TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
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Giornate italiane 28-30 Aprile 2022 del CPIACENZA alCestruzzo
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EDITORIALE
Fabio Potestà
Alberto Finotto
Quel sentimento che ci spinge a costruire
Cari Lettori, siamo finalmente alle porte delle Giornate Italiane del Calcestruzzo, nella loro quarta edizione dopo il lungo intervallo della pandemia. Questo ritorno in presenza della più importante fiera europea dedicata al settore del calcestruzzo e ai suoi molteplici campi di applicazione, non può che rappresentare, in un momento così drammatico per gli equilibri geopolitici internazionali, un manifesto responsabile per l’ottimismo ancora tenace e auspicabile che dobbiamo all’industria italiana ed europea. Uno scenario così esecrabile e scellerato di guerra e sofferenze - pensiamo innanzitutto alle popolazioni civili dell’Ucraina e alle loro vite devastate, prima ancora che alla contingenza destabilizzante per le nostre economie - non deve vincerci. Non può farci dimenticare il coraggio di scelte decisive e la
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volontà di voltare pagina che ha portato molti osservatori a parlare di una “rinascita italiana”. Soprattutto, la costruzione della nuova Italia che vogliamo non può essere interrotta e depotenziata dal pessimismo. C’è un Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che attende una reattiva e puntuale realizzazione, con l’impianto di politiche economiche, opere infrastrutturali e progetti concreti verso la sostenibilità non più reversibile, dopo l’impegno preso con l’Europa, e prima ancora con noi stessi, con il nostro futuro di Nazione. Ci sono le eccellenze delle nostre aziende manifatturiere e delle imprese di costruzione che non vogliono tornare indietro, alla mesta resistenza dei troppi anni passati nell’attesa di un cambiamento. C’è un Paese che deve essere costruito su nuove fondamenta, con strade,
ferrovie, ospedali, ponti, opere di contenimento del dissesto idrogeologico, ristrutturazioni delle edificazioni e delle infrastrutture di servizio pregresse, tecnologie avanzate di gestione e manutenzione. C’è l’Italia che vuole tornare al centro del progresso e dell’eccellenza, in un posto che le spetta di diritto, liberando la propria vitalità dal freno di mediocrità, incompetenze e lassismo che ne hanno interrotto il cammino. Il nostro GIC, le nostre Giornate Italiane del Calcestruzzo, diano un segnale di ottimismo e vitalità, risvegliando la speranza in un futuro migliore. Voglia di andare avanti, di edificare il Paese che aspettiamo all’orizzonte da tempo immemorabile. In un mondo nuovo, che sia di Pace. Per le genti dell’Ucraina e per tutti noi. Buona lettura!
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Giornate italiane 28-30 Aprile 2022 del CPIACENZA alCestruzzo
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Periodico associato a
SOMMARIO Febbraio/Aprile 2022 Anno 4 ATTUALITÀ
In collaborazione con
TECNOLOGIE
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
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Supply chain of concrete and precast industry
News ............................................................... p.8
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE Costruire a tutta forza ................................. p.94
PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI Prove sul campo ....................................... p.100
AUTOMAZIONE E CONTROLLO Truckmove, navigatore (virtuale) per la qualità ........ p.104
PRIMO PIANO GIC 2022 Il ritorno alla vita del calcestruzzo nazionale ........................ p.38
PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
Un “caschetto parlante” in quota .......... p.108
RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE Una splendida vista tra cielo e mare ...... p.112 Rinforzo strutturale per condomini........... p.118
Un Paese da costruire diversamente ........ p.44
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE Nelle vene della durabilità ......................... p.48 Una via moderna per le costruzioni........... p.58
MACCHINE E IMPIANTI
TECNOLOGIA E INNOVAZIONE La strategia vincente di un lavoro di squadra .............................. p.66 Poker d’Asset................................................ p.70 Self Batch, l’area di servizio del calcestruzzo........................................... p.74
AUTOMAZIONE E CONTROLLO Esperti per la gestione più esigente........... p.78
Demolizione precisa e sicura ad alta quota .............................................. p.86
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Responsabile Editoriale Alberto Finotto Collaboratori Roberto Ambra Maria Angela Feliciello Andrea Potestà Grafica e impaginazione Romina Testino grafica@mediapointsrl.it Fotografia Archivio Concretenews Ufficio traffico Daniela Chiusa daniela.chiusa@mediapointsrl.it Direzione e redazione MEDIAPOINT & EXHIBITIONS SRL Corte Lambruschini Corso Buenos Aires, 8/7 16129 Genova - Italy tel. +39-010-5704948 fax +39-010-5530088 redazione@concretenews.it
Registrazioni Tribunale di Genova n.27/2011. Camera Commercio di Genova, R.I. N.O 395768 del 5 novembre 2001 Registro operatori di comunicazione N.O 022258 del 20 gennaio 2012
La qualità MEC per lo spacco di pietra e cemento .......... p.62
DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
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Direttore Responsabile Fabio Potestà
Pre-stampa e stampa Euro Grafica - Genova
PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
La coppia perfetta ..................................... p.82
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Rapido e senza compromessi.................... p.52
INDUSTRIA DEGLI INERTI
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MATERIALI TECNOLOGIA E INNOVAZIONE Valutazione ambientale comparativa degli aggregati riciclati da rifiuti di costruzione e demolizione in Italia ...... p.120
Comunicazione agli abbonati Art. 10 Legge 675/96. I dati personali contenuti negli archivi della casa editrice “Mediapoint & Exhibitions Srl” sono utilizzati solo dalla casa editrice e solo per perfezionare gli obblighi derivanti dagli abbonamenti. Tutti gli abbonati possono chiedere in qualsiasi momento l’aggiornamento o la cancellazione dei propri dati. Responsabile: Fabio Potestà Testi e foto a riproduzione vietata senza consenso della casa editrice. Legge 1396/42, art. 7, Reg. 18 © Copyright 2022
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ATTUALITÀ NEWS
PAROLE DI SCIENZA a cura di Roberto Vacca
L’energia (che non raddoppia più) da quali fonti arriverà? Nel 1950 ascoltai la lezione di un professore dell’ultimo anno del corso di Ingegneria Elettrotecnica che diceva: “Produzione e consumo annuali di energia raddoppiano ogni 10 anni”. Non aggiunse, quindi, che il tasso annuale medio di aumento corrispondente sarebbe stato di circa il 7%, né che, ovviamente, avrebbe dovuto diminuire presto (niente al mondo può crescere indefinitamente). Infatti, la produzione annuale dell’energia mondiale stava già rallentando al 5% e raddoppiò, non in 10 anni, ma solo nei 15 anni seguenti, da 1.800 a 3.600 Milioni di Tonnellate di petrolio equivalente (MTOE). L’ultimo raddoppio è avvenuto da 7.000 a 14.000 MTOE nei 35 anni dal 1984 al 2019 con un tasso annuale del 2 % (Uso i dati fino al 2019: la diminuzione dovuta al Covid del 2020 non è significativa). Attualmente produzione e consumo continuano a crescere. I miei calcoli basati sulle equazioni di Volterra, indicano che la produzione di energia mondiale non raddoppierà più, ma crescerà del 60%, raggiungendo un asintoto di 22.400 MTOE verso il 2080 con un tasso annuale di crescita medio di circa l’1,2 %. Queste previsioni sono empiriche, ma molto plausibili: con le equazioni differenziali che utilizzo, sono stati previsti correttamente gli andamenti (di crescita o declino) di grandi processi demografici, tecnologici e socio-economici. Per tentare di prevedere la ripartizione futura fra le quattro fonti dell’energia primaria – gas, petrolio, carbone, rinnovabili (cioè nucleare + idroelettrica + eolica + geotermica) di cui ho analizzato separatamente le serie storiche – fino a qualche decennio fa si riteneva che si stesse verificando un’alternanza periodica tra le fonti primarie, con prevalenza del legno (fino al 1883), del carbone (fino al 1965), del petrolio e – in avvenire – del gas. La mia analisi conferma una decrescente importanza relativa di petrolio (26% del totale) e carbone (23%), un forte incremento del contributo del gas naturale (34%) e un modesto incremento delle rinnovabili (17%). Queste ultime incontrano difficoltà nell’eolico e nell’idroelettrico per ragioni paesaggistiche, nel nucleare per timore dei rischi, nel geotermico per la distanza fra possibili fonti e grandi utenze. In generale sono notevoli le resistenze a dismettere centrali di produzione ancora efficienti. Sembra, quindi, improbabile che vengano raggiunti obiettivi ambiziosi nel limitare o eliminare le emissioni di CO2 considerate – discutibilmente – fattore principale del riscaldamento globale. La decarbonizzazione è promessa per il 2035 dagli Stati Uniti per la produzione di energia, e nello specifico da Toyota e General Motors per i veicoli prodotti nelle loro fabbriche. Una decarbonizzazione totale è programmata per il 2050 dall’Unione Europea e per gli ultimi decenni del secolo dall’United Nations Environment Program. Gli andamenti futuri del settore energetico saranno influenzati da eventuali invenzioni e innovazioni tecnologiche e da ulteriori miglioramenti dei rendimenti. È purtroppo lento l’avvento della rivoluzione che dovrebbe portare la Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione a ottimizzare non solo gli usi dell’energia, ma – ben a monte – ogni attività umana. Una programmazione basata su raccolta, disseminazione e integrazione in tempo reale di dati, consentirebbe risparmi, oltre che energetici, anche di tempo, di risorse naturali e umane. Per realizzarla in ogni settore della società, dovremmo anche innalzare la percentuale della popolazione che raggiunga l’educazione terziaria e la qualità di tutti i mezzi di comunicazione di massa. Dovrebbero essere ovvii gli spinoff positivi di una simile impresa che arruoli individui ed enti pubblici e privati.
