Justroma 4 2013

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DICEMBRE

ATTUALITÀ | POLITICA | CULTURA | SPORT | SPETTACOLODicembre | VIAGGI | 2013 BENESSERE | E TANTO-ALTRO - JustRoma 1

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N.4

.com il freepress di roma e dintorni


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ATTUALITÀ | POLITICA | CULTURA | SPORT | SPETTACOLO | VIAGGI | BENESSERE | E TANTO ALTRO

2013

N.4

.com il freepress di roma e dintorni

In copertina Liliana Pintilei foto Alex Comaschi

Fondato da Gianluca Contessa

Direttore

Alfonso Spezzano

Redattori

Debora Bettega Barbara Braghin Roberto Dionisi redazione.justroma@gmail.com

Grafica e impaginazione Francesco Farina

Hanno collaborato

Domenico Andreozzi, Ariel, Cecilia A., Andrea Camera, Sabina Cuccaro, Tommaso Gandino, Sonia, Andrea Ungarelli

Resp. relazioni esterne Valentina Sacconi ufficiostampa.justroma@gmail.com

Edizioni 4Ptarget S.a.s. Sede legale Via Catilina, 01 00040 - Pomezia (Roma)

Stampa

Effetto Sinergia S.a.s. Via C.A. Jemolo, 315 00156 - Roma

Ufficio marketing e pubblicita’

4PTarget S.a.s. Resp. Gianluca Contessa Sede legale Via Catilina, 01 00040 - Pomezia (Roma) commerciale.justroma@gmail.com Aut. trib. in attesa di registrazione tutte le aziende sono presenti a scopo dimostrativo e a titolo gratuito

l’editoriale del direttore

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alve a tutto il Popolo di JustRoma, siamo arrivati all’ultimo mese dell’anno, dove ciascuno di noi tira le somme per tutto ciò che è accaduto, e la sensazione è che forse gran parte delle persone non vede l’ora che il mese finisca in fretta per lasciarsi alle spalle questo 2013 alquanto incerto sotto l’aspetto politico, sociale, ed economico. Nonostante questi tempi grigi noi di Just Roma animati da un infinito ottimismo (per la serie finchè c’è vita c’è speranza) siamo convinti e ci auguriamo che con il passare del tempo magari già a cominciare con l’anno nuovo, le aziende italiane possano avere quel sostegno politico che fino ad ora è latitato. Terminata questa premessa e tornando a noi, anche in questo mensile di Dicembre, saranno molti gli eventi mondani documentati dai nostri collaboratori; dove non mancheranno le vetrine dedicate al cinema, allo sport ed all’arte, con le interviste ad alcuni personaggi che coltivano da sempre la passione per l’ arte come Roberto Dionisi e Floriana Tondinelli. Un saluto ed un abbraccio affettuoso a tutti voi lettori, ed un augurio di cuore di buone feste e uno STREPITOSO 2014 ... da tutta la redazione di JUSTROMA ...!


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Sommario

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18 Liliana pintilei ”Vedo il Natale come un dono di Dio che fa unire le famiglie”

10 Mr. America quando il cinema si unisce all’arte

72 Wedding Wonderland

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a natale le famiglie scelgono i dolci made in italy La crisi fa riscoprire i prodotti tipici locali

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dalla dieta alla malattia

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Not(t)e d’arte con vincenzo bocciarelli Notte affascinante e interessante presso Galleria Borghese

84 il ballo delle debuttanti Trentasei fanciulle hanno fatto il loro ingresso in società 105 veruschka

La più leggendaria delle modelle

28 Roberto Dionisi

95 l’arciduca markus

40 mobile payment

98 Barbara braghin

58 re-nate

116 dacia maraini

Un architetto prestato all’arte

Un sistema di pagamento contactless basato su smartphone e tecnologia NFC

90 Intervista a Floriana Tondinelli

Fashion lab all’insegna della difesa per l’ambiente

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110 MAKING OF il futuro è un progetto o un destino?

la tradizione del presepio Ecco alcuni posti dove poter andare a vedere questa antica opera d’arte

78 roman fashion white

asburgo in visita a roma

continua con il suo successo letterario

“Io sono nata viaggiando”

122 La formula 1

entra al “gilda”

La “Red Bull” sponsorizza la “Toro Rosso”

126 i parrucchieri

artisti speciali


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“Mr. America” Quando il cinema si unisce all’arte di Barbara Braghin

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ella splendida cornice del centralissimo ristorante vegetariano “Il Margutta” di Tina Vannini, in via Margutta, si è svolta la presentazione del thriller d’autore “Mr. America” di Leonardo Ferrari Carissimi che ha come protagonisti Marco Cocci e Anna Favella. Il film in uscita il 7 novembre in varie sale italiane, rappresenta una riuscita fusione di cinema e arte. In questo lungometraggio sono rappresentate le opere del chiacchierato Marco Tamburro, artista che ha curato anche il manifesto del film. L’arte come il cinema emoziona, e quale connubio più potente che unire insieme questi due mondi? Ebbene se lo spettatore può sensibilizzarsi nel vedere i dipinti raffigurati nei fotogrammi più salienti del film, può ancor di più appassionarsi nel guardare dal vivo le opere in sala! Infatti, nei principali cinema dove sarà proiettato “Mr. America”, saranno esposte


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le tele di Marco Tamburro. “Mr. America” si sofferma sui possibili effetti nefasti che il celeberrimo Andy Warhol ha determinato sulle vite di chi, a vari livelli, si è avvicinato a lui. Ci sono conseguenze talmente potenti che non si fermano alla distruzione delle vite degli artisti (molti sono morti suicidi o a causa dell’uso di droghe), ma ricadono anche sui loro discendenti simboleggiando il peso e l’influenza che la sua opera ancora rappresenta nel mondo dell’arte e nelle generazioni di artisti a lui successivi. “Mr America” rappresenta la spirale negativa di molti artisti, abbagliati dalla temporanea celebrità che prometteva Warhol, quasi una maledizione che per

alcuni è stata decisamente fatale. Il film si sviluppa su distinti piani temporali che s’intrecciano vorticosamente finché ogni significato viene pian piano alla luce grazie ai dettagli della psicologia dei personaggi. Gli atti brutali ed ossessivi, che sono stati subiti nell’ infanzia da Penny ed Andy nel film, generano una rovinosa relazione familiare che sarà il fulcro della storia e del suo tragico epilogo. Presenti alla serata, oltre il cast, il produttore Claudio Bucci e il regista Leonardo Ferrari Carissimi, molti personaggi di spettacolo intervenuti anche per ammirare le opere di Marco Tamburro esposte in questa occasione nel locale. Gli ospiti sono stati deliziati da un cocktail ispirato


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alla Pop Art di Warhol: come l’artista utilizzò i barattoli di latta di una nota zuppa come protagonisti di alcuni suoi quadri, così anche Tina Vannini, proprietaria del ristorante, ha fatto degustare zuppe biologiche in barattoli di latta per richiamare l’atmosfera artistica. Presenti Dario Salvatori, il notaio Giovanni Pocaterra, gli attori Alex Partexano, Fabrizio Bucci, Mario Zamma, Gabriella Germano, Mirella Panfili, Steffan Jinny, Mirka Viola, Eleonora Vallone, Adriana Russo, Rita Carlini, Elisabetta Rocchetti, Emanuela Tittocchia, Stefania Barca, Marina Pennafina, Antonella Salvucci, lo chef Alessandro Circiello, Leopoldo Mastelloni, i produttori cinematografici Pietro Innocenzi e Pierfrancesco Aiello, il regista Giorgio Molteni, i principi Guglielmo Marconi e Fulvio Rocco, il marchese Ferrajoli, la duchessa Silvana Augero, il direttore d’orchestra

Gerardo Di Lella, il conduttore radiofonico e scrittore Stefano Piccirillo, Roberta Beta, Giada Di Miceli, Nadia Bengala, Marcia Sedoc, Angelo Nizzo, l’editore Giò Di Giorgio, Don Santino Spartà, i politici Luca Danese, Luca Aubert e Antonio Paris, la giornalista Simona Decina, Antonello De Pierro e naturalmente chi è legato all’arte, come il pittore Massimo Catalani e Lorenzo Zichichi, accolti dalla sociologa televisiva Deborah Bettega. Un film come “Mr. America” sperimenta un coinvolgimento totale dello spettatore: l’unione dell’arte con il cinema solleva non solo aspetti culturalmente diversi, ma promuove anche l’ambiziosa intenzione di avvicinare e attirare un pubblico eterogeneo, variegato, accrescendo e completando, in tal modo, queste due realtà artistiche, a volte differenti, altre, necessariamente imprescindibili.


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Liliana Pintilei vedo il Natale come un dono di Dio che fa unire tutte le famiglie


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di Laura Gorini - foto Alex Comaschi

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iliana, come ti sei avvicinata al mondo dello spettacolo? La prima cosa bella che feci in televisione è stato il programma “I raccomandati” su Rai Uno condotto da Carlo Conti. Ci avevo partecipato insieme alla showgirl Victoria Silvstedt e da lì è iniziato tutto. Quali sono stati i momenti più belli ed emozionanti della tua carriera? Beh, momenti belli ce ne sono stati davvero tanti ma se dovessi dirtetene uno in assoluto ti direi che è legato al mio debutto con il mitico Bagaglino al Teatro Salone Margherita di Roma con lo spettacolo di Pippo Franco “ Bambole non c’è un euro” nel quale e per il quale ho rivestito il ruolo di soubrette prima donna. Hai per l’ appunto collaborato con Pippo Franco, com’è visto da vicino? Pippo è una persona straordinaria e da lui puoi imparare tanto al livello lavorativo. Ti ascolta e ti elargisce buoni consigli. Direi che sono stata molto fortunata a lavorare con lui. Eri in compagnia di altre bellissime donne del mondo dello spettacolo. Sii sincera: esiste l’ invidia tra femmine? Dipende; io non sono mai stata invidiosa e sono sempre stata dalle parti delle donne, difendendole in ogni occasione. E se sento invidia preferisco allontanarmi da loro perchè non voglio litigare o mettermi in competizione con delle persone del genere. Comunque le mie colleghe al Bagaglino sono state straordinarie. Direi che abbiamo lavorato davvero molto bene insieme e


Quindi ammiro quelle persone positive e semplici che apprezzano la vita per com’è. E tu oggi quanto ti ami e quanto ti stimi? Guarda, per amare gli altri prima di tutto bisogna amare te stessa e allo stesso tempo stimarti per quello che sei e che fai, quindi ti dico che mi amo e mi stimo molto, senza eccedere. Beh, per te è facile amarti e stimarti: sei bellissima! Come ti mantieni in forma? Facendo tanta attività fisica e cercando di mangiare in maniera sana e regolare.

che ci siamo pure divertite un sacco! Esiste una forma di invidia positiva? Sì, esiste una forma di invidia positiva per esempio : quando una persona è in dieta e ti vede mangiare una fetta di torta e lei ti dice “quanto ti invidio”, in quel caso è invidia positiva. Chi sono le persone che ammiri di più in assoluto? Ammiro le persone che nonostante abbiano sofferto e che sono cadute si sono rialzate con il sorriso sulle labbra, con la voglia di vivere e di continuare ad essere brava gente che aiuta gli altri senza avere squallidi interessi.

Tuttavia ora che si avvicinano le festività non mancheranno pranzi e cene... Non hai paura di ingrassare? No, non ho paura di ingrassare, perchè un kg in più non fa male, ma è salute. Il periodo natalizio è sempre bello e si mangia bene, ergo io dico che ben venga un kiletto in più! Ma qual’è il tuo rapporto con il cibo? A parte tutti i miei problemi di intolleranze alimentari ho un buon rapporto col cibo. Direi che posso definirmi a buona ragione una vera buongustaia. Natale significa anche regali: quali sono i regali che ami di più fare e ricevere? A Natale di solito faccio regali utili e personali, ma il genere dipende


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da ogni persona a cui devo fare il regalo, quindi a seconda del rapporto che mi lega a lei. Mentre per me ogni regalo che ricevo è bellissimo. Non ho preferenze. Ami anche addobbare la casa? Sì, in particolare mi piace addobbare l’ albero in compagnia di mia madre e illuminare l’ abitazione con lucette natalizie. E il senso spirituale del Natale dove lo mettiamo? Sei religiosa? Sì, sono religiosa e vedo il Natale come un dono di Dio che fa unire tutte le famiglie per far stare insieme i suoi componenti. Parli di famiglia, ma tu non sei ancora diventata mamma. Ci pensi mai ad avere un figlio? Sì, ci penso anche perchè adoro i bambini. Tuttavia se non riuscissi ad averne uno mio in maniera naturale sarei molto contenta di adottarlo. E per concludere: a che cosa stai lavorando e che cosa ti auguri per il 2014 ormai alle porte? Da un paio di mesi sto lavorando alla stesura di un mio primo libro dove racconto un episodio drammatico della mia vita da adolescente che ha avuto delle conseguenze negative che mi hanno perseguitato nel percorso della mia esistenza.Spero di finirlo in primavera. E poi ho in ballo anche altri progetti, compreso quello di iniziare a lavorare in proprio in un’ attività tutta mia.


