Imprese & Territorio 01 2023 - La Legge di Bilancio 2023 spiegata per punti

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Per tornare a crescere bisogna investire

Parla l’economista Gustavo Piga

Lavorare per le piccole e medie imprese italiane

Un’intervista a Fabio Pietrella, ex presidente di Confartigianato Moda e deputato di FdI

Il futuro del distretto della moda tra 3d, sostenibilità e formazione

Un progetto in collaborazione con il Vallauri di Carpi

01 La Legge di Bilancio 2023 spiegata per punti GENNAIO/FEBBRAIO 2023 Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Noi impresa - periodico di informazione di Lapam Confartigianato Imprese - Poste italiane SPA - Sped. in abb. post. D.L 353/2003 - (Conv. IN L.27/02/2004 N°46) - art.1, Comma 1, DCB (Modena C.P.O) - Euro 2
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Contatti www.lapam.eu contattaci@lapam.eu 059 893 111 Legge di Bilancio 2023 7 Febbraio Maranello ore 20:30 Auditorium Enzo Ferrari Via Nazionale, 78 20 Castelfranco E. Febbraio Biblioteca Comunale Piazza della Liberazione, 5 ore 20:30 13 Correggio Febbraio Hotel President Via Don Giovanni Minzoni, 61 ore 20:30 21 Medolla Febbraio La Cantina Via Statale, 163 ore 20:30 Per iscriverti all’evento scansiorna il qr code, visita il nostro sito oppure contattaci Evento gratuito Dalla pace fiscale ai crediti d’imposta per l’energia; dagli incentivi alle assunzioni alle opportunità per le PMI.

L’impegno Lapam per le imprese

Il 2022, sotto il profilo economico, è stato un anno meno difficile di quanto si potesse prevedere. Nonostante un contesto internazionale molto precario, soprattutto a causa dell’aggressione russa in Ucraina, e agli aumenti esponenziali dei costi energetici e delle materie prime, il nostro tessuto economico ha tutto sommato retto il colpo, in grande parte per merito di imprenditori e impreseche, una volta di più, non hanno avuto timore ad affrontare la complessità di mercati sempre più instabili. A trainare l’economia l’edilizia, anche a causa dei bonus, ma anche il turismo sta tornando quasi sui livelli pre Covid e, soprattutto, l’export è cresciuto in misura maggiore dell’inflazione, segno che Made in Modena e Made in Reggio Emilia restano garanzie assolute per clienti di tutto il mondo.

Ciò non toglie che i problemi restino tutti sul tavolo e che, anzi, questo 2023 si presenti come decisamente più complesso, a partire dalle nubi minacciose che continuano a venire dal contesto internazionale. In tutto questo un nodo molto delicato per le piccole e medie imprese è rappresentato dal credito. I numeri, analizzati dal nostro Ufficio Studi, sono eloquenti e il rapporto con le banche attuale e futuro delle piccole imprese resta critico. I prestiti concessi alle piccole imprese tornano calare in regione dopo un periodo positivo (-1,6% a giugno 2022 rispetto all’anno precedente) per effetto della politica di stretta monetaria, che determinerà anche un aumento del costo del credito (a oggi i tassi sui prestiti alle micro e piccole imprese sono di 310 punti base superiori rispetto alle medio-grandi).

Per far fronte, come Lapam abbiamo formato 200 consulenti strategici che possano aiutare gli imprenditori nella gestione delle aziende e che, in particolare, accompagnino le imprese nel rapporto con gli istituti di credito. Si tratta di uno sforzo imponente, anche sotto il profilo degli investimenti nel campo della digitalizzazione, che permette anche alle piccole imprese di farsi trovare pronte e di accedere più facilmente al credito.

Non è questa l’unica novità di Lapam per l’anno che è cominciato da poco, molte altre sono infatti previste nei prossimi mesi, sempre per andare incontro alle esigenze concrete delle imprese associate.

3 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 EDITORIALE

INDICE DEI CONTENUTI

IN COPERTINA

GENNAIO FEBBRAIO 2023

ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

pagina 6

Quattro nuovi segretari in cinque sedi del territorio di Modena e Reggio Emilia

La riorganizzazione nelle sedi di Montese, Castelfranco, Finale Emilia, Massa Finalese e San Polo d’Enza

pagina 7

Rivedere il sistema dei saldi, è un modello che non funziona più

Il parere della presidente Licom, Cinzia Ligabue, sui saldi invernali

pagina 8

Imprese in aumento nelle province di Modena e Reggio Emilia

I dati su imprese e occupazione nelle nostre province

pagina 10

Lavorare per le piccole e medie imprese italiane

Un’intervista a Fabio Pietrella, ex presidente di Confartigianato Moda, eletto in Parlamento (FdI) con un obiettivo: sostenere le PMI

pagina 12

Concerto di Natale al Teatro Valli di Reggio Emilia

Dopo la pandemia è tornato in presenza il tradizionale concerto natalizio di beneficenza

pagina 13

Il cambio generazionale come occasione di crescita imprenditoriale e di apertura verso nuovi mercati

Il caso di Daniela Diletti per La Marchigiana, in un evento pubblico

LEGGE DI BILANCIO 2023

pagina 14

La Legge di Bilancio 2023: spiegata per punti

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto alcune novità.

In particolare sul fronte fiscale, con una serie di misure finalizzate a prevenire o a ridurre i contenziosi. Sul fronte del lavoro vengono confermate alcune agevolazioni previste per le assunzioni di giovani e donne. Manca invece la conferma del Piano Transizione 4.0, così come impostato nel 2022, e misure rivolte al welfare aziendale

pagina 20

Per tornare a crescere bisogna investire Gustavo Piga, economista e docente all’Università Tor Vergata, analizza la Legge di Bilancio 2023 e dal suo osservatorio sul PNRR, OreP, commenta i risultati del piano italiano

IN COPERTINA MODA

pagina 28

Il futuro del distretto della moda tra 3d, sostenibilità e formazione

All’Istituto Professionale Giancarlo Vallauri di Carpi le classi VB e VD hanno incontrato alcune imprese del territorio per discutere del futuro della moda tra sostenibilità, formazione digitale

FOCUS DATI ECONOMICI 2022

pagina 24

I dati economici del 2022

Alcuni dei dati più significativi dell’anno appena trascorso, raccolti dal nostro Ufficio Studi

BENESSERE

pagina 26

Cosmoprof Worldwide Bologna dal 16 al 20 marzo 2023

Le novità del mercato con un occhio ai trend internazionali

MOVIMENTO

DONNE IMPRESA

pagina 26

Cresce l’innovazione al femminile

Sono 143 le start up innovative a guida femminile in Emilia Romagna

AUTORIPARAZIONE

pagina 30

I prossimi cinque anni saranno cruciali per il futuro dell’automotive

Parla Piergiorgio Beccari, Presidente ADIRA l’associazione che riunisce la distribuzione indipendente di ricambi auto e moto

Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg.Trib di Modena n°457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore Responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari. Hanno collaborato a questo numero: Daniele Casolari, Marco Lodi, Monica Salvioli, Narumì Giovannelli, Elena Baraldi, Matteo Roversi, Fabio Sala, Christian Bondi, Stefano Ficarelli, Laura Roncaglia, Enzo Fanì. Progetto grafico e impaginazione di Luca Pellacani - fotografie di Riccardo Nora, Luca Monelli, Luca Pellacani, Fabio Sala, archivio fotografico Lapam, Freepik, PixBay - Stampa Golinelli SpA.

Per la pubblicità su Imprese&Territorio: contattaci@lapam.eu - 059 893 111

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4 Imprese & Territorio n° 01 - 2023

MECCANICA

pagina 33

Impresa 4.0: “È ora che gli incentivi diventino strutturali”

Secondo Alfredo Mariotti, direttore di UCIMU - l’associazione dei costruttori di macchine utensili - è indispensabile garantire continuità al Piano

Transizione 4.0. La nostra intervista

CULTURA

pagina 40

Il complicato rapporto Scuola Lavoro, un caso tutto italiano

In Italia è urgente maturare la consapevolezza dell’importanza del legame Scuola-Lavoro, scrive Giovanni Boccia. Una consapevolezza di spirito e di coscienza, prima ancora che strutturale, organizzativa e legislativa

pagina 43

ALIMENTAZIONE

pagina 35

Plastica riciclata per alimenti: interviene il regolamento europeo

Nuove regole sono state definite dal Regolamento 2022/1616/CE in materia di plastica riciclata ad uso alimentare

TRASPORTI

pagina 36

Accise gasolio: presentazione domande per il rimborso di dicembre 2022

L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli ha pubblicato le modalità per presentare le domande di rimborso

RAPPORTI CON SCUOLE E UNIVERSITÀ

pagina 39

Youth & Experience Project

Un progetto dedicato a favorire il dialogo e l’arricchimento reciproco tra scuole e imprese

L'Archivio di Stato di Modena e Lapam: una consolidata collaborazione

Dal libro sui tesori di Lucrezia Borgia alla realizzazione della targa commemorativa per l’archivio e la biblioteca di Filippo Valenti

SOSTENIBILITÀ

pagina 45

Investimento ecosostenibile: nuova modalità per ricevere il contributo della Nuova Sabatini

Dal 1° gennaio 2023 la Nuova Sabatini diventa anche “Green”: agli investimenti ecosostenibili un contributo in conto interessi del 3,575%

pagina 47

Nuova filiera a Carpi di trattamento e recupero del rifiuto tessile

Aimag si è aggiudicata un bando dedicato del PNRR. Abbiamo intervistato il Direttore generale, Davide De Battisti per capire in cosa consiste il progetto

FORMAZIONE

pagina 48

Corsi e Formazione organizzata da FORMart

CASSETTA

pagina 50

• Adempimenti Fiscali

• Novità in materia di Rapporti di Lavoro

• Altre misure a sostegno delle Imprese

WWW.LAPAM.EU

Estratti delle delibere dei verbali del Consiglio Direttivo Generale di Lapam Confartigianato Imprese - Modena, Reggio Emilia

Imprese & Territorio Consulta tutti i numeri direttamente online

DEGLI
ATTREZZI
5 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 INDICE DEI CONTENUTI

Quattro nuovi segretari in cinque sedi del territorio di Modena e Reggio Emilia

La riorganizzazione nelle sedi di Montese, Castelfranco, Finale Emilia, Massa Finalese e San Polo d’Enza

Il 2023 di Lapam Confartigianato si è aperto con quattro cambi della guardia in altrettante sedi del territorio: tre avvenuti in comuni della provincia di Modena mentre uno nell’area di Reggio Emilia. Per quanto riguarda i comuni della provincia modenese, Silvia Castagnoli ha assunto l’incarico di responsabile della sede di Montese, subentrando a Mattia Monduzzi Donazzi. Il territorio di Montese, secondo gli ultimi dati più aggiornati riferiti al primo semestre del 2022, conta 458 imprese attive, di cui 133 artigiane, pari a circa una su tre (il 29,0%). La maggior concentrazione di imprese è nel settore dell’Agricoltura (39,5%) dove però, osservando i dati nel lungo periodo (II trimestre 2010-2022), si sono registrate 45 imprese in meno. L’unico settore a vedere una crescita rispetto a 12 anni fa è il comparto dei Servizi alle persone, che conta 2 imprese in più per un +12,5%.

Anche la sede di Castelfranco Emilia ha un nuovo responsabile: ad assumere l’incarico di segretario, a

partire dal 2023, è Mattia Monduzzi Donazzi che ha preso il posto di Stefano Fabbri. Nel territorio castelfranchese, secondo quanto riportato dall’ultimo rilevamento dell’Ufficio Studi Lapam Confartigianato aggiornato al 30 giugno 2022, erano 2.522 le imprese attive nel Comune, di cui 859 artigiane. La maggior concentrazione di imprese opera nel settore delle Costruzioni, nel settore del Commercio, dell’Autoriparazione e nei Servizi alle imprese. In quest’ultimo settore si è registrata una crescita del numero delle imprese rispetto a 12 anni fa: 25 in più, pari al +5,3%. Giancarlo Affolter è invece il nuovo responsabile delle sedi Lapam di Finale Emilia e Massa Finalese, subentrando ad Andrea Ronchetti che resterà in carica in qualità di segretario di zona dell’Area Nord. Nel territorio finalese erano 1.388 le imprese attive al 30 giugno 2022. 426 di queste sono artigiane. L’area con più sviluppo di imprese è quella del Commercio, mentre le imprese dell’Agricoltura sono quelle diminuite maggiormente anche in rapporto allo stesso periodo

2019 con 40 imprese in meno, che equivalgono a un -13,2%. Rispetto a 12 anni fa, il settore che registra una crescita maggiore è il comparto dei Servizi alle imprese (42 imprese in più per un +21,8%).

Novità anche in un comune della provincia di Reggio Emilia: Francesco Bigliardi, già responsabile di Sant’Ilario d’Enza, dal 2023 ha assunto pure il ruolo di segretario della sede Lapam Confartigianato di San Polo d’Enza, subentrando a Enrico Bonacini. Nel Comune di San Polo d’Enza erano 573 le imprese attive secondo l’ultimo dato aggiornato al 30 giugno 2022, di cui 261 artigiane. Analizzando il territorio per macrosettori di attività, si nota una maggior concentrazione di imprese nelle Costruzioni, nei Servizi alle imprese e nel Commercio e Autoriparazione. Nel lungo periodo (II trimestre 20102022) l’Agricoltura risulta essere il settore con il calo più marcato, con 39 imprese in meno (-34,2%), mentre rispetto a 12 anni fa la crescita maggiore si è registrata nel comparto dei Servizi alle persone (11 imprese in più, +37,9%).

Stefano Bigliardi Giancarlo Affolter Silvia Castagnoli
6 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Mattia Monduzzi Donazzi

Rivedere il sistema dei saldi, è un modello che non funziona più

Il parere della presidente Licom, Cinzia Ligabue, sui saldi invernali

Siamo arrivati all’inizio del periodo dei saldi invernali e, ancora una volta, ribadiamo la nostra posizione: è assolutamente necessario rivedere in profondità questo sistema, che penalizza i negozi nei confronti di chi vende su internet, e che impedisce di fatto una concorrenza leale. Solo per fare un esempio quest’anno il freddo è arrivato molto tardi e, di fatto, per chi tratta capi di abbigliamento o calzature invernali è questo il momento di vendere, ma ‘deve farlo’ in saldo, rinunciando a un guadagno in nome di una disciplina che è anacronistica, figlia di un tempo che non c’è più.

Cinzia Ligabue, presidente Licom, interviene in modo molto diretto sui saldi e lo fa mettendo in evidenza le criticità di questo modello: «Un sistema pensato e regolamentato quando il commercio era solo quello dei piccoli negozi, mentre da tanti anni prima le catene commerciali e poi soprattutto l’online hanno completamente stravolto. Nonostante questo, i

negozi classici sono ancora regolamentati come nel secolo scorso… Tra l’altro i saldi funzionano giusto i primi giorni, poi diventano sostanzialmente inutili: chi cerca un buon affare lo fa nei primi giorni di sconti».

Le regole dei saldi

I saldi in Emilia-Romagna partono dal 5 gennaio, in base a quanto stabilito dalla delibera regionale e dureranno fino al 5 marzo. Relativamente agli obblighi di pubblicità e trasparenza del prezzo di vendita si ricorda che lo sconto o il ribasso effettuato deve essere espresso in percentuale sul prezzo normale di vendita che deve comunque essere esposto.

Al fine di non indurre il consumatore in errore, la merce oggetto di vendita di fine stagione dovrà essere disposta in maniera inequivocabilmente distinta e separata da quella eventualmente in vendita alle condizioni ordinarie. Qualora tale separazione non fosse pra-

Fin qui le regole, ma Cinzia Ligabue conclude il ragionamento:

Ho parlato di abbigliamento e calzature, ma potrei continuare, ad esempio, con l’elettronica che viene messa a dura prova dal Black Friday, tanto per dire. Il nostro modello commerciale diffuso è messo a dura prova dalla deregolamentazione di tutto ciò che è online, mentre i negozi devono sottostare a norme polverose. Quello che serve è una regolamentazione dell’online che metta tutti sullo stesso piano. In questo senso qualche piccolo segnale sulla tassazione dei ‘giganti del web’ a livello comunitario va nella direzione giusta, ma la strada è ancora molto lunga.

ticabile, la vendita ordinaria sarà sospesa.
7 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Imprese in aumento nella province di Modena e Reggio

Sono 113.782 le imprese attive nelle province di Modena e Reggio Emilia (64.573 Modena e 49.209 Reggio Emilia) a giugno 2022. Nella provincia di Modena, di queste l’artigianato rappresenta il 30,6% del totale, con 19.748 unità. Mentre per la provincia di Reggio Emilia l’artigianato rappresenta il 37,5% del totale, con 18.462 unità. Rispetto allo stesso periodo del 2021, nella provincia di Modena, si contano 25 imprese in più mentre risulta diminuito il numero di imprese artigiane con un calo dell’1,3% (pari a 265 unità in meno). Al contrario nella provincia di Reggio Emilia, si contano 479 imprese in più, un segno positivo che si registra anche nelle imprese artigiane: +0,7% pari a 125 unità. Lo rilevano i dati forniti dell nostro Ufficio Studi, che ha svolto un’approfondita indagine su numero imprese e occupazione nei primi sei mesi del 2022.

Occupazione e ammortizzatori sociali in provincia di Modena

Per quanto concerne l’occupazione, sulla base dei dati diffusi dall’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna il numero di assunzioni e cessazioni rilevato nel sistema provinciale ha oramai recuperato pienamente i livelli pre-Covid grazie alla diminuzione delle cessazioni di rapporti di lavoro che ha compensato il rallentamento delle nuove attivazioni. Complessivamente, durante i primi sei mesi del 2022, le posizioni dipendenti sono aumentate complessivamente di 1.501 unità; l’incremento di dipendenti registrato nel II trimestre è da attribuire ai settori dell’industria in senso stretto (454 unità in più) e dell’agricoltura, silvicoltura e

pesca (+183 unità). Si rileva invece una diminuzione nel terziario (216 posizioni dipendenti in meno nelle altre attività dei servizi e -143 nel commercio, alberghi e ristoranti). Sostanzialmente stazionario l’andamento nelle costruzioni (+19 unità).

Analizzando invece i dati degli ultimi dodici mesi (luglio 2021-giugno 2022), la nostra associazione evidenzia come l’incremento di dipendenti su base annua risulti di 7.710 unità. Alla crescita hanno contribuito tutti i settori, e in modo particolare l’industria (+4.105), responsabile di più della metà delle posizioni dipendenti create nell’economia provinciale. Seguono le altre attività dei servizi (+1.510) e commercio, alberghi e ristoranti (+1.168). Per quanto riguarda la tipologia di contratto, nel II trimestre 2022 in provincia di Modena sono aumentate le posizioni a tempo indeterminato (+1.426 unità,

dati su imprese
8 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 ASSOCIAZIONE E TERRITORIO
Emilia I
e occupazione nelle nostre province

dovute alle trasformazioni da contratti a termine).

Al contrario diminuiscono le posizioni a termine (-1.129 unità, inclusi i contratti a tempo determinato, di apprendistato e di lavoro somministrato a tempo determinato), più sensibili alle incertezze del ciclo economico dovute all’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Se si osservano gli ultimi dodici mesi, a trainare sono i contratti di apprendistato, tempo determinato e lavoro somministrato, cresciuti di 4.072 unità. A questi si aggiungono 3.638 contratti a tempo indeterminato. Le posizioni di lavoro intermittente invece sono aumentate di 1.389.

