Rivista Santuario ott/nov/dic 2016

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Periodico religioso mensile - Anno 118 - V. Maria Adelaide, 2 - 10122 Torino - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abb. postale “Regime R.O.C.� - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, NO/TORINO

Ott/Dic 2016 n. 10/12

Rivista fondata nel 1899


In copertina: Albero Jesse, particolare Natività (foto di Marco Lardino)

Il Santuario della Consolata Torino Periodico religioso mensile Anno 118 - n. 10/12 Ottobre/Dicembre 2016 Poste Italiane S.p.A. - Sped. in abb. postale “Regime R.O.C.” - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n.46) art. 1, comma 1, NO/TORINO C.C. post. n. 264101 intestato a: Santuario Consolata Via Maria Adelaide, 2 - 10122 Torino

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sommario Editoriale

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La Consolata ci insegna lo sguardo della misericordia Don Osvaldo Maddaleno

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La Consolata ha un cuore saldo, ma un guscio fragile Simona Albanese e Fernando Delmastro

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I beati fratelli Boccardo e la Consolata Daniele Bolognini

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Redazione: Daniele Bolognini, Lino Ferracin, don Osvaldo Maddaleno, don Michele Olivero, Stefano Passaggio.


Editoriale Carissimi Amici della Consolata, dopo il periodo estivo il nostro cammino ordinario, fatto di preghiera, di formazione cristiana e di aiuto reciproco nella costruzione del Regno di Dio tra noi e nel nostro cuore, ha ricevuto un nuovo impulso con l’avvio dell’anno pastorale orientato dalla lettera pastorale del nostro Arcivescovo intitolata “La Città sul monte”. Nella sua introduzione, essenziale e molto pregnante, Mons. Nosiglia ci indica le priorità: il nostro procedere di quest’anno sia sinodale, cioè ci aiuti a “vivere pienamente il nostro essere popolo di Dio in cammino, in discernimento e ascolto reciproco, fino a programmare insieme, decidere insieme e operare insieme… alla scuola del Maestro unico che è Cristo e guidati dal Suo Spirito”. Sinodalità che sta anche alla base del riassetto della diocesi sulle linee volute dal Concilio. Alla fine il Vescovo ci invita a privilegiare queste realtà: le famiglie, i ragazzi e i giovani, i poveri. È un programma stimolante, nel quale coinvolgerci a 360 gradi! Sono contento di poter comunicare, anche a chi non avesse potuto frequentare il nostro Santuario in questi ultimi tempi, che i lavori di importante manutenzione dei cornicioni dell’ovale di S. Andrea sono terminati; e mi pare con un ottimo risultato grazie alla ditta FRAMA e alla direzione dei nostri architetti Simona Albanese e Fernando Delmastro. I costi sono stati interamente saldati grazie alle offerte spontanee di voi fedeli e grazie al contributo di € 70.000 del Comune di Torino. I lavori di manutenzione straordinaria non si fermano, ma continuano, grazie sempre a voi fedeli e alle vostre donazioni e grazie anche a un forte intervento della Fondazione CRT che ha stanziato la cifra di € 1.000.000 (un milione) così suddiviso: € 670.000 come intervento diretto per il chiostro e i restanti per giungere al milione con una formula moderna chiamata FOUNDRAISING (raccolta fondi: sulla lettera allegata a parte con il presente numero del bollettino trovate spiegata questa forma innovativa di contributo). Tutto ciò richiede un doveroso grazie a chi ama e sostiene la nostra Consolata. A conclusione vi comunico che il 30 novembre ho concluso il mio mandato come Rettore. Mi sostituirà Mons. Giacomo Maria Martinacci che è stato cancelliere arcivescovile e lascia questo incarico per il nuovo di Rettore della Consolata. Mi ha detto che vi invierà il suo messaggio con il numero di gennaio del bollettino. Per parte mia sento il bisogno di dire grazie per questi tre anni di rettorato: impegnativi ma arricchenti. Come pure di chiedere perdono a chiunque abbia fatto soffrire per qualunque motivo. Resterò, secondo la richiesta del Vescovo, come confessore qui alla Consolata, quindi con un orario un po’ più completo rispetto a quello di questi ultimi tre anni. Il Vescovo mi ha chiesto di continuare a servire il Santuario Grotta di Nostra Signora di Lourdes del Forno di Coazze: richiesta che ho accolto volentieri facendo, come in questi ultimi mesi, il pendolare! Auguri per il Natale in arrivo: Gesù rinasca in ognuno dei nostri cuori, in ognuna delle nostre famiglie, in questo mondo estremamente bisognoso dell’annuncio degli Angeli: …e pace in terra… Un saluto fraterno e cordialissimo a tutti. Se mi permettete rubo le parole a Papa Francesco: e non dimenticatevi di pregare per me. Don Michele Olivero, rettore 3


