caterino_sagra_2011

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…l’onda di fede, di gioia e di entusiasmo dei nostri gio-

vani pellegrini a Madrid si sono riversati nella nostra comunità. Il campeggio delle nostre famiglie a Redagno nel Trentino, combaciava proprio con i giorni della GMG, quindi i messaggi che ci venivano inviati dai nostri giovani erano un aggiornamento prezioso e una comunione continua. Ricordo che nella giornata di sabato in cui venne un piccolo nubifragio alla presenza del Papa, i nostri giovani, anche loro madidi di pioggia, ebbero la forza d’intonare un inno a cui tutta la piazza rispose trasformando in pioggia un momento di difficoltà. La catechesi del Vescovo di Parma, Enrico Solmi, ai nostri giovani “La Croce albero della Vita”, è per la nostra parrocchia il fulcro della nostra Sagra (ultracentenaria) dedicata a Gesù Crocifisso. Riporto le parole del Vescovo Solmi: “ Mi sono reso conto di essere davvero felice solo se rimango attaccato a Lui, radicato il Lui. Lui offre una strada verso una gioia che nemmeno ci immaginiamo! La croce non è un legno secco che non può germogliare o dare frutti, al contrario

è l’albero della Vita, germoglia, è la radice di un mondo nuovo nel quale siamo nati. La speranza passa da una ferita: il costato trafitto di Cristo è come una fessura che fa vedere chi è Dio, il suo Amore per noi. È come quando in montagna da uno spiraglio tra la nebbia, o le nuvole, posso vedere il panorama che si schiude in modo sorprendente. In quella ferita al cuore di suo Figlio, Dio si fa conoscere e noi lo conosciamo come Amore totale che da se stesso e non trattiene alcunché per se stesso”. Ora termino questa lettera, ringrazio il Vescovo Mons. Solmi che ci ha fatto riflettere sul Cristo Crocifisso e Risorto. Desidererei che ci fermassimo a meditare il Cristo Crocifisso nella nostra chiesa parrocchiale, opera dello scultore Marino Quartieri che il Vescovo Mons. Foresti ha benedetto; e in più soffermarci a riflettere la parola “AMORE” che i nostri catechisti hanno posto sotto il grande Crocifisso.

Don Sergio

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Una ragazza di 18 anni scriveva così ad un giornale: <<Sento giusto autodenunciarmi: sto diventando insensibile. Sono una diciottenne che si dice curiosa, ma è molto ignorante. Non ho mai provato molto interesse nel guardare i telegiornali. Mi ha colpita però una cosa del mio atteggiamento: davanti a tanti orrori (omicidi, suicidi, violenza, guerre…) non mi sento scuotere . Sono assuefatta alla violenza che mi rimbomba negli occhi e nelle orecchie , ma mi reputo una persona sensibile. Com’è allora che mi fa più paura pensare ad un prelievo del sangue che alla tragedia di una moglie che perde un figlio o ad un ragazzo della mia età che si suicida? >>. Quello che questa ragazza denuncia è probabilmente un senso di apparente distacco che i giovani hanno nei confronti del dolore e della vita: eppure paradossalmente il volontariato giovanile sembra in crescita. Perché allora questa apparente “insensibilità”? Penso che l’accento si debba mettere sul capire fino in fondo se i giovani sono “innamorati” oggi della vita così come è, senza false illusioni né in senso positivo né in senso negativo. Ritengo che probabilmente ai nostri ragazzi nessuno più parla della vita in modo vero e leale, come un’esperienza bella e impegnativa, ricca di eventi, ma lunga da percorrere e piena di fatica e di delusioni, da scoprire giorno per giorno e da vivere con l’impegno necessario. Diceva una scrittrice: <<Con gli anni la vita diventa non diventa più facile, ma può diventare più grande e più bella >>. L’età giovanile è per definizione l’età delle grandi aspettative, in cui le speranze sgorgano naturali come il respiro. Ma è anche la fatidica età della linea d’ombra, segnata da quella fragilità che rende talora insostenibile la prospettiva dell’assunzione di responsabilità proprie di ogni uomo e donna, avvertite come un peso schiacciante. Scrive il monaco di Bose Enzo Bianchi che <<i luoghi comuni sui giovani ormai si sprecano…Oggi si sente continuamente parlare di giovani, del loro “non essere più come quelli di una volta” delle loro attese e delle loro frustrazioni, del loro futuro…Si sente ripetere che “i giovani sono il futuro della società (o della Chiesa)”, senza rendersi conto che questa affermazione, da un lato, tende a marginalizzarli dal presente e a ignorare che in realtà essi sono già “una parte del presente” della

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società, mentre dall’altro ignora pericolosamente il dato che più affligge oggi chi ha tra i venti e i trent’anni: la mancanza di speranza nel futuro>>. Colpisce vedere quanto i ragazzi oggi si sentano soli e quanto siano pieni di paure…Eppure se affidiamo a loro qualcosa di impegnativo subito essi rispondono con generosità….L’esperienza del campeggio di Redagno e l’evento unico della Giornata mondiale della Gioventù di Granada-Madrid ne sono un’ampia dimostrazione. Queste due esperienze estive con i giovani della nostra parrocchia mi hanno fatto cogliere un volto bello dei nostri ragazzi: se gli stati d’animo sono sempre alquanto imprevedibili, c’è una carica e un’energia “esplosiva” che non si rassegna all’ineluttabile, ma impegna a volere cambiare quel pezzo di mondo nel quale si vive…quartiere e comunità parrocchiale… Dio opera il miracolo della vita nel cuore dei nostri giovani e li chiama al cambiamento! Qualcuno ha paragonato la vita ad uno “spettacolo” in cui ognuno è chiamato a recitare bene la sua parte… Non importa se sia una parte da comparsa o da protagonista. Nemmeno se l’azione è di poco conto e le battute sono troppo brevi. Quello che conta è non voler uscire di scena prima della propria ora, ma essere degni della parte che è stata assegnata. In questo inizio di nuovo anno, credo che la vita che noi adulti consegniamo ai nostri giovani si debba vivere “a occhi aperti” come uno “spettacolo” che ci stupisce ogni giorno e come la vita “a occhi chiusi” è un miracolo che ci commuove ogni ora. Tutti, in particolare i giovani, custodiscono nel più profondo del cuore un germe di miracolo. Diceva lo scrittore R: Bach: <<Non dar retta ai tuoi occhi e non credere a quello che vedi . Gli occhi vedono solo ciò che è limitato. Guarda con il tuo intelletto, e scopri quello che conosci già, allora imparerai come si vive>>. Stiamo attenti al miracolo che il Signore sta compiendo dentro il cuore dei nostri giovani!!!!


Carissime suore del preziosissimo sangue, amichevolmente dette preziosine, sono già passati 50 anni dal momento che siete state chiamate a prestare il vostro servizio presso la nostra parrocchia di S.CATERINA. era una parrocchia giovane,che insieme ad un giovane parroco iniziava a crescere. Cosa dire: GRAZIE…… In tutti questi anni il vostro è stato un servizio totale. Prima di tutto all’asilo, che molti di noi hanno frequentato e dove abbiamo imparato a muovere i primi passi nell’educazione e nella fede, continuando poi con il catechismo. Non possiamo dimenticare i campeggi; veri e propri traslochi perché nulla poteva essere lasciato a casa, tutto poteva essere utile. Poi è nata la casa “della gioia e del sole”, e anche in quel contesto non avete fatto mancare il vostro contributo, anzi gli anziani e non, vi aspettavano con amore per poter pregare con voi.

