Consolata_IV 2017

Page 1

Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:52 Pagina 1


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:52 Pagina 2

,Q FRSHUWLQD $GRUD]LRQH GHL SDVWRUL 'HWWDJOLR GL *HUDUG YDQ +RQWKRUVW 6HGH 3RPPHUVFKHV /DQGHVPXVHXP *UHLIVZDOG *HUPDQLD

,O 6DQWXDULR GHOOD &RQVRODWD 7RULQR 3HULRGLFR UHOLJLRVR WULPHVWUDOH $QQR Q 2WWREUH 'LFHPEUH 3RVWH LWDOLDQH 6 S $ 6SHG LQ DEE SRVWDOH ©5HJLPH 5 2 & ª ' / FRQY LQ / Q DUW FRPPD 12 725,12 & & SRVW Q LQWHVWDWR D 6DQWXDULR GHOOD &RQVRODWD 9LD 0DULD $GHODLGH 7RULQR 7HO )D[ ( PDLO ULYLVWDVDQWXDULR#ODFRQVRODWD RUJ 6LWR ZHE ZZZ ODFRQVRODWD RUJ )RWRFRPSRVL]LRQH FRSHUWLQH $QGUHD $ORL 6LWR ZHE ZZZ DQGUHDDORL LW )RWRFRPSRVL]LRQH SDJLQH H VWDPSD $ VHUYL]L JUDILFL GL 6HUUD 6HUJLR 6QF 9LD ) OOL 0HOLJD ' &KLYDVVR 72

7HO ( PDLO LQIR#D VHUYL]LJUDILFL LW 6LWR ZHE ZZZ D VHUYL]LJUDILFL LW 'LUHWWRUH UHVSRQVDELOH 0DUFR %RQDWWL $XWRUL]]D]LRQH GHO 7ULEXQDOH &LYLOH GL 7RULQR Q GHO IHEEUDLR

£ÂœÂ˜Â˜ÂŠ¡Â“Âœ /D SDUROD GHO 5HWWRUH *LDFRPR 0DULD 0DUWLQDFFL

'RYH F¶q 0DULD q SL IDFLOH GLDORJDUH 2VYDOGR 0DGGDOHQR

,O JUDQGH &URFLILVVR SUHVVR OD VDFUHVWLD KD ULWURYDWR L VXRL FRORUL RULJLQDUL *LDFRPR 0DULD 0DUWLQDFFL *OL H[ YRWR GHOOD &RQVRODWD LQ PRVWUD /LQR )HUUDFLQ , SDUDPHQWL GHOOD &RQVRODWD GL )LRUHQ]D 5RFFR 'DQLHOH %RORJQLQL 9LWD GHO 6DQWXDULR

, ODYRUL GHO FKLRVWUR 6LPRQD $OEDQHVH H )HUQDQGR 'HOPDVWUR

,O &DQWLHUH GL 6WXGLR URPDQLFR *LXOLD 3RUHWWL

5HGD]LRQH $QGUHD $ORL 'DQLHOH %RORJQLQL /LQR )HUUDFLQ 2VYDOGR 0DGGDOHQR *LDFRPR 0DULD 0DUWLQDFFL 6WHIDQR 3DVVDJJLR *LXOLD 3RUHWWL

&ROODERUD]LRQL 6LPRQD $OEDQHVH )HUQDQGR 'HOPDVWUR

' /*6 3527(=,21( '(, '$7, 3(5621$/, ,QIRUPLDPR L OHWWRUL FKH L ORUR GDWL SHUVRQDOL VRQR XWLOL]]DWL HVFOXVLYDPHQWH SHU O¶LQYLR GHOOD QRVWUD ULYLVWD 7DOL GDWL VRQR WUDWWDWL FRQ OD PDVVLPD ULVHUYDWH]]D H QRQ YHQJRQR FHGXWL SHU QHVVXQ PRWLYR D WHU]L ,Q RJQL PRPHQWR VL SRWUj ULFKLHGHUH OD FRQVXOWD]LRQH O¶DJJLRUQDPHQWR OD FDQFHOOD]LRQH


v La parola

diana e con Lei possiamo scoprire Gesù, ospite prezioso e desiderabile che dà senso alla vita di ognuno.

del Rettore Carissimi amici e devoti della Consolata, l’imminenza del Natale del Signore ci può aiutare a cogliere una dimensione del ruolo di Maria come Vergine dell’Avvento perché la sua costante presenza accanto a Gesù è un appello a guardare a Nazaret e a Betlemme, dove si compì il mistero dell’Annunciazione e dell’Incarnazione. Contempliamo l’ineffabile esperienza di Dio, che la Vergine Maria ha vissuto in prima persona, per cercare di lasciarcene coinvolgere. Fin da Nazaret, dove Maria riceve ed accoglie il grande annuncio, e poi a Betlemme dove ella come Madre offre Gesù ai pastori e ai magi, siamo chiamati a scoprire in lei il frutto più bello della Redenzione. Nella fede genuina e semplice di Maria, che sperimenta il dialogo di Dio amico di ogni persona, sappiamo che vi è quella fede da cui anche noi siamo convocati e di cui dobbiamo offrire una quotidiana testimonianza -vivendola con coerenza- al mondo contemporaneo che ha estremo bisogno di Dio. Questo però come ha fatto Maria: in ascolto disponibile e con un’aperta accoglienza del Signore che viene; in preghiera incessante che sfocia nella lode di Dio, tanto grande e buono. A un mondo che molte volte non sa più che cosa è bene e che cosa è male, che conosce sempre l’orgoglio originale della ribellione a Dio e la conseguente disperazione tra gli uomini e tra i popoli, noi offriamo il frutto del grembo verginale di Maria: Gesù Cristo, che per noi e per tutti è diventato “giustizia, santificazione e redenzione” (1 Cor 1, 30). Niente si può fare senza di Lui e tutto possiamo in Colui che ci sostiene (cfr. Fil 4, 13). Particolarmente nel Rosario -sono lieto che molti accolgano quotidianamente le proposte di varie emittenti radiofoniche e televisive- noi possiamo trovare spazi significativi per meditare con Maria i misteri della Redenzione. La presenza delicata e discreta della Vergine ci trasmette molto per arricchire di significato la nostra esistenza quoti3