La Consolata ci insegna lo sguardo della misericordia Don Osvaldo Maddaleno

Quante persone hanno varcato la soglia della “Porta Santa” della Consolata! Solo Dio lo sa, ma una cosa è certa: Dio Padre ha guardato uno per uno i suoi figli e figlie che hanno ricevuto il dono della misericordia qui nella casa della madre misericordiosa. Che cosa è stato questo Anno santo? Cosa resterà nella nostra vita quotidiana? Certamente una riscoperta di questa perla preziosa del Cristianesimo che ci riporta direttamente al Padre: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6, 36). Nella Bolla di indizione del Giubileo mi ha colpito l’invito del Papa a coltivare uno sguardo differente, attento alla verità delle cose e delle persone, scorgendo in tutto ciò la luce amorevole del Padre: “Misericordia: è la legge fondamentale che abita nel cuore di ogni persona quando guarda con occhi sinceri il fratello che incontra nel cammino della vita” (MV n. 2). Incontrare la misericordia di Dio richiede l’educazione dello sguardo per riconoscere la sua presenza nascosta ma efficace negli eventi ordinari della vita. Il Papa fa esplicito riferimento allo sguardo di Gesù quando parla del motto del suo episcopato, che è anche il motivo ispiratore del suo pontificato: “Passando dinanzi al banco

delle imposte gli occhi di Gesù fissarono quelli di Matteo. Era uno sguardo carico di misericordia che perdonava i peccati di quell’uomo e, vincendo le resistenze degli altri discepoli, scelse lui, il peccatore e pubblicano, per diventare uno dei Dodici. San Beda il Venerabile, commentando questa scena del Vangelo, ha scritto che Gesù guardò Matteo con amore misericordioso e lo scelse: Miserando atque eligendo. Mi ha sempre impressionato questa espressione, tanto da farla diventare il mio motto” (MV n. 8). La misericordia inizia dagli occhi, la prima misericordia è uno sguardo. Vorrei essere anch’io un uomo di fede da poter fermare la sequenza del Vangelo per intercettare lo sguardo di Gesù, per esempio di fronte alla vedova di Nain (Lc 7, 13). Di sofferenze, anche oggi, ce ne sono molte: le pagine dei giornali e la rete danno molto spazio a queste notizie. Ma un conto è saperlo, un altro è farsi coinvolgere. Sono convinto che la nostra vita sarebbe più evangelica se, come ha fatto Gesù, si accorgesse del dolore, se interpretasse come si sta male sui 4


barconi, a mangiare nei cassonetti della strada, a morire di fame, a stare in un lebbrosario, in una comunità di ricupero, in un carcere… Le opere di misericordia, corporali e spirituali, che papa Francesco ha chiesto a tutti quanti di riprendere come dovere e impegno nel Giubileo della misericordia, invitano ad una seria riflessione. Dovremmo tutti avere lo sguardo di Gesù, uno sguardo che Maria avrà insegnato a Gesù. Gesù è un grande osservatore e questo Gli permette di svolgere il suo ministero con attenzioni particolari. E Maria avrà guidato e insegnato a suo Figlio a osservare. Se Maria è colei che vede, nel Magnificat, con gli occhi di Dio, a maggior ragione avrà saputo indicare agli occhi del Figlio quella capacità di guardare, osservare e comprendere che poi ha impiegato nel suo andare di villaggio in villaggio. Questo sguardo di misericordia Maria lo insegna anche a noi. Gesù a Nain fa fermare il funerale. Interrompe quel corteo, c’è un cambio di programma. La misericordia, meditandola e vivendola per quanto ci è possibile, sa cambiare la situazione. Portiamo con noi, dopo questo anno straordinario della misericordia, lo sguardo di Gesù: la parola del Vangelo che rimane sempre con noi ci trasmetta uno sguardo capace di “bucare” il cuore, di attraversare il nostro cuore. Gesù è stato un grande osservatore e mi convinco che il mondo, anche nel giudizio finale raccontatoci da Matteo in 25, 31-46, non sia diviso tra buoni e cattivi, ma tra chi ha visto il povero, l’affamato, il carcerato… e chi, al contrario, non ha voluto vederlo. Basta pensare alla parabola del ricco epulone e di Lazzaro. Le relazioni si deteriorano a cominciare dalla vista. Tolstoj nota che Anna Karenina si accorge di non amare più il marito dalla maniera con cui lo guarda, concentrandosi sui difetti mai notati prima: “Dio mio! Perché gli sono venute quelle orecchie?”, pensò, guardando la sua lingua fred5