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A Natale 7,5 milioni di famiglie scelgono dolci artigianali made in Italy. La crisi fa riscoprire i prodotti tipici locali. I più golosi in Lombardia e a Milano

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ono 7.468.607 le famiglie italiane che a Natale porteranno in tavola dolci artigiani.

E’ quanto emerge da un’indagine condotta dall’Osservatorio IspoConfartigianato. Tradizione, freschezza, qualità delle materie prime, cura della lavorazione sono le caratteristiche che, secondo la rilevazione di Confartigianato, fanno preferire al 30% della popolazione italiana i dolci natalizi realizzati da 42.633 pasticcerie e panifici artigiani attivi nel Paese, che danno lavoro a 166.000 addetti rappresentando l’87,7% del totale delle

aziende del settore dolciario. Nonostante la crisi resistono i consumi di specialità alimentari artigiane e quest’anno le tavole natalizie saranno più ‘federaliste’ con la riscoperta della qualità dei prodotti tipici delle regioni italiane; nelle preferenze dei consumatori si stanno affermando le tipicità locali per le quali si attende un incremento del 5% delle vendite rispetto a Natale 2012. Seppure con gusti diversi, l’Italia è unita nel segno della qualità e della varietà delle produzioni alimentari artigiane. Confartigianato calcola che siano almeno 260 le ricette tipiche natalizie diffuse


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quando ne furono venduti 120.000 quintali per un valore di 240 milioni di euro

nelle varie zone del Paese. Tra struffoli e mustacciuoli, roccocò e pastiere, cassate e cannoli , cururicchi e cartellate, susamielli e nacatole, giuggiulene e sfinzie, buccellati e mandorlacci, pasta di mandorle e pettole è tutto un rifiorire di specialità dolciarie che segnano un deciso ritorno alle migliori tradizioni artigianali territoriali.

Sotto controllo i prezzi di panettoni e pandoro, ma anche delle altre 1.332 specialità tradizionali e tipiche di ciascuna regione italiana. Confartigianato fa rilevare che, nonostante i rincari dei costi delle materie prime e dell’energia registrati in quest’ultimo anno i pasticceri artigiani si sono impegnati a mantenere i prezzi dell’anno passato. Per panettoni e pandoro artigiani oscillano tra 15 e 20 euro al Kg. Per il torrone il costo va da 10 a 13 euro al Kg.

I più golosi di specialità artigiane legate alle prossime festività si trovano in Lombardia, con 1.300.601 famiglie che li prediligono rispetto ai prodotti industriali, e a Milano con 443.906 famiglie orientate su questa scelta. Seguono, a livello regionale, la Campania (695.360 famiglie) e la Sicilia (664.394 famiglie). Nella classifica provinciale, Roma e Napoli si classificano al secondo e terzo posto rispettivamente con 438.799 e 356.224 famiglie che a Natale consumeranno dolci artigiani.

Ma i dolci della tradizione natalizia made in Italy non piacciono soltanto in Italia. Secondo Confartigianato, tra gennaio e agosto 2013, ne abbiamo esportati per un valore di 224 milioni di euro, con un aumento dell’8,6% rispetto ai primi 8 mesi del 2012. In testa ai Paesi più affezionati alle nostre prelibatezze c’è la Francia, seguita da Germania e Austria. Dall’inizio dell’anno, i nostri cugini d’Oltralpe hanno comprato 50,3 milioni di euro di dolci (pari al 22,4% del nostro export di questo tipo di prodotti). In Germania abbiamo esportato 35,8 milioni di pasticceria (15,9% del totale esportato), mentre in Austria il nostro export di dolci è pari a 16,8 milioni (7,5% del totale).

I consumi di quelli tipici, secondo Confartigianato, dovrebbero attestarsi sui 50.000 quintali per un valore di circa 70 milioni di euro. Per quanto riguarda, invece, panettoni e pandoro artigiani, Confartigianato prevede che potranno essere raggiunti i risultati del 2012

Ed è ancora la Lombardia al vertice della classifica delle regioni italiane che esportano la maggior quantità di prodotti alimentari: nel primo semestre dell’anno da questa regione sono volati nel mondo alimenti per un valore di 1,8 miliardi di euro.


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moda


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Roberto Dionisi

... un architetto prestato all’arte di Barbara Braghin

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ncontro Roberto Dionisi nel suo studio affacciato sulla meravigliosa Piazza del Pantheon, dove lo splendore dell’antico monumento che sovrasta le architetture rinascimentali e seicentesche entra prepotentemente dalle finestre permeando, non solo metaforicamente, il singolarissimo studio che rispecchia con le sue travature antiche in legno, le pareti marmorizzate, i trompe l’oeil e le altre mille invenzioni creative, tutta la personalità poliedrica dell’artista. Si per me già solo affacciarmi alla finestra, muovermi nel centro antico di questa irripetibile città, la mia Roma dove non sono nato ma ho scelto e sceglierei sempre di vivere pur avendo frequentato il mondo; equivale ogni giorno ad un Master in architettura o

arte per quanto si può apprendere guardando o anche solo respirando l’arte che mi circonda. Non è un caso che da tanti paesi del mondo si sia sentito il bisogno di creare Accademie proprio a Roma per inviare i propri artisti a permearsi di tutta l’Arte che solo la Città Eterna può racchiudere. E questi Master tu li aggiungi ad una Laurea in Architettura, al Diploma in Scenografia dell’Istituto di Stato per la Cinematografia e agli altri attestati universitari in Semiotica e Comunicazione visiva, in Sociologia delle Comunicazioni e in Giornalismo conseguiti però accademicamente! Certo, ma l’importanza che io do a ciò che si può assorbire, quasi respirare vivendo un


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contesto culturale e artistico mi spinse proprio, giovanissimo, a concorrere da borsista per vivere quell’esperienza di “Artista residente”, come i tanti, anche celeberrimi, che hanno affollato nei secoli le varie Accademie di Francia, Germania, America ecc. presenti a Roma, di cui si diceva. E per un lungo periodo della mia vita ho alternato agli studi numerosi soggiorni all’estero, vincendo borse di studio dei Protocolli di Scambi Culturali del Ministero degli Esteri che mi permettevano, come Artista residente di vivere, appunto, altre realtà culturali e artistiche, assorbendone l’essenza. E in questa scelta ho sempre avuto chiaro che dovevo preferire l’approfondimento delle culture più lontane dalla nostra, scegliendo di volta in volta, ad esempio, i paesi di cultura più antica fra quelli arabi, come le ripetute “residenze” al Cairo, oppure Bagdad. O quei paesi europei che rappresentavano negli anni della separazione tra i due blocchi un modello culturale e di sviluppo delle arti tendente a privilegiare forme diverse, di cui

poi ne costituivano l’eccellenza. E fondamentale è stata per me l’esperienza di lavoro con Grotowsky in Polonia, come pure gli stages (tre) presso il Teatro Nazionale di Budapest o presso l’Istituto Nazionale di Cinematografia e Teatro di Bucarest per la scenografia. O la frequenza dell’Accademia Teatrale di Praga per finire poi, molti anni dopo, a collaborare perfino con il prestigiosissimo Teatro Bolscioi di Mosca. Ma in ciò ha giocato, credo, anche una certa tua tendenza all’ibridazione che sembra caratterizzare ogni tua attività? Si, hai colto nel segno, perché io ho sempre fondato le mie attività su una idea ossessiva di abbattimento e trasgressione delle barriere tra i linguaggi creativi e artistici, riconoscendomi ed ispirandomi ad un unico principio trasversale e contaminato: quello della creatività tout court. In ciò rifacendomi al più alto modello di artista multidisciplinare che io riconosca, quello dei grandi del Rinascimento e del Sei-


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cento, due nomi per tutti: Michelangelo e Bernini. Ora, queste schiere di veri artisti sapevano essere contemporaneamente architetti, scultori, pittori, decoratori, letterati, scienziati come nel caso di Leonardo, in altri casi anche musicisti, ma perfino organizzatori di eventi! Perciò architettura, scenografia, costumi; arte visiva in tutte le sue possibili espressioni: pittura, scultura, installazioni, video-installazioni, grafica, illustrazioni ecc. E poi editoria, scrittura, giornalismo, teatro, televisione e spettacolo in genere, teatro di figura e costruzione di maschere e macchine teatrali, regia, animazione, direzioni artistiche e organizzazione di eventi, docenze e trasferimento delle competenze e dei saperi, impresa culturale e del divertimento creativo e perfino arte del vivere sono state le tante attività a cui mi sono applicato nel corso di una vita che posso dire spesa e dedicata esclusivamente ai mestieri creativi. Ma ciò non tende a disorientare penalizzandoti nella tua affermazione come artista? Tanto più in un’epoca in cui, a differenza del Rinascimento e del Seicento che tu citavi, il mercato dell’Arte tende a privilegiare la riconoscibilità dello stile di un artista. Hai perfettamente ragione, ma sono in molti a non identificare più l’Arte con il mercato, il quale ha preso ormai, a mio avviso, una deriva esclusivamente speculativo/finanziaria che non può più rappresentare i veri valori dell’Arte.

Forse è stato proprio a causa di questa egemonia del mercato che l’ultimo secolo non ha saputo raggiungere i vertici artistici di quei secoli dove invece era la figura del “mecenate” che commissionava e …remunerava l’Arte! E proprio per questo non ho voluto vivere di “arte” ma piuttosto di “creatività”. Perché voler vivere di arte avrebbe paradossalmente significato limitare la propria ricerca creativa! Fossilizzarsi nella ricerca di uno stile riconoscibile e ripetersi a vita, senza più cambiare perché il mercato non te lo consente! Perciò la mia aspirazione non è mai stata quella di entrare nel mercato dell’arte, anche se numerosi cataloghi quali L’ International Dictionary of Artists, l’International Contemporary Artists di New York, il World Artist Catalogue, il Catalogo Internazionale d’Arte Moderna, l’Enciclopedia Biografica Pittori e Scultori Italiani del Novecento hanno catalogato la mia opera. Semmai l’aspirazione è stata quella di entrare nella …Storia dell’Arte, proprio come i grandi modelli a cui mi ispiro delle epoche precedenti. E curiosamente ci sono anche riuscito! Ma questo è quasi più un aneddoto da raccontare! E allora raccontacelo perché non è certo da tutti entrare, ancora viventi, nella Storia dell’Arte! Eppure in un certo senso io ci sono entrato, ma nella Storia dell’Arte occidentale, vista però… dal mondo arabo! E questo per noi condizionati


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da un mercato dell’arte esclusivamente occidentale e da una presunzione di egemonia culturale può sembrare bizzarro. Ma quanto sappiamo noi della Storia dell’Arte di altre culture? Abbiamo una visione chiara, ad esempio, di quali sono gli artisti significativi per la Storia dell’Arte contemporanea araba? Bene, proprio a seguito delle numerose permanenze al Cairo come artista (da notare che il Cairo è l’equivalente per l’arte e la cultura del terzo mondo di quello che New York è per l’occidente) avevo collezionato nel tempo un certo numero di riconoscimenti, effettuando mostre personali di cui una risultò vincitrice come migliore mostra dell’anno, rappresentando spesso l’Italia in rassegne internazionali e vincendo anche la Menzione d’Onore della Triennale Internazionale d’Egitto. Di conseguenza mi sono ritrovato, ancora vivente e con mia innegabile sorpresa, in un libro di Storia dell’Arte, in compagnia di nomi del calibro di Picasso, Andy Warrol, Modigliani ecc. E questo non ti ha spinto ancora di più verso una “carriera” di Artista? Certo, continuo tuttora a fare regolarmente mostre, personali o partecipazioni in rassegne in-

ternazionali e posso dire forse di aver avuto la definitiva consacrazione come artista internazionale allorchè nel 2005 ( anno intitolato dall’ ONU, che dedica ogni annualità ad un tema fondamentale per i popoli, come “Anno Mondiale della Fisica”) l’UNESCO scelse una mia opera da riprodurre per il manifesto ufficiale. Da notare che l’UNESCO sceglie ogni anno l’artista più rappresentativo, tra quelli ritenuti più insigni, a cui affidare il compito di rappresentare con una propria opera il tema dell’anno; opera che diventerà poi il manifesto ufficiale ed il logo di tutta la comunicazione e di tutti gli eventi che si svolgeranno sul tema. Ma ora, per concludere questo nostro incontro, credo di poter dire di aver raggiunto la consapevolezza che la mia vera vocazione, forse dovuta alla mia incessante curiosità intellettuale, è quella di lavorare, come detto, sulla contaminazione dei generi e dei linguaggi. Ecco perché l’attività a cui ultimamente mi sto dedicando maggiormente è quella delle installazioni d’arte, dove io vedo l’architettura contaminata con l’arte plastica e di conseguenza l’atto progettuale, depurato di tutte quelle finalità utilitaristiche che fanno scadere così spesso l’architettura a semplice “edilizia”, nobilitato a puro atto creativo.


