Caterino Sagra 2012

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Il Caterino

La nostra Sagra Da mesi si sta organizzando la Sagra della parrocchia. Noto un grande impegno da parte di tutti, perché è la festa della comunità quindi della nostra Famiglia. Il Crocifisso!! Nella Sacra Scrittura viene messo a fuoco questo grande mistero di amore: “Nessuno è mai salito al cielo fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la Vita Eterna” (Gv. 3). Ancora S. Paolo ai Filippesi afferma “Dio l’ha esaltato e gli ha dato il nome che è al di sopra di ogni altro nome, perché nel nome di Gesù ogni ginocchio si pieghi nei cieli, sulla terra e sotto terra e ogni lingua proclami che Gesù Cristo è il Signore a gloria di Dio Padre” (Fil. 2). Le catechiste hanno scritto, a caratteri cubitali, una parola “grande” sotto l’artistico Crocifisso della nostra chiesa: L’AMORE. Dal cuore squarciato di Cristo sulla croce sono sgorgati i sette sacramenti della salvezza. Se non guardiamo, se non adoriamo, se non imitiamo il Crocifisso-Amore, non

possiamo chiamarci cristiani! A S. Francesco d’Assisi, nella chiesa di S. Damiano, il Crocifisso parlò: “Francesco va a riparare la mia chiesa, come vedi va tutto in rovina”. Questo messaggio è rivolto a ciascuno di noi!! I nostri giovani con padre Mauro, hanno fatto esperienze stupende ad Assisi e ancora di più a Roma nella comunità di S. Egidio. Con gioia vedo i gruppi famiglie guidate dal diacono Guido e da padre Mauro, e il centro d’ascolto che aiuta le famiglie in difficoltà; la Casa della Gioia e del Sole, la nostra Scuola Materna con le insegnanti e due suore indiane sempre sorridenti e attive; la palestra e tutte le opere parrocchiali. Infine per essere veramente ottimista, ringrazio le catechiste e gli animatori che con competenza e pazienza portano tanta speranza e gioia nella nostra comunità parrocchiale. Buona sagra!

Don Sergio

Date importanti da ricordare: 2 settembre 1961 è stata aperta la scuola materna (51 anni fa) 2 settembre 1978 è stata consacrata da Mons. Foresti la chiesa nuova (34 anni fa)

consacrazione del 2 Settembre 1978

consacrazione del 1744

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Il Caterino

Un Concilio “giovane” per i “giovani” Il Concilio Vaticano II compie quest’anno 50 anni… Un’età matura secondo l’anagrafe, un’età giovane secondo i parametri di longevità di oggi. Eppure qualcuno dice che il Concilio non è ancora iniziato, o meglio che fa fatica a crescere, non per colpa sua (lui ha dato il “la” a tutto il rinnovamento ecclesiale), ma forse per coloro che hanno avuto sempre paura del cambiamento sia all’interno della Chiesa nel suo rapporto con il Vangelo sia nel dialogo verso il mondo. In ogni caso, a distanza di 50 anni occorre riconoscere che il Concilio Vaticano II ha operato una “rivoluzione copernicana” o semplicemente una svolta epocale, consegnando un’immagine di Chiesa più vicina alla gente, un Vangelo dentro la quotidianità, una liturgia più comprensibile e una catechesi che alimentasse di più la fede e la vita. Interessante a questo proposito il messaggio conclusivo che il Concilio ha rivolto ai giovani il 7 dicembre 1965, definito “ultimo” perché i giovani sono coloro che raccolgono la”fiaccola” dalle mani dei padri e vivono nel mondo nel momento delle più gigantesche trasformazioni della sua storia. Il Concilio sembra ricordare alle nuove generazioni la responsabilità del futuro attorno al quale si formerà la società di domani. Del resto, la Chiesa con il Vaticano II ha tentato di “ringiovanire” il proprio volto, per meglio corrispondere al disegno di Dio e per meglio essere sale e luce del mondo. Con il Concilio la Chiesa ha operato una sorta di “revisione di vita”, accendendo una luce per i giovani che sono alla ricerca del loro avvenire. È sempre bello sentire che la Chiesa ha fiducia nei giovani e scommette su di loro. Ogni parrocchia dovrebbe “scommettere” e “puntare” sui giovani: anche la nostra parrocchia ha scommesso sugli adolescenti che hanno partecipato ai diversi campeggi quest’estate, in una sorta di “full immersion” di esperienze forti e incisive. Il Signore ha seminato molto nel cuore dei nostri ragazzi e non potrà non operare attraverso di loro grandi “meraviglie” che arricchiranno la nostra comunità. Il Concilio, nel suo messaggio ai giovani, ribadisce che la Chiesa è desiderosa che la società che i giovani costruiranno “rispetti la dignità, la libertà, il diritto delle persone”. È bello sentire che la società è una casa dove ogni mattone è collocato dai giovani e dove la stabilità è assicurata dalla fede nel Signore, roccia e fondamento di ogni costruzione ben ordinata. Per fare questo il Concilio mette in guardia le nuove generazioni dalla tentazione di cedere alle filosofie

dell’egoismo e della disperazione, per dare spazio alla fede che dà senso alla vita, nella certezza dell’esistenza di un Dio giusto e buono. Da qui l’invito ad “ampliare” i cuori secondo le dimensioni del mondo, ad ascoltare l’appello di tanti fratelli che fanno fatica a vivere con dignità e a mettere le giovani energie al servizio di coloro che non hanno voce nella storia di oggi. Si sono accorti di questo appello il gruppo dei nostri 1718enni che a Roma hanno incontrato i poveri attraverso la comunità di s. Egidio e hanno compreso che la parola “gratuità” è concreta e, nello stesso tempo, faticosa, ma ugualmente carica di speranza. Il Concilio inoltre invita i giovani a lottare contro ogni egoismo e a rifiutare di dare libero corso agli istinti della violenza e dell’odio, i quali generano le guerre e il loro triste corteo di miserie. Anche per questo i giovani sono chiamati ad essere generosi, puri, rispettosi e sinceri. Come Francesco d’Assisi. Lo hanno incontrato i nostri 15-16enni che hanno vissuto un’esperienza di fraternità nella sua terra, respirando il clima di pace e di letizia di questa città umbra, baciata dall’amore appassionato del Poverello. Infine, la Chiesa guarda ai giovani con fiducia e amore. Erano così gli sguardi con cui gli animatori guardavano i ragazzi del campeggio di Polinago, uno sguardo di tenerezza e di accoglienza, come un padre e una madre fa con i suoi figli, dando loro sempre nuove possibilità di realizzarsi. Nei campeggi di un’estate “ricca” abbiamo cercato di consegnare ai ragazzi il volto di una Chiesa che ha la capacità di rallegrarsi per ciò che comincia, con la gioia di chi si alza al mattino come se fosse sempre un nuovo inizio. Nelle varie esperienze di quest’estate abbiamo regalato il volto fraterno di Gesù Cristo, il vero “supereoe”, l’umile saggio profeta di Nazaret, il compagno e l’amico dei giovani, colui che non delude e nelle cui braccia ci si può riposare al riparo dalle tempeste della vita. Nel nome di Cristo – dice il Concilio – noi adulti siamo chiamati a “benedire” i giovani: siamo chiamati a “dire bene” dei giovani perché continuamente Dio Padre “dice bene” di loro.