da, e specialmente le cartilagini delle orecchie, che ora l’avevano colpita e che sostenevano le falde del cappello rotondo”. Per san Tommaso l’azione più grave contro la verità non è tanto la menzogna, ma avere verso l’altro uno sguardo spietato, senza misericordia. Esso riflette in realtà il proprio sguardo interiore, amareggiato, incapace di gustare il bene. Il primo passo verso la misericordia consiste anzitutto nel rendere esplicita la maniera con cui si guarda al mondo, gli altri e se stessi. Papa Francesco nell’Amoris laetitia al n. 100 scrive: “Per disporsi ad un vero incontro con l’altro si richiede uno sguardo amabile postato su di lui”. Chiediamolo alla Vergine Consolata in questo Natale per far continuare il dono dell’Anno santo della misericordia. Esplicitare la maniera con cui si guarda comporta accettare la complessità delle cose. Se il mondo ci appare grigio è perché porta il nostro colore. Il primato della misericordia richiede anzitutto il riconoscimento della difficoltà, presente in tutti, a vedere bene, cioè a vedere “il “ bene. Come recita uno splendido racconto ebraico: “Un giorno un rabbino chiese ai suoi studenti: “Come fate a dire che la notte è giunta alla fine e sta tornando il giorno?”. Uno studente suggerì: “Quando si può vedere chiaramente che un animale in lontananza è un leone e non un leopardo”. “No”, ribattè il rabbino. Un altro disse: “Quando si può dire che un albero produce fichi e non pesche”. “No”, replicò il rabbino. “E’ quando si può guardare il volto di un’altra persona e vedere che quella donna o quell’uomo sono tua sorella o tuo fratello. Perché fino a quando non riuscirai a farlo, non importa quale momento della giornata sia, è ancora notte”. Gesù nascendo bussa sommessamente alle porte dei nostri cuori e, se gli apriamo (come abbiamo aperto la porta santa), lentamente ci rende capaci di vedere. E’ lo sguardo di chi è diventato capace di notare ciò che è invisibile agli occhi.


La Consolata ha un cuore saldo, ma un guscio fragile Simona Albanese e Fernando Delmastro Queste righe si rivolgono a tutti noi che abbiamo il piacere e l’onore e di adoperarci per la buona conduzione del Santuario della Consolata in Torino, cuore pulsante della devozione popolare, della carità fraterna e della più antica religiosità cittadina. Questo cuore spirituale, però, è collocato in un guscio artistico, sviluppatosi in più di mille anni che, purtroppo, da qualche tempo a questa parte, è diventato particolarmente fragile e necessita, perciò, di attente ed onerose manutenzioni, ordinarie e straordinarie, che risultano particolarmente gravose, soprattutto in un periodo economicamente sfavorevole come questo che stiamo vivendo. Nell’ articolo che segue, a questo proposito, abbiamo chiesto agli Architetti che collaborano al restauro dell’edificio di farci un riassunto dello stato dell’avanzamento dei lavori. Dato che nei prossimi mesi affronteremo altri importanti interventi conservativi, ci permettiamo di chiedere alle Persone e alle Istituzioni con le quali abbiamo positivamente lavorato in questi anni, di assisterci, nei modi possibili e più opportuni, come riferiamo in altre pagine di questo bollettino. Confidiamo in una positiva condivisione di questo percorso, ed anche in un concreto aiuto da parte di tutti, secondo la sensibilità e la disponibilità di ciascuno. Stefano Passaggio

