DRALION
www.cirquedusoleil.com foto di DANIEL DESMARAIS costumi di FRANÇOIS BARBEAU intervista a JULIE DESNARAIS responsabile comunicazione e MARK SHAUB direttore artistico
J u l i e Dralion è stato creato da Guy Caron nel 1999 con l’idea di offrire un omaggio alla millenaria arte acrobatica cinese, rappresentata con un’estetica e drammaturgia tipica del Cirque du Soleil, con coreografie, live music, costumi e grandi numeri. È la storia dei quattro elementi - acqua, aria, terra e fuoco - e della dicotomia tra le culture occidentali e orientali del pianeta, un contrasto che durante lo show si consuma e risolve. Lo stesso nome Dralion deriva dalla fusione di due creature emblematiche: il Dragone, che simbolizza l’Oriente, e il Leone, che simbolizza l’Occidente. Dralion, dopo aver girato sotto big top per 11 anni e registrato milioni di spettatori, è stato adattato nel 2010 per rappresentazioni all’interno di palasport, ed io lo seguo fin dall’inizio di questo suo secondo ciclo di vita. La divisione per le Arene è stata inaugurata al Soleil con Delirium e poi è proseguita con Saltimbanco, Alegria, Dralion e Kidam; il prossimo show a subire questa trasformazione sarà Varekai. Abbiamo 11 touring show e di questi Corteo, Annaluna, Kouza, Ovo e Totem sono ancora sotto tendone. È stato così che nel 2010 i creatori di Dralion si sono riuniti al tavolo in un processo che ha richiesto 9 mesi di lavoro. La logistica è cambiata e alcuni degli act sono cambiati, sono state inserite nuove coreografie, nuove musiche e nuovi costumi da adattare alla nuova versione per arena. Esibirsi nelle Arene richiede una premurosa organizzazione logistica, che per ognuno degli spettacoli on tour si è chiaramente affinata nel tempo. Tutto viene costruito per ottimizzare i tempi di allestimento e il palco, costituto di elementi modulari che non richiedono l’utilizzo di viti o chiodi, è montato su ruote per essere spostato più facilmente. Con noi portiamo molte facility: una piccola palestra attrezzata con materassi e attrezzature per l’allenamento, inclu-
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sa una postazione di area e una di trampolino elastico. Il forbito guardaroba e la sartoria viaggiano con 58 cassoni, incluse le macchine per cucire, tessuti e filati di tutti i colori per le riparazioni. Al seguito anche una batteria di lavatrici e asciugatrici per lavare e asciugare ogni giorno i delicati costumi che portiamo in scena. Per nutrirci predisponiamo un’intera cucina con fornelli, lavelli, frigoriferi, capace di 200 pasti al giorno di dieta bilanciata per gente che lavora e si allena duro. Gli artisti hanno poi sempre a disposizione un internet cafè e una postazione video dove poter rivedere le performance di ogni singolo spettacolo. Riadattare gli spettacoli per le Arene è una buona opportunità per tenere in vita quelli che hanno già girato tanto, per garantire allo show una circolazione più agile, tour che tocchino più città, con soste in ogni città anche di pochi giorni; una modalità che il tour sotto big top non permette, se consideri che solo per il montaggio un big top e strutture annesse richiede almeno 10 giorni, contro il massimo di 2 giorni e mezzo per gli show nelle arene. Gli show subiscono in questo caso una serie di cambiamenti, anche importanti, ma l’obiettivo principale è assicurare al pubblico la stessa esperienza che veniva offerta sotto un big top.
M a r k Vengo dalla danza contemporanea, ho ballato per 20 anni, poi coreografo e assistente, e quando è arrivato il momento di smettere di ballare ho inviato il mio cv al Cirque du Soleil. Sono entrato nel loro organico nel 2005, primo direttore a lavorare su Corteo dopo la sua creazione. A quel tempo la mia posizione era definita coordinatore artistico. Al Cirque du Soleil per ogni spettacolo c’è un team per la creazione, che realizza lo show: in genere un regista, un coreografo, un compositore, e poi light designer, costumisti, truccatori. Quando il processo è comple-
tato e lo show è pronto allora entra in scena un team artistico che si prende cura della sua rappresentazione, composto da un direttore artistico, stage manager, responsabili del guardaroba, allenatori, terapisti. Io sono a capo del team che segue Dralion. Ci prendiamo cura degli artisti ma anche della qualità globale dello spettacolo. Sono responsabile di 51 artisti e nel team artistico ho 3 stage manager, 4 al guardaroba, 2 terapisti e il coach. I tecnici fanno parte invece di un team tecnico con un direttore tecnico, responsabile di sistemare tutto il palco, farlo funzionare, fare la manutenzione, montare e smontare. Poi c’è un tour manager che è responsabile dell’amministrazione, delle finanze, dello svolgimento del tour, rapporti con la stampa, staff impegnato in office work. Ogni anno abbiamo una riunione per 5 giorni di tutti i direttori artistici di tutti gli show, e nel corso dell’anno abbiamo sempre la possibilità di essere in contatto con i nostri colleghi. L’atmosfera on tour dipende molto dai componenti del cast e dal team. 100 persone che vivono, lavorano e viaggiano insieme diventa una piccola comunità, che tra uno show e l’altro trova il tempo e i modi tutti suoi di conoscersi meglio. Qui a Dralion per esempio è tradizione darsi reciproche lezioni di lingua straniera, una consuetudine che mi ha colpito quando l’ho vista per la prima volta. Dralion, come altri show del Cirque du Soleil, è soggetto col tempo a cambiamenti ed evoluzioni, anche radicali, inseriti a volte dal direttore artistico che li segue, a volte suggeriti dagli stessi artisti; e anche all’interno di uno stesso numero vengono presentate multiple variazioni di spettacoli in spettacolo. Non devo fare di Dralion il mio show, ma ho una certa autonomia e posso introdurre piccoli cambiamenti per assicurare che uno show che è stato così tanto in giro rimanga sempre invitante.