Anche i momenti di grande lavoro, ma anche di festa , come ad esempio la sagra, ci hanno visto lavorare insieme, fianco a fianco e fatto godere della vostra presenza. Per ultimo, ma per questo non meno importante, anzi, il vostro servizio alla parrocchia, alla chiesa, agli ammalati, a chiunque vi si avvicinasse per cercare una parola di conforto, di amicizia, di fraternità. Anche i tanti sacerdoti che sono passati per S.CATERINA, non possono che ricordare tutto il bene ricevuto delle preziosine. Avremmo voluto citarvi e ringraziarvi una per una, compreso quelle che ci hanno preceduto in paradiso. Potevamo scrivere per ore, perché tanto siete state per ognuno di noi,e conserviamo ricordi che custodiremo gelosamente nel nostro cuore. Vi diciamo ancora grazie. Portatelo con voi e condividetelo con tutte. Non vi dimenticheremo.

CINQUANT’ANNI DOPO ….. di un parrocchiano Chissà se c’è qualcuno alla Crocetta che conosce la vera origine della presenza della comunità delle Suore del Preziosissimo Sangue nella Parrocchia del SS.Crocifisso! Tutti potrebbero rispondere: “Certo, le suore del Preziosissimo Sangue arrivarono alla Crocetta nell’anno in cui venne inaugurato l’Asilo Parrocchiale, cioè nel 1961”. E’ vero, ma come mai proprio le Suore del Preziosissimo Sangue di Gesù furono scelte per questa missione? Come mai proprio loro e non altre? La vera origine di questa scelta risale all’Anno Santo 1950, anno in cui don Sergio Mantovani, giovane e promettente seminarista, pronto ad affrontare a piedi un pellegrinaggio verso Roma, fu colpito da una malattia per la quale si rese necessario un ricovero in casa di cura Domenichini. In questa casa di cura prestava la propria opera Suor Emilia, dalla quale don Sergio rimase

colpito per la grande disponibilità e pazienza dimostrata nei suoi confronti durante tutto il periodo in cui rimase ricoverato. Fu così che don Sergio decise che, nel caso in cui si fosse prospettata la necessità di Suore nella Parrocchia presso la quale avrebbe svolto il proprio apostolato, la scelta sarebbe ricaduta sulle Suore del Preziosissimo Sangue, tanto umili e disponibili. Quattro anni dopo don Sergio, Assistente del Centro Sportivo Italiano, divenne per un breve periodo, segretario di Mons. Montini (futuro Papa Paolo VI) segretario del Papa Pio XII; in quell’occasione gli chiese se in caso di bisogno avesse potuto contare sul suo aiuto. Mons. Montini diede a don Sergio la propria disponibilità, rassicurandolo. Così don Sergio che dal 1959 era divenuto Cappellano nella Parrocchia del SS. Crocifisso, dà inizio ai lavori per la realizzazione, a tempo di record, dell’asilo parrocchiale. Nel 1961, essendo ormai (Continua a pagina 5)

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prossima l’apertura si recò a Milano dal Cardinale Arcivescovo Montini per chiedere di poter avere una comunità di Suore del Preziosissimo Sangue nell’asilo della Crocetta. La richiesta di don Sergio era oltremodo ardimentosa anche perché in quel periodo il ”Mognalium”, ossia il sacerdote responsabile di tutte le Congregazioni di suore della Diocesi di Milano, aveva impartito disposizioni affinché più nessuna suora di qualunque congregazione milanese potesse prestare la propria azione pastorale al di fuori del territorio diocesano. Ciò nonostante don Sergio non s’arrese nella sua intenzione e memore della promessa ricevuta dal Cardinal Montini nel 1954 gli chiese un appuntamento. In sala d’attesa don Sergio si trovò con un altro Parroco che, ad insaputa di entrambi, avrebbe giocato un ruolo fondamentale sull’aspirazione di don Sergio. Il Parroco ignoto fu ricevuto per primo e il suo incontro ebbe durata molto breve. Fu quindi la volta di don Sergio. Il Cardinale lo accolse con estrema affabilità e gli chiese di esporre il suo problema. Sentitane la sostanza, quasi non gli fece terminare il discorso e gli disse: “Guarda don Sergio, il sacerdote che hai visto uscire è venuto a chiedermi di togliere la comunità di Suore dalla sua Parrocchia, tu fai una richiesta al momento giusto e, anche se esistono in tal senso disposizioni contrarie io esaudisco il tuo desiderio; avrai le suore del Preziosissimo Sangue nella tua Parrocchia”. Fu così che il 26 Maggio 1961 le prime quattro Suore del Preziosissimo Sangue: Suor Rosetta Colombo Superiora, Suor Chiara Cappellini, Suor Costantina Savioni e Suor Clementina Casiraghi, accompagnate dalla Rev.da Madre Generale, Suor Gabriella Barale, giunsero alla Crocetta.

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L’accoglienza della popolazione fu entusiasta; si legge dalle cronache della comunità delle Suore: “La popolazione ci attende con gioia, le campane suonano, la chiesa è addobbata a festa, si canta, si prega, tutti dimostrano grande gioia perché finalmente le suore sono con loro: noi siamo commosse di questa manifestazione e ci colpisce moltissimo il canto del Te Deum innalzato in ringraziamento perché Dio ha esaudito il loro desiderio. Questo ci fa riflettere per impegnarci ad essere una vera testimonianza di Carità, Amore verso tutti ed aumenta in noi l’entusiasmo di donarci senza esitazione”. A questi sentimenti, unitamente alla continua preghiera, la comunità di Suore del Preziosissimo Sangue ha sempre attinto divenendo essa stessa protagonista attiva e testimone privilegiata del cammino di Fede che la nostra Parrocchia ha cercato di compiere. Non c’è persona, giovane o adulta che sia del nostro quartiere, che non leghi alle “Suore” un ricordo o un fatto della propria vita. Questo a riprova dell’impegno profuso con immensa dedizione nella loro azione di apostolato non fatto di grandi gesti, ma di una presenza continua, discreta, importante nelle azioni quotidiane. Così l’azione pastorale delle Suore si è sì manifestata principalmente nella conduzione della scuola materna, ma allo stesso tempo non si possono dimenticare l’impegno per il catechismo, il servizio e la disponibilità per ogni iniziativa attuata in Parrocchia, gli innumerevoli campeggi cui hanno partecipato e da ultimo, in ordine di tempo, la preziosa presenza nella Casa della Gioia e del Sole. Ed è per tutto questo che esprimiamo a tutte le Suore che hanno vissuto nella nostra Parrocchia un sincero quanto affettuoso ringraziamento!


