese del territorio che lo conoscono e sono in grado di indicare l’efficacia dell’azione di conservazione.

Marchio e certificazione regionale di qualità

Per la valorizzazione identitaria si propone che venga istituito un marchio regionale di qualità, che ciascuna micro, piccola e media impresa di qualsiasi comparto potrà apporre ai propri prodotti e servizi previo il superamento di un iter di certificazione e relative verifiche periodiche.

I percorsi delle botteghe artigiane

Si propone di introdurre nei progetti di incoming regionali una rete di percorsi focalizzati sulla bottega artigiana, con l’obiettivo di raccontare la cultura dell’artigianato dei nostri territori, con la sua unicità, valorizzando le persone e le famiglie che tramandano i valori dell’artigianato e della tradizione.

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Commissione professionale per la valutazione dei progetti

Nell’ambito del Fondo regionale “EuReCa Turismo”, si propone di creare una commissione che esamini, e controlli, le domande e i progetti presentati dalle imprese del settore turismo, che dovranno essere corredate di una certificazione rilasciata dalle associazioni o dagli ordini professionali. Ciò permetterebbe la creazione di un quadro di valutazione congiunta sul valore del progetto medio.


IN COPERTINA LE RICHIESTE DI CONFARTIGIANATO

Sostegno agli investimenti produttivi

Si propone la riapertura del Fondo “EuReCa”, azione 3.1.120, nell’ambito della programmazione Por Fesr, a sostegno degli investimenti produttivi.

CREDITO

Incentivare la ricerco e lo sviluppo

Introduzione di una misura che incentivi la ricerca e lo sviluppo, sia nelle attività di produzione sia nelle attività di servizio (vedi legge Regionale 20/94). Per la gestione di tale sistema di contributi, a suo tempo demandata alle Province, si propone la regolamentazione delle perizie in capo ai sistemi associativi e/o a un ingegnere abilitato.

Creazione di un “voucher garanzia”

Tale soluzione permetterebbe di ridurre il costo delle garanzie dei Confidi, così da restringere la forbice creatasi fra il costo praticato dal Fondo di garanzia e il costo di mercato.

Economia circolare

Si propone la definizione di un percorso regionale di comunicazione e implementazione, nelle aziende, di attività legate all’economia circolare e del riuso.

Incentivazione tecnologie green

Creazione di bandi regionali per l’installazione in azienda di tecnologie energetiche ecocompatibili espressamente rivolti alle micro piccole e medie imprese

Parco automezzi

Definizione di un percorso sostenibile di rinnovamento del parco automezzi a disposizione delle Mpmi, mettendo in campo misure di sostegno.

Commissioni consultive SanArti

Si ritiene necessaria un’opera di sostegno e divulgazione del Fondo di assistenza sanitaria integrativa per i lavoratori dell’artigianato SanArti, i cui soci fondatori sono le organizzazioni imprenditoriali dell’artigianato e le sigle sindacali confederali, che fornisce ai propri iscritti (dipendenti, imprenditori e loro familiari), assistenza integrativa sanitaria e socio-sanitaria.

Reti artigiane di aiuto locale

Si propone la creazione e il sostegno di Reti artigiane di aiuto locale (Raal) convenzionate con la Pubblica amministrazione, per assicurare alle popolazioni più isolate e in particolar modo agli anziani e ai soggetti deboli, un supporto tecnico a domicilio laddove non esistano più insediamenti artigiani a cui rivolgersi. Calmierando e rendendo trasparenti i tariffari, anche grazie all’egida della Regione e a plafond integrativi di sostegno, le Reti potranno assistere le persone nelle loro case offrendo in totale sicurezza e nel rispetto delle normative ogni attività non sanitaria di manutenzione, trasporto persone e cose, pulizia, cura degli immobili e dei giardini, impiantistica domestica, forniture alimentari artigianali, servizi alla persona (parrucchiere, barbiere, ecc).

Si ritiene utile l’istituzione di commissioni consultive sulle politiche sanitarie territoriali che coinvolgano, oltre alle aziende sanitarie, i comuni e le organizzazioni sindacali del personale, anche le rappresentanze delle imprese.

Potenziamento strutture e servizi

Occorre un piano regionale di potenziamento e all’incremento dei servizi, delle strutture e degli aiuti per l’infanzia e per la terza età, al fine di non escludere nessuno e offrire supporto anche a chi ogni giorno si mette in gioco per produrre occupazione e reddito sociale.

Cup senza confini

Per favorire chi si trova ai confini fra due o più aziende sanitarie, e per attenuare gli effetti del digital-divide generazionale, occorre dare possibilità anche ai Cup, comprese le farmacie, di prenotare prestazioni fuori dall’attuale perimetro di competenza, come già avviene per le prenotazioni tramite il Fascicolo sanitario elettronico.

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MECCANICA

L’anno difficile della meccanica made in Italy Dalla crisi dell’ex Ilva al rallentamento delle esportazioni verso la Germania. Cosa serve per ripartire?

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on escludiamo rincari sui laminati». A complicare il quadro difficile per la meccanica made in Italy in questo ultimo scorcio di anno, mancava solo la crisi dell’ex Ilva (vedi infografica a pagina 18). A sintetizzare le possibili ricadute, in termini di costi della materia prima, è un importante fornitore bresciano sentito dalla nostra associazione. «Pur non vendendo acciaio prodotto nello stabilimento ex Ilva precisa l’intervistato che ha preferito rimanere anonimo - è evidente che le ricadute di questa crisi si avvertiranno sui nostri clienti». Per chiarirsi, piccole e medie aziende del comparto metalmeccanico. Ad acquistare l’acciaio prodotto nell’impianto siderurgico di Taranto infatti (circa 6 milioni di tonnellate quelle autorizzate dall’Aia nel 2019 ndr.) non sono solo grandi industrie. Secondo le stime fornite da Marco Patucchi su Repubblica i clienti di Arcelor Mittal “per il 18%

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sono aziende automotive (FCA su tutte), per il 17% sono attive nelle infrastrutture, per il 15% finisce nel settore dei fusti, per il 10% è rappresentato dalle lamiere, per il 7% lo utilizzano i produttori di elettrodomestici e per il 3% l’agroalimentare con la banda stagnata impiegata per i barattoli. Resta una quota del 30% che finisce a distributori e trasformatori (tra questi, il gruppo Marcegaglia produttore di tubi ndr.) che a loro volta forniscono i settori auto, infrastrutture e meccanica”. Le cause I primi indizi della “nuova” crisi si registrano a fine 2018, con un sensibile rallentamento della domanda tedesca, primo mercato di sbocco per la meccanica nostrana e grande utilizzatore di acciaio. Secondo le stime diffuse durante l’European Steel Conference 2019, svoltasi a Milano lo scorso 30 ottobre, il settore automotive ha assorbito il 10% in meno di acciaio rispetto

allo stesso periodo 2018. Mentre stando ai dati diffusi dall’Ufficio federale di statistica Destatis (l’Istat tedesco ndr.) in Germania la produzione manifatturiera è scesa del 4,3% su base annua. Il dato peggiore da fine 2009. Le ripercussioni sui distretti italiani secondo l’omonimo monitor di Intesa Sanpaolo, hanno prodotto una minore domanda di made in Italy che ha coinvolto ben 91 territori italiani (come nel 2009 ndr.). Ad essere “interessati” dal calo dell’export verso Berlino sono alcune tra le province a maggior vocazione meccanica. A Lecco per esempio le imprese del comparto hanno ceduto in tre mesi quasi 35 milioni di euro, circa il 20% del valore realizzato verso la Germania. Situazione simile nel bresciano, dove il calo è quantificato in 31 milioni di euro rispetto alle esportazioni dello stesso periodo del 2018. Le cause di questo stop sono da ricercarsi nella crisi dell’industria automobilistica, penalizzata dal


MECCANICA

cambio delle regole di omologazione e dalle incognite legate alla transizione verso nuove motorizzazioni, quella elettrica in primis. Ma anche nella sfibrante guerra dei dazi tra Usa, Cina e conseguentemente Europa. Un mix che nei primi otto mesi del 2019 ha visto un calo nella fabbricazione di auto tedesche pari a circa 400mila vetture rispetto all’anno precedente . Tradotto: brusca frenata di ordinativi di componentistica (impianti frenanti, carter, parti motore, etc) per le nostre imprese. Se Berlino piange Roma non ride A soffrire maggiormente, secondo un altro studio prodotto a fine ottobre da Intesa e Prometeia, sono dunque le aziende inserite nelle catene del valore dell’Automotive: dalla metallurgia ai prodotti in metallo, dall’elettrotecnica agli altri prodotti intermedi (gomma-plastica), e intermedi chimici. Ma anche i costruttori di macchine