p.Mauro 3


Il Caterino

LA CELEBRAZIONE DELLA PRIMA COMUNIONE Anche se ormai sono tanti anni che mi occupo del catechismo, ancora una volta seguire i bambini nel loro cammino verso la prima Comunione è stato arricchente. A questo gruppo di bimbi, e cosa più importante ai loro genitori, è stato proposto il cammino secondo le linee del RINNOVAMENTO DELLA CATECHESI: gli adulti sono i protagonisti e a loro primi ci si rivolge affinché possano poi essere di esempio e crescere nel cammino di fede insieme ai propri figli. La famiglia cristiana è infatti “il luogo privilegiato dell’esperienza dell’amore e della trasmissione della fede”, ma “anche i genitori credenti spesso hanno perso

sono entrati in chiesa in processione con accanto mamma e papà: proprio per sottolineare che il percorso di fede si era svolto veramente “insieme”, questo è stato uno dei momenti emozionanti…. Entrambe le volte abbiamo avuto la pioggia, ma tutto si è svolto molto bene, l’agitazione e l’emozione era tanta…i bimbi hanno preso posto nei banchi proprio sotto all’altare disposti a semicerchio, sono stati tutti partecipi alla cerimonia animando i vari momenti della messa, i compagni del catechismo erano seduti nelle prime file per essere veramente “vicini” ai loro amici, ed anche ad ogni genitore era stato riservato il proprio posto. Un altro momento intenso e di raccoglimento è stata la riflessione nella cappella delle suore che Padre Mauro ha condotto prima della messa: i bimbi un po’ timorosi, ma felici facevano tenerezza…lasciavano trasparire la loro gioia per questo importante momento: non li avevo mai visti così attenti e concentrati… Penso di esternare anche le sensazioni delle altre catechiste, dicendo che anche per noi sono stati momenti molto belli: emozione, agitazione, felicità….veramente “in comunione” con Gesù e con la comunità.

la capacità di comunicare la fede: non hanno più parole , perché anche in loro la fede è in stato di dubbio, di crisi o di semplice abitudine”. (Enzo Biemmi IL SECONDO ANNUNCIO) In questo momento in cui la famiglia attraversa tante difficoltà e fatiche, questo progetto dovrebbe perciò essere di aiuto alla famiglia stessa e alla comunità parrocchiale, Gli incontri dei bimbi si sono affiancati a quello mensile dei genitori seguendo quasi sempre gli stessi argomenti: affinché poi a casa gli adulti ne potessero riprendere significati e riflessioni. Nelle due domeniche, 29 aprile e 13 maggio, nelle quali è stata celebrata la messa di Prima Comunione, abbiamo voluto rendere più partecipi i genitori, infatti i bambini

Eugenia raggiunto il Santuario di Boccadirio in circa un’oretta e mezzo: il Santuario si trova nella frazione di Baragazza, nel comune di Castiglione dei Pepoli, in provincia di Bologna, nella zona di confine con la Toscana. Una volta arrivati il cielo era azzurro, una splendida giornata di sole! Dal punto di vista paesaggistico l’esterno del Santuario e` circondato dal verde, naturalisticamente parlando una vera oasi immersa nella natura. Il santuario della Beata Vergine delle Grazie di Boccadirio - o semplicemente santuario di Boccadirio - è un santuario mariano che risale al XVI secolo. Non appena entrati all`interno del grande chiostro del Santuario si percepisce la pace di un ambiente silenzioso e denso di spiritualita`, tipico dei luoghi di pellegrinaggio. Raggiungiamo la Chiesa e prendiamo gli ultimi accordi con il sacerdote al fine di animare la Messa delle 11 con il canto. La Chiesa e` piena di pellegrini, e direi che il nostro intento di coinvolgere l`Assemblea con il canto sia abbastanza riuscito. Dopo la Messa ci viene assegnata una grande stanza con

-Ritiro del Coro di Santa Caterina15 Aprile 2012

Santuario di Boccadirio Per raccontarvi la splendida esperienza del ritiro al Santuario di Boccadirio mi occorre fare un “tuffo” nella spiritualita` e, con piacere, rivivere la splendida giornata. Siamo partiti dalla parrocchia domenica 15 aprile verso le 9 utilizzando sia il pulmino gentilmente prestatoci da Don Sergio che alcune auto. Dal punto di vista metereologico la giornata si presentava grigia e cupa, con qualche goccia di pioggia che iniziava a cadere. Abbiamo

