Imprese & Territorio 02 2022 - Dobbiamo prepararci a una nuova crisi?

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Periodico di informazione di Lapam Confartigianato

PNRR a che punto siamo? Ne abbiamo parlato in un evento pubblico con ospiti Morena Diazzi e Maria Cecilia Guerra

Il nuovo baricentro del mondo si sta spostando a est

EST Demostenes Floros spiega i rischi a cui stiamo andando incontro

T S E V O

Inflazione, guerra e dipendenza energetica

Cause e fattori che stanno portando alla recessione economica

Dobbiamo prepararci a una nuova crisi? Le conseguenze per le imprese del conflitto tra Russia e Ucraina

02 MARZO/APRILE 2022

Noi impresa - periodico di informazione di Lapam Confartigianato Imprese - Poste italiane SPA - Sped. in abb. post. D.L 353/2003 - (Conv. IN L.27/02/2004 N°46) - art.1, Comma 1, DCB (Modena C.P.O) - Euro 2


COSTRUTTORI DI FUTURO, SIAMO NOI. Il valore artigiano protagonista del domani.

2022 Il mondo corre veloce, noi con lui: artigiani, imprese, commercianti e professionisti siamo chiamati tutti insieme a costruire il nostro domani, per affrontare le grandi sfide che verranno. Per questo ci impegniamo ogni giorno a rendere migliore il nostro Paese, favorendo la crescita e lo sviluppo economico nel rispetto dell'ambiente e gettando le basi per un futuro sostenibile, a misura d'uomo.

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EDITORIALE

Sempre al fianco delle imprese Non ci voleva proprio una guerra. Lo scoppio di un conflitto non è mai una buona idea (morti, devastazioni, ferite che si sanano solo dopo molti anni) ed è amplificato dal fatto che tutto questo arriva proprio quando la pandemia, soprattutto grazie all’efficacia dei vaccini, sembrava aver finalmente lasciato il passo al ritorno a una nuova normalità. Lo confermano i numeri: i dati del nostro Ufficio Studi sottolineano come nel 2021 la ripresa sia stata concreta e ben più di un rimbalzo, soprattutto nell’occupazione, con il record dei cedolini paghe processati dai nostri uffici. La ripresa, in realtà, era già minacciata dall’aumento esponenziale dei costi dell’energia, dalla scarsa

reperibilità delle materie prime, oltre che dalla difficoltà di reperire personale adeguato, tre fenomeni che sono connessi, in realtà, anche alle turbolenze internazionali che hanno preceduto l’attacco della Russia nei confronti dell’Ucraina. E questo conflitto, inevitabilmente, ha già e avrà in futuro un impatto pesante anche sulle nostre imprese, sui nostri territori, e non solo su chi aveva relazioni commerciali con quell’area dello scacchiere mondiale. Tutto questo comporterà, e in realtà sta già comportando, effetti negativi sul Pil (che sconterà un calo, dovuto alla guerra, almeno dello 0,7% nel nostro Paese), sui prezzi e sull’inflazione (che sta già intaccando i risparmi), sul

commercio internazionale, con effetti a medio e lungo termine ancora ignoti, ma che non promettono nulla di buono. Tra gli effetti attesi ci sarà anche una accelerazione sulle energie rinnovabili anche per ovviare ai problemi derivanti dall’acquisto del gas russo (oltre che in generale delle risorse fossili), un processo che era già in corso e che la guerra in Europa sta accelerando. In definitiva la resilienza delle pmi, già messa a dura prova dalla pandemia, torna a essere fortemente sollecitata: come associazione reagiremo, come abbiamo fatto in questi due anni, rimanendo sempre più al fianco di imprenditori e imprese. Ne va del futuro di tutti.

Carlo Alberto Rossi Segretario Generale Lapam Confartigianato

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MARZO APRILE 2022

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

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pagina La sede di Pavullo a confronto con il sindaco Venturelli

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pagina PNRR, a che punto siamo? Ne abbiamo parlato in un evento pubblico insieme a Maria Cecilia Guerra (MEF) e Morena Diazzi (Regione)

pagina 13

Le proposte del comune

pagina 7

PNRR e piccole imprese, il 1° rapporto CENSIS

8

pagina Maria Cecilia Guerra (MEF): "Il PNRR procede, non prevedo un aggiustamento" Un'intervista al Sottosegretario al Ministero dell'Economia, Guerra, su PNRR e rincari di materie prime ed energia

pagina 9

pagina 13

Il contributo del Presidente Luppi

IN COPERTINA

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pagina Dalla Caritas un aiuto concreto ai profughi della guerra in Ucraina Una rete di solidarietà che unisce le realtà del territorio

pagina 15

Chi è Maria Cecilia Guerra

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pagina Diazzi (Regione ER): “PNRR e fondi europei a sostegno delle imprese” Secondo il direttore all’Economia e lavoro della Regione la programmazione europea e il Piano nazionale di ripresa e resilienza sosterranno le imprese regionali

pagina 11

Chi è Morena Diazzi

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Una raccolta di beni primari arriva anche dal personale Lapam

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pagina Il nuovo baricentro del mondo si sta spostando ad est. Un fenomeno accelerato dalla fine della guerra in Siria Demostenes Floros spiega i rischi a cui stiamo andando incontro e quelli legati all’interruzione delle forniture di gas Russo

21

pagina La sede di Reggio ha incontrato il sindaco Vecchi sul tema PUG

pagina Guerra e pace dell'energia

Oggetto dell’incontro: il futuro della città tramite il Piano Urbanistico Generale

pagina 12

La strategia per il gas naturale dell'Italia tra federazione russa e NATO

pagina 21 L'autore di Guerra e Pace dell'energia

Il parere della pubblica amministrazione

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Un incontro sui i temi che stanno maggiormente a cuore agli imprenditori locali

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FOCUS

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pagina Inflazione, guerra e dipendenza energetica Cause e fattori che stanno portando alla recessione economica

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pagina La nostra dipendenza energetica dalla Russia Un'analisi sulle conseguenze della guerra sul nostro import "energetico"

pagina 24 Russia primo beneficiario del deficit energetico italiano

pagina 25 Gas, una maionese impazzita

pagina 26 Alta dipendenza dal tubo

pagina 26 Fata Morgana delle rinnovabili

pagina 26 Carbon pax

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pagina Crisi energetica: la parola ai nostri imprenditori Ecco quali sono le difficoltà che stanno mettendo a rischio la ripresa

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pagina Gli effetti su export e import Il focus dell'ufficio studi di Confartigianato

pagina 28 Export abbigliamento

pagina 29 Import prodotti agricoli

pagina 29 Import ceramica


TRASPORTI

MODA

pagina Intervista a Sergio Lo Monte, Segretario Nazionale Confartigianato Trasporti

pagina Il ritardo della ripresa della moda italiana, un fattore di crisi europeo

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«Siamo di fronte alla tempesta perfetta»

TURISMO COMMERCIO E PUBBLICI ESERCIZI

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pagina Welcome to Modena: un progetto a sostegno del turismo Potranno aderire al progetto, le imprese ricettive, turistiche e gli esercizi commerciali

EDILIZIA

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pagina Caro materiali e slittamento consegne Un allarme lanciato dal Comparto Costruzioni Lapam

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Da un analisi del Centro Studi di Confartigianato

MOVIMENTO DONNE IMPRESA

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pagina Il punto di vista del Movimento Donne Impresa sulla Legge di Bilancio 2022 Un focus su lavoro, formazione, previdenza

TERZO SETTORE

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pagina Un nuovo modo di intendere la persona

SOSTENIBILITÀ

pagina Appalti pubblici e mercato elettronico

pagina Cosa sono e cosa promettono le comunità energetiche

Opportunità di lavoro con l’amministrazione pubblica

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BENESSERE

Previste per accelerare la transizione verde, sono al centro del dibattito di una legge regionale e la loro adozione potrebbe mitigare gli effetti della crisi energetica

pagina La dinamica di fatturato nel settore del benessere nell’ultimo triennio

pagina Comunità energetiche, tutti le vogliono ma mancano le regole

La situazione Covid pesa ancora sul settore?

Le comunità energetiche rappresentano una risposta innovativa al problema energetico.

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pagina Pandemia: due persone su dieci hanno sviluppato disturbi mentali Si registra un vertiginoso aumento dei casi di sindrome ansioso-depressiva

FORMAZIONE

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pagina Corsi e Formazione organizzata da FORMart CASSETTA DEGLI ATTREZZI

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pagina • Fisco • Lavoro • Bandi • Ambiente

Un contributo di Padre Natale Brescianini

IMPRESE DEL VERDE

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CULTURA

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DELIBERE CONSIGLIO DIRETTIVO GENERALE Su www.lapam.eu è possibile consultare gli estratti delle delibere dei verbali del Consiglio Direttivo Generale di Lapam Confartigianato Imprese Modena, Reggio Emilia.

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Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari. Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Monica Salvioli, Narumi Giovannelli, Elena Baraldi, Matteo Roversi, Enzo Fanì, Nicola Boschetti, Manuel Reverberi, Alberto Belluzzi, Francesco Po, Padre Natale Brescianini. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora e Luca Monelli, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay - Stampa Golinelli SpA. Per la pubblicità su Imprese&Territorio: tel. 059 893 111 5 n° 02 - contattaci@lapam.eu 2022 Imprese & Territorio


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

PNRR, a che punto siamo? Ne abbiamo parlato in un evento pubblico insieme a Maria Cecilia Guerra (MEF) e Morena Diazzi (Regione)

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l PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza presentato in Commissione Europea lo scorso anno dal governo per intercettare le sovvenzioni e i prestiti previsti da Next Generation EU, procede. Nonostante tutto. È questa la sintesi principale fatta dai relatori intervenuti in un convegno pubblico organizzato dalla nostra associazione lo scorso 24 marzo, in modalità mista, online e in presenza, per fare il punto sulla situazione. Ospiti dell’iniziativa Maria Cecilia Guerra, Sottosegretario al Ministero dell’Economia e delle Finanze, Morena Diazzi, Direttore generale Economia della Conoscenza, Lavoro e Impresa di Regione Emilia Romagna, Paolo Manfredi, responsabile del progetto speciale PNRR di Confartigianato Imprese e Gianni Trovati, giornalista del Sole 24 Ore.

Un piano in crisi? Al centro del dibattito lo stato di attuazione del Piano che, alla luce della crescente inflazione, della guerra russa in Ucraina e dello stallo politico di alcune riforme considerate strategiche dalla Commissione Europea (in primis concorrenza, fisco, giustizia e appalti pubblici) rischia di impantanarsi o sulla scorta delle stime sul PIL per il 2022 - di essere drasticamente ridimensionato. Non secondo Maria Cecilia Guerra che rimane ottimista sulla capacità del sistema di far fronte alla nuova crisi affacciatasi alle porte d’Europa. Nonostante

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i rischi correlati a una crescente inflazione e al conseguente aumento dei tassi di interesse - su cui la BCE non si è ancora espressa chiaramente - e all’aumento fuori misura del costo di materie prime ed energia, indispensabili per dare gambe al PNRR. Ad ogni modo il via libera preliminare della Commissione Europea, lo scorso 1 marzo, al pagamento di 21 miliardi della cosiddetta seconda “rata” del Piano italiano (la prima, 24,9 miliardi a titolo di anticipo, è stata versata ad agosto 2021 ndr.) sembrerebbe darle ragione. Si procede. In particolare grazie al raggiungimento di 49 “milestones”, gli obiettivi qualitativi e di 2 target quantitativi (i parametri su cui si misura l’efficacia dell’azione dei governi europei ndr.) che hanno permesso di fare un ulteriore passo in avanti verso l’attuazione del Piano. «Bisogna vigilare su questo aspetto - ha ricordato Carlo Alberto Rossi, Segretario Lapam, nel suo discorso introduttivo - le risorse del PNRR non vengono concesse dalla Commissione Europea in anticipo. Servono risultati concreti, rilevanti e misurabili. Nulla, dalla progettazione alla realizzazione dei progetti, può considerarsi scontato».

I prossimi obiettivi Un riferimento ai progetti da raggiungere nel 2022, ben 167 secondo la tabella di marcia impostata

da Palazzo Chigi, che coinvolge anche tanti enti locali. Una partita che si vince in squadra insomma e che - per quanto poco pubblicizzato - ha già dispiegato i primi effetti. Pensiamo ai fondi per l’imprenditoria femminile, alle risorse per acquistare in modo agevolato nuovi macchinari 4.0 fino al 2026, ai contratti di sviluppo per rafforzate filiere strategiche o ancora al Fondo 394 gestito da Simest per l’internazionalizzazione delle imprese italiane. «Tuttavia da quando è operativo il Piano sono emerse alcune evidenti criticità - ha ricordato Paolo Manfredi di Confartigianato - come ad esempio la mancanza di personale negli enti locali, cui è demandata gran parte della progettazione e messa a terra del Piano o ai vincoli previsti per gli investimenti in Sud Italia, o ancora a quella che alcuni hanno definito la “lotteria” del Piano Nazionale Borghi del PNRR che assegna una mole ingente di risorse a pochi scontentando molti. Su questi punti dobbiamo intervenire al più preso per correggere la rotta». Una correzione che non può essere demandata esclusivamente al “livello centrale”, ma che richiede uno sforzo complessivo da parte di tutti gli attori coinvolti, associazioni datoriali incluse.


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Sa sinistra: Morena Diazzi, Gilberto Luppi, Gianni Trovati, Carlo Alberto Rossi, Paolo Manfredi

PNRR e piccole imprese, il 1° rapporto CENSIS Le sfide del PNRR sono alla portata dell’artigianato e delle piccole imprese? Il Censis prova a dare una risposta nel rapporto “Primo Radar artigiano. Piccole imprese e artigianato, motori di sviluppo. L’Italia reale al tempo del PNRR”, commissionato da Confartigianato Imprese. Tra le evidenze emerse nello studio, la centralità dell’artigianato e delle piccole imprese nell’economia e nella società. Gli italiani, spiega il rapporto, riconoscono l’esistenza di tante piccole imprese competitive sui mercati nazionali e globali. Per la stragrande maggioranza degli intervistati (89%) le piccole imprese, incluse quelle artigiane, creano lavoro, prodotti belli, ben fatti e tengono coese le comunità.

Un valore in più per resistere a Covid-19 Pensando al dopo Covid-19 - continua il rapporto - il 62% degli imprenditori ha difficoltà ad immaginare di tornare alla vita normale ed il 58% teme di avere difficoltà economiche. All’incertezza generata dalla pandemia i piccoli imprenditori, inclusi quelli artigiani, hanno reagito mettendo in campo forme di resistenza: nel 2019-2020 rimane stabile il numero delle piccole imprese (+0,4%), mentre negativi quelli relativi alle imprese con 10- 49 addetti (-4,2%) e a quelle con oltre 50 addetti (-2,6%). E al I trimestre 2021 il saldo tra nuove piccole imprese e quelle cessate segna +6.993 unità, mentre era -28.149 unità al I trimestre 2020. E gli italiani riconoscono e apprezzano gli sforzi delle piccole imprese, incluse quelle artigiane, per restare in piedi. Infatti, il 77,9% riconosce lo spirito di iniziativa degli artigiani, la loro capacità di ricorrere a modi nuovi per portare avanti le

attività, l’87,8% l’impegno messo nel reagire alle difficoltà. Sostenibilità, prossimità, attenzione alla salute: dentro i trend chiave del post Covid-19 L’essenzialità delle piccole imprese si misura anche dal loro star dentro le dinamiche chiave del nostro tempo, richiamate anche nel PNRR. Le imprese artigiane sono interpreti avanzate di sostenibilità, tanto da averne adottato da tempo valori e pratiche: non a caso, per l’87,1% degli italiani occorre puntare sull’artigianato per una economia più sostenibile, rispettosa dell’ambiente, dei territori e delle persone. E per il 90,4% i saperi e i prodotti artigiani sono un motore di attrattività turistica dei territori, decisivi per promuovere un turismo di qualità. Inoltre, per il 66,7% degli italiani i prodotti e servizi artigiani sono in linea con le nuove esigenze di tutela della salute. Leggi il rapporto su: www.spiritoartigiano.it

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Maria Cecilia Guerra (MEF): "Il PNRR procede, non prevedo un aggiustamento" Un'intervista al Sottosegretario al Ministero dell'Economia, Guerra, su PNRR e rincari di materie prime ed energia

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spite dell'associazione per un'iniziativa pubblica giovedì 24 marzo, la Sottosegretaria al Ministero dell'Economia e delle Finanze, Maria Cecilia Guerra, rimane fiduciosa. Nonostante tutto. Il PNRR, il Piano nazionale di ripresa e resilienza italiano, procede. I 191 miliardi di euro - tra sovven-

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zioni e prestiti - promessi all'Italia dall'Europa saranno garantiti. Eppure la crisi innescata dall'inflazione e dalla guerra russa in Ucraina, sta facendo sentire i suoi effetti su un'economia già duramente provata da due anni di pandemia e potrebbe rimettere in discussione l'impianto su cui si basa il PNRR. Sottosegretaria Guerra, i rincari di energia, carburanti e materie pri-

me rischiano di bloccare le opere del Pnrr. Contemporaneamente le associazioni datoriali lamentano nell’ultimo decreto anti-rincari l’assenza di misure efficaci di revisione dei prezzi dei materiali che rischia di portare a un blocco dei cantieri. Quali soluzioni metterà in campo il governo? «Tra gennaio e marzo il prezzo del gas naturale è aumentato di quasi


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nell’ultimo decreto varato da Palazzo Chigi». C'è però chi sostiene che sia troppo poco. «Insomma, non siamo rimasti fermi. Per ridurre i prezzi dei carburanti alla pompa di benzina il governo è intervenuto nel frattempo con un intervento di riduzione dell’accisa di 25 centesimi per litro. È una misura che in parte potremmo riattivare con flessibilità anche più avanti. Per quanto riguarda le materie prime, con il decreto Sostegni-bis abbiamo previsto una revisione dei prezzi e l’istituzione di un fondo da impiegare per compensare i costi elevati».