Livio Lazzari Referente categoria meccanica

e robot made in Italy soffrono questa situazione. Secondo le stime fornite da Ucimu, la sigla datoriale che li raggruppa, gli ordinativi dall’estero sono diminuiti nel terzo trimestre 2019, di circa il 14%. Un quadro che - sempre secondo lo studio di Intesa e Prometeia - dovrebbe migliorare per la meccanica solo nel corso dell’anno prossimo. Nel frattempo però diminuiscono fiducia e investimenti produttivi. L’auspicio A fronte di tutto questo e in prossimità della Legge di Bilancio 2020, è quindi urgente la ripresa di una politica industriale coerente - riacciuffata solo in extremis dal precedente esecutivo, grazie ad alcuni provvedimenti inseriti nel cosiddetto DL Crescita - che favorisca investimenti in tecnologie e conoscenza. È poi indispensabile favorire percorsi di internazionalizzazione e

diversificazione che compensino l’eccessiva dipendenza delle nostre imprese verso la Germania. Un compito quest’ultimo su cui anche la nostra associazione può dire la sua. Note: 1. In Italia si producono 8,5 milioni di tonnellate di acciaio coils (prodotti piani). L’import è di 5,6 milioni tonnellate. Se chiudesse l’ex Ilva l’import salirebbe a più di 10 milioni di tonnellate. 2. Articolo apparso su “la Repubblica” il 14 novembre 2019 3. Analisi dei distretti industriali maggio 2019 4. Si legga anche articolo apparso su “Il Sole 24 Ore” il 24 settembre 2019 a firma di Luca Orlando

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AUTORIPARAZIONE

Riparazioni a regola d’arte, a che punto siamo? All’accordo siglato al CNEL lo scorso maggio, sono seguiti altri incontri in Commissione Finanza. Ecco la sintesi e le richieste di Confartigianato

S

ottoscritto al CNEL lo scorso maggio da Confartigianato, Ania, CNA, Casartigiani e le associazioni dei consumatori, l’accordo sulle linee guida per la definizione degli standard minimi per la riparazione a regola d’arte e le raccomandazioni per un servizio di qualità nell’ambito delle RC Auto, attua la legge 124/2017. L’obiettivo è quello di migliorare i rapporti tra i diversi attori, ricordare la piena autonomia del consumatore nello scegliere la carrozzeria di fiducia, velocizzando i tempi di comunicazione tra le parti e la gestione del sinistro con il relativo pagamento, garantendo sempre un elevato standard di servizio e trasparenza a tutela del consumatore e valorizzando il ruolo del carrozziere. Il 30 ottobre i vertici delle associazioni degli autoriparatori di Confartigianato, CNA, Casartigiani sono intervenuti in audizione alla commissione Finanze della Camera

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sulla proposta di legge in materia di definizione dei premi relativi all’assicurazione obbligatoria per i veicoli a motore. In caso di sinistro, grazie alle riparazioni a regola d’arte si può contare su qualificati servizi di riparazione, effettuati in tempi certi e a costi chiari e su semplici procedure di liquidazione dei danni con l’obiettivo di diminuire i contenziosi e di conseguenza le tariffe RC auto, oltre che nell’avere veicoli più sicuri. Aspetti questi che andranno adeguatamente pubblicizzati dal Ministero dello Sviluppo Economico, come già previsto dalla legge di riforma della Rc Auto. Infine giovedì 7 novembre a Bologna si è svolto il consiglio regionale della categoria carrozzerie Confartigianato per discutere, insieme ai funzionari delle diverse province, alcuni titolari di carrozzerie e il presidente regionale di categoria Antonio Malpeli, dello stato di avanzamento delle linee guida,

è stato ribadito come queste siano uno strumento dinamico e ancora in fase di modifiche che erano anni che non si riusciva ad avere un dialogo tra le parti e che sono un primo step di avvicinamento, con queste si ha uno strumento in più per applicare la legge 124/2017 e per fare in modo che il cliente venga a conoscenza della possibilità di poter scegliere la carrozzeria di fiducia (non solo quelle convenzionate con le assicurazioni) attraverso una mappatura dentro a un’App, pronta nel 2020, di tutte le carrozzerie che vogliono aderire (la quale verrà adeguatamente pubblicizzata) dove si potrà avere anche una tracciatura degli interventi effettuati. Si è discusso della necessità di realizzare un “tempario” condiviso a livello nazionale e che verrà creata una commissione per verificare il corretto funzionamento ed applicazione dello strumento.


AUTORIPARAZIONE

In Emilia Romagna 507 autovetture per ogni autofficina In Emilia Romagna ci sono 507 autovetture per ogni officina di autoriparazione, è il dato che emerge dall’edizione 2019 del libro “L’autoriparazione ed i suoi protagonisti” edito dall’osservatorio Autopromotec. Questo dato rappresenta la media di autovetture disponibili per ogni officina di autoriparazione (Meccanici, gommisti, elettrauto, carrozzerie, officine nei concessionari) nell’Emilia Romagna, superiore alla media nazionale che si attesta su 469 autovetture per officina. Infatti in Emilia Romagna nel 2018 erano presenti 2.879.926 autovetture in relazione a 5.680 officine di autoriparazione, su scala nazionale si parla di un parco circolante superiore a 39 milioni di veicoli a fronte di 83.231 officine, in leggera

crescita rispetto l’anno precedente (+0.1%) con un rapporto di 469. Le Regioni che si discostano più significativamente rispetto la media nazionale sono il Trentino Alto Adige con 1003 autovetture per ogni autofficina e la Basilicata con sole 337. Il rapporto è complesso proporzionato, tenendo presente che l’Italia è storicamente uno dei paesi europei con il più alto tasso di motorizzazione

il passo dei grandi cambiamenti che stanno coinvolgendo il mondo dall'automotive, attraverso formazione e strumentazione sempre più all’avanguardia.

Secondo l’osservatorio, è una rete, quella degli autoriparatori e anche delle attività collaterali legate al mondo dell’assistenza auto (Centri revisione, stazioni di servizio, autolavaggi), che diventa sempre più tecnologica e che riesce a tenere

Francesco Po Referente categoria autoriparazione

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ALIMENTAZIONE

“Il pane di qualità non fa ingrassare”. Parola della biologa nutrizionista Abbiamo intervistato la dottoressa Paola Bongiovanni in occasione della seconda giornata del pane artigianale, promossa da Regione Emilia Romagna

I

n occasione della seconda giornata regionale del pane e dei prodotti da forno artigianali indetta da Regione Emilia Romagna per il 16 ottobre, Confartigianato Emilia Romagna insieme a Lapam, ha organizzato una serie di iniziative di comunicazione e divulgazione dedicati al pubblico e ai consumatori sul tema dell’utilizzo del pane e dei prodotti da forno nell’alimentazione quotidiana, ai fini di un corretto e salutare stile di vita. Troppo spesso infatti, i consumatori tendono ad escludere a priori il pane e i prodotti da forno dalla propria dieta alimentare per paura di ingrassare, o perché hanno dubbi in merito al fatto che mangiare pane possa portare a gonfiori o irritazione. Niente di più sbagliato: il pane è stato per secoli l'alimento principale per numerose civiltà, e tutt'ora è una componente importante della dieta mediterranea, stile alimentare riconosciuto Patrimonio immateriale Unesco e fonte di longevità. È infatti considerato, al pari di altri carboidrati, alla base della cosiddetta piramide alimentare, ovvero della schematica rappresentazione delle quantità di alimenti da assimilare in base alla tipologia. Lapam ha dunque organizzato alcuni eventi sul territorio con

Stefano Gelmuzzi Referente categoria alimentazione

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una biologa e nutrizionista, Paola Bongiovanni, per approfondire in modo scientifico questi temi e accompagnare il consumatore verso una nuova consapevolezza alimentare. L’abbiamo raggiunta per rivolgerle alcune domande. Dottoressa Bongiovanni, quale ruolo occupa il pane in una sana dieta alimentare? «Il pane, se mantiene le sue qualità nutrizionali, gioca un ruolo molto importante nella dieta giornaliera in quanto potrebbe rappresentare almeno il 30% delle calorie giornaliere di un piano alimentare e quindi utile per garantire l’apporto calorico per le nostre attività quotidiane. Se fatto con cereali integrali non è solo ricco di amido, la componente energetica, ma anche di fibra e micronutrienti come vitamine e sali minerali, che rappresentano i nutraceutici necessari per il nostro stato di salute». In base alla sua esperienza, quali sono i principali equivoci commessi dai consumatori quando si approcciano al pane e ai farinacei in generale? «Spesso i consumatori tendono a non mangiare il pane perché pensano di ingrassare in quanto lo considerano, a torto, una fonte energetica calorica. Se il pane è di

buona qualità queste calorie tendono ad annullarsi, perché il pane è ricco non solo di una componente amidacea e quindi zuccherina, ma anche di fibre utili nella dieta alimentare perché assorbono i grassi ed aiutano soprattutto a migliorare la nostra flora batterica. Il pane è ricco di sali minerali come potassio e magnesio utili per il nostro equilibrio salino e perché svolgono ruoli importanti come cofattori in molte reazioni chimiche del nostro metabolismo». Problemi digestivi e celiachia dal suo punto di vista sono aumentati negli ultimi anni? Quali potrebbero essere le cause? «Entrambe queste situazioni sono aumentate negli ultimi anni perché spesso il pane viene fatto con farine moderne che hanno una percentuale e forza di glutine molta più alta rispetto ai grani antichi. Questo non permette al nostro organismo di digerirli bene. Sono quindi aumentati coloro che sono sensibili al grano e anche i celiaci». Quale tipo di pane è particolarmente apprezzabile da un punto di vista della qualità nutrizionale? «Un pane di qualità, dal punto di vista nutrizionale, può essere quello fatto con cereali integrali e con una forza di glutine bassa, possibilmente intorno ai 90 W».