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Il Caterino cucina all`interno del chiostro nella quale pranzare. Ci siamo organizzati in un pranzo conviviale al sacco, ma quello che ne e` uscito e` stato senza dubbio un pranzo luculliano! Ognuno aveva portato qualcosa, ed in breve tempo la tavola si e` riempita di svariate specialita` provenienti da tutta Italia...o quasi! Momenti come questo, finalizzati a conoscersi meglio al di fuori delle consuete prove settimanali, penso servano moltissimo ad accrescere nell`amicizia! Dopo il pranzo abbiamo fatto una breve passeggiata all`esterno del Santuario e scattato qualche foto nell`attesa che ci raggiungesse Padre Mauro, il quale e` arrivato insieme a Patty e Luca, questi ultimi con piacevole sorpresa! Abbiamo raggiunto una sala per un incontro tenuto da Padre Mauro: un salone enorme con al centro un lungo tavolo di legno. Dopo un primo canto iniziale abbiamo riletto e commentato il Vangelo del giorno (Gv 20, 19-31), e recitato insieme i Vespri. Nel Vangelo gli apostoli impauruti sono rinchiusi nel Cenacolo e Gesu` appare loro con le parole “Pace a Voi�. Poi Gesu` parla a Tommaso, il discepolo incredulo e diffidente, ed egli, dopo aver riconosciuto il Signore vivo in mezzo a loro, crede e pronuncia queste parole: “Mio Signore e Mio Dio!�. Beh penso che tutti noi, che quotidianamente ci imbattiamo nella grandezza e nella misericordia del Padre, constatandola con i nostri occhi e vivendola sulla nostra stessa pelle, abbiamo l`importante compito di pronunciare le parole di San Tommaso e raccontare agli altri la nostra esperienza di Cristiani! Nei giorni successivi al ritiro ci siamo scambiati alcune mails con svariate considerazioni personali sulla giornata e qualche commento, al fine di condividere la preziosa esperienza di fede.

A nome del coro ringrazio di cuore Padre Mauro per averci proposto il Santuario di Boccadirio per il nostro ritiro post-Pasquale ed averci guidato in questa preziosa esperienza spirituale e di amicizia!

Silvia

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Il Caterino 19-20 Maggio 2012

Ritiro del

Gruppo Girasoli in preparazione alla S. Cresima

Mentre il giorno di Pentecoste stava per finire, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo, e riempì tutta la casa dove si trovavano. (Atti 2,1-11) Suore Pastorelle, ascolteranno da ora in poi queste parole degli Atti degli Apostoli che vengono lette a Messa il giorno della Solennità di Pentecoste. Certamente molti di loro (catechiste comprese) torneranno ogni volta con la mente a quella notte indimenticabile, la notte in cui la terra ha tremato in Emilia, sorprendendoli nel sonno, proprio mentre si trovavano, come gli Apostoli “tutti insieme nello stesso luogo”... uniti nel nome di Gesù, uniti per meditare sul grande mistero della Sua Resurrezione e a prepararsi a ricevere il dono dello Spirito Santo. Il nostro ritiro si chiamava “Viva la vita”, e questo slogan voleva essere appunto un invito a pensare alla nostra vita illuminata e riscaldata dalla Resurrezione di Gesù, che è stato il più grande TERREMOTO della storia del mondo. Il pomeriggio del 19 Maggio coi ragazzi, armati di tempere e pennelli, abbiamo dipinto 14 grandi quadri che avrebbero poi formato una “Via Lucis”, una celebrazione notturna per meditare la Resurrezione di Gesù. Le immagini rappresentavano altrettanti incontri di Gesù Risorto coi suoi discepoli. La sera dopo cena, con le fiaccole accese in mano, lungo un percorso molto suggestivo da noi allestito nel giardino delle Suore pastorelle, abbiamo camminato pregando, ascoltando, cantando la bellezza e la grandezza della Resurrezione di Gesù, in attesa di celebrare, la domenica successiva in parrocchia, la festa di Pentecoste con la presentazione dei Cresimandi alla Comunità. Nel cuore della notte ci ha sorpresi il terremoto. E’ stato inaspettato, impressionante. Nessuno poteva immaginare una cosa simile!

Forse anche gli Apostoli in quella notte di fuoco, nel cenacolo a Gerusalemme hanno provato un’esperienza del genere. Chissà... Da noi l’unione ha vinto la paura. Gli abbracci hanno vinto le lacrime. La supplica e l’affidamento a Gesù è sgorgata spontanea in molto piccoli e grandi cuori, ma la speranza ha riportato presto i sorrisi sui volti dei ragazzi, e la fiducia dei ragazzi ha donato coraggio anche ai genitori accorsi per abbracciare stretti i loro figli. Dopo la prima grande paura siamo tornati nei nostri letti pensando che fosse finita lì. Non sapevamo ancora che poco lontano da noi, nella Bassa, stava succedendo il finimondo, e non potevamo immaginare che quello non era affatto un episodio isolato da dimenticare nel sonno, ma era piuttosto un tragico inizio destinato a scaravoltare le vite di molte persone. Appena rientrati nei nostri letti ecco la seconda scossa. Il cuore ha ricominciato a battere forte e ognuno da dove si trovava, in realtà molto ordinatamente e senza panico

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Il Caterino (bravissimi tutti!), è scappato fuori, impaurito, smarrito, impressionato. “Ma cosa sta succedendo????” Improvvisamente ognuno di noi, da grande si è sentito piccolo, da forte si è sentito debole, da potente si è scoperto impotente. Questo succede per tutti i terremoti sulla terra. Soltanto una sera di circa 2000 anni fa, a Gerusalemme era successo esattamente l’incontrario: Quel “rombo” inaspettato e improvviso che era lo Spirito Santo, pur abbattendosi gagliardo sui discepoli di Gesù, non li ha affatto terrorizzati, anzi, al contrario, ha cambiato all’istante i loro cuori, tanto che quei discepoli da piccoli che erano sono diventati grandi, da deboli sono diventati forti, da impauriti sono diventati coraggiosissimi. Questa è l’azione dello Spirito Santo nella vita di chiunque sappia accoglierlo con fede. Questo è quello che nel nostro piccolo anche noi abbiamo imparato da quella “nostra” notte in cui un rombo fortissimo ci ha scossi nelle nostre piccole o grandi certezze umane. Abbiamo sentito il desiderio di stare molto vicini, abbiamo cercato rifugio in Gesù, abbiamo trovato un luogo che ci faceva sentire al sicuro, l’unico... la cappellina delle suore con Gesù Eucarestia presente nel tabernacolo. Molti di noi si sono messi a riposare lì, coricati stretti stretti al calduccio dei sacchi a pelo e rassicurati dal calore e dalla forza che mai come quella notte sentivamo provenire dal tabernacolo. Esperienza davvero singolare, indimenticabile. Insieme abbiamo aspettato l’alba e il giorno; insieme abbiamo pregato e ringraziato il Signore della forza che ci ha donato, ma allo stesso tempo lo abbiamo invocato per le vittime di cui minuto per minuto ci giungeva notizia. Nessun ragazzo ha chiesto di tornare a casa. Nessun genitore ha ritirato i propri figli. Di questo noi catechiste vogliamo ringraziare tutti, ad uno