A Betlemme, la nascita di questo Figlio è avvenuta in un silenzio totale: nessuno se ne è accorto. Sono stati gli Angeli a convocare i pastori, è una stella che conduce i magi. Anche oggi Gesù nasce ma trova tanta indifferenza e distrazione; ci sono luminarie nelle nostre strade ma conducono in ben altre direzioni. Dobbiamo rassegnarci davanti a questo clima umano? Certamente no. Anche la società multietnica, quale da tempo l’Occidente è diventato, ha bisogno di Gesù. E Maria -che dopo l’Annunciazione si è recata “in fretta” da Elisabetta per mettersi al suo servizio- ci indica la modalità per annunciare al nostro mondo distratto quel Salvatore di cui ha immenso bisogno e che -magari inconsciamente- cerca avidamente, ma senza saperlo trovare. Favorire l’accoglienza di un bimbo che nasce, è un segnale positivo per contrastare troppa passività, rassegnazione e fatalismo; fare spazio a chi fugge da situazioni invivibili e approda nella nostra terra può essere attuazione nel tempo di quanto sperimentarono in Egitto i tre fuggitivi che dovettero scappare da Erode. Anche in questo modo si dà una risposta al Signore della vita che viene a dirci che Egli ama il mondo, ama gli uomini e aspetta che gli uomini si amino anch’essi vicendevolmente. Questa è la luce del Natale che deve fermentare in tanti spiriti, in tante coscienze, in tante famiglie, in tanta gioventù. Guardiamo questo Bambino che è fragile, ma sorride come solo i bimbi sanno sorridere. Possano le nostre famiglie cristiane sperimentare che il fermarsi davanti al Presepio diventa un viatico per la vita. Chi accoglie Gesù, a noi offerto da Maria e Giuseppe, può davvero essere beato e felice. Questo è l’augurio che, con i Sacerdoti e i Volontari del Santuario, desidero vi possa raggiungere tutti, illuminando chi sperimenta il dubbio, sostenendo chi è gravato dalla fragilità, aprendo alla speranza quanti sono provati dalle difficoltà della vita. La Vergine Consolata-Consolatrice ci accompagni a Betlemme e ci faccia scoprire, in Colui che si è fatto piccolo Bambino perché nessuno avesse timore di avvicinarlo, il nostro Salvatore.

v

Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:52 Pagina 3

mons. Giacomo Maria Martinacci 3


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:52 Pagina 4

v Dove c’è Maria è più facile dialogare

v Don Osvaldo Maddaleno hiunque viene alla Consolata (come in qualunque altro santuario mariano) ha l’occasione di imparare a dialogare. Stando con Maria si imparano molte cose, una è proprio questa capacità di relazionarsi in modo costruttivo con gli altri. Ho letto da qualche parte che il figlio del Padre misericordioso non riusciva a dialogare con suo padre forse perché mancava la madre. Di sicuro sotto la croce Gesù ci ha donato Maria anche perché imparassimo a vivere da fratelli. Questo è stato certamente il servizio che Maria ha vissuto prima con gli apostoli poi con tutta la comunità. È pur vero che il Natale di Gesù è frutto di un dialogo riuscito tra l’Angelo e Maria, e l’Incarnazione del Verbo è il dono più straordinario di dialogo tra Cielo e Terra. Se vogliamo che il dialogo non resti una tragica ingenuità o un sogno e traguardo irraggiungibile, ci vogliono degli elementi che lo sostengono. Per esempio il dialogo è sempre un incontro personale. Non si tratta di parole o di pensieri, ma di donare il nostro essere. Non è semplicemente conversazione, ma qualcosa che tocca gli interlocutori nel profondo. Il dialogo non si fa tra le culture, bensì tra le persone. Non si esce indenni da un vero dialogo, qualcosa cambia in noi. Mi viene in mente un’esperienza di dialogo di Mosè. Una volta passato il Mar Rosso, Ietro,

C

4

Zippora (la moglie di Mosè) e i loro due figli, saputo della presenza del popolo liberato nella terra di Madian, andarono a trovarlo: “Mosè uscì per incontrare suo suocero, si prostrò e lo baciò. Chiesero notizie l’un l’altro circa la salute ed entrarono nella tenda” (Es 18,7). Da questo incontro nasce la prima riforma sociale e organizzativa del popolo di Israele, grazie a un consiglio di Ietro, uno straniero di fede diversa, che amava suo genero. “Che cos’è questo che fai per il popolo? Perché siedi tu solo, mentre il popolo sta presso di te dalla mattina alla sera?... Non va bene quello che fai! Finirai per esaurirti… perché il compito è troppo pesante per te, non puoi attendervi tu da solo” (Es 18,14-18). Anche i profeti più grandi hanno bisogno di vivere la fraternità. “Ora ascoltami – aggiunge Ietro – sceglierai tra tutto il popolo uomini validi… Mosè fece quanto gli aveva suggerito” (Es 18, 19-24). Poi Ietro ripartì per la sua strada (Es18,27). Così tra l’uscita dagli idoli dell’Egitto e il dono della Legge sul Sinai, l’Esodo ha voluto inserire una figura buona di credente non idolatrico e lo ha posto al cuore di un evento di cruciale importanza per la vita del popolo. Un messaggio di grande apertura e speranza, che ci raggiunge anche oggi dove i credenti nel Dio della vita dovrebbero unirsi e stimarsi di più. Perché si attuasse il nuovo assetto organizzativo, che preparò il popolo alla grande teofania del Sinai, ci volle lo sguardo diverso e il dialogo con uno straniero.


