Art Style

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INVERNO | WINTER 2012 Periodico di cultura, arte, arti decorative, design e ambiente Cultural magazine, art, decorative arts, design and environment. COPIA OMAGGIO - FREE COPY

VENICE PROJECTS

Pieke Bergmans

Metamorphosis DESIGN

BOOKS

EXHIBITIONS

PASSIONS

Varenna: advanced place to cook

Emmanuele Emanuele “Arte e Finanza”

HOPE by Robert Indiana The watchmakers working for Bartorelli Contini Art Galleries jewellers

EVENTS

SOLO EXHIBITION

ENCOUNTERS

Fondazione Roma Museo Bruno Zago from recycled paper a tribute to the genious to ECO Design of Louise Nevelson


PERUZZO Advertising | graficheperuzzo.it

THE NEW DAY FOR LUXURY SAILING YACHTS

Il mondo dei superyacht a vela, seppur estremamente affascinante, da tempo risente della mancanza di qualcosa di veramente innovativo. Questa consapevolezza ha permesso la nascita di Arzanà Navi: un nuovo cantiere navale per realizzare grandi yacht che rappresentino una rivoluzione del concetto di vela classico. Il progetto esplora e percorre strade che escono dalle consuetudini con cui nascono oggi i grandi velieri: è un viaggio di andata verso la tradizione e di ritorno verso il moderno. Una concezione di yacht che interpreta il connubio tra il romanticismo dellʼandar per mare su una barca dal fascino classico, e i valori dellʼarte contemporanea e del design, asset che sono alla base del progetto Arzanà, e per i quali da sempre nutriamo una profonda e intima passione.

Il desiderio di avverare un sogno come mezzo per continuare a sognare.

www.arzananavi.com



SOMMARIO EDITORIALE ARTE, SOLDI, BRONZI E ...FACCE DI BRONZO 6 di FERRUCIO GARD

FASHION INTELLECTUAL GLAM 74 di FRANCESCO SPINAGLIA

IL COLIBRI’ 1 LIBRO 1 QUADRO di ANDREA MAURIZIO CAMPO

BOOKS a cura di FERRUCCIO GARD ARTE E FINANZA A LETTO CON MONNA LISA

CONTEMPORARY RICHARD SERRA, ROSENBAUM GALLERY di C.P. AUTOBIOGRAFIA DELLA PITTURA di LUCA BEATRICE VENEZIA - VENICE LA BIENNALE APRE AI GIOVANI DEL WEB di FERRUCCIO GARD ARCHITECTURE ARCHITETTURA, NON ARCHISTAR di FERRUCCIO GARD EXHIBITIONS ROBERT INDIANA, CONTINI ART GALLERY di STEFANIA PRANDI GALLERIA TEGA PRESENTA MEL RAMOS di ARMIN R. MENGS GLASS METAMORPHOSIS BY VENICE PROJECTS di CHIARA CASARIN ARTISTS HELIDON XHIXHA - SUONI D’ACCIAIO di ANDREA MAURIZIO CAMPO SENONER E IL VENTO DEL DESTNO di ANDREA FERRAZZI GALLERIES SPAZIO EVENTI ORLER di GAETANO SALERNO

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VERNISSAGE SESSANT’ANNI DI ARTE ITALIANA DA FARSETTIARTE 30 di ANDREA FERRAZZI ANDAR PER STELLE 112 di LUCA BEATRICE WINERY HALL TENUTA 2 CASTELLI di ILARIO TANCON LA SFIDA DI KELLER di STEFANIA PRANDI DESIGN LA SINTESI IN CUCINA - VARENNA di ANDREA CICCARELLI MODERNARIATO VENETO BY ALPE di ALESSANDRA TURCHET HOME SPACES EUROMOBIL VALORI PROGETTUALI DISTINTIVI di A.C. ITS LIQUID INTERNATIONAL CONTEST di LUCA CURCI

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PERSONALITIES GIUSEPPE MARRA, PRESIDENTE ADNKRONOS 48 di PAOLO FONTANESI DAVID ZARD 114 di BARBARA CARRER CASTELLI RONCADE NELLA MARCA GIOIOSA di DARIO DALL’OLIO

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SCULPTURE UN’ALTRA OPERA UNICA FIRMATA BISANZIO 158 di S.P. OUTDOOR VENTRONE, MUSEI DI VILLA TORLONIA di ANDREA MAURIZIO CAMPO WISHES PROTEGGERSI DAL FREDDO CON UNO STILE IMPECCABILE di ELENA MORETTI PLACES LAGO GHEDINA, UN ANGOLO DI CANADA NELLE DOLOMITI di MIRKO CASSANI

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EVENTS LOUISE NEVELSON ANTOLOGICA 70 di STEFANIA PRANDI PREZIOSI TRAME DI STORIA di MARCO ROSSI

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PASSIONS IL TECNICO OROLOGIAIO di ILARIO TANCON

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PERCORSI D’ARTE NUOVI GRADI PERCETTIVI, KIRA DE PELLEGRIN di GAETANO SALERNO CINEMA ROMANZO CRIMINALE ALLA FRANCESE di BARBARA CARRER ARTPEOPLE LO SGUARDO CELATO di OTIS ALBA GONZALES di GILBERTO MADIONI

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MAESTRI AUGUSTO MURER di EROS RAMPONE

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PUNTO SUL PUNTO CESETTI E PACIOSO INSIEME DI MILENA MILANI

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LOGISTICS L’ARTE DI SPOSTARE L’ARTE di ANDREA CICCARELLI

ENCOUNTERS BRUNO ZAGO E L’ECO DESIGN di ILARIO TANCON

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PROPOSTE QUANDO I COLORI SUONANO - MODIN di SARA SPEGGIORIN

GLAM IF YOU LIKE... di ILARIO TANCON

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INSTALLATIONS IL FLUSSO DELLA RAGIONE DI PLESSI di STEFANIA PRANDI

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URBAN ARTS MORENO PANOZZO 154 di STEFANIA PRANDI MOVING ART DIETRO LE QUINTE DEL MONDO DELL’ARTE 146 di ILARIO TANCON ITINERARI DOVE PROSECCO E’ SINONIMO DI RELAX DI ILARIO TANCON

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APPUNTAMENTI IL RITORNO DEI LIBRI ALL’HOTEL SAVOIA di FERRUCCIO GARD

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IMPRESE TORNA LA GRANDE ARTE di A.C.

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OPENING GRANOCCHIA GALLERIES di BARBARA CARRER

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AGENDARTS 164 A cura della Redazione


BORBONESE.COM

C O RTI N A D ’ A MP E Z Z O - VIA ROMA, 4 - T. 0 4 3 6 8 6 2 3 5 2


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L’editoriale SITO INTERNET:

di Ferruccio Gard

www.art-style.it e-mail: info@art-style.it DIRETTORE RESPONSABILE: Ferruccio Gard e-mail: ferrucciogard@art-style.it COORDINATORE: Cristian Contini e-mail: cristiancontini@art-style.it HANNO COLLABORATO: Ilario Tancon, Armin R. Mengs, Eros Rampone, A.C., Francesco Spinaglia, Otis, Andrea Ferrazzi, Marco Rossi, Mirko Cassani, Elena Moretti, Cristina Gioacchini, Paolo Fontanesi, Lucia Majer, Gisella Pagano, Elena Zardini, Roberto Daolio, Sania Gukova, Franco Salvadori, Chiara Canali, Vania Conti, Umberto Mazzoni, Paolo Levi, S. C., Monica Migliorati, Michele Beraldo, Fabio Migliorati, Luigi Abbate, Luigi Meneghelli, Elena Pontiggia, Massimo Costa, Ivan Quaroni, Andrea M. Campo, Anna Maria Barbato Ricci, Francesca Giubilei, Valentina Fogher, Stefania Prandi, Emanuela Peruzzo, Viola Carugati, Vittorio Sgarbi, Emanuele Confortin, Luca Curci, Laura Bresolin, Valeria Pardini, Paolo Buda, C.P., Serafina Leozappa, Marco Bevilacqua, Milena Milani, Cosimo Mero, Luca Beatrice, Gaetano Salerno, Achille Salvagni, Dario dall’Olio, Sara Speggiorin. TRADUZIONI: Valencia Scott Colombo, Sergio Gnesin, Yolanda Lidia Valdés - PRINT - BINDING: Peruzzo Industrie Grafiche S.p.A. Mestrino (PD) www.graficheperuzzo.it PREPRESS

PUBBLICITÀ: Euroedizioni s.r.l. Tel. (+39) 393 31 10 007 Corso Milano, 103 - 35139 Padova E-mail: info@art-style.it EDITORE: Euroedizioni s.r.l. Sede legale e amministrazione Corso Milano, 103 - 35139 Padova Cod. fisc. e part. Iva 12209520159 Le opinioni degli autori impegnano soltanto la loro responsabilità e non rispecchiano necessariamente quella della direzione della rivista. Manoscritti e fotografie anche se non pubblicati, non si restituiscono. © Proprietà artistica e letteraria riservata. È vietata la riproduzione anche parziale di testi pubblicati senza l’autorizzazione scritta dell’editore. Registrazione del Tribunale di Milano n° 810 del 2 dicembre 1998.

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ARTE, SOLDI, BRONZI E… FACCE DI BRONZO Art, cash and... Stone faces

uando anni fa un ministro della cultura propose di trasferire a Roma i bronzi di Riace, si scatenò un putiferio, e a Reggio Calabria minacciarono la rivoluzione. Ma siamo sicuri che Giancarlo Galan avesse torto? Sta di fatto che, sparo cifre a caso, se i bronzi a Reggio sono visitati da 100mila persone l’anno, a Roma lo sarebbero da 10, forse 20 milioni. Chissà cosa succederà ora con i (feroci) tagli alla cultura. Non ci stupiremmo se il museo che ospita le celebri statue addirittura chiudesse per…mancanza di fondi. Mentre, nel mondo dell’arte, i musei e le amministrazioni comunali sono costretti a ridurre all’osso la produzione di mostre. Alcuni musei temono di non avere più nemmeno i soldi per le bollette della luce. Fa così rabbia o meglio, invidia, leggere il polemico e robusto pamphlet Kulturinfarkt, scritto a 8 mani in Germania (l’edizione italiana è pubblicata da Marsilio). Vi si denuncia che in Germania, come in Francia e in altri Paesi europei vi sono troppi musei, troppi teatri, troppi artisti, troppe mostre, ecc.ecc. e che, insomma, non sarebbe male ridurre, quando non dimezzare il tutto. Perché in Germania, ad esempio, i contributi statali sono troppi e ciò accentua il proliferare di mostre, con il paradossale risultato di favorire il conformismo e “addomesticare le avanguardie artistiche”. Per concludere, troppi soldi farebbero male alla cultura. E’ un “pericolo” che, con i tanti tagli, l’Italia purtroppo proprio non ha. E’ urgente e indispensabile un aumento dei contributi statali. Ma speriamo anche nell’avvento di veri manager come avvenuto, ad esempio, a Venezia e a Torino dove, grazie anche all’ingresso dei privati, la Fondazione diretta da Gabriella Belli (che si occupa di ben 11 musei) e il Museo Egizio sono balzati a efficienze e risultati di eccellenza. In Italia, rispetto alla Germania, dimezziamo (eliminarli sarebbe impossibile) non gli artisti ma quanti hanno, come unica credenziale, la raccomandazione. I modelli Venezia e Torino potrebbero essere così adottati in tutta Italia, con grande vantaggio per il mondo della cultura. Il problema, tutto sommato, non è trasferire i bronzi, ma (propongo la Numidia), le tante facce … di bronzo che, da noi, ostacolano una migliore valorizzazione e tutela dell’immenso patrimonio artistico.

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hen years ago a Minister of Culture proposed transferring the Riace bronzes to Rome, all hell broke loose and in Reggio Calabria an uprising was threatened. But was Giarcarlo Galan wrong? In fact (and here I can only approximate), if the bronzes in Reggio are viewed by 100,000 visitors per year, in Rome there would be at least 10, maybe 20 million. Who knows what would happen today with the (drastic) cuts for cultural events. It wouldn’t be surprising if the museum that exhibits the famous statutes should have to close…for lack of funding. Meanwhile, in the world of art, museums and municipal administrations are forced to radically reduce organization of exhibitions. Certain museums fear that they won’t even be able to pay the electric bills. It is so maddening, or rather, enviable, to read the controversial and robust pamphlet Kulturinfarkt, written in Germany by 8 diverse hands (the Italian edition is published by Marsilio editors). It denounces that in Germany, like France and other European countries, there are too many museums, theaters artists, exhibitions, etc., etc. And, that maybe it wouldn’t be a bad idea to reduce them all even by half. In Germany, for example, state funding is too high and this accentuates the increasing number of exhibitions; this paradoxically results in favoring conformism and “the domestication of artistic Avant-garde”. In conclusion, too much funding could be dangerous to culture. It’s a “danger” that with so many cuts, Italy unfortunately does’t have. An increase in state funding is urgent and indispensable. But we hope that with the coming of real managers as we have seen for examples in Venice and Turin where thanks to private contributions, the Foundation (Venice) managed by Gabriella Belli (with 11 museums) and the Egyptian Museum (Turin) have risen in efficiency with extraordinary results. These same models could be adapted in all of Italy and would offer huge advantages for the world of culture. The problem is not to move the bronzes (I propose Numidia), but rather the many stone faces in Italy that hinder a better valorization and protection of our immense artistic patrimony.


1 libro, 1 quadro Andrea M. Campo “La miseria è molteplice. E la sventura sulla terra è multiforme. Essa difatti domina il largo orizzonte, simile all’arcobaleno e, come quello, è di vario colore, e consente alle diverse tinte, pur essendo tra loro fuse, d’essere l’una dall’altra distinta. Come l’arcobaleno, essa domina il largo orizzonte! E così, da un’immagine di bellezza, io avrei tratto il paragone con una tale bruttura?” in questo modo, Edgar Allan Poe, innesca la spirale grottesca di orrore e dannazione di uno dei suoi più celebri racconti: Berenice. La bellezza della fanciulla (malata) si dissolve lentamente sotto gli occhi del cugino Egaeus che meccanicamente abbandona la ragione fino all’agghiacciante epilogo. Egaeus è un uomo d’intelletto, un pensatore che nonostante il solido perno della scienza e del metodo non sfugge al caldo e spaventoso abbraccio del perturbante: l’oscuro turbamento davanti all’ignoto che possiede i caratteri familiari e, al tempo stesso, lontani della bestia surreale di “Celebes” di Max Ernst. Egaeus s’immedesima nella giovane Berenice, i cui lineamenti, ormai deturpati dall’infermità, l’hanno resa spaventosa: si genera un’indeterminatezza intellettuale che conduce verso la paura atavica dell’indefinibile. La figura pachidermica di Ernst, immersa nel torbido inquieto di un paesaggio surreale, possiede fattezze di bestie conosciute - e riconoscibili ma non è nessuna di queste; è un corpo irreale dall’evidente matericità che opera sull’inconscio e sulle sue fragilità. Il percorso onirico non ha alcuna soluzione se non il risveglio della ragione che riporta a una crudele e spaventosa verità; il clima grottesco del racconto di Poe si compie sulla rivelazione e, in questa, si percepisce l’urlo aspro della dannazione. Ernst, invece, avvolge tutto in un lacerante silenzio: la calma assordante di una terra straziata da una prima, lunga e tragica, grande guerra.

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di Ferruccio Gard razie a un contributo di 150mila euro, tre giovani registi potranno realizzare film a basso budget, che verranno presentati alla 70.Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia (28 agosto-7 settembre 2013). Si tratta di “ Biennale College-Cinema” una iniziativa inedita e unica al mondo, lanciata via web durante l’ultimo festival veneziano. Una Call internazionale, promossa dalla Biennale in partnership con Gucci e con il sostegno del Ministero per le Attività Culturali e la Regione Veneto, per favorire la creatività di giovani registi. Il direttore della mostra, Alberto Barbera, inviterà

Sotto: Il manifesto del film “Pietà” di Kim-Ki-duk, nella pagina seguente: il regista.

Questo primo risultato ci conforta sull’importanza e l’interesse destato dall’iniziativa – ha dichiarato il presidente della Biennale, Paolo Baratta-. Biennale College-Cinema rappresenta un passo in avanti rispetto alla semplice incentivazione pubblica di una produzione cinematografica”. Un successo, secondo Alberto Barbera, che è la “ miglior conferma dell’indiscussa credibilità internazionale di cui gode la Mostra del Cinema di Venezia”. Conferma data anche dalla 69.edizione che, dopo otto anni di “era Müller” ha visto il ritor-

Il successo è stato superiore alle previsioni, essendo pervenute online 433 domande da 77 Paesi a Venezia gli autori dei 15 migliori progetti, che saranno poi selezionati a tre per un secondo workshop di 15 giorni. Poi potrà incominciare la produzione dei tre lungometraggi (opera prima o seconda). “

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no di Alberto Barbera, capace di portare al Lido, anche questa volta, film e attori di tutto rilievo. L’unica delusione(ma non è colpa di Barbera) è per il cinema italiano, praticamente ignorato dalla giuria, pur avendo in concorso tre film assolutamente dignitosi, vale a dire “Bella addormentata”, di Marco Bellocchio, sul tema dell’eutanasia; “E’ stato il figlio”, prima regia da “single”di Daniele Ciprì, con un ottimo Toni Servillo, (film a tratti

grottesco, nello stile del regista siciliano, e che vuole essere un’amara e spietata denuncia del consumismo) e, infine ”Una giornata speciale”, di Francesca Comencini. Soltanto due i riconoscimenti: miglior direzione per la fotografia a Ciprì, e Premio Mastroianni a un giovane attore emergente a Fabrizio Falco, fra gli interpreti sia del film di Bellocchio sia di quello di Ciprì. Avrebbe meritato un premio importante il film di Bellocchio, che affronta con rigore, sensibilità e spirito di denuncia il problema drammatico e universale della fine della vita, attraverso il caso di Eluana Englaro, alla quale fu staccata la spina dopo oltre dieci anni di coma

e più nessuna speranza di una qualsiasi forma di risveglio. Comprensibile (mai più in gara, non accetto lezioni di cinema) l’amarezza per Bellocchio (che ha ricevuto i complimenti, via telefono, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano). Al di là delle proteste del cinema italiano (senza leone d’oro da 14 anni) la giuria, presieduta dal famoso regista americano Michael Mann, ha comunque premiato il film obiettivamente migliore. E’ stata la prima volta della Corea del Sud, con “Pietà” di Kim Ki-duk, una vicenda tremenda, fra atroci efferatezze, sete di vendetta, desiderio di espiazione e senso di pietà, con possibilità di cristiana redenzione e un colpo di scena finale affascinante quanto sorprendente e diabolico. Film bellissimo, ma sconsigliabile alle persone troppo sensibili. Ha deluso invece uno dei più grandi registi internazionali quale Brian De Palma con il suo thriller saffico “Passion” . La cosa più apprezzabile è la colonna sonora, composta dal musicista veneziano Pino Donaggio. Fede, eros e morte, ma soprattutto un certo bisogno di soprannaturale anche in varie altre opere, come “ The Master”, mega produzione hollywoodiana di Paul Thomas Anderson, vincitore di ben


VENEZIA - VENICE due premi: Leone d’argento per la migliore regia e la Coppa Volpi per il miglior attore assegnata, ex-aequo, agli strepitosi Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix. Se in questo film riecheggia la nascita della discussa Scientology, si è attirato accuse di blasfemia il film scandalo della mostra “ Paradise: Faith” dell’austriaco Ulrich Seidl, che ha ottenuto il Premio Speciale della Giuria. Ci sono già state proteste da

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hanks to a contribution of 150,000 euros three young film directors will be able to realize low budget films that will be presented at the 70th Exhibition of Cinematographic Art in Venice. (August 28th - September 7th, 2013). Biennale College-Cinema is an unedited and unique initiative, launched via web during the last film festival in Venice. An international call promoted by the Biennale in partnership with Gucci and with the sponsorship of the Minister of Cultural Events and the Veneto Region to encourage creativity among young directors. The success was higher than expected with 433 online requests from 77 countries. The director of the exhibition, Alberto Barbera will invite the authors of the 15 best projects which will then be narrowed down to 3 for a second 15 day workshop. At that time, the production of three full-length films will begin. “This first result has been encouraging both for its importance and for the interest generated by the initiative”, declared the President of the

parte di gruppi di cattolici ed altre ne seguiranno con la distribuzione nelle sale, a causa soprattutto della scena che fa vedere una cattolica fanatica (la bravissima Maria Hofstatter), masturbarsi non con un vibratore ma con un… crocefisso. Fra scandali, delusioni e polemiche (ma quando non succede in un festival?) la 69. Mostra del Cinema di Venezia è stata comunque di un ottimo livello e, fra l’altro, anche

Biennale Paolo Baratta. He continues, “Biennale CollegeCinema represents a step ahead of simple public incentives for cinematographic production”. A success that according to Alberto Barbera, is the “best confirmation of the undisputed international credibility and respectability of the Venice Film Festival”. This has been confirmed as well by the 69th edition, post “Muller-era”, which witnessed the return of Alberto Barbera, capable of bringing once again to Lido films and actors of great significance. The only delusion (but not his fault) is the category of Italian films, practically ignored by the jury even though three quality films were competing Bella addormentata by Marco Bellocchio on the theme of euthanasia; E’ stato il figlio, first time solo for director Daniele Ciprì with an excellent Toni Servillo, (a somewhat grotesque film typical of the Sicilian director dealing with a bitter and ruthless condemnation of consumerism); lastly Una giornata speciale by Francesca Comencini. Only two special recognitions - best

all’insegna delle donne (ben 24 le registe in cartellone). Ha festeggiato gli 80 anni di vita riacquistando un importante ruolo internazionale e dimostrandosi superiore all’ultimo Festival di Cannes. La Mostra è stata inoltre resa più “umana” da Alberto Barbera, con la riduzione dei film e una maggiore razionalizzazione della programmazione. Almeno la metà dei film proiettati è stata giudicata molto buona, mentre

direction for the photography to Ciprì and The Mastroianni Award to a young emerging actor, Fabrizio Falco who co-starred in the film by Bellocchio as well as in the one by Ciprì. The film by Bellocchio that should have been given an important award, confronts the dramatic and universal problem of the end of life with rigor, awareness and spirit through the case of Eluana Englaro whose plug was pulled and resuscitation stopped after over ten years of cerebral coma with no hope for her to re-awaken. Bellocchio’s bitterness was understandable (he will never again compete and refuses lessons on filmmaking), although he received praise by telephone from the President of the Italian Republic, Giorgio Napolitano. Despite the protests from Italian filmmakers, (no Golden Lion has been awarded in 14 years) the jury, presided over by the famous film director Michael Mann, did objectively award the best film to South Korea with Pietà by Ki Ki-duk, a terrific story, between atrocious barbarities, thirst for vengeance,

il Presidente della Biennale, Paolo Baratta, ha varato un piano di potenziamento di sale e di strutture per la prossima edizione. E, per la numero 70, a incominciare da “ Biennale College-Cinema” i lavori sono già in pieno svolgimento. Passerella alla 69. Mostra del Cinema di Venezia Robert Redford con(da sinistra) il presidente della Biennale Paolo Baratta e il direttore del Festival, Alberto Barbera.

desire for atonement and sense of devotion with the possibility of Christian redemption and with an incredible surprise ending that is both astonishing and diabolic. A wonderful film, but not advisable to those who are too emotional. Internationally recognized filmmaker Brian de Palma’s “sappho” thriller film Passion was disappointing. More appreciable was its movie soundtrack composed by Venetian musician Pino Donaggio. Faith, eros and death, but above all a certain need for the occult was the theme of other works such as The Master, a huge Hollywood production by Paul Thomas Anderson, winner of two awards - the Silver Lion per the best film director and the Volpe Cup for best actors assigned to the smashing Philip Seymour Hoffman and Joaquin Phoenix. If this film re-echoes the birth of the disputable cult of Scientology, the scandalous film Paradise: Faith by Austrian filmmaker Ulrich Seidl brought accusations of blasphemy though it obtained recognition with the Special Jury Award. A group

of Catholics protested the film and others will follow as it hits movie theaters, provoked by the scene in which a devout Catholic (an outstanding Maria Hofstatter) masturbates herself, not with a vibrator, but with…a crucifix. Between scandals, disappointment and controversy (but what Festival doesn’t have it?), the 69th International Film Festival was overall an excellent exhibition with a large representation of women (24 registered in the program). It celebrated 80 years of existence reacquiring an important international role and proving itself to be far superior to the last Festival of Cannes. The Film Festival was rendered more “humane” by Alberto Barbera, by reducing the number of films and better rationalizing the program. At least half of the films shown were considered commendable and for the next edition the President of the Biennale, Paolo Baratta has changed the structure of the movie halls. And, for the 70th, starting with Biennale College-Cinema, the work is already unfolding.

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13ma Biennale di Architettura | 13th Biennale of Architecture

ARCHITETTURA NON ARCHISTAR di Ferruccio Gard

David Chipperfield, ha voluto riportare l’architettura a un rapporto più diretto con la società. Da qui il titolo “Common Ground”, che vuol significare terreno comune, nel senso di comune a tutti.

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rchistar è la definizione degli architetti famosi, balzati a fama internazionale per la loro bravura ma spesso anche per progetti sensazionali, provocatori e in sostanza talvolta anche narcisistici. A Venezia la 13. Mostra internazionale di Architettura, che si è chiusa con un bilancio assai lusinghiero (178.000 visitatori, il 4,7% in più rispetto al 2010, una media di 2.253 visitatori al giorno), benchè diretta propria da una archistar, l’inglese David Chipperfield, ha voluto riportare l’architettura a un rapporto più diretto con la società. Da qui il titolo “Common Ground”, che vuol significare terreno comune, nel senso di comune a tutti. Costruire non deve significare protagonismo, e la Biennale architettura ha voluto rilanciare le relazioni fra progettisti, committenti e, appunto, società civile. “Mi piace l’idea di rendere più umane le star, e inoltre di promuovere le non-star”, ha detto. Ad accogliere il messaggio di Chipperfield sono stati, accanto a celebri architetti, anche molti giovani progettisti di ben 55 Paesi, alcuni dei quali a Venezia per la prima volta, 10

come Perù, Kosovo, Kuwait, Angola e Turchia. “Questa mostra rimarrà nella storia della Biennale”, ha commentato il presidente Paolo Baratta. Una mostra che, secondo Chipperfield, ha voluto documentare la situazione che l’architettura del nostro tempo ha sugli spazi delle città e sul terreno situato fra gli edifici. Particolarmente significativa, in tal senso, è stata la partecipazione ufficiale dell’Italia. Il curatore, Luca Zevi, al Padiglione Italia e alle Tese, all’Arsenale, ha allestito la mostra “Le Quattro Stagioni”, un percorso sino ai nostri giorni a incominciare dalla documentazione dell’epopea della Olivetti di Ivrea e di un imprenditore illuminato quale fu Adriano Olivetti nell’Italia del secondo dopoguerra. Un padiglione ecologico, con l’installazione di piante naturali, che invita l’architettura made in Italy di oggi a riflettere sull’esperienza eporediese, dove la politica industriale si coniugava in modo rispettoso con la progettazione e la trasformazione del territorio. Fra le curiosità di questa Biennale passerà agli annali il ristorante ve-

nezuelano, allestito alle Corderie dal gruppo Urban-Think Thank per ricordare la Torre di David, un grattacielo incompiuto a Caracas e occupato da alcuni anni da 650 emarginati della città. La giuria gli ha assegnato il Leone d’oro per il miglior progetto, scatenando le critiche della stampa e di parte degli architetti venezuelani. L’accusa: l’Europa ha ancora una visione coloniale del Terzo Mondo, e alla Biennale si è voluto “spettacolarizzare” la povertà. Inutile dire che invece a tantissimi altri il progetto è piaciuto, mentre ha suscitato addirittura commozione il Leone d’oro assegnato, per il miglior padiglione nazionale, al Giappone, che ha voluto testimoniare lo spirito di reazione dei giapponesi dopo la tragedia dello tsunami. In lotta, per il Leone d’oro, c’era anche il suggestivo Padiglione degli Stati Uniti, dove sono stati esposti 124 progetti urbanistici attuati per migliorare le condizioni di vita, di funzionalità e di decoro in altrettanti quartieri cittadini. Fra le new entry, come detto, anche l’Angola, che ha presentato il suo Padiglione alla Fondazione Cini,

sull’isola di San Giorgio. Curato da Stefano Rabolli Pansera, direttore di Beyond Entropy Ltd, e dall’architetto di Luanda Paula Nascimento, il progetto ha proposto un nuovo modo di considerare il processo di trasformazione urbanistica della capitale dell’Angola e delle altre grandi città africane. L’idea è di piantumare una canna comune, l’Arundo Donax, fra i vari edifici, dando del verde alle città ma creando anche delle infrastrutture per filtrare le acque sporche e per produrre energia dalla biomassa. Chipperfield (che resterà a Venezia per curare la riprogettazione della parte storica delle Gallerie dell’Accademia) ha infine deciso di donare alla Biennale il padiglione realizzato al Giardino delle Vergini dal portoghese Alvaro Siza Vieira( premiato con il Leone d’oro alla carriera), sino alla prossima edizione di Architettura. Alla direzione dovrebbe succedergli un’altra archistar, l’architetto olandese Rem Koolhaas, anche lui ormai di casa a Venezia, in quanto incaricato della progettazione del Fontego dei Tedeschi, sul Canal Grande.


ARCHITECTURE

L’idea è di piantumare una canna comune, l’Arundo Donax, fra i vari edifici, dando del verde alle città ma creando anche delle infrastrutture per filtrare le acque sporche e per produrre energia dalla biomassa

Padiglione Angola, dalle canne un nuovo volto alle città africane.

Il discusso ristorante venezuelano, Leone d'Oro per il miglior progetto

ARCHITECTURE, NO ARCHISTARS

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rchistar is the definition used to describe famous architects that have risen to international fame by merit, or often for sensational, provocative even narcissistic projects. The 13th International Architectural Exhibition in Venice ended with a glowing success (178,000 visitors -4.7% more than in 2010, for an average of 2.253 visitors per day). Directed by an English Archistar David Chipperfield, whose goal was to bring architecture back to a more direct rapport with society, hence the title,Common Ground, in the sense of being in the interest of everyone. To construct doesn’t mean being a protagonist and the Biennale of Architecture aimed towards reintroducing the relationship between designers, clients and society. “I like the idea of rendering superstars more human and promoting those who arenot”, Chipperfield stated. This message was embraced by famous architects alongside many young designers from 55 countries, some presenting in Venice for the first time such as Peru, Kosovo,

Kuwait, Angola and Turkey. “This exhibition will go down in the history of the Biennale”, commented Paolo Baratta, President. According to Chipperfield, this exhibition attempted to document the situation of today’s architecture and its effect on our cities and areas in-between buildings. Particularly significant for instance was the official participation of Italy. Curator Luca Zevi and the Italian Pavilion at the Tese of the Arsenal set up the exhibition The Four Seasons which leads us up to today in age beginning with documentation from the Olivetti epoch in Ivrea and of an enlightened entrepreneur - Adriano Olivetti - in a post WWII Italy. It’s an ecological pavilion with installations of natural plants, that invites architecture Made in Italy to reflect on the experience of Ivrea where industrial politics respectfully bonded with the transformation of the area. Amongst other curiosities of this Biennale that will be noted in the annals of history was the Venezuelan restaurant set up in the Corderie of

the Arsenal by the group UrbanThink-Thank as a reminder of the Tower of David, a skyscraper in Caracas that was never completed and which in recent years has been “occupied” by 650 homeless, marginalized from the city.The jury assigned the Golden Lion Award to it per the best project, provoking ira from the press and from some Venezuelan architects. The accusation: Europe still has a colonial view of Third World countries and the Biennale made a “spectacle” of poverty. Needless to say the project was appreciated by many others; meanwhile deep sentimental feelings were aroused by The Golden Lion Award given to Japan for the the best national pavilion which attested to the Japanese spirit and way of reacting after the tragedy of the tsunami. Competing for the Golden Lion Award was also the United States pavilion where 124 urban planning projects aimed at bettering conditions of life, functionality and decor in the same number of city areas. A new entry as mentioned previously was Angola, who presented its

pavilion at the Cini Foundation on the island of St. George’s. Curated by Stefano Rabolli Pansera,director of Beyond Entropy Ltd and the architect of Luanda, Paula Nascimento, the project proposed a new consideration for the process of urban transformation in the capitol of Angola and other large African cities. The idea would be to plant the Arundo Donax, a common reed, amongst various buildings, giving more green to city areas but also creating infrastructures to filter dirty water and to produce energy from biomass. Chipperfield (who will remain in Venice as curator for the redesigning of the historical part of the Academy Galleries), has ultimately decided to donate the pavilion realized at the Garden of the Virgins by Portuguese Alvaro Siza Vieira (Golden Lion award for Lifetime Achievement) to the Biennale until the next Architectural edition. He will be succeeded by another Archistar, Dutch architect Rem Koolhaas, who is a familiar face in Venice having been charged with the design of the Fontego dei Tedeschi situated on the Grand Canal. 11




Robert Indiana di Stefania Prandi

LA GALLERIA D’ARTE CONTINI HA ALLESTITO – NELLA SEDE DI CALLE LARGA A VENEZIA - L’ESPOSIZIONE PERSONALE DEL MAESTRO DELLA POP-ART INDIANA DAL TITOLO “HOPE” 14

HOPE (2009) red-blue-green 72 x 72 x 36 inches 183 x183 x 91 cm


EXHIBITIONS

Robert Indiana sono bastate quattro lettere per entrare nella storia. Con LOVE, opera che da immagine grafica è diventata una scultura esposta in musei come il Moma, il Whitney e il Metropolitan, si è imposto a livello internazionale. Di 4 lettere è composta anche l’opera con cui ha continuato a dominare la cultura artistica mondiale: HOPE. La scultura è stata inaugurata all’ingresso del Democratic national convention center nell’agosto del 2008 ed è stata usata durante la campagna presidenziale di Barack Obama. Dal luglio del 2009 è a Times Square. Arrivato a New York negli anni Cinquanta, Indiana è diventato una delle figure centrali della Pop Art, insieme a Warhol, Lichtenstein, Oldenburg, Wesselmann e Rosenquist. Questo gruppo di artisti pop è riuscito a dominare la cultura artistica mondiale reinventando letteralmente l’idea di arte, tanto che all’epoca venne paragonato agli Impressionisti solo di qualche decennio precedenti. Si può affermare che Indiana sia lo scul-

tore più celebre del movimento Pop, proprio come lo fu Rodin per l’Impressionismo. La storia artistica di Indiana è difficile da condensare in poche righe: citato in quasi tutte le pubblicazioni di rilievo del XX secolo, così come nei più importanti testi di storia dell’arte, ha ricevuto numerosi riconoscimenti internazionali. Nel maggio del 2013 al Museo Munson /Williams /Proctor è prevista una retrospettiva, dal titolo Ronbert Indiana A – Z, con sue opere dal 1934 ad oggi e con la presentazione dei nuovi lavori dal 2008 al 2013. La mostra sarà itinerante per tre anni; nello stesso mese verrà inaugurata una retrospettiva delle sue stampe al Museo d’Arte di Indianapolis. E’ inoltre in via di realizzazione una produzione teatrale multimediale sulla biografia dell’artista con performance di John Kelly, che sarà rappresentata al Metropolitan Museum of Art. La Galleria d’Arte Contini, dal 20 ottobre al 21 dicembre 2012, ha allestito – nella sede di Calle Larga a Venezia - l’esposizione personale del maestro della PopArt Indiana dal titolo HOPE.

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In mostra varie opere tra cui due sculture HOPE del 2009 e una del 2012 e serigrafie su carta, tela e alluminio. Robert Indiana needed only four letters to be part of History: LOVE. With that artwork, which from a simple graphic image has become a sculpture exhibited in museums such Moma, Whitney and Metropolitan, he was recognized at the international level. Made of four letters is also HOPE. Thanks to this artwork he continued to dominate the worldwide artistic culture. This sculpture has been inaugurated on August 2008 being shown at the entrance of the Democratic National Convention Center and it has been used as a symbol during Barack Obama’s presidential campaign.

On May 2013, at the MunsonWilliams-Proctor Arts Institute a retrospective show named “Robert Indiana A-Z” is scheduled. It will display his works from 1934 until now. Contini Art Gallery has prepared, at its location in Venice, Calle Larga XXII Marzo, San Marco 2288, from October 20 to December 21, 2012 a personal exhibition about the Pop-Art’s Master, Robert Indiana. The title is: HOPE

Robert Indiana Night 2011 Silkscreen on paper 34 x 40 inches - 86 x 102 cm

Indiana arrived in New York during the 50’s and he suddenly became one of the Pop Art’s main figure, together with Warhol, Lichtenstein, Oldenburg, Wesselmann and Rosenquist.

1. Robert Indiana HOPE (2012) Silver-blue silksceen on fabricated aluminum 26 x 26 x 2 inches incised 66 x 66 x 5 cm

2. Robert Indiana HOPE Winter I-II (2010) Silkscreen on canvas 36 x 36 inches - 91 x 91 cm

3. Robert Indiana HOPE black-white (2008) oil silkscreen on canvas 24 x 24 inches - 61 x 61 cm

4. Robert Indiana HOPE white-red-blue (2008) Silkscreen on canvas 24 x 24 inches - 61 x 61 cm

5. Robert Indiana HOPE red-blue-white (2008-2009) silkscreen on canvas 24 x 24 inches - 61x61 cm

6. Robert Indiana HOPE Summer VI (2010) Silkscreen on canvas 36 x 36 inches - 91 x 91 cm

7. Robert Indiana HOPE Spring II (2010) Silkscreen on canvas 24 x 24 inches - 61 x 61 cm

8. Robert Indiana LOVE red-gold (1996) Silkscreen on fabricated aluminum 26 x 26 x 2 inches incised 66 x 66 x 5 cm 15


HOPE Blue-Green (2009) painted aluminum - painted aluminum 18 x18 x 9 inches - 46 x 46 x 23 cm

HOPE violet-red (2011) painted aluminum - painted aluminum

18 x18 x 9 inches - 46 x 46 x 23 cm

LA SCULTURA È STATA INAUGURATA ALL’INGRESSO DEL DEMOCRATIC NATIONAL CONVENTION CENTER NELL’AGOSTO DEL 2008 ED È STATA USATA DURANTE LA CAMPAGNA PRESIDENZIALE DI BARACK OBAMA. DAL LUGLIO DEL 2009 È A TIMES SQUARE.

HOPE Wall Summer II (2010) Silkscreen on paper 34 x 34 inches - 86 x 86 cm

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THE SCULPTURE HAS BEEN INAUGURATED ON AUGUST 2008 BEING SHOWN AT THE ENTRANCE OF THE DEMOCRATIC NATIONAL CONVENTION CENTER AND IT HAS BEEN USED AS A SYMBOL DURING BARACK OBAMA’S PRESIDENTIAL CAMPAIGN.

HOPE Classic Silkscreen on aluminum 14 x 12 inches - 36 x 30 cm


Nelle immagini alcuni momenti dell’evento

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French kiss (2012)

Too much (2012)

material cast iron, hand blown glass, LED, electrical components approx. dimensions: iron part- 56 x 50 cm & 73 x 53 cm / glass- 100 x 25 cm producer Venice Projects

material cast iron, hand blown glass, LED, electrical components dimension: iron part- 105 x 55 cm / glass- 50 x 40 cm & 25 x 25 cm producer Venice Projects

VENICE PROJECTS

Pieke Bergmans

‘Metamorphosis’ è il titolo scelto per la mostra personale di Pieke Bergmans al Design Miami da poco conclusosi. Una mostra prodotta da Venice Projects, una delle più fertili cellule culturali e artistiche veneziane di cui Adriano Berengo è fondatore e mente curatoriale per tutti gli eventi che vi ruotano attorno.