ad uno di cuore per la fiducia che ci hanno dimostrato. Nessuna attività è stata sospesa, e nonostante la stanchezza per la notte e gli shocks vissuti, abbiamo portato a termine il nostro ritiro con la caccia al tesoro al mattino e un coinvolgente incontro sui 7 doni dello Spirito Santo guidato da Suor Elena Bosetti al pomeriggio. Ma il culmine del nostro ritiro è stata naturalmente la S. Messa conclusiva celebrata dal nostro don Sergio che ci ha aiutati a offrire a Gesù con fede e fiducia tutti i timori, le attese, le difficoltà e le gioie di quelle due giornate così particolari e uniche. Purtroppo -lo sappiamo- il terremoto dopo quella notte non si è fermato, ma è continuato con una serie interminabile di scosse che hanno messo a dura prova la saldezza dei nervi di tutti. A noi però piace pensare che ai nostri ragazzi e a noi con loro, sia stata donata in quella notte una forza speciale, una luce che ci ricorderà sempre che il Signore Risorto ci è sempre vicino ed è quindi a Lui che, concludendo il nostro racconto, vogliamo rivolgere la nostra preghiera per noi e per tutti coloro che -così duramente colpiti dal terremoto- non riescono più a vedere la luce e la speranza:

Aiutaci o Signore a non dimenticare mai che in ogni terremoto della vita, Tu ci sei sempre accanto, e attraverso la Tua parola e i Sacramenti troveremo sempre in Te un rifugio sicuro. Amen Le catechiste e gli animatori del gruppo Girasoli


Il Caterino -Campo Estivo Gruppo Giovani 93/94/95-

ROMA 23-29 LUGLIO I “Caterini 93-94-95” hanno vissuto una esperienza estiva molto intensa, offrendo le loro giovani forze al servizio della comunità di S. Egidio a Roma. Ventidue coraggiosi, tra ragazzi e ragazze (con l’aggiunta successiva di Padre Mauro e Ilaria), hanno ricercato Gesù negli ultimi, nei dimenticati, nei senza nome; cercando di dare un piccolo ma prezioso contributo perché S. Egidio potesse continuare a garantire gli abituali servizi di assistenza anche nel periodo estivo. Grosso modo le giornate sono trascorse tra visite turistiche e lavorate che andavano dalla preparazione e distribuzione dei panini ai barboni alla mensa per i poveri, dalla raccolta alimentare al servizio docce. Ma è il caso di lasciare spazio ad alcuni commenti dei diretti protagonisti di questa avventura: Questa esperienza mi ha fatto capire cosa viene fatto e cosa si può fare per aiutare i bisognosi, e vedere tutte quelle persone povere mi ha sensibilizzato nel portare avanti questo tipo di aiuto anche nella mia città, attraverso altri tipi di associazioni e volontariato. SIMONE Roma 2012, che dire, ci sarebbe tanto da dire… Sono stati sette giorni intensi che hanno lasciato il segno in ognuno di noi. Al nostro arrivo siamo stati accolti alla stazione Termini da Padre Gianni, un dehoniano, che ci ha accompagnato a quella che sarebbe stata la nostra dimora romana: l’oratorio della parrocchia “ Cristo Re”, in viale Mazzini. Abbiamo subito conosciuto Marco e Matteo, due membri della comunità che ci hanno spiegato, anche attraverso un filmato, come è nata e di cosa si occupa S. Egidio; stabiliti i nostri servizi nell’arco della settimana, ci siamo messi all’opera nei giorni successivi. E’ stata una occasione di crescita e di confronto: abbiamo avuto modo di relazionarci con persone che hanno veramente bisogno di tanto aiuto ma da cui si ha tanto da imparare. MATTIA In quella che, probabilmente, è la città più bella al mondo il nostro gruppo ha prestato servizio per i più bisognosi, aiutando la comunità di S. Egidio. Tra una visita al Colosseo, una chiesa o una piazza e un gelato per rinfrescarsi un po’, abbiamo svolto diverse attività tutte caratterizzate da forti emozioni. La mensa per i poveri, le docce, la preparazione di più di 1600 panini per la distribuzione serale ai barboni delle diverse stazioni di Roma (a noi è toccata l’Ostiense), la raccolta alimentare e la separazione del vestiario; tutto per i poveri di Roma che, a dirla tutta, sono molti più di quanti se ne possano pensare. Oltre al servizio l’esperienza è stata caratterizzata dalla preghiera, perché senza l’aiuto del Signore né noi né l’intera comunità di S. Egidio sarebbe in grado di portare aiuto. MATTEO

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Il Caterino Conoscere le persone e instaurare una relazione è quello su cui si basa tutta l’opera di S. Egidio. Ogni volontario lavora per gli altri come se stesse aiutando il proprio migliore amico, secondo i dettami del Vangelo. Abbiamo assaporato un nuovo tipo di servizio al prossimo, peculiare di S. Egidio, senza trascurare, però, le bellezze che la capitale offre. Da un monumento all’altro abbiamo ammirato la città al mattino e prestato servizio al pomeriggio. Inutile dire l’effetto che ha avuto su di me questa esperienza: indescrivibile. Lo stile della comunità di S. Egidio deve essere di esempio per una qualunque associazione di volontariato per l’impegno e l’incredibile fede in Cristo che si trova nei volontari. FRANCESCO Estate 2012, destinazione ROMA, la capitale, più di tre milioni di abitanti aspettavano l’arrivo dei Caterini 93-94-95. 24 ragazzi uniti con un solo obiettivo: conquistare Roma e aiutare la comunità di S. Egidio. Ad aspettarci i dehoniani della parrocchia romana “Cristo Re”. Una settimana impegnativa, faticosa, piena di impegni: visitare Roma e aiutare una comunità che aiuta i più poveri è stata una esperienza indimenticabile e da ripetere in futuro. FELIX Devo ammettere che prima di partire ero molto scettico su questa esperienza perché era qualcosa di diverso rispetto a tutto quello che avevo fatto in precedenza. Alla fine, invece, sono stato felice di avervi preso parte perché mi ha proiettato in una realtà del tutto differente da quella, per me, abituale e mi ha permesso di toccare con mano una dura realtà di cui avevo solo sentito parlare. E’ stata una settimana molto impegnativa senza momenti di riposo perché eravamo sempre o in servizio ad aiutare il prossimo oppure a visitare la capitale, però è stata una esperienza unica che credo ci abbia arricchito e abbia lasciato in noi un segno indelebile. MARCO Questa esperienza è stata davvero unica: da un lato faticosa ma dall’altro molto soddisfacente perché ci siamo resi d’aiuto ai volontari della comunità di S. Egidio nell’aiutare i poveri. La distribuzione dei panini alla stazione, lo smistamento dei vestiti a Torbellamonaca, le docce e la mensa serale. Le giornate erano intense, perché oltre al servizio ai poveri giravamo per Roma visitando i principali monumenti e procedendo a piedi e in metropolitana. E’ stata una settimana indimenticabile perché mi ha messo in contatto con una realtà molto dura che prima non conoscevo del tutto. SAMUELE Tra il 23 e il 29 luglio siamo andati a Roma. Anche se inizialmente non ero molto contento di andarci a fare volontariato, ho cambiato idea ed è stata una settimana indimenticabile. Durante questa “vacanza” lavorativa siamo stati al servizio della comunità di S. Egidio, aiutando i senzatetto o persone bisognose. Durante le mattine, sfruttando la metro, siamo riusciti in soli 7 giorni a visitare i principali monumenti di Roma. Da questa stupenda esperienza so che ognuno di noi porterà nel cuore un bellissimo ricordo e spero che in futuro porti molti frutti anche nella nostra realtà. SERA