Infine l’indagine dell nostro Ufficio Studi presenta un focus sugli ammortizzatori sociali. Per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali richiesti dalle imprese modenesi, si osserva che nel II trimestre 2022 sono state autorizzate 1.060.939

ore di cassa integrazione. Queste, sommate a quelle autorizzate nei primi tre mesi dell’anno, portano il bilancio provvisorio a 2.990.017 ore. Un monte ore inferiore rilevato nel medesimo periodo dell’anno scorso (quando erano state autorizzate 19,3 milioni di ore), ma ancora leggermente superiore alla fase pre-Covid.

Occupazione in provincia di Reggio Emilia

Nella provincia di Reggio Emilia il numero di assunzioni e cessazioni rilevato nel sistema provinciale ha oramai recuperato pienamente i livelli pre-Covid. Anche se durante i primi sei mesi del 2022 si è registrato un rallentamento. Le posizioni dipendenti sono comunque aumentate complessivamente di

194 unità. L’incremento di dipendenti registrato nel II trimestre è da attribuire principalmente al settore commercio, alberghi e ristoranti (219 posizioni lavorative in più), seguito dall’industria in senso stretto con 134. Si osserva tuttavia un marcato decremento nelle altre attività dei servizi e dell’agricoltura, che perdono rispettivamente 109 e 142 posizioni lavorative. Si conferma positivo invece il bilancio delle costruzioni con 92 unità in più. Analizzando i dati degli ultimi dodici mesi (luglio 2021-giugno 2022), si evidenzia come l’incremento di dipendenti su base annua risulti di 5.604 unità. Alla crescita hanno contribuito tutti i settori, e in modo particolare l’industria (+2.801 unità), responsabile da sola della metà delle posizioni dipendenti create in provincia. L’unica eccezione è il settore dell’agricoltura che registra un andamento stazionario.

Per quanto riguarda la tipologia di contratto, in provincia di Reggio Emilia sono diminuite le posizioni dipendenti a carattere temporaneo e in apprendistato (- 1.496). Cresciute sensibilmente nel corso del 2021, oggi risentono maggiormente delle incertezze del ciclo economico dovute all’aumento del costo delle materie prime e dell’energia. Tuttavia questo calo di contratti a termine è stato più che compensato dalla crescita del lavoro a tempo indeterminato (1.690 posizioni in più). In quanto sostenuto dall’aumento delle trasformazioni di contratto (+2.735). Anche i dati degli ultimi dodici mesi evidenziano la crescita più marcata delle posizioni a tempo indeterminato (+3.219) rispetto a quella del lavoro in apprendistato, a tempo determinato e in somministrazione (+2.385). Con questa dinamica, la provincia di Reggio Emilia risulta in controtendenza rispetto all’andamento nazionale.

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Lavorare per le piccole e medie

imprese italiane

Un’intervista a Fabio Pietrella, ex presidente di Confartigianato Moda, eletto in Parlamento (FdI) con un obiettivo: sostenere le PMI

Chi lo conosce sa che Fabio Pietrella

è un alfiere del made in Italy

Il suo impegno verso il saper fare artigiano e la piccola e media impresa è testimoniato dalle migliaia di chilometri percorsi per la penisola durante i sei anni in cui ha ricoperto il ruolo di presidente Confartigianato Moda. Occasioni preziose per raccogliere le istanze delle PMI del nostro paese e costruire un bagaglio di esperienza invidiabile. Quarantasei anni, sardo d’origine, general manager per Musetti Fashion Group, azienda emiliana specializzata in maglieria, alle ultime elezioni politiche Pietrella è stato eletto alla Camera con Fratelli d’Italia ed è oggi membro della X Commissione attività produttive, turismo e commercio e della XIV Commissione per le Politiche Europee. Lo abbiamo raggiunto per un’intervista.

Onorevole Pietrella, chi la conosce la descrive come “alfiere del made in Italy”. Quali priorità si è dato nel suo nuovo ruolo di parlamentare?

«Come membro della X Commissione Attività produttive, turismo e commercio, l’obiettivo è senz’altro quello di trovare una connessione efficace tra governo e Italia che produce. Mi spiego. Innanzitutto, vorrei contribuire a trasferire all’esecutivo una rappresentazione fedele della struttura imprenditoriale del nostro paese. Sapere com’è interconnessa, com’è composta e quindi riportare al centro il sistema di filiera. Un sistema in cui la nostra Confederazione, Confartigianato, ha un ruolo centrale. La struttura produttiva del nostro paese, fortemente vocata alla piccola impresa, è incentrata in un sistema di distretti, come ad esempio quelli dell’Emilia Romagna. Questo sistema ha esigenze particolari. Anche per questo, a partire da questo mese, cominceranno le prime audizioni conoscitive con associazioni ed imprese, volute dal ministro Adolfo Urso, e volute per sostenere al meglio il made in Italy».

Ovvero?

«Partiamo dal segnale che il governo ha voluto dare, cambiando il nome del dicastero da Ministero dello Sviluppo economico a Ministero delle Imprese e del made in Italy. Un fatto che indica chiaramente quale sia la vocazione del governo. Ora vogliamo concentrarci su politiche orientate al sistema di filiera, dove le medie e grandi imprese avranno un ruolo importante, ma in cui il cuore pulsante saranno le micro e piccole imprese. Realtà d’eccellenza che nei contesti internazionali sono capaci di esprimere il meglio del made in Italy. Quindi indagini conoscitive, audizioni - e qui Confartigianato è in prima fila – per legiferare e sostenere le nostre eccellenze».

A suo avviso verrà discussa e approvata la legge annuale sulle PMI, previste dallo Statuto delle imprese?

«Assolutamente sì. Questo ce lo impone l’Europa. Faccio parte anche della XIV Commissione sulle politiche europee e conosco bene il regolamento che impone di tutelare le piccole e medie imprese. Tu-

10 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

telarle significa creare un “recinto legislativo”, ma anche un ambiente aperto all’innovazione e alla messa a terra di progetti che sostengano lo sviluppo delle PMI. Veniamo da una stagione in cui lo Small Business Act europeo non è stato applicato, noi vogliamo invece far capire quanto il mondo delle piccole imprese sia centrale, non solo per l’Italia ma per l’Europa. Sono appena rientrato da Londra, dove c’è stato il bellissimo congresso dei Conservatori europei. Ecco, al centro del dibattito c’era proprio la questione della difesa delle eccellenze imprenditoriali del continente. E quando si parla di eccellenze si parla di piccole imprese. Oggi abbiamo più che mai bisogno di un sistema regolamentato che metta al centro le piccole imprese sia nei grandi progetti internazionali europei, ma anche in ogni singolo paese».

A proposito di regolamenti. Che idea si è fatto della proposta irlandese di indicare i pericoli per la salute sulle etichette dei vini?

«Su questa proposta abbiamo alzato una barricata. Se passasse, sarebbe un errore gravissimo dell’Unione Europea. Non è senz’altro questa la linea giusta per difendere le nostre produzioni di eccellenza. Se viene dato il via libera ad un singolo paese membro di poter legiferare in questi termini verso prodotti che magari non sono prioritari all’interno di quell’economia, ma che ledono i diritti della manifattura agroalimentare di altri stati membri dell’Unione, si crea un problema enorme. Parliamo spesso di Europa aperta e solidale e poi ci perdiamo in queste cose. Il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, ha puntato i pugni sul tavolo. Credo che questo rumore si sia sentito molto forte a Bruxelles e non credo assolutamente che la linea di questa proposta possa passare, anzi… Ci sarà un ripensamento e un tavolo ad hoc a livello

europeo per risolvere la questione. Ritengo che sia arrivato il momento di uscire da contesti come il nutriscore, anche perché, come europei, diamo l’idea di essere divisi. Un’idea sbagliata e sicuramente più nociva di un bicchiere di vino».

La Legge di Bilancio 2023 approvata dal governo ha impegnato la maggior parte delle risorse per ridurre l’impatto dei costi energetici su imprese e famiglie. D’altra parte, si notano però le mancanze di misure a sostegno della transizione 4.0 o del welfare aziendale. Come spiega queste scelte? «Sono d’accordo. Potrei dirle tante altre cose che sarebbero dovute entrare in Legge di Bilancio. Il tema però è molto semplice. Questo governo ha avuto poco tempo per legiferare e lo ha dovuto fare come un padre di famiglia che apre la borsa e fa fronte a tante esigenze con i denari che ha. Su queste risorse era necessario indicare delle priorità. Noi abbiamo scelto la sicurezza energetica del paese, dando la possibilità a famiglie e imprese di scaldarsi e accendere con continuità i propri macchinari. Questo ci ha portato via la stragrande parte del budget che avevamo. Poi abbiamo agito a spot su alcune altre priorità, tra cui il cuneo fiscale. Sono d’accordo però che sarà indispensabile dare continuità alle misure di sostegno alla digitalizzazione delle imprese. Abbiamo ancora tempo e credo che la valutazione corretta sull’operato di questo governo vada fatta nei prossimi tre, quattro mesi. Inoltre, con la prossima tranche dei fondi previsti dal PNRR, avremo le risorse necessarie per fare quello che non siamo riusciti a fare con la manovra».

Quindi il Piano Transizione 4.0 verrà rifinanziato con le risorse del PNRR?

«Senz’altro sì. Impresa 4.0 è stata, a detta di tutti, un’occasione di

ripartenza, di rilancio e di ammodernamento delle nostre imprese. Credo che i fondi del PNRR servano a questo. A chiederlo è poi il mondo produttivo, l’Italia che produce. Non dobbiamo però fare l’errore di costruire delle camere stagne, ma inserire le risorse in un contesto più ampio che veda fianco a fianco innovazione, riduzione del cuneo fiscale e una strategia volta a internazionalizzazione delle aziende. Proprio sull’export vorrei aggiungere un aspetto».

Prego…

«Per quanto riguarda le risorse per l’internazionalizzazione delle imprese, siamo tornati al regime ordinario perché abbiamo sfruttato tutti quelli che erano gli avanzi d’esercizio degli anni precedenti e ora siamo ripartiti dal regime ordinario. Su questo particolare capitolo verrà fatto un addendum dal governo, proprio perché è un tema fondamentale».

Uno dei comparti trainanti dell’export made in Italy è la Moda, che lei conosce molto bene. Quali misure sosterranno il settore?

«Negli ultimi anni mi sono impegnato moltissimo a livello confederale per questo settore e so quanto stia a cuore al Presidente Granelli. Il 23 gennaio il governo ha convocato il tavolo nazionale della Moda e per Confartigianato sarà presente il Presidente Moreno Vignolini, che mi ha sostituito. A mio avviso credo che uno dei temi sia la regolamentazione del backshoring, il rimpatrio delle produzioni in Italia. Un tema di cui si è parlato tanto negli ultimi anni ma che non è ancora stato applicato e sui cui dobbiamo lavorare. Inoltre vedo che c’è una particolare sensibilità del Ministro Urso sull’artigianato, quindi credo che avremo delle bellissime sorprese nei mesi a venire».

11 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Concerto di Natale al Teatro Valli di Reggio Emilia

Dopo la pandemia è tornato in presenza il tradizionale concerto natalizio di beneficenza organizzato dalla nostra sede di Reggio Emilia presso il Teatro Valli. Quest’anno il ricavato è stato devoluto per il restauro dell’organo della Cattedrale

Musica e beneficenza si sono nuovamente incontrate in presenza, grazie al tradizionale concerto di Natale che ogni anno viene organizzato da Lapam Confartigianato Reggio Emilia. I 1350 posti del Teatro Valli, location dove si è svolto il concerto il 22 dicembre, sono andati tutti esauriti e gli spettatori si sono potuti godere lo spettacolo offerto dalla soprano Renata Campanella, dal tenore Pietro Brunetto, dalla soubrette Silvia Felisetti e dal brillante Alessandro Brachetti, accompagnati dall’Orchestra Sinfonica delle Terre Verdiane diretta da Stefano Giaroli e con la Partecipazione del Duo Sconcerto Andrea Candeli alla Chitarra e Matteo Ferrari al Flauto.

Tra gli ospiti erano presenti anche Confindustria, Cna e Confcommercio, mentre in reappresentanza dell’amministrazione comunale ha presenziato l'assessora Maria Francesca Sidoli. Il pubblico ha potuto assistere gratuitamente al tradizionale concerto, diviso per l’occasione in due momenti. In una prima parte sono state rappresentate le opere più conosciute di Giacomo Rossini, Johann Strauss, Eldo Di Lazzaro, Ennio Morricone, Renato Rascel e Pietro Mascagni. Nella seconda parte, invece, gli artisti si sono esibiti mettendo in scena brani di Manuel De Falla, Vittorio Monti, Frederick Loewe, Alan Jay Lerner e Franz Lehár. In chiusura, il pubblico è stato allietato con i bra-

ni tipici della Tradizione Natalizia. L’intero ricavato della serata, pari a 3920 euro e raccolto grazie alle generose offerte dei presenti, è stato totalmente devoluto per il restauro dell’organo della Cattedrale.

“È un evento che non si può spiegare ma che deve essere vissuto in prima persona, perché solamente così è possibile vivere le emozioni che il teatro sa dare. - ha dichiarato il presidente Lapam Confartigianato Reggio Emilia Guido Gasparini - Una esemplare organizzazione ha reso il tradizionale concerto natalizio di beneficenza speciale nella forma, nei contenuti e soprattutto nella solidarietà.”

12 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

Il cambio generazionale

Il caso di Daniela Diletti per La Marchigiana, in un evento pubblico

Siamo difronte ad una grande sfida: la crisi del sistema manifatturiero italiano. Da decenni le imprese manifatturiere italiane lamentano la scarsità di personale specializzato, specialmente in vista del necessario cambio generazionale, previsto nei prossimi cinque-dieci anni. D’altronde, basta entrare nelle fabbriche e nei laboratori artigiani per vedere che l’età media dei pochi addetti è di cinquant’anni. Cosa è successo al settore? Perché il paese delle eccellenze che ha fatto del Made in Italy il brand più forte al mondo, si ritrova senza mani capaci di reggere otto ore di lavoro manuale? Di chi è la colpa? Chi ha allontanato le menti brillanti, sempre state presenti nelle catene di montaggio italiane, dalle province laboriose del centro Italia? Chi deciso che fare le cose non fosse più lodevole dal punto di vista sociale? Chi ha deciso che il lavoro intellettuale vale più di quello manuale, se viviamo in una società fondata sui consumi?

Queste sono alcune delle domande da porsi dinanzi ad un sistema entrato in crisi nell’esatto momento in cui la generazione dei Millennials è

stata mandata a forza nelle Università italiane e straniere, proprio da quelli che il Made in Italy lo avevano tirato su con il Genius loci e la determinazione di chi usciva dalla povertà. Così, i nati tra il 1981 e il 1996, usciti da quelle università in cui erano stati mandati per diventare migliori dei propri genitori, si sono trovati davanti ai seguenti scenari: assunzioni asfaltate in tutti i settori dalla crisi finanziaria del 2007, aziende di famiglia con flusso di cassa prosciugato e bloccate dalla frase: “abbiamo sempre fatto così, ora arrivi tu e pensi di saperne più di me che questa azienda l’ho fondata trent’anni anni fa”.

L’evento pubblico, l’8 febbraio a Reggio Emilia

Potrebbe sembrare un film dell’orrore, invece è la mia storia e ve la racconterò, l’8 febbraio a Reggio Emilia, in un evento organizzato dal Movimento Giovani Imprenditori Lapam, per trovare le nostre similitudini e individuare insie-

me soluzioni concrete a problemi comuni, come la digitalizzazione dell’impressa (dai processi produttivi a quelli commerciali); il reclutamento di forza lavoro entusiasta e volenterosa; la conservazione del patrimonio di conoscenze tecniche accumulate negli anni dalle prime generazioni; la relazione padri/figli nelle imprese familiari; l’introduzione di sistemi produttivi meno rischiosi e più proattivi, fondati sulle PR e le tendenza a fare squadra, a fare community.

Nel 2023 il tessuto imprenditoriale italiano, composto per la stragrande maggioranza di micro e piccole imprese, ha molte sfide davanti a sé. La più grande, a mio avviso, è quella di attrarre i giovani, rendere il settore manifatturiero il “the place to be” per un ventenne che, se lasciato in balia della scuola e del web, sceglie la strada più semplice e spesso, la più infelice. Il lavoro manuale, se rinnovato, se emancipato dagli stereotipi, può diventare terapeutico per la generazione figlia dei Millennials.

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come occasione di crescita imprenditoriale e di apertura verso nuovi mercati
saperne di più sull'evento:
Diletti
Lapam Talk con Daniela
13 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 ASSOCIAZIONE E TERRITORIO

La Legge di Bilancio 2023: spiegata per punti

La Legge di Bilancio 2023 ha introdotto alcune novità. In particolare sul fronte fiscale, con una serie di misure finalizzate a prevenire o a ridurre i contenziosi. Sul fronte del lavoro vengono confermate alcune agevolazioni previste per le assunzioni di giovani e donne. Manca invece la conferma del Piano Transizione 4.0, così come impostato nel 2022, e misure rivolte al welfare aziendale

«Apprezzabili gli impegni del Governo espressi con una robusta e pragmatica risposta all’emergenza energetica e con linee di intervento di più ampio respiro che incrociano le aspettative più volte ribadite da Confartigianato». Questo il giudizio espresso dal Presidente di Confartigianato, Marco Granelli, sulla legge di Bilancio per il 2023.

Un giudizio condiviso anche dal Presidente Lapam, Gilberto Luppi, che rilancia: «Sul nostro territorio le piccole e medie imprese sono strategiche, le filiere e i distretti, ma anche la miriade di piccole realtà artigiane e commerciali che rappresentano una rete fondamentale anche per il welfare di prossimità. Occorre intervenire, e lo chiediamo con forza al Governo, nella

direzione di una robusta semplificazione burocratica, sul tema dell’alleggerimento del peso degli aumenti delle materie prime ed è indispensabile pensare al sistema delle piccole imprese come una ‘grande impresa’ formata da tante piccole realtà. Le nostre aziende hanno reagito in modo eccellente alla crisi del Covid, con resilienza e sacrificio, ora ci aspettiamo da chi governa uno sforzo altrettanto forte per avviare un nuovo corso di politiche economiche a misure di artigiani, commercianti e PMI».

Le principali misure

Come ogni anno ricapitoliamo alcune delle principali misure contenute nella manovra che, secondo i dati dell’Uf-

ficio Studi Confartigianato, prevede interventi per 39,2 miliardi di euro, finanziata con 18,1 miliardi di risorse e genera un maggiore deficit per 21,1 miliardi di euro. Le misure in materia di energia a favore di imprese e famiglie valgono 20,5 miliardi di euro mentre sui restanti interventi (18,7 miliardi), sono 8,4 miliardi quelli di interesse per imprese e lavoratori. Nel 2023, la manovra è espansiva per 1,1 punti di PIL di maggiore deficit e determina un impulso sul PIL di 0,3 punti di maggiore crescita.

A questo proposito è bene ricordare che la crisi energetica, amplificata dall’invasione Russa dell’Ucraina, ha richiesto complessivamente, tra il 2021 e il 2023 misure contro il caro energia per imprese e famiglie per 89 miliardi di euro, pari al 4,6% del PIL.