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Mobile Payment un sistema di pagamento contactless basato su smartphone e tecnologia NFC di Alessandra Basili

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ecentemente in Italia si sta affermando il Mobile Payment, una nuova forma di pagamento contactless che non utilizza il contante o le normali carte di credito ma smartphone che supportano la tecnologia NFC. Questa modalità di pagamento avviene avvicinando al POS (Point Of Sale) dell’esercente, abilitato ai pagamenti contactless, lo smartphone che lavora in modalità Card Emulation. Ma che cos’è la tecnologia NFC e come permette di pagare strisciando lo smartphone su un POS come se fosse una carta di credito a tutti gli effetti? NFC è acronimo di Near Field Communication e indica una comunicazione a corto raggio, ovvero un protocollo in prossimità, che permette di scambiare informazioni tra un reader ed un ta, che devono essere posti a meno di 10 cm, alla frequenza operativa di 13.56MHz. I tag NFC sono etichette di vari materiali in cui è inglobato un dispositivo radio in miniatura composto da una bobina (un circuito stampato in una spirale piatta) e un microchip. In sé il chip non ha capacità computazionali ma

si limita a trasferire le informazioni che sono state salvate al suo interno. I tag NFC sono dei dispositivi passivi, non hanno bisogno di batterie per funzionare ma necessitano di un dispositivo esterno (reader) che li attivi tramite elettromagnetismo. Il reader NFC genera un campo magnetico che induce una tensione all’interno della bobina, attivando il microchip. La tecnologia NFC (Near Field Communication), standardizzata dal Near Field Communication (NFC) Forum e fondata da Nokia, Philips e Sony nel 2004, si basa su un chip, che, dialogando con la SIM, può essere configurato per funzionare in tre modi: 1. card-emulation mode: lo smartphone viene riconosciuto dal reader NFC come una carta “contactless” ; 2. reader mode: lo smartphone si comporta come un reader a. può leggere ed interagire con delle carte “contactless”. b. Può interagire con i TAG NFC inglobati sulla superficie di oggetti, ad esempio


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Smart Poster: un tag NFC comunica le sue informazioni ad un reader NFC. Un’applicazione di esempio potrebbe essere la raccolta degli orari di uno spettacolo direttamente dalla locandina che lo pubblicizza oppure recuperare le indicazioni stradali per raggiungere il luogo; c. un tag NFC può comunicare informazioni tecniche quali ad esempio i parametri di una connessione bluetooth o di una rete wireless ad un reader NFC. Dopo lo scambio delle informazioni il reader si configura per la connessione, ad esempio, alla rete wireless. 3. P2P mode: in questa nuova modalità, lo smartphone può comunicare con un altro smartphone. L’importanza della tecnologia risiede nella possibilità di installare tali dispositivi all’interno di smartphone. La peculiarità di un dispositivo NFC (come, ad esempio, uno smartphone) consiste nel fatto che è contemporaneamente sia TAG che reader. Questa doppia caratteristica permette ad un telefono di essere anche un elemento unico, quale, per esempio, un bancomat. Non deve quindi stupire che la tecnologia preveda anche il pagamento contactless presso negozi che dispongono di un servizio di pagamento senza contatto. Quali sono le prospettive per il settore? La tecnologia NFC sta diventando sempre di più uno standard nelle transazioni contactless e le stime indicano che entro il 2015 oltre il 50% degli smartphone venduti saranno provvisti di tale tecnologia. Finora, in Italia, ci sono stati diversi soggetti a implementare questa tecnologia, tra cui i circuiti di carte credito (Mastercard, Visa e Cartasi), gli operatori telefonici (Tim e Vodafone), colossi della telefonia mobile come Samsung e alcuni istituti di credito. In particolare Tim ha lanciato Tim Wallet, un servizio per il momento disponibile solo a Mila-

no che permette di memorizzare i dati della carta di credito (o prepagata) sulla sim card dello smartphone – il sistema è supportato da alcuni modelli del Samsung Galaxy e dall’Lg Optimus – e di effettuare i pagamenti presso i POS equipaggiati con Nfc semplicemente “strisciando” il device sul POS. Anche altri operatori di telefonia come Poste Mobile hanno adottato innovazioni del genere per i propri clienti. L’obiettivo di tutti o quasi gli agenti del settore è quello di creare un sistema comune in cui siano consentite le transazioni a chiunque, a prescindere dallo smartphone utilizzato, dalla compagnia telefonica scelta e dal circuito adoperato. Secondo uno studio di Juniper Research, entro il 2015 lo shopping fatto con gli smartphone arriverà intorno ai 670 miliardi di dollari a livello globale. A breve saranno disponibili speciali dispositivi applicabili ai dispositivi non dotati della tecnologia necessaria per i pagamenti come l’ iphone ( privo di tecnologia NFC ma dotato della tecnologia di riconoscimento delle impronte digitali - presente nel nuovo iPhone 5S –che potrebbe dare un’ulteriore svolta al settore dei pagamenti mobili). Ma i pagamenti non saranno il fulcro della tecnologia Nfc. Il tag Nfc inaugura l’era degli smart service, come ad esempio gli di smart poste, che grazie alla tecnologia Nfc, consentono un accesso immediato a video e/o altri contenuti informativi. Infatti molte città che inaugurano il turismo 2.0 stanno adottando questa tecnologia nei musei. Poi ci sono i brand del fashion che usano l’Nfc per fornire ai consumatori la certificazione del prodotto che vogliono acquistare. Inoltre, ogni volta che si effettua il tap in modalità contactless, si possono visualizzare promozioni e formule di ingaggio come, ad esempio, accumulare dei punti premio innescando nuovi meccanismi di gamification.


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La magrezza vissuta come ossessione di Angela Todaro

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l valore della magrezza viene enfatizzato soprattutto nei paesi industrializzati dove c’è abbondanza di cibo. La società dell’immagine mette in risalto modelli di magrezza con il messaggio che essere magri, specialmente per le donne, significa essere belli e vincenti. Questo ha un impatto soprattutto nell’adolescenza quando i propri cambiamenti fisici portano ad una insicurezza di fondo con la difficoltà di accettare il proprio corpo che sta cambiando, e si ricerca un’identità nuova rispetto a quella dell’infanzia: il concetto che la magrezza rappresenti una sorta di valore con cui ci si distingue sembra aiutare a ridimensionare le insicurezze caratteristiche degli adolescenti. Inizialmente ricorrere ad una dieta e controllare l’alimentazione può essere rassicurante e

piacevole pensando ai risultati che si possono raggiungere e che, specialmente per le donne con bassa autostima, possono essere visti come la chiave per il riconoscimento sociale, quindi un modo per ottenere ammirazione e successo, abbracciando una logica del tipo “se non si è perfetti non si è accettati, se non si è accettati non si è amati”. Sul mercato si trovano tra l’altro numerose riviste che diffondono la cultura della dieta, del fitness. Anche tra gli uomini stato rilevato un atteggiamento ossessivo rispetto alla propria forma fisica, con una continua preoccupazione per i risultati da raggiungere, in un impegno incessante nel migliorare le proprie dimensioni fisiche, tanto che oggi si parla di anoressia inversa o vigoressia che ha a che fare proprio con


un modo esasperato di ricerca di un ideale di bellezza che sempre un po’ lontano dal livello che si ottiene. Le diete possono trasformarsi in una vera e propria malattia, qualcosa di ossessivo che porta a forme autodistruttive dove la ricerca della magrezza portata all’estremo con rischio di deteriorare il proprio corpo e mettersi persino in pericolo di morte. I disturbi alimentari costituiscono un’emergenza sanitaria in Italia e nel mondo con milioni di giovani che si ammalano ogni anno, per metà giovani al di sotto dei 25 anni. Si tratta di disturbi che non comprendono solo un aspetto strettamente alimentare ma soprattutto psicologico. Per questo l’approccio deve essere multidisciplinare e olistico ossia deve prevedere l’intervento di varie figure professionali come il nutrizionista e lo psicoterapeuta e deve tenere conto sia degli aspetti fisici sia di quelli emotivi. I disturbi alimentari rappresentano un tentativo insano di regolare stati emotivi negativi da cui la persona si sente schiacciata. Tramite il tentativo di ottenere un’immagine corporea

che soddisfa il modello ideale, si può rinforzare la distorsione della stessa immagine corporea: chi soffre di anoressia vede il proprio corpo più grosso di come sia realmente, vuole perdere chili nonostante abbia un peso inferiore a quello minimo normale, nega gli effetti negativi della malnutrizione come le modificazioni fisiche, il rallentamento del metabolismo e dei battiti cardiaci, uno stato di continua debolezza, l’insonnia, una diminuzione della concentrazione e della memoria. La persona anoressica può presentare un disturbo ossessivo-compulsivo con continui pensieri sul cibo e sul corpo, ricorrendo a rituali per cercare di ridurre la preoccupazione: può contare in modo ripetuto le calorie dei cibi, collezionare ricette, sottoporsi ad una attività fisica eccessiva che finisce per diventare l’unico interesse da coltivare insistentemente e con cui occupare la maggior parte del tempo di cui si dispone. Può inoltre mostrare, in associazione al disturbo alimentare, disturbi dell’umore, oscillando da un’iniziale euforia alla depressione, tendendo a isolarsi e a perdere interesse per ciò che allon-



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tana dal controllo del corpo. Chi è anoressico può voler cucinare per altri guardandoli mangiare senza toccare alcun alimento: resistere al cibo quando lo si ha di fronte genera un senso di compiacimento con se stessi e di superiorità rispetto a chi invece non è in grado di resistere a tavola. La malattia può trovare nel web un canale di comunicazione: esistono infatti siti chiamati Pro-Ana, comunità virtuali esclusive che promuovono uno stile di vita, una filosofia, enfatizzano la magrezza, dove vengono dati consigli estremi su come dimagrire negando la pericolosità. Se all’inizio la dieta consente di sperimentare un senso piacevole di padronanza arrivando ad uno status di riconoscimento sociale e sembra essere un tentativo per l’adolescente di separarsi e individuarsi dalla propria famiglia controllante sperimentandosi oltre il contesto familiare, successivamente invece

quando si realizza che la mancanza di cibo non porta a quel tipo di potere al quale si aspira, cominciano processi persecutori interni ed è allora che l’euforia cede il posto alla tristezza, alla depressione. Il cibo viene a costituire uno strumento di controllo di un’ansia insostenibile. Dal momento che la persona anoressica nega la malattia è difficile che sia inizialmente favorevole alla psicoterapia. Tuttavia soprattutto la famiglia pu˜ affrontare con fermezza il problema motivando la decisione di consultare un professionista con la preoccupazione per una situazione che si rivela pericolosa per lo stato di salute. é importante fare attenzione al sentimento di vergogna che pu˜ essere controproducente quando si ha a che fare con persone che soffrono di disturbi alimentari, dal momento che pu˜ accrescere il senso di incapacitˆ che prova la persona anoressica nei confronti di se stessa. Bisogna cercare di evitare critiche, consigli e commenti riguardo alla problematica, senza avere specifiche competenze al riguardo, in quanto il rischio di accrescere confusione. La persona non deve essere spinta a modificare i propri comportamenti alimentari per far contento chi le sta vicino, ma deve essere consapevole che mangia solamente per se stessa. é importante quindi che anche i familiari vengano supportati allÕinterno di un percorso di psicoterapia per evitare condotte controproducenti per il processo di guarigione della figlia ma anche per poter elaborare le proprie difficoltˆ individuali.

