NUMERO 2 15/03/2023
FRANCESCO DIECI ANNI DOPO
NUMERO 2 15/03/2023
FRANCESCO DIECI ANNI DOPO
di CHIARA ESPOSITO
ALLE PAGINE 2 E 3
di MARIA SOLE BETTI
La militanza giovanile non è morta Anzi, è più viva che mai Scuole, piazze e università sono solo alcuni dei luoghi che lo testimoniano – da ultimo il liceo Michelangiolo di Firenze, recente teatro di scontro tra il movimento Azione Studentesca e Sum (il collettivo studentesco di sinistra della scuola fiorentina)
Zuppi, presidente della Cei A
5
Il caso
Lo storico Alberto Melloni
di MARTINA VIVANI
È una domenica mattina Fai il quinto anno di liceo e sei proiettata verso un futuro che ti porterà lontano Poi però arriva una telefonata e scopri che un tuo video intimo, di cui non conoscevi l’esistenza, è finito online, diffuso dal tuo ex
4
“Con Papa Francesco il mondo cattolico si è rimesso in viaggio”
“Hanno scelto il Papa alla fine del mondo”
Sono le 19 del 13 marzo 2013 quando Papa Francesco saluta per la prima volta i fedeli dalla loggia delle Benedizioni davanti a una piazza San Pietro stracolma di gente Da quel giorno sono trascorsi dieci anni Un decennio durante il quale con prese di posizione, riforme, atti ufficiali ma anche semplici gesti, il Papa ha affrontato di petto questioni cruciali dalla cura del Creato alla lotta alle diseguaglianze e alle discriminazioni senza tralasciare i valori di pace e fratellanza tra i popoli
Una Chiesa povera Il programma di novità del pontificato di Jorge Mario Bergoglio, il primo Papa gesuita e originario del Sud America, è già scritto nel suo nome: Francesco, come il Santo di Assisi, che dedicò la sua vita all’assistenza dei poveri Già durante la prima audizione nell’aula Paolo VI, pochi giorni dopo essere stato eletto dal conclave, il Papa esprime il desiderio di ritornare a “una Chiesa povera per i poveri” improntata ai valori di condivisione e cura del prossimo Con l’esortazione apostolica Evangelii gaudium, promulgata il 24 novembre 2013, prende ufficialmente avvio il processo di trasformazione della Chiesa voluto da Bergoglio, cioè una Chiesa in uscita e missionaria Un cambiamento che trova concretezza nella Costituzione apostolica Predicate Evangelium, promulgata il 19 marzo 2022, che ha portato infatti a una riforma della Curia, introducendo novità importanti come la nascita di un Dicastero per il Servizio della Carità
Il rapporto con Benedetto XVI
Nel suo primo viaggio all’estero, in occasione della giornata mondiale della gioventù a Rio de Jainero, Papa Francesco parla così del suo rapporto con il Papa emerito: “È come avere un nonno saggio in casa” Dopo la rinuncia di Benedetto XVI l’undici febbraio 2013, per la prima volta nella storia della Chiesa ci sono due Papi Diversi i momenti in cui i due Pontefici testimoniano la loro amicizia e collaborazione, a partire da quell'enciclica Lumen Fidei
scritta a quattro mani Poi l’incontro a Castel Gandolfo, il 23 marzo 2013, quando il Papa emerito affida al neo-eletto Francesco i documenti dell'inchiesta “Vatileaks” E ancora l’apertura del Giubileo straordinario della Misericordia, l’8 dicembre 2015, quando Francesco e Benedetto varcano insieme la Porta Santa di San Pietro
La vicinanza ai migranti Lungo tutto il corso del suo pontificato per rispondere in prima persona al richiamo missionario della Chiesa, il Papa va spesso fuori dalle mura vaticane Complessivamente sono 40 i viaggi apostolici compiuti in tutto il mondo, 36 invece le visite solo in Italia Significativa è la scelta della sua prima meta pastorale, Lampedusa, isola simbolo dell’accoglienza ai migranti
L’8 luglio 2013, davanti a diecimila persone, Bergoglio celebra una messa penitenziale, pronunciando parole durissime per denunciare quella “globalizzazione dell’indifferenza” che ha portato la società a “dimenticare l’esperienza del piangere” Un monito, questo, ribadito instancabilmente negli anni L’ultimo appello in ordine di tempo è quello dopo il naufragio di Cutro, durante l’Angelus pronunciato il 5 marzo 2023: “I viaggi della speranza non siano più viaggi della morte”
Il Papa delle periferie
Per il Pontefice arrivato “dalla fine del mondo” l’interesse verso i territori più emarginati è una prerogativa costante Francesco, però, non si ferma alle sole parole, ma si spinge a visitare in prima persona quelle periferie dalle quali si tende spesso a distogliere lo sguardo Emblematica la visita al quartiere napoletano di Scampia nel 2015 durante la quale denuncia a voce alta la corruzione nel lavoro
La lotta alla pedofilia
La consapevolezza di Papa Francesco rispetto ai problemi che affliggono la società vale anche quando questi sono causati dal clero
Un sinodo d’eccezione
Convoca un doppio sinodo sulla famiglia nel quale si discute di divorzio e omosessualità Secondo Francesco la Chiesa deve “prendersi cura delle famiglie “ferite” dei separati divorziati e far sperimentare loro l’infinita misericordia di Dio”
MARZO
LUGLIO 8
“È come avere un nonno saggio in casa”
Così Francesco descrisse nel 2013 il rapporto con il Papa emerito Benedetto XVI Diversi i momenti in cui i due hanno testimoniato la loro amicizia e collaborazione: dall’enciclica Lumen Fidei scritta a quattro mani al Giubileo straordinario della Misericordia, l’8 dicembre 2015, quando i due Pontefici varcarono insieme la porta di San Pietro
La riforma delle finanze vaticane Obiettivo fondamentale del pontificato di Francesco in questo decennio è quello di porre fine agli scandali finanziari del Vaticano, in continuità con il suo predecessore Ratzinger Già nel 2014, per vigilare sui bilanci dei dicasteri e armonizzare le politiche di controllo sui conti della Santa Sede, il Papa istituisce la Segreteria per l’Economia, il Consiglio per l’economia e l’Ufficio del revisore generale Recentemente, invece, Bergoglio promuove una serie di misure per la gestione degli immobili del Vaticano, imponendo un affitto da pagare anche a cardinali e sacerdoti Non mancano comunque gli scandali, come quello sulla gestione dei fondi della Segreteria di Stato dell'Obolo di San Pietro Questioni, però, affrontate con una severità senza precedenti, portando per la prima volta un cardinale in Tribunale
La difesa delle donne
L’elezione
Viene nominato Papa Le sue prime parole ai fedeli sono: “Fratelli e sorelle buonasera”
Il primo viaggio istituzionale
A Lampedusa per ricordare i migranti annegati nel Mediterraneo
Francesco e Benedetto XVI a Castel Gandolfo