14 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA LEGGE DI BILANCIO 2023

Energia

Crediti d’imposta per imprese energivore, gasivore e non gasivore

Con la Legge di Bilancio 2023 il governo prosegue il lavoro iniziato dal precedente esecutivo con i cosiddetti “decreti Aiuti”. La manovra prevede infatti la proroga dei crediti d’imposta rivolto alle imprese energivore, gasivore e non gasivore, innalzando l’aliquota degli stessi dal 40 al 45% per il primo trimestre dell’anno.

Credito d’imposta per imprese non energivore

La Legge di Bilancio 2023 prevede altresì la proroga dei crediti d’imposta rivolti alle imprese non energivore, quelle cioè con contatori elettrici di potenza disponibile pari o superiore a 4,5 kWh, innalzando l’aliquota dal 30 al 35% per il primo trimestre dell’anno.

Azzeramento degli oneri di sistema per le utenze in bassa tensione

Viene previsto anche l’azzeramento per i primi tre mesi del 2023 degli oneri generali di sistema per le utenze domestiche e non, con potenza disponibile fino a 16,5 kWh.

IVA al 5% per il gas metano

Il governo ha previsto per il primo trimestre dell’anno la riduzione al 5% dell’IVA per il gas metano utilizzato per usi civili ed industriali. Viene prevista sempre per il primo trimestre 2023 la riduzione dell’IVA al 5% per le somministrazioni di energia termica prodotta con gas metano in esecuzione di un contratto di servizio energia e per

le forniture di servizio di teleriscaldamento.

Riduzione degli oneri generali di sistema per il gas

Previsto anche un ridimensionamento degli oneri generali di sistema per il settore del gas naturale, rivolto agli scaglioni di consumo fino a 5mila metri cubi all’anno. Anche questa misura, come le precedenti, è valida fino a marzo 2023.

Stop fino al fine gennaio dei distacchi alla rete gas

Il governo dispone lo stop fino a fine gennaio 2023 dei distacchi per i clienti finali direttamente allacciati alla rete di trasporto del gas.

Tetto ai ricavi per energia prodotta da impianti rinnovabili

Viene prolungato al primo semestre dell’anno il tetto ai ricavi, di 180 euro Mwh, prodotta da fonti di generazione elettrica diverse dal gas (es: solare, eolico, geotermico, idroelettrico, biomasse e rifiuti ndr.). Sono esclusi da questo meccanismo gli impianti che rientrano nel meccanismo degli extra profitti; quelli con potenza inferiore a 20 kW; quelli che fanno parte di comunità energetiche rinnovabili; quelli con contratti che prevedono il ritiro dell’energia da parte del GSE. Si attende ora la delibera ARERA che darà attuazione alla misura entro 30 giorni dalla promulgazione della Legge di Bilancio 2023.

Lavoro

Detassazione dei premi di risultato

La manovra riduce dal 10% al 5% l’aliquota dell’imposta sostitutiva per i premi di produttività erogati nell’anno 2023.

Versamenti sospesi nel settore sportivo

Viene previsto che i versamenti delle ritenute alla fonte, comprese quelle dovute per addizionali regionali e comunali, già sospesi a favore degli organismi sportivi, il cui termine è scaduto lo scorso 22 dicembre 2022, sono considerati tempestivi se effettuati in un’unica soluzione entro il 29 dicembre 2022 o in 60 rate di pari importo.

Esonero contributi IVS

La manovra rimodula per il 2023, l’esonero sull’aliquota dei contributi previdenziali per l’invalidità, la vecchiaia e i superstiti (IVS) dovuta dai lavoratori dipendenti, ad esclusione dei lavoratori domestici.

Incentivo all’assunzione di percettori di reddito di cittadinanza

Viene introdotto un nuovo esonero contributivo a favore dei datori di lavoro, ad eccezione di quelli domestici, che nel corso del 2023 assumono con contratto di lavoro a tempo indeterminato beneficiari del reddito di cittadinanza.

Incentivo assunzione under-36

La Legge di Bilancio 2023 estende alle assunzioni a tempo indeterminato effettuate dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, di soggetti

15 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA LEGGE DI BILANCIO 2023

che non hanno compiuto il 36° anno di età, l’esonero contributivo totale già previsto per le assunzioni effettuate nel biennio scorso. L’esonero è riconosciuto per le assunzioni a tempo indeterminato, nonché per le trasformazioni dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato.

Incentivo assunzione donne

Prevista anche l’estensione temporale, alle assunzioni effettuate dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023 di donne cosiddette “svantaggiate”, dell’esonero contributivo totale già previsto per le assunzioni effettuate nel biennio 2021-2022. L’esonero è riferito alle assunzioni a tempo determinato, a tempo indeterminato, nonché per le trasformazioni a tempo indeterminato, effettuate dal 1° gennaio 2023 al 31 dicembre 2023.

Smartworking lavoratori fragili

La Legge di Bilancio 2023 proroga al 31 marzo 2023 il lavoro agile per i lavoratori del settore privato che sono “soggetti fragili”, ovvero affetti dalle patologie e condizioni individuate dal Decreto del Ministro della salute 4 febbraio 2022.

Disciplina del lavoro occasionale

La manovra interviene sui contratti “PrestO”. Viene prevista la possibilità di ricorrere a prestazioni di lavoro occasionale pagate con voucher, attraverso l’aumento da 5mila a 10mila euro l’anno del limite massimo di compensi che possono essere corrisposti da ciascun utilizzatore. Le prestazioni di lavoro occasionale possono essere svolte anche per attività agricole di carattere stagionale con un limite di 45 giorni nell’anno solare. I voucher potranno essere utiliz-

zati anche da discoteche, sale da ballo, night club, con un numero di dipendenti con contratto a tempo indeterminato fino a dieci, anziché cinque.

Modifiche all’assegno unico e universale

Dal 1° gennaio 2023 l’assegno unico per le famiglie con figli di età inferiore a un anno e per i figli con un’età compresa da uno a tre anni per le famiglie con tre o più figli e con ISEE fino a 40.000 euro è incrementato del 50%. Viene prevista anche una maggiorazione del 50% dell’assegno unico per le famiglie con 4 o più figli. Sono confermate e rese strutturali le maggiorazioni dell’assegno unico per ciascun figlio con disabilità a carico senza limiti di età.

Congedo parentale

Viene previsto un ulteriore mese di congedo facoltativo di maternità o, in alternativa, di paternità, retribuito all’80%, fino al sesto anno di vita del bambino.

Proroga CIGS per cessazione attività

Prevista la proroga per il 2023 e nel limite di spesa di 50 milioni di euro, la possibilità per le imprese che cessano l’attività produttiva di accedere, in deroga ai limiti generali di durata vigenti e qualora ricorrano determinate condizioni, ad un trattamento straordinario di integrazione salariale per crisi aziendale finalizzato alla gestione degli esuberi di personale, per un periodo massimo di 12 mesi.

Fisco

Regime forfetario

La manovra aumenta da 65mila a 85mila euro la soglia di ricavi o compensi che consente di applicare un’imposta forfettaria del 15%. La disposizione prevede inoltre che l’agevolazione cessi immediatamente per coloro che hanno maturato compensi o ricavi superiori a 100mila euro, senza aspettare l’anno fiscale seguente.

Tassa piatta incrementale

A determinate condizioni e solo per il 2023, per le persone fisiche titolari di reddito d’impresa e/o di lavoro autonomo che non applicano il regime forfettario viene prevista una tassa piatta al 15% da applicare alla parte degli aumenti di reddito calcolata rispetto ai redditi registrati nei tre anni precedenti.

Ammortamento imprese commercio al dettaglio

Le imprese di commercio di beni al dettaglio possono dedurre le quote di ammortamento del costo dei fabbricati strumentali per l’esercizio dell’impresa in misura non superiore a quella risultante dall’applicazione al costo degli stessi fabbricati di un coefficiente fissato al 6%.

Esenzione IRPEF redditi dominicali e agrari

Viene esteso al 2023 l’esenzione ai fini IRPEF - già prevista per gli anni dal 2017 al 2022 - dei redditi dominicali e agrari relativi ai terreni dichiarati da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali iscritti nella previdenza agricola.

16 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA LEGGE DI BILANCIO 2023

Assegnazione beni ai soci

Vengono introdotte alcune agevolazioni fiscali temporanee per le cessioni o assegnazioni di beni immobili e di beni mobili registrati ai soci, da parte delle società, incluse le cosiddette società non operative. In particolare, a queste operazioni si applica un’imposta sostitutiva pari all’8% (10,5% per le società non operative) delle imposte sui redditi e dell’IRAP ed è ridotta l’imposta di registro.

Estromissione beni d’impresa

Le norme sull’estromissione dei beni di imprese individuali, cioè la possibilità di escludere beni immobili strumentali dal patrimonio dell’impresa, assegnandoli all’imprenditore dietro pagamento di un’imposta sostitutiva, sono estese anche alle esclusioni dei beni posseduti al 31 ottobre 2022, poste in essere dal 1° gennaio 2023 al 31 maggio 2023.

Rivalutazione plus/minusvalenze e di terreni e partecipazioni

Viene prevista la facoltà di assumere, ai fini del computo di plusvalenze e minusvalenze finanziarie, anche riferite a titoli o partecipazioni negoziate in mercati regolamentari, il valore normale di questi titoli al 31 dicembre 2023, al posto del loro costo o valore di acquisto, dietro il versamento di un’imposta sostitutiva con aliquota al 16%.

Partite IVA apri e chiudi

Per contrastare le partite IVA fittizie, l’Agenzia delle Entrate potrà effettuare specifiche analisi del rischio, anche attraverso l’esibizione di documentazione con cui è possibile verificare l’effettivo esercizio dell’attività.

Vendita di beni su piattaforme digitali

Per contrastare le frodi IVA, la Legge di Bilancio 2023 stabilisce nuovi obblighi comunicativi, sui dati dei fornitori e delle operazioni effettuate, a carico della piattaforma digitale che facilita la vendita online ai consumatori di determinati beni, come ad esempio, telefoni cellulari, console da gioco, tablet PC e laptop.

Responsabilità cessionario e committente per operazioni IVA inesistenti

La legge di Bilancio 2023 modifica la responsabilità di cessionario o committente nell’ipotesi di cessione di crediti IVA inesistenti, nei casi in cui il cessionario applichi l’inversione contabile per operazioni esenti, non imponibili o comunque non soggette a imposta.

Definizione agevolata avvisi bonari

È possibile definire con modalità agevolate le somme dovute a seguito del controllo automatizzato (avvisi bonari), delle dichiarazioni relative ai periodi d’imposta in corso al 31 dicembre 2019, al 31 dicembre 2020 e al 31 dicembre 2021, per le quali il termine di pagamento non è ancora scaduto al 1° gennaio 2023. Gli importi possono essere definiti con il pagamento: delle imposte e dei contributi previdenziali; degli interessi e delle somme aggiuntive; delle sanzioni nella misura ridotta del 3% (in luogo del 30% ridotto a un terzo), senza riduzione sulle imposte non versate o versate in ritardo.

È anche prevista la definizione agevolata delle somme derivanti da controlli automatizzati le cui rateazioni sono in corso all’entrata in vigore della Legge di Bilancio

2023, che possono essere definite col pagamento del debito residuo a titolo di imposte e contributi previdenziali, interessi e somme aggiuntive. Anche in tal caso le sanzioni sono dovute nella misura del 3%.

Regolarizzazione irregolarità formali

È possibile sanare le irregolarità, le infrazioni e le inosservanze di obblighi o adempimenti, di natura formale, non rilevanti sulla determinazione della base imponibile ai fini delle imposte sui redditi, IVA e IRAP e sul pagamento di questi tributi, se commesse fino al 31 ottobre 2022, mediante la loro rimozione e il versamento di una somma pari a 200 euro per ciascun periodo d’imposta cui si riferiscono le violazioni.

Ravvedimento speciale

In deroga al ravvedimento operoso “standard”, è possibile regolarizzare le dichiarazioni relative al periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2021 e a quelli precedenti, purché le relative violazioni non siano state già contestate alla data del versamento del dovuto, pagando le sanzioni pari a 1/18 (un diciottesimo) del minimo edittale. La regolarizzazione può avvenire dilazionando gli importi fino a 8 rate trimestrali.

Definizione agevolata atti di accertamento

È possibile definire con modalità agevolate gli atti del procedimento di accertamento adottati dall’Agenzia delle Entrate, purché non impugnati e per i quali non siano decorsi i termini per presentare ricorso, nonché quelli notificati dall’Agenzia delle Entrate entro la data del 31 marzo 2023. Più in dettaglio sono previste sanzioni

17 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA LEGGE DI BILANCIO 2023

ridotte, da 1/3 a 1/18 del minimo previsto dalla legge.

Definizione agevolata liti tributarie

È possibile definire con modalità agevolate le controversie tributarie pendenti al 1° gennaio 2023, anche in Cassazione e a seguito di rinvio, in cui sono parte l’Agenzia delle Entrate e l’Agenzia delle Dogane, riguardo atti impositivi, come avvisi di accertamento, provvedimenti di irrogazione delle sanzioni e ogni altro atto di imposizione, con il pagamento di un importo pari al valore della controversia. Se il ricorso pendente è iscritto in primo grado, la controversia può essere definita con il pagamento del 90% del valore. Lo stesso scende al 40% in caso di pronuncia favorevole in primo grado e al 15% in caso di pronuncia favorevole in secondo grado.

Conciliazione agevolata liti tributarie

In alternativa alla definizione agevolata delle controversie, è possibile definire - entro il 30 giugno 2023 - con un accordo conciliativo fuori udienza le controversie tributarie pendenti, in cui è parte l’Agenzia delle Entrate. All’accordo conciliativo si applicano le sanzioni ridotte ad 1/18 (un diciottesimo) del minimo previsto dalla legge, gli interessi e gli eventuali accessori.

Rinuncia agevolata alle controversie pendenti in Cassazione

Sempre entro il 30 giugno 2023, è possibile rinunciare in via agevolata, alle controversie tributarie in cui è parte l’Agenzia delle Entrate e che sono pendenti in Corte di Cassazione. La rinuncia avviene mediante definizione transattiva con la controparte di tutte le pre-

tese azionate in giudizio. Anche in questo caso, con la rinuncia agevolata si dispone il pagamento delle somme dovute per le imposte, gli interessi e gli accessori, ma con sanzioni ridotte ad 1/18 (un diciottesimo) del minimo previsto dalla legge.

Regolarizzazione dei versamenti

È possibile regolarizzare l’omesso o carente versamento di alcune somme riferite a tributi amministrati dall’Agenzia delle Entrate e, in particolare: delle rate, successive alla prima, relative alle somme dovute a seguito di accertamento con adesione o di acquiescenza agli avvisi di accertamento, degli avvisi di rettifica e liquidazione, nonché a seguito di reclamo o mediazione; degli importi, anche rateali, relativi alle conciliazioni giudiziali. La regolarizzazione si perfeziona con l’integrale versamento di quanto dovuto entro il 31 marzo 2023, o in un massimo di 20 rate di pari importo, e consente al contribuente di corrispondere la sola imposta senza sanzioni e interessi.

Stralcio dei debiti fino a 1.000 euro

È previsto l’annullamento automatico dei debiti tributari fino a mille euro (comprensivo di capitale, interessi e sanzioni) risultanti dai singoli carichi affidati agli agenti della riscossione dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, ancorché ricompresi in precedenti definizioni agevolate relative ai debiti affidati all’agente della riscossione.

Rottamazione delle cartelle

Si ripropone, anche se con alcune novità, la disciplina della definizione agevolata dei carichi affidati agli agenti della riscossione (rotta-

mazione delle cartelle esattoriali) nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2000 e il 30 giugno 2022. Il debitore beneficia dell’abbattimento delle somme affidate all’agente della riscossione a titolo di sanzioni e interessi, nonché degli interessi di mora, delle sanzioni civili e delle somme aggiuntive. Rispetto alla disciplina precedente, viene previsto che, con l’adesione alla definizione agevolata, è abbattuto l’aggio in favore dell’agente della riscossione.

Limiti per la contabilità semplificata

Dal 1° gennaio 2023, le soglie di ricavi da non superare nell’anno per usufruire della contabilità semplificata sono elevate da 400mila a 500mila euro per le imprese che esercitano la prestazione di servizi e da 700mila a 800mila euro per le imprese aventi a oggetto altre attività.

Pagamenti in contante

Dal 1° gennaio 2023, sale da 1.000 a 5mila euro la soglia oltre la quale si applica il divieto al trasferimento di denaro contante.

Bonus investimenti beni materiali 4.0

La legge di Bilancio sposta dal 30 giugno 2023 al 30 settembre 2023 il termine ultimo per effettuare gli investimenti in beni materiali 4.0 (indicati nell’Allegato A alla legge n.232/2016). Se i macchinari sono stati prenotati entro il 31 dicembre 2022 e se alla stessa data è stato versato un acconto di almeno il 20%, è quindi ancora possibile beneficiare delle più favorevoli aliquote agevolative previste per il 2022, cioè pari al: 40% del costo per la quota di investimenti fino a 2,5 milioni di euro; 20% del costo per la quota di investimenti oltre i 2,5 milioni di euro e fino al limite di

18 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA LEGGE DI BILANCIO 2023

costi complessivamente ammissibili pari a 10 milioni di euro; 10% del costo per la quota di investimenti tra i 10 milioni di euro e fino al limite di costi complessivamente ammissibili pari a 20 milioni di euro.

Incentivi per il settore autotrasporto

Per il settore autotrasporto vengono stanziati 200 milioni di euro per il riconoscimento di un contributo a favore delle imprese aventi sede legale o stabile organizzazione in Italia esercenti attività di trasporto merci con veicoli di massa massima complessiva pari o superiore a 7,5 tonnellate (iscritte nell’albo nazionale degli autotrasportatori di cose per conto di terzi) per mitigare gli effetti degli incrementi di costo per l’acquisto del gasolio impiegato in veicoli di categoria euro 5 o superiore, utilizzati per l’esercizio delle predette attività.

Casa e immobili

Superbonus al 90%, ma con alcune eccezioni

Cambiano di nuovo le regole sulla maxi agevolazione. Dal 1° gennaio il superbonus scende dal 110 al 90% per gli interventi su condomini, edifici da 2 a 4 unità e abitazioni singole (ma a precise condizioni ndr.). Mantiene però il 110% anche nel 2023: per i condomini con delibere di esecuzione dei lavori approvate prima del 18 novembre e comunicazione di inizio lavori asseverata (CILA) presentata entro il 31 dicembre 2022; per i condomini con delibere approvate tra il 19 novembre e il 24 novembre e CILA presentata entro il 25 novembre 2022; per gli edifici composti da 2 a 4 unità anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà tra più soggetti per gli interventi per cui, alla data del 25 novembre 2022, risulta presentata la CILA; per ONLUS, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale se alla data del 25 novembre è stata comunicata la

CILA; per gli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici, per cui alla data del 31 dicembre 2022 risulta presentata l’istanza per l’acquisizione del titolo abilitativo. Per i condomini, la data delle delibera assembleare deve essere attestata con apposita dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà rilasciata, ai sensi dell’art. 47 del D.P.R. n. 445/2000, dall’amministratore del condominio o, nel caso in cui non sussista l’obbligo di nominare l’amministratore e i condòmini non abbiano provveduto, dal condòmino che ha presieduto l’assemblea.