Angela Todaro: psicologa, psicoterapeuta, analista transazionale @psicoterapia_1






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Not(t)e d’arte

con Vincenzo Bocciarelli di Floriana Tondinelli

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ell’affascinante scenario della Galleria Borghese, che raduna opere d’arte straordinarie e di valore inestimabile raccolto da Scipione Borghese, nel segno della continuità storica fino all’età contemporanea con un’appartenenza anche cittadina,Vincenzo Bocciarelli senese di origine, ci conduce in una serata magica all’insegna dell’arte, della musica. Un’interpretazione carica di personalità e rispettosa del luogo d’arte per eccellenza. Vincenzo Bocciarelli narra tra un verso

e l’altro “L’anima migrante” percorre il luogo, lo scruta, lo idolatra, lo attraversa, lo scopre e ne rimane stupito come noi tutti spettatori con una serata nuova, diversa, emozionante- come dice Bocciarelli“Anima Migrante nasce dalla necessità di sottolineare l’importanza del passaggio e la trasmutazione dell’animo umano in tutte le sue forme creative ed emozionali. Il migrare è una condizione dell’uomo fin dalle sue origini”. Ho visitato molte volte la Galleria Borghese


sono stata una delle prime partecipanti alla visita dopo il restauro, ma assistendo all’evento della “Notte al Museo” e ascoltando i versi pronunciati dall’estro e dalla maestria di Bocciarelli ne sono rimasta estasiata. Un modo nuovo di comunicare l’arte “magnifica” allo spettatore un momento di riflessione, non a caso l’interpretazione è avvenuta nella sala principale, all’ingresso un momento di sosta per assistere al nuovo al bello, accompagnato dall’arpista Katia Catarci, e dall’attore Francesco Dainotti, Vincenzo Bocciarelli ci conduce con il suo recital in un altro

luogo, in una nuova dimensione della visita all’opera d’arte. E allora ripercorre le sale della Galleria Borghese sull’onda di una nuova consapevolezza e leggerezza dell’animo diventa un cammino nuovo più bello. Le splendide opere de Il Caravaggio conosciute, viste molte volte dal vero e nelle pubblicazioni, diventano spunto di nuovi interrogativi e di dettagli ancora da scoprire. La Paolina Borghese con la sua bellezza intatta e perfetta, protagonista del Museo con una sala a lei dedicata si rinnova di una luce nuova e insolita, così come il Bernini,


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il Canova e i grandi capolavori dell’arte classica. Bocciarelli diventa un collegamento tra passato e presente, un ponte che fa percorrere al pubblico tutto, un momento senza tempo; solo i grandi valori dell’arte possono consentire allo spirito e all’anima di elevarsi quasi in uno stato di grazia. Quell’emozione e quel sentimento che ha attraversato i secoli ed è nel cuore dei visitatori di tutte le generazioni e di tutte le nazionalità. Durante il recital un bambino di origine russa invitato da Bocciarelli sul palco ci dice che vuole fare lo scultore, allora questa visita speciale è per me davvero riuscita a suscitare quel risultato d’interesse nel pubblico di tutte le età e

provenienze, questo è il riscontro, “l’arte è la risposta”. Molti gli illustri ospiti che hanno partecipato all’evento patrocinato dal Soprintendente del Polo Museale Romano Daniela Porro, tra cui il Direttore Generale del Mibac Annamaria Buzzi, Giuliana Lojodice, Valeria Fabrizi, Howard Ross, Dagma Lassander, Fabio Strina, Pablo Castro, Manuela Maccaroni, il presidente del Centro europeo per il turismo Giuseppe Lepore. L’”Anima migrante” di Vincenzo Bocciarelli con poesia e scritti dell’autrice milanese Cristina Garzella proseguirà alla Pinacoteca di Brera e alla Reggia di Caserta.


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Re-Nate fashion lab all’insegna della difesa dell’ambiente a Roma presso i saloni del Boscolo Palace Hotel di Barbara Braghin

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oppio appuntamento con il riuso per le otto le creative di ReNate, il fashion lab all’insegna della difesa dell’ambiente presentato a Roma presso gli eleganti saloni del Boscolo Palace Hotel di Via Veneto 70 diretto da Andrea Fiorentini e festeggiato con un allegro party nel nuovo padiglione del Mo Mò Republic dell’imprenditore Alberto Salerno, sito in Piazza Forlanini 10. Un Team al femminile unito dalla medesima sensibilità, lo stesso entusiasmo e voglia di fare: sono Stefania Giacomini e Pilù Martini - ideatrici del progetto - assieme all’architetto Beatrice Amodeo, a Giusy Messina, laureata in Belle Arti a Firenze, a Ludovica Cirillo, eco-tech designer nelle cui mani i tasti del computer diventano

gioielli, all’eco-cocker Nicole Rossini, alla shoes designer Sara Onori, che reinventa scarpe e borse e ad Ileana Giacintucci eco-scultrice che raccoglie dal mare i componenti per lampade e soprammobili. Tanti i numerosi ospiti, attratti dalla filosofia di queste donne attratte da un concetto di Moda e Design che rispetti la Natura e l’Ambiente si potevano riconoscere: gli artisti Paola Romano e Massimo Di Cave, Sandra Cioffi e Francesco Fedi, l’avvocato Manuela Maccaroni, Elena Aceto di Capriglia on il marito chirurgo plastico Camillo D’Antonio, la psicoterapeuta Irene Bozzi, Monica Scattini, Pino Ammendola – che ha letto alcuni testi dedicati al tema del ri-uso – Janet De Nardis, Silvana Augero, i maestri Isabella


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Ambrosini e Jacopo Sipari di Pescasseroli, gli stilisti Tiziana Sabatucci, Vanessa Foglia, Roberto Cagnetta e Massimo Bomba, Carla Montani con il marito Lucio Dessolis, Bianca Maria Lucibelli Caringi, Conny Caracciolo, il flower designer Giancarlo Mastinelli, il regista Alessio Rupalti, Guglielmo Giovanelli Marconi, gli hair sylist Luca e Simone Bartorelli e Carlo Tessier, e tanti giornalisti che hanno ricevuto il benvenuto da Emilio Sturla Furnò e hanno apprezzato le prelibatezze della cucina regionale preparate dallo Chef Max Mariola al Boscolo Palace Hotel e al Re-Nate Party del Mo Mò Republic. “La terra è satura, soffocata dai rifiuti, dalla plastica, dai veleni… compriamo, consumiamo, sprechiamo, buttiamo troppo“ - dicono – “ecco perché nasce il nostro Atelier dedicato alla seconda vita degli oggetti. Riuso, rifacimento, riciclo, trasformazione questi i sostantivi che ci piacciono. Il nostro non è un negozio dell’usato, ma un lab-fashion – laboratorio della Moda - in cui portare vestiti,

scarpe, borse, accessori, lampade, oggetti per la casa e di arredamento, persino computer”. Re-Nate, il nome lo certifica, daranno loro una rinascita, un nuovo look. Eco-Creatività sotto il segno del ri-uso significa adesione alla cultura del consumo consapevole e attenzione alla salute del nostro pianeta; questo – e molto altro – è RE-NATE che hanno in programma un fitto calendario di incontri culturali dedicati all’eco-sostenibilità. Il Team RE–NATE Stefania Giacomini e Pilù Martini – ideatrici del progetto RE-NATE Esperte di costume, cultura e moda, nonché convinte sostenitrici della creatività applicata al ri-uso si sono date da fare per costituire un team poliedrico nelle capacità e trasversale nell’esperienza. Dalla loro visione di un mondo più sano e vivibile nasce l’idea di una cultura, quella del riutilizzo appunto, che diventi moda e tendenza applicate quanto più possibile al vivere comune. Novelle Gropius del XXI° secolo, oltrepassano e ampliano il


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concetto di massificazione dell’oggetto artistico introducendo nel processo creativo l’utilizzo dei materiali già “vissuti”. L’oggetto di uso comune che decontestualizzato, reimpiegato e – a volte – trasformato diventa altro da se stesso per una nuova e spesso migliore fruizione della vita quotidiana. Beatrice Amodeo – architetto e designer Laureata alla Facoltà di Architettura Roma Tre è specializzata nella progettazione di spazi condivisi con una particolare attenzione al co-housing e al coworking, ovvero i nuovi modi di intendere l’abitare e la gestione del proprio spazio professionale. Riuso per lei significa esprimere la propria arte nel riutilizzare oggetti scartati creando un arredamento eco-sostenibile, dove la poltrona sia fatta con vecchie camere d’aria o il lampadario non sia di Murano, ma creato con un mirabile intreccio di centinaia di metri di semplice quanto creativa fettuccia. Giusy Messina – fashion designer Laureata in Belle Arti All’accademia di Firenze, diploma in fashion design all’Istituto Marangoni di Milano, modellista,

costumista ha collaborato con prestigiosi teatri europei come lo Stuttgarter Ballet di Stoccarda e il Deutsch Opera di Berlino. Per 18 anni ha lavorato per la maison Gattinoni. Re-Nate per lei significa poter creare, progettare e sviluppare disegni e prototipi di abbigliamento, utilizzare le varie tecniche del ricamo e della lavorazione sartoriale, con un occhio alla ricerca di materiali esclusivi per inventare forme nuove. Il suo motto: “... è il dettaglio che fa l’unicità”. Ludovica Cirillo – eco-tech designer Designer romana, uno dei 200 talenti scelti nel 2010 da un comitato di esperti del Ministero della Gioventù e relatrice al Museo MAXXI per lo Youth Architect Project. Da sempre attratta da tutto ciò che e’ ecologico e riutilizzabile, continua la sua ricerca in questo campo anche alla facoltà di Architettura della


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“London Metropolitan University”. La sua voglia di scoprire, sperimentare la spinge, nonostante la giovane età, già da alcuni anni a creare oggetti di arredamento e bijoux riutilizzando materiali elettronici in disuso. Tra le sue mani auricolari, fili elettrici, tasti del computer acquistano una seconda vita. Nicole Rossini – eco cooker Mai come in questo momento di crisi i suoi consigli di ri-uso in cucina sono preziosi. Ricette che trasformano vecchi piatti in stimolanti ingredienti di partenza per mille, gustose, fantasiose nuove pietanze. Ma anche scelta attenta degli ingredienti più sani e garantiti per una cucina salutare e consapevole. I suoi trucchi nascono nei bauli, dove i ricettari sono scritti dalla penna della nonna, ma non rimangono segreti irrivelabili! Al contrario le sue lezioni di riuso in cucina sono generose testimonianze di come ci si può “leccare i baffi“ con piatti semplici, economici ma allo stesso tempo gustosi e sfiziosi. Sara Onori – shoes designer diplomata in design e arredamento di interni all’ Accademia delle Arti e Nuove

Tecnologie e in Trompe l’ Oeil e tecnica del chiaroscuro all’ Accademia del superfluo, è la persona giusta a cui consegnare un paio di scarpe vecchie, una borsa, accessori oramai fuori moda o lisi dal tempo per ritirarli rimodernati, tinti, decorati. Nel laboratorio di Sara ogni cosa è reinventata, resa unica, personalizzata, per il piacere personale o per fare un regalo molto speciale e unico. Ileana Giacintucci – light designer Nasce come eco-scultrice spinta dalla grande passione per il mare e dall’amore per l’ambiente. Sin da piccola si entusiasma nel reinventare e creare nuovi oggetti da tutto ciò che per tutti è considerato “da buttare” dando sfogo alla sua fantasia più sfrenata. Oggi le sue lampade nascono dopo una mareggiata, dalle cose più disparate e apparentemente inutili che restano sul bagnasciuga: ciottoli, legni, sassi e conchiglie. I materiali raccolti, selezionati con cura, vengono lavorati a mano senza l’impiego di sostanze che possano modificare la loro naturalezza. Armonizzando forme e colori, gli elementi ritornano in vita come oggetti originali nel loro genere, diventando eleganti lampade e complementi d’arredo.




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La tradizione del Presepio I

l presepio tradizionale, nasce, secondo la tradizione da una rievocazione ideata da San Francesco con persone che interpretavano la Sacra Famiglia e i pastori, allestita a Greccio la notte di Natale del 1223. Il primo esempio di presepe composto da statuine è quello realizzato da Arnolfo di Cambio nel 1280, i cui pezzi ancora esistenti sono conservati a Roma nella Cappella Sistina di S. Maria Maggiore. Dalla Toscana, questa tradizione prende piede in tutta Italia, in particolare nel Regno di Napoli, dove il presepe viene arricchito da personaggi rappresentanti tutte le professioni e da elementi del paesaggio. Dalle semplici statuine si arriva a personaggi

costruiti in legno e fil di ferro, con volto in terracotta e vestiti di stoffa anche pregiata. In Italia i diversi presepi si differenziano per i diversi prodotti e materiali utilizzati. Possiamo ricordare a tal proposito il presepe genovese ed altoatesino, realizzati con pastori in legno e il presepe pugliese che utilizza la carta pesta. Solo nell’800, il presepe diverrà una tradizione davvero popolare e sarà uso comune allestire un presepe in ogni famiglia per Natale. I Musei del Presepe in Italia In Italia, la cultura del presepe è custodita e divulgata presso diversi musei:


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- Museo del Presepio di Brembo di Dalmine (Bergamo) www.museodelpresepio.com - Collezioni di presepi del Convento MuriGries di Bolzano www.musei-altoadige.it - Museo Internazionale del presepio in miniatura “G. Colitti” di Campobasso - Museo del Presepe di Morrovalle (Macerata) www.museodelpresepio.altervista.org - Museo tipologico del Presepe di Macerata - Museo del Presepe di Villanova (Modena) - Museo tipologico internazionale del Presepio di Roma www.presepio.it

luci e decori natalizi. Invece in Trentino, sono rinomati i mercatini di Trento, Levico Terme e Rovereto e quelli di Arco e Andalo. A Verona l’Arena ospita la Rassegna Internazionale del Presepio nell’Arte e nella Tradizione con 400 esemplari di presepi provenienti da tutto il mondo, anche da musei e collezioni private. Per chi si trovasse nella Capitale nel periodo natalizio è irrinunciabile una visita al mercato di Piazza Navona.