Ovale di Sant’Andrea - durante e dopo i lavori di manutenzione ai cornicioni

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Il punto sulla situazione dei restauri Manutenzione dei cornicioni dell’ovale di sant’Andrea I lavori di urgente manutenzione dei cornicioni dell’Ovale di Sant’Andrea sono terminati. Nel 2013, a seguito di cadute di porzioni di intonaco dai cornicioni sulla via e sulla piazza della Consolata, il Comune di Torino aveva emesso un’ordinanza nei confronti del Santuario chiedendo il loro ripristino per tutelare la pubblica incolumità. L’iter per poter sopperire a tale richiesta è stato complesso, in quanto si doveva procedere su tre fronti. Il primo riguardava la formulazione di un progetto che individuasse i minimi interventi necessari per mettere in sicurezza le superfici con degrado avanzato. Il secondo, relativo alla copertura economica di tali opere. Il terzo, il rinnovo semestrale al Comune della richiesta di proroga dell’ordinanza. A settembre 2014, il progetto è stato presentato alla Curia ed al Comune per ottenere un contributo ai sensi della L.R. 15/89, deliberato per € 70.000,00 a dicembre 2015. Tale somma è stata poi integrata dalla estesa risposta dei fedeli alla richiesta di aiuto, che il Rettore ha fatto pubblicamente, a seguito della caduta di nuovi calcinacci a marzo di quest’anno. I lavori sono materialmente iniziati a giugno, con il montaggio di un particolare ponteggio “appeso” alle superfici del tamburo, in quanto le coperture delle cappelle laterali non sono risultate idonee a sostenerne il peso. Il contatto ravvicinato con i cornicioni ha evidenziato un degrado degli intonaci ancora più avanzato. Il successivo intervento alla rimozione delle malte instabili è stato eliminare il vecchio impianto di allontanamento dei volatili, il cui tipo di posa è stata una delle principali cause di infiltrazione di acqua che ha impregnato i cornicioni. Dopo aver eseguito le necessarie sigillature dei fori sulle lastre di pietra e tra le loro giunzioni, si è proceduto a far installare un nuovo impianto. 7

Chiostro - particolare degrado al primo piano

Durante i lavori si è anche coinvolta Iren Servizi, chiedendo di rifare alcuni degli ancoraggi dei proiettori che illuminano esternamente l’Ovale. In seguito si è potuto proseguire con la ricostituzione delle superfici andate perdute. Gli intonaci scelti per il ripristino delle modanature dei cornicioni sono di calce esenti da cemento. Con un rilevatore di profili di precisione sono state realizzate le sagome necessarie per “tirare” a mano l’intonaco, lavoro che ha richiesto molta cura e molto tempo. I cornicioni superiori dovevano la principale causa del loro ammaloramento alla non perfetta aderenza del canale di gronda al supporto murario, con conseguente continua infiltrazione dell’acqua piovana. Senza variare strutturalmente il canale di gronda, di particolare e originario disegno, si è intervenuti per ripristinarne la funzionalità. Grazie quindi all’aiuto economico dei fedeli e del Comune di Torino, sono stati eseguiti gli interventi per eliminare il pericolo riscontrato sulle vie di pubblico transito. Manutenzione delle facciate e dei cornicioni del chiostro Il prossimo intervento in programma è la manutenzione delle facciate e dei cornicioni del chiostro, determinante per scongiurare danni di


Chiostro - facciata est

maggiore portata alle strutture e all’apparato decorativo, oltreché a mettere in sicurezza i frequenti transiti pedonali e veicolari. Il chiostro, nella sua forma attuale, è frutto dei lavori di ricostruzione intrapresi tra il 1730 e il 1736. L’unica testimonianza di una fase precedente del chiostro è la manica a sud verso via Maria Adelaide. A seguito dei bombardamenti del 1943 fu necessaria una consistente ricostruzione dell’angolo alla confluenza delle maniche nord e ovest. A marzo 2015 alcuni distacchi di intonaco hanno reso necessaria la rimozione delle parti instabili ed a rischio caduta. Lo stato attuale è di degrado ormai avanzato, in particolare il prospetto est presenta i più evidenti distacchi di intonaco ed ampie superfici interessate dalle infiltrazioni di acqua sia per risalita capillare che per mancata deviazione della stessa. La Fondazione CRT, grande sostenitrice del Santuario, ha recentemente formalizzato un piano di interventi che prevede al primo posto la copertura economica di tale manutenzione.