Nel 2019 Bergoglio organizza un incontro storico per il Vaticano incentrato proprio sul tema degli abusi sessuali ai danni dei minori in ambito ecclesiastico
A seguito del vertice, il Papa scrive il motu proprio Vos estis lux mundi, che stabilisce l’abolizione del segreto pontificio per i casi di violenze e molestie sessuali
Il ruolo della donna nella Chiesa è uno dei temi-cardine del Pontificato di Francesco Dal 2010 al 2019 la presenza femminile al servizio della Santa Sede passa dal 17,6% al 24% In occasione della presentazione del volume "Più leadership femminile per un mondo migliore", il Papa denuncia quanto ancora oggi le donne vengano discriminate nel mondo del lavoro, ricevendo paghe inferiori rispetto a quelle dei colleghi uomini, oppure venendo scartate solo perché in ma-
In preghiera contro la guerra
Il 7 marzo 2021 il Pontefice di fronte alla devastazione della cattedrale siro-cattolica a Hosh alBieaa Church Square dopo una preghiera di suffragio per le vittime della guerra
L’incontro con l’Oriente
Il 4 febbraio 2019 Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmed Al-Tayeb firmano la Dichiarazione di Abu Dhabi un passo di grande importanza per il dialogo tra cristiani e musulmani
Il legame con Ratzinger
ternità L’invito del Papa è allora a non lasciare “senza voce le donne vittime di abuso, sfruttamento, emarginazioni e pressioni indebite”
Ecumenismo e dialogo interreligioso
In continuità con Benedetto XVI, il tema del dialogo interreligioso è un altro punto focale per Francesco Basti ricordare l’incontro, nel 2016, con il patriarca ortodosso russo Kirill a Cuba, il primo dopo lo scisma del 1054 Storico anche l’accordo firmato a Pechino nel 2018 sulle nomine episcopali, che dà il via alla ripresa dei rapporti tra Cina e Vaticano, interrotti a partire dal 1951 Un passo fondamentale per la costruzione di un legame più solido tra Cristianesimo e Islam arriva invece nel 2019, con la firma ad Abu Dhabi, insieme al Grande Imam Ahmad Al-Tayyib, del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune
Proprio da questo documento Papa Francesco trae ispirazione per la stesura della sua ultima enciclica, Fratelli tutti, elaborata nell’ottobre 2020 dopo il primo periodo drammatico causato dalla pandemia
Vicino ai fedeli nella tragedia della pandemia
La vicinanza ai fedeli è espressa nella storica immagine del Papa che, da solo in una piazza San Pietro deserta, pronuncia il 27 marzo 2020 la preghiera Statio Orbis È una invocazione al Signore che prende
spunto dal Vangelo secondo Marco Con le sue parole Bergoglio esorta l’umanità a ricordare sempre il legame autentico della fratellanza
Dopo una grande tempesta, Cristo è svegliato dai discepoli che temono di essere perduti Nonostante il trambusto, Gesù dorme sereno, fiducioso nel Padre Poi il vento cessa e le acque si calmano Gesù rivolge queste parole ai discepoli: “Perché avete paura? Non avete ancora fede?” Anche oggi, ha detto il Papa, viviamo un tempo sferzato dalla tempesta
L’impegno per la pace Dai tentativi di dialogo con il patriarca russo Kirill fino alla proposta di recarsi a Mosca e a Kiev, il Papa si è posto in prima linea per la risoluzione del conflitto in Ucraina Per il Pontefice il mondo di oggi è attraversato da “una terza Guerra mondiale a pezzetti”, contro la quale a un mese dall’invasione dell’Ucraina del 24 febbraio 2022 consacra il Paese invaso e il Paese invasore al Cuore immacolato di Maria Contro una guerra alimentata da conflitti disseminati in Paesi diversi, che proseguono sotto gli occhi indifferenti di tutti noi, Francesco intende incitare a un dialogo universale, che possa mettere in atto processi di pace La pace voluta per il popolo ucraino, la pace che spera di veder realizzata in Congo e Sud Sudan, mete del suo ultimo viaggio apostolico Una pace, appunto, di stampo universale
L’intervista più recente
Bergoglio dichiara alla televisione svizzera di essere pronto a dimettersi "in caso di annebbiamento" ma per il momento non pensa a una rinuncia tanto più dopo la morte di Benedetto XVI
Le riforme
Francesco ristruttura l’organigramma e le finanze dello stato Vaticano dopo lo scandalo VaticanLeaks Promuove in continuità con il predecessore Benedetto XVI una serie di riforme radicali verso la “trasparenza” finanziaria, contro ogni corruzione e ogni forma di riciclaggio
Alberto Melloni, professore ordinario di Storia del cristianesimo nell Università di Modena-Reggio Emilia, in un intervista rilasciata a Lumsanews, ripercorre il primo decennio di pontificato di Papa Francesco, analizzando il pensiero e le azioni del Pontefice Bergoglio può essere considerato un Papa rivoluzionario?
“Papa rivoluzionario è una definizione che a me sembra un po’ semplice In occidente si è talmente disabituati a un cristianesimo radicale che il cristianesimo di Bergoglio non lo si riesce a definire tale e bisogna dunque trovare un altro aggettivo Più che un rivoluzionario è un cristiano ed è un uomo risoluto Non ha paura delle cose che fa e sa cambiare direzione senza farsi notare troppo”
Tra le questioni prioritarie vi è il ruolo dei laici nella Curia La riforma della Curia come può integrare nel governo della Chiesa laici, donne e religiosi e religiose, senza sconvolgere la sua struttura gerarchica, ma attualizzandola?
“C’è una cronologia da tenere a mente La Curia romana è un’istituzione mai toccata fino al 1908, poi dalla riforma di Pio X tutti i pontefici l’hanno rimaneggiata, con risultati molto effimeri Secondo me l’aspetto più qualificante della riforma di Francesco, e anche il più inquietante, non è tanto la ridislocazione di mansioni ma è l’argomento con cui si è voluta creare la possibilità di nominare in Curia delle persone non consacrate vescovi Per fare ciò, presumo fidandosi di Padre Ghirlanda che poi ha fatto cardinale, Francesco ha restaurato la distinzione tra potestà d’ordine e potestà di giurisdizione Sono aspetti di una sottigliezza assoluta ma decisivi, infatti la distinzione delle due potestates conferisce al Papa tutta la giurisdizione Tuttavia, in questo modo ha diffuso una visione diversa dell’episcopato, secondo me molto più debole di quella del Concilio Non serve a dire che abbia scelto dei consiglieri non particolarmente avveduti o conciliari, ma vuol dire che probabilmente il problema della riforma della Curia non è organizzativo
A seguito di questa riforma, hanno ragione coloro che lo accusano di aver accentrato eccessivamente i poteri su di sé?