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MODA

Moda Makers, l’artigianato tessile che incanta L’ottava edizione della kermesse all’insegna della tecnologia e della sostenibilità. Il nostro reportage

«L

a moda si fa qui». Così Alberto Bellelli, sindaco di Carpi, ha riassunto l’ottava edizione di Moda Makers. In occasione dell’edizione autunnale della manifestazione organizzata da Carpi Fashion System (dal 12 al 14 novembre ndr), oltre una sessantina di piccole e medie imprese del distretto hanno presentato le anteprime delle collezioni autunno inverno 2020/2021 a buyers e distributori provenienti da tutto il mondo. Presente anche l’assessore regionale alle attività produttive Palma Costi che lo ha definito un evento in grado di dar voce alle energie di un settore d’eccellenza e con una capacità unica di esprimere la bellezza del made in Italy. «Per questo - ha aggiunto - il primo impegno è proprio nella tutela delle produzioni di qualità. Dobbiamo valorizzare le produzioni sostenibili, sia nel rispetto dell’ambiente che della salute dei consumatori, attraverso incentivi che orientino le scelte». Ciò che colpisce, aggirandosi per i 2.700 metri quadrati dell’esposizione, è l’entusiasmo di imprese e associazioni che hanno saputo mettere a fattore comune clienti e conoscenze. «Non è una cosa scontata - dice Roberto Guaitoli, presidente moda Lapam - che dimostra ancora una volta come a Carpi si può fare qualcosa di diverso».

Francesco Po Referente categoria moda

Una diversità che sembra convincere anche i potenziali clienti che si aggirano per gli stand della manifestazione. «È la quinta edizione a cui partecipo e non sarà l’ultima - racconta Linda, buyer Irlandese - i miei clienti amano il prodotto, ci sono stili interessanti e look diversi da quelli che potrei trovare altrove, la manifattura, la texture e le aziende sono di alto livello e ovviamente il made in Italy è ancora un richiamo molto forte». «Noi torniamo perché Moda Makers ha i tempi giusti» dice Stefano Zanetti, titolare di Titazen Blouses e di Zanetti Moda. Ci dà spazio per selezionare delle micro campionature con la tempistica corretta per programmare la stagione che verrà». Lato espositori il sentimento prevalente è invece quello della ricerca di nuovi mercati. «Il nostro obiettivo è quello di ampliare l’export per accedere alla piccola e media distribuzione nel mercato europeo ed extra-europeo» racconta Enrico Corradi fondatore di Cocoba, azienda artigiana locale con oltre 30 anni di

esperienza nel settore tessile. Da notare poi in questa ottava edizione la cura dedicata alle strategie di marketing e comunicazione, con attenzioni particolari verso i principali social network e da quest’anno con una App bilingue, che si è dimostrata indispensabile nella tre giorni di manifestazione. Non solo per orientarsi al meglio tra i due piani espositivi e per conservare il ticket di ingresso, ma anche per dividere in una lista le aziende da visitare, contattare e prendere nota dei campioni selezionati. La serata di mercoledì 13 infine ha visto sfilare nell’esclusiva location la baracca sul mare di Daniela Dallavalle, alcune aziende di Moda Makers tra cui, Moda Milena, Idea tessile, Paola Davoli, Eleonora Amadei, Vezzo, Sorriso, Glodimoda e Up to you con collezioni autunno-inverno 20/21. Un’ottava edizione nel segno della collaborazione, dell’innovazione e della sostenibilità, per dimostrare che il distretto è forte, ci crede e ha voglia di crescere. La macchina organizzativa è già ripartita per quella che sarà la nona edizione prevista a maggio 2020.

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COMMERCIO

Crediti d’imposta e commissioni Pos, c’è ancora molto da fare Nonostante il credito di imposta sulle commissioni per il transato, i costi del POS restano troppo alti per gli esercenti ma le nuove tecnologie offrono alternative.

T

ra le novità introdotte dal Decreto fiscale alla Legge di Bilancio 2020 (vedi rubrica Fisco, Lavoro & Bandi) c'è quella di un credito di imposta riconosciuto agli esercenti attività di impresa, arte o professioni, in misura pari al 30% delle commissioni loro addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate. Il credito spetta per le commissioni su operazioni rese dal 1° luglio 2020, a condizione che i ricavi e compensi relativi all'anno d'imposta precedente siano di ammontare non superiore a 400.000 euro. Questo credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione a decorrere dal mese

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successivo a quello di sostenimento della spesa e non concorre alla formazione del reddito. Il legislatore ha poi previsto, con decorrenza 1° luglio 2020, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento elettronica, una sanzione amministrativa pecuniaria di importo pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento. Una storia che viene da lontano L’azione combinata sul taglio del costo delle commissioni bancarie e del disincentivo all’uso del contante viene da lontano, ma i risultati sono ancora deludenti.

Sulle commissioni per l’uso del POS, oltre ai benefici fiscali di cui alle righe precedenti, si è intervenuto sul contenimento del costo a monte del sistema: già la Direttiva europea PSD2 ha imposto da quest’anno costi più bassi per le transazioni sotto i 5 euro, e da due anni sono state abbassate le commissioni interbancarie, ovvero le commissioni che le banche si riconoscono l’un l’altra per l’utilizzo del circuito Bancomat e carte di credito (rispettivamente 0,02% e 0,03%). Con risultati sono purtroppo ancora piuttosto carenti. Come si può vedere dalla tabella di comparazione, il costo per gli esercenti legati all’uso del POS sono piuttosto


COMMERCIO

corposi, o comunque tali da rendere impensabile l’abolizione sine die del contante negli acquisti quotidiani, specialmente se si tratta di piccoli importi. Il mondo dei buoni pasto non è “immune” da questo aggravio di costi, in quanto anche le aziende emittenti mettono a disposizione degli affiliati un sistema di incasso dei buoni elettronici mediante la lettura di una carta magnetica,

ma anche in questo caso l’utilizzo dei sistemi digitali ha un costo che può arrivare a dieci euro di canone mensile più una provvigione per transazione. Segno evidente che anche in questo settore il passaggio dal cartaceo all’immateriale non è né facile, né immediato come vorrebbero le logiche di semplificazione. Sul versante delle soluzioni alternative ai circuiti “classici” di pa-

gamento stanno però emergendo nuovi operatori: tra quelli balzati agli onori della cronaca per la crescita è Satispay, una app che gestisce sistema di gestione dei pagamenti tra privati e aziende affiliate, per le quali non vi è alcun costo di installazione o canone mensile di attivazione, ed una commissione di € 0,20 solo per le transazioni superiori a dieci Euro.

Istituto di credito S. Felice 1983 Banca Popolare

Canone mensile da 13,00€ a 75,00€

Installazione 150,00€

Pago Bancomat 1,5%

Crèdit Agricole

da 35,00€ a 100,00€

da 100,00€ a 150,00€

1,9%

BPER: Banca

da 10,00€ a 60,00€

150,00€

3,5%

Unicredit

da 16,00€ a 80,00€

100,00€

3,0 %

Stefano Gelmuzzi Referente categoria alimentazione

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GIARDINIERI

Il bonus verde va mantenuto. È un meccanismo determinante contro il sommerso Il rischio di un azzeramento della misura in Legge di Bilancio preoccupa la categoria

«S

e è vero che, come affermato dai rappresentanti del Governo, questa manovra economica è rivolta alle persone e a favore dell’ambiente, non abbiamo dubbi che l’eliminazione del bonus verde andrebbe nella direzione opposta. Tra l’altro, sul nostro territorio, la quasi totalità delle imprese del settore ne ha usufruito, contribuendo in modo determinante a migliorare la manutenzione del verde e a combattere le sacche di sommerso che nel nostro settore, purtroppo, sono presenti». È quanto dichiarato da Christian Mattioli, esponente Lapam e presidente nazionale Confartigianato Imprese del Verde, che rappresenta le imprese del settore cura e manutenzione del paesaggio e

Matteo Roversi Referente categoria giardinieri

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i florovivaisti. La categoria è nata qualche anno fa proprio su impulso del Gruppo Giardinieri Lapam e da altre realtà del territorio. Purtroppo nel settore vi è un’ampia quota di sommerso, cioè un mercato fatto da operatori che lavorano in nero, senza controlli sulla sicurezza, senza dipendenti in regola, senza formazione specifica e in spregio a qualsivoglia normativa fiscale. «Come ampiamente segnalato dal Consiglio Nazionale delle Ricerche – interviene il Presidente del Gruppo Giardinieri Lapam, Cesare Marchetti – per la nostra salute è necessario che nelle nostre città vi sia un verde sano e con alberi manutenuti affinché tale verde possa assolvere al fondamentale compito di filtrazione delle polveri

sottili, produzione di ossigeno e raffrescamento delle città». Vale ricordare l’impegno di Lapam Confartigianato, che ha posto in essere una forte azione istituzionale e che le aziende del settore si sono impegnate alla formazione obbligatoria per poter essere riconosciute come giardinieri professionisti. «L’eliminazione del bonus verde – conclude il presidente Marchetti – significherebbe lasciare orfana la riforma del comparto facendo venir meno lo stimolo agli italiani a richiedere fattura sui lavori del verde. Si favorirebbe così l’abusivismo, interrompendo il percorso virtuoso di rinverdimento delle nostre città, con conseguenze gravi per la salute».

