Imprese e Territorio - Maggio/Giugno 2018

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Modena - Reggio Emilia

NUMERO 3 . MAGGIO/GIUGNO 2018

PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO Imprese e istituzioni per la competitività del territorio

L’INTERVISTA AL PROF. BECCHETTI

INCHIESTA VILLAGGI ARTIGIANI

Tutte le novità e le news sul nostro sito

NOI IMPRESA - PERIODICO DI INFORMAZIONE DI LAPAM CONFARTIGIANATO IMPRESE N° 355 � N.7 - 2017 POSTE ITALIANE SPA � SPED. IN ABB. POST. D.L. 353/2003 � (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) � ART. 1, COMMA 1, DCB (MODENA C.P.O) � EURO 2

L’ECONOMIA CIVILE PER UN SISTEMA PIÙ GIUSTO

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SPEZZANO I MIEI PRIMI 40 ANNI

MECCANICA

A MODENA ARRIVA MATCHING DAY 4.0


SOMMARIO TUTTI I CONTENUTI DI QUESTO NUMERO

5 EDITORIALE PAROLA CHIAVE REPUTAZIONE

10 DAL TERRITORIO

«EDILIZIA SCOLASTICA E MANUTENZIONE STRADE: LE PICCOLE IMPRESE LOCALI SIANO PROTAGONISTE»

12

11

DAL TERRITORIO RIFIUTI E PARTECIPATE AL CENTRO DEL DIBATTITO

INFOGRAFICA

L’OCCUPAZIONE RIPARTE, MA LE AZIENDE HANNO FAME DI FIGURE SPECIALIZZATE

6 16 8 18 14 ECONOMIA

CREDITO AGLI ARTIGIANI È PROFONDO ROSSO

L’INTERVITSA L’ECONOMIA CIVILE

PER UN SISTEMA PIÙ GIUSTO

DAL TERRITORIO

RILANCIARE VAL DOLO E VAL DRAGONE

CONVEGNO QUADRI DIRIGENTI 2018

EVOLVERE PER RESTARE COMPETITIVI

CONVEGNO QUADRI DIRIGENTI 2018

SEI GRUPPI PER PENSARE LA LAPAM DI DOMANI

Periodico di informazione di Lapam Confartigianato Reg. Trib. di Modena n. 457 del 7/2/1972. Direttore editoriale Gilberto Luppi - Responsabile di redazione Carlo Alberto Rossi - Direttore responsabile Paolo Seghedoni - Redazione Paolo Seghedoni, Livio Lazzari, Alberto Belluzzi, Daniele Casolari, Fabio Ferrarini, Elena Baraldi - Hanno collaborato Marco Pignatti, Enzo Fanì, Carlo Alberto Medici, Stefano Gelmuzzi, Luca Bellei, Matteo Bautti, Nicola Boschetti, Alessandro Cei, Franco Rubbiani - Progetto grafico e impaginazione MediaMo - Fotografie MediaMo, Archivio Lapam - Stampa Golinelli SpA Per la pubblicità su Noi Impresa contatta MediaMo: info@mediamo.net - Tel 059.350.269 - Fax 059.347.326

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22 24 CONVEGNO QUADRI DIRIGENTI 2018

FRANCESCO CANCELLATO: «MAGGIORE AUTONOMIA E FORMAZIONE CONTINUA SONO IL GIUSTO CARBURANTE PER TERRITORI ED IMPRESE»

58

FOTONOTIZIA IL VESCOVO DI MODENA IN VISITA ALLA LAPAM

CONVEGNO QUADRI DIRIGENTI 2018

SENZA URLARE

36

TURISMO LE PROFESSIONI DEL TURISMO

38 MODA

A PRATO PER CAPIRE

40

26

MODA VESTILAPAM, A CARPI LA PREMIAZIONE DAL TERRITORIO

SPEZZANO: UN’INCHIESTA LAPAM RIVELA I PROBLEMI DEL VILLAGGIO ARTIGIANO

28

41 BENESSERE

MAGGIORI CONTROLLI PER CHI PROMUOVE ATTIVITÀ ABUSIVE SUI SOCIAL

42 EDILIZIA

SICUREZZA IN CANTIERE, CON LA BELLA STAGIONE IL CHECK UP È D’OBBLIGO

43 TERZO SETTORE

DAL TERRITORIO

VILLAGGI ARTIGIANI

COME CONCILIARE LA NON AUTOSUFFICIENZA CON LA GESTIONE D’IMPRESA

44 GIARDINIERI

30 MECCANICA

ARRIVA A MODENA MATCHING DAY 4.0

NASCE LA FIGURA PROFESSIONALE DEL MANUTENTORE DEL VERDE

32 DIGITALE E IMPRESE

46 MEDIA E COMUNICAZIONE

COMMERCIO AL DETTAGLIO ED E–COMMERCE

LA CARTA HA UN FUTURO

34 ALIMENTARI

47 ASSOCIAZIONE

COSA OCCORRE SAPERE SUL NUOVO REGIME SANZIONATORIO E SUGLI OBBLIGHI LEGATI ALLE ETICHETTE ALIMENTARI

52 CORSI FORMART 3 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

54 LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI

AMEDEO GENEDANI E RITA CAVALIERI NUOVI VICE PRESIDENTI LAPAM CONFARTIGIANATO

48

EXPORT L’IMPORTANZA DI INNALZARE IL «PIATTO BANDIERA»

50 L’IMPRESA DEL FARE

ENERGY WAY: VEDERE IL FUTURO LEGGENDO I DATI



EDITORIALE CARLO ALBERTO ROSSI Segretario Generale Lapam Confartigianato

Parola chiave: reputazione

«L

a considerazione altrui, convenzionalmente sentita come retta misura della qualità o, più comunemente, della moralità». È questa la definizione della parola reputazione che, nel nostro recente convegno, è stata evocata da più parti. Reputazione come chiave e filo rosso, intesa in senso duplice: da una parte la reputazione di imprese e imprenditori e, di conseguenza, della stessa associazione; dall’altra come reputazione di un territorio. Per troppo tempo, i piccoli imprenditori non hanno goduto di una buona reputazione in modo del tutto sbagliato. Siamo contenti che ora si torni a parlare di imprenditori in chiave positiva e che i rapporti tra associazioni di categoria (nella fattispecie naturalmente Lapam) e istituzioni venga riletta con la chiave della reputazione. Tutto questo perché gli imprenditori modenesi e reggiani stanno continuando a scommettere su se stessi. I numeri ci dicono che Modena e Reggio Emilia unite sono al

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Carlo Alberto Rossi

secondo posto in Italia alle spalle della sola Milano per volumi di export. Voglio dire che gli imprenditori, i piccoli imprenditori in primis, stanno facendo la loro parte. Come Lapam Confartigianato ci permettiamo di chiedere alla politica, quella nazionale come quella locale che era e resta nostra interlocutrice privilegiata, di tenere come primo criterio il bene comune che, inevitabilmente, è anche il bene di chi facendo impresa crea ricchezza e benessere per tutti. A chi è a Roma chiediamo una politica industriale adeguata per la seconda manifattura europea e per un Paese che ha potenzialità ancora in larga parte inespresse oltre a una legge elettorale che consenta di sapere chi governa senza attendere mesi; a chi è sui nostri territori chiediamo di essere attenti (più di prima) al mondo della piccola impresa. Perché la reputazione di un territorio è fortemente legata a quella di chi sul territorio lavora, crea ricchezza, benessere e occupazione.

EDITORIALE


L’INTERVISTA

L’economia civile per un sistema più giusto Il professor Leonardo Becchetti, economista romano docente a Tor Vergata, esamina il momento socio economico del Paese e chiede maggiore attenzione nei confronti delle piccole imprese

P

rofessor Becchetti, lei è uno dei maggiori esponenti del paradigma della cosiddetta ‘Economia civile’. Ha scritto libri, il più celebre insieme a Stefano Zamagni e a Luigino Bruni, e promuove l’economia civile anche attraverso i nuovi strumenti di comunicazione. Ma cosa è l’economia civile e come si sta facendo strada? «L’economia civile si fonda su due principi. Il primo è una visione diversa di persona, impresa e valore. La persona non è vista come ‘homo aeconomicus’ che è incapace di fiducia e cooperazione, ma come chi possiede quella razionalità superiore che sa mettere insieme risorse e altre persone, per generare un valore aggiunto tale per cui 1+1=3. Un concetto di persona non miope, che crea maggiore valore sociale. E poi un modello di impresa diverso, che non guarda solo al profitto ma anche all’impatto. Un’impresa socialmente e ambientalmente responsabile che crea valore per gli stakeholder. Non solo profitto, ma creazione di valore per gli altri portatori d’interesse: dipendenti, fornitori, territorio. E poi l’idea di valore nell’ottica degli obiettivi del millennio dello sviluppo sostenibile: l’insieme di beni economici, ambientali e

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Leonardo Becchetti

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L’INTERVISTA

culturali della comunità sul proprio territorio. Il secondo principio dell’economia civile pensa alla politica economica a quattro e non a due mani: Stato e mercato da soli non ce la fanno, servono anche cittadinanza attiva e imprese responsabili. Responsabilità sociale d’impresa che diventa welfare aziendale e strumento di creazione di valore. L’obiettivo dell’economia civile è quello del bene comune, per una società che rimuova gli ostacoli alle pari opportunità e alla realizzazione delle persona». La situazione politica ed economica italiana sembra essere bloccata da uno stallo che, al di là di come la si pensi, rischia di frenare il nostro Paese e di impedirgli un rilancio. Vede una via d’uscita da questo empasse? Come, a suo modo di vedere, occorre agire per promuovere una crescita armonica in Italia? «Il problema è che stiamo vivendo una fase difficile di scenario economico, siamo in un’epoca di convergenza condizionata in cui la corsa al ribasso su costo e qualità del lavoro è diffusa un po’ ovunque. Il nostro Paese per uscirne dovrebbe cercare di invertire questa rotta aiutando chi crea lavoro, rimuovendo gli ostacoli (tra i primi penso ai costi della burocrazia, alla giustizia civile, all’accesso al credito per le Pmi), dovrebbe lavorare per riformare l’Europa che ha potenzialità e politiche macroeconomiche di creare valore sostenibile, dovrebbe favorire il cambiamento delle regole del gioco commerciali per far sì che non siano solo i redditi bassi a essere convenienti, ma che cambino gli standard sociali, ambientali e fiscali nel commercio e negli appalti. Il percorso non è facile, il pericolo è che passiamo da una via faticosa ma che avevamo iniziato a prendere (una via che passa dalla progressiva riduzione del debito e del deficit) ad avventurismi che fanno leva su soluzioni che portano alle politiche migratorie e all’uscita dall’eurozona».

I corpi intermedi devono affiancare al ruolo politico quello di innovare il sistema

I corpi intermedi vivono momenti difficili e, molti dicono, avrebbero bisogno di una riforma. A suo modo di vedere possono e debbono giocare ancora un ruolo importante nella vita del Paese? Come dovrebbero cambiare per rispondere maggiormente alle esigenze dei tempi nuovi? «Quando nell’economia civile parliamo di cittadinanza attiva abbiamo in mente il fatto che questa non è fatta da cittadini isolati ma che è efficace quando viene portata avanti dai corpi intermedi e dalle reti della società civile. C’è una sfida che hanno davanti a sé i corpi intermedi, è quella di non essere solo mediatori delle rendite o del contrattare con il Governo la divisione della torta, ma di diventare luoghi di innovazione, di formazione che contribuiscano a creare nuovo valore economico per il Paese. Occorre affiancare al ruolo politico quello dell’innovazione». In Italia la stragrande maggioranza delle imprese è di piccole dimensioni. Eppure nel tempo i piccoli imprenditori non sempre hanno goduto di quella che potremmo definire ‘buona stampa’. Lei come vede questa categoria di persone? «Durante il percorso delle ‘Settimane sociali’ ci siamo accorti di quanto buono ci sia in giro per il Paese sotto il profilo del lavoro, abbiamo portato a galla 400 buone pratiche, l’Italia che ce la fa, è innovativa e vitale. Ma abbiamo anche visto che questo Paese non è in grado di valorizzare a sufficienza le piccole e medie imprese. Pensiamo al sistema finanziario che ha perso quella che definirei la sua biodiversità: l’accesso al credito per le Pmi è difficile, anche dopo la fine della crisi il credito per i piccoli non aumenta nonostante siamo meno causa di sofferenze rispetto ai grandi. In Italia, a differenza che negli Stati Uniti ad esempio, non esiste una autorità che aiuta le Pmi e che decide, ad esempio, se una regolamentazione può essere o meno applicata ai piccoli, negli Usa ci sono corsie preferenziali negli appalti per le piccole. Il sistema, in generale, dovrebbe essere più attento a Pmi e artigiani».

Leonardo Becchetti è professore ordinario di Economia politica presso l›Università di Roma Tor Vergata. Ha studiato a Roma, Londra e Oxford e ha scritto diversi libri da solo e insieme a Stefano Zamagni e Luigino Bruni. Editorialista di Avvenire, ha un blog su Repubblica.it ed è impegnato sulle tematiche dell’economia civile e della finanza etica.

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L’INTERVISTA


DAL TERRITORIO

Rilanciare Val Dolo e Val Dragone Le priorità di Lapam e Comuni: viabilità, banda ultralarga, turismo e attrattività del territorio

L

a montagna modenese nella zona Ovest, e in particolare le valli del Dolo e del Dragone e la zona di Prignano, è in sofferenza sotto diversi punti di vista. Nelle scorse settimane i consigli di sede Lapam Confartigianato di questi comuni (Frassinoro, Palagano, Montefiorino e Prignano), ma anche i rispettivi sindaci, hanno evidenziato alcune priorità”. Gilberto Luppi, Pre-

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sidente generale Lapam Confartigianato, spiega i motivi dell’incontro che ha visto la partecipazione dei vertici dell’associazione e i 4 sindaci dei comuni interessati: Valter Canali di Prignano, Maurizio Paladini di Montefiorino, Fabio Braglia di Palagano ed Elio Pierazzi di Frassinoro. «Partiamo, e non potrebbe essere altrimenti, dalla viabilità e dalle manutenzioni stradali che sono necessarie per accorciare le distanze – afferma Luppi, si passa al tema delicato della manutenzione delle reti elettriche per evitare i deleteri sbalzi di tensione, è poi necessario sviluppare sul territorio la banda ultralarga e le infrastrutture digitali in genere, senza dimenticare il grande tema del turismo: dai percorsi storici a tutto ciò che attiene all’attrattività del territorio». «Si tratta di tematiche molto importanti – ribadisce il Segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi - che mettono al centro priorità per troppo tempo lasciate di lato. Da una parte vi sono le imprese che in questi territori faticano a trovare spazi e modalità per restare e, dunque, creare lavoro e ricchezza; dall’altra le amministrazioni comunali strette tra risorse scarse e l’esiguo spazio di manovra. Vogliamo aprire un tavolo

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DAL TERRITORIO

e continuare a lavorare insieme. Nei prossimi mesi intendiamo fare tre cose: sollecitare i presidenti delle province di Modena e Reggio Emilia sulla viabilità; organizzare un convegno su agricoltura e dissesto idrogeologico insieme a Coldiretti; promuovere un seminario sul turismo in questa zona». «Il nostro territorio ha problemi ma anche tante eccellenze e cose positive – spiega Fabio Braglia – ma dobbiamo aiutare le imprese attraverso politiche fiscali ad hoc e rendendo accessibili i contributi che vengono messi a bando», «Serve maggiore autonomia per la montagna – fa eco Maurizio Paladini – da noi turismo, commercio e terziario stanno scomparendo. E il calo dell’agricoltura crea un dissesto crescente». «Viabilità e infrastrutture digitali, questi temi sono determinanti – interviene Elio Pierazzi – la strada resta un problema endemico per le nostre aree». «Siamo la Cenerentola della provincia – conclude amaro Valter Canali – per questo dobbiamo fare squadra con chi ha a cuore la montagna». «In sostanza – chiosa Monica Telleri, delegata Lapam

Partiamo dalla viabilità e dalle manutenzioni stradali che sono necessarie per accorciare le distanze

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della Zona di Sassuolo per la montagna - occorre lavorare per il rilancio del turismo e sulla formazione di operatori e commercianti, facilitare il recupero di vecchi casolari e trovare formule per affittacamere per offrire ricettività senza grandi investimenti, ribadire la richiesta di manutenzioni per la rete elettrica e telefonica e per l’installazione della banda ultra-larga, ribadire l’assoluta necessità di trovare i fondi per le manutenzioni delle strade».

DAL TERRITORIO


DAL TERRITORIO

«Edilizia scolastica e manutenzione strade: le piccole imprese locali siano protagoniste» Biagini, Lapam Confartigianato, parla dopo la presentazione delle risorse che la Provincia di Reggio stanzierà nei prossimi mesi

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continuare il confronto per valutare insieme le misure più efficaci atte a valorizzare le imprese locali, restituendo al territorio i benefici di questi investimenti pubblici. Siamo consapevoli conclude il presidente Lapam Confartigianato della Zona di Reggio Emilia - del grande sforzo fatto dall’ente per reperire le risorse illustrate, e proprio per questo diamo la nostra massima disponibilità a continuare un dialogo proficuo».

Ivo Biagini

O

ltre 30 milioni di euro stanziati per edilizia scolastica e manutenzione di strade e infrastrutture di competenza della Provincia di Reggio Emilia. A tanto ammontano i fondi che andranno a bando nei prossimi mesi, illustrati dall’ente alle principali associazioni di categoria del territorio da parte del presidente della Provincia di Reggio Emilia, Giammaria Manghi. «Siamo estremamente soddisfatti dell’impegno e della trasparenza con cui la Provincia ha esposto il piano di investimenti per i mesi a venire - commenta Ivo Biagini, presidente Lapam Confartigianato della Zona di Reggio Emilia -. Le priorità illustrate dal presidente Manghi, edilizia scolastica e messa in sicurezza degli Istituti in primis, trovano il nostro pieno consenso. L’auspicio è che nelle procedure di gara si adottino criteri che valorizzino le piccole e medie imprese locali. A più riprese Lapam Confartigianato ha sostenuto il principio ispiratore del nuovo codice degli appalti – prosegue Biagini -, ovvero l’agevolare l’accesso alle gare da parte delle micro e piccole imprese, superando la prassi del sorteggio in favore di strumenti più razionali come l’adozione del principio di rotazione e l’istituzione di elenchi fornitori, da cui attingere per gli appalti ‘sottosoglia’. Chiediamo quindi alla Provincia e alle stazioni appaltanti locali di

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DAL TERRITORIO

Rifiuti e partecipate al centro del dibattito

È

stato un confronto a tutto campo quello tra Daniele Marchi, assessore al Bilancio del comune di Reggio Emilia e il consiglio direttivo cittadino di Confartigianato Lapam, durante l’incontro che si è tenuto nei giorni scorsi. L’obiettivo era proseguire il confronto, avviato ormai da alcuni anni tra Lapam e amministrazione, sullo sviluppo della città con particolare riguardo al mondo della piccola impresa e partendo dalle scelte di bilancio 2018 e dai principali progetti di investimento programmati. Si è parlato del sostegno del Comune di Reggio Emilia alle imprese e si sono analizzate da una parte le politiche tariffarie per il servizio di smaltimento dei rifiuti (su questo punto gli imprenditori presenti hanno espresso più di una perplessità circa il progetto di ‘raccolta porta a porta’, ove questo non portasse, come pare essere in questa prima fase, alcun beneficio di carattere economico per i soggetti più virtuosi), dall’altra il ruolo di gestore del Comune sulle numerose società partecipate, in merito alle quali Confartigianato Lapam ha chiesto una verifica puntuale dei benefici diretti e indiretti per l’intera comunità reggiana. Non sono mancati nella discussione espliciti riferimenti ad alcuni significativi progetti di valorizzazione territoriale, oltre a realizzazioni infrastrutturali inserite nel Piano degli investimenti comunali per l’anno 2018 sui quali, più in generale, i dirigenti Confartigianato Lapam hanno sollecitato una sempre più

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efficace capacità di ascolto e dialogo con i cittadini e le imprese da parte dell’amministrazione comunale. Tra queste riflessioni particolare attenzione ha riscontrato il cosiddetto ‘progetto B’, un percorso di attenzione che parte dalla persone più fragili attraverso il recupero della bellezza (nei luoghi della città, nelle modalità di rapporto, nella riscoperta di processi lavorativi). Un progetto che proprio su input dell’assessore al Bilancio, vedrà la luce nelle prossime settimane e verso il quale i dirigenti dell’associazione hanno chiaramente esplicitato interesse «È stato un incontro proficuo – chiosa il presidente Confartigianato Lapam Reggio Emilia, Ivo Biagini - che ha dimostrato una buona capacità di dialogo e di ascolto tra aziende ed amministrazione locale. È proprio la vitalità e la tenuta del mondo dell’impresa a rendere più coesa e prospera l’intera comunità reggiana».