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:52 Pagina 5

Anche noi oggi possiamo dialogare, incontrarci e persino pregare tra religioni e fedi diverse solo se nessuno di noi pensa che il “Tu”, che l’altro accanto a me sta pregando, è un idolo e se ognuno di noi crede o spera che la fede dell’altro sia un riflesso autentico dell’unico Dio di tutti, che è troppo “altro” per essere espresso o posseduto soltanto dalla “mia” fede. Il dialogo poi richiede silenzio e ascolto. Il silenzio è fondamentale per un retto pensare e parlare. Un silenzio profondo, coltivato con pazienza in solitudine e messo in pratica di fronte all’altro, al suo pensare, al suo parlare. Dice un proverbio indù: “Quando parli fa in modo che le tue parole siano migliori del tuo silenzio”. Nell’esercizio del dialogo abbiamo bisogno del silenzio per non logorare le parole stesse. Timothy Radcliffe, già maestro generale dei Domenicani, in un’intervista questa estate diceva: “Nella vita moderna ci vorrebbe un’ora di silenzio al giorno”. Nel silenzio del Santuario della Consolata, che è aperto tutto il giorno, questo lo possiamo imparare facilmente. Il dialogo richiede anche volontà. L’amore alla verità mi porta a cercarla, a volerla, e per questo mi metto in dialogo. Spesso si pensa che dialogare sia cosa da deboli. In realtà è il contrario: solo chi ha una grande forza di volontà rischia se stesso nel dialogo. Ogni atteggiamento dogmatico o fondamentalista nasconde paura e fragilità. Bisogna diffidare di chi normalmente ricorre alle grida, usa parole altisonanti o frasi squalificanti per imporre le sue convinzioni. La forza bruta, anche dialettica, potrà vincere ma mai convincere. Il dialogo è possibile solo tra persone vere. L’amore, l’altruismo e la solidarietà preparano le persone al dialogo facendole vere. Papa Wojtyla e il presidente Pertini ebbero, durante un lungo periodo, un’intesa profonda sul destino dell’umanità, eppure viaggiavano su categorie quasi opposte. Le persone vere sanno guardarsi negli occhi sentendosi alla pari. Un esempio, ardito, preso dalla Genesi biblica, al capitolo secondo. Per la prima volta, in una creazione ancora tutta buona e bella, ci troviamo di fronte a un non bene, che riguarda la solitudine, una carestia relazionale. “Non è bene che l’uomo sia solo” (Gen 2,18). Inizia allora uno dei passaggi più suggestivi e fecondi della Genesi. Davanti all’uomo si svolge una rassegna degli animali e degli uccelli del cielo. L’uomo dà loro

il nome, entra cioè in rapporto con essi, li conosce, ma al termine di questa processione l’uomo non è soddisfatto, perché non ha ancora trovato nessuna creatura che gli possa stare accanto come un “pari”. Qui il racconto subisce una sterzata narrativa, che spinge il lettore a porsi su un altro piano, a entrare in una dimensione nuova dell’umanità. Entra in scena (dice L. Bruni) un’espressione ebraica che rimanda allo sguardo e agli occhi, che potremmo tradurre: “Qualcuno con il quale poter incrociare gli occhi alla pari”; qualcuno che sta di fronte allo stesso livello, occhi negli occhi. È il primo incontro umano. I primi occhi che videro altri occhi tutti uguali e tutti diversi: “Ora sì, questa volta finalmente!” (2,23). La storia non inizia con il peccato, ma con occhi che si incrociano alla pari. Occorre allenarsi tutta la vita affinché gli occhi che cerchiamo siano quelli dell’altro/a, non i nostri riflessi nelle sue pupille. Solo quando si riesce a incontrare e riconoscere veramente l’altro nella sua diversità, accade che il suo sguardo ci ridoni la parte migliore di noi. Tutte le volte che non vogliamo o non riusciamo a incrociare gli occhi alla pari, finiamo per accontentarci di sguardi più bassi, e siamo incapaci di dialogare. Papa Francesco nella Evangelii gaudium, dove delinea le nuove tappe di evangelizzazione della Chiesa oggi, dedica un intero capitoletto al dialogo (238-258). È un lungo lavoro artigianale che richiede impegno, ma “se realmente crediamo nella libera e generosa azione dello Spirito, quante cose possiamo imparare gli uni dagli altri!” (246). Il dialogo è uno stile di vita, una cultura nuova che Maria vuole offrire agli uomini e alle donne di oggi. Non ti arrendere mai, neanche quando la fatica si fa sentire, neanche quando il tuo piede inciampa, neanche quando i tuoi occhi bruciano, neanche quando i tuoi sforzi sono ignorati, neanche quando la delusione ti avvilisce, neanche quando l’errore ti scoraggia, neanche quando il tradimento ti ferisce, neanche quando il successo ti abbandona, neanche quando l’ingratitudine ti sgomenta, neanche quando l’incomprensione ti circonda, neanche quando la noia ti atterra, neanche quando tutto ha l’aria del niente, neanche quando il peso dei peccati ti schiaccia. Invoca il tuo Dio, stringi i pugni, sorridi… e ricomincia. ■ 5


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:53 Pagina 6

v Il grande Crocifisso presso la sacrestia ha ritrovato i suoi colori originari

v Mons. Giacomo Maria Martinacci l grande Crocifisso, che il Beato Giuseppe Allamano in occasione degli imponenti lavori di abbellimento e di ampliamento del Santuario (1899-1904) volle collocare vicino alla sacrestia, dove precedentemente vi era un accesso all’esagono guariniano per i fedeli che provenivano dal chiostro e dal corridoio dei quadri votivi, recentemente ha ritrovato i suoi colori originari. La patina uniforme che lo ricopriva, facendone notevolmente ridurre la plasticità, è stata rimossa con grande pazienza e sono finalmente ricom-