059 893 111 matteo.roversi@lapam.eu


MEDIA E COMUNICAZIONE

Quando la comunicazione digitale fa crescere l’impresa Social network e piattaforme gratuite possono trasformare il proprio business. Ma è sufficiente aprire una pagina facebook per farsi conoscere? Quando la comunicazione digitale fa crescere l’impresa Social network e piattaforme gratuite possono trasformare il proprio business. Ma è sufficiente aprire una pagina facebook per farsi conoscere? Serena Pugliese, docente Formart specializzata in comunicazione e marketing, non ha dubbi. La comunicazione digitale è indispensabile oggi per farsi conoscere. Proprio per questo, in occasione di un seminario rivolto alle imprese del settore, le abbiamo rivolto alcune domande. Sembra incredibile ma ancora oggi molte imprese sottovalutano l’importanza di presidiare correttamente canali social e sito web. Perché dal tuo punto di vista è importante essere online? «L’importanza di essere online sta nel dare continuità fra realtà e realtà virtuale. Credo che al giorno d'oggi qualsiasi negozio, piccola impresa, grande azienda, qualsiasi artigiano debba darsi questa possibilità. Grazie ai social network e al sito web creiamo la nostra vetrina, la nostra immagine e soprattutto, comunichiamo con i nostri clienti e potenziali clienti. Diamo la possibilità ai nostri inter-

locutori di conoscere chi siamo e magari, chissà, scegliere noi per un determinato prodotto o servizio. Essere online ci permette inoltre di curare il nostro cliente, perché attraverso il web possiamo davvero dare consigli utili, mostrare i nostri prodotti, perché no, fare post-vendita, parlare di come svolgere determinate procedure di cure casalinghe per le piante, per il giardino e altro». Quali strumenti consigli per iniziare a farsi conoscere online? «Gli strumenti che si possono utilizzare sono in primis le piattaforme social e in particolare Facebook, Instagram, perché no anche LinkedIn o Pinterest. Ogni social ha il suo target di riferimento, bisogna prima capire a chi e cosa vogliamo comunicare poi creare un account e partire. Si può comunicare attraverso un sito web creato ad hoc dove inserire la propria storia aziendale, i valori in cui si crede, i prodotti o i servizi e le persone che compongono la propria squadra. Consiglio di porre attenzione anche a Google My Business piattaforma dove si possono indicare varie informazioni, per esempio gli orari di apertura, condividere foto e rispondere alle recensioni

Livio Lazzari Referente categoria meda e comunicazione

che vengono fatte dai clienti. Già, perché le recensioni sono ormai sono un aspetto che troviamo sempre online e, alle volte, sono condizionanti per gli altri utenti del web che ci cercano. Per cui rispondere alle osservazioni che vengono fatte, sia in positivo che in negativo e motivando le nostre risposte, è importante oltre che molto professionale». Meglio far da se o affidarsi agli specialisti della comunicazione? «Consiglio di affidarsi ai professionisti del web nel caso ci sia l'esigenza o la volontà di essere online e non si sia pratici di smartphone, tablet o gestione dei profili social. Uno specialista, una volta entrato in contatto con una realtà professionale, saprà consigliare quali sono i canali giusti con cui andare online in base a chi sono i clienti e cosa si intende comunicare. Ma sì può fare anche da sé, non lo escludo, ognuno sa della propria realtà lavorativa, anzi, io dico sempre di riflettere molto sull'identità della propria azienda o del proprio negozio perché attraverso la comunicazione della nostra azienda e dei nostri valori riusciamo a farci conoscere dalle persone e a essere più umani».

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MOVIMENTO DONNE IMPRESA

Liberare le risorse femminili per far crescere l’occupazione Alcuni numeri su donne, imprenditrici e gap di genere

L

’empowerment di genere e il paradigma donne e lavoro sono due temi poco noti, ma di grande rilievo che il Movimento Donne impresa Confartigianato vuole indagare. L’assunto da cui si parte è semplice: l’incremento della presenza femminile nel mercato del lavoro corrisponde a una maggiore crescita economica di un paese. Partendo dall’attuale situazione del mercato del lavoro italiano, in prospettiva comparata, il confronto mira a mettere in luce quali sono le strategie per liberare le energie che diano nuovo sviluppo alla competitività italiana. In questi anni si è assistito ad una crescente partecipazione delle donne al mercato del lavoro. È cresciuto il tasso di attività, vale a dire l'offerta, in quanto è salito sia il numero di donne lavoratrici che di quelle in cerca di occupazione. In Emilia-Romagna il tasso di attività femminile al 2018 si attesta al 67,7%, più alto di 2,6 punti rispetto a 10 anni fa, e superiore di 11,5 punti rispetto alla media nazionale. Per quanto riguarda le nostre province, a Modena, dal periodo pre crisi ad oggi, il tasso di attività femminile è salito di un punto raggiungendo il 66,1%, mentre a Reggio Emilia è cresciuto di 2,7 punti, attestandosi a quota 65,7%. Prendendo a riferimento lo stesso periodo, il tasso di attività maschile a Modena è rima-

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sto il medesimo, mentre a Reggio Emilia è calato di ben 4,8 punti percentuali. Il carburante 'rosa' che è stato messo in maggiore quantità nel serbatoio del mercato del lavoro traina il recupero dell'occupazione: il tasso di occupazione femminile della regione nel 2018 recupera i livelli pre-crisi del 2008 (+0,4 punti) diversamente da quello maschile (-1,4 punti). Raggiungendo nelle due province il 60,9% a Modena e il 61,2% a Reggio Emilia. I fattori che nel corso di questi anni hanno contribuito alla crescita della partecipazione delle donne al mercato del lavoro sono diversi: il cambiamento culturale, un più elevato grado di istruzione, il processo di terziarizzazione dell'economia, l'aumento delle occupate straniere, come anche l'inasprimento dei requisiti per accedere alla pensione. Il profilo delle occupate in Emilia-Romagna negli ultimi 10 anni vede crescere il peso delle occupate laureate (+93 mila, pari ad un incremento del 54,2%). È proprio guardando ai dati dell'occupazione per titolo di studio che si osserva un gap di genere a favore delle donne: la quota di donne occupate con massimo titolo di studio sul totale dell’occupazione femminile si attesta a 29,6%, mentre per gli uomini raggiunge solo

il 19,4%. Nonostante ciò le donne registrano una maggiore quota di sovra istruiti (occupati per cui si rileva uno sfasamento tra livello di istruzione e lavoro svolto). Un’ulteriore evidenza consiste nel permanere del divario retributivo di genere per il quale le lavoratrici dipendenti in Emilia Romagna guadagnano in media oltre 9 mila euro in meno rispetto ai colleghi uomini. Entrando nello specifico delle nostre province una lavoratrice a Modena percepisce il 47,8% in meno del collega uomo, mentre a Reggio Emilia il 51,9% in meno. Tutto ciò contribuisce alla mancata partecipazione al mondo del lavoro da parte delle donne. In aggiunta la gestione del lavoro famigliare, se pur in modo minore rispetto al passato, grava ancora in modo significativo sulla figura femminile della coppia. Inoltre dai dati si evince che avere figli penalizza l'ingresso delle donne nel mercato del lavoro, infatti in Emilia Romagna su 100 donne occupate senza figli quelle con figli sono solo 81,9, scontando un gap negativo rispetto alle colleghe senza figli di 18,1 punti. Tra le motivazioni alla base della scelta di lavorare come indipendenti, oltre al voler cogliere opportunità, c'è quella di poter avere una maggiore flessibilità di tempo e orario, che non significa lavorare meno ma al contrario lavorare 'a


MOVIMENTO DONNE IMPRESA incastro'. Naturalmente una maggiore presenza di servizi agevola la conciliazione e permette ad un maggior numero di donne di fare ingresso nel mercato del lavoro e di rimanerci, e su questo punto anche in una regione all'avanguardia come quella dell’Emilia Romagna c'è ancora molto da fare. Secondo la rilevazione Unioncamere ANPAL presso le imprese dell’industria e dei servizi relativa all’anno 2018 in Emilia Romagna il 22,1% (Modena 21,5% e Reggio Emilia 22,8%) delle entrate previste dalle imprese è rivolto a candidate donne, a fronte di un 40,1% (Modena 45,7% e Reggio Emilia 40,7%) rivolto a uomini e un ulteriore 37,8% (Modena 32,8% e Reggio Emilia 36,5%) per il quale il genere è indifferente. La quota inferiore di profili femminili ricercati sta ad indicare anche una conseguente maggiore difficoltà nell’accesso al mercato del lavoro, in particolare in alcuni settori come costruzioni, industria del legno e del mobile e servizi di trasporto e logistica. Questi dati sono stati presentati il 21 novembre scorso a Parma, in un pomeriggio dedicato alla riflessione sul rapporto tra occupazione femminile e ripresa economica. Uno spunto per comprendere quali siano le strategie più efficaci per consentire alle donne, che desiderano costruirsi una carriera senza rinunciare alla famiglia, di poter conciliare tempi di vita e di lavoro.