8 volte. La risposta a questa tensione sul mercato dell’energia non può che essere una risposta europea e per questa ragione il governo italiano ha proposto un price cap europeo (un tetto dei prezzi ndr.), il solo fatto di parlarne ha determinato nelle ultime settimane una flessione di questo aumento che ci fa ben sperare. Nel frattempo, per contenere l’incremento dei prezzi di energia elettrica e gas naturale, siamo intervenuti con un mix di misure che ha superato i 15 miliardi di euro in tre trimestri: a questi se ne sono aggiunti altri 4

Su altri fronti, ad esempio quello sulle connessioni internet veloci, sulla strategia nazionale per l’economia circolare, sulla gestione dei rifiuti o sulla revisione della spesa pubblica, i traguardi sono in linea con la tabella di marcia. È così? «Sì, siamo in linea con il crono-programma. L’Ecofin ha approvato l'erogazione all'Italia della prima rata da 21 miliardi di euro. Dopo aver ricevuto anche questo via libera, entro fine mese la Commissione Europea annuncerà l’ok definitivo al versamento della rata. Questo vuol dire che è stato certificato il raggiungimento dei 51 obiettivi previsti dal PNRR italiano per il 2021. Per il 2022 abbiamo nel complesso 100 obiettivi nei due semestri a cui è legata l'erogazione di altri 46 miliardi. Voglio sottolineare che cresce molto anche il ruolo degli enti locali».

Con la selezione dei 1000 esperti, tutti assunti, da dedicare alle amministrazioni regionali e locali si è fatto un passo in avanti. Allo stesso modo sono stati fatti importanti interventi per la digitalizzazione. Ricordo quelli che riguardano la semplificazione degli acquisti di beni e servizi per l'informatica, la strategia per lo sviluppo dell'infrastruttura digitale e poi le nuove linee guida per l'interoperabilità delle banche dati delle PA». Ritiene necessario un aggiustamento dei tempi di attuazione del Piano? «No, non credo. La normativa europea prevede una procedura di revisione dei contenuti del piano ove sopraggiungono eventi tali da rimettere in discussione gli obiettivi. Come ha detto recentemente il presidente Draghi a oggi questa esigenza non c’è ma monitoreremo con grande attenzione gli sviluppi sin dalle prossime settimane».

Chi è Maria Cecilia Guerra È stata sottosegretario del Ministero del lavoro e delle politiche sociali nel governo Monti, e viceministro del medesimo dicastero, con delega per le Pari opportunità, nel governo Letta. Dal 16 Settembre 2019 è sottosegretario al Ministero dell'economia e delle finanze nei governi Conte II e Draghi.

A proposito di enti pubblici: sembrano in difficoltà nel gestire le risorse del Pnrr, mancano personale esperto e competenze specifiche. Cosa si può fare? «Il PNRR è un piano molto complesso che grava su una rete che in alcuni contesti e snodi vive tradizionalmente una difficoltà. Ma complessivamente i Comuni stanno lavorando alacremente.

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Diazzi (Regione ER): “PNRR e fondi europei a sostegno delle imprese” Secondo il direttore all’Economia e lavoro della Regione la programmazione europea e il Piano nazionale di ripresa e resilienza sosterranno le imprese regionali

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orena Diazzi, Direttore generale Economia della Conoscenza, Lavoro e Impresa, Regione Emilia Romagna, ospite di un evento pubblico organizzato dalla nostra associazione lo scorso 24 marzo, illustra come PNRR e fondi europei sosterranno i piani di sviluppo di Regione Emilia Romagna. Direttore Diazzi, il PNRR impegna la Regione su istruzione e nuove competenze. Quali sono i progetti allo studio di viale Aldo Moro? «La Regione e l’intero sistema Emilia-Romagna stanno lavorando in sinergia per centrare gli obiettivi sfidanti posti dal PNRR. In tema di istruzio-

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ne e nuove competenze, stiamo lavorando al Piano regionale di attuazione del Programma Garanzia ed Occupabilità dei Lavoratori (GOL) – uno dei tasselli della riforma delle politiche attive del lavoro incentrato sulla formazione delle competenze e sull’inserimento lavorativo – che si inserisce nella Missione 5, Componente 1, del PNRR. Stiamo inoltre lavorando per il potenziamento dei centri per l'impiego, per il rafforzamento del sistema duale di alternanza scuola-lavoro, per la riqualificazione delle scuole e dei laboratori studenti in collaborazione con ANCI e UPI». La nostra Regione si è dimostrata virtuosa nella gestione dei fondi strutturali europei. A suo

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO avviso le piccole e medie imprese beneficeranno anche dei fondi previsti dal PNRR? «La programmazione regionale dei fondi europei 2014-2020 ha portato grandi risultati. La Regione Emilia-Romagna si è distinta ancora una volta per la capacità di impiegare la totalità dei fondi attraverso progettualità di reale sviluppo del territorio. In sinergia con la nuova programmazione 2021-2027, il PNRR sarà un ulteriore strumento di crescita per le imprese emiliano-romagnole. Le PMI potranno infatti beneficiare dei fondi previsti attraverso le varie linee di investimento delle singole missioni in cui è articolato il PNRR. Si pensi alle misure orientate alla digitalizzazione e all’innovazione, volte a supportare la competitività delle imprese sui mercati, a sviluppare strategie di diversificazione della produzione e di internazionalizzazione. E, ancora, alla transizione ecologica, che coinvolgerà tutti i diversi settori».

A proposito di fondi europei, si è aperta la nuova programmazione europea. Quali sono le linee di indirizzo per l’imprenditoria regionale nei prossimi anni? «I fondi complessivi a disposizione sono pari a oltre 2 miliardi di euro di cui il 50% per il FESR e il 50% per il FSE+. Nel FESR, alle imprese sono destinate circa il 60% delle risorse del Programma con interventi su ricerca, innovazione, competitività, formazione di nuove competenze, digitalizzazione e transizione energetica che accompagnino i processi innovativi delle imprese e favoriscano investimenti e percorsi di crescita e consolidamento del sistema produttivo. Nel FSE+, al sostegno all’occupazione è destinato più del 50% delle risorse, di cui oltre 300 milioni di euro per l’occupazione giovanile. Ulteriori 200 milioni andranno invece a formazione delle competenze, comprese quelle per gli occupati».

Chi è Morena Diazzi Dal 2006 è Direttore Generale presso la Regione Emilia-Romagna, ricoprendo prima l’incarico di Direttore Generale alle attività produttive e attualmente quello di Direttore Generale Economia della

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Conoscenza, del Lavoro e dell’Impresa con l’obiettivo di realizzare politiche per lo sviluppo e la promozione delle imprese, dei settori cultura, turismo e sport, del lavoro e della conoscenza.

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ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

La sede di Reggio ha incontrato il sindaco Vecchi sul tema PUG Oggetto dell’incontro: il futuro della città tramite il Piano Urbanistico Generale

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i è tenuto un importante incontro con il comune di Reggio Emilia con il sindaco Luca Vecchi e il vice sindaco Alex Pratissoli sul Piano Urbanistico Generale (PUG). Un piano che intende avere una prospettiva di lungo termine per tracciare un solco nell'evoluzione urbana, sociale ed economica del comune. L’incontro si è aperto con il saluto del presidente Lapam Reggio Emilia Guido Gasparini, che ha puntato sulla necessità di un dialogo costante e aperto, come base solida su cui costruire il futuro della città: ”Questo percorso è iniziato nel 2020, quando abbiamo presentato alcune osservazioni e suggerimenti sul miglioramento delle politiche abitative, sul recupero e sulla riqualificazione di aree e fabbricati dismessi con strumenti urbanistici flessibili per garantirne l’utilizzo concreto, con l’obiettivo primario di aumentare i posti di lavoro, senza dimenticare la valorizzazione commerciale del centro che lo renderebbe vivibile, ma soprattutto sicuro.” Gasparini ha poi rilanciato l’importanza di una generale riqualificazione del territorio, valorizzando i suoi punti di forza:

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”È indispensabile avere infrastrutture potenziate e moderne. E raggiungere l’obiettivo di migliorare qualità della vita e dell’aria, valorizzare la stazione Mediopadana, credere nello sviluppo dei villaggi artigiani. Non possiamo dimenticare i lavoratori che hanno bisogno di servizi, di assistenza per bambini e anziani, di politiche giovanili, di un nuovo rapporto tra pubblico e privato, più vicino e solidale, come la pandemia ci ha insegnato in questi lunghi mesi.”

Il parere della pubblica amministrazione Il Sindaco Vecchi e l’assessore Pratissoli, guardando con fiducia al futuro e alla collaborazione con gli imprenditori, hanno spiegato l’importanza dei fondi del PNRR e del PUG. Essi sono fonte di un rinnovamento profondo del territorio. Il territorio va valorizzato rendendo la città vivibile, ben collegata sia al suo interno che con l’esterno, lanciando lo slogan della ‘città dei quindici minuti’. Deve inoltre essere ricca di servizi funzionali ed

efficaci per i cittadini. La rigenerazione urbana, secondo l’amministrazione, passerà anche da una nuova edilizia residenziale popolare volta alla tutela delle fasce più deboli, oltre che per un corposo recupero del centro storico. L’obiettivo, con la conversione del seminario in un polo universitario da dodici mila studenti e il recupero del Parco Innovazione ex Reggiane, è quello di dare alla zona un nuovo impulso commerciale, rendendola viva e sicura, proprio come chiesto anche da noi. Il Sindaco ha quindi sottolineato come sia fondamentale una sempre più stretta collaborazione tra pubblico e privato. È necessario guardare al PUG e ai fondi del PNRR con occhi nuovi, pronti a cogliere opportunità innovative per rilanciare la città e affrontare nel migliore dei modi le sfide del futuro, come la transizione energetica. Al termine dell’incontro il presidente di Reggio Gasparini ha ribadito la propria disponibilità a tenere aperto il canale del dialogo e del confronto. Ha poi esortato il Comune a sfruttare il bagaglio di esperienza del mondo che rappresentiamo per costruire un futuro di sviluppo per il territorio.


ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

La sede di Pavullo a confronto con il sindaco Venturelli Un incontro per discutere i temi che stanno maggiormente a cuore agli imprenditori locali

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’incontro si è aperto con l’intervento del presidente della sede di Pavullo: Sergio Mucciarini che ha evidenziato le necessità più impellenti per la comunità del Frignano: ”È fondamentale rilanciare il centro storico e il tessuto urbano di Pavullo. Migliorare lo smaltimento degli inerti edili e degli sfalci e potature, semplificare la burocrazia e potenziare le infrastrutture, sia fisiche, come l’Estense e la tangenziale, che digitali. In primo piano l’estensione delle copertura della fibra ottica, in modo da agevolare le imprese locali nella loro crescita. Vogliamo rilanciare il nostro territorio, che è ricco di possibilità imprenditoriali e turistiche.” A sostegno delle parole del Presidente, il Segretario Generale Rossi ha sottolineato come negli anni la nostra associazione abbia creduto molto nella realtà del Frignano ampliando le proprie sedi anziché chiuderle, agevolando così la comunicazione e la collaborazione tra imprenditori e amministrazioni.

Le proposte del comune Durante l'incontro ha preso la parola il neosindaco Venturelli che, rilanciando l’importanza di

un dialogo continuo tra cittadini e Amministrazione, ha evidenziato: ”è essenziale programmare in modo attento e puntuale, con orizzonti temporali di medio e lungo periodo, cercando di migliorare la situazione economica ‘ingessata’ del Comune e di negoziare il più possibile con Hera, in vista del rischio di un aumento della tariffa a seguito del nuovo affidamento della gestione. In merito allo smaltimento degli inerti, invece, stiamo dialogando con i frantoi del territorio e prevedendo un potenziamento degli orari di apertura dell’isola ecologica.” A livello infrastrutturale, Venturelli ha poi categoricamente escluso la possibilità di una prosecuzione della Fondovalle nella vallata dello Scoltenna puntando infatti sulla progettazione e costruzione della tangenziale di Pavullo e sulla manutenzione delle strade del territorio. Venturelli ha sottolineato la centralità che la cura del tessuto sociale riveste per la Giunta e illustrato le negoziazioni in corso per la realizzazione della Casa del Volontariato che, tra le altre associazioni, ospiterà Avap, Avis, Frignaut e Protezione Civile. Infine, per quanto riguarda la valorizzazione del territorio ha aggiunto: ”abbiamo stanziato 35mila euro per la Fiera dell’Economia Monta-

na, importante vetrina per il nostro territorio, oltre che ingenti fondi per la ristrutturazione del centro storico e del Parco Ducale.” Al termine dell’intervento del Sindaco, hanno preso la parola alcuni consiglieri che hanno sottolineato diversi temi tra i quali: l’isola ecologica utilizzabile solamente dai privati e non dalle imprese, l’intervento di Hera per il conferimento dei rifiuti presso la stessa infrastruttura e la progettazione delle reti idriche, fognarie e del gasdotto ormai obsoleti. Emerge inoltre la possibilità di valutare l’utilizzo della vecchia cava di Niviano o della ex discarica di Casa Zeccone per la gestione degli inerti. In ultimo è stato chiesto al Sindaco di farsi parte attiva per potenziare l’ospedale di Pavullo, importantissimo per tutto il Frignano.

Il contributo del presidente Luppi L’incontro si è concluso con il Presidente Generale Lapam, Gilberto Luppi che ha rimarcato l’importanza decisiva di un dialogo continuo tra imprenditori, corpi intermedi e amministrazioni comunali per lo sviluppo dell’Appennino.

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IN COPERTINA CRISI RUSSIA UCRAINA

Dalla Caritas un aiuto concreto ai profughi della guerra in Ucraina Una rete di solidarietà che unisce Caritas diocesana, Comune di Modena, Ausl, Croce Blu e altre realtà del territorio

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ggi più che mai, bisogna fare nostre le parole enunciate da papa Pio XII il 24 agosto 1939, alla vigilia della Seconda guerra mondiale. Si deve partire da un dato: l’innescarsi della guerra in oggetto non è la sconfitta degli artigiani di pace, bensì dei nazionalismi che oggi si ripresentano per rinnegare, con l’uso della forza, un’appartenenza comune alla quale non possiamo sottrarci: l’appartenenza come fratelli, come dichiarava papa Francesco nel 2020. Essere consapevoli di tale appartenenza significa andare oltre l’uso della forza e schierarsi dalla parte delle vittime, di coloro che oggi fuggono da questa ‘inutile strage’; significa anche prepararsi per accogliere, nel senso etimologico della parola: «raccogliere insieme verso» (dal latino «accolligere»). La parola stessa, nel suo significato, esprime la vocazione dell’umano sulla terra, che consiste nel raccogliere insieme le forze, le energie, per camminare verso il bene comune”. Federico Valenzano, vice

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direttore della Caritas dell’arcidiocesi di Modena, parte da qui per spiegare le motivazioni che spingono la realtà caritativa modenese (in rete con tutte le Caritas diocesane del Paese) a sostenere gli ucraini in fuga dalla guerra e quelli che restano nel cuore di un conflitto che non sta risparmiando i civili (come, del resto, accade sempre quando scoppia un conflitto). “Per Caritas diocesana, l’occasione di accogliere le prime famiglie in fuga dall’Ucraina è giunta sabato 5 marzo – ricorda Valenzano -. Si tratta di due mamme e due figlie: Alla e Olga, Alona e Diana. I loro mariti sono rimasti in Ucraina, non potendo uscire dal Paese per via del divieto di espatrio imposto agli uomini dai 18 ai 60 anni; costretti a stare sul fronte per combattere una guerra dove gli attacchi non hanno risparmiato ospedali, scuole né infrastrutture residenziali. Come nelle città di Kharkiv, Kherson e Mariupol, oggetto di tenaci bombardamenti. Tali azioni hanno già prodotto migliaia di morti nella popolazione civile, oltre ai milioni


IN COPERTINA CRISI RUSSIA UCRAINA di sfollati che hanno superato il confine”. Questa accoglienza ha potuto contare sull’attivazione di una rete di solidarietà che unisce Caritas diocesana, il Comune di Modena, l’Ausl, la Croce Blu e altre realtà disponibili a farsi prossime alle vittime del conflitto. “Grazie ai volontari della scuola «Penny Wirton», Caritas diocesana offre loro un accompagnamento nell’apprendimento dell’italiano - spiega ancora il vice direttore di Caritas diocesana -. Prima del loro arrivo a Modena, queste persone hanno trascorso due giorni al confine con la Polonia, in attesa di un mezzo di trasporto per poter raggiungere il nostro Paese. Si parte evitando di pensare allo sradicamento. Si parte dicendo a sé stessi che si starà via per poche settimane, «al massimo un mese», avvertendo chiunque si incontri di non voler ottenere un eventuale asilo politico «per non rimanere bloccati» e «in una condizione di esilio» nella città che li ospita ma che non è la loro. E si spera che il tutto duri poco, che si tratti solo di un brutto sogno”. Anche il Vicario generale dell’arcidiocesi di Modena-Nonantola, mons. Giuliano Gazzetti, ha scritto parole importanti circa il “dovere di aprire le braccia”: “La Chiesa di Modena, come da indicazione della Cei, ha affidato a Caritas diocesana il coordinamento di azioni da svolgere insieme alle istituzioni e per assicurare un accompagna-

mento delle comunità parrocchiali. Pur valorizzando ‘il tanto di buono compiuto’, desideriamo condividere gli orientamenti di Caritas italiana, sottolineando che il principale contributo delle nostre parrocchie risiede nella costruzione di relazioni a partire dalle quali le persone che oggi scappano dal conflitto possano essere riconosciute parte integrante della comunità. Tale riconoscimento – ha aggiunto mons. Gazzetti - è il presupposto per un’integrazione autentica, dove la persona accolta possa mettere in campo le proprie risorse e capacità affinché la comunità che accoglie possa beneficiarne. Si tratta di una situazione complessa, che può essere affrontata in modo efficace coordinando i nostri sforzi all’interno di un progetto unitario. Le comunità parrocchiali e le famiglie disposte ad accogliere sono chiamate ad ascoltare e mettere in campo diverse attività al fine di: conoscere le singole persone (serve, ad esempio, l’aiuto di mediatori culturali “volontari” per ricostruire la loro condizione); avviare percorsi di integrazione nelle comunità, che coinvolgano la cittadinanza attorno a progetti volti a favorire l’inserimento nelle nostre realtà educative (scuole, oratori, società sportive...), perché l’accoglienza si realizzi interagendo in modo collaborativo con le istituzioni civili e in una logica di sussidiarietà”.