“C’è una cosa che mi ha fatto impressione Nella bolla di costituzione della Curia romana del 1588 di Sisto V, il Romano pontefice è citato una dozzina di volte, in quella di Papa Francesco un centinaio di volte Corrisponde perfettamente al meccanismo di governo della Compagnia di Gesù per cui tutti ascoltano tutti e poi decide uno solo Lo abbiamo imparato in questi 10 anni: i due papi non erano Benedetto e Francesco ma Francesco e Francesco C’è un Francesco dal pulpito, che fa risuonare la parola biblica con una forza unica e diretta
E c’è il Francesco di governo, un gesuita di una verticalità assoluta che non solo non ha paura di prendere decisioni, ma non ha paura di castigare e di fare quello che vuole senza consultare nessuno L’andata all’ambasciata russa la mattina dello scoppio della guerra in Ucraina è stata l’apoteosi di tutto questo”
Il giornalista vaticanista ed ex direttore di TV2000 Lucio Brunelli ha avuto modo di approfondire la conoscenza di Bergoglio attraverso più di quindici anni di frequentazione Nel suo libro dal titolo Papa Francesco come l ho conosciuto io, descrive la figura di Bergoglio attraverso un ritratto inedito In un intervista a Lumsanews racconta alcuni retroscena Per fare una citazione diretta al titolo che ha scelto per il suo libro, lei Papa Francesco come lo ha conosciuto?
“Nel 2005 a Roma quando era ancora cardinale a Buenos Aires Lo conobbi in occasione del Sinodo mondiale dei vescovi Ero molto curioso di incontrarlo perché ero rimasto affascinato dai racconti che avevo sentito sul suo conto Mi parlavano di questo cardinale atipico, che non aveva autista e si muoveva con i mezzi pubblici Inizialmente mi ero fatto un’immagine di lui come di un uomo molto severo dal punto di vista spirituale, ma poi conobbi una persona mite e timida con un notevole umorismo A tal proposito lui una volta mi disse: ‘L’umorismo è l’espressione umana più vicina alla grazia di Dio'”
C’è un viaggio apostolico che ha avuto modo di affrontare con Papa Francesco e he le ha lasciato un profondo ri-
cordo?
Nella mia carriera ho avuto modo di seguire maggiormente Giovanni Paolo II e Benedetto XVI nei loro viaggi Ricordo però di essere andato a trovare Bergoglio a Buenos Aires prima che diventasse Papa Fu una bellissima esperienza ed ebbi modo di approfondire la sua conoscenza” Francesco ha reso la comunicazione il tratto distintivo del suo pontificato Pensa che il suo modo di rapportarsi con i fedeli sia cambiato rispetto ai primi anni?
“Certamente è stato rivoluzionario nel rapportarsi con i media e con i giornalisti Non ho notato grandi cambiamenti nel suo modo di comunicare ai fedeli Però rispetto ai primi anni di pontificato, la sua forte timidezza iniziale è andata a sparire, probabilmente dettata dai ritmi frenetici della vita papale”
C’è un’innovazione comunicativa che l’ha colpito maggiormente in qualità di giornalista?
“All’inizio di ogni viaggio apostolico, prima della partenza, si teneva la conferenza stampa con i giornalisti sull’aereo Io, così come anche i miei colleghi, avevamo il dovere di presentare in anticipo le domande alla sala stampa vaticana, le quali venivano poi vagliate e selezio-
nate Papa Francesco, invece, fin dal suo primo viaggio all estero, introdusse la novità di tenere la conferenza stampa al ritorno Oltre a ciò, introdusse la libertà assoluta per quanto riguarda le domande da poter porre Ricordo che ci rivolgemmo tutti a Padre Lombardi, il direttore della sala stampa della Santa Sede, chiedendo che tipo di domande potessimo fare Lui ci rispose: ‘Il Papa mi ha detto che potete chiedergli qualsiasi cosa per tutto il tempo che ritenete opportuno ” Quanto l’eredità lasciata da Ratzinger ha influito sulle scelte di Francesco?
“C’era molta stima reciproca Credo anche che alla luce delle ultime dichiarazioni di Papa Francesco in merito alle motivazioni che lo potrebbero portare ad una possibile rinuncia, l’eredità lasciata da Ratzinger abbia svolto un ruolo importante Nonostante Bergoglio abbia detto che al momento la rinuncia non è un’opzione contemplabile, in questo il suo predecessore ha aperto una strada, in realtà già esistente Francesco ha commentato la decisione di Benedetto XVI, parlando di un’eventualità che oggi è molto più concreta; nel senso che apparirà più facile per tutti i successori di Ratzinger praticare questa stessa via”
In merito alla guerra in Ucraina, si è detto aperto a incontrare i presidenti di tutti e due i Paesi coinvolti. Considerate le spinte ideologiche molto forti da entrambe le parti, qual è la posizione di Bergoglio?
Per capire la posizione del Papa sulla guerra bisogna fare un passo indietro Quando lui andò in Messico, al muro che lo separa dagli Stati Uniti, e disse del presidente Trump che “chi fa muri non è cristiano”, Francesco toccò un taboo della cultura politica americana In quel momento, secondo me, lui ha acquisito un’ostilità non repubblicana o democratica ma americana Una seconda questione riguarda la bomba atomica Francesco nella “Fratelli Tutti” nel capitolo più dimenticato e meno letto, condanna la deterrenza atomica Le armi atomiche al mondo non le hanno in tanti, anche questo ha aumentato il numero degli antagonisti che trovano questa presa di posizione irresponsabile Quando la Russia ha invaso l’Ucraina l’idea del Papa è stata quella di rifiutare il principio per cui l’unica parola che non si potesse dire fosse la parola pace Secondo me, coraggiosamente, in questo non arretra di un millimetro E paradossalmente è più allineato alle Nazioni Unite e Israele di quanto non lo siano i Paesi occidentali Quando il Papa domanda la pace non sta affatto subendo influenze filo-putiniane, sta dove stanno i grandi organismi internazionali Però, nel clima che si è creato nell’informazione e nella propaganda sia occidentale che orientale, questa cosa non viene ammessa” Dunque, il Papa sta cercando un punto di equilibrio?
“Francesco rifiuta l’idea che l’unica prospettiva sia quella della vittoria A mio parere, in questo momento rappresenta una grande voce in quanto il rischio che la Chiesa cattolica venga kirillizzata, ossia arruolata in una logica di difesa delle ragioni di una parte, è molto forte, e lui si rifiuta Un altro aspetto importante legato alla guerra in Ucraina e che interessa molto alle Chiese è il fatto che questo conflitto sia iniziato prima davanti agli altari che sui campi di battaglia Una guerra che schiaffeggia ciò che è stato il percorso ecumenico Dunque, c’è un tentativo di equilibrio da parte del Papa, ma la cosa a cui lui guarda è soprattutto un’esigenza evangelica Si ha la sensazione che ci siano una linea politica della Santa Sede, ossia quella che domanda una nuova Helsinki per l’Europa, e una linea del Papa, che è quella che cerca di rivendicare il diritto della Chiesa di poter dire la parola pace” Quanto sono politiche le azioni e le dichiarazioni del Papa?