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Giornate italiane 28-30 Aprile 2022
del CPIACENZA alCestruzzo ItalIan ConCrete Days
ATTUALITÀ NEWS
Cantiere a zero emissioni nel centro di Stoccarda con Wacker Neuson L’impresa edile tedesca Leonard Weiss è rimasta colpita dalle macchine a emissioni zero di Wacker Neuson. La prova pratica in un cantiere edile in Germania ha dimostrato prestazioni impressionanti, facilità d’uso e funzionamento a bassa rumorosità che rendono questa gamma una valida alternativa per l’uso quotidiano. Partner di lunga data di Wacker Neuson, Leonard Weiss ha utilizzato l’intera gamma di apparecchiature elettriche alimentate a batteria del produttore, per la ristrutturazione della piazza del mercato principale di Stoccarda. Nel cantiere sono stati utilizzati il dumper cingolato DT10e, il dumper gommato DW15e e la pala gommata WL20e, utilizzati principalmente per il trasporto di materiale in loco. Oltre a questi, Leonhard Weiss ha utilizzato anche l’escavatore Zero Tail EZ17 per svolgere attività di scavo e demolizione, nonché i costipatori a batteria di Wacker Neuson e le piastre a batteria della nuova serie APS per la compattazione del terreno. “Ci piace molto il fatto che le macchine elettriche e le attrezzature per l’edilizia abbiano la stessa potenza di quelle convenzionali» ha commentato Simon Schall, Head of Central Machine Technology di Leonard Weiss. Le macchine e le attrezzature elettriche per l’edilizia possono contribuire a rispettare limiti sempre più severi per le emissioni di gas di scarico e acustiche nei cantieri edili, in quanto non si producono emissioni locali di gas di scarico. Ciò protegge l’operatore e l’ambiente del cantiere. Secondo Wacker Neuson “Le macchine edili elettriche sono anche fino a 20 decibel più silenziose delle loro controparti alimentate a benzina. Si tratta di una riduzione estrema, poiché dieci decibel in meno significano una riduzione del 50% del rumore percepito“.
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Giornate italiane 28-30 Aprile 2022 del CPIACENZA alCestruzzo
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ATTUALITÀ NEWS
L’escavatore robotico intelligente di Zoomlion Un escavatore robotico che, utilizzando l’intelligenza artificiale ed eseguendo i comandi vocali dell’operatore, aiuterà a migliorare l’efficienza e a ridurre i costi operativi e, cosa più importante, può lavorare in ambienti pericolosi e complessi, tutelando la sicurezza dei lavoratori. È il caso dell’escavatore Zoomlion, dotato di sistema di interazione uomo-macchina che integra intelligenza artificiale, controllo intelligente e altre tecnologie avanzate per consentire all’escavatore di interagire con l’operatore ed eseguire le operazioni in modo automatico, riconoscendo i comandi gestuali e vocali per lavorare con precisione. L’escavatore robotizzato intelligente rende il taglio inclinato più facile e preciso. Una volta che l’operatore inserisce il modello 3D del cantiere e dell’attività nell’escavatore, la macchina può effettuare un’analisi globale e guidare fino al sito di destinazione e lavorare in modo automatico, senza la necessità di operatori professionali. Zoomlion ha modificato l’interazione tradizionale dei comandi e ha sviluppato il controllo vocale, in grado di riconoscere centinaia di parole di attivazione per sostituire le tradizionali interazioni di comando. Gli utenti possono emettere comandi vocali o gestuali tramite l’app per smartphone di Zoomlion Controllo automatico delle operazioni. Inoltre, Zoomlion ha sviluppato una modalità di controllo bionico per compiti complessi. L’operatore può guidare l’escavatore a seguire i movimenti del braccio assicurando un funzionamento accurato. Liu Yanbin, vicedirettore del Centro di Ricerca di Zoomlion, afferma che Zoomlion non ha integrato la tecnologia di rilevamento, l’IoT e i big data per promuovere ulteriormente la “connettività completa di persone, macchine e cose dal 2014”. “Il lancio di successo dell’escavatore robotico intelligente non solo rappresenta l’ultimo risultato nel campo della collaborazione uomo-macchina, ma raggiunge una nuova svolta che spinge l’applicazione di Zoomlion dell’interazione uomo-macchina a nuovi livelli”, ha affermato Yanbin.
Alberto Truzzi nuovo presidente Assobeton Alberto Truzzi, Amministratore Unico dell’azienda mantovana Truzzi SpA di Poggio Rusco, presidente di Confindustria Mantova dal 2010 al 2014 e consigliere della Camera di Commercio mantovana dal 2015 al 2020, è stato scelto, lo scorso febbraio, come nuovo Presidente di Assobeton, rappresentativa del comparto italiano dell’edilizia industrializzata in calcestruzzo. Truzzi subentra a Giorgio Ferrarini e guiderà l’Associazione fino al 2025. Il nuovo Presidente è affiancato da una squadra di tre Vice Presidenti: Manuel Boccolini (Manini Prefabbricati) con deleghe ai Rapporti con la Committenza ed ai Rapporti con i Fornitori; Riccardo Cecconi (Unibloc) con delega alla Sostenibilità, per un contributo sempre più incisivo all’economia circolare; Francesca Nava (MC Prefabbricati), con deleghe alla Comunicazione associativa e alla Valorizzazione dei prodotti. Al fianco di Alberto Truzzi anche Luca Bernardini (Baraclit), pronto a coordinare il Gruppo Trasporti Eccezionali. Al Direttore Luca Vezzoli è affidato invece un progetto di iniziative e collaborazioni in ambito universitario. Resta in capo ad Alberto Truzzi la presidenza del Comitato Permanente Relazioni Industriali, carica che ricopre dal 2004.
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ATTUALITÀ NEWS
Davide Zampini, CEMEX Head of Global R&D mostra il primo clinker solare al mondo. Fonte: CEMEX
Da Cemex e Synhelion il primo calcestruzzo da energia solare Synhelion ha fornito il calore di processo per il primo clinker solare. Il pioniere mondiale dei combustibili solari sostenibili lo ha realizzato con il produttore di cemento Cemex (quinto produttore mondiale di cemento), in un impianto pilota spagnolo. Una innovazione rivoluzionaria che, secondo entrambe le società, rappresenta un “primo passo verso lo sviluppo di cementifici completamente alimentati da energia solare”. I team di ricerca e sviluppo di Synhelion e CEMEX hanno creato un’unità di produzione pilota in lotti per produrre clinker dalla radiazione solare concentrata, collegando il processo di produzione di clinker con il ricevitore solare Synhelion. Il pilota è stato installato presso la torre solare ad altissima concentrazione di IMDEA Energy (Istituto di Ricerca sull’Energia), situata in Spagna. Il ricevitore solare di Synhelion ha generato temperature record di oltre 1500° C, con luce solare concentrata. Un fluido termovettore gassoso, così riscaldato, ha fornito il calore necessario per fondere insieme calcare, argilla e altri materiali, producendo clinker.
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“La nostra tecnologia converte la luce solare concentrata nel calore di processo solare esistente più caldo – oltre i 1500°C – sul mercato”, ha affermato il dott. Gianluca Ambrosetti, CEO e co-fondatore di Synhelion. “Siamo orgogliosi di dimostrare insieme a CEMEX un’applicazione specifica dal punto di vista industriale del nostro calore solare ad alta temperatura completamente rinnovabile“. Il clinker così ottenuto è stato utilizzato per produrre cemento e successivamente lavorato per essere trasformato in calcestruzzo. Nella fase successiva del loro progetto, Synhelion e Cemex intendono lavorare su un impianto pilota su scala industriale. I combustibili fossili, generalmente utilizzati per riscaldare il forno, sono responsabili di circa il 40% delle emissioni dirette di CO2 del processo. La sostituzione completa dei combustibili fossili con l’energia solare è un punto di svolta negli sforzi del settore per raggiungere la neutralità del carbonio entro il 2050. “La produzione del primo clinker solare è una pietra miliare entusiasmante per questa tecnologia trasformativa. È la prova del nostro impegno ad ottenere risultati tangibili attraverso l’innovazione per raggiungere il nostro obiettivo di fornire calcestruzzo a zero emissioni nette di CO2 entro il 2050“, ha affermato Fernando Gonzalez Olivieri, CEO di Cemex. “Cemex sta costruendo un futuro migliore e quel futuro deve essere sostenibile“.