I

6

parse le numerose macchie di sangue vicino alle ferite dei chiodi e del costato, sul volto e sulle ginocchia; i capelli hanno ritrovato il loro colore e così anche la corona di spine; ed ora si può vedere il verde del panno che avvolge i fianchi di Gesù. Chi ha già potuto fermarsi davanti a questo Crocifisso ha sperimentato con felice sorpresa quasi una “scoperta”: un Crocifisso ritrovato nella sua eloquente cromia originale. Interventi effettuati precedentemente alla sua collocazione in Santuario avevano stravolto le originali fattezze dell’opera -che si ha motivo di


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:53 Pagina 7

ritenere sia stata realizzata nella seconda metà del XVII secolo- uniformandone la cromia. Strutturalmente il corpo del Cristo è in legno, probabilmente tiglio, mentre il panneggio appare realizzato con tessuto gessato e dipinto per dare più veridicità, come anche la corona di spine risulta di corda gessata e dipinta. La croce in legno di essenza di noce è costituita da due assi incrociate, rifinita nella parte alta da un cartiglio intagliato, sicuramente di più recente fattura, non coeva al Cristo. Finora non è stato possibile conoscere né il nome dell’artista, che produsse questa scultura, né la storia antecedente alla sua collocazione in questo luogo del nostro Santuario. A Torino, e non solo, sono però conservati altri splendidi Crocifissi molto simili a questo: tra quelli più noti vi sono opere del luganese Carlo Giuseppe Plura (1663-1737) e del torinese Stefano Maria Clemente (17191794).

di molti fedeli, portando la comune attenzione anche alla celebrazione del giorno seguente, dedicato dalla Liturgia alla Beata Vergine Maria presso la Croce. Il volto della Consolata, che da alcuni mesi avevo voluto collocare a fianco del Crocifisso per evidenziare la scritta già inizialmente posta in alto (“Ecce mater tua”), in questa occasione è stato completato dal medesimo richiamo evangelico -ora in lingua italiana e con lettere dorate- e dal testo di una breve preghiera: «Da quando Gesù dalla Croce orientò a te il discepolo amato tu, Maria, sei nostra Madre sempre accanto a noi tuoi figli: sei la Consolatrice!».

Chi dopo aver celebrato il sacramento della Riconciliazione, nel vicino corridoio dei quadri votivi, ritorna nell’aula del Santuario è così accolto da Gesù Crocifisso -che tutti affida a Maria come MaNei mesi estivi molti fedre- e dal volto della deli avevano notato Consolata, che con la l’assenza del nostro sua mano indica il SalCrocifisso e vi è stato vatore il quale sulla Croanche chi, in memoria ce offre la vita per noi. della propria moglie La vasca con l’acqua deceduta lo scorso battesimale, lì colloanno, ha voluto offrire cata, diventa richiala somma necessaria mo alla sorgente per coprire economi- ◗ Questo Crocifisso fu voluto dal Beato Giuseppe Allamano della nostra vita cricamente l’intera operastiana e, insieme, prozione, che ha comportato anche la ripulitura posta di un cammino rinnovato dalla grazia del totale dell’apparato marmoreo. perdono divino. Si può quindi sperimentare la portata dell’affermazione di S. Ambrogio, il Ho scelto intenzionalmente una data significativa grande Vescovo di Milano: «Acqua e lacrime per riproporre il Crocifisso restaurato: la festa non mancano alla Chiesa: l’acqua del Battesidell’Esaltazione della Santa Croce. La sera di gio- mo, le lacrime della penitenza». vedì 14 settembre quindi ho compiuto il rito li■ turgico della benedizione, con la partecipazione 7


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:53 Pagina 8

v Gli ex voto della Consolata in mostra

v Lino Ferracin n segno tangibile della coscienza che i torinesi hanno della presenza consolatrice della Madonna a Torino sono gli ex voto che tappezzano le pareti e i corridoi della Basilica. L’ex voto è la dichiarazione da parte di un credente o di un gruppo di credenti della loro esperienza di aiuto divino sperimentato nel concreto della loro vita; è il ringraziamento per una grazia ricevuta, richiesta ed ottenuta o per un dono gratuito dall’Alto. È la testimonianza della coscienza di un fedele che la Madonna gli è stata accanto e lo ha salvato, aiutato o anche solo confortato. L’ex voto è la manifestazione concreta di una sensibilità religiosa che ancor oggi certamente vive nei cuori dei fedeli che pregano di fronte alla sacra immagine ed è la stessa fede di un tempo, e uguale è

U

8

l’intervento di Maria, anche se oggi i grazie per le “grazie” si esprimono in altri modi, meno manifesti ma certamente ugualmente profondi e riconoscenti. Tra questi tredicimila ex voto, spalline di ufficiali, medaglie, cuori votivi, fotografie, ricami…, conservati nella Basilica e nel Convitto, sono oggi più di tremila i dipinti a volte artistici e a volte ingenui, su tavolette, lastre metalliche o semplici fogli da disegno ma sono stati nel tempo molti di più, deteriorati poi dal tempo, eliminati dalle vicende architettoniche, cancellati dai bombardamenti della seconda guerra. Se ne ha la prova in questa rivista, nelle decine e decine di articoli che riportano, spesso con riproduzioni fotografiche, la motivazione e il racconto della grazia ricevuta. Guardarli è come mettersi di fronte a una memoria concreta e viva di un passato che non c’è più, ma che per


