Metropolzine 26

Page 14

cesellano con certosina pazienza di secondo in secondo, ovvero quello di una band che unisce le allucinazioni più deviate dei Pink Floyd ad alcuni elementi cardine della new wave, completando il mix con l’inevitabile retaggio heavy che è ben saldo nel background di ognuno dei protagonisti di OSI. D’altronde l’ipnotica “Kicking” è lì a dimostrare come questa insolita unione possa funzionare senza troppi patemi d’animo, basta saper dosare i diversi ingredienti nel modo giusto. Con la grintosa “Better”, invece, torna un pò della carica riscontrata ad inizio lavoro, sebbene i tempi rimangano sempre molto quadrati e perdano un pò di efficacia a lungo andare. “Simple life” presenta, al contrario, un break centrale in pieno stile “FWX” che prospetta l’avvicinarsi di un frangente di puro prog-metal, ma è un falso allarme dato che il pezzo ritorna placido, non prima di averci relegato però un dissonante assolo di Matheos. Giungiamo al termine del platter. E’ il momento della mistica “Once”, il brano più lungo (6 minuti e mezzo), dove i fraseggi si colorano di sublimi tinte orientali, disegnando un’infinita distesa di sabbia sulla quale soffia con ineluttabile leggerezza la voce di Kevin. La chiosa finale, invece, è affidata ad una ballad (anche in questo

caso proprio come nel debutto), la controversa “Our town”, dove ci troviamo di fronte ad uno strambo episodio di country alternativo. Ma talvolta l’esperimento riesce a metà, ed infatti il fascino di “Standby (looks like rain)” non viene nemmeno sfiorato dalla canzone in questione. Poco male, comunque, dato che riordinando le idee questo “Free” rappresenta ugualmente un deciso passo avanti rispetto all’esordio, non fosse altro perché adesso il suono d’insieme risulta più omogeneo e definito rispetto al pur discreto patchwork creato nelle prime dieci tracce. Certo, a voler essere puntigliosi si può dire che manca la zampata decisiva che consacra l’ensemble e lo fa emergere nel mare magnum dei tanti progetti che durano lo spazio di un mattino (come ad esempio gli arcinoti Liquid Tension Experiment), ma in cantiere sta già bollendo un inatteso tour dal vivo, per cui pare proprio che la volontà dei singoli sia quella di continuare l’avventura ed ammantarla di ulteriori episodi. L’ufficio rimane aperto, per fortuna. P.S. Come consuetudine la Inside Out ha arricchito l’uscita di “Free” con l’ormai classica special edition, che in questo caso presenta l’aggiunta di una serie di brevi composizioni (6 per la precisione)

molto intriganti. Si va dalla strepitante “OSIdea 9” all’algida “Communicant”, passando per la monolitica piece elettronica “Remain calm”, sublime incontro tra il rock psichedelico del passato (“A sourceful of secrets” torna subito alla mente) e quintalate di effettistica moderna. Igor Italiani

Intervista a Kevin Moore e Jim Matheos realizzata a Parigi il 13 Aprile 2006 da Fabien Labonde (ADN) per Your Majesty (Fan Club ufficiale francese). Kevin Moore (che mi prende in contropiede, fa’ lui la prima domanda): Qual’è la differenza tra Free e il primo album? YM:Buona idea … tu fai le domande ed io rispondo, può essere divertente! Kevin Moore: Sai, tutte le interviste iniziano con questa domanda! YM:Dove passa la tournée promozionale? Jim Matheos:Madrid, Londra, Milano, Parigi ... in Germania sarà fatta per telefono visto che è difficile incontrare tutti i giornalisiti in una sola città. YM: Avete concepito e registrato


Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.