ATTUALITÀ
Il ricevitore solare di Synhelion può essere visto nell’apertura destra della torre solare mentre la luce solare viene focalizzata sul calorimetro nell’apertura sinistra. Fonte: Synhelion
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Unacea: il mercato italiano di macchine per costruzioni registra un +30% nel 2021
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GLI OBIETTIVI I prossimi passi saranno quelli dell’inclusione di diverse categorie professionali, come le aziende che si occupano di bonifica e di trattamento di rifiuti e gli studi di ingegneria, affinché ci sia una vera rappresentanza di tutti i passaggi del ciclo produttivo. E ancora: l’organizzazione di tavoli di lavoro, conferenze e gruppi di pressione, per rappresentare in Italia e in Europa la voce di una categoria professionale grande, integrata ed essenziale.
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Nei dodici mesi del 2021 sono state immesse sul mercato italiano 22.000 macchine per costruzioni, con una crescita del 30% rispetto al 2020. Questi i dati presentati da Unacea e commentati da CER-Centro Europa Ricerche, nell’ambito di una conferenza stampa patrocinata da GIC – Giornate italiane per il calcestruzzo, svoltasi lo scorso 1° febbraio. Più in dettaglio, le macchine movimento terra vendute nel 2021 sono 21.107 unità (+30%), 893 le macchine stradali (+26%). Positivi gli scambi internazionali di settore secondo il Report commercio estero Unacea-Cer, con l’export che tra gennaio e ottobre 2021 ha raggiunto i €2,3 miliardi, con una crescita del 19% rispetto allo stesso periodo del 2020. Positive anche le importazioni che crescono del 42%, per un valore di €1,2 miliardi. Positivo per oltre €1 miliardo il saldo della bilancia commerciale, avanzo che cresce del 2% su base annua. “Il 2021 si chiude con un risultato sicuramente positivo per il settore delle macchine per costruzioni – ha dichiarato Luca Nutarelli, segretario generale di Unacea. La crescita, sperimentata in tutti i trimestri dell’anno, ha certamente contribuito a recuperare parte di quanto perso con la crisi iniziata nel 2008. Restano inoltre positive le aspettative per il 2022. D’altra parte, le dinamiche inflazionistiche, il crescente costo dell’energia e le difficoltà di approvvigionamento, rischiano di compromettere la fase espansiva in corso, riducendo la profittabilità delle aziende nel medio periodo. Ci auspichiamo quindi che questi aspetti possano essere presi in seria considerazione dalle autorità pubbliche, al fine di non vanificare lo sforzo del piano di rilancio del sistema paese”.
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ATTUALITÀ NEWS
Gras Calce protagonista del restauro della Basilica di Santa Maria Maggiore a Nicosia Gli interventi di restauro su edifici storici presuppongono di necessità anche l’utilizzo di materiali compatibili con quelli originali e che offrano le massime prestazioni. Questo è il contesto operativo affrontato nei lavori che hanno interessato la copertura e il prospetto di facciata principale della Basilica di Santa Maria Maggiore di Nicosia (EN), che ha visto tra i protagonisti le soluzioni Gras Calce per il restauro di edifici storici e di particolare valore architettonico. Sia la sezione incompiuta del prospetto di facciata, realizzata in pietra e calce, che la copertura principale evidenziavano diffusi fenomeni di degrado, il cui contenimento e recupero era reso ulteriormente complesso dalla natura dei materiali originali e dalle particolarità della costruzione, che richiedevano di conseguenza l’utilizzo di tecniche di intervento e soluzioni compatibili con le preesistenze sia dal punto di vista funzionale che estetico. I lavori, affidati all’impresa Italcostruzioni del Gruppo Fiscella di Nicosia, sono stati seguiti dagli Arch. Antonino Renda e Arch. Saverio Renda del Laboratorio per l’Architettura Storica S.T.P. srl di Palermo. La scelta dell’impresa è, in particolare, caduta su una delle soluzioni messe a punto da Gras Calce per questi specifici ambiti di applicazione, la malta naturale per muratura e intonaco a base di calce idraulica naturale NHL Malta Antica. Malta Antica è specificamente formulato per la realizzazione di intonaci esterni e interni, anche con valenza architettonica e cromatica, interventi di riparazione tipo scuci – cuci, interventi di ripristino localizzati, intonaci per il restauro, intonaci fortemente traspiranti e come malta da muratura per mattoni in argilla, laterizi, tufo e pietre naturali, specifico per contesti di bio-edilizia. Impastabile sia a mano che in betoniera, il prodotto presenta una elevata lavorabilità e modalità di applicazione particolarmente semplici. Dopo avere opportunamente preparato la superficie di posa, l’applicazione può essere effettuata indifferentemente a mano o a macchina in spessori fino a 3 cm in caso di intonaco o 2 cm in caso di posa di mattoni o pietre come nel cantiere di Nicosia.
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ATTUALITÀ NEWS
Gölz, lo smaltimento è Slurry Fox Arriva sul mercato la soluzione innovativa ed ecologica per l’edilizia e per l’industria dedicata allo smaltimento professionale dei residui solidi e dei fanghi da calcestruzzo e pietra. Come accade per tutti i prodotti del marchio tedesco, anche questa specialità è distribuita da AL Consulting Durante le operazioni di foratura, di taglio e di levigatura con utensili diamantati si accumulano notevoli quantitativi di fanghi legati al necessario utilizzo di parecchia acqua. Come ben sanno le imprese, lo smaltimento ecologico di questi scarti comporta costi enormi e notevoli perdite di tempo. In un’ottica di un’edilizia sempre più ecologica, e in anticipo rispetto alle future normative che verranno introdotte anche nel nostro Paese, Gölz mette a disposizione del mercato ben tre stazioni di filtraggio portatili per rendere sia il posto di lavoro che l’ambiente più sano. Inoltre, grazie a queste attrezzature, è possibile riutilizzare l’acqua molteplici volte, eliminando così ogni spreco.
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ATTUALITÀ
Per il calcestruzzo e la pietra naturale La serie Slurry Fox di Gölz è stata sviluppata appositamente per le esigenze dell’industria della lavorazione del calcestruzzo e della pietra naturale e, attraverso tre modelli, offre una soluzione pratica che si adatta alle differenti necessità di cantiere. Le tre versioni disponibili - dalla compatta SFP3L di soli 79 kg, con filtraggio da 400 a 600 l/h, passando dalla capiente SFP8L, fino alla soluzione per grandi cantieri SFP647 con una capacità di filtraggio di 2000 l/h – permettono la scelta del modello che meglio si confà a ogni specifica esigenza e il tutto attraverso un funzionamento estremamente semplice. I fanghi di calcestruzzo prodotti durante le lavorazioni vengono raccolti direttamente da aspiratori industriali ad alte prestazioni e aggiunti all’unità filtrante Slurry Fox. A questo punto la pompa integrata convoglia gli scarti acquosi di perforazione e taglio direttamente nell’unità di filtraggio. E a seconda del contenuto di solidi, i filtri vengono riempiti entro 5-10 minuti. Detto che non è necessario alcun monitoraggio dell’attrezzatura durante il processo di filtraggio, il funzionamento è veramente elementare, infatti è sufficiente collegare la filtropressa a un compressore ad aria e attivare il sistema di filtraggio. Una volta riempito il cassone di scarti solidi si procede a svuotarlo e si può continuare a lavorare. E l’acqua pulita è pronta per essere nuovamente riutilizzata. Slurry Fox by Gölz è un prodotto particolarmente appetibile per i professionisti del noleggio al fine di far fronte alla sempre più elevata richiesta di cantieri puliti e di rispondere alle normative che saranno sempre più stringenti.
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ATTUALITÀ NEWS
Eni e Holcim insieme per l’utilizzo della CO2 nella produzione di cementi
Eni ha recentemente avviato una collaborazione con Holcim per lo sviluppo di una tecnologia innovativa per l’utilizzo della CO2 nella formulazione di cementi. La tecnologia sviluppata da Eni si basa sulla carbonatazione di minerali a base di silicati di magnesio e il processo è in grado di produrre un materiale in cui la CO2 è fissata in modo stabile e permanente e che può essere utilizzato nella formulazione di cementi. La collaborazione si inquadra nella strategia di decarbonizzazione di Eni per il raggiungimento della neutralità carbonica al 2050 in cui la ricerca e l’innovazione rappresentano una leva fondamentale. L’innovazione continua è alla base della crescita organica dell’azienda, poiché permette di consolidare il know-how e di arricchirlo, contribuendo alla formazione delle competenze delle nostre persone e all’evoluzione tecnologica. La partnership prevede la realizzazione di un impianto dimostrativo con l’obiettivo di testare la riduzione dell’impronta carbonica dei cementi e l’integrazione di questa soluzione innovativa nei cementifici. Monica Spada, Responsabile Research & Technological Innovation di Eni, ha commentato: “Innovazione e sviluppo tecnologico sono la chiave strategica per affrontare con successo la sfida della transizione energetica, per questo siamo lieti di questa collaborazione che farà leva sulle competenze del settore R&D di Eni e sull’esperienza di Holcim. Questa tecnologia ci consente di accelerare il nostro percorso verso la decarbonizzazione, fornendo una soluzione adeguata per i settori con emissioni tecnologicamente difficili da ridurre“. Edelio Bermejo, Responsabile dell’Innovation Center di Holcim, ha dichiarato: “Il raggiungimento dell’azzeramento di emissioni nette nella produzione di cemento richiederà l’implementazione di tecnologie CCUS su larga scala. La soluzione fornita da Eni è molto promettente e siamo felici di esplorarne il potenziale in quanto potrebbe portare tutti noi a compiere un passo avanti nel percorso di decarbonizzazione”.
