2 concept artistico
3 pubblico e sicurezza
GALLURA BUSKERS FESTIVAL 28/30 AGOSTO, SANTA TERESA GALLURA gallurabuskers.it
di Alberto Pisu direzione artistica Per noi la situazione è apparsa molto critica fin dall’inizio quando con il lock down ha bloccato tutto, avendo già impegnato gli artisti previsti per l’edizione 2020, sia del GBF sia del Pula Buskers. Siamo comunque rimasti in continuo contatto con gli enti che finanziano il festival, che hanno voluto dare una spinta e un incoraggiamento agli operatori culturali del territorio impegnati in organizzazione di eventi, attività che noi svolgiamo dal ‘96. Insieme al Comune e altri Enti abbiamo a lungo monitorato la situazione e l’evolversi degli eventi, prendendo poi la decisione finale di andare avanti, mantenere un presidio temporale del festival ed evitare di saltare un anno. Le conseguenze del lock down ci hanno comunque imposto di spostare le date del festival, fissandole per fine agosto, e di rivedere la programmazione artistica, sia per la provenienza di alcuni artisti selezionati da paesi allora già a rischio, sia perchè la Sardegna aveva attivato limitazioni più forti rispetto ad altre regioni italiane. La nuova scommessa diventava quindi trovare nuovi artisti che fossero disponibili, definire e applicare i nuovi protocolli di sicurezza, rifare il business plan in base al ridimensionamento del budget, considerando che molte risorse destinate alla cultura erano state dirottate verso altri comparti
che ne avevano maggiore urgenza. L’offerta di spettacoli che ci si presentava a giugno/luglio era ovviamente ampia, con gli artisti ormai da tempo senza molte date prenotate, ma anche lì le ristrettezze della mobilità nazionale e internazionale hanno fortemente condizionato la scelta. E, come se tutte queste complicazioni non bastassero, con l’approssimarsi di fine agosto, che sembrava essere un periodo “sicuro”, si è riaffacciato lo spettro dell’annullamento a causa dei focolai che cominciavano a comparire in Costa Smeralda. Alla fine siamo riusciti per fortuna a realizzare l’evento nella sua interezza, con un programma finale che proponeva spettacoli con una varietà di stili e linguaggi, ricchi di performance di alta qualità, e soprattutto siamo riusciti ad offrire al pubblico la possibilità di vivere nuovamente la magia, il trasporto e la leggerezza dello spettacolo dal vivo. Alcune interessanti opportunità sono invece nate proprio dal dover ridisegnare il concept del festival, in parte snaturandolo, per adattarlo al nuovo scenario e alle
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restrizioni vigenti. Gli artisti non erano più tra la gente in strada, e le limitazioni ci hanno costretto a trovare nuovi spazi che non permettessero assembramenti. Questa ricerca ci ha permesso di individuare e testare spazi che si sono rivelati molto favorevoli. Inoltre, avendo dovuto introdurre l’obbligatorietà delle prenotazioni, pratica per noi inedita presentando sinora per lo più spettacoli in piazza gratuiti, ha dato degli input interessanti per poter impostare le prossime edizioni. Le modalità diverse di accesso agli spettacoli, contingentando gli ingressi e individuando spazi delimitati, magari anche con l’introduzione di un biglietto per determinate performance, ci hanno suggerito strumenti e strategie che adotteremo anche in futuro. È la prima volta che realizziamo il festival con queste caratteristiche e limitazioni. Dopo l’anteprima a San Pasquale e le due giornate a Santa Teresa Gallura, dove avevamo due location che potevano circoscrivere e allestire con un numero limitato e distanziato di sedute, siamo riusciti ad accogliere e accontentare circa 1500 spettatori, numeri chiaramente ridotti rispetto alle presenze a cinque cifre abituali del festival. Però considerato il periodo siamo contenti di aver trovato una tipologia di performance ottimale, coniugando distanziamento e godibilità degli spettacoli. Alla fine il risultato è stato soddisfacente, il pubblico era partecipe e contento, e così anche noi come direzione e staff del festival.