Imprese & Territorio 05 2023 - Il futuro è dell'idrogeno?

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WWW.LAPAM.EU Periodico di informazione di Lapam Confartigianato

ARTICOLO DI COPERTINA

Il futuro è dell’idrogeno?

La sua produzione presenta ancora dei limiti e può aver un impatto significativo sull’ambiente Imprese e cittadini stranieri: presenza forte nei territori di Modena e Reggio Emilia

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APPROFONDIMENTI

Mobilità sostenibile: la filiera dell'auto verso una svolta epocale

A Vignola si ricorda Jacopo Barozzi nel 450o anniversario della morte

H₂ settembre ottobre

2023

Noi impresa - periodico di informazione di Lapam Confartigianato Imprese - Poste italiane SPA - Sped. in abb. post. D.L 353/2003 - (Conv. IN L.27/02/2004 N°46) - art.1, Comma 1, DCB (Modena C.P.O) - Euro 2


IMPRESA,

IL VALORE CHE SI RINNOVA Scegli il futuro con noi #NoiConfartigianato #CostruttoridiFuturo

Da sempre, con le nostre imprese, sosteniamo l’economia e forti dei nostri valori, raccogliamo le sfide trasformandole in obiettivi per crescere, rinnovarci e rinnovare il nostro paese. I cambiamenti corrono veloci e noi con loro. Continuiamo a lavorare insieme e ad essere gli artefici del nostro futuro.

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EDITORIALE

Ricorderemo questi anni come quelli della transizione energetica Sono gli anni della transizione energetica. Se ogni crisi rappresenta anche, al tempo stesso, un’opportunità, quella che di questi tempi dobbiamo saper cogliere senza esitazioni è relativa all’energia. Siamo di fronte a un bivio molto importante, quello tra il “vecchio” sistema derivante appunto dai giacimenti di combustibili fossili, del petrolio in particolare, e il “nuovo”, ovvero quello della cosiddetta energia rinnovabile. E la direzione che dobbiamo prendere è quella che guarda a un domani più sostenibile. Non è certamente un caso che i conflitti che tormentano il globo siano, non di rado, scatenati in territori ricchi di materie prime, né che i principali

players nella produzione di energia (in particolare i paesi della penisola arabica) stiano cercando di utilizzare la ricchezza derivante dagli idrocarburi per accreditarsi come realtà emergenti del mondo che verrà. In questo momento, soprattutto se si pensa ai veicoli a motore, è l’elettrico a farla da padrone: le industrie dell’automotive si stanno concentrando sul lancio sui mercati di automobili elettriche, o perlomeno ibride, e le nostre città si stanno riempiendo di pannelli fotovoltaici e di colonnine di ricarica. Un sistema, quello connesso al motore elettrico, che però mostra qualche preoccupazione legata, in parte, anche all’abbandono del motore endotermico e della sua filiera e, soprattutto, al tema delle batterie.

Ma l’elettrico non è l’unica soluzione possibile al problema dell’energia pulita: c’è anche la tecnologia legata all’Idrogeno e alle potenzialità, ancora in parte inespresse, di questo elemento. Più di 20 anni fa, l’economista statunitense Jeremy Rifkin dava alle stampe un vero e proprio bestseller tra i saggi dell’epoca: “L’economia a idrogeno”, un libro che aveva messo al centro della ricerca dell’energia pulita proprio questo elemento. Il tempo ha lasciato l’idrogeno in secondo piano, soprattutto a causa delle difficoltà di renderlo stabile, ma le ultime novità tecnologiche fanno pensare che, forse se non probabilmente, potrà essere davvero il vettore energetico del futuro. Un futuro che, necessariamente, dovrà essere più sostenibile sotto tutti i punti di vista.

Carlo Alberto Rossi Segretario Generale Lapam Confartigianato

n° 05 - 2023

Imprese & Territorio

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INDICE DEI CONTENUTI

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SETTEMBRE OTTOBRE 2023

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Jacopo Barozzi: maestro di futuro. A Vignola si ricorda l’architetto nel 450esimo anniversario della sua morte

Lapam al fianco di Aseop anche per la realizzazione della “Seconda Casa di Fausta”

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

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“Il tortellino muore nel brodo”: l’oste e romanziere Filippo Venturi ospite di un Lapam Talk a Castelfranco Emilia

Guaitoli a Bruxelles per un tavolo sul futuro del comparto tessile

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

I disabili possono contribuire al benessere del paese?

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L'Associazione incontra il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

La filiera dell’automotive è proiettata a un futuro sostenibile

Gilberto Luppi rieletto Vice Presidente della Camera di Commercio di Modena

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Imprese e cittadini stranieri: presenza forte nei territori di Modena e Reggio Emilia

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IN COPERTINA

FOCUS

Mobilità sostenibile La filiera dell'auto verso una svolta epocale

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IN COPERTINA

IL FUTURO È DELL'IDROGENO?

Il futuro è dell’idrogeno? L'Idrogeno è una risorsa chiave per la decarbonizzazione, ma la sua produzione presenta ancora dei limiti e può aver un impatto significativo sull’ambiente

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IN COPERTINA

IL FUTURO È DELL'IDROGENO?

Lanza: “L’idrogeno è un tassello nella transizione energetica” Un’intervista al Direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei, Alessandro Lanza, autore di “Energia Arcobaleno. Il futuro è dell’Idrogeno”

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Dati occupazionali in aumento nel primo semestre 2023, Luppi: «Situazione confortante, ma continuiamo a investire» Tutti i numeri di Imprese & Territorio

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Delibere Consiglio Direttivo GENERALE

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Imprese & Territorio n° 05 - 2023

Forfettari: dal 2024 scatta l’obbligo di fatturazione elettronica

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IN COPERTINA

IL FUTURO È DELL'IDROGENO?

Marcello Romagnoli, prof. Unimore: «Idrogeno grande opzione per il futuro green» L’idrogeno come una tra le fonti di energia rinnovabili del futuro: di questo abbiamo parlato con il prof. Marcello Romagnoli dell’Università di Modena e Reggio Emilia


INDICE DEI CONTENUTI

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IN COPERTINA

FOCUS

I colori dell'idrogeno

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IN COPERTINA

IL FUTURO È DELL'IDROGENO?

Il futuro è dell’idrogeno? A Castelfranco Emilia si analizzano gli scenari del domani La nostra Associazione ha organizzato un evento a Castelfranco Emilia per affrontare il tema dell’energia del futuro. Ospiti i principali protagonisti del panorama nazionale

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Confartigianato Benessere rinnova il sostegno alla campagna APEO per il diritto alla qualità della vita dei pazienti oncologici

A.Di.P.A dalla ricerca, diffusione e conservazione in coltivazione di piante rare, alla promozione di attività, della cultura, della scienza, dell'arte e della tecnica legate alle piante

BENESSERE

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MOVIMENTO DONNE IMPRESA

Meeting formativo Donne Impresa 2023: “Leadership in movimento - La forza dell’identità”

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COMUNICAZIONE

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ALIMENTAZIONE

Confartigianato a Tavola: il Canada incontra le eccellenze enogastronomiche dell’Emilia Romagna

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Un nuovo laboratorio di maglieria per l’ampliamento dell’offerta didattica all’Istituto Vallauri

35 MODA

A scuola di maglieria al Galilei di Mirandola

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COMMERCIO

Approvata la nuova legge regionale sul commercio e sui servizi

Come impatta la carta sul nostro futuro?

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IMPRESE DEL VERDE

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SOSTENIBILITÀ

Cambiamenti climatici, Lombroso: «Dobbiamo agire immediatamente»

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CULTURA

Denatalità e ricambio generazionale imprenditoriale

TRASPORTI

Trasporti: un evento per fare il punto sulle novità per il settore

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AUTORIPARAZIONE

Conoscere il vero costo della manodopera in officina

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Prepararsi alla direttiva europea sull'efficienza energetica degli edifici

48  50 FORMAZIONE

Corsi e Formazione organizzata da FORMart

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CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Speciale Decreto Lavoro

Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari. Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Marco Lodi, Monica Salvioli, Narumì Giovanelli, Elena Baraldi, Fabio Sala, Laura Roncaglia, Matteo Vezzani, Enzo Fanì. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora, Luca Monelli, Luca Pellacani, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay - Stampa Golinelli SpA. Per la pubblicità su Imprese&Territorio: contattaci@lapam.eu - 059 893 111

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Jacopo Barozzi: maestro di futuro. A Vignola si ricorda l’architetto nel 450esimo anniversario della sua morte L'Associazione ha voluto ricordare la figura del grande architetto Jacopo Barozzi in occasione dei 450 anni della sua scomparsa

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La famosa scala a chiocciola architettata da Jacopo Barozzi

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acopo Barozzi è partito da artigianato. Come tale ha iniziato la sua carriera e poi nel tempo si è specializzato nella sua caratteristica principale, la progettazione. Ma anche il grande architetto è stato un artigiano, ed è un aspetto che voglio sottolineare». Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, ha introdotto con queste parole l’iniziativa organizzata dall’associazione dedicata alla figura dell’architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, in occasione del 450esimo anniversario della sua scomparsa. L’evento, realizzato in collaborazione con l’ordine degli architetti della provincia di Modena e con AESS, ha voluto effettuare un focus sulla figura storica di Barozzi, sulle sue opere e anche dare uno sguardo all’architettura del futuro. Patrocinato dal Comune di Vignola, all’appuntamento hanno partecipato


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO Don. Luca Fioratti, Parroco “Santi Nazario e Celso martiri” di Vignola, Daniela Fatatis, Assessore alla cultura del Comune di Vignola, il Prof. Achille Lodovisi, Storico, la Prof.ssa Giovanna D’Amia, Politecnico di Milano, l’Arch. Francesca Poli, AESS, l’Arch. Sofia Cattinari, Presidente Ordine degli architetti di Modena, l’Ing. Capucci Marcello Responsabile settore governo e qualità del territorio RER e l’Arch. Giuseppe Gervasi, Studio di Architettura ARCHILINEA, moderati dall’Arch. Letizia Budri di Lapam Confartigianato. L’evento si è concentrato sull’impatto del “Vignola” nella città delle ciliegie. Si è parlato anche di territorio fino all’architettura del futuro. Al termine dell’iniziativa i partecipanti hanno potuto visitare la famosa scala a chiocciola e gli architetti presenti hanno ottenuto 3 crediti per la formazione professionale.

Alcune foto dell'iniziativa a Vignola dedicata al 450esimo anniversario della morte di Barozzi

«Oltre a essere un architetto del Rinascimento di fama mondiale – conclude il segretario della sede Lapam Confartigianato di Vignola Antonio Bellettini – la figura di Jacopo Barozzi rappresenta anche un’identità che ha dimostrato nelle sue opere e nella sua arte una grandissima lungimiranza e una capacità di avvalorare il bello che si è tramandato nel corso dei secoli. Per noi è un onore avere organizzato questa iniziativa per commemorarlo e per rimarcare la sua importanza sul territorio, rendendo le sue opere un’attrazione anche dal punto di vista turistico». 

La figura di Jacopo Barozzi: Opere e principi del grande architetto “Vignola” Consulta il video della serata sul nostro canale Youtube

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Filippo Venturi ospite del Lapam Talk di Castelfranco Emilia dal titolo "Tortellini all'inchiostro"

“Il tortellino muore nel brodo”: l’oste e romanziere Filippo Venturi ospite di un Lapam Talk a Castelfranco Emilia Durante la Sagra del Tortellino, la nostra associazione ha organizzato un Lapam Talk culturale con ospite Filippo Venturi, oste e romanziere bolognese autore, tra gli altri, del libro “Il tortellino muore nel brodo”

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ettembre è il mese dove Castelfranco Emilia, più degli altri giorni, diventa patria e capitale mondiale del mitico tortellino. Perché settembre è il mese in cui si svolge la ormai tradizione e irrinunciabile Sagra del Tortellino. E allora quale occasione migliore per parlare del libro “Il tortellino muore nel brodo”, volume edito da Mondadori e scritto da Filippo Venturi, oste e romanziere bolognese ospite del nostro Lapam Talk, il format ideato dalla nostra associazione per favorire un incontro informale tra imprenditori.

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Oste e scrittore: si sente più uno o più l’altro? «Diciamo che la mia professione è quella di ristoratore. Se qualche anno fa mi avessero chiamato “scrittore” non mi ci sarei riconosciuto, non mi reputavo tale. Oggi invece devo dire che accetto questo titolo, vedendo l’impegno e la passione che metto nei libri. E anche, ovviamente, in quella di oste. Ho iniziato a scrivere quasi casualmente, a scuola non ero di certo uno degli alunni da indirizzare verso la strada della scrittura. Con il tempo poi ho scoperto di avere questa passione che mi ha portato a scrivere per Mondadori e per la quale ho inventato questo personaggio, Emilio Zucchini, che è un oste bolognese ed è un detective per modo di dire, dato che si trova a investigare suo malgrado». Nel 2018 arriva la prima avventura di Emilio Zucchini con il libro “Il Tortellino muore nel brodo” «Il titolo nasce come dogma della tradizione. Emilio Zucchini, come si può capire dal nome, è un oste molto legato alle tradizioni culinarie del territorio. Diciamo che anche quando arrivano nella trattoria dei turisti, principalmente, e mi chiedono dei tortellini al pomodoro, gentilmente faccio capire che assolutamente no».

A quella del 2018 sono susseguite altre due pubblicazioni: nel 2020 “Gli spaghetti alla bolognese non esistono” e nel 2022 l’ultima, al momento, “È l’umido che ammazza”. Raccontaci un po’ anche su questi titoli «Emilio Zucchini esce sempre nelle primavere degli anni pari. Si tratta di black comedy, gialli ironici in cui il protagonista è questo oste detective che risolve casi in maniera originale. Nel classico giallo italiano ci si aspetta che ci sia un commissario che arriva sul caso e lo risolve. Ecco qui no, io sono un grande amante delle letture americane contemporanee e pur rispettando il giallo italiano voglio distinguermi con un tratto più originale». Parliamo dell’altra tua anima, ossia quella di oste «Abbiamo aperto nel 2004, quindi a breve festeggeremo 20 anni. La mia trattoria è tutto: significa lavoro, professionalità, passione e significa soprattutto contatto con il cliente che è ciò che amo davvero del mio lavoro. La possibilità di stare in mezzo alle persone, di conoscere la gente, le loro sfaccettature, le dinamiche, i vizi e le virtù che il cliente ti rovescia nella trattoria è una opportunità che solo questo mestiere e pochi altri ti possono garantire. In una trattoria vuoi essere servito in un certo senso, ti abbandoni. Ed è una possibilità che mi aiuta a coniugare l’altra passione che è quella della scrittura. La gente ti racconta le storie, ti apre il mondo e quindi è una forma di ispirazione anche per le mie storie sui libri. La mia trattoria è il mio centro di gravità. Non nasco oste, ho studiato giurisprudenza e poi per un motivo o per l’altro mi sono trovato con un grembiule addosso e mi sento bene». Ora cosa dobbiamo aspettarci per il futuro, anche quello di Emilio Zucchini «Arriverà un nuovo capitolo della saga, questo lo posso dire. Non posso svelare nulla di più, però posso garantirvi che nella primavera del 2024 Emilio Zucchini tornerà di nuovo. Per ora dovete farvi bastare questo, ma ci sarà sicuramente modo più avanti nel tempo di conoscere in maniera più approfondita tutti i dettagli del libro». 