“Di sicuro il suo è un papato nel quale non c’è paura di risultare autoritario Francesco dà un messaggio politico: rappresenta una forma di verticalità del potere rispetto alla quale la sinodalità viene molto lodata ma non si vede quando entra in funzione Un messaggio politico oggettivo è rappresentato anche dalla sua origine: primo uomo del sud del mondo che arriva al vertice di una struttura di potere tipica del nord del mondo Lo si vede anche nel modo in cui guarda la politica italiana”
“Il Papa non ha paura di prendere decisioni in autonomia”
“Bergoglio ha rivoluzionato il rapporto con i media ”
di LORENZO SIVILLIAlberto Melloni, 64 anni, storico delle religioni Lucio Brunelli, vaticanista Papa Francesco durante la messa di inaugurazione del suo Pontificato, 19 marzo 2013
Dal 24 maggio 2022 il cardinale Matteo Maria Zuppi è il presidente della Conferenza episcopale italiana Da sempre vicino ai poveri, è stato assistente ecclesiastico generale nella comunità di Sant Egidio, occupandosi di bambini emarginati, tossicodipendenti e carcerati Papa Francesco lo ha scelto proprio per la forte vocazione mostrata nel sociale nonché per la vicinanza alla sua idea di Chiesa In un’intervista rilasciata a Lumsanews, Zuppi ripercorre gli aspetti salienti dei dieci anni del pontificato di Francesco Cosa ha significato l'elezione di Papa Francesco per la Chiesa cattolica?
“Tradizione e non conservazione La tradizione - non il tradizionalismo - è parte dell’essenza stessa della Chiesa cattolica Papa Francesco ha permesso di rivivere, come disse il Pontefice emerito Benedetto XVI, la ‘sobria ebbrezza’ dell’entusiasmo del Concilio Vaticano II, mettendo in pratica una delle più importanti intuizioni conciliari: rimettere la Chiesa in viaggio con l’essenzialità della fede”
Nella chiave di lettura comune si tende a porre il pontificato di Francesco in controtendenza rispetto a quello di Benedetto XVI L’elezione di Bergoglio è stata una rivoluzione rispetto a quella di Ratzinger?
“No, tra i due c’è stata continuità con alcune differenze, come sempre accade Nel passaggio da Pio XII a Giovanni XXIII, ad esempio, c'è stata una rottura
più forte È proprio questa la bellezza del passaggio di testimone La ‘Lumen Fidei’, la prima enciclica di Francesco, scritta ‘a due mani’ con Ratzinger, è la massima espressione della continuità tra i due papi” La successione al soglio di Pietro è quindi avvenuta nel solco della tradizione?
“Papa Francesco ha portato avanti rinnovandola una delle maggiori intuizioni di Papa Benedetto: l’anno della fede, pensato proprio per rimettere la Chiesa in cammino È per questo che il Papa esorta i cristiani a uscire di casa per cercare in strada il vero messaggio di Cristo” Sul tema dell’omosessualità, il Papa ha affermato:
“Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla?” Su questo punto come si pone il mondo cattolico?
“L’indicazione data da Francesco è chiara: non etichettare e non emarginare Il mondo cattolico non esclude né condanna La preoccupazione del pontefice è proprio quella di far vivere pienamente la co-
munità cristiana anche agli omosessuali”
L’accoglienza dei migranti è una delle tematiche più care a Francesco e alla Conferenza episcopale italiana Perché?
“Anzitutto perché è un tema evangelico Noi cristiani siamo chiamati a questo: amare il prossimo come noi stessi e aiutare i forestieri i nudi e gli affamati L’accoglienza è parte costitutiva delle nostre scelte La vocazione sociale della Chiesa è unita a quella spirituale: se vuoi essere cristiano, devi essere molto spirituale e molto sociale, perché Gesù non parlava di categorie astratte, ma di affamati, assetati e carcerati”
Alla luce delle ultime tragedie nel Mediterraneo, quale appello rivolge al mondo politico?
“Purtroppo le migrazioni si scontrano con le contingenze della politica, che affronta con difficoltà un tema così importante Auspico che l’Europa, così tanto debitrice della visione cristiana della persona, sappia essere all’altezza di garantire i diritti di chi cerca futuro nel nostro continente”
Oggi a che punto sono i rapporti tra la Chiesa cattolica e la Conferenza episcopale italiana?
La Cei obbedisce al Papa Noi siamo i suoi vescovi Questo rapporto di vicinanza impegna la Conferenza ad aiutare Francesco nel suo servizio alla Chiesa Universale”
C’è un episodio particolarmente significativo che la lega a Papa Francesco?
“Vista la tragica attualità della guerra in Ucraina, mi ha molto colpito la sua commozione l’8 dicembre a Piazza di Spagna, in occasione della scorsa festa dell’Immacolata In quelle lacrime c’è tutta la preghiera di un uomo che ha fatto propria la sofferenza di coloro che sono colpiti dal conflitto”
“Tra Papa Francesco e Benedetto XVI più continuità di quanto si pensi”
di NICCOLÒ MAURELLI “
Il Papa si è fatto carico della sofferenza del popolo ucraino
La guer r a “
L’Europa garantisca i diritti di chi cerca futuro nel nostro continente
I mig r anti
La Chiesa non esclude né condanna Francesco accoglie gli omosessuali nella comunità cristiana
Coppie gayMatteo Maria Zuppi, 67 anni, presidente della Conferenza episcopale italiana
La militanza giovanile non è morta Anzi, è più viva che mai Scuole, piazze e università sono solo alcuni dei luoghi che lo testimoniano – da ultimo il liceo Michelangiolo di Firenze, recente teatro di scontro tra il movimento Azione Studentesca (braccio collaterale della giovanile di Fratelli d’Italia) e Sum (il collettivo studentesco di sinistra della scuola fiorentina) Spazi fisici, riconquistati dopo il Covid e tornati a essere simbolo di impegno e lotta politica anche per la Gen Z Sono proprio i nati tra il 1997 e il 2012 ad aver fatto riaccendere i riflettori sul binomio “giovani e politica” Una formula che riporta subito agli Anni Settanta, ma che viene declinata oggi in chiave post ideologica Sono infatti tanti i ragazzi che, tra attivismo sui social e manifestazioni, continuano a essere impegnati politicamente Specialmente nella promozione dei diritti civili, così come dimostra il grande successo dei movimenti ambientalisti e femministi Eppure, anche l’attenzione da parte dei giovani per le battaglie sociali sembrerebbe non essere in via di estinzione
Il ritorno della partecipazione politica
Malgrado la frammentazione della partecipazione politica, nel corso degli ultimi anni sono molteplici i segnali che indicano un maggiore coinvolgimento nel dibattito pubblico delle nuove generazioni Stando ai dati pubblicati dall’Istat nel 2022, i soggetti in assoluto più coinvolti nella politica attiva sarebbero i ragazzi di età compresa tra i 14 e i 24 anni, che coinciderebbero con il 12,8% dei partecipanti alle manifestazioni In particolare, secondo le stime della fondazione Openpolis, dopo il Covid i giovani avrebbero concentrato la propria partecipazione politica su temi quali l’ecologismo e i diritti civili Le fasce di età più interessate sarebbero quella tra i 14 e i 17 e quella tra i 18 e 19 anni in cui il numero di attivisti è raddoppiato nel giro di soli due anni
Le nuove lotte della Gen Z
I giovani pasionarios che decidono di mobilitarsi lo fanno per battaglie vecchie, ma anche e soprattutto nuove Da questo punto di vista sono l’ambiente e i diritti delle donne a creare una grande attrattiva nel dibattito pubblico studentesco e giovanile del momento “Oggi i movimenti che attirano una composizione giovanile più ampia sono quello femminista e sul clima”, spiega a LumsaNews il sociologo Lorenzo
Zamponi, ricercatore presso la Scuola Normale Superiore di Pisa Ma come mai questa esplosione d’in-
tornate alla luce le battaglie contro le disuguaglianze sociali, prima accantonate Eppure, quella di oggi è una combinazione ancora differente perché concentrarsi sulle questioni civili non significa sempre perdere d’occhio quelle sociali “I temi ora sono diversi rispetto a quelli di 10 o 15 anni fa, quando le questioni relative a scuola e università principalmente erano quelle che attiravano la maggior parte delle potenzialità di mobilitazione, attivazione e azione collettiva”, conferma il sociologo Zamponi, ribadendo quanto ora i temi civili siano maggiormente legati ad una critica del sistema economico e delle società
La militanza oggi
Percentuale di giovani che negli ultimi 12 mesi hanno partecipato a riunioni in associazioni ecologiche, per i diritti civili, per la pace (2005-2021) Dati elaborati da Openpolis su fonte Istat
teresse verso l’ambiente e i diritti civili e non verso le questioni sociali?