Le vie e i mercati del Presepe Parlandi di presepi, non si può non partire da Napoli, qui si trova infatti Via San Gregorio Armeno, la famosa strada degli artigiani del presepe, conosciuta in tutto il mondo per le innumerevoli botteghe artigiane dedicate all’arte presepiale. E’ anche l’unico posto dove si possono acquistare statuine tutto l’anno, a differenza dei mercatini temporanei. Molto conosciuti sono anche i mercatini di Natale in Trentino Alto Adige (Bolzano, Merano, Bressanone, Brunico e Vipiteno). Sono situati nei centri storici, in un tripudio di

Le mostre del presepe Una delle rassegne più famose del presepe è la celebre mostra “100 Presepi”, che si svolge a Roma, a Piazza del Popolo ogni anno nel periodo natalizio. Ospita presepi di tutti i tipi, provenienti da tutto il mondo, alcuni dei quali di immenso valore artistico, opere ogni volta nuove frutto di tradizione ma anche di tecniche innovative e materiali di ogni tipo. Per far conoscere l’arte del presepe all’estero, Confartigianato Imprese ha organizzato negli anni passati in Russia diverse esposizioni di presepi tradizionali tra cui quello napoletano e



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quello leccese, che hanno riscosso un grande successo di pubblico. Gli artigiani storici del presepe Tra le più importanti ditte artigianali del presepe italiano citiamo il maestro artigiano napoletano Ulderico Pinfildi. Ulderico Pinfildi ancora oggi onora questo sacro rito e nelle sue opere fa una ricostruzione fotografica in 3D di una città in festa. Una città e delle persone che si possono ritrovare solo in quadri antichi o in descrizioni accurate nei libri che raccontano del nostro passato. Una città che rivive nei suoi personaggi ormai dimenticati, ma che sono esistiti e fanno parte della storia. Oggi come allora nel laboratorio di Ulderico Pinfildi si realizzano scenografie e figure presepiali rispettando i canoni del ‘700. Dietro c’è sicuramente un accurato studio particolarmente attento nel rimanere fedele alle sculture presepiali del ‘700, sia nelle forme fisiche che negli abiti. I particolari, infatti, sono quelli che rendono viva la scena: le rifiniture del viso, testine modellate in terracotta con occhi in vetro soffiato e dipinto, arti in legno policromo, le mani, i corpi, i piedi, gli abiti abilmente ricamati, ma soprattutto fedeli all’epoca, a partire dalle stoffe,

come seta ricamata per i nobili, cotone e lino rifiniti a mano per i personaggi meno eccellenti, la produzione animalistica, così come gli accessori in legno o in metallo, cestini di frutta e verdura, utensili vari che, uniti in un’unica scena, creano un’atmosfera di festa dal sapore antico. Un’altra ditta storica, amata dai collezionisti di tutto il mondo è la Fontanini di Lucca, in Attiva dal 1908, l’azienda Fontanini ha scelto di realizzare, attingendo dall’antica tradizione dei figurinai lucchesi, personaggi di singolare espressività ed accuratamente modellati. Generazioni dedicate alla creazione di presepi e di varie figure caratterizzate da una plasticità giocata sull’intensità dei volti e lo studio degli atteggiamenti e dei dettagli. I personaggi del presepe e gli angeli ne sono evidente testimonianza: dipinti a mano pezzo per pezzo, di vario formato da pochi centimetri a grandi dimensioni, sono simbolo di serenità e di dolcezza, recano un messaggio di pace, indicano un cammino di fratellanza. Fantasia e tecnica, tradizione ed innovazione, accompagnano i ritmi, ora squisitamente artigianali ora industriali, della lavorazione fino a conseguire un risultato finale nel segno dell’armonia e di evidente periziaattività dal 1908.


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Wedding Wonderland A Palazzo Brancaccio grande successo per il favoloso mondo del matrimonio messo in scena da Tiziana Amorosi d’Adda di Barbara Braghin - foto Mauro Rosatelli e Michela de Nicola

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rande successo e folla delle grandi occasioni, nonostante la prima pioggia d’autunno, per l’evento ideato ed organizzato da Tiziana Amorosi D’Adda in collaborazione con Woman & Bride. Fin dalle prime ore della mattina un flusso ininterrotto di ospiti, coppie di prossimi sposi, giornalisti, blogger, fotografi, operatori tv, personaggi del mondo dello spettacolo e delle istituzioni o semplicemente amici e curiosi attratti dall’invito rivolto da Erika Gottardi e Massimiliano Piccinno che

hanno coadiuvato la “padrona di casa”, titolare di CharmWedding – Eventi che ha fortemente voluto questa manifestazione che segna un punto d’arrivo negli eventi dedicati al wedding e che ha creduto sin da subito alla sua riuscita ed al suo successo: a quest’ultimo ha contribuito l’eleganza dei saloni di Palazzo Brancaccio, che ha offerto, tra l’altro, squisiti rinfreschi ai numerosi ospiti per tutta la lunga giornata ed il prestigio dei numerosi Partner coinvolti che hanno arricchito con la loro qualificata presenza la qualità di questo


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elegante momento espositivo. Madrina d’eccezione e protagonista della giornata Elisabetta Pellini, un’attrice per la quale i superlativi ormai non bastano: è bravissima, bellissima e dotata di un’anima meravigliosa, dolce, sensibile… in una parola, straordinaria! Per l’occasione, l’Atelier Berardinucci, ha presentato l’apprezzatissima Collezione 2014 con la presentazione di “Flower”, abito di punta, con i suoi 7000 fiori realizzati a mano. Nel momento clou dell’Evento, ha avuto luogo una dimostrazione di come il portamento sia importante per una donna in generale e per una sposa in particolare: la stupenda Madrina, coadiuvata dallo charme dell’artista Peggy Sue, ha dato vita ad una speciale lezione di portamento, indossando il sofisticato abito “DIONE” nel colore verde Tyffany, particolarmente amato dalla bella attrice, sempre del Couturier romano Enzo Berardinucci. Presenti anche gli attori Marina Pennafina e Beppe Convertini, cari amici, che hanno accolto l’invito di Erika e Massimiliano. Applauditissimo l’intervento della criminologa Roberta Bruzzone, che ha arricchito di interessanti contenuti l’immagine della manifestazione che ha avuto, come contraltare, momenti di frivola eleganza nella garbata e simpatica esibizione burlesque di Peggy Sue. Tra i molti volti noti, si potevano riconoscere Bianca Maria Caringi Lucibelli, Rosa Paola Lucibelli, la scrittrice Annalisa Sofia Paren-

te, Josephine Iannello, lo stilista Gaetano Massari, la consulente d’immagine Emanuela Scanu, gli imprenditori Davide Raciti ed Ilaria Barzagli, le blogger Alida Scutellà, Nicoletta Valls, Martina d’Ermo, l’indossatrice Valeria Corvino, le giornaliste Maria Rosaria Sangiuolo, Mariella Valdisseri, MichelaCossidente, il wedding manager Pascal Varvicchio. Protagonista la musica del Soprano Stefania Mastrogiovanni ed il suo gruppo, la magia con le sognanti atmosfere create dalle bolle di sapone di Mago Paolo e le acrobazie dei barman di Fly Events che hanno servito per tutto il giorno i loro gustosi e scenografici cocktail, accompagnati dalle note e dalla voce diGiancarlo Necciari, Direttore artistico del Jazz –Up Festival. Piacevole passeggiare nei saloni dello splendido Palazzo barocco, accolti dalla splendida performance musicale del Duo Diamond of Dust e scoprire attenzioni per ogni dettaglio proposte dagli espositori, a partire da una preziosa esposizione di abiti vintage proposti da Esterita Di Cesare, esperta di vintage e titolare diVintachic Roma. Grande interesse anche per le meravigliose calzature da sposa di Serrese, per l’eleganza senza tempo dello sposo dell’antica Sartoria Tomei; curiosità per le particolari creazioni di riciclo degli artisti Alecci e Di Paola, fino ad arrivare alle attenzioni riservate agli amici a 4 zampe anche per il giorno del matrimonio, grazie alla presenza di Miss Nanette. Location molto diverse, seppure con il comune denominatore dell’eleganza, hanno proposto matrimoni in diverse ambientazioni: Matrimonio in Spiaggia con il suo magnifico allestimento per una cerimonia civile in riva al mare, il Bio Relays Parco


dei Cimini ha allestito un magnifico stand, con un piacevole tea-time, proponendo alle coppie una cerimonia civile a bordo del suggestivo bio-lago, con visita finale per tutti gli ospiti allo straordinario Planetario, presente nella struttura, Relays Nadyne, Dimora del Gusto, con il suo splendido panorama sulla campagna romana ed i suoi arredi shabby chic. Il Circolo Nautico Fiorò, che propone un matrimonio sulle spettacolari rive del Lago di Vico e che, per l’occasione, ha esposto nel romantico gazebo di Palazzo Brancaccio un incredibile motoscafo ed una raffinata degustazione di cioccolate pregiate, sigari e wiskies, per raffinate cerimonie di sapore lacustre. Dolci atmosfere anche per Casina di Poggio della Rota, magnifica Dimora senza tempo di grande charme alla quale abbinare magari le prelibatezze e gli

splendidi allestimenti del Banqueting La Squisiteria. Michela Mele, specialista della bellezza, grazie anche all’uso del prestigioso brand di make­up Royal Effem (che ha donato alle signore presenti raffinati beauty­-gadget), per il giorno più bello ha proposto le sue idee per l’immagine della sposa, studiata in base all’abito, al fisico ed alla particolarità del viso di ogni donna per la quale anche il sorriso ha trovato un importante spazio grazie alla presenza di Medical Project. Ad arricchire le bellissime acconciature di MICHELA MELE, le straordinarie creazioni, British Style, di Scarlett Martini. Grazie a Fiani Autonoleggi, al sorriso della sposa sicuramente contribuiranno le auto in mostra, vere carrozze principesche per un giorno unico.


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Non sono stati trascurati neanche gli aspetti della vita di coppia dopo il matrimonio: la casa ed il suo arredamento, grazie alla presenza di Sogni e Nuvole, con i suoi meravigliosi complementi d’arredo, i tessuti provenienti da tutto il mondo, piccoli mobili veri e propri capolavori di ebanisteria e tanti profumatissimi gessi francesi…il tutto da collocare nel proprio nido d’amore grazie alla presenza ed alla professionalità di Fegim che ha proposto alle giovani coppie le proprie interessantissime iniziative immobiliari. Le preziose fedi ed i meravigliosi gioielli di Antica Orologeria, le spettacolari bomboniere ed i deliziosi confetti di Monica Palmieri, i raffinati e particolari progetti grafici per partecipazioni, segnaposto e tableaux di Artingrafica, gli allestimenti floreali di Momento Magico, le straordi-

narie creazioni di cake design diLe Torte di Mildred, i viaggi in località da sogno dell’agenzia Due Pini, nonché le straordinarie proposte moda cerimonia di Tilù, che ha pensato anche al benessere grazie alle Tisane del Centro Messeguè, disponibili nelle sua Beauty Factory insieme a tanti altri servizi, hanno completato il ventaglio di proposte per gli sposi che sono stati ritratti, graditissimo omaggio, in simpaticissime caricature dal bravissimo illustratore Davide de Cubellis. Un evento dalle mille sfaccettature con un tocco di colore, originalità ed allegria grazie anche agli allestimenti ed alle sculture di palloncini, realizzati da Festa Ltlleader a Roma nel settore della Baloon Art. Infine il reportage fotografico del vostro giorno più bello… i meravigliosi e spontanei scatti dello Studio Fotografico Nabis.