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

I disabili possono contribuire al benessere del paese? Lo abbiamo chiesto all’avvocato Laura Andrao, esperta di diritto delle disabilità

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spite - insieme a Fortunato Nicoletti e Valentina Tomirotti - di un evento organizzato in collaborazione con il Comune e la Pro Loco di Castellarano in occasione dell’annuale festa dell’Uva, l’avvocato Laura Andrao è esperta in diritto delle disabilità. Nel corso della sua carriera ha seguito e sta seguendo persone e famiglie discriminate o marginalizzate a causa della disabilità. Situazioni non più accettabili che, oltre a rappresentare un reato, penalizzano l’intero sistema economico e sociale italiano. Eppure il nostro Paese si è dotato di una serie di strumenti volti a favorire l’inclusione partendo dal presupposto che il lavoro è il centro da cui far partire percorsi di inclusione sociale delle persone con disabilità. Avvocato Andrao, l’Italia si è dotata di strumenti come la legge 68/1999 che norma il diritto al lavoro dei disabili attraverso il collocamento mirato o, più recentemente, la legge delega 227/2021 e il D.M n. 43/2022 che hanno prodotto delle linee guida per favorire l’inserimento nel mondo del lavoro di persone disabili. Cosa sta funzionando e cosa no? «L’errore da non fare è proprio quello di pensare che il lavoro sia il momento in cui iniziare a includere le persone disabili nel mondo di tutti. Al contrario, è importante partire dall’asilo, dalla scuola primaria. È quello il momento in cui, con tutti gli accomodamenti e gli strumenti

A Castellarano un evento per accendere i riflettori sulla disabilità

necessari a favorire l’inclusione e lo sviluppo delle competenze, si comincia a preparare l’inserimento lavorativo. Perché se un bambino con disabilità non trova il corretto sostegno all’interno della scuola, non potrà mai sviluppare o mantenere determinate competenze. Si deve poi valutare il percorso terapeutico laddove ci siano disabilità complesse. Infatti, anche attraverso l’erogazione corretta delle terapie si può arrivare ad un pieno inserimento lavorativo. Oltre a ciò, deve essere garantito dalla PA il cosiddetto Job Coach, la persona che assiste in compresenza l’inserimento lavorativo della persona con disabilità e che garantisce un percorso corretto». È evidente che in questo dibattito si confrontano due diritti sanciti in Costituzione, quello di fare impresa (art.41) e quello delle persone inabili all’educazione e all’avviamento al lavoro (art.38). Come è possibile armonizzare al meglio questi due aspetti, senza scavalcare esigenze ugualmente legittime? «Ritengo che il diritto di fare impresa e quello delle persone con disabilità all’educazione e all’avviamento al lavoro non siano in contrasto. Lo sono se pensiamo al lavoro come un momento di prestazione, ma questo non deve essere l’unico scopo del lavoro che invece dovrebbe far sentire utili le persone. Se valutiamo le persone solo in base alle prestazioni che possono dare all’azienda per cui lavorano, abbiamo perso in partenza. La persona con disabilità deve essere considerata all’interno dell’ambito lavorativo una persona che dà il suo contributo a livello

aziendale, anche dal punto di vista relazionale. In base ad un recente studio scientifico, la presenza di una persona disabile abbassa la conflittualità all’interno di un ambiente lavorativo. In questo senso è bene pensare all’intero contesto lavorativo e non solo al profitto che può portare la persona con disabilità». Colpisce l’assenza di dati certi sulla disabilità in Italia. Secondo l’ISTAT nel nostro Paese, nel 2019, le persone con disabilità sono 3 milioni e 150mila (il 5,2% della popolazione). Ma è una stima. Avvocato, “contare” le persone non basta, ma può essere utile partire da qui per misurare ciò che funziona e quello che rimane da fare? «Contare le persone è il punto di partenza, anche se è molto difficile. Lo si potrebbe fare, ad esempio, basandosi su quelli che sono i riconoscimenti di invalidità (ex art.3 comma 3 legge 104/92), o costituendo delle commissioni medico legali INPS all’interno delle quali ci sia effettivamente uno specialista di riferimento delle possibili fragilità che si vanno ad indagare, non uno generico. Quindi andare ad inserire uno specialista in autismo laddove ci sia una diagnosi di autismo per avere una valutazione e un numero chiaro e definito. Ovviamente la conta delle disabilità è importante per tutte quelle misure di sostegno del mondo delle disabilità che devono essere date non solo alle persone disabili, ma anche al caregiver famigliare, coloro che si prendono cura quotidianamente di queste persone». 

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Imprese & Territorio

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

L’automotive a Reggio Emilia

La filiera dell’automotive è proiettata a un futuro sostenibile Modena e Reggio Emilia si confermano nella top 20 tra le province italiane per numero di automobili ibride/elettriche ogni 100mila auto circolanti

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i chiamano Motor Valley non per caso, ma Modena e Reggio Emilia sono proiettate anche a un futuro a impatto ambientale zero e a una mobilità sostenibile. A dimostrarlo sono i dati di un’elaborazione del nostro ufficio studi sulla filiera dell’auto (che comprende produzione, servizi e commercio e comprensiva della fabbricazione di autoveicoli, fabbricazione di carrozzerie, produzione parti e accessori, fabbricazione di motociclette e del commercio, manutenzione e riparazione di autoveicoli).

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L’automotive a Modena Al secondo trimestre 2023, nel territorio di Modena si contano 2.039 imprese e quasi 13mila addetti (precisamente 12.846). Del totale delle imprese, quasi la metà (982 attività) sono artigiane, il 48,2%. Con un indice pari a 384, Modena è la terza provincia italiana per specializzazione delle micro e piccole imprese della fabbricazione di parti ed accessori per autoveicoli e loro motori. Le vendite oltre confine di beni dell’automotive hanno un’importanza di primo piano per Modena: la provincia è terza in Italia per peso dell’export sul valore aggiunto. Questa elevata esposizione sui mercati esteri desta preoccupazione per il futuro vista la frenata in corso della produzione manifatturiera tedesca, nostro primo paese partner. Il mercato dell’auto si sta velocemente trasformando: la quota di auto elettriche e ibride oggi è pari al 4,9% in provincia, ma in 4 anni, dal 2018 al 2022, Modena è passata da 978 a 4.892 auto ibride/elettriche ogni 100mila circolanti (19° provincia in Italia). Le criticità nella transizione green dell’autoriparazione si intrecciano con il difficile reperimento di personale qualificato. Dai dati si evidenzia che nel 2022 è difficile da reperire il 72% delle posizioni di Meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili ricercati dalle imprese modenesi.

Al secondo trimestre 2023, nel territorio di Reggio Emilia si contano 1.482 imprese e quasi 6mila addetti (precisamente 5.973). Del totale delle imprese, la metà (742 attività) sono artigiane, il 50,1%. Con un indice pari a 265, Reggio Emilia risulta essere la settima provincia in Italia per specializzazione delle micro e piccole imprese della fabbricazione di parti ed accessori per autoveicoli e loro motori. Il mercato dell’automotive si sta velocemente trasformando. La quota di auto ibride ed elettriche oggi è pari al 5,2% a Reggio Emilia, ma i dati evidenziano una graduale espansione: in 4 anni, dal 2018 al 2022, la provincia è passata da 935 automobili ibride ed elettriche ogni 100mila circolanti alle 5.198 attuali, posizionandosi al 13° posto nel rank italiano. Le criticità nella transizione green dell’autoriparazione si intrecciano con il difficile reperimento di personale qualificato. Dai dati, infatti, si evidenzia che nel 2022 è difficile da reperire il 69,8% delle posizioni di Meccanici artigianali, montatori, riparatori e manutentori di macchine fisse e mobili ricercati dalle imprese reggiane. «L’automotive rappresenta un settore fondamentale per la nostra economia e lo dimostra l’analisi dell’ufficio studi dell’associazione – conclude Gilberto Luppi, presidente dell’associazione –. La filiera sta andando incontro a una trasformazione epocale, guardando sempre di più a una mobilità green per avere un impatto sempre più sostenibile sul pianeta: come tutte le transizioni, questo porta con sé alcune difficoltà. Dobbiamo saperci adattare alle necessità del futuro che sono sicuramente differenti da quelle attuali: per farlo abbiamo bisogno di sostegno da parte delle istituzioni e anche di incentivi per la formazione professionale degli operai del futuro, che avranno sempre più a che fare con macchine elettriche e sempre meno con il motore a scoppio». 


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Lapam al fianco di Aseop anche per la realizzazione della “Seconda Casa di Fausta” L'Associazione sostiene Aseop in tutti i suoi progetti. L’ultimo in ordine di tempo è la realizzazione della “Seconda Casa di Fausta” che verrà costruita all’interno del complesso di “Villa Freni”

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nsieme a Lapam Confartigianato abbiamo già realizzato molte idee negli anni scorsi. In particolare tutte quelle iniziative che oggi stanno dando importanti risultati: siamo stati, infatti, l’unica associazione che è cresciuta del 15% con il 5X1000. Non posso che dire grazie a Lapam e grazie agli associati di Lapam Confartigianato». Erio Bagni, presidente di Aseop, l’Associazione per il sostegno della ematologia e oncologia pediatrica, ringrazia Lapam Confartigianato per il sostegno che ha saputo garantire in questi anni nella messa a terra di numerosi progetti. Ultimo in ordine di tempo la realizzazione della “Seconda Casa di Fausta”, una struttura che sorgerà all’interno del complesso di “Villa Freni” a Modena, in Strada Corletto Sud 382. La nuova struttura di accoglienza, che sarà completata entro la fine del 2024, consentirà ad Aseop di ampliare ulteriormente l’offerta di ospitalità gratuita rivolta ai pazienti giovani adulti che da ogni parte d’Italia affe-

riscono alle strutture del Policlinico di Modena e che l’Associazione già garantisce dal 2016 grazie alla “Casa di Fausta”.

La “Seconda Casa di Fausta” La struttura prevederà dodici stanze doppie, dotate di servizi oltre a spazi comuni a uso lavanderia e cucina. A seguito della totale riqualificazione dell’edificio verranno realizzati un appartamento riservato al custode e una struttura polifunzionale, interamente gestita dai volontari di Aseop, all’interno della quale verranno organizzati diversi momenti associativi. «In questi anni della “Casa di Fausta” – continua il presidente Bagni – abbiamo dovuto dire dei “no”. E per chi fa volontariato come noi, dire dei “no” a dei bambini e a delle famiglie bisognose pesa enormemente. Questa seconda struttura ci permette di poter accogliere e offrire aiuto a più persone». La villa padronale, che occupa il corpo centrale del complesso, sarà destinata all’organizzazione di eventi privati quali cerimonie, feste e convegni aziendali al fine di assicurare l’autofinanziamento e la sostenibilità della struttura stessa, considerando che per tutti i pazienti ospiti l’accoglienza sarà sempre offerta a titolo interamente gratuito.

I numeri della “Casa di Fausta” Dal giorno dell’inaugurazione, avvenuta il 22 marzo 2016, sono più di quattrocento le famiglie che sono state accolte gratuitamente nella “Casa di Fausta”, struttura venuta da Aseop per dare una risposta concreta al bisogno di ospitalità di tanti pazienti che scelgono i reparti del Policlinico di Modena per le proprie esigenze di cura. Nel tempo, si è passati dalle 16 famiglie ospitate nel 2016 alle 80 registrate al 20 settembre 2023, per un totale di 2068 giorni di occupazione (rispetto ai 638 del 2016). Il 66% delle persone accolte dalla “Casa di Fausta” proviene da fuori regione, il 18% da Modena e provincia e il 4% da Paesi extraeuropei, mentre l’8% proviene da fuori provincia e il 4% dall’Europa. «È fondamentale il coinvolgimento del territorio – conclude Bagni –. Posso annunciare, inoltre, che il 7 settembre 2024 inaugureremo la “Seconda Casa di Fausta”. Lo dico perché il prossimo anno saranno 25 anni dalla scomparsa della professoressa Fausta Massolo, a cui abbiamo dedicato le nostre strutture, e vogliamo ricordare i suoi grandi insegnamenti con un evento importante».

Lapam Confartigianato al fianco di Aseop per la posa della prima pietra della "seconda Casa di Fausta"

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Guaitoli a Bruxelles per un tavolo sul futuro del comparto tessile Roberto Guaitoli, Presidente Nazionale Abbigliamento Confartigianato, ha partecipato a un tavolo al Parlamento Europeo di Bruxelles per discutere sul futuro del settore tessile

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n incontro necessario per condividere le prospettive del settore moda e la strada da percorrere nel futuro. Un confronto, anche con altri imprenditori, costruttivo e produttivo, in cui abbiamo delineato le strategie per un rilancio di tutto il comparto». Roberto Guaitoli, presidente Lapam Moda, commenta positivamente la tavola rotonda “Qualità e tracciabilità per un tessile sostenibile: formazione, innovazione e nuove sfide

Roberto Guaitoli a Bruxelles per un incontro sul futuro del settore tessile

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nelle politiche europee”, svoltasi presso il Parlamento Europeo a Bruxelles. L’evento è diventato l’occasione per ribadire alcuni punti-chiave della posizione confederale rispetto alle recenti azioni intraprese dalla Commissione Europea nell’ambito del settore tessile. In particolare, a partire dalla strategia sul tessile sostenibile lanciata nel 2022, l’UE ha lanciato numerose iniziative a carattere legislativo per ridurre le emissioni e i rifiuti prodotti dalla filiera della moda e abbigliamento. La proposta di regolamento sui prodotti sostenibili e la revisione della direttiva-quadro rifiuti sono soltanto due esempi dell’impegno messo in campo dall’Europa. Un impegno sostenuto e rilanciato anche dall’associazione e dalle piccole imprese artigiane associate per promuovere la sostenibilità ambientale in uno dei settori a più forte, che deve però essere agevolata ed incoraggiata attraverso i giusti incentivi e strumenti normativi. «Le nostre imprese guardano con interesse alla nuova

spinta europea verso un settore tessile maggiormente sostenibile – dichiara Roberto Guaitoli, anche Presidente nazionale della categoria Abbigliamento di Confartigianato Imprese –. La nostra associazione è impegnata attivamente a livello territoriale nel supportare progetti che investono in sostenibilità e circolarità, sensibilizzando le imprese su questi temi. Esistono infatti molte esperienze pregevoli di raccolta, selezione, avvio al riuso e riciclo di materiali tessili post consumo, soprattutto in quei territori dove storicamente sono insediati distretti tessili di eccellenza. Tuttavia, è innegabile come siano ancora molte le barriere che frenano il percorso di transizione per un settore tessile resiliente, innovativo e sostenibile. I maggiori ostacoli vanno dagli assai noti vincoli burocratici all’assenza di politiche e strumenti mirati, dalle complessità normative per la valorizzazione dei rifiuti alla necessità di favorire lo sviluppo tecnologico in favore del riciclo e del recupero». 


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Una delegazione dell'associazione con il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Mons. Giacomo Morandi

L'Associazione incontra il Vescovo di Reggio Emilia-Guastalla Scuola, lavoro e comunità i temi di cui si è dialogato durante un incontro tra rappresentanti dell’associazione e mons. Giacomo Morandi, vescovo di Reggio EmiliaGuastalla

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na delegazione di Lapam Confartigianato, composta dal Presidente Gilberto Luppi, dal Presidente Lapam Confartigianato di Reggio Emilia Guido Gasparini, dal Segretario Generale Carlo Alberto Rossi e dal responsabile della sede Lapam Confartigianato di Reggio Emilia Stefano Cestari, ha incontrato l’arcivescovo Giacomo Morandi, vescovo di Reggio Emilia-Guastalla. L’incontro, che si è tenuto in vescovado a Reggio Emilia, è stato cordiale e ha rappresentato un momento di dialogo tra l’associazione e la diocesi: i presidenti Luppi e Gasparini hanno presentato a mons. Morandi la situazione economica del territorio, a partire dalla lente di visuale delle

imprese Lapam Confartigianato, che si trovano a dover fare i conti con i rincari delle materie prime e la difficoltà nel reperire addetti. Si è parlato inoltre di scuola: a emergere dal confronto costruttivo soprattutto la necessità di un migliore rapporto tra mondo della formazione e mondo del lavoro. Mons. Morandi ha sottolineato proprio questo aspetto, ricordando anche esperienze in diocesi in cui un rapporto con l’associazione potrebbe essere proficuo, oltre a mettere al centro le tematiche del disagio giovanile da affrontare in modo sistemico e quelle dell’economia civile, più attenta all’uomo tipica delle piccole imprese. I referenti Lapam, oltre a portare alcuni doni all’arcivescovo Morandi, hanno garantito un supporto e una collaborazione con la diocesi. «È stato un incontro positivo e proficuo – sottolinea a margine del dialogo Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato –. Come associazione sappiamo delle criticità del territorio e siamo consapevoli che solo attraverso un costante dialogo con gli altri attori dell’area possiamo ridare slancio alle imprese e alle attività presenti su Reggio Emilia, una provincia importante per il tessuto economico della Regione e dell’Italia intera.» 

Gilberto Luppi rieletto Vice Presidente della Camera di Commercio di Modena Il presidente della nostra associazione Gilberto Luppi sarà Vice Presidente della Camera di Commercio di Modena fino al 2028

G

ilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato, è stato rieletto come Vice Presidente della Camera di Commercio. L’annuncio è arrivato a seguito della riunione del Consiglio della Camera di Commercio di Modena che ha provveduto all’elezione della Giunta che rimarrà in carica per il prossimo quinquennio, fino al 2028. La Giunta ha poi deciso di confermare alla vicepresidenza Gilberto Luppi. «Ringrazio i colleghi di Giunta – dichiara Luppi a margine dell’elezione –. Come fatto già negli anni precedenti, non farò mancare il mio supporto al Presidente Giuseppe Molinari e mi impegnerò con costanza e determinazione al fine di continuare a promuovere lo sviluppo integrale di Modena. Le associazioni di categoria, tra cui quella che ho l'onore di rappresentare, sono punti strategici del nostro sistema economico e sociale e la Camera di Commercio rappresenta la casa di tutte le imprese: dobbiamo impegnarci sempre di più e farlo in una logica d'insieme». 

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Imprese & Territorio

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Dati occupazionali in aumento nel primo semestre 2023, Luppi: «Situazione confortante, ma continuiamo a investire» Secondo un’analisi del nostro ufficio studi, nel primo semestre del 2023 i dati occupazionali crescono rispetto al 2022

«C

onstatare che il numero di cedolini elaborato dalla nostra associazione nel mese di giugno 2023 ha registrato un +3% rispetto allo stesso periodo del 2022 è confortante, perché significa che, perlomeno per quanto riguarda il campione di imprese associate analizzato, è aumentato il lavoro ed è cresciuta l’occupazione. Siamo fiduciosi per il futuro, consapevoli che la strada da percorrere sia lunga e tortuosa». Gilberto Luppi, presidente della nostra associazione, guarda

con positività l’analisi svolta dall’ufficio studi dell’associazione su un campione di quasi 30mila imprese associate per analizzare l’andamento occupazionale delle attività. I dati del primo semestre 2023 nel dettaglio

I contratti Nel primo semestre 2023 cresce il numero di lavoratori a tempo indeterminato, che rappresentano l’83% del totale occupati del campione, registrando un +3,9% rispetto ai primi sei mesi del 2022. Aumenta in maniera più decisa il numero di lavoratori a tempo determinato (il 17% del campione), che segna un +10,4% sullo stesso periodo dell’anno precedente. La componente maschile (il 58,6% degli occupati del campione) vede nel primo semestre 2023 un +4,2% mentre la componente femminile (il 41,4% del campione considerato) registra un marcato +6,2%. Cresce dell’11,7% il numero di lavoratori con diploma rispetto al primo semestre 2022 e con laurea (+6,4%).