La risposta va ricercata a ritroso nella storia “Tra la fine degli anni Settanta e l’inizio degli anni Ottanta c’è un turning point, perché finisce il periodo delle ideologie egualitarie e si impone un'altra ottica, quella del neoliberismo”, afferma la storica Daniela Saresella, docente di Storia dei movimenti politici e sociali all’Università degli studi di Milano Un cambio di rotta che ha portato a prestare attenzione più all’individuo che alla società in cui vive Influenzando
anche i movimenti giovanili, che hanno perso interesse per il problema della disuguaglianza e la questione sociale Questa inversione negli ultimi quarant’anni ha coinvolto indifferentemente tutti, dai gruppi di destra ai collettivi di sinistra, che hanno così perso quella spinta per le battaglie sociali, orientandosi al contrario verso un impegno oceanico per i diritti civili In effetti, i movimenti giovanili hanno subito una trasformazione importante soprattutto in termini tematici Solo con la crisi economica del 2008 - e in parte con l’emergenza Covid del 2020 - sono
Questa visione più sociale dei diritti civili è confermata in un certo senso anche dall'azione dei giovani militanti e attivisti del panorama studentesco Che, malgrado fazioni e sensibilità diverse, si ritrovano a combattere in alcuni casi per lotte simili declinate in modo differente Effettivamente per i diritti civili c è un livello maggiore di sensibilità, ma si tratta di questioni su scala globale, come il clima La nostra è una generazione globalizzata ma anche ancorata all attivismo sociale e politico , racconta a Lumsanews Leonardo Soffientini, coordinatore della Rete degli Studenti Medi Un nodo, quello ambientale, su cui tutti i movimenti giovanili si incontrano “Noi abbiamo sempre cercato di dare un'impronta sociale alle nostre battaglie Negli ultimi anni abbiamo assistito ovviamente al fenomeno dell'impegno eterodiretto, come nella questione del clima”, dice Sergio Filacchioni, responsabile di Blocco Studentesco, riconoscendo che “in ogni caso molte battaglie, per esempio sull'ambiente, sono più che condivisibili” Tuttavia, i movimenti giovanili continuano a differire profondamente tra di loro Infatti se è vero che sembrano non esserci più né i mezzi né i presupposti per un certo tipo di tensione politica, né per un ritorno della lotta armata, è vero anche che nel modus operandi di ciascuna compagine rimane latente un conflitto Spesso inasprito dall’uso dei social, che, come segnala Luigi Di Gregorio, professore di Comunicazione politica all’Università della Tuscia, “aiutano a polarizzare l’associazionismo giovanile” Ed è proprio la polarizzazione ad innescare il circuito dentro il quale si manifesta la violenza, come nel caso del Michelangiolo di Firenze Un episodio - e i suoi strascichi - che a dispetto delle botte testimonia però un risveglio Quello dello spirito di partecipazione, del confronto politico ma soprattutto della difesa della democrazia da parte della Gen Z
GEN Z E PARTECIPAZIONE
Secondo l’Istat sono i ragazzi e le ragazze tra i 14 e i 24 anni ad essere i soggetti più coinvolti nella politica attiva Rispetto alla media della popolazione, sono infatti gli adolescenti e i giovani adulti a partecipare con maggiore frequenza a riunioni in associazioni per l'ambiente, i diritti civili o la promozione della pace Quindi non solo un'adesione formale a dei principi, ma una vera e propria mobilitazione per promuoverli e sostenerli
LICEO MICHELANGIOLO
Sabato 18 febbraio 2023 sei ragazzi di Azione Studentesca hanno aggredito due studenti della scuola fiorentina, membri del collettivo antifascista Sum Un episodio simile a quanto accaduto davanti al liceo linguistico Pascoli di Firenze qualche giorno prima, quando durante un volantinaggio alcuni militanti di destra si sono scontrati con gli studenti dell’opposta fazione politica, brandendo cinghie e gueanti di pelle
La militanza giovanile non è morta. Anzi è più viva che mai Chi sono e come si muovono i movimenti 4.0 nelle scuole
I PARERI DEI MILITANTI
Leonardo Soffientini è il coordinatore della Rete degli Studenti Medi Studia Scienze Politiche alla Sapienza, ma si è avvicinato alla politica quando aveva solo 16 anni Ci ha raccontato che cosa significa essere militante oggi
Si parla spesso di poca partecipazione politica da parte dei giovani, ma i dati lo smentiscono
“Secondo la Rete Studenti Medi quando si parla di crisi della partecipazione giovanile, l’elemento non è tanto la mancanza di interesse politico Oggi attraverso i social network e Internet la nostra generazione è particolarmente informata su molti fatti Il nodo è invece quello della crisi della rappresentanza dei giovani cioè il fatto di non riuscire a mettere in collegamento la partecipazione giovanile alla vita pubblica e le idee dei ragazzi con l’attuale sistema partitico I giovani hanno perso quel tipo di riferimento, anche a causa di una sfiducia importante nella politica istituzionale Oggi il giovane esprime una politica più attraverso l’attivismo digitale con un post su Instagram o un Reels, piuttosto che attraverso il voto”
Come mai l’interesse dei giovani si è spostato su questioni più civili e globali?
“La nostra è una generazione che è molto globalizzata Tanti ragazzi, più che sentirsi appartenenti anche alla politica del proprio Paese, si sentono quasi più vicini a una politica mondiale Penso al movimento Fridays for Future, che per riempire le piazze senza nemmeno una call to action nelle scuole Effettivamente per i diritti civili c’è un tipo di sensibilità in più rispetto a quelli sociali, su cui comunque si rimane ancorati, probabilmente proprio perché si tratta di questioni su larga scala globale, e non semplicemente del nostro Paese all’attivismo sociale e politico Inoltre, il movimento ambientalista non ha avuto bisogno dell’appoggio di nessuna forza politica perché la sua visione è condivisa trasversalmente da tutti i partiti portavano”
Con l’inizio della guerra e la fine del Covid, c’è stato un risveglio dei movimenti giovanili e un avvicinamento da parte dei partiti?