Una raccolta di beni primari arriva anche dal personale Lapam Un aiuto ai profughi e alle vittime del conflitto arriva anche da numerosi addetti che lavorano in Lapam e che si sono prodigati nel raccogliere beni di prima necessità come generi alimentari a lunga scadenza, prodotti per la cura delle persona e altri beni suggeriti e infine raccolti

da Mix Markt: catena di supermercati Ucraina che si è attivata per fare da collettore e tramite per il materiale donato. Sono stati inoltre raccolti farmaci poi affidati alla gestione da parte dell'associazione Porta Aperta.

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IN COPERTINA CRISI RUSSIA UCRAINA

Il nuovo baricentro del mondo si sposta ad est. Un fenomeno accelerato dalla fine della guerra in Siria Demostenes Floros, senior energy economist CER, spiega i rischi a cui stiamo andando incontro e quelli legati all’interruzione delle forniture di gas Russo

«C

i stiamo mettendo all’angolo soli. Dobbiamo utilizzare l’energia per riallacciare un dialogo, non per un ricatto». Demostenes Floros, senior energy economist CER, Centro Europa Ricerche, il centro studi fondato negli anni ‘80 da perso-

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nalità quali Giorgio Ruffolo e Luigi Spaventa, oggi di proprietà Sator S.p.A e Rekeep S.p.A, non ha dubbi. È quanto mai urgente riallacciare un dialogo con la Federazione Russa. Ma a quale prezzo? «Abbiamo una certezza - spiega il ricercatore - con questi prezzi del gas

il 60% della manifattura tedesca e il 70% di quella italiana rischia di chiudere. Noi europei dobbiamo sederci ad un tavolo e trattare. Diversamente abbiamo di fronte la stagflazione. Nessuna crescita e un’inflazione da anni ’70».


IN COPERTINA CRISI RUSSIA UCRAINA l’Italia potrebbe rendersi indipendente dalle forniture energetiche russe. Dal suo osservatorio questa obiettivo è plausibile? «Temo che nel frattempo la nostra economia collasserà. Personalmente non lo ritengo possibile. A differenza di altri paesi europei, il nostro è fortemente diversificato sul fronte dell’approvvigionamento energetico. Questo grazie al lavoro di Enrico Mattei. Tuttavia ritengo molto, molto difficile affrancarsi dal gas russo».

Dottor Floros, in questi giorni drammatici sono tornati in voga termini che pensavamo aver relegato alla storia: dazi, autarchia, divieto all’export. A suo avviso siamo di fronte a un “disaccoppiamento” del mondo tra est e ovest? «In realtà è già da diversi anni che gli Stati adottano misure protezionistiche. Credo che la globalizzazione stia lasciando posto ad una “regionalizzazione” del mondo, cioè ad una suddivisione in aree economiche integrate al loro interno in cui avanzano processi di concentrazione e centralizzazione dei capitali. Da un punto di vista geopolitico accanto al blocco euro-atlantico stiamo così assistendo alla nascita di un blocco euroasiatico a guida Russo-Cinese». Perché questo rappresenta un problema per il blocco euro-atlantico? «Perché presto porterà a delle divergenze all’interno del blocco euro-atlantico. Non soltanto tra le due sponde dell’oceano, ma anche tra le principali economie

dell’Unione Europea. Di fatto, le principali economie europee hanno dinanzi a sé la seguente contraddizione: da una parte, gli interessi politici e militari (leggasi Nato) con gli Stati Uniti d’America e dall’altra gli interessi energetici e commerciali con la Federazione Russa, porta verso l’Eurasia. O si affronta questa contraddizione o si affonda». Neanche i cinesi sembrano convinti della guerra russa in Ucraina. «Bisogna leggere correttamente il loro linguaggio. I cinesi hanno tutto l’interesse nello svolgere un ruolo diplomatico e di mediazione. Ma, a mio avviso, il loro appoggio ai russi è significativo. Il ministro degli Esteri cinese ha dichiarato che la responsabilità dell’attuale situazione in Ucraina è degli Stati Uniti e delle Nato. Invito tutti quanti a riflettere su questo cambiamento di linguaggio da parte dei prudenti diplomatici cinesi». Il Ministro per la Transizione energetica, Roberto Cingolani, ha affermato che entro 30 mesi

Esattamente quanto gas acquistiamo dalla Russia e come saremo in grado di rimpiazzarlo? «Nel 2021 l’Europa ha importato 185 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, l’Unione Europea circa 155 miliardi, il nostro paese attorno ai 28 miliardi. L’Italia potrebbe acquistare un po’ più di gas dall’Algeria e forse dall’Azerbaijan e potremmo indubbiamente acquistare un po’ più di GLN, gas naturale liquefatto (nei fatti, l’afflusso dall’Azerbaijan ha quantitativamente sostituito l’ammontare proveniente dal nord Europa in via di esaurimento). Ma stiamo parlando di 28 miliardi di metri cubi! Possiamo diversificare, non sostituire. Detto ciò è bene chiarire che tutto questo ci costerà caro. Il GLN che compreremo dagli USA o dal Qatar costerà più del gas via tubo. Quand’anche quest’operazione fosse portata a buon fine, le nostre bollette saranno più salate e le nostre imprese dovranno competere con competitors che hanno costi del gas naturale più bassi». A suo avviso è stata una miopia politica quella di dipendere per il 40% del nostro fabbisogno energetico dal gas russo? «Non si tratta di miopia, ma di necessità. Gli altri fornitori negli ultimi 15 anni hanno avuto problemi di produzione, non hanno investito come hanno fatto i Russi che hanno aumentato riserve, produzione ed esportazioni. Se poi aggiungia-

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IN COPERTINA CRISI RUSSIA UCRAINA mo errori geopolitici tragici come la guerra in Libia, be’, vediamo come non siamo stati in grado di fare i nostri interessi nemmeno quando potevamo».

come nel giro di dieci giorni siamo passati dal parlare di transizione energetica a quando riaccendere le centrali a carbone. Siamo in grande difficoltà».

Ma cosa c’entra in tutto questo la liberalizzazione del mercato decisa dall’Unione europea? «Quando erano a regime i cosiddetti contratti “take or pay oil link” di fine decennio scorso, pagavamo all’incirca 200 dollari per 1.000 metri cubi di gas naturale. Un prezzo tendenzialmente stabile, ancorato all’andamento del prezzo del petrolio. In quel periodo il costo ha oscillato tra i 200 e i 350 dollari per mille metri cubi di gas naturale. Badi che in quel periodo i contratti di fornitura erano fissati sul lungo periodo, anche trentennali. Oggi, per volontà dell’Unione Europea, siamo passati a contratti cosiddetti “gas to gas” di breve se non brevissimo periodo. Questo fattore ha creato grandissima volatilità nel mercato, perché si basa sul principio della domanda e dell’offerta. Nel 2021, il costo del gas è così aumentato del 400% circa nel mercato regionale europeo. Per volontà nostra, non dei russi che non hanno mai approvato questo cambiamento».

Energia, clima, difesa comune. L’Unione Europea riuscirà a trovare una linea comune su questi temi in così poco tempo? «Al momento vedo l’opzione opposta. Cioè che le divergenze possano acuirsi. Certamente di fronte a quanto sta succedendo in Ucraina abbiamo assistito ad un ricompattamento del blocco occidentale, ma temo che durerà poco e che molti si sfileranno dalle posizioni rigide degli Stati Uniti. Ad esempio bisognerà vedere come la UE regolerà i conti con Polonia e paesi baltici…».

Un errore tanto più grave se consideriamo come la politica energetica di paesi come l’Italia e la Germania si basa su questa risorsa. Oggi progetti come Nord Stream 2 sono congelati sine die. Eppure il gas naturale è considerato il carburante della transizione. Anche la Cina punta su questa fonte per diminuire la sua dipendenza dal carbone. Questa guerra rallenterà o accelererà la transizione energetica promessa dal Green deal europeo? «Per fare la transizione energetica, a mio avviso, servono due cose: il gas naturale e tanti, tantissimi soldi. Ma la domanda “chi paga?”, non viene mai posta. Il rischio è che si blocchi tutto. Basta guardare

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Cosa intende dire? «Polonia e paesi baltici ricevono lauti finanziamenti dall’Unione Europea, eppure in politica estera fanno ciò che dicono gli USA. Ora, sappiamo benissimo che all’interno dell’Unione ci sono forti divergenze di vedute, pensiamo alla guerra in Libia che hanno voluto francesi e inglesi ma non italiani e tedeschi. Oppure pensiamo ancora alla transizione energetica e a come settimane fa discutevamo della cosiddetta “tassonomia” energetica che divideva sostenitori ed oppositori dell’energia nucleare come fonte “green”. Questi nodi prima o poi verranno al pettine…». Oggi si parla della necessità di avere un “sistema ridondante”, cioè una strategia energetica che punti su più fornitori, più fonti energetiche e più tecnologie. Ma perché in questi anni siamo stati immobili e come recuperiamo il tempo perso? «Abbiamo sognato un percorso facile e raggiungibile in breve tempo. La verità è che è un percorso lungo e difficile che io ho descritto anche come “pericoloso”. Il conflitto in Ucraina è qui a dimostrarlo. Oggi


IN COPERTINA CRISI RUSSIA UCRAINA è la stessa struttura del sistema economico globale ad essere in discussione. Quindi non è una passeggiata. Secondo alcune stime nel 2050 potremmo raggiungere la neutralità climatica (emissioni zero ndr.) investendo 172 trilioni di dollari. Il PIL mondiale è all’incirca di 100 trilioni di dollari». A suo avviso che impatti avrà la decisione del governo degli Stati Uniti di interrompere l’import di fonti energetiche dalla Russia sul prezzo del petrolio? Secondo alcuni analisti un prezzo di 200 euro al barile non è fantascienza. «Purtroppo non è fantascienza. Abbiamo assistito ad un’impennata del prezzo del barile dinanzi alla decisione di USA e Gran Bretagna. Se gli europei seguiranno il loro esempio questa ipotesi è possibile. Al momento - fortunatamente - i tedeschi hanno scartato questa decisione. Nell’ultimo rapporto mensile del CER abbiamo ipotizzato un prezzo simile. È un tema all’ordine del giorno. Noi importiamo il 25% del petrolio che consumiamo dalla Russia, sono 2,5 milioni di barili al giorno, a cui si aggiungono i prodotti raffinati, circa 5/6 tonnellate al mese. Anche quest’ammontare, al pari del gas naturale, non è facilmente sostituibile. Un greggio qualitativamente simile è disponibile solo in Iran o Venezuela». A peggiorare il quadro i paesi OPEC+ la settimana scorsa hanno comunicato di non voler aumentare la produzione di petrolio ed Emirati e Arabia Saudita si rifiutano di parlare con Biden. Un problema serio per i paesi occidentali. «A febbraio l’OPEC+ (cioè l’organizzazione che riunisce i paesi arabi e la federazione russa più altri importanti produttori tra i quali Azerbaijan, Kazakistan, Messico ndr.) hanno aumentato la produzione a 560mila barili al giorno. È la prima volta da agosto 2021 che

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IN COPERTINA CRISI RUSSIA UCRAINA rispettano l’aumento della quota mensile. Hanno sempre indicato 400mila barili al giorno, nei fatti senza mai rispettarla. Detto ciò Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti non vogliono discuterne con il presidente Biden. Questo ha un significato politico molto chiaro e per indagarlo bisogna tornare al voto ONU sulla condanna dell’invasione russa in Ucraina. Paesi come Algeria, Angola, Iran, Iraq, Kazakistan, tutti grandi produttori di petrolio, si sono astenuti dal voto. Anche il Venezuela che non ha partecipato al voto per questioni tecniche, probabilmente si sarebbe astenuto o addirittura avrebbe votato contro. Il sito americano di energia più importante al mondo oilprice.com ha interpretato questa scelta affermando che il peso in Medio Oriente di Russia e Cina oggi è superiore a quello degli USA. A riprova di questo basta ricordare come nella riunione del Consiglio di Sicurezza ONU che ha preceduto di pochi giorni il voto dell’assemblea ONU, gli Emirati Arabi Uniti si siano astenuti dalla condanna all’invasione russa in Ucraina».

Materie prime ed energia, le prospettive per le PMI Demostenes Floros, e Gianclaudio Torlizzi, si confrontano sul dossier più urgente per le filiere italiane ed europee

7 aprile ore 18:00 In presenza e online Iscriviti all'evento. Scansiona il QrCode oppure visita: www.lapam.eu

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Insomma chi detiene le materie prime fa blocco comune. «Esattamente e fa blocco non solo in quanto produttori. Dovremmo fare un passo indietro e analizzare un aspetto cruciale. È la guerra in Siria e la vittoria Russa al fianco di Al-Assad che ha determinato la sconfitta dei sauditi e imposto un nuovo equilibrio in Medio Oriente». Mi scusi, ora cosa c’entra la guerra in Siria? «I paesi mediorientali produttori di petrolio, dall’Arabia Saudita al Qatar, hanno appoggiato le formazioni militari che hanno combattuto contro il regime siriano di Al-Assad, appoggiato invece dai russi, dagli

iraniani e da Hezbollah. Bene, la guerra è stata vinta fondamentalmente dai russi. Dalla fine della guerra in Siria abbiamo assistito ad una spaccatura all’interno delle petromonarchie. Una spaccatura nei rapporti reciproci che, a mio avviso, ha molto a che fare con l’energia. Da quel momento, persa la guerra, quei paesi si vedono costretti a rivedere la loro politica estera. Per un paese come il Qatar, il principale esportatore al mondo di gas naturale liquefatto, significa tener maggiormente conto dell’Iran, con cui detiene uno dei più grandi giacimenti offshore di GLN. In sintesi le politiche estere dei principali produttori di petrolio e gas si sono spostate dalle posizioni dettate dall’OPEC a quelle dettate dall’OPEC+ che comprende la federazione russa e il Kazakistan. Un aspetto centrale di tutto questo è l’allontanamento dei sauditi dagli USA. Su questo fronte se consideriamo le esportazioni di petrolio dall’Arabia Saudita agli Stati Uniti, assistiamo ad una diminuzione delle esportazioni verso di USA da oltre 1 milione a 400mila di barili al giorno. Nel contempo le esportazioni verso la Cina sono aumentate fino ad arrivare a 1,8 milioni di barili al giorno. È l’intero baricentro del mondo ad essersi spostato verso l’Asia in linea con lo spostamento della manifattura (ad oggi, il peso della manifattura cinese su quella mondiale ha oltrepassato il 30%, era al 5% nel 1995)». Ma gli americani possono contare sul petrolio scistoso «Anche se gli americani sono diventati autosufficienti sono riusciti a farlo tramite il cosiddetto fracking. Personalmente ho molti dubbi che questa tecnologia altamente invasiva possa durare ancora a lungo. Nei prossimi anni non escludo un’inversione di tendenza».