DAL TERRITORIO

Daniele Marchi

Lapam Confartigianato, incontro con l’assessore al Bilancio del Comune di Reggio Emilia, Daniele Marchi


SPECIALE ELEZIONI INFOGRAFICA

L’occupazione riparte, ma le aziende hanno fame di figure specializzate A Reggio Emilia e Modena cresce il numero degli occupati, nelle due province superano il 68%. Ecco i lavori più ricercati

Posti lavoro

Piccole Medie Imprese

+3,8%

I

l lavoro riparte dai... piccoli. La ripresa del mercato del lavoro vede, infatti, le piccole imprese protagoniste, con un tasso di creazione posti lavoro del 3,8%, doppio rispetto al 2% delle medio-grandi. In tale contesto si registra un aumento delle assunzioni che risultano difficili da reperire. Anche l’indicatore del tasso di posti vacanti pubblicato dall’Istat – rapporto percentuale fra le ricerche di personale che a fine trimestre sono già iniziate e non ancora concluse e le posizioni lavorative occupate – evidenzia una maggiore difficoltà di ricoprire le posizioni in azienda, collocandosi ai massimi dal 2010. A rilevarlo é una ricerca di Confartigianato Lapam a livello nazionale da cui si evidenziano anche le figure più richieste e meno facili da reperire per le piccole imprese, ma presenta anche un dato molto interessante: a

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Posti lavoro

Medio Grandi Imprese

+2%

Modena nel 2017 il tasso di occupazione, ovvero le persone tra i 15 e i 64 anni che lavorano, è in crescita al 69,1% rispetto al 68,8% del 2016 e sta tornando verso i massimi raggiunti nel 2007 (quando lavorava il 70,8% della popolazione tra i 15 e i 64 anni, il record delle serie storiche). A Reggio Emilia, invece, il tasso di occupazione è appena al di sotto, al 68,4% in salita rispetto al 68,2% del 2016: nel 2008 lavorava il 71,9% dei reggiani. Dopo il tonfo degli anni peggiori della crisi (per entrambe le province il 2014) Modena si attesta all’ottavo posto in Italia e Reggio Emilia all’undicesimo mentre in

Modena si attesta all’ottavo posto in Italia e Reggio Emilia all’undicesimo

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SPECIALE ELEZIONI INFOGRAFICA RICERCA DI CONFARTIGIANATO LAPAM MODENA 2017

TASSO DI OCCUPAZIONE, OVVERO LE PERSONE TRA I 15 E I 64 ANNI CHE LAVORANO

69,1%

2016

TASSO DI OCCUPAZIONE, OVVERO LE PERSONE TRA I 15 E I 64 ANNI CHE LAVORANO

68,8%

REGGIO EMILIA 2017

TASSO DI OCCUPAZIONE, OVVERO LE PERSONE TRA I 15 E I 64 ANNI CHE LAVORANO

68,4%

2016

TASSO DI OCCUPAZIONE, OVVERO LE PERSONE TRA I 15 E I 64 ANNI CHE LAVORANO

68,2%

TECNICI MECCANICI (55,3%)

TECNICI DELLA PRODUZIONE E PREPARAZIONE ALIMENTARE (51,9%)

ATTREZZISTI DI MACCHINE UTENSILI E PROFESSIONI ASSIMILATE (51,4%)

INGEGNERI ENERGETICI E MECCANICI (50,8%)

PONTEGGIATORI (53,7%) OPERAI ADDETTI A MACCHINARI PER LA FILATURA E LA BOBINATURA (50,2%).

SARTI E TAGLIATORI ARTIGIANALI, MODELLISTI E CAPPELLAI (51,1%)

TECNICI PROGRAMMATORI (DIFFICOLTÀ DI REPERIMENTO DEL 57%)

ALTRE PROFESSIONI TECNICHE DELLA SALUTE (52,3%) TECNICI ESPERTI IN APPLICAZIONI (55,6%)

ANALISTI E PROGETTISTI DI SOFTWARE (55,5%)

vetta alla graduatoria si posizionano Bolzano e Bologna, uniche due realtà sopra il 70%. L’analisi della domanda di lavoro focalizzata sulle 128 figure professionali più richieste dalle imprese artigiane – pari a poco meno di un terzo (31,9%) delle professioni – evidenzia che per 19 professioni si rileva una difficoltà di reperimento più che doppia rispetto alla media del 21,5% rilevata per il totale imprese; per 13 di queste più di una assunzione su due è difficile da reperire. Le tipologie professionali su cui si concentra la mancata corrispondenza (il cosiddetto mismatch) tra domanda ed offerta sono influenzate dalla crescita degli investimenti sostenuti dal piano ‘Impresa 4.0’ finalizzato a consolidare la crescita degli investimenti in innovazione e ad elevato contenuto digitale: nel 2017, infatti, il volume degli investimenti fissi

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ELETTROTECNICI (54,9%)

TECNICI ELETTRONICI (50,6%)

lordi diversi dalle costruzioni cresce del +6,1% a fronte di un aumento dell’1,5% del Pil. Nel dettaglio la ricerca Confartigianato Lapam evidenzia come le figure con la maggiore difficoltà di reperimento siano i tecnici programmatori (difficoltà di reperimento del 57%), tecnici esperti in applicazioni (55,6%), analisti e progettisti di software (55,5%), tecnici meccanici (55,3%), elettrotecnici (54,9%), ponteggiatori (53,7%), altre professioni tecniche della salute (52,3%), tecnici della produzione e preparazione alimentare (51,9%), attrezzisti di macchine utensili e professioni assimilate (51,4%), sarti e tagliatori artigianali, modellisti e cappellai (51,1%), ingegneri energetici e meccanici (50,8%), tecnici elettronici (50,6%), e operai addetti a macchinari per la filatura e la bobinatura (50,2%).

INFOGRAFICA


ECONOMIA

Credito agli artigiani è profondo rosso Tra settembre 2016 e 2017 crollano i prestiti alle Pmi, il calo raggiunge dieci punti percentuali

PRESTITI ALLE PICCOLE IMPRESE PRESTITI ALL’ARTIGIANATO

“L

’accesso al credito, soprattutto per le pmi, continua a essere un problema molto serio e, anzi, sta peggiorando. In un contesto ancora pesante per le imprese, il trend negativo e in peggioramento dei prestiti all’artigianato e alle piccole imprese in generale, non fa ben sperare. Anche perché è incomprensibile: è noto, infatti, che il costo del denaro per i piccoli è più alto rispetto alle grandi imprese, mentre le sofferenze hanno un trend opposto: calano per i pic-

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coli e crescono per le grandi. Qualcuno ci può spiegare i motivi?». Gilberto Luppi, Presidente Generale Lapam Confartigianato, è molto esplicito nel commentare i dati resi disponibili grazie alla collaborazione dell’ufficio studi nazionale Confartigianato Lapam con Artigiancassa. Dati che indicano a settembre 2017 uno stock di prestiti lordi alle imprese artigiane di 39,1 miliardi di euro, in diminuzione in un anno di 3,9 miliardi, pari al -9% (era -5,8% il trimestre precedente). A

Modena questo dato è in picchiata: lo stock dei prestiti lordi alle imprese artigiane è di 617 milioni di euro, con un calo del 9,8% rispetto a un anno prima, a giugno 2017 il dato era di 656 milioni, a Reggio Emilia va addirittura peggio con un -10,7% a quota 528 milioni. Il calo è costante da anni, più che nel resto d’Italia, con una tendenza congiunturale negativa. I 617 milioni di prestiti lordi alle imprese artigiane nella provincia di Modena è suddiviso tra breve termine (219 milioni) e

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ECONOMIA

medio e lungo termine (398 milioni, il 64,6% del totale dei prestiti erogati): il calo sulla rilevazione di settembre 2016 è molto accentuato sul breve termine (-15,7%), meno sul medio e lungo termine (-6,2%) per la media citata di un -9,8% complessivo. Cambia poco a Reggio Emilia: i 528 milioni si dividono tra prestiti a breve termine (175 milioni) e medio e lungo termine (352 milioni, il 66,8% del totale dei prestiti erogati): il calo sulla rilevazione di settem-

bre 2016 è molto maggiore sul breve termine (-17,3%), che sul medio e lungo termine (-6,9%) la media è appunto il -10,7%. «La situazione di Modena e Reggio Emilia – osserva il Presidente Lapam Confartigianato – è sempre più allarmante: il calo dei prestiti alle imprese artigiane è indice di una sofferenza e di una difficoltà ad accedere al credito per le piccole imprese artigiane e a una propensione a investire più bassa che in passato, a causa delle prospettive incerte. È vero che restiamo

nelle migliori 20 province in Italia, ma scendiamo dal diciassettesimo al diciottesimo posto in questa classifica. Il peggioramento della situazione è purtroppo evidente. Gli incentivi legati a Industria 4.0 hanno funzionato, ma occorre rendere stabile l’opportunità per le imprese, anche le medio piccole, di rinnovarsi per restare al passo coi tempi accedendo a un credito accessibile e non, come accade troppo spesso, quasi impossibile».

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DOPO IL VOTO


SPECIALE ELEZIONI

Evolvere per restare competitivi

L’Assessore regionale Patrizio Bianchi, il Segretario nazionale Confartigianato Cesare Fumagalli e il Presidente generale Lapam, Gilberto Luppi, alla tavola rotonda d’avvio dei lavori del convegno imprenditori e dirigenti. Intervistati dal Direttore de Linkiesta, Francesco Cancellato

F

rancesco Cancellato, direttore del sito web d’informazione Linkiesta, nelle vesti del moderatore. L’assessore a lavoro e formazione della Regione Emilia-Romagna, Patrizio Bianchi, in quelle dell’esperto. Il Segretario nazionale di Confartigianato, Cesare Fumagalli, per uno scenario ampio. Il Presidente generale Lapam Confartigianato di Modena e Reggio Emilia, Gilberto Luppi, per riportare tutti e sempre alla concretezza degli imprenditori. Così, con questo parterre, si è aperto il convegno degli imprenditori dirigenti ‘Protagonisti del cambiamento’ che si è svolto nella cornice affascinante e suggestiva di Bardolino sul Garda (a 100 metri dal lungo lago e a una manciata di minuti a piedi dal centro storico). Il tempo per godersi il panorama e sfruttare i piaceri del luogo non è stato però lungo, perché nei tre giorni gardesani si è soprattutto lavorato. Tavole rotonde, approfondimenti tematici nei sei gruppi, ospiti ed esperti, sintesi.

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SPECIALE ELEZIONI Tre giorni intensi (con qualche divagazione sul tema, ma ci mancherebbe!) caratterizzati dalla voglia di un centinaio di imprenditori di mettersi in gioco. Ecco la sintesi, inevitabilmente solo quella, dell’evento introduttivo, la tavola rotonda gestita dal giornalista Cancellato. Cesare Fumagalli è partito dai fondamentali: «Chi è rimasto sul territorio ha scommesso su prodotti non di grande serie, che incorporano valore, belli e funzionali. Non tutti stanno bene, pensiamo a edilizia e costruzioni: oggi il contesto non ostacoli il cambiamento. La complessità richiede fatica, pensare che uno è così bravo da decidere per tutti non ci sta. Per noi Confartigianato non vale una soluzione uguale per tutti, ma fornire, anche grazie alle tecnologie, la soluzione più adatta per ciascun associato. I soggetti sono differenti: la rappresentanza è ancora diversa dai singoli! I corpi intermedi hanno senso se teniamo in piedi la differenza tra uno e centomila». Evoluzione, cambiamento, associazioni, reputazione… tutte parole emerse negli interventi dell’assessore Patrizio Bianchi: «La nuova rivoluzione è fare in grandi numeri prodotti personalizzati, ovvero la capacità di avere una risposta su grandi numeri a domande individuali. Anche nelle imprese grandi oggi si recupera un sapere artigiano: la qualità deve essere dal primo all’ultimo pezzetto, tutta la filiera deve avere lo stesso livello. Il valore aggiunto è la capacità di risposta e andare

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da sinistra: Francesco Cancellato, Patrizio Bianchi, Cesare Fumagalli e Gilberto Luppi

insieme. È poi necessario ricostruire la fiducia, così torna la reputazione, delle imprese e delle istituzioni, del territorio. Ecco, le associazioni, i corpi intermedi, sono fondamentali per mantenere la competitività del territorio. In Emilia Romagna abbiamo fatto una scelta chiarissima: il patto per il lavoro è stato firmato da chi organizza la società civile. E in più abbiamo avviato per primi il percorso sull’autonomia. Internet – ragiona Bianchi - è pericoloso, si rischia di naufragare e il mito che le macchine risolvono il problema è pericolosissimo. Le macchine sono macchine! La scuola serve per tre cose: a usare le macchine e gli strumenti; a comprendere che è più di capire, è tenere assieme; a fare comunità, stare assieme con gli altri. Se non ci sono queste tre cose la scuola non serve. Pensiamo agli Its e alle scuole professionalizzanti: il problema sono le famiglie, la ‘sindrome della zia’ che ti chiede che scuola fai. Se fai quella

scuola lì siamo certi che trovi da lavorare, ma non ci vai perché ti senti meno ‘importante’. Questi due anni post diploma sono da comparare all’università. Riportiamo l’Università a fare il suo mestiere e facciamo diventare importanti gli Its (cambiandogli nome, così non hanno appeal...). Il Presidente Luppi ha riportato al centro i problemi dell’impresa: «Si aspetta sempre che cambino gli altri, ma il cambiamento vero è quando parte da noi. Modena e Reggio sono leader nell’export (insieme sono secondi solo a Milano), ma dobbiamo avere la convinzione e l’umiltà di cambiare per primi. Servizi su misura per noi, pensiamo ai quelli per l’export, flessibilità, predisposizione a lavorare insieme in associazione. Fare rete e squadra tra imprenditori, associazione, politica e istituzioni locali... Perchè l’Europa è lontana e noi dobbiamo stare assieme. Non trovo le figure da inserire dentro l’azienda, noi andiamo alle

media e spiegare che scegliere un istituto tecnico è importante, cerchiamo figure che il mercato del lavoro non ci dà. Anche i professionali non sono scuole di serie B. La ‘sindrome della zia’ sta distruggendo tutto. Insistiamo sull’alternanza scuola-lavoro, facciamo entrare studenti e docenti all’interno dell’azienda». Le conclusioni sono state tratte dal Segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi, che ha messo in luce le differenze e l’evoluzione dell’associazione negli anni, a pochi mesi dall’inizio del sessantesimo compleanno: «Potremmo dire Lapam ieri e oggi, l’evoluzione ci guida in questo cambiamento. E’ tempo di servizi personalizzati, sempre più strategici; di consulenza e supporto al business delle imprese, a seguito della tutela e rappresentanza e dei servizi e adempimenti obbligatori. Gli ingredienti che tengono insieme servizi vecchi e nuovi sono le soluzioni digitali per le imprese e la formazione».

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SPECIALE ELEZIONI

Sei gruppi per pensare la Lapam di domani La sintesi dei tavoli tematici che hanno visto la partecipazione di imprenditori associati, funzionari e collaboratori dell’associazione, ospiti esterni con esperienze specifiche

LOBBY E RAPPRESENTANZA

FARE RAPPRESENTANZA E FARE LOBBY, SONO DUE FACCE DELLA STESSA MEDAGLIA? Compito della rappresentanza è formulare e adottare azioni di Lobbing a tutela dei propri associati, fornire servizi specialistici e innovativi agli associati, essere soggetti chiave della contrattazione collettiva in materia di lavoro. Fondamento della rappresentanza è un’architettura in grado di presidiare tutti i livelli istituzionali, sociali ed economici di interesse delle imprese. La rappresentanza è l’organizzazione di gioco e la lobby sono le azioni. Chi sono gli attori? Gli imprenditori e i funzionari della struttura che insieme formano il binomio vincente di competenza e credibilità necessari a raggiungere gli obiettivi.

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COME ORGANIZZARE UNA RAPPRESENTANZA ED UNA LOBBY EFFICACI? Fondamento dell’organizzazione efficace è il collegamento con la base associativa. Rappresentare le imprese significa creare vicinanza e conoscere i problemi. La presenza capillare sul territorio è un modello da mantenere, così come l’organizzazione a tutti i livelli degli organi elettivi. Altro presupposto dell’efficacia è la continuità di azione per costruire relazioni con gli interlocutori. Chi sono i nostri interlocutori? Le istituzioni, la politica in tutte le sue articolazioni, l’apparato burocratico pubblico, le tecnostrutture, che si conquistano dimostrando competenza in campo legislativo e amministrativo. Le categorie sono e restano la forma di rappresentanza e di lobby più operativa. COME SI MUOVONO GLI ALTRI Fare alleanze serve? Sì ma non per sempre e non sempre. Allearsi con i “propri simili” (Rete Imprese Italia) può servire ma non esaurisce le possibilità. Allearsi con i “diversi” (consumatori finali, banche, enti locali, imprese della propria filiera) può essere molto più produttivo per raggiungere i risultati sperati.

COME MISURARE I RISULTATI Lobbing web è lo strumento che Confartigianato ha messo a punto per monitorare l’attività dei parlamentari. Mette in relazione i territori e l’associazione nazionale scambiando informazioni e contatti utili a tutto il sistema associativo. COME COMUNICARE LA NOSTRA ATTIVITÀ DI LOBBY Il contatto diretto con l’impresa associata è il primo canale di comunicazione efficace che non dobbiamo mai interrompere. Il circuito di comunicazione “interno” è necessario a rendere l’attività di Lobby patrimonio di tutti. La coerenza e l’omogeneità di azione, la capacità di mobilitazione sono gli ingredienti vincenti.