Le ore lavorate Per quanto riguarda il numero di ore lavorate, sempre all’interno del campione di imprese associate analizzato, il primo semestre 2023 supera del 4,7% le ore lavorate nel corso dei primi sei mesi del 2022. Sviscerando il dettaglio settore per settore, il comparto alloggio e ristorazione registra un notevole rimbalzo rispetto all’anno precedente con un +14,2% rispetto al primo semestre 2022. In particolare, le attività della ristorazione vedono un aumento del 13,7%. Il manifatturiero vede un +4,8% rispetto al primo semestre 2022 in

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linea con la crescita del campione complessivo (+4,7%). Nel dettaglio, vedono un incremento superiore alla media del campione le imprese della fabbricazione di prodotti in metallo e della fabbricazione di macchinari ed apparecchiature (rispettivamente +7,5% e +6,2%). Considerando il comparto Moda nel suo complesso si osserva un aumento del 4,2% delle ore lavorate.

Il focus sulle MPI Prendendo in esame i primi sei mesi del 2023, nelle micro imprese con meno di 5 dipendenti le ore lavorate crescono dello 0,6% rispetto allo stesso periodo 2022. Le ore lavorate nelle micro imprese con 5-9 dipendenti registrano un +1,1%. Le piccole imprese con 10-19 addetti vedono una crescita dell’1,6%, mentre le medie e grandi imprese con 50 dipendenti o più, hanno visto aumentare dell’8,9% le ore lavorate rispetto al primo semestre 2022, trainate principalmente dalle grandi imprese con oltre 250 dipendenti. «Dati estremamente positivi ma che vanno sostenuti dai rappresentanti politici – chiude Gilberto Luppi, presidente Lapam Confartigianato –. Le misure adottate in questi primi mesi di operato dal Governo stanno avendo un effetto positivo, ma c’è ancora molto da fare per continuare a mantenere uno standard elevato di servizi e prodotti. Sappiamo benissimo come, da un giorno all’altro, le nubi possano diventare sempre più minacciose, lo abbiamo sperimentato sulla nostra pelle in questi anni di Covid, guerra, inflazione e prezzi schizzati alle stelle. Per questo dobbiamo lavorare tutti per investire sempre di più nel futuro e nella sostenibilità, in un’ottica di salvaguardia del pianeta. Per fare ciò, le nostre imprese devono essere supportate da interventi decisi e strutturali da parte di coloro che hanno le possibilità di affiancare e aiutare le imprese del nostro territorio, che traina l’economia dell’intero Paese, per sostenerle in questo percorso di transizione digitale, economica e sociale». 


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Forfettari: dal 2024 scatta l’obbligo di fatturazione elettronica Dal 1° gennaio verrà meno l'esonero previsto per le partite IVA fino a 25.000 euro di ricavi o compensi

A

partire dal 1° gennaio 2024, entrerà in vigore la nuova normativa sull'obbligo di fatturazione elettronica per tutti i forfettari, ovvero quelle imprese e professionisti che beneficiano di un regi-me fiscale semplificato. Dunque, anche le Partite IVA che nel 2021 hanno registrato un valore di ricavi e compensi inferiore a 25.000 euro dovranno adeguarsi a questa novità per emettere fatture elet-

troniche. Il 31 dicembre prossimo segna infatti la scadenza dell'ultima delle esenzioni previste in materia di fatturazione elettronica, che consentiva ai forfettari di utilizzare fatture cartacee. Anche per loro, da gennaio 2024, sarà necessario adottare la fatturazione elettronica per certificare le transazioni.

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C

Con l’introduzione del nuovo obbligo le regole fiscali sull’IVA non cambiano. Chi applica il regime forfettario non addebita l’IVA in fattura ai clienti, non la detrae sugli acquisti e non liquida l’imposta, né la versa. In pratica per emettere fattura elettronica, questa tipologia di contribuenti dovranno dotarsi semplicemente di un applicativo che permetta di emettere, consegnare e con-servare le fatture elettroniche. 

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Imprese & Territorio

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Imprese e cittadini stranieri: presenza forte nei territori di Modena e Reggio Emilia L’ufficio studi dell’associazione ha elaborato un’analisi sulla presenza di imprese e cittadini stranieri nelle province di Modena e Reggio Emilia

«I

cittadini stranieri regolarmente presenti sul territorio sono una realtà consolidata nel modenese e da anni, con la loro presenza, danno un contributo importante al mercato del lavoro e al nostro tessuto economico e sociale». Gilberto Luppi, presidente

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Imprese & Territorio n° 05 - 2023

Lapam Confartigianato, commenta i dati elaborati dall’ufficio studi associativo in merito ai cittadini stranieri presenti sul territorio di Modena e Reggio Emilia e alle imprese straniere operanti nelle due province.

Imprese e cittadini stranieri a Modena In provincia di Modena, al 1° gennaio 2023, i residenti stranieri sono 92.733, pari al 16,9% del totale regionale, con un’incidenza sulla popolazione residente del 13,2%: un dato che fa di Modena la sesta provincia in Italia per maggior incidenza. Secondo l’elaborazione del nostro ufficio studi, al 31 dicembre 2022, le imprese gestite da stranieri registrate in provincia di Modena sono 9.743, pari al 13,6% delle imprese


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO agricolo, il 16,9% è lavoratore domestico e il 6,5% è impiegato in agricoltura. Nel lungo periodo (dal 2012 al 2021) si osserva una crescita di lavoratori stranieri in provincia del 9,7%: nel 2021 si nota un +6% sui valori del 2019, dopo il calo registrato nel 2020. Il 19,1% dei lavoratori stranieri ha meno di 30 anni, il 24,8% ha tra i 30 e i 39 anni, il 29% tra i 40 e i 49 e il 27,1% ha 50 anni o più. Analizzando i dati dal 2012 al 2021 si assiste a un calo del numero di giovani lavoratori stranieri under 30 del 9% e risulta in calo anche la totalità dei lavoratori con meno di 50 anni (-5,2%), mentre risultano in costante crescita i lavoratori stranieri con 50 anni o più (+90%). Al 2021, il maggior numero di lavoratori stranieri proviene da Marocco, Albania, Romania, Cina e Moldavia.

Imprese e cittadini stranieri a Reggio Emilia

totali in provincia. L’incidenza più elevata di imprese straniere sul totale delle imprese registrate in provincia si rileva nelle Costruzioni, dove circa un quarto delle imprese è gestito da stranieri. L’artigianato, con 4.376 imprese straniere, rappresenta il 44,9% delle quasi 10mila imprese totali gestite da stranieri. Oltre la metà delle imprese straniere artigiane (precisamente il 53%) si concentra sempre nelle Costruzioni.

Lavoratori stranieri Secondo gli ultimi dati aggiornati al 2021, Modena è la dodicesima provincia in Italia per numero di lavoratori stranieri, pari a 66.005 cittadini stranieri di cui l’88,5% lavoratori dipendenti, il 10,2% lavoratori autonomi e l’1,3% parasubordinati. Il 76,6% dei dipendenti stranieri è impiegato nel settore privato non

In provincia di Reggio Emilia, al 1° gennaio 2023 i residenti stranieri sono 63.840, pari all’11,6% del totale regionale, con un’incidenza sulla popolazione residente del 12,2%: un dato che fa di Reggio Emilia la dodicesima provincia in Italia per maggior incidenza. Secondo l’elaborazione del nostro ufficio studi, al 31 dicembre 2022 le imprese gestite da stranieri registrate in provincia di Reggio Emilia sono 9.470, pari al 17,2% delle imprese totali in provincia e prima rispetto alle altre province emiliano-romagnole. L’incidenza più elevata di imprese straniere sul totale delle imprese registrate in provincia si rileva nelle Costruzioni, dove oltre un terzo delle imprese è gestito da stranieri. L’artigianato, con 5.655 imprese straniere, rappresenta il 59,7% delle oltre 9mila imprese totali gestite da stranieri. Oltre due terzi delle imprese straniere artigiane (precisamente il 69,1%) si concentra sempre nelle Costruzioni.

I dati degli occupati Secondo gli ultimi dati aggiornati al 2021, Reggio Emilia è la ventunesima provincia in Italia per numero di lavoratori stranieri, pari a 45.456 cittadini stranieri di cui l’83,2% lavoratori dipendenti, il 15,7% lavoratori autonomi e l’1,1% parasubordinati. Il 77,4% dei dipendenti stranieri è impiegato nel settore privato non agricolo, il 16,7% è lavoratore domestico e il 5,9% è impiegato in agricoltura. Nel lungo periodo (dal 2012 al 2021) si osserva una crescita di lavoratori stranieri in provincia del 2,6%: nel 2021 si nota un +6,9% sui valori del 2019, dopo il calo registrato nel 2020. Il 18,5% dei lavoratori stranieri ha meno di 30 anni, il 25,1% ha tra i 30 e i 39 anni, il 29% tra i 40 e i 49 e il 27,4% ha 50 anni o più. Analizzando i dati dal 2012 al 2021 si assiste a un calo del 16,8% numero di giovani lavoratori stranieri under 30 e risulta in calo anche la totalità dei lavoratori con meno di 50 anni (-11,3%), mentre risultano in costante crescita i lavoratori stranieri con 50 anni o più (+75,7%). Al 2021, il maggior numero di lavoratori stranieri proviene da Marocco, Albania, India, Romania e Cina. «I cittadini stranieri regolari rappresentano una risorsa importante per il nostro territorio – conclude il presidente Luppi –. La nostra capacità di cittadini e di imprenditori deve consistere nel saperli accogliere e nel garantirgli un percorso che possa permettere loro di inserirsi in società. In questo senso, sarebbe importante che il Governo prevedesse la possibilità di far accedere gli immigrati a corsi di formazione professionale per imparare quei ruoli professionali di cui c’è più carenza al giorno d’oggi e di cui le nostre imprese hanno un disperato bisogno. In questo modo avremmo l’opportunità di inserire in azienda nuove figure e andare a colmare quei posti di lavoro a oggi scoperti per mancanza di manodopera specializzata». 

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Imprese & Territorio

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

MoRe Impresa Festival: tutto pronto per l’edizione 2023 Conferenze, presentazioni di libri e la seconda edizione di Manifatture Aperte. Appuntamento a Modena il 29 e 30 novembre e il 1° dicembre

T

utto pronto per il festival delle imprese che quest’anno giunge alla sua quarta edizione.

Un appuntamento che - come di consueto - vedrà la collaborazione di alcuni importanti istituzioni locali e la partecipazione di illustri personalità del dibattito pubblico.

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Tra questi due assoluti protagonisti del mondo sportivo e imprenditoriale locale, ma soprattutto le imprese associate a Lapam Confartigianato che, anche quest’anno, apriranno le porte agli studenti delle scuole superiori per il progetto “Manifatture Aperte”. L’inaugurazione è fissata per mercoledì 29 novembre per una serata all’insegna della passione per lo sport e per il lavoro. Sul palco: Carlo Rivetti, presidente di Stone Island e del Modena Calcio e Giulia Gabana, presidentessa del Modena Volley. La rassegna degli eventi prosegue poi giovedì 30 novembre, per un pomeriggio dedicato all’innovazione e alle imprese. Dalle 15.00, insieme a Federico Butera, presidente della Fondazione IRSO e tra i maggiori esperti in Italia di organizzazioni complesse, presenteremo il suo ultimo saggio “Disegnare l’Italia: progetti e politiche per organizzazioni di qualità” (Egea 2023). A seguire, con Paolo Manfredi, responsabile del progetto speciale PNRR di Confartigianato Imprese, e co-founder e responsabile di impatto di Upskill 4.0 Società Benefit, parleremo di come il concetto di “eccellenza”

– trattato nel suo ultimo saggio, “L’eccellenza non basta: l’economia paziente che serve all’impresa” (Egea 2023) - non sia più sufficiente a sostenere la trama del tessuto produttivo italiano. Infine, a partire dalle ore 18:00, con Alfonso Fuggetta, direttore del Cefriel e professore ordinario di informatica al Politecnico di Milano, parleremo di innovazione, imprese e lavoro, presentando la sua ultima fatica editoriale: “Un bel lavoro: ridare significato e valore a ciò che facciamo” (Egea 2023).

Manifatture Aperte: 2° edizione Durante la tre giorni di eventi si svolgerà poi la seconda edizione di “Manifatture Aperte”, il progetto nato dalla collaborazione tra associazione, imprese e scuole locali, per far conoscere agli studenti del territorio lo straordinario patrimonio di conoscenze e capacità offerte dalle aziende del terriotrio. Il 1° dicembre, infine, si terrà un grande evento di networking dedicato alle imprese e agli istituti superiori aderenti al progetto. 



MOBILITÀ SOSTENIBILE

Mobilità sostenibile La filiera dell'auto verso una svolta epocale

Percentuale di auto vecchie Auto con più di 10 anni 52,1%

51,2%

59,2%

Modena

Reggio Emilia

Italia

L'automotive rappresenta un settore fondamentale per la nostra economia, con 2.039 imprese modenesi e 1.482 reggiane inserite nella filiera dell'auto, filiera che va dalla produzione di autoveicoli, componenti e accessori, al commercio, fino alla manutenzione e riparazione. Questo settore sta andando a tutto gas verso un rapido cambiamento: in quattro anni si osserva una impennata di vendite delle vetture elettriche ed ibride, raggiungendo complessivamente le 23.668 unità circolanti nel modenese e le 18.854 nel reggiano. Si tratta di numeri ancora relativamente piccoli (meno del 6% del parco auto circolante) ma in forte crescita, che posizionano le nostre due province tra le prime 20 in Italia per maggior diffusione sul territorio. La transizione verso la mobilità green rappresenta dunque una trasformazione epocale quanto necessaria per avere un impatto sempre più sostenibile sul pianeta. E come tutte le transizioni, porta con sé alcune sfide, tra cui l'aggiornamento e la conversione del saper fare di tutte le imprese della filiera..

Percentuale di auto molto vecchie Auto con più di 15 anni 32,6%

30,9%

39,4%

Modena

Reggio Emilia

Italia

Parco autovetture circolanti nel 2022 Circa due auto ogni tre residenti. Modena

483.831

Reggio Emilia

364.639 Percentuale classe Euro4 o inferiore

Percentuale di auto nuove 7,5%

9,3%

7,6%

Modena

Reggio Emilia

Italia

6º valore più alto in Italia

20

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42,3%

41,1%

50,2%

Modena

Reggio Emilia

Italia


MOBILITÀ SOSTENIBILE

Cresce velocemente il parco auto ibride ed elettriche Numero di auto elettriche e ibride ogni 100mila circolanti 4.892

5.198

nel 2022

nel 2022

978

935

nel 2018

nel 2018

Modena

Reggio Emilia

19ª in Italia

13ª in Italia

Percentuale per tipologia di alimentazione 15,8% Altro 0,4% Elettrico 4,3% Ibrido

Modena

39,5% Gasolio

39,8% Benzina 17,8% Altro 0,4% Elettrico 4,8% Ibrido Reggio Emilia

39,5% Gasolio

37,5% Benzina

I numeri della Filiera dell'automotive I dati elaborati dall'Ufficio Studi Lapam Imprese registrate al 30 giugno 2023 2.039

982

48,2%

di cui artigiane

Addetti alla filiera (anno 2020)

1.482

12.846

742

6.742

50,1%

52,5%

5.973

di cui in Micro e Piccole Imprese con meno di 50 addetti

4.254 71,2%

Produzione

46

21

Produzione

1.013

Servizi e commercio

936

721

Servizi e commercio

5.729

3.783

di cui autoriparazione

891

672

di cui autoriparazione

3.639

2.295

Modena

Reggio Emilia

Modena

Reggio Emilia

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IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO

Il futuro è dell’idrogeno? L'Idrogeno è una risorsa chiave per la decarbonizzazione, ma la sua produzione presenta ancora dei limiti e può aver un impatto significativo sull’ambiente

I

l mondo consuma tutti i giorni circa 95 milioni di barili di petrolio, 20 milioni di tonnellate di carbone e 11 miliardi di metri cubi di gas. La nostra economia è talmente dipendente dalle fonti fossili che un improvviso shock può mandare in tilt l’intero sistema. Ed è precisamente ciò che è accaduto all’indomani dell’invasione russa dell’Ucraina. Un mercato già teso, come quello dell’energia, è letteralmente imploso a seguito delle tensioni geopolitiche internazionali e delle spinte dei paesi occidentali verso la cosiddetta “transizione energetica”. Un processo indispensabile volto a decarbonizzare quanto più velocemente possibile il nostro sistema produttivo, che tuttavia presenta più di un’incognita verso il raggiungimento degli obiettivi posti dall’ONU e dall’Unione Europea: la completa indipendenza dalle fonti fossili entro il 2050. Proprio la crescente preoccupazione per il repentino cambiamento climatico ha spinto il mondo della ricerca e dello sviluppo industriale a cercare alternative sostenibili alle fonti energetiche tradizionali. L'idrogeno ha quindi guadagnato attenzione come risorsa energetica pulita. Tuttavia, questo “vettore energetico” presenta ancora dei limiti evidenti. In particolare, nella produzione su larga scala. Ma che cos’è l’idrogeno? Come spiegato nel saggio di Alessandro Lanza “Energia arcobaleno. Il futuro è dell’idrogeno?” (il Mulino 2023), l’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’universo e la sua combustione non produce anidride carbonica. Inoltre, l’idrogeno può costituire un sistema di accumulo dell’energia rinnovabile. Tuttavia, per ottenerlo in forma pura (cioè nella forma molecolare H2) e utilizzarlo come fonte di energia, l’idrogeno deve essere estratto dai composti in cui si trova attraverso processi che richiedono consumo di energia e questa deve essere assicurata da qualche altra fonte. In sintesi, l’idrogeno deve essere prodotto.