Cantiere di studio chiese pre-guariniane L’attuale chiesa della Consolata fu costruita demolendo gran parte della chiesa di Sant’Andrea. Molti studiosi, fin dall’Ottocento, si sono chiesti se alcune parti di quell’antica chiesa potessero ancora celarsi tra le strutture odierne. Proprio per indagare la chiesa di Sant’Andrea, nel 2008 è stato avviato un cantiere di indagini preliminari che ha portato ad interessanti conferme e ad inattese scoperte. Come spesso accade per i più importanti edifici della cristianità antica, in quasi sette secoli di utilizzo, i rifacimenti sono stati molteplici, e quasi nessuno era poi riconoscibile ad occhio nudo, dato l’occultamento delle murature della chiesa pre-guariniana, straordinaria nel suo valore antologico di architettura, arte e devozione. Un rilievo architettonico, svolto appositamente ha permesso di “mettere a registro” la tipologia costruttiva di questa parte del Santuario, e, nella moderna muratura di un corridoio del convitto, si è potuto condurre un saggio mirato che ha in8


Cantiere di indagini - ambienti oggetto di studio

Cantiere di indagini - arco presbiteriale prima e dopo le rimozioni archeologiche

Cantiere di indagini - fondazione abside romanica prima e dopo le rimozioni archeologiche


tercettato gli archetti della campitura sud-est dell’abside romanica, ancora in perfetto stato di conservazione. Il laborioso svuotamento dell’intercapedine che celava gli archetti ha poi permesso di scoprire tutta la parte esterna dell’abside, alla cui base è stato svolto lo scavo archeologico. Le ricerche e i saggi si sono poi concentrati anche nel mezzanino, dove sono avvenute ulteriori scoperte: le tre monofore absidali e parte degli archi presbiteriali, ancora dipinti. I sorprendenti esiti di quel cantiere consentono ora di ipotizzare un nuovo “Cantiere di Studio” che potrà essere esaustivo per la definizione delle vicende architettoniche della Chiesa e per la elaborazione di circostanziate proposte progettuali di restauro. Il cantiere sarà multidisciplinare. Si prevedono scavi archeologici al piano ter-

reno, intorno all’abside e si estenderanno i saggi stratigrafici che hanno svelato gli affreschi delle pareti del presbiterio. Il procedere del cantiere potrà essere accompagnato da visite guidate e mostre temporanee sui ritrovamenti avvenuti e costituire documentazione necessaria per un definitivo restauro delle strutture interessate. La Fondazione CRT, nel programma deliberato a sostegno della Consolata, ha individuato il Cantiere di Studio quale parte rilevante per il progetto di valorizzazione del Santuario. Per finanziarlo ha proposto una interessante iniziativa di raccolta fondi, mettendo a disposizione non solo un loro specialista, ma anche un fondo economico che raddoppierà i contributi che verranno raccolti con questa nuova risorsa, iniziativa di cui don Michele dice nella sua lettera pubblicata in ultima pagina.

Cantiere di indagini - archetti dell’abside romanica

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I beati fratelli Boccardo e la Consolata Daniele Bolognini

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Beati Giovanni M. e Luigi Boccardo