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Un’estate con Francesco Campeggio estivo del gruppo 96-97 (11-15 Luglio 2012)

Quest’estate i ragazzi del gruppo 96-97 hanno avuto la possibilità di fare un’esperienza nuova, un “nuovo” modo di fare campeggio per loro. E così la mattina dell’11 luglio un simpatico gruppo, composto da 16 ragazzi, 9 animatori (e mezzo) e un prete, si è dato appuntamento davanti alla Chiesa e dopo un piccolo incontro in cui ha iniziato a conoscere quello che per cinque giorni sarebbe diventato un nuovo e speciale compagno di viaggio, San Francesco… tutto pronto per la partenza con destinazione ASSISI! Le giornate sono trascorse velocemente tra camminate sotto un caldo sole estivo, fatica, risate, scherzi, spezzoni del film “Francesco” di Liliana Cavani (che ogni mattina introduceva l’argomento della giornata e ci permetteva di diventare sempre più amici di Francesco), momenti di preghiera e di riflessione e numerose testimonianze. Abbiamo incontrato tante persone che ci hanno aiutato a scoprire o a conoscere meglio la figura di S. Francesco: una suora che abbiamo incontrato a S.Damiano ci ha parlato sia di S.Francesco che di S.Chiara; un simpatico frate

nella piazza dell’Arcivescovado ci ha parlato della conversione di S.Francesco; Suor Santina che siamo andati a trovare a Casa Frate Jacopa (casa vicino a S. Maria degli Angeli, gestita dalle fantastiche suore Alcantarine) ci ha parlato della Carità e del Servizio e infine un frate che abbiamo trovato all’Eremo delle Carceri ci ha parlato della spiritualità di S.Francesco, del suo rapporto con la Fede e dei periodi di solitudine e preghiera presso l’Eremo. Sicuramente quello di quest’anno non è stato il campeggio estivo a cui eravamo abituati, ma ci ha permesso di conoscere meglio il nostro compagno di viaggio spirituale e i nostri reali compagni di viaggio, conciliando divertimento e preghiera e dandoci la possibilità di una pausa spirituale dalla routine quotidiana, accompagnata comunque da una buona dose di allegria e voglia di stare insieme.

I ragazzi del gruppo 96-97, gli Animatori e padre Mauro

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-Campeggio Gruppi post cresima ’98, ’99, 2000Polinago 2012

Il Caterino

“THE AVENGERS”

La mattina del 31 luglio ci siamo trovati davanti alla chiesa; eravamo i gruppi ’98, ’99 e i cresimandi. Dopo il viaggio in pullman siamo arrivati alla meta, Polinago: eravamo tutti emozionati! Il primo gioco è servito per dividerci in squadre che avevano i nomi di 4 supereroi di cui abbiamo sottolineato, nei giorni seguenti, le caratteristiche. Il titolo del nostro campeggio era infatti “THE AVENGERS”, i vendicatori. Da Hulk abbiamo imparato che esiste una rabbia positiva, da Ironman a mettere a frutto la nostra intelligenza e quindi i nostri talenti, da Capitan America che bisogna avere il coraggio anche di far notare agli altri ciò che non ci piace di loro, e da Thor abbiamo imparato l’importanza del sacrificio. Ogni giornata iniziava con le lodi seguite da una bella colazione. Per introdurre il tema della giornata guardavamo un filmato che presentava la caratteristica principale del super eroe e poi su quel tema facevamo giochi e attività. Due giorni abbiamo fatto una camminata, che

nonostante un po’ di fatica ci ha dato molte soddisfazioni. Con noi sono venuti anche la Teresita, Giorgio e la Rosa che ci hanno cucinato squisiti pranzetti; padre Mauro che insieme agli animatori ci ha guidato nel cammino del campeggio. Insieme a loro, come ruolo di guide, sono venute anche le nostre nuove suorine, suor Valsa e suor Jancy. Ci siamo divertiti molto! È stata un esperienza da ricordare!