You can’ t go back home from serbia (NON si può tornare a casa dalla Serbia) E chi se lo sarebbe mai immaginato di tornare a casa in lacrime? Io no di certo, ma neanche Francesco, né tantomeno Matteo, che ha passato il suo diciottesimo compleanno in una macchina! Neanche lui si sarebbe mai immaginato di uscire dalla frontiera dicendo: “Questo è stato il compleanno più bello della mia vita” ! Noi credevamo di entrare e uscire da quel villaggio in Serbia senza radicali cambiamenti, ma così non è stato, anzi credo che questa sia stata l’esperienza più bella della nostra vita, e credo che lo sarà ancora per molto tempo, perché noi lì ci torneremo, a costo di andarci a piedi. Alle 5 di un venerdì mattina, (dopo aver conosciuto l’altra famiglia che insieme alla famiglia Garuti va a Novi Sad da moltissimi anni), siamo partiti alla volta di un villaggio a Camenica, in provincia di Novi Sad. Dopo 11 lunghe ore di viaggio in cui abbiamo vagato nella fantasia per costruirci una immagine di quel villaggio di ragazzi e bambini che pensavamo abbandonati o con situazioni disastrose alle spalle, siamo finalmente giunti a destinazione, e lì abbiamo scoperto che l’immagine che ci eravamo fatti era totalmente sbagliata! Quel posto era bellissimo e grande, 13 casette abitate da circa 12 persone l’una, era davvero magnifico, completamente immerso nella natura a pochi passi dal Danubio! Sì, era davvero meraviglioso, al punto che io mi sono subito chiesto: “ma che problemi possono mai avere questi bambini in un posto così?” Appena arrivati abbiamo conosciuto un ragazzo di nome Mile con cui avevamo avuto contatti per facebook. Mile era l’organizzatore di un megatorneo di calcetto composto da circa 8 squadre che abbiamo cominciato il giorno dopo, ma di questo parlerò successivamente. Prima voglio che sappiate com’ è stato il primo impatto con questa nuova realtà: subito io mi sono lanciato con un inglese misto al dialetto modenese e all’italiano, cosa che mi ha fatto capire che forse dovrei mettermi a studiare anche quella materia, mentre Francesco e Matteo che da adesso in poi chiamerò Checco e Matte sono partiti un po’

timidamente, ma successivamente alla conoscenza di questo ragazzo abbiamo conosciuto i bambini, e li è successo l’inverso, cioè Matte e Checco si sono buttati mentre io ho cominciato a sentirmi un po’ in difficoltà, non mi sembrava il mio posto, mi sentivo spaesato….. tutti quei bambini che venivano lì, ti guardavano e con gli occhi ti dicevano: “Oh ti prego, abbracciami perché io non ho nessuno” non mi facevano stare bene, infatti ho passato le 7 ore precedenti al sonno un po’ imbronciato e pensieroso, mentre Matte e Checco non so come ma sembravano abbastanza a loro agio. Il giorno dopo, la luce del sole e la confusione che facevo ci ha fatti svegliare tutti e tre, con l’aiuto di Paolo che mooooolto dolcemente è entrato in camera con le nostre divise da calcetto e noi ci siamo vestiti, abbiamo mangiato e siamo andati a prenderne tante, ma tante……! E non c’è da chiedersi il perché, visto che quelli sono ragazzi che adorano il calcio e giocano sempre a quello, poi mancava la nostra punta di diamante che era Checco e avevamo un portiere molto scarso cioè io, e Paolo, Pier e Matte che facevano il possibile per rendere meno umiliante possibile la sconfitta. Poi, dopo un sostanzioso pranzo abbiamo passato il resto delle giornata con i ragazzi e i bambini, e lì anche io sono uscito dal mio guscio e mi sono lanciato insieme a Matte e Checco in un rapporto di amicizia con 2 ragazzi e soprattutto con tutti quei bellissimi bambini che non si stac(Continua a pagina 7)

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cavano più nè dalle gambe nè dal cuore. Il terzo giorno, cioè la domenica di Pasqua siamo andati prima a Messa e poi siamo stati al villaggio a giocare con i bambini e ad approfondire il nostro nuovo rapporto con Shine e Mile, due ragazzi davvero fantastici! La cosa che più mi ha colpito è stata che due ragazzi di 19 anni stessero con noi come se avessimo la loro età, e abbiamo potuto parlare in inglese all’infinito imparando piano piano la bellezza di quelle due persone (fino ad ora non ho nominato la Muthu la Jaya, la Tiziana, la moglie di Pier, Giulia, per il semplice fatto che tutte queste nuove emozioni sono state talmente grandi per me Matte e Checco che non eravamo mai stati in quel posto….. ma vi garantisco che non finiremo mai di ringraziarli per averci dato l’opportunità di venire in quel posto magnifico)…. e con gli abbracci e i baci dei bambini abbiamo conosciuto anche i più piccoli. L’ultimo giorno abbiamo fatto gli spaghetti per tutti! Per quel villaggio gli spaghetti erano come per noi il Mc Donal’d. Ne mangiavano 5 o sei piatti a testa, adoravano gli spaghetti e noi adoravamo sempre di più loro che con un sorriso e la bocca sporca di pomodoro ci strappavano il cuore, ma questo noi non l’abbiamo impedito, e non eravamo ancora coscienti di quello che avrebbe comportato il martedì mattina alle 10. Subito dopo gli spaghetti abbiamo messo su della musica e abbiamo ballato, sia i più piccoli che i più grandi. A mezzanotte abbiamo cantato tanti auguri a Matte che è diventato maggiorenne, abbiamo ripreso a ballare e alla fine fuori dal salone abbiamo cominciato a dirci addio, insieme a tutti i ragazzi e

bambini che davano un abbraccio dopo l’altro a tutti noi, dicendoci con gli occhi grazie perché ci avete dato tantissimo affetto, un affetto che non è fatto di oggetti, un affetto fatto di contatto di parole di risate, un affetto che ci rimarrà nel cuore, per sempre. E così il martedì mattina dopo aver risalutato tutti, alle nove siamo ripartiti per Modena, con gli occhi gonfi di lacrime e con tutti i frammenti del nostro cuore sparsi in ogni bimbo. Voglio ringraziare la Muthu la Jaya, la Tiziana, Paolo, Pier, sua moglie e la Giulia per averci dato l’opportunità di vivere l’esperienza più bella della nostra vita, poi Shine e Mile per averci fatto capire che l’amicizia non è fatta da numeri che indicano l’età ma da persone che si parlano e si conoscono e creano un rapporto profondo. Poi vogliamo ringraziare tutti i bambini, Vidoie che è il direttore che ci ha fatto mangiare la carne più buona del mondo la sera della vigilia di Pasqua, e soprattutto che ci ha fatto vedere la sua infinita bontà e tutto il bene che vuole a quei bambini fra una tirata di orecchio e l’altra, Davor che è un ragazzo meraviglioso che è stato aiutato e seguito da Paolo e la Tiziana e considerato come un fratello da Paolo e dalla Muthu, poi Mladen, Zoran, altri ragazzi che sono ormai fuori dal villaggio. Poi ringrazio il Signore per aver dato l’opportunità a tutti questi poveri bambini e ragazzi di viviere la loro solitudine in questa grandissima famiglia a Novi Sad, in un villaggio del Dece Selo.

Simone Radicia

Medjugorie 2011 Parrocchia S. Caterina

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Redagno Ragazzi 19-24 luglio 2011 Quest’ anno come campeggio dei gruppi giovanili siamo andati a Redagno (BZ) in una casa-albergo completamente circondata dalle montagne, senza altre case nelle vicinanze e ci sentivamo un po’ persi ... ed era proprio l’essere persi il tema del nostro kamp : come nella serie televisiva “LOST” i nostri animatori erano naufraghi in questo posto sperduto, tutti di nazioni diverse: Italia, Inghilterra, Francia, Germania, America e Giappone; con questa divisione facevamo attività diverse tutti i giorni. Abbiamo anche fatto due gite: al Corno Bianco e alla baita Malghette, tutte con la peggior guida immaginabile, Herman, che ci ha fatto fare sentieri improponibili per dei ragazzi cresimandi del 99 In 86 abbiamo imparato cos’è la condivisione: nel gioco, nella preghiera, nella discussione, nelle passeggiate, nel

sonno, nel pranzo, nella fatica… Per questo campeggio vorremmo fare un ringraziamento particolare a tutti gli animatori che si sono impegnati moltissimo nell’organizzazione di ogni cosa: giochi, gite, preghiere e ci hanno fatto trascorrere un campeggio unico; grazie anche a Padre Mauro nostra guida nella Fede che ci faceva sentire Gesù in mezzo a noi.Grazie a Don Sergio che si è fidato di noi. Grazie a tutti!!