Metamorphosis "il 13 dicembre in prima pagina all'edizione nazionale del New York Times, esce un approfondimento sulla mostra dell'artista Pieke Bergmans prodotta da Adriano Berengo. Ennesimo successo di Venice Projects nel mondo"

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GLASS

Totally in love (2012) material: cast iron, hand blown glass, LED, electrical components dimension two objects: approx. total: 420 x 150 x 125 cm producer Venice Projects

di Chiara Casarin crediti fotografici: Mirjam Bleeker

U

na nuova galleria strategicamente posizionata nella zona di Venezia più squisitamente dedicata al contemporaneo che si occupa in modo esclusivo e incessante di promuovere l’attività di artisti provenienti da ogni parte del mondo e che qui intendono confrontarsi con il vetro e con l’esperienza della lavorazione artigianale che lo presuppone. Artisti già internazionalmente affermati, provenienti dalle maggiori manifestazioni artistiche quali Art Basel, la Biennale di Venezia, da Tokyo o dalle

maggiori situazioni europee, arrivano in laguna su invito di Adriano Berengo il quale propone loro di interpretare, tradurre, trasformare la loro opera o in generale la loro attività artistica, dal tradizionale materiale che sono soliti usare al pregiato vetro di cui i maestri vetrai muranesi custodiscono segreto e tradizione. Da più di venti anni Berengo persegue il sogno che fu decenni prima anche di Egidio Costantini e che per artisti quali Max Ernst, Lucio Fontana, Marc Chagall, Picasso e Fontana si chiamò ‘La Fucina degli Angeli’. L’idea è stata quella

di chiamare coloro che eccellevano con un personalissimo linguaggio artistico e di convincerli che tentarne una traduzione in vetro avrebbe potuto ampliare gli orizzonti della loro capacità comunicativa, rendere ancora più efficace il loro messaggio, far splendere una forma altrimenti opaca. E arriviamo così a Pieke Bergmans (1978), giovane ma affermata artista olandese che dopo aver studiato al Royal College of Art di Londra con Ron Arad ha subito iniziato a lavorare su diversi progetti che la occupavano a livello mondiale. Dopo le mostre

personali a Milano, Londra, Tokyo e Miami, Pieke approda a Design Miami/Basel grazie anche al supporto e alla proposta di collaborazione di Adriano Berengo che produce l’intera mostra. Il pensiero dell’artista è che gli oggetti che ci circondano hanno la precisione e la regolarità delle cose fatte con le macchine. Nel nostro mondo occidentale tutto deve funzionare, essere un mondo-macchina che spesso lascia troppo poco spazio alla poesia. L’artista sostiene, con i suoi lavori, di possedere una curiosità e un forte desiderio di esporre un 21


Falling apart (2010) material cast iron, hand blown glass, LED, electrical components approx. dimensions: iron part- 110 x 50 cm / glass- 40 x 40 cm producer Venice Projects

altro e sconosciuto mondo, dove le cose possano uscire dalla ripetitività, dalla monotonia, dal non-sense della meccanicità per acquisire una qualche personalità, esprimere un’emozione, dire qualcosa di inaspettato. Tra gli aspetti che rendono particolarmente interessante il lavoro concettuale che sta alla base della produzione artistica di Pieke Bergmans, vi è l’intenzione di alterare i

processi di produzione delle cose per ottenere, appunto, nuove forme e nuove funzioni dando un tocco di eleganza e di naturale gestualità a oggetti che altrimenti non l’avrebbero. La prossima grande impresa di Venice Projects sarà la terza edizione alla Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia di Glasstress che vedrà la partecipazione di artisti provenienti da ogni

angolo di mondo come Mona Hatoum, Lucy Orta, Karim Rashid, Tracey Emin e Frances Uprichard. Dopo aver partecipato come evento collaterale alle Biennali 2009 e 2011, Glasstress è divenuta una vera e propria mostra itinerante in costante mutamento e ampliamento: è passata da Stoccolma a Riga, da New York a Beirut e le prossime tappe saranno Londra, Mosca, Istanbul,

VENICE PROJECTS

Pieke Bergmans

Metamorphosis M

“ etamorphosis” is the title for the personal exhibition of Pieke Bergmans which just ended at Design Miami. The exhibition was presented by Venice Projects, one of the most prolific cultural and artistic Venetian cell by Adriano Berengo, founder and curator of all the correlated events. Venice Projects is a new gallery in a strategic area of Venice dedicated to contemporary art. The Gallery works on exclusively and ceaselessly promoting the activities of artist from all over the world who in Venice have decided to challenge the glass and its handcrafted tradition. The artists are internationally well-known and they exhibited at the best Art shows such Art Basel, “La Biennale di Venezia”, the Tokyo Art Show and they are coming from the most prolific European situations. They arrive in Venice invited by Adriano Berengo, who challenges them in converting their pieces and their artistic activity into glass. So, they are invited to replace the materials they usually use with the glass, the secret and tradition of which are guarded by the Murano Master glassblowers. 22

Vienna...Se nell’antichità il segreto dei maestri vetrai non sarebbe dovuto uscire dalla piccola isola lagunare, ora Berengo sconvolge le regole ed esporta nel mondo un’idea, una pratica, una possibilità materica che nelle grandi opere d’arte diventa mezzo espressivo privilegiato di trasparenza, fragilità, forza e cromatismi senza confini.


La produzione - the production

It’s more than twenty years that Berengo follows the same dream of Egidio Costantini with his “Fucina degli angeli”, a project involving artists such Max Ernst, Lucio Fontana, Marc Chagall, Picasso and many others. The concept inspiring this project was to invite those who were excelling, thanks to their very personal artistic language, and to persuade them into trying a translation into glass which could enlarge their communicative capability. This makes their messages even stronger and lets shine a design which, otherwise, could look opaque. We can take at example Pieke Bergmans (b.1978), a young and well-known Dutch artist who, after her studies at the Royal College of

Art in London under Ron Arad, has started working on several projects all around the world. After personal exhibitions in Milan, London, Tokyo and Miami, Pieke arrives to Basel, thanks to the support and the offer for a collaboration received by Berengo, who is a producer of the art show. The artist’s idea is that all the objects surrounding us have the precision and regularity of the things made by a machine. In our western world, everything has to function, being a machinesystem which is not leaving any space to poetry. The artist uses her works to show another hidden world, where things can escape from being repetitive, boring, meaningless

because of their mechanicalness. The objects should obtain a certain personality, to express emotions, and to say something unexpected. One of the most interesting aspect of the conceptual work at the base of Pieke Bergmans’ artistic production, is the purpose to change production process of things in order to obtain new designs and new functions giving them, at the same time, an unexpected elegance and natural gestures. The next Venice Project’s big appointment will be at the third Glasstress Biennale d’Arte Contemporanea di Venezia. Artist from all over the world will exhibit, such Mona Hatoum, Lucy Orta, Karim Rashid, Tracey Emin and Frances Uprichard.

After being a collateral event during the Biennal of 2009 and 2011, Glasstress is now a traveling exhibit constantly changing and improving. It was in Stockholm, Riga, New York and Beirut. Next stops will be London, Moscow, Istanbul, Vienna and more. While in ancient times, the secrets of Master glassblowers were supposed not to leave the little lagoon island. Today Mr. Berengo has changed the rules, exporting abroad the idea, the practice, the material possibility, which helps the important art pieces to express through transparency, fragility, strength and infinite chromaticity. 23




HELIDON XHIXHA

L

e sculture in acciaio di Helidon Xhixha, modellate secondo un riformato furore plastico, rinnovano continuamente la loro vitalità nell’impeto armonico della gestualità; non vi è linea che non restituisca allo spettatore un dinamismo linguistico accentuato e vibrante. La resa della luce, che contorna l’andamento sospeso delle forme, muta la visione statica dell’oggetto -immobile, imponente e per sua stessa natura immutabile- intraprendendo un capriccioso dialogo con il contesto. In un gioco di specchi deformanti, le immagini riflesse sulla superficie in acciaio si animano dando vita a un nuova visione della materia, adesso leggera e voluttuosa che narra con voce sommessa, adesso granitica e fredda che

strilla la sua fisicità. Così è per il monoblocco di 4 metri dal titolo “riflessi di storia” Tirana, Albania) donata dall’artista in occasione dei 100 anni d’indipendenza del paese dall’impero ottomano, dove l’asettica perfezione dell’acciaio intraprende un confronto con la natura circostante restandone sopraffatta; la materia cede dolcemente in una lunga sequenza di volute e arabeschi, si lascia avvolgere dalla luce disperdendo i raggi come un prisma fittizio e, infine, si deforma come colpita dal rigore del segno dell’artista. L’imponente “suono d’acciaio”, collocata al centro di piazza Marconi, di fronte al museo del violino (storico palazzo dell’arte recentemente ristrutturato che conserva il patrimonio e la tra-

dizione liutaria della città di Cremona) si fregia del valore di un ambiente al limite tra la matrice storica e le esigenze dell’urbanizzazione; il soggetto, uno strumento a corda in acciaio, omaggio dell’arte contemporanea all’antica arte dei liutai e alla perizia artigiana, si erge veemente sull’andamento orizzontale dello scenario: lo strumento sembra trattenere a stento l’intensa energia sprigionata e collassa in vari punti rivelando la sua fragilità astratta in un alternarsi di pieni e di vuoti. Fondamentale, invece, per la comprensione dell’uso della luce nelle opere di Xhixha è l’altorilievo “Luce”, un nastro spezzato lungo 12 metri con interventi lungo e perpendicolarmente la direttrice della figura. La luce esalta i volumi

“LUCE” 12 METRI

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di Andrea Maurizio Campo

rendendo visiva la percezione tattile dei rilievi e, contemporaneamente, pone l’accento sulle proprietà del materiale dove ogni fascio di luce guizza rendendo fluida e impalpabile la forma. Da segnalare per il 2013 a gennaio la grande mostra personale curata da Achille Bonito Oliva nella prestigiosa location di piazza maggiore a Bologna in collaborazione con il museo Mambo, a seguire sarà protagonista di una personale a Miami presso una delle più importanti gallerie d’arte contemporanea con vernissage il 15 febbraio e della durata di due mesi, mentre a marzo le sue opere saranno in mostra presso l’esclusivo Espace Pierre Cardin a Parigi in una personale che verrà inaugurata il 27 marzo.


ARTISTS

RIFLESSI DI STORIA TIRANA - ALBANIA 400 X 200 X 100

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T

he iron sculptures by Helidon Xhixha, modeled according to a reformed plastic enthusiasm, are continuously renewing their vitality thanks to the harmonic impulse of gestures. All the lines return the viewer an enhanced, vibrant linguistic dynamism. The light, surrounding the suspended movement of the forms, changes the static view of the object which is still, large, and unchangeable for its same nature. And so, the light starts a bizarre dialog with the context. With a game of deformed mirrors, the images reflected on the iron surface become alive and create a new vision of the matter. A matter which is either light and voluptuous while speaking in a whisper, and granitic and cold while screaming its physical condition. So is for

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the 13 feet tall monobloc named “Historical reflections” (Riflessi di Storia) which is in Tirana, Albania. The artwork has been donated by the artist recurring 100 years from the independence of Albania from the Ottoman Empire. The effect is a big contrast between the aseptic perfection of the iron and the surrounding nature, which overwhelm it. The matter slowly surrenders in a long sequence of spirals and arabesques. It lets the light to envelop it, spreading the rays like a pretended prism and it gets deformed like if it was hit by the rigid sign of the artist. In the center of the Marconi square, right in front of the Museo del Violino (the violin museum inside the just restored historical Palazzo dell’Ar-

te, which preserves the violin making heritage and tradition of the city of Cremona), there is “Suono d’Acciaio” (iron sound). The artwork is surrounded by an environment which has to conciliate historical circumstances with urbanization’s needs. The iron piece, a string instrument, wants to be a tribute of the contemporary art to the antique violin making tradition and to the precision of the craftsmanship. It vertically stands strong over the horizontal view and it looks like it’s holding with difficulty the intense energy unleashed. It collapses in a few points, showing its own abstract fragility thanks to an alternation of full and empty spaces. Fundamental, to understand the use of light by Xhixha, is the high relief “Luce”(Light), a 39 feet long broken ribbon presenting details throu-

gh and perpendicularly the whole sculpture. The light enhances the volumes making visible the tactile perception of the relief. At the same time, the light highlights the matter’s properties with a form that is fluid and airy thanks to the flicking rays. It is worth pointing out the important exhibition, curator Achille Bonito Oliva , in collaboration with the Museo Mambo, which will be open in January 2013 in Piazza Maggiore in Bologna. From February 8, 2013 Xhixha is exhibiting his artworks for a two months long personal exhibition in Miami, in one of the best contemporary art gallery. From March 27, 2013 another exhibition is scheduled at the exclusive Espace Pierre Cardin, in Paris. SUONO D’ACCIAIO MUSEO DEL VIOLINO CREMONA 600 X 200 CM


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VERNISSAGE

Sessant’anni di arte italiana alla Farsettiarte di Andrea Ferrazzi

accontare la storia dell’arte italiana degli ultimi sessant’anni attraverso le sue pagine più significative. E’ questo l’obiettivo, ambizioso e importante, della mostra

che sarà inaugurata giovedì 27 dicembre alla Galleria Farsettiarte di Cortina d’Ampezzo. Un percorso suggestivo e insolito che permetterà di vedere le opere degli artisti italiani più apprezzati: da Lucio Fontana a Tancredi, da Emilio Vedova ad Afro, da Alberto Burri a Mario Schifano, solo per citare alcuni nomi. I capitoli principali di questa storia riguardano dunque le ricerche sullo spazio, l’astrattismo geometrico, l’informale, le ricerche sui materiali. Con quale fil rouge? «Il tema che accomuna le opere d’arte selezionate – spiegano gli organizzatori assai diverse e distanti, sia nello stile che nella stessa concezione estetica, è il tentativo di individuare, se esistono ancora, quelle caratteristiche di geniale creatività e perizia tecnica, che nei secoli hanno fatto grande l’arte italiana. Dopo la seconda guerra mondiale, i movimenti artistici d’avanguardia si sono sforzati di avere una connotazione internazionale, per meglio interpretare le esi-

genze di una società sempre più globalizzata. Nella maggior parte dei casi gli artisti italiani hanno seguito questa tendenza, ma nello stesso tempo si sono sforzati di mantenere viva la tradizione secolare dell’arte italiana. Lo scopo di questa esposizione è proprio quello di invitare gli spettatori a cercare, all’interno delle singole opere, quegli elementi peculiari che rispecchiano e contraddistinguono la nostra arte nazionale, i rimandi, le citazioni, esplicite o nascoste, ai grandi protagonisti del nostro passato». I curatori prendono per mano il visitatore e l’accompagnano in un percorso a tappe davvero suggestivo. Una sezione di rilievo è dedicata alle ricerche sullo spazio, a cominciare da quelle intraprese da Lucio Fontana, di cui sarà esposto un “Concetto spaziale” del 1960 (olio e graffiti su tela, 50x61,3 cm), passando poi per il regolare alternarsi di pieni e vuoti della “Superficie bianca” di Enrico Castellani (2007, acrilico su tela, 100x100 cm), fino alle suggestioni nucleari della “Spirale” di Roberto Crippa del 1953 (olio su tela, 56,7x119,7 cm). Di notevole importanza storica e artistica l’opera “Senza titolo” di Tancredi (1954 circa, tecnica mista su faesite, 92x125 cm), con il suo particolare senso del ritmo,

Lucio Fontana, Concetto spaziale, 1960, olio e graffiti su tela, ocra, 50 x 61,3 cm

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I CAPITOLI PRINCIPALI DI QUESTA STORIA RIGUARDANO LE RICERCHE SULLO SPAZIO, L’ASTRATTISMO GEOMETRICO, L’INFORMALE, LE RICERCHE SUI MATERIALI. è paragonabile ad una composizione musicale. Il contributo italiano all’astrattismo informale è invece ben rappresentato dalla tavola dipinta nel 1970 da Emilio Vedova, intitolata “Del nostro tempo – n.3”, dai segni decisi ed energici, da “Nero avana” dipinto nel 1963 da Afro (tecnica mista su carta applicata su tela, 70x100 cm) e da “Piccola immagine in pericolo” di Mattia Moreni (1960, olio su tela, 75x105 cm). Quando si parla di ricerche sui materiali non si può non pensare ad Alberto Burri, che sarà presente con una “Muffa” del 1951, realizzata con acrilico, olio, smalto, bianco di zinco, pietra pomice e vinavil su tela, tipico esempio delle sue complesse ricerche sui materiali e sulle loro trasformazioni, per opera dell’uomo o degli agenti atmosferici. Analogo discorso è affrontato da Pier Paolo Calzolari, che nel 1984 ha eseguito un’opera “Senza titolo”, assemblando sale, piombo e lumini, da Gilber-

Tancredi, Senza titolo, 1954 tecnica mista su faesite, 92 x125 cm

to Zorio, autore di “Stella di rame su pelliccia” utilizzando pelle, rame e resina fosforescente su tavola (2008-2009, 150x200 cm), oppure in “Senza titolo” di Giulio Turcato, dipinto ad olio e tecnica mista su gommapiuma e nei divertenti “Due personaggi” di Enrico Baj del 1963, con il consueto collage di colori ad olio, tessuti e oggetti su tela (95,2x112,2 cm). Ma sono anche altre le opere importanti esposte in questa rassegna: “Opera ubiqua” di Gino De Dominicis (1993, tempera e foglia d’oro su tavola, 84x70 cm), “Composizione” di Mauro Reggiani (1950, olio su tela, 80,5x65,5 cm), “La Consomption” di Gastone Novelli (1963, olio, matita e pastelli su tela, 135x135 cm), “Natura morta” di Atanasio Soldati (1944, olio su tela, 64,1x85,1 cm), “Vero amore n. 21” di Mario Schifano (smalto su tela, 80x80 cm) e “Sauna” di Valerio Adami (19691970, olio su tela, 97,3x130 cm).

Gastone Novelli, La Consomption, 1963, olio, matita e pastelli su tela, 135 x 135 cm


elling about the history of last sixty years of Italian art through its most significant pages. This is the challenging and important goal for the art show that will be inaugurated on Thursday, December 27 at Farsetti Arte Gallery in Cortina d’Ampezzo. An attractive and unusual itinerary which will make to appreciate artworks by the most wellrecognized Italian Artists such as Lucio Fontana, Tancredi, Emilio Vedova, Afro, Alberto Burri, Mario Schifano, just to name a few. The main chapters in these story are talking about the study of space, the geometrical and the informal abstractionism, the research on materials. How? ”The main subject joining the selected artworks”– the promoters explain - “which are different and unlike either for the style and for the aesthetic conception, is the attempt to identify the brilliant creativity and the technical competence. In fact these characteristics, if still existing, during the century made the Italian art the great phenomenon it is. After World War Two, the avant-garde artistic movements have striven in order to have an international connotation. This is to better interpret the needs of a day by day more global society. Largely, the Italian artists have followed that tendency, at the same time they have striven to maintain the many century-long tradition of the Italian art alive. The purpose of this exhibition is to stimulate the visitors to look at each piece, trying to find these particular elements which identify our national art. To recognize the hidden or evident references and quotes to the great protagonists of the past. The Curators hold visitors’ hands and take them through a very suggestive multi-stage path. An important section is dedicated to the studies about the space, starting with a Lucio Fontana’s “Concetto Spaziale” from 1960. (oil and graffiti on canvas cm 50x61 or 19”½ x 24”). Then, there is a 2007 “Superficie bianca” by Enrico Castellani (acrylic on canvas, cm 100x100 or 39” ¼ x 39” ¼ ) with its regular alternation of full and empty spaces. Then it’s the time for a 1953 “Spirale” by Roberto Crippa (oil on canvas, cm 56,7x119,7 or 22” ¼ x 47”) with its nuclear suggestions. Historically and artistically very important is the artwork from 1954 “Senza titolo” by Tancredi (mixed technique on fiberboard panel, cm 92x125 or 36” x 49”) presenting a very unique sense of rhythm, comparable to a musical composition. Three paintings represent very well the Italian contribution to the informal abstract art: “Del nostro tempo – n°3” by Emilio Vedova. A piece with very strong and firm signs; “Nero Avana” (mixed technique on paper, cm 70x100 or 27” ½ x 39” ¼ painted in 1963 by Afro; “Piccola immagine in pericolo” (oil on canvas cm 75x105 or 29” ½ x 41” ¼ ) created in 1960 by Mattia Moreni. When talking about the research on materials, our thoughts go immediately to Alberto Burri who will

Giuseppe Capogrossi, Superficie 355, 1960, olio su tela, 116,3 x 80 cm

be represented by “Muffa”, 1951. This work was made using acrylic, oil, varnish, zinc oxide, pumice stone and glue on canvas. A typical example of his complex researches on materials and on the way they change because of the human action and atmospheric agents.A similar approach had Pier Paolo Calzolari, who in 1984 created “Senza Titolo”, a piece obtained mixing up salt, lead, and small candles (se sono lumini da cimitero devi cambiare con grave lights). Or Gilberto Zorio, who made “Stella di rame su pelliccia” using leather, copper and fluorescent resin on canvas (2008-2009 cm 150 x 200 or 59” x 78” ¾). Or Giulio Turcato with his “Senza titolo”, oil and mixed technique on foam rubber and the 1963 “Due Personaggi” by Enrico Baj, with, fingerprint of the artist, a collage of oil colors, fabric and

mixed objects on canvas. ( cm 95,2x112,2 or 37” ¼ x 44”). More are the important artworks exhibited during this art show: “Opera ubiqua” by Gino De Dominicis (1993, tempera and gold leaf on wood, cm 84 x 70 or 33” x 27” ½ ); “Composizione” by Mauro Reggiani (1950, oil on canvas, cm 80,5 x 65,5 or 31” ½ x 25” ½ ); “La Consomption” by Gastone Novelli (1963 oil, pencil and pastel on canvas, cm 135x135 or 53” x 53”); “Natura Morta” by Atanasio Soldati (1944, oil on canvas, cm 64,1 x 85,1 or 25.24” x 33” ¼ ); “Vero Amore #21” by Mario Schifano (varnish on canvas, cm 80 x 80 or 31” ¼ x 31” ¼ ); “Sauna” by Valerio Adami (a969-1970, oil on canvas, cm 97,3 x 130 or 37” ¼ x 51”). 31


RICHARD SERRA

Limited edition

di A.C.

Da gennaio sino ad aprile, la Rosenbaum Contemporary presenterà, presso la sua galleria in Boca Raton, Florida, all’indirizzo 150 Yamato Road, una serie di stampe in edizione limitata realizzate nell’ultimo decennio da Richard Serra.

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“Richard Serra: Limited Edition Prints from the Last Decade”, questo il nome della mostra, è stata creata assieme all’importante esposizione dal titolo “Richard Serra Drawings: A Retrospective”. Quest’ultima è stata preparata dalla Menil Collection di Huston, ed è successivamente stata esposta presso The Metropolitan Museum of Art e il San Francisco Museum of Modern Art. Rosenbaum Contemporary è una delle location scelte negli Stati Uniti per ospitare la mostra gemella sulle stampe. I lavori su carta sono una parte importante dell’attività di Serra. Nello specifico, le stampe si rivelano essere una sintesi fra la progettazione delle sue sculture e la consistenza applicata al disegno. Spesso importanti di misura, le stampe si ottengono grazie a lastre di rame dettagliatamente incise che disegnano a inchiostro e lavorano a sbalzo la carta, riproducendo le composizioni di Serra. Questo avviene grazie al passaggio attraverso una pressa dal carico di circa 370 Kg. Questo procedimento ricopre un ruolo particolare nella ricerca continua, da parte dell’artista, di pesi, proporzioni e grandezze. La mostra Richard Serra: Limited Edition Prints from the Last Decade raggrupperà opere appartenenti alle ultime serie di Serra: Weights (Pesi) e Levels (Livelli). Queste nuove edizioni giustappongono grandi, nettamente marcate superfici di inchiostro nero e altre riccamente lavorate a sbalzo alla sottile porzione visibile di carta bianca sulla quale sono stampate. Le acqueforti facenti parte della serie Weights sono singole sagome nere che riempiono la carta fino ad alcuni centimetri dal bordo superiore, dando movimento all’apparente massa dell’immagine. Quelle chiamate Double Levels, invece, presentano una più complessa dinamicità grazie alla stampa offset di due sagome a creare l’immagine. La vicina prossimità di queste due figure crea una tensione fra l’inchiostro nero e la carta bianca.

Immediatamente queste stampe ci mettono di fronte alla loro sostanziale grandezza e rigidità e dimostrano una sorta di interazione gravitazionale. Il risultato è un tipo di lavoro che inspira una profonda consapevolezza della relazione spaziale tra i componenti delle stampe e lo spazio che essi occupano. La Rosenbaum Contemporary exhibition includerà inoltre opere di Serra appartenenti alle collezioni Path and Edges (Sentiero e Bordi) e Bight (Ansa). Riguardo alle sue opere su carta, Serra spiega: “Il nero è una proprietà, non una qualità.” In termini di peso, il nero è più pesante, crea un volume maggiore e trattiene se stesso all’interno di un campo più compatto. Si può paragonare alla forgiatura dell’acciaio. Poiché il nero è il più denso colore materiale, esso assorbe e dissipa la luce ai massimi livelli. In tal modo cambia la luce sia artificiale che naturale all’interno di una qualsiasi stanza.” Le sue opere potranno essere ammirate durante l’orario normale della galleria: da lunedì a venerdì, dalle 8:30 alle 17:30 e il sabato dalle 10:00 alle 17:00.

Elevational Weights, Gravity (2010) Paintstick on handmade paper 208 x 175 cm - 82 x 68 1/4 inches


CONTEMPORARY

Rosenbaum Contemporary, fondata nel 1979, ha la sua sede principale in Boca Raton, Florida oltre a una seconda galleria all’interno dell’ Hotel St. Regis Bal Harbour, in Bal Harbour, Florida.

Rosenbaum Contemporary will be presenting Richard Serra: Limited Edition Prints from the Last Decade at its Boca Raton gallery, 150 Yamato Road, Boca Raton, Fla., from January through April. Richard Serra: Limited Edition Prints from the Last Decade was created in conjunction with the important exhibition, Richard Serra Drawings: A Retrospective, which

Paths and Edges #13 (2007) Etching 60 x 90 cm - 23 1/2 x 35 1/4 inches

was organized by The Menil Collection in Houston and traveled to The Metropolitan Museum of Art and San Francisco Museum of Modern Art. Rosenbaum Contemporary is one of the select locations in the United States to host the accompanying print exhibition. Works on paper are a significant part of Serra’s practice. Specifically, the prints reveal a synthesis between the engineering of making his sculptures and the texture applied to the drawings. Often large in scale, the prints are the result of precisely etched copper plates that ink and emboss the paper with Serra’s composition as they pass through the press under approximately 1,000 lbs. of pressure. This process plays an important part in his ongoing investigations of weight, proportion and scale. “Richard Serra: Limited Edition Prints from the Last Decade” will contain works from Serra’s latest series, “Weights and Levels”. These new editions juxtapose large, sharply defined expanses of black ink and richly embossed texture against the narrowly exposed white of the paper they are printed on. The etchings referred to as Weights are singular black forms filling up

Paths and Edges #10 (2007) Etching 45 x 65 cm - 17 1/2 x 25 inches

the paper within inches of the top edge, articulating the apparent mass of the image. Those called Double Levels offer a more complex dynamic by offsetting two forms within the image. The close proximity of these forms initiates a level of tension between black ink and the white paper. At once, these prints confront us with their substantial size and rigidity and demonstrate a sort of gravitational interaction. The result is a body of work that elicits a strong awareness of spatial relationships between the components of the prints and the space they occupy. The Rosenbaum Contemporary exhibition will also include works from Serra’s Paths and Edges and Bight series. Regarding his works on paper, Serra explains, “Black is a property, not a quality. In terms of weight, black is heavier, creates a larger volume, holds itself in a more compressed field. It is comparable to forging [steel]. Since black is the densest color material, it absorbs and dissipates light to a maximum and thereby changes the artificial as well as the natural light in a given room.” His works can be seen during regular gallery hours: Monday through Friday, 8:30 a.m. to 5:30 p.m. and Saturday 10 a.m. to 5 p.m. Rosenbaum Contemporary, founded in 1979, is headquartered in Boca Raton, Fla., with a second gallery inside the St. Regis Bal Harbour hotel in Bal Harbour, Fla. The gallery caters to international collectors interested in investment-quality Postwar, Modern and Contemporary masters and presents nationally recognized museum-level exhibitions throughout the year.

Paths and Edges #4 (2007) Etching 55 x 100 cm - 21 1/8 x 38 1/2 inches 33


HOME SPACES

EUROMOBIL CUCINE: VALORI PROGETTUALI DISTINTIVI PER UNA QUALITÀ SUPERIORE di A.C.

I

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componibilità caratterizzata anche dai diversi sistemi di contenimento sia chiusi sia a giorno. Originale e innovativo, il sistema living si coordina perfettamente con le cucine e con i divani Désirée. La gamma si completa di tavoli e piani-snack di pregio. Caratterizzati da essenzialità ed eleganza i nuovi sistemi di Euromobil cucine, coerenti con il concetto progettuale living and cooking, esprimono


1982-2012

30 anni

1972-2012

di sport

40 anni

8 titoli mondiali, 2 titoli europei, 22 titoli nazionali, 73 atleti passati al professionismo oltre 1.000 corse di ciclismo vinte con la squadra Under 23 “Zalf-Euromobil-Désirée-Fior.”

di design Total Home Design. Un progetto di casa totale di design coordinato e accessibile con Zalf giorno, notte, bambini e ragazzi, home office; Désirée divani, poltrone e letti; Euromobil cucine.

1982-2012

30 anni

di arte e cultura Oltre 400 mostre nel mondo in prestigiose sedi.

a sinistra Euromobil: living and cooking e cucina Kubic design R&S Euromobil e Roberto Gobbo qui sotto Euromobil: cucina Kubic dettaglio piano-snack taglio a 45°

a destra Euromobil: cucina Kubic in basso Euromobil: living e45, Horizon e Cubodieci Désirée divano Glow-In design Marc Sadler e poltrone One Flo l’attuale unità dell’abitare tra cucina e soggiorno, cucinare e mangiare. I mobili colonna, le basi ed i pensili sono estremamente puri e privi di elementi che ne individuano l’utilizzo, mentre gli interni sono dotati di molteplici funzionalità frutto di tecnologie all’avanguardia. Elettrodomestici, dispense, cassetti, cestoni e appendiabiti scompaiono all’interno di colonne – armadio, dotate di apertura a

battente, estrazione, complanare o con anta a scomparsa laterale per agevolarne l’uso. Nuovi materiali dalla forte personalità come il vetro abbinato all’alluminio, il legno materico, i laccati e l’acciaio offrono innumerevoli possibilità progettuali estremamente coerenti con le esigenze dell’architettura contemporanea, integrandosi in modo armonico con pareti funzionali o elementi a giorno essenziali.

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Euromobil propone, in linea con le esigenze dell’abitare contemporaneo, originali ed emozionanti progetti di design

e Roberto Gobbo design R&S Euromobi cucina Kubic a destra Euromobil:

e poltrone One flo design Marc Sadler Désirée: divano Glow-i a destra in alto

design Marc Sadler e poltrona Kara Désirée divano Glow-in Horizon e Cubodieci Euromobil: living e45, in questa pagina

www.gruppoeuromobil.com 36


sono coordinati con gola e zoccolo. Il living di Euromobil si compone di tre nuovi sistemi: E45 contenitori pensili, in legno e laccato. Frontali, unione fianchi e bordi della struttura sono a 45 gradi. L’elemento chiuso si presenta come un monolite, puro ed essenziale, in cui non si vedono fughe di unione. Puo’ essere posizionato liberamente nella parete, dando vita a soluzioni di particolare suggestione ed appeal. Horizon sistema boiserie con cremagliera orizzontale, in legno e laccato. Le mensole sono dello spessore di 12 millimetri.

Elementi colonne e basi terminali a giorno, basi e colonne sospese, insieme a pannelli di contenimento a elle per le aree di preparazione del cibo, completano i progetti fornendo un tocco di elegante unicità all’insegna del miglior design “made in Italy”. Kubic è un progetto di alto contenuto tecnologico, in cui spicca tutta la naturalezza

e la luminosità del vetro abbinato all’alluminio su frontali e coprifianchi. I frontali presentano un taglio dell’anta a 30 gradi, per presa maniglia, rispettivamente orizzontale nelle basi e verticale nelle colonne, integrato con la curva della gola. I colori delle facciate, laccato opaco e lucido bianco ottico – canapa – bruma – selce – nero assoluto

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Coast Bag

GOLDEN GOOSE DELUXE BRAND

VENEZIA



GRUPPO EUROMOBIL A MADE EXPO CON “SPACE FOR LIFE”: L’ECCELLENZA DEL DESIGN MADE IN ITALY

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Gruppo Euromobil: “Space for life” progetto di Marco Piva Al Green Home Design Made expo 2012

to della casa. in de piena Expo 2012 armonia

Gruppo Euromobil, brand italiano leader nel panorama internazionale della produzione di sistemi e complementi di arredo, con le sue aziende Euromobil cucine, Zalf mobili e Désirée divani ha arredato la casa “Space for Life” progetto di Marco Piva, presentata nello spazio Green Home Design, a Made Expo. Con i progetti Total Home Design e Living and Cooking, Gruppo Euromobil, attento alla complessa evoluzione della scena globale, propone prodotti per tutte le aree della casa che soddisfano le esigenze dell’abitare contemporaneo, 100% Made in Italy, frutto dell’impiego di nuove tecnologie e materiali innovativi, destinati a rimanere nel tempo per qualità tecniche ed estetiche. Le nuove collezioni, pienamente coerenti con i temi della sostenibilità anche nei processi produttivi, si articolano in una ricca gamma di soluzioni e moduli base adattabili a qualsiasi spazio, anche di dimensioni contenute e integrabili nel tempo in relazione a mutate esigenze dell’utenza. Vetro e alluminio, legno materico e termostrutturato TSS formano una palette materico-cromatica

www.gruppoeuromobil.com

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OUTDOOR

VENTRONE Musei di Villa Torlonia di Andrea Maurizio Campo

I

l percorso artistico di Luciano Ventrone lungo le progressive metamorfosi della sua poetica iperrealista consolida il postulato dell’arte quale finzione: in qualsiasi riproduzione della realtà e del vero è connaturata l’artificialità della rappresentazione. Attraverso una mediazione tra la potenza figurativa e una scrupolosa analisi della matericità dell’oggetto l’artista romano astrae il corpus che pone sotto una luce rigorosa e totale: tutto è rivelato e perfetto, tutto appare nella sua interezza e nella sua caducità, tutto è talmente realistico da apparire irreale. Le opere dell’artista romano sono adesso raccolte nella mostra dal titolo “Sui generi/s” fino al 6 gennaio 2013 ai Musei di Villa Torlonia, (Casino dei Principi, Roma, via Nomentana 70), curata da Cesare Biasini Selvaggi, e organizzata dalla Galleria Mucciaccia, con oltre cinquanta dipinti rappresentativi del suo viaggio. Dalle nature morte (vasi di fiori e, in modo particolare, ceste o ciotole di frutta), ai nudi femminili, ai paesaggi “en plein air” (quali le “marine”) la mostra vuole illustrare il doppio volto dell’artista che utilizza l’antica tecnica della pittura su lino

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Amalfi (2011) Olio su lino 80 x 100 cm

soddisfazione di un bisogno. L’arte invece non è risposta, non è soddisfazione. L’arte di Ventrone è investigazione, domanda, complicazione”. indagando sui nuovi mezzi “nella nostra contemporaneità ipertecnologica, nella quale le arti sono sempre più contaminate con le tecno-scienze”.

Così scrive di lui Achille Bonito Oliva: “L’arte di Ventrone attraversa il simbolico, la considerazione del tempo nello spazio, sviluppando un’immortalità reale. Ogni domanda implica la richiesta di un prodotto, ogni assorbimento è la

E in questa investigazione Luciano Ventrone fa emergere il reale nella sua ambiguità, quella realtà che Hegel nella “Prefazione alla Fenomenologia dello spirito” invita a guardare nella sua interezza “Il boccio scompare nella fioritura e si potrebbe dire che quello viene confutato da questa; similmente, all’apparire del frutto, il fiore viene dichiarato una falsa esistenza della pianta e il frutto subentra al posto del fiore come sua verità”. In occasione della mostra, è stata edita per i tipi di Carlo Cambi Editore una monografia/catalogo ragionato sull’opera di Luciano Ventrone ed è stato prodotto un video (diretto da Giuliana Gamba) che ne illustra le straordinarie peculiarità tecnicopittoriche.


Anniversari (2012) Olio su lino 130 x 130 cm

Altarino orientale (2010) Olio su lino 50 x 50 cm

Incontro a corte (2008) Olio su lino 50 x 60 cm

Confine (2011) Olio su lino 50 x 50 cm

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ART PEOPLE

a sinistra: Urlo, acrilico su tela 2012, 80 x 80 cm

INTERVISTA A

SEVERINO DEL BONO

LO SGUARDO CELATO di Otis

Interview with Severino del Bono DA COSA È INFLUENZATA LA TUA ESPRESSIONE ARTISTICA? Il mio stile rientra nell’ambito della pittura figurativa; affidandomi ad un’accurata ricerca tecnica, mi dedico allo studio dell’espressività del volto. Mi sono ispirato allo studio della luce del Caravaggio e all’ espressività di Francis Bacon; entrambi hanno a mio avviso saputo cogliere e tradurre in immagine la complessità dell’animo umano. COME NASCE LA RICERCA SUL VOLTO FEMMINILE? Attraverso i miei volti femminili, con lo sguardo celato, cerco di catturarne la profonda interiorità. Quando dipingo racconto me stesso scegliendo ciò che più mi attrae e soddisfa, ovvero volti di donne. Inconsciamente cerco volti che siano particolari, anche imperfetti: mi piace l’eleganza del viso femminile, la compostezza dell’espressione. Non vedo le mie modelle come donne , cerco in esse l’armonia delle forme. DA DOVE NASCE LA NECESSITÀ DI CELARE LO SGUARDO NELLE TUE OPERE? Le mie fanciulle con gli occhi chiusi, nascosti spesso da oggetti di uso quotidiano, rappresentano il mio tentativo di sfuggire alla realtà, per cercare dentro di sé, lontano dal rumore della quotidianità , uno spazio di silenziosa introspezione. “Dietro agli occhi chiusi un aprirsi al dentro”, è stato infatti il motto che ha accompagnato la mia prima serie di donne dallo sguardo negato. In fondo mi piace mostrare, nascondendolo, il mistero che l’Altro porta sempre con sé.

COME HA INIZIO LA TUA ESPERIENZA ARTISTICA? Sono entrato nell’arte a partire dal mondo dei colori . Aiutavo infatti mio fratello maggiore, anch’egli pittore, ma affetto da una forma di daltonismo, nella scelta dei colori per le sue tele, sin da bambino. Prima mi sono avvicinato alla pittura ad olio, per poi sperimentare la tecnica con gli acrilici su tela, che tutt’ora utilizzo. Mi dedico quotidianamente alla realizzazione dei miei quadri , per più ore al giorno nel mio studio. La mia arte, in effetti, mi rappresenta completamente, rispecchia la mia personalità, caratterizzata da una costante ed ossessiva ricerca estetica. COME VIVI IL RAPPORTO TRA ARTISTA E GALLERIA? Dal 2009 collaboro costantemente con Vecchiato Art Galleries. L’incontro è iniziato con Dante , che ricordo con grande affetto, e continua oggi con Cinzia ed il suo staff. Credo che per un artista sia fondamentale la collaborazione con una galleria, perchè gli consente di misurarsi con i colleghi e con il mercato, ampliando il proprio raggio di azione e di comunicazione. Improvvisamente ti accorgi di non dipingere più per te stesso , senti che il tuo lavoro ha uno scopo , un fine che prima intravedevi soltanto. In questi ultimi anni , grazie al costante confronto con la Vecchiato Art Galleries, ho colto come vi sia un rinnovato interesse per la figurazione, e la riscoperta dell’artista come colui che sa creare ,unendo capacità tecnica ed espressività.

3. L’Italia s’é desta, acrilico su tela 2011, 60 x 60 cm

4. Senza Titolo, acrilico su tela 2011, 80 x 80 cm

WHAT IS THE INFLUENCE BEHIND YOUR ARTISTIC EXPRESSION? My style is part of the figurative painting. I trust an accurate technical research and I study the expressiveness of the face. I was inspired by the studies on light of Caravaggio and by the expressivity of Francis Bacon. I think both have been able to understand and to translate into images the complexity of the human heart. WHY THE FEMININE FACE? I try to capture the intense inner being of my feminine faces, which have a covered gaze. When I’m painting I tell about myself, picking what is attracting and fascinating me the most, that is a woman’s face. Unconsciously I’m looking for unusual faces, even the imperfect ones. In a woman’s face I like its elegance and the grace of the expression. I don’t see my models as women and I’m always looking for the harmony of their forms. WHAT IS THE REASON YOU HIDE THE GAZE, IN YOUR ARTWORKS. My girls with closed eyes, often covered by objects for every day use, represent my attempt to run away from reality . This is to look inside ourselves, away from daily chaos, to find a space where a silent introspection is possible. “Dietro agli occhi chiusi un aprirsi al dentro”(behind closed eyes to 3 fact, was open to the inside), in the motto accompanying my first series of women with the gaze negated. I love to show, hiding it, the mystery inside any body else.

5. Il fuoco delle vanità 1, acrilico su tela 2011, 80 x 80 cm

HOW DID YOU START YOUR ARTISTIC EXPERIENCE? I started from the world of colors. Since I was a child, I helped my older brother to pick the colors for his works. He is a painter too, but he’s affected by a form of color blindness. I started using oil, then I experimented the acrylic on canvas technique, which I still use. Daily, I spend many hours at my studio to paint my works. I think that my art is fully representing me, reflecting my personality, which is distinguished by a constant and obsessive aesthetic research. HOW DO YOU LIVE THE RELATIONSHIP BETWEEN ARTIST AND ART GALLERY? Since 2009 I’m collaborating with Vecchiato Art Galleries. I first met Dante, who I remember with great love and today the relationship continues with Cinzia and her staff. I think that for an artist the collaboration with a gallery is fundamental, because it allows him to confront with other artists and with the market. It makes him expand his/her range of action and at that of communication. Suddenly, you realize that you are not painting for yourself anymore. You feel that your work has a purpose you could barely see before. In the last years, thanks to the constant support of Vecchiato Art Galleries, I understood there is a refreshed interest on figurative painting and on rediscovering an artist that knows how to create, combining technical ability and expressivity.