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“RomaFashion White” di Barbara Braghin - foto Giacomo Prestigiacomo

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ra le manifestazioni di eccellenza del pianeta wedding, “RomaFashion White”, rappresenta sicuramente una delle realtà nazionali di maggior prestigio. Prodotta dalla Together Eventi Comunicazione, svolta come da consuetudine nella splendida cornice della Chiesa Episcopale di San Paolo Entro le Mura in Roma, l’evento si è avvalso dei prestigiosi patrocini istituzionali di: Roma Capitale - Assessorato Roma Produttiva, della Regione Lazio - Assessorato alle Attività Produttive e allo Sviluppo Economico e di AltaRoma, L’intento di quest’anno, racconta Antonio Falanga ideatore della manifestazione, è stato quello di promuovere l’artigianalità, in passerella, di Roma e del Lazio: dei suoi atelier, del saper ancor oggi creare a mano e riuscire realizzare abiti d’alta moda, in cui eleganza, creatività ed armonia, unita alla

notevole professionalità sartoriale sono alla base delle Maison e delle aziende Laziali, la cui produzione ha da sempre ottenuto notevoli successi in ambito internazionale. Il settore della moda si sposa con altre forme d’arte, in particolare con la musica, ed infatti è stata proprio la musica quella dal vivo, ad aprire la manifestazione. A fare da colonna sonora al primo quadro moda della serata, l’overture dell’orchestra “Orpheus” diretta dal Maestro Alessandro Maietta. Introdotta da Cinzia Malvini, nota giornalista e conduttrice della serata, è andata in scena la Collezione di Dream Sposa Atelier disegnata dalla stilista Sabrina Maietta, pensata per tutte le spose, dalle più tradizionaliste (con i modelli dalla linea scivolata in satin e chiffon, con inserti di pizzo rebrodè e chantilly), alle più innovative (grazie all’utilizzo di stoffe, colori e ricami particolari). Stile innovati-


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vo per eccellenza che contraddistingue l’atelier è la linea Patchwork dove insiemi di pizzi e tessuti differenti sono cuciti sullo stesso abito rendendolo unico e pregiato. A seguire, la Collezione 2014 di Anna Tumas, per uno stile romantico e leggiadro. I dettagli sono preziosi e le morbide sete delicate danno vita a una linea sinuosa e scivolata, per una sposa pura e sofisticata. Delicate trasparenza dei pizzi, la preziosità dei ricami, i giochi di drappeggi e intarsi, uniti alle morbide sete pregiate. Tecniche artigianali del passato si fondono con idee fresche e moderne e il suo stile diventa inconfondibile. Nuovo quadro moda e il numeroso pubblico presente nella navata della Chiesa di San Paolo ha potuto apprezzare la sartorialità di Rocco Rada Spose Atelier. Leggera e sinuosa come una farfalla, l’ispirazione degli abiti dalle linee morbide. Mosaici di pizzi, resi ancora più particolari dai ricami, lucenti e preziosi, leggeri giochi di trasparenze che mettono in evidenza il corpo e la

femminilità di ogni donna. “Sogno Africano” è il titolo della collezione di Sonia Lupo. Creazioni che esprimono il suo modo di vedere ed interpretare il continente Africano. Le fibre naturali e i colori dei tramonti africani lasciano un leggero brio e un dolce pensiero per questa calda terra. Ogni modello, è un abito d’alta moda, unico e irripetibile creato su misura per la sposa. A “RomaFashion White” anche quest’anno non poteva non mancare l’Alta Moda Uomo. A rappresentare la prestigiosa tradizione italiana quella sartoria che ha vestito dai fratelli Kennedy a Marcello Mastroianni, da Richard Burton a Giulio Andreotti, fino a Nikita Krushev e Renato Guttuso. La Maison Litrico che continua a vivere nelle creazioni di Fabio Litrico, custode dell’antica tradizione sartoriale di famiglia e interprete sofisticato delle più recenti tendenze della moda. Torna in passerella l’Alta Moda Sposa con Marsil, azienda storica affermata a livello nazionale


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e internazionale sin dal che dal 1977. La sua è una Collezione Couture Gioiello, ideata attraverso tessuti ricercati, eleganti e tagli sartoriali ben definiti. Linee pulite, dettagli Couture anni ’50, rievocano l’eleganza di “Audrey” e insieme alle sfumature dei colori pastello della seta, costituiscono un punto forte della Collezione. Non solo Alta Moda Sposa, ma anche vera couture con il duo Vincenzo Chisari, siciliano, e Alberto Santus, sardo, che il loro nuovo brand “Le 2 Isole”, presentano una capsule collection caratterizzata da particolari sartoriali che rievocano le proprie origini. Nei loro outfits rispolverano il romanticismo dei broccati e l’eccentricità dei jaquard, esaltata dalla maestosità dell’oro, presente nei gioielli sardi e nell’opulenza del barocco siciliano, attraverso ricami artigianalmente tradizionali. Gran Finale con la Collezione di Mauro Gala, di straordinaria immagine per creazioni di Alta Moda Sposa e Haute Couture, fatta di raffinatezza e femminilità. Preziosissimi i pizzi ricamati al point d’esprit, dal tulle dei veli profilati da bordi di pizzo, alle creazioni impalpabili dello chantilly. Ad aprire il suo quadro moda, da vero couturiere che crede nell’importanza di far emergere i suoi allievi, le creazioni di Jada Cignini e Tudor Mitrou, future promesse della moda, che quotidianamente apprendono, all’interno dell’ufficio stile della Maison Gala, le tradizionali e segrete tecniche sartoriali. Nel corso dell’evento “RomaFashion White” è ormai tradizione che i professionisti della moda: giornalisti, stylist, fotografi, uffici stampa,

fashion testimonial, ecc … che promuovono e operano con competenza, nei diversi ambiti professionali del settore, vengano gratificati per il loro lavoro con un premio il: “Premio RomaFashion - Premio alla Carriera e alle Professioni Moda”. L’iniziativa ideata nel 2002 dal Fashion Producer Antonio Falanga, giunge quest’anno alla sua XII Edizione, queste sezioni Anno 2013: per la “Moda in TV” alla giornalista Rai – Tg1 Paola Cacianti; per la Sezione “Comunicazione e Fomazione” a Irene Bertucci (Presidente Eidos Communication); per la Sezione “Libri di Moda” a Fabiana Romano (Passione Italia –Mondadori); per la Sezione “Ufficio Stampa” a Consuelo Aranyi (Press Office Altaroma); per la Sezione “Fashion Testimonial” a Gloria Bellicchi (Attrice – Modella - Miss Italia); per la Sezione “Life Design” a Renato Gervasi (Fondatore Compagnia della Bellezza); per la Sezione “Stampa” ad Anna Franco (Giornalista - Il Messaggero); per la Sezione “Magazine Moda”a Sandra Rondini (Redattore Capo Rendez Vous De La Mode); per la Sezione “Wedding Planner” a Silvia Collini (Wedding Coordinator di Boscolowedding); per la Sezione “Casting Director” a Danilo Di Pasquale (Stylist - School of glam ). Di rilievo e fra i più autorevoli i “Main Sponsor” di RomaFashion White 2013. Quello Istituzionale: Eidos Communication fra le principali Agenzie di Comunicazione è anche una Scuola di Alta Formazione che organizza Executive Master, corsi di specializzazione e workshop di approfondimento in: Giornalismo Radiotelevisivo e


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d’Inchiesta, Giornalismo e Comunicazione della Moda, Fotogiornalismo, Comunicazione Pubblica ed Istituzionale, Comunicazione d’Impresa, Marketing e New Media, Consulenza e Marketing Politico, Alta Formazione per la Pubblica Amministrazione. Quelli del “Pianeta Wedding”: Il Boscolo Exedra, primo Hotel 5 Stelle Luxury di Roma, è il luogo eletto per celebrare matrimoni d’eccellenza, curati da Boscolo Wedding e dal suo staff di Wedding Planner. Exclusivevent ciò che di meglio si possa desiderare per ogni evento o organizzazione di matrimonio a Roma. Per il settore “Travel” la compagnia aerea di Hong Kong Cathay Pacific Airways offre alle giovani coppie di sposi la nuova classe di volo Premium Economy, dal 6 novembre disponibile anchedall’Aeroporto Leonardo da Vinci di Roma. Nozzeclick.com il portale più esclusivo sul mondo del “Wedding”. Realtà esclusive e prestigiose anche fra i “Partner” dell’evento: Gattinoni Travel Network è un network di agenzie di viaggio che conta oltre 700 punti vendita in tutta Italia. Dal 1983 l’azienda è diventata un punto di riferimento e un nome importante nei settori dell’Incentive, degli

Eventi, del Turismo e del Business Travel; Auro Pubblicità, marchio di ape srl, è un’Agenzia di pubblicità promozionale che realizza comunicazioni innovative, dove si concepiscono e si materializzano idee vincenti, attraverso gli oggetti; La P&G Events si propone di rendere unici indimenticabili eventi aziendali e privati in Italia e all’estero. I Partners Tecnici di RomaFashion White 2013, che con il loro contributo professionale hanno contribuito alla realizzazione dell’evento sono stati: Viviana Ramassotto, look maker, che con il suo gruppo Vivi MakeUp ha curato il makeup delle splendide modelle di VR Management. Le acconciature ideate da Compagnia della Bellezza, il marchio in franchising della coiffure più diffuso in Italia con oltre 300 ateliers, fondata nel 1992 dagli Hair designers Salvo Filetti e Renato Gervasi, coordinamento tecnico del defilè a cura di Federica Frau; Eventi-X srl che ha curato l’allestimento tecnologico della location, mentre ad Agency Safety Management e Events Consulting i servizi di assistenza e sicurezza. Coordinamento backstage Marco Martino per Only One Management.


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Il ballo delle debuttanti di Barbara Braghin

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eravamo anche noi, sabato 19 ottobre, al Gran Ballo Viennese. Dame e Cavalieri sono scesi in pista, sabato sera, riportando i saloni dell’Acquario Romano nella magica atmosfera dei Valzer di Vienna. Trentasei giovani fanciulle tra i 16 e i 23 anni hanno fatto il loro debutto in società, indossando elegantissimi abiti bianchi, disegnati in esclusiva da Elvia Venosa, al fianco dei cadetti “Guardia di Finanza”, rappresentanti di una galanteria sempre più ricercata tra le nuove generazioni. Circa cinquecento gli invitati che si sono contraddistinti per raffinatezza ed eleganza. Smoking per i signori e abito lungo per le signore. Ma il Gran Ballo Viennese non è solo una splendida serata di “gala”, è anche un momento di grande solidarietà. Il ricavato dei biglietti è stato devoluto, infatti, come in ogni edizione, a sostegno di un ente benefico. Quest’anno, alla Croce Rossa Italiana per la realizzazione della “Casa di CRI “, un progetto per accogliere a Roma le famiglie di bambini affetti

da gravi patologie, che richiedono un’ assistenza sanitaria specializzata.A presentare questa edizione, la seducente attrice e conduttrice televisiva Samantha De Grenet, in abito nero lungo, con ampio decollte’. Molti gli ospiti illustri che sono arrivati da Vienna in rappresentanza dell’antica e nobile tradizione asburgica: l’Arciduca Markus d´Asburgo Lorena, pronipote della indimenticabile Principessa Sissi, il Professor Thomas Schafer Elmayer, direttore della più nota scuola di Valzer Viennese, accompagnato dalla celebre Walz Formation. Presente anche il Principe Giulio Torlonia accompagnato dalla moglie Victoria. Lunghissima la passerella dei Vip che hanno preso parte alla serata. Ad accoglierli c’era, elegantissima, Anna Di Risio, responsabile anche quest’anno della comunicazione. Hanno fatto il loro ingresso Andrès Gil e Anastasia Kuzmina, vincitori della scorsa edizione di Ballando con le stelle. Seguiti dalla bellissima Giusy Buscemi, Miss Italia in carica, in un meraviglioso abito lun-


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go grigio con profonda scollatura sulla schiena di Raffaella Frasca e acconciatura con chignon che la rendeva difficile da riconoscere. Non si è fatta attendere la splendida attrice Hoara Borselli in abito lungo azzurro polvere, la showgirl Sofia Bruscoli, meravigliosa all’8 mese di gravidanza, e la bellissima Pamela Camassa in abito lungo champagne a taglio impero. Hanno raggiunto gli invitati presenti ai tavoli anche il rugbista Andrea Lo Cicero impeccabile in smoking accompagnato dalla sua compagna Roberta Di Fiore e da una Miss, Aurora Felici, classificatasi tra le finaliste di Miss Italia 2009. In un raffinatissimo abito lungo nero anche la modella e attrice maliana, Youma Diakite. Immancabile come in ogni edizione lo schermidore nonché giudice di ballo, Stefano Pantano accompagnato dalla moglie. Elegantissima, in un lungo abito rosso di Camillo Bona, anche la conduttrice di Raiuno di Linea Verde Orizzonti Chiara Giallonardo. La splendida presentatrice Metis di Meo oltre ai due ballerini professionisti Vicky Martin e Umberto Gaudino. Alle 23.00 dopo il suo spettacolo al teatro dei Satiri Bruno Cabrerizo, bellissimo modello brasiliano e attore nonche’ concorrente di Ballando con le Stelle, nel 2011, ha raggiunto gli altri ospiti. I

due ballerini Giorgia La Chance e Mattia Politi hanno emozionato il pubblico danzando un meraviglioso passo a due realizzato da Steave La Chance, coreografo di fama internazionale, Direttore Artistico della “ La Chance Ballet”, caro al pubblico per essere stato tra i maestri di ballo del fortunato programma televisivo “Amici “ di Maria De Filippi. Immancabile, come ogni anno, l’assegnazione del prestigioso “Premio Vindobona” ad artisti di fama internazionale per i meriti conseguiti durante la loro carriera: quest’anno il premio è stato assegnato a Matteo Setti, che dal travolgente successo del Musical “Notre Dame de Paris”, in cui vestiva i panni di Gringoire, passa al ruolo da solista, affermandosi così anche oltreoceano, interpretando i grandi successi italiani che hanno fatto il giro del mondo, riarrangiati in versione swing. A mezzanotte, il taglio della torta e il tanto atteso passaggio della corona tra Agnese Angrisani e Benedetta Loro, vincitrice di questa edizione, che insieme al suo cadetto Carmine Guerriero, rappresenteranno l’Italia al celebre Opernball di Vienna. La serata è proseguita fino a notte fonda con musiche da ballo eseguite da Alberto Laurenti & i Rumba de Mar. E’ stato davvero meraviglioso. Barbara Braghin.


