Metropolzine 27

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tempo del previsto, quindi ho pensato bene di regalare comunque un pò di musica agli appassionati durante l’attesa. D’altronde avevo l’opportunità di raccogliere di nuovo un discreto numero di fantastici strumentisti attorno, quindi mi sono detto: “Perché no?”.

“In the summertime, when the weather is hot, you can stretch right up and…”: si, insomma, durante l’estate, quando c’è una calura infernale, ti puoi anche stiracchiare ed alzare la cornetta, in modo da scambiare due parole con uno dei più funambolici ed originali tastieristi degli ultimi anni, Mr. Derek Sherinian. Infatti l’ex prodigio dei Dream Theater ha appena pubblicato un nuovo capolavoro solista, per cui non abbiamo perso altro tempo per farci vivi e catturare le ultime news dal pianeta X. Igor Italiani: Ciao Derek, è bello sentirti di nuovo. Come stai? Spero che vada tutto bene in California! OK, diciamo subito che sono rimasto abbastanza stupito dal breve lasso di tempo intercorso tra l’incredibile solista “Mythology” e questo nuovo “Blood of the snake”. La cosa strana è data dal fatto che non è un’opera targata Planet X, come invece mi aspettavo. Derek Sherinian: Ciao Igor, anche a me fa molto piacere sentirti di nuovo. Qui in America tutto fila liscio, grazie mille amico! Beh, posso immaginare la tua sorpresa, ma il nuovo album dei Planet X ci stava portando via più

I.I.: Ad ogni modo, non appena ho ricevuto la cover del disco, ho pensato ad un CD indirizzato più sul versante hard rock (considerati anche alcuni degli ospiti, come Slash o Billy Idol). Invece “Blood of the snake” è in buona parte heavy. Era qualcosa che avevi già in mente a livello di direzione musicale, o ti sei spinto verso certe sonorità durante le prove? D.S.: La seconda ipotesi che hai esternato. “Blood of the snake” è venuto fuori decisamente heavy in maniera quasi inconscia, una volta che siamo entrati in studio. Devo ammettere che c’è stato un feeling sovraumano tra i vari musicisti, e penso che la musica rifletta questa intesa. Chissà, forse questa amalgama ha funzionato così bene perché avevo già collaborato in maniera estesa con molti degli ospiti presenti tra le tracce. Tuttavia l’importante è il risultato finale, davvero ispirato. Non nascondo che sono molto orgoglioso di questo lavoro. I.I.: OK Derek, iniziamo a parlare dei singoli brani. Il mio favorito è l’ipnotico “Man with no name”, dove il tuo amico Zakk Wilde canta proprio come un moderno Ozzy ed il passaggio orientale nel bridge è molto ben congeniato. Inoltre all’interno del brano troviamo anche il basso fretless ed un drammatico interludio di violino, quindi questa traccia ha un sacco di elementi di interesse… D.S.: Hahaha, si è vero. Su

“Man with no name” Zakk canta proprio come un Ozzy ringiovanito di qualche decina d’anni, è fantastico. Tra l’altro anche io considero questo brano il mio preferito dell’intero CD. Ci siamo davvero divertiti un sacco a registrarlo in studio. Sai, come ti dissi quando ci siamo incontrati dal vivo, mi trovo sempre in perfetta sintonia con Zakk quando siamo in studio. Di solito lui mi viene a trovare in casa e ci beviamo quelle 3 o 4 casse di birra mentre i giorni scorrono via. Tornando al brano, che è stato scritto a quattro mani con il bravissimo batterista Brian Tichy, Zakk ha cambiato la melodia e personalmente ritengo che il risultato finale sia da urlo. I.I.: Però devi darmi lo scoop, Derek, quante birre si è scolato Zakk per realizzare questa fantastica composizione? D.S.: Hahaha, dunque, penso che Zakk abbia ricevuto un pò di più rispetto alle solite 3 o 4 casse di birra in questa occasione. L’ho dovuto motivare parecchio per tirare fuori qualcosa di unico ed irripetibile, ma sapevo quali erano i suoi punti deboli, eheheh… I.I.: OK, parliamo di un altro grandissimo brano, la title-track, dove Zakk affronta il ben noto Yngwie Malmsteen, dando vita ad un duello all’ultima nota. Possiamo dire che la sfida si è conclusa in parità o no? D.S.: Hahaha, si, possiamo dire che è finita in un pareggio. Il bello è che sia io che Zakk volevamo registrare una canzone dove ci fossero entrambi i chitarristi. Infatti il brano è molto heavy e presenta un bello scambio tra questi due eccellenti interpreti della sei corde. I.I.: Tuttavia il binomio ha funzionato talmente bene


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