SOLUZIONI DIGITALI PER LE IMPRESE OBIETTIVI Stimolare il confronto e la discussione sulle opportunità legate alla trasformazione digitale per promuovere la conoscenza sul tema. Cogliere le esigenze e le incertezze delle imprese nell’approccio alla digitalizzazio-

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SPECIALE ELEZIONI ne, per poi individuare le modalità e gli strumenti con i quali la nostra Associazione potrà supportare/stimolare le imprese verso la trasformazione digitale. Riguardo al primo obiettivo è emerso come l’approccio a modelli di business digitali sia un fattore imprescindibile, non solo per contrastare la concorrenza, ma per la sopravvivenza stessa delle imprese. Dalle esperienze dei partecipanti è emerso come i percorsi di trasformazione digitale, siano tutt’altro che semplici in quanto hanno implicazioni sia tecnologiche che organizzative e culturali (degli imprenditori e dei collaboratori). Di fronte ad una vasta offerta di proposte e soluzioni, è emerso come le imprese facciano fatica ad orientarsi e comprendere quale possa

essere per loro la soluzione migliore, con il rischio di incappare in scelte e investimenti sbagliati. Sul tema dei collaboratori, a detta di tutti una delle principali difficoltà sta nel reperimento di figure professionali con le giuste competenze ma soprattutto nella resistenza al cambiamento dei propri collaboratori verso nuove modalità di lavoro. Dall’altro lato, è emerso come gli imprenditori che hanno cavalcato (e non subito) l’innovazione digitale, avendo ben chiara l’idea imprenditoriale e la visione della strategia aziendale, sono quelli che hanno tratto i maggiori vantaggi e benefici. Il tempismo, la conoscenza delle peculiarità del settore e l’ambiente aziendale proattivo sono risultati essere i tre fattori alla base delle storie di successo degli im-

prenditori che hanno portato la loro esperienza. Riguardo al secondo punto, sono invece emersi 4 macro temi sui quali le aziende chiedono supporto. Formazione aziendale (le aziende hanno richiesto una formazione più specialistica sui temi digitali); business community (creazione di comunità di imprenditori e consulenti per il confronto sulle tecnologie disponibili e su esperienze di chi ha già approcciato il digitale); mediatore digitale (potrebbe essere molto utile la creazione di figure in grado di ascoltare, analizzare e creare soluzioni ad hoc a livello digitale); formazione studenti (necessaria la vicinanza al mondo scolastico per la creazione di percorsi di studio utili al settore ed al territorio).

PROMOZIONE DEL TERRITORIO E DEL MERCATO

L’intenso lavoro svolto nella sessione di brainstorming ha portato ad evidenziare le traiettorie strategiche che sono state intraprese dal territorio delle Langhe, le differenze in termini di dotazioni territoriali, le similitudini con il tessuto modenese e reggiano, facendo emergere importanti valutazioni sul tema della promozione del territorio e del mercato. Innanzitutto i dati quantitativi di fondo del “Fenomeno Alba” e, al di là dell’esperienza delle Langhe, si è riflettuto che laddove si decide di puntare sull’enogastronomia di qualità non è sufficiente decantare la bontà dei prodotti, ma è necessario creare un’offerta di alta qualità, coordinata e

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coerente in tutti i suoi aspetti, La promozione del territorio deve essere estesa e intra-comunale e non concentrata in pochi chilometri quadrati o ad un solo Comune, perchè la fruizione del territorio e lo spostamento non è più un problema, ma anzi un elemento di fruizione dell’esperienza di viaggio. Le persone che si occupano di coordinare e organizzare la promozione delle Langhe hanno dato dimostrazione di avere due tratti in comune: da un lato una enorme passione ed entusiasmo per il lavoro che fanno e per il territorio che vivono, trasmettendo questo entusiasmo soltanto raccontando il loro lavoro. Dall’altro delle

vere e consolidate competenze organizzative per lo specifico settore del turismo. Quando si parla di turismo è necessario passare da un approccio amatoriale a un approccio professionale. Puntare su poche iniziative ma ad ampio raggio anziché su tante iniziative spot, permette di apportare un miglioramento continuo al disegno di fondo e il ruolo dell’Associazione di categoria è creare le condizioni per fare rete fra i vari soggetti. Anche grazie all’importante contributo degli ospiti della seconda giornata (APT Emilia Romagna, Digital Agency e presidente Unione Comuni Appennino) ci si è potuti focalizzare su ulteriori aspetti organizzativi della pro-

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SPECIALE ELEZIONI mozione del territorio. Il sistema di promozione turistica regionale: APT Servizi punta ad aumentare l’incoming turistico proveniente dai mercati stranieri, ed è ora a servizio delle Destinazioni turistiche anzichè dei precedenti prodotti turistici. Modena è all’interno della destinazione città metropolitana di Bologna mentre Reggio è nella destinazione Emilia con

Parma e Piacenza. Sulla promozione del territorio vengono focalizzati gli aspetti relativi allo sviluppo di sinergie tra privati quale elemento fondante dell’azione collettiva. Sinergie che non sono solo date dal coordinamento e integrazione dell’offerta in un’ottica di pacchetto turistico, ma anche nel reperimento di risorse professionali e di servizio mancanti al siste-

ma o al singolo imprenditore. Importanza degli influencer e degli strumenti digitali per la creazione di contenuti di altissima qualità. Si arriva infine al tema della digitalizzazione: sia per il settore ricettivo che per la ristorazione, sia per il commercio che l’artigianato emerge un forte interesse al tema della digitalizzazione e alla relativa formazione.

nei ragazzi più giovani. Sul rapporto tra università e mondo del lavoro si sottolinea come ogni impresa abbia bisogno di competenze diverse. È emerso un forte apprezzamento da parte degli imprenditori presenti nei confronti dell’impostazione del percorso di formazione professionalizzante di ITS Maker. In un’ottica di reskilling delle competenze del personale già presente in azienda è fondamentale analizzare il fabbisogno formativo aziendale per delineare gli interventi che possono essere utili, efficaci e sostenibili. È emerso che non si conoscono le opportunità formative già esistenti sul mercato e a portata delle piccole e medie imprese, come l’utilizzo di Fondartigianato. In ottica di formazione interna è emerso come sia necessario l’ascolto dei dipendenti e

la valorizzazione del loro lavoro al fine di individuare gli interventi formativi più appropriati. Tematiche da approfondire e su cui lavorare con progettualità.

FORMAZIONE E CREAZIONE DI VALORE PER LE IMPRESE IL GRUPPO SI È POSTO I SEGUENTI OBIETTIVI. Creare un ponte tra domanda e offerta di lavoro attraverso progetti sostenibili che coinvolgano le imprese, l’associazione, il mondo della formazione. Condividere le esperienze di formazione continua del personale e di reskilling delle aziende presenti, al fine di individuare le best practice che portano valore aggiunto e che possono essere replicate in più contesti lavorativi. Ecco i principali temi emersi. Deficit di competenze tra domanda e offerta: ad esempio 200/300 ingegneri in meno all’anno rispetto al fabbisogno delle imprese del territorio. Problema della gestione dell’orientamento scolastico e necessità di coinvolgere le famiglie, non solo i ragazzi, in un’ottica di conoscenza dei percorsi di formazione tecnica e del fare impresa. Necessità di comunicare a livello locale il ruolo sociale positivo del fare impresa e dell’imprenditore che crea lavoro e ricchezza nel territorio, questo al fine di stimolare lo spirito imprenditoriale

PROPOSTE Lapam può fungere da coordinamento a livello locale tra gli stakeholder del mondo della formazione e le necessità reali delle imprese, ciò attraverso progetti mirati, concreti e quantificabili. Intercettare le necessità formative delle imprese e creare un ponte tra opportunità già in essere (Formart, Progetti Unimore) e imprese. Lavorare sull’orientamento scolastico e professionale. Estendere l’esperienza di Vestilapam ad altre facoltà o settori produttivi. Costruire percorsi formativi professionalizzanti stile ITS Maker.

ECONOMIA CIRCOLARE E WELFARE AZIENDALE L’Economia Circolare è un nuovo modo di pensare il sistema produttivo di un’azienda, il poter riutilizzare le risorse considerate di scarto o non riutilizzabili come materia secondaria che diventa primaria

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rigenerandola. A questo proposito sono stati esposti i dati emersi da un’indagine effettuata in collaborazione con il Ministero della Salute, Università di Bologna e Bologna Business School.

Quello che è emerso è che le aziende che hanno introdotto un sistema di Economia Circolare riscontrano delle limitazioni relativamente a normative poco chiare, poco supporto a livello finanziario o fiscale; le

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aziende che hanno all’attivo ancora pochi comportamenti volti alla salvaguardia e al riutilizzo delle risorse. Nel dibattito diversi interventi hanno portato sulla stessa corrente di pensiero, e cioè educare il cittadino, l’imprenditore ad avere un comportamento corretto nel rispetto dell’ambiente, ed in primis, valutare all’interno della propria impresa, come si può attivare un modello di Economia Circolare. E’ emersa anche una grande difficoltà delle imprese nella conoscenza dell’esistenza di contributi od incentivi Europei stanziati per progetti riguardante l’argomento. COSA DEVE FARE LAPAM? Opportunità politico-sindacale per creazione filiera e raccolta esigenze per presentazione richieste alle istituzioni; informare e formare: fare scuola a cittadini e imprendi-

tori; salvaguardare e tutelare il proprio territorio è responsabilità di tutti; per le imprese questa responsabilità si trasforma in reputazione (propria immagine sul territorio); censimento dei propri associati riproponendo l’indagine di Formart. Circa il tema del welfare aziendale, è stato fornito il quadro normativo che regola i principi base per di riconoscimento dei premi produttivi destinati ai dipendenti delle aziende. Sono state esposte anche le opportunità date da Eber e, comunque, è stata trattata la normativa e le opportunità concrete. Il dibattito si è concentrato sulla complessità della normativa e sui limiti imposti. Per agevolare le imprese nel proporre servizi welfare ai propri associati, Lapam in collaborazione con Edenred promuove una piattaforma per favorire l’utilizzo di tali servizi; i servizi welfare rappresentano una valida alternativa al riconoscimento di premi produttivi otte-

nuti da contratti collettivi di secondo livello, generando minori costi per l’azienda e maggiori entrate per i dipendenti. COSA DEVE FARE LAPAM? L’associazione dovrebbe organizzare dei seminari informativi per gli imprenditori suddivisi per settore, dimensione aziendale, al fine di fornire un quadro specifico e completo sugli adempimenti necessari al fine di scegliere con consapevolezza le modalità per erogare premi ai propri dipendenti. Aiutare le aziende ad informare in modo “adeguato” di questa nuova opportunità i propri dipendenti. In qualità di rappresentante delle imprese, dovrà raccogliere quelle che sono le richieste che emergeranno, quali difficoltà incontrano e soprattutto la riduzione dei limiti di deducibilità, per portare ai tavoli istituzionali le opportune richieste.

CONSULENZA Il gruppo ha risposto ad alcune domande. Per gli imprenditori che figura deve essere il Consulente? Il Consulente deve essere una risorsa che conosca tutte le opportunità e i servizi dell’associazione, deve essere il “traite d’union” tra le esigenze delle imprese e le professionalità all’interno dell’associazione. Il Consulente, in quest’ottica, non deve essere un “tuttologo” ma deve essere la risorsa in grado di intercettare tempestivamente il bisogno dell’azienda e attivarsi per dare una risposta. Si suggerisce un coordinamento (da definire le modalità) costante e periodico tra i consulenti / specialisti dell’associazione. In che modo fare Consulenza? Occorre segmentare la clientela e proporre solu-

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zioni diversificate, il servizio di Consulenza deve essere personalizzato. La personalizzazione del servizio può passare da uno strumento tecnologico avanzato? Il Digital Lapam è uno strumento apprezzato da diffondere, implementare e sviluppare. Digital Lapam si potrebbe implementare con uno spazio “interattivo” ovvero nel quale le aziende possano richiedere apposite consulenze / servizi, etc… Consulenza e Credito: come muoversi? Puntare e favorire la diffusione costante, integrata e continuativa di strumenti per supportare le imprese e la consulenza creditizia. Accanto alla Consulenza continuare a fare azione di lobby finalizzata ad una partecipazione attiva nel mondo bancario. Coinvolgere gli imprenditori nel finanzia-

re una buona idea imprenditoriale (Crowdfunding). Consulenza e Formazione: come si legano? La Consulenza va abbinata alla formazione. È giusto continuare con eventi tecnici rivolti alle imprese ai quali far seguire successivi incontri di approfondimento con i consulenti di riferimento Anche in questo ambito sono da incentivare soluzioni personalizzate. Consulenza – formazione anche on line. Ci sono particolari aree di Consulenza da approfondire? Un servizio / consulenza che gli imprenditori gradirebbero si traduce in soluzioni per migliorare l’attività di incasso dei crediti commerciali. In particolare: analisi solvibilità nuovi clienti, accordi con finanziarie / strumenti per cessione dei crediti e riduzione rischio di mancato incasso.

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Francesco Cancellato: «Maggiore autonomia e formazione continua sono il giusto carburante per territori ed imprese» Il direttore de Linkiesta, moderatore del primo appuntamento della nostra Convention, rifl ette sui temi della formazione e della richiesta di maggiore autonomia amministrativa richiesta da Regione Emilia Romagna, Lombardia e Veneto

D

irettore Cancellato, durante la tavola rotonda con l’assessore regionale Patrizio Bianchi e il presidente Lapam Luppi, è emerso forte il tema della formazione per restituire competitività ai territori e alle nostre imprese. Eppure mondo della scuola e mondo del lavoro fanno ancora molta fatica a parlarsi... «Be› ideologicamente 40 anni fa abbiamo smesso di pensare che la formazione, la scuola, l›educazione, fossero mezzi attraverso cui trovare un’occupazione, attraverso cui entrare in un ciclo produttivo. Abbiamo giustamente deciso che la scuola servisse a formare cittadini a dare cultura alle persone, ma così facendo abbiamo deprofessionalizzato in modo scriteriato l’educazione delle persone». E i risultati sono evidenti. Oggi dovremmo formarci includendo percorsi di Alternanza scuola lavoro e lavorare formandoci per rimanere aggiornati. Invece...

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«Di fatto siamo il paese europeo, Grecia esclusa, che ha la più grande distanza tra mondo della scuola e mondo del lavoro, cioè tra quando una persona finisce di studiare e inizia a lavorare. Siamo un paese in cui i laureati diminuiscono invece che aumentare, quindi non comprendiamo che la vera moneta del XXI secolo è la formazione. Siamo un paese che non scommette sui nuovi saperi, proprio perché decidendo di smettere di studiare o di fare formazione a 25 anni al massimo, abbiamo un pezzo di popolazione che è rimasto drammaticamente indietro rispetto alle tante rivoluzioni tecnologiche che si sono accumulate negli ultimi anni». Ma perché non riusciamo ad invertire rotta? «Credo per un›atavica paura di imparare cose nuove. Tuttavia è possibile cambiare, come hanno dimostrato i nostri vicini

tedeschi. Durante gli anni di crisi in Germania la disoccupazione giovanile è scesa, non aumentata, segno che le imprese hanno investito nei nuovi saperi. Anche la Francia sta investendo tantissimo in formazione, nella creazione di nuove imprese, nel welfare a misura di giovani. Nei paesi Scandinavi vige un’idea molto progressista della scuola e del rapporto con il mondo del lavoro, incentrata sulle soft skills, i cosiddetti saperi dolci o laterali come quello di fare gruppo, di saper parlare in pubblico o di saper gestire situazioni di stress emotivo, propri e degli altri». Credono di più nei giovani? «Diciamo che c’è un meccanismo che sta prendendo forma in Europa e che

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Francesco Cancellato, direttore de Linkiesta

individua nei giovani, nella formazione e nelle cultura, gli alvei per ripartire. Curiosamente in Italia si preferisce parlare di abolizione della riforma delle pensioni, di fare più debito pubblico con proposte come il reddito di cittadinanza o di costruire strade e autostrade quando oggi la connessione è garantita soprattutto dalla rete». Altro importante tema della Convention Lapam 2018 per restituire competitività alle imprese e al territorio, è quello di una maggiore autonomia amministrativa. Che ne pensa? «Parag Khanna, nel suo recente saggio Connectography, spiega bene come il destino della globalizzazione non sia la democratizzazione del mondo, quello è un esito ancora incerto, ma sicuramente è quella del decentramento. Il mondo si sta adattando a un tessuto fatto di

piccoli territori coesi e molto connessi l’uno con l’altro, con altissimi livelli di autonomia e che superano l’idea di “Stato Nazione” in cui convive una mediazione fortissima degli interessi, ma che è definito all’interno dei propri confini e quindi poco connesso da quello che c’è fuori. Un mondo interamente connesso in cui l’autonomia e il senso di comunità ritrovano un ruolo centrale. Chiaro che in un meccanismo ancora legato agli Stati Nazione, la coesistenza di questa doppia istanza produce guerra. Allo stesso modo però ci sono paesi come la Gran Bretagna in cui Londra vota contro la Brexit e il resto del paese vota in un altro modo, o gli Stati Uniti in cui la Rust belt vota per Trump e le due coste votano Clinton, o come la stessa Italia in cui il Nord vota in un modo e il Sud in un altro. Questi sono segnali che si stanno ricomponendo verso alcuni interessi fondamentali e credo che

la maggiore richiesta di autonomia e connessione da parte dei territori siano due precondizioni per competere e per avere una dialettica sana e costruttiva con il mondo che sta cambiando». In Italia però manca una classe dirigente adatta ad affrontare queste sfide. «È evidente che il paese è intrappolato in una in un enorme bisogno di ritorno al passato, in un enorme sentimento di nostalgia e in un’enorme paura del cambiamento. Le classi dirigenti attuali sono lo specchio di questa situazione, ma è anche democratico e fisiologico che sia così. A mio avviso è tutto un lavoro che deve partire dal basso: dalle comunità, dai corpi intermedi, dai media, dalla scuola, dalle imprese. La classe dirigente è qualcosa che si costruisce dal basso verso l’alto, non che si cala dall’alto verso il basso».

Francesco Cancellato: Nato a Lodi nel 1980, laureato in economia, dirige Linkiesta da dicembre 2014, dopo aver lavorato per dieci anni presso il Consorzio Aaster diretto da Aldo Bonomi. Ama la Cina e il Milan, David Foster Wallace e David Lynch. Ha due figlie e un figlio. Il suo ultimo saggio è: “Né sfruttati, né bamboccioni. Risolvere la questione generazionale per salvare l’Italia”, Egea 2018.