Elena Baraldi Referente Movimento Donne Impresa

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TURISMO PUBBLICI ESERCIZI

Percorsi cicloturistici nella bassa modenese, in arrivo un portale di valorizzazione

È

online www.areanordinbike.it il portale realizzato dal Centro di Assistenza Tecnica CAT Feasa di Lapan Confartigianato Modena e Reggio Emilia, un sito dedicato agli itinerari cicloturistici che si possono compiere nella bassa modenese, ovverosia nel territorio dei Comuni facenti parte dell’Unione dei Comuni Modenesi dell’Area Nord. Un territorio ricchissimo, al pari del resto della Provincia di Modena, di elementi storici, artistici, architettonici, naturalistici ed enogastronomici, peculiari e caratteristici della bassa, e dotato di un sistema di ciclovie e itinerari ciclabili dei quali l’Unione ha realizzato una

Stefano Gelmuzzi Referente categoria turismo

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mappatura completa, dalla quale sono stati estratti 6 itinerari diversificati per durata e complessità, in modo tale da andare incontro ad ogni esigenza e capacità motoria. Le mappe sono state realizzate mediante il sistema Google Maps, e possono essere visualizzati da qualsiasi telefono cellulare dotato di una connessione a internet; ancora, alcune di esse prevedono il cosiddetto “trasposto intermodale” ovverosia la possibilità di unire lo spostamento in bicicletta con il treno (nell’area nord sono presenti le stazioni ferroviarie a San Felice e Mirandola) in modo tale da aprire anche questa opportunità ai visitatori fuori provincia o di altre regioni d’Italia.

Il 2020 sarà un anno di svolta per il ciclo turismo in Provincia di Modena e per tutta l’Italia, per via dell’intenso programma di investimenti dedicati ad EuroVelo 7, la pista ciclabile detta anche «la strada del sole», parte della rete del programma europeo EuroVelo. Lunga 7409 chilometri, unisce Capo Nord in Norvegia a Malta, attraversando da nord a sud l'Europa Centrale e vedrà un tratto del percorso passare dalla bassa modenese.

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CULTURA

I Tesori di Lucrezia Borgia d'Este Un prestigioso volume che riscopre il guardaroba e i tesori della duchessa Estense.

U

n convegno internazionale sulla figura di Lucrezia Borgia d’Este, promosso e organizzato dall’Archivio di Stato di Modena, nell’anno della cinquecentesima ricorrenza della morte, avvenuta il 24 giugno 1519, è stato occasione per ridefinire l'immagine di questa donna controversa: figlia del cardinale spagnolo Rodrigo Borgia - poi papa col nome di Alessandro VI - quindi moglie a tredici anni di Giovanni Sforza signore di Pesaro, a diciotto di Alfonso d’Aragona duca di Bisceglie,

e infine, poco più che ventenne, di Alfonso, il futuro erede del ducato estense. Nel ciclo delle manifestazioni, che si concluderanno il 24 giugno del 2020, è stato presentato nel mese di novembre il volume I Tesori di Lucrezia Borgia d'Este, curato da Diane Ghirardo, con la collaborazione di Lorenza Iannacci e Francesca Speranza; prefazioni di Anna Maria Buzzi e Patrizia Cremonini. Il titolo scelto vuole sottolineare la preziosità degli oggetti personali di Lucrezia, elencati in due inven-

tari conservati nel fondo “Archivio Segreto Estense” dell’Archivio di Stato di Modena, uno relativo al suo guardaroba, redatto negli anni 1502-1504, dove sono descritti, con limpida ed elegante scrittura umanistica, abiti, suppellettili, biancheria e oggetti personali della giovane sposa; l’altro cosiddetto “delle gioie”, i cui articoli di gran pregio appartenuti alla duchessa furono inventariati e revisionati a più riprese dal 1516 al 1519, da funzionari e ufficiali di corte. Se l’Inventario della Guardaroba è

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CULTURA stato reso noto nel 1903 dall’architetto milanese Luca Beltrami, che lo ha pubblicato sotto lo pseudonimo Polifilo, bisognò attendere il 1960 per conoscere una trascrizione parziale di quello dei gioielli, posto in appendice da Maria Bellonci nel suo celebre libro su Lucrezia Borgia. Si accoglie pertanto con soddisfazione la scelta attuale di pubblicare entrambi gli inventari in una versione integrale e criticamente corretta. Grazie all’impegno della Ghirardo e delle sue collaboratrici siamo al corrente che l’inventario del 1502-1504, per fattura e contenuto, fungeva da documento d’apparato, rappresentativo quindi del consistente patrimonio dotale della giovane sposa, talmente cospicuo da richiedere addirittura un centinaio di muli per il suo trasporto da Roma alla corte estense, come si apprende dai cronisti che accompagnarono la figlia del papa nel lungo viaggio fino a Ferrara. Diversamente, il registro delle gioie, che oltre a specificazioni sulla fattura, sui materiali e le pietre utilizzate, riporta il loro peso e il rispettivo valore, si può definire uno strumento di controllo patrimoniale, la cui funzione era di precisare e costantemente aggiornare i beni preziosi di Lucrezia, divenuti un cospicuo capitale di proprietà della famiglia d’Este da quando la giovane fu elevata nel 1505 al rango di duchessa, dopo la morte di Ercole I. Quando Lucrezia entrò ufficialmente a Ferrara, come sposa del ventisettenne Alfonso, il 2 febbraio 1502, i ferraresi si sorpresero per l’imponenza del lungo corteo che l’accompagnava, che annoverava vescovi, cardinali, esponenti della nobiltà romana, damigelle e servi con i muli dalle gualdrappe di panno morello e giallo carichi di casse con il suo corredo personale,

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a cui il Papa non aveva posto limiti; rimasero nel contempo incantati da quella giovane «allegra, piacevole e humanissima...» (Bernardino Zambotti). La bella fanciulla, dai capelli color dell’oro, cavalcava un destriero bianco, dono del suocero, bardato con velluto rosso cremisi, sotto un baldacchino di raso, anch'esso cremisi. Il corteo nuziale era preceduto dallo sposo, da settantacinque arcieri a cavallo in divisa bianca e rossa di casa d’Este e da nobili ferraresi, affiancato dall’ambasciatore di Francia e seguito dal duca Ercole I: Lucrezia occupava una posizione centrale. Attento osservatore degli avvenimenti contemporanei, il veneziano Marino Sanudo racconta che la sposa «In dosso havea una camora con manige large, a la francese, de tela d’oro e raso morello, intersecata a liste insieme; sopra havea una albernia d’oro tirato, rizo, alto e basso, tuta aperta da uno canto, foderata de armelini, et medesimamente erano foderate le maniche de la vesta... » (Diarii). Sia il termine camora, ricorrente all’epoca per indicare un abito intero, composto dalla gonna lunga fino ai piedi con corpetto scollato, sia quello di albernia per l’ampio e ricco mantello, non trovano però riscontro nell’Inventario di Lucrezia, dove gli stessi capi d’abbigliamento vengono indicati come gonela l’una e robone alla spagnola l’altro. Pur essendo sinonimi, tali accezioni erano infatti soggette a varianti linguistiche regionali, in uso all’epoca per individuare il tipo di foggia, mentre le specificazioni erano riservate piuttosto ai colori e ai generi di stoffe. È noto che Lucrezia prediligeva le tinte scure e soprattutto il nero che, abbinato a strisce d’oro (liste), non solo metteva in risalto la sua bellezza bionda, bensì era ritenuto secondo l’etichetta con-

temporanea un segno distintivo dello stato sociale. Il trattamento di colorazione a cui era sottoposta la seta, che prevedeva l’impiego di sostanze corrosive ricche di tannino e polvere di ferro, rendeva il tessuto poco resistente nel tempo: più era nero, meno sarebbe durato. Ercole Strozzi, non solo amico e confidente di Lucrezia, ma anche suo fornitore ufficiale, le aveva procurato tessuti neri di così fine fattura che nel valore eguagliavano gli scarlatti, cioè le stoffe tinte con il costosissimo kermes. Fra i generi tessili ricorrono frequentemente, oltre ai rasi e ai velluti, i taffeta, i tabi, i damaschi, i brochatelli, ma vi è anche il sontuoso «brochato rizo sopra rizo, con lo fondo d'oro tirato»: un lampasso o velluto operato con filati in oro a più altezze. Come nel corredo di ogni donna di rango non mancano inoltre le scarpe, i ventagli e i guanti. Non sono invece compresi i gioielli, nonostante si sappia da altre fonti che ne portò con sé da Roma un’enorme quantità. I testimoni oculari riferiscono che nel giorno delle nozze la sposa esibiva un’elegante cuffia, ornata di diamanti, balassi, zaffiri, perle e altre pietre preziose, mentre al collo portava una collana di diamanti e rubini, appartenuta alla defunta duchessa estense Eleonora d’Aragona. Il valore del patrimonio, già consistente nel nucleo originario romano, aumentò sensibilmente nel tempo, come attesta il corredo di gioielli e oggetti preziosi documentati nel registro relativo agli anni 1516-1519. Compaiono in questo inventario anche numerosi rosari, Agnus Dei con la rappresentazione del Volto Santo, della Madonna e del Cristo crocifisso, oltre ad amuleti per scacciare il maligno e proteggere dalle malattie. Numerosi sono i libri di preghiere e


CULTURA i breviari. Lucrezia privilegiava in ambito privato gli oggetti di natura religiosa, che si contano numerosi, mentre riservava quelli di essenza più frivola solo alle ricorrenze ufficiali e di rappresentanza. Anche nei dipinti e negli arazzi le immagini rappresentate erano di soggetto sacro, prevalentemente incentrate sulla raffigurazione di Cristo portatore di croce e della Natività, con una predilezione, specie nei temi degli arazzi, per l'equità del giudizio divino come unica vera giustizia: una sorta forse di “quotidiani memorandum” per mantenere viva in lei, durante il suo impegno di duchessa, l'osservanza dei principi di giustizia e umiltà. Senza rinunciare agli elementi di eleganza, indicativi del suo status, Lucrezia nelle apparizioni pubbliche aveva preferito inoltre assumere un atteggiamento più sobrio e dignitoso, mitigando la profonda scollatura quadrata del corpetto delle camore (o gonele) con una leggera camicia fittamen-

te increspata intorno al collo, forse un accorgimento questo indicativo della sua maturazione interiore e del travaglio spirituale d’impronta francescana. Inestimabile fonte documentaria, i due inventari conservati nell'archivio modenese, oggi integralmente pubblicati, contribuiscono a comprendere meglio la personalità della sposa di Alfonso, in accordo con quella che affiora dalla sua corrispondenza e dalle descrizioni dei contemporanei, che ne hanno decantato la bellezza, la grazia e la gentilezza, nonché l'atteggiamento sereno e paziente, nonostante la sua vita sia stata segnata da dolori e gravi perdite. Ormai Lucrezia Borgia d'Este è definitivamente lontana dalla raffigurazione più nota, ma come osserva la Ghirardo storicamente inesatta, incentrata sulla sua presunta reputazione scandalosa.