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 ...Che meraviglia!!! Così ci piace introdurre questo breve articolo nel quale vorremmo riportare tutte le indescrivibili sensazioni, provate in 7 giorni di soggiorno in quel magico posto immerso nel verde e soprattutto circondato da splendidi “amici”. Già dai primi giorni abbiamo compreso perché così tante famiglie, puntualmente da ormai 15 anni, si ritrovano a condividere relax, avventura, spiritualità e amicizia, per non parlare dei frutti della terra, che quasi tutti sono riusciti a trovare, tranne noi e un altro amico di avventura! Abbiamo apprezzato molto anche i momenti di preghiera che non sono “mai” mancati grazie alla preziosa presenza di Don Sergio: la messa all’aperto, le preghiere del mattino e della sera, compresa la recita di almeno un rosario per chi viaggiava con lui in macchina nel tragitto tra una meta ed un’altra. E l’organizzazione… eccellente! Vogliamo ringraziare di cuore chi, con tanta passione ed entusiasmo, è riuscito a condurci in luoghi magici e speciali, dando la possibilità a tutti di contemplare quegli indimenticabili paesaggi in molti casi surreali, tra ruscelli e cascate di acqua fresca e

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cristallina, che forse avremmo potuto vedere solo in cartolina o in tv: finalmente abbiamo potuto provare l’ebbrezza di salire a più di 2700 metri per poi ammirare, da ancora più in alto, le meraviglie del creato. Anche la musica di ben sette “pazzi musicisti” ha avuto il suo libero sfogo in diversi contesti: dall’animazione liturgica alle scatenate cantate nelle fresche serate di Agosto, per non parlare dell’ultima sera in cui si è suonato e cantato fino a tarda notte intorno ad un falò…mangiando pop corn e sorseggiando calde tisane (queste ultime a dir la verità non ci sono mai mancate…puntualmente arrivavano calde e gustose prima di andare a dormire!!!!) Insomma… non è mancato proprio nulla..anzi no, sicuramente è mancato qualche amico che per diversi motivi ha dovuto rinunciare a questi indimenticabili giorni ma che ci auguriamo di poter ritrovare nei prossimi anni. Grazie di cuore a tutti coloro che con affetto e gioia, ci hanno accolto in questa meravigliosa esperienza.


ino r e t n a C Il

Fondo di Solidarietà

Messaggio dal Coro… Anche quest’anno il nostro coro parrocchiale ha partecipato alle attività della Parrocchia con impegno e entusiasmo: prima di tutto la preparazione della Pasqua e delle celebrazioni legate al Triduo Pasquale, durante le quali abbiamo preparato diversi canti nuovi; a seguire svariati matrimoni e battesimi nei mesi estivi. Decisamente da ricordare l’animazione della Messa del 28 giugno al Parco Amendola in occasione di “Fraternamente”, la due giorni Francescana, invitati dall’Ordine Francescano Secolare di Modena di cui alcuni amici della parrocchia fanno parte. L’obiettivo principale ed imminente dopo la pausa estiva è certamente la Sagra, poi ci riuniremo per programmare il nuovo anno. Il gruppo continua a crescere e nuovi amici si sono aggiunti, segno che amicizia, preghiera e canto continuano a persistere come eccezionali elementi di aggregazione. Rinnovo il nostro ringraziamento a tutte le persone che contribuiscono al “successo” del coro, a Padre Mauro che ci segue e ci sostiene con periodici incontri di preghiera, a chi dedica tempo ed impegno alla buona riuscita di tutte le nostre iniziative. Chiunque abbia voglia di partecipare alle nostre attività sarà sempre benvenuto!

Silvia

SALDO EURO

3.633,65

VERIFICA

3.633,65

FONDO SOLIDARIETA' AL 23/8/2011

RIEPILOGO ENTRATE (DAL LUGLIO 2009) 592,08

DIGIUNO ACQUA MINERALE

12.239,95

DONAZIONI PRIVATE

8.039,11

DONAZIONI CASSETTA CHIESA

12.040,27

INIZIATIVE PARROCCHIA (GREST, VENDITA TORTE, GRUPPO NOI PER VOI, GRUPPO FAMIGLIE, CATERINO, ECC)

12,97

COMPETENZE

7.651,83

CENA DI SOLIDARIETA'

TOT ENTRATE

41.996,21

OK

DAL LUGLIO 2009

RIEPILOGO USCITE (DAL LUGLIO 2009) 1.287,00

CONTRIBUTO PER DISTRIBUZIONE ALIMENTI

36.908,61

CONTRIBUTO EROGATO A FAMIGLIE

166,95

BOLLI TENUTA CONTO

TOT USCITE

10

-38.362,56

OK

DAL LUGLIO 2009


“In una terra ospitale, educhiamo all’accoglienza” “In una terra ospitale, educhiamo all’accoglienza “ è

il titolo della sesta giornata per la salvaguardia del creato promossa dalla CEI che si celebra come ogni anno il primo settembre . L’uomo, al quale Dio ha affidato gratuitamente il creato, ha il dovere di gestire lo stesso con santità e giustizia e, condividendolo con gli altri uomini, egli stesso deve divenire autentico spazio di ospitalità. L’ospitalità può divenire la misura concreta dello sviluppo umano, la virtù che getta il seme della solidarietà nel tessuto della società. L’uomo ospitale riconosce con i fatti a ogni persona il diritto a sentirsi di casa nel cuore stesso di Dio. Il tema scelto quindi non è casuale ed è di estrema attualità richiamando con drammatica urgenza le dinamiche delle migrazioni internazionali nel loro legame con la questione ambientale; sempre più uomini e donne sono costretti ad abbandonare la propria terra divenuta inospitale per il mancato accesso all’acqua,al cibo ,alle foreste, all’energia come pure il crescente inquinamento, i disastri naturali o i cambiamenti climatici; secondo stime affidabili ,entro pochi decenni il numero dei profughi ambientali potrebbe raggiungere i 200 milioni. In questo contesto la Chiesa, quindi anche tutti noi laici, è chiamata ad essere testimone di Dio nell’accoglienza del povero e del bisognoso, nell’impegno per un mondo più giusto, solidale e in pace, nella difesa profetica della vita, dei diritti di

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ogni donna e uomo, in particolare di chi è straniero e, immigrato emarginato, nella custodia di tutte le creature e nella salvaguardia del creato. Ed è attraverso un atteggiamento di gratitudine a Dio per il Dono del creato, di responsabilità nel rendere più bella la creazione e di gratuità nel servizio verso ogni persona che si può alimentare ed educare all’accoglienza. È importante sottolineare come su questi temi le diverse Chiese e comunità cristiane abbiano raggiunto una significativa sintonia;tutti infatti siamo chiamati a cooperare perché le risorse ambientali siano preservate dallo spreco, dall’inquinamento, dalla mercificazione e dall’appropriazione da parte di pochi. Il messaggio si conclude con la citazione di Matteo che saranno beati i miti perché erediteranno la terra;la mitezza coincide con la purezza del cuore che induce uno stile di vita e di relazioni nelle quali la sobrietà, l’umiltà e la condivisione prevalgono sullo spreco, le prevaricazioni e l’egoismo. Per saperne di più consultare il sito www.chiesacattolica.it