In casa Boccardo, una cascina a Castelvecchio di Moncalieri, la fede si respirava nei piccoli gesti quotidiani e mamma Giuseppina non mancava di ripetere ai suoi figli di amare la Madonna. Aveva nel santuario della Consolata una delle mete preferite dei suoi pellegrinaggi. A piedi, insieme ai suoi bambini, vi si recava da Moncalieri lungo le rive del Po, con lo sguardo rivolto alla bella collina, sgranando le corone del rosario. La fatica era ripagata dalla gioia quando, nello splendore del santuario, ad accoglierli c’era il dolce volto della Consolata. Torino non cessa di stupire. Nella schiera dei suoi santi, conta anche due fratelli, sacerdoti e fondatori: Giovanni Maria Boccardo (18481913), il primogenito, e Luigi (1861-1936), il settimo dei fratelli. Giovanni iniziò tredicenne gli studi dai Barnabiti

e quell’anno fu padrino di battesimo di Luigi. Giovane seminarista, nel 1870, durante gli esercizi spirituali nella Casa della Pace di Chieri, scrisse: «Mi raccomanderò a Dio, rettificherò l’intenzione, mi metterò sotto la protezione della Madonna e terrò sul banco la statuetta o l’effigie della Consolata, il Crocifisso…». Ordinato sacerdote nel giugno 1871, fu prima assistente nel seminario di Chieri e due anni dopo ne divenne direttore spirituale, mentre Luigi maturava, seguendone le orme, la vocazione religiosa. Nel 1877 Luigi entrò nel seminario di Chieri, per poi passare due anni dopo a quello di Torino in cui era padre spirituale don Giuseppe Allamano. Le loro strade, sotto lo sguardo della Consolata, correranno parallele sui binari della santità. Tra le suore di S. Anna, la cui Casa Madre sorge all’ombra del santuario, si consacrò al Signore anche la sorella, suor Veronica Boccardo. Nel 1882 Giovanni andò parroco a Pancalieri dove fu, per il resto della vita, pastore buono e catechista instancabile. Luigi fu ordinato sacerdote nel giugno 1884 e l’anno seguente fu destinato ad aiutare il fratello proprio qualche mese prima che scoppiasse un’epidemia di colera che li vide impegnati, coadiuvati da alcune parrocchiane, in ogni forma di soccorso. Il 12 aprile 1886 il beato Allamano nominò Luigi vicerettore del Convitto Ecclesiastico della Consolata, riaperto da qualche anno. Saranno compagni d’apostolato per tre decenni, negli anni dei restauri importanti del santuario e della fondazione degli istituti Missionari della Consolata. Impegno principale di Luigi fu la direzione spirituale, in particolare dei convittori. I numerosi impegni dell’Allamano accrebbero anche quelli di Luigi, che trascorreva comunque ogni giorno, nel suo confessionale, due lunghe ore per dispensare la misericordia di Dio a persone di ogni ceto sociale. Molte volte indicava loro il quadro della Consolata dicendo: «È Lei che fa 12


tutto». Don Luigi accompagnò più volte l’Allamano nei suoi viaggi a Roma per seguire la causa di beatificazione dello zio, il futuro san Giuseppe Cafasso. Fu una piacevole sorpresa quando nella Chiesa della Maddalena dei Camilliani, presso il Pantheon, trovarono il quadro della Madonna della Salute che nella sua impostazione iconografica è in tutto uguale alla Consolata torinese. Poter pregare davanti a quella effigie fu come ritrovarsi a casa. Giovanni, a Pancalieri, volle che alla Consolata fosse dedicata la cappella dell’ospedale. Insegnò sempre la devozione alla Patrona torinese e su invito dell’amico Allamano scrisse nell’aprile 1899 – in una settimana di ritiro - l’opuscolo I nove sabati alla Consolata. Fece inoltre il proposito di visitare il santuario tutti i sabati. Le “sue” Suore, le Povere Figlie di San Gaetano, che fondò nel 1884, aprirono la loro prima casa a Torino per prestare servizio nel nascente Istituto Missioni della Consolata. Anche la cofondatrice della Congregazione, la Venerabile Madre Gaetana Fontana, fu molto devota alla Vergine Consolatrice. Quando da Pancalieri si recava in città, potendolo, non mancava di passare in santuario per supplicarLa e affidarLe tutte le sue Figlie. Dopo la morte di Giovanni, nel 1913, Luigi “ereditò” il suo istituto religioso che, nel frattempo, aveva aperto diverse comunità. Tre anni più tardi scrisse una Novena storica a Maria SS. Consolata. Sul finire degli anni Venti Luigi diede inizio alla costruzione del Santuario di Cristo Re in Lungodora Napoli a Torino, presso l’Istituto Cieche, dove trasferirà la Casa Generalizia delle Suore Gaetanine. Nell’aprile 1932 vi fece costruire un altare alla Consolata chiaramente ispirato all’originale. Chissà quante volte, nei suoi ultimi anni di vita, pregandovi davanti, il grazie per il dono di una vita spesa per il Signore si trasformò in una lode a Maria. 13

