Imprese & Territorio - Luglio/Agosto 2018

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Modena - Reggio Emilia

NUMERO4 . LUGLIO/AGOSTO 2018

L’INTERVISTA AL PROF. MAGATTI

«CAMBIARE MODELLO PER GENERARE VALORE» DAL TERRITORIO

FORMAZIONE E NUOVO MODELLO DI RELAZIONI. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 4.0 È GIÀ QUI ASSEMBLEA CONFARTIGIANATO 2018

UN CONTRATTO IN SETTE PUNTI PER RILANCIARE IL PAESE

Fatturazione elettronica cosa cambia dal 1°gennaio Tutte le novità e le news sul nostro sito

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NOI IMPRESA - PERIODICO DI INFORMAZIONE DI LAPAM CONFARTIGIANATO IMPRESE N° 355 • N.7 - 2017 POSTE ITALIANE SPA • SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 • (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) • ART. 1, COMMA 1, DCB (MODENA C.P.O) • EURO 2


SOMMARIO TUTTI I CONTENUTI DI QUESTO NUMERO

5 EDITORIALE ALLA PROVA DEI FATTI

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DAL TERRITORIO

INDUSTRIA 4.0, ECCO LE LEVE PER NON PERDERE OCCUPATI

12

DAL TERRITORIO

LA NUOVA ‘RIVOLUZIONE’ INDUSTRIALE PASSA DA QUI

6 16 8 20 14 DAL TERRITORIO

GLI INCARICHI DEI PARLAMENTARI ELETTI SUL NOSTRO TERRITORIO

L’INTERVITSA

MAURO MAGATTI: «CAMBIARE MODELLO PER GENERARE VALORE»

DAL TERRITORIO

FORMAZIONE E NUOVO MODELLO DI RELAZIONI. LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE 4.0 È GIÀ QUI

ASSEMBLEA CONFARTIGIANATO 2018

UN CONTRATTO IN SETTE PUNTI PER RILANCIARE IL PAESE

INFOGRAFICA

REGGIO IN VETTA PER IMPRESE ARTIGIANE GIOVANILI, MODENA INSEGUE

Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg. Trib. di Modena n. 457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari, Alberto Belluzzi, Daniele Casolari, Fabio Ferrarini, Elena Baraldi - Hanno collaborato Marco Pignatti, Enzo Fanì, Carlo Alberto Medici, Stefano Gelmuzzi, Luca Bellei, Matteo Bautti, Nicola Boschetti, Alessandro Cei, Franco Rubbiani - Progetto grafico e impaginazione MediaMo - Fotografie MediaMo, Archivio Lapam - Stampa Golinelli SpA Per la pubblicità su Noi Impresa contatta MediaMo: info@mediamo.net - Tel 059.350.269 - Fax 059.347.326

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22 SPECIALE ELEZIONI

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DAL TERRITORIO

FATTURAZIONE ELETTRONICA, COSA CAMBIA DAL 1°GENNAIO 2019?

«BRETELLA E CISPADANA, IL CAMBIAMENTO PASSA DAI FATTI»

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36 MEDIA E COMUNICAZIONE

CREDITO

SE LA BANCA RIFIUTA IL CREDITO, DEVE SPIEGARE IL PERCHÉ

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MECCANICA

SESSANTATRÉ IMPRESE CON 20 INCONTRI CIASCUNA: IL MATCHING DAY 4.0 LAPAM È STATO UN SUCCESSO

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TURISMO

QUATTRO CORSI PER SOSTENERE LA FORMAZIONE DELLE IMPRESE DELL’APPENNINO

30 TERZO SETTORE

IL WELFARE HA BISOGNO DI RISPOSTE

32

GIARDINIERI BONUS VERDE, L’AGENZIA DELLE ENTRATE RISPONDE AI QUESITI

34

ALIMENTAZIONE LAPAM E LICOM IN VISITA A FICO

35 LEGNO E ARREDO

I SERRAMENTI IN CANTIERE, QUALI NOVITÀ PER IMPRESE E POSATORI

56 CORSI FORMART 3 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

FOTONOTIZIA ‘INDUSTRY X.0’: IL PRESIDENTE LAPAM LUPPI OSPITE DELL’EVENTO QN ALLA FLORIM

IL SETTORE DEGLI IMBALLAGGI È SEMPRE PIÙ SOSTENIBILE

38 BENZINAI

DISTRIBUTORI DI CARBURANTI: COSA CAMBIA CON LA FATTURAZIONE ELETTRONICA

40 SCUOLE

TRASMETTERE LA PASSIONE PER FARE FUTURO

42 IMPIANTISTI

STUFE A PELLET E CAMINETTI ALLA PROVA DEL CRITER

43 IMPIANTISTI

F-GAS: DPR BOCCIATO DAL CONSIGLIO DI STATO E RINVIATO AL MINISTERO

46 MODA

MENO OCCUPATI E IMPRESE. SERVE INTERVENIRE SULLA FILIERA PER SOSTENERE IL DISTRETTO

47 GIOVANI

MAKER FAIRE ROMA: TUTTO PRONTO PER LA 6° EDIZIONE

48 ENERGIA

ENERGIA E FISCO, IL PRIMATO DELLA TASSAZIONE ITALIANA

50 EXPORT USA

LE 3C DELLA COMUNICAZIONE INTELLIGENTE

52

EXPORT HOLA ANDALUCIA!

58 LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI



EDITORIALE CARLO ALBERTO ROSSI Segretario Generale Lapam Confartigianato

Alla prova dei fatti

I

l nuovo Governo si è insediato, dopo qualche mese un po’ turbolento, e proprio in queste settimane ha iniziato il suo lavoro. L’alleanza tra Movimento 5 Stelle e Lega, uscita dopo le elezioni e di conseguenza legata da quello che è stato definito un ‘contratto’ siglato tra i due partner di maggioranza, dovrà essere messa alla prova dei fatti. Per il momento la partenza ha avuto qualche luce e altre, forse inevitabili, ombre. Nell’intervento nel corso dell’assemblea nazionale di Confartigianato (di cui parliamo diffusamente in questo numero della rivista), i vice premier Matteo Salvini e Luigi Di Maio hanno messo al centro le ragioni della piccola e media impresa diffusa. Un segnale indubbiamente positivo per gli imprenditori italiani e, soprattutto, per quelli che vivono e lavorano sul nostro territorio. Il cosiddetto ‘Decreto Dignità’, però, non ha suscitato lo stesso entusiasmo perché, anche qui indubbiamente, non va nella direzione di sostenere l’occupazione e di supportare le piccole e medie imprese che sono ancora in mezzo al guado. Leggendo il decreto promosso dal ministero dello Sviluppo Economico (che,

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Carlo Alberto Rossi

al momento di andare in stampa, non è ancora approdato in Parlamento per gli auspicabili correttivi) si nota come proponga misure che inaspriscono il costo del lavoro a tempo determinato ma non alleviano il peso di quello a tempo indeterminato, mentre l’intervento sullo split payment è largamente deludente. Come ha fatto giustamente notare, tra gli altri, il nostro Presidente Gilberto Luppi, l’abolizione del cosiddetto ‘split payment’ per i soli professionisti è un brodino insipido. I soggetti che più di altri soffrono per mancanza di liquidità generata da questo sistema di versamento Iva, sono le imprese e su questo nel decreto non c’è una parola. Inoltre se si vuole favorire il tempo indeterminato occorre un serio piano di diminuzione del cuneo fiscale: non è certo appesantendo il costo del lavoro per il tempo determinato che si favorisce l’occupazione stabile. Insomma, è giusto dare al Governo il tempo per prendere le misure e intervenire ma, al tempo stesso, è opportuno fare attenzione affinchè, anche attraverso l’impegno del Parlamento, i provvedimenti assunti vadano realmente a favorire l’impresa diffusa.

EDITORIALE


L’INTERVISTA

Mauro Magatti: «Cambiare modello per generare valore» Il sociologo, editorialista del Corriere della Sera, analizza in profondità l’attuale momento storico. «O giochiamo la crisi in positivo o la stagnazione durerà a lungo»

P

rofessore, lei parla molto di generatività nei suoi interventi e nei suoi libri. Come si coniuga questo concetto con l’economia e l’impresa?

«L’idea di generatività ha a che fare originariamente con un movimento di tipo imprenditivo. Generare significa creare, far esistere, far crescere e l’imprenditore moderno esprime questa radice che poi è assai più ampia della sola attività economica. La prima idea da esprimere è che ciascuno di noi ha un potenziale imprenditoriale che si può esprimere in tanti modi differenti. La generatività ha a che fare con questa capacità di iniziativa delle persone».

Massimo Magatti

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Lei parla di generare, di creare, di intraprendere. Eppure ci troviamo a vivere un momento complesso, un vero cambiamento d’epoca. Al di là di una ripresa, più o meno contingente, come può essere affrontato questo nuovo paradigma economico e sociale? L’economia circolare, la sostenibilità, possono rappresentare una risposta efficace?

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L’INTERVISTA «Il vero problema è capire quali sono le ragioni profonde che hanno originato la crisi del 2008 e che è proseguita fino a portarci a quello che sta succedendo ora. Non si tratta di fare un discorso contrario ai consumi, che sono una componente fondamentale dell’economia e del nostro modo di essere e di vivere. Il problema è chiedersi, considerando il modello di sviluppo e il cambiamento dei profili demografici in atto, se sia realistico pensare che la crescita si crei ancora a partire dai consumi privati: questo è oggettivamente un elemento problematico oggi. Dalla sostenibilità non si può più prescindere: parlo di sostenibilità a livello economico, sociale, ambientale… E poi c’è anche un problema profondo che riguarda i beni, a cosa sono i beni che si producono. E’ un tema legato alla tecnologia e alla questione dell’avanzamento culturale che, come direbbe Max Weber, esprime l’avanzamento spirituale di una comunità. O siamo capaci di giocare in positivo questa crisi, andando oltre l’idea di consumi e finanza e rimettendo al centro l’elemento imprenditivo attraverso un modello di impresa che produca valore economico, ma anche culturale, ambientale, sociale (il chè significa riformare buona parte della nostra cultura) oppure la stagnazione attuale è destinata a continuare». Si parla molto di disintermediazione, ne ha scritto anche recentemente sul Corriere della Sera. Una disintermediazione tra leader e popolo che taglia fuori i cosiddetti corpi intermedi (in politica, in economia, nella società in genere). Quale deve e può essere, a suo avviso, il ruolo di questi corpi intermedi? C’è ancora spazio per un livello che lavori per costruire una rete? «Ci sono tanti aspetti contraddittori che convivono insieme in questo momento storico. Da una parte, come diceva, una spinta molto forte alla disintermediazione (soprattutto tramite la rete, con l’idea che questa possa sostituire tutto quello che c’era prima), dall’altra parte è evidentissimo che ci sono spinte molto forti a tornare a chiedere una intermediazione politica, una protezione che passi attraverso una politica che crei scansioni nei processi economici, finanziari, umani. I corpi intermedi sono dentro questo processo e, a mio avviso, hanno bisogno urgentemente di rinnovare il loro modo di stare nei processi sociali contemporanei, altrimenti saranno espulsi come accade ai

O siamo capaci di giocare in positivo questa crisi, andando oltre l’idea di consumi e finanza oppure la stagnazione attuale è destinata a continuare

corpi che non si trasformano). E’ necessaria una intermediazione che non distrugga valore e che non estragga risorse e valore per sostenere burocrazie o entità che erano pensate rispetto a un modello di organizzazione del secolo scorso. Sono, al contrario, molto importanti corpi intermedi che nel tessere le fila a livello territoriale (a partire da quello provinciale, venendo poi al nazionale e fino al continentale) siano in grado di fare quel lavoro di mediazione che consenta di raggiungere capacità di produrre valore e benessere, cosa che senza questa mediazione sarebbe impossibile. Per chiarire ulteriormente occorrono soggetti consapevoli che stanno in mezzo per migliorare la capacità di produzione di valore e che rendano quindi possibile accedere a livelli di benessere superiori. Questi devono diventare corpi intermedi plurali, che non alimentino sterili burocrazie: questo è un processo che ha le sue complessità». Il processo di digitalizzazione rappresenta un fenomeno inevitabile e che contribuisce a cambiare paradigma. A suo modo di vedere come va governato? Recentemente, incontrando l’assessore regionale Bianchi e Marco Bentivolgi della Fim Cisl, abbiamo parlato anche di un nuovo modello di formazione legato a questi cambiamenti. Come affrontare il futuro che avanza senza farsi travolgere? «La cosa importante da cogliere è che la digitalizzazione avanzerà inesorabilmente e sarà pervasiva, questo fenomeno è destinato a cambiare radicalmente le cose. Avrà un impatto realmente paragonabile a quello della rivoluzione industriale. Fondamentale, allora, è non guardare a questo fenomeno in maniera superficiale, la digitalizzazione cambierà davvero in profondità l’organizzazione del lavoro, il rapporto tra l’uomo e la macchina, tra il lavoro e la vita, la forma stessa delle nostre città. E’ un fenomeno che va preso sul serio e accompagnato, che produrrà effetti positivi e anche negativi: non si tratta di essere solo entusiasti o solo disfattisti. La digitalizzazione richiede uno sforzo intelligente di comprendere questa trasformazione e accompagnarla, anche introducendo forme regolative e modificando le forme della formazione che, ad esempio, non può che essere continua. Inoltre occorre introdurre nuove forme contrattuali e, anche, nuove forme societarie. La risposta a quanto accadrà non ce l’ha nessuno, l’importante è comprendere bene che in una società a forte base tecnologica e conoscitiva chi non si prepara e non capisce, chi non fa circolare idee, chi non studia, è destinato a diventare marginale».

Mauro Magatti insegna Sociologia presso l’Università Cattolica di Milano e da anni si occupa dei rapporti tra economia e società. Editorialista per Il Corriere della Sera e per Avvenire, oltre a numerosi articoli su riviste scientifiche italiane e straniere, ha scritto diversi libri. Tra questi ricordiamo ‘I nuovi ceti popolari. Chi ha preso il posto della classe operaia?’ (con Mario de Benedittis), ‘Libertà immaginaria. Le illusioni del capitalismo tecno-nichilista, La grande contrazione. I fallimenti della libertà e le vie del suo riscatto, Una nuova prosperità. Quattro vie per una crescita integrale’ (con Laura Gherardi), ‘Generativi di tutto il mondo unitevi! Manifesto per la società dei liberi’ (con Chiara Giaccardi) e ‘Cambio di paradigma. Uscire dalla crisi pensando il futuro’ che è uscito nel 2017.

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L’INTERVISTA


DAL TERRITORIO

Formazione e nuovo modello di relazioni. La rivoluzione industriale 4.0 è già qui Uno stimolante confronto tra Marco Bentivogli di Fim Cisl, l’assessore regionale Patrizio Bianchi e il presidente Adapt Emmanuele Massagli

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ormazione continua, anzi perpetua e pensata in modo diverso da oggi; relazioni industriali basate sul dialogo tra imprenditori e collaboratori e non sullo scontro; un territorio ‘intelligente’ come precondizione per il successo dell’impresa manifatturiera d’eccellenza. E, infine, la tecnologia vista non come ‘nemica’ ma come grande occasione per crescere in modo armonico. Si è par-

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lato del cosiddetto 4.0, la nuova rivoluzione industriale, nel convegno promosso dalla nostra associazione (in collaborazione con Cisl Emilia Centrale), martedì 19 giugno al Baluardo della Cittadella. E se ne è parlato con alcuni tra i massimi esperti in materia: il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli, tra i sindacalisti più in vista e più innovativi, Patrizio Bianchi, assessore a lavoro e formazione della Regione Emilia-Romagna che ha scritto il libro ‘4.0, la nuova rivoluzione industriale’, Emmanuele Massagli, presidente di Adapt, l’associazione fondata da Marco Biagi per gli studi sul diritto del lavoro e le relazioni industriali. Un parterre de roi che ha avuto come effetto quello di catalizzare l’attenzione dei numerosi presenti: imprenditori, sindacalisti, politici, persone interessate alla materia che non sono uscite deluse. Cominciamo dalle conclusioni del Presidente generale Lapam, Gilberto Luppi: “Andiamo a casa con la consapevolezza che ne sappiamo di più e che non si ferma il progresso. La sfida digitale la vinciamo se sappiamo dialogare e fare squadra, a partire dai nostri collaboratori che sono il vero valore delle nostre aziende. Alla politica diciamo che gli argomenti veri sono questi, che parlare di indu-

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DAL TERRITORIO

stria, di export è parlare del nostro futuro’. Riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’introduzione di Carlo Alberto Rossi che aveva posto il tema: “Quale impatto sta avendo la quarta rivoluzione industriale sul tessuto economico locale e come si sta muovendo Regione Emilia Romagna per accompagnare imprese e lavoratori nei nuovi paradigmi imposti da Industria 4.0? Da qui vogliamo partire, consapevoli che formazione e relazioni industriali sono centrali nel dibattito”. Bentivogli ha spiegato che “per l’industria bisogna fare politiche a lungo termine e capire che il lavoro sta cambiando. Piccoli lotti di produzione sartoriale cambiano la manifattura e quello che c’è attorno: gli ecosistemi intelligenti intorno alla fabbrica sono una precondizione. Se ho una fabbrica 4.0, ma una amministrazione 1.0, ad esempio, non va bene. La disoccupazione tecnologica è una fesseria, si perdono lavori e se ne costruiscono altri e la differenza non la fa il salario, ma un territorio attrattivo e qui in Emilia siete avvantaggiati rispetto al nostro Paese. E poi occorre puntare sulla formazione perpetua e sulla contrattazione di prossimità: il gap di competenza che abbiamo col nord Europa è il vero problema, ma nessuno ne parla perché questo non fa vincere le elezioni...’.

Partiamo dalla viabilità e dalle manutenzioni stradali che sono necessarie per accorciare le distanze

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Massagli ha approfondito: ‘È il territorio che determina la fortuna di una azienda. Sulla formazione occorrono ore in più e più qualità. La nostra scuola è una fabbrica del ‘900, non è la scuola per il 4.0. Alternanza scuola lavoro e apprendistato vanno letti in questa ottica’. Infine l’assessore Bianchi: ‘Dobbiamo riuscire a trattare la nostra conoscenza come industria. Anche le nostre amministrazioni, i nostri corpi intermedi, stanno facendo questa rivoluzione ma serve più coraggio. Occorre puntare sulla formazione (penso agli Its che devono essere rafforzati), massimizzare il valore aggiunto e promuovere grandi investimenti per fare dell’Emilia-Romagna l’hub europeo della ricerca applicata’.

