La Locomotiva n.1

Maggio 2016

www.lalocomotivaonline.com

No.1

la il giornale universitario di Perugia

Perugia 1416

L’evento più atteso dell’anno avrà luogo il 12 e 13 giugno. La rievocazione storica, fortemente voluta dal Comune, continua però a spaccare l’opinione pubblica.

Un dispendioso anacronismo per la Capitale Italiana dei Giovani 2016 oppure un’occasione di riscatto culturale ed economico? ...Continua a pagina 3

Indice INDICE 2

Indice

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Pro/Contro:

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Spazio Associazioni

5

Spazio Associazioni

6

Speciale Elezioni CNSU

8

Tipi Umani

9

Diario Erasmus

10

Smonta la Bufala

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Live in PG

14

...verso la fine

15

Vignetta & Appuntamenti

Perugia 1416

Morti di Mafia

Essere Musulmano e Omosessuale

Il Coinquilino Molesto Perugia - Parigi

L’insostenibile leggerezza dell’Erba

Vincitore del Contest

Se ti piace scrivere o disegnare

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Università

o m i r ni p

i c r e ped

o n a pi

giovanni pedercini (pro)

perugia 1416

o ip an o m i pr o n it zia

vs

scricciolo (contro)

di Leonardo Sorbelli

La città di Perugia nel mese di luglio sarà la protagonista della prima edizione del progetto “Perugia 1416”, rievocazione del periodo del governo sulla città di Braccio Fortebraccio da Montone, mercenario e condottiero molto discusso. Attualmente il progetto è in fase di costruzione ma non mancano da parte della popolazione critiche alle motivazioni e ai metodi di organizzazione. Abbiamo contattato due ragazzi che possano rappresentare le anime favorevoli e contrarie a questo progetto ambizioso e abbiamo posto loro tre semplici domande per riuscire a farci un’idea di cosa si spera o si teme che sarà il progetto.

Intervistati: Giovanni Pedercini – Responsabile del regolamento dei giochi e socio fondatore Tiziano Scricciolo – membro dell’esecutivo nazionale UdU

tiziano

con edizioni “piccole” che poi si sono trasformate in grandi manifestazioni. Il Comune ha investito moltissimo in questo progetto riuscendo a unire molte associazioni cittadine. C’è da considerare che con questo evento si metterà in moto una serie di meccanismi economici che, si spera, porteranno introiti diretti al nostro capoluogo; è una scommessa. Se alla fine del terzo anno la messa in moto non sarà avvenuta avremo fallito. Vale la pena tentare.

T. Premetto che non si parla soltanto di 275.000 euro, c’è anche il finanziamento proveniente dal progetto Capitale europea della cultura e altri fondi chiesti alla Regione (che non si sa ancora se arriveranno). Il problema è sul fatto che il Comune sta togliendo tutti i fondi destinati a molte altre iniziative culturali. Tra le più importanti il Teatro stabile dell’Umbria, il Festival del Giornalismo e Umbria Jazz. Perugia è sempre stata una città internazionale, per le due università e per l’immagine che si è data con le attività culturali nel corso degli anni. Questo tipo “Gli eventi che hanno caratterizzato la città durante il periodo di rivalorizzazione del periodo medioevale non esalta del tardo Medioevo, primo Rinascimento sono effettivamente lo spirito internazionale che contraddistingue la città. di così grande importanza per il capoluogo umbro? punto di vista socio-culturale questa manifestazione è G. Il 1416 è stato scelto come periodo per vari motivi: la Dal effettivamente valida. Gli investimenti economici avranno precedente epoca dei comuni è già rievocata in numerose un ritorno anche sfera culturale della cittadinanza città italiane e quindi meno originale, ma il più importante è e sull’immagine disulla Perugia che Perugia in quel periodo ha una storia travagliata e poco aggregazione per il turismo? come centro di cultura e conosciuta. Il Rinascimento a Perugia entra con Fortebraccio, non dal punto di vista artistico ma politico. Infatti Fortebraccio G. Secondo me assolutamente sì. Prima di tutto i perugini aveva iniziato un progetto di unificazione del territorio dell’Italia verranno a conoscenza della loro storia, di questo ne centrale con Perugia capitale e se non fosse stato sconfitto avevo parlato già a una conferenza con dei ragazzi del in seguito avrebbe creato il primo embrione di stato italiano. Giordano Bruno e mi avevano chiesto: “Ma io che cosa ci T. La motivazione per cui è stata organizzata questa faccio con questa cosa? io voglio andare a studiare fuori.” manifestazione è ideologica. Perugia nel 1416 vede Io gli ho risposto che è meglio andare via con il ricordo l’arrivo di un mercenario al soldo di chi lo pagava meglio, di una città con una storia ricca e variegata piuttosto che prende la città e dal governo delle famiglie nobili che di un posto senza attrattive e dal passato povero di la riporta sotto il controllo del Papa. In netto contrasto eventi. Lo dico da perugino, abbiamo il vizio di dire che con la storia perugina dal 20 giugno del 1860 in poi, in questa città non c’è niente da fare e sbagliamo. Spero dichiaratamente anticlericale, ancora oggi fortemente che questo tipo di manifestazione ci possa far riscoprire sentita dalla popolazione. La scelta del periodo è di parte, l’enorme patrimonio artistico e culturale di questo borgo. come se ci fosse l’intenzione di alcuni esponenti politici di T. Se organizzi una serata in centro con la bottega o le rievocare un “ritorno all’ordine” che esiste soltanto nelle bancherelle dei prodotti locali coinvolgi i perugini e chi loro idee e non è rappresentativo di tutta la storia perugina. abita nelle vicinanze ma probabilmente ti fermi lì. Si perde “Perugia 1416” è ovviamente da considerare un l’occasione di creare un profilo per questa città che sia da investimento per la città e ha richiesto una spesa da parte esempio per gli altri capoluoghi italiani, come invece fanno degli enti pubblici. Una somma da parte del Comune egregiamente il Festival del Giornalismo e Umbria Jazz. di 275.000 euro per le prime tre edizioni dell’evento. Io prendo come esempio Mantova che con i soldi della Molte polemiche sono state fatte sulla cifra, mentre i candidatura per Capitale della Cultura ha finanziato diverse finanziamenti a disposizione di altri eventi culturali sono iniziative sul territorio che hanno generato una prospettiva scarsi o addirittura inesistenti. Critiche legittime o meno? economica per il futuro (molti posti fissi di lavoro) oltre che culturale. Vogliamo un capoluogo che come tutti i borghi G. Secondo me una manifestazione di questo tipo ha del centro Italia sia conosciuto per una rievocazione storica solo bisogno di uno slancio. Tutte le rievocazioni storiche oppure per i suoi investimenti sui giovani, sulle startup che dell’Italia centrale sono nate nel secondo dopo guerra a Perugia abbondano, creativity lab, lavoro, turismo, ecc?