C è stato un avvicinamento della politica alle realtà giovanili Forse però, oltre a qualche dimostrazione a livello di narrazione pubblica, in realtà non c’è stato nessun tipo di azione concreta per aprire le porte della politica ai giovani Questo perché politicamente si ragiona su schemi ancora legati alla prima o alla seconda Repubblica, o a un arco parlamentare ben definito da sinistra a destra Parliamo di generazione diverse Tra loro rimane una differenza importante proprio a livello di vedute, di temi e di narrazioni che vengono portati avanti e che non entrano in contatto con le esigenze specifiche dei giovani”
In che cosa i movimenti studenteschi di oggi differiscono concretamente da quelli del passato?
“Ancora oggi, sia a destra che a sinistra ci sono organizzazioni politiche studentesche molto ideologiche, con un forte legame con i miti del passato Però coesistono anche organizzazioni come la nostra, schierate chiaramente ma democraticamente Inoltre nel panorama giovanile c’è sempre un elemento di conflitto tra la compagine antifascista di sinistra e quella di destra E questo riprende sicuramente schemi di tipo novecentesco, riproposti nelle formule, nei modi e nei simboli Ma la differenza è chiara: sta nei mezzi, che non sono gli stessi Bisogna quindi attualizzare le attuali formule di espressione politica, tenendo a mente che però non c’è quella progettazione e quell’idea concreta di sovvertire l’ordinamento statale o di mettere in discussione la formula repubblicana o democratica del paese, che era invece l'elemento forte di quelle realtà novecentesche Sono elementi comunque che vanno attenzionati” (m s b )
Sergio Filacchioni ha 24 anni ed è il responsabile del Blocco Studentesco Nazionale A Lumsanewsi ha spiegato cosa spinge un giovane verso l impegno politico e che cosa è cambiato rispetto al passato Che cosa porta un giovane nel 2023 ad avvicinarsi alla militanza politica e qual è l’età dei vostri militanti?
“Io mi sono avvicinato alla politica quando avevo 16 anni L’ho fatto perché avevo voglia di impegnarmi nella mia scuola e di farlo con il blocco studentesco perché personalmente reputavo fossero quelli che meglio sapessero incarnare uno spirito giovanile Il blocco oggi conta su una fascia d’età che va dai 16-17 anni ai 25-26 anni, quindi non solo studenti ma anche universitari o addirittura giovani lavoratori La fascia d’età si è allungata”
Negli ultimi anni l’impegno politico dei giovani si è dedicato maggiormente alle battaglie civili La vostra invece è un’azione rivolta al sociale?
“Noi abbiamo sempre cercato di portare avanti una battaglia per gli studenti Ci definiamo sindacato studentesco Ci occupiamo della rappresentanza dentro le scuole o delle battaglie sull’edilizia scolastica, sui libri di testo o sugli affitti universitari Insomma cerchiamo sempre di dare un’impronta sociale alle nostre battaglie Negli ultimi anni la mobilitazione giovanile è stata un po’ eterodiretta, come nel caso dei primi scioperi dei Fridays for future, in cui l’impegno studentesco era accompagnato da un impegno istituzionale, facendo perdere di senso la protesta In ogni caso molte battaglie, per esempio sull’ambiente, sono più che condivisibili”
A proposito di battaglie, c’è stata una ripresa concreta dell’iniziativa politica dopo il lockdown?
“Il lockdown ha fermato un po’ tutto, ha ucciso lo spirito della comunità scolastica, allontanando ancora di più i ragazzi e portando a un disimpegno totale Ma noi di Blocco studentesco abbiamo tenuto viva l’attività Quando siamo tornati dentro la scuola, abbiamo cercato di spingere gli studenti a riscoprire l impegno e il valore della partecipazione alla politica studentesca È stato difficile ma siamo riusciti a tornare a fare politica, forse come facevamo prima Come movimento studentesco cercate di smarcarvi dal passato, evitando di scivolare nella spirale della violenza?
“Noi non siamo nostalgici, perché sono tempi che non abbiamo mai vissuto In Italia solo 40 anni fa ci sono state stagioni politiche ben più tese, ma oggi quel tipo di tensione politica non è più possibile perché non ci sono più i presupposti, in primis della lotta armata C’è un altro tipo di violenza però, quella burocratica, di chi cerca di bloccare il fermento giovanile rispetto ad alcune tematiche Nelle scuole e nelle università non ci si può esprimere liberamente perché ci sono presidi o rettori che sono commissari politici Quindi davanti a un impegno di studenti non conforme alle loro idee, si sentono autorizzati a esiliarli e stigmatizzarli come il male assoluto Questo genera tensione politica e violenza Ma soprattutto commette un grosso crimine contro la politica, perché invita i giovani a non impegnarsi”
Quindi è questa la ragione del vostro striscione appeso contro la preside a Firenze?
“In realtà non è stato uno striscione contro la preside Il messaggio che abbiamo cercato di mandare è che chiunque cerchi, tramite la propria carica pubblica, di orientare una scuola in un senso o nell’altro, deve essere combattuto Questo atteggiamento lede chiunque si voglia impegnare, perché basta non essere allineati con il pensiero della preside e si finisce per essere esiliati Ma questo è un grandissimo danno perché continuerà ad alimentare la tensione” (m s b )
“Oggi non esiste più la tensione politica di quarant’anni fa Non siamo nostalgici”
“Siamo informati e globalizzati ma non partecipiamo alla vita pubblica”
“Il problema non è la partecipazione ma la rappresentanza Bisogna aprire ai giovani”
LORENZO SOFFIENTINI Coordinatore di Rete degli Studenti Medi
“Basta stigmatizzare come il male assoluto chi ha idee diverse Si rischia il disimpegno”SERGIO FILACCHIONI Responsabile di Blocco Studentesco Nazionale
di BEATRICE D’ASCENZI
Èunadomenica mattina Fai il quinto anno di liceo e sei proiettata verso un futuro che ti porterà lontano dalla provincia in cui abiti e che ti è sempre stata un po’ stretta Poi però arriva una telefonata e scopri che un tuo video intimo, di cui non conoscevi l’esistenza, è finito online, diffuso dal tuo ex Così è iniziato il calvario di Anna (nome di fantasia) che a Lumsanews racconta la sua storia: “Non sapevo come comportarmi, era il 2017, non c’era ancora una legge che ci tutelava e poi non volevo dirlo ai miei Mi vergognavo tantissimo ”
La svolta del Codice Rosso
La legge a cui Anna fa riferimento è la 69 del 19 luglio 2019, la cosiddetta legge Codice Rosso a tutela delle vittime di violenza domestica e di genere In questa legge, per la prima volta, viene introdotto il reato di revenge porn disciplinato dall’articolo 612 ter del Codice penale Con l’espressione “revenge porn”, si identifica la diffusione in rete di immagini sessualmente esplicite, senza il consenso del soggetto ritratto, da parte di individui che intendono così umiliarlo e mortificarlo In Italia, come racconta a Lumsanews l’avvocata Alessia Sorgato, “la legge ha il merito di aver dato al fenomeno una dignità autonoma a livello penale, perché prima le denunce erano dislocate in tantissime fattispecie di reato”