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IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO

Produzione dell'Idrogeno L'idrogeno può essere prodotto attraverso diverse metodologie affrontate in modo dettagliato nel saggio di Lanza. Tra queste citiamo l’elettrolisi dell'acqua, un processo che utilizza l'energia elettrica per separare l'acqua (H2O) in idrogeno (H2) e ossigeno (O2). Un metodo altamente efficiente – per cui si parla di idrogeno verde - quando l'energia elettrica proviene da fonti rinnovabili come l'energia solare o eolica.

Esiste poi il processo cosiddetto di “reforming del metano”, ovvero la conversione del metano (CH4), il principale componente del gas naturale, in idrogeno e biossido di carbonio (CO2). Una metodologia già ampiamente utilizzata nell'industria, ma che produce emissioni di CO2, a meno che non venga implementata la cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS). In questo caso si parla di “idrogeno blu”. Infine, citiamo qui la tecnologia più matura, utilizzata principalmente nell’industria chimica, la cosiddetta “gassificazione” ovvero la conversione di materiali organici, come biomassa o carbone, in idrogeno attraverso una serie di reazioni chimiche. L’opzione tecnologica più economica, ma anche la più inquinante. In questo caso si parla di “idrogeno nero o marrone”.

I limiti nella produzione industriale dell'idrogeno Come evidenziato nel saggio di Lanza, anche le metodologie più pulite, come l'elettrolisi, possono produrre

emissioni indirette se l'energia elettrica per produrre idrogeno non proviene da fonti rinnovabili. Inoltre, la produzione di idrogeno verde attraverso l'elettrolisi richiede grandi quantità di energia rinnovabile e apparecchiature costose. Infine, la distribuzione e lo stoccaggio dell'idrogeno richiedono infrastrutture specializzate e l’espansione di queste ultime richiedono tempo e investimenti.

Gli obiettivi dell'Unione Europea In questo scenario tecnologico si inseriscono gli obiettivi dell'Unione Europea per la transizione energetica. L'EU Green Deal mira a rendere l'Europa neutra dal punto di vista climatico entro il 2050. Nell'ambito di questo piano, l'idrogeno svolge un ruolo chiave. I paesi dell’Unione si sono quindi impegnati a promuovere la produzione di idrogeno blu e verde, dedicando risorse finanziarie significative alla ricerca e allo sviluppo. Inoltre, l’Unione intende creare una rete di infrastrutture per l'idrogeno che faciliti lo stoccaggio e la ricarica dei veicoli mossi ad idrogeno, in particolare i mezzi pesanti, verso cui produttori ed esperti vedono oggi una maggior convenienza rispetto all’elettrificazione. L’Unione intende poi utilizzare l'idrogeno come

vettore energetico nei settori ad alta intensità energetica come l'industria pesante e il trasporto.

La via verso un futuro sostenibile Per utilizzare l'idrogeno come risorsa chiave nella decarbonizzazione, occorre quindi seguire un percorso ben definito. In particolare, è indispensabile continuare a investire nella ricerca per migliorare l'efficienza della produzione dell'idrogeno e ridurne i costi di produzione. È poi fondamentale sviluppare reti di distribuzione e stoccaggio dell'idrogeno per integrarlo nel mix energetico dei paesi membri dell’Unione. Infine, è indispensabile creare politiche e incentivi che favoriscano la domanda e l'adozione dell'idrogeno nelle industrie e nei trasporti. 

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IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO

Lanza: “L’idrogeno è un tassello nella transizione energetica” Un’intervista al Direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei, Alessandro Lanza, autore di “Energia Arcobaleno. Il futuro è dell’Idrogeno”

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ra i massimi esperti di energia in Italia, direttore della Fondazioni Eni Enrico Mattei, Alessandro Lanza è la persona giusta a cui chiedere delucidazioni sull’idrogeno - “un vettore e non una fonte energetica” come precisa puntualmente – e sul suo ruolo nella transizione energetica. Professor Lanza, nel suo libro “Energia arcobaleno: il futuro è dell’idrogeno?” (il Mulino 2023), lei definisce il rinnovato interesse verso questo combustibile un “innamoramento”. Perché? Quali sono gli ostacoli che impediscono l’impiego su vasta scala dell’idrogeno per usi civili, per la mobilità e nell’industria pesante? «Con l’espressione “innamoramento” voglio riflettere il forte desiderio di promuovere l'idrogeno come parte di una soluzione energetica sostenibile e alternativa ai combustibili fossili. Ma ci sono sfide. Il costo di produzione è alto, come cercare di impressionare il partner con regali costosi. Lo stoccaggio e il trasporto sono come consegnare un messaggio d’amore a un destinatario lontano, richiedendo investimenti in infrastrutture. La mancanza di stazioni di rifornimento è come organizzare un appuntamento senza luogo d'incontro, necessitando di investimenti per una rete di appuntamenti. L'efficienza energetica è come gestire una relazione a distanza, con perdite lungo il percorso. La sicurezza è come la gelosia, richiede

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attenzione a causa dell'infiammabilità». Il suo libro ha il pregio di non negare la complessità. Anzi, illustra i molteplici fattori che entrano in gioco durante una “transizione energetica” come quella che stiamo attraversando. Tra gli elementi che entrano in gioco, lei si sofferma sulla domanda e sull’offerta di idrogeno e sulla strategia dell’Unione Europea per creare un mercato efficiente per questo vettore energetico. Può aiutarci a capire in cosa consiste questa strategia? «L'UE ha una strategia per l'idrogeno in tre fasi: sviluppo tecnologico (2020-2025), riduzione costi (2025-2030), piena competitività (2030-2050). L'idrogeno "blu" fa da apripista prima di essere sostituirlo gradualmente e completamente dall'idrogeno verde». Oltre alla politica serve anche il mercato. Le imprese italiane hanno il know-how per sviluppare una filiera dell’Idrogeno? E la finanza sta investendo in progetti infrastrutturali e tecnologici volti a far crescere un settore così complesso? «In Italia, le imprese svolgono un ruolo cruciale nello sviluppo dell'industria dell'idrogeno, collaborando con istituzioni accademiche, centri di ricerca e aziende pubbliche. Questa sinergia, supportata da finanziamenti europei e privati, sta portando a una crescita significativa della filiera dell'idrogeno nel Paese. Le aziende coinvolte dimostrano un notevole know-how e competenza

nel settore, evidenziato anche dalla concessione di brevetti e dall'accento sull'innovazione tecnologica». Nel suo libro spiega come il 28% delle emissioni globali di CO2 sono dovute agli utilizzi energetici degli edifici. A Castelfranco Emilia, in provincia di Modena, è stato sperimentata la prima immissione di una miscela di idrogeno e metano nella rete domestica di alcune abitazioni. Quali aspettative possiamo riporre in questa sperimentazione? «La sperimentazione con una miscela di idrogeno e metano in reti domestiche coinvolge circa 30 famiglie. È importante considerare le difficoltà del passaggio da un piccolo campione a un'implementazione su scala più ampia (ad esempio, il controllo capillare e diffuso delle perdite dovute all'infiammabilità dell'idrogeno). L'aspetto più significativo è il coinvolgimento delle comunità locali nell'adozione di fonti energetiche più pulite, fornendo dati preziosi per valutare le sfide e i benefici di un'implementazione su larga scala». L’altra grande promessa dell’idrogeno è quella legata alla decarbonizzazione della mobilità. Eppure, come evidenziato nel suo libro, sono solo due gli impianti di ricarica attivi in Italia, contro i 100 in Germania. Può aiutarci a capire quali categorie di veicoli adotteranno, verosimilmente in tempi rapidi, una tecnologia di propulsione a idrogeno? «Mi aspetto un’adozione più rapida della tecnologia di propulsione a idrogeno nei veicoli commerciali pesanti, come camion per trasporti su lunghe distanze: questa categoria è fortemente interessata all'idrogeno per la sua alta densità energetica e i veloci tempi di rifornimento. Nel contesto urbano, il trasporto pubblico, incluso l'utilizzo di autobus e treni alimentati a idrogeno è utile per affrontare il problema dell'inquinamento urbano. Anche i furgoni stanno esplorando l'idrogeno per l'autonomia e i rapidi


IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO rifornimenti. Tuttavia, l'adozione su larga scala dipenderà dall'espansione dell'infrastruttura di rifornimento». Un’ultima domanda. Possiamo fare a meno della tecnologia nucleare per risolvere la nostra dipendenza dalle fonti fossili?

«La tecnologia nucleare può contribuire a ridurre la dipendenza dalle fonti fossili grazie alle basse emissioni di carbonio e alla capacità di generare energia continua. Tuttavia, presenta sfide di sicurezza, gestione dei rifiuti e, non da ultimo, di bassissima accettazione pubblica. Fonti rinnovabili come il solare ed eolico stanno diventando concorrenti più convenienti ed ecologiche.

La scelta tra nucleare e rinnovabili dipende dalle priorità e dalle circostanze di ciascun Paese nella transizione verso un'energia più sostenibile». 

Chi è Alessandro Lanza Alessandro Lanza è direttore della Fondazione Eni Enrico Mattei e docente di Energy and Environmental Policy all’Università Luiss Guido Carli e alla Luiss Business School. È stato Chief Economist dell’Eni, amministratore delegato di Eni Corporate University e Principal Administrator dell’International Energy Agency. Nel 2023 per i tipi de “il Mulino” ha pubblicato “Energia Arcobaleno. Il futuro è dell’idrogeno?”.

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Marcello Romagnoli, prof. Unimore: «Idrogeno grande opzione per il futuro green» L’idrogeno come una tra le fonti di energia rinnovabili del futuro: di questo abbiamo parlato con il prof. Marcello Romagnoli dell’Università di Modena e Reggio Emilia

C

on lei prof. Romagnoli vorrei partire parlando delle fuel cell. Ci può spiegare di che cosa si tratta? «Si tratta di sistemi che trasformano l’energia chimica contenuta nella molecola di idrogeno in corrente elettrica, calore e acqua. Siccome viene realizzato con un elevato grado di efficienza, presentano vantaggi nell’utilizzare l’idrogeno come combustibile dentro a tradizionali motori termici. Ad esempio potremmo utilizzare l‘idrogeno al posto del metano». L’idrogeno può aiutare a soddisfare il fabbisogno energetico delle imprese? «Certamente. Faccio alcuni esempi: l’idrogeno potrebbe essere utilizzato come combustibile nel campo metallurgico per scaldare i minerali ferrosi, per poter fare il processo di produzione di acciai e ghise. Può essere utilizzato come combustibile per l’industria vetraria o quella ceramica. Oppure nelle cartiere, dove bisogna far evaporare grandi quantità di acqua per ottenere poi il foglio di acqua: qui l’idrogeno può rappresentare una risorsa energetica importante. A questi si aggiungono chiaramente tutti quei processi dove serve dell’energia elettrica: l’idrogeno può essere utilizzato come accumulo di energia per poi utilizzarlo come energia elettrica sfruttando le celle a combustibile.

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Ma anche in campo industriale, per chi ha delle flotte di macchine per movimento materiali e macchine per movimento a terra, di una certa dimensione, si possono utilizzare sistemi a idrogeno». Immagino che possa rappresentare un’opzione anche per il trasporto pubblico «Assolutamente sì, tant’è che esistono già sperimentazioni su autobus che vengono fatti circolare per strada già da diversi anni. Sia pubblico ma anche privato. Possiamo includere anche trasporti pesanti, con carico materiali: i camion a idrogeno possono essere di grande efficienza». In quanto tempo, magari anche per le PMI, si potrà contare sull’idrogeno? «Credo che il lasso temporale possa andare dai 7 ai 20 anni. Mi spiego: dopo 7 anni si comincerà a vedere già un’introduzione e poi via via, in accelerazione, fino ai 20 anni. Credo che il messaggio debba essere anche un altro: non è solamente il discorso di utilizzare l’idrogeno, ma di entrare dentro a quella che è la catena del valore della tecnologia dell’idrogeno. Le nostre aziende possono, o meglio sono in grado di produrre parti di quegli apparati che servono nell’ecosistema legato all’idrogeno, come ad esempio le celle a combustibile, gli elettrolizzatori, i compressori per lo stoccaggio, i macchinari per i test».

Come si posizione Unimore all’interno di questa transizione? «Noi cerchiamo di far nascere un polo industriale italiano su questa tecnologia. Non solo offriamo ricerca, trasferimento di conoscenze e tecnologie, ma cerchiamo di fare anche networking tra le aziende in modo che siano facilitate nel costruire dei gruppi di lavoro all’interno di progetti. Offriamo delle soluzioni a imprese che chiedono di risolvere alcune problematiche. Inoltre, tra le altre cose, spingiamo anche affinché nascano anche dei corsi, sia a livello di scuole tecniche superiori sia a livello universitario, per formare i tecnici che poi saranno indispensabili per creare questo polo, promuovendo la conoscenza, trasparente e scientifica, delle tecnologie legate all’idrogeno. Verranno promosse attività di supporto alla creazione di nuove


IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO

aziende in questo specifico settore, nell’ottica di promuovere un nuovo ecosistema in grado di interagire sinergicamente su tematiche che coinvolgono l’idrogeno a 360°. Infine H2–MO.RE coordina le strutture per la ricerca, cura programmi di ricerca, anche in collaborazione con altri Atenei, enti pubblici o privati, partecipa all’organizzazione di corsi, seminari e convegni, collabora con il Sistema Bibliotecario di Ateneo per la redazione e divulgazione della Normativa Tecnica, oltre ad occuparsi della promozione di lavori scientifici sul tema». 

Chi è Marcello Romagnoli Conseguita la laurea nel 1990 in Chimica presso l´Università di Modena, Marcello Romagnoli ha iniziato la sua carriera lavorativa come responsabile del laboratorio chimico in una azienda privata. Nel 1994 è stato assunto presso il Dipartimento di Chimica e successivamente passato al Dipartimento Ingegneria dei Materiali e dell’Ambiente di Unimore, dove dal 2002 è professore associato. In ambito internazionale ha partecipato a due progetti europei e attualmente è coinvolto in un terzo finanziato all’interno del VI Programma Quadro. Autore di oltre 100 lavori scientifici su riviste nazionali e internazionali, il prof. Romagnoli è il direttore, per il primo triennio, del progetto H2–MO.RE, il nuovo “Centro Interdipartimentale di Ricerca e per i Servizi nel settore della produzione, stoccaggio e utilizzo dell’Idrogeno” costituito nel mese di marzo 2022.

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IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO

I colori dell'Idrogeno

anche di quella più sostenibile sul fronte ambientale e totalmente a zero emissioni.

Idrogeno Verde

Il vettore viene estratto dal metano tramite pirolisi. Il processo prevede di riscaldare il gas in assenza di ossigeno per rompere termicamente i legami chimici e ottenere idrogeno e carbonio solido. Quest’ultimo potrebbe essere utilizzato come materia prima. Il processo in sé non produce emissioni dirette di CO2 ma considerando l’intero ciclo di vita è legato a significativi livelli di gas serra.

Si ottiene dall’elettrolisi, tecnologia che scinde tramite l’elettricità le molecole d’acqua in ossigeno (O2) e idrogeno (H2). Per ottenere questa classificazione, l’energia elettrica deve essere fornita esclusivamente da impianti rinnovabili. Ad oggi si tratta della forma più costosa ma

Idrogeno Turchese

Idrogeno Blu Il colore identifica il vettore prodotto attraverso lo steam reforming: un processo che utilizza il vapore per separare le molecole di H2 dal gas naturale con successiva cattura delle emissioni di carbonio generate. Definito da alcuni come carbon neutral in virtù dell’utilizzo del CCUS, trova la sua classificazione migliore come idrogeno low carbon, ossia a basse emissioni. Va considerato che le attuali soluzioni di CCUS catturano solo il 90% della CO2; e che ovunque si estragga gas naturale esiste sempre una perdita dello stesso in atmosfera.

Tecnologia di produzione

Pirolisi di gas metano

R

Alimentazione da fonte energetica

Gas naturale Emissioni

carbonio solido

Tecnologia di produzione

Elettrolisi Alimentazione da fonte energetica

Tecnologia di produzione

Reforming di gas metano e cattura emissioni CCUS

Elettricità da rinnovabili

Alimentazione da fonte energetica

Emissioni

Gas naturale

nessuna

Emissioni

poca CO2

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IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO

Idrogeno Grigio L’idrogeno grigio viene prodotto attraverso lo steam reforming del metano allo stesso modo dell’idrogeno blu. In questo caso però data l'assenza del CCUS, tutte le emissioni generate dal processo vengono rilasciate in atmosfera.

Idrogeno Giallo In questo caso il vettore è generato da elettrolisi alimentata dall’energia solare, anche in maniera diretta. Non si tratta però di classificazione uni-

Tecnologia di produzione

Reforming di gas metano Alimentazione da fonte energetica

versalmente condivisa dal momento che alcuni usano questo colore per indicare l’idrogeno generato dall’elettrolisi dell’acqua con elettricità della rete (ossia fornita da fonti miste, comprese le fossili).