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Senza urlare Il convegno promosso da Lapam Confartigianato si è chiuso con una tavola rotonda moderata dal direttore di Trc, Ettore Tazzioli. Ospiti 4 parlamentari: Benedetta Fiorini di Forza Italia, Vittorio Ferraresi del Movimento 5 Stelle, Guglielmo Golinelli della Lega e Andrea Rossi del Partito Democratico

Carlo Alberto Rossi, segretario generale Lapam

C

’erano una volta un leghista, un piddino, un grillino e una forzista su un palco… Non è l’inizio di una barzelletta, ma la conclusione del convegno per imprenditori dirigenti Lapam Confartigianato. Una tavola rotonda con quattro esponenti locali eletti alla Camera dei Deputati (tre neofiti, Benedetta Fiorini di Forza Italia, Guglielmo Golinelli della Lega e Andrea Rossi del Pd, e uno alla seconda legislatura, Vittorio Ferraresi del Movimento 5 Stelle) che hanno discusso, con l’aiuto del moderatore il direttore di Trc Ettore Tazzioli, in modo pacato e restando sui contenuti. Già questo, al giorno d’oggi e con un quadro politico quanto meno complesso, è una notizia ma i quattro deputati hanno anche risposto ad alcune domande poste dalla platea (solo alcune, perché sono arrivate una ventina di richieste, tutte molto puntuali) e hanno dimostrato di essere pronti a una interlocuzione diretta con l’associazione per il futuro. Ecco una carrellata delle dichiarazioni dei quattro parlamentari, quasi senza filtro. E in ordine rigorosamente alfabetico, per non scontentare nessuno… Vittorio Ferraresi (M5S). Sì al confronto sui temi specifici, ma la coerenza è necessaria e impegno per dare un Governo al Paese: lo faremo solo se saremo davvero

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protagonisti del cambiamento. Quando penso al dialogo con le vostre istanze mi viene in mente il tavolo sul terremoto. I corpi intermedi non ci piacevano? No, erano strumentalizzate le nostre parole, il confronto è giusto e dovevamo farlo anche di più. Ma occorre una riforma per le lobby, devono essere fatte proposte chiare e trasparenti e poi la politica si assumerà la responsabilità della scelta. Sulla Cispadana la nostra posizione è chiara: no all’autostrada, sì alla superstrada. Veniamo al commercio, abbiamo una proposta sulle aperture festive per non dare un vantaggio alla Gdo sui piccoli, ma anche contro gli abusivi e la Bolkestein. L’accesso al credito è fondamentale, i grandi fanno fallire le banche e i piccoli non hanno credito per le loro imprese. Edilizia: riqualificazione e ristrutturazioni rappresentano il futuro. Basta versare cemento. Codice degli appalti? Lotta alla corruzione, ma senza penalizzare i piccoli. Benedetta Fiorini (FI). E’ necessario cercare un accordo di programma per il bene del Paese. Il dialogo con il mondo della rappresentanza è fondamentale, sono qui anche grazie a voi e so bene che il mio ruolo in Parlamento deve rappresentare anche tutti voi. Bretella, perchè non è ancora partita? E’ doveroso fare presto. Poi la montagna e i territori svantaggiati (penso ai centri storici ad esempio) vanno sostenuti con un sistema fiscale di vantaggio. Chi apre un’attività oggi è un eroe, lo dico senza timore di sbagliare. Siamo disponibili a proseguire il dialogo, è sempre più importante farlo. Gugliemo Golinelli (Lega). Mi sento parte del mondo privato, grazie a Confagricoltura e sono favorevole ai corpi intermedi, la politica deve dialogare con queste associazioni, ma la crisi della partecipazione civica coinvolge anche i corpi intermedi: come vanno le iscrizioni e la partecipazione alla vita associativa? Serve una riforma dei corpi intermedi, semplificando anche le sigle. La Cispadana è una infrastruttura fondamentale, ma al limite sarebbe sufficiente anche una bretella tra Mirandola e Rolo. In Italia è stato considerato il grande come bello, invece è

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Da sinistra: Gilberto Luppi, Guglielmo Golinelli, Benedetta Fiorini, Ettore Tazzioli, Vittorio Ferraresi e Andrea Rossi

il piccolo e il locale che va sostenuto: pensiamo anche alle banche, i problemi li hanno creati i grandi, non i piccoli. Andrea Rossi (Pd). C’è una crisi di sistema è vero, a oltre 60 giorni dal voto manca ancora il Governo. Ma c’è anche la buona e la bella politica, è quella dei sindaci e sta sul territorio. C’è una crisi di rappresentanza generalizzata nel Paese, dalla politica in giù. È un tema culturale, quando l’interesse del singolo prevale su quello della comunità. Dobbiamo ridare valore alla rappresentanza e usare il linguaggio giusto. La politica ha bisogno dei corpi intermedi per farsi carico delle istanze. Le lobby sono un elemento positivo: va fatta una battaglia culturale sull’importanza della rappresentanza. Proseguire sul percorso istituito delle infrastrutture, Reggio è messa meglio in questo, Modena meno. La relazione e il contatto con il territorio sono determinanti, ma siamo parlamentari del Paese, un Paese bellissimo e da valorizzare. Il tema del Pil e della domanda interna va di pari passo con costruzioni: è la sfida più importante far ripartire il comparto, allora bene gli incentivi, ma occorre una politica economica keynesiana di investimenti pubblici. Il Presidente Luppi e il Segretario Rossi avevano poi, rispettivamente, aperto e chiuso i lavori. Ecco alcune pillole dai loro interventi. “Partirei con quella che possiamo definire la parola chiave di questi tre giorni di confronto: reputazione – sottolinea Carlo Alberto Rossi -. Ne abbiamo parlato fin dalla mattina di venerdì ed è stata un filo rosso che ci ha accompagnato. Reputazione di imprese e imprenditori, reputazione del territorio nella duplice chiave di rapporto tra istituzioni e corpi intermedi e di promozione territoriale. Per anni, troppi anni, i piccoli imprenditori sono stati considerati come in un famigerato spot pubblicitario di qualche anno fa. E, invece, siamo conten-

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ti che ora si torni a parlare di imprenditori in chiave positiva e che i rapporti tra associazioni di categoria (nella fattispecie naturalmente Lapam) e istituzioni venga riletta con la chiave della reputazione”. “Non è facile chiudere questo convegno – spiega Gilberto Luppi -, perchè in questi tre giorni abbiamo lavorato tanto. E, mi permetto di dire, bene. Siamo partiti con una tavola rotonda di alto livello, abbiamo proseguito con sei tavolo di lavoro di grande qualità e con risultati superiori alle aspettative e concluso con questa mattinata, contraddistinta dal confronto con chi rappresenta i nostri territori in Parlamento. Gli imprenditori modenesi e reggiani, come sappiamo e come abbiamo visto anche in questi giorni, stanno continuando a scommettere su se stessi. I numeri forniti venerdì dal presidente Luppi ci hanno detto che Modena e Reggio Emilia unite sono al secondo posto in Italia alle spalle della sola Milano come export. Voglio dire che gli imprenditori, i piccoli imprenditori in primis, stanno facendo la loro parte. E la politica? Voglio essere il più lontano possibile dall’essere frainteso, ma se dopo due mesi dalle elezioni non c’è ancora un Governo un problema lo abbiamo. Come Lapam Confartigianato ci permettiamo di chiedere di tenere come primo criterio il bene comune che, inevitabilmente, è anche il bene di chi facendo impresa crea ricchezza e benessere per tutti. Provo a dare solo due direttrici per un Governo (di qualsiasi collocazione politica): da un lato una riforma elettorale che consenta di rafforzare la governabilità e che possa far sì che non debbano passare settimane, o mesi, prima di avere un Governo. E chiediamo una politica industriale adeguata per la seconda manifattura europea e per un Paese che ha potenzialità ancora in larga parte inespresse”.

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DAL TERRITORIO

Spezzano: un’inchiesta Lapam rivela i problemi del villaggio artigiano Viabilità, infrastrutture e banda larga. Un sondaggio tra gli imprenditori dell’area rivela le carenza dell’area produttiva di Fiorano

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iorano, cuore racing, insieme alla vicina Maranello, di uno dei distretti industriali più performanti d’Italia: 1.533 imprese che impiegano 14mila addetti nel cuore della cosiddetta “Piastrella valley”. Venti chilometri che uniscono Maranello a Scandiano passando per Sassuolo e dove si concentrano 90 aziende ceramiche e l’80% della produzione italiana di piastrelle. Un territorio che solo nel 2017 ha generato, secondo le stime diffuse dal Sole 24 Ore, oltre 5,5 miliardi di euro di fatturato tra export e investimenti. Qui, nel villaggio artigiano di Spezzano, operano alcune aziende dell’indotto. Un’area produttiva importante, nata alla fine degli anni ‘70 e inaugurata nel 1983 alla presenza del presidente di Regione Emilia Romagna dell’epoca, Lanfranco Turci, del sindaco di Fiorano, Egidio Pagani, e delle principali associazioni di categoria locali, che occupa una superficie di 350mila metri quadrati e oggi ospita un centinaio di imprese. Eppure, a detta degli imprenditori che lavorano in questa zona artigianale, servizi e infrastrutture non sono in grado di supportare le aziende nella loro attività quotidiana. Telefonia È così che

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abbiamo deciso di condurre un›indagine conoscitiva tra le imprese di Spezzano attraverso un questionario e una video inchiesta (per visualizzarla basta accedere al canale Lapam Youtube ndr.) per capire meglio le loro problematiche. Le prime attività che visitiamo sono Gimec e Atk Race. Quest’ultima, nata nel 2007, è oggi leader nel settore dello sci alpinistico con 35 brevetti all’attivo e clienti sparsi in tutto il mondo, dall’Europa alla Nuova Zelanda. «I problemi principali che riscontriamo in questo villaggio - spiega il titolare del-

le aziende, Giovanni Indulti - sono sicuramente la viabilità, perché ormai l’area è sovraccarica di mezzi e le strade sono occupate da vetture parcheggiate anche di fronte ai passi carrai e la telefonia. Qui la linea cade di continuo e la banda larga non è ancora arrivata» spiega sconsolato l’imprenditore. «Il mio lavoro mi permette di andare avanti, però almeno i servizi primari penso di averne diritto. Lasciamo stare quello che uno paga di tasse, ma poter avere un’azienda con dei dipendenti a cui non cade la linea continuamente quando sono al telefono, non mi sembra chiedere tanto nel 2018» conclude Indulti. Spostandoci di pochi metri incontriamo una delle aziende dell’indotto ceramico: la Labo Cer, produttrice di particolari e finiture per i grandi marchi del settore. «Se parliamo di internet e banda larga diciamo che qui a Spezzano abbiamo un servizio

Vai sul canale YouTube Lapam e guarda la videoinchiesta “Villaggi Artigiani: Spezzano i miei primi 40 anni” WWW.LAPAM.EU


DAL TERRITORIO obsoleto è un servizio da mettere a posto», dice Nunzio Annovi, uno dei soci della ditta. «Era da mettere a posto già 7, 8 anni fa. Siamo già molto in ritardo, cioè siamo molto indietro. Per le aziende è importantissimo riuscire a lavorare con internet velocemente dato che adesso si fa tutto con internet e invece...». Marciapiedi e infrastrutture Ma le cosiddette infrastrutture digitali non sono le uniche pecche del quadrilatero che delimita il villaggio artigiano di Spezzano, racchiuso tra via dell’Artigianato, via del Commercio, via della Chimica e dell’Elettronica. «Il villaggio è trascurato - spiega Ada Zironi della Carrozzeria D2, attività storica di questa area - Avrebbero bisogno di un po’ più di manutenzione le strade, i marciapiedi, le piante che sarebbero da potare, anche per la sicurezza dei pedoni che sulla pista ciclopedonale passano. Poi anche il sistema fognario che si intasa e l’illuminazione pubblica che spesso rimane spenta anche per tanto tempo... ecco è un po’ lasciato, un po’ trasandato, un po’ abbandonato». A rincarare la dose è il vicino della signora Zironi, Giuseppe di Giorno, titolare della concessionaria F.lli di Giorno: «Per me il villaggio è diventato un bancomat per il Comuni. Non vediamo la presenza dell’amministrazione da anni. Assistiamo all’abbandono totale del villaggio». Il Comune Sui temi raccontati nelle videointerviste e nei questionari raccolti da Lapam Fiorano, abbiamo sollecitato una risposta da parte dell’amministrazione comunale. Il sindaco di Fiorano, Francesco Tosi, spiega: «Il problema delle manutenzioni è un problema molto serio e non solo per il Comune di Fiorano, ma credo che sia un tema nazionale, proprio perché ci troviamo in una situazione in cui il bisogno di risorse per le manutenzioni straordinarie, vista l’età del villaggio artigiano è aumentata rispetto al passato in un momento in cui le risorse pubbliche, è quasi banale dirlo, sono diminuite. Faccio un esempio molto semplice: il gettito dell’Imu a Fiorano per gli immobili D, capannoni eccetera, ammonta a circa 12 milioni di euro di questi 12 milioni, 8 vanno al governo centrale a Roma e 4 arrivano direttamente nelle cas-

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se del Comune. La politica dovrà occuparsi di questo tema. Da parte nostra, abbiamo fatto un piano per mettere in sicurezza i marciapiedi e gli edifici pubblici devo dire con grande onestà e chiarezza che in questi anni abbiamo dato la priorità come investimenti pubblici, non al villaggio artigiano, non agli asfalti, ma alla sicurezza degli immobili pubblici scolastici. Ora abbiamo stanziato per il 2018 cifre significative per il nostro bilancio, circa un milione di euro per gli asfalti e i marciapiedi e contiamo nella collaborazione tra pubblico e privato per risolvere alcune delle criticità da voi evidenziate». E per quanto riguarda banda larga e telefonia? «Lo scorso anno - nel 2017 - è avvenuto l›intervento di Tim si tratta ora di coordinare anche tra gli artigiani le modalità per gli allacci. Noi come amministrazione pubblica possiamo incaricarci di stabilire un rapporto più organizzato e coordinato con Tim dando informazioni adeguate proprio per raggiungere questo obbiettivo che sul piano tecnologico e funzionale, ci rendiamo conto, è fondamentale e indispensabile al giorno d’oggi». Nell’attesa della auspicata manutenzione, scopriamo dentro ai capannoni di questo villaggio artigiano tanta innovazione e tecnologia, e proprio all’interno di uno di questi si conclude la nostra indagine. La NBP è un›impresa che realizza bruciatori industriali per i principali settori del manifatturiero italiano. Qui, oltre alle esigenze già manifestate dalle aziende in-

tervistate, i titolari della ditta nata nel 1975, aggiungono un elemento al nostro racconto. Il principale problema di questa impresa è la difficoltà nel trovare personale qualificato da inserire in azienda. Un tema su cui si gioca il futuro di questa e di tutte le imprese italiane che hanno resistito alla crisi economica e che, grazie al proprio know how sono in grado di competere sui mercati e restituire benessere al territorio. Un problema a cui politica, associazioni, scuole e università, dovranno porre rimedio prima che sia tardi. Ma questa è un’altra storia.

DAL TERRITORIO


Villaggi Artigiani i miei primi 40 anni Le risposte al nostro questionario

Risultati questionario: Il Villaggio Artigiano di Spezzano Questionario sottoposto a 25 Imprese con sede all’interno del Villaggio Artigiano di Spezzano

10

8

2

5

anni 70/80

anni 80/90

anni 90/00

dopo il 2000

Timeline

Insediamento nel Villaggio Artigiano

Domanda - n°1

2

Natura Giuridica Impresa

2

Ditta Individuale

Domanda - n°2 Settore Attività

2

11

Logistica e Distribuzione

Domanda - n°3

Numero Addetti

Manifatturiero

10 da 0 a 5

Società di Persone

1 Impiantistica

7 da 5 a 20

21 Società di Capitale

6 Commercio

3 da 20 a 30

5 Altro

5 oltre i 30


Internet e banda larga

Trasporto Pubblico

Marciapiedi

Illuminazione stradale

Manutenzione aree verdi

Manutenzione stradale

Viabilità mezzi pesanti

Segnaletica stradale

Pulizia delle strade

11

Raccolta dei rifiuti

No

Sicurezza

14

Per niente

Poco

Hai subito furti negli ultimi due anni?

Mense banche poste servizi

Domanda - n°5

Normale

Molto

Ti ritieni soddisfatto di:

Moltissimo

Domanda - n°4

Domanda - n°6

Credi che il Villaggio Artigiano abbia contribuito allo sviluppo della tua impresa?

4

10 11

No

Domanda - n°7

Pensi che la tua area artigiana sia trascurata?

3 No

indifferente

22 Sì

Se sì, perchè..? (estratto delle risposte più significative)

Pulizia delle strade e dei marciapiedi Manutenzione delle strade Parcheggi e aree di sosta Maggiore Sicurezza e vigilanza

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Servizio raccolta e smaltimento rifiuti

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Controllo di impianti e servizi

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Migliore viabilità e segnaletica

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Manutenzione aree verdi

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Migliore copertura Internet

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Quali servizi andrebbero migliorati all’interno della tua area artigiana?

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Domanda - n°8


MECCANICA

Arriva a Modena Matching Day 4.0 In programma il 6 giugno al Forum Monzani, l’evento pensato per far incontrare le imprese

I

l 6 giugno 2018, al Forum Monzani di Modena, si terrà il Matching Day 4.0. L’evento pensato per far dialogare le imprese e creare opportunità di business, un’iniziativa aperta a tutte le aziende del comparto metalmeccanico, meccatronico, dell’automazione industriale, dell’ICT e dell’impiantistica industriale. Non una fiera, ma una giornata di incontri di 20 minuti ciascuno, allo scopo di interconnettere comparti tra i più competitivi del manifatturiero italiano e di far dialogare e incontrare aziende di diversi territori.

Perché Matching Day 4.0?

L’evento nasce grazie alla felice collaborazione tra Confartigianto Udine, creatore del format, e Lapam. Giunto oggi alla sua decima edizione Matching Day aggiunge così la sigla 4.0. Una scelta dettata dai risultati prodotti dal Piano Industria 4.0 che sta trainando l’economia italiana. I dati Ucimu, l’unione dei costruttori di macchine utensili, registrano infatti una crescita delle raccolta ordini dell’86% rispetto al IV trimestre del 2016 sul mercato interno, e del 6,2% su quello estero. In particolare la ripresa industriale dell’E-

Per maggiori informazioni Livio Lazzari Referente categoria Meccanica - livio.lazzari@lapam.eu - 059 893111 30 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

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MECCANICA

milia-Romagna (+2,3% nel 2017 e +3,3% nel 2018) si pone come la cornice più adatta per una giornata tesa a stimolare la collaborazione e la conoscenza tra le imprese. Matching Day 4.0 è dunque aperto alle aziende di produzione e di servizio alla produzione, oltre ai professionisti che operano nei seguenti settori: Meccanica e robotica: Meccanica di precisione, carpenteria, costruzione

di macchine, automazione, meccatronica. Elettronica: Dispositivi tecnologici. Sviluppo software e ICT: Software gestionali, ERP, sviluppo software dedicati. Impiantistica: Impianti elettrici, termoidraulici, tecnologici, domotici. Le iscrizioni si chiuderanno il 25 maggio. Per info visita il sita www.matchingday.it o contatta il referente di categoria.

CCNL meccanica, siglata l’ipotesi d’accordo

È stata sottoscritta fra Confartigianato Autoriparazione, Meccanica di produzione, Impianti, Orafi e Odontotecnici, le altre Confederazioni artigiane e Fiom-Cigl, Fim-Cisl, Uilm-Uil, l’ipotesi di accordo per il rinnovo del CCNL Area Meccanica, scaduto il 31.12.2012. Il CCNL si applica alle imprese artigiane dei Settori Metalmeccanica ed Installazione di Impianti, Settore Orafi, Argentieri ed Affini, nonchè alle imprese del Settore Odontotecnica. L’accordo introduce molte novità per quanto riguarda il mercato del lavoro, la flessibilità oraria e la flessibilità organizzativa.Tra queste si amplia la possibilità di assumere lavoratori con contratto a tempo determinato e si prevede l’adeguamento della disciplina al Decreto Legislativo 81/2015 (la nuova disciplina sui contratti di lavoro e le mansioni prevista dal Jobs Act), in particolare per quanto riguarda la normativa dell’apprendistato professionalizzante. Inoltre si introduce un nuovo regime di flessibilità oraria che non stabilisce un monte orario massimo annuale. Vengono anche aggiornate le ipotesi di licenziamento per mancanze, viene esclusa l’applicazione del lavoro straordinario ai lavoratori con funzioni direttive (quadri e impiegati con funzioni direttive) e viene introdotto il riconoscimento di una specifica indennità. Dal punto di vista retributivo, l’intesa siglata prevede un aumento salariale a regime di 42 euro per il livello 5° Settore Metalmeccanica ed Installazione di Impianti, di 42 euro per il Livello 5° Settore Orafi, Argentieri ed Affini e di 41,50 euro per il Livello 4° Settore Odontotecnica. Inoltre il negoziato sulla meccanica proseguirà a Maggio al fine di dare copertura alle imprese associate non artigiane.