La posizione europea
A livello europeo uno strumento di contrasto è il Digital Service Act, il nuovo regolamento sui servizi digitali, approvato il 5 luglio 2022, che punta a regolare la policy delle piattaforme Come spiega a Lumsanews la sociologa digitale Silvia Semenzin, questo però “non ha accolto molte delle richieste fatte dalle associazioni che si occupano di violenza digitale, come quella di regolamentare le piattaforme pornografiche, molto più libere dei social media” Intanto la Spagna con la nuova “Ley del solo sí es sí” ha introdotto uno statuto specifico per il reato, “riconoscendolo come reato di genere”, spiega Semenzin È una legge che deve molto a quella italiana ma è più incentrata sul target delle vittime
I numeri del fenomeno e il profilo delle vittime
Secondo gli ultimi dati della Direzione Centrale Polizia Criminale diffusi dal Ministero dell’Interno, lo scorso anno, nei mesi tra gennaio e settembre 2022, la diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti è diminuita del 20% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (871 reati commessi contro 1 090) Nel periodo gennaio-ottobre 2021, invece, si è registrato un incremento del 45% rispetto al periodo gennaio-ottobre 2020 (1 090 reati commessi contro 759) Il report inoltre rende noto una predominanza di vittime di genere femminile, con un’incidenza del 72% (solo il 28% sono vittime di genere maschile) Di queste l’83% è maggiorenne e l’87% è di nazionalità italiana Un fenomeno, quello della profilazione delle vittime, che divide gli esperti Se per Gaia Rizzato, socia fondatrice dell’Associazione PermessoNegato, il reato “colpisce tutte le fasce d’età, con un incremento delle vittime maschili se si
considera la condivisione a scopo estorsivo”, per l’avvocata Sorgato il fenomeno riguarda soprattutto i giovanissimi, che iniziano a confrontarsi con questo tema già quando frequentano la scuola media Per questo Semenzin invece “il fenomeno ha molto più a che vedere con il controllo maschile che con le relazioni di manipolazione” ed è per questo, a suo avviso, che le vittime sono maggiormente donne Da non sottovalutare poi anche le ripercussioni sociali e psicologiche, spesso molto gravi Anna ci confida che dopo la condivisione del suo video si è sentita costretta a cambiare scuola e ancora oggi le ferite di quell’esperienza non sono del tutto rimarginate: “In quel periodo ovunque andassi mi sentivo osservata – dice - Ho iniziato a
Il report “State of Revenge 2022” dall’associazione PermessoNegato rivela una crescita della diffusione di materiali intimi non consensuali soprattutto su Telegram I canali attivi nella condivisione di materiali intimi non consensuali per un pubblico italiano lo scorso anno erano 231; gli utenti non unici (ovvero assidui) oltre 13 milioni Tra tutti i canali, il gruppo più numeroso raggiungeva un numero di oltre 540 000 utenti una crescita di 4 217 220 unità in 12 mesi (+32%) Un aumento iniziato nel 2020, anno dello scoppio della pandemia da Covid-19
soffrire di attacchi di panico e ancora oggi continuo a essere seguita da una terapista”
Un buco nero: Telegram Il report “State of Revenge 2022” dall’associazione PermessoNegato rivela una crescita della diffusione di materiali intimi non consensuali soprattutto su Telegram, piattaforma di messaggistica istantanea famosa per la sua politica di tolleranza nei confronti di questi contenuti Il quadro è allarmante: i canali Telegram attivi nella condivisione di materiali intimi non consensuali per un pubblico italiano lo scorso anno erano 231; gli utenti non unici (ovvero assidui) oltre 13 milioni Tra tutti i canali, il gruppo più numeroso raggiungeva un numero di oltre 540 000 utenti
L’osservatorio ha fatto emergere inoltre che il numero dei canali Telegram creati ai fini della condivisione o ricondivisione di video e immagini non consensuali è aumentato del 21% in un solo anno, passando così da 190 a 231 nel periodo compreso tra novembre 2021 e novembre 2022 Questo indica una crescita di 4 217 220 unità in 12 mesi (+32%)
Un aumento iniziato nel 2020, anno dello scoppio della pandemia da Covid-19 I motivi della facile e rapida diffusione di questi contenuti su una piattaforma come Telegram vanno ricercati nella sua politica interna “Telegram è una piattaforma molto particolare perché permette di creare dei gruppi con un bacino di utenti molto ampio – spiega Rizzato - Inoltre non risponde per policy alla richiesta
di rimozione di contenuti sessualmente espliciti condivisi senza il consenso” Oltretutto, sempre più presente in queste chat è la pratica pericolosa del deepfake, un’intelligenza artificiale in grado di creare video fittizi usando volti di persone reali I motivi invece del perché l’aumento si sia registrato soprattutto durante la pandemia sono da ricercare “nel maggior tempo trascorso online”, come racconta Semenzin, cosa che ha portato in quell’anno a un “aumento dei casi di violenza nei confronti delle donne in ogni sua forma” Nonostante i passi compiuti per combattere il reato c’è ancora il rischio di una stigmatizzazione delle vittime che come Anna “si sentono sole, poco tutelate e non credute”
Anna (nome di fantasia) frequentava l’ultimo anno di liceo quando il suo ex ha condiviso un video intimo a sua insaputa La sua vita da quel momento è cambiata e le conseguenze di quella violenza pesano ancora oggi sulla sua vita quotidiana Anna, potresti raccontarci la tua esperienza? Come sei venuta a conoscenza della diffusione del video?
“Era il mio ultimo anno di liceo, mi ero lasciata da poco con il mio ragazzo Stavamo insieme da tre anni ma io non ero più sicura del nostro rapporto e quindi avevo deciso di lasciarlo Due settimane dopo, una domenica mattina, mi ha chiamato la mia migliore amica: era nel panico, non sapeva come dirmi questa cosa Io mi ero appena svegliata e pensavo scherzasse, poi ho aperto la chat di Facebook e ho visto tutti quei messaggi Il mio ex aveva inviato su vari gruppi Facebook e WhatsApp, tra cui il gruppo della classe con tutti i professori, un video di un nostro rapporto sessuale Io non sapevo neanche lo avesse girato”
Come hai reagito alla cosa?
“Non sapevo come comportarmi, era il 2017, non c’era ancora la legge di adesso e poi non volevo dirlo ai miei Soprattutto a mio padre Mi vergognavo tantissimo Sono cose che pensi succedono sempre agli altri La mia poi non è una città molto grande e il mio non era
il primo video ad essere diffuso Cose del genere le vedono tutti e non se le scordano più”
E come hai deciso poi di denunciare?
“La mia migliore amica l’ha detto a sua madre e lei mi ha convinto a parlarne con i miei Ero tanto preoccupata, soprattutto di parlare con mio padre ma alla fine alla polizia ci sono andata con lui, era molto scosso ma mi è rimasto accanto più di chiunque altro Per mia madre invece è stato più difficile, non mi ha parlato per mesi” Posso chiederti perché?