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Spazio Associazioni

di Francesca Ricci Il 5 gennaio 1984 il giornalista Giuseppe Fava stava andando a teatro per vedere suo nipote recitare. Mettevano in scena la commedia pirandelliana “Pensaci, Giacomino”. Non fece in tempo a scendere dalla macchina che cinque proiettili calibro 7,65 lo colpirono alla nuca. È morto perché sapeva e parlava, a detta di alcuni, troppo. Nonostante le istituzioni corrotte e colluse con la mafia, nonostante le denunce e le minacce, continuò a svolgere il proprio mestiere con passione e generosità, utilizzando la scrittura come spietata analisi del potere. Il giornalismo era per Fava la forza che frenava la violenza della criminalità, lo strumento per il corretto funzionamento della società ed un mezzo di allerta per l’ordine pubblico.

Era direttore responsabile del *Giornale del Sud *e fondatore de *I Siciliani*. Inizialmente, l’omicidio fu etichettato come delitto passionale, sia dalla stampa che dalla polizia. Si disse che la pistola utilizzata non era tra quelle solitamente impiegate in delitti a stampo mafioso. Si iniziò anche a cercare tra le carte de *I Siciliani*. Un’altra ipotesi fu un movente economico, per le difficoltà in cui versava la rivista. Il sindaco ribadì che la mafia a Catania non esisteva. Successivamente, l’evidenza delle accuse lanciate da Fava sulle collusioni tra Cosa nostra e i cavalieri del lavoro catanesi venne rivalutata dalla magistratura, che avviò vari procedimenti giudiziari. L’attacco frontale che la mafia aveva messo in atto nei confronti delle istituzioni non poté passare inosservato.

Dopo un primo stop nel 1985, per la cacciata del sostituto procuratore aggiunto per “incompatibilità ambientale”, il processo riprese a pieno ritmo solo nel 1994. L’ultimo processo si concluse nel 2003, con la sentenza della Corte di Cassazione che condannò Nitto Santapaola, uno tra i più potenti boss mafiosi di Cosa Nostra e mandante dell’omicidio insieme ad Ercolano, suo braccio destro, all’ergastolo, e Avola, pluriomicida al soldo del clan di Santapaola, a sette anni patteggiati.

Il diritto di esprimere liberamente il proprio 4

pensiero e raccontare fatti, facendo nomi e cognomi, entra in crisi in un contesto in cui l’arte della negazione e del silenzio meritano più rispetto della verità. Ci sono state persone, senza nessuna vocazione all’eroismo, ma solo ad un giornalismo di inchiesta, a cui è stato impedito di svolgere la propria professione. Oltre a lui, altri dieci giornalisti sono stati uccisi dalla mafia e molti altri intimiditi per aver svolto il loro dovere in maniera corretta, per aver preferito di pronunciarle quelle parole scomode, dimenticati poi dal potere dell’oblio. Ecco allora che si fa incalzante la necessità di raccontare queste storie, così che la memoria possa continuare a tenerle in vita e restituire al giornalista la funzione civile e sociale di informatore e mezzo di conoscenza. Non è un caso, dunque, che ogni presidio di Libera sia intitolato ad una vittima innocente della criminalità organizzata. Il tredicesimo presidio nato in Umbria, ad Acquasparta, a marzo di quest’anno, porta il nome di Giuseppe Fava.

Lirio Abbate, in occasione dell’International Journalism Festival, ha tenuto, presso il Teatro della Sapienza, uno spettacolo su questo tema.

Negli ultimi anni si è occupato dei principali scandali sulla criminalità organizzata, tangenti, corruzione, passando dalla cronaca giudiziaria al giornalismo investigativo. Al termine del panel lo abbiamo intervistato: “Cosa deve fare un giovane per non aver paura di dire la verità? E quale è il punto di equilibrio tra il dovere di informare e i freni imposti dalla politica?”. La risposta di Abbate è stata netta: “Non si deve permettere che nessuno si trovi nella condizione di essere minacciato, l’informazione è democrazia ma è anche libertà. È necessario trovare un bravo editore, che pubblichi, che abbia coraggio, non arrendevole, che sostenga la diffusione di notizie contro l’omertà. Noi in silenzio non ci staremo mai.”

Essere Musulmano& Omosessuale di Hakim Ben Hamida

Tra i grandi paradossi del mondo globalizzato vi è l’idea di una lontananza, non tanto geografica quanto culturale, di costumi da quello che ancora oggi si sente chiamare semplicisticamente “sud del mondo”; eppure ci sentiamo vicinissimi ad un Occidente non meglio definito, dove, per esempio, gli Stati Uniti, pur fisicamente distanti, vengono dipinti come a un passo, in virtù di una comunanza di valori e significati che attribuiamo al ben celebre “mondo occidentale”.