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MECCANICA


DIGITALE E IMPRESE

Commercio al dettaglio ed E–Commerce Il commercio elettronico è un fenomeno da capire a fondo per gli esercizi di vicinato. Perché in fin dei conti è un canale, uno strumento di lavoro, un mezzo di cui appropriarsi e fare funzionare al meglio

N

on sono lontani gli anni nei quali blasonati guru profetizzarono che internet avrebbe decretato la fine del commercio al dettaglio, e guardano ai tassi di crescita dell’e-commerce e alle chiusure delle piccole imprese del terziario parrebbe di dover dare ragione ai gufi. Ma c’è un ma. Anzi più di uno. Innanzitutto persino i colossi del web, Amazon in primis, stanno aprendo e sviluppando una rete di negozi sul territorio. Tecnologici e all’avanguardia finché si vuole, ma pur sempre - stringi stringi - strutture di commercio al dettaglio aperte al pubblico di piccola-media dimensione. Segno inequivocabile che il rapporto fisico con il consumatore

è e rimane un asset fondamentale per la distribuzione. Secondo aspetto - da collegarsi al fatto che gli store Amazon sono di media-piccola dimensione - è il fatto che anche e soprattutto i grandi centri commerciali hanno sentito i morsi della crisi, fino a farli individuare da diversi osservatori come il vero bersaglio nei prossimi anni del commercio elettronico. «Dunque il commercio di vicinato non scomparirà - spiega la Presidente Licom Cinzia Ligabue -, ed anzi: anche grazie ad un rinnovato slancio del turismo nelle città d’arte e nelle destinazioni produttive, ai piccoli esercenti viene nuovamente riconosciuta la fondamentale funzione di arricchimento dell’offerta degli spazi della città ed il

Per maggiori informazioni Stefano Gelmuzzi - Referente Commercio e Turismo Licom - stefano.gelmuzzi@lapam.eu - 059 893111 32 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

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DIGITALE E IMPRESE Le cinque categorie di prodotti venduti su internet

40,2%

Abbigliamento

28,5%

libri giornali e riviste

16 milioni di italiani effettuano acquisti on line pari a poco più del 50 % degli internauti

8,6%

30,5%

Prodotti alimetnari

Articoli per la casa

31,5%

Informatica e tecnologia

ruolo sociale di aggregatori urbani. La concorrenza è agguerrita come non mai e i margini sempre più risicati, ma anche per questo è necessario, per un esercente, interrogarsi se e come il canale digitale può essere proficuamente affiancato allo spazio fisico di vendita».

E-commerce di cosa?

«Tralasciando il settore del turismo - prosegua Ligabue -, che vive dinamiche diverse, vale la pena di chiedersi quali sono le prime cinque categorie di prodotti venduti su internet e le dimensioni del fenomeno. L’ufficio studi di Confartigianato ha stimato che sono più di 16 milioni gli italiani che hanno effettuato acquisti on line pari a poco più del 50 % degli internauti (50,5 % circa uno su due). Nelle merceologie maggiormente interessate spicca l’abbigliamento (40,2% dei casi), gli articoli per la casa (30,5%), l’informatica e tecnologia (31,5%) libri giornali e riviste (28,5%) e solo all’8,6% si posizionano i prodotti alimentari».

E-commerce perché?

Sarebbe ingenuo e riduttivo pensare all’e-commerce come a uno dei tanti modi per vendere. Il commercio elettronico è un canale di vendita, e come tutti i canali di vendita necessita di un approccio sia mirato che complessivo, basato su tre aspetti basilari.

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L’integrazione con gli altri canali di vendita: quali prodotti commercializzare on-line? Gli stessi che si espongono in vetrina o l’invenduto di magazzino? Tutto l’assortimento o solo una parte? I prezzi praticati sul canale di e-commerce sono gli stessi del punto vendita o diversi? La strategia di vendita (fondamentalmente: prezzo, assortimento, comunicazione) mediante il commercio elettronico deve essere pensata e costruita tenendo sempre presente come si integra con gli altri canali a disposizione. L’integrazione dei margini e delle rotazioni con il magazzino fisico: l’e-commerce non è gratis, la vendita on-line ha un costo e i tempi di vendita non sono per forza immediati. Nella pianificazione delle politiche commerciali è necessario fare un budget del margine disponibile prima dell’applicazione degli eventuali sconti per evitare il sottocosto e di come la vendita on-line possa penalizzare le disponibilità del punto vendita in termini di assortimento e di stock.

La concorrenza

Oltre alle considerazioni di cui al punto 1, nel gestire le vendite on-line è bene decidere a priori le politiche di vendita che si vuole adottare nei confronti della concorrenza, e dunque monitorare le fasce di prezzo alle quali i prodotti di punta vengono proposti e le condizioni di pagamento che i concorrenti propongono alla clientela.

DIGITALE E IMPRESE


ALIMENTARI

Cosa occorre sapere sul nuovo regime sanzionatorio e sugli obblighi legati alle etichette alimentari Alcuni esempi per capire cosa prevede il nuovo regolamento appena entrato in vigore

È

stato pubblicato il Decreto Legislativo 231/2017 (vedi Gazzetta Ufficiale dell’8 febbraio 2017) sulla disciplina sanzionatoria per la violazione delle disposizioni del Regolamento UE 1169/2011 sulla fornitura di informazioni sugli alimenti ai consumatori e sull’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del Regolamento UE 1169/2011 e della direttiva 2011/91/U. Le nuove norme entreranno in vigore il 9 maggio 2018. A seguito di un incontro pubblico, svoltosi giovedì 26 aprile in Camera di Commercio, l’Ausl di Modena ha evidenziato che molte attività di pubblici esercizi (come ristoranti, trattorie, bar, etc,) non si sono ancora adeguate alla normativa inerenti gli allergeni che stabilisce per il settore alimentare l’obbligo di informare la clientela e formare il personale coinvolto nell’attività sui rischi associati agli allergeni alimentari ed agli alimenti che possono causare intolleranze alimentari.

Per maggiori informazioni Daniele Casolari - Referente Categoria Alimentari Lapam - daniele.casolari@lapam.eu - 059 893111 34 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

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ALIMENTARI

Le principali novità

Per i prodotti delle attività artigianali della gelateria, della pasticceria, della panetteria, della pasta fresca e della gastronomia, ivi comprese le preparazioni alimentari, l’elenco degli ingredienti può essere riportato su un unico e apposito cartello tenuto ben in vista oppure, per singoli prodotti, su apposito registro o altro sistema equivalente, anche digitale, da tenere bene in vista, a disposizione dell’acquirente, in prossimità dei banchi di esposizione dei prodotti stessi purché le indicazioni relative alle sostanze e prodotti che provocano allergie e intolleranze siano riconducibili ai singoli alimenti posti in vendita. In caso di alimenti non preimballati ovvero non considerati unità di vendita, serviti dalle collettività (ristoranti, mense, scuole, ospedali ed imprese di ristorazione) è obbligatoria l’indicazione delle sostanze e prodotti che provocano allergie e intolleranze. Tale indicazione deve essere fornita, in modo che sia riconducibile a ciascun alimento, prima che lo stesso venga servito al consumatore finale dalle collettività e deve essere apposta su menù o registro o apposito cartello o altro sistema equivalente, anche digitale, da tenere bene in vista. In caso di utilizzo di

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sistemi digitali, le informazioni fornite dovranno risultare anche da una documentazione scritta e facilmente reperibile sia per l’autorità competente sia per il consumatore finale. In alternativa, può essere riportato l’avviso della possibile presenza delle medesime sostanze o prodotti che possono provocare allergie o intolleranze, sul menù, sul registro o su un apposito cartello che rimandi al personale cui chiedere le necessarie informazioni che devono risultare da una documentazione scritta e facilmente reperibile sia per l’autoritaà competente sia per il consumatore finale.

Le sanzioni

Riportiamo di seguito alcuni esempi sanzionatori: Violazioni delle disposizioni sui prodotti non preimballati: sanzione amministrativa pecuniaria di una somma da mille a 8mila euro. Violazioni in materia di indicazione degli allergeni per esempio nella ristorazione: sanzione amministrativa pecuniaria di una somma da 3mila a 24mila euro. Quando la violazione è commessa da imprese aventi i parametri della microimpresa la sanzione amministrativa è ridotta di un terzo.

ALIMENTARI


SPECIALE ELEZIONI TURISMO

Le professioni del turismo Criticità e soluzioni nel mercato del lavoro del settore ricettivo

P

rosegue l’analisi del mondo del lavoro di Imprese & Territorio, la nostra attenzione si concentra sullo specifico segmento del mondo del lavoro nel settore turistico ricettivo. Un comparto sempre più strategico per Modena e Reggio Emilia, ma le cui imprese da tempo segnalano difficoltà nel trovare personale all’altezza della sfida del mercato globale. Per iniziare, vale la pena interrogarsi su quali siano le competenze ricercate dalle imprese. Al di là del singolo inquadramento o del ruolo svolto in azienda emerge sempre di più la necessità di saper comunicare al cliente il valore dell’offerta locale nei suoi aspetti tipici e distintivi. Che si tratti del cameriere che spiega le differenze tra i tipi di Lambrusco, dal cuoco che valorizza prodotti DOP o IGP, al marketing manager che promuove materiale divulgativo sul territorio, le aziende chiedono sempre più il cosiddetto storytelling, ovverosia la creazione di valore aggiunto mediante la narrazione degli aspetti caratteristici

locali. Oltre a queste le classiche competenze richieste a chi opera a diretto contatto con la clientela: ascolto dei bisogni del cliente, capacità di relazione, lavoro in gruppo, puntualità e affidabilità. Aspetti di primaria importanza per il settore anche in un’ottica di crescente difficoltà a fidelizzare la clientela e alla necessità di offrire esperienze uniche di soggiorno. Una delle peculiarità del turismo è poi la stagionalità. Sia che si tratti di turismo di vacanza che di turismo d’affari, i flussi di visitatori sono spesso concentrati in periodi dell’anno molto precisi, e difficilmente una struttura ricettivo alberghiera riesce a far combaciare i periodi di bassa stagione di un segmento con quelli di alta stagione dell’altro. La stagionalità del settore turistico si riflette sui prezzi delle camere, ma anche e soprattutto nell’offerta di lavoro, che inevitabilmente non riguarda tutti i mesi dell’anno ma solo una parte di essi. La stagionalità è dunque espressa dal mercato, a

Per maggiori informazioni Stefano Gelmuzzi - Referente Commercio e Turismo Licom - stefano.gelmuzzi@lapam.eu - 059 893111 36 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

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TURISMO cui spesso però non è facile trovare una complementare risposta sia nella contrattualistica italiana, in continua evoluzione, sia nella disponibilità da parte delle persone a lavorare per pochi mesi. L’errore più grave che si può fare è comunque pensare che la stagionalità che caratterizza buona parte della domanda di lavoro nel settore turistico sia sinonimo di bassa qualità delle posizioni offerte. Come già scritto in precedenza, le aziende esprimono sempre di più una domanda qualificata di lavoratori: anche giovani, ma comunque che sappiano raccontare e vendere il territorio e l’esperienza di soggiorno al turista. Se il turismo leisure esige sempre di più soggiorni esperienziali unici, per proporre un’offerta all’altezza non ci si può basare sull’improvvisazione: serve personale qualificato e preparato. Lapam ha sviluppato diversi strumenti per favorire l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e più in generale lo sviluppo del capitale umano necessario al mondo del turismo. Quello di più immediata utilità sia dal lato della domanda che dell’offerta è sicuramente trovalavoro, una sezione del portale mediante il quale chi è in cerca di lavoro può inviare il proprio curriculum e mettere a conoscenza delle imprese le proprie competenze proposte.

In questo modo le imprese associate possono liberamente selezionare i profili di loro interesse, direttamente dal bacino di offerta e candidatura del mercato del lavoro.Il secondo è costituito dalla formazione. Così Formart Modena: “La formazione che facciamo per le aziende da sicuramente un importante contributo da un punto di vista degli effetti della qualificazione della forza lavoro nelle imprese. Innanzitutto perchè i nostri percorsi formativi vengono progettati e realizzati partendo dalle specifiche istanze delle imprese. È il mondo delle aziende che ci fornisce le sensibilità necessarie ad individuare i profili didattici da inserire nei nostri corsi, sono loro a dirci cosa cercano nei lavoratori e non viceversa. Secondo aspetto fondamentale, spesso la formazione viene fatta direttamente in azienda, in modo tale da compensare le piccole lacune che inevitabilmente si formano nel percorso di crescita personale e professionale di ognuno di noi. La formazione diventa infine anche strumento di aggregazione e avvicinamento al mercato del lavoro: spesso le aziende ci chiedono di entrare in contatto con i partecipanti ai nostri corsi una volta terminati, segno che l’offerta formativa che proponiamo è ritenuta di qualità dal mondo delle imprese.

Il consiglio della categoria Turismo e Pubblici esercizi di Licom, l’associazione del commercio aderente a Lapam, ha eletto una nuova presidente. Si tratta di Federica Marcacci, titolare di Hotel Castello a Modena. Marcacci, che ha un diploma universitario in servizi turistici conseguito a Rimini e una laurea in Economia e Commercio presso l’Università di Bologna, è anche nel consiglio di Modenatur e gestisce, tramite la famiglia, anche un albergo a Fanano, il Miravalle. Tanti i temi sul tavolo di un settore che, a livello regionale e anche nella nostra provincia, sta vivendo una fase di ripresa. «Occorre fare in modo che la tassa di soggiorno diventi quello per cui è stata pensata, ovvero una tassa di scopo per valorizzare il territorio - spiega Marcacci - purtroppo a Modena ora non propriamente così, al contrario di Bologna. Modena sta diventando una destinazione turistica ma mancano an-

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cora i pernottamenti per crescere sotto questo profilo. E’ vero che di anno in anno il flusso turistico aumenta, ma l’Italia non è solo Venezia, Firenze, Verona, Roma... è necessario lavorare per mettere in luce nostre bellezze, sia delle città d’arte che della zona della collina e dell’Appennino». Non mancano, naturalmente, alcuni nodi problematici: «Penso soprattutto alla necessità di rimodernare le strutture, sia in Appennino che nelle città, senza dimenticare che chi possiede un albergo è penalizzato da varie tasse, prima tra tutte l’Imu che rappresenta un salasso. I contributi per la ristrutturazione devono essere fruibili anche da imprese piccole e per questo occorrono bandi più flessibili e adatti anche a imprese e strutture di piccole dimensioni». Marcacci parla anche delle recensioni online: «È un tema delicato, ma non si può prescindere da questi strumenti. Ci sono portali seri e affidabili e sono indispensabili: una struttura per avere visibilità ne-

Federica Marcacci

Federica Marcacci eletta presidente Turismo Licom

cessita di essere legata a questi portali». Daniele Casolari, segretario Licom, conclude: «Stiamo lavorando molto, come associazione, sulla promozione territoriale per attrarre turisti e creare un indotto e sul tema della formazione con incontri e proposte ad hoc. Poi va potenziata la collaborazione tra le varie strutture: quando c’è lavoro va bene per tutti».

TURISMO


MODA

A Prato per capire Una visita per toccare con mano l’evoluzione di quel distretto e le problematiche circa il rispetto delle norme

U

na missione molto istruttiva quella compiuta da una delegazione del settore moda di Lapam nella realtà tessile di Prato. Ospiti dei colleghi della locale Confartigianato, i dirigenti imprenditori Riccardo Cavicchioli, Roberto Guaitoli, Daniele Berni ed Enrico Gasparini, accompagnati dai funzionari Carlo Alberto Medici e Stefano Cestari, hanno trascorso una intera giornata nella cittadina toscana per capire più da vicino alcuni meccanismi della locale filiera tessile, soprattutto legati al fenomeno della molteplice presenza di imprenditoria straniera. Prato e il suo indotto era stata oggetto nelle scorse settimane di una attenta riflessione all’interno degli organismi dirigenti di Lapam a Carpi, in particolare in merito alla crescente concorrenza, a volte con contorni sorprendenti, delle imprese del settore moda pratese verso

il nostro territorio. Nelle visite effettuate in diversi poli industriali della città toscana, nonché all’interno di alcune realtà produttive, ci si è resi conto di quanto sia cresciuta a dismisura la presenza di aziende produttrici di moda condotte da imprenditori non italiani (soprattutto asiatici) che in questi anni hanno fatto il salto, passando da realtà di subfornitura ad affermate imprese conto proprio, tanto da far diventare in pochi anni Prato una delle realtà più attrattive a livello europeo per gli acquirenti di prodotti tessili finiti. Durante la giornata di visita, la delegazione Lapam ha avuto anche l’occasione di partecipare a un approfondimento sul tema della legalità nel settore moda. Il convegno, organizzato dalle associazioni imprenditoriali e dai sindacati del lavoratori, aveva lo scopo di responsabilizzare tutti gli attori della filiera verso il rispetto delle regole in

materia di lavoro e sicurezza. Non è un caso che a Prato, un anno fa, sia stato siglato un ‘Patto per la legalità’. I lavori del convegno hanno confermato che nell’area pratese sia necessario avvicinare le imprese al rispetto delle regole e che occorra ampliare il raggio d’azione: nella cittadina toscana, infatti, purtroppo le zone franche permangono ed è necessario coinvolgere un livello più ampio, di carattere nazionale, per recuperare il terreno perduto per combattere la concorrenza sleale che ha ripercussioni, naturalmente, anche per le imprese del nostro territorio. «È stato certamente un viaggio istruttivo, ma che al tempo stesso ha destato molta preoccupazione perchè

Per maggiori informazioni Carlo Alberto Medici - Resp. categoria Moda - carloalberto.medici@lapam.eu - 059 637411 38 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

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MODA

si ha avuto conferma di una evidente disparità di condizioni in cui si trovano ad operare le imprese del settore moda; tra quelle che, con il massimo sforzo, cercano di rispettare le normative e quelle che, per ignoranza o per dolo, operano al di fuori di ogni contesto normativo drogando in un qualche modo il mercato». È questo l’amaro commento di Roberto Guaitoli, presidente di Lapam Moda: «Carpi fortunatamente non è Prato, da noi sono stati messe in campo azioni virtuose già da anni, ma la concorrenza sleale che arriva da altri territori italiani incide pesantemente anche sul nostro comparto. Il Patto per la legalità può essere una modalità operativa da replicare anche nel nostro contesto per favorire il generale rispetto delle regole sul lavoro». La conclusione è affidata al Presidente Lapam Carpi, Riccardo Cavicchioli: «La situazione che abbiamo registrato nella nostra missione e ribadita nel convegno è stata certificata da tanti addetti ai lavori: non vogliamo criminalizzare nessuno ma questo tema va fatto diventare da questione locale a questione nazionale. A Prato come in tutte le aree del Paese ove ci fossero fenomeni analoghi. Lo chiediamo con forza ai nostri interlocutori politici ed istituzionali sul territorio».