Francesco G. Martina D. Camilla Giovanni Riccardo

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t s r o e n e Suore... L

Il Caterino

Intervista a Suor Jancy

“Se il Chicco di grano caduta in terra non muore, rimane solo, se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna” [Gv.12;24-25] Sì davvero il chicco di grano ha avuto il coraggio di lasciar morire o perdere la propria vita per dare la nuova vita ad una pianticella di grano. Vorrei presentarmi con una delle tante e bellissime riflessioni fatta da Padre Mauro durante i graziosi giorni del Campeggio a Polinago. Proprio perché questa Parola ha un significato particolare nella mia vita che vi spiegherò avanti. ne totale nel servire i bambini piccoli e i poveri bisognosi. Riguardo a come è nata mia vocazione posso riferirvi anche un’esperienza che mi sta molto a cuore: Mentre ancora stavo facendo la scuola superiore, durante una messa domenicale la lettura del Vangelo era “Chi ama la sua vita la perde e chi odia la sua vita in questo mondo la conserverà per la vita eterna”[Gv.12;25]. Il parroco spiegò bene questo passo del Vangelo nell’omelia portando l’esempio delle suore che consacrano tutta la loro vita per dedicarsi ai poveri e ai bisognosi. E riferì tanti esempi di suore che lavorano in missione. Ecco, questo messaggio biblico mi è rimasto molto impresso. Quest’esperienza mi ha fatto riflettere molto sulla mia vita. Ero così confusa ed indecisa...Ma sono stata fortunata, che ho avuto l’occasione di condividere tutto con una suora che era mia amica. Lei mi ha capita e mi ha consigliato di pregare, e alla fine mi ha dato un libro da leggere che era la biografia di S. Margherita Maria Alacoque, una santa che aveva un amore appassionato per il cuore amatissimo di Gesù. Questa è stata la prima biografia che ho letto. Anche questa lettura mi ha fatto riflettere di più sulla mia vita personale. E poi ogni tanto anche durante gli studi, mi trovavo sola e mi piaceva stare sola. Gli amici a volte mi prendevano in giro. Anche per questo tenevo tutto per me e non dicevo niente a loro. Mentre ero in questo cammino di riflessione sulla mia vita sapevo di una mia vicina di casa che era già entrata nel convento delle Ancelle Francescane del Buon Pastore. I suoi genitori andavano a trovarla, e una volta mi hanno portata da lei. Così ho avuto la possibilità di conoscere le suore e come vivevano. Ho ascoltato con attenzione il racconto della loro vita, della loro vocazione ed esperienza missionaria… e tutto questo mi è piaciuto. Dopo mi hanno invitato a fare un esperienza di un campo vocazionale. Dall’esperienza che ho fatto con quelle suore mi è piaciuto il carisma delle Ancelle Francescane del Buon Pastore ed ho scelto questo istituto, dove ho fatto il mio discernimento vocazionale. Dico Grazie a Gesù Buon Pastore che mi ha scelta per entrare in questa congregazione. Dico

Quando e dove sei nata? Sono Sr.Jancy, sono nata il 10 dicembre del 1967. Sono nata in un villaggio di Kerala che si trova nella parte sud dell’India. Parlaci della tua famiglia Nella mia famiglia eravamo in 6, i miei genitori e quattro figli; di cui un maschio e tre femmine. Mio padre è morto quand’eravamo ancora piccoli. Mia madre che è una santa donna, e lo credo davvero, ha faticato tanto per noi, per crescerci. Sì, certamente l’aiuto dei parenti l’ha sostenuta, però ha sofferto tanto per noi. Ed ora lei sta con mio fratello a casa, e sta pregando ogni giorno per noi. Il mio unico fratello che è il più grande, è sposato e ha due figli; un maschio che ha 26 anni e una femmina che ha 21 anni. La mia sorella maggiore, purtroppo è morta a 22 anni con la leucemia, mentre stavo facendo il noviziato. Sono sicura che intercede per noi presso il Signore. Mia sorella più piccola, è suora come me e appartiene nella congregazione delle Suore di S.Chiara d’Assisi. Ora mia sorella sta a Pisa, sta facendo l’apostolato in una scuola materna del proprio istituto. E infine ci sono io che sto in mezzo a voi da 10 giugno del 2012. Come e quando è nata la tua vocazione? Parlando della mia vocazione, non saprei dire di preciso quando è nata . So che da piccola mi piacevano le suore, e il frequentare continuamente le suore della mia parrocchia e condividere tante cose con loro ha avuto un’influenza determinante nella mia vita. Un evento particolarmente significativo nella mia vita è stato poi un incontro con Madre Teresa di Calcutta, che era venuta nel Kerala per un incontro pubblico che si teneva vicino alla scuola in cui studiavo. Mi sembra di aver avuto 12/13anni a quell’epoca, mi è rimasta impressa la sua statura, era molto piccola, inoltre mi ha colpito come parlava di Gesù, la sua semplicità nel vivere, e la sua dedizio-

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Il Caterino

Grazie ai miei superiori, Grazie alle mie maestre a tutte le persone che mi hanno aiutata ed ancora mi stanno aiutando nel mio cammino nella vita religiosa. Sono veramente contenta della mia scelta vocazionale!

che ho sperimentato che è una parrocchia piena di vita per i suoi tanti GIOVANI; giovani adolescenti, giovani giovani, giovani adulti e meno giovani, che contribuiscono facendo del loro meglio per il bene della parrocchia. Anche Don Sergio che è il Parroco, -non conta la sua etàha un cuore giovanile che entusiasma tutti. E dove lui non riesce ad arrivare di persona c’è Padre Mauro, che è vice Parroco, che completa i suoi impegni perfettamente. Questo l’ho sperimentato nel campeggio di Polinago. È stata un’esperienza molto positiva per noi che veniamo da un altro paese; abbiamo avuto la possibilità di conoscere meglio i ragazzi, di sentirli più vicini, di andare vicino a loro e di parlare con loro. Adesso sentiamo che noi suore siamo accolte ancora di più, anche dai giovani. Mi sono trovata bene subito in questa parrocchia, ma ora sinceramente posso dire che, dopo l’esperienza del campeggio mi trovo bene più di prima. Grazie a Don Serio, a Padre Mauro e agli animatori che ci hanno offerto questa possibilità.

Sr Jancy, quali studi hai fatto? Al di là dei studi che si riferivano ad una formazione religiosa continua, mi è stata offerta la possibilità di studiare all’università. Subito dopo la mia prima professione religiosa sono arrivata a Roma e qualche mese dopo ho cominciato i miei studi alla ‘Pontificia Università dell’Auxilium’, dove mi sono laureata in ‘Pedagogia in Scienze dell’educazione’. Dopo di che ho fatto un’esperienza nella formazione iniziale delle ragazze, sia in Italia che in India. Ultimamente in India ho preso il Baccellierato come insegnante di sostegno e ho lavorato due anni con i disabili. È stata un’esperienza particolare ed interessante. Eri mai stata in Italia Prima? Dove? Sono Stata in Italia dal 1989 al1999, quasi 10 anni. Un anno sono stata in Calabria. E poi per quasi 9 anni sono stata a Roma.