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Floriana Tondinelli vedere il mondo con occhi da pittrice

di Elvira De Sanctis

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iao Floriana qual’è stato il tuo percorso artistico? Ho iniziato a dipingere a quattro anni. A dieci anni realizzavo mosaici e decorazioni di armature in oro. Ho sempre disegnato e dipinto. Ho conseguito il diploma d’Arte presso l’Università del Disegno con il Prof. Gaspare De Fiore. Nel 1998 ho ricevuto l’importante incarico di eseguire su commissione l’opera “Deo Juvante” per conto dell’Ambasciata del Principato di Monaco in Italia a cura del Prof. Leonardo Saviano, storico del Principato di Monaco per l’occasione delle nozze svoltasi nel Principato di Monaco di LL.AA.RR. i Principi Carlo e Camilla di Borbone

delle Due Sicilie. Molte sono le mostre personali e collettive cui ho partecipato nel corso degli anni. Tra le ultime mostre “l’Arte nell’Uovo di Pasqua”, ideata da Sergio Valente che vede insieme arte e solidarietà presso lo Spazio Opificio Telecom di Roma. Mi dicevi che la tua preparazione riguarda anche il lavoro di expertise? Si Elvira sono iscritta come consulente tecnica d’ufficio (C.T.U.) nell’albo degli esperti d’arte presso il Tribunale Civile di Roma. Hai lavorato anche in ambito internazionale di cosa ti sei occupata in particolare? Mi sono dedicata in questi anni alla promozione e


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valorizzazione dell’arte moderna e contemporanea, in Italia e all’estero. Sono molteplici, infatti, le collaborazioni con Ambasciate e Istituti diplomatici per la promozione di artisti stranieri in Italia al fine di favorire scambi culturali internazionali per valorizzare artisti italiani all’estero. La promozione dell’arte moderna e contemporanea in spazi pubblici, attraverso la produzione di progetti volti a coinvolgere pubblico e privato, aziende e Istituzioni sia in Italia sia all’estero, con la convinzione che la collaborazione tra Istituzioni pubbliche ed aziende private è la base su cui costruire cultura. Quali sono stati i progetti più rilevanti che hanno coinvolto anche illustri personaggi? Uno dei progetti più rappresentativi che ho realizzato e curato nel 2010 è la mostra “La Guggenheim e il suo affetto per gli artisti italiani del suo tempo”. Omaggio a Trent’anni dalla scomparsa della celebre collezionista americana, con opere di: Carla Accardi, Afro, Edmondo Bacci, Fabrizio Clerici, Giorgio De Chrico, Arnaldo Pomodoro e altri grandi maestri. La mostra ha avuto il Patrocinio dell’Ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Catalogo con testi di Costanzo Costantini e Floriana Tondinelli. Tra gli ultimi progetti internazionali ho presentato nel 2012 l’artista Luigi Galligani all’ARTMONACO presso il Forum Grimaldi in Avenue Princesse Grace a Montecarlo con la mostra “Mediterraneo”, catalogo con testi di Antonio Paolucci e Giorgio Seveso. Erano presenti all’inaugurazione nell’affascinante scenario del Forum Grimaldi e nei giorni suc-

cessivi, Sua Eccellenza l’Ambasciatore Antonio Morabito, Ambasciatore d’Italia nel Principato di Monaco e l’Ambasciatrice, il Prof. Leonardo Saviano, storico del Principato di Monaco, Conservateur-en-chef du Musée Matisse de Nice Madame Marie-Thérèse Pulvénis de Seligny, il Colonello Emmanuel Lebègue, aiutante di campo di S.A.S. il Principe Alberto II di Monaco, la Baronessa Cècile de Massy, l’imprenditore Hubert Prèbay, la collezionista d’arte Céline De La Fuente, insieme con un folto pubblico di visitatori. Che cosa stai dipingendo in questo momento? Sto ultimando un’opera su commissione, poi inizierò un nuovo ritratto sempre su commissione. Il ritratto mi appassiona molto. E’ una sfida riuscire a realizzare un volto e la personalità del soggetto da ritrarre. Io so che tu hai un amore particolare per la città di New York me ne vuoi parlare? New York è la mia città preferita che ho visitato più volte la prima volta nel 1999, sono rimasta così colpita dalla veduta dall’Empire State Building prima del tramonto, con quella luce speciale che tornando a Roma ho deciso di realizzare un dipinto con una visione dall’alto che potesse esprimere l’emozione che ho provato in quel momento. Il dipinto realizzato è quello che è pubblicato qui dal titolo “Looking up the Empire State Building” del 2000, olio su tela, cm 150x250. Poi sono tornata a New York nel 2003 e ho curato una mostra allo Jacob Javits Convention Center con il Patrocinio dell’Istituto Italiano di Cultura con cui ho collaborato anche in seguito nel 2006. Di cosa ti stai occupando ora? Sto proseguendo la mia attività artistica seguo un progetto culturale a Barcellona, sto scrivendo sulla rivista Just Roma che gentilmente ospita questa intervista, e curerò la mostra a Roma dell’artista coreana Lee Hyun che ha già conseguito un notevole successo a Seoul.



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L’Arciduca Markus Asburgo a Roma Il nobile a passeggio per la città romana senza tralasciare l’immancabile lancio della monetina a Fontana di Trevi di Barbara Braghin

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ttobrata romana per l’arciduca Markus Asburgo-Lorena - pronipote della indimenticabile Principessa Sissi - accompagnato dalla sua fedele assistente Gudrun Maria Kaestner. Una passeggiata pensata dall’amico Emilio Sturla Furnò con numerose soste nel centro storico della Città Eterna. Prima tappa all’Atelier di Moda Maschile “Sartoria Rossi” di Piazza della Repubblica dove l’Arciduca ha ricevuto in dono una elegante cravatta sarto-

riale. Poi, un raffinato brunch al Boscolo Palace Hotel di Via Veneto, gustando le prelibatezze create dallo Chef Max Mariola, prima di recarsi a Fontana di Trevi per l’immancabile lancio della monetina e un altro piccolo percorso culinario dedicato alla profumata cucina ligure da Non Solo Pasta di Via della Stelletta 21 di Marco Rignani, a due passi dal Pantheon. Infine, un caffè dal Marchese Giuseppe Ferrajoli per visitare il Palazzo affacciato su Piazza Colonna.


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Il libro di Barbara Braghin continua il suo successo l’autrice con il

libro “I primi 99 modi in cui sono stata corteggiata” ospite della Fiera del libro di Porto Viro di Roberto Dionisi

è

stato presentato, lo scorso 5 novembre, presso la Biblioteca Comunale Ex Macello di Porto Viro, in occasione della Fiera del Libro, la prima opera di Barbara Braghin, la stravagante inviata di diverse testate giornalistiche, blogger e cabarettista. Il titolo è “I primi 99 modi in cui sono stata corteggiata”, un libro leggero, da gustare tutto d’un fiato, con 99 aneddoti, storie vere in parte e in parte arricchite con la fantasia. A dare un tocco originale alle pagine da sfogliare, disegni, foto di momenti di vita e la dama impersonata dall’autrice, Madame Corinne con tanto di parrucca. Un miscuglio di tutto, di vita, di gioventù, di spensieratezza e sorrisi, viaggi, città mondiali, come luoghi del centro America e dei Caraibi, del Marocco e dell’Egitto e città Europee come Londra, Pa-


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rigi e non solo. Una serata carina, con conoscenti e amici di Porto Viro, Chioggia, Goro, Cavarzere, Rovigo, Loreo, Taglio di Po e la graditissima presenza del Sindaco di Porto Viro, Giuseppe Geremia Gennari. La serata è stata organizzata in occasione della Fiera del Libro dall’Assessore alla Cultura Maura Veronese, che ha introdotto il presentatore, il noto speaker radiofonico e scrittore Paolo De Grandis che ha fatto una curiosa intervista all’autrice. La serata è stata arricchita con dei video sui personaggi interpretati da Barbara e sulla vita mondana di Roma. In sala si notava, oltre che il Sindaco Giuseppe Gennari, anche Rosalba Capato della Commissione Pari Opportunità del Comune di Porto Viro e Rappresentante della Fidapa di

Porto Viro, l’Assessore alla Cultura di Loreo Luciana Beltrame, Layla Maangoni dell’Associazione Taglio di Po nel Cuore, Emanuela Marangoni del CNA di Rovigo, Erika Jackson di Cavarzere, Roberta Bonafè della Protezione Civile di Porto Viro, Valentino Roma ideatore e promotore del Progetto Salva Giovani “La Camera di Decompessione”, Maurizio Ferro manager di Enel di Porto Tolle, Laura Perini organizzatrice di eventi di Chioggia con Valentino un caro amico e altri amici. Il tutto è stato coronato con il brindisi finale con bottiglie di Prosecco decorate con la foto della copertina del libro, bluette e fuxia. La prefazione è di Enrico Vanzina, produttore cinematografico, e il libro è edito da Autorinediti.


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Veruschka

la modella leggendaria di Barbara Braghin

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a più leggendaria delle modelle, Veruschka, è la protagonista di “Donne Nel Mito”, in onda su Diva Universal, In occasione della Settimana della moda Donna dal 18 al 23 settembre. Vite straordinarie ed intense di figure femminili che hanno saputo toccare i cuori e suscitare l’ammirazione del mondo. Un compendio dedicato alle donne di sempre e raccontato con l’eleganza che contraddistingue il Canale. Un breve documentario che racconta la storia della donna il cui nome è inciso nella storia della moda. Conosciuta anche per aver fatto parte del cast di Blow-Up di Michelangelo Antonioni e Salomè di Carmelo Bene, divenuta nota negli anni sessanta anche grazie al lavoro del fotografo e compagno Franco Rubartelli. Veruschka nasce in un anno fatale, il 14 maggio 1939, a Königsberg, città di frontiera in quella Prussia che a fine conflitto sarà spartita tra Russia e Polonia. È la secondogenita di una ricca famiglia, esponente della nobiltà prussiana. Vera è ancora una bimba quando il padre, accusato di complotto ai danni di Hitler, è impiccato

e la madre internata in un campo di lavoro. Zingara o ospite di amici e parenti sopravvive alla guerra. È una ragazza timida, sognatrice e molto spaventata. Grande personaggio, Veruschka forse la prima top model della storia. Studia ad Amburgo e in Italia, dove, scoperta dal fotografo Ugo Mulas, muove i primi passi nella moda, ma senza troppo successo, mondo estraneo per una ragazza non cresciuta nella frivolezza e nel narcisismo. Dopo aver provato anche a Parigi e a New York, dove Diana Vreeland la etichetta con la frase: “Diva dallo sguardo freddo e dall’irraggiungibile volto”, tenta la carta del nome d’arte, Veruschka, per far credere di essere russa. L’operazione riuscì, e Veruschka si affermò come una delle più importanti supermodelle di quegli anni, anche grazie al lavoro del fotografo Franco Rubartelli, suo compagno di vita oltre che di lavoro per alcuni anni. Musa di personaggi come Helmut Newton, Dalì o Andy Warhol. Veruschka non rinuncia al cinema, e nel 1966 Antonioni la vuole nel suo film Blow Up, tra viaggi psichedelici e costumi space age. Sempre in fuga nel 1975 dopo l’addio alla passerelle si trasforma in un’artista indipendente dedicandosi alla fotografia, alla pittura e al cinema , l’ultimo ruolo in Agente 007 - Casino Royale, nel 2006. Il suo nome continua a rimanere inciso a lettere di fuoco nella storia della moda e non solo.