Idrogeno Marrone È prodotto tramite gassificazione del carbone. Si tratta della versione più dannosa per l’ambiente dal momento che il processo rilascia sia CO2 che monossido di carbonio.

Elettrolisi

Mix di varie fonti

Emissioni

Emissioni

moderata CO2

Questa classificazione identifica la produzione da elettrolisi alimentata da energia nucleare. Sebbene ci siano poche emissioni di carbonio prodotte con questo metodo possono esserci altri impatti ambientali come la produzione di scorie nucleari radioattive.

Tecnologia di produzione

Alimentazione da fonte energetica

Gas naturale

Idrogeno Rosa

poca CO2

Tecnologia di produzione

Elettrolisi Alimentazione da fonte energetica

Energia Nucleare Emissioni

nessuna

Tecnologia di produzione

Gassificazione carbone Alimentazione da fonte energetica

Carbone Emissioni

tanta CO2

Fonte: www.rinnovabili.it (Victorian Hydrogen Hub della Swinburne University of Technology)

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IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO

Castelfranco Emilia sede di un appuntamento per parlare di idrogeno

Il futuro è dell’idrogeno? A Castelfranco Emilia si analizzano gli scenari del domani La nostra Associazione ha organizzato un evento a Castelfranco Emilia per affrontare il tema dell’energia del futuro. Ospiti i principali protagonisti del panorama nazionale

L

’idrogeno è il futuro? Se ne è parlato durante l’iniziativa organizzata da Lapam Confartigianato che ha visto protagonisti, a Castelfranco Emilia, i principali esperti del panorama nazionale tra cui Alessandro Lanza, Direttore Fondazione Eni Enrico Mattei, Marcello Romagnoli, Direttore H2 MO.RE Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, Eduardo De Cillis, Hydro-

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gen Business Development Manager Toyota Motor Italia e Damiano Micelli, Chief Technology Manager Landi Renzo Group. È stato il prof. Lanza, autore del libro “Energia arcobaleno. Il futuro è dell’idrogeno?” ad aprire il confronto. «Idrogeno sì, ma con giudizio – ha precisato – evitando di credere che sarà panacea dei guai che ci affliggono. Solo se saremo in grado di inserire il tema dell’idrogeno per rispettare il controllo delle emissioni riusciremo, nei prossimi 10 o forse 20 anni, a impattare meno sul pianeta. Se mi chiedete se il futuro sia dell’idrogeno a oggi non posso rispondere con certezza. Posso però fare un parallelismo. Le due rivoluzioni industriali hanno un aspetto in comune: insieme all’uso del carbonio (per la prima rivoluzione) e a quello del petrolio (per la seconda rivoluzione) viene l’utilizzo della tecnologia. È un’azione combinata tra un nuovo elemento e la tecnologia che svi-

luppa e amplifica le potenzialità di quell’elemento. A oggi non c’è una tecnologia nuova che nasca insieme all’idrogeno, ma non è escluso che a breve possa presentarsi e potrebbe farci stare meglio se ci aiutasse a risolvere il problema del cambiamento climatico, che è un problema estremamente serio e reale». «Sono d’accordo con il prof. Lanza sul fatto che l’idrogeno sarà parte del futuro energetico – ha detto il prof. Unimore Marcello Romagnoli –. Credo che il target del 2030 che ci siamo dati per l'installazione di circa 5 GW di capacità di elettrolisi non verrà rispettato perché è troppo vicino. Capisco che mettere come linea temporale il 2050 avrebbe inconsciamente fatto pensare che ci sarebbe stato più tempo e non ci saremmo adoperati così velocemente per realizzare questo obiettivo, ma sono quasi certo che per il 2030 sia improbabile. Nel mondo ogni anno si producono 70 milioni di


IN COPERTINA UNA FINESTRA SULL'IDROGENO tonnellate di idrogeno: se maneggiato con cura, non è più pericoloso degli altri gas che utilizziamo già. Il ragionamento che dobbiamo fare è che l’idrogeno va prodotto con macchine, va inserito in contenitori (quindi compresso da macchine) e poi lo utilizziamo. Di queste “macchine” dovremo farne in abbondanza, ma il tessuto produttivo emiliano-romagnolo ha le tecnologie giuste». Edoardo De Cillis ha esposto la vision di Toyota. «Il nostro punto di forza è portare avanti un’idea con convinzione – ha spiegato –. Il futuro sarà in parte dell’idrogeno e non soltanto per il settore automotive. Ci dovremo chiedere se scegliere una vettura full hybrid plug in, una full electric, oppure a idrogeno e qui potrò valutare se elettrico o endotermico. A livello aritmetico per alimentare macchine a idrogeno basterebbe una pompa ogni 600 km, visto che con un pieno i nostri mezzi possono percorrere quella distanza. Non sarebbe sufficiente, per cui l’obiettivo è entro il 2035 avere una pompa ogni 200 km nelle maggiori città italiane ed europee». Spazio importante riservato alle conclusioni di Damiano Micelli. «Innanzitutto ci tengo a ringraziare Lapam Confartigianato per la possibilità di parlare di questi argomenti – ha dichiarato –. Noi abbiamo già fatto investimenti industriali e utilizziamo le competenze per capire come evolvere e andare incontro allo sviluppo tecnologico. L’idrogeno è un gas e come tale bisogna conoscerlo, sapere quali peculiarità ha e solo dopo sviluppi i tuoi componenti in quella direzione. Si può usare negli impianti di alimentazione, è una molecola piccolissima e va controllata. È importante saper cogliere le occasioni facendo leva sulle competenze: come imprenditori abbiamo un compito e un dovere nei confronti dei dipendenti, di noi stessi e della nostra mission imprenditoriale. Dobbiamo avere il coraggio di rischiare». 

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ALIMENTAZIONE

Confartigianato a Tavola: il Canada incontra le eccellenze enogastronomiche dell’Emilia Romagna Una delegazione proveniente dal Canada ha incontrato a Rimini le eccellenze enogastronomiche dell’Emilia Romagna

V

isit Romagna e Confartigianato hanno scelto Verucchio, l’Oste del Castello e la Rocca Malatestiana, per “Confartigianato a tavola”, una tre giorni di seminari, workshop e visite ai produttori agro alimentari del territorio emiliano-romagnolo che hanno per protagonisti otto buyer e due opinion leader canadesi di quasi tutte 10 le province del Paese d’oltre oceano. L’evento si è tenuto nell’ambito dell’incoming di buyer canadesi organizzato da Confartigianato con Ice. Rimini è stata la location designata per la prima tappa, mentre la seconda tappa ha come sede stabilita Lamezia Terme. Una sessantina le aziende artigiane con produzioni di qualità tra le due tappe che hanno incontrato i buyers canadesi, tra cui anche due associate Lapam Confartigianato: Fuoco e Grano di Nardi Katia e il Prosciuttificio Leonardi. La delegazione dell’Alberta, dell’Ontario e del Québec ha incontrato nel Salone delle Feste del Castello una ventina di aziende delle province di Rimini, Forlì-Cesena, Ravenna, ma anche Parma e Modena per una serie di meeting B2B in cui sono state presentate e offerte loro le eccellenze enogastronomiche della nostra terra. Prima dell’avvio dei lavori, i 10 “esperti” canadesi hanno ricevuto il benvenuto della sindaca Stefania Sabba, che, alla presenza del presidente provinciale di Confartigianato Davide Cupioli e

del segretario provinciale Gianluca Capriotti, ha evidenziato l’importanza della sinergia costa-entroterra e fra i vari territori, ringraziando buyer e opinion leader per le bellissime parole sul borgo di Verucchio e il suo castello. «Si tratta di una bellissima iniziativa – ha spiegato la sindaca – per cui ringraziamo Visit Romagna e l’associazione di categoria, un’opportunità per aprire nuove frontiere sia sotto il profilo dell’import-export che delle rotte turistiche. La nostra Rocca ha colpito al cuore gli ospiti canadesi e il Salone delle Feste con tutte le eccellenze della Romagna ha un colpo d’occhio veramente affascinante».

Le imprese modenesi partecipanti Fuoco e Grano di Nardi Katia: a Montese tre amiche riscoprono nell’antico connubio tra fuoco e grano la passione e la semplicità degli autentici sapori della vita: zuccherini, zuccheroni montanari, biscotti, torte, panettoni, tigelle, tigelloni e spianate. Tutto fatto artigianalmente proprio come la tradizione e il tempo hanno tramandato.

A Rimini un incontro tra i buyers canadesi e le eccellenze enogastronomiche del nostro territorio

Prosciuttificio Leonardi: nato nel 1988 dall’esperienza trentennale di Aldo Leonardi, al quale si affianca subito il figlio Marco, la prima sede è in centro nel paese di Marano sul Panaro. Anno dopo anno la produzione dell’azienda incrementa: nel 2012 l’attività registra il marchio “Culatello stagionato di Modena con cotenna”, oggi “Culatta”, che insieme ai Prosciutti diventa prodotto di punta insieme ai Crudi Sgambati, al Dolce Fiocco e altre tipicità della zona. 

Referente categoria Alimentazione Daniele Casolari 059 893 111 daniele.casolari@lapam.eu

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MODA

Visto il buon esito del corso pilota svolto nell’anno scolastico 2022/2023, l’Istituto Vallauri di Carpi ha deciso di rendere strutturale il corso di maglieria realizzando un nuovo laboratorio

L Un nuovo laboratorio di maglieria per l’ampliamento dell’offerta didattica all’Istituto Vallauri

Paolo e Federico Leporati, imprenditori che collaborano nel progetto di maglieria dell'Istituto Vallauri di Carpi

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’anno scolastico 2023/2024 si apre con una novità nel segno della continuità per l’Istituto Vallauri di Carpi. Dopo il successo del corso pilota di maglieria, i dirigenti della scuola hanno deciso di rendere strutturale e costante questa offerta didattica. «La scuola deve aggiornarsi e avere un collegamento diretto con il territorio. Siccome le richieste che ci sono giunte dal distretto si concentravano principalmente sulla maglieria, abbiamo deciso di mantenere il corso anche per questo anno scolastico» spiega Silvia De Vitis, Dirigente Scolastica dell’istituto. «Manteniamo la parte storica legata al tessile – continua e puntualizza la professoressa Lara Pozzetti, docente di laboratorio e referente del progetto maglieria per l’Istituto Vallauri di Carpi – ma viste le richieste ampliamo l’offerta, in un’aula diversa e che può contare sulla presenza di diciotto macchine rettilinee da maglieria e due macchine rimagliatrici. Stiamo lavorando per dare risposte alle imprese del territorio e formare i futuri tecnici professionisti». Saranno oltre un centinaio gli studenti coinvolti da questo progetto nell’anno scolastico 2023/2024, ma l’obiettivo è allargare ancora di più questa offerta. «Per l’anno scolastico 2024/2025 – prosegue la prof.ssa Pozzetti –, abbiamo intenzione di attivare un percorso di Istruzione e Formazione Professionale, già dalle classi prime dell’Istituto, con all’interno una didattica di maglieria, mantenendo comunque sempre la parte relativa al tessile, ammodernando anche il parco macchine». L’obiettivo del progetto, realizzato insieme al Carpi Fashion


MODA System in collaborazione con ForModena, è formare operatori di cui il territorio ha fortemente bisogno e recuperare un’attività tradizionale, coniugandola con le competenze del nuovo millennio. Le richieste di rendere strutturale il corso di maglieria sono arrivate dalle imprese del territorio, un distretto di eccellenza e rilevanza internazionale, che più di altri, forse, sta soffrendo la mancanza di personale professionale qualificato. «Quello tra scuola e imprese è un collegamento necessario – spiegano Paolo e Federico Leporati, titolari della ditta Ledatex in cui lavora anche il padre Carlo – perché gli studenti sono i lavoratori

del domani e di loro abbiamo bisogno. Necessitiamo di figure specializzate, che sappiano un mestiere. Se vogliamo dare una continuità al nostro settore, il ruolo della scuola è fondamentale: se vogliamo figure professionali preparate quando escono dalle scuole abbiamo necessità di collaborare. Con il Vallauri siamo sulla strada giusta. Ora deve cambiare la mentalità: le scuole professionali e tecniche, che insegnano un mestiere manuale, non sono istituti di “serie b” rispetto ai licei, ma anzi, a noi servono maggiormente lavoratori che sappiano fare lavori manuali. Noi abbiamo bisogno di manodopera specializzata». 

A scuola di maglieria al Galilei di Mirandola Un gruppo di tre imprenditori della provincia di Modena ha dato vita a un progetto che ha l’obiettivo di far avvicinare gli studenti al mondo della maglieria

B

arbara Galaverna, Andrea Baraldi e Alessandro Raimondi. Sono i tre imprenditori che hanno deciso di unirsi dando vita all’associazione CITM (Consorzio Italiano Tessile Maglieria) che ha l’obiettivo di educare e formare gli studenti dell’Istituto Galilei di Mirandola nell’ambito della maglieria. «Vogliamo avvicinare gli alunni a questo ambito – spiega Barbara Galaverna dell’azienda GBM, associata Lapam – e crediamo che il miglior modo sia andare direttamente nelle scuole. Abbiamo attiva-

to la convenzione con il Galilei e da febbraio introducendo un’insegnante di maglieria nell’offerta didattica. Noi tre imprenditori ci siamo occupati di ogni dettaglio, consegnando i macchinari e selezionando il personale. In questo modo abbiamo creato nella scuola un corso di 60 ore, in cui un’insegnante spiegava la tessitura e una docente il rimaglio. Per quanto riguarda la prima, abbiamo voluto insegnare agli studenti i concetti base, mentre grazie ai macchinari che abbiamo fornito all’istituto, la professoressa di rimaglio ha fatto fare delle prove pratiche agli alunni. Lo scopo è riportare la maglieria a scuola e spiegare quali sono i differenti ruoli che si possono occupare all’interno delle aziende che operano nel settore». Al termine del corso, le 20 studentesse hanno potuto effettuare uno stage all’interno delle aziende coinvolte nel progetto per toccare con mano il mondo lavorativo. Per il futuro il progetto punta a espandersi ad altre classi dell’istituto mirandolese. «Per questo anno appena trascorso abbiamo lavorato con la classe quarta del Galilei – conclude Barbara Galaverna –. Per l’anno scolastico che verrà collaboreremo con la quarta e la quinta. Dal 2024/2025 invece inizieremo dalle seconde, e quindi includendo la seconda, la terza, la quarta e la quinta. Già da quest’anno scolastico però le studentesse che si diplomeranno avranno in curriculum anche la maglieria. Un aspetto per noi fondamentale perché significa che le ragazze escono da scuola e hanno già una base per entrare nelle aziende del comparto. Nel settore manca la formazione di ragazzi che conoscano come creare una maglia, e la finalità del progetto mira proprio in questa direzione». 

Referente categoria Moda Laura Roncaglia 059 893 111 laura.roncaglia@lapam.eu

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Approvata la nuova legge regionale sul commercio e sui servizi Il nuovo testo abroga la legge 41 del 1997. Una panoramica delle principali novità

L

e città, nella loro varietà di dimensioni e configurazioni, sono il cuore pulsante dell'economia e della società contemporanea. Attorno a questa considerazione ruota la legge Regionale sullo sviluppo dell’economia urbana e sulla qualificazione e innovazione della rete commerciale e dei servizi, approvata da Regione Emilia Romagna a fine settembre. Oltre a superare la legge 41, l’iniziativa regionale mira a ridefinire e potenziare il ruolo delle città come motori di crescita economica, centri di innovazione e attrattività turistica.

Il ruolo delle città Nella legge le città e i comuni rappresentano luoghi in cui si sviluppano servizi di prossimità che servono non solo al centro urbano, ma anche alle aree circostanti. Nelle intenzioni del legislatore esse promuovono infatti lo sviluppo sociale, garantendo coesione e servizi innovativi.

Nel testo si fa esplicita menzione delle conseguenze della emergenza sanitaria da COVID-19, che ha avuto un impatto significativo sui piccoli esercizi commerciali. Inoltre, come si legge: «La crisi economica, i cambiamenti nei modelli di consumo e la crescente presenza di giganti del commercio online globale hanno ulteriormente complicato il quadro». Regione Emilia Romagna si quindi pone l’obiettivo di rilanciare il settore commerciale e dei servizi attraverso politiche innovative. In particolare, attraverso l'idea di “Hub urbani” e “Hub di prossimità”, ovvero: “luoghi in cui le imprese, la comunità locale e le istituzioni collaborano per promuovere lo sviluppo economico, migliorare le infrastrutture e creare opportunità per le imprese”. I contributi della Regione saranno destinati a sostenere la pianificazione, l'attivazione e lo sviluppo di questi Hub. Quindi, un elemento chiave per stimolare l'innovazione sarà la collaborazione tra diversi attori, non ultime le imprese.

Il ruolo delle imprese La riforma si focalizza sull'individuazione di strumenti atti a migliorare l'efficienza e la gestione

dei centri urbani, incentivando le imprese a collaborare e a diversificare le loro attività. L’intento del legislatore è quello di superare l'approccio settoriale e di sviluppare analisi e proposte connesse ad altri ambiti come la rigenerazione urbana, la cultura, il turismo e l'economia verde. In questo senso Regione punta sull'adozione di modelli di governance che coinvolgano gli stakeholders nella definizione di una strategia comune e condivisa del centro storico e dei centri urbani minori, consentendo interventi mirati alle specifiche realtà territoriali.