IN COPERTINA CRISI RUSSIA UCRAINA

Guerra e pace dell'energia La strategia per il gas naturale dell'Italia tra federazione russa e NATO

I

gasdotti che uniscono, e che potrebbero unire, nel futuro prossimo, l’Unione Europea e la Federazione Russa rappresentano la contraddizione esistente tra i rapporti politici e militari (Nato) tra i Paesi europei e gli Stati Uniti da una parte e gli interessi energetici e commerciali di Berlino, Parigi, Roma, Ankara con Mosca – porta verso l’Asia – dall’altra. Ogni pipeline definisce, infatti, una serie di relazioni industriali e geopolitiche. In Italia, nel corso degli ultimi

quindici anni, i diversi governi che si sono susseguiti – pur con pregi e limiti differenti – sono stati incapaci di sostenere una linea di equilibrio tra Stati Uniti e Federazione Russa avente l’obiettivo di perseguire, in primo luogo, gli interessi nazionali all’interno di un contesto multipolare profondamente mutato. Le scelte strategiche che verranno adottate dal nostro Paese nel settore dell’energia – a partire dall’obiettivo dell’Unione Energetica Europea – non potranno prescindere dall’evoluzione poli-

tica dell’Ue e dal futuro – tuttora nebuloso e non privo di rischi – della moneta unica. Dinanzi alla Germania, divenuta nel frattempo principale hub-energetico europeo, dovremmo forse rivedere il concetto di Sicurezza energetica nazionale? Se sì, come? Un saggio che, per la prima volta, mette in luce gli elementi geopolitici che si celano dietro ai principali progetti europei di approvvigionamento energetico e, soprattutto, i possibili effetti internazionali che da essi potrebbero scaturire.\

L'autore di guerra e pace dell'energia Demostenes Floros un analista geopolitico ed economico. Collabora con la rivista di geopolitica Limes, con la rivista WE-World Energy per Eni. Insegna presso il Master di primo

livello in Relazioni internazionali di impresa: Italia-Russia (modulo: Energia) dell'università di Bologna. Nel gennaio 2020 stato nominato Senior Energy Economist presso il CER (Centro Europa Ricerche).

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FOCUS CRISI RUSSIA UCRAINA

Inflazione, guerra e dipendenza energetica Cause e fattori che stanno portando alla recessione economica

L

o scoppio della guerra in Ucraina ha colto le imprese italiane in una delicata fase di transizione post-pandemia, in cui il conflitto agisce da moltiplicatore sui prezzi delle materie prime e dell’energia, che già nel 2021 erano saliti in modo straordinario anche

Aumento produzione post Covid-19 basato sul PIL anno 2021 +5,8%  Italia

a causa della ripartenza dell’economia e delle strozzature di offerta delle filiere globali. A fronte di un aumento spropositato dei prezzi che le imprese devono sostenere per la produzione e il trasporto, sono sempre più numerosi i casi in cui il divario tra

costi e ricavi diventa insostenibile, costringendo al fermo dell’attività: un rischio per quasi 4 mila imprese con 48 mila addetti a Modena e Reggio Emilia.

Aumento del prezzo di energia elettrica (PUN) e gas naturale

+5,9%  Mondo

x9,4

x2,5

Negli ultimi 12 mesi, da marzo 2021 a marzo 2022

Rispetto alla media dicembre 2021 febbraio 2022. Picco sui mercati registrato l'8 marzo 2022

Diminuzione del volumi di export L'export ancora non è tornato ai livelli del 2013, precedenti alla guerra di Crimea

!

Leggi l'approfondimento: "Gli effetti su export e import" a pagina 28

Dipendenza dell'elettricità dal prezzo del gas Aumento domanda energetica dal 2020 al 2021

+7,2%

Consumo italiano di gas

-18,6%

Produzione interna di gas

!

Leggi l'approfondimento: "Gas, una maionese impazzita" a pagina 25 Dipendenza energetica del nostro paese Percentuali di petrolio e gas naturale importati dalla Russia 8,7% Petrolio

41,5% Gas naturale

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FOCUS CRISI RUSSIA UCRAINA

Aumento del prezzo delle materie prime da febbraio 2021 a febbraio 2022 Energia Prodotti non energetici

Fertilizzanti Cotone Bevande Metalli

+74,6%

+31,1% 20%

40%

60%

+110,2% +49,2% +43,3% +31,7% 20%

Aumento del prezzo dei trasporti Gasolio per +51,7% autotrazione

40%

60%

80%

100%

Aumento prezzi di produzione Da gennaio 2021 a gennaio 2022

da marzo 2021 a marzo 2022

Aumento prezzo produzione Valore massimo dal 2021

+10,6% x3

Aumento costo trasporto marittimo dalla Cina dal 2020 al 2021

!

Inflazione

Aumento prezzi al consumo Per l'ottavo mese consecutivo Energia elettrica prodotta da solare Crescita della percentuale di energia elettrica prodotta dal 2017 al 2021 Leggi l'approfondimento: "Fata Morgana delle rinnovabili" a pagina 26

!

+5,7%

Aumento prezzi al consumo da febbraio 2021 a febbraio 2022

Valore massimo dal 1995 Aumento inferiore all'aumento prezzi di produzione, segnale che le imprese stanno assorbendo i primi rincari

+2,1% +45,9%

Beni non energetici Beni energetici

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FOCUS CRISI RUSSIA UCRAINA

La nostra dipendenza energetica dalla Russia Un'analisi dell'Ufficio Studi Confartigianato sulle conseguenze della guerra sul nostro import "energetico"

L

’invasione russa dell’Ucraina ha innescato una violenta accelerazione della crisi energetica in corso (di cui abbiamo scritto anche qui), amplificando gli effetti recessivi. A scriverlo è l'Ufficio Studi di Confartigianato in un'analisi pubblicata sul sito della Confederazione che vi proponiamo

di seguito. Il conflitto scoppiato nel cuore dell’Europa genera un allineamento dei fattori di rischio sulla scacchiera energetica dell’Italia, pericolosamente intrecciati con l’eccessiva tassazione dell’energia, poco rispettosa del principio chi inquina paga e che penalizza maggiormente le micro e piccole

imprese. Le evidenze emergono dal nuovo report di Confartigianato "Caro commodities: il deragliamento dei prezzi dell’energia nell’inverno 2021-2022", anticipate nella rubrica dell’Ufficio Studi su QE-Quotidiano Energia.

Russia primo beneficiario del deficit energetico italiano

Nell’ultimo anno la bolletta energetica è peggiorata di 16,7 miliardi di euro, un punto di PIL, riducendo la creazione di prodotto interno lordo, spostandolo all'esterno, verso i paesi fornitori di petrolio e gas, il primo dei quali è proprio la Russia, che detiene una quota delle im-

portazioni energetiche del 19,9%, davanti ad Azerbaijan con 15,9%, Libia con 13,7%, Algeria con 12,6%, Iraq con 9,0%, Arabia Saudita con 6,3%. Per l’intera Unione europea, la Russia è tra i primi fornitori sia di petrolio greggio che di gas naturale.

16,7 miliardi di euro Aumento bolletta energia 19,9% Russia

Quote detenute delle importazioni energetiche

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15,9% Azerbaijan

13,7% Libia

12,6% Algeria

9% Iraq

6,3% Arabia Saudita


FOCUS CRISI RUSSIA UCRAINA

Gas, una maionese impazzita

al 41,2% dello stesso periodo del 2020. Dal 2013, anno precedente allo scoppio della crisi in Crimea, la quota della Russia sulle importazioni italiane di gas è salita di 4,4 punti (era 37,1%).

Nel turbinio di prezzi del gas quintuplicati nell’ultimo anno e la crescita della domanda – nel 2021 il consumo in Italia di questa commodities è salito del 7,2% – la dipendenza dell’Italia dalle forniture russe di gas è addirittura aumentata nell’ultimo anno, salendo al 41,5% dei primi 11 mesi del 2021, in aumento di 0,3 punti rispetto

L’Italia, producendo quasi la metà (47,7%) dell’energia elettrica utilizzando il gas, contro il 16,7% in Germania e il 6,6% in Francia, è maggiormente danneggiata dall’inflazione energy-driven. L’analisi dei dati di Eurostat evidenzia che a gennaio 2022 il prezzo di energia elettrica e gas in Italia aumenta del

57,6%, quasi il doppio del +31,2% della media dell’Eurozona e più del triplo del +17,0% della Francia e del +15,3% della Germania. Alla progressiva decarbonizzazione prevista dalle politiche green europee si associa il dimezzamento nell’arco di sette anni della produzione di gas naturale, che in Italia scende del 53,4% tra il 2014 e il 2021. Nel nostro Paese la produzione autoctona di gas soddisfa solo il 4,4% del consumo interno del 2021, in discesa rispetto al 5,8% del 2020 e il 6,5% del 2019.

2020 34,5%

+8,2 punti  Russia

30% 2010 26,3%

Origine del gas Percentuale di importazione in Europa di gas naturale Fonte Eurostat

20% 2010 17,2%

-1 punti  Norvegia

2020 16,2%

10%

2010 9,2%

-2,3 punti  Algeria

2020 6,9% 2010

2012

2014

2016

2018

2020

Percentuale di energia prodotta utilizzando gas liquido

Consumo di gas prodotto in Italia percentuale della produzione di gas italiano usata per il consumo interno, in discesa dal 2019 al 2021

47,7% Italia

16,7% Germania

6,6% Francia

Aumento prezzo di energia e gas

+57,6%  Italia

+15,3%  Germania

+17%  Francia

6,5% 4,4% 5,8%

2019

2020

+31,2%  media Eurozona

2021

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FOCUS CRISI RUSSIA UCRAINA

Alta dipendenza dal tubo L’Italia potrebbe attenuare la spinta dei prezzi del gas diversificando le forniture con maggiori importazioni di gas liquefatto, ma questo non sta avvenendo: nel 2021 la quota dei volumi di gas liquefatto diretto ai terminali di rigassificazione è scesa al 13,5% delle importazioni, ben 5,5 punti in meno rispetto al 19% del 2020.

Fata Morgana delle rinnovabili Uno dei paradossi della transizione green evidenzia che a fronte di 61 miliardi di euro pagati negli ultimi cinque anni da cittadini e imprese per oneri di sistema per incenti-

vare la produzione di elettricità da fonti rinnovabili, tra il 2017 e il 2021 l’energia elettrica prodotta con il solare in Italia cresce solo dell’1%, mentre la Spagna registra un aumento dell’84,3% e a fine 2021 sorpassa l’Italia per volume di elettricità prodotta con il sole.

Carbon pax

ne. Qual è il primo fornitore dell’Ue di carbone? La Russia, con il 49,1% del totale, quota più che raddoppiata rispetto al 23,9% del 2013. È alto il rischio di uno scacco al PIL - conclude l'analisi di Confartigianato Imprese - speriamo non sia matto.

Nell’ambito delle politiche di diversificazione delle fonti energetiche, si sta discutendo di un ritorno al carbone. Nonostante gli obiettivi del Green deal europeo ne impongano l’abbandono, nei primi undici mesi del 2021, nell’Unione europea a 27 la produzione di energia elettrica con il carbone sale del 20,5% rispetto all’anno precedente, trainata dal +24,9% in Germania e dal +17,9% in Polonia, i due paesi che concentrano il 69,8% dell’elettricità prodotta con il carbone nell’Unio-

61 miliardi di euro Ricavi degli oneri di sistema per incentivi alle energie rinnovabili

1% Italia

84,3% Spagna

Energia elettrica prodotta da solare Crescita dell'energia elettrica prodotta dal 2017 al 2021

Origine del carbone Percentuale di importazione in Europa Fonte Eurostat

50%

2020 49,1%

+8,2 punti  Russia

30% 2010 22,4% 2010 15,3% 2020 15,2%

10%

2020 13,5% 2010 9,6% 2010

2012

2014

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2016

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2018

2020

-0,1 punti  Stati Uniti +3,9 punti  Australia


FOCUS CRISI RUSSIA UCRAINA

Crisi energetica: la parola ai nostri imprenditori Ecco quali sono le difficoltà che stanno mettendo a rischio la ripresa

N

el mese di febbraio 2022 è stata riproposta la quinta edizione del sondaggio web “Effetti del Coronavirus sulle MPI emiliano-romagnole”, al quale hanno partecipato oltre 700 micro-piccole imprese (MPI) e imprese artigiane delle province dell’Emilia-Romagna. Dalla survey emergono diverse difficoltà che stanno mettendo a rischio la ripresa: quelle maggiormente subite dalle MPI emiliano-romagnole sono l’elevato prezzo delle componenti energetiche (elettricità, petrolio, gas, etc.) indicato dal 64,5% delle imprese e l’elevato prezzo delle materie prime (nel 56,5% dei casi). Segnalate tra le criticità, da quote inferiori di imprese, anche la difficoltà

nel reperire personale e trovare le competenze necessarie (30%), la scarsità di materiale necessario per la produzione e i dilatati tempi di consegna (27,7%), il ritardo dei pagamenti di clienti privati (17,4%), il personale fortemente ridotto causa Covid-19 (11,9%) e il ritardo dei pagamenti della P.A. (11,4%). A risentire maggiormente del caro energia e dell’incremento dei prezzi delle materie prime sono naturalmente le imprese del manifatturiero, con quote sopra il 68%. Nello specifico, il balzo dei prezzi delle commodities energetiche sta portando la maggior parte delle MPI emiliano-romagnole (56,6%) ad assorbire i maggiori costi per lo più riducendo i margini e scaricandone solo una parte sul cliente finale, au-

mentando anche solo parzialmente i listini. Prima di arrivare a questo passo molti indicano l’adozione di azioni di ottimizzazione e di riduzione al minimo degli sprechi e dei consumi. Nel 27,8% dei casi lavorano in perdita, nel 13,1% dei casi riducono o modificano l’orario di lavoro e nel 4,4% dei casi scelgono di non adempiere a contratti in essere. Il fatturato delle micro e piccole imprese emiliano-romagnole resta al di sotto del -7,3% nel 2021 rispetto ai livelli di fatturato pre crisi sanitaria da Covid-19. Il settore delle costruzioni è l’unico che vede crescere il fatturato nell’ultimo anno (+2,9%), mentre il settore manifatturiero si attesta al -4,4% e quello dei servizi ad un più accentuato -12,4%.

Percentuale di imprese in difficoltà e principali ragioni

nelle Costruzioni 42,9% 69,6% nella Manifattura Elevato prezzo componente energia

27,7%

64,5% 68,1% nella Manifattura

Elevato prezzo materie prime

56,5% Come le imprese affrontano gli incrementi dei costi

Scarsità materie per la produzione e tempi di consegna dilatati

Scarica i maggiori costi sul cliente finale

56,6%

Lavora in perdita

27,8%

Riduce o modifica l'orario di lavoro

13,1%

Sceglie di non adempiere ai contratti in essere

4,4%

n° 02 - 2022

20%

40%

60%

Imprese & Territorio 27


FOCUS CRISI RUSSIA UCRAINA

Gli effetti su export e import Il focus dell'ufficio studi Confartigianato

L

a guerra russo-ucraina, oltre ad avere un impatto disastroso sul piano umano ed internazionale, porterà evidenti conseguenze a livello economico anche nelle nostre province. In questa analisi sono stati approfonditi gli scambi commerciali avvenuti nel 2021 tra il nostro territorio e la

Russia e l’Ucraina, al fine di quantificare le potenziali ripercussioni sull’economia provinciale. Già dal 2014 infatti, in seguito all’annessione della Crimea e alle sanzioni e restrizioni commerciali che ne sono conseguite, le esportazioni modenesi e reggiane verso la Russia non sono mai tornate ai livelli d'oro del

Esportazioni verso la Russia principali prodotti per volumi economici

Export Abbigliamento

47% Macchinari

6% Abbigliamento

260,7

milioni di euro

La Russia è il decimo paese verso cui la provincia di Modena esporta maggiormente articoli di abbigliamento, prodotto principe del comparto moda. Nel 2021 infatti il 2,8% delle esportazioni totali di abbigliamento modenese era diretto verso questa nazione. Mentre nel caso di Reggio Emilia la Russia si classifica al quinto posto, essendo destinataria del 7,3% dell'export reggiano del settore.

Export provincia di Modena

19% Ceramica

8% Autoveicoli

39% Abbigliamento

256,5

milioni di euro

59,3

milioni di euro

Export provincia di Reggio Emilia

32% Macchinari

Esportazioni verso l'Ucraina volumi economici

2013 (-23,6% per Modena e -32,7% per Reggio). Infine la situazione risulta non meno preoccupante dal punto di vista delle importazioni, considerando l’elevata dipendenza delle imprese del territorio nei confronti delle materie prime in particolare ucraine.

Esportazioni di articoli di abbigliamento verso la Russia

Export provincia di Modena

100

100,2 milioni di euro

15,4 milioni di euro

Reggio Emilia

Modena

60

55,3

milioni di euro

20

Export provincia di Reggio Emilia

350 Serie storica delle esportazioni verso la Russia dal 2011 al 2021 in milioni di euro Modena Reggio Emilia

300 250 200 150 2011

28 Imprese & Territorio

n° 02 - 2022

2012

2013

2014

2015

2016

2017

2018

2019

2020

2021


FOCUS CRISI RUSSIA UCRAINA

Import prodotti agricoli

Importazioni dalla Russia principali prodotti per volumi economici 13% Prodotti chimici tra cui fertilizzanti

36% Prodotti di colture agricole non permanenti

26,6

milioni di euro

11% Prodotti in legno e sughero

Import provincia di Modena

19% Rifiuti 4% Prodotti chimici tra cui fertilizzanti

31,8

milioni di euro

Import provincia di Reggio Emilia

79% Prodotti siderurgici

Principali paesi per importazioni di prodotti di colture agricole non permanenti nella provincia di Modena

Importazioni dall'Ucraina principali prodotti per volumi economici 5% Oli e grassi

88,5

milioni di euro

Import provincia di Modena

86% Pietra sabbia e argilla 8% Pietra sabbia e argilla

80,3

milioni di euro

25% Prodotti chimici tra cui fertilizzanti

Import ceramica L’Ucraina è in cima alla classifica dei paesi esportatori di argille, componente importantissima per tutte le imprese del nostro territorio dedicate alla produzione di ceramiche e piastrelle. Per la provincia di Modena infatti l'Ucraina è

Sia l’Ucraina che la Russia rientrano tra i primi 20 paesi (rispettivamente 8° e 16°) che forniscono all’Italia prodotti di colture agricole non permanenti, ossia principalmente cereali e legumi. Si tratta dunque di materie prime indispensabili per settori fondamentali nella nostra economia come la mangimistica e la panificazione. In particolare per Modena la Russia è il secondo paese da cui la provincia importa questo genere di prodotti, provvedendo al 9,4% del totale, preceduta solo dalla Slovenia, da cui proviene il 53,1% delle importazioni modenesi di colture agricole non permanenti.