Antonio


Ho letto un libro…

a cura di Letizia

Anzalone

Padre Serafino Tognetti

Riflessioni Spirituali

Era da tanto tempo che desideravo

partecipare alla S. Messa con maggiore comprensione di ciò che faceva il sacerdote e di ciò che stava accadendo nella Liturgia, ma ho continuato a lungo ad andarci un po’ per tradizione, perchè non sapevo mai da che fonti attingere per vivere quel momento in modo più rispettoso, consapevole, intimo

Qualche mese fa ho acquistato un libro di Padre Serafino Tognetti intitolato: “ La Santa. Messa, riflessioni spirituali”. Ho iniziato a leggerlo e man mano che sfogliavo le pagine, tante nuvole che prima mi offuscavano la mente scomparivano, e apparivano le risposte alle mie domande. Leggendo quel libro mi sono resa sempre più conto della grandezza incommensurabile dell’Eucarestia. La Messa è un atto in cui entrare. Cristo si fa presente lì, e quell’atto è la Sua morte e la Sua Resurrezione. Entrati in quell’atto si è realmente fuori dal tempo, perché quell’atto non ha rapporto con tempi e luoghi. La S. Messa è il sacrificio di Cristo, è Gesù che si sta offrendo, è la Sua intercessione per tutti. Gesù è Colui che salva e io sono lì. Se io sono lì significa che credo alla vita eterna, credo che al di là della morte c’è la vita. Quando ricevo l’Eucarestia Gesù entra in me e io sono in Lui. E in Lui ci sono anche le persone che ho amato e che ora tramite la Sua infinita misericordia vivono nell’eternità, nell’eterna adora-

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zione del Suo volto. Devo imparare a raccogliermi di più dopo l’Eucarestia perché è il minimo che io possa fare dinanzi a tanto amore gratuito.

Silvia Fattori


Un immenso GRAZIE a tutta la nostra comunità… …per aver contribuito con uno sforzo economico

superiore alla quarta superiore) ha avuto un risparnotevole alla nostra spedizione madrilena!! Durante mio pro capite di 150euro!! l'anno le attività di autofinanziamento fatte dai ragazzi hanno fatto si che i ragazzi non pagassero la L'impegno dei ragazzi abbinato alla generosità della quota intera (che ammontava a 620 euro) ma solo nostra comunità ha reso più accessibile l'avventura una parte di essa. Nello specifico: di Madrid 2011!! Il gruppo "grandi" (cioè dalla quinta superiore in su) Ancora GRAZIE INFINITE!! ha avuto un risparmio di 200euro per ciascun ragazzo, mentre il gruppo dei più "piccoli" (dalla seconda

La GMG è un esperienza unica e irripetibile. A CUATRO VIENTOS per la veglia e per la messa celebrata dal papa si sono radunati circa un milione e mezzo di pellegrini (quasi tutti ragazzi), non ho mai visto una folla cosi numerosa per un solo appuntamento. La GMG è stata molto faticosa ma a tutti noi ha regalato forti emozioni e tanti ricordi.

Che dire di questa grande avventura di Madrid 2011?? Io posso fare il paragone con la mia epserienza, da "animato", della GMG di Colonia del 2005. Il gemellaggio spagnolo (Ad Armilla un paesino vicino Granada) è stato molto più stimolante e accogliente rispetto al gemellaggio tedesco (Khal vicino a Wurzburg). Ci siamo sentiti tutti molto ben voluti, non vedevano l'ora che arrivassimo e questo lo percepivamo chiaramente!! Il passaggio a Madrid è stato abbastanza traumatico, invece. A Colonia noi di S.Caterina eravamo stati ospitati in famiglia, mentre questa volta siamo stati sistemati prima in una palestra e poi nelle sale di una parrocchia. Madrid è una città meravigliosa ma si è anche rivelata caotica (aggiungete voi 1,5 milioni di pellegrini alla terza città europea per abitanti!!) e gigantesca (dai 90 ai 120 minuti di metro per raggiungere il centro di Madrid o la nostra catechesi quotidiana). Le difficoltà logistiche (e non solo...) non sono mancate, dunque, ma proprio per questo vanno elogiati i nostri ragazzi, sia quelli di S.Caterina che della Madonnina (nostra preziosissima e insostituibile compagna di avventura), che sono sempre stati comprensivi, disponibili e scattanti . Il sorriso non è mai mancato, l'unione tra le due parrocchie si è fatta più forte giorno dopo giorno, l'entusiasmo di partecipare a un evento così unico è sempre stato altissimo, insieme alla consapevolezza che al nostro fianco c'era il Signore. Grazie ragazzi, grazie a chi, come don Sergio, ha pregato sempre per noi, grazie a chi ci ha ospitato, grazie a padre Mauro e a Don Matias, grazie a chi abbiamo incontrato, insomma grazie a tutti!! Ma soprattutto Grazie Signore!!

Ritagli di Santità

A cura di Cristina Corradini

Cari giovani, permettetemi che, come Successore di Pietro, vi ricordi che

seguire Gesù nella fede è camminare con Lui nella comunione della Chiesa. Non si può seguire Gesù da soli.

Chi cede alla tentazione di andare «per conto suo» corre il rischio di non incontrare mai Gesù Cristo, o di finire seguendo un’immagine falsa di Lui.

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È davvero difficile commentare un esperienza del genere: o meglio è difficile far capire a chi non ha partecipato cosa per me è stata la gmg di Madrid 2011. Prima di partire ero sì carico ma credevo già di sapere cosa mi aspettava, in realtà non ne avevo la minima idea. Penso, inoltre, che la gmg sia un esperienza che solo chi vi partecipa è in grado di comprendere. Per quel che riguarda me, la giornata mondiale della gioventù è stata un qualcosa di unico, qualcosa che ha colpito nel profondo la mia spiritualità, qualcosa che mi ha fatto capire cosa sia essenziale nella vita, qualcosa che mi ha fatto conoscere nuovi ragazzi. Durante la mia permanenza ad Armilla prima a Madrid poi ho potuto comprendere quanti tipi persone ci siano al mondo. Quando ero a Cuatro Vientos ho trovato un punto sopraelevato ed ho potuto osservare l'oceano di gente che c'era ed il continuo flusso di persone che arrivava e che non cessava mai, in quel momento ho pensato "che bello... e io ci sono in mezzo". La cosa che però mi ha colpito di più è stata pensare che ognuno di quei pellegrini aveva una storia sua e solo a sè uguale. Dormendo fianco a fianco a persone che non avevo mai visto e non vedrò, probabilmente, mai più, mi sono trovato a conoscerne alcune affascinanti e non ma uniche. Ciò che, però, mi è rimasto più impresso è stato il fatto che così tanta gente era riunita per un solo motivo: la fede in Cristo, morto e risorto per la salvezza di tutti noi.

Devo dire che non è stata una passeggiata, anche perchè avevamo dei ritmi e degli orari assurdi, ma ne è valsa davvero la pena! Alla partenza mi aspettavo veramente molto e penso di essere stato ripagato: vedere cosi tanti giovani, parlare con gente da tutto il mondo (per es dal brasile, u.s.a, sudafrica e australia) e sapere che eravamo tutti li per un'unica ragione mi ha reso veramente felice! E poi come non dimenticare la stupenda famiglia in cui sono stato ospitato! Penso che sia un'esperienza da fare assolutamente e lo auguro a chi non ne avuto la possibilità! E infine voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno dato la possibilità di partecipare. Gracias!!!