Frontespizio “Novena storica a Maria SS. Consolata”

Frontespizio “I nove sabati alla Consolata”


Agli amici abbonati a Il Santuario della Consolata è stata inviata, allegata alla rivista, una lettera che invita con le parole del Rettore a partecipare con una donazione alla campagna di raccolta fondi per sostenere il restauro e il Cantiere di Studio della Consolata e del Convitto. La riproduciamo qui sotto perchÊ anche tu possa essere messo al corrente di questo importante e affascinante progetto. La Redazione

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Calendario liturgico 2017

vita in santuario

Gennaio 1 2 6 8 15 21 22 25 26 28 29 30 31

Maria santissima Madre di Dio Domenica Santi Basilio e Gregorio Epifania del Signore Battesimo del Signore Domenica II Domenica del Tempo Ordinario Sant’Agnese III Domenica del Tempo Ordinario Conversione di san Paolo Santi Timoteo e Tito San Tommaso d’Aquino IV Domenica del Tempo Ordinario Beato Sebastiano Valfrè San Giovanni Bosco

Febbraio 2 3 5 8 10 11 12 16 19 22 26

Presentazione del Signore al Tempio San Biagio V Domenica del Tempo Ordinario San Girolamo Emiliani Santa Scolastica B.V. di Lourdes VI Domenica del Tempo Ordinario Beato Giuseppe Allamano, rettore della Consolata (1880-1926) VII Domenica del Tempo Ordinario Cattedra di san Pietro VIII Domenica del Tempo Ordinario

Orario delle celebrazioni in Santuario Giorni festivi - Sante Messe ore 7 - 8.30 - 10 - 11.30 16 (da settembre a giugno) - 18 - 19.30 - ore 8: Celebrazione delle Lodi - ore 17: Vespro, Benedizione, Rosario

Giorni feriali - Sante Messe ore 6.30 - 7 - 8 - 9 - 10 - 11 - 12 - 18 - 19 (sospesa ad agosto e prefestivi)

Ogni giorno (lun-ven) - ore 8: Messa con Lodi mattutine - ore 8.30 - 11,30: Adorazione Eucaristica in cripta - ore 17: Via Crucis (nei Venerdì di Quaresima) - ore 17.30: Rosario - ore 18: Vespri nella Messa

Ogni sabato

Marzo 1 5 12 19 20 25 26 27

Mercoledì delle Ceneri I Domenica di Quaresima II Domenica di Quaresima III Domenica di Quaresima San Giuseppe, sposo di Maria Annunciazione del Signore IV Domenica di Quaresima – Laetare beato Francesco Faà di Bruno

- ore 10: Messa per gli iscritti alla Compagnia della Consolata, vivi e defunti - ore 12.30 - 17: Adorazione - Altare Maggiore - ore 17: Vespro - Rosario - ore 18: Messa festiva

Confessioni - Feriali: 6.30 - 12.15 / 15 - 19.15 - Festivi: 6.30 - 12.30 / 15 - 20


LA CONSOLATA di GUARINO GUARINI

HA UN CUORE PIÙ ANTICO Una parete bianca del corridoio al primo piano del Convitto…

Sotto l’intonaco, mattoni e dietro?...

Una parete ricurva di mattoni antichi… La parete esterna dell’abside dell’originaria chiesa di Sant’Andrea?

AIUTACI A SVELARLO! Iniziamo a raccogliere contributi a questo scopo mediante bonifico bancario con IBAN IT 66 K 02008 01046 000104112405 - causale “Consolata Cantiere Romanico”

Attenzione. In caso di mancato recapito, rinviare all’Ufficio di Torino C.M.P. Nord per la restituzione al mittente, Rettore del Santuario della Consolata - Via Maria Adelaide, 2 - 10122 Torino, che s’impegna a corrispondere la relativa tariffa.

Il Santuario della Consolata Via Maria Adelaide, 2 - 10122 Torino E-mail: info@laconsolata.org

TASSA RISCOSSA

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