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Argilla espansa Leca per lo Stade Nautique d’Avignon Lo Stade Nautique d’Avignon, nel quartiere Saint Chamand della città francese di Avignone, è stato dichiarato un edificio storico da preservare come straordinario esempio di architettura del XX secolo. La struttura è stata progettata negli anni ’60 dagli architetti francesi André Rémondet, famoso per i suoi molti progetti pubblici in tutta la nazione nonché successore del “padre del cemento armato” Auguste Perret alla guida della “École nationale supérieure des beaux-arts”, e Albert Conil, professionista locale autore di diversi progetti ad Avignone. Questa imponente architettura richiama le suggestioni stilistiche tipiche dell’epoca, figlie del movimento moderno di Le Corbusier e dell’uso per quei tempi innovativo del cemento armato. Rimasto chiuso dal 2010, dopo un intervento di ristrutturazione profonda, ha recentemente riaperto al pubblico e ha nuovamente accolto i nuotatori, con una veste completamente rinnovata. Il centro ha mantenuto lo stile architettonico originale “modernista-funzionalista”, ma ora è una sport-facility all’avanguardia e sostenibile. Questo spazio emblematico della città comprende tre piscine all’aperto. Oltre alla piscina olimpionica da competizione di 50 metri, riscaldata per essere utilizzata tutto l’anno, offre una vasca per i tuffi e zone destinate a sport acquatici e attrezzature per il benessere. Lo stadio nautico propone attività ludiche acquatiche: fontane, scivoli, giochi d’acqua… E dispone di un centro di fitness: sala fitness, hammam, saune, idromassaggio, solarium. Il progetto di riqualificazione, firmato dall’architetto Luis Reggiardo dello studio Soho Atlas, ha coinvolto diverse maestranze ed eccellenze, tra cui Laterlite, chiamata a fornire 1.200 m3 di argilla espansa Leca 3-8 per rinnovare le vecchie piscine in cemento come quelle di Avignone, abbandonate da anni. La scelta di Laterlite e dell’argilla espansa Leca è stata determinata dalla necessità progettuale di ottenere un riempimento con materiale che, grazie al basso peso specifico, consentisse di realizzare idonei strati di alleggerimento capaci di integrare i nuovi condotti impiantistici e di modificare il profilo del fondo della piscina, riducendone la profondità.
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NEWS ATTUALITÀ
Leca 3-8 è l’argilla espansa per sottofondi, coperture, riempimenti, alleggerimenti, isolamenti e calcestruzzi leggeri strutturali. È un aggregato leggero che, grazie alla sua struttura cellulare racchiusa in una scorza clinkerizzata, ottimizza il rapporto tra peso e resistenza. Non contiene materiali organici né loro derivati: quindi non marcisce, non si degrada nel tempo, resiste bene ad acidi, basi e solventi conservando inalterate le sue caratteristiche. L’impiego di Leca è risultato estremamente interessante nella realizzazione del fondo delle piscine anche grazie alla sua capacità di isolamento termico, grazie al basso valore di conducibilità termica certificato (λ = 0,09 W/ mK). Nella piscina olimpionica outdoor da 50 m, infatti, l’acqua viene riscaldata a 29 gradi grazie a un sistema di riscaldamento che integra la geotermia ai pannelli solari posti sul tetto della struttura, per consentirne l’utilizzo in tutte le stagioni dell’anno. L’argilla espansa Leca consente quindi di ridurre le dispersioni termiche. Inoltre l’argilla espansa Leca 3-8 è incombustibile (Euroclasse A1) e adatta quindi a essere utilizzati in luoghi pubblici come quello interessato da questo intervento. L’origine del prodotto, unitamente a un processo produttivo rispettoso dell’ambiente, permette all’aggregato leggero argilla espansa Leca di essere ecobiocompatibile e certificato ANAB-ICEA per le applicazioni in Bioedilizia; adatto quindi a essere applicato in un manufatto dalla forte valenza storica e architettonica, come appunto quello dello Stade Nautique d’Avignon. Infine, la posa in opera è risultata particolarmente veloce e pratica: il materiale è stato pompato “a distanza” da un automezzo che non ha dovuto neanche entrare nella struttura ma si è posizionato all’ingresso del cantiere. Leca 3-8 una volta posato non necessita di tempi di asciugatura né di attese come avviene con i materiali tradizionali, ed è stato quindi subito possibile proseguire con la stratificazione del fondo delle piscine. Tra logistica di cantiere e posa del prodotto, in una sola settimana è stato completato il lavoro.
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Duplomatic acquisisce la tedesca Till Hydraulik Lo scorso 6 dicembre 2021, il Gruppo Duplomatic, ha rilevato tutte le azioni di Günther Till Präzisionstechnik GmbH & Co KG, con sede e stabilimento a Helmstedt in Germania, che produce oleodinamica per il settore mobile. Till Hydraulik – 28 milioni di euro di fatturato con duecento dipendenti – è leader in tre segmenti dell’oleodinamica: soluzioni di microidraulica su misura, utilizzate ad esempio nel settore medicale per i lettini operatori; cilindri per esigenze specifiche (con intelligenza decentralizzata, di lunghezza o diametri particolari o per impieghi gravosi) e azionamenti manuali compatti, come quelli utilizzati nei rimorchi per autocarri. Till fornisce inoltre valvole per applicazioni oleodinamiche mobili. Nel 2022 la società, che nasce come azienda famigliare fondata da Günther Till, festeggia il 60° anniversario. L’accordo di acquisizione è stato firmato lo scorso dicembre ma i rapporti che legano le due realtà risalgono al 2005, quando Duplomatic ha iniziato a collaborare come fornitore di componenti per poi sviluppare progetti insieme a Till Hydraulik. Con questo investimento strategico, Duplomatic si posiziona nel mercato tedesco con un nuovo sito produttivo in Germania, rafforza la presenza globale e amplia l’offerta di soluzioni nel campo del Motion Control grazie alla nuova area di business della microidraulica per il settore medicale. “Till Hydraulik”, afferma Roberto Maddalon, CEO di Duplomatic MS Spa “è una realtà perfettamente sinergica rispetto a Duplomatic e ai suoi brand. La copertura territoriale di Till Hydraulik ci permetterà di avere una presenza capillare su tutto il territorio tedesco; riusciremo in questo modo ad essere più vicini alle esigenze dei nostri clienti”. Duplomatic proseguirà e svilupperà, quindi, l’attuale attività di Till Hydraulik. “Le sinergie presenti nel portafoglio prodotti ci consentiranno di espandere la nostra offerta di soluzioni per il controllo di movimento nel mondo.” conclude Maddalon. “Siamo orgogliosi di essere una parte importante di questo Gruppo in espansione. Con Duplomatic abbiamo una relazione di lungo periodo che, grazie alla fiducia e alla disponibilità reciproca, ha portato all’accordo di acquisizione. Entrambe le società trarranno vantaggio dallo scambio tecnologico e commerciale e apriranno nuove aree di business internazionali.” commenta Stefan Schmitz, direttore generale di Till GmbH & Co KG.
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NEWS ATTUALITÀ Con sede a Parabiago (MI) – 147 milioni di euro di fatturato e oltre 650 dipendenti al 31.12.2021 – Duplomatic progetta e produce componenti e sistemi oleodinamici nonché elettromeccanici per il controllo di movimento in diversi settori applicativi. Il Gruppo è attivo sul mercato con i marchi: Duplomatic Motion Solutions per applicazioni industriali, Hydreco per applicazioni mobili, Continental Hydraulics per il Nord America e Till Hydraulik per il mercato tedesco. Il Gruppo è presente a livello internazionale, con propri stabilimenti produttivi in USA, Cina, India, Australia, Italia, Germania, Gran Bretagna e uffici commerciali nelle diverse aree nel mondo. Duplomatic è stata fondata a Busto Arsizio (VA) nel 1952 per lo sviluppo di un innovativo dispositivo per l’automazione delle macchine utensili: il copiatore oleodinamico. Nel 2022 festeggia i 70 di storia.