Bonus mobili a 8mila euro

Dal 1° gennaio 2023 il limite di spesa massima su cui calcolare la detrazione del 50% per mobili e grandi elettrodomestici passa da 10 a 8mila euro. Viene confermata la riduzione a 5mila euro nel 2024. Detrazione dell’IVA dall’IRPEF per acquisto case in classe A e B

Torna la possibilità di detrarre dall’IRPEF il 50% dell’IVA versata per l’acquisto di immobili in classe A e B da imprese di costruzione entro il 31 dicembre 2023. La detrazione spetta in 10 anni.

19 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA LEGGE DI BILANCIO 2023

L’Italia è ferma al palo. Inchiodata dalla recessione innescata dalle conseguenze economiche della pandemia, dall’inflazione e dai rincari sul costo dell’energia prodotti dalla guerra russa in Ucraina. Ma qualcosa in più rispetto alle misure contenute in Legge di Bilancio si poteva fare. Ne è convinto Gustavo Piga, professore ordinario di Economia politica all’Università Tor Vergata, dove dirige l’Osservatorio sul PNRR OreP, promosso dall’ateneo romano e da Promo PA. Lo abbiamo raggiunto per un’intervista.

Professore, in un recente editoriale sul Sole 24 Ore lei ha scritto che il governo – ammettendo una crescita dello 0,6% per il 2023 –tradisce una mancanza d’ambizione rimarchevole. Eppure, se consideriamo i vincoli di bilancio, era difficile fare di più. Non è così? «Solo in parte. La questione ha due dimensioni. La prima è che il governo Meloni è stato votato anche per ottenere delle politiche fiscali diverse rispetto al passato. Il consenso elettorale ricevuto avrebbe permesso al governo di immagina-

re qualcosa di diverso. Ad esempio la possibilità di allentare la morsa di austerità sui conti pubblici, con una serie di investimenti addizionali che avrebbero evitato all’Italia una cifra così minimale di crescita annua - 0,6% di PIL - e che addirittura gli operatori e gli esperti economici ritengono sovrastimata. In questo momento ci aspettiamo infatti una recessione. Un fatto clamoroso se pensiamo che avviene nel pieno svolgimento del PNRR…».

In che senso?

«La politica economica di questo governo è totalmente ispirata alle richieste europee. Se facciamo un paragone con l’ultima manovra di bilancio fatta dal governo Draghi, possiamo dire che siamo dove eravamo un anno fa. È vero che Draghi aveva promesso un rientro del deficit estremamente duro ed è vero che il governo Meloni ha smorzato questa “durezza”. Ma è pur vero che in un momento di crisi, l’esecutivo effettua una restrizione del deficit pubblico portandolo dal 5,6% del 2022 al 4,5% del 2023. Sarà interessante vedere come avverrà, perché in un anno in cui l’inflazione supera il 10% il

governo sceglie di non toccare enormi capitoli di bilancio chiamati “spesa per stipendi” e “spesa per acquisti di beni e servizi”. Quindi, quel rientro di circa 20 miliardi di austerità, sono dovuti al fatto che tutti i dipendenti pubblici italiani verranno pagati meno. Dovremo aspettarci che saranno meno produttivi e soprattutto che la PA comprerà meno beni e servizi, dalle TAC ospedaliere alle gazzelle della polizia. Se ne compreranno meno perché costeranno di più e perché avremo gli stessi soldi, con una conseguente riduzione della domanda dalla PA alle imprese».

La seconda dimensione a cui accennava è quella di una migliore allocazione delle risorse?

«Rispetto al precedente esecutivo, con la promessa di maggiore austerità, il governo non ha cambiato atteggiamento verso l’Europa. Eppure si poteva fare meglio. Mi spiego. Se le risorse per finanziare lo sviluppo e la ripresa non possono venire dalla riduzione del deficit, come tutti avevamo sperato, potevano trovarsi da un’altra fonte. Non dall’aumento delle tasse, ma dalla spending review, partendo da una

20 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA LEGGE DI BILANCIO 2023
Per tornare a crescere bisogna investire Gustavo Piga, economista e docente all’Università Tor Vergata, analizza la Legge di Bilancio 2023 e dal suo osservatorio sul PNRR, OreP, commenta i risultati del piano italiano

revisione della qualità della spesa. Non dalla sua riduzione».

Lei da dove sarebbe partito? «Sappiamo bene che in Italia alberga moltissima spesa improduttiva, soprattutto lato appalti e stipendi. I ritardi sul PNRR sono la dimostrazione di queste inefficienze. Non è nemmeno più una questione di corruzione. Non sappiamo spendere perché non abbiamo le competenze specifiche per fare appalti. Purtroppo per il ministro Giorgetti fare spending review equivale a fare ciò che hanno fatto nel passato altri governi, compreso quello Renzi. Operare come hanno fatto Cottarelli, Perotti, Bondi… Persone stimabili, ma sole al comando e privi di una rivoluzione organizzativa complessiva. Quindi prendiamo atto che il ministro Giorgetti farà una spending review di 800 milioni di euro, cioè mollichine, fatta - come al solito - con tagli lineari, cioè tagli a casaccio rivolti sia verso quelli che spendono bene, sia verso quelli che spendono male. Questo ovviamente inciderà sulla crescita negativa del paese. Quindi sono due occasioni mancate soprattutto nel primo anno di legislatura in cui il governo in carica arriva con un grosso sostegno popolare. Va concesso che il tempo a disposizione era poco e quindi possiamo ancora sperare, ma avendo a disposizione cinque anni e facendo battaglie di questo tipo, si è persa la prima di quattro potenziali occasioni».

Da più parti sono state sollevate critiche per la mancata proroga delle agevolazioni legate ad industria 4.0, o a misure d’incentivazione al welfare aziendale. Mancano risorse o manca visione?

«La spending review è proprio questo. Ci si siede attorno ad un tavolo, non in 24 ore come si è fatto in Consiglio dei Ministri, ma in un mese e si decide. Nella prima pagina della spending review c’è

scritto quali sono i settori dove il governo intende investire perché ritenuti strategici, le priorità. Poi, nelle pagine successive, si scrive dove vengono trovate le risorse. Ripeto, anche se non avessimo voluto ridurre il deficit, le risorse si sarebbero potute trovare nel capitolo delle spese. Questo non si è fatto. C’è poi un secondo aspetto».

Quale?

«Bisognerà vedere cosa farà il Ministero delle imprese e del made in Italy. È da dieci anni che sto aspettando che lo Statuto delle imprese entri in funzione. Cioè che venga discussa e promulgata dal Parlamento, su proposta del Ministero delle imprese, la legge annuale prevista dallo Statuto per le nostre PMI. È da qui che - a mio avviso - dovremmo preparare le misure atte a sostenere il sistema produttivo italiano. Eppure nessun ministro dello Sviluppo, dal 2011, si è mai preoccupato di portare a compimento questo progetto. Tant’è che, su questo tema, in Europa ci considerano un “cattiva pratica”. Ho l’impressione che questo governo non cambierà atteggiamento, ma è evidente che è dalla piccola impresa e dalle condizioni di contorno che dobbiamo partire per rimettere in moto il paese. Non è con lo slogan “piccolo è brutto” che ce la caviamo, ma nel “crescere è bello”. Tutti gli strumenti atti a promuovere l’innovazione aiutano a crescere le imprese e sono quindi strumenti fondamentali di politica industriale».

Torniamo un momento sul PNRR. Dal suo osservatorio OReP, promosso dal Dipartimento di Economia e Finanza dell’Università di Roma Tor Vergata e da Promo PA Fondazione, cosa può dirci sulla capacità di spesa delle risorse - prestiti e contributi – stanziati dalla Commissione Europea all’Italia?

«È evidente che qualcosa non fun-

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ziona nella macchina amministrativa. Com’è possibile che nel 2023 flirtiamo con una recessione, quando proprio quest’anno dovremmo vedere dispiegati i maggiori effetti del PNRR? Aver costruito un piano di questa dimensione, tre anni fa, dove dicevamo che la madre di tutte le riforme – lo diceva la Commissione Europea – è quella della Pubblica Amministrazione e poi non aver investito una lira sul rinnovamento del capitale umano, se non pochissimo per assumere qualcuno con contratto triennale e concorso a quiz, la dice lunga. Veniamo da un decennio di riduzione e invecchiamento della PA a causa dell’austerità. Abbiamo poco personale e sempre più anziano. Questi aspetti ci mettono in grande difficoltà».

Senza esperti formati e possibilmente giovani non riusciamo a spendere le risorse?

«Se oggi siamo enormemente in ritardo sulla spesa delle risorse previste dal PNRR, è anche per questo. Nonostante i fondi previsti dal PNRR, abbiamo perso il 2% di PIL negli ultimi due anni. Di questo dovrebbe prendere atto il governo quando rinegozia i termini del piano con la Commissione Europea. Invece degli output dovremmo rinegoziare gli input, ovvero le modalità con cui ci apprestiamo a operare sull’economia, mettendo al centro la capacità amministrativa e le competenze della PA».

A questo proposito si è occupato recentemente della riforma del Codice degli Appalti. Sulla bozza approvata dal Consiglio dei Ministri si è espresso in termini molto critici. Perché?

«Partiamo col dire che la riforma prevede aspetti migliorativi rispetto ad alcune assurdità contenute nella normativa precedente. Detto questo, se consideriamo che le regole devono essere uguali in tutti i paesi dell’Unione Europea - rego-

la più, regola meno - ci sono paesi che gli appalti li fanno bene. Noi no. Quindi non è cambiando una legge che otterremo quello che non siamo riusciti ad ottenere negli ultimi anni. Purtroppo continuiamo a viaggiare su due estremità del pendolo, entrambe nocive per il paese. Da un lato la situazione attuale, con 32mila stazioni appaltanti totalmente frammentate e poco formate perché mancano risorse. Una situazione con una marea di piccole gare, fatte male e con tanti sprechi. Dall’altro lato del pendolo c’è invece il “modello Genova”, cioè tutto in mano ad una stazione appaltante, o a dieci grandi stazioni appaltanti, che però schiacciano le piccole imprese favorendo le multinazionali. La politica degli appalti pubblici deve invece essere una leva di politica industriale che aiuta le piccole imprese a crescere».

Che modello propone per una riforma efficace?

«Con Promo PA avevamo proposto un modello intermedio che tenesse conto delle esigenze del territorio, ma allo stesso tempo eliminasse questa frammentazione. Noi abbiamo identificato nelle Province l’ente ottimale per le stazioni appaltanti. Enti capaci di rispettare le esigenze delle piccole imprese e del territorio. Per far questo non basta una legge in cui si indicano 150 stazioni appaltanti. È necessaria una rivoluzione organizzativa attraverso cui pretendere che all’interno di queste stazioni vadano a lavorare i migliori architetti, ingegneri, giuristi, economisti, informatici. Tradotto: più spesa e più investimenti. Spendere subito per riuscire a risparmiare dopo. Purtroppo nella bozza portata in Consiglio dei Ministri c’è un capitolo chiamato “qualificazione delle stazioni appaltanti” che sembrerebbe una cosa buona, ma che invece non mette una lira a disposizione della formazione.

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Soprattutto lascia questo modello bicefalo intatto. Le stazioni appaltanti qualificate restano le grandi, incaricate di fare grandi gare mentre su quelle piccole rimangono tante piccole stazioni appaltanti incompetenti. Abbiamo chiesto mille volte di far scintillare la PA con una riforma organizzativa, già patrimonio di tantissimi paesi europei. Ancora una volta si è persa questa occasione. Mi aspetto dunque che questo nuovo Codice degli Appalti cambi veramente poco della nostra capacità di governare gli sprechi e generare sviluppo».

Per concludere, cosa dobbiamo attenderci per questo 2023, anche considerando le politiche monetarie adottate dalle banche centrali - FED e BCE - per tentare di contenere l’inflazione?

«La mia impressione è che sarà praticamente impossibile convincere la BCE a muoversi in modo diverso dalla FED. Possiamo inoltrarci in una lunga discussione su quanto queste politiche siano efficaci, ma il punto è un altro. Realisticamente non credo che il governo Meloni possa ottenere un cambiamento di rotta sulla politica monetaria, quindi prendiamo atto

Chi è Gustavo Piga

Gustavo Piga ha conseguito il Ph.D. in Economics presso la Columbia University di New York. È professore ordinario di Economia Politica presso l’Università di Roma “Tor Vergata” dove dirige il corso di laurea triennale in inglese Global Governance ed il Master in Procurement Management. È stato membro del Consiglio degli Esperti del Ministero del tesoro e Presidente della Consip S.p.A. ed è esperto di appalti pubblici, anticorruzione e di politica macroeconomica europea. È l’autore del controverso rapporto del 2001

che l’aumento dei tassi di interesse ridurrà ulteriormente lo spazio fiscale perché i deficit cresceranno e quindi il governo sarà chiamato a rientrare nei programmi di spesa promessi all’Europa con un’ulteriore dose di austerità per compensare la maggiore spesa per interessi. Questo a mio avviso sarebbe gravissimo. Una cosa che si può sperare è che il governo dica: “alla luce dei tassi di interesse in aumento, il nostro piano di rientro del deficit è rinviato all’anno successivo”. Questa potrebbe essere un’opzione. Ma il governo dovrà rendersi conto che una spending review è inevitabile. Come detto, ciò non significa riduzione della spesa pubblica, ma riqualificazione della stessa. I risparmi così ottenuti non devono però essere buttati riducendo il debito, ma portati ad aumentare il PIL con tanti investimenti pubblici in più di cui il paese ha un’immensa urgenza. Tante persone dicono che il nostro paese ha un debito su PIL alto, io preferisco dire che il nostro paese ha un PIL su debito bassissimo e che il debito si ripaga con la crescita. L’Italia ha smesso di crescere perché ha smesso di investire sulla crescita e sul futuro».

su “Derivatives in Public Debt Management”. È stato tra i curatori per i tipi di MIT Press de “Revisiting Keynes” e per Cambridge University Press dell’Handbook of Procurement. È l’autore de: “L’interregno” pubblicato da Hoepli sulla crisi europea. Membro del Comitato Scientifico dell’Ufficio Parlamentare di Bilancio, è stato Presidente del Comitato referendario per lo “stop all’austerità”. Interviene regolarmente sui media nel dibattito sul futuro dell’Europa.

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I dati economici del 2022

Alcuni dei dati più significativi dell’anno appena trascorso, raccolti dal nostro Ufficio Studi

Nel 2022 l’Emilia-Romagna

è stata la locomotiva d’Italia, con una crescita del Pil del 4,9%. Il 2023 sarà un anno più incerto, ma il segno “più” dovrebbe arrivare all’1%. In questa infografica analizziamo alcuni dati dell’anno appena trascorso. Nel 2022 l’economia regionale ha affrontato livelli d’inflazione inediti. A dicembre Modena rileva una crescita dei prezzi al consumo del 12,3% e dell’11% a Reggio Emilia, i dati regionali segnano un +11,6%, in linea con quelli nazionali (+11,6%).

L’aumento dei prezzi è stato innescato dall’energia: i prezzi di elettricità, gas e combustibili sono più che raddoppiati in un anno (+126,9%). Nonostante si preveda un rallentamento della corsa dei prezzi, il clima di incertezza contribuisce a deterio-

rare le previsioni del 2023.

L’export manifatturiero ha fornito un contributo positivo all’economia delle nostre province nei primi 9 mesi del 2022, segnando una crescita del 17,8% a Modena e del 19,5% a Reggio Emilia rispetto al 2021. Anche i settori composti da MPI, come: moda, legno, alimentare, hanno avuto una crescita a doppia cifra del 14% a Modena e del 28,4% a Reggio Emilia. Tuttavia una parte di questo incremento è determinata dall’aumento dei prezzi più che del volume esportato. Le stime parlano di un incremento in valore del 18,6% che si traduce in un aumento del volume, quindi dei prodotti venduti, di un più modesto +3,5%.

Il mercato del lavoro mostra un ritardo nel recupero dei livelli pre

pandemia (-2%). Nel frattempo a gennaio 2023 le imprese dell’industria e servizi prevedono difficoltà a reperire un lavoratore su due Critico il rapporto con le banche. I prestiti concessi alle piccole imprese tornano a calare in regione dopo un periodo positivo (-1,6% a giugno 2022 rispetto all’anno precedente) per effetto della politica di stretta monetaria che determinerà un aumento del costo del credito.

Il settore turistico ha visto un rimbalzo delle presenze del 36% nella provincia di Modena e del 47% in quella di Reggio Emilia nei primi 11 mesi del 2022.

Sul fronte delle imprese attive nelle nostre province, infine, si conferma un andamento stazionario.

Ritardo nel recupero dei livelli di occupazione pre pandemia. Penalizzato il lavoro indipendente: in regione si sono persi 49 mila imprenditori, liberi professionisti e partite iva

-2% +0,5% -11%

Cresce l’economia, ma è previsto un rallentamento. Pesa il clima di incertezza

Nel 2022 l’Emilia-Romagna è stata la seconda regione per crescita del PIL, ma a causa del clima di incertezza si riduce la prospettiva di crescita per il 2023

Totale occupati Dipendenti Indipendenti

Le difficoltà di reperimento dei dipendenti sono ai massimi storici: difficili da reperire quasi metà delle entrate previste dalle imprese a gennaio 2023

Modena 46,4%

Reggio Emilia 49,8%

2022 2023
+4,9% +0,8%
24 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 FOCUS DATI ECONOMICI 2022

L’export ha fornito un contributo positivo all’economia nei primi 9 mesi del 2022.

Export manifatturiero

Modena +17,8%

Reggio Emilia +19,5%

L’inflazione gonfia i valori: in Italia l’export di MPI registra

Valore +18,6%

Anche il turismo è cresciuto nell’ultimo anno, ma sono lontani i livelli pre crisi

di cui: export dei settori di MPI

Modena +14%

Reggio Emilia +28,4%

Dinamica dei prezzi al consumo a dicembre 2022

Modena +12,3%

Rispetto all’anno precedente

Modena +36%

Reggio Emilia +47%

Demografia delle imprese attive totali al 30 novembre 2022

Modena -0,5%

Reggio Emilia +0,8%

Reggio Emilia +11%

Rispetto al 2019 pre crisi Modena -0,8%

Demografia delle imprese attive artigiane al III trimestre 2022

Modena

Reggio Emilia

Reggio Emilia -12,4% -1,4% +0,8%

Volume +3,5% * Rispetto al 2018

25 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 FOCUS DATI ECONOMICI 2022

Cosmoprof Worldwide Bologna dal 16 al 20 marzo 2023

Le novità del mercato con un occhio ai trend internazionali

Dopo gli ottimi risultati dell’edizione 2022, con la presenza di 220.057 operatori provenienti da più di 140 paesi e più di 2.700 aziende espositrici da 70 paesi, la prossima edizione cercherà di essere in linea con le aspettative e le esigenze di un comparto in continua evoluzione. Grazie alle aziende e agli addetti ai lavori la scorsa edizione è stata una tappa fondamentale per ridare fiducia all’intero settore e l’intenzione è di proseguire su questa strada.

La numerosa presenza di operatori internazionali ha evidenziato come Cosmoprof Worldwide Bologna sia un osservatorio strategico per analizzare le trasformazioni e le tendenze del mercato. Proprio per questo è fondamentale un altro progetto di Cosmoprof: il CosmoTrend Report, una guida indispensabile per l’industria cosmetica, per rimanere aggiornati sulle ultime tendenze del settore.