53,4 milioni di euro

9,5 milioni di euro

7 milioni di euro

Slovenia

Russia

Ungheria

50 30 10

Import provincia di Reggio Emilia

66% Prodotti siderurgici

il primo fornitore di pietra, sabbia e argilla, essendo responsabile del 68% delle importazioni modenesi di questi materiali. L’Ucraina esporta anche verso Reggio Emilia e fornisce il 33,8% delle argille importate dalla provincia reggiana, risultando seconda solamente alla Germania (39%).

Importazioni di pietra, sabbia e argilla provenienti dall'Ucraina 76,3 milioni di euro

6,2 milioni di euro

Modena

Reggio Emilia

70 50 30 10

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TRASPORTI

Intervista a Sergio Lo Monte, Segretario Nazionale Confartigianato Trasporti «Siamo di fronte alla tempesta perfetta»

S

ergio Lo Monte, Segretario di Confartigianato Trasporti non nasconde la sua preoccupazione. Mercoledì 9 marzo il gasolio ha superato la soglia psicologica dei due euro al litro. Uno scenario da incubo per imprese e consumatori su cui la guerra in Ucraina c’entra solo in parte. Segretario Lo Monte, le associazioni del trasporto minacciano lo stop se non riceveranno risposte sul fronte degli aumenti dei costi del carburante. Eppure secondo alcuni analisti il prezzo alla pompa potrebbe aumentare ancora… «Precisiamo una cosa. Come associazioni di categoria non annunciamo uno stop. La situazione è talmente drammatica che le imprese si stanno fermando da sole. Presto potrebbe essere più conveniente spegnere i motori anziché lavorare, per cui potremmo assistere in queste ore, in questi giorni ad un blocco spontaneo della categoria». Quali sono le cause di questi aumenti? «La causa primaria è l’aumento esorbitante del prezzo del gasolio che è il carburante primario per chi opera nel trasporto su gomma. Quasi la totalità dei veicoli è alimentato a gasolio, soltanto una

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parte residuale - circa 3.000 veicoli - è alimentato a GNL, gas naturale liquefatto. A cosa sono dovuti questi aumenti? Sicuramente ad una congiuntura internazionale sfavorevolissima, aumento dei prodotti energetici, contestuale guerra in Ucraina, ma anche a importanti fenomeni speculativi». Si spieghi meglio… «Da più territori le nostre imprese associate lamentano la mancanza del gasolio cosiddetto “extra-rete”, cioè il gasolio di cui si riforniscono gli operatori professionali perché, ovviamente, lo pagano meno. Ecco lì stiamo assistendo ad una speculazione. Chi lo vende lo fa mancare, costringendo gli autotrasportatori a rifornirsi alla pompa, dove però il prezzo è più che aumentato. Questi fattori rischiano di produrre la tempesta perfetta. Ricordiamo che se si ferma l’autotrasporto in Italia si blocca l’economia». Secondo i dati diffusi a febbraio dal Ministero della Transizione ecologica, accise e IVA costituiscono il 57% del prezzo finale della benzina, mentre il prezzo industriale (cioè lavorazione e distribuzione) incide solo per il 43%. Le percentuali del gasolio sono simili. Il 53,5% del prezzo finale è dovuto ad accise e IVA, mentre solo il 46,5% è dato dal prezzo industriale. Conferma?

«Assolutamente. La pressione fiscale ha una notevole incidenza. Su un litro di gasolio noi paghiamo 0,617 centesimi di accise, per cui ci portiamo un fardello pesantissimo. Il problema della guerra in Ucraina sta inoltre determinando una grande incertezza sui mercati, cui si somma la carenza di prodotti energetici poiché chi li produce ora li vende a caro prezzo». C’è chi chiede un controllo amministrativo del prezzo del gasolio per garantire la circolazione delle merci e la loro distribuzione. Voi come la vedete? «Per ciò che riguarda i controlli siamo piuttosto scettici. Su tanti versanti, a partire da quello normativo, lo Stato non riesce ad essere efficiente. Noi piuttosto spingiamo affinché venga realmente resa esigibile la cosiddetta “clausola gasolio”, ovvero quel meccanismo che prevede che all’aumentare del prezzo del gasolio i contratti, scritti e verbali, vengano ritoccati al rialzo con un sistema di adeguamento automatico». Ma questo non rischia di avere un impatto sui prezzi dei prodotti e quindi sul consumatore finale? «Oggi questi costi sono sostenuti esclusivamente dagli operatori. Lei consideri che il costo del carburante incide per un 30% dei costi complessivi di gestione. Anche


TRASPORTI

un aumento di pochi centesimi, su un serbatoio da 600 litri ha un impatto notevole. Non possiamo caricare di ulteriori oneri un settore che garantisce il rifornimento e l’approvvigionamento delle merci a tutto il paese». Altre realtà propongono un taglio dell’IVA. Lei come la vede? «L’IVA è una partita di giro per gli operatori. Noi piuttosto abbiamo presentato un emendamento al “decreto energia” di recente emanazione, per introdurre un credito di imposta aggiuntivo rispetto a quello di cui già godono le imprese per il rimborso delle accise, nell’ordine del 30% per calmierare il prezzo industriale del gasolio e sterilizzare gli aumenti. È chiaro che sforando i 2 euro al litro, tutto rischia di essere vanificato». Decine di imprese dell’autotrasporto rischiano di fermarsi. Ma Stefano Ficarelli Referente categoria trasporti

se si fermano i committenti non pagano le fatture rimaste in sospeso. Una situazione che rischia di esplosiva… «È un altra criticità del nostro mondo, fatto prevalentemente da artigiani e piccole e medie imprese cui non è garantita la certezza dei pagamenti. Rispetto al trasporto aereo, ferroviario, navale, dove il servizio reso viene pagato subito, l’autotrasporto su gomma ha tempi di pagamento che variano da 60, a 90, fino a 120 giorni. Se l’impresa di autotrasporto si ferma spontaneamente, non per protesta, rischia di non vedersi pagate le fatture emesse per servizi svolti nei mesi passati. Per questo al governo abbiamo chiesto che venga individuata subito l’Autorità di controllo per verificare il rispetto dei tempi di pagamento e sanzionare i committenti ritardatari».

A fine 2021 abbiamo assistito alla crisi dell’offerta di AdBlue, l’additivo contenente acqua e urea che serve per abbattere le emissioni dei camion a gasolio di ultima generazione e che richiede un grande dispendio energetico per essere prodotto. Cosa dobbiamo aspettarci su questo fronte? «Anche qui abbiamo ottenuto l’inserimento di un credito di imposta nel “decreto energia”. Ma il costo del prodotto, passato da 0,31 centesimi a quasi 1 euro al litro, sommato al fatto che solo un’azienda in Italia lo produce e che le materie prime necessarie provengono dalle zone di guerra, aggiunge grande incertezza. Il risultato di un nuovo fermo di produzione è che i veicoli più sostenibili potrebbero essere costretti allo stop. Un vero e proprio paradosso».

059 893 111 stefano.ficarelli@lapam.eu n° 02 - 2022

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TURISMO COMMERCIO E PUBBLICI ESERCIZI

Welcome to Modena: un progetto a sostegno del turismo Potranno aderire al progetto, le imprese ricettive, turistiche e gli esercizi commerciali maggiori incrementi a livello regionale. Scopri di più sul progetto: I turisti che prenoteranWelcome to Modena no, attraverso il nuovo Per aderire al progetto e per ottenere ulteriori portale welcometomoinformazioni sui voucher e le modalità di dena.it un soggiorno erogazione, visita: www.lapam.eu di almeno due notti in strutture ricettive Scansiona il QrCode della provincia aderenti, e accedi direttamente alla riceveranno infatti dei pagina del progetto voucher fino a un valore di 100 euro per camera e per soggiorno, da spendere nelle imprese di servizio e accoglienza turistica del territorio ell’ambito delle misure di che si saranno accreditate. Si tratta sostegno alle imprese, la quindi di un progetto di filiera, che Camera di Commercio di coinvolge direttamente sia le imModena ha sviluppato Welcome prese ricettive, che parteciperanno to Modena, una iniziativa di supall’iniziativa mettendo a disposizioporto della ricettività turistica in ne contingenti di camere e tariffe, collaborazione con Unioncamema anche i settori: re Emilia-Romagna, Apt Servizi Ristorazione Regione Emilia-Romagna e MoEsercizi commerciali aperti al denatur come soggetto attuatore. pubblico L’obiettivo è rilanciare il turismo verso il nostro territorio auspicanMusei pubblici e privati, colleziodo positive ricadute economiche ni private, musei d’impresa e in termini di visibilità, con parAttività di escursionismo, tour ticolare riferimento al segmento tematici, visite guidate tradizionale che negli ultimi anni Agenzie di viaggio aveva sviluppato una tendenza di

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Vantaggi per le imprese e per i turisti I clienti saranno incentivati a prenotare nelle strutture ricettive aderenti all’iniziativa perché in questo modo potranno ottenere i buoni d’acquisto da spendere nelle imprese di servizio e accoglienza turistica del territorio che si saranno a loro volta accreditate. I turisti avranno un incentivo per venire a Modena e un risparmio significativo sugli esercizi aderenti (musei, tour, ristoranti…) fino a un totale di 100 euro per camera per soggiorno. Le imprese ricettive saranno così più visibili e riceveranno direttamente dai turisti il pagamento del soggiorno, alla tariffa definita e caricata sulla piattaforma. Le altre imprese della filiera turistica aderenti saranno evidenziate in una apposita sezione del portale Welcome to Modena e potranno usufruire dell’indotto economico legato ai voucher.

crescita importante registrando i

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EDILIZIA

Caro materiali e slittamento consegne Un allarme lanciato dal Comparto Costruzioni Lapam

C

on il Dl Sostegni Ter il Governo ha fatto dei passi in avanti sul caro materiali, ma non ancora sufficienti per scongiurare il rischio di blocco dei cantieri, degli appalti e delle opere pubbliche. Occorrono modifiche urgenti per adeguare in modo strutturale e vincolante i prezzi delle materie prime ai nuovi valori di mercato, sia per le opere in corso che per quelle ancora da bandire. In sintesi, occorre un meccanismo compensatorio obbligatorio, aggiornamenti in linea con i prezzi di mercato e un’efficace clausola automatica di revisione prezzi. Alberto Belluzzi, responsabile del nostro comparto costruzioni, commenta la situazione legata ai prezzi dei materiali, e aggiunge: ”per salvare le opere pubbliche chiediamo un meccanismo obbligatorio di compensazione, semplice e automatico, valido fino alla fine del 2023. Questo per evitare il fenomeno di mandare a gara opere sottocosto. Per non bloccare le opere già in corso occorre dunque garantire che l’aggiornamento dei prezzari avvenga sulla base dei valori di mercato e a regime è necessario individuare un meccanismo strutturale di revisione prezzi.”

Superbonus: il parere dell’Europa La Commissione ha recentemente ‘sdoganato’ il Superbonus, con Alberto Belluzzi Referente categoria edilizia

parole che somigliano molto alle nostre. Nel rapporto pubblicato si evidenzia il successo della misura che, con una domanda costante di interventi agevolati, sostiene e incrementa la ripresa del settore delle costruzioni. Si raccomanda, inoltre, l’estensione del beneficio per fornire tempo sufficiente a chi usufruisce delle agevolazioni di completare gli interventi approvati entro le scadenze e ricevere i rimborsi. Il secondo punto importante rilevato dalla Commissione Europea riguarda il campo di applicazione della misura, che dovrebbe essere estesa su una gamma più ampia di tipi di edifici, piuttosto che circoscritta a categorie specifiche, anche in questo caso venendo incontro alle nostre richieste. Infine l’Europa spiega come dovrebbero essere ulteriormente semplificate la comunicazione e le procedure del Superbonus per rendere più facile per gli individui e le piccole imprese di beneficiare del meccanismo. In tutto questo, ricorda Belluzzi, le nostre imprese ci segnalano uno slittamento nell’arrivo delle materie prime che impatta sugli appalti pubblici e anche sul Superbonus: un combinato disposto che manda in panne tutto il sistema dell’edilizia, il comparto che dovrebbe trainare la ripresa in questo delicatissimo momento. Gli effetti della guerra si fanno sentire anche sull’edilizia. 059 893 111 alberto.belluzzi@lapam.eu n° 02 - 2022

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IMPRESE DEL VERDE

Appalti pubblici e mercato elettronico Opportunità di lavoro con l’amministrazione pubblica

M

olto spesso si sente parlare di appalti pubblici o di gare di appalto, e ogni giorno se ne tengono tantissime in tutte le città d’Italia, con le quali si decide quali aziende offriranno determinati servizi alla pubblica amministrazione nel corso degli anni. L’appalto pubblico è un contratto a titolo oneroso, caratterizzato dal fatto che il “committente” o “stazione appaltante” è un’amministrazione, centrale o periferica, dello Stato, un ente pubblico, anche territoriale, o un organismo di diritto pubblico. Il Codice dei contratti pubblici (D.lgs 50/2016) prevede per le “stazioni appaltanti” l’obbligo di ricorrere a strumenti telematici per la gestione di procedure di gara, anche in ambito pubblico, si parla quindi di e-procurement (approvvigionamento elettronico ndr.). Il principale strumento di e-procurement utilizzato dalle pubbliche amministrazioni per l’approvvigionamento di beni, servizi e per l’esecuzione di lavori, è il mercato elettronico. Questo rappresenta oggi una concreta opportunità per le PMI che intendono proporsi come fornitori della pubblica amministrazione.

Matteo Roversi Referente categoria giardinieri

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L'e-procurement rappresenta un insieme di strumenti telematici di approvvigionamento di beni e servizi e di affidamento di lavori. Gli strumenti di acquisto a disposizione di una pubblica amministrazione sono: convenzioni accordi quadro sistema dinamico di acquisizione mercato elettronico Il mercato elettronico rappresenta il mercato digitale per gli acquisti sotto la soglia comunitaria di beni, servizi e lavori offerti da aziende abilitate (fornitori). I vantaggi dell’utilizzo del mercato elettronico sono: diminuzione dei costi commerciali e ottimizzazione dei tempi di vendita; accesso al mercato della P.A. su tutto il territorio nazionale; concorrenzialità e confronto diretto con il mercato di riferimento; Il mondo degli appalti può rappresentare un'opportunità concreta anche per la categoria del verde e come Lapam abbiamo messo a disposizione un ufficio per seguire ogni genere di consulenza su queste operazioni.

059 893 111 matteo.roversi@lapam.eu


BENESSERE

La dinamica di fatturato nel settore del benessere nell’ultimo triennio La situazione Covid pesa ancora sul settore?

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artiamo dal campione di riferimento: i dati raccolti si riferiscono a 197 imprese la cui attività principale riguarda i Servizi dei parrucchieri e di altri trattamenti estetici, come manicure, pedicure e istituti di bellezza a cui la nostra associazione ha fornito servizi di contabilità nel triennio 2019-2020-2021. Rispetto al 2019 – anno pre Covid – durante il 2021 in media un’impresa del benessere ha perso 6.291 euro di fatturato, pari a un calo del -11,3%. Confrontando invece con il

2020 le imprese del settore hanno visto, in media, un incremento del fatturato di 3.283 euro, pari a un +7,1%. Si può dire quindi che nel corso del 2021 le imprese del settore hanno recuperato rispetto all’anno precedente ma non sono ancora tornate ai livelli pre pandemia.

nel corso del 2021, un completo recupero del fatturato pre Covid. Mentre un maggior numero di imprese del settore ha registrato cali di fatturato tra l’11 e il 30%, pari a quasi un terzo delle imprese del campione (30,5%). Il restante 22,8% ha invece subito cali superiori al 30% del fatturato.

È bene però precisare che il dato complessivo del settore propone una media delle singole situazioni. Guardando più nel dettaglio oltre un quarto delle imprese del campione (26,4%) ha registrato,

Rispetto al 2020 due terzi delle imprese del nostro campione (il 66,5%) hanno avuto una crescita del fatturato, mentre il restante terzo ha registrato un calo.

