COMMISSIONE MOBILITÀ ACM
A cura di Paolo Redaelli
DOSSIER MOBILITÀ 2022
MOBILITA’ A MILANO PENSIAMO ALLE REALI NECESSITÀ La Commissione Mobilità Ac Milano si interroga sulle scelte dell’Amministrazione comunale milanese che ignorano le esigenze della maggioranza dei cittadini. Si privilegiano scelte di nicchia e non si affrontano con decisione i nodi fondamentali: potenziare il trasporto pubblico e liberare le strade grazie alla realizzazione di un numero adeguato di parcheggi. Per consentire, poi, nuove scelte urbanistiche e una circolazione più fluida e sicura. I contributi di Lorenzo Rosti Rossini, Giorgio Goggi e Gian Paolo Corda
NON CI SONO SOLO I MONOPATTINI In contrasto con i numerosi studi e contributi dell’AC Milano per una progettazione e gestione sistemica della mobilità, orientata alla multimodalità, all’intermodalità e alla sicurezza, in città si adottano interventi estemporanei, disordinati e di nicchia, che peggiorano la mobilità e la sicurezza per 1 milione di persone, magari per velocizzare gli spostamenti di 10 mila monopattini al massimo Testo di Lorenzo Rosti Rossini, Commissione Mobilità AC Milano
L’
urgenza nell’autorizzare l’uso dei monopattini, la spinta delle lobbies ambientaliste e commerciali, ma anche la miopia di chi ha regolamentato e applicato le regole per la mobilità cosiddetta “dolce”, hanno ulteriormente peggiorato lo scenario preesistente di inadeguatezza della mobilità e della sicurezza. Non regge l’ipotesi che bici e monopattini, anche se arrivassero al 20% dei veicoli circolanti in città, siano la soluzione al problema della mobilità cittadina, oggi definibile una giungla, con o senza monopattini. Parcheggio selvaggio per sproporzione fra offerta e domanda, sorpassi spericolati per evitare le code, cicli e monopattini sui marciapiedi per autodifesa, pedoni su strada perché espropriati dei marciapiedi da veicoli, déhors e ponteggi, gimkane per seguire le piste dipinte sulla strada, accelerazioni a manetta appena possibile, semafori e segnaletica ignorati, due ruote senza luci al buio, carenza di sanzioni sono le cifre del traffico odierno. E il futuro? I cittadini, molti dei quali rinunciano al rischio di circolare in questo contesto e provano ad usare i mezzi pubblici (con tempi di attesa da invecchiamento, se di
superficie), si chiedono: Qualcuno si rende conto delle situazione e della sua evoluzione insostenibile? Perché gli interventi pubblici, invece di andare incontro alle esigenze della maggioranza dei cittadini, privilegiano richieste ideologiche di nicchia? Perché questo andazzo viene
subìto dai cittadini come ineluttabile, mugugnando e cercando soluzioni personali spesso illegali o comunque irrispettose degli altri? E’ vero che questo regresso è ineluttabile o esiste una strategia per invertirlo? Personalmente posso solo cercare di rispondere all’ultima domanda con
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