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:54 Pagina 9

molti è ancora vivo nella memoria, e che in ogni caso è tuttora attuale per le situazioni che ricordano ad ognuno di noi un quotidiano fatto di paure, dolori, fatiche, problemi. Ma, è sempre bene ricordarlo, gli ex voto sono vite salvate, vite che hanno ricevuto una “grazia” e per questo “ringraziano”, riaffermando la vita. Di questo patrimonio, importante per il suo valore religioso, umano e artistico, abbiamo pensato di presentare una scelta piccola ma significativa nella mostra “Momenti di vita negli ex voto alla Consolata” che si apre presso la Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco,” in via Confienza 14 a Torino, dal 6 dicembre 2016 al 31 gennaio 2017. Gli ex voto esposti sono stati scelti per la possibilità che offrono di portarci dentro alla vita di una grande città come Torino e sono stati raggruppati in cinque sezioni. Quella sugli incidenti domestici ci porterà dentro a stanze di povere case e in cortili circondati da ballatoi mentre suonatori ambulanti chiedono un obolo; in quella sugli incidenti stradali attraverseremo strade anche allora piene di carri, moto, auto e tram, e constateremo che, pur cam-

biando mode e tecnologie, i pericoli sono sempre gli stessi per grandi e piccini; gli ex voto sugli infortuni offriranno squarci di “boite”, di officine, negozi e cantieri dove purtroppo frequenti erano gli incidenti sul lavoro; la sezione su Torino in guerra ricorderà con emozione la seconda guerra mondiale e i terribili giorni dei bombardamenti, come quelli in particolare del novembre ‘42 o quelli del luglio ’43: le case distrutte, le fughe e le attese nei rifugi sotterranei, le vite salvate per un niente o meglio per quel niente messo dalla Consolata. E in fine l’ultima sezione farà rivivere momenti non legati da un tema specifico ma presentati per la curiosità della situazione semplice come un’interrogazione difficile o per l’abilità dell’artista nel rivivere momenti terribili su una parete di montagna o felici come il ritorno da una missione di pace in Afghanistan. Quante grazie ci passano accanto e ci “salvano” e non ce ne accorgiamo: questa mostra vuole ricordare storie di vita ma anche e soprattutto momenti decisivi di una Presenza. ■

Momenti di vita negli ex voto alla Consolata

Mercoledì 6 dicembre 2017, ore 17

6 dicembre 2017 – 31 gennaio 2018

Mercoledì 10 gennaio 2018, ore 17

Biblioteca della Regione Piemonte “Umberto Eco”

via Confienza 14, Torino

Inaugurazione e presentazione della mostra

Interventi di Piergiuseppe Menietti e Daniele Bolognini

Mercoledì 24 gennaio 2018, ore 15 Visita guidata al Santuario della Consolata

9


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:54 Pagina 10

I paramenti della Consolata di Fiorenza Rocco

v Daniele Bolognini

che richiamò a Torino specialisti del settore da tutta Europa, e da più lontano. Vi espose una importanza di alcune solenni celebra- pianeta con l’Immagine della Consolata e due zioni, in Santuario, è sottolineata dal- cherubini, meritando l’elogio del pittore Enrico l’uso di preziosi e antichi paramenti Reffo -fratello del Ven. Eugenio, il braccio destro liturgici. Per alcuni aspetti di san Leonardo Murialdorimandano a tempi un po’ che definì l’opera “un dilontani ed è toccante penpinto con l’ago”. Il disegno sare a chi ci ha preceduto era stato fatto da Giovanni e utilizzandoli ha pregato in Massoglia, alunno dello occasioni particolari della stesso Reffo, direttore della vita sociale della città. Da Scuola d’intaglio e scultura sempre ai piedi della Condegli Artigianelli. Non solo, solata i torinesi si sono raad ammirare l’opera fudunati per le feste solenni, rono anche il Re Umberto ma anche per chiedere con la consorte, la Regina l’aiuto divino in circostanze Margherita, i quali vollero nefaste. Senza andare conoscere l’esecutrice. Fiotanto lontano nel tempo, renza meritò un “diploma basti pensare alle funzioni speciale”, fuori graduatoche si tennero durante le ria, ma tornò poi umildue guerre mondiali. Tra mente a fare il suo lavoro, questi paramenti, spicsempre all’ombra del Sancano certo quelli ricamati tuario. Abitava infatti nella da Fiorenza Rocco, la cui piazzetta, in un alloggio vicenda umana è davvero sopra l’erboristeria. singolare. ◗ Paramento di Fiorenza (Fotografia di A. Aloi) Nel 1919 il Cardinale RiFiorenza fu a tutti gli effetti chelmy, come è noto devoun’artista, non una semplice ricamatrice. Fin dal tissimo della Consolata, volle donare al Santuario 1895, quando era giovane e fresca di studi -fu un paramentale davvero speciale, e l’incarico sua maestra la ricamatrice Romagnoni-, legò la non poteva essere dato che alla Rocco. Il Presule, sua attività e la sua vita al Santuario della Vergine già avanti negli anni, non vide il lavoro finito, ma Consolata, con una produzione da subito molto chiese che fosse completato con la massima diliintensa. Ma per lei non era un semplice lavoro, genza, predisponendo il suo pagamento. Termiera entusiasta di quello che faceva e, soprattutto, nato nel 1925, comprende una casula, quattro amava la Madonna. Tra l’altro apparteneva al- piviali, due tunicelle, stola e velo omerale. Nei l’Associazione delle Figlie di Maria. Considerava vari componenti, con eccellente maestria, furono il poter lavorare per la Consolata un privilegio. ricamati, oltre all’immagine della Consolata, Partecipò all’Esposizione d’Arte Sacra del 1898, quella di san Giuseppe Cafasso, del Cottolengo

L’

10


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:54 Pagina 11

e del beato Sebastiano Valfrè che, come è noto, ebbero nel Santuario un luogo speciale di devozione e amore alla Madonna. Furono inoltre raffigurati Il Sacrificio d’Isacco e l’Offerta del pane e del vino da parte di Melchisedec, chiari richiami al culto eucaristico. Sappiamo dai documenti del tempo che la stoffa del paramentale fu tessuta appositamente. Tale opera procurò all’autrice il titolo di “prima ricamatrice d’Italia”. Il disegno fu realizzato dal Venerabile Adolfo Barberis, segretario del Richelmy, per il quale ideò inoltre il sepolcro funebre che è in Santuario. Fiorenza Rocco fu maestra di tante ragazze, nella casa in cui nacque e sempre visse aprì infatti un laboratorio dove si imparava un mestiere e si lavorava, ma anche si pregava. Tra quelle giovani sbocciarono diverse vocazioni religiose. Da notare che il nome della Rocco mai comparve nelle guide commerciali cittadine, ricamò prevalentemente per il Santuario, per la Basilica Mauriziana e per la chiesa del Carmine.