Ma, si sa, il mondo è piccolo, e allora non dovrebbe essere tanto complicato riuscire ad immaginarsi una serie di episodi e dinamiche presenti nel nostro paese, riproporsi negli stati che tanto allontaniamo da noi, da cui cerchiamo disperatamente di differenziarci.

Una di queste è la presenza della comunità LGBT in territori lontani, specie se a maggioranza di popolazione di fede islamica: cosa vuol dire essere omosessuali, bisessuali e/o transessuali in questi paesi? È una realtà di cui si parla pochissimo, se non affatto, quella che ha deciso di raccontare Pier Cesare Notaro, il giovane italiano fondatore del blog Il Grande Colibrì, una piattaforma d’informazione a tema LGBT che decide di riportare fatti, eventi e passi avanti – o, tristemente, indietro – fatti da questi paesi (e non solo) nella discriminazione e la persecuzione, ma talvolta anche il rispetto e la comprensione della comunità LGBT presente nei propri territori. Nella nostra intervista con lui, abbiamo puntato soprattutto l’attenzione su un progetto lanciato nel 2011 dal blog, chiamato MOI – Musulmani Omosessuali Italiani, che tramite una serie di iniziative, eventi, e la potente arma dell’informazione, punta a costruire uno scambio reciproco tra chi è riuscito contro ogni stereotipo a far convivere la propria identità con la fede musulmana, le comunità musulmane presenti sul territorio e qualunque persona che per interesse, curiosità, voglia scardinare tutti i preconcetti legati al tema avvicinandosi al progetto.

“L’intento è quello di riuscire a combattere l’omofobia delle persone musulmane, che spesso c’è, e dall’altra combattere l’islamofobia, il razzismo, il pregiudizio in ogni sua forma che c’è spesso anche nelle persone LGBT” ci racconta il blogger.

E di questi tempi, in cui un senso d’islamofobia imperante serpeggia, dai banchi della politica ai mass media, non è dir poco: “L’islamofobia in Italia si fa sentire, e dolorosamente anche nella comunità LGBT, una comunità vista da queste persone come una sorta di rifugio e da cui ci si aspetterebbe un’apertura, una

capacità di essere capiti. Noto spesso che sui social network vengono pubblicati anche su gruppi LGBT sempre più insulti, messaggi molto pesanti contro i musulmani. Certo, essere LGBT non vuol dire essere intelligenti, sensibili o migliori degli altri, d’altra parte, però, da una comunità discriminata ci si aspetterebbe una comprensione maggiore di quelle che sono le dinamiche della discriminazione, ci si aspetterebbe che messaggi simili ricevessero risposte da parte delle altre migliaia di persone presenti, ed è ciò che stiamo cercando di costruire piano piano”.

Il progetto, inoltre, offre un sostegno a tutti i richiedenti asilo per omosessualità, bisessualità e/o transessualità provenienti da stati nei quali l’orientamento o la propria identità sono perseguibili legalmente, predisponendo una serie di dossier utili ad esporre davanti ad un tribunale la situazione nei paesi d’origine.

Frequente collaboratore del progetto è Wajahat abbas Kazmi, attivista pakistano per i diritti umani da più di 10 anni residente in Italia, che all’inizio di quest’anno ha lanciato la campagna #AllahLovesEquality, che mira a scardinare tutti i miti che vedono la religione come possibile arma di discriminazione, dal quale abbiamo ricevuto un’ulteriore testimonianza. “(L’omosessualità, n.d.r.) diventa un problema nel momento del coming out. Lì la gente inizia giudicare e dividere omosessualità e fede, affermando che le due cose non possono convivere. (…) Per rompere questo tabù ho iniziato la campagna #AllahLovesEquality, usando il nome di Allah su un cartello arcobaleno (…) e la risposta dalla comunità LGBT musulmana è stata molto positiva. Era ciò che volevano anche loro: non rimuovere la propria fede giudicandone la sessualità. Sono due cose che possono andare avanti e devono andare avanti di pari passo.”“Non cerchiamo di fare proselitismo” ci dice Notaro “ma di far conoscere la possibilità e la realtà di persone che riescono a far convivere questi due aspetti della propria persona in maniera serena, senza problemi.

Non si cerca di proclamarci portatori di una verità: le decisioni sono sempre personali, e tali devono rimanere”, l’importante è “riuscire a parlare ad un pubblico più vasto, riuscire a smontare l’omofobia e i pregiudizi rivolti alle minoranze religiose o etniche”.

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SPECIALE ELEZIONI

Intervista ai candidati dell'UniPG Il Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari (CNSU) è uno degli organi consultivi del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca (MIUR). È composto da ventotto studenti, un dottorando e uno specializzando. Le elezioni per il rinnovo del CNSU si svolgono ogni tre anni. L’organo formula pareri e proposte al Ministero anche su questioni di rilevante interesse economico e può rivolgere quesiti al Ministro a cui deve essere data risposta entro sessanta giorni.

Elegge al proprio interno otto membri del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), consesso con potere relativamente più incidente nelle politiche universitarie rispetto al CNSU ma sempre con funzioni meramente consultive.

Il presidente uscente del CNSU è Andrea Fiorini, eletto nel 2013 in lista UdU. Questi i fatti. Qui sotto le opinioni.

Abbiamo intervistato per voi i due candidati perugini all’organo, Alessandro Anglano (Coordinamento Liste per il Diritto allo Studio) e Dario Sattarinia (UDU - Rete Universitaria Nazionale - Liste Indipendenti in CNSU).

INTERVISTA AD ALESSANDRO ANGLANO

Com’è iniziato e in cosa consiste il tuo impegno nella politica universitaria?

