Jug n 47:JUG new 21/06/10 18:35 Pagina 12
alessandro maida alessandromaida@hotmail.com Sono nato a Torino e cresciuto nella ridente, periferica e “palazzosa” Collegno. Un giorno, quando avevo sedici anni, e camminavo al parco con quel tipico andazzo degli adolescenti stanchi e svogliati, mi è
caduta in testa un pallina. Senza pensarci l’ho rilanciata verso il cielo e a quel punto, come risposta, mi è precipitato addosso un giocoliere. Costui, un misto tra un grillo parlante e una vocina nel cervello, mi ha accompagnato per anni insegnandomi i rudimenti della giocoleria e mi ha portato infine alla Scuola di Circo Flic. Qui, in palestra, mi è apparsa, immersa in un
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fascio di luce con frastornanti cori angelici, una sfera d’equilibrio. Mi sono subito chiesto che effetto avrebbe fatto accostare il mio corpo secco e angoloso con una forma così perfetta. Ho intrapreso quindi la carriera del “pallaro” che mi ha portato a formarmi ulteriormente all’ESAC di Bruxelles. In questi anni di studio ho cercato senza sosta un nuovo modo di utilizzare la sfera, mischiando questa disciplina con la giocoleria e l’acrobatica. Grazie al prezioso aiuto di artisti come Philippe Van de Weghe, Stephan Sing, Peter Jasko e molti altri ho sviluppato una ricerca tecnica che mi ha aiutato ad arricchire il mio vocabolario fisico e giocolato. Ma la persona che sicuramente mi ha guidato, aiutato, spronato e consigliato di più in tutti questi anni è stato Roberto Magro, che ha messo in scena il mio numero e mi ha aiutato a trovare una dimensione in cui giocoleria, acrobatica e danza fanno tutt’uno. Ed è proprio questo numero che ho presentato alla terza edizione del Rencontre des Jonglages. Partecipare a questo festival, dove si cerca di riunire tutte le nuove forme di giocoleria, è stato interessantissimo e arricchente, mi ha portato a pormi mille e più domande su che cos’è oggi quest’arte che, dopo quasi dieci anni di pratica ancora non riesco a definire e a comprendere. Ho potuto provare le
brezza, la tensione e l’onore di presentare il mio numero davanti un pubblico di professionisti e di “esperti”, ma soprattutto ho conosciuto delle belle persone e dei giocolieri fantastici, in scena e fuori. Tutti gli spettacoli sono stati di grande qualità, vi farò qualche nome di quelli che più mi hanno colpito e frastornato per la loro geniale freschezza. Jordy Kerol, con un numero di clave e beat-box assolutamente irriverente e preciso come un macchina, la compagnia Les Biphasé, sempre con le clave, con una ricerca stupenda e una teatralità toccante, Martin Schwietzke in un numero di manipolazione con un bastone, un cerchio e un palloncino bianco, leggero, magico e irreale e come non nominare la prima internazionale della Cie Les Apostophé, un fisarmonicista e quattro giocolieri-clown esilaranti capaci di giocolare con qualunque cosa da scope ad imbuti, scalogni e perfino baguettes, il tutto in un atmosfera d’altri tempi. Tutto sommato la giocoleria è lontana dall’esaurire le proprie risorse e “Rencontre” è una prova tangibile del continuo rinnovamento di quest’arte millenaria.