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I prossimi eventi Moda a Carpi Torna Moda Makers Iniziativa sostenuta da Carpi Fashion System, dal Comune di Carpi e dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi, nel quadro di un sistema di iniziative e progetti destinati al sostegno e allo sviluppo del settore tessile abbigliamento. Il progetto nasce dal desiderio di collaborazione e condivisione di alcune aziende associate del settore abbigliamento che hanno deciso di richiamare sul territorio i loro clienti per rilanciare la produzione made in Italy del distretto carpigiano.

I dieci anni di Moda al Futuro Anche per il 2018 il progetto, promosso per da Lapam in collaborazione con l’Istituto Vallauri di Carpi, vedrà la sua conclusione, sabato 19 maggio alle 10 nella cornice del circolo Gorizia in via Cuneo 51 a Carpi, con la premiazione delle tre migliori creazioni. In quella sede le studentesse della 5 B e 5 D frequentanti il corso “Tecnico Abbigliamento e Moda” presenteranno le loro creazioni, frutto dell’incontro tra scuola e imprese. Gli alunni hanno potuto dare sfogo allo loro fantasia creando uno o più abiti che verranno portati in passarella grazie all’impegno e al sostegno di Lapam. La sfilata conclude il progetto “Moda al Futuro” e decreterà i vincitori del concorso.

MODA


MODA

Vestilapam, a Carpi la premiazione Tre studentesse hanno vinto la borsa di studio del progetto Lapam Moda e Unimore

D

a una collaborazione tra Lapam Moda e il Dipartimento “Marco Biagi” di Unimore (grazie al professor Gianluca Marchi e alla professoressa Maria Vignola) è nato il progetto ‘VestiLapam’ che in questa seconda edizione ha visto oltre 30 studenti del corso di Marketing Internazionale entrare in contatto con aziende del settore moda per uno studio mirato di marketing e sviluppo commerciale rivolto all’analisi di quattro mercati: Russia, Polonia, Ucraina e Kazakistan. Dopo il successo dello scorso anno, con il mercato della Corea del Sud a essere messo sotto i riflettori, quest’anno si è rimasti all’Est, ma d’Europa con una puntata asiatica in Kazakistan. Tra i diversi elaborati proposti dai dieci gruppi di studenti partecipanti al progetto, sei sono stati selezionati per la fase finale del concorso e, tra questi è stato decretato da una apposita giuria, lo studio vincitore. I tre

studenti redattori del miglior elaborato hanno ricevuto una borsa di studio di 500 euro ciascuno, messa in palio da Lapam. Alle premiazioni erano presenti i vertici Lapam, dal Presidente, Gilberto Luppi, al Segretario Generale, Carlo Alberto Rossi e rappresentanti del corpo docente del Dipartimento, tra cui il professor Gianluca Marchi. A fare gli onori di casa, nella sala delle Vedute di Palazzo Pio (gremita per l’occasione) c’era il vicesindaco di Carpi, Simone Morelli. I dieci gruppi di lavoro hanno collaborato con altrettante imprese del settore moda del territorio: Blu Industries, Creasì, Collezioni, Crisden, Razzoli, Eleonora Amadei, Le Fate, Phisique du rol, Staff Jersey, Pelletteria Scunzani, e gli elaborati sono stati particolarmente approfonditi e interessanti, a dimostrazione della bontà del progetto e della capacità degli studenti universitari di calarsi in pieno nel ruolo.

Luppi, Guaitoli, Serpelloni, Gaetti, La Porta e Rossi

Nel corso della serata finale i sei gruppi che avevano superato la prima selezione hanno esposto con chiarezza e nel dettaglio i rispettivi progetti, sostenuti dagli imprenditori coinvolti. A vincere, alla fine, è stato un gruppo formato da tre ragazze che hanno vinto la borsa di studio: si tratta di Greta Serpelloni, Stefania Gaetti e Rossella La Porta che hanno collaborato con la ditta Collezioni.

Per maggiori informazioni Carlo Alberto Medici - Resp. categoria Moda - carloalberto.medici@lapam.eu - 059 637411 40 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

MODA


BENESSERE

Maggiori controlli per chi promuove attività abusive sui social L’appello di Giancarlo Santunione, presidente della categoria Benessere Lapam

È

sempre più facile imbattersi, su social media come Facebook e Instagram, in post che promuovono servizi alla persona (parrucchiere, estetiste, dietiste, perfino tatuatori…) da parte di chi non ha titoli per farlo e lo fa in maniera abusiva e in modo non conforme dal punto di vista fiscale. “Questo fenomeno – commenta Giancarlo Santunione, presidente della categoria Benessere di Lapam Confartigianato Modena e Reggio Emilia - è grave sia perché in questo modo si configura una concorrenza sleale nei confronti di chi svolge

regolarmente e in modo serio queste attività e sia perché si rischia di mettere a repentaglio la salute di chi si affida a queste persone. Chi esercita queste professioni in modo fraudolento, infatti, non è sottoposto ai controlli. Basti pensare, ad esempio, a chi svolge il mestiere di parrucchiera abusivamente: chi controlla i prodotti che letteralmente vengono usati sulla ‘testa’ del cliente? O, altro esempio, chi controlla, la veridicità medica e scientifica di alcune diete o prodotti dietetici promossi sui social da alcune dietiste ‘abusive’? Scegliere

chi esercita regolarmente questo mestiere, quindi, non è soltanto una scelta etica ma anche di sicurezza”. “Si tratta – prosegue Santunione - di una piaga che ha sempre afflitto il nostro Paese ma ora, tramite le piattaforme social, se ne fa esplicita menzione e addirittura i social divengono un canale di promozione di queste attività abusive. Chiediamo alle istituzioni preposte maggiori controlli su chi esercita illegalmente queste professioni legate ai servizi alla persona e su chi si promuove sui social media”.

Per maggiori informazioni Livio Lazzari - Resp. categoria Benessere - livio.lazzarii@lapam.eu - 059 893111 41 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

BENESSERE


EDILIZIA

Sicurezza in cantiere, con la bella stagione il check up è d’obbligo La lista delle cose da fare e dei documenti da avere per evitare infortuni e sanzioni

C

on l’approssimarsi della bella stagione e la conseguente ripresa dei lavori nel comparto costruzioni, preme ricordare a tutte le imprese operanti all’interno dei cantieri temporanei e mobili l’obbligatorietà di aver compiuto tutto il percorso previsto dalle norme che regolano la salute e la sicurezza del lavoro anche per non incorrere in pesanti sanzioni di ordine penale ed amministrativo. È il caso di evidenziare che proprio nel settore delle costruzioni insieme a quello dell’agricoltura avvengono, statisticamente, il numero più elevato di infortuni gravi e decessi ed è proprio per questi motivi che Lapam vuole rimarcare l’importanza della gestione preventiva dei rischi tramite la corretta gestione ed il coordinamento della sicurezza per le varie imprese presenti nei cantieri. A titolo meramente esemplificativo si riportano alcuni adempimenti che obbligatoriamente debbono essere effettuati dalle imprese con i relativi documenti da tenere in cantiere per le eventuali verifiche degli organi di vigilanza:

Soccorso

Nomina

Elenco personale

PIMUS, piano

Contratto

Corsi per i

e Addetti

del Medico

presente in cantiere valutazione dei

di montaggio,

d’appalto/

conduttori di

Antincendio

Competente

smontaggio

Documenti di

con relativo

rischi (macchine,

sub-appalto

attrezzature

con la relativa

tesserino

rumore, vibrazioni, ed utilizzo dei

con specifica

di lavoro, Gru,

formazione, report

di riconoscimento

chimico, ecc.)

ponteggi in

indicazione dei

Escavatore, PLE,

della valutazione

e relativo attestato

cantiere

costi relativi alla

Carrelli Elevatori,

del rumore e delle

di avvenuta

sicurezza sul

ecc.

vibrazioni, ecc.)

formazione sulla

lavoro e relativa

sicurezza di tutti i

responsabilità

lavoratori

solidale

La sezione Lapam più vicina rimane a disposizione per effettuare un check-up di controllo e per l’erogazione di tutti i documenti ed i corsi sopra indicati. Piano Operativo di Sicurezza con relativi contenuti minimi (nomina RSPP, addetti al Primo

Per maggiori informazioni Alberto Belluzzi - Referente categoria Edilizia Lapam - alberto.belluzzi@lapam.eu - 059 893111 42 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

EDILIZIA


TERZO SETTORE

Come conciliare la non autosufficienza con la gestione d’impresa Un convegno all’hotel Posta di Reggio Emilia, giovedì 7 giugno

L

a “non autosufficienza” è l’incapacità di mantenere una vita indipendente e di svolgere le comuni attività quotidiane, a causa della mancanza di energie e dei mezzi necessari per soddisfare le proprie esigenze. Una situazione che implica un radicale, e spesso drammatico, cambiamento nell’organizzazione della vita e il sopraggiungere di nuove necessità, sia per chi sta male che per chi si prende cura di lui. Le persone con disabilità sono suddivise in tre gruppi a seconda del livello di gravità della disabilità: “al livello meno grave appartengono i soggetti che abbisognano di assistenza esterna per almeno una volta al giorno per incapacità riferita ad almeno due delle quattro funzioni base della vita quotidiana; al livello intermedio appartengono quei soggetti che necessitano di notevole assistenza per almeno tre volte al giorno, per carenza di due funzioni base della vita quotidiana; al livello più grave si trovano quei soggetti che abbisognano di assistenza continuativa nell’arco dell’intera giornata”. Nonostante alcuni interventi legislativi in favore di queste persone (si prenda ad esempio la Legge n.328/00 che nell’art 16 prevede l’erogazione di “prestazioni di aiuto e sostegno domiciliare, anche con benefici di carattere economico, in particolare per le famiglie che assumono compiti di accoglienza, di cura dei disabili fisici, psichici e sensoriali e di altre persone in difficoltà, di minori in affidamento, di anziani” ndr.) spesso le famiglie si trovano

impreparate ad affrontare queste situazioni. Per far il punto sul tema e capire a che punto è il nostro Paese nell’erogazione di servizi dedicati alle persone non autosufficienti, Lapam Confartigianato ha organizzato un convegno presso l’Hotel Posta di Reggio Emilia, giovedì 7 giugno alle ore 17.30. Durante il convegno Federico Razetti, ricercatore di Percorsi di Secondo Welfare il Centro Studi diretto da Maurizio Ferrera, analizzerà insieme a Carmelo Rigobello, consulente Confartigianato, Gianlauro Rossi, presidente Anap Modena e Reggio Emilia e ad altri ospiti, la situazione della non autosufficienza e le sue conseguenze sulla popolazione attiva italiana. All’evento

sarà presente il sindaco di Reggio Emilia, Luca Vecchi. Al termine della tavola rotonda sarà infine eletto il nuovo consiglio direttivo e del presidente ANAP di Modena e Reggio Emilia.

Famiglia e Welfare 2.0 Conciliare non autosufficienza e gestione d’impresa Giovedì 7 giugno ore 17.30 Hotel Posta, piazza del Monte, 2 Reggio Emilia

Per maggiori informazioni Gianluca Levratti - Refente Terzo Settore Lapam - gianluca.levratti@lapam.eu - 059 893111 43 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

TERZO SETTORE


GIARDINIERI

Nasce la figura professionale del manutentore del verde Standard formativi e requisiti per ottenere la qualifica professionale

per la gestione del verde urbano e prime indicazioni per una pianificazione sostenibile” (Vedi MATTM, 2017); applica la difesa fitosanitaria ai vegetali nei limiti delle leggi in vigore. È in grado di recuperare e di smaltire correttamente sfalci e potature. È in grado di fare un uso corretto delle attrezzature e dei macchinari specifici. Contesto Il manutentore del verde svolge l’attività professionale in diversi contesti e in diverse tipologie di aziende, quali cooperative di manutenzione di aree verdi, punti vendita di settore, garden center, imprese specifiche di realizzazione e manutenzione di aree verdi.

L

a Regione Emilia-Romagna ha recepito l’accordo sancito in Conferenza Stato Regioni (delibera 444, 26 marzo 2018) sul documento relativo allo standard professionale e formativo del manutentore del verde. Nella delibera si riconosce che le qualifiche professionali regionali di “Operatore del Verde” e di “Giardiniere”, sono titoli validi ai fini dell’attività di manutentore del verde. Vediamo in sintesi gli aspetti principali dell’Accordo Stato-Regioni.

Profilo professionale Il manutentore del verde allestisce, sistema e cura aree verdi, aiuole, parchi, alberature e giardini pubblici e privati. Cura la predisposizione del terreno ospitante, la messa a dimora delle piante sino alla realizzazione dell’impianto e alla successiva gestione, applicando le necessarie tecniche colturali e fitosanitarie; gestisce le manutenzioni ordinarie e straordinarie, la potatura delle principali specie ornamentali in osservanza anche delle “Linee guida

Formazione I corsi di formazione per la qualificazione di manutentore del verde ai sensi dell’articolo 12 comma 1, lettera b), della legge n. 154 del 26 luglio 2016 sono rivolti al titolare d’impresa o al preposto facente parte dell’organico dell’impresa. I corsi sono altresì rivolti anche a coloro che intendono avviare l’attività di manutentore del verde. I corsi di formazione per la qualificazione di manutentore del verde sono erogati dalle Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano direttamente o attraverso soggetti accreditati, in conformità al modello definito ai sensi dell’Accordo Stato-Regioni e Province Autonome del

Per maggiori informazioni Carlo Alberto Medici - Referente categoria Giardinieri - carloalberto.medici@lapam.eu - 059 893111 44 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

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GIARDINIERI 20 marzo 2008 (Rep. Atti n. 84/CSR), e/o attraverso soggetti specificamente autorizzati in base alle disposizioni adottate da ciascuna Regione e Provincia Autonoma. La durata minima del percorso standard per ottenere la qualificazione di Manutentore del verde è di 180 ore complessive, di cui almeno 60 ore di attività pratiche. Ai fini dell’ammissione al corso di formazione per Manutentore del verde sono necessari i seguenti requisiti: a) possesso di diploma di scuola secondaria di primo grado b) 18 anni di età ovvero età inferiore purché in possesso di qualifica professionale triennale in assolvimento del diritto dovere all’istruzione e formazione professionale. Fermo restando il compimento dei 18 anni di età, sono esentati dall’obbligo di frequenza del percorso formativo e dal relativo esame: a) i soggetti in possesso di una qualificazione professionale regionale riconducibile alle ADA del QNQR richiamate in premessa e associate alla qualificazione di Manutentore del verde; b) i soggetti in possesso di laurea, anche triennale, nelle discipline agrarie e forestali, ambientali e naturalistiche; c) i soggetti in possesso di master post-universitario in temi legati alla gestione del verde e/o del paesaggio; d) i soggetti in possesso di diploma di istruzione superiore di durata quinquennale in materia agraria e forestale; e) gli iscritti negli ordini e collegi professionali del settore agrario e forestale; f) i soggetti in possesso di una qualificazione pubblica di livello minimo 4 EQF, riconducibile alle ADA del QNQR richiamate in premessa ovvero nei settori scientifico disciplinari, relativi alle discipline agrarie e forestali; g) i soggetti i possesso di qualifica di operatore agricolo e di diploma di tecnico agricolo rilasciati a seguito della frequenza dei percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP); h) con riferimento alle imprese iscritte, alla data di entrata in vigore della

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legge 28 luglio 2016 n. 154, al Registro delle Imprese della CCIAA (cod. ATECO 81.30.00), anche come codice secondario, le seguenti figure: - il titolare - il socio con partecipazione di puro lavoro - il coadiuvante – il dipendente - il collaboratore familiare dell’impresa Per queste figure occorre dimostrare un’esperienza almeno biennale, maturata alla data di stipula del presente accordo, attraverso specifica documentazione da presentare agli organismi preposti all’iscrizione al Registro delle Imprese della CCIAA o agli Albi delle imprese artigiane. La richiesta, corredata dalla relativa documentazione, deve essere presentata entro 24 mesi dalla data di stipula del presente accordo. L’esperienza biennale può essere dimostrata anche attraverso l’apprendistato,

purché esso abbia avuto durata pari o superiore all’anno e sia stato completamente svolto. Qualunque sia la durata, l’apprendistato svolto è equiparato ad un anno di esperienza lavorativa. i) i soggetti che acquisiscono la qualificazione professionale regionale in esito a percorsi formativi autorizzati e riconosciuti ai sensi dell’Accordo in Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome dell’ 8 giugno 2017, fino alla data di stipula del presente accordo. La qualificazione all’attività di Manutentore del verde è rilasciata previo superamento di apposito esame volto a verificare l’acquisizione di adeguate competenze tecnico professionali previste dal corso. Al superamento dell’esame finale consegue il rilascio di un attestato di qualificazione di Manutentore del verde ai sensi dell’articolo 12, comma 2, della legge 28 luglio 2016, n. 154.

Mattioli eletto presidente nazionale della categoria ‘Impresa del verde’ Confartigianato Confartigianato nazionale ha costituito la categoria ‘Imprese del verde‘, a cui fanno riferimento le aziende dei settori del giardinaggio, della cura del verde e del florovivaismo. Alla Presidenza è stato eletto Christian Mattioli, Presidente del gruppo Giardinieri Lapam Confartigianato, imprenditore di Reggio Emilia e rappresentante regionale della categoria. Nel Consiglio direttivo, oltre al Presidente Mattioli, sono stati eletti Stefania Dal Maistro (Veneto), Marco Miori (Trentino), Cristiano Reali (Toscana) e Marco Nigro (Lombardia). Il neo presidente nazionale, che sul territorio di Modena e Reggio Emilia ha già lavorato in modo proficuo insieme al gruppo Giardinieri Lapam che presiede, ha commentato così la sua elezione a questo ruolo nazionale: «Ringrazio i colleghi imprenditori che hanno avuto fiducia in me: sappiamo bene che c’è molto lavoro da fare per la nostra categoria. Tra le priorità individuate dal gruppo nazionale – spiega Mattioli - vi sono il presidio del tavolo tecnico filiera florovivaismo istituito presso il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, il rilancio e la stabilizzazione del ‘bonus verde’ introdotto dalla Legge di Bilancio 2018, il contratto collettivo nazionale di lavoro del settore e il monitoraggio sul territorio dell’applicazione del profilo professionale del manutentore del verde previsto dalla Legge 154 del 2016».

GIARDINIERI


MEDIA E COMUNICAZIONE

La carta ha un futuro Riccardo Cavicchioli: «A patto che i prodotti siano sostenibili e di qualità»

L

a rivoluzione digitale ha ridotto drasticamente il consumo della carta e ha profondamente influito sulle imprese specializzate in prodotti e servizi legati alla stampa e alla comunicazione: dai grafici ai cartotecnici fino ai tipografi che, complice la crisi, hanno sofferto pesanti cali di fatturato. Eppure per un settore dalle tradizioni antiche e preziose come quello della carta e della stampa, c’è ancora un futuro: futuro che passa anche dalle nuove tecnologie e dal riciclo, da quella che viene definita economia circolare che sta già cambiando e cambierà sempre di più comportamenti e dinamiche di imprese e consumatori. Ne è convinto Riccardo Cavicchioli, Presidente dei Grafici di Lapam Confartigianato: “Il mercato si muove a due velocità. Una, in forte rallentamento, riguarda la comunicazione più semplice, economica, commerciale. Ad esempio i volantini pubblicitari, i manifesti, le affissioni, le brochure e i cataloghi. L’altra, molto dinamica, è quella della confezione cartotecnica, del packaging, che ha avuto un buono sviluppo in questi anni”. Per rilanciare il settore occorre puntare sulla qualità made in Italy della produzione facendo leva anche sulla corretta informazione

in materia di utilizzo e smaltimento della materia prima. Secondo Cavicchioli «la carta deve essere usata in maniera responsabile, accertando anche la provenienza della materia prima. Il riciclo della carta è l’esempio più evidente di economia circolare: da decine di anni siamo abituati a farlo e questo può essere uno stimolo per altri comparti a ragionare in questo modo». Il futuro delle aziende è legato ad un nuovo approccio che valorizza l’eccellenza della nostra tradizione manifatturiera sfruttando l’innovazione tecnologica che può dare nuova vita ad un settore molto importante per la nostra economia: «Le aziende tipografiche e grafiche ricoprono un ruolo culturale ed economico molto importante nel nostro Paese e nel nostro territorio: sono tradizione, cultura, storia, economia, business, un grande indotto di posti di lavoro e fatturato. L’obiettivo dei Grafici Lapam Confartigianato va nella direzione di far capire a provato e pubblico che andare nella direzione materiali cartacei certificati che garantisce la tutela dell’ambiente e un’ottima qualità del prodotto. Il web - conclude Cavicchioli - non può sostituire il cartaceo e viceversa, si tratta di due modi di comunicare complementari, che viaggiano in parallelo».