Al 1° anno sono stato eletto come rappresentante per Student’s Office (SO) nel Nucleo di Valutazione e alle ultime elezioni universitarie del 2015 sono diventato rappresentante nel Dipartimento di Economia.

Cos’è Lista Aperta? È una realtà presente in varie parti d’Italia e comprende più liste, tra le quali SO. È una lista apartitica, ovvero non si appoggia a partiti o aree politiche, ed ha come unico obiettivo il miglioramento della condizione degli studenti.

Nei vostri discorsi, gli aggettivi apartitico e apolitico ricorrono spesso: qual è però il tuo personale orientamento politico?

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Il mio orientamento politico non è ben definito. In Student’s Office ho imparato a prendere le parti di chi avanza proposte su determinate questioni e di giudicarle nel merito. Ciò mi permette una certa libertà, quindi non è necessario legarmi ad una determinata parte politica, dato che, di volta in volta, mi posso trovare vicino ad una o all’altra sempre in base alle questioni da affrontare. Non ho un’identità ben precisa perché mi piace analizzare a fondo le questioni.

Lista Aperta afferisce al Coordinamento delle Liste per il Diritto allo Studio. Quali sono stati i risultati raggiunti dal CLDS finora al CNSU? Il CLDS ha lavorato con costanza, tant’è che le presenze alle sedute dei nostri consiglieri sono state superiori anche del 50% rispetto a quelle delle altre associazioni. Ha lavorato trasversalmente su tanti argomenti, come l’accesso programmato o la questione ISEE; a tal proposito, si è prodigata ad innalzare la soglia da 21.000 a 23.000 euro per l’ISEE e da 34.000 a 50.000 euro per l’ISPE. Inoltre ha presentato mozioni su visiting professor, Erasmus e TFA. Quali sono le proposte per il prossimo mandato?

Per quanto riguarda il diritto allo studio chiederemo che tutte le borse di studio, incluse quelle per le 150 ore e per la mobilità internazionale, non siano conteggiate nei parametri ISEE. In più vogliamo estendere i sussidi statali alle case editrici dei libri universitari, affinché possano convertire tutti i testi in formato digitale, in modo da agevolare in particolar modo gli studenti disabili. Intendiamo formalizzare il piano di studi per la convalida degli esami al ritorno dall’Erasmus e creare una piattaforma nazionale di confronto tra studenti per condividere informazioni circa le mete estere. Ci proponiamo di incentivare l’associazionismo, al fine di vivere appieno l’università. Lavoreremo affinché i neolaureati siano sempre più seguiti nell’inserimento nel mondo del lavoro. Infine punteremo molto sul prestito d’onore. Questo strumento, seppur molto gravoso, è attualmente molto utilizzato e nel 99% dei casi ripagato, pertanto proponiamo di istituire dei fondi appositi condivisi tra Stato ed università.

CNSU 18 & 19 Maggio

di Pier Luca Cantoni e Daniele Papasso INTERVISTA A DARIO SATTARINIA Quando è iniziato e in cosa consiste il tuo impegno nella politica universitaria?

Ho cominciato nel mondo della politica universitaria come rappresentante di Scuola di Medicina e sono poi stato eletto – nelle ultime elezioni – come membro del Consiglio di Dipartimento, del Consiglio di Corso di Laurea e, sopratutto, come membro (e poi presidente) della Commissione di controllo degli studenti ADiSU che rappresenta sicuramente il ruolo più impegnativo.

Nostro più forte convincimento è quello di puntare sul diritto allo studio. Vorremmo che i tirocini venissero trattati in maniera unitaria a livello nazionale. L’Italia è uno dei pochi paesi europei a scontrarsi con il problema degli idonei non beneficiari (cioè studenti che avrebbero diritto ad una borsa di studio ma non ne possono usufruire per mancati investimenti economici) e – allo stesso tempo – uno dei paesi europei con le tasse universitarie più alte. La nostra proposta è quella di individuare una fasciazione nazionale unica per il pagamento delle tasse universitarie che risponda al criterio di progressività.

Proponiamo inoltre l’istituzione di una No Tax Area in cui gli studenti non pagherebbero alcuna tassa universitaria, al di sotto di un certo reddito. Lottiamo anche per un’Università di qualità, non valutata attraverso gli strumenti dell’AVA (Autovalutazione, Valutazione periodica, Accreditamento) che penalizzano qualcuno a vantaggio di altri. Le Università non possono solo sottostare al vincolo di bilancio ma devono anche ricevere investimenti e sostentamenti, sopratutto gli Atenei più in difficoltà.

Gli strumenti del diritto allo studio non sono un’elemosina. Sono i mezzi che ha lo Stato per garantire a tutti i cittadini l’accesso ai gradi più alti degli studi, condizione centrale per lo sviluppo del nostro paese.

Parlaci della lista per la quale sei candidato in questo collegio. È composta prima di tutto dall’associazione di cui faccio parte, Unione degli universitari, che è una realtà attiva in più di venti atenei italiani. Partecipiamo alla competizione elettorale anche quest’anno con la Rete Universitaria Nazionale (RUN) che si pone come punto di riferimento per la sinistra democratica.

Insieme con noi anche delle liste indipendenti Le altre liste presenti nel collegio dell’Italia Centrale provenienti da tutto il territorio nazionale. sono Link, Studenti per la Libertà - Azione Universitaria, Fenix - Vento di Cambiamento.

Cosa ha realizzato la tua lista nel corso dell’ultima consiliatura?

Non mancheremo di seguire anche questo consesso, La lista ha partecipato alla scrittura del documento oltre a quelli locali, dato anche il gettone di presenza sulla condizione degli studenti italiani, che è stato e l’indennità prevista per i membri del Consiglio. recepito dal MIUR. Siamo stati in prima fila per quanto riguarda l’emergenza ISEE, con l’attivazione – per esempio – dello sportello SOS ISEE. Abbiamo inoltre lottato per l’innalzamento dei limiti minimi di ISEE e ISPE e fatto in modo che i laureati in Scienze Politiche possano insegnare con il loro titolo di studio.