Guarda le videointerviste ai protagonisti, visita il nostro canale YouTube

DAL TERRITORIO


DAL TERRITORIO

Industria 4.0, ecco le leve per non perdere occupati L’intervista al Segretario generale Lapam, in occasione del nostro evento dedicato a formazione e relazioni industriali nell’epoca di Industria 4.0

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iproponiamo qui l’intervista al Segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi, apparsa su la Gazzetta di Modena sabato 16 giugno in vista dell’evento “4.0 la nuova rivoluzione industriale”, organizzato dalla nostra associazione al Baluardo della Cittadella di Modena.

Segretario Rossi, qual è la chiave per lo sviluppo della manifattura? «Un nuovo modello di relazioni basato su esigenze comuni. Ci troviamo di fronte a un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro. Chi non innova perde occupazione, chi innova può crearne. Per sostenere la sfida di Industria 4.0 dobbiamo far leva su più punti. Uno di questi è quello delle relazioni sindacali e dall’implementazione della contrattazione territoriale per costruire percorsi di crescita rivolti ad imprese e lavoratori che credono ed investono in formazione e tecnologia». Le altre leve? «A livello nazionale la riconferma degli sgravi contenuti nel Piano Industria 4.0, a livello regionale l’attuazione del Piano Agenda Digitale nei tempi stabiliti da Regione Emilia-Romagna, cioè entro il 2020. In più, un investimento incrementale sulla formazione, partendo naturalmente dai più giovani». Con quale formula? «Attraverso una formazione adeguata, continua, specializzata... una formazione che faccia incontrare realmente i giovani e le imprese. Anche su questo fronte sono stati fatti passi avanti che

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vanno consolidati ma che richiedono aggiustamenti. Mi riferisco ad Alternanza scuola lavoro che va confermata dall’attuale governo, premiando le aziende disposte ad accogliere e formare gli studenti superiori con sgravi tangibili. Dobbiamo comprendere che oggi è necessario iniziare a lavorare formandosi e continuare a formarsi durante tutta la vita lavorativa. Occorre poi superare un preconcetto...» Quale sarebbe? «Quello radicato nell’opinione di chi vede l’impresa come luogo di conflitto piuttosto che di sviluppo e benessere comune. La sfida lanciata da Industria 4.0 non passa solo dall’innovazione tecnologica. Dobbiamo adottare modelli di relazione tra imprese, lavoratori e società civile di tipo partecipativo. L’impresa del futuro non è solo quella che rinnova il proprio parco macchine, bensì quella che sa offrire sviluppo alle persone e al territorio su cui opera». Come interpreta questo cambiamento la sua associazione? «Lapam sta affrontando questi temi su più livelli. Penso alla piattaforma di servizi digitali per le imprese chiamata “Digital Lapam” o al recente “Matching Day 4.0”, l’iniziativa con cui le imprese della meccanica, della meccatronica e dell’Ict locali hanno potuto scegliersi tra loro via internet e incontrarsi in una giornata di appuntamenti B2B. O ancora ai tanti momenti formativi e di confronto che stiamo portando avanti col mondo delle istituzioni, locali, regionali e nazionali, come il recente convegno degli imprenditori e dirigenti a Bardolino sul lago di Garda».

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Modena - Reggio

Emilia

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Modena - Reggio

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NUMERO 1 .

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NUMERO 8 . DICEMBRE 2017

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L’INTERVISTA

MARCO BENT IL SINDACATOIVOGLI: HA ROVINATO L’ITALIA?

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L’INTERVISTA DARIO DI VICO: ӻČ ÃÝ ĩÇ Ā KČK A A Čĩ{ĩ ¸ Ӽ

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A Modena e Reggio Emilia boom delle esporta per le micro zioni e piccole imprese

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L’economia diventa circolare

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NUMERO 3 . MAGGIO/GIUGNO 2018

PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO Imprese e istituzioni per la competitività del territorio

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ULTIMA DI COPERTINA


DAL TERRITORIO

La nuova ‘rivoluzione’ industriale passa da qui Intervista con il professor Patrizio Bianchi, economista e assessore alla formazione e lavoro della Regione Emilia-Romagna

P

rofessor Bianchi, nel suo ultimo saggio “4.0 La nuova rivoluzione industriale” (edito da “il Mulino”, 2018) accompagna il lettore attraverso le grandi trasformazioni scientifiche e tecnologiche che hanno preceduto la nostra epoca, spostando il focus di Industria 4.0 dalle tecnologie applicabili in azienda, al concetto di “organizzazione produttiva” del lavoro. Perché ha scelto questa prospettiva? La parola “rivoluzione” è molto impegnativa. Implica l’idea di uno stravolgimento completo, definitivo delle situazioni sociali esistenti. La parola “industriale”, del resto, attribuisce il cuore di questo cambiamento radicale all’organizzazione della produzione, quindi al motore stesso delle dinamiche sociali. Ripartire dalla grande rivoluzione inglese, che ha separato il medioevo dalla modernità, vuol dire ridare il senso della storia, dei grandi cicli storici che hanno plasmato questa modernità. Questa modernità ha al suo centro la capacità produttiva del lavoro, come scrisse Adam Smith all’alba di quella

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prima grande rivoluzione industriale, e quindi si ripropone ancora oggi l’evidenza che per capire il senso profondo di questa nuova grande ondata di cambiamento non basta guardare le macchine - i robot, la digitalizzazione - ma bisogna tornare al lavoro, alle persone, agli umani, a come queste nuove tecnologie, nel contesto di una nuova globalizzazione cambiano il lavoro, l’organizzazione della produzione e quindi come si realizza il valore aggiunto, come si distribuisce la ricchezza, ed infine come cambiano i rapporti di forza nella società, come mutano i diritti effettivi dei cittadini, quindi come si trasforma la democrazia reale di un paese. La radicale riorganizzazione dei processi produttivi, l›irruzione di tecnologie «disruptive» e l›emergere di nuovi bisogni personalizzati e a misura di consumatore, hanno trasformato il mercato e i nostri distretti industriali. Qual è il modello d›impresa che ne esce vincente? Esce vincente un’impresa che sa ascol-

tare i bisogni delle persone, dando risposte sempre più personalizzate e quindi offrendo non solo beni, ma soluzioni, servizi, risposte. Paradossalmente proprio i punti di forza dei nostri distretti si rilanciano oggi in un mercato globale in cui piccole nicchie possono diventare grandi mercati in cui le nostre imprese possono essere leader mondiali. È questa del resto l’esperienza delle nostre imprese che già oggi operano sul mercato mondiale avendo proprio nella capacità di interazione continua, nella coprogettazione con i loro clienti, il loro punto di forza. Le tecnologie diventano disruptive solo se non se ne coglie il valore strumentale e non si hanno propri obiettivi chiari da perseguire proprio con le migliori tecnologie disponibili al momento. La crisi economica ha incubato l’attuale rivoluzione industriale creando innovazione, lei cita a più riprese i giganti della Silicon Valley o i nuovi colossi della tecnologia asiatica. Ma ha anche spostato il baricentro dell’economia mondiale verso Oriente e inciso un solco profondo tra domanda e

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Patrizio Bianchi

offerta di lavoro. Cosa serve all’Italia (o forse all’Europa) per competere in questo scenario? La rivoluzione industriale è il risultato composto di globalizzazione e nuove tecnologie digitali, che determinano quindi anche le condizioni per nuovi rapporti di potere reale fra imprese, paesi, territori. Questi fenomeni si accompagnano ad un cambiamento sostanziale della vita collettiva che lascia emergere nuovi bisogni e quindi richiede nuove risposte. Questa globalizzazione è segnata dall’entrata di nuovi grandi player ed in particolare della Cina che entra attraendo imprese americane ed europee per il basso costi del lavoro, accumulando conoscenze e formando nuovi operatori che diventeranno cruciali in queste seconda fase in cui la stessa Cina investe massicciamente in ricerca ed alte competenze, divenendo presto leader anche nelle nuove tecnologie. Esempio ne è il confronto fra Ibm e Lenovo nella produzione di supercomputer. Ibm sposta prima la produzione dei propri personal computer in Cina, poi ne vende la licenza al suo subfornitore Lenovo che invece investe in ricerca e presto diviene l’unico competitore di Ibm sui grandi computer. Cosa devono fare l’Europa e l’Italia. L’Italia deve fare l’Italia, quindi il

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produttore di fascia alta, in cui la grande tecnologia si unisce alla puntuale capacità di dare risposte personalizzate ai bisogni di consumatori ed imprese di tutto il mondo. Investire sulle persone e sulle loro competenze deve essere la risposta europea ed investire in grandi strutture ad alta tecnologia utilizzabili anche dalle imprese più piccole, capaci di creare valore dando risposte mirate e coprogettate con i propri partner globali. Questa è del resto la risposta che le imprese di Modena e Reggio stanno dando in questa fase storica. A livello locale parla della necessità di rafforzare un «Ecosistema dinamico» che coinvolga istituzioni, scuole edimprese, nel processo di trasformazione imposto da Industria 4.0. In questo senso, da assessore al coordinamento delle politiche europee allo sviluppo, formazione e lavoro di Regione Emilia Romagna, quali obbiettivi ha raggiunto e quali vorrebbe conseguire prima di fine mandato? Ad inizio legislatura abbiamo elaborato insieme e sottoscritto con tutte le rappresentanze della società un Patto per il lavoro, che è l›atto di programmazione generale per lo sviluppo della regione nei successivi cinque anni. Un atto importante che ha permesso ad ognuno di ridefinire le proprie strategie di lungo periodo, abbassando l›incertezza ambientale. In questa prospettiva il Patto indicava come via per lo sviluppo il riposizionamento della intera struttura produttiva ed istituzionale regionale in un contesto europeo e globale attraverso un’azione di forte investimento sulle persone, le loro competenze, le loro conoscenze ed un altrettanto forte investimento in ricerca, sviluppo, diffusione di queste conoscenze, con l›obiettivo di consolidare un ecosistema in grado di essere il centro pensante di catene del valore globali. Abbiamo consolidato il rapporto fra università e centri di ricer-

ca, generando una solida base per uni sviluppo di imprese, anche di piccole e media dimensione, in grado di presentarsi come partner intelligenti e di proporre soluzioni operative anche ad imprese di più grande dimensione. Questa azione si è accompagnata con una vasta rete di relazioni istituzionali a livello europeo e mondiale, volte a creare un tessuto di fiducia e credibilità per la nostra regione, che diviene essenziale per lo sviluppo di lungo periodo di un sistema di imprese di alta qualità. Ultima domanda. Quale ruolo dovranno ritagliarsi le associazioni di rappresentanza e i corpi intermedi per contare ancora qualcosa nell›epoca digitale? Oggi più di ieri diviene fondamentale la capacità di «tenere insieme» i singoli in sistemi integrati. Il rischio che tutti noi viviamo in questa epoca digitale è la condizione di «solitudine iperconnessa», cioè quella condizione in cui siamo costantemente in relazione con tutti, ma in realtà legati a nessuno. Le nostre imprese, come i nostri cittadini, debbono sentirsi parte di una comunità, con cui condividere non solo servizi o interessi di breve periodo, ma valori ed obiettivi condivisi. I corpi intermedi, dati dalle associazioni di rappresentanza, dalle diverse forme aggregative della società, oggi servono a ridare voce e consistenza ad una società, altrimenti schiacciata dalla dittatura di internet, in cui rischia di crescere la deresponsabilizzazione. Oggi le associazioni di rappresentanza hanno il delicato e difficile compito di ridare visione unitaria a gruppi sociali che la globalizzazione ha frantumato in interessi e risultati diversi e particolaristici. «Tenere insieme» la società, rilanciando il valore del lavoro e della produzione diviene oggi un mandato essenziale per cogliere l›importanza delle nostre associazioni. A tutti buon lavoro per un futuro insieme.

DAL TERRITORIO


SPECIALE DAL TERRITORIO ELEZIONI

Gli incarichi dei parlamentari eletti sul nostro territorio Tre i sottosegretari. I 5 Stelle modenesi Ferraresi (Giustizia) e Dell’Orco (Infrastrutture) e il leghista genovese, ma eletto al Senato per l’Emilia, Siri (Infrastrutture)

S

ono 24 i parlamentari che, a vario titolo, sono stati eletti per rappresentare il territorio di Modena e Reggio Emilia o, per meglio dire, sono stati eletti (tra uninominale e plurinominale) per rappresentare l’Emilia. Di questi un buon numero sono anche modenesi e reggiani, mentre una quota non trascurabile è stata eletta in Emilia ma non è emiliana di residenza. Ecco un elenco completo di tutti questi, dalla A di Aimi alla Z di Zanichelli, con gli incarichi. Alcuni di Governo (con anche un sottosegretario che non è parlamentare), altri nelle commissioni con ruoli vari.

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SPECIALE DAL TERRITORIO ELEZIONI

COMMISSIONI SENATO

GOVERNO

Sono tre gli esponenti del territorio (per elezione o residenza) entrati nel Governo gialloverde formato da Movimento 5 Stelle e Lega. Si tratta di Vittorio Ferraresi, deputato 5 Stelle, che è alla Giustizia, del collega di partito (ma rimasto fuori dalla Camera dei deputati alle elezioni) Michele Dell’Orco sottosegretario alle Infrastrutture e di un altro sottosegretario alle Infrastrutture, il genovese Armando Siri della Lega che è stato eletto nel collegio plurinominale Emilia 02 (quello che andava da Piacenza a Modena) al Senato.

Anche qui iniziamo dal Movimento 5 Stelle. La carpigiana (ora residente a Correggio) Maria Laura Mantovani è segretaria della commissione Affari Costituzionali, mentre il modenese Gabriele Lanzi è in quella Industria, Commercio, Turismo. All’opposizione il modenese di Forza Italia Enrico Aimi, in commissione Affari Esteri ed Emigrazione. Poi la folta pattuglia del Partito Democratico. Il carpigiano Edoardo Patriarca, eletto nell’uninominale a Modena, è in commissione Lavoro e Previdenza Sociale, Vanna Iori, eletta nell’uninominale a Reggio Emilia, in quella Istruzione e Cultura. Matteo Richetti, spezzanese, è nella commissione Industria, Commercio e Turismo, la rodigina eletta nel collegio plurinominale Modena-Ferrara, Paola Boldrini è nella commissione Igiene e Sanità. Infine la vignolese che vive a Berlino Laura Garavini, eletta nella circoscrizione estero, è vice Presidente della commissione Difesa.

COMMISSIONI CAMERA

Tutti gli altri sono finiti nelle varie commissioni di Camera e Senato, alcuni con ruoli di rappresentanza. Iniziamo dalla Camera dei Deputati e dal gruppo del Movimento 5 Stelle, quello che nel Governo ha i numeri maggiori. Maria Edera Spadoni, reggiana alla seconda legislatura, è Vice presidente dell’ufficio di presidenza della Camera e nella commissione politiche dell’Unione Europea, Stefania Ascari, reggiana ma molto conosciuta anche a Modena, è in commissione Giustizia, il reggiano Davide Zanichelli è in commissione Finanze. Veniamo all’altro partito di Governo, la Lega. Gianluca Vinci, reggiano, è vice Presidente della commissione Affari Costituzionali, il modenese Guglielmo Golinelli è in commissione Agricoltura e il ferrarese, eletto nel collegio uninominale della Bassa modenese, Emanuele Cestari è in commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione. Infine Carlo Piastra, eletto nel collegio plurinominale della Camera, è in commissione Attività produttive, Commercio e Turismo. Veniamo all’opposizione e iniziamo dal Partito Democratico. Graziano Delrio, ex sindaco di Reggio Emilia, è capogruppo Pd alla Camera ed è in commissione Politiche dell’Unione Europea, Andrea Rossi, già sottosegretario in Regione Emilia Romagna, è ora in commissione Cultura, Scienza e Istruzione, Giuditta Pini (modenese ma eletta in Romagna) è agli Affari Sociali, la reggiana Antonella Incerti in commissione Agricoltura e Piero Fassino, torinese ma eletto nella circoscrizione Emilia 02 (quella di Modena e Reggio Emilia) è vice Presidente della commissione Affari Esteri e Comunitari. Passiamo a Forza Italia: Benedetta Fiorini, reggiana ma eletta nel collegio uninominale di Sassuolo, è segretaria della commissione Attività produttive, Commercio e Turismo. Infine Beatrice Lorenzin, eletta nel collegio uninominale di Modena e Carpi, è iscritta al gruppo Misto ed è in commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione.

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DAL TERRITORIO


ASSEMBLEA CONFARTIGIANATO 2018

Un contratto in sette punti per rilanciare il Paese È quello proposto al ministro del Lavoro e Sviluppo economico, Luigi Di Maio, dalla nostra organizzazione nazionale. Il riassunto della giornata

S

i è tenuta martedì 26 giugno alla Nuvola Convention Center di Roma, l’Assemblea 2018 di Confartigianato Imprese. All’evento, nato per incontrare i rappresentanti del Governo e del Parlamento, delle Istituzioni e delle forze economiche e sociali del Paese e per fare il punto sullo stato di salute della piccola impresa artigiana, che mai come quest’anno ha fatto registrare record importanti sul fronte del lavoro e dell’economia, ha preso parte una delegazione di Lapam Confartigianato Modena e Reggio Emilia “Riaffermiamo ancora e sempre l’importanza dell’apprendistato come principale canale di accesso al lavoro per i giovani – ha detto Giorgio Merletti, presidente nazionale di Confartigianato nella relazione annuale (leggi l’intervento completo di Giorgio Merletti, scarica l’allegato in fondo all’articolo) – Nel nostro Rapporto di ricerca abbiamo indicato il 2017 come l’anno dell’apprendistato. Infatti, le nuove assunzioni di giovani apprendisti sono state 273mila, in aumento del 20% rispetto al

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ASSEMBLEA CONFARTIGIANATO 2018

2016. I nostri piccoli imprenditori hanno reagito alla crisi con l’innovazione e con la ricerca di nuovi mercati – ha continuato Merletti dal palco dell’Assemblea 2018 – Nel 2017 proprio i settori con la maggiore concentrazione di artigiani e piccole imprese hanno realizzato la migliore performance di sempre nelle esportazioni: ben 124 miliardi di euro. Portano nel mondo il meglio del made in Italy, ma mantengono le radici ben salde in Italia. Diversamente da quel che succede con le multinazionali nostrane, che producono all’estero e poi “esportano” beni che chiamano made in Italy”.