La GMG mi ha dato innanzitutto la possibilità di divertirmi conoscendo nuove persone e stringendo nuove amicizie. Ho avuto la possibilità di confrontarmi con ragazzi di culture diverse dalla mia, tutti, però, accomunati dall' intento di incontrare il papa e soprattutto uniti in Gesù!! A Granada e a Madrid ho avuto il tempo di riflettere anche su me stesso, sulla mia vita e sulla mia fede. Vorrei ringraziare gli animatori, insieme a Don Sergio, Padre Mauro e tutta la comunità, perchè, ognuno con il proprio contributo, mi hanno dato la possibilità di fare questa esperienza. Un immenso grazie va anche a tutti i miei compagni di avventura per i bei momenti passati insieme!! Grazie davvero!!

Aver fede significa appoggiarsi sulla fede dei tuoi fratelli, e che la tua fede serva allo stesso modo da appoggio per quella degli altri. Vi chiedo, cari amici, di amare la Chiesa, che vi ha generati alla fede, che vi ha aiutato a conoscere meglio Cristo, che vi ha fatto scoprire

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È stata un’ esperienza fantastica, che mi ha riempito il cuore di gioia! Ad Armilla le famiglie sono state gentilissime; ci hanno accolto a braccia aperte, contente di poter trascorrere con noi quei pochi giorni in preparazione a Madrid..i giovani della comunità ci hanno trattati come veri e propri fratelli, e sono sicura che non li dimenticheremo mai! A Madrid, due milioni di giovani riuniti per condividere con gli altri la propria fede: che meraviglia! Sono stati giorni intensi, faticosi, ma ci hanno regalato tantissime emozioni..abbiamo cantato, ballato, riso, scherzato e niente è riuscito a fermarci , nemmeno la pioggia che ci ha presi di sorpresa l’ultima notte durante la veglia! Di cose da dire ce ne sarebbero tante, ma mi limito a ringraziare di cuore tutti coloro che hanno condiviso con noi questa esperienza, e i nostri genitori che ci hanno dato la possibilità di vivere questa grande esperienza di fede!

Sono partito per la JMJ con grandi speranze e aspettative, alcune sono state rispettate altre decisamente no, mentre altre piacevoli inaspettate sensazioni mi hanno profondamente colpito. Ho potuto sentire l’accoglienza, l’ospitalità e la gentilezza delle famiglie di Granada, e di tutta la comunità; ho potuto ammirare come centinaia di migliaia di persone di nazionalità, cultura, tradizioni, colori diversi erano una accanto all’altra per lo stesso grande motivo. Ho potuto assaporare un’apertura delle persone al dialogo così grande che mi chiedo come mai venga fuori solo in queste occasioni, e sono stato felice di poter vedere le bandiere della Palestina e di Israele sventolare insieme nella cattedrale di Granada. Personalmente però riconosco la vera chiesa in queste persone ed in questa allegria comune. Ho avuto serie perplessità constatando grosse incongruenze tra ciò che invece è stato detto e fatto dalla chiesa dei cardinali e del papa. Non posso essere d’accordo con una chiesa che celebra la veglia in degli stadi dove per divertimento vengono ammazzati animali, non posso essere d’accordo nel sentire le preghiere per le persone sfruttate e avere come sponsor Nike e locali convenzionati come Burger King e Mc Donald (che devastano intere aree africane e sudamericane) e affini, non posso essere d’accordo sulla richiesta di maggior sobrietà quando poi viene utilizzato un ostensorio del 1500 tutto d’oro decorato con gemme preziose. E mi fermo. Ecco ho potuto vivere una JMJ con grandi emozioni e soddisfazioni, ma non riesco e non posso nascondere anche un profondo rammarico.

Dopo tanta attesa finalmente ho partecipato alla GMG! Non quella diocesana, ma quella Mondiale!!Qual è la differenza?? Non ci si sente fratelli solamente di qualche centinaio di persone, ma del mondo intero, di tutti i popoli!! E' proprio questa una delle cose che mi ha sempre emozionato e entusiasmato pensando alla GMG: ritrovarsi in tantissimi giovani con lingue, culture, storie, esperienze diverse ma accomunati dalla stessa fede per un Dio che si è fatto Uomo ed è vissuto più di duemila anni fa, ma che è ancora vivo e ben presente in noi e in mezzo a noi, perchè, se così non fosse, tutto ciò non sarebbe stato possibile!! E' stata un'esperienza indimenticabile i cui frutti dobbiamo riuscire a portare a chi non è potuto venire e a chi incontreremo!! La mia, poi, è stata un'esperienza un po' diversa da quella dei miei amici. Mi sono ammalata gli ultimi quattro giorni e questo mi ha impedito di partecipare di persona al cuore della GMG (catechesi dei vescovi, arrivo del papa e purtroppo anche alla veglia e alla messa a Quatro Vientos). Tuttavia è proprio in questi momenti che senti quanto il Signore ti ami. Innanzitutto i miei amici mi sono stati molto vicini sia con le parole che con gesti concreti, inoltre, ho potuto sperimentare cosa vuol dire essere “Radicati e fondati in Cristo, saldi nella fede” (Col 2,7) che era il titolo di questa GMG. Infatti, soprattutto gli ultimi due giorni, che gli altri hanno vissuto a Quatro Vientos e io ho passato in casa a seguire gli avvenimenti in tv, mi sono sentita molto vicina ai miei amici, proprio come se fossi stata là con loro ed ero piena di gioia. Questo vuol dire essere in comunione, questa è la grandezza della fede!! In ultimo, penso che abbiamo molto da imparare dalle famiglie che ci hanno ospitato ad Armilla, riguardo all'accoglienza, perchè ci hanno trattato come dei figli e ci hanno fatto sentire come a casa! Le porteremo sempre nel cuore assieme a tutte le persone che abbiamo incontrato! Ringrazio Dio per avermi dato la possibilità di vivere questa esperienza!!

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Cari giovani, anche oggi Cristo si rivolge a voi con la stessa domanda che fece agli apostoli: «Ma voi, chi dite che io sia?».

Rispondetegli con la generosità e l’ audacia del vostro cuore giovane!! Ditegli: Gesù, io so che Tu sei il Figlio di Dio, che hai dato la Tua vita per me. Voglio seguirti con fedeltà e lasciarmi guidare dalla tua parola. Tu mi conosci e mi ami. Io mi fido di te e metto la mia intera vita nelle tue mani. Voglio che Tu sia la forza che mi sostiene, la gioia che mai mi abbandona.

Alzi lo sguardo e vedi persone, un'infinità di ragazze e ragazzi , bandiere da ogni angolo del mondo fino all'orizzonte, dove i colori sgargianti delle magliette e degli stendardi si mescolano al grigiore del crepuscolo... si prospettava così il panorama di cuatro vientos, dove quasi un milione e mezzo di ragazzi si sono riuniti, richiamati dalla loro fede, per un ritrovo mondiale dove regnava l'amicizia e lo spirito cristiano, dove il prossimo era tuo amico, e dove se incontravi qualcuno ci parlavi come con il più vecchio dei tuoi amici (con giusto qualche difficoltà con la lingua). Vedere per le strade di Madrid gruppi di ragazzi pieni di energia e pronti a fare qualsiasi cosa ti fa comprendere che il futuro è nelle loro mani, ed è ben riposto.