Quali sono gli obiettivi della tua lista?

Le tematiche su cui puntiamo sono sempre simili perché continuano a sussistere, purtroppo, gli stessi problemi.

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UMANI

TIPI di Micaela Chiagano, disegni di Anna di Prima

Quest’oggi, cari lettori, tratteremo un argomento serio.

Parleremo di soprusi e vessazioni. Di orde di persone che si piegano, remissive, alla sottrazione dei diritti più elementari come quello alla salute mentale.

Signori, sto per descrivervi un morbo che ha infettato (o infetta) le vite di molti di voi.

IL COINQUILINO MOLESTO. In una sorta di vademecum, proverò a tracciare i profili di sei tipi di coinquilino che potreste incrociare sulla vostra personale via crucis universitaria perché, dopotutto, conoscere il nemico è il primo passo per vincerlo.

Il secondo è il trasloco. #1 Radio Italia Solo Musica Italiana: non voglio dire che la condivisione delle medesime tendenze artistiche sia il presupposto fondamentale per una convivenza felice, anzi! Talvolta la diversità ci spinge a vedere le cose da una prospettiva del tutto nuova. Ma se il tuo coinquilino ti sveglia alle 6.30 del mattino con Tiziano Ferro che sbraita “L’amore è una cosa sempliceeeeeeeeee” mentre il giorno prima il tuo ragazzo ti ha cornificato con la commessa mesciata di Acqua & Sapone, allora il tuo sguardo iniettato di sangue potrebbe essere giustificato. No ragazzi, l’amore non è una cosa semplice, ma i gusti musicali opinabili sono facilmente classificabili. #2 El trombador: è il coinquilino che non conosce barriere fisiche e acustiche. E nemmeno quelle del buongusto. Le sue prestazioni a letto sono più rumorose di un concerto metal, è un perenne tripudio di ugole infoiate; i più lascivi, dopo l’ammirevole prova, gironzolano per il corridoio ignudi e soddisfatti mentre tu, dall’altra parte del muro, cerchi forsennatamente su Trivago l’offerta più conveniente per Kepler 452b. #3 Mi-devi-8-centesimi-e-li-voglio-tutti: questa classe di persone suscita in me sempre grande tenerezza. Li vedo come affetti da un disturbo post-traumatico, di quelli che insorgono dopo che hai anticipato ad un amico due euro per un compleanno e non li hai più rivisti. Se solo potessero, conterebbero quanti fogli di carta igienica usi al giorno, nel tentativo di monetizzare il dato e importi una tassa sull’utilizzo del bagno. Tuttavia, vi sembrerà strano, hanno una loro utilità: niente più monetine scomode nel portafogli! #4 Scrocco way of life: l’antitesi del #3. Vive sulle tue spalle e con la tua spesa, ha accumulato un debito che Tsipras-te-dico-fermate.

Approfitta della tua generosità rispondendo con assoluta mancanza di buonsenso mentre, sorridendo, riempie la lavatrice col tuo “Coccolino fragranze boschive”. Alla scadenza del contratto non lo vedrai più, si laureerà e sarà più ricco di te. Ha tutte le carte in regola per diventare un ottimo politico. #5 Attila: qualsiasi cosa tocchi va in frantumi. Nulla resiste alla sua furia sbadata, dopo due mesi di convivenza gli unici oggetti rimasti in casa sono una branda e un bagno turco. Ogni volta che esci dalla tua abitazione temi sinceramente di non ritrovarla più. Ma spesso i tuoi timori sono infondati perché la casa la rivedi.

Sì.

In fiamme. È il coinquilino che più di tutti solletica la tua propensione “openmind”: dopo aver convissuto con lui, l’idea di andare a vivere nelle favelas non ti sembra poi così ripugnante. #6 L’Erasmus: Sulla carta sarebbe il migliore. Grazie alla sua presenza potresti apprendere quanto più possibile sulla cultura di un paese differente dal tuo, magari anche i rudimenti di una nuova lingua. In pratica non è esattamente così e cominci a rendertene conto a tavola, quando sorridente e colmo di speranze, ti propina spaghetti (scotti) annegati nel ketchup.

Ma porca miseria, Esteban, una sangria no?

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Perugia Parigi

Diario Erasmus

di Valeria Tugliani

Il primo ma unico punto dolente riguarda la soluzione abitativa. Parigi è molto cara e, a meno che non vogliate finire nella banlieu più sperduta dell’Île de France, dovrete spendere almeno 6-700 € per una stanza, spesso condivisa. Vi consiglio di trovare una sistemazione provvisoria per i primi giorni e di dedicarvi ad un frenetico networking. La prospettiva di ritrovarvi a dormire, di lì a poco, sotto ad un maleodorante ponte della Senna vi spronerà a cercare un alloggio dignitoso. Trovare una sistemazione già prima di partire è impossibile, vi consiglio però di compilare la domanda per il CROUS di Parigi (il nostro ADISU).

A prescindere dal vostro livello di partenza, approfittate dei corsi intensivi di lingua offerti dall’università prima dell’inizio dei corsi. Non solo vi darà la spinta giusta per lanciarvi in questa nuova avventura ma vi permetterà di conoscere i primi arrivati, soli e spaesati come voi e quindi famelici di nuovi amici.

I trasporti sono efficientissimi, quindi acquistate un abbonamento mensile a 70€ e gironzolate più che potete. Provate a muovervi anche a piedi, scoprirete tanti piccoli angoli idilliaci e viuzze brulicanti di vita.