Tra le opere eseguite per la Consolata contiamo pure nel 1931 -anno Centenario del Concilio di Efeso che proclamò la Divina Maternità di Marial’addobbo del trono per il carro processionale e la pianeta della statua che raccoglie le reliquie del Cafasso. Fu l’ultimo suo lavoro a ricamo (1937), la malferma salute la portò in seguito a dedicarsi solo al disegno dei pizzi. Certo la rinuncia all’attività di una vita le costò molto. Morì, umile e non certo arricchita dal suo lavoro, l’ultimo dell’anno del 1939, giorno in cui l’Arcivescovo, col paramentale da lei ricamato, cantò ai piedi della Consolata, secondo secolare tradizione, il Te Deum di ringraziamento. Ai funerali di Fiorenza Rocco, rivestita dell’abito delle Figlie di Maria, presenziò il can. Giuseppe Cappella, rettore del Santuario. ■ __________ BIBLIOGRAFIA: Bollettino del Santuario (febbraio 1940); L. BORELLO, in I tessili antichi e il loro uso, testimonianze sui centri di produzione in Italia, lessici, ricerca documentaria e metodologica (1984).

11


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:55 Pagina 12

Vita del Santuario

o scorrere dei giorni vede affluire in Santuario persone singole, famiglie e gruppi che sostano in preghiera e in adorazione, partecipano all’Eucaristia, celebrano il sacramento della Riconciliazione o anche soltanto desiderano visitare questo luogo in cui si possono ammirare opere d’arte e gustare un tempo di silenzio, lasciando per qualche momento la frenesia della Città. Al loro servizio vi sono volontari e volontarie che si mettono ogni giorno a disposizione per rispondere a domande, orientare nelle necessità ed anche guidare nella visita all’interno del Santuario. Ma gli stessi volontari e volontarie sono chiamati a momenti di incontro e di formazione, allo scopo di poter offrire un servizio che nasce da vita vissuta, prima ancora che da specifiche competenze. Ecco perché nel mese di settembre si è svolto un pomeriggio di dialogo, inteso a cogliere gli aspetti operativi della loro presenza in Santuario, e di confronto cordiale con i due vicerettori ed i coordinatori i quali hanno congiuntamente la responsabilità di curare questo specifico settore così importante per quanti vengono alla Consolata. L’incontro si è concluso con la partecipazione alla Messa e alla benedizione del Crocifisso, ritornato dopo il restauro compiuto nei mesi estivi, di cui vi è relazione in altre pagine di questa rivista. L’operatività deve però essere supportata da un’anima ben orientata e questo è stato lo scopo del ritiro spirituale animato dal rettore nella mattinata di domenica 1° ottobre, nel corso del quale si è riflettuto sul significato del volontariato, opera di cristiani, svolto nel Santuario mariano di cui il messaggio della consolazione di Dio è lo specifico.

L

12

Oltre, naturalmente, a soffermarsi sulle caratteristiche positive che devono segnare un volontario e a quanto di negativo egli deve assolutamente evitare: due discorsi di Papa Francesco hanno guidato concretamente questo secondo momento. Il giorno di San Francesco d’Assisi è stata l’occasione di un incontro di rettori di Santuario della nostra Arcidiocesi per un momento di conoscenza, di scambio di esperienze e di problematiche a vari livelli, di preghiera e di condivisione fraterna di un pasto consumato insieme. La Lettera Apostolica “Sanctuarium in Ecclesia”, che Papa Francesco ha pubblicato lo scorso 11 febbraio, ha offerto alcune sottolineature di orientamenti e indicazioni concrete che è opportuno verificare nella fraternità condivisa per giungere possibilmente ad azioni coordinate, allo scopo di favorire nei vari luoghi dell’Arcidiocesi linee comuni per una pastorale in cui l’annuncio della Parola di Dio, la celebrazione dei Sacramenti e l’accompagnamento spirituale integrino e favoriscano quanto nelle comunità parrocchiali, nelle associazioni e nei movimenti ecclesiali si compie alla luce degli orientamenti specifici che l’Arcivescovo propone all’intera Arcidiocesi. Erano presenti i rettori della Grotta di N.S. di Lourdes in Forno di Coazze, della Madonna delle Grazie in Racconigi, di S. Maria della Stella in Trana oltre a quelli di Torino: Maria Ausiliatrice, Beato Giuseppe Allamano, N.S. di Lourdes e S. Maria di Piazza. Altri avevano comunicato con rincrescimento la loro impossibilità a partecipare.


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:55 Pagina 13

v I lavori nel chiostro

v Simona Albanese e Fernando Delmastro e opere relative al primo lotto, fronti est e sud del chiostro, sono state ultimate nel mese di settembre. In accordo con la Committenza nel mese di luglio si è proceduto alla redazione della documentazione progettuale e contrattuale per l’esecuzione del LOTTO 2, in corso di svolgimento, al fine di operare economie relative al nolo ed al trasporto dei ponteggi, far svolgere le lavorazioni in continuità e terminare il risanamento dell’intera superficie dei fronti entro tempi idonei al corretto uso dei materiali. Gli indirizzi progettuali per il recupero delle facciate del chiostro sono stati conseguenti alla consapevolezza di operare su superfici oggetto, nel passato, di numerosi interventi manutentivi che indicano una ricorrente problematica relativa al degrado per umidità di risalita e per dilavamento delle superfici intonacate e lapidee. Per tale ragione si è ritenuto utile considerare il primo lotto dei lavori una sorta di cantiere pilota sui due prospetti considerati fonte di maggiori informazioni, sia dal punto di vista storico-architettonico, sia per l’evidente ammaloramento degli intonaci. Sono quindi state eseguite indagini stratigrafiche, concordate con il Direttore Operativo re-