Immagini nelle pagine precedenti Pag. 45: Bartolomeo Veneto, Ritratto della Beata Beatrice II d'Este, 1510 c., South Bend (Indiana), The Snite Museum of Art. Sotto le sembianze dell'antenata estense, vissuta nel XIII secolo, si cela Lucrezia Borgia all'età di circa quindici anni, con uno dei suoi eleganti abiti: una camora o gonela a liste in oro e nero – i suoi colori preferiti - ravvivati dalla camicia in tessuto di lino bianco, finemente arricciata e impreziosita nello scollo da fiocchetti in seta nera, secondo la moda che si era diffusa in area lombardo-padana nei primi decenni del Cinquecento. Pag. 46: Dettaglio di una voce dell'inventario del guardaroba (1502-1505). Archivio di Stato di Modena, Camera ducale, Amministrazione dei principi, reg.1137.

Di Elisabetta Bazzani

Chi è Elisabetta Bazzani Elisabetta Bazzani, dopo la laurea in storia dell'arte presso l’Università di Bologna con una tesi sui tessuti antichi, ha

approfondito la conoscenza della tecnica tessile al Centre International d’Étude des Textiles Anciens di Lione (CIETA). Ha lavorato all’Istituto per i Beni Artistici Culturali e Naturali della Regione Emilia-Romagna e all'Istituto Superiore

d'Arte Venturi di Modena. È coautrice dei cataloghi della Collezione tessile Gandini del Museo civico modenese; collabora con L'Indice dei Libri del Mese di Torino e con la rivista Jacquard della Fondazione Lisio di Firenze.

Informazioni sul volume I Tesori di Lucrezia Borgia d'Este a cura di Diane Ghirardo con la collaborazione di Lorenza Innacci e Francesca Speranza, introduzione di Anna Maria Buzzi e Patrizia Cremonini. Dettagli: 256 pagine e 70 Illustrazioni a colori Edizione: Golinelli (Formigine 2019) Per la collaborazione offerta si esprime un sentito ringraziamento a FE.A.S.A., Carlo Alberto Rossi, Idalba Guerra Valent, Fabio Ferrarini, Elena Baraldi, Pellacani Luca, Maria Carfì, Luigia Cera, Loredana Chines, Isabella Rosa Maria Laruccia, Maddalena Modesti, Miles Nerini, Caterina Vasti. Informazioni: contattare Elena Baraldi - 059 893 111 - elena.baraldi@lapam.eu

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Benessere Formazione teorica per l'esercizio dell'attività di estetista Obiettivo: il percorso formativo è finalizzato e fornire le conoscenze teoriche integrative delle competenze tecnicoprofessionali acquisite nell’ambito del contesto lavorativo. A seguito del conseguimento dell’attestato di abilitazione, i partecipanti potranno esercitare la professione di Estetista in forma autonoma o svolgere il ruolo di Direttore Tecnico all’interno di centri estetici. Durata: 300 ore Periodo: dal 21 gen al 30 apr Costo: 2.300,00¤ (esente IVA)

Benessere Qualifica di acconciatore Obiettivo: l'acconciatore è in grado di effettuare tagli ed acconciature dei capelli e della barba conformi alle caratteristiche d'aspetto ed alle specificità stilistiche richieste dal cliente, nonché trattamenti chimico-cosmetologici del capello rispondenti alle diverse peculiarità tricologiche, utilizzando prodotti cosmetici, tecnologie e strumenti in linea con le tendenze più innovative Durata: 1800 ore Periodo: dal 15 gen al 25 giu Costo: 5.500,00¤ (esente IVA)

Reggio Emilia Informatica Progettare con autodesk inventor Obiettivo: fornire le conoscenze e le competenze tecniche necessarie per utilizzare il sw autodesk inventor e realizzare un modello 3d sia di parte che di assieme, con relativa messa in tavola parametrica completa di quotatura e di simbologia tecnica. Durata: 24 ore Periodo: dal 02 dic al 10 feb Costo: 390¤ (esente IVA)

Impiantisti Percorso di aggiornamento per installatori e manutentori di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (fer) Obiettivo: l’art. 15, del d.lgs. 28/2011 e s.m.i rende obbligatoria la frequenza di corsi di aggiornamento per responsabili tecnici installatori e manutentori di impianti a fonti energetiche rinnovabili. La dgr 1228/2016 ne ha successivamente stabilito gli standard formativi. Durata: 16 ore Periodo: dal 12 dic al 13 dic Costo: 240,00¤ 180,00¤ associati lapam

Benessere Formazione teorica per l'esercizio dell'attivita di acconciatore Obiettivo: il "certificato di qualifica professionale" permetterà ai partecipanti di esercitare l’attività di acconciatore sia come dipendenti presso saloni del settore sia di avviare l’attività in forma di impresa. Destinatari: Il percorso di formazione è rivolto a giovani/ adulti che hanno svolto un periodo di inserimento lavorativo di almeno tre anni o un’esperienza di apprendistato seguita da un inserimento di almeno un anno. Ai partecipanti che avranno superato l’esame finale verrà rilasciato il “Certificato di qualifica professionale” che costituisce titolo abilitante all’esercizio dell’attività di Acconciatore, ai sensi dell’art. 3 della L.174/2005. Durata: 300 ore Periodo: dal 07 ott al 27 apr Costo: 2.500,00¤* (esente IVA) *possibilità di rateizzazione

Correggio Informatica Excel Intermedio Obiettivo: Padroneggiare le funzioni più ricorrenti, quelle meno intuitive e le possibilità offerte da MS Excel per gestire database di crescente complessità. Durata: 15 ore Periodo: da gennaio a febbraio Costo: 190¤ (IVA Inclusa)

Lingue Straniere English conversation: rules and functions Obiettivo: il corso si prefigge di offrire ai partecipanti le conoscenze necessarie per gestire una conversazione in lingua, perfezionando la pronuncia e acquisendo padronanza delle formule linguistiche necessarie nei contesti formali e informali. Durata: 15 ore Periodo: da gen a feb Costo: 150,00¤ (+IVA)

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&

FISCO LAVORO BANDI

Fisco

Una panoramica delle novità contenute nel DL Fiscale, collegato alla Legge di Bilancio 2020, approvato dal governo a fine ottobre.

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Cessazione partite Iva e divieto di compensazione Viene modificato l’articolo 17, D.Lgs. 241/1997, prevedendo che, a decorrere dalla data di notifica del provvedimento di cessazione della partita Iva, ai sensi dell’art. 35, comma 15-bis, D.P.R. 633/1972 (cancellazione d’ufficio della partita Iva), è fatto divieto di compensazione dei crediti, a prescindere dalla tipologia e dall’importo dei crediti, anche qualora questi ultimi non siano maturati con riferimento all’attività esercitata con la partita Iva oggetto del provvedimento, e rimane in vigore fino a quando la partita Iva risulti cessata. Parimenti inibita è la compensazione per i contribuenti a cui sia stato notificato il provvedimento di esclusione della partita Iva dalla banca dati VIES. Il divieto rimane fintantoché non siano rimosse le irregolarità che hanno generato l’emissione del provvedimento di esclusione. Nel caso di compensazione in divieto per quanto sopra previsto, il modello F24 si considera scartato.

2

Contrasto alle indebite compensazioni A decorrere dal 1° gennaio 2020, la compensazione del credito Iva annuale o da modello TR nonché dei crediti relativi alle imposte sui redditi e alle relative addizionali, alle imposte sostitutive delle imposte sui redditi e all'Irap, per importi superiori a 5.000 euro annui, può avvenire a decorrere dal decimo giorno successivo a quello di presentazione della dichiarazione o dell'istanza da

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cui il credito emerge. In pratica, quanto già previsto per la dichiarazione Iva, sia annualeche trimestrale (compensazioner solo dal 10° giorno successivo alla presetazione della dichiarazione), viene estesi alle dichiarazioni di redditi e Irap.

3

Sanzioni per indebite compensazioni A partire dalle deleghe di pagamento del mese di marzo 2020, in caso di utilizzo in compensazione di crediti, in tutto o anche in parte, non utilizzabili, l'Agenzia delle entrate comunica telematicamente la mancata esecuzione della delega di pagamento e applica la sanzione pari a 1.000 euro, ai sensi dell’articolo 15, comma 2-ter, D.Lgs. 471/1997. Il contribuente ha 30 giorni di tempo dalla ricezione della comunicazione per fornire i chiarimenti necessari. L’iscrizione a ruolo a titolo definitivo della sanzione non si ha quando il contribuente, nel termine di 30 giorni dalla comunicazione, provvedere al pagamento. L’agente della riscossione notifica la cartella di pagamento al debitore iscritto a ruolo entro il 31 dicembre del terzo anno successivo a quello di presentazione della delega di pagamento.