Chi come me ama mangiare dovrà mettere in conto, oltre che un ricco bagaglio di esperienze, qualche chiletto in più. Botteghe di ogni tipo vi tenteranno in ogni dove, offrendovi la gastronomia più varia. Ma, amiche, pare che i francesini rimangano letteralmente ammaliati dall’accento italiano, dunque non disperate per la vostra forma perduta. D’altro canto, il novello strato di ciccia vi fornirà una valida protezione contro il gelido e piovoso inverno parigino. Le serate vi offrono qualsiasi tipo di evento, culturale o più festaiolo a seconda delle vostre esigenze, in luoghi sempre pazzeschi, ancor più in primavera quando i tetti di Parigi riprendono vita.

Se in Italia il collage découpage di crediti ed esami chiamato Learning Agreement vi ha snervato, beh, sappiate che,una volta in Francia vi ritroverete a dover fare tutto da capo. Non disperate quando dovrete spiegare le vostre esigenze ad una signora attempatella e indisponente che, senza rendersi conto

che siete qui solo da qualche giorno, comunicherà con voi alla velocità supersonica con cui pare amino esprimersi i francesi. Ridete e rilassatevi, fa parte del gioco.

Per ambientarvi alla fac (così i francesi chiamano l’università) vi proporranno un parrain, una sorta di mentore che potrà sicuramente aiutarvi a comprendere le particolarità del metodo francese.

Potrebbe capitarvene uno simpatico con cui poter bere una birra e conoscere la vera Parigi e magari parlare davvero il francese, viste le balbettanti conversazioni anglo-francofone con i vostri colleghi Erasmus.

Importante: Parigi al momento è in stato di emergenza, è ormai un’abitudine trovare forze armate per strada, con annessi controlli di documenti e borse. Non possiamo sapere cosa ci accadrà domani, ma vi assicuro che non esiste città più sicura al momento, nei limiti di ciò che l’essere umano è capace costruire, così come distruggere, purtroppo.

L’ingrediente essenziale è essere consapevoli di quanto sia grandioso sentirsi parte per un breve periodo di una comunità così eterogenea, eppur così unita, come quella Erasmus.

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Smonta la Bufala

L’insostenibile

leggerezza

a cura del Segretariato Italiano Studenti in Medicina

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Nel 1961 la Convenzione Unica sugli Stupefacenti dell’ONU invita ad estendere le restrizioni di oppio e cocaina anche a marijuana e hashish, sostanze definite, insieme agli psichedelici, droghe “leggere” in virtù del minor danno e dipendenza che inducono. È questo l’esordio della cosiddetta “War on Drugs”.

A 50 anni dall’inizio del proibizionismo, però, un mondo libero da droghe è ancora lontano, per non dire utopico.

Cercheremo qui di dare una panoramica sulle problematiche legate alla Cannabis, sperando di non far la figura dei fricchettoni.

Vediamo innanzitutto quando e come la marijuana divenne illegale. USA anni ‘30: è da poco fallito il proibizionismo dell’alcol quando entra in scena un nuovo capro espiatorio. Harry Anslinger, direttore del Federal Bureau of Narcotics, lancia una martellante campagna contro la “killer weed” con brillanti argomentazioni quali “se fumi uno spinello ammazzi tuo fratello” o, come disse nel 1937 per convincere il Congresso a bandire la marijuana, “la maggior parte dei fumatori di marijuana sono negri, ispanici, filippini e intrattenitori; la loro musica satanica, jazz e swing, è il risultato dell’uso della marijuana. Il suo uso causa nelle donne bianche un desiderio di ricerca sessuale con essi”. Negli anni ‘50 però iniziano a comparire i primi studi e prese di posizione della comunità scientifica e della società civile che mostrarono come in realtà la marijuana non sia affatto causa di stupri, episodi psicotici e omicidi come si voleva far pensare.

Dunque, perché la Cannabis dovrebbe essere illegale?

e dipendenti dalla situazione neuropsicologica del soggetto, ma quali sono le conseguenze a lungo termine di un uso frequente (≥ 20 volte al mese)?

Dallo studio di Zalescky et al. è emerso che l’utilizzo durante l’adolescenza, quando il cervello è ancora in fase di sviluppo, compromette la connettività neuronale, con conseguenti deficit cognitivi e della memoria a lungo termine.

La marijuana ha quindi i suoi pregi e i suoi difetti e, come qualsiasi sostanza, l’utilizzo di grandi quantità, sopratutto se continuativo, può risultare dannoso. Lo stesso discorso però si può fare per molte altre sostanze, ugualmente o più pericolose, quali alcol, tabacco, fast food, sostanze anabolizzanti etc. Se la ragione della proibizione legislativa fosse proteggere le persone da azioni dannose per loro stesse, bisognerebbe allora concludere che il legislatore sia per lo meno disattento nel limitare l’uso di sostanze e pratiche nocive; per non dire farisaico, poiché alla proibizione fa corrispondere una punizione altrettanto lesiva per la persona. Non è dunque la preoccupazione per la salute che motiva l’illegalità di certe sostanze.

LA CANNABIS FA MALE ALLA SALUTE Il principio attivo di marijuana ed hashish, il delta-9tetraidrocannabinolo (THC), aumenta la frequenza cardiaca e vasodilata, da qui gli occhi rossi; a livello cerebrale aumenta il rilascio di dopamina inducendo rilassamento, euforia, scoordinamento ed alterazioni del sensorio. L’inibizione del dolore e la riduzione dell’infiammazione insieme ad aumento dell’appetito, ne motivano l’utilizzo terapeutico in trattamenti del dolore, malattie infiammatorie croniche, stimolo dell’appetito in malati di AIDS e nel blocco dell’angiogenesi tumorale.