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Risultati che le piccole imprese artigiane del Paese, in tutto 1.300.000 unità produttive, hanno raggiunto nonostante i tanti vizi di un Paese che ne limita la competitività. A cominciare dalla solita, tragica pressione fiscale, che per l’Ufficio studi di Confartigianato supera di 18,6 miliardi di euro la media europea. La via di fuga da questa palude fiscale è stata indicata dal Presidente Giorgio Merletti. “Resta tuttavia necessario fare alcuni interventi urgenti – ha denunciato Merletti – rendere possibile il riporto delle perdite per le imprese in contabilità semplificata per completare e rendere fruibile la tassazione per cassa; così come consentire la deducibilità totale dell’IMU sugli immobili strumentali. In relazione poi all’avvio della fatturazione elettronica, che chiediamo avvenga per tutti dal 1° gennaio 2019 evitando la partenza troppo frettolosa per alcune

categorie dal 1° luglio 2018, vanno ridotti adempimenti onerosi, a partire dallo split payment e dal reverse charge in edilizia”. Per non parlare dei ritardi di pagamento della pubblica amministrazione italiana, che ancora oggi rappresentano una vera e propria voragine nei bilanci di decine di migliaia di piccole imprese: 56 miliardi di euro. La compensazione diretta tra debiti e crediti, come proposto per l’ennesima volta da Confartigianato, dimezzerebbe in un colpo solo il debito dell’Italia nei confronti delle pmi. Un contratto in sette punti: la proposta di Confartigianato al governo

ASSEMBLEA CONFARTIGIANATO 2018


ASSEMBLEA CONFARTIGIANATO 2018

Prima di passare la parola al Ministro del Lavoro, delle Politiche sociali e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, il Presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti, ha proposto un contratto all’attuale Governo, guidato da Giuseppe Conte. Sette punti, semplici ed immediatamente applicabili: la modifica del Codice degli Appalti, la firma sul decreto delle nuove tariffe INAIL, la chiusura definitiva del disastroso SISTRI, la tutela della manifattura made in Italy, una tassazione reale per i giganti del web, la riduzione del costo dell’energia e la valorizzazione delle piccole imprese in ogni nuovo provvedimento introdotto in italiano, come da indicazioni europee.

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Un contratto che il Ministro Di Maio ha firmato e sottoscritto, confermandone la bontà in ogni singolo punto. “In questo contratto in sette punti vedo soltanto ottimi propositi – ha detto senza termini il titolare del Lavoro e dello Sviluppo economico – Dobbiamo soltanto metterci a lavoro insieme. Sono contento del fatto, che tra le altre, vengano citate due iniziative: in primo luogo, l’attuazione di alcune norme. Questo è molto importante perché noi potremmo già iniziare a lavorare insieme per attuare tutte quelle norme che reputiamo buone e che sono ferme nei cassetti dei ministeri, in attesa dei decreti attuativi. L’altro tema è quello legato ai big

player del web ed è strettamente legato alla concorrenza sleale che fanno alcuni marketplace. Un’iniziativa che nasce da un semplice concetto, che ci impone delle riflessioni sull’Europa e sul nostro ruolo nella Comunità. Se nell’Unione europea esistono i paradisi fiscali, la concorrenza sarà sempre sleale tra un paese e l’altro, tra alcuni prodotti e altri”, ha poi aggiunto il Vicepremier Luigi Di Maio dal palco dell’Assemblea di Confartigianato. Due passaggi centrali del discorso del Presidente Merletti, a difesa della produzione italiana di qualità e di un’equa tassazione in tutta Europa, che tuteli l’e-

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ASSEMBLEA CONFARTIGIANATO 2018

conomia reale e non le scorciatoie create dalla finanza internazionale. A cominciare dall’annuncio dell’imminente norma che contrasti le delocalizzazioni selvagge degli ultimi anni. Una norma che il Ministro Di Maio ha annunciato insieme alla conferma di Impresa 4.0. “Questa Impresa 4.0 non può funzionare senza l’apporto di strumenti fondamentali per il nostro sistema di istruzione e per la formazione dei nostri giovani. Quando incontro le piccole aziende che utilizzano i macchinari di Impresa 4.0 – ha ripreso Di Maio – Gli imprenditori mi dicono che il problema è reperire il personale che lavora con quei macchinari, perché se è vero che la questione è che quei macchinari hanno sostituto personale, è pur vero che ora abbiamo bisogno di collaboratori in grado di gestire queste nuove tecnologie produttive. Oggi, quegli imprenditori mi chiedono di rimettere in sesto gli istituti tecnici, che prima funzionavano e che oggi sono diventati la cenerento-

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la dell’istruzione italiana. Questo è un impegno che prendo con voi e di cui mi farò portavoce con il Ministro Bussetti. Nel decreto dignità che verrà emanato nei prossimi giorni – ha aggiunto Di Maio – c’è un’altra norma che valorizza molto la serietà del vostro lavoro e che riguarda le delocalizzazioni. Ogni forma di aiuto statale, parlo di ogni di tipo di soldi degli italiani, degli imprenditori e dei cittadini, che finisce nelle casse di un’azienda che poi delocalizza, va recuperata per intero, magari anche con l’applicazione degli interessi, o quell’azienda dall’Italia non si muove. Questa è una forma di tutela degli interessi degli italiani e di tutto il Paese”. All’Assemblea ha partecipato anche il Ministro dell’Interno, Matteo Salvini, che ha confermato la lotta alle importazioni selvagge che minano la qualità della produzione made in Italy. “Il grano canadese trattato in una certa maniera, il riso cambogiano che sfrutta il lavoro minorile, l’ipotesi dell’arrivo di carne agli ormoni dal

Sud America, piuttosto che le tonnellate di olio, di arance e di pomodoro tunisino e marocchino, mettono a rischio la salute – ha denunciato il Vicepremier Matteo Salvini- Ricordiamo che soltanto l’anno scorso esplose lo scandalo della carne adulterata brasiliana. Il nostro obiettivo è difendere il lavoro, la salute e il made in Italy. Un’altra battaglia che faremo, stavolta in sede ONU, è quella a difesa della dieta mediterranea, perché siamo all’assurdo che, per colpa delle multinazionali, si pensi che sia più dannosa la pasta della diet coke. C’è molto da fare per difendere un modo di vivere e un comparto che dà lavoro a milioni di persone, direttamente o indirettamente”.

ASSEMBLEA CONFARTIGIANATO 2018


IN COPERTINA

GIOVANI IMPRENDITORI UNDER 35 IMPRESE ARTIGIANE

2017 > 1.837-

2017 > 2.423 -229 RISPETTO ALLA FINE DEL 2016

-183 RISPETTO ALLA FINE DEL 2016

MODENA SECONDO POSTO IN REGIONE PER IMPRESE UNDER 35

REGGIO EMILIA PRIMA IN ITALIA PER IMPRESE UNDER 35

Reggio in vetta per imprese artigiane giovanili, Modena insegue L’edilizia (in calo) il settore con i numeri maggiori. A seguire servizi alla persona e manifatturiero, dove la provincia della Ghirlandina sorpassa i ‘cugini’

R

eggio Emilia è tra le provincie più ricche a livello di imprese artigiane giovanili, mentre Modena insegue a distanza. Lo rivela uno studio di Lapam Confartigianato che ha messo in correlazione il numero assoluto delle imprese a guida Under 35 (o con la maggioranza del pacchetto societario formato da giovani sotto i 35 anni di età) al numero assoluto delle imprese in generale (in questa classifica Reggio Emilia è prima nel Paese, mentre Modena è al 44° posto)

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e al numero delle imprese artigiane (e qui Reggio Emilia scala in settima posizione e Modena capitombola al posto numero 87). Infine Reggio è terza e Modena al 37° posto per incidenza sociale di imprese artigiane giovanili (in questo caso si prende come riferimento il numero di imprese Under 35 in rapporto al numero dei residenti che hanno meno di quell’età). Ma veniamo ai numeri della ricerca Confartigianato Lapam: in termini assoluti Reggio Emilia a fine 2017 fa registrare

2.423 imprese artigiane giovanili, con un calo robusto (-229 rispetto alla fine del 2016) ma comunque ai vertici del Paese; Modena a quota 1.837 con un calo di 183 ditte Under 35 tra fine 2016 e fine 2017. Se facciamo riferimento, appunto, alla vocazione all’imprenditoria artigiana Under 35, infatti, Reggio è prima in Italia come rapporto tra questa tipologia di imprese e la totalità delle attività iscritte in Camera di Commercio con un indice di 193 mentre in regione al secondo posto c’è

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IN COPERTINA

1.408 IMPRESE UNDER 35 (COMPARTO COSTRUZIONI)

342 IMPRESE UNDER 35 (SERVIZI ALLE PERSONE)

252 IMPRESE UNDER 35 (SERVIZI ALLE IMPRESE)

3° POSTO IN ITALIA

REGGIO EMILIA

810 IMPRESE UNDER 35 (COMPARTO COSTRUZIONI)

Modena molto distanziata (con indice 110 è al 44° posto). Guardando, infine, alle tipologie, si evidenzia come sia il comparto costruzioni a dare a Reggio il primato: è infatti questa la classifica in cui le imprese Under 35 reggiane sopravanzano le modenesi, che ‘vince’ in quasi tutte le altre classifiche. A Reggio sono 1.408 le imprese del comparto costruzioni (il 58,1% del totale provinciale, terzo posto come numero assoluto in Italia in questo settore) e a Modena 810 (44,1%)

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MODENA

409 IMPRESE UNDER 35 (SERVIZI ALLE PERSONE)

Nei servizi alla persona Modena è a 409 (22,3% del totale provinciale) e Reggio a 399 (16,5%); testa a testa nel manifatturiero con Modena avanti a 344 (18,7% del totale provinciale) e Reggio a 342 (14,1%); anche nei servizi alle imprese è quasi parità con Modena a 258 (14%) e Reggio a 252 (10,4% del totale provinciale). Le attività sono appena 22 a Reggio e 19 a Modena (lo 0,9% complessivo per entrambe le provincie). Interessante infine osservare nella ricerca Confartigianato Lapam, come però il

258 IMPRESE UNDER 35 (SERVIZI ALLE IMPRESE)

calo complessivo del numero di imprese artigiane giovanili a Reggio Emilia, come detto 229, sia interamente ascrivibile al comparto costruzioni che resta nettamente il settore più numeroso ma che, tra fine 2016 e fine 2017, ha perso ben 233 ditte artigiane Under 35, a Modena il calo delle costruzioni è minore (-132) ma comunque il più marcato a fronte del complessivo -183.

IN COPERTINA


SPECIALE IN COPERTINA ELEZIONI

• Controlli • Inoltro al canale di destinazione • Acquisizione dati • Restituzione esiti • Generazione hash

Fatturazione elettronica, cosa cambia dal 1°gennaio 2019? Come affrontare al meglio il nuovo adempimento in vista del suo debutto

L’

obbligo di fatturazione elettronica tra privati, già ribattezzata e-fattura, per tutte le operazioni di cessione di beni e servizi è stato introdotto dalla Legge di

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Bilancio 2018 ed entrerà a pieno regime a inizio 2019. Il provvedimento si è reso necessario per ridurre l’evasione fiscale del gettito Iva, per cui l’Italia primeggia nega-

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SPECIALE IN COPERTINA ELEZIONI

tivamente in Europa (secondo le recenti stime della Commissione Europea 35 miliardi su 150 evasi ogni anno in Unione Europea, provengono dal nostro Paese ndr.) ma anche per semplificare la burocrazia fiscale italiana e virare decisamente verso una completa digitalizzazione dei processi aziendali entro il 2020, così come fissato dagli obbiettivi europei. Una sfida su cui il Paese sta lavorando dal 2007 ma che ha ottenuto gli onori delle cronache solo in queste ultime settimane, con la profusione di articoli e provvedimenti urgenti atti a prorogare la scadenza ultima per l’adozione della e-fattura per quella categoria che per prima doveva utilizzarla, quella dei gestori dei distributori di carburante. Al di là dell’obbligo informatico, che affronteremo tra poco, l’introduzione della fatturazione elettronica porta con sé alcuni vantaggi che è bene evidenziare. Uno su tutti è quello emerso da una recente analisi condotta dalla School of Management del Politecnico di Milano, e più precisamente dall’Osservatorio fatturazione elettronica & e-commerce B2B, che ha rilevato un risparmio compreso tra i 5 e gli 8 euro per ogni fattura e tra i 25 e i 65 euro per ciascun ordine effettuato dall’impresa che abbia digitalizzato l’intero ciclo. Secondariamente l’adozione della fatturazione elettronica porta al superamento, come richiesto a gran voce da Lapam e Confartigianato, del cosiddetto Split Payment, ossia del meccanismo per cui è la PA a versare l’Iva nelle operazione con i fornitori privati. Infine migliora il rapporto tra contribuente e Fisco, che non potrà richiedere l’esibizione delle fatture perché già in suo possesso, e proseguendo nel solco di politiche atte a premiare l’affidabilità fiscale del cittadino e dell’impresa.

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Digitalizzazione, rimane alto il gap tra piccole e grandi imprese

Secondo lo studio del Politecnico citato sopra rimane però alto il divario che separa le micro e piccole imprese dai processi di digitalizzazione. Un fattore dovuto, secondo il campione analizzato dall’Università milanese, alla scarsa diffusione di competenze digitali nel personale deputato ad avviare percorsi innovativi e alle difficoltà di accesso a bandi e agevolazioni concesse da Regione e Governo (voucher digitalizzazione e Industria 4.0 su tutti). Un gap registrato anche dall’Ufficio Politiche Fiscali di Confartigianato che, nella figura del direttore Andrea Trevisani, ha auspicato: «massicce dosi di semplificazioni che accompagnino l’e-fattura».

Cosa deve fare l’impresa e cosa propone Lapam

Il nuovo adempimento, a cui Lapam dedicherà una serie di seminari formativi nelle prossime settimane, prevede alcuni passaggi necessari per le imprese. Cerchiamo di sintetizzarli. Il primo è dotarsi di un software con il quale generare le fatture

elettroniche in formato XML o, per chi già ne utilizzi uno, adeguarlo alle specifiche richieste contenute nell’adempimento. La nostra associazione può supportare le imprese, mettendo a disposizione gli applicativi necessari all’emissione delle fatture grazie alla piattaforma Digital Lapam. Il secondo passaggio è quello di individuare una modalità per la trasmissione delle fatture elettroniche al sistema di interscambio SDI, nonché al loro monitoraggio e all’archiviazione delle stesse. Grazie agli applicativi di fatturazione disponibili su Digital Lapam, i sistemi di invio e archiviazione delle fatture elettroniche (attive e passive ndr.), sono integrati in un unica piattaforma. Per le imprese che invece vogliono mantenere il proprio software di fatturazione elettronica, Digital Lapam può essere utilizzato per la sola fase di trasmissione delle fatture al sistema di interscambio SDI e per l’archiviazione e la consultazione delle stesse. Il terzo passaggio che consigliamo di effettuare è infine quello di dotarsi di un Codice Destinatario sul quale canalizzare le fatture elettroniche dei fornitori. Anche per questo aspetto la nostra associazione potrà supportarvi per attivare un canale SDI.

Da sapere

Sono 1,5 miliardi le fatture elettroniche scambiate in Italia nel 2017, sia tra imprese (B2B, 1,47 miliardi), sia verso la pubblica amministrazione (B2G, 30 milioni e tutte in digitale). Fatta salva la proroga per i benzinai, decisa dal governo, l’obbligo generalizzato tra privati produrrà a regime tra 1,8 e 2 miliardi di documenti digitali ogni anno. Lapam Confartigianato supporta le imprese del territorio tramite la sua piattaforma di servizi Digital Lapam, per maggiori informazioni: www.digitallapam.it

IN COPERTINA


DAL TERRITORIO

«Bretella e Cispadana, il cambiamento passa dai fatti» Il Presidente Luppi ribadisce le idee dell’associazione

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iamo stanchi, di rinvii, di ripensamenti, di riflessioni… La Bretella (dopo un’attesa ventennale!) è finanziata e manca solo il via ai lavori, per l’Autostrada Cispadana (dopo 14 anni di attesa!) l’iter è concluso. Se il Governo che è nato è quello del cambiamento, ebbene il cambiamento per queste opere consiste nel farle non nel rimetterle in discussione per l’ennesima volta”. Gilberto Luppi, Presidente Generale Lapam Confartigianato, fa sentire ancora una volta la voce degli imprenditori, soprattutto di quelli della manifattura dei distretti ceramico e biomedicale: “Non è nemmeno più necessario affermare i motivi per realizzare queste infrastrutture che sono indispensabili per mantenere e incrementare la crescita del nostro territorio. Gli imprenditori hanno scommesso e continuano a farlo sul proprio lavoro e sul saper fare dei modenesi e onestamente non meritano di essere ancora una volta penalizzati”. Luppi poi argomenta: “La Bretella è l’infrastruttura che servirà non solo il distretto ceramico più importante d’Europa, ma anche lo scalo merci di Marzaglia che altrimenti rischia seriamente di diventare una cattedrale nel deserto prima di entrare in funzione; la Cispadana andrà a colmare un ritardo infrastrutturale pesante in un luogo che ospita il distretto biomedicale più importante d’Europa (anche questo!) e ha saputo rialzarsi da un terremoto devastante. La domanda è semplice: esistono altri distretti di questa importanza così mal serviti sotto il profilo infrastrutturale?”. La conclusione del Presidente Lapam è tranchant: “Governo e Regione hanno il dovere di trovare una quadra e di farlo in fretta, la responsabilità politica della situazione (tra ritardi e omissioni) è di tutti ma le conseguenze ricadono sugli imprenditori e sui cittadini, ricadono sulla crescita di un intero territorio”.

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DAL TERRITORIO


CREDITO

Se la banca rifiuta il credito, deve spiegare il perché È quanto stabilito nel protocollo sottoscritto da ABI e associazioni datoriali.