Le risorse La legge Regionale prevede inoltre di mettere in sinergia le opportunità offerte dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e dalla programmazione europea POR-FESR 2021-2027. In particolare, Regione Emilia Romagna intende utilizzare i 18 milioni di euro dei fondi europei a disposizione di viale Aldo Moro. Risorse che potrebbero essere indirizzate verso bandi che sostengano le imprese del commercio e dei pubblici esercizi, promuovendo investimenti per l'ammodernamento e la qualificazione delle strutture e l'espansione delle attività, incoraggiando anche la creazione di attività multiservizi. La legge mira, insomma, a trasformare le città in motori di crescita economica e di innovazione, promuovendo la competitività e la resilienza dei territori e delle imprese. 

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BENESSERE

Confartigianato Benessere rinnova il sostegno alla campagna APEO per il diritto alla qualità della vita dei pazienti oncologici Ottobre è il mese dedicato da diversi anni al Diritto dei pazienti oncologici alla qualità di vita dall’Associazione Professionale di Estetica Oncologica (APEO) Nel corso del mese, infatti, le specialiste dell’Associazione offriranno consulenze e trattamenti gratuiti in diversi centri estetici, strutture sanitarie e farmacie dell’intera Penisola. L’obiettivo è contrastare i danni a pelle e unghie, causate dalle terapie anti-cancro e garantire ai pazienti il diritto ad avere una migliore qualità di vita. Oltre a eseguire trattamenti specifici, consiglieranno ai pazienti e ai caregiver come prendersi adeguatamente cura di pelle e unghie. Queste, infatti, spesso subiscono danni rilevanti causati dagli effetti collaterali dei trattamenti anti-tumorali. Confartigianato Benessere ha condiviso e sostenuto il percorso formativo di APEO messo a punto in collaborazione con i medici e le figure sanitarie dell’Istituto Europeo di Oncologia. Tale percorso è riservato alle estetiste già in possesso della qualifica professionale ed è mirato a formare le competenze scientifiche necessarie alla comprensione delle patologie e delle terapie oncologiche, e delle conseguenze da esse prodotte a livello cutaneo per adattare metodi, manualità e strumenti dei trattamenti di bellezza e benessere alle condizioni particolari di un paziente oncologico. Referente categoria Benessere Elena Baraldi 059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu

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L’obiettivo dell’iniziativa è garantire ad ogni paziente in terapia oncologica il diritto di una migliore qualità

di vita. “Vogliamo rivolgerci agli oltre 600mila uomini e donne che nel nostro Paese stanno ricevendo cure anti-cancro, o che le hanno da poco terminate – ha affermato Valter Andreazza, Segretario Generale APEO. Ci dedichiamo a promuovere la consapevolezza e a sostenere attivamente coloro che affrontano un difficile percorso di vita. Le estetiste APEO sono figure professionali specializzate in grado di valutare le tossicità cutanee da terapia e conseguentemente possono applicare protocolli estetici mirati”. Come confermato dalla Presidente e co-fondatrice di APEO Carolina Redaelli: “quelli a pelle e unghie sono tra gli effetti collaterali più comuni. Colpiscono infatti il lato esteriore ed estetico di una persona che già sta soffrendo per una malattia insidiosa e molte volte fatale. Preservare l’aspetto esteriore e di conseguenza psicologico di un malato oncologico deve essere considerato un dovere dall’intero sistema sanitario nazionale”. Nell’ambito dei molti rapporti di collaborazione attivati, anche APEO – come Confartigianato Benessere – sarà partner ufficiale del 39° Congresso Internazionale Les Nouvelles Esthetiques che si terrà a Bergamo il 15 e 16 ottobre. Confartigianato Benessere vanta diverse estetiste APEO che già da tempo, oltre a operare nel loro centro, hanno avviato collaborazioni con strutture sanitarie, ambulatori medici e farmacie: “Siamo convinti che anche loro possano dare un contributo alla lotta al cancro nell’ottica un approccio multidisciplinare al benessere di persone afflitte da neoplasia. Tutto ciò deve avvenire tenendo conto dell’ovvia separazione fra le rispettive attività e competenze e nel quadro di una virtuosa collaborazione fra professioni sanitari e del benessere”. 


MOVIMENTO DONNE IMPRESA

Il gruppo donne riunito in occasione del meeting “Leadership in movimento - La forza dell’identità”

Meeting formativo Donne Impresa 2023: “Leadership in movimento - La forza dell’identità” Il 1 e 2 ottobre si è svolto a Milano Marittima il meeting formativo “Leadership in movimento - La forza dell’identità” del movimento Donne Impresa Confartigianato

Anche la presidente provinciale del Movimento Rita Cavalieri ribadisce infatti che “le imprenditrici sono ormai consapevoli che il cambiamento avviene quotidianamente e che, in questo contesto, imprese, organizzazioni e persone devono ripensarsi sviluppando competenze e strategie adeguate.” “Si tratta di

una chiara assunzione di responsabilità - rincara Ligabue - che deve partire da una conoscenza di sé e dell’organizzazione che rappresentiamo, dei propri scopi e bisogni; da una conoscenza delle potenzialità e dei limiti delle proprie azioni; e infine, ma non per importanza, da una gestione delle relazioni.” La docenza delle due giornate è stata affidata a Camilla Rovelli, Master Certified Coach (MCC) Co-autrice del libro “La leadership sinergica. Sviluppare le nuove competenze di coaching per attivare il cambiamento” e a Nancy Agnese Zoda, Coach e Team Coach certificata ICF. 

“La scelta di focalizzare il meeting sul tema della leadership – spiega la presidente regionale del Movimento Donne Confartigianato Cinzia Ligabue - nasce dalla volontà di valorizzare, all’interno del Sistema Confartigianato, il ruolo di soggetto propositivo del Movimento imprenditoriale femminile.”

Referente Movimento Donne Impresa Elena Baraldi 059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu

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COMUNICAZIONE

Come impatta la carta sul nostro futuro? La raccolta e il riciclo della carta diventano fondamentali in un’ottica di economia circolare. Ne abbiamo discusso con il direttore generale di Comieco, il dott. Carlo Montalbetti

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2 imprenditori nel settore dell’imballaggio commissionarono una ricerca per capire se la carta potesse avere un futuro. I ricercatori conclusero che la carta avrebbe avuto futuro solo se fossero state sfruttate le sue tre potenzialità: è biodegradabile, è facilmente recuperabile e, ultimo ma non meno importante, è riciclabile. Nacque così, nel 1985 come ente privato e dal 1997 è diventato consorzio nazionale, Comieco, ente predisposto per il riciclo di questo tipo di materiale e facente parte del sistema Conai. Abbiamo parlato dell’impatto che ha la carta sul nostro presente e di quello che avrà sul nostro futuro con il dott. Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco. Quale impatto ha la carta al giorno d’oggi? «Lo possiamo capire grazie ai dati.

Il consiglio della comunicazione con Carlo Montalbetti, direttore generale di Comieco

Referente categoria Comunicazione Fabio Sala 059 893 111 fabio.sala@lapam.eu

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Oggi l’abitudine alla raccolta differenziata è ormai consolidata. La carta rappresenta il 42% degli oltre 10,5 milioni di tonnellate di imballaggi complessivamente avviati a riciclo dal sistema CONAI. Comieco è il consorzio che fa riferimento alla filiera produttiva dell’imballaggio in carta e cartone, con circa 3.200 aziende associate. Nel primo semestre 2023 dati raccolta in aumento. In questo lasso di tempo sono state complessivamente raccolte 1.160.419 tonnellate, il 17% in più rispetto al 2022. La raccolta congiunta (pari a 737 kt) è aumentata del 24% mentre la raccolta selettiva (423 kt) del 7%». Con lei vorrei fare un focus anche su quel che riguarda il Regolamento europeo «Sì, il cosiddetto Regolamento PPWR, Packaging and Packaging Waste Regulation. Bisogna innanzitutto specificare che, a differenza della direttiva, il regolamento diventa legge immediatamente per tutti gli stati, mentre la direttiva si adegua per ogni Paese. Il regolamento prevede il divieto di immissione al consumo di alcuni formati di imballaggio monouso, in particolare quelli per frutta e verdura fresca di peso inferiore a 1.5 kg e quelli per alimenti e bevande consumati all'interno dei locali HORECA. Il Regolamento prevede l’obbligo di riutilizzo per bevande e cibo da asporto cibo del

settore HORECA e la consegna di articoli non alimentari tramite e-commerce». Il regolamento fa una specifica anche per quanto riguarda il riciclo «Esattamente. Gli imballaggi immessi sul mercato dovranno essere totalmente riciclabili entro il 2030. La valutazione della riciclabilità avverrà sulla base di criteri di progettazione per il riciclo al momento non noti e che dovranno essere stabiliti con appositi atti delegati. Inoltre, gli imballaggi dovranno essere riciclati in materie prime secondarie di qualità sufficiente a sostituire le fonti primarie di materiali, introducendo così il concetto di riciclo di qualità». Quali sono le sfide future per il settore e anche per Comieco? «Sicuramente il sostegno alla crescita della raccolta differenziata, in particolare al Sud, dove si stima un potenziale 800 kton di raccolta. Poi ci sarà certamente una parte dove presteremo attenzione alla qualità e al rafforzamento del sistema dei controlli. Senza dimenticare la sussidiarietà del Consorzio in un quadro economico ancora incerto e mercati volatili. Tra le sfide per il domani inserisco anche il maggior utilizzo di carta da riciclo e di nuove capacità produttive per circa 1,6 milioni di tonnellate e l’attenzione a nuovi flussi (e-commerce, delivery) e nuovi prodotti (accoppiati) per imballaggi più sostenibili e servizi ad hoc. Non dimentichiamo anche l’incremento della raccolta differenziata dei cartoni per bevande al 60% entro il 2025, l’efficientamento lungo tutta la filiera per contenere i costi, ridurre gli scarti e facilitarne la gestione. In ultima istanza credo che sia importante anche “precedere” il 2030, cioè muoversi con anticipo realizzando gli obiettivi di riciclo previsti prima della scadenza, come già fatto con quelli del 2025. Ricordiamo che la filiera della carta è tra le più virtuose per quanto riguarda la raccolta e il riciclo. Non ci resta che proseguire su questa strada già tracciata e, dove possibile, migliorare ancora il nostro raggio d’azione». 


TRASPORTI

Il gruppo donne riunito in occasione del meeting “Leadership in movimento - La forza dell’identità”

Trasporti: un evento per fare il punto sulle novità per il settore A confronto il presidente di Confartigianato Trasporti, Amedeo Genedani, e gli esperti Gianni Ferri e Maria Cristina Allegretti

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abato 23 settembre si è svolto in sede Lapam a Sassuolo, un incontro rivolto agli autotrasportatori. Come relatori sono intervenuti il dottor Ferri, consulente esperto in materia di codice della strada, e Cristina Allegretti, referente dell’associazione in ambito contrattuale. Il Presidente nazionale e provinciale dei Trasporti, Amedeo Genedani, che è sempre attivo nei dibattiti nazionali, ha aggiornato i presenti sullo stato delle relazioni tra Confartigianato e il Ministero delle

Infrastrutture e dei Trasporti (MIT), evidenziando le problematiche legate alle normative e alle pratiche tecniche riguardanti i finanziamenti per il credito d'imposta sul gasolio. Alcuni di questi finanziamenti sono ancora in sospeso o non sempre sufficienti. Genedani ha poi parlato delle nuove misure previste per settembre/ottobre 2023, che riguardano i consumi di gasolio nel secondo semestre del 2022. Queste misure sono state ben accolte dalla categoria, in quanto mirano a contenere l'incremento del costo dei carburanti, che sta mettendo in difficoltà i trasportatori professionisti. Inoltre, queste misure sono erogate in modo garantito e possono essere detratte dalle imposte delle imprese, senza passare per riduzioni dirette sul prezzo della benzina. Genedani ha anche sottolineato che inizialmente i fondi stanziati (37 milioni di euro all'anno) per l'acquisto di nuovi autocarri Euro 6 e simili sono stati bloccati a causa di

tagli da parte del Ministero dell'Economia e delle Finanze (MEF). Ha informato che Confartigianato Trasporti ha richiesto incontri urgenti e specifici con il MIT, rivolti all'Onorevole Salvini, che hanno portato a promesse di ripristino dei fondi. Riguardo alle novità introdotte nel codice della strada, il dottor Ferri ha evidenziato l’aumento delle sanzioni per abuso di alcol e per uso di stupefacenti, con nuove regole e controlli più rigorosi. Cristina Allegretti ha fornito infine informazioni sul Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro (CCNL) nel settore dei Trasporti e della Logistica, sottolineando i vantaggi per i dipendenti e gli imprenditori relativi alle prestazioni offerte dal Fondo Regionale Contrattuale (EBER). Per il 2023, queste prestazioni possono comprendere interventi specifici volti a ridurre i costi legati a eventi, seminari, corsi di formazione e persino contributi a fondo perduto per l'acquisto di nuovi autocarri e altri beni. 

Referente categoria Trasporti Matteo Vezzani 059 893 111 matteo.vezzani@lapam.eu

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AUTORIPARAZIONE

Gli autoriparatori incontrano Vittorio Jonesti per parlare del costo della manodopera

Conoscere il vero costo della manodopera in officina Un percorso con Vittorio Jonesti rivolto alle imprese dell’autoriparazione

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’aumento dei costi di gestione sta mettendo a dura prova le imprese dell’autoriparazione. Un settore alle prese con una complessa transizione tecnologica, con la difficoltà a reperire manodopera qualificata e con clienti sempre più esigenti. Anche per questo, insieme a Vittorio Jonesti di Officina Efficiente, abbiamo organizzato un evento lo scorso 20 settembre e un percorso

Referente categoria Autoriparatori Livio Lazzari 059 893 111 livio.lazzari@lapam.eu

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formativo ad hoc rivolto a carrozzieri e meccatronici. Un percorso formativo pensato per aumentare l’autoconsapevolezza dei partecipanti e attribuire il giusto valore al lavoro svolto quotidianamente in officina. Per garantire un futuro alle imprese del settore è infatti necessario partire dal presupposto che la propria manodopera deve essere venduta al giusto prezzo. In passato - infatti non c'erano strumenti adeguati per calcolare il costo della manodopera, spesso si compensava la bassa tariffa corrispondente a questa voce con margini sui ricambi. Una strategia non più sostenibile al giorno d’oggi. Secondo Jonesti è essenziale ripartire dalla conoscenza del cosiddetto “Costo Orario Struttura” (COS), un dato indispensabile per attribuire un valore adeguato al lavoro svolto

in officina. Il COS permette infatti di stabilire in anticipo quanto è possibile guadagnare su ogni lavorazione, evitando sconti e concessioni eccessive. Grazie alla collaborazione tra Lapam e Officina Efficiente è possibile raggiungere questa consapevolezza, partendo da un’analisi dettagliata del bilancio. Attraverso questo dato è più semplice individuare l'utile o la perdita di ogni lavoro. Saper calcolare l’utile, ciò che rimane dopo aver coperto tutti i costi (compreso un adeguato stipendio) è infatti indispensabile per investire in azienda, assumere personale, formarsi e migliorare le proprie attrezzature. Ma non finisce qui. Una volta calcolato il COS, è necessario utilizzare gli strumenti e le strategie giuste per vendere la manodopera al giusto prezzo. In particolare, attraverso la comunicazione, il marketing e l'accettazione del cliente in officina. Secondo Jonesti non basta più essere bravi meccanici o carrozzieri, è necessario imparare a gestire il lato commerciale del lavoro nel miglior modo possibile. 


EDILIZIA

Prepararsi alla direttiva europea sull'efficienza energetica degli edifici Le proposte di ANAEPA sull’evoluzione della disciplina incentivante in materia di eco-sisma bonus

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econdo la nuova Direttiva Europea sull'efficientamento energetico degli edifici entro il 1° gennaio del 2030, tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica "E". Nel 2033, l'obiettivo è salire alla classe "D", e infine, entro il 2050, si mira ad emissioni zero. Attualmente, il 76% degli immobili in Italia si trova nelle classi energetiche E, F, G, secondo il Database ENEA. Questo rappresenta una sfida significativa per il paese, ma anche un'opportunità. Per raggiungere questi obiettivi, sono fondamentali gli incentivi per gli interventi edili.

Le Linee Guida delle Associazioni della Filiera delle Costruzioni

essenziali per garantire una politica efficace di riqualificazione degli edifici. Una delle proposte chiave è la programmazione pluriennale degli interventi incentivati. Questo richiederebbe un piano industriale a lungo termine, con un periodo di 20-30 anni, garantendo la sostenibilità finanziaria nell'ambito del bilancio dello Stato. L'obiettivo è migliorare l'efficienza energetica e la sicurezza sismica, indipendentemente dalla tipologia di interventi. Le normative dovrebbero stabilire gli obiettivi generali, come il miglioramento delle classi di efficienza e di rischio, mentre le normative regolamentari dovrebbero affrontare i dettagli tecnici, consentendo ai professionisti di sviluppare soluzioni innovative. Un altro aspetto importante è il consolidamento delle procedure di controllo, anche attraverso asseverazioni dei professionisti, per prevenire illeciti e truffe. La misura dell'incentivo dovrebbe garantire la copertura integrale del costo dell'intervento, con finanziamenti pubblici diretti e mutui agevolati. Si dovrebbe garantire il finanziamento completo per i soggetti con capacità economica ridotta. Per garantire il successo del sistema, le misure incentivanti dovrebbero essere associate a sconti in fattura e cessione dei crediti. È importante consolidare il sistema di verifica e compliance degli interventi e risolvere il problema dei crediti incagliati. La nuova Direttiva Europea sull'efficienza energetica degli edifici offre opportunità significative per l'Italia, ma richiede una pianificazione attenta e un impegno a lungo termine. Gli incentivi, le linee guida delle associazioni e una migliore definizione delle normative saranno cruciali per il successo di questa transizione ecologica ed energetica. 