L

stauri Riccardo Moselli, che, sovrapposte alla documentazione storica e d’archivio, hanno contribuito alla individuazione delle principali fasi decorative e manutentive dei fronti. In corso d’opera sono risultate necessarie alcune opere aggiuntive collaborative alla conservazione dei fronti risanati quali le scossaline in rame verniciato inserite tra le lastrine lapidee che proteggono le cornici delle finestre ed il cornicione marcapiano del primo ordine, con funzione di staccagoccia. Alcuni elementi decorativi, quali i capitelli e le mensole del cornicione di coronamento del fronte est, sono stati oggetto di approfondite lavorazioni per la restituzione strutturale ed estetica dei componenti che in maggior misura sembrano testimoniare l’impianto decorativo originario del chiostro. Le informazioni raccolte con le indagini, le conseguenti indicazioni in sede esecutiva e le opere aggiuntive sono state condivise ed autorizzate dai funzionari della Soprintendenza e dell’Ufficio Tecnico Piano Colore del Comune, definendo il quadro generale degli interventi che permetterà una più celere esecuzione dei lavori per i restanti due fronti. La finitura cromatica concordata con i funzionari preposti ripropone l’alternanza dei toni chiari degli elementi in aggetto quali cornici, capitelli e lesene sugli intonaci di colore più caldo degli sfondati. ■ 13


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:55 Pagina 14

v Il Cantiere di Studio romanico

v Giulia Poretti entre i lavori nel chiostro del Convitto ecclesiastico proseguono senza sosta, il Cantiere di Studio romanico ha visto l’avvio degli interventi a lui dedicati. Grazie alle numerose donazioni ricevute, che hanno dimostrato un grande e appassionato interessamento da parte di numerosi fedeli del Santuario, è stato possibile iniziare il cosiddetto Cantiere di Studio, dedicato alla scoperta dell’antica struttura romanica della chiesa di Sant’Andrea, celata all’interno delle mura del Santuario. La raccolta fondi dedicata al Cantiere è nata da una collaborazione attiva con Fondazione CRT e ha permesso nei primi dieci mesi (dal 1° dicembre 2016 al 1° ottobre 2017) di raccogliere una somma pari a 43.858 euro. Il meccanismo studiato ad hoc per questo progetto prevede inoltre un ulteriore appoggio da parte della Fondazione attraverso il meccanismo di matching grant, ovvero il raddoppiare ogni euro raccolto a favore del progetto. Il piano di intervento è stato messo a punto da un tavolo multidisciplinare guidato dal rettore, mons. Giacomo Maria Martinacci, e dalla Soprintendenza per l’archeologia, belle arti e paesaggio della Città Metropolitana di Torino e ha visto la partecipazione del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, il Politecnico e l’Università degli Studi di Torino.

M

Nel mese di ottobre sono ufficialmente iniziate le prime indagini diagnostiche guidate da un protocollo d’intervento stipulato tra le varie parti. I primi professionisti ad operare sono stati i tecnici del Centro della Venaria Reale che si sono occupati delle pitture romaniche presenti nella Cappella invernale al primo piano del Convitto. L’obiettivo è stato quello di definire con maggiore sicurezza quali pigmenti furono impiegati negli affreschi di epoca romanica e i possibili rifacimenti o restauri successivi. Contemporaneamente l’archeologa Paola Greppi si sta occupando di ricostruire i cicli pittorici e le decorazioni recuperati durante le acquisizioni della precedente campagna di indagine condotta nel 2008-2009. All’epoca furono eseguiti i primi saggi per capire effettivamente la presenza o meno di decorazioni risalenti all’antica chiesa di Sant’Andrea e durante i lavori furono raccolti frammenti decorati di varie dimensioni, risalenti a cicli decorativi smantellati durante i numerosi interventi di ampliamento e abbellimento del Santuario. Il Cantiere di Studio è ufficialmente iniziato, i lavori stanno procedendo a pieno regime ma possiamo ritenerci solo all’inizio dell’avventura. L’entusiasmo dimostrato ci guiderà durante tutto il percorso, nella speranza di essere sempre sostenuti e appoggiati da chi, come noi, è vicino al Santuario della Consolata e alla sua affascinante storia. ■

Lasciti e donazioni Da tanti anni, affezionati devoti della Consolata esprimono la volontà di destinare al Santuario parte delle loro sostanze. Il Santuario Beata Vergine della Consolata con sede in Torino gode di personalità giuridica come ente ecclesiastico (decreto ministeriale del 18.6.1987) ed è iscritto nel Registro della Prefettura di Torino 14

al n. 463. Come tale può ricevere legati ed eredità. Per le formule da utilizzare nella stesura di un testamento – che è sempre modificabile e/o revocabile – può essere utile il consiglio di un notaio al fine di evitare spiacevoli errori o incomprensioni, che rischiano di inficiarne la validità. Solo con il generoso aiuto di tutti il Santuario può continuare

ad essere luogo accogliente e sicuro per svolgere il servizio pastorale che gli è proprio. Quanto potrà essere destinato al Santuario sarà un prezioso dono d’amore alla Vergine Consolata-Consolatrice. Per informazioni rivolgersi direttamente al rettore del Santuario.