Il report, che include i prodotti e i marchi più innovativi in mostra in fiera, identifica le tendenze più

accattivanti e innovative, fornendo a stampa, influencer, trend-scouter e stakeholder del settore beauty, una panoramica sui prodotti e sui marchi più interessanti e di tendenza presenti a Cosmoprof, per comprendere come si sta evolvendo il mercato.

Come nasce il CosmoTrend Report?

Per prima cosa, Cosmoprof invita tutti gli espositori a presentare i loro ultimi lanci, dopodiché Beautystreams, agenzia di trend di fama internazionale, analizza centinaia di proposte online ed evidenzia le tendenze emerse in fiera, identificando i trend principali come linee guida per orientare le nuove abitudini di acquisto. I trend identificati da Beautystreams sono guidati dall’idea che la bellezza consista nell’affrontare ogni giorno con un maggiore senso di benessere, anche in tempi di incertezza globale

e di recessione economica come quelli che stiamo vivendo, prima a causa della pandemia, ora a causa della crisi energetica e dell’aumento dell’inflazione. I prodotti che fanno parte della nostra routine trasformano i rituali quotidiani in preziosi momenti di consapevolezza e cura di sé. Ad esempio nell’edizione di Cosmoprof Asia (Singapore Special Edition), i prodotti presentati per il CosmoTrend Report sono tutti di altissimo livello qualitativo, a testimonianza della capacità di resilienza e rinnovamento della bellezza.Il legame profondo tra bellezza e benessere è stato anche il principio guida dei trend emersi a Cosmoprof North America 2022. Nel CosmoTrend Report, Beautystreams ha identificato le tendenze che stanno cambiando radicalmente il nostro modo di vedere la bellezza: irradiamo la vera bellezza quando siamo in piena salute fisica, mentale, emotiva e spirituale. Per guardare in modo più olistico alla bellezza è necessario riconoscere che non esiste una taglia unica per tutti. La bellezza è unica come noi.

059 893 111 26 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 BENESSERE
Christian Bondi Referente categoria Benessere christian.bondi@lapam.eu

Cresce l’innovazione al femminile

Sono 143 le start up innovative a guida femminile in Emilia Romagna

Malgrado la pandemia, l’innovazione al femminile cresce. In Emilia Romagna sono 143 le start up innovative femminili registrate a fine settembre 2022, 30 in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Proprio a cavallo dell’epidemia da Covid 19 molte donne hanno dato vita a questa particolare tipologia di impresa, costituita nella forma di società di capitali, specializzata nello sviluppo, nella produzione e nella commercializzazione di un prodotto o servizio ad alto valore tecnologico. Come mostrano i dati elaborati da InfoCamere per l’Osservatorio sull’imprenditorialità femminile di Unioncamere, le innovatrici rappresentano il 13,1% del totale delle start up, una quota superiore di oltre un punto percentuale a quella registrata due anni prima (12,2%).

“La crescente propensione delle donne a impegnarsi in settori imprenditoriali più innovativi, oggi in gran parte ancora appannaggio degli uomini, è un fatto certamente positivo”, commenta la presidente del Movimento Donne Impresa

Modena e Reggio Emilia Rita Cavalieri, che condivide il pensiero del presidente di Unioncamere Andrea Prete, “Speriamo che sempre più giovani vogliano seguire questo esempio, scegliendo di laurearsi in discipline STEM, oggi tanto ricercate dalle imprese”.

I dati nazionali

In Italia sono più di 2.000 le start up innovative femminili registrate a fine settembre 2022, 572 in più rispetto allo stesso periodo del 2019. Oltre il 70% di queste duemila imprese femminili opera nei servizi alle imprese (1.455). Poco più del 15% invece nelle attività manifatturiere (306) e il 4,6% nel commercio (91). Quote residuali sono attive negli altri settori economici. L’innovazione al femminile ha il suo cuore pulsante in quattro regioni, che concentrano più del 50% del totale delle imprese guidate da donne di questa tipologia: Lombardia (470), Lazio (263), Campania (204), Emilia Romagna (143).

L’aumento delle start up innovative va di pari passo con il crescente impegno delle donne nei settori a maggior contenuto di conoscenza, come i Servizi di informazione e comunicazione, le Attività finanziarie ed assicurative, le Attività professionali, scientifiche e tecniche, l’Istruzione e la Sanità e assistenza sociale, che oggi rappresentano quasi il 10% dell’universo femminile che fa impresa. Nel complesso, a fine settembre 2022, le imprese femminili in Italia sono più di 1 milione 342mila e rappresentano il 22,18% dell’imprenditoria italiana. Se guardiamo il dato dell’Emilia Romagna le imprese femminili sono 93.870 e rappresentano il 20,98% dell’imprenditoria regionale.

carloalberto.medici@lapam.eu 059 893 111 27 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 MOVIMENTO DONNE IMPRESA
Carlo Alberto Medici Referente Movimento Donne Impresa

Il futuro del distretto della moda tra 3d, sostenibilità e formazione

All’Istituto Professionale Giancarlo Vallauri di Carpi le classi VB e VD hanno incontrato alcune imprese del territorio per discutere del futuro della moda tra sostenibilità, formazione digitale

Alcune delle realtà più importanti della moda carpigiana sono state invitate presso l’Istituto Professionale Giancarlo Vallauri di Carpi per dialogare con studenti e professori sul futuro della filiera. L’iniziativa si inserisce all’interno di un percorso già avviato nel 2022, con il corso di maglieria, e che ha la finalità di avvicinare il mondo dell’imprenditoria del distretto tessile della città dei Pio ai lavoratori del domani.

Conoscere, da parte di chi lo sta utilizzando e di chi l’ha concepito, lo strumento del 3D nel campo della moda, per velocizzare i processi, evitare gli sprechi e pensando alla tecnologia come uno strumento per un fashion sostenibile. Questi i temi discussi all’interno

dell’iniziativa, coinvolgendo gli studenti delle classi VB e VD grazie alla collaborazione e al supporto delle docenti Lara Pozzetti e Diana Dimiddio.

Un percorso, quello della formazione delle imprese del comparto moda sulle nuove tecnologie a disposizione per produrre le proprie creazioni, iniziato già da qualche anno e che si salda con un altro dei temi cari a Carpi Fashion System, ovvero la sostenibilità del settore.

Promosso da Carpi Fashion System di concerto con l’Istituto Vallauri, e realizzata con l’ausilio di Fondazione Democenter, l’evento ha visto la partecipazione, in qualità di relatori, dei rappresentanti di alcune importanti aziende del territorio:

Oltre a loro, anche i saluti del Dirigente scolastico Silvia De Vitis e del Vice Sindaco e Assessore all’Economia del Comune di Carpi Stefania Gasparini, che ha voluto sottolineare l’importanza di queste giornate formative. “Da un lato i nuovi strumenti che la tecnologia mette a disposizione di chi fa impresa nel fashion rappresentano il futuro, e dunque è fondamentale che le aziende li conoscano e ne sfruttino le potenzialità, anche stimolandosi tra loro; dall’altro, senza il passaggio generazionale, con nuove leve che vengano formate per entrare nel settore, non esiste-

Carlo Barbieri di Twinset, Gloria Trevisani di Crea Sì, Stefano Forti di Pretty Mode e Alberto Rossato di Prisma Tech.
laura.roncaglia@lapam.eu 059 893 111 28 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA MODA
Laura Roncaglia Referente categoria Moda

rebbero prospettive a medio e lungo termine. Per questo l’iniziativa, che unisce temi diversi ma complementari, rappresenta una delle tappe di un percorso che abbiamo iniziato da tempo, e proseguiremo con rinnovata determinazione”.

Le nostre interviste

Lara Pozzetti, docente Vallauri Carpi

“Il progetto riguarda modellazione Cad 3D rivolta alla sostenibilità. L’incontro, creato dal Carpi Fashion System in collaborazione con Vallauri e fondazione Democenter, permette ai ragazzi delle classi quinte di far vedere come funziona modellazione Cad sui capi di abbigliamento. Si tratta di una funzionalità molto importante perché usato da parecchie aziende all’interno del comparto della moda. Una visione che si inserisce anche in un’ottica di sostenibilità perché si possono creare collezioni moda senza utilizzare tessuti e quindi ridurre gli sprechi, risparmiando sulle materie prime. L’istituto crede negli studenti, crede nella moda e soprattutto crediamo nelle aziende del territorio, imprese importanti che stanno seguendo una linea ben precisa per rimanere vive e salde sul distretto. Noi dobbiamo dare uno slancio alle giovani generazioni per ampliare e completare le loro conoscenze da un punto di vista digitale.

Assieme al Carpi Fashion System, già da inizio anno, stiamo creando un dialogo sempre più forte per aiutare studentesse e studenti per acquisire maggiori conoscenze. A inizio anno abbiamo attivato il percorso formativo di maglieria, in quest’ambito invece abbiamo fatto l’incontro sul CAD 3D utile perché queste nuove tecnologie saranno quelle che andranno a dare l’opportunità a tutti i futuri lavoratori.”

Stefano Forti, Pretty Mode

“Anche noi siamo in una fase di studio della nuova tecnologia 3D che rappresenta sicuramente uno degli asset fondamentali del futuro del nostro settore. La nostra azienda già dalla metà degli anni ‘90 utilizza Cad 2D per studiare e progettare le soluzioni per la nostra clientela. Abbiamo avuto l’opportunità di fare formazione su questi strumenti importanti e fondamentali per il futuro. Sicuramente le nuove generazioni hanno un vantaggio, perché essendo cosiddetti “nativi digitali” hanno una semplicità e facilità d’uso di questi strumenti che non appartiene alle generazioni precedenti. Credo sia un’opportunità da cogliere partendo dal basso, cioè dall’istruzione. Portando questa nuova tecnologia all’interno delle scuole potrebbe essere la leva fondamentale per il cambiamento. La tecnologia deve essere introdotta tra i banchi, ma questo compito non può essere lasciato agli istituti scolastici. Anche il mondo dell’associazionismo e delle imprese devono spingere in questa direzione: un lavoro di filiera, che parta dall’istruzione, passi dalle aziende e per poi arrivare al mercato.”

Lisa Monaco, studentessa Istituto Vallauri

“Il progetto del Carpi Fashion System è interessante. Sia dal punto di vista della sostenibilità, perché si nota quanto spreco ci sia dietro alla creazione

di un abito, partendo dall’uso della carta per il modello, dal prototipo fino al tessuto, ma anche per avere più possibilità di entrare preparati al mondo del lavoro. Io non ero a conoscenza dei software menzionati: ciò è utile per informarsi e iniziare a utilizzarli a scuola o a casa per prepararsi al meglio.”

Giulia Ciminelli, studentessa Istituto Vallauri “Parlare di questi temi, per noi che li studiamo, è molto importante, ci apre gli occhi su un mondo completamente diverso da quello che apprendiamo. Oltre al manuale, oggi contano molto anche i software, che ci fanno conoscere sia agli occhi degli imprenditori, sia agli occhi di chi un domani potrebbe comprare un nostro capo d’abbigliamento.”

Carpi Fashion System

Il progetto di sostegno alle aziende del Distretto di Carpi promosso da CNA, Lapam Confartigianato, Confindustria Emilia, insieme a Camera di Commercio di Modena, Fondazione Democenter-SIPE, ForModena e Comune di Carpi, con il determinante contributo di Fondazione CR Carpi.

29 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 IN COPERTINA MODA

I prossimi cinque anni saranno cruciali per il futuro dell’automotive

Parla Piergiorgio Beccari, Presidente ADIRA l’associazione che riunisce la distribuzione indipendente di ricambi auto e moto

Piergiorgio Beccari è presidente di Adira, l’associazione che riunisce la distribuzione indipendente di ricambi d’auto e moto italiani. Un settore che nel suo complesso vale circa 12 miliardi di euro di fatturato (dati ADIRA 2018) con un ruolo fondamentale nell’assistenza ad officine e imprese di autoriparazione. Lo abbiamo raggiunto per approfondire alcuni degli argomenti più caldi per il comparto.

Presidente Beccari, l’Automotive sta vivendo un’evoluzione rapidissima, frutto di scelte – come l’addio al motore termico - prese a livello comunitario, ma non solo.

La tecnologia sta rivoluzionando il mondo della mobilità, rendendo più complessa la professione dell’autoriparatore, del carrozziere o del gommista. Le nostre imprese riusciranno a tenere il passo?

«È vero l’Automotive, come tanti altri settori e mercati, sta affrontando un’evoluzione rapidissima. Non solo collegata a cambiamenti normativi o a nuove direzioni tecniche, come l’addio al motore termico, ma anche a tutta un’altra serie di fattori che hanno rivoluzionato la mobilità. Ad esempio l’avvento sul mercato delle flotte, o il cambio del concetto di proprietà

e di fruizione del veicolo. Questi elementi hanno di fatto reso l’attività del meccatronico sempre più complessa e specializzata. Tutto ciò, dal mio punto di vista, richiede un accrescimento delle competenze e un’attenzione particolare ai presupposti necessari per affrontare un’attività nel modo più professionale possibile. E questo per le piccole e micro imprese, richiede la maturazione di un atteggiamento aperto al cambiamento».

Ovvero?

«Oggi le imprese devono essere consapevoli di quanto quest’evoluzione sarà sempre più veloce. Prima ce ne rendiamo conto e prima riusciremo ad adeguare l’attività. D’altro lato questa complessità richiede un innalzamento delle competenze. Pensiamo a quelle necessarie per lavorare su un’auto elettrica... Ma anche per auto più tradizionali oggi riparare un veicolo non significa “smontare/ rimontare”. È il frutto di operazioni specifiche. Quindi occorre che il professionista della riparazione innalzi il proprio livello di qualificazione e sia strutturato tecnologicamente per poter eseguire la riparazione a regola d’arte. Se le piccole e medie imprese dell’autoriparazione riusciranno o meno a stare al passo con i cambiamenti, dipende dalla loro capacità di comprendere questa trasformazione tecnologica

e del mercato, nella consapevolezza di avere tutto un sistema dietro di loro (fornitori di componenti, fornitori di attrezzatura, società di training, etc…) che sta già mettendo a loro disposizione quanto necessario per affrontare il nuovo che verrà».

Adira o Confartigianato come dovrebbero accompagnare le imprese in questo percorso?

«Il ruolo delle associazioni che rappresentano una categoria, come ADIRA per la distribuzione o Confartigianato per le PMI, è quella di lavorare affinché nelle sedi istituzionali gli interessi e i diritti dei propri rappresentati, in questo caso degli operatori indipendenti, vengano sempre tutelati e salvaguardati e venga sempre garantito il gioco della libera concorrenza. Per far questo è necessaria l’attività dell’associazione, ma anche uno stretto legame con i propri rappresentati. I quali devono avere sempre l’esatta percezione di quanto è importante quest’attività. Per questo l’aspetto che ritengo cruciale, è riuscire a creare cultura nei rappresentati, attraverso la comunicazione e l’esatta formazione di quello che sta avvenendo. Di quello che è avvenuto e potrà succedere. Anche per questo è auspicabile che i nostri soci colgano il legame che c’è tra noi e loro. Cioè noi senza di loro non siamo in grado di portare

30 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 AUTORIPARATORI

al decisore le istanze corrette. D’altra parte, con il loro apporto siamo in grado di trasferire tutto quelle che serve, il know-how necessario, per comprendere le trasformazioni in essere».

In sede europea ha seguito i lavori legati alla proroga del regolamento 461/2010 o MVBER (la normativa successiva al cosiddetto regolamento Monti del 2002 ndr.) che - tra le altre cose - ha normato le condizioni di concorrenza sul mercato di assistenza dei veicoli post vendita. Alla luce di quest’esperienza, che idea si è fatto del legislatore europeo?

«Innanzitutto non dobbiamo dimenticare che la normativa sul settore Automotive è una norma di derivazione comunitaria, in particolare se ci riferiamo all’aftermarket. Il legislatore europeo emana una norma alla fine di un processo lungo e complesso che vede il coinvolgimento di vari organi istituzionali europei, di tutti gli Stati membri, nonché di tutti i soggetti interessati. Posso dire che la normativa europea, ma anche nazionale, è sempre frutto di un compromesso, del contemperamento degli interessi dei vari soggetti coinvolti. Questo fa capire quanto può essere difficile riuscire ad ottenere il giusto compromesso».

Ecco perché è fondamentale il lavoro delle associazioni… «Esatto. Le associazioni devono avere materiale e prove sufficienti per convincere la Commissione della bontà e dell’importanza delle proprie richieste e per farlo c’è bisogno dell’apporto di tutti gli operatori che rappresentiamo. A riprova di quanto sto dicendo c’è proprio il rinnovo del MVBER. Quando è iniziato il processo di valutazione sull’impatto che il regolamento ha avuto, nel lontano 2017, la Commissione si era espressa in maniera sfavorevole alla proroga. È solo grazie all’attivismo delle

31 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 AUTORIPARATORI

associazioni che siamo riusciti a far cambiare idea alla Commissione. In sostanza la procedura legislativa europea è complessa. Ogni giorno si confrontano realtà strutturate e forti, dotate di mezzi che a noi mancano. Ecco, bisogna tenere a mente tutti questi aspetti per giudicare, ricordando che la legislazione è frutto di un compromesso a cui fa seguito un’ulteriore fase, quella del controllo e monitoraggio degli effetti prodotti dalla norma a livello pratico».

Torniamo un attimo al regolamento UE n.461/2010. Sarà prorogato sino al 2028. Ma voi avete sollevato alcune criticità. Cosa cambia da qui ai prossimi cinque anni per l’autoriparazione indipendente?

«Partiamo dalla considerazione che come ADIRA e come FIGEFA a livello europeo, accogliamo con favore questa decisione. Detto ciò, la Commissione ha evidenziato - anche grazie ai nostri input - alcune criticità persistenti, ad esempio sui ricambi cosiddetti captive (quelli non reperibili attraverso i canali aftermarket ma solo presso le reti ufficiali), su un utilizzo un po’ distorto della garanzia da parte delle case auto, problematiche legate all’accesso alle informazioni tecniche e criticità legate al cosiddetto enforcement, cioè all’applicazione pratica e alla tutela giurisdizionale di ciò che il regolamento dice.

Alla luce di queste criticità la Commissione ha preferito concentrare i pochi e scarni cambiamenti sul discorso dell’accesso alle informazioni tecniche, ampliando questo concetto ed inserendo anche le informazioni collegate all’in vehicle data, cioè ai dati generati dal veicolo, ma non ha preso posizione sulle altre criticità emerse. Prima della definitiva approvazione dell’estensione della MVBER al 2028, si può cercare di ottenere qualcosa in più. Teniamo anche presente che saranno anni di gran-

di trasformazioni dove l’apporto di tutti sarà fondamentale».

In un recente intervento pubblico, organizzato da Confartigianato Cuneo, lei ha rivendicato una posizione di “neutralità tecnologica”. Ovvero non è giusto scommettere su una sola tecnologia, ad esempio l’elettrico, meglio puntare su un mix di tecnologie capaci di centrare l’obiettivo. A suo avviso perché questa posizione non trova maggiore condivisione in sede europea?