Questa Gmg è stata un esperienza unica e indimenticabile. Ricorderò sempre le feste a Granada dove potevi ballare e chiaccherare con ragazzi provenienti da varie parti del globo(Brasile,Libano,Canada,Sud Africa..).La Gratitudine verso le nostre famiglie di Armilla che ci hanno accolti e trattati come loro figli senza farci mancare nulla. La Stanchezza accumulata nelle varie camminate e nei vari viaggi sia in corriera che metropolitana. Le giornate in giro per Madrid e Granada,il bagno al mare e la notte sotto le stelle alla sierra nevada. Le ultime 2 giornate a cuatro vientos con un milione e mezzo di persone, il caldo soffocante e la pioggia durante la veglia, l'emozione di vedere una marea di gente intorno a te e come disse il Papa quella notte noi non ci scorderemo mai di quella giornata e della veglia che ci ha reso ancora più saldi nella nostra fede. Infine ringrazio di vero cuore i miei compagni di viaggio per tutti i momenti passati insieme, per le tante chiacchere e risate, perchè senza di loro probabilmente questa esperienza non sarebbe stata tanto eccezionale!!

Cosa mi ha lasciato questa gmg? È la classica domanda che ci si pone dopo un’esperienza così coinvolgente come questa. A distanza di qualche giorno dal rientro posso sicuramente affermare che è stata una grande opportunità parteciparvi. Nonostante lo scetticismo iniziale dovuto soprattutto alla convinzione che “fatta una gmg, le hai fatte tutte”, ad oggi mi sono resa conto di aver avuto bisogno di questi giorni: mi hanno aiutata a dialogare un po’ con me stessa e con gli altri, a ritrovarmi nella fede. È proprio vero che quando meno te lo aspetti si manifesta il desiderio di pensare alla propria vita come vera testimonianza di Cristo. E cosa può rendere meglio questo concetto se non il vedere sciami di ragazzi sorridenti riuniti sotto un unico credo? Freschi, vivaci, simpatici, casinisti, speranzosi, vogliosi di imparare e fare esperienze, cocciuti e polemici: questi sono i giovani della gmg. Non disperdiamo l’enorme risorsa che la gioventù cristiana di tutto il mondo rappresenta, ma sfruttiamola per migliorarci, confrontarci e combattere quelle scomode incorenze che ancora oggi purtroppo macchiano la Chiesa come istituzione.

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Prima di partire per la GMG non avevo nessuna aspettativa precisa perché pensavo che sarebbe stata un’esperienza talmente particolare e unica, da non riuscire a immaginare come sarebbe stata. Ora posso dire che è stato davvero così, perché non avevo previsto molte delle cose che ho visto e vissuto in Spagna. Le famiglie che ci hanno ospitati ad Armilla durante il gemellaggio, ci hanno accolti con calore e ci hanno trattati come figli. Ci hanno dato talmente tante attenzioni e tanto amore, che molti di noi siamo arrivati a pensare che noi stessi non saremmo stati così accoglienti al loro posto. A Madrid l’accoglienza è stata totalmente diversa, soprattutto da parte di qualcuno, che non vedeva di buon occhio noi pellegrini. Ma la cosa che mi ha stupita è stato il rapporto che c’era tra le persone di diversa provenienza: ognuno era fiero del proprio paese e guardava con simpatia e curiosità i gruppi di altre nazionalità, cosa che purtroppo nella vita quotidiana non avviene molto spesso. Un’altra bellissima sorpresa è stata la naturalezza e la velocità con cui il nostro gruppo, composto da noi di Santa Caterina e dai ragazzi della Madonnina, si sia fuso ed amalgamato! Il clima era particolare: sembravamo quasi un’enorme famiglia di 45 persone, che condivideva i momenti belli ed emozionanti e si supportava nei omenti più difficili. Insomma, è stata un’esperienza unica vissuta con persone stupende! Cos’è la JMJ? La JMJ è partire per un lungo viaggio con i propri amici ma senza sapere ciò che ti aspetta. E’ salire sulla corriera n° 9 e fantasticare un po’ su quei giorni che stai per vivere. La JMJ è arrivare a Granada dopo non so quante ore di viaggio, con un caldo terribile e trovare delle famiglie che ti accolgono a braccia aperte, che ti dicono: “noi siamo una grande famiglia e voi sarete i nostri figli”. La JMJ è trovarsi in una piazza insieme a centinaia di giovani provenienti da tutto il Mondo e scattare una foto insieme e festeggiare, scambiarsi cappelli, bandiere o spille per avere un ricordo di quell’incontro. La JMJ è fare una veglia nella Plaza De Toros ed avere i brividi quando il vescovo di Granada alza il Santissimo Sacramento e tutti i giovani cominciano a gioire, battere le mani e a lodare il Signore. La JMJ è arrivare a Madrid e trovarsi in 240 in una palestra da 100 con 4 docce e 4 bagni, ma essere poi “miracolati” e quindi spostati nei locali di una parrocchia più confortevole. La JMJ è anche farsi più di un’ora e mezzo di metro e treno e poi grandi camminate per andare ad una catechesi. Finita la catechesi cercarsi il ristorante per mangiare verso le 15 o anche 15.30 e la cena verso le 23. La JMJ è trovarsi a Cuatro Vientos con 2 milioni di giovani per lodare lo stesso Dio e sentirsi un'unica grande famiglia. La JMJ è una gran fatica ma che sa pagarti con emozioni uniche e tornare a casa con una felicità che poche cose riescono a darti!!!

GMG 2011, un’esperienza nuova per molti di noi, una fantastica esperienza aggiungerei e nè il caldo, la stanchezza e i disagi ci hanno impedito di viverla così intensamente. Occasione di divertimento con la certezza di venire a contatto con i giovani di tutto il mondo; tutto questo non ha tolto comunque spazio al motivo più importante per il quale ci siamo riuniti in Spagna: la nostra fede. I momenti di preghiera con il papa ma anche le singole catechesi hanno offerto momenti di profonda riflessione e opportunità di cercare risposte. Vorrei concludere con un ringraziamento a Dani e a Fanfa che ci hanno supportati e sopportati durante il nostro cammino.

Cari giovani, prego per voi con tutto l’affetto del mio cuore! Vi raccomando alla Vergine Maria Vi chiedo anche di pregare per il Papa, perché come Successore di Pietro, possa proseguire confermando i suoi fratelli nella fede.

Che tutti nella Chiesa, pastori e fedeli, ci avviciniamo ogni giorno di più al Signore, per crescere nella santità della vita e dare così testimonianza efficace

che Gesù Cristo è veramente il Figlio di Dio, il Salvatore di tutti gli uomini e la fonte viva della loro speranza.

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"Grazie. E' stata questa l'unica parola che, nel turbinio di emozioni durante la JMJ, riusciva ad affiorare nella mia te-

sta. Un grazie alle persone che hanno reso possibile questo grande evento, un grazie alla parrocchia che ci ha supportato nella nostra preparazione, un grazie ai compagni di viaggio con cui ho condiviso tanto. Ma soprattutto un grazie al Signore, colui che ci ha richiamato "da ogni angolo della terra" per una sola, grande, ragione: l'amore verso Dio e verso il prossimo."

Un grande grazie a tutti quelli che hanno reso indimenticabile e indelebile nel cuore questa esperienza. Un altro grande grazie va alle famiglie di Armilla che ci hanno accolto come se fossimo loro figli.