Gli effetti a breve termine sono altamente individuali

LA MARIJUANA È UNA DROGA DI TRANSIZIONE Nel 1951, alla domanda del deputato Hale Boggs sui danni della marijuana, Anslinger, direttore dell’FBN, rispose: “più del 50% dei tossicomani da eroina inizia fumando marijuana. Prendono la siringa quando l’eccitazione indotta dalla marijuana non gli basta più”. Nasce la teoria della marijuana come “droga di transizione”. Già negli anni ‘50 si dimostrò che nella marijuana non c’è nulla che porti all’uso di sostanze più pesanti; persino l’American Medical Association, in un rapporto congiunto con l’Associazione dell’Ordine degli Avvocati, giunse a queste conclusioni. Si dovette però aspettare il

1972 perché la stessa fonte istituzionale che aveva inizialmente diffuso queste voci affermasse che “non esiste relazione causale tra l’uso di marihuana e l’eventuale uso di eroina” (National Convention on Marihuana and Drug Abuse).Tuttavia tale teoria, ormai radicata nell’opinione pubblica, fece gioco forza a diverse politiche restrittive internazionali.

Paradossalmente studi odierni hanno dimostrato che la transizione avviene, ma in senso contrario, in quanto la marijuana risulta un utile sostituto agli oppioidi durante la disintossicazione.

L’USO DI DROGHE ALIMENTA ATTIVITÀ CRIMINALI È ormai ampiamente dimostrato che alle pratiche di depenalizzazione della marijuana corrispondono netti cali nei tassi di criminalità associati alla droga. Il concetto è semplice: se viene offerta un’alternativa legale si evita di entrare nelle dinamiche del mercato illecito. Inoltre risulta più facile accedere a strutture di supporto e cura delle dipendenze senza il rischio di problemi legali. Secondo la Direzione Nazionale Antimafia, il 44% delle violazioni della legge antidroga è per cannabinoidi e nel 78% non ci sono altri capi d’imputazione.

Quello della cannabis inoltre corrisponde al 38% del mercato illegale europeo degli stupefacenti per un totale di 9,3 miliardi di euro (EU Drug Market Report 2015). Non l’utilizzo, ma il proibizionismo alimenta il mercato illecito e attività criminali droga-correlate.

LEGALIZZARE LE DROGHE PUÒ INCENTIVARNE L’UTILIZZO.La legalizzazione delle sostanze stupefacenti può passare per la regolamentazione o la liberalizzazione; Uruguay e USA sono due esempi delle rispettive politiche. L’Uruguay, mantenendo un prezzo di poco superiore a quello del mercato nero per un prodotto di qualità migliore, ha sottratto alla criminalità organizzata una grossa fetta delle vendite,

senza per questo causare una significativa crescita nel numero di consumatori. Per ostacolare l’abuso si è ricorso a un limite d’acquisto mensile pro capite e alla differenziazione dei prezzi in base al contenuto di THC. In Colorado, invece, pur mantenendo un prezzo competitivo, i consumi totali sono aumentati, seppur a scapito del mercato illegale, probabilmente come conseguenza della pubblicità dei prodotti a base di Cannabis, proibita invece in Uruguay. Sono quindi le diverse politiche di legalizzazione delle sostanze che possono portare o meno ad un incentivo dei consumi, non la legalizzazione in sé.

DROGARSI È IMMORALE. Forte dell’ideologia liberale, l’economia spinge per la globalizzazione dei mercati e dell’offerta. Tale logica pensa l’individuo come unico responsabile delle sue scelte di consumo; egli crea la domanda cui il mercato risponde. Ma non tutte le domande sono considerate lecite, soprattutto in società, come la nostra, profondamente influenzate dalla morale cristiana. Il discorso e le politiche sulle droghe rischiano quindi di trasformarsi in meccanismi che relegano i consumatori alla categoria di “drogati”/“dipendenti”, “criminali” e “improduttivi”. In realtà l’85% dei consumatori sono definiti non problematici, in controllo della sostanza e non da essa controllati (Indagine IPSAD® 2014); si preferisce però farli entrare in una serie di circuiti di trattamento/repressione, dimenticando che è molto più efficace ridurre i danni e i rischi del consumo, piuttosto che liberare la società dalla droga. Pertanto puniamo il consumatore di sostanze stupefacenti invece che, ad esempio, quello di alcol, non perché il “drogato” ruba o uccide (azioni di per sé processabili), o perché si fa del male; il problema è che si droga. E drogarsi è immorale, solo per questo è illegale.

Insieme all’invito a non semplificare un tema troppo spesso banalizzato, vi lasciamo con le parole di Timothy Leary: “Non alterare la coscienza dei tuoi simili” “Non impedire che i tuoi simili alterino la loro coscienza”.

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di Patrizia Cantelmo Torniamo a parlare, come per ogni numero della Locomotiva, di live interessanti in Umbria, e anche per i prossimi due mesi la nostra regione ci regala più di un appuntamento interessante Perugia a maggio torna a vestirsi di colori scintillanti, le giornate si allungano sempre più e si torna a vivere la città fra le sue strade, senza necessariamente andarsi a rinchiudere in qualche locale al riparo dal freddo. Mentre gli studenti si vivono un breve periodo di tregua da sessioni di esami incombenti, la città cambia pelle e modalità di fruizione della musica dal vivo: si diradano infatti gli appuntamenti nei live club, che gradualmente lasceranno spazio a festival e eventi all’aperto, ancora non tutti svelati al momento in cui scriviamo. Da tenere d’occhio sicuramente la terza edizione dell’Umbria che Spacca, di cui ancora non si sa nulla se non che “farà il botto” come dicono gli organizzatori. Nel frattempo però qualche annuncio esplosivo già c’è stato dalle parti di Degustazioni Musicali, la rassegna che già ci ha fatto assaporare nomi come Steve Wynn e Lee Ranaldo. La notizia-bomba riguarda l’annuncio di una terza data italiana per la storica band americana dei Dinosaur Jr proprio nella nostra regione, il 22 giugno prossimo in quel di San Gemini, nel campo della Giostra (biglietti già disponibili al costo di 17 euro+dp). Una sorpresa che ha reso felici tutti gli appassionati di indie-rock che sanno bene qual è la portata e il valore della band di J.Mascis & Co. Degustazioni Musicali ci riserva però anche altre tre date interessanti: il 20/05 con Evan Laurie al Caffè Bugatti di Terni, il 25/05 con Kaki King al Teatro Secci di Terni e il 31/05 con Geoff Farina (Karate) assieme a Giampaolo Felici (Ardecore) a San Gemini. Per chi, però, non può spostarsi troppo in là e vuole rimanere in provincia di Perugia, ultimi botti a maggio per i live club in zona con il closing party dell’Urban il 22 maggio con il concerto di Iosonouncane (spostato da poco per motivi burocratici). Per chi, invece, ama i grandi nomi che richiamano platee più vaste, segnatevi l’appuntamento con la festa per i 40 anni di Radio Subasio in piazza IV Novembre il 14 maggio (fra