«È una domanda da un milione di dollari. Diciamo che fino al cosiddetto “diesel gate” la Commissione Europea ha sempre cercato di assecondare le case auto. Da quel momento in poi le cose sono cambiate. Si è rotto il rapporto fiduciario tra legislatore europeo e industria automobilistica, per cui la Commissione sta tenendo da alcuni anni una propria linea autonoma e non concertata con i costruttori. Sapere poi se da qui al 2035, nel corso dell’attuazione del Piano UE “Fit for 55”, qualcosa cambierà è difficile da dire. So che ogni giorno sono presentate istanze da più parti. Ad ogni modo questa decisione segna un cambiamento radicale nel modo in cui la Commissione si pone verso le case auto. La posizione di ADIRA in questo è di non “fare il tifo “ per l’una o l’altra tecnologia ma di impegnarsi, qualsiasi sia il modello tecnologico dei prossimi anni, affinché tutti gli operatori aftermarket, gli autoriparatori in primis, vedano tutelato il proprio diritto ad assistere la propria clientela senza soggiacere a limitazioni imposte dai costruttori».

Livio Lazzari
059 893 111 32 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 AUTORIPARATORI
Referente categoria Autoriparatori livio.lazzari@lapam.eu

Impresa 4.0: “È ora che gli incentivi diventino strutturali”

Secondo Alfredo Mariotti, direttore di UCIMU - l’associazione dei costruttori di macchine utensili - è indispensabile garantire continuità al Piano Transizione 4.0. La nostra intervista.

Direttore, le imprese associate a Lapam hanno appreso con sconcerto la mancata proroga in Legge di Bilancio delle aliquote agevolative previste fino allo scorso anno per investimenti 4.0, materiali e immateriali. Immagino sia lo stesso per i vostri soci. Mancanza di risorse o mancanza di visione?

«La trasformazione dettata dal paradigma 4.0 va al di là del periodo. Una volta innescata non si interrompe. Fin da quando è partito il piano, a fine 2016, le aziende hanno chiesto che da incentivanti le misure diventassero strutturali. Primo perché sono investimenti importanti. Secondo perché il paese è fatto di imprese medio piccole o piccolissime, che senza sussidi non investono. UCIMU ha

sempre chiesto che le agevolazioni diventassero strutturali. La proroga al 30 settembre 2023 per gli investimenti compiuti entro dicembre ’22 - devo dire un po’ pasticciata - prevista dalla Legge di Bilancio è poca cosa rispetto al rifinanziamento dalle misure. Ora stiamo aspettando la conversione in legge del DL Milleproroghe per capire se la scadenza verrà spostata almeno a dicembre ’23. È ovvio, i nostri soci si adatteranno al contesto, ma è ora che la politica consideri queste misure una priorità».

Il piano sarà rifinanziato con i fondi PNRR inutilizzati, come affermato anche da autorevoli esponenti del governo recentemente? E nel caso quando ci sarà conferma?

«Confidiamo che entro fine feb-

braio il Ministro per le Politiche Europee, Fitto, avrà una risposta dalla Commissione Europea sulla possibilità di usare i fondi inutilizzati dal PNRR anche per gli aiuti di Stato. L’anno scorso era stato fatto, ora speriamo che si possa ripetere. Magari in tempo utile per la conversione in legge del DL Milleproroghe».

Senza questo tipo di politica industriale le imprese italiane avrebbero ammodernato i propri parchi macchine?

«Diciamo che non tutti hanno le risorse per farlo. Ecco perché ci vuole l’intervento dello Stato. Poi ci vuole la forma mentis adatta a capire il momento. È evidente che non tutti avrebbero investito se non ci fossero state le agevolazioni. Anzi, molti devono ancora inve-

33 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 MECCANICA

stire. Consideri che da quest’anno viene meno il credito d’imposta per beni strumentali ordinari, quello al 6%. Eppure per le piccole imprese questa misura permetteva – ad esempio – il passaggio dal tornio parallelo ad uno CNC. Ecco, bisogna comprendere che anche questo è un salto tecnologico enorme per una piccola impresa. Per cui togliere questa misura è illogico».

Proviamo a fare un bilancio delle misure agevolative previste dai vari Piani Industria 4.0, Impresa 4.0 e infine Transizione 4.0. Cos’ha funzionato e cosa no, a vostro avviso…E soprattutto è vero che per le piccole imprese si poteva costruire un piano più semplice, magari ricorrendo ai voucher?

«Partiamo col dire che era dall’introduzione della legge Sabatini, nel 1965, che non c’era un intervento di politica industriale così importante. Detto questo, qual è il miglior sistema? All’inizio era giusto premiare le imprese più virtuose, per cui l’iper e super ammortamento andavano benissimo. Poi si è voluto dare un vantaggio a tutte le imprese e si è passati al credito d’imposta. Personalmente ora non modificherei la norma, ad esempio con l’introduzione dei voucher. Anche perché rimangono tante le imprese che devono ammodernarsi e, cambiando continuamente, si crea solo confusione».

Se consideriamo i dati forniti dal Ministero delle Imprese sui crediti d‘imposta maturati nel corso del 2020, una misura che andrebbe senz’altro rivista è quella sui beni immateriali 4.0. Eppure software come questi sono indispensabili per interconnettere l’impresa digitale e quindi godere appieno dell’agevolazione. Lei come la vede?

«Nel 2021 i numeri sono cambiati completamente. Ad ogni modo è

logico. Prima pensi all’hardware, poi al software. Oggi è importante che le misure agevolative contemplino gli uni e gli altri, senza dimenticare la possibilità del revamping, su cui – ad esempio - noi puntiamo molto durante la fiera Mecfor di Parma».

Un altro aspetto di cui ci sarebbe bisogno e che invece in manovra manca, è la parte legata alla formazione 4.0. Non è più indispensabile?

«Tutt’altro. È un elemento fondamentale su cui bisogna puntare. Nel momento in cui cambiano i processi produttivi, bisogna che le persone siano formate. Per cui accanto alle misure per il rinnovamento di macchinari e software è indispensabile continuare a formare figure professionali capaci di operare su macchine di ultima generazione. Quindi bene gli incentivi, ma bisogna lavorare anche sulle scuole che necessariamente dovranno rivedere i loro programmi scolastici, anche assecondando la propria particolare vocazione territoriale».

Allarghiamo il campo. La pandemia ha inceppato le catene del valore. Ritardi nelle consegne di macchinari e componenti erano all’ordine del giorno fino a qualche mese fa. Qual è oggi la situazione dal vostro osservatorio?

«La situazione sta migliorando. Dall’accelerazione improvvisa della domanda, subito dopo la fase più acuta della pandemia e che ha provocato una strozzatura nei tempi di consegna, stiamo assistendo ad un graduale ritorno alla normalità. Purtroppo siamo ancora in difficoltà, anche a causa della guerra in Ucraina. Questo ci porta ad un altro tema. L’Europa dovrebbe rendersi indipendente sui componenti essenziali per la propria industria manifatturiera».

livio.lazzari@lapam.eu 059 893 111 34 Imprese & Territorio n° 01 - 2023
Livio Lazzari Referente categoria Meccanica
MECCANICA

Plastica riciclata per alimenti: interviene il regolamento europeo

Nuove regole sono state definite dal Regolamento 2022/1616/CE in materia di plastica riciclata ad uso alimentare

Lo scorso 10 ottobre infatti, è entrato in vigore il regolamento europeo che detta nuove direttive da seguire per la produzione e immissione sul mercato dei prodotti in plastica destinati al contatto con gli alimenti. Di fatto tale regolamento invalida le disposizioni del 2008

Il provvedimento è entrato in vigore in tutti gli stati membri dal 10 ottobre 2022, ma la piena operatività si avrà dal 10 luglio 2023, quando a circolare nel mercato saranno solo plastiche riciclate per alimenti. A partire da quella data, sarà possibile immettere sul mercato materiali e oggetti destinati al contatto con gli alimenti (MOCA) di materia plastica riciclata. Questi ultimi dovranno essere prodotti e generati da tecnologie di riciclo idonee o comunque, nuove tecnologie di riciclo che siano presenti nell’elenco del regolamento.

Fino al 10 luglio 2023, per gli operatori del settore alimentare, rimane comunque possibile utilizzare materiali ed oggetti di materia plastica riciclata legalmente immessi sul mercato per imballare i prodotti alimentari e immetterli sul mercato fino all’esaurimento delle scorte.

Per garantire la trasparenza e facilitare le attività di controllo,

il nuovo regolamento istituisce il Registro dell’Unione delle nuove tecnologie, dei riciclatori, dei processi di riciclo, degli schemi di riciclo e degli impianti di decontaminazione, che sarà reso accessibile al pubblico sul sito web della Commissione Europea.

Per garantire la trasparenza e facilitare le attività di controllo, il nuovo regolamento istituisce il Registro dell’Unione delle nuove tecnologie, dei riciclatori, dei processi di riciclo, degli schemi di riciclo e degli impianti di decontaminazione, che sarà reso accessibile al pubblico sul sito web della Commissione Europea. Per quanto riguarda la registrazione al Registro dell’Unione, la CE ha pubblicato una pagina informativa, che illustra le modalità di registrazione e fornisce i modelli di dichiarazione di conformità della materia plastica riciclata che devono essere utilizzati dai riciclatori e dai trasformatori. Occorre precisare che potrebbero arrivare importanti novità con l’approvazione del nuovo regolamento sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggi che la Commissione Europea ha presentato il 30 novembre scorso e che è ad oggi oggetto di forti tensioni a livello nazionale ed Europeo.

daniele.casolari@lapam.eu 059 893 111 35 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 ALIMENTAZIONE
Daniele Casolari Referente categoria Alimentazione

Accise gasolio: presentazione domande per il rimborso di dicembre 2022

Si informa che l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli ha pubblicato sul proprio sito web il software e le istruzioni per la presentazione delle domande di rimborso delle accise sul gasolio consumato nel 4° trimestre 2023, dal 1° dicembre 2022 al 31 dicembre 2022 ed imputabili a tale mese di consumo, per i veicoli aventi massa complessiva pari o superiore alle 7,5 tonnellate, adibiti al trasporto merci e di categoria ecologica Euro V o superiore.

La nostra associazione evidenzia che, con la nota n. 598868/RU del 22 dicembre 2022 a firma del Direttore centrale, l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli fornisce importanti precisazioni ai fini della regolare compilazione della dichiarazione relativa al mese di dicembre 2022.

La domanda potrà essere presentata dal 1° gennaio al 31 gennaio 2023 per via telematica oppure all’Ufficio delle Dogane competente rispetto alla sede della società.

Si ricorda che le accise sul gasolio per autotrazione potranno essere recuperate solamente dai veicoli appartenenti alle classi ecologi-

che Euro V o superiore, così come previsto dal Decreto-legge n.157 del 19 dicembre 2019 (cosiddetto Decreto Fiscale), ciò significa che il IV trimestre 2020 rappresenta l’ultimo valido per il recupero accise degli Euro IV.

Si rammenta che a seguito dell’incremento dell’aliquota di accisa sul gasolio usato come carburante per effetto del D.L 21 marzo 2022, n.21 recante “misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” l’aliquota di accisa, dal 22 marzo scorso, è stata ridotta da 617,40 a 367,40 euro per mille litri di prodotto fino al prossimo 21 aprile. Pertanto, ai fini della regolare compilazione, si rimarca che la dichiarazione di rimborso relativa al quarto trimestre 2022 è limitata esclusivamente ai litri di gasolio per autotrazione riforniti tra il 1° dicembre e la fine della giornata del 31 dicembre 2022 ed imputabili a tale mese di consumo sulla base:

Dalla descrizione dell’operazione nella fattura emessa dall’esercente impianto di distribuzione stradale di carburante

Dalle informazioni di dettaglio

sui prelievi di carburante effettuati riportate nella fattura ad emissione differita di cui all’art. 21, comma 4, lett. a), del D.P.R. n. 633/72, anche in forma di allegato riepilogativo che ne costituisce parte integrante o di altro documento equipollente a comprova

Nel caso di impianto di distribuzione automatica di carburanti per uso privato, dalla data di ricezione del gasolio comprovata dal Documento di Accompagnamento Semplificato dei prodotti assoggettati ad accisa (e-DAS) emesso dall’esercente deposito speditore, a prescindere dalla data successiva di ripartizione del prodotto tra i mezzi di cui ha la disponibilità.

In virtù di quanto sopra descritto, nel “Frontespizio” della dichiarazione di rimborso del quarto trimestre 2022 il periodo di riferimento viene confermato nella sua interezza (1° dicembre– 31 dicembre 2022) mentre il campo dei “Litri consumati agevolabili” è ristretto all’intervallo temporale che va dal 1° dicembre 2022 al 31 dicembre 2022.

Restano esclusi dall’agevolazione e

36 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 TRASPORTI
L’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli ha pubblicato le modalità per presentare le domande di rimborso

non vanno computati nella dichiarazione di rimborso i litri di gasolio consumati imputabili a prelievi da distributore stradale od a partite del predetto carburante consegnate a distributori privati tra il 1° ottobre 2022 e la fine della giornata del 30 novembre 2022.

Si evidenzia che la misura del beneficio riconoscibile, in attuazione dell’art. 24-ter, comma 1, del D.Lgs. n. 504/95 e del punto 4-bis dell’allegata Tabella A, è pari a euro 64,18 per mille litri di gasolio commerciale.

Per i soggetti che non si avvalgono del Servizio Telematico Doganale – E.D.I., si rammenta che il contenuto della dichiarazione presentata in forma cartacea e resa ai sensi degli artt. 47 e 48 del D.P.R. n. 445/2000 deve essere riprodotto su supporto informatico (CD-rom, DVD, pen drive USB) da presentare unitamente alla medesima dichiarazione.

Il recupero delle accise può, come sempre, essere richiesto tramite rimborso oppure mediante la compensazione del credito d’imposta; in questo caso il codice tributo da riportare nel mod. F24 è sempre il “6740”.

Si precisa che anche in questo trimestre è prevista la nuova soglia minima di 1 litro di gasolio consumato per ogni Km percorso, per il cui riscontro le dogane hanno introdotto delle novità nel quadro A-1 del modello, ed in particolare:

Nelle colonne “DATA INIZIO POSSESSO” e DATA FINE POSSESSO” è previsto l’inserimento, rispettivamente, delle date “1° dicembre” e 31 dicembre” dell’anno 2022;

Nel campo “TARGA” non vanno più indicati i dati (targa, titolo di possesso, ecc..) riferiti a semirimorchi e rimorchi, eccettuati i mezzi speciali più avanti descritti;

Nella colonna “KM PERCORSI”, vanno indicati i Km effettivamente percorsi dal mezzo nel periodo di riferimento, e quindi la differenza tra il valore numerico registrato dal contachilometri alla chiusura del periodo in oggetto della domanda di recupero delle accise. Non occorre più riportare il totale dei chilometri registrato dal contachilometri alla fine del periodo, fermo restando che l’esercente deve tenerne contabilizzazione da esibire su richiesta dell’Ufficio delle dogane. Qualora l’inizio e/o la fine del possesso non coincidano con la durata del periodo, nella colonna in questione andranno riportati i Km effettivamente percorsi nel periodo di riferimento;

È stata introdotta la colonna denominata “Mezzi Speciali”, riservata ai semirimorchi o rimorchi per trasporti specifici, muniti di attrezzature permanentemente installate alimentate da motori e serbatoi autonomi risultanti dalla carta di circolazione o da idonea documentazione. In questo caso, il possessore del rimorchio/semirimorchio ed intestatario delle fatture di acquisto del gasolio utilizzato per azionare queste attrezzature, è chiamato a compilare il Quadro A -1, riportando nella citata colonna uno dei seguenti valori:

1. Per i Gruppi refrigeranti;

2. Per i sistemi pneumatici di scarico.

Inoltre, per questi mezzi, nella colonna “Km percorsi” andranno specificate le ore di funzionamento dell’attrezzatura permanentemente installata nel periodo solare di riferimento, registrate dal contatore

di cui è fornito l’impianto speciale; anche in questo caso occorrerà riportare la differenza tra la fine del periodo attuale e la fine di quello precedente oppure, in caso inizio/ fine possesso nel corso del mese di dicembre, le ore di funzionamento nel periodo di effettivo possesso.

Per i mezzi speciali privi del contatore, l’esercente dovrà darne notizia all’Ufficio delle dogane competente a ricevere la domanda di rimborso, al fine di adottare un sistema di rilevazione anche indiretta dei consumi fino al termine accordato dallo stesso Ufficio.

Se non già presentate, alla dichiarazione occorre allegare le carte di circolazione dei mezzi speciali, insieme agli eventuali attestati (es. certificati ATP) che ne sono parte integrante.

Da ultimo, l’Agenzia ricorda che “qualora l’ammissione al beneficio avvenga in base ad informazioni rivelatesi poi non veritiere si rende applicabile la disposizione di cui all’art. 75 del predetto D.P.R. n. 445/2000, con decadenza dai benefici eventualmente conseguenti. Viceversa, qualora i dati integrino irregolarità non costituenti falsità, l’esercente è tenuto a regolarizzare a pena di improcedibilità dell’iter di riconoscimento del credito ai sensi dell’art.71, comma 3, del D.P.R. n. 445/2000.”

Presentazione delle domande

Qui trovate il link al sito dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli dove trovare il modello di dichiarazione ed il software per la presentazione della domanda

Scansiona il QrCode
059 893 111 37 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 TRASPORTI
Stefano Ficarelli Referente categoria Trasporti
stefano.ficarelli@lapam.eu

Youth & Experience Project

Da oltre 15 anni la nostra associazione promuove attività di integrazione tra le imprese e l’offerta formativa scolastica per le scuole medie, superiori e l’università, nelle province di Modena e Reggio Emilia.

Il nostro obiettivo consiste nel trasmettere la cultura del lavoro autonomo e nel far conoscere il sistema imprenditoriale nel suo complesso al fine di aiutare gli studenti a comprendere il mondo del lavoro e prepararli all’inserimento in azienda o all’apertura della propria attività.

Youth & Experience Project è solo l’ultimo dei progetti che la nostra associazione sta portando avanti in tal senso. Il progetto infatti è rivolto a tutti gli studenti che frequentano gli ultimi 3 anni delle scuole superiori e mira a creare un ponte di collegamento tra scuola e imprese cercando di portare un pensiero “out of the box” all’interno delle aziende.

Il percorso è taylor made, può quindi essere personalizzato nella durata e nei contenuti, e adottato da tutte le tipologie di istituti (dai

licei, ai tecnici fino ai professionali).

A seconda dei singoli progetti, le scuole possono aderire con una o più classi e creare uno o più Y&E Team, che dovranno essere seguiti da un docente interno dell’istituto.

Gli alunni delle diverse classi, sotto la guida di un project manager dedicato e del tutor scolastico, saranno a stretto contatto con l’azienda committente e lavoreranno in gruppo secondo un approccio esperienziale, per realizzare un progetto di sviluppo aziendale (dal lancio di un prodotto innovativo, all’organizzazione di un particolare evento, alla creazione di un particolare tipo di packaging, ecc..).

In questo modo il progetto permette ai ragazzi - in primo luogodi vivere un’esperienza avvincente a stretto contatto con il mercato e le imprese del territorio, e in seconda battuta consente loro di sviluppare competenze trasversali come il problem solving.

Per le imprese rappresenta invece un’occasione per incontrare giovani talenti e per elaborare idee - appunto - out of the box per l’innovazione aziendale. Può infine

rappresentare un’opportunità per rafforzare il legame con il territorio accrescendo la propria visibilità, avendo quindi anche un ritorno d’immagine.

