

I comuni dell’Appennino reggiano sono caratterizzati in questi anni da antiche e nuove vulnerabilità, da quelle sismiche e idrogeologiche a quelle demografiche ed economiche. Per mettere in sicurezza le comunità e garantire un futuro abitabile a questi territori, che sia sostenibile da un punto di vista sociale, economico e ambientale, occorre individuare e approfondire ciascun aspetto di criticità per intervenire tempestivamente con politiche su misura. La presente analisi è stata condotta dall’Ufficio Studi Lapam Confartigianato Imprese Modena e Reggio Emilia con dati disponibili a luglio 2025
Commissione Europea (2025), Indice di digitalizzazione dell'economia e della società (DESI)
ISPRA (2021), Mosaicatura nazionale 2020-2021 pericolosità frane
Istat (2023), Classificazioni statistiche e dimensione dei comuni, dati aggiornati al 1° gennaio 2023
Istat (2023a), Previsioni della popolazione residente e delle famiglie, report, 28 settembre 2023
Istat (2024), Occupati residenti e persone in cerca di occupazione nei sistemi locali del lavoro, tavole dati, 4 luglio 2024
Istat (2024a), Risultati economici delle imprese e delle multinazionali a livello territoriale, tavole dati, 19 dicembre 2024
Istat (2025), IstatData, banca dati dell’Istituto
Nazionale di Statistica
Istat (2025a), Demo Istat, demografia in cifre Regione Emilia-Romagna (2024), Analisi territoriale della domanda turistica Unioncamere-InfoCamere (2024), Registro imprese Imprese artigiane, totale imprese e imprese femminili
Nella presente analisi sono considerati i 7 comuni montani che fanno parte dell’Unione Montana dei Comuni dell’Appennino Reggiano, pari al 16,7% dei 42 comuni reggiani. Questi ricoprono il 34,8% del territorio provinciale, in cui risiede il 6,1% della popolazione reggiana, con una densità abitativa media di 40 abitanti per chilometro quadrato (è in media di 232 abitanti per chilometro quadrato se si considera l’intera provincia)
, rappresenta il 6,1% della popolazione provinciale (531113 residenti) Quasi la metà degli abitanti si concentra nei comuni più popolosi di Castelnovo ne ’ Monti (10397 residenti) e Casina (4.590 residenti). La popolazione reggiana dal primo gennaio 2015 è cresciuta dello 0,3% mentre i residenti dei comuni montani calano in media del 4,1%, corrispondente a 1369 residenti in meno in 10 anni I due comuni più popolosi sono anche quelli con la dinamica migliore del numero di residenti (Casina +2% e Castelnovo ne ’ Monti -1,2%) Al contrario, a registrare i cali più accentuati sono in particolare Toano (-6,7%), Villa Minozzo (-7,3%) e Ventasso (-11%)
Nel breve periodo tuttavia si colgono anche segnali positivi: nell’ultimo anno 4 comuni montani su 7 vedono una crescita del numero di residenti. Osservando la serie storica possiamo notare come dal 2021 in poi si sia arrestato il trend in calo della popolazione montana In particolare a favorire la scelta di stabilirsi in montagna potrebbero essere affitti e tasse ridotti rispetto alla città, la possibilità di lavorare in smart working e la riscoperta di una vita più tranquilla e a contatto con la natura
L’invecchiamento demografico
Istat ha previsto che in Italia il rapporto tra giovani e anziani sarà di 1 a 3 nel 2050 (Istat, 2023)
A fronte di tale dato, serve riflettere sulla sostenibilità economica e la tenuta del futuro tessuto sociale del territorio
