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INIZIAZIONE ALL’ARTE DEL FUNAMBOLISMO ATELIERS GRUNDTVIG
8/15 APRILE 2013, BRUXELLES www.ecoledecirquedebruxelles.be/cef.html a cura di VALENTIN e NOVELLA MORELLINI Come iniziare? Sembrava un sogno ad occhi aperti, un‘occasione di scambio, di esperienze e di crescita. “Iniziazione all’Arte del Funambolismo. Percorso di crescita personale e coesione di gruppo, attraverso la pratica del camminare su un filo teso”, un workshop del programma Grundtvig per la formazione di adulti, finanziato con fondi europei ed organizzato dal “Centro Europeo per il Funambolismo”. Un centro che si trova all’interno della “Ecole de Cirque de Bruxelles” ed è stato ideato dal suo direttore Vincent Wauters per valorizzare l’antica arte del funambolismo. Immaginate un immenso hangar di una stazione marittima, con due tendoni montati al suo interno e qui e lì un dedalo di dieci/quindici cavi di lunghezze diverse, montati ad altezze variabili tra i 50 cm e i 4 mt. Insieme a noi altri 25 partecipanti provenienti da Bulgaria, Romania, Repubblica Ceca, Croazia, Francia, Lussemburgo, Belgio, Olanda, Germania, Slovenia. Quasi nessuno, tranne qualche eccezione, aveva esperienze nel campo. Questo era uno dei
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requisiti, e anche la scommessa posta dal programma. C’erano tanti operatori di circo per bambini, però anche insegnanti, impiegati, insomma gente normale. Noi, la “delegazione dell’Italia”, siamo arrivati lì in qualità di soci dell’Ass. Giocolieri e Dintorni, da anni impegnata in schemi di scambio europei. Con grande piacere abbiamo potuto apprezzare la capacità organizzativa (e come bene si possono usare fondi europei) del “Centro per il Funambolismo”, grazie al lavoro di Sylvie e Ica, due giovane donne incaricate del gruppo, Bruno l’instancabile tecnico e Denis Joslin, il maestro funambolo. Insieme ci hanno fatto vivere una settimana intensa, ricca, piena di emozioni. Lunedì era la giornata d’arrivo con un tour culturale in città di sera. Dal martedì cominciava un vasto programma, che impegnava il gruppo con introduzione e riscaldamen-
to la mattina, giochi d’equilibrio per terra, introduzione all’uso di un bilanciere, primi passi sui cavi, yoga al pomeriggio e la sera proiezione di un film (ovviamente: Man on Wire, di Philippe Petit). I giorni successivi venivano regolati dal ritmo 9.30 / 12.30 e 14.00 / 18.30 e trascorrevano tra lavoro su coscienza corporea, giochi d’equilibrio, yoga, respirazione, lavoro tecnico sul cavo, montaggio e aspetti di sicurezza. In più c’erano dibattiti ed incontri serali. La preparazione e la successione delle esperienze erano studiate molto bene, e ci si poteva benissimo lasciar trasportare fino