La variazione di fatturato nelle imprese del benessere dal 2019 al 2021 25% 20% 15% 10% 5%

26,4%

20,3%

17,3%

13,2%

7,1%

5,1%

10,7%

Recupero o crescita

Calo fino al 10%

Calo fino al 20%

Calo fino al 30%

Calo fino al 40%

Calo fino al 50%

Calo superiore al 50%

Riduzione di fatturato che non ha dato diritto agli incentivi Covid-19 (riduzione inferiore al 30%)

Elena Baraldi Referente categoria benessere

Riduzione di fatturato che ha dato diritto agli incentivi Covid-19 (riduzione superiore al 30%)

059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu n° 02 - 2022

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MODA

Il ritardo della ripresa della moda italiana, un fattore di crisi europeo Da un analisi del Centro Studi di Confartigianato

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econdo una recente analisi del centro studi Confartigianato la moda rappresenta uno dei prodotti più esportati dal nostro paese e i pesanti effetti della pandemia su questo rilevante settore del made in Italy rappresentano un problema di dimensione europea. Nel settore sono attive 55.000 micro e piccole imprese (MPI) con 306.000 addetti, il 65,8% del settore, un peso di 13,8 punti superiore alla media della manifattura. Le aziende hanno un’alta vocazione artigiana, con 35.000 imprese e 155.000 occupati, il 33,3% del settore. La recente guerra in Ucraina coinvolge in pieno il comparto della Moda, secondo settore di export in Russia dopo quello dei macchinari e settore maggiormente penalizzato dalla crisi di Crimea del 2014. Infatti le conseguenze del precedente conflitto russo-ucraino di otto anni fa, con le prolungate sanzioni economiche alla

Russia, si sono scaricate sulle esportazioni; tra il 2013 e il 2021 le vendite di made in Italy hanno perso il 28,5% contro una media europea del 22,2%. Una perdita di 6,9 miliardi di euro di export in Russia in 8 anni, pari a oltre 850 milioni di euro medi all’anno. Tra i territori più esposti sul mercato russo c’è anche l’Emilia Romagna insieme a Umbria, Marche, e Veneto. Reggio Emilia risulta essere una tra le province maggiormente esposte sul mercato russo. La recessione causata dalla pandemia ha pesato non poco sulle imprese della Moda anche se il settore aveva dimostrato segnali di ripresa, infatti dall’autunno migliorano le attese sugli ordini, con un segnale di rallentamento a febbraio 2022, ma il saldo rimane superiore alla media del manifatturiero. Con la recente crisi nel 2021 la produzione è risultata essere un quinto inferiore ai livelli del 2019, un ritardo di intensità doppia rispetto alla media Ue. Inoltre Rispetto ai li-

059 893 111 contattaci@lapam.eu

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MODA velli del 2019, sono andati persi 18 miliardi di fatturato nel 2020 e 4,0 miliardi nel 2021, cumulando nel biennio 22 miliardi di minori ricavi. Di analogo ordine di grandezza la minore spesa per consumi, che nel biennio 2020-2021 cumula una perdita di 23,5 miliardi di euro, con un livello della spesa che nel 2021 risulta inferiore del 7,5% a quelli di 25 anni prima. Nel 2021 la Moda è l’unico comparto della manifattura con esportazioni che rimangono inferiori al livello 2019. In territorio positivo l’export sui mercati di Cina, Polonia e Corea del Sud; nell’Unione europea sono in positivo i mercati di Francia e Paesi Bassi, con un recupero pressoché completo in Germania. In chiave territoriale le esportazioni nel 2021 sono sopra ai livelli pre-pandemia in Lazio, Trentino Alto Adige e Basilicata, mentre sono vicine al completo recupero il Veneto, terza regione per valore del made in Italy della Moda. Nonostante la difficile fase del ciclo, si conferma la crescita qualitativa del made in Italy dei prodotti della moda, con un aumento del valore intrinseco delle esportazioni ampiamente superiore alla dinamica dei prezzi nell’ultimo biennio. Sul fronte del lavoro, la moda è il settore mani-

fatturiero con la più alta quota di addetti donne. Il paradosso di una domanda debole e il difficile reperimento del 41,5% delle entrate per le professioni specializzate della Moda, con una accentuazione del fenomeno nella nostra regione oltre che nelle Marche, Veneto e Campania. Il persistere della crisi di domanda per le imprese del settore si associa ad un minore dinamismo dei prezzi alla produzione. Per i costi delle materie prime, si segnalano tensioni sulle quotazioni del cotone, mentre pesa il caro-energia, in particolare per il cluster del finissaggio dei prodotti tessili. Le interruzioni nelle catene di approvvigionamento globali riverberano sulle imprese della Moda ostacoli alla produzione per allungamento dei tempi di consegna, insufficiente disponibilità dei materiali e costi dei container quintuplicati. Nel contesto internazionale viene messo a rischio la produzione ‘full made in Italy’ soprattutto della Moda: viene, infatti, esportato in Italia la metà (50,2%) del fatturato delle multinazionali estere a controllo nazionale del settore, cinque volte il 10,9% del Manifatturiero, e nel dettaglio il 53,0% del Tessile e abbigliamento ed il 40,9% della Pelle sono le quote più alte registrate nei comparti manifatturieri.

22 

2019 Volume di produzione

milioni di euro

2021 Volume di produzione

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Volumi di produzione e fatturato riduzione dal 2019 al 2021

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MOVIMENTO DONNE IMPRESA

Il punto di vista del Movimento Donne Impresa sulla Legge di Bilancio 2022 Un focus su lavoro, formazione, previdenza

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bbiamo chiesto un commento alla presidente provinciale del Movimento Rita Cavalieri sui punti della Legge di Bilancio 2022 che riguardano direttamente il lavoro femminile, tenendo ben presenti obiettivi quali: aumentare l’occupazione femminile (che aiuterebbe a contrastare la denatalità e aumenterebbe il PIL), arrivare alla parità salariale di genere e favorire gli sgravi contributivi per le imprese che assumono con contratti stabili. Partiamo proprio da qui.

Sgravi contributivi Esonero contributivo per gli apprendistati di 1° livello Viene previsto uno sgravio del 100% dei contributi a carico del datore di lavoro per i primi tre anni di contratto stipulato nel 2022. L’esonero è valido per le assunzioni in apprendistato di 1° livello (quello cioè per la qualifica e il diploma professionale, il diploma di istruzione secondaria superiore e il certificato di specializzazione tecnica superiore) nelle imprese fino a 9 dipendenti. De-contribuzione lavoratrici madri In via sperimentale, la manovra

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per il 2022 prevede un esonero del contributo previdenziale a carico della lavoratrice madre, nella misura del 50%, a decorrere dal rientro nel posto di lavoro dopo la fruizione del congedo di maternità e per un periodo massimo di un anno a decorrere dal rientro. Secondo Rita Cavalieri, la de-contribuzione del contributo previdenziale del 50% al rientro della maternità, e lo sgravio del 100% dei contributi in apprendistato di primo livello, sono un buon segnale che va nella direzione di favorire l’occupazione e preservare il lavoro femminile post maternità.


MOVIMENTO DONNE IMPRESA

fica per le dipendenti rispetto alle autonome, penalizzando queste ultime.

Politiche di genere Viene incrementato, con 50 milioni di euro, il fondo per il sostegno della parità salariale di genere, ampliandone le finalità di impiego, anche attraverso procedure che incentivano le imprese che assicurano la parità di genere. Per questo importante fondo il nostro Ufficio Bandi ha già raccolto l’interesse da parte di numerose imprese femminili ma aspetta ancora indicazioni sulle modalità operative per la presentazione delle domande.

Previdenza APE sociale e Opzione donna L’anticipo pensionistico o APE sociale viene prorogata per tutto il 2022 e integrata la lista delle professioni ritenute gravose (da 15 passano ora a 23). Viene inoltre ridotto da 36 a 32 anni il requisito di anzianità contributiva per gli operai edili, i ceramisti, i conduttori di impianti per la formatura di articoli in ceramica e terracotta. Viene confermato l’accesso all’anticipo pensionistico solo per i lavoratori dipendenti. Anche Opzione donna viene prorogata per il 2022, mantenendo i requisiti previsti, cioè 58 anni d’età per le lavoratrici dipendenti e 59 per le autonome, sempre con 35 anni di contributi. Dal punto di vista della presidente Cavalieri, anche Opzione donna è uno strumento che può essere ben accolto, considerando va nella direzione di favorire nuova occupazione femminile, anche in un’ottica di ricambio generazionale. Non si comprende, però, perché chi legifera considera la diversità anagra-

Sostegno alla genitorialità Congedo di paternità La disposizione rende strutturale il congedo obbligatorio di paternità, la cui durata viene elevata da 7 a 10 giorni. Viene messa a regime anche la possibilità per il padre lavoratore dipendente di astenersi per un altro giorno, in sostituzione della madre. Maternità lavoratrici autonome Viene riconosciuta l’indennità di maternità per ulteriori 3 mesi, dalla fine della maternità, alle lavoratrici autonome che hanno dichiarato nell’anno precedente un reddito inferiore a 8.145 euro. La Cavalieri ritiene ancora troppo scarsa la durata del periodo di paternità che con questa durata non può essere considerato uno strumento utile alla parità di genere nella suddivisione dei compiti di cura, né un incentivo per l’occupazione femminile post maternità. Il Family act prevede a tendere un

Elena Baraldi Referente Movimento Donne Impresa

congedo di paternità di tre mesi, ma siamo ancora lontani. La conciliazione tra lavoro e cura della famiglia (di figli o genitori anziani) è ancora troppo a carico della figura femminile.

Politiche sociali Reddito di cittadinanza Su questo fronte vengono rafforzati i controlli e introdotti alcuni correttivi, nonché confermati gli sgravi contributivi per le imprese che assumono percettori del reddito di cittadinanza. Vengono inoltre coinvolte le agenzie per il lavoro private per la ricerca attiva di un impiego. L’assegno unico L’assegno unico universale (AUU) è il nuovo strumento di assistenza riconosciuto mensilmente dall’INPS che integra o sostituisce tutti gli altri predisposti finora a sostegno delle famiglie (ad eccezione del bonus asilo nido che rimane invariato). L’importo dell’assegno può essere erogato per intero al richiedente o ripartito tra i due genitori, ed è determinato sulla base dell’ISEE del nucleo familiare del beneficiario della prestazione. L’importo erogabile oscilla da un minimo di 50 euro (25 euro per i maggiorenni) a un massimo di 175 euro (85 euro per i maggiorenni), per figlio. In assenza di ISEE o con ISEE pari o superiore a 40mila euro, il beneficio spetta con l’importo minimo previsto per legge. L’obiettivo dichiarato dal governo, con il quale siamo d’accordo, è quello di razionalizzare e migliorare il sistema delle agevolazioni alle famiglie e degli incentivi alla nascita. Positivo che l’assegno abbia decorrenza dal settimo mese di gravidanza

059 893 111 elena.baraldi@lapam.eu n° 02 - 2022

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TERZO SETTORE

Un nuovo modo di intendere la persona Un contributo di Padre Natale Brescianini

A

me piace giocare un po’ con le parole e quindi ritengo utile partire dall’etimologia. Rifacendoci al latino, persona ha a che fare con il verbo per-sonare che significa rimbombare forte; ha quindi a che fare con il suono, la musica: siamo persone se risuoniamo, se emettiamo vibrazioni. Rifacendoci invece alla lingua greca, persona deriva dal termine pròsopa, che indicava la maschera che l’attore indossava durante l’opera teatrale. Tale maschera aveva due funzioni: quella di amplificare la voce dell’attore e, insieme, di identificare il personaggio. Se accogliamo queste due sfumature del termine persona, possiamo dunque chiederci: Le scelte che compiamo ogni giorno, quali vibrazioni provocano in noi e negli altri? I diversi ruoli che abbiamo durante una giornata (genitori, compagni, amici, colleghi, responsabili di qualche ufficio o funzione…) coprono qualcosa di noi o esaltano ciò che siamo? Se coprono o nascondono qualcosa di noi il rischio è che diveniamo ipocrités (che significa attore) cadendo nell’ipocrisia: stiamo recitando una parte, ma la nostra vita vera è un’altra. Se invece esaltano ciò che siamo, ci orientano all’eudaimonìa che significa fioritura di noi stessi e delle relazioni che viviamo. In modo più semplice, ci possiamo chiedere quanto la nostra crescita professionale è in sintonia con quella personale?

Oriano Neroni Referente categoria terzo settore

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Come diventare una persona centrata Per poter dare concretezza alla ricerca di eudaimonìa, quando parliamo di persone ci avvaliamo dell’aggettivo “centrata”. La centratura della persona ha certamente a che fare con la consapevolezza, con l’armonia interiore, con l’equilibrio tra vita personale e vita lavorativa. Nella mia tradizione monastica, ha a che fare con la spiritualità e con la sapienza. Chiariamo i termini, almeno in modo sintetico. Per spiritualità intendiamo la capacità di farsi le domande di senso, cioè quelle domande che danno direzione e significato alle cose che facciamo. Per avere risposte corrette è necessario partire da domande corrette. Non esiste cosa peggiore di una risposta giusta ad una domanda sbagliata. Porre attenzione alla domanda, permette anche di capire se le risposte sono corrette e adeguate, se devono essere aggiornate, oppure non servono a nulla perché le domande sono cambiate. Per sapienza intendiamo quella capacità di gustare il sapore della vita; è saper attivare una sensibilità che comprende certo l’intelligenza, la conoscenza, l’emotività, ma che sa andare ad un livello più profondo. Non è questione di avere più informazioni, più dati, ma dalla capacità di leggere dentro le cose e di trovare nuove connessioni.

059 893 111 oriano.neroni@lapam.eu


TERZO SETTORE Quante persone istruite sono arroganti e saccenti e quante persone semplici sono invece sapienti e accoglienti quindi centrate? In un mondo complesso come il nostro è difficile riuscire a entrare dentro e connettere: ci vuole tempo e a pare che oggi ce ne sia sempre meno.

Business e crescita personale Il lavoro può essere uno strumento per far sì che le persone fioriscano e siano centrate. Nella mondo benedettino, il lavoro è una componente fondamentale per la crescita della persona. Famoso è il motto: Ora et Labora, Prega e Lavora. Non posso soffermarmi su una analisi specifica di cosa ci sia dietro questo motto e quindi mi limito a condividere alcune riflessioni. Il lavoro è un luogo fortemente educativo: soprattutto oggi, dove sono in crisi molte agenzie educative tradizionali (Chiesa, Politica, Scuola). Siccome le persone passano gran parte del loro tempo al lavoro o pensando al lavoro, occorre chiedersi a cosa vogliamo educare coloro che stanno con noi? Solo all’efficienza, alla produttività o anche a qualcos’altro? Il lavoro è un ambiente fortemente politico, nel senso che dietro ogni prodotto

creato e ogni servizio erogato ci sta una idea di essere umano che volgiamo portate avanti e una idea di mondo che vogliamo costruire. Quale idea di essere umano ci guida? Quale mondo vogliamo costruire? Che relazioni vogliamo vivere? Il lavoro, anche quello più tecnico, e tutti luoghi in cui si svolge diventano quindi attori sociali e non solo economici. Non per nulla è nata da poco una disciplina chiamata Algoretica, la riflessione etica sugli algoritmi e l’intelligenza artificiale.

Dalla persona centrata al lavoro virtuoso Nella Regola di San Benedetto, ci sono tre parole usate per descrivere il lavoro: Opus, Labor e Ars. L’Opus ha a che fare con la dimensione spirituale e di senso (preghiera e studio). Il Labor indica il lavoro manuale. L’Ars indica la parte dell’arte o dell’artigiano, dove la componente creativa ha un peso importante. Tramite l’Opus io modifico me stesso, mi rendo una persona migliore. Tramite il Labor modifico o creo un oggetto. Per San Benedetto però anche il Labor ha una componente di Opus (miglioramento di se stessi) e quindi mentre lavoro concretamente devo

migliorare anche me stesso e non solo creare buoni prodotti o servizi. L’Ars è al servizio di questo miglioramento di me stesso e delle cose. È molto interessante notare che il termine Ars latino ha la stessa radice Ar di una parola greca Arethé che significa appunto Virtù. In un linguaggio più moderno potremmo parlare di potenzialità, di competenze, di abilità, soft skills, di attitudine dell’essere umano a far bene il bene. Quando ad esempio diciamo che un musicista ha fatto un virtuosismo, intendiamo che è riuscito a portare alla massima espressione se stesso, lo strumento che suona e il brano che ha eseguito. Analogamente divenire virtuosi sul lavoro significa portare alla pienezza di realizzazione la nostra persona, le persone con cui abbiamo a che fare; significa far bene le cose, creare prodotti ed erogare servizi che siano belli, funzionali, sostenibili e tutto ciò a cui oggi si cerca di dare importanza. Essere una persona centrata ha a che fare con l’essere e con l’esserci, comprende la sensibilità e il coraggio di guardare con occhi diversi, di trovare connessioni nuove, affinché la nostra fioritura e del mondo che ci circonda possano realizzarsi insieme.

La biografia di Padre Natale Brescianini Nasce in provincia di Brescia nel 1971. Frequenta il Liceo Classico e la Teologia presso il Seminario diocesano di Brescia. Nel 1996 entra nella Comunità Benedettina Camaldolese presso l’Eremo di San Giorgio a Bardolino. Dal 1998 al 2001 frequenta il Pontificio Istituto Sant’Anselmo, dove ottiene la Licenza in Teologia, Specializzazione Studi Monastici. Emette

la professione monastica solenne nel 2003. Completa la formazione trascorrendo un anno (20032004) nel monastero camaldolese a Berkeley California e lavorando come impiegato in una azienda veronese (2004-2006). Dal 2006 è impegnato nella realizzazione di percorsi formativi che si rifanno alla Regola di San Benedetto e come co-docente in alcune giornate formative in collaborazione con la società Askesis. Dal luglio

2007 vive presso l’Eremo di Monte Giove. Nel Maggio 2013 ottiene il Diploma di Coach presso la Scuola Incoaching. Dal Maggio 2016 è Coach ACC (Associated Certified Coach) presso l'International Coach Federation. Ora si dedica in modo specifico alla formazione aziendale e al Coaching. Padre Natale sarà nostro ospite in un evento pubblico, il 5 aprile a Carpi dal titolo “Persona 4.0, quando non è solo questione di organizzazione”.