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ATTUALITÀ NEWS
Cile. Inizia la costruzione della linea 7 della metropolitana di Santiago Il Ministero dei Lavori Pubblici ha avviato i lavori per la futura Linea 7 della Metropolitana di Santiago, che collegherà i comuni di Renca e Vitacura. Questo importante traguardo segna l’inizio quindi delle principali opere civili di questo progetto. Il nuovo tracciato, lungo 27 chilometri e 19 stazioni, correrà in maniera parallela alla Linea 1 e attraverserà i distretti di Renca, Cerro Navia, Quinta Normal, Santiago, Providencia, Vitacura e Las Condes, di cui tre entreranno per la prima volta nella rete metropolitana. In queste strutture saranno realizzati gli anelli prefabbricati in calcestruzzo che assicurano il sostegno delle gallerie attraverso le quali circoleranno i treni della Linea 7. Ogni anello ha un diametro di 4,5 metri, 35 centimetri di spessore e un peso di circa 2,5 tonnellate.
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ATTUALITÀ NEWS
MONACHE CARMELITANE AL LAVORO CON UNA PALA BOBCAT PER IL RESTAURO DEL LORO CONVENTO D
opo aver vissuto per più di due secoli nel monastero in piazza Hradčany, vicino al castello nel centro di Praga nella Repubblica Ceca, le monache carmelitane scalze si sono trasferite nel villaggio di Drasty, a est di Praga, per godere di più ampi spazi aperti ed essere più vicine alla natura e alla comunità. L’ex proprietà agricola scelta dalle monache a Drasty ha una lunga storia che
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risale al 1305, ma quando vi si trasferirono nel 2018, il complesso era fatiscente. Da allora le monache lavorano senza sosta per trasformarlo in un nuovo convento a servizio della comunità locale. Hanno adottato diverse tecniche per raggiungere il loro obiettivo, incluso l’impiego di una pala compatta gommata Bobcat 773 del 1997, che hanno imparato a usare personalmente.
La pala 773, come molte altre macchine Bobcat coetanee, è ancora in buone condizioni grazie alla sua struttura robusta e alla manutenzione periodica, e può ancora essere utilizzata per eseguire lavori pesanti. Non essendo utilizzata regolarmente, i proprietari hanno deciso di prestarla alle monache, che la usano per trasportare i materiali in cantiere, con benna e forca per pallet.
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può infatti essere usata per molte funzioni. È ottima per movimentare materiali pesanti, evitandoci di trasportarli a mano con la carriola. Ci permette inoltre di raggiungere zone di difficile accesso ed è pratica per numerosi lavori di livellamento e riassetto del terreno. La pala ci ha consentito di portare a termine diverse opere, facendoci risparmiare tempo ed energia”, conclude Suor Terezka, principale operatrice della pala.
Una trasformazione graduale
Guidare una pala Bobcat di 25 anni è facile Suor Milada, monaca dell’ordine, ha descritto il lavoro di costruzione con la pala Bobcat: “Quando abbiamo comprato la proprietà Drasty, era una discarica ed era piena di alberi maturi. Poiché non avevamo abbastanza soldi per farlo sistemare per intero, abbiamo deciso di occuparci personalmente di parte del lavoro, con l’aiuto di volontari. Ci siamo rapidamente rese conto che avevamo bisogno di macchine e attrezzi per queste difficili operazioni iniziali, quindi alcune di noi hanno imparato a guidare il trattore, usare la motosega o il decespugliatore e a usare la pala Bobcat. Quest’ultima ci è stata di grande aiuto all’inizio per trasportare materiali pesanti, in particolare grossi ceppi di alberi da bruciare, poi per trasportare pallet di mattoni, terra, pietre, e infine per sistemare il prato e aggiungere ghiaia sui sentieri del parco.” “All’inizio noleggiavamo all’occorrenza macchine con operatore incluso, ma presto ci siamo rese conto che avremmo potuto usarne alcune personalmente. La pala Bobcat ci era stata prestata a lungo termine, e Suor Terezka e Suor Sára avevano capito che, dopo aver rinnovato la loro patente, bastava loro davvero poco per utilizzare macchine come la pala Bobcat”.
La ricostruzione del complesso del convento è stata graduale. Nel mese di marzo 2020, le monache hanno aperto la casa padronale, in cui alloggiano temporaneamente, ma con l’obiettivo di adibirla a centro di accoglienza. Nell’ottobre dello scorso anno, un’impresa edile ha avviato i lavori di costruzione di un nuovo convento e una nuova chiesa, sulla base di un contratto concluso con le monache. Con l’aiuto di volontari, hanno lavorato tre anni per preparare il terreno della proprietà ai lavori di costruzione.
Da rovine a nuovo centro spirituale e culturale La comunità delle monache carmelitane scalze di Drasty si trova ad affrontare un grosso problema. Hanno già realizzato tanto, ma c’è ancora molto
lavoro da fare. L’obiettivo è quello di continuare con la costruzione del complesso in modo che possa accogliere le monache e i visitatori. “Siamo certe che questa vecchia proprietà diroccata fuori Praga diventerà un centro culturale e spirituale a cui chiunque potrà accedere per preservare la propria umanità e spiritualità, e per ritrovare una nuova forza per affrontare la vita”, conclude Suor Milada.
La testimonianza di Suor Terezka “Il funzionamento della pala è semplice e intuitivo e mi piace la sua versatilità,
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ATTUALITÀ NEWS
Iveco e Hyundai: accordo per esplorare future collaborazioni Iveco Group (MI: IVG) e Hyundai Motor Company (HYMTF) hanno firmato il 4 marzo un memorandum d’intesa per esplorare possibili collaborazioni in termini di tecnologia condivisa dei veicoli, approvvigionamento congiunto e reciproche forniture. La firma ha avuto luogo presso Hyundai Motor Company e vi hanno partecipato tra gli altri Gerrit Marx, CEO di Iveco Group, Marco Liccardo, Chief Technology & Digital Officer di Iveco Group, Jaehoon Chang, Presidente e CEO di Hyundai Motor Company, e Martin Zeilinger, Executive Vice President e Head of Commercial Vehicle Development Tech Unit di Hyundai Motor Company. Il memorandum è un passo preliminare nella valutazione del potenziale per i due gruppi di una cooperazione nei campi della tecnologia e delle piattaforme, compresi componenti e sistemi. Tra le aree di possibile interesse reciproco ci sono propulsioni e piattaforme elettriche, inclusi sistemi a celle a combustibile, l’automazione dei veicoli e la connettività per i veicoli commerciali. Questo accordo è un ulteriore passo nelle rispettive strategie di Iveco Group e Hyundai Motor Company per creare soluzioni innovative che siano leader nell’odierno contesto in rapida evoluzione, attraverso la costruzione di un ecosistema di partnership reciprocamente vantaggiose.
Chi sono i protagonisti dell’accordo Iveco Group N.V. (MI: IVG) è un leader globale nel settore automotive, attivo nei segmenti Veicoli Commerciali e Speciali, Powertrain e correlati Servizi Finanziari. Ciascuno dei suoi otto brand è un player di riferimento nel suo specifico ambito industriale: IVECO, marchio pionieristico di veicoli commerciali che progetta, produce e commercializza veicoli commerciali pesanti, medi e leggeri; FPT Industrial, leader globale nella fornitura di una vasta gamma di tecnologie avanzate di propulsione per i settori agricolo, delle costruzioni, nautico, della generazione di energia e dei veicoli commerciali; IVECO BUS e HEULIEZ, marchi di autobus urbani, interurbani e turistici per il trasporto di massa e premium; Iveco Defence Vehicles, per mezzi da difesa e per la protezione civile altamente specializzati; ASTRA, un leader in grandi mezzi pesanti per cave e cantieri; Magirus, il rinomato produttore di veicoli e attrezzature antincendio; e IVECO CAPITAL, il ramo finanziario che supporta tutti i marchi di Iveco Group. Il Gruppo impiega circa 34.000 persone in tutto il mondo e ha 29 stabilimenti di produzione e 31 centri di Ricerca & Sviluppo. Fondata nel 1967, Hyundai Motor Company è presente in più di 200 paesi con oltre 120.000 dipendenti dedicati ad affrontare le sfide quotidiane della mobilità in tutto il mondo. Sulla base della visione del marchio “Progress for Humanity”, Hyundai Motor sta accelerando la sua trasformazione in Smart Mobility Solution Provider. L’azienda investe in tecnologie avanzate come la robotica e la mobilità urbana aerea (UAM – Urban Air Mobility) per realizzare soluzioni di mobilità rivoluzionarie, perseguendo al contempo l’innovazione aperta per introdurre i servizi di mobilità del futuro. Alla ricerca di un futuro sostenibile per il mondo, Hyundai continuerà i propri sforzi per introdurre veicoli a emissioni zero dotati di celle a combustibile a idrogeno e tecnologie per veicoli elettrici leader del settore.
