JUST KIDS - #08 - Luglio 2013

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[Musica] INTERviste

A

vevano già lavorato insieme per lo spettacolo teatrale “Ingiuria” nel 2009 e nel 2010 per il brano “A quiet life”, incluso nella colonna sonora del film “Una vita tranquilla”

Teho Teardo e Blixa Bargeld

di Cupellini, ma hanno lasciato di stucco tutti con “Still Smiling”, un disco che vale a poco definire ispirato e perturbante. Il noto compositore italiano – un vero artigiano del suono industrial che oggi scolpisce nella materia vibrante degli archi – e la voce storica degli Einstürzende Neubauten si sono cuciti addosso un album dai connotati onirici e stranianti, come solo l’ironia realistica di due artisti del loro calibro avrebbe potuto concepire. Per saperne di più abbiamo incontrato Teho Teardo e Blixa Bargeld nei camerini dell’Alcatraz, dopo il loro concerto milanese e questa intervista non ha smentito il fascino della loro musica, né la suggestiva spazialità che permette di percorrere ogni sua singola nota.

S

till Smiling è un disco che si può considerare una sintesi di musica astratta e di musica concreta, visto che coniuga elettronica, uso degli strumenti classici e rumori. Come lo definiresti? Non so bene cosa voglia dire musica astratta, perché in generale l’idea di astrattismo, ad esempio in pittura e in altre forme espressive, forse non è qualcosa che si può coniugare con la musica, però sicuramente vorrei evitare qualcosa di prevedibile, di banale. Il disco si pone proprio su questa direzione. Nella tua produzione acustica sei passato dall’uso dei martelli pneumatici alla melodia e questo disco è prepotentemente melodico. Da un punto di vista musicale, cos’è rumore e cosa melodia, secondo te? Non ho mai smesso con i martelli pneumatici, cioè li uso ancora, anzi lo uso ancora e c’è anche in questo disco. All’interno del rumore, a volte, è come se lavorassi con una sorta di microscopio che mi permette di fare un lavoro quasi molecolare sulla musica e lì dentro ci trovo della melodia. Scavando dentro il rumore c’è un sacco di melodia che mi interessa: armonici, overtones e spesso costruisco la musica così. Poi, all’interno di quelle cellule ci infilo gli archi e altro, però tutto avviene così. Negli ultimi anni hai composto tantissime

musiche per film (Il Divo, Diaz, L’amico di famiglia), dando una struttura sonora a moltissime immagini cinematografiche. Still Smiling, invece, è un disco che possiede in sé la facoltà di evocare visioni e scenari. Creandolo avevate in mente un disegno filmico? No, però è diventato un disco cinematico inevitabilmente, perché i nostri riferimenti sono cinematografici, letterari, gastronomici e c’è qualcosa che si annusa, che si lega. Quindi anche in questo disco. In più mi piace pensare alla musica per luoghi e quindi per stanze, per ambienti, per superfici. Pure se penso al cielo che c’è tra qui e Berlino, attraversato in aereo un sacco di volte, per me lì c’è un suono. Io vado a cercare questi suoni qui e quindi hanno a che fare con i luoghi, come i film che vengono girati in luoghi, in ambienti. All’interno degli ambienti c’è una storia, una narrazione, dunque nel disco è come se ci fosse una componente cinematica, solo che ci arriviamo da un’altra parte. Mi piace che la musica crei uno spostamento da-a, senza sapere necessariamente dove si andrà e mi piace che possa esercitare questa possibilità. Ci sono moltissimi dischi che, quando li ho ascoltati, mi hanno dato questa sensazione e sono orgoglioso se qualcuno soltanto semplicemente mi dice che anche per mezzo centimetro il mio disco lo ha portato in un altro posto.

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