anni rappresenta oltre un quarto (il 28,8%) della popolazione residente nei comuni montani (è il 33,9% a livello provinciale) A seguito dell’invecchiamento progressivo della popolazione il numero di giovani è in calo del -3,5% in provincia di Reggio Emilia e del -6,9% tra i comuni montani, pari a 682 giovani in meno in dieci anni All’opposto la popolazione con oltre 65 anni d’età, che ad oggi rappresenta il 29,3% della popolazione nei comuni montani e il 22,9% a livello provinciale, negli ultimi 10 anni è cresciuta dello 0,2% in montagna e del 9,6% in provincia Considerando dunque la popolazione in età lavorativa tra i 35 e i 64 anni, si ha un calo del -5% in dieci anni nei comuni montani (-1% in provincia), pari a 704 adulti in meno
Gli ultimi dati al 2024 mostrano un saldo naturale negativo tra nuovi nati e decessi (-289 unità) Una dinamica preoccupante anche quando confrontata con l’intera provincia: nei comuni montani, in cui si concentra il 6,1% della popolazione reggiana, avvengono il 4,5% delle nascite della provincia e l’8,3% dei decessi
In calo in montagna anche il numero di cittadini stranieri, che in dieci anni diminuiscono del 2,9% (in linea con il -2,4% registrato in provincia), arrivando a rappresentare il 9,4% della popolazione totale a inizio 2025 (12,3% in provincia)
dal 1° gennaio 2015 al 1° gennaio 2025
Var. %
Fonte dati: Istat Elaborazione a cura dell’Ufficio Studi Lapam
NelSistemaLocaledelLavoro(SLL)di Castelnovone’Monti,gliultimidatiaggiornati al2023rilevanoquasi15milaoccupatiecirca 700disoccupatiincercadilavoro,peruntotale di15.600attualiepotenzialilavoratori,che compongonolaforzalavorolocale Altre13mila personedi15anniepiùsonoesclusedal mercatodellavoro(inattivi),tracuirientrano studenti,pensionati,casalingheealtrisoggetti demotivatidalcontestoeconomicochenon tentanounreinserimentooccupazionale
Inmontagnalavorail52,5%dellapopolazione (tasso di occupazione),quotaleggermentepiù bassarispettoallamediaprovincialedel54,7%, cosìcomerisultainferioreilcoinvolgimento dellapopolazionenelmercatodellavoro:il tassodiattivitàinfatti–chemisurailrapporto traforzalavoroepopolazioneinetàlavorativa–èdel54,9%rispettoal57,5%dellaprovinciadi Reggio.
Nel2023iltasso di disoccupazionein montagnasiattestaal4,3%(5%inprovinciadi ReggioEmilia).
Negliultimi10annièaumentatosiailnumero dioccupatichediforzalavoroneicomuni montani,afrontedelgiàcitatocalodella popolazione Questoportaaduninnalzamento deltassodioccupazione,chedal2013al2023, ultimodatodisponibile,crescedi5,7punti,con unaforteaccelerazionedal2015inpoi.Iltassodi disoccupazioneconosceunpicconel2014,in parteriassorbitonegliannisuccessivi La disoccupazionenell’ultimoannorisultainferiore rispettoalvaloredel2013(-3,2punti),pur rimanendoaldisopradi2,5puntirispettoal valoreminimodel2007(precrisifinanziaria)
Anni 2007-2023 – popolazione di 15 anni o più
Neicomunimontanidelreggianole micro-piccole imprese(MPI)sono2799e rappresentanoil99,6%dell’interotessuto imprenditoriale Neldettaglioil95,6%sono microimpreseconmenodi10addettieil restante4,4%sonopiccoleimpresecon1049addetti.Rispettoaicomuninon montanisiosservaunmaggiorpesodelle microimprese(1,9puntiinpiùdiquellinon montani)chetrovaspiegazioneanche nellaconformitàdelterritoriostesso.In questemicro-piccoleimpreselavoral’89,1% degliaddetti,quotasuperiorediben24 puntirispettoallaquotarilevatanei territorinonmontani.
Al31dicembre2024sono3308leimprese attiveoperantinei7comunimontani,di cui1.124artigiane,pariaunasutre(il34%). Ilcostantecalodelleimpreseattive osservabilesututtalaprovinciadiReggio Emiliarisultapiùaccentuatosuiterritori montani.
Negliultimi12mesiicomunimontani perdono48imprese,conuncalodel-1,4% Rispettoalperiodoprecedenteallacrisi Covid(IVtrimestre2019),sisonoperse62 impresemontane,pariaduncalodell’1,8% (-2,1%alivelloprovinciale),erispettoalIV trimestre2008inpienacrisifinanziaria (2008-2009)maprecedenteallacrisidel debitosovrano(2011-2013)sicontano667 impreseinmeno,parial-16,8%(-11,7%in provincia).