Un GRANDE

A Stefano

A Daniele

Non è semplice mettere su carta tutta la nostra storia vissuta in questi magnifici 11 giorni in Spagna alla Giornata Mondiale della Gioventù con Benedetto 16, ma ci impegneremo a rendere partecipe tutta la parrocchia della nostra esperienza al più presto! In questo articolo però voglio ringraziare a nome di tutti, due persone molto speciali che hanno reso possibile questa fantastica GmG, oltre ovviamente alla parrocchia e a tutti voi che ci avete aiutato economicamente e con la preghiera! Queste due persone si chiamano Daniele Ferraguti e Stefano Fanara, che ci hanno portato in Spagna con tantissimi sacrifici con tantissima pazienza, e ovviamente con una costante convinzione di quello che stavano facendo, cioè far vedere a tutti noi piccoli e ai giovani più grandi, che 2 milioni di nostri coetanei hanno sopportato fatiche, fame, caldo, sete, vento, pioggia, sporco, continuo spirito di sacrificio, adattamento e fratellanza tutti insieme sempre con il sorriso e soprattutto SALDI NELLA FEDE! E a queste due persone voglio dire a nome di tutti noi della GMG e di tutti i parrocchiani GRAZIE per averci fatto vivere al 100% questa esperienza unica che è andata di giorno in giorno aumentando…saldi nella fede!

Grazie mille davvero di cuore!

Non conservate Cristo per voi stessi! Comunicate agli altri la gioia della vostra fede. Il mondo ha bisogno della testimonianza della vostra fede, ha bisogno certamente di Dio!

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Forse non tutti lo sanno o meglio, alcuni lo hanno scoperto da poco; infatti come ogni GMG lo stupore più grande è vedere quanti giovani provenienti da tutti gli angoli della terra si siano trovati a Madrid per un unico motivo: Condividere con il prossimo la FEDE in Cristo. Vorrei ringraziare tutte le persone che con me hanno condiviso questa magnifica esperienza, inoltre vorrei dedicare un pensiero alla nostra comunità parrocchiale che ci ha sempre sostenuto e assistito in tutto il periodo pre e post gmg..

La giornata mondiale della gioventù rimarrà per sempre nei nostri cuori, è un’ esperienza che consiglio a tutti!! Ti cambia, ti entra dentro e non ti lascia più!! So che può sembrare uno spot pubblicitario ma è quello che sto provando in questo momento; vedere cosi tanti giovani, che provengono da tantissimi paesi, per un solo scopo è meraviglioso. Vivere 12 giorni all’ insegna del Suo nome ti permette di capire che importanza ha nella tua vita e che ruolo gli riservi… Infine vorrei ringraziare tutti coloro che vi hanno partecipato ma in particolare tutti coloro che nei mesi precedenti ci hanno seguiti e sostenuti durante le nostre iniziative; è anche grazie a voi, e per voi, che abbiamo partecipato alla GMG. GRAZIE DI CUORE.

"Abbiamo ricevuto un’accoglienza fantastica da persone che non ci conoscevano, e che ugualmente ci hanno trattato come loro figli; abbiamo pregato in silenzio per sentire come si possa esprimere la stessa fede in decine di diverse lingue; abbiamo conosciuto persone che da “compagni di viaggio” ora chiamiamo “amici”; abbiamo ascoltato il silenzio di un milione di persone durante l’eucarestia, un silenzio più forte di un urlo. Le difficoltà che ci si sono presentate non ci hanno fermato: le lingue diverse, le docce fredde, l’influenza, i temporali, Checco che canta, gli autisti… Li abbiamo superati con un sorriso stampato in faccia, insieme. Speravo di tornare con delle risposte, ma in realtà ho realizzato che la strada da fare è ancora tanta, e anche se i dubbi aumentano e le certezze diminuiscono ho capito che non è importante dove stai andando, ma chi ti accompagna nel cammino. E’ stata un’esperienza indimenticabile, grazie a tutti!"

   

Per la crescita della vostra amicizia con Cristo è fondamentale Il vostro gioioso inserimento nelle parrocchie, comunità e movimenti, La partecipazione all’Eucarestia ogni domenica, Il frequente accostarsi al sacramento della riconciliazione La preghiera e la meditazione della Parola di Dio. Tratti dall’omelia di

Papa Benedetto XVI

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L a Ricetta de l Me se di Cristina e Valentina

MOUSSE AL CIOCCOLATO FON DENTE Ingredienti per 8 persone: 250 g di cioccolato fondente amara,  120 g di zucchero,  5 albumi d’uovo,  500 g di panna fresca da montare. 

Preparazione: Tagliare il cioccolato in piccole scaglie e metterle a sciogliere in una bacinella sopra un pentolino contenente acqua tiepida, mescolando ogni tanto con un cucchiaio. Quando sarà ben sciolto, levarlo dalla fonte di calore. Nel frattempo montare la panna fresca ben ferma e conservarla in frigorifero. Montare a neve ben ferma gli albumi, incorporarvi

Eco-consiglio: Trasporti Spesso non ci rendiamo conto che, nel traffico cittadino, l’automobile è un mezzo così lento che, su certi percorsi brevi, la differenza di tempo rispetto l’andare a piedi è irrilevante. Facendo la prova, possiamo renderci conto che forse un luogo che raggiungiamo in auto in 10 minuti (contando naturalmente anche il tempo di posteggio) lo possiamo raggiungere a piedi in un quarto d’ora. La nostra camminata, se siamo normali adulti senza problemi di deambulazione, è meno lenta di quel che immaginiamo: camminando spediti, ma senza forzare, percorriamo dai 4 ai 6 chilometri in un’ora. E allora, vale la pena di guidare nervosi, spendere denaro e inquinare, per un risparmio di tempo così esiguo? Ci accorgiamo dunque che la prima possibile alternativa all’auto, non di rado,

pian piano, continuando a sbattere, lo zucchero e lavorare fino ad ottenere una massa densa e cremosa. Versare il cioccolato appena tiepido nella meringa, mescolando con un cucchiaio di legno, quindi aggiungervi la panna montata e amalgamare bene, delicatamente. Versare la mousse in tante coppette o in una ciotola grande e mettere in fresco ad indurire. Al momento di servire, se si è preparata la ciotola grande, fare le porzioni usando un cucchiaio. Avere l’accortezza di bagnare ogni volta il cucchiaio con acqua tiepida per far staccare bene la mousse lasciandola bella liscia. Questo dolce si conserva in frigorifero per un paio di giorni. è andare a piedi. Un altro mezzo pratico, sportivo, benefico per la salute e assolutamente non inquinante è la Bicicletta. […] Dunque, se il percorso lo consente, l’uso della bicicletta è decisamente consigliabile. Ogni bicicletta può andar bene, anche le più vecchie: ma è chiaro che con i modelli più nuovi e leggeri la fatica diminuisce. Lo strumento di mobilità sostenibile urbana che negli ultimi anni ha riscosso maggior successo anche in Italia è quello del bike-sharing. In pratica, è un servizio di noleggio che consente agli utenti di prelevare una bicicletta in apposite stazioni dislocate nelle città, per poi restituirla in un altro punto di raccolta una volta giunti a destinazione. Se invece il luogo da raggiungere non è così vicino, occorre sempre valutare la possibilità di usare, in alternativa all’auto, i mezzi pubblici: tram, autobus, filobus, ... Tratto da “Eco-consigli, 100 azioni quotidiane per aiutare il pianeta”

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