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na decisione che pone l’Italia al primo posto in un’iniziativa voluta dall’Europa L’associazione Bancaria Italiana (Abi) ha sottoscritto con Confartigianato Imprese e altre associazioni di categoria un Protocollo d’Intesa sulle modalità che le banche aderenti devono seguire per dare riscontro alle Pmi nel merito delle motivazioni di una eventuale decisione di non accogliere la loro di finanziamento. L’iniziativa si inquadra nel progetto della costruzione di un mercato unico dei capitali in Europa e con la sottoscrizione del suddetto protocollo, l’Italia diviene

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il primo paese in cui si dà attuazione ai principi definiti lo scorso anno da Commissione europea, associazioni di rappresentanza del credito e imprenditoriali. Il protocollo stabilisce quindi le modalità che le banche aderenti devono seguire per dare riscontro alle piccole e medi imprese sulle motivazione di un eventuale decisione di non accoglimento della loro domanda di finanziamento. Su richiesta dell’impresa, la banca fornisce, entro trenta giorni, in forma scritta e in modo chiaro indicazioni utili all’impresa sulle possibili aree di miglioramento riguardo in particolare la struttura finan-

ziaria, la capacità reddituale, l’iniziativa imprenditoriale oggetto della richiesta di finanziamento, le garanzie prestate e/o gli elementi informativi messi a disposizione della banca per la sua valutazione. Nel Protocollo è inoltre fatta salva la possibilità per le banche di fornire un riscontro più dettagliato rispetto a quanto previsto, o secondo modalità più favorevoli per le imprese. A quel punto sarà anche più facile chiedere un supporto ai professionisti per ripresentare la domanda di richiesta di credito, o individuare – sempre con il supporto dei professionisti – strade alternative.

CREDITO


MECCANICA

Sessantatré imprese con 20 incontri ciascuna: il Matching Day 4.0 Lapam è stato un successo Oltre il 90% delle aziende presenti ha dichiarato di volere una seconda edizione nel 2019

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na scommessa vinta. È questa la sintesi del primo Matching Day organizzato da Lapam Confartigianato a Modena, mercoledì 6 giugno 2018. L’iniziativa nata per far dialogare uno dei comparti più performanti di regione Emilia Romagna, quello metalmeccanico, ha visto così la partecipazione di 63 imprese, provenienti anche da Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e addirittura dalla Slovenia, che in otto ore hanno fatto una ventina di incontri “one to one” ciascuna.

Per maggiori informazioni Livio Lazzari - Referente categoria Meccanica - livio.lazzari@lapam.eu - 059 893111 26 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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MECCANICA

«L’iniziativa – sottolinea il Segretario Generale Lapam Confartigianato, Carlo Alberto Rossi - è nata dalla collaborazione tra Lapam e Confartigianato Udine. Abbiamo accettato questa scommessa, quella di fare rete in modo moderno in favore delle imprese. La risposta è stata superiore alle aspettative: ci eravamo

dati come obiettivo quello di avere 40 imprese, il numero è stato abbondantemente superato e la presenza di attività provenienti da fuori regione è sicuramente significativo. Naturalmente la base maggiore è venuta da Modena e Reggio Emilia, che rappresentano un’eccellenza mondiale in questi comparti, e questo è confermato da chi, venendo da fuori, ha scelto di investire tempo per incontrare aziende del nostro territorio». Ciascuna impresa iscritta ha svolto in media 20 incontri da 20 minuti ciascuno nell’arco della giornata, incontri programmati la mattina e liberi nel corso del pomeriggio. In otto ore le imprese hanno riempito il tempo con una conoscenza man mano più approfondita di potenziali partner, fornitori o clienti. Una formula che sembra aver trovato anche l’apprezzamento dei partecipanti, a cui stato sottoposto un questionario di gradimento dopo l’evento. Su 56 imprese che hanno risposto, 51 (pari al 91% del totale) hanno dichiarato di voler partecipare ad una prossima edizione. «Matching Day 4.0 è stata un’opportunità che abbiamo voluto offrire alle imprese della Meccanica e dell’Ict – conclude Rossi -. Ora auspichiamo che gli incontri si trasformino in collaborazione e crescita reciproca».

L’export di prodotti dell’Emilia-Romagna rallenta nel 1° trimestre 2018 L’analisi, curata dal centro studi R&I di Carpi, denota un peggioramento rispetto al 2017 Nel 2017, le esportazioni di prodotti metalmeccanici dell’Emilia-Romagna hanno registrato, come a livello nazionale, una notevole accelerazione (+7,9% in regione e +6,3% a livello nazionale), mentre il 1° trimestre 2018 mostra segnali di rallentamento (+5,6% in regione e +3% a livello nazionale) rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. I comparti che nel 2017 hanno incrementato maggiormente le esportazioni sono la Metallurgia e quello Elettronico e dei dispositivi elettromedicali. Il comparto principale della metalmeccanica regionale, rappresentato dai Macchinari e apparecchiature, che sviluppa il 52,4% delle esportazioni meccaniche, ha registrato una crescita

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dell’export in linea con la media del settore. L’unico comparto che ha subito un calo delle esportazioni è quello denominato: “Altri mezzi di trasporto” (comprendente il motociclo). Nel 1° trimestre 2018, le esportazioni crescono in tutti i comparti, anche se generalmente a tassi inferiori rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Diversamente dalla maggioranza, i comparti che appaiono in accelerazione, rispetto al primo trimestre dello scorso anno, sono: Prodotti in metallo (comprensivo di numerosi prodotti intermedi realizzati dalle imprese di subfornitura) e Altri mezzi di trasporto. Quest’ultimo, come abbiamo detto, dopo un 2017 negativo.

Il confronto con la dinamica delle esportazioni italiane, evidenzia che la maggior parte dei comparti dell’industria metalmeccanica regionale hanno avuto performance migliori rispetto alla media nazionale. Sia nel 2017 sia nel 1° trimestre 2018, le esportazioni metalmeccaniche dell’Emilia-Romagna sono cresciute a tassi più elevati verso i paesi dell’UE 28 (nel 2017 +9,3% e nel 1° trimestre 2018 +6,5%), rispetto a quelli Extra UE (nel 2017 +6,5% e nel 1° trimestre 2018 +3,0%). Nel 1° trimestre 2018, il rallentamento della crescita delle esportazioni si registra in entrambe le aree, ma è verso i paesi Extra UE che si avverte maggiormente.

MECCANICA


TURISMO

Quattro corsi per sostenere la formazione delle imprese dell’Appennino Il resoconto dei temi affrontati nel ciclo di incontri pensato per le aziende turistiche della nostra montagna

Go social!

Lunedì 4 giugno, ore 14:30 Ufficio turistico del Comune di Fanano in Piazza Marconi 1 a Fanano Sia che si tratti di muovere i primi passi per avviare e gestire correttamente le pagine social Facebook e Instagram della propria attività sia che si lavori da anni su questo fronte, ci sono regole e prassi che debbono essere conosciute e seguite per rendere efficace la propria comunicazione. La prima è la coerenza: il contenuto del messaggio deve essere coerente con quella che è la storia e l’offerta dell’impresa. La seconda è la forma: i social per definizione sono strumenti di aggregazione e condivisione, e dunque il messaggio deve essere consono al pubblico, al contesto e al momento di pubblicazione. Terzo elemento fondamentale: la programmazione, passare dal mero caricamento di immagini e frasi alla pubblicazione di contenuti di qualità non è solo una questione di conoscere i software, quanto piuttosto essere consapevoli che ciò che si fa è un vero e proprio piano editoriale.

Accogliere e gestire il visitatore straniero

Lunedì 11 giugno, ore 14:30 Hotel Il Laghetto in Via Versurone 205 a Fiumalbo Accogliere un visitatore straniero non è un compito che può essere demandato a un consulente o a un linguista esperto. Le imprese del territorio sono il vero perno dell’accoglienza diffusa del territorio. Ecco dunque una serie di tecniche e di approcci che permettono di sviluppare quella cultura dell’accoglienza che è il vero valore aggiunto dell’esperienza di soggiorno di un turista straniero. Le frasi da imparare non sono così tante rispetto a quello che si immagina, ciò che cambia è l’orientamento al cliente con una cultura diversa dalla nostra.

Per maggiori informazioni Stefano Gelmuzzi - Referente sindacale Turismo Lapam - stefano.gelmuzzi@lapam.eu - 059 893111 28 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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TURISMO

Food cost

Martedì 19 giugno, ore 14:30 Lapam Pievepelago in Via Tamburù 7 Qual è il corretto mix di materia prima, lavorazione, servizio e ricarico che un’impresa della ristorazione deve mettere in ogni suo piatto? Il conteggio di costo va fatto per coperto o per menù? La ristorazione non è solo la trasformazione dei cibi, quanto un processo aziendale di approvvigionamento e scelte di posizionamento. Nel momento in cui un’azienda è in grado di focalizzare i tre processi di creazione di valore (approvvigionamento, lavorazione, servizio) e adottare semplici ma efficaci metodologie di food cost, si profilano con nitidezza i confini delle attività con cui si sviluppa il margine sul venduto. Non è un problema di matematica, ma di approccio: approccio metodico e limpido nella gestione del rapporto con i fornitori, con i propri collaboratori e con i propri clienti.

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La riclassificazione del bilancio e il controllo di gestione Lunedì 2 luglio, ore 14:30 Lapam Sestola in Piazza Passerini 1

Un seminario dedicato a comprendere le tecniche per effettuare una corretta analisi di bilancio. Dall’analisi dell’equilibrio finanziario e della qualità economica della gestione, all’estrapolazione e comprensione degli indici e indicatori di bilancio, per comprendere dove si forma la marginalità​e gestire in modo ottimale la liquidità dell’impresa.

TURISMO


TERZO SETTORE

Il Welfare ha bisogno di risposte Le problematiche legate alle persone non autosufficienti, emerse durante il convengo indetto da ANAP, e le proposte avanzate dall’associazione

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uale situazione vivono gli italiani non autosufficienti e le loro famiglie? È questa la domanda che ha animato il convegno/congresso organizzato da Anap, Donne Impresa, Lapam e Confartigianato Emilia Romagna, giovedì 7 giugno 2018 all’Hotel Posta di

Reggio Emilia. Un tema attuale a cui la politica - almeno quella nazionale - non sembra voler prestare la dovuta attenzione (fa eccezione la legge 328/00 ndr.), nonostante il preoccupante calo demografico certificato dall’Istat e l’aumento della popolazione over 65. «L’Italia è uno

dei paesi con i tassi di invecchiamento più alti in Europa e nel mondo - commenta Federico Razetti, ricercatore di Percorsi di Secondo Welfare, il centro studi diretto da Maurizio Ferrera e moderatore della serata - un dato dovuto all’allungamento della speranza di vita ma anche al calo demografico. Tutto questo determina un aumento delle persone anziane e quindi di non autosufficienti. A fronte di ciò, noi di Secondo Welfare registriamo una sostanziale inerzia da parte della politica e soprattutto uno sbilanciamento del sistema italiano sul lato dei trasferimenti. In particolare il grosso si basa sulla cosiddetta “indennità di accompagnamento” che offre una qualche forma di assistenza alle famiglie, le quali poi si trovano però ad affrontare da sole la cura e l’assistenza alle persone non autosufficienti attra-

Per maggiori informazioni Gianluca Levratti - Refente Terzo Settore Lapam - gianluca.levratti@lapam.eu - 059 893111 30 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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TERZO SETTORE

Le proposte verso forme di welfare “fai da te”, quindi con l’assunzione regolare o irregolare, di assistenti individuali, quelle che spesso vengono chiamate badanti, e che rischia di avere ripercussioni anche a livello macroeconomico. Registriamo infatti che a questo tipo di assistenza si dedicano soprattutto le donne e questo si riflette in tassi di partecipazione femminile al mercato del lavoro comparativamente molto più bassi che nel resto d’Europa». Una situazione che Carmelo Rigobello, consulente di Confartigianato nazionale, ha fotografato in una dettagliata analisi commentata dagli ospiti intervenuti nel dibbatito: Emilio Ricchetti, del Forum Famiglie di Reggio Emilia, Franca Campostella, di Confartigianato Donne Impresa Emilia Romagna e Mauro Dallapé, della Mutua Artieri di Trento.

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Proprio dall’analisi della situazione sono nate le proposte avanzate alle istituzioni locali e nazionali, presente il sindaco di Reggio Emilia e delegato ANCI, Luca Vecchi, e al mondo associativo, nella persona del vice presidente nazionale di Confartigianato, Marco Granelli. È così che il presidente regionale ANAP, Gian Lauro Rossi, confermato al termine dei lavori anche per il prossimo quadriennio, ha evidenziato la necessità di politiche a favore della natalità, e di un rinnovato impegno da parte di regione Emilia Romagna per “sostenere” le persone non autosufficienti a più di dieci anni dalla stipula del patto del 2007. «È indispensabile elaborare un progetto operativo, in sussidiarietà pubblico/privato, dipendenti/pensionati per un fondo ad hoc, di mutuo soccorso - ha affermato Rossi.Un patto per affrontare in modo strutturale la connessa problematica è cioè acquisire risorse di scopo, sostenere idee e progetti innovativi, garantire reti d’intervento, dalla domiciliarità alle strutture residenziali. È altresì necessario rivedere le diverse “strutture di assistenza” con l’obiettivo di dare servizi di qualità a costi sostenibili, rivedendo parametri, vincoli e regole di mercato. Diffondere a tutti i livelli dati per responsabilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno, in modo facile ma convincente, elaborare manifestazioni ad hoc, sostenere idee e progetti innovativi. Inserire “il tema” in un quadro generale di famiglia per poter affrontare l’oggi con una visione orientata al futuro».

TERZO SETTORE


GIARDINIERI

Bonus verde, l’Agenzia delle Entrate risponde ai quesiti Quattro punti per spiegare meglio come funziona la misura introdotta dalla Legge di Bilancio 2018

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iproponiamo di seguito le risposte fornite dall’Agenzia delle Entrate ai quesiti sul Bonus verde presentati in occasione del Forum organizzato da “Il Sole 24 Ore” lo scorso 24 maggio.

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Si chiede se l’agevolazione spetti nel caso in cui l’acquisto di alberi/piante/arbusti/cespugli/specie vegetali in genere, finalizzato all’intervento straordinario di “sistemazione a verde” venga effettuato con acquisto distinto e separato presso un soggetto fornitore diverso rispetto al soggetto che esegue la prestazione di “sistemazione a verde”. L’articolo 1, commi da 12 a 15, della legge 27 dicembre 2017, n. 205 (legge di bilancio 2018), ha previsto, per l’anno di imposta 2018, la possibilità di detrarre dall’imposta lorda, calcolata ai fini IRPEF, un importo pari al 36 per cento delle spese documentate, fino ad un ammontare complessivo non superiore a 5.000 euro per unità immobiliare ad uso abitativo, sostenute per la “sistemazione a verde” di aree scoperte private e condominiali di edifici esistenti, comprese le pertinenze, recinzioni, impianti di irrigazione, realizzazione di pozzi, coperture a verde e giardini pensili. Le spese di progettazione e manutenzione sono agevolabili se connesse

all’esecuzione degli interventi citati (cfr. comma 14 art. 1, legge di bilancio 2018). Sono, dunque, agevolabili le opere che si inseriscono in un intervento di sistemazione a verde dell’intero giardino o area interessata, consistente nella riqualificazione ex novo dell’area a verde o nel radicale rinnovamento dell’esistente e, pertanto, per fruire dell’agevolazione è necessario che l’intervento comprenda nel suo complesso anche le prestazioni necessarie alla sua realizzazione. Non sono, pertanto, agevolabili i lavori eseguiti in economia. Tale circostanza non esclude, tuttavia, che il contribuente possa rivolgersi a fornitori diversi per l’acquisto degli alberi/ piante/arbusti/cespugli/specie vegetali e per la realizzazione dell’intervento, fermo restando che l’agevolazione spetta a condizione, come detto, che l’intervento di riqualificazione dell’area verde sia complessivo e ricomprenda anche le prestazioni necessarie alla sua realizzazione.

Per maggiori informazioni Carlo Alberto Medici - Referente categoria Giardinieri - carloalberto.medici@lapam.eu - 059 893111 32 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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GIARDINIERI

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Si chiede se possono intendersi inclusi tra gli interventi straordinari di “sistemazione a verde” gli interventi di manutenzione straordinaria degli alberi/piante ad alto fusto (quali a titolo esemplificativo e non esaustivo la potatura, l’abbattimento, la piantagione), gli interventi di cura degli alberi monumentali inseriti nel catasto nazionale e la realizzazione di fioriere e allestimento a verde permanente di balconi e terrazzi. La norma agevolativa in esame è stata voluta dal legislatore al fine di migliorare la qualità ambientale soprattutto delle aree urbane costruite attraverso interventi finalizzati alla implementazione del verde sia pubblico che privato. In tale prospettiva, possono essere ricondotti nell’ambito applicativo della disposizione agevolativa anche gli interventi mirati al mantenimento del buono stato vegetativo e alla difesa fitosanitaria di alberi secolari o di esemplari arborei di notevole pregio paesaggistico, naturalistico, monumentale, storico e culturale salvaguardati ai sensi della legge 14 gennaio 2013, n. 10, recante “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”, la cui conservazione è strettamente collegata alla tutela del territorio e dell’ecosistema. Restano, invece, escluse dalla detrazione le spese di conservazione del verde esistente o relative alla manutenzione ordinaria annuale dei giardini preesistenti, non connesse ad un intervento innovativo o modificativo nei termini sopra indicati. Per quel che attiene invece alla realizzazione di fioriere e allestimento a verde permanente di balconi e terrazzi si ritiene che le stesse siano agevolabili se allestite in maniera permanente e sempreché si riferiscano ad un intervento innovativo.

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Si chiede se nel documento (fattura) attestante la spesa sostenuta per gli interventi ammessi all’agevolazione debba essere indicata una specifica dicitura per poter ricondurre l’intervento alla disposizione normativa dettata dai commi da 12 a 15 dell’articolo 1 della Legge di Bilancio 2018. Al fine di poter fruire della detrazione, nel documento di spesa non dovranno necessariamente essere indicati i riferimenti normativi fermo restando che a descrizione dell’intervento consenta di ricondurre la spesa sostenuta tra quelle agevolabili.

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Si chiede se vanno ricomprese tra le spese di progettazione e manutenzione connesse all’esecuzione di tali interventi anche le spese sostenute per la realizzazione del progetto ed, in particolare, riferite a indagini e stime approfondite relativamente al sito oggetto della progettazione come ad esempio a titolo esemplificativo e non esaustivo valutazioni microclimatiche e ambientali, analisi del terreno, indagini fitoiatriche e fitostatiche sulla vegetazione eventualmente presente, rese da tecnici, specialisti, etc. La norma agevolativa ammette alla detrazione anche le spese di progettazione connesse all’esecuzione degli interventi citati (cfr. comma 14, art. 1, legge di bilancio 2018) tra le quali si ritiene possano essere ricomprese anche quelle necessarie per indagini e stime del sito oggetto dell’intervento purché direttamente riconducibili all’intervento stesso.