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:55 Pagina 15

&DOHQGDULR OLWXUJLFR ',&(0%5(

)(%%5$,2

; '20(1,&$ ', $99(172 6 )UDQFHVFR 6DYHULR VDFHUGRWH PHP

6 $PEURJLR YHVFRYR H GRWWRUH GHOOD &KLHVD PHP

; ,00$&2/$7$ &21&(=,21( '(//$ %($7$ 9(5*,1( 0$5,$ VRO

2JJL YLVLWDQGR LO QRVWUR 6DQWXDULR %DVLOLFD q SRVVLELOH ULFHYHUH LO GRQR GHOO LQGXOJHQ]D SOHQDULD DOOH FRQVXHWH FRQGL]LRQL VWDELOLWH

; D '20(1,&$ ', $99(172 6 9$/(5,&2 DEDWH LO FXL FRUSR q FRQVHUYDWR QHOO¶DOWDUH D OXL GHGLFDWR QHO QRVWUR 6DQWXDULR IHVWD

%HDWD 9HUJLQH 0DULD GL *XDGDOXSH PHP IDF

6 /XFLD YHUJLQH H PDUWLUH PHP

6 *LRYDQQL GHOOD &URFH VDFHUGRWH H GRWWRUH GHOOD &KLHVD PHP

1RYHQD GL 1DWDOH ; D '20(1,&$ ', $99(172 ; D '20(1,&$ ', $99(172 ; 1$7$/( '(/ 6,*125( VRO

6 67()$12 SULPR PDUWLUH IHVWD

6 *,29$11, DSRVWROR HG HYDQJHOLVWD IHVWD

6$17, ,112&(17, PDUWLUL IHVWD

; 6$17$ )$0,*/,$ ', *(6Ô 0$5,$ ( *,86(33( IHVWD

%HDWD $QQD 0LFKHORWWL YHUJLQH PHP IDF

35(6(17$=,21( '(/ 6,*125( IHVWD

; D '20(1,&$ '(/ 7(032 25',1$5,2 6 $JDWD YHUJLQH H PDUWLUH PHP

6DQWL 3DROR 0LNL H &RPSDJQL PDUWLUL PHP

%HDWD *LXVHSSLQD *DEULHOOD %RQLQR YHUJLQH PHP IDF

6 6FRODVWLFD YHUJLQH PHP

; D '20(1,&$ '(/ 7(032 25',1$5,2 %HDWD 9HUJLQH 0DULD GL /RXUGHV PHP IDF

0(5&2/('ÃŽ '(//( &(1(5, DVWLQHQ]D H GLJLXQR

6$17, &,5,//2 PRQDFR ( 0(72',2 YHVFRYR SDWURQL G (XURSD IHVWD

%HDWR *LXVHSSH $OODPDQR VDFHUGRWH SHU DQQL UHWWRUH GHOOD &RQVRODWD PHP IDF

9HQHUGu GRSR OH &HQHUL DVWLQHQ]D

; D '20(1,&$ ', 48$5(6,0$ %HDWD 0DULD (QULFKHWWD 'RPLQLFL YHUJLQH PHP IDF

&$77('5$ ', 6 3,(752 DSRVWROR IHVWD

9HQHUGu DVWLQHQ]D

; D '20(1,&$ ', 48$5(6,0$

¨Â“¤ÂŠ ““š ££ÂŠÂš¤¦ÂŠ¡Â“Âœ

D

*(11$,2

; 0$5,$ 66 0$'5( ', ',2 VRO

2JJL YLVLWDQGR LO QRVWUR 6DQWXDULR %DVLOLFD q SRVVLELOH ULFHYHUH LO GRQR GHOO LQGXOJHQ]D SOHQDULD DOOH FRQVXHWH FRQGL]LRQL VWDELOLWH

*LRUQDWD 0RQGLDOH GHOOD SDFH 6DQWL %DVLOLR 0DJQR H *UHJRULR 1D]LDQ]HQR YHVFRYL H GRWWRUL GHOOD &KLHVD PHP

66 PR 1RPH GL *HV PHP IDF

; (3,)$1,$ '(/ 6,*125( VRO

; %$77(6,02 '(/ 6,*125( IHVWD

; D '20(1,&$ '(/ 7(032 25',1$5,2 6 $QWRQLR DEDWH PHP

*LRUQDWD 1D]LRQDOH SHU O DSSURIRQGLPHQWR H OR VYLOXSSR GHO GLDORJR UHOLJLRVR HEUDLFR FULVWLDQR 6HWWLPDQD GL SUHJKLHUD SHU O XQLWj GHL FULVWLDQL ; D '20(1,&$ '(/ 7(032 25',1$5,2 6 )UDQFHVFR GL 6DOHV YHVFRYR H GRWWRUH GHOOD &KLHVD PHP

&219(56,21( ', 6 3$2/2 DSRVWROR IHVWD

6DQWL 7LPRWHR H 7LWR YHVFRYL PHP

; D '20(1,&$ '(/ 7(032 25',1$5,2 6 7RPPDVR G $TXLQR VDFHUGRWH H GRWWRUH GHOOD &KLHVD PHP

%HDWR 6HEDVWLDQR 9DOIUq VDFHUGRWH PHP IDF

6 *LRYDQQL %RVFR VDFHUGRWH PHP

2UDULR GHOOH FHOHEUD]LRQL LQ 6DQWXDULR 6DQWH 0HVVH

*LRUQL IHVWLYL VRVSHVD LQ OXJOLR H DJRVWR 6DEDWR H SUHIHVWLYL *LRUQL IHULDOL VRVSHVD LQ DJRVWR H QHL SUHIHVWLYL

/LWXUJLD GHOOH 2UH

/RGL PDWWXWLQH OXQ YHQ IHULDOL

9HVSUL VDE GRP OXQ YHQ IHULDOL

$GRUD]LRQH (XFDULVWLFD

6DEDWR DOO¶DOWDUH PDJJLRUH

&RQIHVVLRQL

*LRUQL IHVWLYL *LRUQL IHULDOL

5RVDULR

2JQL JLRUQR

9LD &UXFLV

9HQHUGu GL 4XDUHVLPD


Consolata_IV_2017.qxp_17 x 24_b 01/12/17 13:55 Pagina 16


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.