come riporta anche la Camera di Commercio, il calo dal 2022 in poi potrebbe essere dovuto all'attività amministrativa di revisione del Registro Imprese, che ha portato a cessazioni d'ufficio di aziende che risultavano ancora iscritte ma che non sono più operanti da tempo
La composizione per macrosettori del tessuto economico ha sicuramente una influenza sulle dinamiche demografiche delle imprese Il territorio montano ha una vocazione agricola Infatti oltre un quarto delle imprese lavorano nel settore primario (895, il 27,1%) Questo è il settore maggiormente in calo a livello provinciale, e nei comuni montani si contrae del -5,3% dal IV trimestre 2015 (primo dato disponibile in serie storica con dettaglio settoriale). Segue per numerosità d’imprese il settore delle costruzioni con 651 imprese (il 19,7%) che cala del 12,4% negli ultimi 9 anni (-8,5% a livello provinciale). Il commercio conta 608 imprese (il 18,4%) ed è il settore che subisce il calo più accentuato nel lungo periodo (-12,8%, a fronte del -7,1% provinciale). Il macrosettore dei servizi alle imprese, che comprende servizi di consulenza, logistica etc , in montagna conta 422 imprese e pesa per appena il 12,8% sul totale delle imprese (è il 20,7% in provincia)
Nel territorio montano è in crescita del +6,8% (+6,7% in provincia di Reggio) La manifattura, che rappresenta solo l’8,2% con 271 imprese (è il 12,6% in provincia) risulta in calo del 10% (-11,1% in provincia) L’alloggio e ristorazione, che conta 266 imprese attive, cala nel lungo periodo con un -5,7% più marcato rispetto al -3,7% registrato in provincia, pur mantenendo un peso relativo superiore (l’8% delle imprese in montagna contro il 5,7% medio provinciale).
Visti anche i trend demografici, sarà sempre più importante il ricambio generazionale tra imprenditori per garantire la continuità del fare impresa Tra le nuove generazioni inoltre sono in aumento le donne che scelgono di intraprendere l’attività imprenditoriale, che al 31 dicembre 2024 gestiscono il 21,5% delle imprese attive in montagna (superiore al 18,9% medio provinciale)
Elaborazione Ufficio Studi Lapam su dati Unioncamere-InfoCamere
economicheinunterritorio Ilvalore aggiuntoperaddettoesprimelaricchezza checiascunlavoratorecontribuiscea creare,epuòessereconsideratocomeun indicatorediproduttivitàdellavoro. Questoasuavoltadipendedavarifattori, tracuiilsettorediattività,illivellodi digitalizzazioneeautomazione,le economiediscala,lalogistica,etc
Ilvaloreaggiuntoprodottonei7comuni montanireggianiammontaa335milioni dieuronel2022(ultimodatoIstat disponibile),parial2,5%delvalore prodottoalivelloprovinciale,conun valoreaggiuntoperaddettodi42906 euro,inferioredi25milaeurorispettoal valoremedioprovinciale(67.601euro).Trai comunimontanisiosservaunminor valoreaggiuntoperaddettoaCasina (36.013euro),Ventasso(36.464euro)eVilla Minozzo(36.509euro),mentrevaloripiù elevatisiosservanoaToano(47935euro), Vetto(48616euro)eCarpineti(50048 euro)
Inquattroanni(2015-2019)ilvalore aggiuntocomplessivamentecreatosul territoriocrescenonostanteildiminuire delnumerodiimpresepresenti.Ilvalore aggiuntoperaddettocrescepiù velocementenelleareemontanechenel restodellaprovincia,passandoda34.316 euronel2015a37.549eurodel2019 (+9,4%,superioreal+8,9%medio provinciale)econunconseguente aumentodellaretribuzionemediadel +4,8%(+1,3%inprovincia)
calatodel-6,1%rispettoal2019,ediunpiù marcato-8,8%neicomunimontani Tuttaviadurantel’annopiùnerodella pandemiadaCovid-19laresilienzadel territoriomontano,legataprobabilmente adunaeconomiachesibasasucatene delvalorepiùbrevieterritoriali,ha permessodilimitareilcalodelvalore aggiuntoperaddetto Infattiil2020si attestasuvalorisuperiorial2015,senza perderedunquedeltuttolacrescita economicadescrittanelparagrafo precedente
Nel2021ilvaloreaggiuntotornaa crescere,registrandorispettoall’anno precedenteun+18,2%inprovinciadi Reggioeun+16,8%neicomuni dell’Appennino.Grazieaquestorimbalzoil valoreaggiuntoprovincialerecuperae superaancheilivellidel2019conun+11,1%, mentreicomunimontanisegnanoun +6,5%
Lacrescitacontinuanel2022(+12,1%in provinciae+10,4%inappenninorispetto all’annoprecedente)eilvaloreaggiuntosi mantienealdisopradeilivellidel2019 (+24,5%aReggioe+17,5%inmontagna)