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ALIMENTAZIONE

Lapam e Licom in visita a FICO Una delegazione di imprenditrici e imprenditori in visita al parco agroalimentare ideato da Eataly

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na delegazione di imprenditrici e imprenditori Licom e Lapam hanno fatto visita, giovedì 28 giugno, a FICO la fabbrica italiana contadina, voluta da Eataly World e realizzata all’interno dell’ex mercato ortofrutticolo di Bologna. Scopo della visita: capire quale modello di business adotta e quali opportunità offre alle piccole imprese il più grande parco agroalimentare del mondo. FICO - Eataly World è un gigantesco progetto nato dalla collaborazione tra diversi soggetti, in primis Comune di Bologna e Eataly World. Proprio dalla loro collaborazione è nata l’idea di trasformare i 100mila mq2 dell’ex CAAB, il centro agro alimentare di Bologna, in un parco a tema dedicato

alla filiera del cibo made in Italy. Oltre all’amministrazione locale e alla catena di distribuzione fondata da Oscar Farinetti, alla realizzazione del progetto contribuisce anche Coop Alleanza 3.0, per un investimento complessivo che, secondo i dati diffusi da “il Sole 24 Ore”, si aggira intorno ai 120 milioni di euro. Con un fatturato complessivo di 26 milioni di euro e un indotto che, secondo dati Nomisma diffusi dal quotidiano economico, si aggira attorno ai 13 milioni di euro, il progetto sembra aver convinto città ed associazioni di categoria. “All’interno di FICO operano 40 mini fabbriche e una cinquantina di punti ristoro, oltre a un centinaio di punti retail dei principali brand del made in Italy,

impiegando in tutto circa 750 persone - racconta Ornella Magnani, referente operatori FICO a Lapam - L’obbiettivo primo di questo parco è quello di offrire cultura sulla filiera del made in Italy agroalimentare, dalla realizzazione del prodotto alla sua degustazione, contando anche sull’apporto scientifico della Fondazione FICO”. Dalla sua inaugurazione, il 15 novembre scorso, FICO ha attirato circa 1,5 milioni di visitatori. Un’offerta che, a giudicare dai commenti su Tripadvisor e Goolge, sembra aver convinto il pubblico e alcuni influenti stakholders; non ultimo Lonely Planet che ha inserito Bologna e l’Emilia Romagna tra le mete da visitare nel 2018.

Per maggiori informazioni Daniele Casolari - Segretario Licom - daniele.casolari@lapam.eu - 059 893111 34 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

ALIMENTAZIONE


LEGNO E ARREDO

I serramenti in cantiere, quali novità per imprese e posatori Un seminario ha fatto il punto sulla normativa per aziende e professionisti del settore

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n seminario formativo dedicato ai serramentisti, è quello organizzato da Lapam venerdì 8 giugno in sede centrale a Modena. Durante l’incontro, destinato a chi progetta, costruisce, vende ed installa serramenti, sono stati trattati alcuni temi fondamentali per comprendere le normative che regolano il settore. Su tutti la Marcatura CE, la correlazione fra le Norme Europee e Decreti Nazionali (con particolare attenzione ai requisiti minimi richiesti), la ripartizione delle responsabilità in cantiere, le norme relative alla selezione dei serramenti per gli edifici, le norme relative ai requisiti di progettazione e la corretta posa.Si è poi trattato il tema dell’accettazione dei difetti ottico-visivi dei vetri e le principali criticità rilevabili in cantiere. Da ultimo, ma non meno importante, è stato affrontato il tema

relativo alle possibili sanzioni. «È stato un corso di aggiornamento indispensabile per approfondire alcuni argomenti che regolano quotidianamente la nostra attività - ha commentato Anselmo De Pietri, imprenditore e presidente della categoria Legno e Arredo Lapam - Soprattutto abbiamo fatto il punto, insieme agli imprenditori presenti, sul fronte della normativa europea. Come Confartigianato stiamo infatti lavorando per una rapida approvazione della suddivisione della responsabilità in cantiere tra imprese». L’incontro, che ha avuto una durata maggiore rispetto all’orario di chiusura previsto, ha visto la docenza del geometra Samuele Broglio, già presidente di Confartigianato Legno e componente di commissioni tecniche, nazionali ed europee, per la normazione di serramenti-oscuranti.

Per maggiori informazioni Alberto Belluzzi - Referente sindacale Legno Arredo Lapam - alberto.belluzzi@lapam.eu - 059 893111 35 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

LEGNO E ARREDO


MEDIA E COMUNICAZIONE

Il settore degli imballaggi è sempre più sostenibile A dirlo sono i numeri, commentati in questo articolo da Riccardo Cavicchioli, presidente Lapam Comunicazione

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l settore degli imballaggi in cartone ondulato (un comparto che anche sul nostro territorio è molto importante) cresce e diventa sempre più sostenibile. Lo dicono i dati di una indagine che confermano un quadro complessivo di crescita del fatturato: il 74% degli scatolifici rileva un aumento del fatturato rispetto all’anno precedente pari o superiore al 5%, mentre il 20% afferma di avere un volume stabile. La ripartizione del fatturato rispetto ai settori merceologici vede la riconferma sul podio del settore alimentare e delle bevande, che registra complessivamente un 52% (in crescita del 10% rispetto allo scorso anno). Segue l’industria automobilistica/meccanica con il 43% (+12%) mentre al terzo posto si posiziona l’industria dell’arredamento e mobili, che pesa per il 22% (in calo rispetto al 25% dello scorso anno).

Per maggiori informazioni Luca Bellei - Referente Media e Comunicazione Lapam - 059 893111 - luca.bellei@lapam.eu 36 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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MEDIA E COMUNICAZIONE

Ottimi segnali emergono dalla rilevazione delle certificazioni: cresce in modo netto la percentuale di aziende dotate di certificazioni della catena di custodia forestale (FSC e PEFC), che riguardano oggi il 36% (contro il 21% dello scorso anno); in crescita anche il numero di aziende con certificazione ISO 14001 (12%, contro l’8% della rilevazione precedente). Si conferma dunque un’attenzione crescente verso una produzione sempre più sostenibile e rispettosa dell’impatto ambientale. Tutto ciò all’interno di una filiera già molto virtuosa: il recupero di carta e cartone è pari all’88%, mentre il riciclo all’80% (fonte: Comieco). “L’andamento della categoria – sottolinea Riccardo Cavicchioli, presidente Lapam comunicazione e presidente nazio-

nale Acis (l’associazione che raggruppa gli scatolifici) – continua a rappresentare uno specchio dell’andamento economico dell’Italia. Testimonia, ad esempio, la buona salute del comparto degli alimentari e delle bevande, il principale utilizzatore di imballaggi in cartone ondulato in Italia. La crescita che il nostro comparto ha registrato è inoltre un importante indicatore della nostra forza di piccoli e medi imprenditori, che lottano ogni giorno in un’ottica di ottimismo e speranza per il futuro; sono particolarmente soddisfatto degli indicatori relativi alla sostenibilità e al rispetto ambientale: il nostro comparto è in una posizione privilegiata per raggiungere alti standard di economia circolare”.

fatturato +5% rispetto al 2017

1. Bevande 2. Industria automobilistica 3. Arredamento

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MEDIA E COMUNICAZIONE


BENZINAI

Distributori di carburanti: cosa cambia con la fatturazione elettronica Un utile guida per comprendere le novità introdotte dall’introduzione cosiddetta e-fattura

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a legge di bilancio per il 2018 ha introdotto l’obbligo di fatturazione elettronica, utilizzando il Sistema di Interscambio messo a disposizione dall’Agenzia delle entrate, per tutte le operazioni di cessione di beni e prestazione di servizi effettuate tra operatori residenti, stabiliti (e identificati) nel territorio dello Stato (fatturazione sia nei confronti di partite Iva che di privati). Inoltre, nella stessa legge di bilancio stabilisce che l’obbligo di fatturazione elettronica via SdI si attua per le cessioni di benzina e gasolio per motori e per le prestazioni rese da soggetti subappaltatori e subcontraenti della filiera delle imprese nel quadro di un contratto di appalto di lavori, servizi o forniture stipulato con un’amministrazione pubblica. Dal 1° gennaio 2019, grazie alla proroga decisa dal Governo, gli acquisti di carburante per autotrazione effettuati presso gli impianti stradali di distribuzione da parte di soggetti passivi dell’imposta sul valore aggiunto devono essere documentati con la fattura elettronica. Dalla stessa data è inoltre soppressa la scheda carburanti. Per maggiori informazioni si rimanda alla rubrica “Cassetta degli attrezzi” in fondo a questo numero.

Contratti di netting

Le cessioni di carburante che avvengono mediante contratti di netting non rientrano nel perimetro della fatturazione elettronica a cui sono obbligati i distributori di carburante. Rientrano nell’obbligo previsto per le “cessioni di benzina e di gasolio destinati ad essere utilizzati come carburanti per motori”. Il cessionario riceverà FE direttamente dalla compagnia petrolifera, il distributore emetterà FE nei confronti della compagnia petrolifera.

Buoni/carte che permettono il rifornimento presso più compagnie

Se dette carte permettono acquisti presso soggetti diver-

Fabrizio Zaino, Cecilia Franciosi

si dall’emittente ovvero più prodotti con aliquote differenti: all’atto dell’emissione della fuel card l’operazione è fuori campo IVA, quindi non va emessa nessuna FE. All’atto dell’utilizzo per acquisti di carburante va emessa FE dal distributore. Se la carta permette invece solo l’acquisto di carburante, va emessa FE all’atto dell’emissione della fuel card, nessun documento va emesso dal distributore al momento del rifornimento.

Pagamenti tracciabili

La stessa norma impone che per gli acquisti di carburanti fatti da imprese e lavoratori autonomi, oltre a dover essere documentati da FE, al fine di consentire la deduzione ai fini del reddito, nonché la detrazione dell’Iva, vige l’obbligo della tracciabilità dei pagamenti. Con il Provvedimento 4 aprile 2018 l’Ade ha precisato che la tracciabilità dei pagamenti riguarda solo l’acquisto di carburanti e lubrificanti per autotrazione. La tracciabilità è obbligatoria per detrarre l’IVA e per dedurre il costo limitatamente ad acquisti di carburanti e lubrificanti per autotrazione (autovetture, autocarri, trattori stradali, motoveicoli).

Per maggiori informazioni Stefano Gelmuzzi - Referente sindacale Licom - stefano.gelmuzzi@lapam.eu - 059 893111 38 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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BENZINAI Valide tutte le forme di pagamento ad esclusione del contante. Il provvedimento stabilisce che, ai fini sia della detraibilità Iva che della deducibilità della spesa, l’acquisto di carburanti e lubrificanti per autotrazione può essere effettuato con tutti i mezzi di pagamento oggi esistenti diversi dal denaro contante: bonifico bancario o postale, assegni, addebito diretto in conto corrente, oltre naturalmente alle carte di credito, al bancomat e alle carte prepagate. Nel versante politico, in questi ultimi giorni sono state ventilate ipotesi di modifiche normative tese a “disinnescare” la partenza repentina al 1° luglio per i benzinai, rendendo facoltativo l’uso della fattura elettronica e riesumando la scheda carburanti, rinviando il tutto al 1° gennaio 2019. La modifica necessiterebbe di un “veicolo” normativo con il carattere dell’urgenza (un decreto legge), da emanare al più tardi entro il 30 giugno.

Fegica: “La tutela dei gestori passa da regole chiare e semplificazione” Fatturazione elettronica ma non solo. Le novità per i gestori di pompe di benzina sono tante. Ne parliamo con Fabrizio Zaino, segretario nazionale Fegica Segretario Zaino, qual è lo stato dell’arte delle trattative tra gestori e compagnie petrolifere? «Le trattative proseguono con tutte le aziende, bisogna chiarire che ormai le aziende in Italia sono diminuite tra cessioni, la Esso è l’ultima che ha venduto tutti i suoi impianti a terzi soggetti, ma il nostro compito ovviamente continuiamo a portarlo avanti. Abbiamo alcuni accordi che sono scaduti ma siamo in trattativa per rinnovarli e abbiamo anche delle trattative con altri titolari, non ultimo i terzi che hanno acquistato gli impianti della Esso per rinnovare e condividere degli accordi economici con i gestori. Chiaro che non è semplice in questa fase, vista la situazione di mercato, ma riusciamo ad andare avanti e continuiamo con interventi di altri soggetti a trovare le soluzioni che speriamo portino nel breve tempo a degli accordi sottoscritti anche per il rinnovo di alcune intese già scadute».

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A che punto siamo invece sul contratto di commissione? «Sul contratto di commissione stiamo lavorando ormai da molto tempo. Una primo contratto era già stato stipulato con i titolari terzi e ora stiamo portando avanti un’intesa con le compagnie petrolifere e con l’Unione petrolifera. Siamo a buon punto, stiamo definendo alcuni aspetti ulteriori, ma la normativa stabilisce che devono esserci dei contratti alternativi e tutto il settore ha ritenuto che il contratto di commissione possa essere un sistema innovativo per trovare delle soluzioni che possano sistemare da una parte la nostra categoria e dall’altra gli operatori del settore». Quali sono stati i cambiamenti di scenario nella distribuzione di carburante sia livello complessivo che dei singoli distributori? «Ovviamente con la diminuzione delle aziende petrolifere, Tamoil che è stata acquisita dalla IP, la Esso che ha cedu-

to gli impianti, la Shell che ha ceduto a Q8, è una situazione di mercato particolarmente tesa e complessa, perché le fette di mercato indirizzate a terzi aumentano sempre di più. In più la fibrillazione dei prezzi, i forti sconti e la doppia modalità, stanno portando delle situazioni piuttosto complicate. Stiamo cercando di trovare anche qui delle soluzioni perché le intese con le aziende o con i terzi, sicuramente possono semplificare una situazione di prezzi e di concorrenza che al momento è al di fuori di qualsiasi controllo. Se poi calcoliamo anche quello che sta avvenendo con le verifiche della finanza con controlli di prodotto che ha provenienze particolari, questo sta creando ulteriormente dei problemi. Anche qui stiamo lavorando con la Guardia di Finanza e con i Ministeri per cercare di controllare i flussi di prodotti che circolano sul territorio italiano».

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SCUOLE

Trasmettere la passione per Fare Futuro Le testimonianze di tre imprenditori impegnati nelle scuole del territorio

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ontinua e si arricchisce il percorso di Fare Futuro, il progetto curato da Lapam Confartigianato per le scuole e gli studenti modenesi e reggiani. In questo articolo riportiamo le testimonianze di tre imprenditori, Damiano Pietri (ABC Bilance di Campogalliano), Serena Sternieri (interprete e libera professionista) e Riccardo Cavicchioli (Nuova Imballaggi Cavicchioli ed Energetica di Carpi) che durante l’anno scolastico 2017/2018 hanno portato la loro testimonianza a studenti e studentesse del territorio.

«Sinceramente considero questo mio impegno nei confronti delle scuole e degli studenti come un arricchimento personale e professionale. Un momento di confronto reale con le nuove generazioni, senza filtri. Certamente è anche una sfida, sia per me che per loro. Per me perché, nonostante sia un giovane imprenditore, mi rendo conto della distanza esperienziale e a volte valoriale, da questi giovani studenti. E anche per loro, ne sono sicuro, perché si confrontano con la realtà delle competenze tecniche e professionali dell’imprenditore, ma anche con le criticità quotidiane del fare impresa: i tempi, i clienti, le scadenze, l’innovazione continua. Tutto questo lavoro è molto apprezzato, lo dico con una certa dose di sicurezza; tutta

la nostra attività associativa verso scuole e università credo sia molto apprezzata. Non solo per la nostra reputazione e per la nostra fattiva disponibilità, ma anche per un altro fattore, che ritengo decisivo: il rispetto. Noi non confondiamo i ruoli, non imponiamo “verità” assolute o indimostrate. Noi ci proponiamo, come “agenti di sviluppo locale”, come soggetto attivo di una comunità sociale fatta di persone, di imprese, di scuole e di amministrazioni pubbliche. Disegniamo alcuni scenari di carattere economico, li colleghiamo al mercato del lavoro, accompagniamo la costruzione delle “skills” fondamentali e portiamo esperienze e testimonianze in aula: insomma, facciamo respirare l’aria dell’impresa e del lavoro.Ecco perché chiediamo

sempre la presenza in aula anche degli insegnanti. Perché parliamo a tutti, studenti e professori; e ascoltiamo tutti. Così il ciclo si chiude e...l’anno successivo ci richiamano sempre». Damiano Pietri è Amministratore Delegato di “A.B.C. Bilance S.r.l.” di Campogalliano e Presidente Nazionale dei Giovani Imprenditori Confartigianato. La sua collaborazione con #FareFuturo di Lapam riguarda le sessioni in italiano dei colloqui di selezione e lavoro e gli eventi di carattere convegnistico sulla costruzione delle skills professionali e sulle ricadu-

Per maggiori informazioni Elena Baraldi - Referente Scuole Lapam - elena.baraldi@lapam.eu - 059 893111 40 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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SCUOLE

te sul mercato del lavoro dell’innovazione tecnologica. «L’osservazione ravvicinata del mondo della scuola ha suscitato in me concrete riflessioni sulle future generazioni che timidamente, e con molti filtri, si affacciano su un mercato del lavoro sempre più “smart” e internazionale; ma, per certi versi, sempre meno comprensibile per loro. Gli studenti che affrontano una simulazione di colloquio di lavoro in lingua inglese vengono immersi in un contesto totalmente nuovo, che prende spunto da un tessuto economico locale e da esperienze lavorative reali e che, volutamente, mira a scardinare le loro certezze teoriche e, a volte, i loro pregiudizi. Così da indurli a porsi in una prospettiva critica di sè, che non considera solo ciò che sanno, ma sconfina anche in ciò che sono e come lo trasmettono. Un breve “pitstop” esperienziale che non pretende di insegnare niente a nessuno, ma puntualmente stimola riflessioni nuove e suscita molta attenzione nelle loro menti, giovani e ancora molto affamate di novità. Il resto del percorso rimane nelle mani del sistema scuola-famiglia-società che, a volte, di questi tempi rischia il corto circuito a contatto con gli strumenti social-mediatici. Da qui è nata l’idea di confronto e approfondimento sui “social media for job”: dove il fattore personale varca la so-

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glia dell’attività professionale e lavorativa. Nel mio ruolo di imprenditrice resta sicuramente un’esperienza illuminante. Un mio piccolo contributo a giovani e imprese locali, soprattutto a considerare l’inglese una “basic skill”: cosa ancora per niente scontata». Serena Sternieri, Laureata presso la Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori di Forlì (Università di Bologna), dal 2004 svolge la libera professione. Dopo gli impegni iniziali strettamente linguistici (traduzioni,interpretariato e formazione ) negli anni si è focalizzata sull’utilizzo delle lingue straniere come veicolo di comunicazione d’impresa e marketing per le PMI, in particolare dei settori eno-gastronomico, tessile metalmeccanico. La sua collaborazione con #FareFuturo di Lapam riguarda le sessioni in inglese dei colloqui di selezione e lavoro e dei “social media for job” presso Istituti Superiori e Università. «In generale penso sia anche nostro “dovere” dare un contributo, sia da imprenditori che da rappresentanti di una associazione di imprenditori, al sistema scolastico dei nostri territori, modenese e reggiano; cioè alla formazione attuale dei futuri nuovi lavoratori o im-

prenditori, anche di questo nostro Paese. In particolare poi durante questi anni di presenze ed esperienze dentro le scuole ho imparato a rivedere la mia opinione rispetto alla nuove generazioni; che spesso, mi sono reso conto, io stesso avvicinavo e valutavo per stereotipi. Infatti è proprio realizzando iniziative come queste nelle scuole che ci si rende conto che le aule sono piene di ragazzi che possono avere i “numeri “ per fare bene o molto bene nel mondo del lavoro. La Lapam, la nostra associazione e molti dei suoi dirigenti in prima persona, da sempre alimentano questa sensibilità; cioè quella di intercettare la passione e la propensione al fare impresa e all’imprenditorialità; che però va supportata anche con altri percorsi che non si fermino dentro gli istituti scolastici, ma che tentino di accompagnare l’ex studente a diventare imprenditore». Riccardo Cavicchioli è Socio ed Amministratore di “Nuova Imballaggi Cavicchioli s.r.l.” e Amministratore Delegato di “Energetica s.r.l.” a Carpi e Presidente delle Sede Lapam di Carpi. La sua collaborazione con #FareFuturo di Lapam riguarda le sessioni in italiano dei colloqui di selezione e lavoro presso gli Istituti Superiori.