Proprio per questo le associazioni della filiera delle costruzioni, tra cui Anaepa Confartigianato Edilizia, hanno elaborato linee guida per una proposta comune sull'evoluzione della disciplina incentivante in materia di eco-sisma bonus. Queste linee guida identificano alcuni punti

Referente categoria Edilizia Alberto Belluzzi 059 893 111 alberto.belluzzi@lapam.eu

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IMPRESE DEL VERDE Giardini Botanici,vivai particolari e giardini privati che vengono svolte in un giorno o durante i weekend anche all'estero.

Index Seminum dell’A. Di.P.A.? "Uno dei più visitati del mondo” come cita il vostro sito, di cosa si tratta? E come funziona?

Alcune specie di piante rare in esposizione

A.Di.P.A dalla ricerca, diffusione e conservazione in coltivazione di piante rare, alla promozione di attività, della cultura, della scienza, dell'arte e della tecnica legate alle piante Cos’è A.Di.P.A nello specifico?

A

.Di.P.A. A.P.S. E.T.S. (Associazione per la Diffusione di Piante fra Amatori) è un'associazione botanica, ed orticolturale che opera nel terzo settore, rivolta ad appassionati e per tutti coloro che sono interessati al mondo delle piante sia ornamentali che ortive. Ha la sua sede centrale presso l’Orto Botanico di Lucca dove fu fondata nel 1987, dall’allora Curatore unitamente ad altri amici appassionati che frequentavano abitualmente il giardino. Ha, oltre la sede, 13 Sezioni Distaccate regionali che ricalcano le stesse attività che vengono svolte a Lucca. Pubblica per i soci 2 riviste, un Index Seminum, una raccolta di oltre 700 specie di semi di piante particolari e rare, ed un Notiziario, una rivista con articoli botanici. Collabora con convenzioni con Amministrazioni Pub-

Referente categoria Giardinieri Marco Lodi 059 893 111 marco.lodi@lapam.eu

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bliche ed Enti. Ha creato e gestito per i primi due anni Murabilia, una mostra mercato di alto livello botanico sulle Mura urbane di Lucca, e continua a collaborare con gli organizzatori e nelle giurie.

In cosa consiste l’attività botanica? L'attività botanica consiste nel mettere a disposizione dei soci tutte quelle finalità che possano accrescere le loro conoscenze sulle piante che coltivano ed incrementare le loro collezioni attraverso: la distribuzione di semi che possono richiedere una volta ricevuto l'Index. partecipare a 2 Mostre Scambio, sia in primavera che in autunno dove i soci mettono gratuitamente a disposizione di altri soci le piante ottenute dalle semine, talee ecc. intervenire alle conferenze organizzate da ottobre a maggio partecipare alle gite che vengono organizzate per la visita di Orti e

L’Index Seminum con le attuali 700 specie di piante rare e particolari viene visitato ancor oggi da moltissime persone perché contiene l’elenco di semi di piante difficili da trovare anche dalle ditte sementiere. Viene inviato gratuitamente a chi è in regola con la quota associativa. Possono essere richieste 25 bustine di specie diverse se sono soci ordinari e 45 specie se sono soci ordinari con un versamento maggiore rispetto alla quota base. All'interno dell’Index Seminum ci sono due sezioni, una rivolta alle piante ornamentali ed una alle piante ortive dove sono presenti varietà particolari di piante tipiche di zone circoscritte delle nostre campagne. Le specie presenti nell’Index Seminum sono segnalate con nome botanico e autore e la descrizione è comprensiva anche di metodo di coltivazione, zona di origine e climatica. 


SOSTENIBILITÀ

Cambiamenti climatici, Lombroso: «Dobbiamo agire immediatamente» All’interno della Fiera di San Felice un evento culturale per parlare dei cambiamenti climatici con Luca Lombroso

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e ne sente parlare spesso di questi tempi, ma forse si ha poca conoscenza di come realmente impattino sulla nostra vita di tutti i giorni. La nostra associazione ha organizzato un momento culturale per approfondire questo argomento, intervistando l’esperto modenese in materia Luca Lombroso, meteorologo AMPRO, divulgatore scientifico e, da qualche anno, anche scrittore: sue infatti sono le opere “Attenti al meteo. Tornado, alluvioni, grandine e saette” e la novità editoriale “Il Tesoro Sommerso - Storie tra fango e speranza nell’alluvione del 16-17 maggio 2023 in Emilia-Romagna”, scritto con Andrea Raggini. Libro, quest’ultimo, anche dal risvolto lodevole, dato che tutto il ricavato verrà devoluto alle popolazioni della Romagna colpite dall’alluvione di cui si parla (con foto, testimonianze e spiegazioni scientifiche) all’interno dell’opera.

di “derecho”, cioè un grosso sistema di temporali lungo centinaia di chilometri con ampie zone di vento a oltre 100 km/h. Ecco, se il mare fosse stato meno caldo rispetto a quanto non è stato in questo agosto (cioè 2/3°C in meno), questa serie di temporali si sarebbe presentata come temporali normali e non come eventi così estremi. Dobbiamo prendere atto e trarre le dovute conclusioni, per evitare che in futuro questi temporali diventino ancora più violenti. Le tecnologie ci dicono che se il riscaldamento globale dovesse proseguire, questi fenomeni diventeranno ancora più violenti. Temporali di questo tipo richiedono anche interventi di adattamento, tra cui prevenzione e sapere come comportarsi quando si verificano» Hai pubblicato due opere: “Attenti al meteo. Tornado, alluvioni, grandine e saette” e la novità editoriale “Il Tesoro Sommerso - Storie tra fango e speranza nell’alluvione del 16-17 maggio 2023 in Emilia-Romagna”, scritto con Andrea Raggini. Puoi dirci come mai ti è nata l’esigenza di scrivere questi libri sul meteo? «Era da qualche anno che avevo l’intenzione di raccontare e provare a “spiegare il meteo”. Per quanto riguarda il primo volume, spiego in

modo semplice e divulgativo ma scientificamente corretto cosa sono e come si formano fulmini, temporali, pioggia, neve, grandine e come districarsi nella giungla di informazioni meteo che ci bombarda quotidianamente. E poi anche tutte le informazioni su come comportarsi in caso di tornado, uragano, alluvione, ondate di caldo e nevicate e su come interpretare le allerte meteo. Il secondo invece, con un fine benefico, vuole essere testimonianza per la storia, con foto e racconti di chi questa tragedia l’ha vissuta purtroppo sulla propria pelle» Noi come Lapam associamo numerose imprese. Siamo attenti alla sostenibilità e vogliamo accompagnare le imprese nella transizione ecologica. Come possiamo sensibilizzarle su questo tema? «Il cambiamento climatico ci fa cambiare le abitudini. L’azione individuale ci aiuta in maniera importante in quello spirito di adattamento di cui parlavo prima. Renderci conto che sono in atto dei cambiamenti comporta che anche noi ci adeguiamo a essi. La strada percorribile è quella che risponde a due verbi: educare e formare. Compiendo queste due azioni possiamo cambiare la nostra mentalità e avere una visione a lungo termine, che è ciò che davvero serve per compiere azioni che aiutino a mitigare l’effetto dei cambiamenti climatici. E sarebbe importante cominciare a educare dai giovani, sensibilizzandoli sull’importanza della salvaguardia del pianeta» 

Qual è il primo aspetto su cui dobbiamo accendere i riflettori? «Dobbiamo fare un focus innanzitutto sulla “realtà” del cambiamento climatico e sull’aumento dell’evidenza di attribuzione di eventi meteorologici estremi al cambiamento climatico. Oggi, grazie alle nuove strumentazioni e ai nuovi modelli, siamo in grado di stabilire se un determinato evento atmosferico è stato favorito dal cambiamento climatico. Per fare un esempio concreto, abbiamo da poco analizzato il temporale con caratteristiche

La Piazza di San Felice ascolta Luca Lombroso sul tema dei cambiamenti climatici

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CULTURA

Denatalità e ricambio generazionale imprenditoriale Agire subito per evitare il crollo

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a riduzione delle giovani generazioni in rapporto alla popolazione minaccia la stabilità economica del nostro Paese. La risalita delle nascite sopra quota 500mila all’anno e il contributo di una gestione efficace dei flussi migratori possono ridare all’Italia una prospettiva sostenibile. Ci sono vari aspetti preoccupanti della demografia italiana. Il primo è dato dalle dinamiche negative della natalità e dagli effetti distorsivi che produce. Il secondo dall’incapacità di mettere in atto politiche efficaci per dare risposta a queste dinamiche. Il terzo è l’essere entrati in una fase in cui non agire con misure adeguate e incisive lascia l’Italia in posizione più debole rispetto al resto d’Europa. Va precisato che la causa della distorsione non è l’invecchiamento in senso proprio, ovvero la longevità. In questo l’Italia non si distingue dalle altre economie mature avanzate. La distorsione è dovuta alla persistente bassa natalità che produce il processo di “degiovanimento”, ovvero la riduzione continua delle nuove generazioni. La combinazione tra bassa fecondità e riduzione della popolazione nell’età in cui si forma una famiglia, rischia di portare a una sorta di reazione a catena generazionale: meno genitori e via via meno figli e genitori futuri. La fecondità italiana va considerata bassa nella misura in cui si distanzia dal valore empiricamente osservato nelle economie mature avanzate che in modo più continuativo e solido hanno investito in politiche di sostegno alle scelte genitoriali.

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Il valore attuale dei Paesi più virtuosi in Europa è poco superiore a 1,8. L’Italia da oltre quarant’anni è sotto 1,5 e il valore più recente è 1,24. Quindi senz’altro molto, troppo, più basso. Un’altra precisazione è il fatto che ciò che distingue il nostro Paese dal resto d’Europa non è il minor desiderio di avere figli, ma le condizioni considerate necessarie per averli. Dai dati delle ricerche più solide disponibili sul confronto tra intenzioni e comportamenti emerge che l’Italia è tra i Paesi sviluppati con maggior divario tra numero di figli che le donne che si trovano oggi alla fine della vita riproduttiva (attorno ai 45 anni) hanno avuto rispetto a quanto dichiaravano di desiderarne quando avevano 20-24 anni. Coerenti con questi dati sono le evidenze del minor investimento italiano nelle politiche familiari e a supporto dei progetti genitoriali. Difficile trovare in Europa un Paese che abbia investito di meno in tale direzione nei primi due decenni di questo secolo. Un recente report delle Nazioni Unite (World Population Policies 2021) mostra che i Paesi con politiche di sostegno alla natalità hanno superato nel mondo quelli impegnati nella riduzione. Si tratta, nel primo caso, dei Paesi con fecondità sotto a 2. Oltre al congedo di maternità, lo strumento più adottato è quello dei servizi per l’infanzia fondamentali per la conciliazione tra lavoro e famiglia (88%), seguito dal contributo economico (78%) e dal congedo di paternità (73%). Su tutte queste misure l’Italia è lontana dalle migliori esperienze internazionali. Rispetto, allora, alla situazione in cui ci troviamo, qual è l’obiettivo che possiamo darci? Quali margini di azione abbiamo? I margini sono quelli di politiche che agiscano sullo spazio possibile, ovvero quello di avvicinarsi al numero desiderato (attorno a 2) o quantomeno al valore che l’esperienza di altri Paesi europei mostra come raggiungibile (1,8). Questo non consente di far tornare la popolazione italiana a crescere, oramai in declino irreversibile, ma quantomeno di evitare che le nascite stesse siano vincolate in un lungo percorso discendente, che porterebbe a squilibri sempre meno


CULTURA sostenibili. È una strada, quella della cosiddetta “trappola demografica”, sulla quale siamo già avviati se nulla dovesse cambiare, come mostrano i dati dello scenario mediano delle previsioni Istat. Nel 2019 le nascite sono state circa 420 mila con un tasso di fecondità pari a 1,27. Lo scenario mediano ipotizza un aumento del tasso di fecondità fino ad arrivare a 1,5 nel 2050, ma ciò consentirebbe di ottenere solo 384mila nascite. Un aumento della fecondità, quindi, non tale da far tornare a crescere le nascite compensando la riduzione delle potenziali madri. È ancora possibile, quindi, evitare la trappola? Sì, puntando allo scenario alto, quello più favorevole all’interno dei percorsi possibili delineati dall’Istat. Lo scenario alto tiene ancora aperta la possibilità di un’effettiva inversione di tendenza delle nascite riportandole sopra 500 mila. Andrebbe, infatti, a stabilizzare la fascia sotto i 20 anni e quasi a dimezzare la riduzione nella fascia giovane e centrale adulta (tra i 20 e i 54 anni). Tutto questo grazie all’azione combinata di una fecondità che sale verso una media di 1,8 figli e il contributo delle migrazioni (con saldo migratorio annuo che si stabilizza attorno a 250 mila). Detto in altre parole, la popolazione continuerebbe a diminuire ma verrebbe disattivato il meccanismo di avvitamento verso il basso (il che mette in sicurezza la base strutturale dell’Italia futura). Inoltre, la riduzione della forza lavoro potenziale verrebbe contenuta su livelli tali da non costituire uno svantaggio competitivo rispetto agli altri Paesi e poter essere compensata sul versante qualitativo: investendo su una lunga vita attiva e sulle opportunità occupazionali di giovani e donne. È importante precisare che investimento sulla qualità e riduzione degli squilibri quantitativi fanno parte di uno stesso processo di convergenza verso lo scenario alto: da un lato minori squilibri rendono disponibili maggiori risorse da investire sulla qualità (formazione, lavoro, ricerca e sviluppo), d’altro lato una migliore occupazione di giovani e donne - in

combinazione con politiche che rafforzano autonomia e conciliazione tra lavoro e famiglie – favorisce l’aumento di nuovi nuclei e nascite. A ciò occorre aggiungere, sul versante imprenditoriale, altri elementi degni di riflessione e preoccupazione la cui origine è da ricercarsi nella età media degli imprenditori e nella difficoltà nota ed esistenze nel ricambio generazione imprenditoriale.

L’età degli artigiani del territorio Per indagare quante imprese saranno interessate dal passaggio generazionale, si è osservato il numero di artigiani iscritti al relativo fondo pensionistico gestito dall’INPS (gli iscritti comprendono titolari e familiari coadiuvanti). Analizzando gli iscritti per classe di età, risulta che i giovani under 35 sono la fascia d’età meno rappresentata (9,6% del totale artigiani nella provincia di Modena e 11% a Reggio Emilia). Le percentuali aumentano per la fascia 35-44 anni (18,9% e 22,8%), culminando tra i 45-54 anni (33,1% a Modena e 31,9% a Reggio). È ancora relativamente consistente la fascia tra i 55 e 64 anni (27% a Modena e 24,2% a Reggio Emilia). Gli iscritti con 65 anni e più sono l’11,4% a Modena e il 10,1% a Reggio. Dai grafici sottostanti si può inoltre comprendere come, nel

corso degli ultimi 10 anni, la quota di giovani sia costantemente calata mentre quella di anziani sia aumentata (superando, nel caso di Modena, l’incidenza di giovani). Spostando il focus sull’universo dei nostri associati, composto da 9.981 legali rappresentanti delle 10.771 imprese associate Lapam, si osserva che l’età media del campione è di 53,9 anni. L’8,5% è composto da giovani imprenditori under 35, il 14,7% è nella fascia 35-44 anni, un ulteriore 27,9% appartiene alla fascia 45-54 anni, il 29,1% a quella 55-64 anni, mentre il 19,8% ha 65 anni o più. Si nota un maggior peso di giovani under 35 tra gli imprenditori stranieri (il 15,2% del totale) e imprenditrici donne (10,1%), mentre il 21,7% degli imprenditori uomini ha 65 anni o più. Focalizzando l’attenzione sulla fascia di età 61-70 (potenzialmente più interessata dal passaggio generazionale) questa costituisce il 20% del campione totale, in media uno su cinque (16,3% per le donne, 21,3% per gli uomini e solamente l’8,2% di associati nati all’estero). Una consapevolezza deve essere chiara: se non si va in questa direzione si condanna di fatto il Paese a non poter più intervenire sulle cause degli squilibri ma a vederli crescere e a trovarsi sempre più in difficoltà a gestirne le conseguenze. 

I numeri del fenomeno

1,24 Figli per donna in Italia

Il tasso di fecondità registrato nel 2022 è molto più basso non solo del target per invertire la rotta (oltre 2 figli per donna) ma anche delle performance dei Paesi europei più virtuosi

392mila Nuovi nati 2022

I nati nel 2022 sono stati 392.598, -1,9% sul 2021. Per invertire la rotta bisognerebbe riportare la quota oltre 500mila

54,6% Popolazione attiva nel 2042

Secondo l’Istat il rapporto tra la popolazione in età da lavoro e quella che non lavora (0-14 e over 65) è in rapido calo e nel 2050 arriverà ad essere 1:1, contro il 3:2 del 2021.