6. Il fuoco delle vanità 2, acrilico su tela 2011, 80 x 80

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UNA NUOVA ERA PER GIUSEPPE MARRA Presidente di Adnkronos di Paolo Fontanesi sottolineando la propria vocazione internazionale. La professionalità, quindi, l’innovazione, l’attenta osservazione ai dati sociali, caratterizzano l’interdisciplinarietà del Gruppo, che ha collaborazioni con le maggiori realtà italiane ed internazionali.

Proprietario e direttore della Adnkronos, la più importante agenzia di stampa privata in Italia, Giuseppe Marra è giornalista professionista dal 1965, nonché oggi uno dei maggiori imprenditori dell’informazione e dell’editoria italiana ed europea. Nel 1951 nasce la Kronos, poi a distanza di pochi anni, nel 1959, la Adn. Nel 1963 avviene poi la fusione dell’Adn con la Kronos e nasce la Adnkronos. L’Agenzia si estende a livello di partnership internazionale, in esclusiva per l’Italia del Washington Post e Los Angeles Times, chiudendo accordi d’esclusiva con Nuova Cina, Dpa, Jiji Press, Europa Press. Nel 1982 nasce la Adnkronos Libri e nel 1987 la Adnkronos Servizi, denominata Adnkronos Comunicazione. Giuseppe Marra, già amministratore unico, diventato direttore responsabile, acquisisce il 98 per cento del pacchetto azionario della holding del Gruppo e ne diventa unico azionista. Tra i più avanzati gruppi multimediali in Europa, il Gruppo organizzato in una holding si sviluppa intorno alla Agenzia di Notizie e fonda la propria espansione sull’innovazione tecnologica, la gestione efficiente delle proprie risorse umane, finanziarie ed imprenditoriali. Il merito del Gruppo non è stato tanto di essersi attestato strategicamente sull’on line, ma di averlo fatto precorrendo i tempi, caratterizzando pertanto il proprio operato con una offerta di prodotti e servizi - in un mercato sempre più in evoluzione - in cui l’informazione e la comunicazione si avvalgono di metodologie sofisticate e personale qualificato, 48

Presidente, come è arrivato a fare il mestiere del giornalista, prima ancora che quello dell’imprenditore? È una passione giovanile. Cominciai a scrivere sui giornaletti del mio liceo a Crotone. Poi la mia prima redazione fu quella de Il “Secolo d’Italia”. Presidente, quale futuro possiamo intravedere per il mondo del giornalismo? Riguarda l’editoria prima ancora del giornalismo. E’ l’editore a doversi misurare con la tecnologia e le novità che introduce. Il nostro modo di vivere e di lavorare sta cambiando ed è già cambiato notevolmente se pensiamo a Twitter. È esplosa negli Usa dove in un anno si è arrivati a 17 milioni di utenti. L’informazione tradizionale, con funzioni e status codificati, è ormai al crepuscolo. Internet e i blog sono gli strumenti dell’informazione/comunicazione mondializzata. L’importanza della “rete”, quindi di Internet? Sono stato il primo nel mondo dei media italiani a investirci. Feci un accordo con Bill Gates negli anni Novanta. Ricordo quando lo incontrai a Venezia: davanti al computer sembrava un sacerdote illuminato. Dopodiché Internet è anche un rischio. È un meraviglioso acceleratore democratico, ma è anche lo strumento con cui le notizie si sono fatte liquide.

Quale ruolo deve ricoprire o investire un editore? L’editore deve trovare le ragioni di vita o di morte nelle sue testate e nell’audience, e non in altri interessi primari rispetto a quelli editoriali. Visto che la navigazione editoriale è oceanica, conta molto la dimensione dei gruppi editoriali. Ciò non esclude che non vi sia spazio per i navigatori solitari. Purché sappiano dotarsi di imbarcazioni ben attrezzate. Per quanto riguarda l’Adnkronos, il mio Gruppo, noi da sempre siamo addestrati a precedere i tempi e non ad attenderli. Non è un caso che l’Adnkronos sia stata la prima agenzia ad approdare su Internet e il mio Gruppo sia stato il primo a realizzare una ristrutturazione redazionale in chiave interattiva e multimediale. Quanto conta l’investimento tecnologico nell’informazione? L’investimento tecnologico è alla base del nostro lavoro. Per noi ha rappresentato uno dei più cospicui impegni dell’agenzia negli ultimi anni. In particolare, due studi televisivi completi e tecnologicamente avanzati sono stati allestiti nelle sedi di Roma e Milano e producono contenuti per i diversi palinsesti e per le rubriche televisive. Cosa significa continuare ad investire e continuare a rinnovarsi nel settore dell’informazione e dell’editoria? Significa una verticalizzazione dei settori, per categorie. Una focalizzazione, in particolare per noi è stata dedicata alla formazione per i medici. Stiamo sviluppando altresì delle collaborazioni con partner internazionali; stiamo seguendo con attenzione ecologia e sostenibilità; stiamo guardando con attenzione anche al mondo del lavoro. Noi abbiamo fatto una politica di vasi comunicanti. Abbiamo diverse società che però in qualche modo sono armonizzate tra loro. Oggi è ancora prima la


L’INFORMAZIONE carta stampata. Ma stiamo ampliando verso il multimediale. Oggi però gli investimenti azzardati possono diventare anche molto rischiosi? Siamo abituati a fare dei passi graduali. Io non credo ai voli pindarici. E questo dà l’idea del genere del nostro gruppo, del quale sono unico azioni sta. Devo poi dire con orgoglio, che non ho mai fatto cassa integrazione e prepensionamenti. Sono sempre molto prudente su questo punto. Abbiamo già realizzato questi due studi e adesso dovremmo realizzare un laboratorio creativo per sviluppare nuovi sistemi di distribuzione. Il mio più grande divertimento è infatti creare delle cose, è la mia vera passione. Tutto questo mi porta sempre ad andare avanti e quindi a costruire qualcosa di nuovo.

GIUSEPPE MARRA: President of Adnkronos Owner and Director of AdnKronos, the most important private news agency in Italy, Giuseppe Marra is a professional journalist since 1965 and, today, one of the biggest businessman in the news system in Italy and Europe. In 1951 the Kronos was born and a few years later, in 1959, it was time for the Adn. Then, in 1963 Adn and Kronos merged into the Adnkronos. The agency has international collaborators and exclusivity in Italy for The Washington Post and the Los Angeles Time. It has also signed with New China, Dpa, Jiji, Press, Europa Press. In 1982 the AdnKronos Libri (for books) was born and in 1987 the Adnkronos Servizi (for services) also called Adnkronos Comunicazione (for communication).

PERSONALITIES

Mr. Marra, today you are president of Adnkronos, how did you start as journalist before becoming a businessman? It was a juvenile passion. I started writing for my High School Journal, in Crotone. Then I had my first job at Il Secolo d’Italia.” What future can we expect for the journalism system? It is more about publishing than journalism. In fact, the publisher is the one who has to confront with technology and its innovations. Our way of living and working is changing and it has changed already a lot, just think to Twitter.

ted one of the most remarkable efforts for our agency. In particular, we built in Rome and Milan two complete and technologically advanced television studios. Each of them creates contents for different show schedules and television programs.

Are you talking about the importance of the internet?

What does it mean continuing to invest and to update in the field of information and publishing?

I was thze first out of the Italian media panorama to invest in it. I signed an agreement with Bill Gates during the 90’s. I can remember when I met him in Venice, he looked like sort of an enlightened monk. Said so, the internet is risky. It is a marvelous accelerator for democracy, but it is also the way the news became liquid. Which is the role of the publisher? The publisher has to find in the audience the reason for his newspapers to survive, not in any other interest. Since the publishing web is oceanic, the size of the publishing groups is very important. This doesn’t mean that there is no space for solitary sailors. It is not a coincidence that Adnkronos was the first agency to use the internet. My group was also the first to build a publishing structure based on interactivity and combined media. How important is technological investment for the information?

It means a vertical conception of sectors, by categories. We have focused for examples, in forming the doctors. We are also developing collaborations with international partners. We are very aware of ecology and sustainability. We are also looking very carefully at the world of work. Do you think that a hazardous investment might to become risky too? We are use to proceed step by step. I do not believe to jump from one subject to another. This is giving an idea on our group, which I am the only stockholder of. I would proudly say that I always took care of my employes and I have never cut their salaries during hard times, neither I have fired someone for the same reasons. In fact, I have the greatest fun in creating something, that’s my passion. That’s why I am always looking forward to building something new.

Technological investment is at the base of our work. In the last years, it has represen49


DESIGN

LA SINTESI IN CUCINA

di A. C.

VARENNA

RINNOVARE, CAMBIARE, ARRICCHIRE LA PROPRIA CASA PUÒ ESSERE GIOCO DIVERTENTE, UNA SCELTA IMPORTANTE E STIMOLANTE. Soprattutto se lo spazio da ridisegnare è quello della cucina, dell'antico focolare domestico che inossidabile alla modernità è rimasto al suo antico ruolo, uno dei luoghi centrali della casa. La sintesi di questo percorso, di un cambiare che condizionerà per molti anni la vita nella propria dimora non può però essere fatto ne' velocemente ne' superficialmente seguendo le mode, ma deve essere il frutto della somma di molte, molte variabili non trascurabili, a cominciare dalla propria personalità. Ma non solo; a questa s'unisce la necessità di solidità, praticità, classe e stile, elementi fondanti, pilastri che devono sorreggere l'equilibrio di questa scelta. Passaggio obbligato diventa allora quello di giocare sicuri, d'investire per la propria cucina scegliendo tra le migliori aziende nel settore, tra quelle capaci di proporre la cucina come opera d'arte; in una sintesi che offre funzionalità, design e bellezza. In poche parole quello che oggi solo poche aziende a livello internazionale nel settore possono offrire, e una di queste è la Poliform, con la sua collezione Varenna. A scoprirle c'è un'infinità di soluzioni e risposte alle più diverse esigenze, a partire dalla linea Kyton, nata dalla sinergica collaborazione nel design tra CR&S e Varenna. Qui c'è tutto, e la ricerca della semplicità attraverso praticità e leggerezza è riuscita a creare una cucina luminosa, naturale e tecnicamente tanto curata ed evoluta nelle soluzioni e nella componentistica, da lasciare stupiti. Kyton, infatti, 50

non è una semplice cucina, ma un concetto a tutto tondo dell'arte del vivere diventato arredamento, capace d'esprime una concezione abitativa evoluta e informale. Non uno spazio, ma una libertà di vivere il proprio spazio personale, seguendo l'estro del momento.


QUESTA LA SERENITÀ CHE TRASMETTONO NELLA LORO BELLEZZA LE CUCINE KYTON, UN LUOGO CON L'IDENTITÀ DI CHI L’HA SCELTA E POSSIEDE, NON SEMPLICEMENTE CON LA FUNZIONALITÀ 51


La collezione Varenna, di cui Kyton fa parte, nasce infatti con l'ambizione di interpretare la cucina contemporanea in tutte le sue molteplici sfaccettature. Dalla massima libertà di composizione per creare infinite proposte originali, passando attraverso la qualità materica, che s'esprime con la possibilità di

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scegliere su un’ampia gamma di materiali, finiture e colori. Insomma Kyton può offrire la cucina dei desideri, e la gamma proposta da Varenna può aiutare a scegliere. Ad elevare l'arredamento di un ambiente a spazio progettato come un'opera d'arte per riflettere l’individualità di chi lo abita e lo ha scelto.


ARTE E DESIGN NON SONO PIANETI DISTANTI TRA LORO, MA GALASSIE COMPLEMENTARI L'UN L'ALTRA NELLA REALIZZAZIONE DELL'OPERA.

EVENTO ARLATI A MIAMI NEL DESIGN DISTRICT PRESSO LO SPAZIO POLIFORM

Con uno stile inconfondibile, quello dell'home project, che contraddistingue la concezione di casa contemporanea secondo Poliform. Un concetto fatto sintesi dalla filosofia Poliform, che a Miami, in occasione di una delle più importanti fiere di arte moderna e contemporanea degli Stati Uniti, Art Basel Miami, nel suo show room ha sperimentato un originale connubio tra arte e design. Nell’area espositiva tra cucine, salotti e proposte d’arredamento s’è fusa negli spazi la presentazione dell’ultima collezione dell’artista italiano, Mario Arlati, ispirata alle strade di Ibiza. Le opere, scelte dopo un’accurata selezione, hanno fatto da sfondo alle proposte dalla forte personalità degli arredi Poliform tra i quali il divano Carmel e la poltrona Wallace disegnati da JeanMarie Massaud, il divano Bolton di Giuseppe Viganò e molte altre proposte di grande impatto. Per celebrare la notte di apertura dell’esposizione si è tenuto un ricevimento durante Art Basel Miami mentre l’esposizione rimarrà in mostra fino a gennaio 2013. SOTTO DA SINISTRA: GIOVANNI E ORNELLA ANZANI INSIEME A MARIO ARLATI ED ALCUNI OSPITI DELL’EVENTO.

Renewing, changing, enriching your own house accordingly to style is both a funny game and an important and exciting decision. Especially, if the space you need to remodel is the kitchen, the ancient household place, which remains one of the most important area of the house, under the sign of modernity and style. That’s the reason why you should choose the best company such as Poliform and its kitchens’ collection Varenna.

A lot of options available, such as Kyton. Thanks to its simplicity, practicability and lightness Kyton is a kitchen which offers a bright, natural, technically advanced place to cook. Kyton is not simply a kitchen, but it is a new concept for a conscious and informal living space. The freedom to live your own space, according to your mood, makes Kyton kitchens a place of identity and functionality. 53


CASTELLI

Metti una luminosa villa veneta, un’antica cinta fortificata medioevale, un parco con alberi secolari e possenti statue, un insieme di canali, il ricordo delle viabilità d’epoca romana, l’attuale vocazione vitivinicola, l’opportunità di ristorazione ed alloggio nelle torri e …

Roncade nella Marca Gioiosa di Dario Dall‘Olio

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A due passi da Treviso il tempo sembra effettivamente essersi fermato soprattutto nella grande festa d’autunno in cui i cancelli si aprono per un intero weekend all’insegna della cultura e dell’arte … la collocazione nella magnifica “Marca Gioiosa Trevigiana” e poi di uscire da queste considerazioni e trovarti a Roncade. A due passi da Treviso il tempo sembra effettivamente essersi fermato soprattutto nella grande festa d’autunno in cui i cancelli si aprono per un intero weekend all’insegna della cultura e dell’arte. E’ l’occasione per il Barone Vincenzo Ciani Bassetti di rinverdir fasti da Serenissima: la villa prepalladiana che accoglie gli ospiti venne realizzata dal patrizio veneto Girolamo Giustinian in pieno rinascimento consolidando così la fama di una famiglia che ha lasciato nella storia i dogi Marco ed Antonio, il Beato Nicolò Monaco, la Beata Eufemia e Lorenzo primo patriarca di Venezia proclamato santo da papa 56

Alessandro VIII. Un territorio quello di Roncade di “fluminis abundans “ e di paludi tanto da far realizzare lunghi tratti della strada romana “Claudia Augusta Altinate”, che partendo dalla città di Altino attraverso la valle dell’Adige a nord raggiungeva i territori

della Baviera, in rilevato su alti argini, ricordi storici che ancor nell’800 con opportuni decreti si tentava di difendere. Tanto da fare proclamare in quel tempo

“…questo complesso, richiamante alla memoria dell’uomo presente la memoria dell’uomo che fu, ci ha d’altronde prodotto il dispiacente rimarco che diverse occupazioni fatte dai campi laterali, sia con erezione di piccole fabbriche, sia con spondali arature, sia con altre interruzioni, andranno progredendo a segno di un giorno distruggerne ogni indizio ed uso di essa (strada).” La ragione di tale decadenza va posta in relazione alla distruzione della città di Altino perpetrata nel 638 dalle truppe Longobarde: da allora e in seguito alla trasmigrazione degli Altinati, compresa la cattedra episcopale verso l’isola di Torcello, la strada perse la funzione per la quale venne

costruita. Nel medioevo per difendere risorse agricoli locali, vennero realizzate le mura del castello concepite come in altri casi nel Veneto come marchio di prosperità e di forza, come perdurante allegoria dell’irraggiarsi di una concentrata potenza politica su un contado più o meno vasto. Da un secolo, proprio percorrendo a ritroso l’antica “Claudia” giunti dalla città di Trento con lusinghiero sentimento di valorizzazione di architetture e risorse del territorio la famiglia Ciani Bassetti ha operato una encomiabile azione di tutela. Nonostante gravi danneggiamenti subiti nelle due guerre mondiali, come a ribadire la continua centralità dei luoghi in fatti ed eventi storici minori e maggiori, l’impegno continuo di ripristino consente oggi ad una comunità internazionale che frequenta il castello di bearsi ammirata un luogo dal fascino ineguagliabile.


Axo.com


EXHIBITIONS

di Armin R. Mengs fino al 15 gennaio la Galleria Tega presenta MEL RAMOS nei suoi spazi di via Senato 20 a Milano

A

Milano è in corso una mostra di selezionate sculture realizzate da Mel Ramos (nato nel 1935 a Sacramento, in California ), uno dei più importanti maestri della pop-art americana. Al pari degli altri protagonisti di questo movimento artistico esploso negli Stati Uniti agli albori degli anni Sessanta, la sua attenzione si è concentrata su quel consumismo celebrato in maniera eclatante dalle campagne pubblicitarie. Ma a differenza della seriale e talora freddamente chirurgica essenzialità di un Andy Warhol o della fumettistica, distillata figurazione di un Roy Lichtenstein, Ramos rivolge la sua attenzione al connubio tra pin up dalle nudità esibite con generosa evidenza e il prodotto da reclamizzare. Il tutto attraverso una pittura calda, solare e sensuale evidentemente favorita dal clima della regione originaria, così diverso dalla ritmata e talora ossessiva regola comportamentale tipica degli abitanti di una metropoli come New York. E probabilmente tale distacco gli permette da un lato di argomentare quel piacere edonistico che trapela dalle sue opere e dall’altro di attivare con particolare efficacia la conseguente arma dell’ironia. Infatti le sue procaci protagoniste promuovono il proprio corpo sovrapponendolo all’oggetto da propagandare:

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Heidi Heinz

esse stesse diventano così un accattivante oggetto di consumo almeno visivo e attivano un’ammiccante complicità con l’osservatore catturato da tanta seducente bellezza. Questi corpi, giocati su più piani, acquisiscono inoltre una vocazione tridimensionale che ne esalta le forme. Pertanto la loro traduzione in sculture dipinte diventa un successivo passo ammantato di ineluttabilità. L’attuale esposizione si rivolge appunto a quest’ultimo approdo creativo di Ramos che, in tal modo, va ad accentuare un’altra delle sue denunce, il kitsch, rivolto a certa oggettistica di propaganda, che egli prende in considerazione con la equilibrata armonia tipica del grande artista. Nella presente circostanza si va


Info: fino al 15 gennaio 2013 : lunedì – sabato 10-13 / 15-19 A diposizione catalogo curato da Luciano Caprile Hav-a-Havana-2

quindi da “Chiquita Banana”, dove il frutto esotico erutta verticalmente il busto armonioso di una ragazza, “Hava-Havana-2”, dove la modella è adagiata su un sigaro di ragguardevoli dimensioni, a “Barbiburgher” che propone una miss comodamente seduta su un panino farcito nel ruolo insolito di soffice cuscino, a un’opera come “The Pause That Refreshes” caratterizzata da un sinuoso “lato b” debordante da un’etichetta della Coca Cola. E così via. From October 29th to January 15th, the Tega Gallery will present in Via Senato, 20, Milan, the exhibitions of selected sculptures realized by Mel Ramos. Born in 1935 in Sacramento, California he is considered one of the most important Masters of American Pop Art. Similar to other protagonists os the artistic movement that exploded in the United States in the 1960s, he concentrates on consumerism celebrated in an unmistakeable manner by publicity. But rather than the serial and surgically cold essentiality of Andy Warhol or the comic book figures of Roy Lichenstein, Ramos turns his attention to the union between nude pin-ups shown generously with the product being publicized; the use of warmth, light and sensuality in his paintings is evidently favored by the climate of his origin, very diverse from the obsessive regulated behavior typical of inhabitants from cities such as New York. It is likely that this difference allows him on one hand to express that hedonistic pleasure that his works transpire and on the other, to be particularly efficient with sarcasm. In fact, his curvaceous protagonists promote their bodies by overlapping the object to publicize, they themselves becoming a captivating consumer object, but visual; a complicity with the observer is engaged, captured by so much seductive beauty. These bodies with different levels of play acquire a tridimensionality that exalts their forms. Their translation into painted sculpture becomes the next unavoidable step. This exhibition is dedicated to this latest approach by Ramos, who by his art, accentuates another

Ciquita Banana

“Le sue procaci protagoniste promuovono il proprio corpo sovrapponendolo all’oggetto da propagandare: esse stesse diventano così un accattivante oggetto di consumo almeno visivo e attivano un’ammiccante complicità” “His curvaceous protagonists promote their bodies by overlapping the object to publicize, they themselves becoming a captivating consumer object, but visual; a complicity with the observer is engaged, captured by so much seductive beauty” of his reproaches - kitsch as the object of propaganda - that he holds in consideration with the balanced harmony typical of great artists.We look at Chiquita Banana where from the exotic fruit erupts the curvy figure of a girl to Hav-a-Havana -2 in which the model is laying on top of a huge cigar, to Barbiburger that proposes a young woman comfortably seated on an unusual soft cushion, composed of a dressed hamburger, to the work The Pause That Refreshes characterized by curvy buttocks sitting on a Coca-Cola label. And so on… Opening hours are from Monday to Saturday: 10 am to 1pm / 3 pm to 7 pm through the 15th of January 2013. Exhibition catalogue available, curated by Luciano Caprile

The Pause That Refreshes

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DESIGN

ALPE

Modernariato Veneto di Alessandra Turchet

U

na storia lunga secoli ma sempre attuale, fatta di valori autentici come lo spirito rassicurante che si ritrova in quel tipo d’arredamento che non disdegna mai una bella vetrina in cui esporre le ceramiche più raffinate e i cristalli di famiglia. Tutto questo è Modernariato Veneto, la collezione New Classic di ALPE Arredamenti, nata dall’amore per il legno e dall’impegno costante per una produzione di altissima qualità artigianale. Una superficie calda e viva come il vero legno trasmette sensazioni, suggestioni e profumi che solo i materiali naturali sanno infondere. Il gioco dei colori, l’ebbrezza dei materiali e la cura del dettaglio danno vita ad un design unico ed inconfondibile, portavoce del più autentico Made in Italy.

Alpe Modernariato veneto

A

n old story still lasting across the centuries made of true values like the reassuring spirit that some furnishing gives by using a display windows where to expose the ceramics refined and the family crystals. That is MODERNARIATO VENETO the New Classic collection by ALPE Arredamenti, born from the love for the wood and the continuous engagement for a very high quality handicraft. A warm and alive surface like wood sends suggestions and sensations that only natural materials are able to give. Chromatics movement, materials elation and care for the detail create a design that is unique, true pattern of the Made in Italy.

Sotto:

Alpe - progetto cortina

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Esperienza, tecnica e passione. Si vede che è unico, nella particolarità di ogni dettaglio curato artigianalmente da mani sapienti: il fascino intramontabile dello stile italiano.

sopra:

ALPE - Progetto PEGASO

a destra:

ALPE - Credenza IMPERO

Experience, Skill and Passion

Y

ou see it is unique, In details originality carefully crafted by skilled hands the timeless charm of the Italian Style

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Da un’arte antica, un progetto per la vita. Modernariato Veneto di ALPE Arredamenti è la massima espressione del lavoro dell’Artigiano: permette di guardare lontano nel tempo e nello spazio, alla ricerca di mestieri perduti, di un gusto sincero per la vita fatto di cose autentiche, di valori e di Artisti che ancora oggi con le proprie mani creano poesia. Il segreto di queste forme gentili è una equilibrata mescolanza di stile, consapevolezza e misura. Un’arte antica che crea espressioni estetiche fatte di dettagli, spazi originali racchiusi in una cornice di tradizione e modernità, nel prestigio del vero legno massello. giorno & notte

www.alpe.it

A destra:

Sala IMPERO SOtto:

Sala ASOLO

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From an ancient art a project for life. MODERNARIATO VENETO by Alpe Arredamenti is the highest expression of the Artisan work: it allows to look far away in the time and the space, looking for ancient craft actually lost, sincere taste for life made of true things, true values by Artist that still today use their hands to make poetry. The secret of these gentle forms is a balance of style, consciousness and proportion. This is an old Art that gives aesthetic expression made of details, original blank enclosed in a frame of tradition and modernity, in the prestige of true solid wood.

a destra e sotto:

Camera DORIAN GRAY AD:

Arch. Alessandra Turchet www.trentaduea.com FOTO:

Marino Moro

www.marinomoro.it

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ARTISTS

Bacio , tiglio con colori acrilici e terre

Wilhelm Senoner and the wind of destiny 64

di Andrea Ferrazzi


«Il destino assomiglia al vento, poiché ci spinge rapidamente in avanti, oppure ci rigetta all’indietro; contro di ciò poco possono fare le nostre fatiche e i nostri sforzi»

Uomo col sigaro tiglio con colori acrilici e terre 200 cm

D

“ estiny looks like the wind pushing us forward osì scriveva Arthur Schopenhauer a quickly. It can move us backwards, and our metà dell’Ottocento: parole che torefforts and attempts can do little against it.” Thenano alla mente di fronte alle opere se words were written by Arthur Schopenhauer in di Wilhelm Senoner, perché aiutano the mid-nineteen century. Words we remember a coglierne il significato più vero e in front of Wilhelm Senonen’s artworks which profondo. Come il filosofo tedesco, anche help us to get their true and deep meaning. The l’artista altoatesino, sempre più apprezzato da pubblico e critica a livello internazionale, artist, who was born in Alto Adige, is day after day appreciated by the public and art critics. individua nel vento la metafora delle forze Alike the German philosopher, he recognizes in che condizionano l’esistenza umana. Ma non the wind the metaphor of the powers influencing c’è lo stesso fatalismo: le sue figure assumothe human reality. But he doesn’t use the same no spesso pose inverosimili, a volte semfatalism. His figures are often standing strangely brano sul punto di cadere. Però resistono. and sometimes they look close to fall. And still, Come a dire: le fatiche e gli sforzi dell’uomo they stand. possono essere più forti del vento, e quindi Like to say: humans efforts and attempts can be del destino. E’ una visione più ottimistica, stronger than wind and therefore stronger than la sua. Ma non ingenua. Senoner si rende destiny. He has an optimistic point of view. But conto che la forza del vento aumenta d’inten- not ingenuous. Senoner knows that the power of wind will get stronger, becoming a vortex which sità, diventando un vortice che travolge le will rock our lives. Just think to the cultural nostre esistenze. Si pensi all’omologazione uniformity, to the settling of expressive codes culturale, al radicarsi di codici espressivi which never change. Or to the new medias which sempre uguali a se stessi. Alle mode che i create, as never before, new trends and fashions. nuovi strumenti di comunicazione di massa Alike in a strange game of mirrors, Wilhelm contribuiscono a imporre, con un’efficaSenoner and his characters are fighting these cia sconosciuta in precedenza. Wilhelm standardizing forces. “When I started my career Senoner e i suoi personaggi, in uno strano – he explains – I was feeling more attached to, gioco di specchi, si oppongono a queste almost a prisoner of artistic patterns I was not forze standardizzanti. «All’inizio della mia recognizing. Now instead, I feel completely free carriera – spiega – mi sentivo più vincolato, to express myself, following my inspiration, my quasi prigioniero di schemi artistici che non ideas, my sensibility. My sculptures are repremi appartenevano. Adesso, invece, mi sento senting what I fell inside.” At the same time, the totalmente libero di esprimermi, seguendo la extraordinariness (being extra-ordinariness) of mia ispirazione, le mie idee, la mia sensibihis artworks is easily understood.They represent lità. Le mie sculture sono la rappresentazioabstract, almost magical subjects who fill space ne di ciò che sento dentro di me». Paralleand time with playful harmony. “They are the lamente, la straordinarietà delle sue opere result of a game of design and proportion” says – l’essere, cioè, al di fuori dell’ordinario – si the artist. “Their increasingly rough surfaces” percepisce immediatamente: raffigurano per- he continues to say - “prevent the observers’ sight from escaping. This wouldn’t be possible with a sonaggi astratti, quasi magici, che occupano smooth surface.” This is synonymous of complespazio e tempo con giocosa armonia. «Sono l’esito di un gioco di forme e di proporzioni», xity. And personality, of an identity representing an essential element to not goof up on the incliracconta l’artista. «La superficie sempre più ned side of the existence, to avoid being dragged ruvida – aggiunge – impedisce allo sguardo by destiny’s wind. The wind, indeed. dell’osservatore di fuggire via». E’ sinonimo Wielhelm Senoner start explaining: “Wind repredi complessità, insomma. Di personalità. Di sents a constant presence for people who were un’identità che è elemento essenziale per born and live in the mountains. It is normal to non scivolare passivamente sul lato inclinato feel it, even if it is impossible to understand whedell’esistenza, per non essere trascinati re it’s coming from. It is very important to me. It’s dal vento del destino. Il vento, appunto. part of my life, of the memories of my childhood «Per chi nasce e vive in montagna – spiega and, even more, of my art.” Wilhelm Senoner – la sua è una presenza Herman Melville wrote: “And yet, ‘tis a noble costante, e per certi versi anche misteriosa: and heroic thing, the wind! who ever conquered lo si percepisce, senza mai sapere da dove it? In every fight it has the last and bitterest blow. arriva. Per me è importante: fa parte della Run tilting at it, and you but run through it. Ha! mia vita e della mia arte». a coward wind that strikes stark naked men, but will not stand to receive a single blow...Would now the wind but had a body; but all the things

Donna nel vento tiglio con colori acrilici e terre 235 cm

that most exasperate and outrage mortal man, all these things are bodiless, but only bodiless as objects, not as agents. “ Of course it is impossible to strike the wind, but Wilhel Senoner with his artworks is telling us that we can stand up against the wind whenever we decide not to surrender to our destiny. 65


BOOKS

Il Presidente Emmanuele Emanuele insieme al Ministro Ornaghi sotto: la copertina del libro

a cura di Ferruccio Gard

Cosa ha a che fare Picasso con il rating? O De Chirico con il mezzanine finance? A molti la domanda, più che ardita, potrebbe sembrare stravagante, ma, quando c’è di mezzo un… luminare, in fatto di arte, cultura e problemi di natura finanziaria, quale il presidente della Fondazione Roma Emmanuele F.M. Emanuele, la cosa assume immediatamente un aspetto di grande interesse e suggestione ...e che sollecita la curiosità degli addetti ai lavori, ma non solo. Specie in questo momento di grave crisi perché la cultura non solo offre da mangiare, contrariamente a quanto sostenuto da qualcuno (n.d.r.: annotazione di chi scrive), ma “può e deve essere considerata un fattore strategico per il rilancio 66

dell’economia italiana”. Il tema, quanto mai appropriato e attuale, è stato scelto per il dibattito organizzato, a Palazzo Sciarra, a Roma, in occasione della presentazione dell’ultimo libro del Prof. Emanuele “Arte e Finanza”, presente, fra gli altri, il ministro per i Beni e le Attività Culturali Lorenzo Ornaghi.

Per occuparsi con successo di arte e cultura non basta essere dei competenti in materia. Il critico o il regista che dirige un museo, una collezione o è curatore o organizzatore di manifestazioni d’arte, di musica, di teatro, di cinema, di ballo, ecc., deve intendersene anche di gestione, con particolare riferimento agli aspetti di natura finanziaria e fiscale. Il successo di una attività, insomma, non dipende unicamente dal suo livello culturale e artistico ma anche, e in modo che può diventare determinante, dalle capacità manageriali e dalle conoscenze, con i tanti annessi e connessi, di quanto riguarda gli aspetti di natura finanziaria. Da queste premesse il prezioso volume che, oltre a puntuali, competenti ed esaustive riflessioni sui rapporti fra arte e finanza, vuole offrire anche consigli pratici, attinti dalle profonde e sconfinate erudizione, sensibilità e “militanza attiva” di Emmanuele Emanuele, docente di Scienza delle Finanze e Politica Economica all’Università Europea di Roma (della quale è anche vice Rettore), presidente onorario dell’Orchestra Sinfonica di Roma, Presidente della Fondazione Roma e della Fondazione Roma-Mediterraneo, organizzatrici di grandi mostre d’arte e neo-consigliere del Ministro della Cultura per “la conservazione, la valorizzazione e la promozione dell’arte sacra antica e contemporanea, con riferimento al patrimonio architettonico e storico artistico statale ed a quello appartenente ad enti ecclesiastici”. La lettura del volume consente così di conoscere tutto quanto necessita sapere sulle molteplici interazioni tra cultura ed economia, affronta argomenti quali l’industria culturale e il capitale culturale – un capitale che “dà luogo sia al valore culturale che a quello economico, laddove il capitale “ordinario” genera solo valore economico”, ed analizza altri aspetti essenziali, da domanda e offerta d’arte, dal rapporto dell’arte con il mondo delle imprese profit e no profit, al mercato delle opere artistiche (di ben 60 miliardi di dollari le transazioni, nel 2008, sul mercato internazionale).


Approfondimenti eruditi con molte proposte nuove ma, pure in questo caso, anche consigli utili nella trattazione di altri argomenti essenziali riguardanti importanti elementi di finanza aziendale e di finanza per l’impresa connessi al mondo della cultura, i principali strumenti finanziari, dai contratti a termine alle opzioni, dai contratti strutturati a quelli assicurativi, l’elaborazione di un budget, l’attività di controllo, la gestione finanziaria, il bilancio e la contabilità. Particolare rilievo è dedicato a un tema fondamentale per determinare il tasso d’interesse, quello del rating, e agli strumenti innovativi di debito più usati negli ultimi anni, dal mezzanine finance ai concorsi di garanzia fidi, fino ai prestiti partecipativi. Estremamente innovative le proposte del Prof. Emanuele sulle varie fonti di finanziamento a musei e imprese che promuovono cultura e di rilevan-

te utilità pratica la parte riservata al sistema fiscale la cui revisione, da parte dello Stato, rispetto agli investimenti in cultura di imprese e privati rappresenta – sottolinea l’autore – un tema cruciale, perché gli incentivi, in tale direzione, permetterebbero di migliorare gli interventi di tutela e di valorizzazione del patrimonio e sarebbero uno stimolo ad incrementare i risultati economici che provengono dalla cultura. Il privato comunque, specie quello di natura sociale, secondo Emmanuele Emanuele non può limitarsi al ruolo di sponsor, ma deve partecipare alla gestione attiva di un’impresa culturale. Occorre quindi passare, nelle relazioni con il settore pubblico, da una logica di sponsorship ad una di partnership, attraverso regole certe e pianificazioni a lungo termine, che permettano al privato di intervenire nella gestione, contribuire con logiche che rispondano ai principi

del codice civile nella redazione dei bilanci e, infine, verificare la qualità dei progetti e condividere obiettivi e finalità sociali. A proposito delle innovazioni sollecitate da Emanuele per il rilancio del binomio cultura-economia, il ministro Ornaghi, al dibattito per la presentazione del libro, ha dato un giudizio positivo, nel segno “dell’avvio di un cambiamento” sulla “deducibilità fiscale per le micro donazioni”, sottolineando che “occorrono dei segnali nuovi che rompano quelle incrostazioni di cui siamo vittime”. Qualora non fosse più Ornaghi (che evidentemente già lo ha fatto), suggeriamo all’eventuale nuovo ministro per le Attività Culturali di leggere, per sua opportuna e utile conoscenza, il lungimirante e attualissimo libro di Emmanuele Emanuele.

EMMANUELE F.M. EMANUELE

A

vvocato cassazionista, economista, banchiere, esperto in materia finanziaria, tributaria ed assicurativa, saggista, laureato in Giurisprudenza, insignito del dottorato Honoris Causa in Belle Arti della St. John’s University di Roma, della Laurea Honoris Causa in Diritto Canonico della Pontificia Università Lateranense di Roma e della Laurea in Humane Letters dell’Università Americana di Roma. Professore Ordinario Emerito presso

l’Universidad Francisco de Vitoria di Madrid; Docente straordinario in Scienza delle Finanze e Politica economica presso l’Università Europea di Roma, di cui è stato anche Vice Rettore. Autore di numerosi ed autorevoli saggi in materia di diritto, finanza e politica. Nel corso della sua carriera ha ricoperto numerosi incarichi come Presidente, membro del Consiglio di Amministrazione e Consulente di primarie istituzioni e aziende pubbliche e private

in campo chimico, meccanico e delle costruzioni. Dopo essere stato Presidente dell’ Azienda Speciale Palaexpo, che gestisce le Scuderie del Quirinale, il Palazzo delle Esposizioni e la Casa del Jazz, Consigliere della Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, Presidente del Comitato degli Intellettuali del “Padiglione Italia” della “54ma Esposizione d’Arte Biennale di Venezia 2011” e Consigliere di Amministrazione della Fondazione Biennale

di Venezia, è attualmente Presidente della Fondazione Roma e della Fondazione Roma Mediterraneo, Presidente onorario dell’Orchestra Sinfonica di Roma e Consigliere del Ministro per i Beni e le Attività Culturali, per la conservazione, la valorizzazione e la promozione dell’arte sacra antica e contemporanea, con riferimento al patrimonio architettonico e storico-artistico statale ed a quello appartenente ad enti ecclesiastici.

E

drid and Finance Science and Economic Politics adjunct professor at the European University of Rome, where he has been vice rector too. He wrote several and important essays on law, finance and politics. During his career he covered several assignments as President, administration administrative committee’s member and consultant for important public and private institutions and companies operating on the chemical, mechanic and building fields.

He was President of the Azienda Speciale Palaexpo, which administrates the Scuderie del Quirinale, the Palazzo delle Esposizioni and the Casa del Jazz. Furthermore, he was counselor for the Fondazione Teatro dell’Opera di Roma, president of the Comitato degli Intellettuali of the “Padiglione Italia” during the “54ma Esposizione d’Arte - Biennale di Venezia 2011”and board member of the Fondazione Biennale di Venezia.Today he is president of the Fondazione Roma and

Fondazione Roma Mediterraneo, honorary president of the Orchestra Sinfonica di Roma and counserlor of Ministro per i Beni e le Attività Culturali (Minister for Goods and Cultural Activities), for the preservation, development and promotion of the antique and contemporary sacred art, in reference to the architectural and historical artistic heritage of the State and of the Church.

mmanuele F.M. Emanuele has graduated in law and today is a Court of Appeal lawyer, an economist, a banker, a finance, taxes and insurance expert, an essayist. He received a bachelor’s degree Honoris Causa on Belle Arti by the Pontificia Università Lateranense of Rome and he obtained a bachelor’s degree in Humane Letters at the American University of Rome. He’s also full time professor emeritus at the Universidad Francisco de Vitoria di Ma-

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Da sinistra, Aldo Berlinguer - Ordinario di Diritto Comparato, Università di Cagliari; Mario De Simoni - Direttore Generale dell’Azienda Speciale Palaexpo; Lorenzo Ornaghi - Ministro per i Beni e le Attività culturali; Emmanuele F.M. Emanuele Presidente della Fondazione Roma; Antonello Cherchi - Giornalista de «Il Sole 24 Ore»; Albino Ruberti - Amministratore Delegato di Zètema

Strategic culture to relaunch the economy. Innovative proposals from the book of Emmanuele Emanuele What Picasso has to do with rating? What De Chirico with mezzanine finance?

T

o many people this question could sound not only inventive, but strange. But, in this case we are talking about the president of the Fondazione Roma Emmanuele F.M. Emanuele, who is an expert on art, culture and financing problems. Therefore, the matter becomes interesting and striking stimulating the curiosity of the experts, but not only. During such a difficult time of economic crisis, culture not only represents a chance for an income (even if somebody might not to agree – author's note) but, “it can and has to be considered a strategic factor to relaunch the Italian economy.” This subject, very current and appropriate, was chosen for the debate taken at Palazzo Sciarra, in Rome, during the presentation of the last book written by professor Emanuele which title is “Arte e Finanza” ( Art & Finance). At the event, together with many others, the minister for Goods and Cultural Activities Lorenzo Ornaghi was present. In order to be able to successfully dedicate to art and culture, to be an expert is not enough. The critic or director who manages a museum or a collection, he/she who organizes art, music, theater, cinema or dance exhibitions, has to know the administrative side of it, especially the financial and fiscal aspects. To succeed in the art business, in fact, this person's cultural and artistic level is not enough. What is also very important is his/her ability to manage everything. It is fundamental to be familiar with all financial aspects and anything they involve.