In questo progetto risiede anche un ulteriore aspetto didattico non secondario. Il tutor scolastico, insieme al tutor aziendale, progetta i dettagli del percorso e ne supervisiona il corretto svolgimento; in questo senso tale partecipazione rappresenta per il docente una modalità per acquisire nuovi e innovativi metodi d’insegnamento e per ampliare la propria rete di riferimento attraverso le numerose opportunità di scambio offerte durante il percorso con i professionisti e con i referenti delle aziende coinvolte. Un ulteriore risvolto positivo e il conseguente valore aggiunto risiedono nella metodologia d’apprendimento che segue logiche esperienziali di learning by doing (imparare facendo), in grado di appassionare e coinvolgere attivamente tutti i partecipanti, contestualizzando la teoria attraverso la pratica.

Un progetto dedicato a favorire il dialogo e l’arricchimento reciproco tra scuole e imprese Monica Salvioli
monica.salvioli@lapam.eu 059 893 111 39 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 RAPPORTI CON SCUOLE E UNIVERSITÀ
Referente rapporti con Scuole e Università

Il complicato rapporto Scuola Lavoro, un caso tutto italiano

In Italia è urgente maturare la consapevolezza dell’importanza del legame Scuola-Lavoro, scrive Giovanni Boccia. Una consapevolezza di spirito e di coscienza, prima ancora che strutturale, organizzativa e legislativa

Il 6 dicembre scorso, presso la residenza dell’Ambasciatore di Germania a Roma si è tenuta la cerimonia per assegnare il Premio di Eccellenza Duale. Prima che un evento celebrativo, è stato un momento importante per condividere le buone pratiche in essere nei nostri Paesi e, per noi italiani, conoscere meglio e riflettere sulle particolarità riguardanti il sistema di istruzione e formazione tedesco. Non esiste una graduatoria assoluta su quale sia il sistema di istruzione migliore o peggiore, poiché ciascuno di essi risponde a processi storici diversi ed alle caratteristiche sociali ed economiche di un Paese.

Non possiamo, tuttavia, nascondere che la situazione del nostro sistema di istruzione e formazione sia arrivata ad un punto di svolta, tra l’opportunità di mantenere le caratteristiche che, negli anni passati, hanno fatto della scuola italiana una delle migliori al mondo e la necessità di innovarsi profondamente per stare al passo con i tempi.

L’occasione, quindi, è stata ‘ghiotta’ per discutere di temi di interesse strategico quali la Formazione,

l’Apprendistato ed, appunto, la Formazione Duale che organizza il rapporto Scuola-Lavoro in Germania.

Quello che ci interessa cogliere dalla configurazione tedesca della ‘formazione duale’ non è l’aspetto strutturale e giuridico, poiché esso è chiaramente legato alle caratteristiche del Paese.

Ci piace sottolineare, invece, la logica che ‘guida’ la Formazione duale Tedesca e più in generale tutto il sistema di formazione e istruzione presente in Germania (ma anche di altri Paesi ad economia avanzata). Questa logica si fonda su una lunghissima tradizione che unisce pratica e teoria e che interpreta la dinamica Scuola e Lavoro senza soluzione di continuità.

Una impostazione che potrebbe essere di semplice applicazione anche da noi. Ma che, di fatto, non lo è. Certo: in questi anni tanto è stato fatto anche in Italia per collegare maggiormente il mondo della Scuola al mondo del Lavoro (pensiamo alla alternanza scuola-lavoro oppure ai più attuali PCTO). Se guardiamo agli altri Paesi, tuttavia, la strada è ancora lunga.

40 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 CULTURA

Perché quello che è pratica usuale, ad esempio, in Germania (appunto un collegamento fisiologico tra scuola e lavoro) non lo è da noi?

Costruire consapevolezza

In Italia, dobbiamo avere l’onestà intellettuale di ammetterlo, esiste una separazione pratica e concettuale tra Scuola e Lavoro. Da una parte esiste la Scuola (il ragazzo “deve studiare e basta”), dall’altra il Lavoro. Questa separazione, tutta italiana, si è rivelata negli anni dannosa e diseconomica. Dannosa perché, quando il percorso di studi formali finisce, ci si può trovare dinnanzi una generazione che i sociologi della educazione chiamerebbero affetta da “shock da realtà”. Diseconomica perché un tale shock, in certi casi, porta dritto al fenomeno, molto evidente nel nostro Paese, dei Neet.

Quindi, prima di qualsiasi iniziativa strutturale, in Italia è urgente maturare la consapevolezza dell’importanza del legame Scuola Lavoro. Una consapevolezza di spirito e di coscienza, prima ancora che strutturale, organizzativa e legislativa.

Eppure, per riprendere quell’esprit anche da noi, basterebbe rifarsi alla tradizione cristiana dell’”ora et labora”, dove la preghiera è da intendersi come studio e dove la commistione feconda dei due momenti, in un rapporto equilibrato, costituiva il valore aggiunto di una impostazione assolutamente moderna.

Oppure basterebbe ristudiare uno dei periodi più fulgidi del nostro Paese che è il Rinascimento. Pensiamo alla bottega artigiana, luogo di pensiero e di lavoro nel quale si fondevano tutte le fasi di formazione dei giovani apprendisti: studio, formazione, produzione e,

addirittura, commercializzazione. Anche nel nostro Paese, dunque, abbiamo una grossa tradizione che riguarda il rapporto armonico tra Scuola e Lavoro.

In Italia basterebbe limitare la tradizione gentiliana che fonda il suo approccio sulla separazione concettuale tra pratica e teoria ed attualizzare certe nostre radici.

È di fatto l’impostazione che pratica la Germania (e per certi versi anche la Francia) attualizzando talune tradizioni rendendole moderne.

Accanto a questa separazione di fatto, nel nostro Paese si è insinuata in tempi più recenti anche una altra divisione percepita che affonda le radici dalla fine degli anni ’70 in poi.

Stiamo parlando della divisione tra un percorso di studi percepito come superiore e intellettuale e un altro percorso di studi considerato di minore prestigio e indirizzato agli studenti meno qualificati. Questa divisione comporta un percepito sociale terribile che, nei fatti, si pone come stigma nella fase delle scelte scolastiche operate dai ragazzi e dalle famiglie.

È del tutto evidente che, in tale situazione in cui la separazione tra gli indirizzi scolastici crea una sperequazione vissuta come qualitativa, anche tutti gli sforzi di orientamento scolastico subiscono questa diffusa percezione errata.

Il gap da colmare

Di conseguenza i ragazzi sono orientati a rivolgere le loro scelte verso percorsi di studi più socialmente accreditati, magari uccidendo quelle che erano le loro inclinazioni reali, producendo anche un gap (mismatch) profondo tra i fabbisogni del mondo del Lavoro (pensiamo a quelli delle imprese) e le competenze prodotte dai percorsi scolastici. Il divario sarà

41 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 CULTURA

sempre più evidente se non si esce da questa dannosissima ulteriore separazione tra competenze concettuali e competenze esperienziali. Tra percorsi di studio liceali oppure tecnico professionali.

Per dirla con Franco Ferrarotti qualsiasi azione manuale è sempre orientata teoricamente. Questa separazione non esiste. Anche Richard Sennett, sociologo del lavoro, nella sua opera “L’uomo artigiano” racconta di ingegneri romani e orafi rinascimentali, di tipografi parigini del Settecento e fabbriche della Londra industriale per dimostrare cosa?

Per raccontare la complessità delle competenze richieste da qualsiasi lavoro, non solo intellettuale ma anche pratico.

Pensiamo all’artigiano orafo o al restauratore: capiamo bene che in loro non vi è solo la tecnicalità nata dagli anni di esperienza sul campo ma vi è anche la conoscenza teorica che attribuisce correttezza alla loro azione.

Un restauratore deve avere contezza di elementi di storia dell’Arte, ad esempio, ma anche della composizione e delle reazioni chimiche dei prodotti che adopera nel suo lavoro.

Questa impostazione è ancora più vera se pensiamo ai nuovi artigiani, i Makers, per i quali la complessità delle competenze possedute (assieme pratiche e teoriche) è nei fatti.

Soltanto la profonda conoscenza del mondo digitale e la capacità di studiare le innovazioni consentono ai nuovi artigiani digitali di essere competitivi nel mercato.

Insomma, anche in questo caso, possiamo affermare che qualsiasi percorso formativo non è qualitativamente inferiore o superiore a nessun altro poiché anche quello caratterizzato da una preparazione professionale non si riduce a tecnicismo ma richiede sempre una impostazione concettuale.

Piuttosto, ciascuna scelta deve rispondere solo alle diverse inclinazioni dei ragazzi e consentire loro di esprimere al meglio i personali talenti.

Citando Giulio Sapelli “(…) il lavoro, la cultura umanistica e la tecnologia crescono e si alimentano contaminandosi interattivamente.(…)” in un continuum tra dimensione concettuale e pratica. Conoscere i sistemi di istruzione ed educazione dei Paesi a noi vicini ci consente di riflettere non in teoria ma sulla base di esperienze fatte e ci permette di considerare, per analogia e differenze, se accettare qualche suggerimento volto a migliorare la nostra Scuola. Non tanto per copiare i modelli altrui (poiché sarebbero incongruenti con le caratteristiche del nostro Paese), ma per riscoprire in larga scala quello spirito che è tutt’ora vivo nella storia e nella cultura del nostro Paese.

Chi è Giovanni Boccia

Giovanni Boccia, laureato in sociologia, è Direttore della Fondazione Germozzi. Si occupa di istruzione e formazione a diversi livelli, da oltre trent’anni, dall’istruzione pubblica alla formazione manageriale, passando per quella continua e profes-

sionali. È responsabile nazionale della formazione interna di Confartigianato Imprese. Questo contenuto è stato pubblicato sull’ultimo numero di Spirito Artigiano, il magazine digitale promosso da Fondazione Germozzi e Confartigianato.

42 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 CULTURA

L'Archivio di Stato di Modena e Lapam: una consolidata collaborazione

Dal libro sui tesori di Lucrezia Borgia alla realizzazione della targa commemorativa per l’archivio e la biblioteca di Filippo Valenti

Da febbraio 2023 l’archivio e la biblioteca del prof. Filippo Valenti saranno finalmente consultabili, consegnando alla città di Modena e alla comunità scientifica un nuovo frammento del patrimonio culturale conservato dall’Archivio di Stato di Modena. L’archivio e la biblioteca sono stati collocati in scaffalature in stile, disegnati dallo stesso prof. Valenti e donate dalle figlie con le carte e i libri. Il suo tavolo da lavoro è diventata la postazione destinata alla consultazione ed è stata realizzata anche la targa grazie al fondamentale contributo della nostra associazione con la quale è in corso una collaborazione consolidata negli anni. Nel 2019 in occasione delle celebrazioni per i 500 anni di Lucrezia Borgia, della quale l’Archivio di Stato di Modena conserva lettere e documenti anche di carattere personale, venne pubblicato il volume “I tesori di Lucrezia Borgia d’Este”, grazie al nostro finanziamento attraverso

Chi è Filippo Valenti

Nato a Modena il 24 dicembre 1919, dopo il liceo consegue la laurea in Lettere classiche e Filosofia all’Università di Bologna. Successivamente a una breve esperienza come insegnante, nel 1947, entra nell’Amministrazione degli Archivi. Assegnato a Bologna, è poi tra-

l’Art Bonus. Proprio i proventi derivanti dalla distribuzione del volume sono stati destinati alla realizzazione della targa. L’apertura dell’archivio fu preannunciata lo scorso 5 novembre presso il Teatro San Carlo in occasione della presentazione del volume Filippo Valenti. Un intellettuale in Archivio: le parole, le carte, i libri, edito dal Ministero della Cultura-Direzione generale Archivi, nella collana Pubblicazioni degli Archivi di Stato, il terzo volume dedicato dal Ministero a Valenti. Il lascito della sua docenza (sia all'Università che nella Scuola di Archivistica, Paleografia e Diplomatica annessa all'Archivio) è rappresentato dai suoi scritti e dalla folta schiera dei suoi allievi giunti ai vertici di istituti culturali.

Lo specchio di questo intenso fervore intellettuale è raffigurato dal suo archivio e dalla sua biblioteca, donati dai familiari all'Archivio di Stato di Modena, dando seguito alle volontà

espresse da Valenti, che così scriveva nel suo testamento olografo, dato il 26 giugno 2005: è mia volontà che, dopo la mia scomparsa … i miei scritti e manoscritti (compresi i carteggi) … - da considerarsi il mio personale archivio, insieme ai molti libri che certo i miei successori avranno considerato di non voler tenere, siano consegnati al Direttore pro tempore dell’Archivio di Stato di Modena, il quale dovrà tenere tutto unito (“tenere tutto unito” sottolineato nel testo originale) in uno scaffale … da considerarsi (e denominarsi in modo ostensibile) “Archivio e Biblioteca di Filippo Valenti”.

sferito a Modena, sede che dirige per quasi un ventennio (dal 1960 al 1979). All’attività in Archivio di Stato affianca diversi periodi come docente nelle Università di Modena e Bologna, oltre che presso la Scuola di Archivistica Paleografia e Diplomatica annessa all’Archivio di

Stato di Modena. È protagonista di importantissime iniziative culturali, sia di carattere locale che di rilevanza nazionale e internazionale. In quiescenza dai primi anni Ottanta, muore il 1 giugno 2007.

43 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 CULTURA

Investimento ecosostenibile: nuova

modalità per ricevere il

contributo della Nuova Sabatini

Dal 1° gennaio 2023 la Nuova Sabatini diventa anche “Green”: agli investimenti ecosostenibili un contributo in conto interessi del 3,575%

La Nuova Sabatini 2023 è anche “green”. Gli imprenditori che realizzano un investimento ecosostenibile hanno una nuova modalità per ricevere il contributo a fondo perduto della Nuova Sabatini. Si tratta della Nuova Sabatini Green, la modifica effettuata dal Mise inserita nella Legge di Bilancio 2023 e attiva dal primo gennaio di quest’anno. La prima novità riguarda le tempistiche: per terminare gli investimenti “green”, agevolati dalla Nuova Sabatini, l’impresa avrà a disposizione 18 mesi invece di 12. L’allungamento di sei mesi è previsto dall’art.1, comma 415 della manovra (legge n.197/2022) ed è ottenibile su finanziamenti stipulati dal 1° gennaio 2023.

L’altro importante aspetto riguarda le modalità di presentazione della domanda: mentre con la Nuova Sabatini l’invio doveva avvenire tramite Posta Elettronica Certificata, dal 1 gennaio 2023 sarà a disposizione delle imprese un portale appositamente dedicato alla misura.

Il contributo a fondo perduto pre-

visto dalla Nuova Sabatini Green è pari al 3,575%, in relazione a domande presentate a partire dal 1° gennaio di quest’anno.

Ma in quale caso si considera “green” un investimento? L’articolo 1, comma 227, della legge n. 160 del 2019 (legge di bilancio 2020) ha disposto l’attribuzione di una specifica dotazione finanziaria nell’ambito delle risorse destinate alla misura Nuova Sabatini per investimenti a basso impatto ambientale da parte di micro, piccole e medie imprese.

Nello specifico, si tratta di «investimenti green» correlati all’acquisto, o acquisizione nel caso di operazioni di leasing finanziario, di macchinari, impianti e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, a basso impatto ambientale, nell’ambito di programmi finalizzati a migliorare l’ecosostenibilità dei prodotti e dei processi produttivi. Per tali operazioni l’agevolazione è concessa alla PMI nella forma di un contributo in conto impianti il cui ammontare è determinato in misura pari al valore degli interessi

calcolati, in via convenzionale, su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento ad un tasso d’interesse annuo pari al 3,575 per cento. In attuazione della predetta norma, il decreto interministeriale 22 aprile 2022 prevede, ai fini del riconoscimento del contributo maggiorato, il possesso di un’idonea certificazione ambientale di processo oppure di un’idonea certificazione ambientale di prodotto. La Nuova Sabatini Green fornisce un’ulteriore possibilità alla misura precedente, che resta attiva e che prevede contributi per investimenti ordinari o 4.0.

La Nuova Sabatini: beni ordinari

Come già anticipato la misura Beni strumentali (“Nuova Sabatini”) è l’agevolazione messa a disposizione dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy con l’obiettivo di facilitare l’accesso al credito delle imprese e accrescere la competi-

45 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 SOSTENIBILITÀ

tività del sistema produttivo del Paese.

L’agevolazione sostiene gli investimenti per acquistare o acquisire in leasing macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo e hardware, nonché software e tecnologie digitali. Sono ammissibili tutte le spese per l’acquisto o l’acquisizione in leasing di macchinari, impianti, beni strumentali di impresa e attrezzature nuovi di fabbrica ad uso produttivo, nonché di hardware, software e tecnologie digitali, classificabili, nell’attivo dello stato patrimoniale, alle voci B.II.2, B.II.3 e B.II.4, dell’articolo 2424 del codice civile e destinati a strutture produttive già esistenti o da realizzare ovunque localizzate nel territorio nazionale. Non è ammissibile l’acquisto di beni che costituiscono mera sostituzione di beni esistenti.

Le spese, così come la stipula di un contratto di finanziamento sia bancario che in leasing, devono avvenire in seguito alla presentazione della domanda.

L’investimento minimo ritenuto ammissibile all’agevolazione: € 20.000,00.

La Nuova Sabatini: beni 4.0

Oltre ai beni ordinari, la Nuova Sabatini, come noto, prevede agevolazioni anche per i beni materiali e immateriali rientranti tra gli investimenti cosiddetti “industria 4.0” che possono beneficiare del contributo maggiorato del 30%, con un risultante tasso di interesse annuo del 3,575% (rispetto al 2,75% previsto per i beni ordinari).

Gli imprenditori che intendono realizzare investimenti su beni strumentali non green potranno continuare a usufruire della Nuova Sabatini beni ordinari e 4.0.

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46 Imprese & Territorio n° 01 - 2023
Federico Cantelli Referente Ufficio Bandi federico.cantelli@lapam.eu
893 111
SOSTENIBILITÀ

Nuova filiera a Carpi di trattamento e recupero del rifiuto tessile

Aimag si è aggiudicata un bando dedicato del PNRR. Abbiamo intervistato il Direttore generale, Davide De Battisti per capire in cosa consiste il progetto

Una notizia positiva per il distretto del tessile di Carpi.

AIMAG, la multiutility che opera sul territorio, ha ottenuto dai fondi PNRR, 12,3 milioni di euro per la realizzazione di due impianti per il trattamento e il riciclo di rifiuti. Di questi 4,8 milioni saranno destinati all’impianto “Carpi Textile HUB” che affiancherà gli impianti già in funzione a Fossoli e avrà il compito di avviare a recupero gli scarti tessili prodotti dalle imprese del distretto. Abbiamo raggiunto il direttore generale, l’ingegner Davide De Battisti, per farci illustrare le caratteristiche dell’impianto.

Direttore De Battisti, quali saranno le principali caratteristiche di questo impianto ed entro quando vedrà la luce il nuovo impianto?

«L’intervento proposto si sviluppa su più linee di trattamento del rifiuto tessile: in parte sarà dedicato al trattamento e recupero del materiale post-consumo quindi abiti usati e in parte finalizzato a trattamento e recupero del rifiuto tessile da post-produzione (o pre-consumo), cioè gli scarti tessili delle aziende produttive. Il nuovo impianto dovrà essere completato entro fine 2025 così da essere operativo a partire dal 2026».

Questo progetto risponde ad una

precisa richiesta delle imprese del distretto tessile, come intendete coinvolgere le imprese locali nel progetto?