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L’eccellenza delle imprese italiane che operano nei comparti del calcestruzzo e della prefabbricazione ICTA - ITALIAN CONCRETE TECHNOLOGY AWARDS
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ATTUALITÀ NEWS
A giugno, la terza edizione dei Pdays - Mobilità e Sosta Un confronto a tutto campo sui temi della sosta dei veicoli, della mobilità urbana, dell’innovazione digitale e della transizione delle nostre città verso una nuova sostenibilità La III Edizione della manifestazione biennale Pdays – Mobilità e Sosta, si svolgerà il 22 e 23 giugno 2022, presso la Stazione Leopolda di Firenze. L’evento, organizzato da AIPARK (Associazione Italiana Operatori Sosta e Mobilità), sarà caratterizzato da una parte espositiva e una congressuale e si prefigge di focalizzare i temi di attualità, introdotti dall’esperienza della pandemia e delle nuove direttive del PNRR, per contribuire al percorso di trasformazione verso soluzioni sostenibili. Scopo dell’iniziativa è: • promuovere il settore della sosta e della mobilità, al fine di rafforzare la posizione dell’Associazione e confermare la centralità dei propri servizi per le nuove esigenze di gestione di una molteplicità di veicoli per il trasporto di persone e cose; • proporre un confronto sui temi dell’innovazione tecnologica applicata alla mobilità urbana e allo sviluppo della città per realizzare la digitalizzazione: dati, GDPR, standards, MaaS, piattaforme scalabili e altro; • porre l’attenzione sulle nuove gestioni integrate per la sosta dei veicoli su strada, in strutture di parcheggio e per i servizi alla mobilità; • raccontare le teorie e le pratiche di gestione della variabilità delle tariffe sia come strumento regolatore sia come generatore di risorse, illustrando esempi di tariffazioni dinamiche per facilitare la transizione; • parlare dell’ecosistema della mobilità elettrica a 360°: dibattere sulle interazioni fra gestori, fornitori, operatori e partner per illustrare piani ed opportunità per gli associati; • sviluppare la professionalizzazione e la managerialità del settore non solo attraverso il confronto, ma anche con specifici momenti di approfondimento sulle ultime normative. Saranno presenti gli Associati AIPARK e saranno invitati a partecipare (come delegati e visitatori) i rappresentanti di Istituzioni, settore pubblico e privato della sosta, mobilità, Pubbliche Amministrazioni nazionali e locali, concessionari, rappresentanti delle Associazioni del settore commercio, automotive, soft mobility, mobilità elettrica e nuove tecnologie. Durante i due giorni dell’evento si confronteranno esperti del settore della sosta e della mobilità che racconteranno la loro esperienza e la loro idea di futuro, proponendo soluzioni e idee innovative.
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Cantieri navali di Sestri: affondato il primo cassone per l’ampliamento del molo Si sono concluse le operazioni di varo e affondamento del primo cassone cellulare in calcestruzzo armato T5; il primo di altre 18 strutture che saranno progressivamente “affondate” nello specchio acqueo di fronte ai cantieri navali di Sestri. Il cassone T5 ha dimensioni in pianta di 33,56×16,00 metri ed altezza di 13,70 metri. Il progetto “Realizzazione della nuova calata ad uso cantieristico navale all’interno del Porto Petroli di Genova Sestri Ponente e sistemazione idraulica del torrente Molinassi 2° lotto 2° stralcio” fa parte del Programma Straordinario di interventi previsto dal Decreto Genova. Soggetto Attuatore è il Comune di Genova, mentre i lavori sono realizzati da: RTI Fincosit Srl/ Consorzio Stabile Grandi Lavori Scrl / Consorzio Integra Soc. Coop./ICM Spa. L’opera prevede la realizzazione di una nuova colmata a mare che si estende dallo stabilimento Fincantieri verso ponente per circa 90.000 mq. Il materiale del riempimento (1.600.000 ton) viene trasportato via nave (da 10.000mila ton di capacità), con un ciclo di carico-scarico che si articola sulle 48 ore. Il materiale lapideo (residuo della lavorazione delle cave del marmo) arriva prevalentemente via mare dalla Marina di Carrara. I tempi per completare la nuova colmata sono stimati in 559 giorni (19 mesi circa).
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ATTUALITÀ NEWS
Italferr vince i servizi di ingegneria della nuova linea AV Rail Baltica
Il Gruppo FS Italiane, tramite la sua società di ingegneria Italferr, si è aggiudicato il contratto per la realizzazione della nuova linea Av Rail Baltica, infrastruttura che ha l’obiettivo di collegare Estonia, Lettonia e Lituania, facendo da catalizzatore per la crescita sostenibile dell’Europa. In partnership con Systra ed Egis, Italferr si è aggiudicata, in particolare, il contratto per la fornitura di servizio di ingegneria e project management per la preparazione, l’approvvigionamento e la supervisione della realizzazione del sottosistema Controllo-Comando e Segnalamento di Rail Baltica. Il contratto è stato sottoscritto il 18 gennaio scorso. La partnership gestirà il progetto e la realizzazione dei lavori attraverso la supervisione tecnica della progettazione, della costruzione, dell’integrazione del sistema, del collaudo e della messa in servizio. “Italferr è onorata di far parte del progetto di infrastruttura ferroviaria ad alta velocità Rail Baltica e di assistere RB Rail, insieme ai suoi partner SYSTRA ed EGIS – ha commentato Andrea Nardinocchi, Amministratore Delegato di Italferr – siamo molto lieti di avere l’opportunità di fornire supporto a RB Rail nella realizzazione di un progetto così impegnativo e strategico, che migliorerà la connettività tra i tre paesi baltici e l’intera rete di trasporto europea, garantendo peraltro un notevole beneficio socio-economico oltre i confini del progetto, insieme a nuovi standard di trasporto. Questa aggiudicazione, aumentando la presenza di Italferr nei Paesi Baltici, ne rafforza l’interesse nell’area». Gestito dall’agenzia intergovernativa RB Rail AS con un investimento complessivo di 5.8 miliardi di euro, finanziato per l’85% dall’Unione Europea, il progetto della Rail Baltica prevede 870 chilometri di nuova linea alta velocità interoperabile a doppio
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Fiere ed Eventi CONCRETE EXPO, Londra (Inghilterra) 3-4 Maggio 2022 www.concreteexpo.co.uk
THE UK CONCRETE SHOW Birmingham (Inghilterra) 5-6 Maggio 2022 www.concreteshow.co.uk
THE UTILITY CONSTRUCTION SHOW
Agnis Driksna (CEO e presidente del consiglio di amministrazione di RB Rail AS), Frédéric Dufourm (direttore di Systra per l’Europa occidentale), Marc-Philippe El Beze (direttore tecnico e membro del consiglio di amministrazione di RB Rail AS)
binario, per il trasporto di passeggeri e merci, attraverso tre paesi baltici (Estonia, Lettonia e Lituania), sette stazioni passeggeri e tre nuovi terminal merci multimodali, e ulteriori connessioni con aeroporti e porti. La nuova linea ferroviaria consentirà una velocità massima di 249 km/h per i treni passeggeri e 120 km/h per i treni merci e sarà dotata del sistema ERTMS (European Rail Traffic Management System). Il Gruppo FS Italiane, attraverso Italferr, è già presente nel progetto della Rail Baltica. Ad aprile 2021, infatti, la società di ingegneria aveva sottoscritto in consorzio con la tedesca Deutsche Bahn e la spagnola Idom il contratto per il supporto alle attività di elettrificazione della nuova linea AV. Andrea Nardinocchi, AD di Italferr
PIPELINE & GAS EXPO 2022, Piacenza (Italia) 8-10 Giugno 2022 www.pgexpo.eu
EDA ANNUAL CONVENTION, Parigi (Francia) 9-11 Giugno 2022 www.europeandemolition.org
WIRE-TUBE 2022, Düsseldorf (Germania) 20-24 Giugno 2022 www.wire-tradefair.com
BETON-TAGE, Ulm (Germania) 21-23 Giugno 2022 www.betontage.de
HILLHEAD 2022, Buxton (Inghilterra) 21-23 Giugno 2022 www.hillhead.com
MARMOMAC, Verona (Italia) 27-30 Settembre 2022 www.marmomac.com
BAUMA, Monaco (Germania) 24-30 Ottobre 2022 www.bauma.de
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MIDDLE EAST CONCRETE, Dubai (EAU) 5-8 Dicembre 2022 www.middleeastconcrete.com
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PRIMO PIANO
Da sinistra, Giuseppe Cavalli, Francesco Rolleri, Patrizia Barbieri e Fabio Potestà
GIC 2022
IL RITORNO ALLA VITA DEL CALCESTRUZZO NAZIONALE
RIPRENDE A PIACENZA EXPO IL FILO INTERROTTO DEL PIÙ GRANDE EVENTO EUROPEO DEDICATO ALLA CONCRETE INDUSTRY. NEL 2020 FU CANCELLATO DALL’EMERGENZA COVID-19. OGGI LE GIORNATE RIPARTONO CON L’ORIZZONTE DELLE 200 PRESENZE TRA GLI ESPOSITORI E UNA POSIZIONE CENTRALE NEL DIBATTITO SUL FUTURO DELLE COSTRUZIONI NAZIONALI
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aranno anche cieli nebulosi, pervasi dall’incertezza politica e finanziaria che potrebbe funestare una ripresa nella quale ancora molti credono. Eppure, il GIC riprende a volare, con l’adesione di quasi 200 espositori (al momento in cui scriviamo) e il battito d’ali di una volontà che parte dalle imprese e dai territori. Le Giornate Italiane del Calcestruzzo-Italian Concrete Days, organizzate da Mediapoint & Exhibitions a Piacenza Expo (dal 28 al 30 aprile prossimi), hanno nel respiro l’ottimismo di un settore che desidera rinascere. Fortemente e con una caparbietà dal respiro internazionale rivelata già nella conferenza stampa ufficiale che ha fatto da preludio alla fiera, poche settimane fa, nella sede di Confindustria Piacenza. Gli interventi di Francesco Rolleri, presidente dell’associazione, del sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, di Giuseppe Cavalli, amministratore unico di Piacen-