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From such preliminary remarks this book which, besides precise, professional and complete considerations on the relation between art and finance, also offers practical advices. Suggestions that come from deep and limitless knowledge, sensibility and solid activism of Emmanuele Emanuele. He is financing Science and Economic Politics professor at the Università Europea di Roma (he's also vice-rector), honorary president of the Orchestra Sinfonica di Roma, president of Fondazione Roma and Fondazione Roma-Mediterraneo which organizes important art exhibitions. He also is council member for Ministero della Cultura for the preservation, development and promotion of antique and contemporary sacred art, in reference to the architectural and historical artistic heritage of the State and of the Church. Reading the book gives all we need to know about the various interactions between culture and economy. The book also addresses topics such as cultural industry and cultural capital – which is a type of capital creating both a cultural and an economic value, while the ordinary capital can generate economic value only. Even more, it also analyzes essential aspects such as supply and demand of art pieces, the relationship between art and both profit and non-profit companies, the art market (the international market has been worth 60 billions dollars in 2008 only). Not only erudite analysis offering new ideas, but also important advices about other important aspects of business and company finance associated to the cultural world. About the main financing instruments including terminable contracts, options, structured contracts, insurance contracts, budget managing, control activity, financial administration, balance sheet and accounting. A special importance is given to rating, a fundamental issue to determine interest rates, and to the most innovative instru-

ments of debt used during the last years, such mezzanine finance and other types of loans. Professor Emanuele's proposals are particularly innovative especially those on different financing loans to museums and companies promoting culture. Very useful is the section about the fiscal system, the revision by the Government is judged by the author not in line with the investments companies and private citizens on culture. He propose a system of benefits that could improve the number of interventions directed to protect and enhance the public heritage. They also could be an incentive to improve the economic results coming from culture. According to Emmanuele Emanuele, privates, especially the ones of social nature, cannot only be a sponsor, but they have to actively participate in the active managing of a cultural organization. That's why is important to skip from a logic of sponsorship to one of membership, especially in the relation with the public sector. Using definite rules and long term plannings to help privates to participate in the administration, using accounting methods respectful of the law. The privates should also verify the quality of the projects and share social targets and objectives. In reference to Emanuele's suggestions to relaunch the binomial culture-economy, the minister Ornaghi has given, during a public talk to introduce the book, a positive judgment recognizing “a first step on the way of a change in the matter of tax deduction for micro donations”. The minister also highlighted the “opportunity of new signals able to break out the rust we are stock with”. We are feeling very comfortable while suggesting the next minister of Cultural Activities, who ever will be, to read Emmanuele Emanuele's book, for its long view and modernity.



LOUISE NEVELSON ANTOLOGIC A di Stefania Prandi

La mostra comprenderà una sessantina di opere provenienti da importanti collezioni nazionali ed internazionali e sarà aperta al pubblico dal 16 aprile al 21 luglio 2013. THE SHOW WILL EXPOSE ABOUT SIXTY PIECES AND WILL BE OPEN UNTIL JULY 21, 2013.

Ancient Secrets II, 1964 Legno dipinto nero 90 x 140 x 20 cm Courtesy Fondazione Marconi, Milano


U

EVENTS

n omaggio al genio di Louise Nevelson. Il 16 aprile 2013, nella sede del Museo Fondazione Roma di Palazzo Cipolla, verrà inaugurata la più vasta antologica che l’Italia abbia mai dedicato alla scultrice che ha attraversato il Novecento con la sua arte. L’esposizione, promossa dalla Fondazione Roma, organizzata dalla Fondazione Roma-Arte-Musei e curata dal critico Bruno Corà, ripercorrerà l’intero lavoro di Nevelson a partire dagli anni Trenta, con i disegni e le terrecotte, principio del suo lavoro plastico, passando attraverso le grandi sculture in legno degli anni Cinquanta, che affermano la sua cifra stilistica, fino alle opere degli anni Settanta e Ottanta che l’hanno fatta entrare nel gotha dell’arte. Dopo aver trascorso i primi anni dell’infanzia in Russia, Nevelson si

solo colore (nero, bianco, oro). La mostra comprenderà una sessantina di opere provenienti da importanti collezioni nazionali ed internazionali e sarà aperta fino al 21 luglio 2013. Ci saranno anche una sezione dedicata agli abiti di Nevelson, che si contraddistingueva si preannuncia come la più vasta per il suo stile eclettico e antologica che l’Italia abbia appariscente, e una serie di dedicato alla scultrice americana filmati e documentari. di origine russa. Per la circostanza sarà edito un catalogo che, accanto precolombiana e del totemismo della alle immagini delle opere dell’artista, cultura azteca conosciute durante i includerà il saggio del curatore Bruno viaggi in Sudamerica. Nei primi anni Corà, testi storico-critici di Thierry Cinquanta inizia a lavorare con il legno Dufrêne, Thomas Deecke, Aldo Iori per arrivare alla realizzazione dei e una conversazione con Giorgio muri scultorei: assemblaggi a sviluppo Marconi, titolare della Fondazione verticale di contenitori riempiti con che ha diffuso in Italia l’opera della oggetti di recupero e frammenti di Nevelson. scarto, dipinti uniformemente di un trasferisce negli Stati Uniti. Si forma alla Art Students League di New York e poi a Monaco con il pittore Hans Hofmann. I suoi primi lavori scultorei risentono dell’influenza di cubismo, surrealismo, costruttivismo, dada e della suggestione della civiltà

Bruno Corà Critico e storico d’arte.

(2012). Direttore del Museo

Biennale di Dakar (2002).

Robert Morris, Luciano

10 intensità in Europa (1998),

Docente presso l’Accademia

Pecci di Prato (1995-2002),

Autore di pubblicazioni su:

Fabro, Jannis Kounellis,

Exempla (2001-2002), Spore

di Belle Arti di Perugia

di Palazzo Fabroni di Pistoia

Nobuyoshi Araki, Alberto

Gilbert & George, Antony

(1999), Futurama (2000),

(1979-1999), l’Università

(1993-2001), del CAMeC

Burri, Lucio Fontana, Antoni

Gormley, Francesco Lo Savio,

Costanti del classico (2009),

di Cassino (1999-2005) e

de La Spezia (2003-2007),

Tápies, Piero Manzoni, Enrico

Jan Dibbets, Ettore Spalletti,

Il grande gioco (2010), Corpi

di Firenze (2005-2008). Tra

del Museo d’Arte e del

Castellani, Yves Klein, Daniel

Bizhan Bassiri, Gunther Förg

Automi Robot (2009-10), Arte

i fondatori degli Incontri

Polo culturale di Lugano

Buren, Gerhard Richter,

e altri.

torna Arte (2012) e numerose

Internazionali d’Arte di Roma

(2008-2010). Direttore delle

Joseph Beuys, Georg Baselitz,

Curatore di numerose mostre

altre. E’ attualmente membro

(1970), ha contribuito alla

Biennali di Gubbio (1996-

Anselm Kiefer, Mario Merz,

e convegni internazionali:

del Comitato esecutivo della

loro attività. Fondatore e

97), di Carrara (2006), de

Maria Nordman, Michelangelo

Un regard (1987), Modi

Fondazione Palazzo Albizzini

direttore delle riviste AEIUO

La Spezia (2004 e 2006) e

Pistoletto, Giulio Paolini,

Imprevisti (1994), Oltreluogo

Collezione Burri di Città di

(1980-1988) e MOZART

Commissario per l’Italia della

Alighiero Boetti, Sol Lewitt,

(1995), Tempo e forma (1995),

Castello.

Hommage to the Universe, 1968 Legno dipinto nero 275 x 900 x 90 cm Courtesy Fondazione Marconi, Milano 71


The Golden Pearl, 1962 Legno dipinto oro, 198 x 100 x 45 cm Courtesy Fondazione Marconi, Milano

A TRIBUTE TO THE GENIUS OF LOUISE NEVELSON. On April 16, 2013, at Palazzo Cipolla, location for the Museo Fondazione Roma, the largest anthological exhibition Italy has ever dedicated to the sculptress who signed the 20th century with her art, will take place. Fondazione Roma Museo Via del Corso, 320 Roma www.fondazioneromamuseo.it

72

Dawn’s Host, 1959 Legno dipinto bianco, diametro 91,5 cm Courtesy Fondazione Marconi, Milano

Night Sun I, 1959 Legno dipinto nero, 259 x 165 cm Courtesy Fondazione Marconi, Milano

T

he exhibition, promoted by Fondazione Roma, organized by Fondazione Roma-ArteMusei, exhibit curator Bruno Corà, will retrace Nevelson’s whole production starting from the 30’s, with drawings and terracotta pieces, through the 50’s, with large wooden sculptures, to the 70’s and 80’s, with the artworks that made her to be part of the Gotha of the universal art. The show will expose about sixty pieces and will be open until July

21, 2013. A section dedicated to Nevelson’s clothes and a series of movies and documentaries are also scheduled. The exhibition will be the occasion to present a catalog including critiques by the exhibit curator Bruno Corà, historical-critical notes by Thierry Dufrêne, Thomas Deecke, Aldo Iori and a conversation with Giorgio Marconi, Chief of the foundation which has given visibility in Italy to Nevelson’s work.


La Vetreria Bisanzio Gallery collabora con i più grandi maestri vetrai. All’interno della fornace si possono trovare ancora i forni di fusione fatti nel 1960 dal Maestro Ermanno Nason. La possibilità di differenziare le produzioni garantisce la creazione di oggetti d’arte sia contemporanea che classica, ovvero, eseguiti con criteri antichi quanto la storia dell’isola di Murano. La professionalità è il requisito principe con il quale qualsiasi ospite viene ricevuto e consigliato

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FASHION

BORBONESE Collezione Primavera Estate 2013

Intellectual glam di Francesco Spinaglia

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a

nse di corda si compongono docili a formare una texture di pizzo dalla tattilità cruda Una raggiera monocroma, quasi un ossimoro di leggerezza solida, si struttura in tube skirt, in blazer traforati da indossare con camicia off white e pants a sigaretta in stuoia optical, effetto tweed. Borbonese mette in scena i suoi codici, quelli di una donna dal guizzo bohemien, aleggiante sulla solida impalcatura di un classicismo sofisticato, nuovo, contemporaneo. Una Peggy Guggenheim in Laguna, rigorosa ma femminile, austera ma seducente, celata dietro i tagli profondi delle zippature che rammentano una tela squarciata da percorsi rettilinei. Il fil rouge è la corda, che si raggruma e

dispiega docile, plasmabile. Essenziale nelle piccole cinture sulle petite robes chemisier in bianco nitido, con due file di minuscoli bottoni nella galvanica dorata del brand. Iconoclasta, annodata alla marinara, sui lunghi abiti da vestale con infiorescenze nere stampate a bassorilievo. Archetipi lineari: la blouse sui pantaloni fluidi, l’A line dress, la giacca a scatola, la tunica dalle maniche insufflate, composti da una semantica tessile che poggia su doppi cotoni stretch, stuoie, rasi di cotone, atipiche composizioni materiche effetto pizzo. A echeggiare il mare, jacquard rigati in bleu marin su sfondo bianco, plissettati e fotografati in modo tale da riprodurre visivamente lo specchio d’acqua. Perfetti sugli abiti tunica volatili, sugli shorts tailleur Bon

chic Bon genre. Pennellate di colore denso, safran, indaco, fango, gesso, si rifugiano nella lucentezza del raso di cotone per dare vita a un singolare effetto baiadera. Nitide, sugli ankle pants affilati, stemperate su stampe che accolgono motivi optical su gonne e tubini rigorosamente al ginocchio. L’Occhio di Pernice, motivo iconico della griffe, si scompone in reticoli di pelle intersecati a fotocellula, vive in nuance desertiche sui trench avvitati, sui blazer con tasche a toppa, per ritirarsi docile, in compagnia di piping in corda, sui perimetri delle giacche. La palette cromatica accoglie note di fango, sabbia, a spezzare il nitore dei bianchi. Poi, sboccia in cromie solari lasciando la scena a campiture apricot, melone, glicine. Gli accessori non resistono alla tentazione del rope déco: gerbere cordacee sbocciano su pochette color burro, torchon di pelle impunturata si ancorano alle décolleté, inerpicandosi fino alla caviglia. La borsa anela a un’affinità elettiva con l’abito, respira simbiotica in patch che accolgono pelle, reticoli, rope chains, senza anarchia, con la ferrea disposizione di un piano cartesiano. Sachette, handle bags, clutch, shopper, scomposte in alchimie di colore e materia o immerse nella sostanza densa di una cromia decisa: bianco latteo, blu pantone, biscotto, apricot. 75


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ART PEOPLE Sotto e a destra: Con una rosa l’Arieta apre tutte le porte (Foto E.Ruiz)

ALBA GONZALES

di Gilberto Madioni

lba Gonzales è nata a Roma da madre siciliana, ma di origine spagnola e greca, e da padre spagnolo, come da cognome si evince. Vive e lavora tra Pietrasanta e Roma. Autodidatta, ha cominciato a dedicarsi alla scultura con continuità all’inizio degli anni Settanta e nel 1975 inaugura la sua prima mostra personale. Dopo gli esordi di figurazione tradizionale, ha subito il fascino delle materie (pietre, tufi, marmi) indirizzando l’esperienza verso forme di stilizzazione del corpo, per coglierne e di interpretarne la valenza simbolica, la struttura ritmica e la suggestione totemica. Nel 1978, in seguito all’invito del critico Giorgio Di Genova ad 78

esporre nella Piazza del Duomo di Pietrasanta la sua prima opera monumentale in bronzo (Rassegna Scultori e Artigiani in un centro storico) avvia un’assidua frequentazione del laboratorio del marmo di Sem Ghelardini con il quale manterrà poi sempre collaborazione ed amicizia. Il lavorare con i bravi scalpellini della Versilia, anche dopo la scomparsa prematura di Sem a Pietrasanta, con quelli dello Studio Angeli a Querceta, o del laboratorio di Carlo Nicoli a Carrara, il veder crescere le proprie opere accanto a quelle dei più importanti e riconosciuti Maestri della scultura contemporanea(Moore, Marino, Cèsar, Noguchi, Adam,

Signori, Cascella, Consagra, Penalba e altri, provenienti da ogni parte del mondo) sono state per lei occasioni straordinarie di approfondimento delle tecniche e delle poetiche del fare scultura e anche della conoscenza di se stessa. L’evolversi della personalità e della creatività di Alba Gonzales è venuto articolandosi secondo alcune tematiche fondamentali. Sino al 1985 ha privilegiato la dialettica della struttura con figurazioni antropomorfiche che sondano in maniera originale il senso del mito arcaico e del meccanicismo moderno. Dal 1986 è il tema “Amori e Miti”che, tuttora in divenire, si arricchisce di nuove, importanti opere a

testimonianza del fascino che la cultura mediterranea continua ad esercitare. Contemporaneamente un altro tema sollecita la risposta scultorea di Alba Gonzales alla condizione esistenziale,”Sfingi e Chimere” ovvero la bestia che è dentro di noi, in una drammatizzazione e teatralizzazione della forma di figurazione fantastica con forti componenti erotico-oniriche. Nel 2006 è stata invitata nella Basilica Palladiana a Vicenza alla mostra storica “ Da Martini a Mito Raj ”La scultura moderna in Italia 1950/2000. Ha esposto in numerosissime occasioni sia in Italia che all’estero, in personali all’aperto a Roma (Via Veneto, Piazza


di San Lorenzo in Lucina, via del Babuino), Fregene, Pietrasanta, Cortina d’Ampezzo, San Quirico D’Orcia, Iesolo lido, Vittorio Veneto, Marina di Pietrasanta (Parco della Versiliana e sul pontile di Tonfano), Serravezza (Centro Storico e Palazzo Mediceo), Pietrasanta (Piazza del Duomo e Pianeta Azzurro Versilia), Carrara (Palazzo dell’Autorità Portuale in occasione del “Premio La Lizza” e presso il Duomo). Nel 2010, il Comune di Pietrasanta la include tra i progetti del Parco della Scultura, offrendole uno spazio in Piazza Statuto dove viene inaugurata l’opera monumentale in bronzo “Sfinge e Colomba”. Vittorio Sgarbi la invita nel 2011 alla Biennale di Venezia (a Roma palazzo Venezia) . Nel 2012 Dino Gasperini, Assessore alla Cultura del Comune di Roma e l’Associazione “Amici di via Giulia”, hanno desiderato esporre le sue opere monumentali nell’Oratorio del Gonfalone in occasione del “premio Via Giulia” consegnato a Gianni Letta. Attualmente sono in corso di allestimento la I Biennale di Palermo, l’XI edizione di“Donna Scultura” nel Chiostro di S.Agostino di Pietrasanta e una personale presso il museo Ugo Guidi in occasione del centenario della nascita del famoso artista. Alba Gonzales realizza le sue opere in marmo nei laboratori di Pietrasanta e Carrara.

Esposizioni Novembre - Dicembre 2012 Roma - Oratorio del Gonfalone Premio Via Giulia 15 Dicembre - 27 Gennaio 2013 Vibo Valentia – Palazzo Comunale Gagliardi Collettiva Premio internazionale Limen Arte 10 Gennaio - 3 Febbraio Palermo – Loggiato S.Bartolomeo I Biennale Internazionale d’arte 6 Febbraio - 10 Marzo Pietrasanta - Chiostro di S.Agostino “Scultura Donna”4 Marzo - 2 Giugno Bomarzo collettiva presso Palazzo Orsini 8 marzo – 3 Aprile Forte dei Marmi Personale Museo Guidi Aprile – Maggio Firenze - Santo Stefano al Ponte Vecchio Pittura del XX secolo e la scultura di Alba Gonzales

Passatempo (Foto Emanuele Ruiz)

Luglio 2013 Spoleto – Teatro delle Sei – Ex museo Civico Antologica di Alba Gonzales “I nuovi miti” 79


News la morte è servita (Foto E.Ruiz)

A

lba Gonzales was born in Roma. Her mother, Sicilian, is half Spanish and half Greek , while her father is Spanish, so for the family name. She lives in Pietrasanta and in Rome. She is a self-taught and she seriously started working on sculptures during the early 70’s and in 1975 she has inaugurated her first personal exhibition. After a first period of traditional figurative sculpture, she was fascinated by different matters such as rock, tuff, marbles. Therefore, she has focused her experience on different body’s stylization forms in order to catch and to interpret its symbolic power, its rhythmic structure and its totemic power of suggestion. In 1978, the art critic Giorgio Di Genove invited her to exhibit her first monumental bronze sculpture at the Piazza del Duomo ( the cathedral square / author-entry) in Pietrasanta. After that, she started a consistent frequentation with Sem Ghelardini’s workshop of marble which remained during the years because of collaboration and friendship. She had extraordinary opportunities either to deepen the techniques and the poetic moments of sculpturing and to know herself. For example, she worked side by side with the expert chisel Masters from Versilia, even after Sem has passed away. She also worked with the Masters of the Studio Angeli in Querceta and with those of the Carlo Nicoli’s workshop in Carrara. She had the opportunity to see her artworks becoming alive next to the ones of the most important and well-recognized contemporary sculpture’s Masters such as Moore, Marino, Cèsar, Noguchi, Adam, Signori, Cascella, Consagra,

80

Penalba and many others from all over the world. Until 1985, she preferred the dialogue of the structure with anthropomorphic representations to originally investigate the sense of the archaic myth and of the modern mechanistic. From 1986 she faced the “ Amore e Miti”( Love and Myth) theme, which is still in evolution. She made new, very important artworks testifying how fascinating the Mediterranean culture continues to be. At the same time, she also faced the “Sfingi e Chimere” theme (Sphinx and Chimaera). This theme, stimulating Alba Gonzales’ sculptural reaction, it’s about the beast inside each of us. The artist interpreted it using a very dramatic and theatrical way to intend the mythological form which uses a strong sexual and oneiric element. In 2006 she was invited at the historic art-show at the Basilica Palladiana in Vicenza “Da Martini a Mitoraj – La scultura moderna in Italia 1950/2000” (From Martini to Mitoraj - modern sculpture in Italy 1950/2000) She exhibited in many occasions in Italy and abroad. Outdoor persoal exhibitions were in Roma (Via Veneto, Piazza di San Lorenzo in Lucina, via del Babuino), Fregene, Pietrasanta, Cortina d’Ampezzo, San Quirico D’Orcia, Jesolo lido, Vittorio Veneto, Marina di Pietrasanta (Parco della Versiliana and on the Tonfano bridge) , Serravezza (historical center and Palazzo Mediceo), Pietrasanta (Piazza del Duomo and Pianeta Azzurro Versilia), Carrara (Palazzo dell’Autorità Portuale for the “Premio La Lizza” and at the Duomo). In 2010 the Pietrasanta’s

municipality includes her work into the projects for the Parco della Scultura ( sculpture’s garden) offering her a space at Piazza Statuto where she inaugurated the monumental artwork “Sfinge e Colomba”. She was invited by Vittorio Sgarbi at the 2011 Biennale di Venezia (at Palazzo Venezia in Rome) In 2012, Dino Gasperini, council member for culture of Rome and the Association “Amici di Villa Giulia” decide to exhibit her monumental pieces at the Oratorio Gonfalone during the “premio Via Giulia” (Via Giulia’a award, given to Gianni Letta.) Today she is working on the 1st Biennale di Palermo, on the 11th edition of “Donna Scultura” at the Chiostro di S. Agostino in Pietrasanta and on a personal exhibition at the museum Ugo Guidi recurring the centenary of the famous artist’s birth. Alba Gonzales makes her marble pieces at the workshop in Pietrasanta and in Carrara, The bronze pieces are made in Pietrasanta, Verona and Vicenza. The marble monumental artworks are made at the workshops in Pietrasanta, Querceta and Carrara.

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LOGISTICS

di Andrea Ciccarelli

QUANDO L’ARTE DI SPOSTARE L’ARTE TOCCA L’APICE,

SI TRATTI DI UN CARRO ARMATO, CHE DIVENTA INSTALLAZIONE AL PADIGLIONE AMERICANO ALLA BIENNALE DELL’ARTE A VENEZIA DEL 2011 O DI PREZIOSISSIMI DISEGNI REALIZZATI DA LEONARDO DA VINCI, DA SPOSTARE DALLE GALLERIE DELL’ACCADEMIA AL LOUVRE DI PARIGI, POCO CAMBIA.

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randi o piccoli capolavori, vanno affidati a mani esperte negli spostamenti da un capo all’altro del mondo o da museo a museo, ed a occuparsene da 30 anni in Italia c’è una società italianissima, made in Veneto. Società che negli anni è diventata leader a livello mondiale e che, oltre a lavorare per musei come il Moma di New York, la Fondazione Guggenheim, il Louvre di Parigi o l’Hermitage di San Pietroburgo, è oggi annoverata tra il ristretto gruppo di aziende certificate ad altissimo livello in questo settore nel mondo. Insomma una storia d’eccellenza tutta italiana, quella nata dalla vulcanica mente di Maurizio Torcellan, che proprio per la sua particolarità, merita d’essere raccontata e conosciuta, al di fuori della cerchia degli “addetti ai lavori”. L’idea di costruire un qualcosa che mancava, una realtà specializzata nella movimentazione completa delle opere d’arte (trasporto, imballo e installazione) nasce quasi per caso. “Un giorno di tanti anni fa un amico, che doveva fare il trasporto di un’opera d’arte, mi chiese d’accompagnarlo – racconta Torcellan, all’epoca studente d’Architettura -. L’ho accompagnato e il vedere trasportare questi oggetti preziosi come semplici colli ha fatto scattare l’idea, ho capito la necessità di specializzarsi in questo tipo di servizi”. Da quell’idea, quell’intuizione all’alba di un giorno – l’appuntamento con il suo

amico era alle 5 di mattina – è nata quella che oggi è una solida realtà, che nel trasporto d’opere, fa sintesi del sapere d’architetto, ingegnere e della genialità artigiana necessaria per risolvere tutti i problemi legati al movimentare, preservare ed esporre pezzi unici, carichi di valore e di storia. E così, grazie all’aiuto di soci capaci come Leonardo Carrer e Ennio Musi, l’idea di Torcellan è nel tempo diventata realtà, anche con l’aiuto di uno staff forte ed affiatato, che condivide problemi, se ne fa carico e li risolve, uno staff cementato, oltre che dallo spirito di gruppo, dalla consapevolezza e dal senso di responsabilità che nasce nel fare un lavoro fatto di manualità, studio, attenzione meticolosa per preservare, imballare e spostare da una parte all’altra del mondo, in massima sicurezza, opere dal valore inestimabile. Un percorso non semplice, quello che oggi è diventato l’insieme di aziende che ruotano attorno ad Apice, realtà nata con varie sezioni operative prima, e vere e proprie società distinte poi, per seguire nel dettaglio ogni singola tipologia d’operazione legata all’arte; dal trasporto alla logistica, alla realizzazione degli spazi espositivi, fino al ricovero delle opere stesse nei caveau di proprietà. Una galassia, quella che ruota attorno ai tre pilastri del trasportare, esporre e conservare, che oggi si divide in altrettante società; Apice che con

le sue 4 sedi operative tra Firenze, Milano, Roma e Venezia è presente in tutta la Penisola, Ottart, che, nasce dalla fusione tra l’esperienza nel settore della movimentazione delle opere d’arte e il pluridecennale lavoro nel campo degli allestimenti e delle realizzazione di intere sedi espositive, musei e gallerie, e DepArt, marchio che offre servizi per la conservazione di opere e intere collezioni. E proprio questo settore, quello della conservazione, ha visto recentemente svilupparsi la nuova sede, il “quartier generale” con la realizzazione di un nuovo caveauproprio nel cuore del Nordest, sulla terraferma di Venezia tra Centro Storico, autostrada e aeroporto, ampliando e sviluppando tutti i settori operativi. Situato a Mestre in area residenziale qui è stato aperto il nuovo “forziere”della DepArt, che offre a collezionisti, fondazioni, banche e artisti la possibilità di conservare in sicurezza le proprie opere; difese non solo dai ladri, ma anche dall’usura ambientale, visto che si tratta di spazi dove tutto è fatto con il massimo scrupolo ed attenzione. A partire dalla climatizzazione degli ambienti, che attraverso un complesso sistema di condizionamento rimangono ad umidità e temperatura ottimali per la conservazione delle opere. Una nuova sede per tutte le esigenze, tant’è che unico in Italia il deposito blindato è accreditato con licenza doganale, ovvero

WHEN IT’S TIME TO MOVE ART THINGS, IT’S TIME FOR APICE. IT DOESN’T MATTER IF YOU NEED TO RELOCATE AN ARMY TANK WHICH NEED TO BE SHOWN IN THE AMERICAN PAVILION AT THE VENICE ART BIENNIAL IN 2011 OR A PRICELESS ORIGINAL DRAWING BY LEONARDO DA VINCI WHICH HAS NEVER LEFT THE ROYAL SAVOY’S COLLECTION IN TORINO. YOU NEED EXPERTS. During the years, Apice became a worldwide leader, beside providing services to Museums such the Moma in New York, the Guggenheim Foundation, the Louvre in Paris and the Hermi-

vi si possono sdoganare le opere in arrivo da ogni parte del mondo. All’interno del blindatissimo caveau, a fare da valore aggiunto agli standard di sicurezza a livello europeo, sono presenti spazi che permettono – ad esempio – di fotografare le opere con la giusta illuminazione o di catalogarle, o spazi dove è possibile far eseguire eventuali interventi di restauro delle opere d’arte. Il tutto nella massima sicurezza, si diceva, perché la nuova sede offre la possibilità di conservare gli oggetti più preziosi in un’ampia area di massima blindatura (cuore protetto della struttura) difesa da sistemi d’allarme d’ultimissima generazione e chiusa dalla più grande e pesante porta corazzata prodotta per un privato in Europa. Una chicca. Per poter vedere le opere dentro contenute, non sarà però necessario aprire la pesante porta ogni volta; tra i servizi previsti nelle varie stanze blindate private ricavate dentro il caveau, infatti, c’è la possibilità di collegarsi via web con una telecamera ambientale puntata sugli oggetti conservati, per farli viaggiare virtualmente dalla DepArt allo schermo del pc di casa. Per spostarli realmente, invece, c’è Apice, per esporli al meglio Ottart. Come dire: l’arte è servita, a tutto tondo.

tage in St. Petersburg. The company today is considered one out of the thirty best certified worldwide. Today Apice is made of three Company, each focused on a specific field: transport, displaying and preservation. The 3 Companies are: Apice itself, with 4 logistic headquarters in Florence, Milan, Rome and Venice; Ottart, which takes care of displaying and often organizes the whole spaces for Museums and Galleries; DepArt, a company offering services on preservation of single artworks and full collections. DepArt has just opened a new 65000 sq. ft. vault in the Venetian area. A space available to collectors, foundations, banks and artists to safely preserve their artworks with, for example, the largest security door built for a private use in Europe, weighting 9700 pounds.

via Mutinelli, 23/1 30173 Mestre Venezia venezia@apice.it estimate@apice.it | www.apice.it 83


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I Granocchia si impongono, dagli anni ’70, con le loro preziose creazioni di alta classe sul mercato nazionale ed internazionale, con una vasta esperienza nel settore e proposte firmate dalle più grandi maisons mondiali come Cartier, David Weeb, Van Cleef & Arpels, Boucheron. Granocchia Fine Art Corso Italia 85 Cortina d’Ampezzo 0436/2326 Montenapoleone Fine Art Via Borgospesso 6 Milano 0276022460 www.montenapoleone-fine-art.com

Orecchini pendenti con diamanti e smeraldi, epoca vittoriana 84

Spilla in diamanti e smeraldo colombiano a goccia, anni 60


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ulvio Granocchia, gemmologo G.I.A. (la più prestigiosa qualifica internazionale in materia), affianca dal 1990 il padre Marcello nell’arte dell’alta gioielleria anche d’epoca.Già presenti nei salotti più esclusivi del mondo, compreso il nuovo punto vendita “Montenapoleone Fine Art’’(via Borgospesso 6, Milano), i Granocchia si impongono, dagli anni ’70, con le loro preziose creazioni di alta classe sul mercato nazionale ed internazionale, con una vasta esperienza nel settore e proposte firmate dalle più grandi maisons mondiali come Cartier, David Weeb, Van Cleef & Arpels, Boucheron. Oltre al piacere di ammirare pietre purissime e gioielli rari, selezionati con passione e amore, in questi accoglienti templi del bello è possibile anche godere di dipinti di gran pregio, argenti antichi, avori d’epoca e oggettistica di valore, frutto dell’esperienza che la famiglia ha maturato nel mondo dell’arte e dell’alto antiquariato. Come nasce la vostra azienda?

Mio padre Marcello, che prima operava in tutt’altro settore, si trasferì in giovane età a Londra dove iniziò la sua fortunata carriera nel mondo dell’arte antica, da sempre sua passione. Nel 1975 rientrò a Milano e diede vita al suo primo punto vendita di preziosi cui seguì, nel 1985, quello di Cortina d’Ampezzo. I miei studi in gemmologia apportarono all’azienda un supporto tecnico e, negli anni 90, ci aprimmo al mercato internazionale con le gioiellerie di Londra e, infine, nel 2000, New York oltre ad essere presenti da anni nelle più importanti mostre del mondo. Qual è, rispettivamente, il suo legame con Cortina, Milano, Londra, New York? La Regina delle Dolomiti rappresenta, a livello personale, la mia infanzia, un’oasi di bellezza e di pace, mentre, a livello professionale, costituisce la nostra vetrina italiana per eccellenza. Londra è al centro delle nuove tendenze della moda, oltre che luogo di passaggio e punto d’incontro di persone diverse, un po’ come Milano dove lavora solo papà. New York, ultimo negozio della serie e “mio regno”, prevede un grande giro d’affari e predilige i gioielli moderni e la produzione made in Italy in genere. Molti affermano che i suoi gioielli siano spudoratamente belli…

Non spetta a me dirlo, io e papà ci limitiamo a metterci amore ed impegno come se dovessimo acquistare per noi. Ogni singolo pezzo deve darci emozione… Quali ritiene siano gli elementi vincenti nell’arte orafa? Professionalità, giusto rapporto qualitàprezzo e, soprattutto, fiducia nel gioielliere. E’ quasi come un rapporto medicopaziente, se manca quest’ultimo aspetto la persona si rivolge altrove. Cosa significa, in questo periodo critico, rappresentare beni di lusso? In Italia viviamo da sempre sul lusso e siamo stati abituati, quasi per DNA, a riconoscere ed apprezzare le cose belle. Possiamo anche far finta che non ci interessino, ma è più forte di noi e siamo portati a fare anche dei sacrifici per potercele permettere. Riguardo alla crisi bisogna fare una distinzione tra chi compra preziosi come investimento e chi per regalarli; i primi possono permetterselo e quando acquistano diamanti questi, generalmente, superano i dieci carati.

Si è mai ispirato ad un luogo, una persona o un fatto per creare un pezzo? Sì. Ho realizzato una serie di gioielli sui monumenti di Londra e diversi oggetti ad personam. La pietra che ama di più? Il rubino perché trovo queste pietra calda, passionale, piena di vita e soprattutto le piu importanti provengono dalla Birmania, terra che io amo immensamente. Un oggetto a cui è particolarmente affezionato? Premetto che io colleziono gioielli. Sono molto legato ad uno zaffiro, acquistato recentemente e cercato per anni, che cambia colore: sotto la luce naturale è blu, sotto il neon assume una colorazione violacea.

Bracciale in oro giallo e perle australiane scaramazze

Come nasce la passione per l’antiquariato che caratterizza la sua famiglia? Da mio padre che, trasferitosi a Londra, ha conosciuto un antiquario e si è innamorato di questo affascinante settore. Ricorda di aver trattato un gioiello particolarmente prezioso o stravagante? Ne menzionerei due: uno stupendo collier di smeraldi e brillanti, appartenuto a Jacqueline Onassis che ho acquistato in America da un mio fornitore di fiducia e degli orecchini con brillanti della principessa Margaret, trovati in un’asta Christie’s. Due veri capolavori di gioielleria.

Bracciale con diamanti fancy multicolor cts 39,10

E un aneddoto curioso riconducibile ad un cliente? La moglie di un nostro affezionato, sapendo che il marito doveva acquistarle un regalo e temendo che non fosse di suo gusto, è passata prima in gioielleria pregandoci di consigliargli un determinato oggetto. Posso dire che questo episodio è diventato, in certi casi, una prassi. 85


Orecchini con diamanti e zaffiri Ceylon

Spilla in diamanti firmata Cartier London Collana con diamanti e zaffiri firmata Boucheron Paris, anni 50

Bracciale in oro giallo diamanti e smeraldi cabouchon firmato Boucheron Paris, anni 50

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ulvio Granocchia, G.I.A. gemologist (the most prestigious international qualification of its kind), has assisted his father Marcello since 1990 in the art of both high fashion and vintage jewelry. Present in some of the most exclusive showrooms worldwide, including the newest one “Montenapoleone Fine Art in via Borgospesso 6, Milan), the Granocchia family has been on the scene nationally and internationally since 1970. With their vast experience, creations of high quality are made, including jewelry designed by some of the the most important maisons such as Cartier, David Webb, Van Cleef & Arpels and Boucheron. In addition to the pleasure of admiring the purest stones and rare gems, carefully selected with love and passion, these inviting temples of beauty also allow one to enjoy paintings of great prestige, antique silver, vintage ivory and valuable objects, the result of experience matured by the family in the field of art and antiquities. How did your firm originate? My father Marcello, who previously worked in another field, moved to London as a young boy where he began his successful career in the world of antique art, which has always inspired him. In 1975 he returned to Milan and opened his first showroom of precious gems followed by another in Cortina d’Ampezzo in 1985. My gemology studies brought technical support to our company and in the 90s we opened up to the international market with jewelry stores in London and lastly, New York in 2000. In addition, we have been participants for years in the most important

jewelry shows of the world. What relationship respectively do you have with Cortina, Milan, London, New York? The ‘queen’ of the Dolomites is something personal for me - my infancy, an oasis of beauty and peace, and at the same time on a professional level, it represents our Italian show window par excellence. London, where my father works, is the center of new fashion tendencies, in addition to being a place for passersby and a point of encounter for diverse people, similar to Milan. In New York, our latest opening and my ‘reign’, we predict that business will be good and we proffer modern jewelry which for the most part is ‘made in Italy. Many have affirmed that your jewelry is sinfully beautiful… It’s not up to me to say. My father and I can only put love and commitment into it as if we were buying for ourselves. With each individual piece we should feel a thrill. What do you feel are key elements in the art of being a goldsmith? Professionalism, the right rapport quality-price and above all, trust in your jeweler, similar to the relationship between a patient and doctor. If this trust is missing, the client will go elsewhere”. In these critical times what difficulty do you have representing luxury items? “In Italy we have always lived with luxury and almost by genetics we are able to recognize and appreciate beautiful things. We can pretend that they don’t interest us, but it’s not true and we will often make sacrifices in order to buy them. In regards to the crisis, we need to make a distinction between who buys precious gems as an investment and who buys for a gift. The first can afford it and when they buy diamonds they generally look for something over 10 carats.

Longchain ed orecchini in oro giallo e diamanti firmati Boucheron Paris

GRANOCCHIA galleries I could mention two - one was a fabulous emerald and diamond collier previously owned by Jacqueline Onassis that I purchased in the States from my trustworthy supplier, and two diamond earrings previously worn by Princess Margaret that werefound in a Christie’s auction. Two masterpieces of artisanship. And a funny anecdote regarding a client? “he wife of one of our loyal customers, knowing that her husband wanted to buy her a gift and fearing that she wouldn’t like his choice, passed by our jewelry store beforehand begging us to steer him towards a specific item. I can also say that this is now no longer an exception, but actually the norm in some cases. Have you ever created a piece that was inspired by a person or a happening? Yes, I made a series of jewelry based on monuments in London and diverse objects ad personam. The stone that you love the most? A ruby because of its warmth; it’s passionate, full of life and most importantly, the best stones come from Burma, a place that I am immensely fond of. Is there an object that you are particularly fond of? I collect jewelry. I’m particularly fond of a sapphire that I recently acquired and for years had been looking for; it changes color: blue under natural light and under neon it becomes violet.

How did the love for antiquities, for which your family is famous, develop? From my father who during his years in London, met an antique dealer and fell in love with this fascinating sector. Can you recall having dealt with a particular piece of precious or extravagant jewelry? “Gioie materne” Luigi Busi, Bologna 1838-1884 86

“Paesaggio veneziano”, Guglielmo Ciardi, 1863


Possiamo raccontarvi dei 3 prestigiosi ristoranti, dell’esclusiva SPA firmata Transvital, del paesaggio maestoso e dell’ineguagliabile comfort 5 stelle lusso. Ma, le emozioni che un soggiorno al Cristallo vi può regalare, quelle non si possono raccontare. Vanno vissute.

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L’ARTE APRE LA MENTE E FA CRESCERE CULTURALMENTE

GRUPPO EUROMOBIL FIRMA LA GRANDE ARTE di A.C.

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uesta è molto di più di una grande mostra. È il momento centrale, il fulcro, di un progetto attraverso il quale una intera città, Vicenza, ha scelto per presentarsi al mondo. Una città che per anni ha investito per rinnovarsi, per restaurare i suoi magnifici monumenti e che oggi si offre in tutta la sua raffinata, storica bellezza. Gruppo Euromobil è onorato di essere parte attiva di questo grande sforzo collettivo, anche perché Vicenza vuol dire Palladio e Palladio vuol dire arte e architettura innalzati a livello sublime. Palladio è forse il primo, straordinario, inarrivabile esempio di come il gusto e la competenza, se applicati con capacità ed originalità, creino capolavori ammirati e imitati in tutto il mondo. Capolavori bellissimi e funzionali, architetture perfette e magiche. Ed è quello che noi, nei nostri ambiti di attività ci proponiamo quotidianamente di fare. Siamo perciò molto soddisfatti di abbinare il nostro nome e il nostro impegno non solo per sostenere, come Main Sponsor, una magnifica mostra ma anche, e so-

GRUPPO EUROMOBIL SOSTIENE LA GRANDE ARTE: È MAIN SPONSOR DELLA MOSTRA “RAFFAELLO VERSO PICASSO”

PABLO PICASSO Il ratto delle sabine, 1963, Boston, Museum of Fine Arts 88


a sinistra: Pierre-Auguste Renoir “Danza a Bougival”

IMPRESE

sotto: Gruppo Euromobil Artefiera Bologna Premio Under 30

prattutto, per condividere lo sforzo di una intera città che nella cultura, nell’arte e nel design ha individuato i codici per il proprio rilancio. Un evento prestigioso, che trova Gruppo Euromobil, con le sue aziende Euromobil cucine, Zalf mobili e Désirée divani, in assoluta sintonia con il progetto che ha sempre perseguito. per tutti i modelli abitativi e per qualsiasi livello di investimento; con Total Home Design, Gruppo Euromobil

offre un progetto di casa totale costituito da soluzioni di arredo flessibili e coordinate. Gruppo Euromobil ha più di 800 punti vendita in Italia e nel mondo tra Europa, Russia, Cina, Giappone, Corea, India e Stati Uniti. Sta entrando, inoltre, in altri mercati quali ad esempio America Centrale e America Latina. Il nostro sistema azienda, attraverso investimenti continui in ricerca di prodotto, in strutture e tecnologie produttive e in comunicazione è orien-

tato a rafforzare ed ampliare la nostra presenza nel mondo. La situazione attuale dei mercati è molto difficile. Noi affrontiamo tali scenari forti di una politica imprenditoriale, iniziata parecchi anni fa, finalizzata all’accorpamento delle tre aziende e delle rispettive tipologie di prodotto, per un progetto di casa totale unico e distintivo denominato Total Home Design, che ha consentito di aprire nuovi orizzonti e opportunità di mercato internazionale. Gruppo Euromobil rappresenta oggi un felice connubio tra design, tecnologia e arte, con una fisionomia distintiva del marchio e dei suoi prodotti. Il gruppo festeggia quest’anno tre importanti traguardi, 40 anni di design (1972-2012), 30 anni di arte e cultura (1982-2012) e 30 anni di sport (1982-2012). Per noi è di fondamentale importanza continuare a proporre un alto standard di qualità garantendo costi accessibili e tenuta nel tempo del prodotto, sia sul piano tecnico che estetico, senza dimenticare tutela e salvaguardia dell’ambiente. SAVERIO BARBARO, Jardin Majorelle, 1992 89


GALLERIES

Spazio eventi Orler LA RICETTA PER ESSERE I MIGLIORI. E RESTARLO. di Gaetano Salerno

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a tempo punto di riferimento e polo culturale per gli appassionati di arte, innovativo contenitore di linguaggi artistici legati alla storia e alla tradizione, dopo i recenti lavori di restyling, riapre al pubblico lo Spazio Eventi Orler di Marcon (Venezia). Un luogo d’ispirazione museale dove accogliere i visitatori, promuovere e condividere passioni, continuando un lavoro che negli anni è diventato sinonimo di qualità, competenza e professionalità. 90

Ce ne parla Gabriele Orler, il manager dell’arte italiana. La famiglia Orler, seguendo la strada tracciata dal papà Davide attraverso oltre mezzo secolo d’attività, è riuscita in questi anni a realizzare quello che è il sogno di tutti gli antiquari e mercanti d’arte: raggiungere la vetta del mercato e rimanere in cima. Oltre ventimila sono i clienti che, nel giro di pochi anni, hanno scelto di affidarsi alla competenza e serietà

della struttura che porta il nome della famiglia. La rete televisiva che fa capo a Orler - il Canale 78 del digitale terrestre (918 di Sky) unita allo Spazio Eventi - la vasta esposizione di Marcon (Venezia) che proprio a dicembre si è presentata ad amici e appassionati con una veste completamente rinnovata - si propone come un punto di riferimento sia per il neofita che voglia avvicinarsi all’antiquariato sia per chi è già esperto della materia. Nelle foto: il nuovo spazio eventi


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Gabriele Orler abbiamo chiesto qual è la ricetta di questo successo. Offriamo ai clienti qualcosa di più. In primo luogo correttezza e qualità. E’ questo che ci ha premiato e a dispetto della crisi imperante, è grazie a questi solidi fondamenti che i clienti continuano a sceglierci.

per essere tra le nostre mani o rendere più belle le nostre stanze. Queste non sono suggestioni che si possono ricavare da un oggetto fatto oggi, per quanto bello possa essere.