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The Making of di Raffaele Simongini

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il futuro è un progetto o un destino?

i può ritenere che l’arte contemporanea sia vissuta in orizzonti di senso costituiti da una serie di echi, di risonanze del linguaggio e di messaggi provenienti dal passato che perfezionati dagli artisti in forme organiche, interpretano il presente spesso anticipando anche il futuro. Ad esempio, Michele De Luca, Giorgio Galli e Piero Mascetti, pur nelle differenti peculiarità, dimostrano un approccio fenomenologico alla materia suggerito dalla migliore tradizione informale. Essi tentano la presa diretta dell’inconscio sulla realtà ma di fronte all’immagine interiore, la coscienza si perde nella ricerca di una forma determinata dalla luce in De Luca, dal gesto coloristico in Mascetti e dallo spessore ma-

terico in Galli. La poetica di Antonio Passa nasconde, dietro il rigore geometrico del segno e la riflessione analitica del medium pittorico, la spettacolarità della visione rinnovando le esperienze di Mondrian, Malevic e Albers. Per Passa l’arte è un recinto sacro dove l’individuo, attraverso la tecnica, progetta un mondo migliore e stimola la percezione visiva verso una forma perfetta. La verità dell’affermazione di Picasso “io non cerco, io trovo” si realizza nell’opera di Antonio Fraddosio attraverso l’accostamento plastico di materiali trovati nella quotidianità. L’artista contemporaneo, infatti, non può che aggirarsi tra i resti di un naufragio per recuperare un frammento che


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lo ispiri. Da questi presupposti nasce anche il fotomontaggio digitale di Agnese Purgatorio, sintesi di eventi prelevati dalla realtà che mostrano come l’arte contemporanea spesso si esprima con immagini di cronaca che rivelano la precarietà dell’esistenza. Sullo stesso fronte fotografico, ma in modo diverso, Maimouna tenta una possibile conciliazione mistica tra culture diverse, mostrando il profondo carattere etico dell’immagine. L’arte per Pietro Ruffo deve velatamente progettare nuovi confini geografici del pensiero e, traendo ispirazione dalla filosofia del passato, diventa consapevole della propria missione storica: difendere la libertà. La pittura di figura, sembra affermare Ennio Calabria, non morirà mai, perché l’uomo e la donna devono essere sempre ricondotti alla loro dimensione esistenziale unica ed irripetibile. L’arte per Calabria deve decifrare il senso di questo smarrimento che viviamo oggi. Il ritratto di Sten e Lex , composto di segni palpitanti che stimolano lo sguardo ad una nuova percezione, ricorda che l’individuo non può essere ridotto a mero congegno meccanico, agnello sacrificale di una società governata dalle rigide regole del mercato, ma deve tornare alla dimensione più umana che le è propria: quella di essere un progetto che si realizza liberamente. Spetta a Cristina Crespo evocare atmosfere grottesche per scuotere gli animi. Il procedimento compiuto dall’artista rinvia ad un teatro degli oggetti realizzato con la tecnica del patchwork e della pittura. Secondo Arturo Martini la scultura, o meglio, la statuaria monumentale, è oramai lingua morta, incapace di adeguarsi ai linguaggi moderni. La famosa sentenza di Martini è rimasta però orfana: la scultura oggi si è reinventata grazie alle prati-

che contemporanee delle installazioni multimediali, come dimostrano Licia Galizia e Michelangelo Lupone. Il disegno, da cui si generano gli altri media, sia a livello progettuale sia a livello espressivo, si esalta nelle rarefatte atmosfere postmoderne di Omar Galliani o in quelle più essenziali e arcaiche di Mimmo Paladino. Infine Francesco Filinceri e Giancarlo Savino ci insegnano, con la loro opera pittorica realizzata a quattro mani, che l’arte può diventare lo spazio condiviso nel quale impariamo a vedere ed a sentire la realtà attraverso una nuova dimensione. Da una analisi delle opere esposte si evidenzia una diarchia importante ai fini di una comprensione più sistematica dell’arte contemporanea. Da una parte un ordine razionalista e costruttivista, dall’altra, invece, una attività creativa tesa ad una dimensione esistenziale e rappresentata da una interiorità esplosa nell’opera. Nel primo caso assistiamo ad una concezione dell’arte intesa come progetto, in cui i temi predominanti sono il progresso storico e il rinnovamento delle strutture sociali; nel secondo, invece, l’arte si affida alla casualità del destino che guida le poetiche dell’irrazionale. Sono i ben noti poli attribuiti all’arte del secondo novecento da Giulio Carlo Argan, che con estrema lucidità descrive così:“Bisogna sapere se tutto quello che è stato fosse progetto o destino, se l’uomo abbia costruito secondo i propri disegni o se, credendo di farlo, non abbia fatto qualcosa che era già detto e deciso”. Ora possiamo ipotizzare che gli stessi problemi che intravediamo nell’arte siano gli stessi che vive la comunità di Corviale. Il futuro è un progetto o un destino?


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Dacia Maraini “Io sono nata viaggiando” di Barbara Braghin

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iva Universal ha presentato nel mese di novemnre, in occasione del compleanno di Dacia Maraini, “Io sono nata viaggiando”, un docufilm in cui la nota scrittrice si racconta per la prima volta. Un viaggio intimo nei suoi ricordi, attraverso le persone e gli avvenimenti che hanno segnato la sua vita e che hanno fatto la storia della cultura italiana. “Io sono nata viaggiando. Il primo sapore che ho conosciuto, e di cui conservo la memoria, è il sapore del viaggio. Un gusto di bagagli appena aperti: naftalina, lucido da scarpe e quel profumo che impregnava i vestiti di mia madre in cui affondavo la faccia con delizia”. È un inizio evocativo quello della prima scena di “Io sono nata viaggiando”, il film documentario interpretato dalla più nota scrit-

trice italiana contemporanea: Dacia Maraini. Un vero “romanzo per immagini”, scritto e diretto da Irish Braschi, accompagnato dalla suggestiva colonna sonora di Teho Teardo (David di Donatello 2009 per “Il Divo”), che racconta in modo inedito, con uno stile poetico, coinvolgente ed emozionante, la vita e le grandi passioni di un’icona della cultura italiana. Il docufilm dichiarato opera di interesse Culturale nazionale dal Ministero dei Beni Culturali, è prodotto da Francesco Bizzarri ed Emanuele Nespeca per Solaria Film in coproduzione con Karousel Film, in collaborazione con Rai Cinema, con il sostegno di Regione Toscana e con il supporto di UniCredit Credit Management Bank. Il progetto ha preso il via con il primo ciak battuto in Egitto, dove la troupe di Irish Bra-


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schi ha filmato la Maraini in uno dei suoi tanti e straordinari viaggi in una terra lontana: un vero pedinamento zavattiniano tra i mercatini del Cairo, tra le Piramidi e sul lungomare di Alessandria, vissuto come un silenzioso compagno di viaggio. Il “viaggio” è un tema fondamentale nella vita e nelle opere di Dacia Maraini. Nel docufilm la nota scrittrice italiana vive in prima persona due tipi di viaggio: uno fisico, reale, ai giorni d’oggi; uno intimo dentro di sé, nella sua memoria, nei suoi ricordi, nel suo passato. Con un gioco di rimandi tra presente e passato, tra il viaggio reale e quello della memoria, Irish Braschi ricostruisce con intensità e attraverso una serie di materiali inediti i luoghi, i volti, i sentimenti e i fatti che hanno caratterizzato la vita di Dacia Maraini, nonché delinea un ritratto intimo della scrittrice, che con le sue opere ha tracciato un segno indelebile nella nostra cultura. Narrato dalla voice over di Maria Pia Di Meo – doppiatrice di celebri star del cinema internazionale come Meryl Streep, Audrey Hepburn e Julie Andrews – che accompagna l’opera e rappresenta il “rumore” dei pensieri della scrittrice, il docufilm è un racconto profondo e personale del vissuto di Dacia

Maraini, arricchito da filmati storici dell’archivio dell’Istituto Luce che ne delineano il contesto storico, dove i ricordi della scrittrice prendono corpo attraverso ricostruzioni di fiction, fotografie scattate dalla Maraini durante i suoi viaggi e attraverso alcuni inediti filmati Super8 girati dalla stessa autrice trent’anni fa. Un viaggio documentario unico ed originale che attraversa in maniera emozionante gli alterni momenti della vita di un’illustre testimone del XX Secolo: dal ricordo del primo viaggio a bordo del transatlantico Conte Verde all’età di due anni per raggiungere il Giappone in compagnia del padre Fosco e della madre Topazia, al racconto della sua dolorosa prigionia nel campo di concentramento; dal ricordo delle lotte politiche e femministe, al racconto della dolorosa perdita di un figlio non ancora nato; dal ricordo della Sicilia del dopoguerra, al ricordo dei leggendari viaggi per il mondo vissuti al fianco del compagno Alberto Moravia, dell’amico fraterno Pier Paolo Pasolini e della divina Maria Callas, che le hanno permesso di assistere in prima persona ad alcune tra le pagine più significative del ‘900 e di intrecciare la sua vita con quella di alcuni protagonisti della nostra Storia.



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La Formula 1 entra al “Gilda” La “Red Bull” sponsorizza la “Toro Rosso” : il gusto di poter guidare una Formula 1 di Barbara Braghin

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l “Gilda”, nello storico locale di via Mario de’ Fiori, è stata esposta la “Toro Rosso”, l’originale auto di Formula 1 sponsorizzata dalla “Red Bull”, che ha anche vinto il Gran Premio d’Italia nel 2008. Per lo stupore di molti, l’auto era in tutto il suo splendore illuminata da proiettori

che evidenziavano la magia della Formula 1. Per molti ospiti, nella discoteca più famosa della capitale, c’è stata la possibilità di ritrovare l’atmosfera delle piste, grazie alla presenza di 2 simulatori di guida della vettura della “Toro Rosso” messi a disposizione gratuitamente per coloro che volevano provare l’ebrezza


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della pista! Chi, attraverso questi videogames, riusciva ad ottenere il miglior tempo, si aggiudicava una bottiglia di spumante in segno di vittoria! Tutto l’evento ricreato al fine di degustare la nuova bibita della “Red Bull” ai frutti rossi, in edizione limitata, e farsi, se desiderata, una foto in ricordo della serata. In ogni tavolo erano presenti le note bandierine d’arrivo, la consolle del dj era bianca e nera con rappresentati i due tori rossi mentre, bal-

lerine e hostess, vestite da piloti e ombrelline, accompagnavano i clienti. Una serata dove vivere l’atmosfera magica delle auto da corsa, ammirando da vicino la “Toro Rosso”, ascoltando musica e degustando una bibita energetica dal gusto particolare, senza incorrere nel pericolo di ubriacarsi! Solo bevendo soft drink o bibite speciali come quelle della “Red Bull” rimanendo in tal modo sobri, si può “guidare” una Formula 1!




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I Parrucchieri Artisti Speciali di Barbara Braghin

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ono stata a farmi i capelli nel Salone Studio 12, in via Felice Giordano 7 – 00197 Roma – Zona Parioli, e ho pensato di fare un’intervista ai due simpaticissimi titolari. Ve li presento subito: Roberto Giannone e Massimo La Badessa. Due incredibili professionisti, molto diversi tra di loro ma molto, molto bravi. 1) I parrucchieri sono artisti, da quando avete iniziato? Roberto: ho iniziato da giovanissimo, ero adolescente, oggi sono un uomo maturo , per cui è una passione che ho da tutta la vita. Andavo a lavorare alla catena dei Cinque, un gruppo molto famoso qui a Roma, facevo lo

sciampista, poi, nel tempo ho fatto i corsi, mi sono appassionato e ho imparato il mestiere, facendo così tagli, tinte e studiando le tendenze del momento. Massimo: l’attrazione per questo mestiere l’ho sempre avuta, così ho fatto la scelta di iniziare a lavorare, e ho fatto anche un percorso formativo, e, a mano a mano che lavoravo, arrivavano anche i clienti. Oggi Roberto e Massimo lavorano insieme, hanno una clientela per tutti gusti e sanno dare i consigli come hair stylist, come il taglio giusto per ogni viso, colore e acconciatura esatta anche in base all’umore della donna. Partecipano attivamente alle sfilate nazionali come Milano, Roma, Bologna e internaziona-


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li, osservando i look inglese, francesi e d’oltreoceano. 2) Secondo i vostro gusto, qual è il look migliore delle donne? Roberto: Adoro le donne curate, con il look classico, anche con qualche ritocco estetico che è indice di vanità. Mi piacciono le donne vistose e molto appariscenti. Capelli lunghi, movimentati, per me la donna deve essere femminile e sempre bella. Adoro le donne con look anni 50 come Marilyn Monroe, Sofia Loren, Liz Taylor, Bette Davis, Joan Crowford, Lana Turner. Poi c’è Madonna che è pazzesca, ha un punto in più ed è un maschio mancato. Della Regina Elisabetta sono un grande fan e penso che sia una grande imprenditrice. Poi, altre donne bellissime sono Carolina di Monaco e Grace Kelly. Donne vi dò un consiglio: truccatevi, fatevi i capelli e dalla mattina alla sera usate abiti eleganti e gioielli vistosi. Massimo: Io preferisco le donne più norma-

li, più raggiungibili. 3) Come vivete questo momento di crisi? La gente vuole apparire poco per colpa della crisi. Ma certe nostre cliente sono pazzesche e si permettono di tutto di più! 4) Come vivono le donne il passare del tempo e quindi degli anni? 20 Anni: look piastrato e veloce 30 Anni: è il massimo una donna è spaziale! 40 Anni: non vogliono invecchiare!!! 50/60 Anni: vogliono essere sempre ragazze. 5) Il vostro slogan per il look delle donne: Roberto: Donne curatevi sempre a prescindere dall’età! Massimo: Ad ogni donna i suo stile! Il Salone Studio 12 si trova ai Parioli, in via Felice Giordano 7 (Roma) ed è bellissimo, ma, formidabili sono i due titolari, Massimo e Roberto che, insieme alla loro collaboratrice Eva, mi hanno fatto i capelli e sono rimasta entusiasta. Ve li consiglio. Provare per credere!


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