SCUOLE


SPECIALE ELEZIONI IMPIANTISTI

Stufe a pellet e caminetti alla prova del Criter Cosa cambia per queste tipologie di impianti termici con l’introduzione del nuovo Regolamento Regionale?

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distanza di quasi un anno dall’entrata in vigore del Regolamento Regionale n.1/2017, con cui è stato introdotto l’obbligo di gestione telematica di libretti di impianto e rapporti di controllo di efficienza energetica degli impianti termici, continua l’attività di informazione e formazione su questo tema tutt’altro che “esaurito”. Il 14 maggio scorso, durante il seminario organizzato in collaborazione con lo storico marchio produttore di stufe a pellet e caminetti, Nordica, sono stati approfonditi gli aspetti di gestione del CRITER in presenza di questa specifica tipologia di impianti termici che, ricordiamo, prevedono la necessità di essere accatastati esclusivamente nel caso in cui siano fissi e la somma delle potenze degli apparecchi installati nella singola unità immobiliare sia maggiore o uguale a 5 kW. Sono l’attenzione al cliente è la volontà di assisterlo dalla A alla Z le ragioni che hanno portato all’organizzazione di questo momento di formazione dedicato; rivolto non solo a installatori e manutentori, ma anche alle attività di rivendita, che, seppur non direttamente impegnate nell’utilizzo del sistema informativo, rivestono certamente un ruolo molto importante a livello di informazione del cliente-cittadino. Il saper offrire, al di là del prodotto di qualità, anche una qualificata

assistenza tecnica, e in questo caso amministrativa, è ormai riconosciuto quale elemento di vantaggio commerciale imprescindibile. È stato ricordato come per questa tipologia di impianti termici alimentati a biomassa, sia a livello nazionale che regionale, non sono vigenti specifici parametri per il controllo dell’efficienza energetica e pertanto in CRITER non è prevista la trasmissione di RCEE con l’apposizione del “bollino calore”, ferma restando l’importanza degli interventi di manutenzione e di pulizia, in particolare delle canne fumarie. Su questo ultimo punto è stata anche ripresa l’importanza degli interventi da spazzacamino nella corretta gestione in efficienza di questi impianti e, più in generale, le previsioni della UNI 10683:2012 “Generatori di calore alimentati a legna o altri biocombustibili solidi. Verifica, installazione, controllo e manutenzione” valida per apparecchi di potenza termica nominale minore o uguale a 35 kW – che al punto 8.2 prevede che: “La manutenzione dell’impianto di riscaldamento o dell’apparecchio devono essere eseguiti con periodicità regolare e secondo il libretto di uso e manutenzione, nonché nel rispetto delle prescrizioni di legge e/o regolamenti locali. In assenza di tali indicazioni si applicano le periodicità indicate nel prospetto 13 a seconda della tipologia dell’impianto.

Per maggiori informazioni Letizia Budri - Referente Lapam categoria Impiantisti - letizia.budri@lapam.eu - 059 893111 42 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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IMPIANTISTI

F-gas: DPR bocciato dal Consiglio di Stato e rinviato al ministero

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ono numerose le riserve espresse nell’adunanza del 24 maggio scorso dal Consiglio di Stato sullo schema del nuovo DPR, di recepimento del Regolamento UE 517/2014, già approvato in via preliminare dal Consiglio dei Ministri dell’ex Governo Gentiloni, tanto da sospendere l’emissione del parere che avrebbe dovuto dare il via libera. Il CdS rileva innanzi tutto come, già le vigenti nome di recepimento del Regolamento UE 842/2006 , ovvero il DPR 43/2012 e il D.Lgs. 26/2013, fossero state emanate “con rilevantissimo ritardo”, auspicando ora la massima sollecitudine nell’emanazione del decreto e soprattutto del provvedimento che norma le sanzioni; in mancanza di quest’ultimo, infatti, l’effettività del nuovo DPR f-gas “sarebbe vanificata”, con ulteriore grave danno per le imprese virtuose, che in questi anni hanno applicato le norme e, seppur faticosamente, si sono piegate agli obblighi ci certificazione imposti. Ancora “La Sezione ritiene opportuno un approfondimento sugli aspetti relativi agli oneri che lo schema accolla alle imprese e ai cittadini, sotto il profilo della loro stretta consequenzialità rispetto a quanto prescritto dalla normativa comunitaria”, per verificare l’effettivo rispetto del divieto di gold plating, per cui uno stato membro non può introdurre elementi ulteriori rispetto a quanto definito dalla norma UE. Con la stessa logica la Commissione ha rilevato anche “l’opportunità di introdurre strumenti e procedure per il monitoraggio delle modalità con

cui il Regolamento viene attuato negli altri Stati membri, al fine di valutare la congruità della disciplina nazionale di attuazione ... in relazione all’esigenza di assicurare una condizione non deteriore alle imprese e ai privati italiani operanti nel settore” Valutata positivamente l’introduzione della Banca Dati per la gestione delle informazioni relative a vendita e impiego dei gas fluorurati, viene però chiesto conto delle modalità di quantificazione dei 29 milioni di euro all’anno di risparmi, che il Ministero ha previsto con la sua introduzione. Inevitabile ora la riapertura del confronto con il Ministero dell’Ambiente, rispetto al quale la richiesta delle imprese è quella di cogliere questa occasione per rimettere mano allo schema del decreto, riconsiderando l’applicazione della direttiva comunitaria in una logica di maggiore semplificazione e riduzione degli oneri sia amministrativi che economici, che gravano sugli operatori del settore.

Criter: A quando la promessa revisione del Rr.1/2017? Era prevista entro il mese di maggio ma (scriviamo questo articolo a fine giugno ndr.) la pubblicazione del “Regolamento Criter” revisionato sul BURER ancora non c’è stata. Dopo l’incontro pubblico, tenuto il 4 aprile scorso presso la sede provinciale di Lapam, alla presenza dell’architetto Stefano Stefani di Ervet, infatti, è stato pubblicato il solo parere di conformità (n.111 del 26/04)

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dell’Assemblea Legislativa sullo schema di modifica del Regolamento anticipato. Lapam, che nei mesi scorsi aveva promosso in più occasioni, presso la Regione, la necessità di un processo graduale e di accompagnamento, che consentisse a tutte le imprese di adeguarsi in tempi congrui, aveva accolto positivamente la formalizzazione della sospensione delle sanzioni per l’intero primo anno di vigenza del RR (decorso il

01/06/2018), e la previsioni di termini più ampi per la trasmissione dei rapporti di controllo (da 30 a 90 gg in assenza di condizioni di pericolo riscontrate) e per l’accatastamento degli impianti (con differimento del termine ultimo al 31/12/2019), ma questo ritardo nella pubblicazione sta producendo un clima di incertezza, che rischia di vanificare le pur positive previsioni riportate dalla revisione.

IMPIANTISTI


in collaborazione

Lunedì

21:00

30 luglio

con comune di Montefiorino

Piazza Teofilo Fontana, Montefiorino

presenta il suo ultimo libro

Dal mito

alla favola bella da Canaletto a Boldini Ospite di Lapam, il critico d’arte, politico e opinionista, presenterà il penultimo capitolo della sua personale storia dell’arte italiana. Un viaggio imperdibile alla riscoperta del nostro straordinario patrimonio artistico tra ‘700 e ‘900. riccardo.baroni@lapam.eu

0536 965606 www.lapam.eu

Ingresso libero Per la partecipazione è richiesta la compilazione del modulo di registrazione



MODA

Meno occupati e imprese. Serve intervenire sulla filiera per sostenere il distretto Il 12° Osservatorio sul tessile, realizzato dall’Istituto di ricerca R&I, fotografa la situazione del comparto carpigiano

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resentato lo scorso 13 giugno all’Auditorium della Biblioteca Loria di Carpi, il 12° Osservatorio del settore tessile abbigliamento nel distretto di Carpi, è una guida indispensabile per comprendere l’andamento e i trend che interessano le imprese di questa fetta d’Emilia votata alla Moda. Dall’analisi, condotta dal team di R&I guidato dalla dottoressa Daniela Bigarelli con il contributo della Regione, della Camera di Commercio di Modena, del Comune di Carpi e di Carpi Fashion System, emerge una fotografia fortemente contrastata. In particolare nel periodo preso in considerazione dallo studio, 2013-2017, tra le 783 imprese operanti nel distretto (erano oltre 1.200 nel 2008 ndr.) formato dai Comuni di Carpi, Cavezzo, Concordia, Novi e S. Possidonio ndr.) che dà occupazione a 5.412 addetti, si registra un ulteriore diminuzione delle imprese (-14,8%) e una flessione degli occupati (-6,8%), soprattutto in quelle di piccole dimensioni. “Le previsioni per

il 2018 - continua lo studio - indicano la prosecuzione e l’accelerazione di queste tendenze” dovute essenzialmente a una diminuzione significativa delle vendite sul mercato interno (-9,4% nel 20132017) e da una crescita delle esportazioni non particolarmente brillante (+4,4%) rispetto alla media nazionale. Nello studio si evidenzia come siano le imprese di subfornitura a essere maggiormente penalizzate da questa situazione, mentre le imprese finali di grandi dimensioni riescono a crescere e differenziare i propri mercati, pur avendo tuttavia un impatto limitato sul sistema produttivo locale. “Le imprese di subfornitura, come le imprese finali di micro e piccola dimensione - si legge - necessitano di azioni di valorizzazione e sostegno”. Ecco dunque un’esortazione forte alla valorizzazione dei prodotti 100% Made in Italy, alla formazione di tecnici e creativi da impiegare nel sistema locale e a un maggior sostegno all’export delle micro e piccole aziende.

È dunque indispensabile, conclude lo studio, promuovere il distretto e l’intero sistema produttivo locale, favorendo l’ampliamento dei mercati di sbocco anche per la subfornitura. “L’aumento delle differenze di performance fra le imprese del distretto richiede una varietà di interventi in grado di rispondere ai vari tipi di imprese”. Se infatti quelle di grandi dimensioni continuano a delocalizzare la produzione nei paesi esteri a basso costo, le imprese finali di piccole dimensioni non assicurano più quantità sufficienti di commesse alle subfornitrici che a loro volta sono costrette a trovare clienti altrove. Infine è indispensabile che istituzioni ed aziende lavorino sulle certificazioni di qualità, origine e tracciabilità e che si investa - dove possibile - sull’innovazione di prodotto e aggregazione di imprese. È insomma necessario attivare politiche inclusive per tutta la filiera del distretto carpigiano, prima che si perdano ulteriori posizioni.

Per maggiori informazioni Carlo Alberto Medici - Referente categoria Moda Lapam - carloalberto.medici@lapam.eu - 059 893111 46 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

MODA


GIOVANI

Maker Faire Roma: tutto pronto per la 6° edizione Appuntamento dal 12 al 14 ottobre 2018

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utto pronto per Maker Faire Roma. Giunto alla sua 6° edizione l’evento fieristico ha oggi un respiro internazionale e comunitario. Internazionale perché Maker Faire Roma è l’unico evento di questo tipo in Europa; comunitario perché in grado di coinvolgere un’intera community: quella dei makers. “Smanettoni” e artigiani digitali in grado di muoversi con disinvoltura tra le nuove tecnologie digitali e open source. Nata nel 2006 a San Mateo California grazie alla rivista “Make Magazine”, Maker Faire è oggi una «fiera itinerante” capace di organizzare oltre 150 eventi (tra cui quello romano) in giro per il mondo, attirando oltre un milione e mezzo di presenze. Numeri in continua crescita, l’edizione romana dell’anno passato ha registrato 110mila visitatori, che dimostrano il grande interesse attorno alla cosiddetta manifattura digitale. Ma se alle origini della fiera il maker espositore era lo

“smanettone” che associava ad un dispositivo analogico una tecnologia digitale per il puro gusto di riuscire a farlo, sono sempre di più le aziende che oggi decidono di prenotare uno spazio espositivo. Per intenderci, il centro dell’iniziativa rimane sempre il concetto del DIY Do-ItYourself (“fallo da solo” ndr.), ma le aziende non sono assolutamente escluse. Spesso si presentano con progetti in fase iniziale o spin off non ancora pronti alla dimensione industriale, ma con l’obiettivo di fare un primo test di mercato e ottenere un feedback fondamentale per l’intero sviluppo. Sono dunque le aziende, insieme a scuole ed università che partecipano con progetti costruiti durante i percorsi di studio, i principali espositori della fiera. Un’occasione di visibilità internazionale e di matching che richiama sempre più partecipanti e investitori. Proprio per questo Confartigianato partecipa con aziende da tutta Italia che sa-

ranno raccolte all’interno di un hub dedicato nella sezione “New Manufacturing”, offrendo uno spazio a quelle imprese associate meglio in grado di rappresentare il connubio tra il “saper fare” e le “tecnologie digitali” con particolare riferimento all’applicazione in ambito artigiano delle tecnologie di Impresa 4.0. Un’occasione per fare squadra e per raccogliere tutte le eccellenze dell’associazione che ha proprio a cuore l’artigianalità. L’appuntamento è dal 12 al 14 Ottobre presso la Fiera di Roma. Le aziende avranno quindi a disposizione tutta l’estate per perfezionare le invenzioni e stupirci durante la Maker Faire, con percorsi esperienziali dedicati a capire cosa ci attende.

Per maggiori informazioni Luca Bellei - Referente categoria Giovani Lapam - luca.bellei@lapam.eu - 059 893111 47 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

GIOVANI


ENERGIA

Energia e fisco, il primato della tassazione italiana La maggior incidenza delle imposte rispetto alla media UE vale 16 miliardi di euro. Il peso delle accise carburanti

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n Italia persiste uno divario di pressione fiscale con l’Unione europea che nel 2018 vale 2,4 punti di Pil e su questo differenziale fiscale pesa, eccome se pesa, una più elevata tassazione ener-

getica che, secondo gli ultimi dati resi disponibili da Eurostat, in Italia vale il 2,8% del Pil, di 0,9 punti superiore alla media europea e distante dall’1,9% della Francia, dall’1,8% del Regno Unito, dall’1,5% della

Germania e della Spagna. Le imprese esportatrici di casa nostra sono costrette a fare i salti mortali per restare competitive”. Gilberto Luppi, Presidente Lapam Confartigianato, commenta amaramente i

È ora di cambiare operatore dell’energia, dal 1° luglio 2019 addio al mercato tutelato Ancora 12 mesi separano gli utenti dalla fine del mercato calmierato. La proposta di Cenpi, il consorzio dell’energia che tutela impresa e privati, per evitare sorprese Sai che il mercato tutelato con i prezzi stabiliti dallo Stato cesserà? Hai già scelto il tuo fornitore di energia e gas? Hai le idee chiare su cosa succederà e su come affrontare il passaggio? Sai come scegliere tra 700 fornitori e tra migliaia di offerte? Molti utenti ancora non sanno o ne sono scarsamente informati, ma il 1° luglio 2019 sarà una data cruciale per le forniture di luce e gas. Infatti per completare il passaggio dal mercato tutelato al mercato libero, sparirà la maggior tutela, cioè la tariffa con i prezzi calmierati dallo Stato. In altre parole, tutti gli utenti saranno costretti, se ancora non l’hanno fatto, a trovare la proposta più adeguata alle loro esigenze tra i diversi fornitori, con tutte le incertezze del caso legate a prezzi, durata dei contratti ed eventuali bonus promozionali. Il 1° luglio 2019 apparentemente è una data lontana. In realtà per le famiglie e le imprese italiane è molto più vicina di quanto sembri. Per una transizione semplice e senza pensieri affidati a chi ha nel proprio DNA la tutela delle imprese e delle famiglie da 70 anni. Con CEnPI di Confartigianato fai la scelta giusta per l’energia e il gas. Attraverso l’aggregazione dei consumi di più di 25.000 imprese e famiglie riusciamo a trattare con i maggiori fornitori di energia e gas ottenendo i migliori prezzi di mercato.