C’è qualcosa che vorresti dire ai parrocchiani di S.Caterina? Non saprei cosa dire ai parrocchiani. Vorrei dire solo complimenti per questa grande collaborazione che state facendo. È un grande esempio per le nuove generazione che vengono. E grazie per la grande accoglienza e la dedizione che avete per noi suore e per tutti quelli che vengono dal nostro ambiente parrocchiale. Grazie! Vorrei concludere… Affidandomi nella grazia di Dio, sicuramente con il vostro aiuto, farò del mio meglio per dare il messaggio della vita vera agli altri. Grazie per quest’occasione

Ti piace l’Italia? Cosa pensi del nostro paese? Che cosa ti colpisce di più? Si che mi piace l’Italia! L’ Italia è bella, ha un modo di vivere ben organizzato e controllato. La cosa che mi colpisce di più in Italia è la generosità e la semplicità della gente, in particolare la disponibilità ad aiutare le persone anche se non si conoscono. Che cosa pensi della nostra parrocchia ? Ti trovi bene? Se parlo della parrocchia di S.Caterina, posso dire da ciò

Polinago 2012: Campeggio dei ragazzi delle medie

lità di conoscere di più i ragazzi.

Intervista a Suor Valsa

Hai trovato della difficoltà ? No. Nessuna difficoltà

Sr Valsa, vi siete trovate bene in campeggio coi ragazzi? Si, ci siamo trovate bene, è stata un’esperienza molto bella e inaspettata. E’ stata una nuova esperienza, ci siamo arricchite a stare con ragazzi così entusiasti e fantastici! Abbiamo sperimentato che siamo state ben accolte sia dal gruppo dei campeggianti, che, in modo speciale, da Padre Mauro e dagli animatori. Che cosa ti è piaciuto di più ? Mi è piaciuto come sono state organizzate le giornate, mi è piaciuto il tema di ogni giorno, molto adatto per ragazzi di quell’età e accompagnato da riflessioni, giochi e passeggiate. E’ stato un camminare insieme spiritualmente con la S.Messa, con le preghiere del mattino e della sera, con le riflessioni personali e soprattutto con la confessione proprio nella giornata del “Perdono d’Assisi”. La casa è stata un ambiente di famiglia per il mangiare insieme il cibo gustoso e per la condivisione dei servizi. Una cosa per noi molto importante è l’aver avuto la possibi-

Sr.Jansi

Che cosa vorresti dire ai ragazzi che erano in campeggio? Ai ragazzi vorrei dire questo: il campeggio è stato come il cammino della nostra vita. Questo tipo di esperienza ci aiuta a crescere insieme conoscendo gli altri, e così ci troviamo a vivere nell’amicizia. Questo tipo di amicizia ci rimane per la vita. Nella vita l’esperienza è la migliore maestra. Questo tipo d’esperienza, lo stare insieme, ci insegna tante cose: - Ci insegna ad accogliere la bellezza della diversità: diversità della famiglia, del carattere, delle idee ecc. - Anche se qualche volta abbiamo sperimentato la difficoltà di trovare l’acqua, questa esperienza ci ha fatto capire il valore della sete nella vita quotidiana. - Ci insegna il senso del sacrificio - Ci fa capire l’ importanza del donare ai più bisognosi.

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Il Caterino E che cosa vorresti dire agli animatori? Gli animatori sono stati molti bravi. Avevano un senso di responsabilità nello stare sempre con i ragazzi, che non è facile da trovare, hanno mostrato tanta pazienza, calma, tranquillità. Quando qualche ragazzo poneva loro delle domande, loro spiegavano tutto con molta calma. Erano tutti impegnati con molta responsabilità col tema del giorno, nell’organizzare delle giornate impegnative con giochi ed anche con le varie attività. A loro vorrei dire: “Siete stati molto bravi!”. Concludendo vorrei ringraziare a Don Sergio che ci ha dato possibilità di partecipare a questo campeggio. Un Grazie particolare a Padre Mauro e agli animatori, perché davvero ci siamo trovate bene. Grazie…

Sr.Valsa Campeggio Madonnina - Santa Caterina 19-25 Agosto

Comunità di Campodarco

Alcuni giovani di Santa Caterina quest’anno si sono uniti a quelli della Madonnina per condividere un’esperienza di volontariato dal 19 al 25 agosto a Capodarco di Fermo nelle Marche. Il campo di servizio prevedeva diverse tipologie di comunità alle quali aderire : la comunità dei disabili psichiatrici (San Girolamo), la comunità che accoglie minori e ragazze in difficoltà (Sant’Anna), la comunità dei disabili psico-fisici e sensoriali (Sant’Andrea), la comunità di recupero per tossicodipendenti (Arcobaleno). Eravamo in 10 accompagnati da Don Mattia e suor Silvia e ci siamo divisi in gruppetti nelle varie comunità. La nostra giornata tipo iniziava alle 7 con la sveglia, poi lodi, colazione e alle 9 ogni gruppetto partiva verso la comunità dove prestava servizio, rimanendo lì anche a pranzo e tornando alle 15 a Capodarco. Essendoci confrontati con una bella condivisione finale, è emerso che tutti noi ci siamo sentiti utili e accolti nelle varie comunità scelte e che la nostra esperienza ci ha fatto fare i conti con i nostri limiti e ce li ha fatti superare almeno in parte. Le realtà da noi viste sono state diverse, ma tutte con un filo comune : sentirsi in una grande famiglia! Con difficoltà e determinazione abbiamo conosciuto realtà delle quali sapevamo ben poco. Ognuno di noi ha lasciato un pezzettino di cuore al San Girolamo, al Sant’Anna, al Sant’Andrea e all’ Arcobaleno. Fondamenta della nostra esperienza è stata la comunità di Capodarco dove abbiamo incontrato un’altra tipologia di servizio: oltre all’apparecchiare-sparecchiare, dare una mano in cucina, travasare le piante, spolverare con latte e acqua le foglie, l’attività più produttiva è stata

quella di relazionarsi con persone uguali a noi con un’unica differenza, in carrozzina. La diversità è sempre un ostacolo nelle relazioni, vuoi per paura, per insicurezza, per troppa sensibilità, eppure a Capodarco non c’erano blocchi. Si parlava, scherzava, giocava al karaoke tutti insieme e non si badava al fatto che io ero in piedi e loro in carrozzina. I pregiudizi e i limiti mentali svaniscono quando ti trovi di fronte persone splendide che ti accolgono mostrandoti nella loro semplicità quello che sono: PERSONE COME NOI solo un pò meno fortunate perchè hanno bisogno di una carrozzina per spostarsi. La comunità di Capodarco è la casa-famiglia che ci ha accolto con le 60 persone in carrozzina ricche di energia, grinta, vitalità e simpatia! Oltre all’alloggio e alle cene ci offriva un panorama stupendo sul mare e soprattutto un calore familiare impagabile! Tutti noi ci siamo sentiti davvero “a casa”, accolti, ben accetti da tutti coloro che abitano e lavorano nella comunità di Capodarco. Abbiamo avuto un incontro con Don Franco, fondatore della comunità e altri 2 incontri di testimonianza di coloro che hanno scelto di vivere nella comunità. L’energia che trapela dagli sguardi che abbiamo ricevuto, dalle parole che abbiamo ascoltato e dai gesti che abbiamo visto ci ha riempito il cuore di vitalità. Una carrozzina non impedisce di realizzare i propri sogni, non fa tacere le idee, non sotterra la propria personalità!