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SOSTENIBILITÁ AMBIENTALE

Cosa sono e cosa promettono le comunità energetiche Previste dall’Unione Europea per accelerare la transizione verde, da quest’anno sono state recepite nel nostro ordinamento e anche Regione Emilia Romagna ne sta discutendo, ma sono davvero una risposta alla crisi energetica?

L

’Italia produce il 35% dell’energia elettrica che consuma. Una quota troppo bassa che ci costringe ad acquistare dall’estero ciò che manca per coprire il fabbisogno complessivo di imprese e famiglie. Eppure nel nostro paese i casi di soluzioni intelligenti al problema dell’approvvigionamento energetico non mancano; dalle prime società idroelettriche nate nel secolo scorso in Trentino Alto Adige, alle cooperative energetiche fondate quasi un decennio fa in Piemonte, Lombardia e Valle d’Aosta. Veri e propri apripista di un modello che Claudia Carani di AESS, Agenzia per l’energia e lo sviluppo sostenibile, definisce in una conferenza TED (visibile su YouTube ndr.) di “innovazione sistemica”. Un’innovazione cioè che costringe a ripensare il modello complessivo su cui abbiamo basato sin qui la produzione, la distribuzione e l’approvvigionamento dell’energia. In questo senso le comunità ener-

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getiche possono rappresentare una soluzione per imprese e cittadini alle prese con la crisi climatica e i rincari dell’energia? A giudicare dai contenuti di una recente guida realizzata da AESS, Enea, Università degli Studi di Bologna ed EIT, sì. Ma cosa sono le comunità energetiche? Nella definizione che ne dà la guida, la comunità energetica è “una coalizione di utenti che, tramite la volontaria adesione ad un contratto, collabora con l’obiettivo di produrre, consumare e gestire l’energia attraverso uno o più impianti locali”. Le fonti da cui si ricava l’energia sono rinnovabili, non fossili. La localizzazione delle comunità in condomini o distretti produttivi allacciati alla medesima cabina primaria. Le reti quelle di media e bassa tensione già presenti nei nostri territori. Una soluzione ottimale quindi che trasforma i cittadini da semplici consumatori in produttori, o meglio in “prosumer” (produttori/consumatori) e che garantisce

un vantaggio per tutti grazie alla riduzione della dipendenza energetica dall’estero e all’impatto positivo su occupazione e ambiente. Ma è davvero così? Proviamo a capirlo, anche alla luce della proposta di legge presentata dalla giunta di Regione Emilia Romagna lo scorso 14 febbraio, che - a quanto rivelano i più informati - dovrebbe giungere alla sua definitiva approvazione entro il mese di aprile, al più tardi maggio 2022 e che potrebbe destinare parte dei fondi strutturali europei alla costituzione di comunità energetiche costituite da cittadini o imprese.

Definizione e quadro normativo Le definizioni di “autoconsumo collettivo” e di Comunità di energia rinnovabile (CER) si ritrovano in una delle otto direttive europee che regolano i temi energetici (CEP Clean Energy Package).


SOSTENIBILITÁ AMBIENTALE

Nello specifico nella direttiva UE 2018/2001. Questa definisce la comunità energetica come “un soggetto giuridico” fondato sulla partecipazione aperta e volontaria, il cui scopo prioritario non è la generazione di profitti finanziari, bensì il raggiungimento di benefici ambientali, economici e sociali per i suoi membri o soci e per il territorio in cui opera. Per garantire il suo carattere no profit, dunque, tra i membri delle CER non sono ammessi aziende del settore energetico (fornitori ed ESCO) se non come prestatori di servizi infrastrutturali e di fornitura. Inoltre, come chiarito dal documento citato in apertura, la CER “può gestire l’energia in diverse forme (elettricità, calore, gas) a patto che siano generate da una fonte rinnovabile”. In prima battuta l’ordinamento italiano ha recepito e “ricalcato” la normativa europea con il decreto Milleprorghe del 2020 (DL n.162/2019), con la delibera ARE-

RA n.318/2020 e, dal 15 dicembre 2021, con l’entrata in vigore del D.lgs n.199/2021. Quest’ultimo provvedimento ha corretto una delle principali anomalie presenti nel Milleproroghe 2020, innalzando la potenza di ciascun impianto alimentato da fonti rinnovabili da 200 kW a 1MW. Una correzione indispensabile per garantire un ritorno sugli investimenti e per rendere maggiormente “performanti” gli impianti installati. In buona sostanza i soggetti partecipanti ad una comunità energetica producono energia elettrica per i propri consumi con impianti alimentati da fonti rinnovabili di potenza complessiva non superiore a 1MW per impianto. Tutti insieme poi condividono l’energia prodotta utilizzando la rete di distribuzione esistente, con la possibilità di immagazzinarla e di usarla all’occorrenza grazie a sistemi di accumulo (batterie) a disposizione dei membri della comunità.

Gli aspetti legali Oltre a chiarire gli obiettivi delle Comunità energetiche rinnovabili, il D.lgs n.199/2021 definisce la comunità come un “soggetto di diritto autonomo”, dotata quindi di un proprio regolamento o statuto. La normativa stabilisce che l’energia auto prodotta dalla CER deve essere utilizzata per l’autoconsumo o per la condivisione con i membri della comunità, mentre quella in eccesso può essere accumulata e venduta tramite accordi di compravendita di energia elettrica, fermo restando il requisito indispensabile della connessione alla stessa cabina primaria.

Gli incentivi Il governo ha previsto una serie di incentivi per incoraggiarne la diffusione delle comunità energetiche e l’utilizzo di sistemi di accumulo.

Sia dal punto di vista fiscale che tariffario. Nel settembre 2020 un decreto del Ministero dello Sviluppo Economico ha fissato un contributo per l’energia prodotta, auto consumata e immagazzinata dai nuovi impianti rinnovabili pari a 100 euro per ogni MWh prodotto e condiviso dagli auto consumatori che agiscono collettivamente nello stesso edificio o condominio e di 110 euro/MWh per i membri di una CER collegati ad una stessa cabina di media/bassa tensione. Secondo la società di consulenza PWC che ha analizzato il quadro fiscale della normativa, “la tariffa incentivante è erogata per un periodo di 20 anni ed è modulata per garantire la redditività degli investimenti e senza incrementare i costi vigenti”. Un impostazione confermata anche dal D.lgs 199/2021 e dalle ultime direttive ARERA, ma che potrebbe subire delle variazioni già a giugno 2022 con l’arrivo dei decreti attuativi. Alla cosiddetta “tariffa incentivante” si aggiungono le detrazioni fiscali riservate ai privati per l’installazione di impianti fotovoltaici (50% in 10 anni o, con il cosiddetto superbonus, 110% in 5 anni). Per le imprese è previsto invece un credito di imposta del 6% sul costo d’investimento fruibile in tre anni, ma solo in compensazione. Per intenderci, se un’impresa spende 20mila euro d’impianto le spetta un credito d’imposta di 1.200 euro all’anno per tre anni. Probabilmente troppo poco rispetto alle agevolazioni concesse nel recente passato e considerando l’urgenza attuale. Inoltre, come osservato da Confartigianato Emilia Romagna, la tariffa incentivante prevista dalla normativa deriva dalla componente ASOS (ex A3) che proviene direttamente dalla bollette di famiglie ed imprese. Un paradosso che, ci auguriamo, venga corretto con i decreti attuativi attesi per metà anno.

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SOSTENIBILITÁ AMBIENTALE

Comunità energetiche, tutti le vogliono ma mancano le regole Secondo Claudia Carani (AESS) le comunità energetiche rappresentano una risposta innovativa al problema energetico. A patto che la normativa arrivi in tempi utili

C

laudia Carani di AESS, l’Agenzia per lo sviluppo sostenibile, ESCO che lavora principalmente per gli enti pubblici della provincia di Modena e della città metropolitana di Bologna, sta sviluppando un progetto di Comunità energetica nel quartiere bolognese del Pilastro, ribattezzato GECO. L’abbiamo raggiunta per capire se questo modello è appetibile anche per le imprese. Dottoressa Carani, la normativa europea recepita anche dal nostro ordinamento, prevede che le comunità energetiche rinnovabili debbano essere collegate ad una stessa cabina primaria. Cosa significa? «È un vincolo territoriale che stabilisce quanto può essere grande e chi può far parte di una comunità energetica. La direttiva europea stabilisce infatti che le comunità energetiche abbiano una dimensione territoriale e debbano svilupparsi nella prossimità degli impianti che producono energia da fonti rinnovabili. Ogni paese ha recepito questo vincolo in modo diverso. Ad esempio in Olanda per defini-

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re l’ambito territoriale delle CER hanno scelto il codice di avviamento postale, in Francia una distanza massima di 1 Km dall’impianto. Noi abbiamo scelto la cabina primaria». Che tipo di vincolo rappresenta? «È indispensabile per capire chi sta fuori e chi sta dentro ad una specifica comunità energetica. Possono essere membri o soci della comunità energetica solo i consumatori, come ad esempio le imprese o i condomini, collegati ad una stessa cabina. È bene fare una precisazione. La dislocazione delle cabine primarie è un’informazione sensibile. Siamo quindi in attesa dei decreti attuativi della normativa italiana, in particolare di una direttiva ARERA, per avere un quadro complessivo delle cabine e quindi per delimitare meglio i confini di pertinenza per ciascuna di esse». Per intenderci se ho 10 aziende in un distretto che vogliono costituire una CER, queste devono collegarsi tutte alla stessa cabina primaria? «Sì. Sarà quindi indispensabile profilare i consumi di ciascuna impresa e dimensionare gli impianti per la produzione di energia rinnovabile attraverso uno studio di fattibi-

lità e poi, nello statuto della CER, sarà necessario indicare preventivamente la potenza minima per accogliere ciascuno dei membri ed altri eventuali interessati. Altrimenti avrò troppa domanda e poca offerta di energia». Che ruolo giocano le ESCO come AESS o le società che forniscono energia? «Secondo la normativa europea non possono essere membri della comunità energetica, ma possono studiare e realizzare l’impianto ed essere remunerati nel tempo attraverso un canone, mensile o annuale, corrisposto dalla comunità energetica. In pratica la comunità energetica percepisce un incentivo da parte del GSE (il gestore dei servizi energetici ndr.) e una quota di questo incentivo viene utilizzata per remunerare questi investitori». Immagino che l’investitore investa dove vede un ritorno. Per intenderci, la società energetica sarà interessata ad investire se l’impresa intende installare un grosso impianto. Altrimenti dov’è la convenienza? «È così. Diciamo che 1 kW equivalgono approssimativamente a 10 mq di impianto fotovoltaico. Im-


SOSTENIBILITÁ AMBIENTALE pianti piccoli non sono appetibili, ma le cose cambiano con impianti da 1 MW, quindi con impianti da 10mila metri quadri». In questo senso la normativa di riferimento il d.lgs 199/2021 ha corretto un’anomalia rispetto alla prima legge italiana che parlava di CER, il decreto milleproroghe del 2020. Quella cioè della potenza massima per ciascun impianto… «Sì, la normativa è passata da 200 kW a un 1MW per ciascun impianto installato. Questo permette di ammortizzare meglio i costi di installazione. A parità di potenza è quindi più facile abbattere i costi per kW di fotovoltaico e sistemi di accumulo installati. Avere impianti grandi aiuta ad avere costi più bassi». Le associazioni datoriali lamentano un altro aspetto delle CER, l’assenza di finalità di lucro… «Le comunità energetiche non possono avere tra i propri membri imprese che lucrano sull’energia, come appunto ESCO o società che vendono o distribuiscono energia che devono quindi figurare come installatori o fornitori

degli impianti. Tuttavia le imprese ricevono un incentivo dal GSE sulla quota dell’auto consumo collettivo che effettivamente realizzano, la quota restante, cioè quello che non consumano, può essere restituita alla rete al prezzo di 5 euro al MW oppure rivenduta a soggetti terzi». Oggi le imprese che intendono installare un impianto fotovoltaico hanno a disposizione un credito di imposta al 6% per tre anni. Oltre a questo c’è la tariffa incentivante prevista dalla normativa sulle CER. Un po’ poco non trova? «Su questo fronte dobbiamo attendere i decreti attuativi previsti per giungo 2022. Diciamo che il vantaggio maggiore per le imprese è rappresentato dall’auto consumo diretto che si traduce in un mancato costo. Il fatto poi di poter cedere l’energia non consumato ad altri è sicuramente interessante». Come si concilia la normativa nazionale con quella allo studio di Regione Emilia Romagna? «Diciamo che la legge regionale serve per dare indicazioni precise su come costruire i bandi regionali con le risorse previste dai fondi strutturali europei POR-FESR».

Chi è Claudia Carani Claudia Carani, laureata in Scienze Ambientali presso l’Università degli Studi di Parma, project manager per AESS - Agenzia per l'Energia e lo Sviluppo Sostenibile con sede a Modena, si occupa da oltre 20 anni di progetti legati alla mobilità sostenibile, alla pianificazione energetica, all’efficienza energetica degli edifici e agli strumenti di finanziamento a supporto di progetti di mitigazione e adattamento climatico. In AESS è responsabile del coordinamento di progetti europei e di innovazione finanziati da diversi

programmi di finanziamento, tra questi: H2020, Climate.KIC, INTERREG IVC, MED, nonché esperta in strumenti finanziari a sostegno di investimenti energetici. Negli ultimi anni ha sviluppato diversi progetti per promuovere la transizione energetica a scala di quartiere individuando nuovi modelli di business volti a sostenere investimenti per la mitigazione e adattamento climatico, tra questi il progetto GECO per la sperimentazione di una comunità energetica a Bologna nel quartiere Pilastro-Roveri.

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CULTURA

Pandemia: due persone su dieci hanno sviluppato disturbi mentali Si registra un vertiginoso aumento dei casi di sindrome ansioso-depressiva

D

iversi studi rilevano che la pandemia che stiamo vivendo, oltre alle conseguenze economiche che tutti ormai ben conosciamo, ha portato a numerosi problemi di salute mentale, con un vertiginoso aumento dei casi di sindrome ansioso-depressiva che provocano un’emergenza da non sottovalutare. L’Ordine degli psicologi ha segnalato, infatti, che durante la pandemia 8 persone su 10 hanno sviluppato problemi di malessere psicologico strutturato e 2 disturbi mentali su 10 in senso stretto e più severi. Gli ultimi due anni sono stati difficili per tutti noi. Abbiamo vissuto in isolamento, abbiamo perso o visto soffrire persone care, le nostre abitudini sono cambiate drasticamente, e abbiamo vissuto tutto questo con un forte senso di impotenza e con smarrimento. Ora, in un momento in cui sembrava che le cose, lentamente, iniziassero a migliorare, è iniziata una guerra che ci ha ripiombati nell’angoscia e nella preoccupazione. Giovedì 24 febbraio e giovedì 10

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marzo, per provare a dare alcune risposte concrete a questo senso di smarrimento, abbiamo organizzato due seminari con la dottoressa Michela Bombardini, psicologa e psicoterapeuta. Nel primo incontro, di carattere più generale, la psicologa ha inquadrato il tema, proponendo una fotografia della situazione attuale e cercando di indagare l’impatto che hanno situazioni come guerra e pandemia a livello psicologico. Nel secondo appuntamento la dottoressa è andata più in profondità ed è entrata nel concreto fornendo alcune indicazioni per imparare a gestire le difficoltà e le emozioni ad esse connesse, fornendo strumenti per reagire a queste situazioni. In che modo possiamo gestire “come ci sentiamo” quando si verificano situazioni come pandemie, guerre o terremoti, che impattano enormemente sulla nostra vita? L’obiettivo dovrebbe essere quello di cercare di creare un equilibrio tra il cambiamento delle situazioni su cui è possibile esercitare un controllo e l’accettazione di ciò su cui non è possibile intervenire.

Per fare questo occorre lavorare sulla propria consapevolezza, individuando la fonte dello stress, riconoscendo e ascoltando le proprie emozioni, prima di tutto accettandole, in un secondo momento fronteggiandole decidendo, quindi, come “muoversi”. Se le emozioni dovessero essere così forti da impattare sulla nostra vita personale, lavorativa o sociale si rende necessario rivolgersi ad un professionista. Soprattutto nell’ultimo anno abbiamo sentito numerose notizie sulle difficoltà che hanno vissuto e stanno vivendo tuttora gli adolescenti. La società Italiana di Neuro Psico Farmacologia (SINPF) ha evidenziato che 1 adolescente su 4 ha sintomi clinici di depressione mentre 1 su 5 mostra segni di disturbo d’ansia. Come possiamo aiutare i nostri ragazzi e le nostre ragazze, che dal punto di vista psicologico sembrano essere i più colpiti dalla pandemia? Noi adulti abbiamo il dovere di rimanere vicino ai nostri ragazzi e ragazze, senza intervenire precocemente ma essendo pronti a farlo, ascoltarli ed essere sempre aperti al dialogo con loro, trovando modi


CULTURA per coinvolgerli e comunicare. Occorre, inoltre, essere realisti, sostenendoli nella loro rielaborazione degli eventi e aiutandoli a distinguere le opinioni dai fatti. Diventa fondamentale aiutarli ad acquisire un senso di responsabilità, tollerare i loro sbalzi d’umore rimanendo il più possibile calmi e rassicurandoli. Sembra che anche il governo italiano si sia finalmente accorto della sofferenza psicologica della popolazione, ha infatti introdotto il “bonus psicologo”, destinando a questa misura 20.000.000 di euro con un emendamento inserito nel decreto Milleproroghe, che rappresenta un primo segnale di attenzione al problema. A dimostrazione che le cose stanno cambiando anche l’Istat ha inserito, nel famoso paniere campione, le spese per la psicoterapia individuale tra i consumi prevalenti delle famiglie. Cosa ne pensa di questa prima azione concreta del governo? Anche se ancora non sufficiente, ritengo che questa azione rappresenti un segnale importante soprattutto perché viene finalmente riconosciuto che la risposta alla pandemia è anche e soprattutto di tipo psicologico. In ognuno di noi la pandemia ha avuto un impatto psicologico più o meno significativo; qualcuno, più di altri ne ha risentito in modo particolare, talvolta amplificando problematiche già esistenti. C’è ancora molta strada da fare, ma questo può essere ritenuto un inizio.