Gabriele e Michele Orler

Insomma, passione… emozioni… Si può dire che la ricetta che l’ha portata al successo sia tutta qui?

Correttezza, qualità, competenza… è una No, certo, la passione da sola non basta. ricetta impegnativa. Ci vogliono anche una struttura di professionisti competenti, dedizione, serietà. E - Sì, impegnativa, ma per noi è stata ed è la poi molti sacrifici, non disgiunti dal coraggio ricetta vincente. di andare controcorrente in un momento di crisi come questo. Molto impegno è deMa c’è anche dell’altro? dicato a spiegare a quanti si fanno avanti come clienti che ciò che si portano a casa è Certo! La passione. Senza dubbio. Amo qualcosa di irripetibile e unico, indipendenl’arte e mi piace pensare che chi acquista da me non è soltanto un cliente che paga un temente dal valore economico. In ciò sta il oggetto, ma anche una persona con la quale valore dell’oggetto antico. Oggi, invece, tale sto condividendo la stessa passione. Pure io, aspetto viene sottovalutato: non si pensa che quando seleziono le opere da proporre, metto una cucina o un armadio di nuova produzione, anche se pagati decine di migliaia di la stessa cura di colui che poi compera. E euro, dopo poco possono valere nulla. ciò vale tanto per le icone quanto per i tappeti, gli argenti i dipinti o i mobili. Però in quest’ultimo periodo sembra che il mercato dell’antiquariato abbia subito Insomma, lei vende passione e non una frenata e, quindi, si sia verificato un oggetti d’arte? certo deprezzamento dei beni. Forse sarebbe più preciso dire che vendo Questo non è del tutto vero. Ci sono pezzi emozioni. Comprare un oggetto antico è come acquistare un’emozione. Quando lo che hanno moltiplicato il loro valore a si sfiora, sembra di vedere chi l’ha creato dispetto delle difficoltà economiche. Ce centinaia di anni prima, si può percepire la ne accorgiamo tutti i giorni: i risultati nelle storia che ha attraversato per arrivare da noi, grandi aste internazionali parlano da soli.

Poi c’è un altro aspetto da sottolineare: chi ha acquistato antiquariato dieci anni fa, oggi si lamenta perché in alcuni casi i prezzi sono crollati; non si rende conto che, rispetto ad altre forme d’investimento, gli oggetti antichi seguitano ad assicurare la possibilità di monetizzare con una certa facilità grazie alla presenza, sul mercato, di appassionati e collezionisti alla costante ricerca di occasioni interessanti. Senza contare il piacere di averli posseduti, usati e goduti… Una peculiarità che nessun’altra tipologia di proposte per cercare di “mettere al sicuro” i propri risparmi può vantare. Ma che impone, anche in vista della futura possibilità di ricollocare i beni acquisiti sul mercato, di affidarsi a professionisti competenti, autorevoli, seri. L’antiquariato, quindi, come opportunità di investimento? Certo. E anche, a mio giudizio, come alternativa agli oggetti e arredi anonimi proposti di questi tempi. Inserire in una 91


casa qualche pezzo d’epoca è un segno distintivo, un indice di sensibilità e buon gusto. Un oggetto antico è sempre esclusivo e, proprio come una persona, non è mai uguale ad un altro. Mai. Le trasmissioni di Collezione Orler sono sempre ricche di cose nuove, spesso ci sono mobili e oggetti da museo… ma come funziona? Come fate a trovarli? Per la maggior parte ci vengono proposti da privati che decidono di alienare tutte o parte delle loro collezioni o arredamenti; a volte si tratta di divisioni ereditarie. In altre circostanze, ancora, ci siamo trovati a proporre interi arredi di palazzi nobiliari: quando è accaduto, abbiamo vissuto esperienze uniche, non solo dal punto di vista commerciale. Infine ci sono gli antiquari per

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i quali, in un mondo in rapida trasformazione, la televisione diventa un’opportunità per valorizzare al meglio il proprio catalogo e contemporaneamente raggiungere una platea vastissima, assai maggiore di quella che potenzialmente potrebbe affacciarsi al negozio, per quanto prestigioso. Concretamente come operate? E’ un lavoro impegnativo che richiede grande competenza e professionalità. I nostri esperti vantano esperienze ventennali e il loro parere è fondamentale. Stimano ogni singolo pezzo e gli danno un valore che poi suggeriamo al proprietario. Il nostro obiettivo è trovare un punto d’incontro, in modo che chi vende possa realizzare un importo ragionevole e chi acquista possa fare un piccolo, e a volte anche un grande, affare.

Lo showroom di Spazio Eventi si presenta con una veste tutta nuova: c’è qualcosa che vuole dire in proposito ai nostri lettori? Venite a trovarci e a toccare da vicino pezzi che parlano di Storia con la “S” maiuscola, spesso non inferiori a quelli protetti da teche blindate nei musei più blasonati. Venite a scegliere cose che rendano la vostra casa unica ed esclusiva. Personale. Venite ad innamorarvi di ciò che è bello in tutte le epoche e non solo in questa. Sarà un piacere accompagnarvi e farvi provare la nostra stessa passione.


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PERCORSI D’ARTE

Nuovi gradi percettivi

Kira De Pellegirn

di Gaetano Salerno

OLTRE – Apiedinudisullasabbia BEYOND – Barefootonthesand, Senza Titolo XVI, tecnica mista su tela, 180 x 180 cm

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OLTRE - Apiedinudisullasabbia BEYOND – Barefootonthesand (dettaglio), Senza Titolo XVI, tecnica mista su tela celeste, 180 x 180 cm

affinata interprete di una pittura gestuale e fortemente emozionale, prosegue la propria ricerca artistica, in vista del prossimo appuntamento veneziano, evocando con la materia sentimenti intimi e profondi, individuando nei propri lavori principi di equilibrio e di armonia da vivere nel silenzio della riflessione. Archiviata da poco l’esperienza di ArtePadova 2012 e in vista della personale veneziana, in concomitanza con la prossima Biennale di Arte Contemporanea, Kira De Pellegrin (Isole Bermuda, 1972; vive e lavora a Pordenone) conferma la propria poetica, l’adesione a linguaggi artistici eleganti e alle digressioni concettuali che da sempre ne hanno caratterizzato e condotto il lavoro. Mischiando il caso Vita – Life, tecnica mista su acciaio, 50 x 70 cm

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OLTRE - Apiedinudisullasabbia BEYOND – Barefootonthesand, Senza Titolo, tecnica mista su tela azzurra, 30 x 30 cm

assemblativo (del pigmento, delle sabbie, dei metalli) a un rigore mentale invece logico e lineare che nasconde una continua assetata ricerca in mondi infiniti senza limiti né spaziali né temporali, l’artista pordenonese armonizza nelle superfici il giusto equilibrio di durezza e morbidezza del gesto, intuendo minimali tracce con le quali scegliere e visualizzare solo e soltanto esperienze vissute “al limite”; scarni ed essenziali i dettagli di ogni racconto, evocato per sottrazione, ignorando le composizioni formali che in maniera troppo vincolante cristallizzerebbero le essenze emozionali in allegoriche presenze, vuote e decorative. Ogni storia si sviluppa invece attraverso l’affiorare silenzioso di materie dai materiali, dalla loro mescolanza, sovrapposizione, coesione, da una trama viva e pulsante percepibile attraverso tessuti pittorici che come una seconda epidermide dell’artista traspirano, instaurano scambi osmotici con i luoghi, perdendo e restituendo immutata la loro energia. I grandi formati prediletti dall’artista (anche se l’ultimo ciclo di lavori presenta misure più contenute) schiudono vedute su incavi mentali nei quali ricercare un senso allusivo ad un ripetersi esistenziale immutabile ed eterno, come paradigma esplorativo delle imponderabili ramificazioni della vita stessa. Ogni lavoro trasmette il gesto artigianale della costruzione, ogni colpo di spatola attesta una presenza, rispondendo a un beruf spirituale che nella contingenza dell’azione esprime il concetto di necessità emotiva, di ineludibile vocazione. Con sempre maggiore coscienza e padronanza del mezzo, Kira istruisce percorsi

esplorativi inoltrandosi dentro le crepe di colore e percorrendo le assenze di materia per svelarci la dualità dell’animo umano, salvo poi raggiungere sintesi di pacificazione nella ieratica bellezza delle iperboli monocromatiche. Rivolgendosi al dionisiaco, parlando alle terre e alle ruggini per intercettare un principio estetico metaforicamente basso e immediato, Kira cita l’apollineo quando nelle forme aeree ed eteree di universalità cela liturgie di parole, scrigni contenenti il segreto di nuove consistenze, forse d’inattese risposte. Le atmosfere dei lavori di Kira (alcuni dei quali recentemente acquisiti dalla Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Luigi Proietti) sono così allineate al tempo, duttilmente adagiate ai flussi pittorici e mentali espansi orizzontalmente sul supporto, sia esso tela o metallo, vivendo placidamente anche al di fuori di questo, scardinando la centralità della superficie, per aprirsi a un lungo e ininterrotto stream of consciousness che svincola le intuizioni tecniche dalle suggestioni estetiche, libere di emergere nella dimensione profonda del pensiero; e, in accordo con nuovi gradi percettivi, trascende i valori mimetici, lasciando invece scorgere in ogni lavoro la suggestione del sé e di una realtà-altra, incontaminata e pura. Info www.kiradepellegrin.com info@kiradepellegrin.com


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a sinistra: la tenuta Gasparini a Conegliano

Prosecco Superiore 2 Castelli di Ilario Tancon

un vino e molto altro

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di soggiornare nell’Agriturismo, immersi nella pace, nella tranquillità collinare e circondati dai sapori tipici della “Strada del Prosecco”, meta di un turismo “slow” in forte crescita.

Una passione per la natura e la salvaguardia del territorio che si esprime al meglio con l’attività enologica della Tenuta 2 Castelli, la quale offre anche la possibilità

La Tenuta 2 Castelli produce tre diverse tipologie di Prosecco Superiore Conegliano -Valdobbiadene Docg: Brut, Extra Dry e Millesimato, secondo la tradizione e il disciplinare che dal 2009 regolamenta la denominazione. Conegliano-Valdobbiadene, area storica di produzione di questo spumante, si fregia della DOC dal 1969, e con l’avvento della DOCG ha conquistato così il vertice della piramide qualitativa dei vini italiani. La Sig.ra Gasparini cura ognuna delle sue 100.000 bottiglie l’anno come se fossero figli e la sua dedizione si è anche recentemente allargata al vino rosso. Presso un altro vigneto di proprietà, si vinifica infatti Merlot e Carmenere, poco più di 30.000 bottiglie l’anno selezionate e numerate attentamente.

el cuore della Marca Trevigiana, immersa nell’incanto dei colli di Conegliano, questa piccola Tenuta è simbolo di una lunga tradizione contadina alla quale la famiglia Gasparini appartiene da generazioni. E il vino che essa produce non è che un sublime succo della cultura enoica secolare che si è consolidata all’ombra dei due storici castelli di San Salvatore a Susegana e della rocca fortificata di Collalto. La proprietà si estende su circa 7,5 ettari, 6 dei quali coltivati a vigneto e destinati alla produzione del celebre Prosecco Superiore ConeglianoValdobbiadene Docg, eccellenza enologica del territorio. Parte della proprietà è coperta da uliveti e boschi, una vera e propria oasi nel bel mezzo del Veneto operoso.

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WINERY HALL

Tenuta 2Castelli Via Cucco, 23 31058 Collalto di Susegana (TV) Tel. + 39 0422 836790 info@2castelli.com

Conegliano-Valdobbiadene, area storica di produzione di questo spumante, si fregia della DOC dal 1969, e con l’avvento della DOCG ha conquistato così il vertice della piramide qualitativa dei vini italiani.

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rosecco Superiore 2 Castelli, a wine and much more. In the heart of the Marca Trevigiana, dipped in the magic of the Conegliano’s hills, this small farm is the symbol of the Gasparini’s generations long country tradition. The wine produced is a sublime juice of a century-long culture born in the shade of the two historical castles San Salvatore a Susegana and the fortress Collalto. The Property extends on 807,000 sq ft and about 650,000 are vineyards producing the well-known Prosecco Superiore Conegliano-Valdobbiadene Docg, which represents the wine excellence of the territory. Part of the estate is covered with olive tree grooves and woods, a real oasis in

the Veneto region. Passion for nature and preservation of the territory are part of the wine activity of the Tenuta 2 Castelli. It is also possible to stay at the agritourism, dipped in the peace, in the tranquility of the hills and surrounded by the typical taste of the Strada del Prosecco (the way of prosecco), which is a rapidly growing type of slow tourism. Tenuta 2 Castelli produces three different type of Prosecco Superiore Conegliano-Valdobbiadene Docg: Brut, Extra Dry and Millesimato, according to either the tradition and the law, which regulates the classification since 2009. ConeglianoValdobbiadene, historical area for the production of Prosecco, is the proud holder of the DOC status since 1969 and, since DOCG was born,

is at the top of the quality on the Italian wine pyramid. Mrs. Gasparini takes care of each of the 100.000 bottles produced every year like if they were her children. She recently expanded her dedication to red wines. In fact, in another family’s wine yard, Merlot and Carmenere are produced. About 30.000 bottles every year, accurately selected and numbered.

Annamaria Gasparini

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alessandro papetti autobiografia della pittura an autobiography of painting

di Luca Beatrice

una mostra evento alla galleria contini di cortina in via roma 2 dal 29 dicembre

gni volta che ci troviamo di fronte al lavoro di un artista che, esprimendosi attraverso le immagini, chiameremo per semplificare “figurativo”, si ripresenta una questione che divide la critica e gli appassionati d’arte. Ovvero, dove poniamo il limite che distingue un pur ottimo prodotto, realizzato con cura e perizia artigianale, da un’opera che possa ragionevolmente aspirare a essere considerata arte contemporanea. La pittura, infatti, dopo il rivolgimento epocale delle avanguardie storiche di primo Novecento, ha dovuto costantemente reinventare se stessa per non correre il rischio di venir liquidata come tecnica vetusta, inadeguata a rappresentare il traumatico cambiamento dei tempi. Con l’introduzione prima dei materiali anomali quindi dei new media, con il 98

dominio della riproducibilità tecnica al posto del fatto a mano, con il superamento del bidimensionale e l’espandersi nello spazio, alla pittura è rimasto un ruolo tutto sommato marginale nei linguaggi del contemporaneo. Eppure, nonostante la diffidenza (spesso il preconcetto), rimane di gran lunga il tipo d’arte più praticato, stimato e collezionato. Sulla ragione di tale primato, che dunque prescinde in parte dal peso della critica, bisognerebbe indagare persino in chiave psicologica, poiché un quadro ha la capacità di arrivare al centro senza filtri né mediazioni più di qualsiasi altro. Davanti a un’opera che incontrerà il nostro gusto non avremmo dunque nessuna remora nell’utilizzare la parola “bellezza”, e l’analisi a questo punto potrebbe anche fermarsi qui. Bello è termine pericolo-

so eppure ci piace usarlo: la pittura di Alessandro Papetti è straordinariamente bella. Papetti ci lavora da oltre vent’anni su tale enigma: può ancora essere legittimata nell’arte di oggi la bellezza, senza per questo cadere in atmosfere retrò, deliberatamente fuori moda e anacroniste? Nonostante la potenza delle sue immagini e l’immediata riconoscibilità del suo stile, Papetti è concentrato soprattutto sulla pittura come fatto linguistico e pura ricerca. Il perimetro che gli offre la tela è la palestra per sperimentare tensioni, fratture, discontinuità, contraddizioni; una superficie vibrante, nervosa, che avverte il senso del limite ed è tesa al suo superamento. In ogni opera l’artista cerca e lascia dietro le tracce di qualcosa di sé e dunque i dipinti contengono, inevitabilmente,

frammenti di autobiografia come le pagine di un romanzo per uno scrittore. Se applicassimo le categorie della critica letteraria (o cinematografica) Papetti risulterebbe senza dubbio un autore e non un artista di genere. La differenza sta nel fatto che il primo non è uno specialista, non parte dalla narrazione e non si fa inglobare in una tendenza; per contro nutre l’ambizione di riuscire a misurarsi con tutto, accettando la sfida di affrontare, di volta in volta, la scena d’interno o il paesaggio, il corpo o il volto, la metropoli o la natura, l’architettura o lo spazio vuoto in cui far nuotare le proprie figure. Dal punto di vista sintattico Papetti è pittore “centrifugo”, nel senso che l’organizzazione del segno parte da un centro individuato nella tela per espandersi verso la periferia.


CONTEMPORARY

Nei suoi quadri assistiamo all’irrompere di un corpo nella quiete: l’ingresso fisico dà luogo a un mutamento irreversibile e caotico, una sorta di rivoluzione formale ed esistenziale. Da quel momento in poi nulla sarà più come prima e le sue figure enigmatiche, misteriose, gelide, modificheranno per sempre l’equilibrio statico del paesaggio. Artista di straordinaria abilità tecnica, virtuoso così sicuro di sé che quasi non ama darlo a vedere, Papetti rifugge dalla linea darwinistica secondo la quale esiste un’evoluzione all’interno di ogni singola poetica. Ama scegliere i temi, lavorarci su, abbandonarli e poi riprenderli in un movimento pendolare di andate e ritorni. Per questa mostra, incentrata su una trentina di “capolavori” scelti all’interno del suo repertorio storico e recente, recupera dipinti rimasti a lungo nello studio e dunque inediti, insieme ad altri quadri con un’importante storia espositiva. E’ il caso, ad esempio, di Acqua del 1999, situazione a lui estremamente congeniale che rappresenta il

rapporto tra l’immensamente grande, lo spazio illimitato, infinito, e la massa fisica umana che di contro rivela tutti i suoi limiti. Ecco, si potrebbe prendere proprio questo “vecchio” lavoro allo scopo di individuare una prima traccia autobiografica nella consapevolezza di quanto sia difficile e ostica la lotta contro il limite in cui siamo costretti: limite del tempo, dello spazio, dell’età, della storia, dell’arte stessa, di noi. Pensiero che condivide con alcuni grandi maestri della pittura tedesca: come loro Papetti non teme di affrontare le grandi dimensioni, fino a sfidare formati giganteschi, ipertrofici persino. Su questo stesso tema, e sull’irresistibile attrazione nel tentare di rappresentare una forma liquida, impapabile, incorporea, continua a riflettere in lavori più recenti su uno schema analogo: le Estati e le Assenze (2012), il Notturno del 2011, la straordinaria Piscina del 2006. All’inizio dello scorso decennio va collocato il Ritratto di Antonio (2001), figura dolente in uno spazio claustrofobico e

soffocante, nonostante i pochi dettagli disseminati (la forma irregolare bianca, forse un lenzuolo, cambia completamente il destino del quadro ribaltandone il centro visivo). Accade il contrario, invece, nei Nudi, dove emerge la ricerca della sensualità, dell’erotismo niente affatto dissimulato, che lo pone di fronte a un’ulteriore sfida: come si può riprodurre un corpo femminile nel terzo millennio con taglio contemporaneo e nuovo rispetto all’ingombrante tradizione pittorica? Gli viene in soccorso la luce, ardita e sperimentale, capace in un solo colore di immergere la forma in una determinata ora del giorno: nessun orpello ma sintesi estrema, esattamente come chiede il nostro tempo. Tra i temi ricorrenti nella poetica di Alessandro Papetti troviamo le vedute metropolitane, che dicono di uno sguardo cresciuto nel grigio delle strade, tra le stazioni, gli snodi, il caos, la penombra e le prime luci riflesse tra l’umido e le pozzanghere. Qui Papetti raggiunge un intenso lirismo visivo di chi della città

è innamorato, parte integrante del tessuto, ne comprende la vitalità e le contraddizioni, la sua Milano e le testimonianze dei viaggi, New York, Tokyo ad esempio, cui si contrappone, periodicamente, il bisogno di natura inteso come ampi spazi vuoti dove anche il gesto pittorico si libera, si dilata, non trova ostacoli sul suo cammino (Grande paesaggio del 2011 è forse il più bello), esonda. Ciò che si innalza su tutto, forte richiamo ancora una volta del sé, è il senso di pittura come deriva: le cattedrali contemporanee di archeologia industriale (Altoforno, 2003; Ile Seguin, 2007) e quelle barocche, le une a esprimere il senso di abbandono le altre l’immensa potenza del soprannaturale (Angeli di pietra, 2012). E poi le navi in costruzione nei cantieri, ché ci sono sempre mari da solcare. Nuovi viaggi, altre sfide da affrontare.

Passare veloci - Tokyo, 2011 200 x 330 cm 99


Milano 2010, olio su tela, 148 x 198 cm

Agosto, olio su tela, 125 x 205 cm

Each time that we are confronted with work by an artist who expresses himself through the use of images or more simply, "figurative art", we are faced with a question that divides critics and art lovers.In other words, where do we place limits on what distinguishes an excellent product, realized with care and hand-crafted competence, from a work that reasonably aspires to be placed in the category of Contemporary Art? The art of painting, in fact, after the historical epochal upheaval of Avant-garde during the early 1900s, hasconstantly had to re-invent itself in order not to run the risk of being eliminated as an obsolete technique, an inadequate representation of the traumatic changes over time. With the early introduction of anomalous matter, or new media, with the domination of technical reproductivity rather than hand-made, with the overtaking of bi-dimensional and the expansion of space, painting has been left with an almost marginal role in contemporary expression. However, notwithstanding the distrust (often misconceived) the type of art that is follo100

Studio di notte, 2010, olio su tela, 200 x 160 cm

wed, collected and estimated remains extensive. By this reasoning, excluding in part the weight of criticism, one needs to conduct a psychological investigation, because a painting is capable of arriving at the center of attention without filters or any type of mediation. Looking at a work that we like we have no hesitation to use the word "beautiful" and the analysis atthis point ends here. Beautiful is a dangerous term though we like using it Alessandro Papetti's painting is extraordinarily beautiful. Papetti has been pursuing an enigma for over twenty years: can beauty still be legitimate today in art without falling into a deliberately outdated anachronistic atmosphere? Nevertheless with the power of its images and the immediate recognizable style, Papetti has concentrated above all on painting as a linguistic expression and pure research. The perimeter of his canvas is a comparable to a fitness gym where he tests tensions, fractures, inconsistencies, contradictions; a vibrant surface, nervous, that perceives a sense of limitation and is excessively outstretched.

In each work the artist seeks for and leaves behind traces of himself and therefore his paintings inevitably contain fragments of autobiography, as the pages of a book are for a writer. If we were to apply the category of literary critic (or cinematographic), Papetti without a doubt would be an author of literary genre and not an artist. The difference lies in the fact that the first is not a specialist and doesn't start from a narration nor does he encompass a tendency; the other nurtures theambition of being able to measure up to everyone, accepting the challenge from time to time of dealing with an indoor scenery or landscape, the human body or face, a metropolis or nature, architecture or empty space in which to immerse his figures. From a syntactic point of view, Papetti is a "centrifuge" painter, meaning that the organization of distinguishing marks begins from a specific center on the canvas and expands towards the periphery. We see the body of it quietly breaking up - the physical entrance opens towards an irreversible and chaotic mutation, a sort of for-

mal and existential revolution. From that moment on nothing will be the same; his enigmatic figures -mysterious and icy - will forever modify the static equilibrium of the landscape. Papetti is an artist of extraordinary technical capability, a self-confident virtuoso yet he keeps it to himself; he shuns Darwinist theories according to which an evolution exists within every single poetic. He adores choosing his themes, elaborating them, abandoning them to return in a pendular movement of coming and going. This exhibition centers on nearly 30 "masterpieces" selected from his historic and recent repertory, reclaiming some inedited paintings that have been stored in his studio and others with important exhibition history. For example Acqua (1999), an extremely congenial situation to the artist that represents the relationship between the immense, unlimited space, infinite and the physical human mass that on the contrary, fully reveals its limitations. This "old" painting could be seen as an individuation of an autobiographical trace with the knowledge of how difficult and


ESPERIENZA N°6: Il suono di un’emozione

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Porto industriale, 2011, olio su tela, 135 x 205 cm

Ritratto di Antonio, 2001, olio su tela, 200 x 150 cm

arduous a task the battle is against the limitations that we are compelled to face - time limits, space, age, historical, art itself, ourselves. A thought that many great German master painters share with like Papetti is that they don't fear confrontation with large dimensions, even the challenge of gigantic or hypertrophic forms. In regards to this and the irresistible attraction of attempting to represent impalpable, bodiless and liquid forms, Papetti continues to work on analogous themes: Estati and Assenze (2012), Notturno (2011) and the extraordinary Piscina (2006). At the beginning of the last decade we can place Ritratto di Antonio (2001), a painful figure in a claustrophobic and suffocating space nonetheless with a few dispersed details (the irregular white form, perhaps a sheet completely changes the meaning of the painting,

overturning the central view). The contrary happens in Nudi where a study on sensuality emerges, an eroticism that is in no way dissimulated faces a final challenge: how to reproduce a female body in the third millennium in a contemporary and fresh way in respect to the cumbersome traditional painting? He is rescued by light, inventiveness and experimentation, capable of immersing form in a single color at a certain time of day; no frills but extreme synthesis, just as required in today's time. Metropolitan scenes are among the recurring themes in the poetics of Alessandro Papetti, spoken by one who has grown up in the darkest areas of the streets, between metro stations, unraveling traffic, chaos, twilights and dawn reflecting on humidity and puddles. Here Papetti successfully reaches an intense

visual lyricism of one who is enamored of the city and its integral part, including the vitality and the contradictions of his home city Milan and testimonies from his travel to New York and Tokyo; periodically he contrasts an intense need for nature intended as ample empty spaces where even pictorial expression is liberated, he expands and finds no obstacles in his way. (Grande paesaggio from 2011 is perhaps the most beautiful).


LINEA MURANO ART Group Linea Murano Art was first established in 1980. Since inception,

the company was managed by Foccardi Luigi; this continued up until 2005 when his son, Nicola, assumed control. .

In the last 6 years, the company has been transformed from what was effectively just a commercial store into one of the most important Glass Galleries in Italy. In 2006, the gallery expanded to create a new area to give guests the ability to appreciate best pieces of the most important Murano Glass Artists. . For more than 30 years , Linea Murano Art has searched out the finest quality of Murano Glass products to offer their clients.

In 2008, the company became the exclusive importer f o r A m m o l i t e J e w e l s, a n e w G e m S t o n e obtained from 75 million-year-old fossils. At the same time, the company decided to produce a collection of Art Pieces inspired by the multicolored Gem Stones. All pieces were designed and made by the famous glass artist, Afro Celotto.

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Telephone: +39 041 736845


PASSIONS

THE WATCHMAKER: JOB, PASSION, ART AT THE SERVICE OF QUALITY.

IL TECNICO OROLOGIAIO MESTIERE, PASSIONE, ARTE AL SERVIZIO DELLA QUALITÁ di Ilario Tancon

Il mestiere, la passione, l’arte dei tecnici orologiai al servizio di un grande gruppo. Sono i tecnici orologiai delle gioiellerie Bartorelli, punto di riferimento italiano del lusso internazionale. Nel cuore di un gruppo di eccellenza, questi professionisti della precisione sono al lavoro costantemente, assorti nei loro compiti specifici: interpretare un ingranaggio perfetto, rispettarne il suo equilibrio, prendendosi cura del suo corretto funzionamento e manutenzione. Si tratta di proteggere e manutenzionare gli ingranaggi del segnatempo del cliente, in profondità, con metodo. Nessun minimo dettaglio va trascurato. I loro gesti silenziosi, precisi, accurati sono frutto di lunghi studi e di un’esperienza preziosa: più che un saper fare è un’arte del fare che qui si esprime. 104

Perché oggi il consumatore è sempre più attento a conservare e valorizzare il proprio patrimonio e questo stesso patrimonio va curato e protetto nei minimi dettagli. Non è un caso, dunque che le gioiellerie Bartorelli siano non solo punto vendita ma pure laboratorio di assistenza ufficiale dei più prestigiosi brands internazionali di alta orologeria, come Patek Philippe, Rolex, Audemars Piguet, Iwc, Vacheron Constantin, Cartier, Panerai e Jaeger Le Coultre. Grazie alla presenza di tecnici orologiai specializzati, con esperienza presso le principali manifatture svizzere. Il laboratorio di Riccione è composto da tecnici specializzati, guidati da Angela Cerello, un diploma di tecnico

The craft, the passion and the art of the watchmakers at the service of a great group. We are talking of the specialist watchmakers working for Bartorelli jewelries, an Italian point of reference for international luxury. These professionals of precision, are part of a group of excellence that are constantly working focused on their specific assignments. The understanding of a perfect mechanism, the respect of its balance, taking care of either its functionality and maintenance. Their silent, precise and accurate gestures are the result of large studies and precious practice.Today's clients are even more dedicated on preserving and valuing their own assets, which need to be attended and protected accurately. That's why Bartorelli Jewelries are not only simple retail stores, but workshops providing an official customer assistance for the most important international brands of high clock-making. In these workshops are working professional and passionate teams dedicated to take care of the precious timepieces for all the brands the company is official dealer of. “We are living a time when consumers are day by day more aware of their purchases. That's why it is important to make them understand the value of caring a valuable timepiece” - said Carlo Bartorelli, group's Managing Director. “A handmade watch” - he continues to say - “is a perfect mechanism which deserves to be carefully attended. Only in this way it will be possible to enjoy its excellent technical performances in the course of time. That's why one out of the services Bartorelli Jeweleries offer to their clients, the watchmakers direct assistance service is a flagship.”

orologiaio conseguito a pieni voti ed un’importante esperienza lavorativa presso Patek Philippe Italia alle spalle. Il laboratorio di Pesaro con il suo staff si occupa in esclusiva del servizio assistenza per i marchi Rolex e Tudor. Sono team, questi, che si prendono cura con professionalità e passione dei preziosi segnatempo di tutti i marchi di cui il gruppo è concessionario ufficiale. «In questo periodo storico e culturale in cui il consumatore è sempre più attento al valore intrinseco dei propri acquisti, è importante per noi trasmettergli il ruolo fondamentale che ha la cura del proprio prezioso segnatempo, afferma Carlo Bartorelli, amministratore delegato del gruppo. Un orologio di

manifattura è un ingranaggio perfetto che merita di essere oggetto di cure attente, per poter godere nel tempo delle sue performance tecniche di eccellenza. E’ per questo che, tra i servizi che Bartorelli Gioiellerie offre ai propri clienti, quello proposto dai tecnici orologiai è un vero e proprio fiore all’occhiello. Basti pensare che solo 57 negozi nel mondo possono vantare al proprio interno l’assistenza ufficiale per il marchio Patek Philippe». Proprio grazie a questa eccellenza Bartorelli si conferma, con i cinque punti vendita tra Cortina d’Ampezzo, Riccione, Pesaro e Milano Marittima, un punto fermo per i collezionisti e gli appassionati del mondo del lusso a livello internazionale.


I loro gesti silenziosi, precisi, accurati sono frutto di lunghi studi e di un’esperienza preziosa: più che un saper fare è un’arte del fare che qui si esprime. Their silent, precise and accurate gestures are the result of large studies and precious practice

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Un angolo di Canada nello scenario incantevole delle Dolomiti. di Mirko Cassani

U

n piccolo angolo di Canada nello scenario incantevole delle Dolomiti, alla scoperta del gusto e della natura ma anche per trascorrere dei momenti divertenti, piacevoli, rilassanti. E’ la “sintesi” del Ristorante Lago Ghedina, chalet che, a soli tre chilometri dal centro di Cortina d’Ampezzo, si pone come punto focale di infinite direttrici multicolore

do la neve scende a fare da cornice al quadro della natura.

che attraversando alberi e nuvole, specchiandosi nella maestosità delle chiare acque del lago creano un aspetto vagamente fiabesco all’insieme, valorizzato ancor più durante il periodo invernale, quan-

Natura, in estate come durante il periodo invernale, certo. Ma anche gusto. Il ristorante del lago Ghedina, gestito dai fratelli Franco e Antonio Saliola, percorre infatti la strada della cultura e della scoperta culinaria, dove lo chef dà seguito alla consolidata fama del luogo,


mescolando abilmente fantasia e tradizione in un percorso di ricerca del gusto che sa unire semplicità ed esclusività. «Il menù che offre una vasta gamma di proposte e che sa venire incontro alle più diverse esigenze della clientela - spiega Antonio Saliola – trova un matrimonio ideale con i vini consigliati dai nostri esperti, vini che la cantina del ristorante propone delle migliori produzioni. Il tutto in un ambiente piacevole: il locale, infatti, dispone di due sale arredate in stile tipico che offrono la possibilità di trascorrere con maggior piacere i momenti di svago, scegliendo di spendere i pranzi o le cene all’interno, nell’accogliente atmosfera del calore dello chalet, o presso la sala esterna, dove dalle ampie vetrate si trarrà la sensazione di essere dentro la natura». E per agevolare il prolungarsi di una piacevole vacanza, lo Chalet mette a disposizione cinque camere interamente arredate in legno, dotate di tutti i comfort e tutte con incantevole vista sul lago. Gusto e accoglienza, semplicità e ricercatezza. Ma non solo.

«Al lago Ghedina è di casa anche il divertimento - prosegue Antonio – Basti dire che lo scorso anno il locale è stato il set del film Vacanze di Natale, film che ci ha visto, noi imprenditori edili prestati alla ristorazione, anche nel ruolo di attori in qualche scena. E’ stato un film che ci ha portato bene: lo scorso, infatti, è stato per noi un eccellente inverno caratterizzato dalla presenza di una clientela fatta di affezionati e, al contempo, di tante persone del mondo dello spettacolo: dai protagonisti di Vacanze di Natale, Christian De Sica su tutti, ad altri attori, da personaggi del mondo della canzone a quelli del mondo dello sport». E anche nell’inverno 2012-2013 il divertimento sarà garantito. Ad allietare le serate a cavallo tra anno vecchio e anno nuovo ci sarà Andrea, il figlio del grande Jimmy Fontana.

PLACES

L’appuntamento con la musica di Andrea è per il cenone di Capodanno ma anche per l’happy hour che andrà in scena, tutte le sere dalle 16 alle 20, dal 26 dicembre al 6 gennaio. 107



le cucine AD: arch. Alessandra Turchet

Foto: Marino Moro


GLAM

. . . e k i l u o . y n o i t f I call it emo di Ilario Tancon

L

a Bottega Orafa racconta una donna che ha uno e mille volti: elegante, glamour, seducente, minimal oppure questi stili tutti insieme. Il libero arbitrio di decidere come mostrarsi, insomma, aggiungendo un qualcosa di particolare ed unico.

Alla Bottega Orafa niente è ovvio, scontato: colori e abbinamenti divertenti azzardano e scherzano, ammiccano conquistando teenager, giovani e signore.

Bottega Orafa L.go Poste 33 Cortina d’Ampezzo www.secretvivian.com 110

Erano gli anni ’80 quando Paola Verzi ha avviato l’attività dedicata al gioiello e agli oggetti in argento. Qui, tra pietre preziose, perle e oro, hanno convissuto per anni gioielli disegnati da Paola e realizzati dagli Artigiani fiorentini, fino all’arrivo della figlia Viviana che ha portato nello spazio di Largo Poste, in linea con le ultime tendenze, una ventata di innovazione. Paola e Viviana, pur differenti per personalità, riescono ad essere in perfetta sintonia e intercambiabili nel lavoro, mantenendo il leit motiv iniziale, ma assecondando fantasia e gusto: così, oggi alla Bottega Orafa si possono trovare luccicanti Travel Jewels, eseguiti a Valenza, accanto alle creazioni di Viviana che propongono opere in argento, bachelite, plexiglass, resine, pelle, materiali riciclati. E poi, chiassosi bijoux


disegnati e realizzati nei laboratori vicentini, oppure costruiti dalla stessa Viviana, un’artista artigiana e un’artigiana artista che ha saputo diventare un punto di riferimento del settore in Italia (disegna per tre aziende di moda del Bel Paese) e all’estero, come dimostrano il riconoscimento ottenuto a Parigi in occasione di Bijohrca (premiata tra i migliori designers), l’attività in città come Aspen, New York e Los Angeles e le presenze in alcuni bookshop di prestigiosi musei internazionali. Il cuore di tutto, comunque, rimane la Bottega Orafa dove, accanto alla scoperta di un’infinita creatività, è possibile ridare vita ai propri gioielli o bijoux, divenuti un po’ demodé, rinnovandoli e personalizzandoli. «Entrare alla Bottega Orafa è in effetti anche andare in qualche modo alla ricerca del tempo perduto – spiega Viviana –

Qui si possono trovare cadeaux moderni e antichi, frutto di un accurata ricerca di pezzi unici durante i nostri viaggi nel Nord Europa, in Francia o negli Stati Uniti». In più, dato l’evolversi dei tempi, l’attenzione della Bottega Orafa si è rivolta anche ad articoli da regalo a prezzi accessibili. Qualità e attenzione per ogni cliente, infatti, da sempre trovano nello spazio di Largo Poste un luogo privilegiato. «Dopo oltre trent’anni, – conferma Paola – una delle soddisfazioni più grandi è sentirsi dire dalle clientiamiche che alla Bottega Orafa è sempre un piacere tornare».

Bottega Orafa speaks of a woman who has either one or a thousand faces: classy, glamour, sexy, minimal or...all together. At Bottega Orafa, in Cortina, located in Largo Poste, nothing is

obvious and predictable: colours and funny outfits dare and play, winking to teenagers, young people and ladies of any age. It was during the 80's when Paola Verzi opened her company which is fully dedicated to jewels and silver items. Precious stones, pearls and gold, during the years have been coexisting with the jewels designed by Paola herself and made by the craftsmen of Florence. Then, Viviana has joined her mother, bringing a wave of innovation.

Paola and Viviana, different in personality, work in harmony, maintaining the perfect balance the company always had, supporting imagination and good taste. Nowadays, at the Bottega Orafa you can find shiny Travel Jewels, made in Valenza, together with Viviana's creations: artworks made of silver, Bakelite, plexiglass, resins, leather and recyclable materials. And more, gaudy bijoux designed and made in laboratories in Vicenza, or by Viviana herself, who is either an artisan artist and an artistic artisan able to become a point of reference in Italy and abroad.

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Andar per stelle

VERNISSAGE

Cesare Berlingeri:

Vernice a Padova del 6 dicembre 2012 di Luca Beatrice Cesare Berlingeri è artista eclettico, rigoroso nell’impostazione formale eppure suadente quando decide di immergersi nella componente più favolistica e spirituale dell’arte. Se il minimalismo costituisce un punto di partenza obbligato per quelli della sua generazione, emersi all’inizio degli anni ‘70, Berlingeri cerca un immediato superamento in una riflessione che coinvolge prima di tutto la superficie delle opere. La pelle. Artist: Cesare Berlingeri Exhibition title: Andar per stelle Grand Opening: December 06, 2012 Cesare Berlingeri is an eclectic artist, meticulous when it’s time for the formal setting but mellow when he decides to face the most fantastic and spiritual side of art. People of his generation, who have emerged at the beginning of the 70’s, all have started from minimalism. Soon, Berlingeri started to look for something new,

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Il tessuto. Il colore che diventa forma. Pittore e scultore, dotato di un occhio scenografico non comune, ama farsi sorprendere dalle cose e di queste punta all’essenza, senza trattenersi nella narrazione. Perciò raramente troviamo immagini, ma solo frammenti, residui, polvere. Come la polvere delle stelle che accompagna il visitatore in oltre trent’anni di lavoro… considering above all the surfaces his using for his works. Leather. Fabric. Color becoming form. He is a painter and a sculptor provided of a not common scenic eye. He loves to be wondered by the objects and he looks for their excellence, not restraining himself while recounting. This is the reason why we rarely find images, but fragments, residuals, powder only. Like the stardust accompanying the visitors since more thirty years of work.