“Dal suo punto di vista il mio ex aveva sbagliato, ma io dovevo stare più attenta Forse pensava che fosse una cosa che in fondo volevo anche io, ma io davvero non avevo idea che quel video esistesse Poi ha visto come la situazione mi ha ridotto e ha capito che il suo atteggiamento non aiutava” Cosa ti ha aiutato a superare questa situazione?
“Sicuramente cambiare istituto e poi iniziare un percorso di psicoterapia Diciamo che questa situazione ha avuto delle ripercussioni abbastanza importanti su di me sia in quel periodo che oggi Avevo praticamente smesso di andare a scuola e ovunque andassi mi sentivo osservata, come se tutti sapessero quello che era successo Ho iniziato a soffrire di attacchi di panico Devo dire che quando ho
cambiato città per fare l’università ho come ripreso fiato Mia sorella continua a dire che sto scappando ma io lo so che per la gente del mio paese resterò sempre quella del video Avevo bisogno di ricominciare”
Pensi che se all’epoca ci fosse stata la legge che c’è oggi sarebbe stato diverso per te da un punto di vista legale ed emotivo?
“Penso che legalmente sarei stata più tutelata Io ero già maggiorenne e non poteva neanche essere più considerata pedopornografia ma mi sono sentita molto sola e poco tutelata Psicologicamente non credo, è una cosa per cui nessuno crede alle vittime Basta pensare a come chiamano il reato Perché revenge porn? Che vendetta è? Io che ho fatto di male?”
Quello che hai subìto ha cambiato il tuo modo di vivere il rapporto con gli altri?
“Assolutamente si Un po’ perché non è facile aprirsi emotivamente e raccontare quello che mi è successo, un po’ perché mi sono resa conto che è una cosa che potrebbe fare chiunque Il ragazzo che ha condiviso il mio video sembrava il ragazzo perfetto Sempre gentilissimo, mi riempiva di attenzioni, è stata la persona che mi è stata più vicina durante gli anni del liceo Non è il tipo di ragazzo che pensi possa essere in grado di fare queste Ora non riesco a fidarmi tanto delle persone” (b d)
PermessoNegato è un associazione no-profit che si occupa di offrire supporto tecnologico e legale alle vittime di pornografia non consensuale A Lumsanews Gaia Rizzato, socia fondatrice e COO di PermessoNegato ha analizzato il fenomeno della diffusione di materiali intimi non consensuali Quando nasce la vostra Associazione e che tipo di supporto fornisce a chi subisce la diffusione non consensuale di materiale intimo?
“PermessoNegato nasce nell’ottobre del 2019 L’obiettivo è fornire supporto tecnologico e legale alle vittime e potenziali vittime In termini legali queste possono ricevere dei consigli legali telefonici da parte di uno degli avvocati dell’Associazione; da un punto di vista tecnologico, invece, siamo stati la prima Associazione a livello europeo a fornire il servizio di rimozione preventiva, che consiste nel caricamento del materiale intimo che potenzialmente potrebbe essere diffuso tramite le piattaforme social all’interno di un portale dedicato alla creazione di una firma virtuale dei contenuti, volto ad impedirne a priori ogni caricamento Forniamo inoltre assistenza nella rimozione di contenuti già pubblicati Tutti i servizi sono rivolti ad entrambi i sessi e totalmente gratuiti per le vittime”
Come riuscite ad individuare e segnalare questi contenuti, che hanno una diffusione estremamente rapida su internet?
“L’individuazione avviene solo a seguito della segnalazione da parte dell’utente per contenuti che lo/la riguardano personalmente: con alcune piattaforme (ad esempio Meta) abbiamo dei contatti diretti ai quali chiediamo di rimuovere gli account Con altre invece (ad esempio alcuni siti pornografici) compiliamo l’apposito modulo di segnalazione e solitamente riceviamo un riscontro in tempi brevi In qualità di
Associazione non profit non siamo titolati, invece, a effettuare attività di ricerca e monitoraggio delle reti, in quanto è un’attività riservata esclusivamente alle Autorità o studi certificati” Come mai la veicolazione di questi contenuti è così diffusa in piattaforme come Telegram e che dinamiche si creano nelle chat di questa applicazione?
“Telegram è una piattaforma molto particolare perché permette di creare dei gruppi con un bacino di utenti molto ampio; inoltre non risponde per policy alla richiesta di rimozione di contenuti sessualmente espliciti condivisi senza il consenso Teoricamente dovrebbe rispondere solo in caso di gruppi a impronta terroristica o in caso di condivisione di materiale pedopornografico ma purtroppo all’interno di questi gruppi, nati con l’intento di scambiare materiale intimo all’insaputa delle vittime, ci sono moltissime richieste e condivisione di materiali ritraenti minori ”
La diffusione di materiale intimo non consensuale è un fenomeno trasversale o colpisce in particolare specifiche fasce d’età?
“Si tratta purtroppo di un fenomeno che colpisce tutte le fasce d’età e tutte le estrazioni sociali Abbiamo inoltre notato negli ultimi anni un incremento delle vittime maschili: difatti se il revenge porn può essere considerata come una violenza di genere con oltre il 90% di vittime femminili, nel caso ad esempio del sextortion (condivisione o minaccia di condivisione a scopo estorsivo) in oltre il 95% dei casi la vittima è un uomo”
Che ruolo svolge la formazione e l’educazione nel contrasto al fenomeno?
“Svolge un ruolo fondamentale La prima forma di educazione è quella volta al rispetto verso il prossimo e dovrebbe avvenire in ambito familiare e scolastico
A titolo esemplificativo, il “te la sei cercata” a una vittima di revenge porn che si è fidata ad esempio del proprio ex fidanzato e ha condiviso del materiale intimo destinato a rimanere privato, equivale al “te la sei cercata” detto a una vittima di violenza sessuale per come era vestita al momento della violenza Perché il reato è diventato così famoso come “revenge porn”?
Perchè è un terminie più accattivante In realtà la finalità vendicativa è solo una delle molte ragioni che portano alla condivisione; oltre a questa ci può essere lo scopo estorsivo o la semplice volontà di umiliare la vittima (b d)
Q u i n d i c i n a l e d e l M a s t e r i n g i o r n a l i s m o d e l l a L U M S A
D i r e t t o r e r e s p o n s a b i l e C a r l o C h i a n u r a
D i r e t t o r e s c i e n t i f i c o
F a b i o Z a v a t t a r o
R e d a z i o n e A l e s s a n d r a B u c c h i , M a r i a S o l e B e t t i , B e a t r i c e D A s c e n z i , C h i a r a E s p o s i t o , N i c c o l ò M a u r e l l i , L o r e n z o S i v i l l i , L o r e n z o U r b a n i , M a r t i n a V i v a n i T e s t a t a r e g i s t r a t a a l T r i b u n a l e d i R o m a n
d e l l
n o v e m b r e
“Non chiamatela vendetta Io non ho fatto nulla per meritarmi questo ”
“Il rispetto del prossimo è la prima arma contro il reato digitale”
L’INTERVISTA