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za Expo, e di Fabio Potestà, presidente di Mediapoint & Exhibitions, creatore e organizzatore del GIC, hanno delineato i temi della quarta edizione del GIC - un’edizione oltremodo significativa, perché riprende il filo interrotto dall’improvvisa cancellazione che avvenne improvvisamente nel 2020, a poche ore dall’apertura. Fu un provvedimento d’urgenza del governo, in piena pandemia, a decretare l’inesorabile rinvio della manifestazione. “Fu un momento drammatico e pesante, soprattutto per noi organizzatori - ricorda Fabio Potestà - Oggi il GIC riprende, con il traguardo imminente dei 200 espositori e un sentimento di vitalità che coinvolge un comparto, quello del calcestruzzo, nelle sue più diverse accezioni, che è fondamentale per l’economia delle costruzioni. Questo settore può contare, qui a Piacenza Expo, su uno spazio promozionale e di confronto dal respiro europeo e internazionale. Uno spazio mirato e specialisti-
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co che rappresenta, oggi più che mai, un punto cardine di vantaggio e di novità rispetto alle altre fiere generaliste dedicate all’edilizia e alle costruzioni”. Le Giornate del Calcestruzzo come opportunità per l’industria del Paese. Questo assunto è stato sviluppato dall’intervento di Francesco Rolleri, durante la stessa conferenza stampa preliminare. Il presidente di Confindustria Piacenza ha ribadito che “il calcestruzzo è ancora il materiale principe per il futuro delle costruzioni. Soprattutto, questa fiera, dedicata a un settore integrato con l’economia dei territori e delle imprese che vi sono insediate, si svolge in un momento cruciale per il nostro Paese. Un momento di ripresa che rischia di essere frenato drammaticamente dal costo delle materie prime e dell’energia, acuito inoltre dall’aggravio delle gravi tensioni politiche internazionali. Un momento storico in cui la politica industriale nazionale deve dare risposte celeri ed efficaci, soprattutto sul fronte delle costruzioni, con le grandi opere infrastrutturali e un cambio di passo normativo che urgono, a fronte di una lentezza decisionale non più sostenibile”.
Tutte le conferenze in fiera Le Giornate Italiane del Calcestruzzo-Italian Concrete Days costituiscono un naturale spazio di convegno e discussione approfondita sui temi centrali del costruire nazionale. Anche in questa quarta edizione, il calendario degli eventi congressuali (provvisorio, al momento in cui scriviamo) prevede almeno quattro eventi fondamentali, distribuiti nei giorni di giovedì 28 e venerdì 29 aprile. Nella Sala A di Piacenza Expo, giovedì 28 aprile (dalle ore 9,30 alle 13 e dalle 14 alle 17,30), sarà la volta del convegno inaugurale del GIC, dal titolo “Pavimentazioni rigide in campo aeroportuale. Nuove frontiere”. L’evento è organizzato in collaborazione con Tecno Engineering 2C e prevede numerosi interventi di rilievo, con il coordinamento dei lavori affidato all’ingegner Carlo Criscuolo (direttore tecnico di Tecno Engineering 2c). L’introduzione e la conclusione del convegno sono affidate alle prolusioni del generale Mario Sciandra (a capo del Servizio Infrastrutture dell’Aeronautica Militare) e del generale Giancarlo Gambardella (a capo della Direzione Lavori e Demanio del Segretariato Generale della Difesa). Il secondo convegno inaugurale, previsto nella Sala B, sempre giovedì 28 aprile (dalle 14 alle 18), avrà come tema “Dall’esempio del Ponte San Giorgio di Genova alle grandi nuove opportunità per le infrastrutture italiane nel quadro del PNRR”. Nella giornata di venerdì 29 aprile, in Sala A (dalle 9 alle 13), si svolgerà il convegno organizzato dall’European Association for Construction Repair, reinforcement and Protection, mentre in Sala C (dalle 11 alle 13), si discuterà di “Economia circolare nella filiera del calcestruzzo: la riduzione dell’impronta ambientale e l’ottimizzazione delle materie prime e secondarie”, nell’evento organizzato in collaborazione con Wamgroup (ogni aggiornamento sul portale gicexpo.it).
Sulla cruciale importanza dell’economia dei territori ha insistito il sindaco di Piacenza, Patrizia Barbieri, rimarcando il legame tra le grandi fiere specialistiche organizzate nella struttura espositiva cittadina (come il GIS, le straordinarie Giornate Italiane del Sollevamento, e il GIC, che si appresta a replicarne il successo) e l’imprenditoria locale, basata sullo sviluppo di settori chiave come quello della logistica. “Quello di Piacenza è un territorio vitale, che può ricavare ulteriore sinergia e valore dalla visibilità internazionale conferita da fiere come il GIC – ha ribadito il primo cittadino – Senza contare la centralità dei temi indotti dalle Giornate Italiane del Calcestruzzo, che vanno dalla sostenibilità ambientale e produttiva alle sfide costituite dal PNRR e dalle grandi opere infrastrutturali per il Paese. Tra i temi che saranno discussi e analizzati durante i seminari tecnici e le conferenze
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PRIMO PIANO
Fabio Potestà
del GIC 2022 (organizzate con il supporto delle principali associazioni di settore e delle più importanti aziende costruttrici), troverà ampio spazio di dibattito proprio il monumentale PNRR, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza che conta 222 miliardi messi a disposizione dell’Europa per investimenti e riforme che riguardano il nostro Paese, secondo un percorso di crescita duraturo e sostenibile. “Nel PNRR, il settore delle costruzioni è chiamato a giocare un ruolo fondamentale ha ribadito Potestà - Bisogna considerare che circa la metà delle risorse disponibili
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(108 miliardi di euro) sarà dedicato a investimenti primari da realizzarsi entro il 2026, in stretta collaborazione con gli enti pubblici. Di questi, circa 47 miliardi di euro (il 44% delle risorse) vedrà il coinvolgimento strategico diretto degli enti territoriali. Abbiamo una grandissima opportunità per riqualificare i territori e migliorare la qualità della vita di cittadini e imprese, sostenendo l’economia e il settore delle costruzioni”. Il GIC e Piacenza Expo, dunque, al centro di un dibattito fondamentale. Concetto ribadito da Giuseppe Cavalli, amministratore unico della fiera piacentina. “Dalle Giornate Italiane del Calcestruzzo arriva l’ennesima prova di autorevolezza delle fiere specialistiche organizzate a Piacenza Expo – ha sottolineato Cavalli – Il GIC è uno degli eventi più importanti del nostro calendario fieristico, sotto il profilo del livello tecnologico conferito dai suoi espositori e dal lato della partecipazione internazionale che ne fa, oggi, il più qualificato e importante evento
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PRIMO PIANO tematico d’Europa. Con un indotto importante per la nostra città e il nostro territorio”. Parlando di specializzazione, il GIC rimane tuttora l’unica mostra-convegno italiana dedicata in modo specifico alle macchine, alle attrezzature e alle tecnologie per la filiera del calcestruzzo, comprendendo nel novero del comparto anche l’accezione produttiva importantissima della prefabbricazione e altri ambiti collegati strettamente come quelli della demolizione, del riciclaggio e del trasporto degli inerti. L’importanza del confronto e del senso promozionale del GIC per il settore Concrete nazionale è testimoniato dai numerosi e rilevanti patrocini dedicati
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all’evento fieristico fino a oggi. A livello governativo, in prima linea vanno menzionati il ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, il ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili. Tra gli enti locali, l’adesione riguarda la Conferenza delle Regioni e delle Provincie Autonome, la Regione Emilia-Romagna e il Comune di Piacenza. Gli enti primari che concernono il settore comprendono Anas, Assobeton, Federbeton, Atecap, Nadeco, Anfia, Assoporti, Confindustria Piacenza; poi, rappresentanze europee come quelle dell’Eda (European Demolition Association), dell’European Association for Construction Repair, Reinforcement and Protection (Acrp), dell’Asociation Espanola
de Pavimentos Continuos (Aepc) e della Asociation de Fabricantes de Encofrados y Cimbras (Afeci). Il GIC significa anche eventi speciali e, come da tradizione, comprenderà il conferimento alle eccellenze del settore degli ICTA-Italian Concrete Technology Awards, a riconoscimento delle imprese e delle professionalità italiane che si sono più distinte nel settore negli ultimi tre anni. La premiazione avverrà durante l’evento GIC by Night, nella serata del 28 aprile (al termine del primo giorno di fiera) che abbinerà al conferimento delle eccellenze, lo svolgimento di iniziative enogastronomiche e di intrattenimento.