4

Estensione del regime del reverse charge sulle ritenute Con decorrenza 1° gennaio 2020, viene introdotto il nuovo articolo 17-bis, D.Lgs. 241/1997, prevedendo che i soggetti residenti ai fini delle imposte dirette in Italia, quando affidano un’opera o un servizio a un’impresa sono tenuti al versamento di tutte le ritenute fiscali operate dall’impresa appaltatrice o affidataria e dalle imprese subappaltatrici, nel corso di durata del contratto,

sulle retribuzioni erogate al personale direttamente impiegato nell’esecuzione delle opere o dei servizi affidati. Tali importi devono essere versati, almeno 5 giorni prima del termine di versamento, su uno specifico c/c comunicato dal committente, da parte delle imprese affidatarie e di quelle subappaltatrici. Entro lo stesso termine, al fine di consentire al committente il riscontro dell'ammontare complessivo degli importi ricevuti con le trattenute effettuate dalle imprese, deve essere trasmesso, via pec: • un elenco nominativo di tutti i lavoratori, con il dettaglio delle ore di lavoro prestate, l'ammontare della retribuzione corrisposta e il dettaglio delle ritenute fiscali eseguite nel mese precedente, con separata indicazione di quelle relative alla prestazione affidata dal committente; • tutti i dati utili alla compilazione delle deleghe di pagamento; • i dati identificativi del bonifico effettuato. Il committente procederà al relativo versamento in luogo del soggetto che ha effettuato le ritenute, indicando nella delega di pagamento il codice fiscale dello stesso quale soggetto per conto del quale il versamento è eseguito. Le imprese appaltatrici, affidatarie e subappaltatrici possono eseguire direttamente il versamento delle ritenute, comunicandolo al committente entro 5 giorni dal termine di versamento, allegando una certificazione che attesti i seguenti requisiti: • risultino in attività da almeno 5 anni o abbiano eseguito nel corso dei 2 anni precedenti


FISCO LAVORO BANDI

complessivi versamenti registrati nel conto fiscale per un importo superiore a 2 milioni di euro; non abbiano iscrizioni a ruolo o accertamenti esecutivi per importi superiori a 50.000 euro.

Entro 90 giorni dalla data di entrata in vigore della presente disposizione, la certificazione è messa a disposizione delle singole imprese dall'Agenzia delle entrate mediante canali telematici. Tutti i soggetti che, sebbene obbligati, non procedano al versamento, in tutto o in parte, alle prescritte scadenze, è punito ai sensi dell'articolo 10-bis , D.Lgs. 74/2000.

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Estensione del regime del reverse charge Iva Viene esteso il regime del reverse charge Iva alle prestazioni di servizi diversi da quelle di cui alle lettere da a) ad a-quater), dell’articolo 17, comma 6, D.P.R. 633/1972, effettuate tramite contratti di appalto, subappalto, affidamento a soggetti consorziati o rapporti negoziali comunque denominati caratterizzati dal prevalente utilizzo di manodopera presso le sedi di attività del committente con l’utilizzo di beni strumentali di proprietà di quest’ultimo o a esso riconducibili in qualunque forma.Tale previsione non si estende alle operazioni effettuate nei confronti di P.A. e altri enti e società di cui all'articolo 17ter, e alle agenzie per il lavoro. L'efficacia della disposizione è subordinata all'autorizzazione da parte della UE.

6

Utilizzo dei file delle FE Viene introdotta la possibilità di utilizzo a fini accertativi da parte della G. di F. nonché

dell’Agenzia delle entrate, i file delle FE acquisiti e memorizzati fino al 31 dicembre dell’ottavo anno successivo a quello di presentazione della dichiarazione di riferimento. Viene esteso al 2020 il divieto di emissione di FE per i soggetti che effettuano prestazioni sanitarie. Viene previsto l’obbligo, a decorrere dal 1° luglio 2020, per i soggetti tenuti all’invio dei dati al Sts, di provvedere all’invio telematico dei dati relativi a tutti i corrispettivi giornalieri.

7

Imposta di bollo sulle FE Viene previsto che in caso di ritardato, omesso o insufficiente versamento dell’imposta di bollo virtuale sulle FE, l'Agenzia delle entrate comunica telematicamente al contribuente l'ammontare dell'imposta, della sanzione amministrativa ridotta a 1/3 e degli interessi dovuti fino all'ultimo giorno del mese antecedente a quello dell'elaborazione della comunicazione. Il contribuente ha 30 giorni di tempo per adempiere al versamento, decorsi i quali l'Agenzia delle entrate procede all'iscrizione a ruolo a titolo definitivo.

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Limiti all’utilizzo del contante Viene esteso il regime del reverse Viene ridotto il limite all’utilizzo del contante nelle seguenti misure: • dal 1° gennaio 2020 al 31 dicembre 2021: 2.000 euro; • a decorrere dal 1° gennaio 2022: 1.000 euro. Vengono, inoltre, in coerenza adeguati i minimi edittali delle sanzioni.

9

Lotteria nazionale degli scontrini Viene prevista l’esenzione integrale da imposizione, per i premi relativi alla lotteria sugli scontrini. Al fine di incentivare l’utilizzo di strumenti elettronici di pagamento, vengo previsti ulteriori premi speciali per un ammontare annuo complessivo non superiore a 45 milioni di euro. Viene introdotta una sanzione amministrativa da un minimo di 100 a un massimo di 500 euro per gli esercenti che al momento dell’acquisto si rifiuti di rilevare il codice lotteria o non trasmetta i dati relativi alla cessione. La sanzione è sospesa nel primo semestre di applicazione del regime nel caso in cui l’esercente assolva l’obbligo di memorizzazione dei corrispettivi tramite misuratori fiscali già in uso ma non idonei alla trasmissione telematica.

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Credito di imposta su commissioni pagamenti elettronici Viene introdotto un credito di imposta riconosciuto agli esercenti attività di impresa, arte o professioni, in misura pari al 30% delle commissioni loro addebitate per le transazioni effettuate mediante carte di credito, di debito o prepagate. Il credito spetta per le commissioni su operazioni rese dal 1° luglio 2020, a condizione che i ricavi e compensi relativi all'anno d'imposta precedente siano di ammontare non superiore a 400.000 euro. Il credito d'imposta è utilizzabile esclusivamente in compensazione, ai sensi dell'articolo 17, D.Lgs. 241/1997, a decorrere dal mese successivo a quello di sostenimento della spesa e non concorre alla formazione del reddito.

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FISCO LAVORO BANDI

Gli operatori che mettono a disposizione degli esercenti i sistemi di pagamento di cui al comma 1 trasmettono telematicamente all'Agenzia delle entrate le informazioni necessarie a controllare la spettanza del credito d'imposta. Con provvedimento dell'Agenzia delle entrate, da emanare entro 60 giorni a decorrere dal 27 ottobre 2019, sono definiti termini, modalità e contenuto delle comunicazioni. L'agevolazione è soggetta alle regole degli aiuti de minimis.

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Sanzioni per mancata accettazione pagamento elettronico Viene prevista, con decorrenza 1° luglio 2020, nei casi di mancata accettazione di un pagamento, di qualsiasi importo, effettuato con una carta di pagamento elettronica, una sanzione amministrativa pecuniaria di importo pari a 30 euro, aumentata del 4% del valore della transazione per la quale sia stata rifiutata l'accettazione del pagamento.

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Iva scuole guida Viene modificato, in recepimento di quanto previsto con la sentenza della Corte di Giustizia UE, causa C-449/17, l’articolo 10, comma 1, n. 20), D.P.R. 633/1972 stabilendo che l’esenzione da Iva non è generalizzata a tutte le prestazioni didattiche ma solamente a quelle di insegnamento scolastico o universitario. A tal fine, non si considera tale l'insegnamento della guida automobilistica ai fini dell'ottenimento delle patenti di guida per i veicoli delle categorie B e C1. Al contrario, rientrano nell’esenzione gli insegnamenti per le altri patenti in quanto

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Modifiche reati penali tributari A mezzo delle modifiche apportate all’articolo 2, D.Lgs. 74/2000 è elevata la sanzione per evasione avvalendosi di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, che passa da 4 a 8 anni; inoltre, con l’introduzione del nuovo comma 2-bis, se l’ammontare degli elementi passivi fittizi è inferiore a 100.000 euro, si applica la reclusione da 1 anno e 6 mesi a 6 anni. Viene elevata, a mezzo delle modifiche apportate all’articolo 3, D.Lgs. 74/2000 la pena per l’evasione tramite operazioni simulate oggettivamente o soggettivamente ovvero avvalendosi di documenti falsi o di altri mezzi fraudolenti che passa da un minimo di 3 a un massimo di 8 anni. Viene modificata la pena per la dichiarazione infedele prevista dall’articolo 4, D.Lgs. 74/2000 che passa a un minimo di 2 e un massimo di 5 anni. Viene inoltre ridotto l’importo dell’imposta evasa che scende a 100.00 euro nonché quello degli elementi attivi sottratti a imposizione che

scende a 2 milioni di euro. Nel caso di omessa dichiarazione di cui all’articolo 5, D.Lgs. 74/2000, viene elevata da un minimo di 2 a un massimo di 6 anni il reato. Viene introdotta nel caso di reato per emissione di fatture per operazioni inesistenti di cui all’articolo 8, D.Lgs. 74/2000, l’ulteriore previsione per cui si applica la reclusione da 1 anno e 6 mesi a 6 anni nel caso di importi inferiori a 100.000 euro, mentre viene elevata a un minimo di 2 anni e a un massimo di 8 la reclusione per evasioni superiori. L’occultamento o la distruzione in tutto o in parte delle scritture contabili o dei documenti di cui è obbligatoria la conservazione, viene, ai sensi dell’articolo 10, D.Lgs. 74/200 punito con la reclusione da 3 a 7 anni. Vinee ridotto il limite per il reato di omessi versamenti di ritenute dovute o certificate che scende, ai sensi dell’articolo 10-bis , D.Lgs. 74/2000 a 100.000 euro. Parimenti scende a 150.000 euro il limite per il verificarsi del reato di omesso versamento Iva previsto dall’articolo 10-ter , D.Lgs. 74/2000. Tutte le modifiche entreranno in vigore dalla data di pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della legge di conversione.