In provincia di Reggio Emilia circa il 16% dei turisti pernotta in montagna. Nell’ultimo anno 2024 si sono registrate 121 mila presenze nei comuni montani, il 13,1% in più dell’anno precedente. Vengono così recuperati i livelli del 2019, ultimo anno di normale afflusso turistico pre pandemia (+2,8% 2024 su 2019, in controtendenza con il -8,7% provinciale) L’appennino ha comunque affrontato meglio del restante territorio la crisi pandemica, infatti il calo del flusso turistico si è fermato a un -32,1% nel primo anno di pandemia (contro il -49,8% della provincia di Reggio) Questo calo più moderato è in parte dovuto al fatto che la montagna reggiana è frequentata prevalentemente da connazionali, limitandosi ad ospitare stranieri solo nel 5,9% dei pernotti Questo è un fattore positivo dato che la componente straniera è quella che ha subito le limitazioni più drastiche negli ultimi anni (benché in montagna si osservi un +7,2% di pernotti stranieri nel 2024 rispetto al pre crisi, a fronte di un -6,4% medio provinciale)
La miglior tenuta del turismo in montagna durante la pandemia in parte è dovuta alle caratteristiche dell’offerta turistica dell’Appennino, con ampi spazi e attività all’aria aperta in linea con le nuove sensibilità e il distanziamento sociale che la pandemia ha introdotto
Per permettere a imprese di tutte le dimensioni di poter essere competitive, lo sviluppo delle infrastrutture digitali in questo momento più che mai ha una rilevanza fondamentale. Un dato tra tutti che ci consente di cogliere il fenomeno è quello relativo alla quota di famiglie dei comuni montani con connessione in banda ultra larga FTTH: il 64,6%, a fronte di una media del 71,2% in provincia
(FTTH = Fiber To The Home, indica le connessioni a banda ultra larga in cui il collegamento dalla centrale di trasmissione fino al modem dell’utente finale è realizzato per intero in fibra ottica)
Le imprese in montagna hanno una minore accessibilità alle principali infrastrutture di trasporto rispetto al resto del territorio: un imprenditore di montagna in un anno impiega più del doppio di tempo rispetto ad un imprenditore in area non montana per accedere ad autostrade, stazioni ferroviarie, aeroporti e porti più prossimi A parità di esigenze di spostamento infatti, un imprenditore in appennino impiega in media 58 minuti contro i 23 medi in provincia di Reggio
Tra i comuni montani sono meglio collegati Vetto (46 minuti) e Casina (47 minuti), mentre risultano peggio collegati Ventasso (69 minuti) e Villa Minozzo (65 minuti).
Questo divario di tempi di percorrenza, stimato in un maggiore costo medio annuo di 2 168 euro in più per l’imprenditore di montagna rispetto ad un imprenditore attivo altrove, va ad impattare negativamente su imprese e lavoratori
La condizione idrogeologica delle nostre aree montane, negli ultimi tempi si sta aggravando. Il cambiamento climatico ha stravolto la distribuzione di piogge e nevicate, mettendo in crisi un terreno che man mano cede sempre di più, anche a causa di eventi climatici eccezionali sempre più frequenti Secondo i dati ISPRA si parla di 3 338 famiglie e 7 129 persone che vivono in aree dei comuni montani considerate ad alto pericolo di frane, mentre sono 603 le imprese che operano in questi territori, rischiando di vedere franare sotto i propri piedi il terreno da un giorno all’altro e di perdere tutto
In media in provincia il 13,8% della superficie presenta pericolosità da frana elevata e molto elevata, con un picco di oltre il 40% nel comune di Toano Ma anche Villa Minozzo e Ventasso hanno più del 30% del territorio comunale a rischio. Ventasso è inoltre il comune con più imprese a rischio, 225 unità locali pari al 53,8% del totale imprese, ma sono a rischio anche 150 imprese a Toano (il 44% del totale), e 81 imprese a Villa Minozzo (il 23,7% del numero complessivo).
Fondamentale per garantire la continuità del servizio pubblico anche nelle aree più remote è un livello adeguato di servizi pubblici accessibili online Secondo l’aggiornamento al 2025 del Digital Economy and Society Index (DESI) elaborato dalla Commissione europea, la quota di utenti di internet italiani che interagiscono con la Pubblica amministrazione attraverso siti web o app (e-Government Users) è pari al 61%, quota inferiore rispetto al 75% della media dei paesi dell’Unione europea
In Emilia-Romagna, la quinta regione più avanzata in Italia a livello tecnologico, un quinto dei comuni (20,9%) non offre la possibilità di usufruire di almeno un servizio fruibile in modalità online dall’avvio fino alla conclusione dell'intero iter. Nel contempo quasi un terzo (il 32,4%) delle famiglie lamenta difficoltà nell’accedere agli uffici comunali.