gli altri, Max Pezzali, Ron, Ruggeri, Tiromancino, Stadio, Roberto Vecchioni), Giovanni Allevi al Teatro Morlacchi il 25 maggio, e Niccolò Fabi con il suo nuovo disco “Una somma di piccole cose” al Teatro Lyrick di Assisi il 18 maggio. Sempre in tema di cantautorato di scuola romana, uno a cui Fabi deve molto lo potremo vedere live a Castiglion del Lago il 28 maggio: di scena infatti ci sarà Riccardo Sinigallia con il suo “A cuor leggero tour”, in cui in formazione ridotta riprorrà il suo bellissimo repertorio, fra cui non mancheranno i brani dell’ultimo “Per tutti”, disco considerato da molta critica uno dei migliori in assoluto del 2014: una serata davvero da non mancare, anche perchè dal vivo Sinigallia emoziona come pochi altri. Sempre nella splendida Darsena Live Club sul palco passeranno Giorgio Canali il 14/05 (con in apertura la promettente band toscana dei La Notte), il 4/06 Pino Scotto e il 19/06 i Diaframma per il tour con cui ripropongono il loro capolavoro Siberia. Infine, per i piccoli ma virtuosissimi live club perugini, segnaliamo Egle Sommacal (Massimo Volume) il 13 al Chupito, i Marnero al Free Ride il 15 maggio, e tutta la programmazione sempre ricchissima del Marla. E tenete d’occhio anche l’Auditorium Santa Cecilia in centro che potrebbe riservarci ancora delle belle sorprese!

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Si sta come ed è subito sera.

Rosseggia l'orizzonte, Forse perché della fatal quiete devo di ciò accorarmi?

Vedere un mondo in un grano di sabbia Sempre caro mi fu quest'ermo colle Non t'amo come se fossi rosa di sale un verde più nuovo dell’erba Pendono qua e là dalla corona Silvia, rimembri ancora e vero amore fu. e mi sovvien l’eterno

VINCITORE CONTEST Volando

di Beatrice Bernardini

E mi capitò di volare, su ali dolci assaporare la vita e la bellezza celata dietro ad ogni respiro.

Chiudere gli occhi e percepire l’infinito e il suo riflesso.

Trovarsi ovunque, ma in nessun luogo.

Cogliere il sapore del vento e l’essenza delle sue melodie.

Cibarsi di uno sguardo e sentire le stelle.

Mentre un lieve crepitio in fondo all’anima cura le vecchie ferite, mentre il mare dei pensieri dipinge lo sfondo, Il cuore si fa spazio tra le onde.

Agli occhi di un sognatore il paradiso non dista che un passo.

GELATERIA VENETA dal 1935

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Appuntamenti LUN

MAR

13 X Birra Crucis

21 Be Queer

MER

GIOMAGGIO

VEN

SAB

DOM

14 15 40°Anniversario Music for Radio Subasio Emergency

16 Aperitivo di presentazione La Locomotiva @Bottega San Giovanni

17 Giornata Internazionale contro l’Omofobia

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31 Festa di Veterinaria

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Cantine Aperte - Pullman UdU

Elezioni CNSU Elezioni interne UniStraPG

GIUGNO

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3 Festa di Agraria

9 Career Day Dipartimento di Agraria

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Omphalos: Perugia Pride Village

LUGLIO

2-5 Festival del Calcio

2-3 Concorso Fotografico Emergency “La magia del Lago Trasimeno”

20 21 16 SISM: “Cena al buio” Festa Europea della Musica 16-19 Rabbit Fest 8-17 Umbria Jazz

24 Omphalos: Perugia Pride Village

27-7/08 Revolution Camp

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LA LOCOMOTIVA

Reg. Tribunale di Perugia n° 10/2016 Proprietario ed Editore: Sinistra Universitaria Sede della direzione: Via Bellocchio 26 Perugia Direttore Responsabile: Fabrizio Ricci Stampa: Scuola Tipografica - Str. Trasimeno Ovest, 251 - Perugia Impaginazione: Davide Sepioni Copertina: Bianca Buhus

Redazione

Direttore Editoriale: Daniele Papasso Vicedirettore Editoriale: Hakim Ben Hamida Caporedattrici: Francesca Ricci, Bianca Buhus Responsabile Tecnico: Dario Bovini Responsabile Politica Universitaria: Pier Luca Cantoni Responsabile Design: Davide Sepioni

Hanno collaborato a questo numero: Beatrice Bernardini, Patrizia Cantelmo, Micaela Chiagano, Anna Di Prima, Martina Fregonese, Michele Mencaroni, Domiziana Pedini, Alberto Perugini, Chiara Rosolia Capasso, Caterina Scapicchi, Leonardo Sorbelli, Valeria Tugliani, Ina Varfaj.