-18% Calo del Pil nel 2042

La crisi demografica avrà un impatto negativo sull’economia nazionale con il Pil che scenderà a 1.558 miliardi di euro

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Imprese & Territorio

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FORMAZIONE

Corsi e Formazione organizzata da FORMart

GESTIONE D’IMPRESA

Percorso formativo teorico specialistico per i responsabili e gli addetti alla trattazione degli affari dell'impresa funebre Obiettivo: Il percorso formativo risponde alle esigenze normative in materia di formazione e qualificazione degli operatori dell’attività funebre. In particolare si rivolge ai titolari di agenzie funebri e agli addetti alla trattazione degli affari nell’impresa funebre, sviluppando competenze indispensabili per la corretta gestione dell’attività professionale. Durata: 16 ore Avvio: 23 ottobre Costo: 300,00€ (no IVA) Sede: Modena

GESTIONE D’IMPRESA

Comunicare cattive notizie in maniera professionale Obiettivo: Quando si hanno cattive notizie da comunicare in un ambiente professionale, ci sono modi per farlo correttamente e modi per fare pasticci Durata: 24 ore Periodo: 06/12  18/12 Costo: 180,00€ (+ IVA) Sede: Webinar GESTIONE D’IMPRESA

Buste paga e contributi Obiettivo: il corso è finalizzato a fornire gli strumenti applicativi necessari per l’elaborazione di una busta paga corretta, attraverso l’analisi delle singole voci retributive, rispettando tempi, modi e obblighi di legge. Al corso possono accedere sia operatori junior del settore, che principianti in materia. Durata: 42 ore Periodo: 21/11  01/02 Costo: 520,00€ (+ IVA) Sede: Reggio E. / Correggio

Sedi FORMart Modena 059 336 9911 info.modena@formart.it

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Reggio Emilia 0522 267 411 info.reggio@formart.it

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Correggio 0522 694 753 info.correggio@formart.it

W EB IN A R

W EB IN A R

Obiettivo: diventa un professionista della vendita, scopri quali sono i metodi, le tecniche e le strategie più efficaci per un processo di vendita efficace per acquisire nuovi clienti ma anche per consolidare il rapporto di fiducia dei clienti già esistenti. Durata: 24 ore Periodo: 13/11  13/12 Costo: 380,00€ (+ IVA) Sede: Webinar

GESTIONE D’IMPRESA

Comunicazione telefonica efficace incrementare le vendite potenziando le phone skills Obiettivo: cosa imparerai con questo corso? Ad usare meglio la tua voce, ad ascoltare e a percepire i dettagli della voce del tuo interlocutore, ad attirare l’attenzione del cliente e a mantenere alto l’interesse, ad usare le frasi giuste e a fare domande potenti ed efficaci, Trasformerai ogni telefonata in uscita e in entrata in un’occasione di contatto positivo col cliente. Durata: 10 ore Periodo: 31/10  21/11 Costo: 190,00€ (+ IVA) Sede: Webinar GESTIONE D’IMPRESA

W EB IN A R

Obiettivo: Il corso ha l'obiettivo di fornire i principi generali del controllo di gestione ad un operatore non specialista, che necessiti di comprendere i principi generali del controllo di gestione per assumere le decisioni aziendali (titolare d'impresa / direttore generale), o che intenda affiancare a competenze tecnico / amministrative già presenti una focalizzazione sul controllo di gestione (responsabile di reparto, responsabile commerciale, responsabile amministrativo). Durata: 30 ore Periodo: 31/10  14/12 Costo: Finanziato Sede: 480,00€ (+ IVA)

Vendere un prodotto e conquistare un cliente

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Controllo di gestione

GESTIONE D’IMPRESA

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GESTIONE D’IMPRESA

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Contatta le sedi Lapam per accedere a percorsi di formazione finanziata per la tua impresa

Corso base di contabilità generale con possibilità di stage Obiettivo: La figura del contabile è sempre molto ricercata dalle aziende. Questo corso vuole essere un "ponte formativo" tra scuola/università e pratica amministrativa, con l'obiettivo di preparare professionisti capaci di gestire l'amministrazione d'impresa, attraverso lezioni teoriche, esercitazioni pratiche e, per i partecipanti che lo desiderano, attraverso una esperienza diretta in studio o in azienda ("opzione stage”). Durata: 60 + 40 ore stage Avvio: 16/10  22/01 Costo: 700,00€ (+ IVA) Sede: Webinar


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FORMAZIONE

IMPIANTISTI

La gestione efficace delle riunioni

Corso sul buon funzionamento del cronotachigrafo

Obiettivo: la gestione delle riunioni è una abilità fondamentale per qualsiasi manager, professionista o imprenditore. Le regole sono semplici ma devono essere applicate con perizia. Il corso consentirà di sviluppare efficacia gestionale nelle riunioni e nei meeting in presenza e on line, sia per quanto riguarda l’organizzazione sia in termini di partecipazione Durata: 6 ore Periodo: 28/11  05/12 Costo: 110,00€ (+ IVA) Sede: Webinar

Obiettivo: In questo corso vengono illustrati i principali cloud, le loro caratteristiche e funzionalità, ma soprattutto verranno approfonditi i vantaggi di questa modalità operativa di lavoro ed anche le accortezze per poter lavorare in sicurezza e agevolmente Durata: 8 ore Periodo: 22/11  29/11 Costo: 1.150,00€ (no IVA) Sede: Reggio Emilia

Tecnico esperto in installazione e manutenzione di impianti ad alta efficienza energetica

Il manager smart: gestire una squadra che lavora lontano

GESTIONE D’IMPRESA

W EB IN A R

Obiettivo: Il lavoro agile o smart riguarda sempre più lavoratori e non più soltanto i venditori e i manager che si trovano a lavorare fuori sede. Come si gestiscono i collaboratori che lavorano da remoto? Occorre comprendere le dinamiche del lavoro a distanza e acquisire le tecniche di conduzione di un gruppo virtuale: come delegare, come monitorare l’andamento del lavoro, come gestire riunioni virtuali e come motivare la squadra di smart worker, per riuscire a creare, monitorare e migliorare il piano d’azione del team. Durata: 12 ore Avvio: 09 ottobre Costo: 200,00€ (+ IVA) Sede: Modena

Amministrazione e bilancio: dal bilancio al controllo di gestione per nuove iniziative Obiettivo: questo percorso consente di impostare un controllo di gestione efficace per lo sviluppo di progetti aziendali ricollegabili anche a iniziative green, con l’elaborazione di un adeguato business plan. Durata: 32 ore Periodo: 17/10  05/12 Costo: Finanziato Sede: Webinar

Percorso compensativo per responsabili abilitati alle attività di meccanica e motoristica Obiettivo: Erogare le competenze mancanti, relative all’abilitazione professionale non posseduta (meccanica e motoristica), in riferimento al profilo del “Tecnico meccatronico delle autoriparazioni”. Durata: 40 ore Periodo: novembre Costo: 1.150,00€ (no IVA) Sede: Reggio E. / Correggio AUTORIPARAZIONE

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GESTIONE D’IMPRESA

AUTORIPARAZIONE

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AUTORIPARAZIONE

GESTIONE D’IMPRESA

Percorso compensativo per responsabili abilitati alle attività di elettrauto Obiettivo: Erogare le competenze mancanti, relative all’abilitazione professionale non posseduta (elettrauto), in riferimento al profilo del “Tecnico meccatronico delle autoriparazioni”. Durata: Periodo: Costo: Sede:

40 ore novembre 1.150,00€ (no IVA) Reggio E. / Correggio

Obiettivo: al termine del corso l’utente sarà in grado di installare impianti energetici di tipo civile nel rispetto della normativa vigente, programmare ed effettuare le manutenzioni degli impianti in qualità, scegliere ed adottare soluzioni e tecnologie alternative per il risparmio e l’efficienza energetica, analizzare i dati di consumo e dispersione, impiegare tecnologie green a fonti rinnovabili. Durata: 800 ore Avvio: novembre Costo: Finanziato Sede: Correggio OPERAZIONE RIF. PA 2023-19455/RER APPROVATA CON DGR 1317 DEL 31/07/2023 FINANZIATA DALLA REGIONE EMILIA-ROMAGNA E DA FSE+ 2021-2027

IMPIANTISTI

Corso ed esame per il rinnovo del patentino F-Gas Obiettivo: vuoi superare con maggiore sicurezza l’esame per rinnovare il patentino da frigorista e continuare a lavorare con i gas refrigeranti fluorurati? FORMart e Xenex ti offrono un percorso teorico e pratico dedicato per risparmiare tempo prezioso da impiegare in attività di intervento e manutenzione. Durata: 7 ore Avvio: 7 novembre Costo: 495,00€ (no IVA) Sede: Modena AUTOTRASPORTO

Corso di preparazione agli esami per il conseguimento del titolo per l'esercizio di attività di autotrasporto Obiettivo: Il corso prepara i futuri gestori di imprese di autotrasporto ad affrontare con successo l’esame per iscriversi nell’Albo Autotrasportatori con autoveicoli di massa superiore a 3,5t. In aula sarà illustrato come avviare l’attività e come ottenere la licenza conto terzi. Saranno svolte esercitazioni pratiche per prepararsi alla prova d’esame Durata: 150 ore Avvio: 28 ottobre Costo: 1.300,00€ (no IVA) Sede: Modena n° 05 - 2023

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FORMAZIONE

BENESSERE

TURISMO

Rendering fotorealistico

Qualifica di acconciatore

Obiettivo: Questo percorso è pensato per realizzazioni di immagini e video fotorealistici a partire da modelli tridimensionali, creazione di foto inserimenti e montaggi video a partire da materiale preesistente, creazione di contenuti multimediali interattivi Durata: 32 ore Periodo: 17/10  05/12 Costo: Finanziato Sede: Reggio Emilia

Obiettivo: l’acconciatore è in grado di effettuare tagli ed acconciature dei capelli e della barba conformi alle caratteristiche d’aspetto ed alle specificità stilistiche richieste dal cliente, nonché trattamenti chimico-cosmetologici del capello rispondenti alle diverse peculiarità tricologiche, utilizzando prodotti cosmetici, tecnologie e strumenti in linea con le tendenze più innovative. In particolare è in grado di effettuare diagnosi tricologiche, taglio dei capelli, trattamenti chimico-cosmetologici dei capelli ed acconciature estetiche. Durata: 1.800 ore Avvio: 25 ottobre Costo: 6.900,00€ (no IVA) Sede: Modena

Percorso formativo per guida ambientale escursionistica

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WEB E COMUNICAZIONE

INFORMATICA

HTML5 - CSS3 - JQuery Obiettivo: Con i linguaggi, i framework e gli strumenti giusti, tutto è possibile per un web developer! Grazie a questo percorso potrai realizzare web app rapide e user friendly, costruire interfacce intuitive e sviluppare progetti in grado di integrarsi con i dati provenienti da qualsiasi fonte web Durata: 32 ore Periodo: 26/10  07/12 Costo: 640,00€ (+ IVA) Sede: Webinar INFORMATICA

Strumenti digitali per il front office 4.0 Obiettivo: Il front office è il fulcro comunicativo di ogni impresa, lo snodo che sovrintende alle relazioni fra interno ed esterno e occorre che sia presieduto con competenza. Questo percorso affronta come utilizzare al meglio le tecnologie digitali per rendere massima l’efficienza e la sicurezza nella gestione delle comunicazioni. Durata: 48 ore Avvio: 12/10 Costo: Finanziato Sede: Modena

ALIMENTAZIONE

Corso professionale per imprenditore commerciale e somministrazione alimenti e bevande (SAB) Obiettivo: Il corso fornisce l’abilitazione SAB (ex REC) a tutte le persone che desiderano avviare un’attività commerciale che prevede la somministrazione di alimenti e bevande, come bar, ristoranti e negozi di articoli alimentari. Il corso permette di ottenere inoltre l’attestato per alimentaristi, quello per la produzione e somministrazione di alimenti senza glutine (per clienti celiaci) e i certificati “Prevenzione incendi” e “RSPP Datori di lavoro”, obbligatori per la legge sulla Sicurezza sul lavoro 81/2008. Durata: 100 ore Avvio: 16 ottobre Costo: 600,00€ (no IVA) Sede: Modena

Sedi FORMart Modena 059 336 9911 info.modena@formart.it

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Obiettivo: Diventare una Guida Ambientale Escursionista, professionista in grado di condurre turisti o gruppi in ambienti montani, collinari, acquatici, parchi e aree protette. Approfondire le tipicità dell’Emilia-Romagna per illustrare, durante l’escursione, gli aspetti ambientali, naturalisti e storici del territorio. Apprendere le basi di gestione economica e marketing turistico. Durata: 150 ore Avvio: 16 ottobre Costo: 990,00€ (no IVA) Sede: Modena TURISMO

Corso abilitante per accompagnatore turistico Obiettivo: Il corso prepara all’abilitazione di accompagnatore turistico per lavorare all’interno di tour operator, agenzie di viaggio o in autonomia assistendo gruppi organizzati o singoli visitatori. L’abilitazione professionale, valida in Italia e all’estero, consentirà di curare il programma di viaggio e di guidare i turisti nelle zone turistiche di transito, segnalando le attrazioni più interessanti. Durata: 150 ore Avvio: 13 ottobre Costo: 990,00€ (no IVA) Sede: Modena


CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Fisco Le novità del DL Energia Riportiamo una sintesi del Decreto Legge n.131/2023, detto anche “Decreto Energia”.

Riduzione dell’aliquota IVA per il gas metano L’articolo 1, comma 5 del decreto prevede una significativa riduzione dell’aliquota IVA per le somministrazioni di gas metano utilizzato per scopi civili e industriali. Queste forniture, contabilizzate nelle fatture relative ai consumi di ottobre, novembre e dicembre 2023, saranno soggette a un’IVA del 5%, anziché al 10% o al 22% previsti dal DPR n. 633 del 1972, a seconda dei casi. In caso di fatturazione basata su consumi stimati, l’aliquota IVA ridotta si applica anche alla differenza calcolata in base ai consumi effettivi di questi mesi. Il comma 6 estende questa riduzione dell’IVA al 5% anche alle somministrazioni di energia termica prodotta da impianti alimentati a gas naturale in contratti di servizio energia e ai servizi di teleriscaldamento. Per il teleriscaldamento residenziale, l’aliquota IVA varia in base alla fonte di energia utilizzata.

Violazioni delle certificazioni dei corrispettivi L’articolo 4 affronta le violazioni relative alle certificazioni dei corrispettivi telematici commesse dai contribuenti tra il 1° gennaio 2022 e il 30 giugno 2023. I contribuenti che hanno commesso queste violazioni possono beneficiare del ravvedimento operoso ai sensi dell’articolo 13 del D.Lgs., n. 472/1997, fino al 31 ottobre 2023, anche se le violazioni sono già state oggetto di constatazione. La regolarizzazione è consentita a condizione che il contribuente non abbia ricevuto una notifica di contestazione (art. 16 del D.Lgs. n. 472/1997) prima del perfezionamento del ravvedimento, che deve avvenire entro il 15 dicembre 2023. Inoltre, il comma 2 specifica che per le violazioni relative all’emissione di ricevute fiscali o scontrini fiscali e all’obbligo di memorizzazione elettronica e trasmissione telematica dei corrispettivi, non si applica la sanzione accessoria prevista dall’articolo 12, comma 2 del decreto legislativo n. 471 del 1997.

Bandi Bando Digital Export 2023 Pubblicato il 28 settembre 2023, il Bando Digital Export 2023 apre lunedì 9 ottobre alle ore 12 e darà la possibilità alle imprese regionali di operare sui mercati internazionali. Le Camere di commercio dell’Emilia-Romagna e la Regione Emilia-Romagna assistono le aziende emiliano-romagnole nell’individuazione di nuove opportunità di business nei mercati già serviti e nella ricerca di nuovi mercati di sbocco, contribuendo così a incrementare la competitività del sistema produttivo emiliano-romagnolo. Il Bando Digital Export 2023 sostiene percorsi di internazionalizzazione e di promo-commercializzazione delle imprese e del sistema regionale, contribuendo ad accrescere il numero delle imprese esportatrici, oltre a supportare le attività per accedere ai servizi offerti dagli strumenti digitali e/o per consolidare il loro utilizzo. Il bando aprirà dalle ore 12:00 di lunedì 09 ottobre fino alle ore 14:00 del 27 ottobre 2023. Le risorse complessivamente stanziate dalle Camere di Commercio dell’Emilia-Romagna e dalla Regione a disposizione dei soggetti beneficiari ammontano a quasi 1,5 milioni di euro che consentiranno di finanziare oltre 150 progetti. Il contributo minimo sarà pari a 5.000 euro, quello massimo ammonterà a 10.000,00 euro. L’entità massima dell’agevolazione non può superare il 50% delle spese ammissibili. I contributi previsti dal Bando sono concessi nell’ambito del “Regime de minimis”, così come disciplinato dal Regolamento (UE) n. 1407/2013. Il contributo non è cumulabile, per le stesse spese e per i medesimi titoli di spesa, con altre agevolazioni pubbliche. Target Bando Digital Export 2023 e modalità di invio delle domande Il Bando regionale si rivolge a micro, piccole e medie imprese manifatturiere esportatrici e non esportatrici, aventi sede legale e/o sede operativa attiva in Emilia-Romagna senza vincolo di fatturato. Le richieste di contributo devono essere trasmesse esclusivamente in modalità telematica dalle ore 12:00 del 9 ottobre 2023 alle ore 14:00 del

27 ottobre 2023. Saranno automaticamente escluse le domande inviate prima e dopo tali termini. Non saranno considerate ammissibili altre modalità di trasmissione delle domande di ammissione ai contributi.

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