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ENERGIA dati sui costi del carburante. In valore assoluto il tax spread sull’energia vale quasi 16 miliardi (15.967 milioni di euro) di maggiore prelievo sui contribuenti italiani. La posta più rilevante del prelievo fiscale è rappresentata dalle accise sui carburanti che, secondo i conti dell’Istat, nel 2017 registrano un gettito di 26.098 milioni di euro, con un aumento su base annua dell’1,6% a fronte della stagnazione nel biennio 2015-2016 e un calo nel biennio 2013-2014. L’Italia, secondo la rilevazione di fine maggio 2018, è il primo Paese tra i 28 della Ue per accisa sui carburanti; di conseguenza è al primo posto in Europa per costo dei carburanti pagato dalle imprese che in media, al netto dell’Iva, è pari a 1.294,2 euro/1000 litri. Nello specifico le

accise sulla benzina ammontano a 728,4 euro/1000 litri e quelle sul gasolio a 617,4 euro/1000 litri; per entrambe le tipologie di carburanti l’Italia è al 2° posto tra i 28 Paesi dell’Unione Europea per livello assoluto delle accise. Al netto della tassazione, il costo medio dei carburanti nel nostro Paese si allinea maggiormente alla media Ue (+1,4%, con Italia al 14° posto nel ranking Ue). “In conclusione ecco due considerazioni sugli interventi di politica economica che influiranno sul quadro della tassazione energetica – riprende il presidente Lapam -. Nel ‘Contratto’ definito dalle forze politiche che sostengono il nuovo Governo viene esplicitata l’intenzione di disattivare le clausole di salvaguardia evitando un aumento dell’Iva che sui carburanti pese-

rebbe per 817 milioni di euro di maggiore prelievo. Inoltre il documento preannuncia un intervento per ‘eliminare le componenti anacronistiche delle accise sulla benzina’. Ci auguriamo che questo intervento sia messo in atto al più presto. A tal proposito - insiste Luppi - ricordo che il 58% delle accise sulla benzina è ascrivibile a componenti legate ad eventi straordinari: la guerra di Etiopia del 1935, quella in Libano del 1983, la missione delle Nazioni Unite in Bosnia del 1996 e la crisi di Suez del 1956. Senza dimenticare i terremoti del Belice del 1968, del Friuli del 1976 e dell’Irpinia del 1980. E, ancora, il disastro del Vajont del 1963 e l’alluvione di Firenze del 1966. Insomma – chiude il presidente Lapam – non sarebbe ora di abbassarle queste benedette accise?”.

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DOPO IL VOTO


EXPORT USA

Le 3c della comunicazione intelligente Come comunicare e vendere negli Stati Uniti nella nuova era della privacy. L’approfondimento di Export USA

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on l’avvento del General Data Protection Regulation, la legge sul trattamento e la libera circolazione dei dati personali in vigore dal 25 maggio 2018, le società europee come quelle americane che gestiscono dati personali dei clienti in Europa hanno rivisto le proprie strategie di comunicazione per aumentare la trasparenza e preservare la privacy dei clienti. In questo contesto ExportUSA offre un vademecum sulle 3C della comunicazione efficace, per ricordare alle aziende italiane, da chi gestisce budget promozionali milionari a chi limita i propri sforzi a una pagina Facebook, come rimanere attuali comunicando verso gli americani e occupandone fette sempre più grandi di attenzione e portafoglio.

Per maggiori informazioni Matteo Bautti - Ufficio Mercati Esteri Lapam - Tel. 059 893 111 - matteo.bautti@lapam.eu 50 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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EXPORT USA Contenuto

Ogni 60 secondi Internet registra globalmente l’invio di 150,000 email, 3,3 milioni di post su Facebook, 29 milioni di messaggi su Whatsapp e 3,8 milioni di ricerche su Google. Viviamo nell’era della iper-stimolazione, non abbiamo tempo da perdere, tutto ciò che vediamo e leggiamo deve interessarci, migliorare la nostra giornata, farci imparare qualcosa o divertirci. Il contenuto è la parte fondamentale di ogni messaggio, deve essere aggiornato, rilevante e soprattutto deve portare utilità ai clienti. In generale i contenuti che pubblicate dovrebbero fare due cose:

· Convertire: trasformare il visitatore/lettore in cliente

·

pagante, proponendo soluzioni, offerte specifiche, valore aggiunto che vi eleva sopra la concorrenza. Creare consapevolezza: informare o ricordare dell’esistenza del vostro brand e del perché i clienti dovrebbero scegliere voi piuttosto che la concorrenza.

E soprattutto: il contenuto deve essere diretto. Non a caso le negoziazioni durano molto meno che in Italia e nessuno si fa problemi a parlare di soldi e termini contrattuali dal primo appuntamento. Se volete catturare quei pochi secondi di attenzione e di propensione all’acquisto dei clienti americani dovete arrivare dritti al punto.

Canale

Un contenuto perfetto non vi darà alcun ritorno sull’investimento quando veicolato attraverso il canale sbagliato, non allineato alle abitudini della vostra clientela. Se aveste 50mila euro di budget promozionale e doveste scegliere solo un canale per investirli affittereste un cartellone accanto all’autostrada? Comprereste la pagina di una rivista ad alta circolazione? Sponsorizzereste un evento o programma televisivo? Lancereste una campagna di AdWords su Google? Non c’è una risposta sempre giusta, dipende ovviamente da come si informa il vostro target di clienti. La vera domanda da porsi prima di costruire un piano editoriale è proprio questa: chi sono i miei clienti e come – dove – quando posso entrare più efficacemente in contatto con loro?

· 96% delle persone utilizza Google per iniziare una ricerca · Nel 2019 la promozione mobile occuperà il 72% del budget totale per le aziende americane

· 61% degli utenti non ritornerà sul vostro sito se avrà

· ·

problemi o ritardi a caricarlo su mobile e il 40% divergerà sui siti concorrenti Si aprono quasi il doppio delle email su mobile rispetto a 2 anni fa Si convertono il 64% in più dei clienti su mobile rispetto al desktop

Comunità

La comunicazione tra aziende e clienti si è trasformata rapidamente da monologo unidirezionale a dialogo in cui l’azienda è solo una delle voci partecipanti. Questo è un cambiamento profondo e irreversibile che cambia le aspettative in termini di disponibilità da parte delle aziende ad essere reperibili, ad accettare critiche e risolvere problemi, che porta i dipartimenti marketing a fare diverse considerazioni:

· È importante ascoltare tanto quanto parlare, o forse di più. Il

·

budget si sposta dal microfono alle cuffie, con interazioni più vicine alla realtà dei clienti e ai temi discussi in tempo reale La strategia pianificata a tavolino e faticosamente eseguita può essere vanificata in pochi minuti da una brutta esperienza amplificata nelle casse di risonanza dei social media: è sempre necessario avere un piano B per risolvere crisi di pubbliche relazioni L’inclusività è la nuova esclusività: la chiave per fare sentire speciali i clienti è avere un dialogo con loro abbattendo le barriere tra venditore e acquirente, trattandoli come pari e accogliendo critiche e suggerimenti

È bene però ricordare che il contatto delle persone con i brand avviene sempre più attraverso internet e piattaforme mobili, come riportato da recenti studi di Smart Insights, Salesforce, eMarketer, CMS Report:

·

· Metà dei proprietari di smartphone lo utilizza appena svegli

Negli Stati Uniti vendere significa comunicare efficacemente, rispettando la privacy, curando il contenuto, allineando il canale alle abitudini della clientela e interagendo alla pari e in trasparenza con la comunità.

al mattino

· 80% del tempo speso sui social media è attraverso dispositivi mobili

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EXPORT USA


EXPORT

Hola Andalucia!

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a missione promossa da Lapam Confartigianato per promuovere imprese agroalimentari emiliane nel sud della Spagna. Per quattro giorni alcune imprese del food del territorio di Modena e Reggio Emilia sono state protagoniste di presentazioni, cene, incontri B2B e visite a realtà andaluse interessate a intessere relazioni e a far nascere una partnership di tipo commerciale. Erano presenti imprese produttrici di Parmigiano Reggiano, Lambrusco, salumi di vario genere, pasta fresca e tigelle, confetture e distillati: un paniere di prodotti molto interessante per quel mercato. La prima parte della missione si è svolta a Siviglia dove, con il supporto del console italiano Carlos Ruiz Berdejo y Sigurtà e di altri operatori locali (tra cui molto prezioso quello di Andres Laredo, presidente dell’associazione di catering della capita-

le andalusa). A Siviglia le imprese emiliane hanno iniziato dalla conoscenza della città e dei principali mercati, per cogliere il posizionamento dei prodotti anche e soprattutto di provenienza italiana, e hanno incontrato alcuni operatori italiani che la-

A Londra il food è emiliano

Anche Londra è stata al centro di una interessante missione commerciale promossa da Confartigianato Emilia Romagna, con il supporto fondamentale dell’ufficio internazionalizzazione Lapam. Nel corso della missione, che ha coinvolto una decina di imprese del territorio, sono stati realizzati diversi incontri B2B in totale circa 120 che hanno coinvolto operatori locali, buyers e importatori che hanno avuto modo di conoscere e apprezzare i prodotti tipici dell’Emilia e in particolare di Modena e Reggio.

Per maggiori informazioni Matteo Bautti - Ufficio Mercati Esteri Lapam - Tel. 059 893 111 - matteo.bautti@lapam.eu 52 . IMPRESE&TERRITORIO 04|18

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EXPORT

vorano in quella città. Successivamente è stata organizzata una presentazione con B2B che ha coinvolto una ventina di operatori (buyers, importatori, commercianti, ristoratori) della zona di Siviglia. La capitale andalusa è un mercato molto interessante soprattutto perché ha un flusso di turismo costante durante l’anno, eccezion fatta per i mesi di luglio e agosto dove, comunque, il turismo resta una delle fonti di guadagno principale per la città. Successivamente la comitiva si è spostata a Malaga, sulla Costa del Sol. Malaga è servita da un aeroporto internazionale

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che ha triplicato la sua capacità logistica negli ultimi anni e sta conoscendo un flusso di turisti in crescita costante, tanto da aver reso l’Andalusia la meta spagnola più ricercata e una delle regioni più turistiche dell’intera Europa. A Malaga sono stati incontrati alcuni grandi player dell’import-export, con particolare riferimento ai prodotti italiani. In questo modo le imprese emiliane hanno potuto intrecciare rapporti commerciali molto interessanti, tanto che alcune di esse hanno già avuto i primi ordini e le prime merci sono partite all’indirizzo del mercato andaluso.

L’evento ha avuto anche una copertura mediatica grazie all’interesse mostrato da una web tv e da una prestigiosa rivista andaluse.

EXPORT


ACTION DAY

PREVIENI I FURTI IN CASA

2018

Polizia Municipale

ALCUNI VALIDI SUGGERIMENTI DA ADOTTARE PER LA PREVENZIONE DEI FURTI IN ABITAZIONE l Accertarsi che il portone del palazzo, le pertinenze collegate e la porta d’ingresso dell’appartamento siano debitamente chiusi. l Lasciare una luce accesa, una radio o un televisore in funzione, nei casi di breve assenza o se si è soli in casa, al fine di mostrare all’esterno che la casa è abitata. l Chiudere la porta d’ingresso con più mandate, anche se ci si trova in casa, e non lasciare la chiave nella toppa in quanto i ladri potrebbero farla ruotare utilizzando una calamita o altro strumento. l Non aprire il cancello, il portone o la porta dell’abitazione, attraverso il citofono, a persone sconosciute. l Installare, se possibile, sistemi di sicurezza passiva (inferriate alle finestre; porta blindata; chiave a mappa europea; impianto d’allarme, collegato preferibilmente con la centrale operativa delle Forze dell’Ordine; videocitofono; telecamere a circuito chiuso; vetri antisfondamento). l Valutare, insieme ai vicini, la possibilità di illuminare i punti esterni del palazzo, l’ingresso e le scale dell’edificio. l Non entrare in casa se la porta è aperta o sono visibili segni di effrazione: il ladro potrebbe essere ancora all’interno dell’abitazione e reagire sconsideratamente, anche con violenza; è essenziale avvisare immediatamente le Forze dell’Ordine. l Chiedere agli addetti alle pulizie delle scale condominiali di riposizionare a terra lo zerbino della porta d’ingresso e di non lasciarlo sollevato poiché potrebbe indicare l’assenza del proprietario. l Sostituire immediatamente la serratura in caso di smarrimento o furto delle chiavi di casa. l Non consegnare le chiavi dell’abitazione a nessuno, se non a persone di fiducia, in quanto potrebbero essere duplicate fraudolentemente.


PREVIENI I FURTI IN CASA

l Non utilizzare portachiavi con l’indicazione di nome ed indirizzo onde evitare, in caso di smarrimento, una facile individuazione dell’appartamento. l Prestare attenzione a lasciare le finestre aperte, soprattutto se l’abitazione è facilmente raggiungibile dal piano stradale o dal tetto. l Curare il giardino, evitando di far crescere siepi o alberi vicino alle finestre perché forniscono un ottimo appiglio ai ladri per arrampicarsi. Sistemare il vialetto e tagliare l’erba prima di partire, in quanto un giardino in disordine può suggerire che il proprietario di casa è via da molto tempo. l Chiedere ad un vicino di ritirare la posta dalla cassetta delle lettere in caso di assenza: l’accumulo della corrispondenza potrebbe attirare l’attenzione di malintenzionati. l Non fidarsi di gente sconosciuta, incontrata per strada, che vuole aiutarti (ad es. a portare la spesa) o che si finge amico di un parente o conoscente. l Proteggere con una cassetta metallica chiusa a chiave il contatore o l’interruttore dell’energia elettrica qualora posto all’esterno dell’abitazione: in tal modo si evita che qualcuno possa staccare l’energia elettrica. l Evitare di fornire informazioni riguardo a programmi di viaggio o brevi spostamenti agli estranei o sui social network; non inserire messaggi vocali in segreteria telefonica o risposte automatiche nella casella di posta elettronica che segnalino l’assenza da casa. l Avvisare solo le persone di fiducia e concordare con una di loro controlli periodici dell’abitazione, in caso di assenza prolungata. l Controllare di aver chiuso le finestre ed abbassato tutte le tapparelle anche in caso di breve assenza da casa. l Preferire luoghi diversi dall’abitazione, come le cassette di sicurezza, per la custodia oggetti di valore, gioielli o grosse somme di denaro. Qualora non fosse possibile, è bene riporli in una cassaforte, evitando i nascondigli più comuni (cassetti, armadi, dietro i quadri, tra i libri o nei vasi). l Fare un inventario, possibilmente corredato da fotografie, degli oggetti di valore; questo permette, in caso di furto, una migliore descrizione degli stessi, in sede di denuncia, ed in caso di ritrovamento, una più facile rivendicazione della proprietà. l Creare una rete di collaborazione tra vicini al fine di segnalare movimenti sospetti o passaggi di persone estranee in zona e nei pressi dell’abitazione.


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Come usare comportamenti e linguaggio in una comunicazione pubblica per produrre effetti concreti sul pubblico. OBIETTIVI

Adottato ormai dalle migliori aziende online, il funnel di marketing può rivelarsi molto utile anche alle altre aziende, al fine di rendere più efficaci e di ottimizzare gli investimenti tesi all’acquisizione di nuovi clienti e alla fidelizzazione degli attuali. I partecipanti saranno guidati a creare il loro funnel e a valutarne le potenzialità e le eventuali criticità. Durata: 9 ore Dal 10/10/2018 al 24/10/2018 Costo: € 180,00 + IVA

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CORSI FORMART tamenti estetici su tutta la superficie del corpo umano volti alla eliminazione e/o attenuazione degli inestetismi, utilizzando tecniche manuali e apparecchi elettromeccanici per uso estetico, nonché prodotti e tecniche atte a favorire il benessere dell’individuo sano. Durata: 1800 ORE Dal 15/10/2018 al 26/06/2020 Costo: € 6.500,00 esente IVA

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Dedicato a chi vuole conoscere ed applicare le più innovative tecniche di rinfoltimento, modellazione e ricreazione delle sopracciglia per creare e o correggere le forme attraverso l’utilizzo di fibre che imitano quelle naturali, di nascondere cicatrici e ricostruire le sopracciglia non più visibili. Durata: 8 ore 15/10/2018 Costo: € 115,00+IVA

LA RESILIENZA COME CAPACITÀ AZIENDALE

Un’organizzazione resiliente riesce, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare le contrarietà e a vincere OBIETTIVI

Ha senso parlare di resilienza in azienda? Si tratta di una somma di contributi individuali oppure possiamo pensare ad una sorta di attributo della realtà organizzativa? Se la resilienza è alla base della capacità di cambiare per adattarsi ad un cambiamento, in azienda potrebbe essere un elemento chiave per affrontare la crisi. A livello aziendale va ripensata come una qualità collettiva, cioè la capacità di fronteggiare stress della crisi grazie alla mobilitazione delle risorse interne per favorire il benessere dell’organismo aziendale che poi si ripercuoterà anche a livello dei singoli. L’obiettivo, o meglio, la possibilità, attraverso un aumento della resilienza, è quella non solo di uscire indenni dalla crisi, ma anche migliorati Durata: 15 ore Dal 16/10/2018 al 13/11/2018 Costo: € 230,00+IVA

PROGRAMMAZIONE BASE PLC CON SIEMENS S7

Tecniche di sviluppo di programmi per PLC per la gestione di impianti di automazione OBIETTIVI

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Il corso prepara le imprese ad affrontare l’introduzione del GDPR, il nuovo regolamento europeo per la privacy in vigore dal 25 maggio 2018 Durata: 8 ore Dal 10/07/2018 al 11/07/2018 Costo: € 240,00 + iva - € 180,00 + iva per ASSOCIATI LAPAM

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Il corso illustra come utilizzare Microsoft Excel partendo dalle sue funzioni più semplici ed elementari, per organizzare e gestire i dati Durata: 15 ore Dal 11/09/2018 al 09/10/2018 Costo: € 122,95 + IVA

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Il corso consente ai partecipanti di utilizzare l’applicativo Office Word per una migliore organizzazione e gestione dei documenti, dei dati aziendali e delle informazioni Durata: 15 ore Dal 03/10/2018 al 31/10/2018 Costo: € 122,95 + IVA

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La figura del contabile è sempre molto ricercata dalle aziende. Questo corso vuole essere un “ponte formativo” tra scuola/ università e pratica amministrativa, con l’obiettivo di preparare professionisti capaci di gestire l’amministrazione d’impresa, attraverso lezioni teoriche, esercitazioni pratiche e, per i partecipanti non occupati che lo desiderano, attraverso una esperienza diretta in azienda (“opzione tirocinio”). Il taglio pratico e operativo lo rende adatto sia a coloro che non hanno basi di ragioneria sia a coloro che posseggono una formazione tecnica coerente e desiderano renderla concreta per maturare autonomia operativa

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Fisco Pmi che si quotano in borsa: definite le modalità di concessione del credito d’imposta È stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 18 giugno 2018, n. 139, il Decreto MISE/MEF 23 aprile 2018 con il quale sono state definite le modalità e i criteri di concessione del credito d’imposta per le spese di consulenza relative alla quotazione delle PMI. In particolare, il Decreto ha disciplinato i seguenti aspetti: • i soggetti beneficiari dell’agevolazione; • le attività e i relativi costi ammissibili al credito d’imposta; • la misura dell’agevolazione concedibile. In particolare, il credito è riconosciuto fino a un importo di euro 500.000 nella misura massima del 50% dei costi complessivamente sostenuti per le attività previste nel Decreto; • il periodo di fruizione del credito d’imposta. A tal riguardo il Decreto specifica che il credito spetta in relazione ai costi di consulenza sostenuti dalle PMI a decorrere dal 1° gennaio 2018 fino al 31 dicembre 2020; • la procedura di concessione del beneficio; • le cause di revoca, nonché le procedure di recupero del credito d’imposta illegittimamente fruito;

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• gli oneri informativi per le imprese beneficiarie.