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PERSONALITIES

DAVID ZARD di Barbara Carrer

D

avid Zard è colui che ha portato la musica internazionale in Italia, un uomo capace di realizzare, da solo, eventi musicali grandiosi. Uno che ha ospitato a casa sua Bob Dylan, dato della “stronza” a Madonna e organizzato tutti i più prestigiosi concerti degli ultimi trent’anni, dai Rolling Stones ai Pink Floyd oltre ai grandi artisti nostrani. Cresciuto in Libia e approdato nel nostro paese nel 1967, Zard decide di tentare la fortuna con la sua prima passione: l’organizzazione di spettacoli. Abituato a cimentarsi in attività da tutti ritenute ardue, riesce a far esibire Aretha Franklin all’olympia di Parigi e i Led Zeppelin al Vigorelli di Milano. David capisce ben presto che portare il rock in Italia è rischioso, ma accetta la sfida, nutrendo ed alimentando la sua passione fino a divenire il più grande produttore italiano. A portarlo agli onori della cronaca, musicals di grande successo come “Notre Dame de Paris” di Riccardo Cocciante, di cui è stato produttore e anima, “Tosca amore disperato” dell’indimenticato Lucio Dalla, “Pia de’ Tolomei” di Gianna Nannini e “Dracula”, musicato dalla Premiata Forneria Marconi.

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Lei che è da anni un grande produttore di eventi, cosa ritiene sarebbe necessario fare, oggi, nel nostro paese per la musica? Utilizzare maggiori risorse a favore dei giovani e della loro cultura musicale. So di un suo sogno molto ambizioso a riguardo… In Sicilia vorrei edificare una città con 40mila abitanti per farci un enorme campus universitario sulla scienza dello spettacolo.

in scena in un teatro illuminato da candelabri, come avveniva un tempo, prende vita nei palasport, su palchi immensi, con illuminazione avveniristica e impianti ad alta fedeltà. Questa si chiama evoluzione e merita la fiducia e l’apprezzamento del pubblico. In base a quale criterio valuta i lavori da produrre? La mia scelta ricade su quelli in cui posso realizzare qualcosa di mio.

Che differenza c’è, a suo avviso, tra il musical italiano e quello anglosassone? In Italia abbiamo una tradizione che si è evoluta dal melodramma romantico, all’opera lirica, dall’operetta, alla commedia musicale e le mie produzioni discendono da questo background: sono opera moderna.Il musical americano, invece, si discosta dalla poesia e dalla storia che trasmettiamo nel nostro paese ed è più vicino all’operetta come My fair lady, Mary Poppins e altre.

Cosa ricorda con più nostalgia dell’amico Lucio Dalla? Era una persona estremamente intelligente, che amava divertirsi in tutto ciò che faceva; aveva profondo rispetto delle idee e delle aspettative altrui, pur cercando di convincere l’interlocutore con intelligenza e tolleranza. Lavorare con Lucio era come fare una partita a scacchi dove lui applicava divertenti strategie di persuasione.

Quali sono gli elementi di modernità dei progetti che mette in scena? Tosca amore disperato, ad esempio, è un’opera vera e propria, solo che anziché essere messa

Parliamo un po’ dei suoi trascorsi di grande manager. Sembra che la sua carriera sia iniziata con la grande Aretha Franklin… “Tutto iniziò a Tripoli dove conobbi un agente


“TUTTO INIZIÒ A TRIPOLI DOVE CONOBBI UN AGENTE CHE PORTAVA GLI ARTISTI PER LA BASE USA. APPENA ARRIVATO IN ITALIA MI CHIAMÒ PER FARMI ORGANIZZARE IL TOUR EUROPEO DI ARETHA FRANKLIN...” che portava gli artisti per la base Usa. Appena arrivato in italia mi chiamò per farmi organizzare il tour europeo di Aretha : il mio primo concerto all’Olympia di Parigi. Peccato che la Franklin si drogava e ci piantò in asso a metà del tour per correre dietro al suo uomo, che era anche il suo pusher. Stesso problema nel tour di Ike e Tina Turner che mi chiesero in modo non diretto di procurare loro la droga. Rifiutai il contratto. I mitici Rolling Stones, invece... Spendevano al bar cifre enormi organizzavano grandi party a base di aragoste e champagne, ma a differenza di altri, saldavano i conti fino all’ultimo centesimo. E’ una leggenda metropolitana quella secondo cui avrebbe dato della stronza a madonna della quale ha organizzato il primo tour italiano? Niente affatto e non me ne pento perché si tratta di una persona molto maleducata. Mi diede del leccaculo a Portofino nel 1990 e le risposi con quell’epiteto consigliandole, dal momento che non sapeva cantare, di smettere e frequentare, piuttosto, una scuola di bon ton. Tra l’altro mi deve ancora 700mila dollari. Meglio gli italiani? Insomma…sono un po’ viziati: chiedono e chiedono, credendo che tutto sia gratis, però poi, quando è ora di pagare, ti fanno i conti in tasca. Qualche esempio? La moglie di Cocciante pretendeva che lavorassi solo per loro: niente Dalla per esempio. Venditti, invece, si professava di sinistra e poi,

a spese nostre, andava a cena con la fidanzata. Zucchero, infine, è un personaggio ambiguo: ama le collaborazioni con i grandi artisti internazionali, ma all’inizio li pagava e faceva credere che fossero suoi amici. Ci sarà pure qualche persona positiva! De Gregori. Gli ho presentato Bob Dylan a roma; per lui è stato come toccare il cielo. Francesco è una bellissima persona e lo si capisce dalle sue parole: non scrivi così se non sei una persona pulita. Lo stesso vale per Jovanotti. Come vede oggi la situazione musicale in italia? Ora è molto più facile portare artisti internazionali …non fanno problemi a concedere gli stadi, cosa che ai miei tempi era molto meno agevole. La mentalità è cambiata.

D

avid Zard, responsible for bringing international Music to Italy, is someone who is single-handedly capable of realizing grandiose musical events. He has had Bob Dylan as a guest in his home, called Madonna a “shit” and organized the most celebrated concerts from the Rolling Stones to pink floyd, and numerous other great italian artists. Born in Libya, he arrived in Italy in 1967 and decided to try his luck utilizing his passion for organizing shows. Having been used to dealing with activities that by others were considered difficult, he was able to bring Aretha Franklin to the Olympia music hall in Paris and Led zeppelin to the Vigorelli velodrome in Milan. David soon understood that

bringing rock to Italy was dangerous, but accepted the challenge, nurturing his Passion, to become the most important italian Producer. To his credit, he produced and was the soul of successful musicals such as “Notre Dame de Paris” by Riccardo Cocciante and “Tosca amore disperato” by the unforgettable Lucio Dalla, “Pia de Tolomei” by Gianna Nannini and “Dracula” whose musical score was written by the group Premiata Forneria Marconi. For years you have been an important producer of events. What do you think should be done for music today in Italy? More resources in favor of young people and their musical culture. I have heard about an ambitious dream of yours regarding… In Sicily I’d like to build a city of 40,000 inhabitants, an enormous university campus for the study of performing arts. What’s the difference, in your opinion, between Italian and Anglo-Saxon musicals? In Italy we have a tradition that has evolved from romantic melodrama to grand opera, to musical comedies; my productions stem from this background - it’s modern opera. On the other hand, American musicals are far removed from the poetry and history that is passed down to us in Italy and more closely-related to light opera such as My Fair Lady, Mary Poppins and others. What modern elements are used in your onstage projects? Tosca amore disperato, for example is a true opera yet rather than a production with cande115


labras that were once used, it can be staged in a sports arena, on enormous platforms, with futuristic lighting and high-fidelity sound systems. This is evolution and merits trust and appreciation by the public. What is your criteria for evaluating a specific work to produce? My choice falls on something of my own. What do you remember with some nostalgia about your friend Lucio Dalla? He was an extremely intelligent person who loved to have fun no matter what he did; he had a deep respect for ideas and expectations of others even while trying to convince an interlocutor by using intelligence and tolerance. Working with Lucio was like a game of chess where he applied amusing strategies of persuasion. Let’s talk a bit about your life as an important manager. It seems that your career began with the great Aretha Franklin… Everything began in Tripoli where I met an agent who brought musical groups into the US military base. As soon as I arrived in Italy he called and asked me to organize the European tour for Aretha - my first concert at the Olympia

“EVERYTHING BEGAN IN TRIPOLI WHERE I MET AN AGENT WHO BROUGHT MUSICAL GROUPS INTO THE US MILITARY BASE. AS SOON AS I ARRIVED IN ITALY HE CALLED AND ASKED ME TO ORGANIZE THE EUROPEAN TOUR FOR ARETHA FRANKLIN...” 116

Music Hall in Paris. The problem was Aretha , who was addicted to drugs and deserted the tour to follow her boyfriend who was also her pusher. Same problem with the Ike and Tina Turner tour who indirectly requested that I supply them with drugs. I refused the contract. The legendary Rolling Stones? They would spend huge amounts at the bar, they organized fabulous parties with lobster and champagne, but unlike others, they would always pay their bills in full. As the story goes, is it a myth that you called Madonna a “shit” during her first Italian tour? Not at all and I’m not the least bit sorry about it because she is an extremely rude person. In 1990 she called me a “kiss-ass” in Portofino; my response was to advise her to give it up since she couldn’t even sing, to take that epithet and use it to take lessons on good manners. She still owes me $ 700,000 dollars. So, Italians are better? In a way…however they’re a bit spoiled. They always want more, thinking that everything is free, but when it’s time to pay, they start to pry into your affairs.

For example? Cocciante’s wife insisted that we work only for them and not with Dalla, for example. Venditti instead proclaimed himself left-wing, but then would take his girlfriend out to dinner and charge us for it. Zucchero is ambiguous - he loves to collaborate with great international artists, but at first he paid them and had us believing that they were his friends. Isn’t there any positive story? De Gregori. I introduced him to Bob Dylan in Rome; for him it was like being in heaven. Francesco is a wonderful person and you can tell it by the words of his songs; if you’re not a good person, you don’t say what he does. The same goes for Jovanotti. What’s your opinion on the musical situation in Italy? Today it’s much easier to import international artists. It’s less difficult to have use of stadiums; in my early days it was much harder to get permission. The mentality has changed.


Gastone Novelli “Tender as a rose”, 1960, olio su tela, cm 50 x 60

Galleria Mucciaccia Piazza d’Ara Coeli, 16 00186 Roma Tel. 0669923801 - Fax 0669200634 segreteria@galleriamucciaccia.it Piazza Pittori Fratelli Ghedina, 18 32043 Cortina d’Ampezzo (BL) Tel. 0436-5546 - Fax 0436-876708


INSTALLATIONS

UN FIUME D'ACQUA CHE SI FA LAVA E POI ARIA E FULMINE SCORRE INCESSANTE NEL PALAZZO DELLA RAGIONE DI PADOVA di Stefania Prandi

C

ento televisori, uno in fila all’altro, compongono la base della videoinstallazione dedicata ai quattro elementi empledoclei che formano la materia di Fabrizio Plessi. Il grande artista di origine emiliana ma veneziano d’adozione, che con la sua opera ha attraversato il Novecento, continua il dialogo tra linguaggio

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del segno e del video, attraverso il quale ha preso forma la storia della sua espressione. I monitor sono appoggiati su un gigantesco tavolo di legno – a richiamo della volta del Palazzo della Ragione - che ospita le enormi teche dove ci sono oltre mille disegni di Plessi. I progetti alla base di tutta la sua opera “rubati”

dai cassetti dello studio: dagli armadi che diventano stanze ai mari verticali della sua 12esima Biennale di Venezia, dalle grandi giare ai paesaggi profumati di lavanda, ai monoliti esposti ad Agrigento, alle installazioni nel cuore di Manhattan. Il Flusso della Ragione, questo il titolo dell’opera che sarà esposta


fino al 24 febbraio 2013, incontra la dimensione cosmologica del ciclo affrescato del palazzo medioevale di Padova, in uno iato tra passato e futuro. L’allestimento contempla anche alcune macchine fotocopiatrici con cui è possibile stampare le riproduzioni dei bozzetti e dei progetti di Plessi e acquisirne

l’immagine con l’invio email. Attraverso la tecnologia del QR-code il visitatore può inoltre visualizzare sul web le opere finali realizzate dall’artista. Lavori poliedrici e ispirati che raccontano il percorso di Plessi, autore di installazioni, film, videotape e performance ospitate nei principali musei e

gallerie del mondo. Spirito eclettico e instancabile, il maestro ha firmato di recente un progetto del tutto originale: il Plessi Museum, il primo e unico spazio espositivo dedicato all’arte costruito in autostrada, al Passo del Brennero.

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Crediti fotografici Christian Palazzo Gabinetto Fotografico dei Musei Civici di Padova: Giuliano Ghiraldini Filippo Bertazzo e Marco Campaci

THERE IS A WATER RIVER BECOMING A LAVA FLOW, THEN AIR AND LIGHTNING WHICH FLOWS UNINTERRUPTEDLY INSIDE THE PALAZZO DELLA RAGIONE, IN PADOVA

One hundred televisions, one after the other, compose the video installation dedicated to the four elements of Empedocleus which are the subject of Fabrizio Plessi’s work. The great artist, born in the Emilia region, but adopted by Venice, who, with his work, has run through the 20th Century, keeps alive his dialogue between the languages of sign and video, which is the fingerprint of his way to express. The monitors lay down on a gigantic wooden table reminding the ceiling of the Palazzo della Ragione. 120

The table also hosts the enormous thecae which display more than a thousand drawings by Plessi. These projects, basement of his whole work, were “stolen” from the drawers of his studio. Il Flusso della Ragione/ the flow of the logical reasoning, this is the title of the installation which will be exposed until February 24, 2013, meets the cosmological dimension of the paintings into the medieval palace in Padova, sort of a hiatus (a musical sequence) of past and future.


Stampare su carta significa realizzare un’idea. Costruire un libro, una brochure, un catalogo è concretizzare un progetto e portarlo a conoscenza del mondo, dargli vita. Tutto questo, è la nostra arte.

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Print to life


WISHES

Proteggersi dal freddo con uno stile impeccabile:

il mio antidoto alla crisi Intervista ad Alessia Giacobino, anima del marchio riminese Mr. & Mrs Furs.

di Elena Moretti Alessia, a dispetto della situazione generalizzata di crisi il 2012 è stato un anno straordinario per il tuo brand Mr. & Mrs Furs. Perché? Il 2012 è stato certamente un anno di consolidamento e importante internazionalizzazione per la mia azienda: il fatturato è aumentato del 60%, grazie anche all’apertura verso nuovi mercati esteri. I Paesi dove siamo distribuiti meglio sono concentrati nel Nord Europa: dalla Germania al Belgio, passando per Olanda e Lussemburgo, ma crediamo anche nelle potenzialità di mercati giovani come la Corea, dove siamo presenti da questa stagione. Certo le mie radici rimangono in Italia, dove mantengo un pacchetto di clienti fedelissimi. Questo generale momento di incertezza economica ha fatto selezione, sono rimasti i marchi capaci di rinnovarsi, di proporre un prodotto di qualità ma diverso da tutti gli altri. I miei clienti poi sono estremamente esigenti: sempre a caccia di nuovi stimoli e di un Made in Italy fatto a regola d’arte. Se il 2013 si annuncia come un anno impegnativo, il mio obiettivo è coltivare i miei clienti giorno per giorno.

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Qual è, a tuo giudizio, il segreto del successo di Mr. & Mrs Furs? Un prodotto caldo, comodo con una forte componente stilistica. Il parka Mr&Mrs Furs ha un’anima casual, quasi “grunge” che viene nobilitata dalla pelliccia. È perfetto veramente per ogni occasione e indossarlo sopra l’abito da sera poi è super cool, non per niente lo indossano fashion trendsetter come le blogger Garance Doré e Tamu McPherson. Diciamo che è l’alternativa di lusso al classico piumino. Sono dell’idea che le donne oggi non vogliano più ostentare il lusso, e MR&MRS FURS è un modo più colto e intimo di viverlo: la pelliccia interna è un piacere privato. Quali sono le nuove strategie messe a punto dal marchio per alimentare questo successo? Abbiamo guardato al futuro e continueremo a farlo. Impegnarci sempre di più nell’e-commerce e dare sempre più spazio alla customizzazione. Così abbiamo costruito per Mr. & Mrs Furs un sito dove ogni visitatore possa anche creare il suo parka, scegliendo tra molte opzioni e facendone un capo unico e insostituibile. Con l’opportunità di selezionare la vestibilità tra regular - tipica del modello originale army vintage à - e slim, che consente un fit più asciutto ed è amato soprattutto dal pubblico femminile che

non ama indossare l’over. E poi è possibile scegliere l’interno desiderato tra una vasta gamma di pellicce : si parte dal lapin trattato con vari finissaggi, tinture e lastrature, per arrivare a visoni, volpi, coyote e lince, oppure all’iper lussuoso zibellino. Con gli anni la tua clientela è cambiata? Le esigenze sono diverse rispetto a quelle di 5 anni fa? È aumentato il mercato estero, la Russia ma anche alcuni paesi europei dove eravamo poco presenti; il lancio del nostro e-shop è stato determinante. Non penso che le esigenze siano cambiate, la donna che veste Mr. & Mrs. Furs vuole sempre e comunque un prodotto di qualità che possa adattare al proprio stile e che duri nel tempo. Alla tua attività di fashion designer associ sempre un’appassionata ricerca di tendenze. Gli in e out del prossimo inverno secondo Alessia Giacobino? Assolutamente “in”: i materiali lussuosi che durano tutta la vita come il cashmere

per maglioni e giacche, la pelliccia anche negli accessori e la seta per le camicie e i top. “Out”: borchie, teschi e altri riferimenti gotici! Torniamo a oggi. Come ci vestiremo per queste feste? L’effetto crisi condizionerà i nostri outfit? Non resisto al tocco glamour del sequin. Con la mia linea Jo No Fui ho proposto una tuta “full paillettes” che assicura immediatamente un’allure da star di cinema, e infatti l’ha scelto l’attrice Francesca Chillemi per indossarlo all’ultimo Festival del Cinema di Roma. E poi un accessorio come il colletto di paillettes colorato di Jo No Fui darà subito un look nuovo al solito little black dress, un’idea perfetta per aggirare la crisi.

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ENCOUNTERS

Dalla carta riciclata all’eco-design di Ilario Tancon

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L

’IMPRENDITORE TREVIGIANO, A CAPO DEL GRUPPO PRIVATO NUMERO UNO IN ITALIA NELLA PRODUZIONE DI CARTA RICICLATA, PRO-GEST, LANCIA OGGI UNA NUOVA COLLEZIONE DI ECO-ARREDI AL 100% MADE IN ITALY E AL 100% IN CARTONE RICICLATO DALLA RACCOLTA DELLA CARTA RICICLATA ALL’ECO-DESIGN: QUESTO È IL MONDO DI BRUNO ZAGO, A CAPO DI UN COLOSSO INDUSTRIALE DA 300 MILIONI DI EURO DI FATTURATO, IL GRUPPO PRIVATO NUMERO UNO IN ITALIA NELLA PRODUZIONE DI CARTA E CARTONE RICICLATI, CHE DÀ LAVORO A OLTRE 1000 PERSONE. IMPRENDITORE TREVIGIANO DOC, INCARNA FINO ALL’ULTIMO CENTIMETRO IL SIMBOLO DELLA STATUA DI CARLO BALLIANA CHE HA POSIZIONATO ALL’INGRESSO DELLA SUA AZIENDA: L’UOMO CONTRO VENTO, CHE AFFRONTA LE INTEMPERIE CON CORAGGIO E DETERMINAZIONE, SEMPRE IN PIEDI. NONOSTANTE LA CRISI STIA AGGREDENDO ANCHE IL SUO MERCATO, BRUNO ZAGO NON SEMBRA VOLERSI ARRENDERE ALLE DIFFICOLTÀ DELLA CONTINGENZA ECONOMICA: <STIAMO INVESTENDO – AFFERMA- NONOSTANTE TUTTO, PER SVILUPPARE ULTERIORMENTE LA NOSTRA PENETRAZIONE ALL’ESTERO, LÌ DOVE CI SONO MARGINI DI CRESCITA OLTREOCEANO, NEI PAESI IN VIA DI SVILUPPO, NELL’EST EUROPA E IN ORIENTE. CONTINUIAMO AD INVESTIRE IN SICUREZZA E PER LA RIDUZIONE DELL’IMPATTO AMBIENTALE DELLA NOSTRA PRODUZIONE INDUSTRIALE. SONO SICURO CHE QUESTA SIA LA DIREZIONE GIUSTA E INTENDO PERSEVERARE NONOSTANTE IL CALO

GENERALE DEI CONSUMI ABBIA COINVOLTO ANCHE L’ATTIVITÀ DELLE MIE AZIENDE>. ECOSOSTENIBILITÀ, INTERNAZIONALITÀ MA ANCHE INNOVAZIONE: IL GRUPPO INVESTE MOLTO IN INNOVAZIONE TECNOLOGICA E CREATIVITÀ: ULTIMA NATA IN CASA PRO-GEST È PROPRIO UN’AZIENDA SPECIALIZZATA IN ECO-DESIGN, P-ONE, FONDATA NEL 2009 DALL’UNIONE DI KNOWHOW E TRENTENNALE ESPERIENZA CON UN’ALTRA AZIENDA VENETA, LA PUBLIREMOR GUIDATA DA TIZIANO REMOR. CON IL CARTONE P-ONE REALIZZA SEDUTE, LIBRERIE, TAVOLI E ALTRI OGGETTI DI ARREDAMENTO INTERAMENTE IN CARTONE RICICLATO PROVENIENTE DALLA FILIERA DEL GRUPPO E QUINDI CERTIFICATO AL 100% MADE IN ITALY. IN OCCASIONE DELLA FIERA ECOMONDO CHE SI È SVOLTA A RIMINI LO SCORSO NOVEMBRE, PRO-GEST HA PRESENTATO LA NUOVA COLLEZIONE DI ECO-ARREDI P-ONE REALIZZATA IN COLLABORAZIONE CON PAMIO DESIGN E FABBIAN. SEDUTE, LIBRERIE, TAVOLI E LAMPADE IN CARTONE SONO STATE PER LA PRIMA VOLTA IMPREZIOSITE DALL’INSERIMENTO DI COMPONENTI IN TESSUTO, METALLO E LEGNO, A RENDERLI ANCORA PIÙ STABILI, SOLIDI ED ESTETICAMENTE IRRESISTIBILI. <CON P-ONE – SPIEGA ZAGO –

CERCHIAMO DI ESPLORARE NUOVE STRADE E NUOVE APPLICAZIONI PER LA MATERIA PRIMA CARTA RICICLATA, ALLA RICERCA DI SOLUZIONI FUTURE CHE POSSANO CONIUGARE IL BUSINESS DELLA CARTA CON L’ECOSOSTENIBILITÀ A CUI SIAMO PARTICOLARMENTE LEGATI. LA GREEN ECONOMY È L’ECONOMIA DEL FUTURO, L’UNICA ECONOMIA POSSIBILE. PER QUESTO PUNTO AL RICICLO E ALL’INNOVAZIONE A DISPETTO DI QUALSIASI CRISI. SONO CONVINTO CHE LA CREATIVITÀ ITALIANA SARÀ UNO DEGLI ELEMENTI CHIAVE CHE POTRÀ TRASCINARCI FUORI DA QUESTO MOMENTO DI DIFFICOLTÀ ECONOMICA>. CON UNA VENTINA DI STABILIMENTI DISLOCATI SU QUASI TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE BRUNO ZAGO MANTIENE DA ANNI LA SUA POSIZIONE DI LEADERSHIP NEL MERCATO CARTARIO ITALIANO DIMOSTRANDO UNA GRANDE CAPACITÀ

IMPRENDITORIALE E LUNGIMIRANZA NEL SAPER INTERPRETARE LE ESIGENZE DEL SETTORE.

PRO-GEST È INFATTI OGGI IL PRIMO E UNICO GRUPPO PRIVATO ITALIANO (ED EUROPEO) A GESTIRE L’INTERA FILIERA DEL RICICLO DELLA CARTA: <HO CERCATO NEGLI ANNI –SPIEGA ZAGO – DI AMPLIARE LA NOSTRA FILIERA PRODUTTIVA AL MASSIMO PER ESSERE IN GRADO DI OTTIMIZZARE LE RISORSE E RIDURRE GLI SPRECHI>. COSÌ OGGI PRO-GEST GESTISCE LA RACCOLTA DEL MACERO PROVENIENTE DALLA DIFFERENZIATA SUL TERRITORIO, LA TRASFORMAZIONE DEL MACERO IN CARTA RICICLATA, LA LAVORAZIONE DELLA CARTA CHE DIVENTA CARTONE, LA PRODUZIONE DI OLTRE 1,5 MILIARDI DI IMBALLAGGI L’ANNO E ORA PERSINO IN ARREDI DI DESIGN. UNA BELLA STORIA DI IMPRENDITORIA VENETA (ANZI, TREVIGIANA) CHE NASCE NEGLI ANNI DEL BOOM ECONOMICO <QUANDO AL BALLO ED ALLE SAGRE DI PAESE – RACCONTA ZAGO PREFERIVO COLTIVARE, COL LAVORO, SOGNI PIÙ GRANDI, OBIETTIVI PIÙ LONTANI>. UN DESTINO, QUELLO DEL CARTONE, CHE L’HA SEGNATO FIN DA BAMBINO, QUANDO DOPO LA SCUOLA DAVA UNA MANO A CONFEZIONARE SUPPORTI PER FOCACCE. L’ESPERIENZA GIOVANILE COME DIPENDENTE IN UN’AZIENDA NELLA QUALE PRESTO SI È CONQUISTATO IL RUOLO DI RESPONSABILE E POI IL GRANDE PASSO NEL 1973 QUANDO SI METTE 125


IN PROPRIO. DAL PRIMO SCATOLIFICIO IN POI È UNA CORSA INARRESTABILE PER RISALIRE LA FILIERA, CON INVESTIMENTI MIRATI E STRATEGICI: ONDULATORI, CARTIERE E RECENTEMENTE PIATTAFORME PER IL MACERO. <L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA È SEMPRE STATA AL CENTRO DELLA NOSTRA STRATEGIA IMPRENDITORIALE - PUNTUALIZZA ZAGO - E PRO-GEST ADOTTA L’USO DELLA BAT (BEST AVAILABLE TECHNOLOGY), UNA METODOLOGIA VOLTA A RICERCARE E ADOTTARE LE MIGLIORI TECNOLOGIE PRESENTI SUL MERCATO AL FINE DI INDIVIDUARE LE PIÙ ADATTE AD OTTIMIZZARE LA PRODUTTIVITÀ>. CARTIERE VILLA LAGARINA È IL FRUTTO DI QUESTA TECNOLOGIA. <NELLA CARTIERA ABBIAMO FATTO INVESTIMENTI NOTEVOLI – SPIEGA - DELL’ORDINE DI 100 MILIONI, PER DAR 126

VITA AD UN NUOVO IMPIANTO, UNICO IN TUTTO IL TERRITORIO NAZIONALE, PER LA PRODUZIONE DI CARTA DA IMBALLAGGIO LISCIA DA 75 GRAMMI IN SU.

CARTIERE VILLA LAGARINA È LA SOLA CARTIERA IN ITALIA CHE PUÒ PRODURRE CARTA DI NUOVA GENERAZIONE DI STANDARD EUROPEO, CON GRAMMATURE PIÙ BASSE E MAGGIORE RESISTENZA RISPETTO ALLA CARTIERE TRADIZIONALI. LA CARTIERA È UN VERO E PROPRIO GIOIELLO INDUSTRIALE: COMPLETAMENTE INSONORIZZATA, GRAZIE ALLA PRESENZA DELLA PIÙ AVANZATA MACCHINA DA CARTA D’ITALIA ARRIVA A

PRODURRE 900 TONNELLATE DI CARTA DA IMBALLAGGIO FINITA AL GIORNO AD UNA VELOCITÀ DI OLTRE 1500 MT DI CARTA RICICLATA AL MINUTO E L’AVANZATO SISTEMA DI GESTIONE ACQUE PERMETTE DI CONSUMARE POCHI LITRI PER KG DI PRODOTTO FINITO, PER LA PRECISIONE UN TERZO DELL’ACQUA UTILIZZATA DALLE CARTIERE TRADIZIONALI. <UN INVESTIMENTO, QUELLO DI VILLA LAGARINA – RACCONTA ZAGO - CHE CI HA PERMESSO DI TRIPLICARE LA PRODUZIONE OLTRECHÉ DI METTERE IN CAMPO UN SISTEMA INNOVATIVO DI RECUPERI ENERGETICI DEL CALORE, CHE DAL 2011 CONSENTE ALLA STRUTTURA LA PIENA AUTOSUFFICIENZA ENERGETICA E CHE A BREVE PERMETTERÀ LA REALIZZAZIONE DI UN PROGETTO DI TELERISCALDAMENTO ESTESO AL COMUNE CHE LA OSPITA>.


Ph Diego Gaspari Bandion

Grand HotEl SAVoiA CortinA d’AMpEzzo Cultura del vivere, vivere nella Cultura.

É bello quando si torna a casa! E tornare al Grand Hotel Savoia Vi darà la stessa sensazione di esclusiva familiarità, di lussuoso calore, in una struttura completamente rinnovata. Sul comfort non siamo scesi a nessun compromesso, abbiamo pensato solo a quello che poteva farvi stare bene, con camere e suite di grande pregio, il ristorante Savoy, il bar Giardino d’inverno, il Cigar Bar, spazi per mostre d’arte ed eventi musicali, il centro benessere Messeguè e il centro congressi, storico punto di incontri della cultura, donato nuovamente a Cortina d’Ampezzo. Grand Hotel Savoia, il nuovo hotel a 5 stelle di Cortina d’Ampezzo: è qualcosa di meglio, ed è bello poterlo scegliere!

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THE ECOMONDO FAIR IN RIMINI, PRO-GEST HAS PRESENTED THE NEW COLLECTION OF ECOFURNITURE BY P-ONE DESIGNED TOGETHER WITH PAMIO DESIGN AND FABBIAN. FOR THE FIRST TIME CHAIRS, BOOKCASES, TABLES AND LAMPS MADE OF CARTON HAVE BEEN EMBELLISHED WITH PIECES OF FABRIC, METAL, WOOD. THEY ARE THEREFORE EVEN MORE STABLE, SOLID AND AESTHETICALLY IRRESISTIBLE. “THANKS TO P-ONE” - ZAGO EXPLAINS - “WE ARE EXPLORING NEW WAYS AND NEW APPLICATIONS FOR THE RECYCLED PAPER, LOOKING FOR FUTURE SOLUTIONS ABLE TO COMBINE THE PAPER BUSINESS WITH THE ECO-SUSTAINABILITY WE ARE DEEPLY ATTACHED TO. THE GREEN ECONOMY IS THE ECONOMY OF THE FUTURE, THE ONLY POSSIBLE ECONOMY. THIS IS THE REASON WHY I BET ON RECYCLING

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ROMANZO CRIMINALE di Barbara Carrer

L

A COMPLESSITÀ DELL’ANIMO UMANO, ANALIZZATA NEI SUOI RISVOLTI PIÙ OSCURI, È ANCORA UNA VOLTA IL TEMA SCELTO DA MICHELE PLACIDO, ATTORE E REGISTA CHE NON NECESSITA DI PRESENTAZIONE, PER IL SUO ULTIMO LAVORO “LE GUETTEUR” (IL CECCHINO), CO-PRODUZIONE TRA FRANCIA, BELGIO E ITALIA. SI TRATTA DI UN POLAR (POLIZIESCO DI STAMPO FRANCESE) CHE VANTA ATTORI DEL CALIBRO DI DANIEL AUTEIL, MATHIEU KASSOVITZ E OLIVIER GOURMET, ACCANTO AI DUE GIOVANI ATTORI ITALIANI LUCA ARGENTERO E VIOLANTE PLACIDO, SCELTA DOPO LA PARTECIPAZIONE IN “THE AMERICAN” CON GEORGE CLOONEY. LA PRESENTAZIONE DEL FILM AL FESTIVAL DEL CINEMA DI ROMA (DOVE PARTECIPA FUORI CONCORSO) OFFRE A PLACIDO LO SPUNTO PER PARLARE DELLA PRODUZIONE CINEMATOGRAFICA NEL NOSTRO PAESE E DEL CINEMA COME VEICOLO PER RACCONTARE L’ITALIA DI IERI E DI OGGI.

ALLA FRANCESE

CRIMINALE. PUR CONSIDERANDO UN GRANDE ONORE IL FATTO CHE SIA STATA DATA LA POSSIBILITÀ AD UN REGISTA ITALIANO DI GIRARE UN POLIZIESCO DI STAMPO PRETTAMENTE FRANCESE, DEVO AMMETTERE CHE, INIZIALMENTE, ERO UN PO’ INTIMIDITO. MI HANNO TRANQUILLIZZATO LA LETTURA DEL COPIONE E LA PRESENZA DI ATTORI DI GROSSO CALIBRO CHE INCARNAVANO PERFETTAMENTE L’IDEA CHE AVEVO DEI LORO PERSONAGGI. IN QUESTO PROGETTO EMERGE IN LEI UN ENTUSIASMO SIMILE A QUELLO DEI SUOI ESORDI. SE IL CAST È GIOVANE ANCH’IO MI SENTO PIÙ GIOVANE, COME RINVIGORITO. LE NUOVE GENERAZIONI HANNO PIÙ FANTASIA, SONO PIÙ INCAZZATE E SE I MIEI COETANEI FOSSERO UN PO’ PIÙ STIMOLATI, SI POTREBBE TORNARE A FARE FILM COSÌ. CI SONO PERSONE DI BUONA VOLONTÀ CHE ASPETTANO SOLO UN SEGNALE, MA LO SFORZO DEVE ARRIVARE DA TUTTE LE PARTI. IL GOVERNO MONTI, PER ESEMPIO, NON NE HA ANCORA DATI. MI SPIEGO:

IL FATTO CHE LEI SIA STATO CHIAMATO IN FRANCIA DAL PRODUTTORE FABIO CONVERSI PER DIRIGERE UNA PELLICOLA DI GENERE SCRITTA DA DUE GIOVANI SCENEGGIATORI FA SORGERE SPONTANEA UNA DOMANDA: È L’ASSENZA DI STIMOLI IN PATRIA CHE SPINGE UN REGISTA AD ACCETTARE PROGETTI ESTERI? CI SAREBBERO MOLTEPLICI STORIE ITALIANE CHE MI INTERESSEREBBE RACCONTARE. BASTI PENSARE A COSA È AVVENUTO A LIVELLO GIUDIZIARIO, AI COLLEGAMENTI TRA STATO E MAFIA CHE IL CINEMA NON HA MAI TRATTATO. PURTROPPO SU QUESTI TEMI C’È SEMPRE UNA SORTA DI AUTOCENSURA SIA DA PARTE DEGLI AUTORI CHE DA PARTE DI CHI SI OCCUPA DEL CINEMA ITALIANO, CHE VIENE PRODOTTO PRATICAMENTE SOLO DALLA RAI UN ESEMPIO? SE DOVESSIMO METTERE IN SCENA GLI ULTIMI VENT’ANNI DELLA STORIA DEL NOSTRO PAESE CI SAREBBERO DEI PERSONAGGI CHE OFFRIREBBERO MOLTEPLICI SPUNTI.TANTO PER FARE UN NOME IO FAREI UN FILM SU MARCELLO DELL’UTRI, NON TANTO INCENTRATO SULLE SUE COLPE, MA PIUTTOSTO PER INDAGARE LE MOTIVAZIONI PER CUI LA CRONACA GIUDIZIARIA SI È OCCUPATA DI LUI E I GIUDICI GLI STANNO ADDOSSO. GLI AMERICANI LO AVREBBERO GIÀ FATTO... COME NASCE L’IDEA DI “LE GUETTEUR”? “IL CECCHINO” È IL MIO ROMANZO CRIMINALE FRANCESE. LA SUA GENESI SI DEVE AL PRODUTTORE FABIO CONVERSI CHE NE HA ACQUISTATO I DIRITTI E AI DUE SCENEGGIATORI CEDRIC MELON E DENIS BRUSSEAUX CHE ERANO RIMASTI COLPITI DA ROMANZO

SE VUOI DARE DEI MESSAGGI FORTI VERSO UNA NUOVA ETICA DEVI FARLO ATTRAVERSO LA CULTURA: METTENDO IN CANTIERE, AD ESEMPIO, 4-5 FILM SULLA STORIA CIVILE DEL NOSTRO PAESE DEGLI ULTIMI DIECI, QUINDICI ANNI. QUESTO DIMOSTREREBBE UNA REALE VOGLIA DI RICOMINCIARE, E SAREBBE UN MONITO PER I GIOVANI, DIVERSAMENTE RESTEREMO SEMPRE NELL’AMBIGUITÀ. NELLE PIEGHE DEL POLIZIESCO SI NASCONDE ANCHE IL TEMA DEI GIOVANI REDUCI DELL’ AFGHANISTAN… E’ STATA UNA SCELTA DEGLI SCENEGGIATORI. I RAPINATORI SONO TORMENTATI DAL SENSO DI COLPA PER AVER COMBATTUTO UNA GUERRA CHE NON LI RIGUARDAVA E DECIDONO DI USARE LA VIOLENZA CHE HANNO IMPARATO IN BATTAGLIA VERSO UN NEMICO COMUNE: LE BANCHE. CIÒ CHE VOLEVO FAR PERCEPIRE AL PUBBLICO È CHE LA NOSTRA CIVILTÀ STA ATTRAVERSANDO UNA FASE DISTRUTTIVA DAL PUNTO DI VISTA DEI RAPPORTI UMANI, COSA CHE, NELLA STORIA, SI EVINCE DAL RAPPORTO CHE LEGA IL PERSONAGGIO DI DANIEL AUTEUIL, QUELLO DI SUO FIGLIO E I SERVIZI SEGRETI FRANCESI. PARIGI DIVENTA, COSÌ, TEATRO PER PAREGGIARE I CONTI DI QUELLA GUERRA. QUAL È STATO IL SUO RAPPORTO CON GLI ATTORI D’OLTRALPE? CON MATHIEU KASSOVITZ SIAMO ANDATI MOLTO D’ACCORDO, ANCHE SE ABBIAMO DOVUTO CONFRONTARCI PARECCHIO PER TROVARE IL MODO GIUSTO DI RAPPRESENTARE UN RUOLO TANTO COMPLESSO. HO IMPARATO DALLE SUE CRITICHE COSTRUTTIVE E DALLE MOLTEPLICI, AMLETICHE DOMANDE. DANIEL AUTEUIL È UN ATTORE STRAORDINARIO DA DIRIGERE E SE, CON MATHIEU, HO INSTAURATO UN RAPPORTO TRA REGISTI, CON

“SONO MOLTO ATTRATTO DALLA COMPLESSITÀ DELL’ AN E MI PIACE ESPLORARNE IL LATO OSCURO.” 130


CINEMA

INTERVISTA A MICHELE PLACIDO DANIEL MI SONO RELAZIONATO DA ATTORE,RECITANDO LA SCENA (MENTRE

ABBIA PLASMATO L’UOMO MODERNO, CON TUTTE LE SUE CONTRADDIZIONI.

LUI,COMODAMENTE SEDUTO, APPREZZAVA) E CHIEDENDOGLI DI FARE LO

NE “IL CECCHINO”, MI INTERESSAVA ANDARE OLTRE L’ANTITESI BUONO-

STESSO PIÙ CHE SPIEGANDOGLIELA A PAROLE, ALLA CLINT EASTWOOD

CATTIVO E FAR RIFLETTERE IL PUBBLICO SU CHI SIA IL VERO COLPEVOLE

LEI SI CONSIDERA UN AUTORE?

CON QUEL TIPO DI INDAGINE INTROSPETTIVA CHE CARATTERIZZA LE OPERE

NON NELLA CONNOTAZIONE ALTA DI ROSI E ALTRI GRANDI. RITENGO,

SHAKESPEARIANE. ERA MIA INTENZIONE ANCHE METTERE IN LUCE LA

TUTTAVIA, DI ESSERE UN BUON PROFESSIONISTA CON GRANDE ESPERIENZA

DECADENZA OCCIDENTALE DELLA QUALE IL MEDICO CORROTTO DELLA MIA

ARTIGIANALE, TANT’È VERO CHE MI CHIAMANO ALL’ESTERO PER GIRARE FILM

PELLICOLA RAPPRESENTA L’EMBLEMA, INCARNANDO ALLA PERFEZIONE

SCRITTI DA ALTRI, COME NEL CASO DI “IL CECCHINO”.

L’AMBIGUITÀ E LA DOPPIEZZA, UNA SORTA DI DOTTOR JEKYLL E MR HYDE

CHE COSA LA ATTRAE DEL GENERE NOIR?

DELL’ERA MODERNA. C’È CHI LE HA PERSINO RIMPROVERATO DI PROVARE TROPPA EMPATIA NEI CONFRONTI DI PERSONAGGI DIFFICILI E CONTROVERSI COME SEMBRA ACCADERE ANCHE IN QUESTO NUOVO FILM.