Per maggiori informazioni Luca Bellei - Referente Media e Comunicazione - luca.bellei@lapam.eu - 059 893111 46 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

MEDIA E COMUNICAZIONE


ASSOCIAZIONE

Amedeo Genedani e Rita Cavalieri nuovi vice presidenti Lapam Confartigianato

Rita Cavalieri

Amedeo Genedani e Rita Cavalieri hanno accolto l’elezione alla vice presidenza ringraziando il consiglio e il presidente: «È sempre più strategico lavorare insieme, come imprenditori, per affrontare le sfide che ci vengono poste - spiega Genedani -. Penso, ad esempio, all’importanza di continuare a fare lobby per far sì che le infrastrutture necessarie ai nostri territori vengano realizzate». Cavalieri conclude: «Il mondo del piccolo commercio vive momenti difficili e dobbiamo attrezzarci anche con la formazione continua per stare al passo coi tempi che cambiano e, al tempo stesso, reggere la concorrenza non solo dei centri commerciali ma sempre più anche dell’online. Per i piccoli l’unione è determinante».

A

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Amedeo Genedani

medeo Genedani, imprenditore del settore autotrasporti (nonchè presidente nazionale di Confartigianato Trasporti e di Unatras) e Rita Cavalieri, commerciante ed ex presidente Licom, sono i nuovi vice presidentiLapam Confartigianato su proposta del presidente Gilberto Luppi. Sia Genedani, fioranese, che Cavalieri, di Campogalliano, sono in Giunta Lapam Confartigianato da tempo e sono molto conosciuti, tanto che il presidente Luppi ha voluto proporli alla vice presidenza: «Conosco e stimo Amedeo e Rita come imprenditori molto capaci e impegnati per sostenere i colleghi - afferma Luppi - e sono certo che daranno un contributo importante in favore degli imprenditori associati in questi anni particolarmente complicati per chi fa impresa e rappresentanza».

ASSOCIAZIONE


EXPORT

L’importanza di innalzare il «piatto bandiera» ExportUSA riflette sulla necessità per i ristoratori del futuro di focalizzare il proprio brand e vincere il paradosso della scelta in un mercato sempre più competitivo

I

l settore della ristorazione negli Stati Uniti sta vivendo una crescita senza precedenti in termini di volume e di specializzazione. La cucina italiana viene finalmente scoperta al di là di pizza e fettuccine Alfredo e i ristoranti mono prodotto sono sempre più ricercati in un panorama caotico e iper-diversificato. New York City conta circa 25mila tra ristoranti di diverso livello, fast food e gastronomie; assumendo che nel tempo non ci sia un ricambio dei locali e che si mangi fuori tutti i giorni per colazione, pranzo e cena, occorrerebbero quasi 23 anni per provarli tutti. E New York non è la sola metropoli ad offrire un

panorama cosi fitto di opzioni per gli amanti del cibo: Parigi conta circa 40mila attività legate alla ristorazione mentre Tokyo circa 160mila. Il sovraffollamento di offerte alimentari nelle grandi metropoli è un trend che non andrà affatto a diminuire. Le 600 città più grandi del mondo in termini di PIL pro capite determineranno almeno due terzi della crescita economica globale entro il 2025, attraendo sempre più flussi di persone dalla periferia, investimenti e reddito ma anche concorrenza. Considerando la possibilità che hanno i ristoratori di usare i Social Media per espandere la propria clientela ed

Per maggiori informazioni Matteo Bautti - Ufficio Mercati Esteri Lapam - Tel. 059 893 111 - matteo.bautti@lapam.eu 48 . IMPRESE&TERRITORIO 03|18

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EXPORT

Ecco alcuni esempi di Piatti Bandiera esotici e italiani di estremo successo

Frico

Arrosticini

Panzerotto

Paratha Taco

Piadina

Ramen Burger

Tramezzino

Raviolo

Wowfulls

evolversi da locale di quartiere a destinazione nel potente radar dei Foodies, la domanda da porsi non è più «Come faranno a trovarmi?” ma “Quando mi troveranno, decideranno davvero di mangiare qui? Cosa offro che gli altri non offrono?» «Qui si mangia bene» purtroppo non è più sufficiente. I ristoratori di successo non propongono menù di cinque pagine, non si mascherano dietro a tecniche di cucina ne sperano di attirare clienti con prezzi bassi, ma innalzano il Piatto Bandiera e danno al cliente una sola, semplice ragione per dimenticarsi della concorrenza, focalizzare quei pochi secondi di attenzione sullo smartphone e prenotare un tavolo. Di fronte all’aspettativa di assaggiare un piatto che nessuno fa meglio di voi e rassicurati dalle reviews di food blogger che avrete ingaggiato per spargere la voce, i clienti premieranno l’autenticità a qualunque prezzo, e torneranno a casa con un ricordo vivido (e foto di rito annesse) da far vedere agli amici.

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Tre Ragioni socio-demografiche per innalzare il Piatto Bandiera Il vostro palato ha già imparato a riconoscere l’Unami? L’alto livello culturale delle persone attratte nelle metropoli fa si che vogliano provare esperienze culinarie e piatti nuovi, tralasciando i ristoranti dalla personalità più tradizionale. Quanto spesso mangiate sushi? E cinque anni fa quanto spesso lo mangiavate? Nei prossimi anni avremo a portata di mano cucine da ogni parte del mondo. Non basterà più cucinare italiano, ci si focalizzerà su uno o più Piatti Bandiera per uscire dal coro. Vi siete mai sentiti in panico da ordinazione? Lunghi menù e descrizioni amplificano il paradosso della scelta, per cui al posto di sentirci più felici di scegliere, cerchiamo ansiosamente una soluzione restrittiva e semplice da elaborare.

EXPORT


L’IMPRESA DEL FARE

Energy Way: vedere il futuro leggendo i dati Una ‘ex’ start up modenese che, in pochi anni, è diventata una realtà importante a livello italiano e internazionale

S

i parla tanto (non sempre a proposito) dell’impatto che i dati hanno sulla nostra vita e sul nostro quotidiano e di cosa può accadere quando i nostri dati sfuggono al controllo, più o meno accurato, di chi ne è in possesso. Il caso Facebook-Cambridge Analytica rientra in questo universo di riferimento. Si parla meno di come è possibile, attraverso i dati e la loro lettura fatta con intelligenza (e forse anche col cuore) si possono ottimizzare processi aziendali e, in ultima analisi, risparmiare: tempo, denaro, consumi, scarti… È quello che fa Energy Way, una ‘ex’ start up: «Quasi quattro anni fa sono partito da solo, con un’idea o forse un sogno, oggi siamo in 33 e stiamo per inserire altre dieci persone in azienda. Non siamo più una start up, siamo a pieno titolo una Pmi». A spiegarlo, nella sede suggestiva e forse evocativa dell’ex Istituto per la Provvidenza per le Sordomute (sì, Energy Way ha gli uffici in un convento che in piccola parte è ancora occupato da consacrate) è Fabio Ferrari. È lui il ceo e l’ideatore di questo gioiellino. Che sta crescendo grazie a tanti altri giovani come lui: «Più che una buona idea è stato importante trovare tanti ragazzi in gam-

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Fabio Ferrari

ba. Loro sono i migliori investitori di Energy Way, danno grande energia, tante idee e si possono esprimere. E forse è proprio questa la nostra ricetta vincente: valorizzare e mettere davanti le

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L’IMPRESA DEL FARE

energie di giovani che spesso sono più rallentati nei processi di crescita aziendale». Ferrari spiega ancora cosa fa Energy Way: «Raccogliamo dati, li analizziamo, li fotografiamo e troviamo il ‘fine tuning’. Cioè la perfetta sintonia delle variabili che permette di raggiungere l’obiettivo prefissato». Il data-management è considerato il nuovo ‘trend’ per il futuro dei Big Data, consente infatti di lavorare con grandi quantità di variabili, rendendo comprensibili e acces-

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sibili i dati stessi per trovare soluzioni ottimizzate. Un caso classico e comprensibile a tutti è quello energetico: per un’azienda è possibile risparmiare energia lavorando e ottimizzando i processi interni. Per questo Energy Way ha prodotti, idee e brevetti depositati che permettono sia di risparmiare energia che di migliorarne l’utilizzo. E a proposito di energia una chicca promossa da Energy Way: il progetto ‘Allora spengo’ proposto alle scuole medie. Partito da una scuola di Reggio Emilia, ‘Allora spengo’ si sta allargando su base regionale. Ce ne parla Giovanni Anceschi: «Il progetto mette al centro Arduino (una scheda open source) per monitorare i consumi energetici. I ragazzi imparano a programmare un dispositivo per i consumi elettrici, lo installano sul contatore della scuola ed esaminano i consumi. Poi cercando di coinvolgere le persone sul risparmio energetico. I risultati sono sorprendenti: le scuole stanno risparmiando circa il 30% sui consumi precedenti. Il progetto è basato sulla consapevolezza di cosa vuol dire consumare, implementando alcune attività molto semplici per ridurre consumi e sprechi. L’idea – conclude Anceschi - è di portare a casa quello che si è imparato a scuola e di contribuire a formare cittadini responsabili».

L’IMPRESA DEL FARE


CORSI FORMART

I corsi FORMart in partenza Una panoramica sui corsi previsti per le prossime settimane e dedicati alle imprese che vogliono crescere

FORMart Modena Via Emilia Ovest 693/B - 41123 Modena

tel. 059 3369911 - fax 059 821942 info. modena@formart.it

Lettura del disegno tecnico

Obiettivi: il corso è finalizzato a costruire basi teoriche fondamentali per l’attività di lettura ed interpretazione del disegno meccanico. Gli operatori del settore acquisiranno le tecniche necessarie a padroneggiare terminologie e regole per comunicare correttamente le informazioni nel linguaggio appropriato. Durata: 24 ore Dal 12/03/2018 al 05/04/2018

La uni 7129:2015 per installatori e manutentori di impianti termoidraulici

Obiettivo: i percorsi proposti, dedicati a installatori e manutentori termoidraulici, aggiornano sulla nuova versione della uni 7129/2015 che stabilisce i criteri per la progettazione, installazione, messa in servizio e manutenzione degli impianti domestici e similari alimentati da rete di distribuzione (impianti a gas utilizzati per il riscaldamento, acqua calda sanitaria e cottura cibi di portata termica nominale massima non maggiore di 35kw), per quanto concerne: nuovi impianti, ristrutturazioni, modifiche necessarie sugli impianti esistenti e loro manutenzione straordinaria Durata: 8 ore Dal 15/03/2018 al 22/03/2018

Corso base di contabilità generale

Obiettivi: sapere gestire in autonomia l’amministrazione d’azienda, dagli aspetti basilari della contabilità clienti e fornitori alla liquidazione e relativo versamento dell’iva. Il taglio pratico e operativo lo ren-

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de adatto sia a coloro che non hanno basi di ragioneria sia a coloro che posseggono una formazione tecnica coerente e desiderano renderla concreta per maturare autonomia operativa Durata: 42 ore Dal 12/03/2018 al 15/05/2018

Corso professionale per imprenditore commerciale e la somministrazione di alimenti e bevande (sab)

Obiettivo: il percorso formativo rappresenta un vincolo, secondo quanto previsto dall’ art. 71,del d.lgs. n. 59/2010, per poter esercitare l’attività commerciale di vendita di alimenti e per la somministrazione di alimenti e bevande. Durata: 100 ore Dal 09/04/2018 al 07/6/2018

Pompe di calore, impianti frigoriferi e impianti geotermici: tipologie, componenti e aspetti incentivanti (fer)

Obiettivo: al termine del modulo i partecipanti conosceranno i limiti funzionali e i vantaggi dei sistemi ibridi, i criteri d’igiene, di sicurezza e di gestione dei rifiuti negli impianti. Durata: 16 Dal 14/03/2018 al 04/04/2018

Scritture contabili per la chiusura del bilancio e aspetti fiscali

Obiettivo: fornire le conoscenze contabili e fiscali necessarie per effettuare le scritture di rettifica e di assestamento al bilancio di chiusura esercizio Durata: 8 ore Dal 04/04/2018 al 11/04/2018

Professione segretaria 2.0

Obiettivo: il corso vuole fornire un metodo di lavoro per svolgere al meglio la propria attività: stabilendo relazioni positive con il proprio responsabile, i colleghi e

gli interlocutori esterni, e comunicando con chiarezza in forma scritta e telefonica. Permetterà ai partecipanti di affinare sensibilità e capacità per gestire le informazioni e intervenire con efficacia nelle varie situazioni, anche le più difficili.. Durata: 15 ore Dal 03/04/2018 al 30/04/2018

Il piano commerciale per l’export e l’analisi di mercato

Obiettivi: il percorso consente di valutare la capacità competitiva della propria azienda, del proprio prodotto/ servizio sui mercati esteri attraverso la definizione di un piano di sviluppo per l’export, partendo dalla definizione degli obiettivi strategici, commerciali fino alla definizione delle risorse dedicate e del budget previsionale. Durata: 24 ore Maggio 2018 Gratuito

Formazione teorica per l’esercizio dell’attività autonoma di estetista

Obiettivi il percorso rilasciando la necessaria abilitazione professionale, consente l’avvio di attività autonoma come estetista a quanti possiedono i requisiti previsi dall’art. 3 comma 1b/c della legge 1/90, documentabili dal nullaosta rilasciato dal “servizio competente per le attività di amministrazione in materia di artigianato presso la regione” per tramite delle sezioni provinciali della camera di commercio. Durata: 300 ore Dal 09/04/2018 al 19/11/2018

Logiche di e-commerce

Obiettivo: potenziare la vendita online come strumento decisamente interessante da comprendere e valutare. oggi più che mai può essere la leva economica per diversificare il proprio business o per

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CORSI FORMART raggiungere mercati (soprattutto esteri) e target differenti o anche solo per avviare metodologie commerciali sempre richieste sul mercato. Durata: 15 ore Dal 05/04/2018 al 03/05/2018

Tecniche frigorifere per il conseguimento del patentino di trattamento gas florurati (regolamento ce 303/2008)

Obiettivo: il d.p.r. n. 43/2012, che recepisce il regolamento ce n. 303/2008, ha decretato per il personale che opera con gas refrigeranti fluorurati l’obbligo di una certificazione (il cosiddetto patentino dei frigoristi) rilasciata da appositi organismi accreditati, dopo il superamento di un esame teorico- pratico. Per sostenere l’esame è consigliabile la frequenza di un percorso formativo che offre gli strumenti per affrontare in modo efficace l’esame Durata: 12 ore Dal 11/04/2018 al 12/04/2018

Speak english

Obiettivo: sviluppare una competenza reale della lingua inglese, spendibile in vari contesti della vita quotidiana personale e professionale. Gli incontri saranno strutturati su una metodologia esperienziale volta ad abbattere le barriere psicologiche e cognitive e far acquisire sicurezza e padronanza della lingua, lavorando sulla comunicazione, la capacità di ascolto e di interazione in situazioni diverse (telefonate, conference call ecc.). Durata: 18 ore Da 02/05/2018 – 30/05/2018

Excel base

Obiettivo: il corso illustra come utilizzare microsoft excel partendo dalle sue funzioni più semplici ed elementari, per organizzare e gestire i dati, ottenere file come reportistica e business plan e per creare grafici per la presentazione efficace delle informazioni.. Durata: 15 ore Dal 07/05/2018 al 04/06/2018

Il digital marketing che funziona

Obiettivi: perché molte aziende ancora tentennano nel marketing digitale? Perché molte aziende sono presenti sui social media, ma senza una strategia, quindi senza “ascolto” e senza “vista”? Perché si investono soldi in siti di e-commerce, ma i risultati non arrivano? Come capire, prima di investire soldi, se i prodotti o i servizi sono idonei per l‘e-commerce? Come fare e con quali metriche misurare i ritorni di una strategia di digital marketing? Come e in quali media/canali fare advertising che aumenti concretamente la visibilità e le conversioni? E quanto è corretto e necessario investire in advertising sul web per fare sul serio?