Lavoro

Pagamento degli stipendi: stop al contante dal 1° luglio 2018 Dal prossimo 1° luglio 2018 scatta l’obbligo, per i datori di lavoro, di pagare le “retribuzioni” solo attraverso strumenti tracciabili; viene quindi meno la possibilità di pagare gli stipendi attraverso il contante. La disposizione vale tanto per i rapporti di lavoro dipendente (per tutte le tipologie contrattuali, anche se di durata molto breve o con ridotte prestazioni lavorative, quali ad esempio il lavoro a chiamata) quanto per quelli riconducibili a contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Pagamenti “tracciabili” significa, alternativamente: • bonifico bancario o postale; • assegno consegnato direttamente al lavoratore o, in caso di suo comprovato impedimento, a un suo delegato; • altro strumento di pagamento elettronico; • pagamento in contanti nel solo caso in cui questo avvenga materialmente presso lo sportello bancario o postale dove il datore di lavoro abbia aperto un conto corrente. Come detto, l’obbligo riguarderà tutti i

rapporti di lavoro, con la sola esclusione di quelli instaurati da una Pubblica Amministrazione e dei rapporti di lavoro domestico disciplinati da un CCNL per gli addetti a servizi familiari e domestici stipulato da associazioni sindacali comparativamente più rappresentative a livello nazionale. INPS – procedura per i rimborsi dei “nuovi voucher” (PREST.O e Libretto Famiglia) L’INPS ha finalmente rilasciato la procedura che consente di presentare le istanze di rimborso relative alla somme versate per prestazioni occasionali (“nuovi voucher”) e non utilizzate. Per Prest.O rimborso ammesso solo previa indicazione di un codice IBAN riferito ad un conto corrente; nel caso, invece, del Libretto famiglia il rimborso potrà essere effettuato indifferentemente su una carta prepagata, su un libretto postale o su un conto corrente.

Bandi e agevolazioni Contributi a fondo perduto per il sostegno degli investimenti produttivi nelle PMI La Regione Emilia-Romagna intende incentivare gli investimenti delle PMI (micro, piccole e medie imprese) dell’Emi-

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LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI lia-Romagna al fine di favorire la realizzazione di progetti finalizzati ad accrescere la competitività e l’attrattività del sistema produttivo, anche nell’ottica dello sviluppo sostenibile, e a favorirne i percorsi di consolidamento e diversificazione.

Soggetti beneficiari

Le Pmi operanti in uno dei settori di attività economica Ateco 2007 individuati dalla Strategia di specializzazione Intelligente (S3) per interventi effettuati in una o più sedi operative o unità locali localizzate nel territorio della Regione Emilia Romagna. Per maggiori informazioni si invita a visitare il sito www.lapam.eu, oppure a sfogliare il numero 3 di Imprese e Territorio (maggio/giugno). FONDO ENERGIA 2.0: finanziamenti per interventi di green economy a tasso zero sul 70% (scade il 4 agosto) Il Fondo Energia è un fondo rotativo di finanza agevolata a compartecipazione privata, messo in campo dalla Regione Emilia Romagna con risorse FESR 2014/2020 e gestito da Unifidi Emilia Romagna. Il Fondo è finalizzato al sostegno della green economy attraverso l’erogazione di finanziamenti a tasso agevolato.

I beneficiari

Possono usufruire dell’agevolazione le imprese, con sede legale o unità locale, in cui deve realizzarsi il progetto, e che abbiano il codice di attività principale rientrante in una delle seguenti categorie della classificazione Ateco 2007: B, C, D, E, F, G, H, I, J, L, M, N, P, Q, R, S. Il finanziamento agevolato Fondo Energia concede finanziamenti di importo compreso tra € 20.000 ed € 500.000, a tasso zero per il 70% dell’importo erogato e ad un tasso convenzio-

nato non superiore all’EURIBOR 6 mesi +4,75% per il restante 30%. La durata dei finanziamenti può arrivare fino a 96 mesi, con la possibilità di avere 12 mesi di preammortamento.

Contributo a fondo perduto

Il Fondo concede, inoltre, un CONTRIBUTO A FONDO PERDUTO, che copre le spese tecniche sostenute per la diagnosi energetica, e/o lo studio di fattibilità, e/o la preparazione del progetto di investimento. L’importo massimo del contributo non potrà superare il 12,5% della quota pubblica di finanziamento ammesso e verrà erogato dopo la rendicontazione finale del progetto.

Interventi ammissibili

I progetti ammessi dal Fondo devono essere volti all’efficienza energetica ed alla riduzione di gas climalteranti, alla produzione di energia da fonti rinnovabili, esclusivamente per autoconsumo, nonché gli impianti di cogenerazione ad alto rendimento. Le spese ammissibili devono rientrare in una delle seguenti categorie: a. Interventi su immobili strumentali: ampliamento e/o ristrutturazione, opere edili funzionali al progetto; b. Acquisto ed installazione, adeguamenti di macchinari, impianti, attrezzature, hardware; c. Acquisizione di software e licenze; d. Consulenze tecnico-specialistiche funzionali al progetto di investimento; e. Spese per redazione di diagnosi energetica e/o progettazione utili ai fini della preparazione dell’intervento in domanda. Le domande potranno essere presentate on-line dal 4 Giugno fino alle ore 16 del 2 Agosto 2018 (salvo esaurimento fondi).

Tutti i progetti legati alle domande di finanziamento presentate dovranno essere realizzati (rendicontati al 50%) ed erogati entro fine novembre 2018. Per maggiori informazioni contattare secofin@lapam.eu Innovazione delle reti di imprese Contributi per piccole e medie imprese costituite in reti (scade il 3 agosto) Il bando, approvato con delibera di giunta regionale, punta alla valorizzazione economica dell’innovazione e all’adozione di soluzioni innovative nei processi, nei prodotti, nelle forme organizzative delle imprese relativamente alle funzioni aziendali complesse. In particolare promuove l’attivazione di percorsi congiunti di sperimentazione e innovazione strategica che valorizzino la combinazione di competenze tecnologiche e produttive complementari tra le imprese, in modo da realizzare avanzamenti tecnologici di vantaggio comune nell’ambito delle diverse filiere.

Tipologia e misura del contributo

Contributi a fondo perduto per il 50% del costo ammesso, per progetti di valore compreso tra tra 150mila e 300mila euro (valore minimo ridotto del 50% per le reti di imprese operanti nell’ambito delle industrie culturali e creative).

Destinatari

Il bando, con una dotazione finanziaria di 12.452.829 euro, è rivolto alle aziende costituite in reti di Pmi, attraverso la costituzione di contratti di rete collaborativa che includano almeno tre imprese indipendenti tra loro. Ogni azienda dovrà avere una partecipazione ai costi pari ad almeno il 10% del totale e non superiore al 50% per accedere al contributo.

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Progetti ammissibili

I progetti devono prevedere la sperimentazione e l’adozione di soluzioni innovative di interesse comune, in cui la collaborazione tra le imprese sia il fattore di avanzamento tecnologico. Sono ammessi inoltre progetti strategici di innovazione digitale in grado di apportare cambiamenti sostanziali nella organizzazione di particolari funzioni aziendali.

Spese ammissibili

Nuovo personale laureato Personale interno impegnato nel progetto Consulenza scientifica o specialistica Acquisizione di brevetti Materiali e forniture necessarie al progetto

Presentazione della domanda

Le domande di partecipazione possono essere presentate tramite applicativo informatico Sfinge 2020 dalle ore 10.00 del giorno 9 luglio 2018 alle ore 13.00 del giorno 3 agosto 2018. Per maggiori informazioni contattare secofin@lapam.eu Il bando, Por Fesr 2014-2020, Asse 1, Azione 1.4.1, ha l’obiettivo di promuovere e far

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crescere start up innovative in grado di generare nuove nicchie di mercato attraverso nuovi prodotti, servizi e sistemi di produzione ad elevato contenuto innovativo, cogliere i nuovi drivers del mercato, generare nuove opportunità occupazionali.

Soggetti ammissibili

Il bando si rivolge alle piccole e micro imprese regolarmente costituite. Per i progetti di avvio di attività (tipologia A) possono presentare domanda le imprese costituite successivamente al 1° gennaio 2015. Per i progetti di espansione di start up già avviate (tipologia B) possono presentare domanda le imprese costituite dopo il 2 luglio 2013. Per essere definita innovativa, l’impresa proponente deve essere iscritta alla “Sezione speciale in qualità di START-UP INNOVATIVA” del registro delle imprese presso la Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura competente per territorio; l’impresa dovrà possedere il requisito al momento della presentazione della domanda. L’impresa dovrà possedere, al momento della presentazione della domanda, i seguenti requisiti: • essere micro o piccole impresa; • essere regolarmente costitui-

• •

ta ed iscritta alla sezione ordinaria del registro delle imprese; appartenere ai settori di attività economica “ATECO 2007” ammissibili ai sensi del presente bando essere attiva possedere una situazione di regolarità contributiva

Interventi ammissibili

Per gli interventi di tipologia A sono ammessi costi riguardanti: • macchinari, attrezzature, impianti, hardware e software, arredi strettamenti funzionali; • affitto e noleggio laboratori e attrezzature scientifiche (massimo 20% del costo totale del progetto); • acquisto e brevetti, licenze e/o software da fonti esterne; spese di costituzione (max 2.000 euro); • spese promozionali anche per partecipazione a fiere ed eventi (massimo 25.000,00 €); • consulenze esterne specialistiche non relative all’ordinaria amministrazione. Per gli interventi di tipologia B sono ammessi costi riguardanti: • acquisizione sedi produttive, logistiche, commerciali. Le imprese con sede legale esterna alla Regione Emi-

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LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

• •

lia-Romagna potranno acquistare solo sedi produttive nel territorio regionale (max 50% costo); macchinari, attrezzature, impianti, hardware e software, arredi strettamente funzionali; spese di affitto e noleggio laboratori e attrezzature scientifiche (massimo 20% del costo totale del progetto); acquisto e brevetti, licenze e/o software da fonti esterne; spese promozionali anche per partecipazione a fiere ed eventi (massimo 10% del costo totale del progetto); consulenze esterne specialistiche non relative all’ordinaria amministrazione.

È proprio quest’ultimo decreto, convertito dalla legge n. 99/2013, che al comma 4-bis dell’art. 306 del D.Lgs. 81/08 stabilisce che: ” le ammende previste con riferimento alle contravvenzioni in materia di salute e sicurezza sul lavoro e le sanzioni amministrative pecuniarie previste dal presente decreto nonché da atti aventi forza di legge sono rivalutate ogni cinque anni con decreto del direttore generale della Direzione Generale per l’attività ispettiva del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, in misura pari all’indice Istat dei prezzi al consumo previo arrotondamento delle cifre al decimale supe-

riore”. Questa medesima legge aveva inoltre stabilito che, in prima applicazione, la rivalutazione sarebbe iniziata a decorrere dal 1° luglio 2013, nei termini del 9,6%, le altre successive rivalutazioni quinquennali sarebbero state oggetto di un decreto direttoriale specifico. Il Ministero del Lavoro quindi, in una nota del 19 aprile 2018, ha individuato nell’Ispettorato Nazionale del Lavoro l’organo preposto per tale rivalutazione. Le nuove e maggiorate sanzioni si applicheranno alle violazioni commesse dal 1 luglio 2018 al 30 giugno 2023 e non saranno applicate retroattivamente.

Scadenze

Le domande possono essere presentate dalle dalle ore 10.00 del 02 luglio 2018 alle ore 17.00 del 15 novembre 2018 esclusivamente online tramite l’applicativo Sfinge 2020 Per maggiori informazioni contattare secofin@lapam.eu

SICUREZZA Dal 1° luglio multe più severe per chi non osserva le norme sulla sicurezza del lavoro Il Decreto Direttoriale n. 12 del 6 giugno 2018 del Capo dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro riguardante la “Rivalutazione delle sanzioni concernenti violazioni in materia di salute e sicurezza”, a decorrere dal 1° luglio 2018, rivaluta nella misura dell’1,9% le sanzioni pecuniarie per chi contravviene alle norme sulla salute e sulla sicurezza sul lavoro sancite dal D.Lgs. 81/08 e s.m.i. Sarà dunque dal prossimo mese di Luglio, che in caso di inadempimenti relativi alla sicurezza del lavoro le sanzioni saranno più pesanti considerando anche che si tratta del secondo aumento degli importi (quinquennale) previsto dal Decreto Legge n. 76 del 2013 (Pacchetto lavoro).

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Carta Carburanti sino a dicembre 2018 e tracciabilità pagamenti da luglio 2018 La proroga di cui si è molto parlato nelle ultime settimane è diventata realtà. Dopo le allerte dei distributori di carburante il Governo ha ufficialmente posticipato la scomparsa delle schede carburante al 1 gennaio 2019. Tale slittamento è stato approvato dal Consiglio dei Ministri, rinviando le altre misure ad un successivo decreto. Il provvedimento ha di conseguenza scongiurato il rischio di gravi disservizi connessi all’emissione delle fatture da parte dei distributori di carburante. Di fatto, fino al 31 dicembre 2018 la soluzione adottata dal Governo consiste nel far convivere assieme scheda carburante e fatturazione elettronica, in maniera tale che anche coloro che dovranno ricevere fatture elettroniche potranno prepararsi con maggiore serenità entro l’inizio del prossimo anno. Va tuttavia considerato che la proroga dell’obbligo di emissione della fattura elettronica, nel settore dei carburanti, è limitata ai soli esercenti gli impianti di distribuzione. Pertanto l’obbligo resta in vigore per i grossisti e la fornitura di carburanti per motori diversi da quelli per autotrazione (es. generatori, caldaie, cisterne, etc.). Le aziende non possono dunque escludere di ricevere fatture elettroniche. Pagamenti tracciabili obbligatori per detrarre l’iva e dedurre il costo La proroga non ha modificato gli obblighi di tracciabilità dei pagamenti che restano vigenti dal °1 luglio 2018. La tracciabilità è obbligatoria per detrarre l’IVA e per dedurre il costolimitatamente ad acquisti di carburanti e lubrificanti per autotrazione (autovetture, autocarri, trattori stradali, motoveicoli). Valide tutte le forme di pagamento ad esclusione del contante. In particolare, il provvedimento stabilisce che, ai fini sia della detraibilità Iva che della deducibilità della spesa, l’acquisto di carburanti e lubrificanti per autotrazione può essere effettuato con tutti i mezzi di pagamento oggi esistenti diversi dal denaro contante: bonifico bancario o postale, assegni, addebito diretto in conto corrente, oltre naturalmente alle carte di credito, al bancomat e alle carte prepagate.

CASSETTA DEGLI ATTREZZI


FOTONOTIZIA

«Industry X.0»: il Presidente Lapam Luppi ospite dell’evento QN alla Florim

È

stata molto partecipata ‘Industry X.0 – Parte da Modena la nuova rivoluzione del made in Italy’, la tavola rotonda organizzata da QN Il Resto del Carlino, La Nazione, Il Giorno, Il Telegrafo e QN Economia e Lavoro, in collaborazione con TIM, nell’ambito del ciclo di incontri sul tema ‘L’innovazione tecnologica nei distretti italiani’. Tra gli ospiti anche il Presidente Generale Lapam Confartigianato, Gilberto Luppi. L’evento si è svolto a Fiorano, sede della Green Gallery di Florim, tra le più importanti aziende ceramiche del territorio selezionata come modello di welfare aziendale e sostenibilità ambientale. A introdurre e moderare i lavori è stato il condirettore de il Resto del CarlinoBeppe Boni, quindi è stata la volta del benvenuto del ‘padrone di casa’, il presidente di Florim Claudio Lucchese, e dei saluti del presidente della Provincia di Modena Gian Carlo Muzzarelli, del rettore dell’Università di Modena e Reggio Angelo Oreste Andrisano, del presidente di Confindustria Emilia Romagna Pietro Ferrari, del presidente di Lapam Confartigianato di Modena e Reggio Gilberto Luppi.Presente anche l’Ad di Poligrafici editoriale Andrea Riffeser Monti – A entrar e nel merito dei temi sollevati nel corso della tavola rotonda Andrea Bozzoli, amministratore delegato di Hpe Coxa, azienda di ingegneria che opera nell’automotive, Marco Benni, direttore generale di Cotabo, Lorenzo Ferrante (responsabile Tim Area commerciale Emilia Romagna), Ludovica Carla Ferrari (assessora Attività produttive, Smart city di Modena), Maria Rita Fiasco (vice presidente Anitec – Assinform). Luppi, nel suo intervento, ha spiegato: “Quando parliamo di innovazione e di rivoluzione tecnologica del Made in Italy, passiamo inevitabilmente

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attraverso la capacità che hanno avuto ed hanno tuttora le micro e piccole medie imprese, del manifatturiero e dei servizi, di reagire e intercettare le dinamiche della crescita. Certo sappiamo che la ripresa interessa soprattutto le filiere legate all’export, mentre i settori legati al mercato interno, commercio e costruzioni, sono ancora in affanno a causa della lenta ripresa dei consumi. Tuttavia, parlando di innovazione tecnologica e rivoluzione digitale, non possiamo non segnalare che i processi di cambiamento interessano con più o meno intensità e continuità, tutti i settori dell’economia”.

Addio a Sergio Gruppi imprenditore dirigente Lapam per lunghi anni Lapam Confartigianato piange la scomparsa di Sergio Gruppi, imprenditore e dirigente associativo, per anni titolare di una officina meccanica da lui fondata oltre 50 anni fa è che da tempo è che è diventata la F.lli Gruppi gestita dai figli Luca e Davide, quest’ultimo membro della Giunta Lapam e presidente della categoria Meccanica della stessa associazione. Sergio Gruppi, associato a Lapam fin dal 1967 dalla fondazione dell’impresa, è stato consigliere provinciale negli anni ‘80 e ‘90 e, dal 1990 al 1995, presidente della sede Lapam di Vignola. Persona stimata e benvoluta dalla fine degli anni ‘90 aveva passato il timone ai figli Davide e Luca, cresciuti professionalmente nell’azienda di famiglia che continuano a condurre e che si occupa di componentistica meccanica di precisione per il settore motoristico.

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