E’ PIÙ REALISTICO DELLA COMMEDIA E MENO IMPEGNATO DEL FILM AUTORIALE, RISPECCHIA MEGLIO LE CONTRADDIZIONI E GLI EVENTI DI QUESTI ANNI. NE “IL CECCHINO”, TUTTAVIA, AL DI LÀ DEL TEMA POLIZIESCO, CIÒ CHE MI INTERESSAVA ERA DESCRIVERE GLI ESSERI UMANI: NEL FILM ABBIAMO, INFATTI, UN FUORILEGGE, UN UOMO CHE SENTE CHE LA LEGGE NON LO RAPPRESENTA PIÙ E UN ALTRO CHE NON HA PIÙ LIMITI: SIAMO AL CENTRO DELLA TRAGEDIA UMANA. DA CHI HA TRATTO ISPIRAZIONE PER “LE GUETTEUR”? DAI FILM DI MELVILLE, IN PRIMIS “IL CERCHIO ROSSO”, MA ANCHE DAL CINEMA DI OLIVIER MARCHAND, CHE È MOLTO POPOLARE E DI FORTE IMPATTO EMOTIVO. COM’È VISTO IL CINEMA ITALIANO IN FRANCIA? AL MOMENTO È MOLTO APPREZZATO: IL MIO ROMANZO CRIMINALE L’HANNO VISTO TUTTI, E AMANO MOLTO GARRONE E SORRENTINO OLTRE A NANNI MORETTI. SONO ANCHE ABITUATI A VEDER RECITARE ATTORI ITALIANI NEI LORO FILM, COSA CHE, DEL RESTO, È UNA TRADIZIONE ANCHE NEL POLAR: BASTI RICORDARE GIANMARIA VOLONTÉ NE “IL CERCHIO ROSSO” E LINO VENTURA, UNA VERA STAR DEL GENERE. ANCHE NEI NOSTRI NOIR HANNO RECITATO SPESSO ATTORI FRANCESI, UNO SU TUTTI ALAIN DELON. PARLIAMO DEL LAVORO CHE STA PREPARANDO, TRATTO DA UN TESTO TEATRALE DI PIRANDELLO. E’ UNA STORIA D’AMORE TRA UNA INSEGNANTE DEL CONSERVATORIO E IL PROPRIETARIO DI UN NEGOZIO DI DELICATESSEN. LA DONNA, DOPO UNA VIOLENZA SUBÌTA, RIMANE INCINTA E DECIDE DI TENERE IL BAMBINO E FARLO ACCETTARE AL MARITO. PARTECIPERÒ AL FILM SOLO IN QUALITÀ DI REGISTA, SENZA RECITARVI. DA COSA NASCE IL SUO INTERESSE PER GLI ANTIEROI? SONO MOLTO ATTRATTO DALLA COMPLESSITÀ DELL’ANIMO UMANO E MI PIACE ESPLORARNE IL LATO OSCURO. LAVORANDO AL “RE LEAR”, A TEATRO, SIA COME ATTORE CHE COME REGISTA, MI SONO CONVINTO CHE SHAKESPEARE

NIMO UMANO

IN VITA MIA HO CONOSCIUTO E INTERPRETATO SIA ESSERI UMANI CHE HANNO FATTO DEL BENE SIA PERSONE CHE HANNO FATTO DEL MALE E LI HO GUARDATI NEGLI OCCHI: QUESTO EMERGE DAI MIEI FILM. IL MIO APPROCCIO NEI CONFRONTI DI ENTRAMBE LE CATEGORIE È LETTERARIO, ALLA DOSTOEVSKIJ: RISPETTO TUTTI E NE ANALIZZO LE PASSIONI E I GRANDI MISTERI DELL’ANIMA. QUESTO È RETAGGIO DELLA MIA CULTURA CON LA SUA BELLISSIMA IMMAGINE DI

CRISTIANA CRISTO.


VISTO DA DANIEL AUTEUIL NELL’ULTIMO FILM DI MICHELE PLACIDO,

PELLICOLE ECCELLENTI CHE GLI

LE CAPITA DI IDENTIFICARSI NEI PERSONAGGI

“IL CECCHINO” È L’INTEGERRIMO CAPITANO

PERMETTERANNO DI IMPORSI COME UNO DEI

CHE INTERPRETA?

MATTEI, UOMO DI LEGGE CHE ORGANIZZA UNA

PERSONAGGI DI PUNTA DEL CINEMA FRANCESE

NON NECESSARIAMENTE, MA DEVO CREDERE

FEROCE CACCIA CONTRO UNA FAMIGERATA

CONTEMPORANEO. TRA QUESTE JEAN DE

NELLA STORIA E RITENERE CHE IL RUOLO SIA

GANG DI RAPINATORI DI BANCHE. I SUOI OCCHI

FLORETTE E IL SUO SEGUITO MANON DELLE

VERITIERO: SOLO IN QUESTO CASO RIESCO

ESPRIMONO LA TRISTEZZA NEI CONFRONTI DI

SORGENTI, CON YVES MONTAND E GÉRARD

A LASCIARMI ANDARE E INIZIO A GIOCARE A

UN MONDO CHE VEDE CROLLARE INTORNO A

DEPARDIEU E L’INTENSO UN CUORE IN INVERNO

GUARDIE E LADRI.

LUI.

(1992), GRAZIE AL QUALE VINCERÀ IL DAVID DI

E’ LA SUA PRIMA ESPERIENZA CON MICHELE

SONO GLI OCCHI ESPRESSIVI E MALINCONICI

DONATELLO COME MIGLIOR ATTORE STRANIERO,

PLACIDO… COSA L’HA SPINTA AD ACCETTARE

DEL FRANCESE DANIEL AUTEUIL, INTERPRETE

RECITANDO ACCANTO ALLA FUTURA MOGLIE

DI LAVORARE CON LUI?

DI INDISCUSSA GRANDEZZA ESPRESSIVA E

EMANUELLE BEART. PALMA D’ORO NEL ’96

CIÒ CHE MI PIACE DI MICHELE È LA SUA LIBERTÀ

TALENTO INTERNAZIONALE CHE SI DESTREGGIA

AL FESTIVAL DI CANNES COME MIGLIOR

NEI CONFRONTI DELLA TECNICA E DELLA

CON DISINVOLTURA E CLASSE FRA IL

INTERPRETE PER L’OTTAVO GIORNO DI JACOB

SCELTA DEL SOGGETTO, CARATTERISTICA

DRAMMATICO E IL COMICO.

VON DORMAEL, AUTEUIL VINCE POI IL SUO

QUESTA COMUNE AI REGISTI CHE SONO

FIGLIO DI DUE CANTANTI DI OPERETTA,

SECONDO CÉSAR PER LA RAGAZZA SUL PONTE

ANCHE ATTORI, ESSI INFATTI SANNO COME

L’ATTORE TRASCORRE LA SUA INFANZIA

DI PATRICE LECONTE.

OTTENERE LA PRECISIONE E L’AUTENTICITÀ

DIETRO LE QUINTE DEI TEATRI, STUDIANDO CANTO E RECITAZIONE FINCHÈ, RESPINTO

SIGNOR AUTEUIL, COSA L’HA AFFASCINATA

A SPIEGARE LA SCENA A PAROLE, CE LA

SIA DALLA SCUOLA DI DRAMMATURGIA

NEL PERSONAGGIO DEL CAPITANO MATTEI?

MOSTRAVA RECITANDO: MODO DI LAVORARE

CHE DAL CONSERVATORIO, DECIDE DI

“LA CONTRAPPOSIZIONE FRA LA FIGURA DI

CHE APPREZZO PERCHÉ È ANCHE IL MIO. IN

PASSARE DIRETTAMENTE ALLA PRATICA,

POLIZIOTTO GRINTOSO E QUELLA DI PADRE

QUESTO FILM PLACIDO HA OPTATO PER UNA

DEBUTTANDO, NEL 1974, NELLA SERIE TV

ALLA DERIVA CHE INDAGA SULLA MORTE DEL

FORMA MOLTO MODERNA DOVE OCCHIEGGIANO

LE FARGEOT CUI SEGUIRANNO UN MUSICAL

FIGLIO. SI TRATTA DI UN UOMO IMPECCABILE,

OVUNQUE GLI INGREDIENTI DEL THRILLER; LA

AL TEATRO NAZIONALE DI PARIGI E LA SUA

CALMO E COMPOSTO CHE, TUTTAVIA, VIVE

PELLICOLA RIFLETTE I CODICI DEL GENERE

PRIMA APPARIZIONE SUL GRANDE SCHERMO

SUL FILO DEL RASOIO. NEI GIALLI, NEI FILM

POLIZIESCO, MA, ALLO STESSO TEMPO, NE È

NEL DRAMMATICO APPUNTAMENTO CON

DI MELVILLE O IN QUELLI A TEMA GIUDIZIARIO

TOTALMENTE LIBERA. APPREZZO ANCHE IL

L’ASSASSINO DI GÉRARD PIRÈS, ACCANTO

C’È SEMPRE UN PERSONAGGIO COME LUI CHE,

FATTO CHE QUESTO REGISTA NON PARLI MOLTO,

A CATHERINE DENEUVE, JEAN-LOUIS

AL DI LÀ DEL RUOLO PUBBLICO, ESPRIME UNA

SI È CREATA, COSÌ, UNA SORTA DI EMPATIA

TRINTIGNANT E LA NOSTRA MILENA VUKOTIC.

TRAGEDIA UMANA.

PERCHÉ ENTRAMBI ABBIAMO AVUTO UNA

DA QUEL MOMENTO SI SUSSEGUIRANNO 132

DAI PROPRI COLLEGHI. QUANDO NON RIUSCIVA

CARRIERA COME ATTORI, RICCA E VARIA.


CINEMA

“IN QUESTO FILM PLACIDO HA OPTATO PER UNA FORMA MOLTO MODERNA DOVE OCCHIEGGIANO OVUNQUE GLI INGREDIENTI DEL THRILLER.” IL NOSTRO RAPPORTO È STATO SEMPLICE,

IMPRESSIONE ANCHE OLIVER GOURMET.

E IL CLIMA SUL SET?

SCHIETTO, PRIVO DEI MECCANISMI DETTATI

ENTRAMBI QUESTI ATTORI HANNO UN FASCINO

E’ STATO COME RITROVARE UN GRUPPO DI AMICI

DALL’EGO E DALLA VANITÀ.

PARTICOLARE E DEL TUTTO PERSONALE, MI

CON CUI TI SEI DIVERTITO DURANTE UN CAMPO

AVEVANO COLPITO NELLE LORO PRECEDENTI

ESTIVO. MICHELE E IO ABBIAMO PARLATO

LEI CONOSCE BENE IL NOSTRO CINEMA

INTERPRETAZIONI ED ERO CURIOSO DI

ANCHE DELLE BELLISSIME ATTRICI ITALIANE.

AVENDO RECITATO IN SOSTIENE PEREIRA

CONOSCERLI. QUANDO MI TROVO A CONTATTO

DURANTE LE RIPRESE C’È STATO IL COSIDDETTO

(1995) DI ROBERTO FAENZA, VAJONT - LA

CON ARTISTI DI QUESTO CALIBRO NON HO

“MOMENTO DI GRAZIA”. NE “IL CECCHINO” È

DIGA DEL DISONORE (2001) DI RENZO

L’IMPRESSIONE DI LAVORARE, È UN PIACERE

STATO TANGIBILE: CI SIAMO INCONTRATI AD

MARTINELLI E IL THRILLER SOTTO FALSO

NATURALE CHE FA PARTE DELL’ESSENZA DI

AGOSTO IN UNA PARIGI DESERTA, FRA FINTE

NOME (2005) DI ROBERTO ANDÒ. HA

QUESTA PROFESSIONE LO SCAMBIO.

ESPLOSIONI E INSEGUIMENTI SUI TETTI DELLO

AVVERTITO ACCENTI ITALIANI NEL MODO DI

CHATELET… ADORO LA MIA PROFESSIONE

DIRIGERE DI PLACIDO?

ANCHE LEI COME PLACIDO È INCURIOSITO DAL

PROPRIO PER QUESTO TIPO DI ESPERIENZE, PER

NON DIREI CHE MICHELE ABBIA PORTATO UNA

DUALISMO BENE-MALE?

L’EUFORIA DEL MOMENTO.

SENSIBILITÀ TIPICAMENTE ITALIANA AL FILM,

C’È UN SOTTILE CONFINE TRA BENE E MALE E

QUANTO PIUTTOSTO LA SUA RICCA CULTURA

QUESTO È UN TEMA RICORRENTE DEL GENERE

CHE COS’HA DI SPECIALE QUESTO FILM, A

CINEMATOGRAFICA. IL CINEMA HA SEMPRE

NOIR. LA MAGGIOR PARTE DEI PERSONAGGI,

SUO, AVVISO?

ACCENTI DIVERSI, A SECONDA DEL SUO PAESE

NEI GIALLI, SONO VITTIME DELLA PROPRIA

SI DISTINGUE DA TUTTI GLI ALTRI PER

D’ORIGINE, MA, NE”IL CECCHINO”, L’UNICO VERO

DEBOLEZZA E CERCANO UN RISCATTO O

UN’ENERGIA UNICA.

ITALIANO, SECONDO ME, ERA IL DIRETTORE

PERLOMENO IL PERDONO. ESISTE ANCHE

DELLA FOTOGRAFIA.

L’ELEMENTO DEL FASCINO ESERCITATO DAI

COSA LA RENDE FELICE?

MALVIVENTI, COME AD ESEMPIO LA GANG DI

TUTTE LE VOLTE IN CUI MI VIENE

QUAL È STATO IL SUO RAPPORTO CON GLI

RAPINATORI DI QUESTO FILM. INFRANGONO

OFFERTA LA POSSIBILITÀ DI CRESCERE

ALTRI ATTORI?

I TABÙ, COMPIONO AZIONI INIMMAGINABILI E

PROFESSIONALMENTE, DI TROVARE UN RUOLO

MI PIACE MOLTO VEDER RECITARE I

SFIDANO LE CONVENZIONI SOCIALI. A SECONDA

ADATTO E CONSONO ALLA MIA ETÀ. FORSE ORA

COLLEGHI. SONO STATO MOLTO FELICE DELLA

DEI METODI CHE USANO, ALCUNI DIVENTATO

CORRO MENO DI PRIMA, MA LA MIA PASSIONE È

CONOSCENZA CON MATHIEU KASSOVITZ CHE

EROI, ALTRI CAROGNE. “IL CECCHINO” PARLA

SEMPRE VIVA.

AMMIRAVO GIÀ COME REGISTA. IL SUO TALENTO

PROPRIO DI QUESTO E COSTRINGE IL PUBBLICO

È SORPRENDENTE, SPECIALMENTE PER LA

A RIFLETTERE PERCHÉ LE APPARENZE SONO

DISTANZA CHE SA METTERE TRA SE STESSO E

INGANNEVOLI E I VALORI UMANI VENGONO

I SUOI PERSONAGGI. MI HA FATTO UN’OTTIMA

MESSI IN DISCUSSIONE. 133


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PREZIOSI

Un tappeto o un arazzo sono molto più di un oggetto prezioso, sono la scoperta, di mondi ed epoche lontani, di storie d’arte e artigianato.

TRAME DI STORIA di Marco Rossi

E

ntrare nello spazio D.S.V. Carpets di Cortina d’Ampezzo è immergersi in un mondo dove la scoperta è esperienza continua: scoperta di frammenti di storia dell’umanità, di arte, di tradizione. Perché un tappeto o un arazzo sono molto più di un oggetto prezioso, sono la scoperta, appunto, di mondi ed epoche lontani, di storie d’arte e artigianato. Come quelle che la famiglia Di Sarno propone nello show room ampezzano nell’inverno 2012-2013. «Dalla Mongolia arriva un tappeto di fine ‘800, su fondo bianco e con una misura rarissima, 350 x 312 – spiega Salvatore Di Sarno -. E’ un tappeto di indubbia qualità, in eccellente stato di conservazione, che rappresenta un pezzo prezioso, oserei quasi definirlo unico, proprio per questo suo eccellente stato di conservazione oltre che per la misura fuori dagli standard e il fondo bianco». Dalla Francia arriva invece un Aubusson Luigi Filippo, datato 1851. Si tratta di un tappeto caratterizzato dalla misura 465x365. Fu disegnato da Sallandrouze de la Mornay, colui che può essere considerato il designer della famiglia reale per quanto riguarda i tappeti. Anche in questo caso si tratta di una creazione artistica che fonde storia, cultura e artigianato di livello assoluto. Sono caratteristiche, queste, che accompagnano tutte le proposte D.S.V. Carpets: dai tappeti dell’Ana-

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tolia a quelli del Caucaso, da quelli iraniani a quelli indiani antichi. Senza dimenticare i tappeti berberi che bene si sposano sia con un arredamento di una casa di montagna sia per con un ambiente minimalista. Ma D.S.V. Carpets, realtà che opera anche a Caserta e Vercelli oltre che tra le Dolomiti Ampezzane, si caratterizza anche per una vasta gamma di arazzi. «Una delle proposte dell’inverno 20122013 – afferma ancora Salvatore Di Sarno – è un arazzo Audenaarde datato 1580 -1620, misto seta. Le sue misure sono 330 x 179 e il soggetto è costituito da una lupa, con cervi e pavoni. Si tratta di una vera e propria opera d’arte che quasi sicuramente rappresentava un regalo per un rito nuziale e il cui committente arrivava dalla città di Roma». Arazzi e tappeti pregiati: una gamma di alto profilo quella proposta da D.S.V. Carpets, una realtà per la quale i pezzi pregevolissimi che propone ai propri clienti sono, innanzitutto, la possibilità entrare in contatto con un oggetto vivo, ricco di vita e di sapere, un oggetto che entra in una casa con l’orgoglio della sua perfezione e con la cortesia secolare di chi l’ha creato.

E

ntering the D.S.V. Carpets store in Cortina d’Ampezzo means plunge into a world of continuous discovery of fragments of human history, of art and traditions. The reason being is that a carpet or a tapestry are much more than a valuable object. They are the opportunity to discover ancient words end eras, to be told of tales of art and craftsmanship. Tales like those that the Di Sarno’s family propose in its show room in Cortina during winter 2012/13 “We have a carpet from the late Nineteen Century coming from Mongolia which has a white background and a very rare size: cm 350 x 312 or 137” ½ x 122” ½” - explains Salvatore Di Sarno. “It is an high quality carpet and it is excellently preserved. Because of these characteristics, I would like to define it unique, not only precious. From France we have a carpet Aubusson Louis Philipp, from 1851, cm 465 x 365 or 183” x 143” ½. It was designed by Sallandrouze de la Mornay who we can consider the royal family’s carpets designer. This is also an artwork merging history, culture and craftsmanship of absolute level.” All the offers by D.S.V. Carpets are characterized by such elements: carpets from Anatolia and from Caucasus, from Iran and antique India. Furthermore, the Berber carpets, perfectly matching the interior design of a house in the mountains or of a minimalist location. D.S.V. Carpets, with its other locations in Caserta and Vercelli, also specialized in tapestries. It’s Salvatore Di Sarno again, to introduce a mixed silk tapestry Audenaar-


Tappeto Mongolia fine ottocento vello e lana - trama ed ordito in cotone 350 x 312 cm de dated 1580-1620: “This is one of the offer for winter 2012-2013. It measures cm 330 x 179 or 129” ½ x 70” ¼ and the subject on it is a she-wolf surrounded by deers and peacocks. It represents a true piece of art and it was almost certainly bought by a Roman customer for a wedding.” Tapestries and precious carpets: this is the high-end artworks D.S.V. offers to its clients, together with the chance to get in touch with an object which is alive, full of knowledge and history. A masterpiece that enters a client’s house proud of its perfection and with the same centuries-old kindness of its makers. Aubusson Luigi Filippo Sallandrouze de La Mornay, Francia 1851 465 x 365 cm

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ITINERARI

Veneto Hills Prosecco è sinonimo di relax

dove

Veneto Hills: where Prosecco is synonymous of relax

“ Sono sempre più numerosi i visitatori che scelgono di esplorare l’entroterra veneto alla ricerca di una vacanza alternativa, che consenta di scoprire i volti ancora poco conosciuti della nostra regione. ”

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Valentina Zago

di Ilario Tancon Delle oasi di prestigio immerse tra i colli del Prosecco per degustare il volto più rilassante del Veneto: questo è Veneto Hills, il marchio che rappresenta le tre ville di proprietà della famiglia Zago gestite e proposte per eleganti soggiorni turistici a coloro che sono alla ricerca di una raffinata tranquillità, immersi nella magnificenza della natura e degli esclusivi arredi. Queste residenze sorgono nel cuore della Marca Trevigiana, sui colli di Conegliano, a poco più di mezz’ora da Venezia, circondate dai vigneti del Prosecco. Villa Torre delle Fate, Prosecco Relais e Tenuta 2 Castelli sono ciascuna indipendente con il proprio ingresso e parcheggio privato, dotate di giardino e piscina e di ogni comfort per assaporare al meglio la magia di questo territorio ricco di cultura e di eccellenze enogastronomiche. <Le ville – spiega Valentina Zago, Responsabile della gestione di Veneto Hills – sono abitazioni storiche che rispettano e

custodiscono la tradizione locale e dell’incantevole paesaggio che le circonda. Vogliamo offrire ai nostri ospiti l’opportunità di vivere un’esperienza di totale relax, con la massima riservatezza, lontano dal caos cittadino ma a pochi chilometri dalle più frequentate mete turistiche del Veneto, comodamente raggiungibili con brevi tragitti>. Chi sono i vostri clienti abituali?

Ci scelgono molti turisti stranieri interessati a conoscere il Veneto orientale e le molteplici ricchezze della regione. Oltre alla tappa obbligata a Venezia sono sempre più numerosi i visitatori che scelgono di esplorare l’entroterra alla ricerca di una vacanza alternativa, che consenta di scoprire i volti ancora poco conosciuti della nostra regione. Quali caratteristiche rendono uniche le tre ville?

Le tre residenze sono state pensate per soddisfare tutti i

gusti, curando l’arredamento e i servizi a disposizione nei minimi dettagli. Il nostro Ospite si sente avvolto dal tepore di un contesto raffinato e mai freddo, può scegliere di trascorrere le sue giornate passeggiando tra i colli che ci circondano oppure nel relax della piscina o del solarium, altrimenti con estrema facilità può raggiungere delle mete artistico-culturali di valenza internazionale. Il tutto con la massima garanzia di privacy. E per chi ha delle esigenze particolari?

Siamo in grado di soddisfare qualsiasi esigenza dei nostri ospiti, dai semplici transfer ai tour della zona, dai corsi di cucina, alle cene in villa, al servizio di baby-sitting. Basta solo chiedere io e il mio Staff siamo a disposizione! Info e contatti:

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Prosecco Relais Prosecco Relais è una moderna abitazione di circa 300 mq costruita tre anni fa e situata a Refrontolo, una graziosa località del trevigiano celebre per il suo storico “Molinetto de la Croda”, un gioiello di architettura e ingegneria antica, in un angolo di paradiso. La struttura è completamente equipaggiata con tecnologia domotica e progettata in modo da essere perfettamente integrata con l’ambiente circostante. Letteralmente “scavata” nella collina” la casa è circondata da una grande terrazza di 150 mq sulla quale si affacciano tutte le stanze che godono quindi di luce naturale e dalle quali si può ammirare il panorama della valle. La Villa è costruita su un unico piano, ha una moderna cucina completa di ogni comfort, ampia sala da pranzo e salotto con caminetto. Le camere matrimoniali sono 3, ciascuna con il proprio bagno arredato con splendido marmo Travertino. La piscina con zona idromassaggio e il solarium faranno da contorno alle vostre vacanze. E’ particolarmente adatta per chi ama il design e le linee pulite. Villa Torre delle Fate è una casa originaria del 1800, situata a Refrontolo (TV) e completamente ristrutturata di recente. Prestigious oasis lost into the hills of Prosecco, to taste the most relaxing face of Veneto. This is Veneto Hills, the trademark representing the three villas owned by the Zago family where those who are looking for a refined tranquility can spend elegant touristic sojourns, surrounded by the magnificence of the nature and

Torre delle Fate Si dice che questa casa fu utilizzata durante la seconda Guerra Mondiale dalle forze militari austriache come stazione di controllo proprio grazie alla sua posizione dalla quale si domina la valle. Questa influenza si nota chiaramente osservando la struttura esterna e le scritte sulle mura della casa. Lo stile interno è “tipico veneziano” con arredamenti classici ed eleganti. Può ospitare fino ad otto persone accomodate in camere matrimoniali. Ideale per chi cerca un ambiente caldo e romantico, un ampio giardino e una piscina da cui godere di una vista mozzafiato sulle colline circostanti. Tenuta 2 Castelli è la villa più recente, una casa realizzata nel tipico stile delle Case di Collalto, zona in cui è situata. È immersa in 7 ettari di colline di proprietà, 5 dei quali adibiti alla coltivazione di uva da Prosecco (glera), i restanti 2 coperti da frutteto, ulivi e boschi. In prossimità della Villa è presente la cantina nella quale viene prodotto il ConeglianoValdobbiadene Prosecco Superiore DOCG 2 Castelli e dove è possibile degustare vino, olio d’oliva e altri i prodotti tipici della Tenuta. La casa ha una splendida vista sulle colline di Conegliano e una grande terrazza in legno attrezzata con tavolo e sedie, sospesa su un incantevole

exclusive furniture. These exclusive residences, surrounded by Prosecco vineyards, are located into the heart of the Marca Trevigiana, on the hills around Conegliano, less than an hour from Venice.Villa Torre delle Fate, Prosecco Relais and Tenuta 2 Castelli are each one independent, with private entrance and parking.

Tenuta 2 Castelli paesaggio. Esternamente troviamo una piscina di mt 11x6 con zona idromassaggio e lama d’acqua, direttamente affiancata ad un grande gazebo in legno bianco, arredato con tavoli e sedie, zona barbecue e cucina esterna in marmo. La superficie interna della casa è di circa 500 mq2. Internamente nell’ampia zona giorno con travi in legno sbiancate, troviamo una cucina completa e moderna, il salotto con caminetto e la sala da pranzo. L’arredamento è di tipo “country chic”, con materiali naturali come la pietra faccia vista e il legno grezzo, i colori sono neutri, i tendaggi in lino e la tappezzeria con motivi floreali. Un soffio di Provenza, ma in Veneto! Ai successivi due piani troviamo 6 camere matrimoniali ciascuna con il proprio bagno e una ulteriore camera singola con bagno. Una delle suite dispone di una Jacuzzi istallata direttamente ai piedi del letto. Tutte le camere sono ricche di dettagli ed arredate con cura, mantenendo eleganza e semplicità al tempo stesso. Tenuta 2 Castelli è perfetta per le famiglie numerose, visto che può ospitare fino a 13 persone o per piccoli gruppi di amici che vogliano passare insieme le vacanze immersi in un contesto unico e di relax.

They have a garden, pool and any comfort to help you tasting the magic of such a territory, rich of culture, wine and food excellencies. “The villas – It’s Valentina Zago speaking, Veneto Hills’ General Manager - “are historical houses respecting and guarding the local tradition and the beautiful landscape

around them. We want to offer our guests the opportunity to live a total relax experience, protected by the best privacy. Away from the chaos of the city, but a few miles only from Veneto the most touristic destination, that are easily reachable with short trips. 141


MAESTRI

AUGUSTO MURER A VENEZIA di Eros Rampone

Per ricordare il novantesimo anniversario della nascita dello scultore bellunese il Consiglio regionale del Veneto, su proposta del Vicepresidente Vicario Matteo Toscani, organizza una mostra nella prestigiosa sede di Palazzo Ferro-Fini

er ricordare il novantesimo anniversario della nascita dello scultore Augusto Murer il Consiglio regionale del Veneto, su proposta del Vicepresidente Vicario Matteo Toscani, ha voluto organizzare, nella sua sede di palazzo Ferro-Fini, la mostra “Augusto Murer, la mia vita è nell’albero” che sarà aperta al pubblico fino al 15 febbraio 2013. Si tratta di una rassegna che espone 30 sculture e 25 tra disegni e acqueforti che tracciano l’intero percorso artistico dello scultore agordino iniziato nel suo paese natale, Falcade, immediatamente dopo la fine della seconda guerra mondiale. La rassegna, curata dal figlio dall’artista Franco Murer, accoglie il visitatore con le sculture che rappresentano tre fauni, sorta di preludio fantastico che ricorda il paesaggio dell’anima dell’autore, quello dei suoi boschi e delle sue montagne. La prima sala fa entrare in contatto immediato con il lavoro artistico rappresentato dal bancone di legno sul quale sono presentati gli scalpelli, le raspe, le sgorbie e le mazze per anni utilizzate dalle mani dello scultore nel trarre la vita dai tronchi d’albero ben rappresentati da una scultura di frassino rimasta incompiuta. Un lavoro che viene colto anche da una serie di fotografie che mostrano l’artista all’opera nel suo atelier. La sala successiva è dedicata ad un tema molto caro allo scultore:la maternità. Di grande effetto soprattutto quella posta al centro: un massiccio blocco di frassino nel quale madre e neonato formano un unicum che sottolinea l’indissolubile legame che li unisce. Il tema della maternità non dimentica gli ultimi della società come ci racconta “la zingara” ispirata da una giovane nomade con la sua creatura. Nella terza sala sono ospitate 15 opere, eseguite nell’arco temporale tra il 1953 e il 1985, il periodo della maturità artistica:da segnalare la ballerina, anch’essa intagliata nel legno di frassino, l’adolescente, esempio, assieme al torso e alle ballerine di grande padronanza nel trattare il corpo umano, il minatore colto mentre si prepara all’emigrazione una drammatica testimonianza degli ultimi lavoratori delle 142

Cristian, bronzo

miniere dell’Agordino all’epoca ormai in fase di abbandono e la donna al sole una delle ultime opere. Segue la sala delle opere ispirate alla tematica legata all’impegno civile e ai ricordi, personali e collettivi che si trasformano in racconto storico: ecco allora l’alpino nella steppa, Nikolayewka, il bozzetto della Partigiana il cui originale bronzeo appare e scompare, a seconda dei flussi di marea lagunare, sdraiato, a poche centinaia di metri da palazzo Ferro-Fini, davanti alla riva dei Sette Martiri. Conclude l’esposizione una rassegna di disegni e acqueforti che consentono di cogliere il passaggio dal segno sulla carta all’intervento sul legno e alle operazioni per giungere all’opera di bronzo che rivelano uguale talento e capacità di resa. Informazioni pratiche. La mostra (ingresso libero, basta esibire un documento di identità) rimarrà aperta a palazzo Ferro-Fini fino a venerdì 15 febbraio 2013 e si potrà visitare dal lunedì al sabato, dalle ore 10 alle 17. Per prenotare il servizio di guida e per ulteriori informazioni contattare il servizio relazioni esterne del Consiglio regionale tel.041-2701270.

Maternità distesa, bronzo

Fauno, bronzo


di Andrea Maurizio Campo


WINERY HALL

La sfida di Marco Keller

di Stefania Prandi

Logonovo: un assemblaggio di diversi vitigni prodotto nelle terre del Brunello di Montalcino. Milanese con un passato nel campo della meccanica, Keller ha iniziato a produrre un vino che nessuno si aspettava nel 2008. Con ottimi risultati: 30mila bottiglie all'anno, destinate in gran parte al mercato estero.

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Come è cominciata la sua avventura in un territorio che tutti usano per il Brunello? Nel 2003 ho comprato all'asta una tenuta di 160 ettari nel cuore del Montalcino. Era una distesa di terra senza vigneti e così ho dovuto partire da zero. Ho deciso l'orientamento dei filari, il sesto di impianto del vigneto e ho pensato di sfidare le convenzioni dedicandomi a un vino diverso dal Brunello. Sono molto soddisfatto perchè posso dire, senza incertezze, che Logonovo è un vino che non c'era. Come viene prodotto Logonovo? I vigneti vengono coltivati con metodi sostenibili. Usiamo pochissima solforosa, sotto i limiti previsti dal biologico, e rame e zolfo per prevenzione. Non abbiamo concimi chimici e facciamo il sovescio. Tutto questo però senza particolari denominazioni perchè a me non interessano. Sono convinto che la qualità paga anche senza etichette o marchi. Che vitigni usate? Oggi c'è la tendenza a impiegare vitigni autoctoni ma è una moda

che non mi convince. E quindi ho deciso di partire dai vitigni francesi del Merlot, del Syrah, del Petit Verdot, affiancandoli a quelli del Sangiovese e del Sagrantino. Ora sto per partire con un secondo vigneto, molto sperimentale, con un Malbec di origine argentina. Vende principalmente all'estero. Perchè? In Italia vendo soltanto ad amici e parenti e a chi mi contatta di persona perchè magari ha provato il vino in qualche ristorante della zona. Con il mercato estero mi trovo molto bene: gli acquirenti sono seri, pagano anche in anticipo e apprezzano il mio prodotto. Il mercato principale è la Svizzera. Poi ci sono il Giappone, dove il nostro vino è particolarmente apprezzato, la Repubblica Ceca e la Germania. Negli ultimi mesi ci stiamo aprendo anche agli Stati Uniti. The challenge faced by Marco Keller is called Logonovo - an assemblage of diverse grape vines produced in the land of Brunello and Montalcino. Born in Milan, with a past history in the field of mechanics, Keller in 2008 began to produce a vine that is beyond anyone’s expectations and with excellent results - 30,000

bottles a year and mostly destined for export abroad. How did your adventure begin?

“In 2003 I purchased at auction 395 acres of land in the heart of Montalcino. It was a stretch of land without vineyards, so I decided to start from zero. I can say with satisfaction and with no uncertainty that Logonovo is a wine that never existed before”. How is Logonovo produced?

“With sustainable methods. We use very little sulfurous additive, less than the limit allowed by biologists, with copper and sulphur protectives. No chemical compost is used; we use green manure”. What varieties of grapes do you use?

I decided to begin with a French variety of Merlot, Syrah, Petit Verdot alongside a variety of Sangiovese and Sagrantino. You mainly sell abroad. Why?

The foreign market works well for me; the buyers are serious, they pay in advance and they appreciate my product.

MARCO KELLER

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Dietro le quinte del mondo dell’arte con Michele Siracusano

di Ilario Tancon

Del mondo dell’arte c’è un aspetto poco conosciuto al grande pubblico ma che è fondamentale, imprescindibile anzi. E’ l’ambito della logistica, quel lavoro, anzi quella vera e propria arte che viene svolta “dietro le quinte” e che permette la circolazione delle opere da un museo a una sala d’esposizione, da paese all’altro, anche da un continente all’altro. Una delle realtà mondiali di riferimento per quanto riguarda la logistica legata all’arte è un’azienda a stelle e strisce ma il cui cuore e la cui mente sono Made in Italy. Si tratta di Aetna Fine Art, azienda di logistica ad altissima specializzazione nell’arte che opera in tutto il mondo. La sua sede è a New York e il suo fondatore è Michele (Michael per gli americani) Siracusano. Impegno ed entusiasmo, imprenditoria ed arte, lavoro e cultura umanistica. E lo sguardo sempre proiettato nel futuro: una storia da raccontare, quella di Michele. 146

Da dove cominciamo? Cominciamo da Taormina, dove sono nato nel 1969. Dopo gli studi classici, ho studiato economia, laureandomi nel 1990 alla University of Hartford. Due anni dopo l’ingresso nel mondo della logistica, lavorando per un’azienda di New York. Sono partito dal basso, riuscendo ad arrivare fino alla direzione generale. Poi che successe? Nel 1996 ho fondato una mia ditta di logistica, la Aetna Forwarding che, nel corso degli anni, si è sviluppata in tre ambiti: la Aetna Forwarding, la Aetna Fine Art Logistics e la Aetna Worldwide Relocation Services. Offriamo un servizio logistico ma siamo anche spedizionieri e imballatori, un valore aggiunto non secondario. Insomma siamo in grado di gestire in maniera autonoma quanto tradizionalmente viene frazionato tra varie ditte. Ciò ci permette di mantenere un livello qualitativo eccezionale. Tra i vostri clienti ci sono istituzioni pubbliche, consolati, ambasciate e compagnie multinazionali. Ma l’arte pare avere un ruolo del tutto particolare. La passione per l’arte ha fatto sì che gran parte

dello sviluppo aziendale si concentrasse sulla divisione Aetna Fine Art Logistics che oggi lavora con artisti quali Botero, Atchugarry, Britto, Mitoraj. Ma pure con le grandi case d’asta quali Christie’s e Sotheby’s, con musei, gallerie e collezionisti privati di tutto il mondo quali Sophia Loren, Robert De Niro e la famiglia reale dell’Arabia Saudita. Nel corso degli anni, lo dico con orgoglio, Aetna ha eseguito istallazioni di opere monumentali in tutto il mondo: dalla Russia alla Germania, dagli Stati Uniti alla Francia. Non senza difficoltà. Mi piace guardare alle problematiche di ogni lavoro come a una sfida piuttosto che come a una difficoltà. Certo, lavorare in questo settore non è impresa facile. Noi lo facciamo al meglio, gestendo la movimentazione di opere d’arte sotto un unico tetto: in un mondo ricco di burocrazia la gestione di un’opera d’arte spesso va ben oltre il puro trasporto in termini tradizionali e coinvolge molti altri aspetti di tipo doganale, fiscale, finanziario e legale. Noi offriamo una gamma di servizi completa, avendo sempre ben presente che un’opera d’arte va trattata come tale. Ciò significa mettere passione, impegno, attenzione, insomma arte, anche nel maneggiarla: per


MOVING ART

questo ricerchiamo con cura i materiali più appropriati e sviluppiamo continuamente nuove tecniche di imballaggio.

Michele Siracusano

E non vi fermate mai. In effetti è proprio così. Un mese fa è diventato operativo del nuovo stabilimento dedicato alla gestione delle opere d’arte. E’ la struttura tematica più moderna e completa di New York e una delle più importanti d’America, dotata di sistemi di sicurezza degni di un museo. Alla sua realizzazione abbiamo lavorato per oltre un anno. E il futuro? Il futuro, io che per natura sono ottimista, lo vedo sempre a portata di mano. E lo vivo come vivo il presente: pronto alle sfide, con lo spirito dell’innovatore. Futuro, ma anche radici salde nella sua vita. «Sì, quelle della famiglia e quelle dell’Italia. Al mio paese d’origine devo molto, soprattutto la formazione umanistica che mi ha fatto conoscere e poi amare l’arte. Anche se vivo in America, ho comunque moltissime occasioni di lavorare con l’Italia in virtù del fatto che è il paese depositario del maggior numero di opere d’arte al mondo. Con il mondo dell’arte italiano mantengo collaborazioni molto strette e sono convinto che questo contribuisca a rendermi un imprenditore migliore».

There is an essential aspect in the fine art world which is little known to the public. Logistics, the behind-the-scenes ac¬tivity (an art in itself), allows artwork to move from a museum to an exhibition, from country to country, and even from one continent to another. One of the world’s premier exam¬ples of specialized logistics in fine art is a U.S. company with an Italian heart and mind. Aetna Fine Art is a highly specialized logistics company that operates worldwide. Based in New York, Aetna was founded by Michele (Michael for the Americans) Siracusano. Commitment and enthusiasm, entrepreneurship and hard work, art and humanistic culture, with the sight always on the future, this is a story which deserves to be told, Michele’s story. Where do we start from? Let’s start in Taormina where I was born in 1969. After studying classics, I graduated in 1990 with a degree in business administration from the University of Hartford. Two years later, I started to work for a logistics company in New York. I started from the bottom, and I worked my way up to become general manager.” What happened next? In 1996, I founded my own logistics company which, over the years, has developed into three different divisions: Aetna Forwarding, Aetna Fine Art Logistics and Aetna Worldwide Relocation Services. We offer logistics as well as packing and shipping

services under one roof, an important added value. In other words, we are able to independently handle all the aspects that are traditionally split between various service providers. This approach allows us to give our clients an exceptional and unique service while providing peace of mind. Your clients comprise institutions, consulates, embassies and multinational corporations, but it looks like fine art plays a special role. My passion for fine art has focused the development of the company on the Aetna Fine Art Logistics division which handles artists such as Botero, Atchugarry, Britto, Mito¬raj. We also deal with major auctions houses such as Christie’s and Sotheby’s, museums, art galleries, and private collectors from around the world such as Sophia Loren, Robert De Niro and the Royal Family of Saudi Arabia. Over the years, I am particularly proud to say that Aetna has installed monu¬mental works of art all over the world, from Russia to Germany from the USA to France. It wasn’t easy, I guess. I like to engage the issues of each project as challenges, rather than problems. Of course, working in this field is not an easy thing. However, we accomplish the best results by managing everything under one roof. We live in a world full of bureaucracy and when it comes to moving a piece of art, the job goes well beyond the physical handling, as it also involves dealing with customs regulations, taxation issues, international finance, and legal aspects. We offer a complete range of services without ever losing sight that a piece of art must always be treated as such. This means that passion, effort, and care are required when handling an item. This is why we constantly research the most

appro¬priate materials and develop new packing techniques. You never stop! It is true. One month ago, we opened a new specialized facility for fine art. It is the most modern and complete thematic building in New York and one of the most important in the States. It features secu¬rity systems worthy of a museum and took more than a year to complete. What about the future? I am an optimist, and I think the future is right here in front of me. I see the future the same way as I live the present: ready for new challenges, with the spirit of an innovator. Besides the future, in your life you have strong roots. Correct. My family and Italy. I owe a lot to my birth country, especially the humanistic education which acquainted me first, and then made me fall in love with the fine arts. I have very strong relationships with the Italian art world and continue to enjoy many opportunities to work with Italy. This has contributed to making me a better entrepreneur and it will help me to guide Aetna Fine Art Logistics in the future.