«L’intervento integra la realizzazione dell’impianto con la creazione di una rete locale finalizzata all’ottimizzazione della filiera di raccolta/ logistica e riciclo/riutilizzo del rifiuto in un’ottica di simbiosi industriale. AIMAG intende infatti instaurare rapporti con le attività produttive locali al fine di impostare una corretta gestione degli scarti tessili, tramite la predisposizione di una raccolta dedicata, per avere materiale più idoneo all’ingresso in impianto, cercare collaborazioni con le imprese esercenti i servizi di raccolta nei bacini confinanti e creare una rete capillare di contatti per la vendita del materiale recuperato/riciclato. A rafforzare ulteriormente l’impostazione dell’iniziativa industriale, AIMAG prevede di investire in R&S, per rispondere in maniera sempre più adeguata a quanto il mercato del recupero dei tessili richiede e per aprire nuovi canali di riutilizzo di essi. Sono state avviate le interlocuzioni con i referenti del progetto Carpi Fashion System (Associazioni Imprenditoriali e Comune, Fondazione Cassa di Risparmio Carpi e DEMOCENTER), con la Regione Emilia-Romagna e con altri soggetti candidati a fare parte del network. Nei prossimi mesi verrà inoltre ap-

profondito il dialogo con le attività produttive per definire le azioni da intraprendere sulle imprese per poter migliorare la gestione e logistica degli scarti tessili in ingresso all’impianto e per creare un mercato locale per la MPS prodotta».

Gli “scarti” verranno così avviati a nuova vita, diventando materia prima seconda e anticipando – o meglio – andando incontro alla normativa “end of waste” di emanazione comunitaria… «AIMAG da molti anni lavora e gestisce le proprie attività secondo il paradigma dell’economia circolare, grazie ad una raccolta porta a porta dei rifiuti con risultati eccellenti nella differenziata e ad un parco impiantistico votato al trattamento, riciclo e recupero di materia, abbinato a soluzioni sempre più tecnologiche ed innovative. Nei nostri piani di sviluppo aziendale la crescita industriale, la sostenibilità e l’innovazione sono le tre leve fondamentali. Questa nuova realizzazione che abbiamo presentato - e che è stata accolta al contributo PNRR - conferma questa linea strategica che punta a migliorare la capacità di gestione efficiente e sostenibile dei rifiuti, realizzando una nuova filiera di trattamento e recupero del rifiuto tessile, intercettando un’esigenza importante per il contesto territoriale in cui operiamo».

47 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 SOSTENIBILITÀ

Corsi e Formazione organizzata da FORMart

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GESTIONE D’IMPRESA

I millennials in azienda

Obiettivo: la generazione del nuovo millennio, costituita dai nati tra i primi anni ’80 e il 2000, si colloca in un periodo di rapido cambiamento a livello scientifico e sociale e si caratterizza per una maggiore familiarità con la tecnologia e la comunicazione, in particolare quella digitale.

Le aziende si trovano a domandarsi come gestire e motivare questa generazione di collaboratori in modo che essa possa integrarsi efficacemente nei processi aziendali.

L’obiettivo generale si focalizza sul conoscere le leve della motivazione delle nuove generazioni, e su come gestire il rapporto intergenerazionale con persone di diversa età in azienda

Durata: 6 ore

Periodo: 6/02

Costo: 110,00€ (+IVA)

GESTIONE D’IMPRESA

Consulente automobilistico per agenzia pratiche auto

Obiettivo: preparati per superare con successo l’esame di consulente automobilistico per aprire un’agenzia di pratiche automobilistiche. Con l’esperto Stefano Giuli potrai apprendere tutte le conoscenze indispensabili per risolvere i 1000 quiz su circolazione stradale, trasporto merci, Pubblico Registro Automobilistico e regime tributario. Potrai esercitarti sull’esame finale in ogni lezione del corso.

Durata: 30 ore

Periodo: 02/02  07/03

Costo: 550,00€ (+IVA)

GESTIONE D’IMPRESA

Assistente di direzione

Obiettivo: Il corso intende sviluppare le abilità necessarie a intraprendere la carriera di assistente del manager / direttore: una professione estremamente richiesta e di grande attualità. La figura dell’Assistente di direzione è strategica e trasversale all’interno delle realtà aziendali: si occupa di gestire le agende e di pianificare le attività, fungendo da alter ego operativo del manager, e rappresenta spesso la figura di collegamento tra la direzione e i clienti esterni, e tra la direzione e le altre funzioni aziendali.

Durata: 42 ore

Periodo: 01/03  22/03

Costo: 470,00€ (+IVA)

IMPIANTISTI

Corso di tecniche frigorifere

Obiettivo: Preparati per superare con successo l’esame del patentino dei frigoristi: nel corso approfondirai anche in laboratorio le tecniche di corretta installazione e manutenzione dei sistemi frigoriferi, in vista della prova pratica. Le lezioni teoriche ti consentiranno di rispondere correttamente ai quesiti che riguardano le normative nazionali ed europee sui gas refrigeranti fluorurati: il materiale didattico è incluso nel corso

Durata: 12 ore

Periodo: 08/03  09/03

Costo: 270,00€ (+IVA)

WEB E MARKETING

Metti un SEO nel tuo motore

Obiettivo: avere una conoscenza di base sul funzionamento dei motori di ricerca e Conoscere le strategie e le attività per ottimizzare i contenuti del sito web in modo da essere più visibili.

Durata: 24 ore

Periodo: 07/02  23/02

Costo: 470,00€ (+IVA)

FORMart Modena Via Emilia Ovest 693/8, 41123 M info.modena@formart.it 059 336 9911 48 Imprese & Territorio n° 01 - 2023
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GESTIONE D’IMPRESA

Buste paga e contributi

Obiettivo: il corso è finalizzato a fornire gli strumenti applicativi necessari per l’elaborazione di una busta paga corretta, attraverso l’analisi delle singole voci retributive, rispettando tempi, modi e obblighi di legge. Al corso possono accedere sia operatori junior del settore, che principianti in materia.

Durata: 42 ore

Periodo: 31/01  11/04

Costo: 520,00€ (+IVA)

GESTIONE D’IMPRESA

Percorso formativo per titolari e preposti delle sale da gioco

Operazione Rif. PA 2019-18553/RER autorizzata con det 22460 in data 16/11/2022 dalla Regione Emilia-Romagna

Obiettivo: Il corso è dedicato a Titolari e Preposti delle Sale da Gioco e nasce per incrementare la sicurezza degli ambienti di gioco e diffondere la condotta del giocatore responsabile

Durata: 16 ore

Periodo: marzo

Costo: 220,00€ (no IVA)

MECCANICA

Solidworks: modellazione meccanica 3D

Obiettivo: conoscere le funzioni base del software; Realizzare un progetto meccanico con l’utilizzo di Solid Works; Gestire e progettare parti, assiemi e messe in tavola di componenti meccanici.

Durata: 42 ore

Periodo: 07/03  20/04

Costo: 390,00€ (+IVA)

BENESSERE Il massaggio Hot Stone

Obiettivo: dedicato a chi vuole ampliare la gamma di massaggi estetici offerti all’interno del proprio salone. Il percorso insegna la manualità tecnica del massaggio Hot Stone con l’utilizzo delle pietre, sviluppando una particolare sensibilità all’ascolto, al tocco e all’armonia dello stesso.

Durata: 12 ore

Periodo: 06/03  20/03

Costo: 210,00€ (+IVA)

BENESSERE Qualifica di acconciatore

Obiettivo: l’acconciatore è in grado di effettuare tagli ed acconciature dei capelli e della barba conformi alle caratteristiche d’aspetto ed alle specificità stilistiche richieste dal cliente, nonché trattamenti chimico-cosmetologici del capello rispondenti alle diverse peculiarità tricologiche, utilizzando prodotti cosmetici, tecnologie e strumenti in linea con le tendenze più innovative. In particolare è in grado di effettuare diagnosi tricologiche, taglio dei capelli, trattamenti chimico-cosmetologici dei capelli ed acconciature estetiche.

Durata: 1.800 ore

Periodo: 20/02

Costo: 5.500,00€ (no IVA)

WEB E MARKETING

Come costruire un sistema di acquisizione e sviluppo clienti con il web

Obiettivo: la competizione economica si sposta sempre più in territorio digitale. Per una piccola attività questo può rappresentare una seria minaccia così come un’opportunità di adattamento senza precedenti: dipende da quanto efficacemente e velocemente si sanno riconoscere le nuove regole del marketing, della comunicazione e della vendita, da come ci si mette in relazione con i propri pubblici, da quale strategia di mercato si è in grado di definire e da quanto si riescono a presidiare i nuovi canali digitali. Il corso passerà in rassegna i vari step tramite cui costruire un sistema di marketing digitale, arrivando a indicare come creare e gestire la propria presenza tramite il web, i social, gli e-commerce, le mail, e come sviluppare risultati attraverso questi strumenti.

Durata: 15 ore

Periodo: 06/03  13/03

Costo: 230,00€ (+IVA)

INFORMATICA

Excel - funzionalità avanzate per l’analisi dei dati

Obiettivo: padroneggiare le funzioni avanzate e potenti di MS Excel quale strumento di business intelligence, per monitorare, pianificare e valorizzare i dati aziendali.

Durata: 15 ore

Periodo: 15/03  17/04

Costo: 190,00€ (+IVA)

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FORMart Reggio Emilia
info.reggio@formart.it 0522 267 411 49 Imprese & Territorio n° 01 - 2023
Via Luigi Sani 7, 42121 RE

Fisco

Industria 4.0: i chiarimenti dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti sul credito di imposta per investimenti in beni strumentali nuovi “4.0” (art. 1, commi da 1051 a 1063, Legge n.178/2020 ed in particolare sul momento di effettuazione dell’investimento qualora i contratti prevedano che la prestazione del venditore non si esaurisca con il semplice trasferimento del bene mobile, ma comprenda anche una serie di attività ‘’ulteriori’’ (trasporto, assemblaggio, installazione, ecc.).

L’Amministrazione finanziaria precisa che il momento di effettuazione dell’investimento deve essere valutato secondo le regole previste dall’art 109 del Tuir; pertanto per quanto riguarda i beni mobili: l’investimento si considera effettuato alla data di consegna o spedizione del bene, ovvero, se diversa o successiva, alla data in cui si verifica l’effetto traslativo o costitutivo della proprietà o altro diritto reale; nel caso in cui dal contratto non sia possibile individuare esplicitamente la data di trasferimento della proprietà si dovrà valutare, caso per caso, se la volontà delle parti del contratto sia stata quella di privilegiare la consegna/spedizione del bene oppure il totale adempimento delle ulteriori prestazioni poste a carico del venditore.

In ogni caso l’Agenzia delle Entrate precisa che non si devono considerare eventuale clausole di riserva della proprietà previste dal contratto

Lavoro

Buoni benzina: confermata l’esenzione fino a 200 euro per il 2023

Anche per quest’anno il governo conferma l’esenzione fiscale e contributiva fino a 200 euro a lavoratore, per i datori di lavoro che intendono riconoscere buoni benzina o titoli equivalenti.

A stabilirlo è l’art. 1 del DL n. 5/2023. I buoni, per effetto dell’armonizzazione delle basi imponibili, non concorreranno nemmeno a formare reddito fini contributivi. Il valore dei 200 euro è da considerare aggiuntivo rispetto a quanto previsto dal comma 3, secondo periodo, dell’art. 51 del TUIR (258,23 euro). È opportuno pertanto che l’erogazione avvenga a parte con l’utilizzo di una voce paga ai sensi dell’art. 1 del DL.5/2023.

Il “bonus benzina” si rivolge unicamente ai lavoratori dipendenti, quindi sono esclusi dal beneficio fiscale e contributivo i collaboratori, gli autonomi occasionali, i tirocinanti e gli amministratori.

Considerato che la disposizione in esame è riferita al 2023, è bene ricordare che si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori corrisposti entro il 12 gennaio del periodo d’imposta successivo a quello a cui si riferiscono (secondo il principio di cassa allargato ndr.).

È anche possibile la sostituzione del premio di risultato con i buoni benzina, nel rispetto della normativa prevista. In particolare, attesa la temporaneità della disciplina in commento (limitata all’anno 2023), al fine di fruire delle disposizioni più favorevoli, si specifica che tali buoni, “sostitutivi” dei premi di risultato, devono essere erogati nell’anno in corso. Nel caso in cui il dipendente chieda l’erogazione dei premi di risultato in buoni benzina, il lavoratore avrà diritto all’esenzione da imposta sia per il paniere di beni e servizi offerti fino ad un valore di euro 258,23, sia per i predetti buoni benzina per un valore di euro 200. Resta fermo che, in caso di superamento di ognuno dei predetti limiti, ciascun importo, per l’intero, sarà soggetto al prelievo sostitutivo previsto per i premi di risultato.

Lavoro

Fondo di solidarietà bilaterale per l’artigianato: cosa prevede il nuovo regolamento

È stato approvato il nuovo regolamento del Fondo di Solidarietà Bilaterale dell’Artigianato, FSBA, in vigore dal 1° gennaio 2023. In questo articolo riportiamo le principali novità previste dall’accordo sottoscritto dalle parti sociali, rimandandovi alle nostre sedi per maggiori approfondimenti e dettagli. Tra le novità concordate dalle parti sociali, segnaliamo quelle relative alle prestazioni di sostegno al reddito erogate da FSBA in favore dei lavoratori dipendenti da imprese artigiane. Tra cui: l’assegno di integrazione salariale per causali ordinarie e straordinarie (AIS), per massimo 26 settimane nel biennio mobile, di cui possono beneficiare i lavoratori subordinati riferibili alle imprese vincolate a FSBA che hanno alle proprie dipendenze almeno un lavoratore e che occupano fino a 15 dipendenti; l’assegno di integrazione salariale per ragioni straordinarie (ACIGS), o per riorganizzazione aziendale per processi di transizione, per crisi aziendale, per contratto di solidarietà, di cui possono beneficiare i lavoratori subordinati delle imprese vincolate a FSBA che occupano più di 15 dipendenti.

Per quanto riguarda l’aliquota contributiva, dal 1° gennaio 2023, è pari a: 0,60%, per il finanziamento dell’AIS, dell’imponibile previdenziale per le imprese fino a 15 dipendenti; 1% (di cui 0,60% per il finanziamento dell’AIS e 0,40% per l’ACIGS) dell’imponibile previdenziale per le imprese che occupano più di 15 dipendenti.

Queste aliquote continueranno ad essere ripartite per ¾ a carico dell’impresa artigiana e per ¼ a carico dei lavoratori. Per quanto riguarda le imprese artigiane con più di 15 lavoratori e che presentano domanda di ACIGS, esse sono tenute al versamento di un contributo addizionale del 4% in relazione alle retribuzioni perse di cui all’art. 5 D.Lgs. 148/2015, interamente a loro carico.

50 Imprese & Territorio n° 01 - 2023
DEGLI ATTREZZI
&CASSETTA

Possono accedere alle prestazioni erogate da FSBA tutti i lavoratori dipendenti (anche part- time), che hanno un’anzianità aziendale di effettivo lavoro pari ad almeno 30 giorni. Sono compresi i lavoratori con contratto di apprendistato di qualsiasi tipologia e i lavoratori a domicilio, con esclusione dei: dirigenti, lavoratori cui trova applicazione il CCNL Edilizia artigianato, lavoratori/collaboratori atipici (ad esempio: co.co.co., tirocinanti ecc…).

Per avere accesso alle prestazioni FSBA l’impresa artigiana deve avere regolarità contributiva. Le imprese che non sono in regola con la contribuzione obbligatoria relativa agli anni 2019, 2020, 2021 potranno versare, in alternativa al corretto adempimento di quanto dovuto, il contributo una tantum pari a 100 euro per ciascuna posizione lavorativa dichiarata dal datore di lavoro, relativa a ciascuna annualità.

Bandi

Innovazione delle attività professionali

Regione Emilia Romagna ha emanato un bando dal valore di 5 milioni di euro, a favore delle attività libero professionali. Con questo bando la Regione intende sostenere i progetti di innovazione delle attività professionali, incentivandone il rafforzamento, la crescita e l’aggregazione. Possono presentare domanda tutti i liberi professionisti: iscritti a Ordini o Collegi professionali che operano in forma singola o aggregata (studi professionali anche iscritti al REA, STP, Società di ingegneria, soc. tra avvocati); non iscritti ad Ordini o collegi professionali, operanti in forma singola o associata (esclusa la forma di impresa), che svolgano prestazione d’opera intellettuale, di servizi e siano iscritti alla gestione separata INPS - Legge 335/95. L’agevolazione prevista dal presente bando, riguarda un massimo del 55% della spesa ammessa e per un importo non superiore a 60.000 euro. Nello specifico il contributo sarà calcolato: 35% max. della spesa ammissibile (+5% in caso di premialità); un ulteriore 15% della spesa ammissibile a copertura del costo per interessi da sostenersi per l’attivazione di un mutuo di almeno 4 anni.

Le domande per richiedere il contributo potranno essere presentate, dalle ore 10.00 del 7 marzo 2023 alle ore 13.00 del giorno 6 aprile 2023.

Bandi

Un bando a favore dell’imprenditoria femminile

Dal 5 dicembre la Regione Emilia-Romagna ha deliberato un bando a favore dell’imprenditoria femminile che intende promuovere sia lo sviluppo delle nuove imprese femminili che il consolidamento di quelle esistenti. L’aiuto prevede l’erogazione di contributi a fondo perduto a favore di piccole e medie imprese, compresi consorzi e società cooperative dislocati nel territorio dell’Emilia-Romagna, con lo scopo di favorire la crescita dell’iniziativa imprenditoriale femminile. In particolare, il bando si pone l’obiettivo di supportare le realtà che necessitano di ricorrere al mercato finanziario per effettuare gli investimenti in un periodo caratterizzato dall’inflazione.

Possono presentare domanda di contributo le piccole e medie imprese, a prevalente partecipazione femminile, in particolare: le imprese individuali in cui titolare sia una donna; le società di persone e le società cooperative il cui numero di socie rappresenti almeno il 60% di componenti la compagine sociale, indipendentemente dalle quote di capitale detenute; le società di capitali in cui le donne detengano almeno i due terzi delle quote di capitale e costituiscano almeno i due terzi del totale dei componenti dell’organo di amministrazione.

Gli interventi ammessi dal bando devono riguardare la crescita e il consolidamento dell’imprenditoria femminile. Tali interventi dovranno essere rivolti ad aumentare la competitività e la qualità delle imprese gestite da donne, ed evidenziare lo stretto legame tra le pari opportunità, il business aziendale e la qualità del lavoro. La misura massima prevista dal bando riguarda il 50% della spesa ammessa e per un importo, non superiore a 80.000 euro.

Le domande di contributo dovranno essere trasmesse alla Regione a partire dalle ore 10.00 del 24 febbraio 2023 alle ore 13.00 del giorno 28 marzo 2023.

51 Imprese & Territorio n° 01 - 2023 CASSETTA DEGLI ATTREZZI

IMPRESA,

IL VALORE CHE SI RINNOVA

Scegli il futuro con noi

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Da sempre, con le nostre imprese, sosteniamo l’economia e forti dei nostri valori, raccogliamo le sfide trasformandole in obiettivi per crescere, rinnovarci e rinnovare il nostro paese.

I cambiamenti corrono veloci e noi con loro.

Continuiamo a lavorare insieme e ad essere gli artefici del nostro futuro.

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