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Anna


Il Caterino -REDAGNO 2012-

Un incontro che lascia il segno Un evento speciale ha interessato quest’anno il campeggio delle famiglie di Redagno, e cioè l’incontro con un ragazzino di 12 anni allontanatosi dalla Fede. Durante la prima gita lunga di Redagno, sulla vetta del Corno Nero, io e altri tre ragazzi del post-Cresima insieme a Daniele Ferraguti, abbiamo chiesto a un ragazzino di farci una foto davanti alla croce della vetta. Dopo quattro chiacchiere e qualche risata insieme, poco prima di scendere dal monte, gli abbiamo proposto di pregare assieme a noi. Vedendo il ragazzino un po’dubbioso, dopo la preghiera, gli abbiamo chiesto se lui era credente, e lui ci ha risposto che aveva ricevuto sì un’educazione cristiana ma in quel momento della sua vita era staccato e diffidente dalla Fede. A quel punto Qualcosa, penso la Divina Provvidenza, ci ha subito spinto a incoraggiarlo nel cercare la Fede e a riavvicinarsi alla Chiesa e a Dio. Poco dopo, presa la strada del ritorno abbiamo incontrato suo nonno, il quale dopo aver sentito l’invito nostro ad andare a Messa la domenica, è saltato su come una molla, quasi incredulo di una cosa simile, affermando che lui e sua moglie provano in ogni modo a convincerlo ad andare a Messa e ad avere Fede, ma lui, a causa dei suoi problemi familiari è come arrabbiato con Dio. Questo secondo pezzettino, in realtà, ci è stato raccontato dalla nonna che ci è venuta incontro, appena arrivati giù dal monte; era piena di gioia e ha cominciato a lodare noi e il nostro operato, al punto che anche noi siamo rimasti stupiti, perchè non pensavamo che un nostro gesto così piccolo avesse potuto dare tanto a un ragazzino e ai suoi nonni, disperati dal divorzio dei 2 genitori. Sembrava quasi che stessero aspettando tutto ciò da tempo, ci guardavano come fossimo angeli arrivati in loro soccorso, tanto che il nonno dalla cima del monte aveva telefonato alla nonna raccontandole dell’incontro. La

nonna, come ho detto, ci stava aspettando, capite?! Il nonno non poteva permettersi di far perdere l’incontro con noi a sua moglie, l’incontro con cinque normalissimi ragazzi che, senza rendersene conto con poche semplici parole hanno dato a quel ragazzino una luce negli occhi e una nuova speranza che ormai né lui né i suoi nonni vedevano più da tempo. Pensare all’espressione e all’entusiasmo di quel ragazzino mi fa capire quanto in realtà un semplicissimo gesto possa cambiare forse addirittura la vita a un ragazzo di 12 anni e ai suoi nonni in difficoltà, e questo mi ha fatto anzi ci ha fatto capire una cosa, una cosa che vogliamo dire alla comunità. Nonostante la nostra giovane età vi diciamo umilmente: ”Non perdete neanche un occasione per diffondere la Parola di Dio; ogni ai nostri occhi semplicissimo gesto o parola può cambiare la vita a delle persone! Può farle riavvicinare a Dio e alla fede, e può dare gioia a voi e farvi sentire molto più potenti e capaci nel diffondere il bene”. Il giorno dopo li abbiamo rincontrati alla Messa al Santuario di Pietralba, ci siamo scambiati i numeri e gli indirizzi e loro ci sono poi venuti a trovare a Redagno. Hanno passato il pomeriggio con noi, un pomeriggio davvero molto piacevole e liberante per quel ragazzino vittima di uno dei tanti ormai purtroppo comuni divorzi familiari, e così bisognoso di un punto di riferimento e di un po’ di affetto che ha trovato in noi ragazzi e in tutta la nostra comunità. Ps: L’incontro è avvenuto il giorno 14 Agosto, festa di San Massimiliano Kolbe...e quel ragazzino, sapete come si chiama? Il suo nome è MASSIMILIANO.... quindi non penso sia stato solo un caso! Voi cosa ne dite?!?

Simone Radicia

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Il Caterino

la Ricetta del Mese -di Cristina e Valentina-

CUPCAKES CON FRAGOLE dosi per 12 cupcakes

Procedimento: Foderate uno stampo da muffins con i pirottini di carta.

Per l’ impasto:

Mettete tutti gli ingredienti in una ciotola e lavorateli con

150g di burro ammorbidito

150g di zucchero

175g di farina autolievitante

3 uova

1 cucchiaino di essenza di vaniglia o la polpa di

uno sbattitore elettrico per 2 minuti finchè il composto non diventa soffice e cremoso. Suddividete l’ impasto nei pirottini (un cucchiaio abbondante per pirottino) e cuocete a 180°c per 15-20 minuti. Una volta raffreddati fate un incisione sulla parte superio-

mezza bacca

re del cupcakes e levate un po’ di impasto in modo da fare

Fragole q.b.

Per la glassa:

q.b. di succo di limone

125g di zucchero a velo

spazio alla fragola. Ricoprite la fragola con l’ impasto che avete tolto in precedenza. Preparate la glassa mescolando lo zucchero con il succo del limone; il composto non deve risultare troppo liquido. Mettete un cucchiaino di glassa su ogni cupcakes.

Sei interessato a ViolaVaniglia e vuoi sapere qualcosa in più? Visita il sito: http://violavaniglia.blogspot.it/ oppure manda una mail a: violavaniglia@gmail.com

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redazione.caterino@gmail.com 16


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