123 E. Mineola Ave Valley Stream, NY 11580 - USA Tel: +1-516-825-5885 - Fax: +1-516825-5811 Email: Michael@AetnaFineArt.com Web: www.AetnaFineArt.com QR code generated on http://qrcode.littleidiot.be

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ZIONE A C I D IN NTROA R M A C OM!E D I C O O C A F N O NESSU O N È U NP O S I T I V D O P I N G

N DIS ISCE E È U NO S T I T U N ONAL O I N ON C Z A N TERN

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TTO I

E BREV


PROPOSTE

MAURO MODIN Quando i colori www.mauromodin.com

di Sara Speggiorin

I ritratti sono ripresi dalle fotografie dei suoi numerosi libri, rappresentano volti di jazzisti.

suounano Sotto: Steve Lacy live 120 x 180 cm

I

l supporto è la tela, sulla quale l’artista modula le forme dei suoi soggetti attraverso una stesura acrilica che alla vista risulta liscia e sinuosa. Sono immagini spaziose, dai riflessi morbidi e colorati, la luce è soffusa come in un jazz-club di New Orleans. La composizione dell’immagine è libera, perché l’ispirazione ha origine in un luogo immateriale: la musica. Uno zigomo illuminato di blu, una palpebra adombrata di rosso, sono onde che si diffondono come le note di un basso. Il linguaggio di Modin è raffinato: consapevole di ciò che esprime, egli trasporta l’intensità artistica dei personaggi

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ritratti attraverso una pittura elaborata, capace di accostare sfumature delicate ad interventi forti, quasi gestuali. Naturalmente, l’interazione visuale con i pezzi del maestro Yusef Lateef, rappresenta un punto d’arrivo nel percorso artistico di Modin: il palco del concerto è il luogo per eccellenza in cui collocare quell’eleganza ardita, la propulsività tangente che è il tratto distintivo dell’opera di Mauro: il “non so che” unico del jazz. Il Lateef- Rudolph tour, che si è svolto in due date in Italia, Milano 19 ottobre al Teatro Dal Verme, Torino 22 ottobre al Teatro Colosseo, è stata un’esperienza, per ora del tutto inusuale, di un’originale fusione tra musica ed arte figurativa. Il concerto prevedeva la performance musicale di Yusef Lateef e Adam Rudolph, musicisti di fama mondiale, e la partecipazione, in veste di gruppo spalla, degli Inside Jazz Quartet, formazione jazz tra le più prestigiose in tutt’Italia. La ricchezza che offriva questo evento culturale non si limitava all’esibizione live di questi grandi professionisti, ciò che impreziosiva il palco e rendeva la situazione estremamente evocativa, è stata la presenza, insieme a quella già carismatica dei musicisti, di una serie di

quadri, eseguiti dal noto artista italiano, follemente appassionato di jazz: Mauro Modin. Il connubio che si è creato tra i musicisti ed i monumentali ritratti dipinti da Mauro Modin, ha dato vita ad uno spettacolo eccitante e raffinato, durante il quale gli spettatori hanno avuto la possibilità di godere dell’intensa carica spirituale della musica di Lateef e Rudolph, delle intriganti atmosfere jazz degli Inside jazz Quartet, e delle immagini potenti e silenziose dei quadri di Modin. Tutto questo in due sole imperdibili date che resteranno nella storia delle performance live per la loro unicità. Yusef Lateef ha portato a Milano e Torino le sue sonorità auto-psico-fisiche, ossia provenienti dall’essere profondo, che comprende lo spirito, la mente, il corpo. La considerazione di Lateef rispetto alla musica: desiderata più delle parole, completa più del pensiero, rende il suono un testo spirituale, un’entità mistica che esprime energia, trasformando ciò che ha intorno a sé al momento del suo vibrare. Come una forza superiore, la sua musica riempie l’aria e lo spazio d’ amore, lasciando vuoto e luce. Il significato che continuamente si scopre ascoltando la musica di Lateef, è libertà.


Yusef Lateef live 120 x 170 cm

Un insieme vivo di sonorità che non subisce nulla al di fuori del proprio esistere, non soggetto alla logica dello scambio né a quella della definizione. La sua musica si manifesta come pura essenza. Per questa capacità di esprimere liberamente la spiritualità nella sua arte, senza sottostare a compromessi estetici, Lateef è diventato un guru per molti musicisti e artisti, tra i quali Mauro Modin, che dipinge spesso grandi ritratti di famosi jazzisti del passato e di oggi. I suoi quadri sono espressione libera della sua conoscenza, che comprende, oltre ad un’eccellente tecnica pittorica, una totale passione per la musica. Dipinti jazz acrilico, pervadono lo spazio come i brani di Lateef, muovono lo spirito verso direzioni inconsuete, fermano il pensiero liberando istanti di insensata frenesia, amore per la vita, desiderio. Riportano l’anima in uno spazio sconosciuto.

Modin, come Lateef, studia la libertà e la pone al centro della creazione artistica, che è motivo della sua stessa esistenza e determina la struttura del suo vivere. Entrambi studiosi di un linguaggio, rispettivamente musicale e pittorico, Yousef Lateef e Mauro Modin mantengono la capacità di dare vita alle loro opere lasciandole libere, senza la necessità di rispondere ad una categorizzazione. Si muovono tra le note e i chiaroscuri come colibrì tra le foglie di un bell’albero, felici e senza vincoli stilistici, mantenendo una coerenza profonda che mai necessita di essere ostentata. Il fatto di non volere, e di non poter scindere la loro arte dalla propria esistenza dà a questi due grandi artisti, forza spirituale, amore per il mondo e tutti gli esseri viventi. Ad avvalorare questi aspetti, la straordinaria partecipazione degli Inside Jazz Quartet,composti da Tino Tracanna al Sax tenore e soprano, Massimo Colombo al Pianoforte , Attilio Zanchi al Contrabasso e Tommy Bradascio alla Batteria + special guest Jim Rotondi alla tromba . Sono tutti musicisti eccezionali, il cui apporto, dà una forte spinta creativa e viscerale al progetto. La loro passione e la grandissima esperienza, maturata nel corso di anni di pratica, lavoro e studio

intenso, permette loro con grande maestria di entrare nella musica jazz, di far confluire l’imprevedibilità, la follia,di questo genere musicale complesso, nelle loro esecuzioni intense ed impeccabili. Franco Ghizzardi, è colui grazie al quale le energie spirituali ed artistiche di Yusef Lateef, Mauro Modin, Inside Jazz Quartet si sono potuti incontrare, rendendo un importante dono a chi ha potuto ascoltare, vedere, vivere il concerto. Egli si muove verso la felicità, mettendo il proprio impegno e le proprie energie per far sì che tutto ciò accada.

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Punto sul Punto di Milena Milani

Cesetti e Pacioso insieme he meraviglia, che frastuono ordinato in Via Condotti, a Roma. I cavalli risalivano la strada con un ritmo singolare, sonoro e anche pacato, dietro al pittore Giuseppe Cesetti davanti al corteo. Io lo aspettavo sulla gradinata di Trinità dei Monti, in Piazza di Spagna, al sole di mezzogiorno, tra un mucchio di gente che gridava e applaudiva. L’artista era a pelo raso, cioè senza sella, come vanno i butteri in Maremma. Forte, tarchiato, bellissimo, con quegli occhi cespugliosi e incantatori, appariva come un dio in atto di appropriarsi di ciò che gli apparteneva di diritto. Il pubblico lo capiva e lo sosteneva, quasi conoscesse a memoria le sue poesie. Infatti qualcuno urlava i suoi versi e il nome Pacioso! Pacioso! in un ritornello stupendo, nel quale il quadrupede “speciale” si ritrovava. I nitriti si moltiplicavano e tutti insieme riferivano le parole di Cesetti, le sillabe una dietro l’altra, la storia vera della sua esistenza. Sentivo il mio cuore in sintonia con

il respiro dei destrieri e dello stesso artista. Vedevo (come in un film) svolgersi gli anni dei nostri incontri a Tuscania; a Venezia alla Trattoria della Colomba; a Burano da Romano; alle corse di Deauville e LongChamps; ai vernissage in galleria; alla Biennale; all’Ambasciata d’Italia nella Ville Lumière, dove Cesetti si interessava di cultura, per conto di Saragat, Presidente della Repubblica, e soprattutto degli artisti italiani che, in gran numero, lavoravano a Parigi. Quei tempi, quando il mio compagno e suo collezionista, Carlo Cardazzo, era vivo, comperava sue opere, seguiva i suoi consigli, furono davvero notevoli per tutti noi. Cesetti era un istintivo che amava fortemente il poeta Vincenzo Cardarelli e l’universo accanto al suo, quello di Tarquinia, tra gli alberi e le tombe etrusche, l’immenso cielo, i cavalli liberi che galoppavano. Pacioso per Cesetti, fu un quadrupede unico, un incredibile personaggio per cui scrisse versi profondi e sinceri; tra i due nacque

Giuseppe Cesetti un sodalizio straordinario che durò lungamente, sino alla morte. E adesso eccoli per Via Condotti in quella soleggiata mattina romana per festeggiare Saragat. Vanno, composti e alteri, inseparabili, come fossero guidati da una invisibile traccia amorosa, un filo d’oro che li lega, e li unisce, senza sbagliare un passo, o un colpo di zoccolo sulle colline. Sono affascinanti e io li sto osservando incredula.

Giuseppe Cesetti, “Cavalli”, olio su tavola 36 x 40 cm Giuseppe Cesetti, “La Natività” 1935 olio su tela 171 x 170 cm

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MORENO PANOZZO di Stefania Prandi

SUBURBAN DOORS È MATERIA CHE MUTA, CHE SI FA ENERGIA. UN PASSAGGIO TRA PASSATO E PRESENTE, TRA ABITUDINE ED ECCEZIONE: QUOTIDIANITÀ CHE SI INTERROMPE E DIVENTA ARTE. L’OPERA DI MORENO PANOZZO, ARTISTA ECLETTICO IN CONTINUO MOVIMENTO TRA GLI 11 LABORATORI DOVE SMONTA, ASSEMBLA E CREA, È LA PRIMA DI UN NUOVO CICLO. UNA PALINGENESI CHE ARRIVA DAL RECUPERO DEI CONTAINER DESTINATI ALLA DISCARICA, CELEBRATA ANCHE DALLA COPERTINA DELL’ULTIMO CATALOGO DELL’ARTE MODERNA (NUMERO 48). PANOZZO TAGLIA LE CARCASSE DI LAMIERA E RUGGINE, LE RESTAURA CON SABBIATURE E VERNICI E POI LE VESTE DI GEROGLIFICI POSTMODERNI, LE SUE IMPRONTE, LA SUA CIFRA IDENTIFICATIVA. RESINE CHE SI AGGRAPPANO AL METALLO, REGALANDOGLI ELASTICITÀ, COSPARGENDOLO DI SENSO NUOVO, TRACCIANDO LA LINEA DI RICERCA DELLA SUA ANIMA DISPERSA. SUBURBAN DOORS È UN’ESPERIENZA DI ARCHEOLOGIA INDUSTRIALE LUNGA 2 ANNI (DI STUDI, RICERCHE, SPERIMENTAZIONI), CON 7 FASI DI LAVORO, 8 PASSAGGI CROMATICI DEFINITIVI, 46 PERSONE IMPEGNATE, 223 SECONDI DI VIDEOCLIP, 12.480 SCATTI FOTOGRAFICI E 3.000.000 DI CHILOMETRI PERCORSI DAL CONTAINER PRIMA DELLA METAMORFOSI. IL NUMERO SUCCESSIVO, NECESSARIO PER CAPIRE PANOZZO, È 70: QUESTI I PEZZI CHE L’ARTISTA STA RICAVANDO DALLO SCHELETRO DI UN INTERO CONTAINER E CHE FORMERANNO LA BASE DELLE SUE PROSSIME OPERE. DESIGNER DI FORMAZIONE, MORENO PANOZZO SI OCCUPA DI ARCHITETTURA, SCENOGRAFIA,

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URBAN ARTS

GRAFICA, MODA, LETTERATURA. LE SUE INSTALLAZIONI LASCIANO “TRACCIA” IN MOLTI PAESI DEL MONDO. NEI PROSSIMI MESI LE SUE OPERE SARANNO IN AUSTRALIA, PARIGI, NEW YORK, MILANO, MONACO E STOCCOLMA. E’ APPARSO SU TESTATE NAZIONALI ED INTERNAZIONALI E IN NUMEROSE TRASMISSIONI TELEVISIVE. RECENSIONI DI MOSTRE, INSTALLAZIONI E PERFORMANCES SONO STATE PUBBLICATE IN VOLUMI COME APRI LA TUA ANIMA (2005), UNO E1/2 (2005), THE WALLS OF THE SOUL (2010), DELL’EDITORIALE GIORGIO MONDADORI. STUDIO, RICERCA E SPERIMENTAZIONE LO PORTANO AD UN’ESPRESSIONE CHE VUOLE MISURARSI COL TERRITORIO, CON LO SPAZIO ARCHITETTONICO ED URBANO.

INFO: WWW.MORENOPANOZZO.COM

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BOOKS

LUCA BERTA E CARLO VANONI PARTONO DA LONTANO, DA GIOTTO E DAL GENIO DI LEONARDO, PER DIMOSTRARE – NESSUNO INORRIDISCA – CHE, AD ESEMPIO, L’ORINATOIO DI DUCHAMP È ARTE QUANTO LA GIOCONDA. PERCHÉ?

Un divertente e singolare libro di Luca Berta e Carlo Vanoni

L

’idea a Luca Berta e Carlo Vanoni, è venuta in treno. Da Venezia stavano andando a Padova per allestire una mostra quando una studentessa, sentendo che parlavano d’arte, chiese loro: il mio fidanzato non vuole visitare la Biennale, proprio glielo devo consigliare? Certamente, risposero i nostri amici ma un distinto signore si inserì nel dialogo affermando: l’arte moderna io non la sopporto anzi, proprio non la considero arte. Da qui lo spunto per questo libro istruttivo, divertente e singolare per “ pendolari e altri curiosi”. Dieci micro-capitoli da leggere in treno, su una tratta breve, tipo Venezia-Padova dal lunedì al venerdì, durante i viaggi di andata e ritorno. Con una avvertenza: che vi ricordiate di scendere alla stazione giusta, perché il libro vi prenderà in modo coinvolgente e quindi pericoloso per chi deve rispettare un orario di lavoro o ha un appuntamento importante. Luca Berta, autore di racconti e di libri (3) di 156

filosofia, esperto di arte contemporanea, e Carlo Vanoni, famoso volto televisivo, critico d’arte e curatore di mostre, partono da lontano, da Giotto e dal genio di Leonardo, per dimostrare – nessuno inorridisca – che, ad esempio, l’orinatoio di Duchamp è arte quanto la Gioconda. Perché? Ve lo spiegheranno loro, passando dagli impressionisti, da Van Gogh, da Kandinsky sino alle Marilyn di Warhol e alle provocazioni di Piero Manzoni e tanti altri. Ci saranno di mezzo anche fatti ed esempi legati all’attuale vita quotidiana, da televisione, cellulari e vacanze alle Maldive, per i beati che possono permetterselo, per raccontare determinati e fondamentali aspetti della storia dell’arte, in modo per prima cosa estremamente facile e chiaro, e poi anche divertente, cosa che non guasta. Filo conduttore è una frase frequente fra chi parla d’arte. Vale a dire l’espressione “secondo me”, nel senso di “secondo me questa non è arte” oppure “ secondo

SLEEPING WITH MONNA LISA A Unique and Humorous Book by Luca Berta and Carlo Vanoni

me questo sarei capace di farlo anche io, oppure sicuramente lo saprebbe fare mio figlio”. Ne siete proprio sicuri? Leggete, signore e signori, leggete… Luca Berta e Carlo Vanoni vi aspettano in libreria, con un sorriso sotto i baffi che ricorda un po’ quello di monna Lisa…

T

he idea came to Luca Berta and Carlo Vanoni on the train. From Venice they were going to Padua to set up an exhibition when upon hearing their conversation on art, a student interrupted them with, “My boyfriend isn’t interested in visiting the Biennale. Should I advise him to?” They answered that of course she shouldnconvince him. At that point and istinguished gentleman broke into the conversation, “I can’t stand Modern Art, and in fact I don’t even consider it as art”. From this they were prompted to write this instructive, funny and unique book for “commuters and other bystanders”. Ten short chapters to read on the train during a brief commute

such as Venice - Padua from Monday to Friday, round-trip. One warning: remember to get off at the right station because the book will captivate you and could be dangerous for those who have to comply with work schedules or important meetings. Luca Berta, author of short stories and three books on philosophy, expert consultant on Contemporary Art and Carlo Vanoni, a wellknown face on television, art critic and curator of exhibitions, take you as far back as Giotto and the genius of Leonardo to demonstrate that - and don’t be offended - for example, the Duchamp urinal is art just as much as the Mona Lisa. Why? Let then explain as they move from Impressionists, from Van Gogh, to Kandinsky, finally to to Marilyn by Warhol and to the provocations of Piero Manzoni and others. There will also be anecdotes on facts related to daily life from television to cell phones and vacations at the Maldives for those who can afford it - to outline determinant and fundamental aspects of art

Carlo Vanoni

history in an extremely easy and clear manner while being even humorous, which doesn’t hurt. The central thread is a phrase frequently used by those who discuss art. In other words, the expression “in my opinion” meaning “in my opinion this isn’t art” or “in my opinion I’m able to do this myself” or even “my son could have done this”. Are you really sure? Read ladies and gentlemen…read the book… Luca Berta and Carlo Vanoni are waiting for you in the bookstore snickering under their breath, a bit like the “Monna” Lisa smile…


AVANGUARDIA ITALIANA DAL DOPOGUERRA A OGGI

Cortina d’Ampezzo, 27 dicembre 2012 - 8 gennaio 2013

Giuseppe Capogrossi “Superficie 355”, 1960, olio su tela, cm. 116,3 x 80

NELLE SALE INTERNE: OMAGGIO A GIORGIO DE CHIRICO - OPERE DI GRANDI MAESTRI ITALIANI E STRANIERI.

La Farsettiarte effettua stime gratuite e riservate di dipinti antichi e moderni, arredi e oggetti d’arte. Le opere da inserire in catalogo saranno visionate fino a 60 giorni prima di ogni asta. Sede PRATO VIALE DELLA REPUBBLICA (area Museo Pecci) Tel. 0574 572400 r.a. - Fax 0574 574132 Succursali MILANO Portichetto di Via Manzoni (angolo Via Spiga) Tel. 02 794274 - Fax 02 76012706 CORTINA Largo delle Poste (piano rialzato) Tel. 0436 860669

CALENDARIO ASTE: APRILE E OTTOBRE Dipinti e sculture del XIX e XX secolo Arredi e dipinti antichi MAGGIO E NOVEMBRE Dipinti, disegni, sculture e grafica Arte moderna e contemporanea


SCULPTURE

Un’altra opera unica firmata Bisanzio

Un’opera onirica: una testuggine marina in vetro a tessere e murrine più grande di un metro e sessanta. E’ la creazione dei Maestri Adriano Dalla Valentina, del figlio Stefano e di Leone Panisson, per il resort della Four Seasons alle Seychelles.

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di S. P.

n pezzo esclusivo, imponente, con un’inclinatura a sinistra che ne determina un’assoluta opera unica. Per questo lavoro d’eccezione ci sono voluti oltre 6 mesi tra progettazione ed esecuzione: un processo laborioso che si è nutrito della tradizione che caratterizza da sempre la vetreria Bisanzio Gallery. In questa officina dell’arte del vetro ogni singola scultura nasce da un disegno che ne traccia le prime linee

con un lavoro creativo che richiede tempo per rendere su carta ciò che è l’estro artistico creativo. Il calore, la materia che cambia forma, la sapienza della misura e la conoscenza dell’istante esatto, sono tradizioni che vengono tramandate con anni di pratica ed esperienza. Un sapere antico che rinasce, passando da maestro ad allievo, con gesti veloci che servono per tagliare, addolcire l’incandescente pasta che dà forma all’opera in vetro, diversa da tutte le altre. Un’alchi-

mia unica che ancora oggi vive nelle creazioni artistiche della vetreria muranese Bisanzio Gallery. Un nome che viene da lontano, dal 1816, quando il laboratorio iniziò la sua attività sulla meravigliosa isola veneziana. Da azienda artigiana a conduzione familiare, Bisanzio è diventata un marchio famoso in tutto il mondo, sinonimo di opere e oggetti unici. La Vetreria oggi diretta con la passione di un tempo da Leone Panisson raccoglie le opere di artisti come Walter Furlan e il

figlio Mario, maestri vetrai tra i più importanti dell’isola di Murano, Panisson e importanti creatori d’arte: dai più famosi come H. Sobotta, B. Lindstron, V. Marzi, ad altri. In ogni opera la magia del passato si ripete nella continua ricerca della profondità emotiva delle forme, dell’armonia dei colori, della qualità dei cristalli che diventano poi opere d’arte uniche.

It is a dream-like artwork: a more than 63” long glass tortoise made with small glass tiles and murrinas.

It was created for the Seychelles Four Season resort, by Masters Adriano Dalla Valentina, his son Stefano and Leone Panisson. This exclusive piece is huge and it slants to the left in a way which makes of it a really unique artwork. It took more than six month from the design to the realization of this extraordinary piece.

A very difficult process that was possible thanks to the tradition which has always distinguished the Bisanzio Gallery glassfactory. The company was founded in 1816, starting as a small workshop in the marvelous Venetian island: Murano. Today, from a small artisan business, Bisanzio became a worldwide well recognized name, syno-

nymous of one of a kind pieces and artworks. The glass-factory is today directed by Leone Panisson who, with the same passion of the past, offers artworks by artists such as Walter Furlan and his son Mario, Panisson H., Sobotta, B. Lindstron and V Marzi.


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APPUNTAMENTI

1° Classificato Andrea Gasparotto “Persi tra il bianco e il blu”

HOTEL SAVOIA il ritorno dei libri

Ph Diego Gaspari Bandion

Grand HotEl SAVoiA CortinA d’AMpEzzo Cultura del vivere, vivere nella Cultura.

Con la riapertura, nel dicembre del 2009, il mentre fra il pubblico, in prima fila, c’erano sempre il conte Nuvoletti e comm. Santino signora, ma quanti altri personaggi, Galbiati ha politici, imprenditori, artisti, attomaturato la ri, giornalisti e donne e uomini di televisione consideravano imperdibile decisione di l’appuntamento culturale al Grand ridare vita Hotel il ciclone É bello quando siSavoia. torna a casa! EPoi tornarearrivò al Grand Hotel Savoia Vi darà la stessa sensazione di esclusiva familiarità, di lussuoso calore, in una struttura completamente rinnovata. Sul comfort non siamo scesi a ’era una volta, ricordate, l’epica nessunCisnetto, per la poteva parte compromesso, che abbiamofinì pensato solo afare quello che farvidel stare bene, conall’estate camere e suite di pregio, il ristorante Savoy, ilfinale bar Giardino d’inverno, il Cigar Bar, spazi per mostre d’arte ed eventi stagione culturale al Savoia. grandeleone. La botta con l’inagibilità culturale, musicali, il centro benessere Messeguè e il centro congressi, storico punto di incontri della culIn prevalenza presentazioni di tura, donato nuovamente asottoposto Cortina d’Ampezzo.aGrand del grande albergo, unaHotel Savoia, il nuovo hotel a 5 stelle di Cortina d’Ampezzo: è qualcosa di meglio, ed è bello poterlo scegliere! tornando ad libri, organizzate dal patron dell’hotel radicale operazione di restauro. Con Santino Galbiati e dal mitico libraio la riapertura, nel dicembre del 2009, affidare le di Cortina Ilario Sovilla. Gran maeil comm. Santino Galbiati ha matupresentazioni stro di cerimonia, con dotte e puntuali rato la decisione di ridare vita all’edei libri recensioni, un critico letterario del state culturale, tornando ad affidare calibro di Ennio Rossignoli. Sul palco le presentazioni dei libri ad Ennio ad Ennio sedeva sovente Indro Montanelli, Rossignoli. L’iniziativa è in grande Rossignoli

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di Ferruccio Gard


1I° Classificato Viktoria Sdorovenko “Primi raggi di sole sulla Gusella”

Ph Diego Gaspari Bandion

l SAVoiA CortinA d’AMpEzzo l vivere, vivere nella Cultura.

Sinceri applausi, alla premiazione, al vincitore del concorso, Andrea Gasparotto, autore di uno splendido scorcio della Marmolada che ha intitolato “Persi tra il bianco e il blu”. Molte, comunque, le fotografie pregevoli e degne di menzione, a incominciare dalla seconda classificata “Primi raggi di sole sulla Gusella”, al passo Giau, scattata da Viktoria Sdorovenko. scorsa estate ha al Grand Il cartellone stagione Écrescendo bello quandoe silatorna a casa! E tornare Hotel Savoiadella Vi darà la stessa cultusensazione di esclusiva avuto undinotevole successo, per completamente familiarità, lussuoso calore, in unasia struttura rinnovata. Sul comfort rale “ Savoia estate 2013” verrà non siamo scesi a la notorietà degli autori siapensato per lasolo aprobabilmente nessun compromesso, abbiamo quello che potevapresentato farvi stare bene, fra con il camere e suite di frequenza pubblico. grande pregio,del il ristorante Savoy, il bar Giardino22 d’inverno, il Cigar Bar, spazi per mostre e il 24 febbraio, giorni fissati d’arte ed eventi musicali, il centro Messeguè e il centro congressi, storico punto di incontri della culIn questi giorni si stabenessere lavorando per per il tradizionale raduno di auto tura, donato nuovamente a Cortina d’ A mpezzo. Grand Hotel Savoia, il programma della prossima estate storiche, che farà da cornice allail nuovo hotel a 5 stelle sarà di Cortina d’Ampezzo: è qualcosa di meglio, ed è bello poterlo scegliere! che, promette Galbiati, ancora Prima Winter Race di Cortina, gara più importante. di regolarità che si preannunzia di Intanto, per non perdere l’attenzio- grande interesse. ne verso l’arte e la cultura, per la stagione invernale è stata allestita una mostra di fotografie, scattate da sopra: Santino Galbiati al pianoforte appassionati italiani e stranieri per il concorso “Flash for Dolomiti”. Estate 2012, incontro con l’Autore al Savoia 161


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INTERNATIONAL CONTEST FIRST EDITION 2012

di Luca Curci It’s LIQUID Group (www. itsliquid.com), in collaborazione con International ArtExpo (www.lucacurci.com/artexpo), è orgogliosa di presentare It’s LIQUID International Contest | Second Edition 2012 (www.itsliquid.com/contest), concorso internazionale a tema libero, rivolto ad artisti e designer di tutto il mondo, senza alcun limite di età e nazionalità, suddiviso in 10 categorie: pittura, scultura e installazione, fotografia, video arte, computer grafica, architettura, performing art, product design, fashion design, grafica e illustrazione.

It’s LIQUID International Contest nasce con l’obiettivo di promuovere l’arte contemporanea, la fotografia, l’architettura ed il design attraverso tutti gli strumenti divulgativi che la piattaforma di comunicazione It’s LIQUID utilizza da anni (ufficio stampa, mailing list con oltre 80.000 iscritti, realizzazione eventi internazionali di arte contemporanea e design). It’s LIQUID International Contest | Second Edition 2012 vanta una giuria internazionale che al termine del contest selezionerà i vincitori di:1 mostra personale a Venezia, allestita in uno dei nostri esclusivi

001 Claude Jones, “Wilde Game”, 2011 Painting and drawing category winner

palazzi situati tra piazza San Marco e l’Arsenale, o nei pressi del Ponte di Rialto 1 mostra personale a Istanbul, ospitata in una sede esclusiva nel centro dela città 1 anno di partecipazione gratuita ai Festival Internazionali organizzati da International ArtExpo 1 residenza per artisti in una esclusiva location a Torino 1 residenza per artisti in una esclusiva location a Roma, situata a meno di 200 mt dal Pantheon 1 residenza per artisti in una esclusiva location ad Istanbul 1 anno di interviste, pubblica-

zioni e speciali sulla piattaforma di It’s LIQUID e un anno di invii alla mailing list dedicata (più di 80.000 iscritti). La prima edizione di It’s LIQUID International Contest 2012 ha registrato più di 300 iscrizioni, con 5 vincitori finali (uno per ogni categoria) e 15 menzioni d’onore (3 per ogni categoria), selezionati in base ai criteri di qualità, originalità e unicità delle opere presentate. Per maggiori informazioni: www.itsliquid.com/contest

003 Yuko Asai, ìMake upî, 2011 Video art category winner

002 Miriam Aust & Sebastian Amelung, ìLike paperî, 2011. Product design category winner It’s LIQUID Group (www. itsliquid.com), in collaboration with International ArtExpo (www.lucacurci.com/artexpo), is proud to introduce you It’s LIQUID International Contest | Second Edition 2012 (www. itsliquid.com/contest), a free theme International contest, open to artists and designers from all over the world, divided into ten categories: painting, sculpture and installation, photography, video art, computer graphics, architecture, performing art, product design, fashion design and illustration. 162

The contest is born aiming at promoting contemporary art, photography and design through all the divulging tools that the communication platform It’s LIQUID has used for years (press release, mailing list with more than 80,000 subscribers, international contemporary art and design events realization). The International Jury of It’s LIQUID International Contest | Second Edition 2012 will select the Contest’s winners of: 1 Solo Exhibition in Venice, held in one of our exclusive venues between San Marco

Square and the Arsenale or near the Ponte di Rialto on the Canal Grande 1 Solo Exhibition in Istanbul, held in one of our exclusive venues in the center of the city 1 exclusive art residence in Turin (Italy) 1 exclusive art residence in Rome, nearby the Pantheon 1 exclusive art residence in Istanbul 1 year of participation in International Art Festivals organized by International ArtExpo 1 year of interviews, publications and specials on the It’s

LIQUID Platform and one year of email announcements sent to the mailing list dedicated (more than 80.000 subscribers) The first edition of It’s LIQUID International Contest 2012 received more than 300 submissions, 5 winners (one for each category) and 15 honourable mentions (3 for each category) selected following the criteria of quality of the work, originality and uniqueness. More info: www.itsliquid.com/contest


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a cura della redazione

UNA MONTAGNA DI LIBRI Dal grande filosofo e antropologo Marc Augé al candidato al Nobel per la letteratura Boris Pahor, dallo storico e giornalista Paolo Mieli al paroliere Mogol, sono 25 gli appuntamenti dell’edizione invernale e di primavera di “ Una montagna di libri”, la rassegna di incontri con l’Autore di Cortina d’Ampezzo, organizzata da Francesco Chiamulera, Vera Slepoj e Alberto Sinigaglia, in programma dal 7 dicembre al 30 marzo 2013. L’iniziativa, sostenuta dalla Regione Veneto e dal Comune di Cortina, sta crescendo di edizione in edizione. La scorsa estate ha avuto quasi 10mila presente in 38 incontri con ben 50 relatori. La VII edizione è stata presentata al Teatro Nuovo di Verona, presente il sindaco della città scaligera Flavio Tosi e l’assessore comunale alla cultura di Cortina Giovanna Martinolli.

Il sindaco di Cortina Andrea Franceschi, ha sottolineato come “ in ogni nuova stagione la rassegna rafforza la sua posizione all’interno della ricca offerta culturale della conca ampezzana. Un percorso di altissima qualità, che non ha mai ceduto, in questi anni, alla tentazione di un certo esibizionismo”. Sedi di “ Una montagna di libri” saranno, come ormai da tradizione, il Palazzo delle poste, il cinema Eden e il centro congressi AlexanderGrardi Hall. E’ in fase di elaborazione il programma dell’edizione estiva.

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“Siamo la consapevolezza di un ricordo” Cristian Contini

a partire dal 1985, dall’Associazione culturale LE VENEZIE. Promossa dall’Assessorato comunale alla Cultura, la mostra è stata ideata e curata da Luigina Bortolatto, direttore scientifico de LE VENEZIE, con la collaborazione di Maria E. Gerhardinger, conservatore dei Civici Musei di Treviso. Sino al 17 febbraio 2013.

lunga e fertile attività di Tiepolo attraverso una selezione di opere particolarmente significative, di soggetto sia sacro sia profano. Di particolare suggestione i soggetti di contenuto storico o mitologico, ma di grande impatto emotivo i dipinti commissionati per chiese, che testimoniano come Tiepolo sia stato l’ultimo, ispirato pittore di arte sacra della tradizione occidentale.

“Must Have”, dopo Roma, Milano e Pietrasanta è approdata nelle sale del Comun Vecio di Cortina( Corso Italia 83), la mostra itinerante del romano Marcello Reboani, curata da Melissa Proietti. Reboani, che fa parte dell’Electronic Art Cafè, il gruppo di artisti seguito da Achille Bonito Oliva, ricostruisce con materiali vari(legno, plastica, lamiere, chiodi, vetro), i “ must have”, oggetti icona quali gli occhiali Rayban, la borsa Kelly di Hermès, il tappo della birra Peroni e tanti altri. Sono quadri-scultura, dei quali Melissa Proietti, singolare figura di curatrice, è anche musa e co-ideatrice. La mostra, che si inserisce nel calendario eventi di Cortina Fashion WeekEnd, rimarrà aperta sino all’8 marzo 2013. “Li pittori devono procurare di riuscire nelle opere grandi…” sosteneva il veneziano Giambattista Tiepolo. Ci sono quindi anche teleri di notevoli dimensioni fra i 60 quadri esposti, con 70 disegni, sino al 7 aprile 2013 a Villa Manin, a Passariano(Udine).Una grande mostra che ripercorre la

L’ha chiamata “Rossarancio” la mostra che Manuela Bedeschi ha inaugurato a Vicenza nell’atelier di Cleto Munari, designer di fama mondiale nel campo della moda, dei gioielli, dei tappeti. Sono due mostre perché la Bedeschi espone le sue opere al neon e in plexiglass accanto alla nuova collezione di Cleto Munari. In via Generale Chinotto 3, sino al 25 gennaio 2013.

“Tiepolo, Piazzetta, Novelli. L’incanto del libro illustrato nel Settecento veneto”, è il titolo, a Padova, della bella mostra allestita, sino al 7 aprile, ai Musei Civici agli Eremitani e a Palazzo Zuckermann. Sono esposti 115 volumi illustrati del Settecento, accanto ad altrettanti fogli sciolti e a incisioni, dipinti e disegni di pittori quali Tiepolo, Piazzetta, Novelli, Fontebasso, Balestra e altri. Una sinergia fra pittori, editori, stampatori ed incisori consente di ammirare autentici capolavori dell’editoria illustrata del Settecento. L’iniziativa è dell’assessorato comunale alla cultura e dei musei civici di Padova. Sempre a Padova, al Palazzo del Monte di Pietà, dal 2 febbraio al 19 maggio 2013 sarà aperta al pubblico la mostra “ Pietro Bembo e l’invenzione del Rinascimento”. La mostra riunirà capolavori di artisti di cui Bembo fu amico, da Giovanni Bellini, Giorgione, Raffaello, Tiziano e Michelangelo a Jacopo Sansovino e Valerio Belli. Completeranno la mostra preziosi reperti archeologici che Bembo collezionò nella sua casa di Padova ed esemplari dei capolavori tipografici che Bembo inventò con l’editore Aldo Manuzio. E la sua casa, in via Altinate, fu il primo museo del Rinascimento. A Treviso, al Museo di Santa Caterina, 123 opere di 74 artisti ripercorrono le più significative delle 120 mostre organizzate,

E’ difficile dire se il padovano Angelo Rinaldi sia più bravo come pittore o come scultore. Maestro indiscusso in un originalissimo e sapiente impiego del vetro, Rinaldi realizza le sue sculture anche con vari altri materiali, ultimo dei quali l’acciaio, che lavora con il laser. Autore di mostre in tutto il mondo e di sculture anche di grandi dimensioni per la committenza pubblica, Rinaldi eccelle anche nella sempre amata pittura. A Padova, in una mostra personale nella galleria La Teca (C.so Umberto I, n.56, vicino a Prato della Valle), il maestro espone una accurata selezione sia di sculture sia di quadri, che chiama “ nuovo astrattismo”, fra forme e cromatismi di notevole suggestione.

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a cura della redazione

Notevoli, anzi splendidi anche i gioielli, “ sculture da indossare”, che Rinaldi espone nella mostra padovana(sino al 10 gennaio) e, a Cortina d’Ampezzo, nell’atelier “Makola”, in via Roma 3.

Sebastiano Grasso

Di particolare interesse l’ultimo numero del trimestrale del P.E.N club Italia, diretto dal famoso poeta e critico d’arte Sebastiano Grasso. Fra i tanti articoli, il resoconto della presentazione, a Milano, del libro del poeta russo Evgenij Evtushenko, Dora Franco, Confessione tardiva, edito dalla Es in collaborazione con il Pen Club Italia. A parlare del libro, accompagnato da otto disegni di Mimmo Paladino, lo stesso Evtushenko, l’attore e regista Moni Ovadia e Sebastiano Grasso. Nel libro, che ha inaugurato la nuova collana di poesia internazionale “Voci dal mondo”, Evtushenko ricorda tre giorni di rovente passione che, nel 1968, aveva avuto con una avvenente fotomodella e fotografa colombiana. Un’ampia recensione è dedicata al secondo volume della collana: “Romanzo di guerra. Poe-

Maurizio Galimberti a Venezia Palazzo Franchetti (dal 16 febbraio al 10 maggio), prodotta da GiArt (Luca Molducci) in collaborazione con Civita Tre Venezie e l’Istituto Veneto di Scienze, Lettere e Arti. RicCAA

Biennale Internazionale di Arte e Design - Arte Visiva Contemporanea e politiche di sostenibilità ambientale a cura di Marisa Merlin 5° edizione: scadenza iscrizioni 28 febbraio 2013 bando e modulo di partecipazione su www.ricilarti.it

Michele Tombolini sarà presente alla galleria Berga di Vicenza dal 22 dicembre e contemporaneamente in esposizione a Forte Marghera (Venezia) con una selezione delle ultime opere scelte dal curatore Gaetano Salerno. www.micheletombolini.it MONJAN L’universo “Monjan” è un connubio di idee e interpretazioni della realtà e dell’immaginario di due persone distinte e caratterialmente differenti che non possono però essere viste come due entità separate bensì come un unico essere, pieno di sfaccettature e punti di vista. La poliedricità del suo operato ne è la prova tangibile e l’utilizzo di materiali differenti e la continua ricerca di nuove angolazioni portano l’osservatore a guardarsi dentro e a scoprire il mondo con occhi sempre nuovi. Anni di studio del colore e della luce, della materia e della tecnica e dell’analisi di ciò che la natura offre giorno dopo giorno sono alla base di Via Duca della Vittoria 129/131 55045 Marina di Pietrasanta (LU) Tel. +39 0584 745911 Fax +39 0584 745575 hotel@hmondial.com sales@hmondial.com www.hmondial.com

sie”, dello svedese Jesper Svenbro, curato da Marina Giaveri e illustrato con 10 disegni di Arnaldo Pomodoro. Ricordi drammatici di guerra, di prigionia, di amicizie e d’amore e molti episodi curiosi, come ad esempio perché si voglia chiamare(con sprezzo del pericolo) un cagnolino nientemeno che Stalin. Imperdibili le memorie di “viaggio ferroviario” di otto scrittori che, dopo l’avventurosa transiberiana, si fanno, alle pendici dell’Etna, la “ tran siciliana”.

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Il P.E.N. (Poets,Essayist, Novelist) ha club in oltre 80 Paesi. ne sono soci famosi scrittori e poeti, che aderiscono al principio della libera circolazione delle idee fra le nazioni. Il Pen internazionale fu fondato nel 1921 dalla scrittrice Catherine Amy Dawson con lo scopo di istituire una collaborazione fra le culture, dopo gli orrori della prima Guerra Mondiale. Nella riunione dello scorso 15 dicembre, il nuovo consiglio direttivo ha confermato Sebastano Grasso presidente del Pen club italiano Onlus per il triennio 2013-2015.

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ogni sua opera. L’uso della “corda” (caratteristica principe di quest’artista) è poi un concetto che può spiazzare ed ammaliare allo stesso tempo: la corda in sé dovrebbe essere semplicemente un insieme di fili intrecciati atti a sopportare sforzi e carichi, ma nella visione di “Monjan” si trasforma in qualcosa di molto più nobile e profondo; diventa un ponte verso il “mondo immaginario”, un passaggio tra “materia palpabile” ed “essenza immateriale”, un collegamento tra sostanza e idea! Una forma di interpretazione del mondo circostante non separabile dalla sua essenza e nella quale spirituale e materiale necessariamente

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coesistono cercando disperatamente di mantenere la stessa rotta. Monjan la chiama “Ch-ord Art”, e nasce dal bisogno di equilibrio tra CHaos e ORDine attraverso la forza stabilizzante della corda! Attualmente in esposizione NET Center - Palazzo Tendenza Padovawww.monjan.it monjan@monjan.it


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