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Durata: 8 ore Da 17/05/2018 al 24/05/2018

Programmazione cnc – livello base

Obiettivi: acquisire le conoscenze necessarie ad interpretare ed utilizzare i codici di programmazione iso per sviluppare semplici programmi o per intervenire apportando correzioni e aggiustamenti su programmi complessi già esistenti. Durata: 20 ore Dal 10/05/2018 al 2018

Formazione per addetti ai lavori elettrici: pes pav pei: la sicurezza nei veicoli ibridi ed elettrici Obiettivi: il corso fornisce le necessarie conoscenze tecniche e le modalità di organizzazione e conduzione dei lavori elettrici in sicurezza per il personale che lavora su veicoli ibridi ed elettrici pes (persona esperta), pav (persona avvertita), pei (persona idonea ai lavori sotto tensione) Durata: 20 ore Da 17/05/2018 al 07/06/2018 Gratuito per dipendenti di aziende aderenti a fondartiginato, per i titolari la quota di iscrizione è di € 220,00+iva

Qualifica di estetista

Obiettivi: Il corso è finalizzato a fornire gli strumen­ti applicativi necessari per l’elaborazione di una busta paga corretta, attraverso l’analisi delle singole voci retributive, rispettando tempi, modi e obblighi di legge. Al corso possono accedere sia operatori junior del settore, che principianti in materia. Durata: 60 ore di aula: 15 incontri il mercoledì sera dal 16/05/2018 al 12/09/2018 dalle 18.30 alle 22.30 (al termine, per i partecipanti non occupati, se lo desiderano, è possibile fare una breve esperienza di tirocinio in azienda di 60 ore

Linkedin per le piccole imprese

Obiettivi: Linkedin è il nuovo modo di entrare in contatto professionalmente, che sostituisce la pagine gialle e le rubriche telefoniche personali: persone che descrivono la proprie competenze professionali e vogliono entrare in contatto con altri per motivi di lavoro. Il corso ha l’obiettivo di far acquisire le competenze necessarie per utilizzare Linkedin per fare business, ricercare collaboratori ecc… Durata: un incontro da 4 ore il 10/05/2018 dalle 18.30 alle 22.30

Obiettivi l’estetista è in grado di effettuare trattamenti estetici su tutta la superficie del corpo umano volti alla eliminazione e/o attenuazione degli inestetismi, utilizzando tecniche manuali e apparecchi elettromeccanici per uso estetico, nonché prodotti e tecniche atte a favorire il benessere dell’individuo sano. Durata: 1800 ore Dal maggio 2018 – aprile 2020

Scritture contabili per la chiusura del bilancio e aspetti fiscali

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Obiettivi: Il percorso consente ai partecipanti di utilizzare l’applicativo Office Word per una migliore organizzazione e gestione dei documenti, dei dati aziendali e delle informazioni. Durata 15 ore: 5 incontri il giovedì dal 07/06/2018 al 05/07/2018 dalle 18.30 alle 21.30

Formart Reggio Emilia

Via Luigi Sani 7 - 42121 Reggio Emilia tel. 0522 267411 - fax 0522 334640 info. reggio@formart.it

Addetti alla conduzione di carrelli semoventi con conducente a bordo Obiettivi:

Ottenere l’attestato all’uso del carrello elevatore, previa frequenza di almeno il 90% del monteore del corso e superamento delle prove di verifica Durata: totale 12 ore Dal 16/05/2018 al 01/06/2018

Finanziato se aderenti a Fondartigianato Buste paga e contributi con possibilità di tirocinio

Obiettivi: Fornire le conoscenze contabili e fiscali necessarie per effettuare le scritture di rettifica e di assestamento al bilancio di chiusura esercizio. Durata: 8 ore, 2 incontri da 4 ore: Lunedì 21/05/2018 dalle 18.30 alle 22.30 e Lunedì 28/05/2018 dalle 18.30 alle 22.30

Corso word base

La gestione amministrativa delle transazioni con l’estero

Obiettivi: Il corso illustra come affrontare la gestione amministrativa, contabile e fiscale delle operazioni commerciali internazionali, valutando le criticità correlate alla normativa dei differenti Paesi e le opportunità di semplificazione offerte dalla normativa Comunitaria, sia rispetto alla gestione clienti che fornitori. Durata 8 ore: 4 incontri il martedì dal 05/06/2018 al 26/06/2018 dalle 18.00 alle 20.00

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Novità in materia fiscale (e non solo) per imprese piccole e grandi Per rimanere aggiornato su bandi, contributi e su tutto quello che riguarda la vita della tua impresa vai su

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Lavoro

Ministero del lavoro – sicurezza e contratti di lavoro: il lavoro a chiamata e l’assenza del documento di valutazione dei rischi (DVR) Il Ministero Il Ministero del Lavoro ribadisce un principio già in precedenza formulato: la stipula di un contratto di lavoro a chiamata (intermittente / job on call) in assenza della prevista valutazione dei rischi comporta la conversione del rapporto stesso in un ordinario rapporto di lavoro subordinato a tempo pieno ed indeterminato. Agenzia delle Entrate – assistenza fiscale – i conguagli del modello 730/2018 Le Entrate dettano tempi e modi per l’effettuazione delle operazioni di conguaglio del Modello 730 da parte dei datori di lavoro, operazioni che dovranno essere effettuate sui compensi di competenza del prossimo mese di luglio. Un importante chiarimento riguarda i conguagli a credito (rimborsi) dei lavoratori cessati; finalmente le Entrate chiariscono che i datori di lavoro devono formalizzare il diniego al conguaglio solo nei casi in cui il rapporto di lavoro con il contribuente: • non sia mai esistito; • sia cessato prima della data stabilita per l’avvio della presentazione del modello 730, ovvero prima del 1° aprile 2018 (data che l’Agenzia stabilisce “a ritroso” e con riferimento al termine ultimo previsto per la conse-

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gna della CU, fissato nel 31 marzo 2018). Ispettorato nazionale del lavoro – appalti, subfornitura, distacco nei contratti di rete L’Ispettorato Nazionale del Lavoro, con due diverse circolari, chiarisce alcuni aspetti legati alle varie di “esternalizzazione”. In un primo intervento l’INL “riprende e fa suo” il giudizio espresso dalla Corte Costituzionale con sentenza n. 254/2017, che amplia il regime dell’obbligazione solidale previsto dall’art. 29 della cd. “Legge Biagi” (D.Lgs. 276/03, applicativo della L. 30/03) anche al contratto di subfornitura, mettendo così fine ad un lungo dibattito presente tanto in dottrina quanto in giurisprudenza. Il secondo intervento trae invece spunto dalle segnalazioni di un uso distorto dell’istituto del distacco e della pseudo-“codatorialità” come forma di elusione di disposizioni di legge (e a volte anche di contratto, per l’applicazione di CCNL “pirata”) spessofinalizzata ad un mero abbattimento – improprio – del costo del lavoro, fattispecie tutte che configurano invece la diversa ipotesi – sanzionata – della illecita somministrazione. Tirocini formativi e di orientamento – il punto della situazione In attesa che tutte le Regioni italiane recepiscano il contenuto dell’accordo rag-

giunto in data 25 maggio 2017 in sede di Conferenza Stato/Regioni (Lazio, Calabria, Sicilia, Basilicata, Veneto, Lombardia, Marche Piemonte, Liguria, Molise e Provincia autonoma di Trento lo hanno già fatto; altre lo stanno facendo, è il caso dell’Emilia Romagna, che dovrebbe essere “pronta” a partire da ottobre 2018), l’Ispettorato Nazionale del Lavoro punta la lente di ingrandimento sui tirocini formativi e di orientamento, a volte utilizzati “impropriamente”, in luogo di contratti di lavoro veri e propri, come strumento di abbattimento del costo del lavoro. Qualora le verifiche amministrative esperite facessero emergere questo “uso improprio” del tirocinio, evidenziando che al centro dello stesso non c’è un genuino contenuto formativo con apprendimento “on the job”, quanto piuttosto una mera prestazione lavorativa, sarebbe inevitabile la trasformazione d’ufficio in “normale” rapporto di lavoro dipendente a tempo pieno ed indeterminato… Molto interessante è anche l’elencazione di tutte quelle casistiche che, se oggetto di accertamento da parte del personale ispettivo, potrebbero portare al disconoscimento del tirocinio; eccone alcune: •lo svolgimento di attività lavorative elementari e ripetitive, per le quali non sia in concreto necessario un periodo formativo; • l’assenza in capo al tirocinante dell’e-

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LA CASSETTA DEGLI ATTREZZI ventuale requisito soggettivo previsto (es.: status di disoccupato); • la durata del tirocinio inferiore o superiore al limite minimo stabilito dalla legge regionale; • l’assenza di convezione tra soggetto ospitante e soggetto promotore e/o del Piano formativo individuale; • l’attivazione del tirocinio per: 1. la sostituzione di lavoratori subordinati nei periodi di picco delle attività o di personale assente per malattia, maternità o ferie;

2.

sopperire ad esigenze organizzative del soggetto ospitante (es. tirocinante come unica “maestranza” presente sul luogo di lavoro) o quando, comunque, il ruolo del tirocinante non sia affatto marginale, svolgendo questi “in maniera continuativa ed esclusiva un’attività essenziale e non complementare all’organizzazione aziendale e sia in essa perfettamente inserito”; • l’utilizzo “in modo continuativo e siste-

matico” per un numero di ore superiore rispetto a quello indicato nel piano formativo individuale; l’INL quantifica ed esemplifica quella che può configurarsi come “sistematicità”: l’impiego del tirocinio per un numero di ore superiore di almeno il 50% rispetto a quello stabilito dal PFI; • una difformità tra l’attività prevista nel PFI ed quella invece effettivamente prestata dal tirocinante; • la corresponsione significativa e non episodica di somme ulteriori rispetto a quanto previsto nel PFI.

Sicurezza

Norme antincendio per le scuole: decreto del m.i. del 21/03/2018 e nota del m.i. - vv.f. - n. 5264 del 18/04/2018 – attività scolastiche ed asili nido – controlli in materia di salute e sicurezza del lavoro Il 29 marzo 2018 è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale Italiana n.74, il Decreto Ministeriale 21 marzo 2018, “ Applicazione della normativa antincendio agli edifici e ai locali adibiti a scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado, nonché agli edifici e ai locali adibiti ad asili nido.” Questo decreto ha come finalità quella di definire le indicazioni programmatiche prioritarie per l’adeguamento alla normativa antincendio degli edifici e dei locali adibiti a scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado, nonché degli edifici e dei locali adibiti ad asili nido. Come si legge nella norma, il decreto vede la necessità di definire le indicazioni programmatiche prioritarie di cui sopra, dal fatto che: 1) alla data del 31 dicembre 2017 è scaduto il termine di adeguamento alla normativa antincendio, più volte prorogato, degli edifici e dei locali adibiti a scuole di qualsiasi tipo, ordine e grado; 2) alla stessa data del 31 dicembre 2017 è, altresì, scaduto il termine di adeguamento degli edifici e locali adibiti ad asili nido, relativamente alle prescrizioni indicate all’art. 6, comma 1, lettera a), del decreto del Ministro dell’interno 16 luglio 2014. Facendo un minimo di cronistoria sull’argomento, il Ministero dell’interno emanava, nella G.U. del 16 settembre 1992, n. 218, il D.M. 26 agosto 1992 “Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica”. Questa norma forniva una serie di prescrizioni da attuare al fine di rendere la scuola un luogo sicuro contro gli incendi e concesse come termine per l’adeguamento degli edifici scolastici già esistenti al 1992, cinque anni dall’emanazione del decreto stesso. Negli anni successivi, essendo stati adeguati pochi edifici scolastici, la scadenza originaria dei termini di adeguamento subì varie proroghe, con ampi intervalli temporali. L’ultima proroga si è avuta con l’art. 4, co. 2 del D.L. 30/12/2016, n. 244 coordinato con la legge di conversione 27/2/2017, n. 19 recante “Proroga e definizione di termini” (c.d. “Milleproroghe”), che ha spostato il termine di adeguamento alla normativa antincendio, definitivamente, al 31/12/2017. Detto Ciò è importante ricordare che con l’ultimissima nota n. 5264 del 18/04/2018 il Ministero dell’Interno, Dipartimento dei Vigili del Fuoco del Soccorso Pubblico e della Difesa Civile, rivolgendosi alle Direzioni Regionali ed ai Comandi Provinciali, da esplicito mandato al personale del CNVVF, nel corso della normale attività ispettiva sul territorio, di procedere con gli accertamenti atti a controllare il completo adeguamento alle disposizioni normative sia per le scuole che per gli asili nido. Nella stessa Nota, infine, viene evidenziato che qualora venissero accertate palesi violazioni e/o gravi inadempienze delle norme, oltre all’applicazione delle sanzioni previste dal D.Lgs. n. 758/94, al fine di adottare i provvedimenti d’urgenza per la messa in sicurezza degli ambienti di lavoro, potrà anche essere applicato il provvedimento di sospensione dell’attività come sancito nell’Allegato 1 del D.Lgs. 81/08.

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Contributi a fondo perduto per il sostegno degli investimenti produttivi nelle PMI La Regione Emilia-Romagna intende incentivare gli investimenti delle PMI (micro, piccole e medie imprese) dell’Emilia-Romagna al fine di favorire la realizzazione di progetti finalizzati ad accrescere la competitività e l’attrattività del sistema produttivo, anche nell’ottica dello sviluppo sostenibile, e a favorirne i percorsi di consolidamento e diversificazione. SOGGETTI BENEFICIARI Le Pmi operanti in uno dei settori di attività economica Ateco 2007 individuati dalla Strategia di specializzazione Intelligente (S3) per interventi effettuati in una o più sedi operative o unità locali localizzate nel territorio della Regione Emilia Romagna. PROGETTI AMMISSIBILI I progetti devono prevedere investimenti produttivi espansivi ad alto contenuto tecnologico che, attraverso un complessivo ammodernamento degli impianti, dei macchinari e delle attrezzature, siano idonei a favorire l’innovazione di processo, di prodotto o di servizio e abbiano ricadute positive su uno o più dei seguenti aspetti:

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Bandi e agevolazioni

- migliorare i tempi di risposta e di soddisfacimento delle esigenze dei clienti; - supportare l’adozione delle tecnologie abilitanti nei processi produttivi; - ridurre gli impatti ambientali dei sistemi produttivi, anche attraverso: - interventi di risparmio energetico e utilizzo di fonti rinnovabili; - interventi di riduzione del consumo di materie prime ed altre risorse; - interventi di riduzione dell’impiego di sostanze pericolose; - interventi di riduzione di rifiuti; - interventi di riduzione delle emissioni inquinanti; - interventi che favoriscano il reimpiego, degli scarti di produzione; migliorare la sicurezza delle imprese e dei luoghi di lavoro. I progetti dovranno avere una dimensione di investimento compresa tra 40.000,00 € ed 500.000,00 €. Non sono ammissibili interventi che hanno ad oggetto la realizzazione di impianti per la produzione di energia, anche da fonte rinnovabile. SPESE AMMISSIBILI Le spese ammissibili sono: a) acquisto di impianti, macchinari, beni

strumentali e attrezzature - nuovi di fabbrica - funzionali alla realizzazione del progetto, anche idonei a consentire un miglioramento dell’efficienza energetica dei prodotti e/o dei processi produttivi e di servizio; b) acquisto di beni intangibili quali brevetti, marchi, licenze e know how da intendersi come l’insieme di conoscenze, connotate dal requisito della segretezza e dell’originalità, atte ad ottimizzare i processi produttivi industriali ma inidonee ad essere brevettate in quanto non produttive né consistenti in risultati industriali specificatamente individuabili; c) acquisto di hardware, software, licenze per l’utilizzo di software, servizi di cloud computing; d) spese per opere murarie ed edilizie strettamente connesse alla installazione e posa in opera dei macchinari, beni strumentali, attrezzature e impianti (max 5% della somma delle spese indicate alle lettere a, b, c); f) acquisizioni di servizi di consulenza specializzata per la realizzazione del progetto e per la presentazione e gestione della domanda di contributo. (max 15%

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della somma delle spese indicate alle lettere a, b, c, d). Non sono ammissibili ai sensi del bando le seguenti spese: - acquisto di macchinari, beni strumentali, attrezzature e impianti usati; - noleggio di macchinari, beni strumentali, attrezzature e impianti oggetto dell’investimento; - acquisto di mezzi di trasporto di persone e/o merci su strada; - acquisto e/o ristrutturazione di immobili; - acquisto di terreni; - spese relative a lavori effettuati con il personale interno dell’impresa richiedente il contributo; - spese relative al pagamento dell’I.V.A., se recuperabile, e per il pagamento di tasse indirette; - spese per l’acquisto di beni e materiali di consumo; - spese generali di funzionamento e gestione corrente (comprese le spese per garanzie fideiussorie e accensioni conto corrente); - spese relative a controversie, ricorsi, recupero crediti; - spese per il pagamento di interessi debitori; - spese per il pagamento di assicurazioni per perdite o oneri futuri; - spese relative a rendite da capitale; - spese per il pagamento di debiti e commissioni su debiti. TIPOLOGIA E CARATTERISTICHE DEL CONTRIBUTO Contributi a fondo perduto del 20% della spesa ammissibile, a fronte di investimenti realizzati tramite il ricorso a finanziamenti a medio/lungo termine erogati dal sistema bancario e creditizio e in sinergia con gli interventi i garanzia diretta da par-

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te del sistema regionale dei confidi e con controgaranzia di Cassa Depositi e Prestiti -Fondo EuReCa. Il contributo è aumentato del 5% per progetti: - che prevedono un incremento occupazionale; - presentati da imprese femminili e/o giovanili; - presentati da imprese con rating di legalità. Il contributo è aumentato di un ulteriore 10% nel caso in cui le sedi operative o unità locali oggetto degli interventi siano localizzate nelle aree montane della Regione o nel caso che i progetti presentati dalle imprese siano localizzate nelle aree 107.3. c. Il contributo è in regime “De minimis” . L’importo massimo del contributo è di € 150.000 Euro, comprese le premialità Gli aiuti previsti dal presente bando non sono cumulabili, per le stesse spese, con altri aiuti pubblici classificabili come aiuti di stato ai sensi della normativa comunitaria, ad eccezione del contributo sotto forma di controgaranzia prestato da CDP. PRESENTAZIONE DELLA DOMANDA Bando a sportello con valutazione continua e chiusura anticipata in caso di esaurimento risorse. La domanda deve essere presentata tramite applicativo informatico Sfinge 2020 nei periodi: - 1° FINESTRA: dalle ore 10.00 del giorno 5 Giugno 2018 alle ore13.00 del giorno 19 luglio 2018; - 2° FINESTRA: dalle ore 10.00 del giorno 4 settembre 2018 alle ore 13.00 del giorno 28 febbraio 2019 REALIZZAZIONE E CONCLUSIONE DEI PROGETTI Domande 1° finestra: dalla data di presentazione della domanda ed entro 10 mesi decorrenti dalla data del provvedimento di concessione del contributo. Domande 2° finestra: dal 1 gennaio 2019

ed entro 10 mesi decorrenti dalla data del provvedimento di concessione del contributo e non oltre la data del 31/12/2019 CRONOPROGRAMMI Domande 1° finestra: almeno 80% degli interventi nel 2018 e max 20% degli interventi nel 2019 Domande 2° finestra: 100% degli interventi nel 2019 TERMINI PER LA RENDICONTAZIONE Domande 1° finestra: a partire dal 1 maggio 2019 ed entro e non oltre il 30 settembre 2019, e comunque entro e non oltre i 2 mesi successivi alla scadenza dei 10 mesi decorrenti dalla data del provvedimento di concessione del contributo Domande 2° finestra: a partire dal 1 ottobre 2019 ed entro e non oltre il 28 febbraio 2020, e comunque entro e non oltre i 2 mesi successivi alla scadenza dei 10 mesi decorrenti dalla data del provvedimento di concessione del contributo PUNTEGGIO DI AMMISSIBILITÀ E’ prevista una graduatoria a punteggio (minimo 60 max 100 punti) stilata in base all’ordine cronologico di arrivo della Domanda. I punti attribuiti per ciascun parametro sono i seguenti: Obiettivi del progetto 0 - 10 punti Qualità della metodologia e delle procedure di attuazione degli interventi 0 - 15 punti Carattere innovativo del progetto 0 - 35 punti Miglioramento della sicurezza e della sostenibilità delle produzioni 0 - 10 punti Sostenibilità degli investimenti 0 - 15 punti Economicità degli investimenti 0 - 15 punti INFORMAZIONI Per maggiori informazioni contattare secofin@lapam.eu / marco.pignatti@lapam.eu / andrea.bonazzi@lapam.eu

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FOTONOTIZIA

Il Vescovo di Modena in visita alla Lapam “Il vostro lavoro è prezioso e apre al futuro”

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Non bisogna farsi prendere dallo sconforto ma aprirsi al futuro: servono fantasia e ottimismo per chi fa impresa. Sono le doti anche di chi parte con una start up. Voi, come associazione di imprenditori, avete queste doti e continuate a farle fruttare». L’arcivescovo di Modena, don Erio Castellucci, ha incontrato Lapam Confartigianato nella sede di Modena 2, in via Saragat. Alla presenza del presidente Generale, Gilberto Luppi, del presidente della Zona di Modena, Roberto Ferrari, di presidente e segretario della sede, Giovanni Bandieri e Maurizio Prandi, il presule ha benedetto la sede incontrando le persone che vi lavorano. «Grazie al vescovo per questo regalo che ci ha fatto – ha concluso il presidente Luppi – la sua visita ci incoraggia a continuare a lavorare con serietà a vantaggio delle imprese e del nostro territorio».

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FOTONOTIZIA



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