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Incentivi all’autotrasporto Sono stanziate, al fine di accrescere la sicurezza del trasporto su strada e di ridurre gli effetti climalteranti derivanti dal trasporto merci su strada, ulteriori risorse, pari a complessivi 12,9 milioni di euro per ciascuno degli anni 2019 e 2020, da destinare al rinnovo del parco veicolare delle imprese attive sul territorio italiano iscritte al Registro elettronico nazionale (R.E.N.) e all'Albo nazionale

059 893 111 bandi@lapam.eu

Ufficio Bandi Lapam

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preordinate all’esercizio di un’attività professionale. Viene, inoltre, previsto, che sono fatti salvi tutti i comportamenti adottati anteriormente all’entrata in vigore della disposizione, fissata al 1° gennaio 2020. Infine, viene disciplinata la certificazione dei corrispettivi relativi alle prestazioni didattiche delle autoscuole prevedendone l’obbligo a decorrere sempre dal 1° gennaio 2020. In ragione delle possibili tempistiche di adeguamento è introdotto un periodo transitorio fino al 30 giugno 2020 nel quale le autoscuole possono procedere alla certificazione a mezzo di ricevuta fiscale.

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FISCO LAVORO BANDI degli autotrasportatori di cose per conto di terzi. I contributi sono destinati a finanziare gli investimenti avviati a far data dal 27 ottobre 2019 e fino al 30 settembre 2020, finalizzati alla radiazione, per rottamazione, dei veicoli a motorizzazione termica fino a euro IV, adibiti al trasporto merci e di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 3,5 tonnellate, con contestuale acquisizione, anche mediante locazione finanziaria, di autoveicoli, nuovi di fabbrica, adibiti al trasporto merci e di massa complessiva a pieno carico pari o superiore a 3,5 tonnellate, a trazione alternativa a metano (CNG), gas naturale liquefatto (GNL), ibrida (diesel/elettrico) e elettrica (full electric) ovvero a motorizzazione termica e conformi alla normativa euro VI di cui al predetto Regolamento (CE) n. 595/2009. Con decreto da emanarsi entro 15 giorni saranno individuati modalità e termini di presentazione della domanda, criteri di valutazione ed entità del contributo massimo erogato.

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Modifiche ai versamenti Vengono rimodulati i versamenti di acconto Irpef, Ires e Irap, stabilendoli in 2 rate ciascuna nella misura del 50%, fatto salvo quanto eventualmente già versato per l'esercizio in corso con la prima rata di acconto con corrispondente rideterminazione della misura dell'acconto dovuto in caso di versamento unico.

Lavoro

Bandi

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INPS: agevolazioni per l’assunzione di beneficiari del reddito di cittadinanza Dopo aver fornito una primo quadro d’insieme sull’incentivo previsto per i datori di lavoro che assumono beneficiari del Reddito di Cittadinanza, l’INPS torna sull’argomento per fornire - con proprio messaggio – le istruzioni operative e, soprattutto, il modulo di richiesta on line che rendono materialmente applicabile l’agevolazione.

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I progetti dovranno contribuire all’attuazione della Smart Specialization Strategy e pertanto dovranno essere coerenti con gli ambiti tematici identificati nelle priorità A (Agroalimentare, Edilizia e Costruzioni, Meccatronica e Motoristica), B (Industrie della Salute e del Benessere, Industrie Culturali e Creative) e D (Innovazione nei Servizi). Saranno considerate con particolare favore le innovazioni a carattere intersettoriale e interdisciplinare.

Ispettorato nazionale del lavoro: chiarimenti su invio modelli uni-intermittenti L’INL ha fornito alcuni chiarimenti circa le modalità di invio del modello UNI_Intermittenti, anche alla luce di alcuni problemi tecnici segnalati dalla procedura ClicLavoro. In particolare, con riferimento ad una delle possibilità ammesse per adempiere all’obbligo di comunicazione preventiva, ovvero l’invio tramite e-mail, l’INL ricorda che esiste una doppia opzione: • scaricare il modello dal portale Cliclavoro, compilare i campi richiesti ed utilizzare il tasto "Genera xml e invia via email"; • alternativamente, scaricare il modello, compilarlo, e poi allegarlo all’indirizzo intermittenti@pec.lavoro.gov. it”. Si rammenta che la mancata effettuazione della comunicazione preventiva è passibile di una sanzione amministrativa di importo compreso da 400 a 2.400 euro in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione.

Contributi per le PMI - servizi innovativi anno 2019 Un bando rivolto alle PMI impegnate in percorsi di innovazione tecnologica e diversificazione dei propri prodotti e/o servizi. L’intervento mira a sostenere quelle imprese che necessitano di acquisire all'esterno i servizi innovativi necessari e le competenze per completare, anche dal punto di vista manageriale, i processi di innovazione.

La Regione sostiene progetti basati sull’acquisto dei seguenti servizi: a. consulenze tecnologiche e di ricerca, studi e analisi tecniche; b. prove sperimentali, misure, calcolo; c. progettazione software, multimediale e di componentistica digitale; d. design di prodotto/servizio e concept design; e. stampa 3D di elementi prototipali; f. progettazione impianti pilota. I contratti di fornitura dovranno essere stipulati per almeno il 40% del valore del progetto con soggetti che appartengano alle

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Imprese & Territorio 53


&

FISCO LAVORO BANDI

tre tipologie sottoelencate: 1. Laboratori di ricerca e centri per l'innovazione accreditati ai sensi della DGR 762/2014 appartenenti alla Rete Regionale dell’Alta Tecnologia; 2. Università e altre istituzioni di rango universitario, anche del campo artistico, enti pubblici di ricerca, organismi di ricerca così come definiti dalla vigente disciplina comunitaria in materia di aiuti di stato a favore della ricerca e sviluppo e dell'innovazione; 3. Start-up innovative e PMI innovative, registrate alla data di pubblicazione del presente bando negli appositi elenchi speciali del Registro delle imprese della Camera di Commercio, ai sensi della Legge 221/2012 e della Legge 33/2015.

È possibile la presentazione di progetti di innovazione rispondenti ai seguenti requisiti: • Costo minimo ¤20.000,00; • Costo massimo ¤80.000,00. I progetti dovranno iniziare a partire dal 01/04/2020 e terminare entro il 30/11/2020, con la possibilità di chiedere una proroga al 31/12/2020. I progetti di innovazione e diversificazione devono riguardare la realizzazione di progetti che comportino almeno una delle seguenti azioni che dovranno essere indicate in sede di domanda e in base alla quale sarà verificata la coerenza dei servizi richiesti: a. l’ampliamento della gamma dei prodotti e/o servizi; b. la loro significativa ridefinizione tecnologica e funzionale in senso innovativo;

c. l’introduzione di contenuti e processi digitali e di innovazione di servizio in grado di modificare in modo sostanziale il rapporto con clienti e stakeholders; d. la ricaratterizzazione dei prodotti e dei servizi verso le esigenze di sostenibilità ambientale, inclusione e qualità di vita, cultura e società dell’informazione. La trasmissione delle domande di contributo avverrà attraverso il portale web SFINGE 2020 e dovrà essere effettuata, pena la non ammissibilità delle stesse, nel periodo intercorrente tra le ore 10:00 di lunedì 18 novembre 2019 e le ore 13:00 di mercoledì 18 dicembre 2019

Concerto di Natale

MARTEDÌ 17 DICEMBRE 2019 - ORE 20,30 TEATRO MUNICIPALE “R. VALLI” Reggio Emilia Ingresso gratuito su prenotazione per informazioni: Lapam Confartigianato Imprese Modena-Reggio Emilia

Via Previdenza Sociale, 5 - Tel. 0522 273535

CONCERTO DI BENEFICENZA PER I LAVORI DI RISTRUTTURAZIONE DELLA MENSA DEL VESCOVO 54 Imprese & Territorio

n° 06 - 2019



LA TUA IMPRESA, IN LINEA CON IL FUTUR0 Il mondo cambia, si trasforma, cresce. Per crescere al suo stesso ritmo e cogliere le nuove opportunità che ti presenta, puoi contare su chi da 60 anni sostiene lo sviluppo della tua impresa. Lapam è da sempre vicino alle imprese che hanno voglia di domani. Anche alla tua.

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