Metropolzine 30

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l’interessante DVD del Making of…, supponendo che il gruppo avrebbe basato la maggior parte del concerto al Gods proprio sulle canzoni del nuovo album (come direbbe Diego Abatantuono nei panni di Attila Flagello di Dio: “ma dovve… ma dovve…”). Così il giorno seguente, ubriacato dai controtempi e dai tempi dispari di ‘In the Presence of Enemies’ non ancora ben digeriti dai troppo pochi ascolti del giorno precedente, mi recai all’Idroscalo nella speranza di assistere a qualcosa di breve (considerando i tempi da festival e confrontandoli alle durate dei concerti dreamtheateriani a cui siamo stati viziati) ma molto, molto intenso, e soprattutto magico. Dopo gli apprezzabili concerti di Anathema, Dark Tranquillity, Symphony X, Dimmu Borgir e Blind Guardian, l’atmosfera comincia a farsi calda, e i numerosissimi fan dei Dream Theater cominciano a scalpitare; neanche il pantano viscido (che si insinua prepotentemente nelle mie Converse All Star di tela) può distrarci dal desiderio in via di compimento di sentire di nuovo i nostri idoli dal vivo, proprio loro che hanno l’invidiabile capacità di rendere ogni singolo concerto unico. Ecco che finalmente parte una clip audio che offre un assaggio di molti brani del passato dei Dream, per poi sfociare nell’intro di ‘Pull Me Under’… si potrebbe dire, la storia si scrive a partire dalla storia stessa! La band appare in forma: in particolare si nota un Petrucci con un taglio di capelli alla Metropolis 2000, e un Mike Portnoy che fa’ sfoggio della sua

nuova creazione: la ‘Mirage Monster’, una bellissima e trasparentissima batteria in acrilico (proprio come quella di Dominic Howard dei Muse… ah ah, guarda un po’!!!), destinata a diventare nei mesi seguenti il sogno di molti batteristi. Ottima esecuzione… ma è solo l’inizio. Infatti, appena finito il brano, James LaBrie, con tanto di pizzetto, afferma che la band oggi festeggerà il quindicesimo anniversario dell’uscita di un loro album molto speciale, suonandolo tutto dall’inizio alla fine. A quel punto, in preparazione anche dell’imminente Esame di Stato, mi ingegno in un complicatissimo calcolo matematico: 2007 meno 15 uguale 1992…uguale ‘IMAGES & WORDS’!!! Sono senza fiato: mi trovo davanti la mia band preferita che eseguirà completamente il mio album preferito di tutti i tempi, e che ha segnato di più il mio percorso musicale fino ad oggi… un sogno che pensavo destinato solo alla più astrusa fantasia. Sull’incipit di ‘Another Day’ si levano urla di tutti i tipi, e diciamo che si cerca di applicare il verbo del mitico Fabio Caressa pronunciato durante la telecronaca della finale dei Mondiali 2006 contro la Francia: ABBRACCIAMOCI FORTE E VOGLIAMOCI TANTO BENE!!! Come previsto da un immutabile e grandioso copione seguono ‘Take The Time’, con cantato iniziale rappato di MP; ‘Surrounded’, impreziosita dall’assolo di ‘Mother’ dei Pink Floyd e

da una sezione di ‘Sugar Mice’ dei Marillion; una sempre apprezzatissima ‘Metropolis’; ‘Under A Glass Moon’; come gran finale ’Wait For Sleep’,che in Italia mancava da troppo tempo; e ‘Learning To Live’, con Portnoy che indossa una maglia di Ibrahimovic dell’ Inter. Immagino che molti dello Staff dell’Italian Dreamers forse non avranno gradito troppo, ma per me, da interista, è stata un po’ la realizzazione di un miracolo! (leggi nota a fondo articolo. N.d.IDStaff). Messe da parte le maglie da calcio, i Dream Theater concedono come encore ‘Home’ e ‘As I Am’, adatte a far muovere i metalheads dell’Idroscalo e, concluso il concerto, i nostri eroi salutano il pubblico in estasi promettendo di tornare in Italia in autunno, per le ormai abituali date vicine al giorno di Halloween. Come direbbe la PFM, ‘Grazie Davvero’, Dream Theater.


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