Chi è Michaela Bombardini La dottoressa Bombardini, dopo la laurea magistrale in Psicologia Clinica e l’abilitazione alla professione di Psicologa presso l’Ordine degli psicologi dell’Emilia Romagna, si è specializzata, conseguendo il diploma in Psicoterapia. L’approccio psicoterapeutico è ad orientamen-

to psicoanalitico e fa riferimento alle teorie di Freud, Klein, Bion e Winnicott. Nella sua esperienza professionale si è occupata inizialmente di sostegno psicologico, in particolare del periodo pre e post-parto; successivamente ha ampliato le proprie competenze

nell’ambito dei disturbi dell’umore, delle problematiche affettivo-relazionali, dei disturbi psicosomatici, dei disturbi del comportamento alimentare e disturbi da stress lavoro-correlato. Si occupa principalmente di adolescenti, di giovani adulti e di adulti.

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Percorso formativo per guida ambientale escursionistica Obiettivo: Diventare una Guida Ambientale Escursionista, professionista in grado di condurre turisti o gruppi in ambienti montani, collinari, acquatici, parchi e aree protette. Durata: 150 ore Periodo: 15/05  30/10 Costo: 990,00€ (esente IVA)

059 336 9911 info.modena@formart.it


Impiantisti

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Durata: 150 ore Periodo: 28/04  29/07 Costo: 1.200,00€ (esente IVA)

Conduttore di impianti termici (percorso esame - formativo per l'acquisizione del patentino di 2° livello) Obiettivo: Il percorso, in ottemperanza alla DGR 437/2012 è finalizzato al conseguimento del patentino di abilitazione alla conduzione degli impianti termici. Durata: 90 ore Periodo: 10/05  20/07 Costo: 1.180,00€ (esente IVA)

Excel

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Contabilità informatizzata base

Obiettivo: Saper gestire in autonomia l’amministrazione d’azienda, dagli aspetti basilari della contabilità clienti e fornitori alla liquidazione e relativo versamento dell’IVA.

Obiettivo: Questo corso affronta le funzioni più ricorrenti e le possibilità offerte da Excel come strumento di business intelligence per monitorare, pianificare e valorizzare dati strategici.

Durata: 32 ore Periodo: 05/04  09/05

Durata: 32 ore Periodo: 26/04  31/05

Programmazione plc per i sistemi di controllo e di automazione

Aggiornamento normativo sulle fonti energetiche alternative

Obiettivo: Questo percorso ti consentirà di padroneggiare le tecniche di sviluppo del programma su PLC per la gestione di impianti di automazione.

Obiettivo: Le nuove frontiere dell’edilizia sono oggi la riqualificazione sostenibile dell’esistente o tecnologie di costruzione eco-efficienti: per valicare questa frontiera sono indispensabili nuove competenze nel campo dell’impiego di nuove tecnologie, materiali e innovativi metodi di lavoro nonché la conoscenza approfondita delle più recenti normative del settore.

Durata: 32 ore Periodo: 05/04  09/05 Wordpress per siti e blog Obiettivo: Con questo corso affronterete la progettazione, lo sviluppo, la pubblicazione e il mantenimento di siti web attraverso l’uso di WordPress.

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Obiettivo: Sviluppare una presa di coscienza dell’impatto che l’identità di marca ha sui risultati dell’impresa; Creare un ‘identità di marca che conferisca un elemento di unicità al prodottoservizio e/o all’azienda e che dia valore al cliente.

Fondo Sociale Europeo Corsi finanziati a Modena W EB IN A R

Corso di preparazione agli esami per il conseguimento del titolo per l'esercizio di attività di autotrasporto

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Autotrasporto

Durata: 32 ore Periodo: 26/04  31/05

Durata: 148 ore Periodo: 07/04  09/06

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Excel Avanzato Obiettivo: Padroneggiare le funzioni avanzate e potenti di MS Excel quale strumento di business intelligence, per monitorare, pianificare e valorizzare i dati aziendali

Corso base di contabilità generale (con possibilità di stage) Obiettivo: La figura del contabile è sempre molto ricercata dalle aziende. Questo corso vuole essere un "ponte formativo" tra scuola/università e pratica amministrativa, con l'obiettivo di preparare professionisti capaci di gestire l'amministrazione d'impresa, attraverso lezioni teoriche, esercitazioni pratiche e, per i partecipanti non occupati che lo desiderano, attraverso una esperienza diretta in azienda ("opzione stage”). Durata: 60 ore Periodo: 02/05  07/07 Costo: 700,00€ (+IVA)

Autoriparatori Ispettore revisione periodica veicolo – modulo c Obiettivo: Ottenere l’abilitazione di ispettore revisione per veicoli di massa superiore a 3,5t o in grado di trasportare un numero maggiore di 16 passeggeri. Frequentando il corso teoricopratico si può accedere all’esame finale per dirigere le azioni di revisione periodica di: furgoni di massa superiore a 3,5t camion, tir, autocarri autobus, scuolabus, pullman Il corso è riservato a ispettori di revisione e ex responsabili tecnici per attività di revisione per veicoli di massa inferiore a 3,5 t

Durata: 15 ore Periodo: 06/04  15/05 Costo: 190,00€ (IVA inclusa)

Informatica Informatica livello intermedio

Power public speaking Obiettivo: Creare una prima impressione positiva – Fornire le chiavi logiche e strutturare un intervento coerente, chiaro e incisivo – Riconoscere ed affinare il proprio stile comunicativo – Adottare gli accorgimenti efficaci per governare le emozioni.

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Gestione d’Impresa

Lingue Straniere

Obiettivo: Offrire a chi ha una conoscenza elementare di Excel, Word e Power Point un percorso approfondito sull’analisi, la rappresentazione e la condivisione dei dati; Fornire gli strumenti per utilizzare in modo più efficace e consapevole Outlook, Internet e la posta elettronica Durata: 15 ore Periodo: 12/04  03/05 Costo: 150,00€ (IVA inclusa)

Durata: 10 ore Periodo: 27/04  18/05 Costo: 220,00€ (+ IVA)

Turismo

Percorso formativo per guida ambientale escursionistica Obiettivo: Diventare una Guida Ambientale Escursionista, professionista in grado di condurre turisti o gruppi in ambienti montani, collinari, acquatici, parchi e aree protette. Durata: 150 ore Periodo: 15/05  30/10 Costo: 990,00€ (esente IVA)

Informatica Excel Base Obiettivo: il corso insegna ad utilizzare Microsoft Excel partendo dalle sue funzioni più semplici ed elementari, per organizzare e gestire i dati, ottenere report e creare grafici per la presentazione efficace delle informazioni. Durata: 15 ore Periodo: 25/05  22/06 Costo: 150,00€ (IVA inclusa)

Durata: 50 ore Periodo: 19/05  18/06 Costo: 700,00€ (esente IVA) FORMart Reggio Emilia Via Luigi Sani 7, 42121 RE

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Informatica

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Reggio Emilia

0522 267 411 info.reggio@formart.it


Obiettivo: Nel corso imparerai a sfruttare al massimo le capacità di questa tecnologia efficiente ed innovativa per la trasmissione dati e ad utilizzarla per la realizzazione di impianti TVCC Durata: 32 ore Periodo: 05/04  10/05

Obiettivo: Un corso per imparare a creare e visualizzare un disegno 2D, disegnare e modificare i diversi tipi di entità, creare simbologie, personalizzare, aggiungere quote e stampare in scale, raggiungendo un’elevata produttività e precisione nella realizzazione del disegno tecnico bidimensionale Durata: 48 ore Periodo: 27/04  13/06

Inventor: progettazione meccanica net&green avanzata

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Disegno con cad 2d progettazione meccanica net&green base II pg. 2

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Sistemi di videosorveglianza sistema casa: produzione net&green base I pg. 6

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Fondo Sociale Europeo Corsi finanziati a Reggio Emilia

Obiettivo: Saper utilizzare Autodesk Inventor per la progettazione e modellazione 3D è un ottimo biglietto da visita per chi vuole lavorare nel settore meccanico. Questo percorso è utile per imparare a realizzare un modello 3D sia di parte che di assieme, con relativa messa in tavola parametrica completa di quotatura e di simbologia tecnica. Durata: 32 ore Periodo: 12/04  17/05

Arredamenti

Lʼarte di arredare Una passione di famiglia Camere da letto moderne e classiche Letti imbottiti, in ferro e in legno. Armadi polifunzionali, anche a misura. Camerette per bambini e ragazzi. Zona giorno con composizioni moderne e classiche. Reti e materassi. Tende e accessori. Complementi dʼarredo. Tante idee regalo per la casa.

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&

CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Fisco Le misure previste dal Decreto Legge “anti-rincari" Il governo ha introdotto alcune disposizioni urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi innescata dalla guerra russa in Ucraina. In particolare, tra le principali misure adottate, il Decreto in esame prevede: la riduzione delle aliquote di accisa su benzina e gasolio per autotrazione; per il 2022, i buoni benzina nel limite di € 200 per lavoratore, ceduti a titolo gratuito da aziende private, non concorreranno alla formazione del reddito; un credito d'imposta, a favore delle imprese, pari al 12% della spesa sostenuta per l'acquisto di energia elettrica, utilizzata nel secondo trimestre del2022; nonché un credito di imposta pari al 20% della spesa sostenuta per l'acquisto di gas naturale, consumato nel secondo trimestre del 2022; un bonus sociale elettricità e gas riferito al periodo 1° aprile - 31 dicembre 2022 per i titolari di ISEE pari ad € 12.000; una rateizzazione delle bollette per i consumi energetici, relativi ai mesi di maggio 2022 e giugno 2022, da parte delle imprese che hanno sede in Italia, per un numero massimo di 24 rate mensili; un'agevolazione contributiva per il personale delle aziende in crisi; un credito d'imposta, a favore delle imprese agricole e della pesca, pari al 20% della spesa sostenuta per l'acquisto di carburante effettuato nel primo trimestre solare dell'anno 2022; nonché la rinegoziazione dei

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mutui agrari, per un rimborso fino a 25 anni; un credito d'imposta, a favore delle imprese turistico-ricettive, pari al 50% dell'importo versato a titolo di seconda rata IMU dell'anno 2021 per gli immobili in categoria catastale D/2

Beni industria 4.0, più tempo per le prenotazioni 2021 Credito d’imposta con le percentuali 2021, più vantaggiose delle attuali, per tutti gli investimenti ultimati entro il 2022, a condizione che, entro lo scorso 31 dicembre, l’ordine sia stato accettato dal fornitore e sia stato pagato almeno il 20% del costo di acquisizione. La novità riguarda sia i beni materiali e immateriali ordinari sia quelli materiali funzionali alla trasformazione tecnologica e digitale delle imprese secondo il modello “Industria 4.0”. A concedere questo è l’articolo 3-quater del Dl 228/2021.

Lavoro Lo Smart working semplificato viene prorogato al 30 giugno 2022 Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto legge 24/2022 viene prorogata al 30 giugno 2022 la possibilità di ricorrere al lavoro agile (smart working ndr.) nel comparto privato, senza la necessità di stipulare un accordo individuale tra datore e lavoratore, quindi beneficiando ancora di un regime semplificato. Il decreto estende così di tre mesi il regime semplificato e protrae al 30 giugno anche i termini di svolgimento del lavoro agile per i lavoratori fragili. La conclusione dello stato di emergenza previsto il prossimo 31 marzo non cambierà quindi le regole emergenziali sullo smart working semplificato, che consentono di effettuare le comunicazioni amministrative sul sito del Ministero del Lavoro inviando un file riassuntivo con le informazioni essenziali sui lavoratori in smart working, senza necessità di allegare eventuali accordi scritti. È quindi rimandata al 1° luglio 2022 l’applicazione della legge 81/2017 che consente di utilizzare il lavoro agile solo in presenza di un accordo sottoscritto con ciascun lavoratore. La proroga dell’applicabilità dello smart working emergenziale ovviamente non preclude alle aziende e ai lavoratori la facoltà di scegliere comunque di firmare un accordo individuale. In questo caso l’intesa sottoscritta tra le parti, anche prima del nuovo provvedimento, prevarrà sulle altre forme di attivazione del lavoro agile. modena.occasionali@ispettorato. gov.it.


CASSETTA DEGLI ATTREZZI

Bandi Pronta la riapertura dei fondi regionali ribattezzati “StartER” ed “Energia”. Dal 30 marzo al 23 maggio 2022 sarà possibile prenotare le risorse. Vediamo in sintesi quali investimenti agevolano. Fondo StartER Il Fondo Starter è un fondo rotativo di finanza agevolata a compartecipazione privata, finalizzato al sostegno della nuova imprenditorialità. Sostiene le nuove imprese con un valore minimo di 20.000 euro e fino a un massimo di 300.000 euro. Tra i documenti obbligatori per l'invio delle domande è prevista la pre-delibera bancaria, è quindi fondamentale contattare le banche convenzionate per predisporre la documentazione necessaria. Le aziende potranno presentare le istanze sul Fondo StartER utilizzando il sito www. fondostarter.artigiancredito.it. Sarà inoltre possibile richiedere un contributo a fondo perduto sul progetto presentato rivolto alle imprese beneficiarie per sostenere l’avvio di imprese situate nei comuni sede di estrazione di idrocarburi, tramite la concessione di un contributo a fondo perduto, abbinato al finanziamento fondo StartER. Nelle nostre province i comuni interessati sono: Castelfranco Emilia, Novi di Modena, San Possidonio, Spilamberto, Lama Mocogno, Palagano, Montefiorino, Mirandola, San Cesario sul Panaro, Modena. I soggetti interessati possono ottenere contributi a fondo perduto per progetti che abbiano lo scopo di favorire la creazione di opportunità occupazionali e nuove reti di collaborazione nei territori interessati. Il contributo a fondo perduto è pari al 30%

dei costi ammessi ed ha un importo massimo di 30.000 euro per impresa. Il plafond a fondo perduto è pari a 1 milione di euro. Fondo Energia Tramite il fondo Energia, sono finanziabili interventi di efficientamento energetico con importi che vanno da un minimo di 25.000 euro a un massimo di 750.000 euro, con la possibilità di ottenere un contributo a fondo perduto per le spese tecniche di progettazione dell’intervento pari al 12,5% della quota di finanziamento pubblico concesso all’impresa. Oltre alla pre-delibera bancaria per la presentazione di questa domanda è obbligatoria anche la diagnosi energetica. Le aziende potranno presentare le istanze sul fondo Energia utilizzando il sito www. fondoenergia.artigiancredito.it. Ricordiamo che le domande di finanziamento a entrambi i fondi dovranno allegare, al momento della presentazione attraverso il sito, la delibera della banca co-finanziatrice del progetto completa di tutte le informazioni necessarie al gestore per definire le caratteristiche (importo, durata, etc..) e di tutte le garanzie accessorie acquisite dalla banca in fase di delibera.

Ambiente Nuova proroga per l’etichettatura ambientale degli imballaggi La Legge n. 15/2022 che ha convertito il cosiddetto Decreto “Milleproroghe” ha nuovamente esteso la sospensione dell'operatività dell'obbligo di etichettatura ambientale, fino al 31 dicembre 2022. L’obbligo di etichettatura degli imballaggi entrerà quindi in vigore il 1° gennaio 2023. La norma imporrebbe che tutti gli imballaggi siano opportunamente etichettati secondo modalità stabilite dalle norme tecniche UNI applicabili e in conformità alle determinazioni adottate dalla Commissione dell’Unione europea, per facilitare la raccolta, il riutilizzo, il recupero e il riciclaggio degli imballaggi, nonché per fornire una corretta informazione ai consumatori sulle destinazioni finali degli imballaggi. A ciò si aggiunge l’obbligo, per i produttori, di indicare – ai fini dell’identificazione e della classificazione dell’imballaggio – la natura dei materiali di imballaggio utilizzati, sulla base della Decisione 97/129/ CE. Vi consigliamo di leggere la notizia sul nostro sito che tratta la materia. I prodotti privi dei requisiti e già immessi in commercio o etichettati al 1° gennaio 2023 potranno essere commercializzati fino ad esaurimento delle scorte. Entro novanta giorni dalla data di entrata in vigore della legge, il Ministero della Transizione Ecologica adotterà, con decreto di natura non regolamentare, le linee guida tecniche per l’etichettatura ambientale.

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