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PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU TASSELLI N° ARCHETTI
PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU TASSELLI N° ARCHETTI
± 12.5mm 50kN M20 4
± 12.5mm 20kN M12 4
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Giornate italiane 28-30 Aprile 2022 del CPIACENZA alCestruzzo
ItalIan ConCrete Days Piacenza, 29-31 Ottobre 2020
DISPOSITIVI ANTISISMICI DI RITENUTA TRAVE-PILASTRO EDIL TP-N PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU Damping di progetto TASSELLI N° ARCHETTI
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PARAMETRI SPOSTAMENTO RESISTENZA A TRAZIONE/COMPRESSIONE AGLI SLU Damping di progetto TASSELLI N° ARCHETTI
± 12.5mm 70kN 39% M24 6
± 12.5mm 20kN 43% M16 4
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
UN PAESE DA COSTRUIRE DIVERSAMENTE INTERVISTA ESCLUSIVA AD ALBERTO TRUZZI, NUOVO PRESIDENTE DI ASSOBETON. LE IDEE, L’IMPEGNO E LE TESTIMONIANZE VIRTUOSE PER CAMBIARE L’ITALIA DEL COSTRUIRE. L’EREDITÀ E IL TESTIMONE DI IMPEGNO DELL’ASSOCIAZIONE CHE RIUNISCE IL VALORE DEL CALCESTRUZZO ITALIANO, PER IL FUTURO DI UN’ECONOMIA CHE METTE AL CENTRO IL TERRITORIO
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n nuovo presidente e un testimone da portare avanti, sulla strada della resistenza e della rinascita. Il presidente è Alberto Truzzi, amministratore unico di Truzzi Spa, eccellenza industriale nel settore della prefabbricazione, e il testimone raccolto - dal predecessore Giorgio Ferrarini - è quello di ASSOBETON, associazione nazionale di categoria dei produttori di manufatti prefabbricati in calcestruzzo. La resistenza e la rinascita menzionate non saranno fiamme d’impeto facili da alimentare, in questi tempi particolarmente grami, ma Alberto Truzzi - classe 1960 con l’imprinting di entusiasmo e ottimismo irriducibili dei baby boomer di razza - ha intenzione di soffiare sul fuoco del merito industriale dove la “distintiva appartenenza ad ASSOBETON, quale valore di eccellenza, di serietà, di aderenza alle regole, di conoscenza all’avanguardia” (e oggi di “frontiera della
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sostenibilità”) può diventare, per tutti gli associati, condotti da una guida maestra, propulsione decisiva di un movimento unitario e congiunto per la crescita del comparto. Alberto Truzzi, in effetti, sembra proprio la figura ideale per affrontare i temi e le sfide del comparto, nei prossimi anni, anche grazie all’eccellente curriculum nell’ambito di Confindustria (oltre un ventennio di impegno per il territorio mantovano, vicepresidente di Confindustria Mantova con delega alle Relazioni Industriali e poi presidente dell’associazione provinciale dal 2010 al 1014) e all’assiduità nel ricercare un franco approccio istituzionale per sciogliere i molti nodi ancora inevasi. “Sinergie e collaborazioni virtuose”, auspica il neopresidente Truzzi e le sue parole sembrano un monito, più che una constatazione, a beneficio di aziende che devono riuscire a mantenere un ruolo rigenerante
per il comparto e per i territori industriali nei quali sono insediate, con precise responsabilità economiche e sociali. Alberto Truzzi ci ha rilasciato una preziosa intervista, a pochi giorni dalla sua nomina a capo di ASSOBETON e noi di Concrete News abbiamo approfittato della prestigiosa occasione per delineare con il neopresidente alcuni punti cardine del suo operato futuro. Ingegner Truzzi, il suo investimento alla presenza di Assobeton avviene in un momento particolarmente complesso per l’economia internazionale e per il settore del calcestruzzo in particolare. Quale contesto si trova ad affrontare l’impegno associativo, in questa particolare contingenza storica? Il problema principe che affligge attualmente il nostro settore, nel dopo pandemia e ora anche a causa della terribile
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guerra in Ucraina, è quello dei prezzi delle materie prime e dei semilavorati, oltre alla scarsa reperibilità delle stesse risorse. Questo punto critico produce il rischio, a livello di opere statali da intraprendere, che si verifichino bandi pubblici deserti e inevasi; questo è quello che potrebbe verificarsi proprio a causa dell’inadeguatezza e, in prospettiva, dell’insostenibilità delle stesse proposte economiche contenute nei bandi pubblici. La variabilità al raddoppio dei prezzi delle materie prime si scontra con le quote delle aste, fissate in modo stolido e inadeguato una volta per tutte. Il governo ha cercato di trovare una soluzione al problema, ma i provvedimenti adottati rimangono insufficienti, con una situazione aggravata, per di più, dal vertiginoso aumento dei prezzi che concernono fattori di produzione, trasporti ed energia. Le aziende della prefabbricazione in calcestruzzo in effetti hanno lanciato un grave allarme sull’impossibilità di assorbire ulteriormente le problematiche della situazione attuale, aggravata dallo scoppio della guerra in Ucraina. Nell’immediato futuro, l’esecuzione degli appalti sarà possibile soltanto se si adegueranno i prezzi finali ai costi effettivamente sostenuti all’atto della produzione e dell’esecuzione delle opere. Va implementato, inoltre, un sistema di controlli sui fenomeni speculativi che possono verificarsi lungo la filiera di approvvigionamento. Fenomeni, va ribadito, che
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potrebbero avere un impatto devastante sulla sostenibilità del mercato. Tutto questo sta accadendo in un momento che dovrebbe essere di sprone e rinascita al settore. Non ritiene che il governo abbia compiuto uno sforzo notevole, per il rilancio delle costruzioni? Il fiume di risorse del PNRR, da tradurre in investimenti nel giro di pochi anni, si scontra con la carenza strutturale di dotazione tecnica interna e di personale che riguarda imprese appaltatrici e subappaltatrici. Anche la sovreccitazione causata dal bonus 110% - a nostro parere eccessivo e fuorviante, per molti aspetti - produce l’effetto di drogare il mercato e di creare una carenza di materie prime, a fronte di un aumento dei prezzi inconsulto. Ci sono troppe discrepanze tra le aspettative e la realtà dei fatti. Prendiamo il caso dei trasporti. La mancanza di un censimento dei ponti in Italia e del loro stato strutturale, va a penalizzare anche le esigenze di trasferimento su strade e autostrade dei nostri manufatti.
I nostri trasporti eccezionali, in virtù della lunghezza degli elementi trasportabili, presentano punti di carico molto separati tra loro, anche di 25-30 metri, con effetti statici minori sulle infrastrutture sospese. Il limite cautelativo da 108 a 86 tonnellate di carico massimo sui ponti, per noi si traduce in costi e problematiche supplementari non giustificabili da istanze di sicurezza malintese e perseguite in modo non serio. Altro punto, l’approccio dei CAM sulla sostenibilità. Sono da rivedere integralmente. L’insistenza della normativa sui materiali riciclati, che presentano resistenze inferiori, con cementi di miscela che contengono una bassa quantità di clinker, portano all’ottenimento di calcestruzzi con resistenze inferiori. Resistenze inferiori che portano ad aumentare le sezioni, con getti più massivi che comportano un maggiore spreco di risorse. Ecco, questo è il concetto tutto ideologico di una decarbonizzazione che produce l’effetto contrario, a scapito di un approccio serio, che dev’essere necessariamente più complesso e articolato.
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PRIMO PREFABBRICAZIONE PIANO E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO Assobeton segue, con le proprie aziende associate, questa complessità? Indubbiamente. La ricerca e lo sviluppo producono tutele certe anche sotto il profilo ambientale, che vengono seguite puntualmente dai nostri associati. Tutele che si estendono all’intero ciclo produttivo e alle politiche del lavoro. Altre imprese che non fanno parte di Assobeton, magari seguono altre logiche e altre modalità produttive e contrattuali; magari fanno riferimento a paesi dove i contratti di manodopera comportano costi inferiori, secondo condizioni borderline che, a mio giudizio, dovrebbero allarmare anche il committente. L’attività di Assobeton è molto attenta all’evoluzione delle normative, con l’intento, sempre, di ottimizzarne l’applicazione. Le modalità di controllo pubblico, su base nazionale, si rivelano piuttosto blande, in molti casi, ad esempio riguardo ai coefficienti di sicurezza, alle metodologie di calcolo sismico dei prodotti. Nell’ambito della coibentazione, poi, sui calcoli di resistenza termica dei manufatti (con implicazioni che non riguardano la sicurezza ma il consumo energetico), sulla resistenza ignifuga e su altre dinamiche, Assobeton pone il massimo grado di attenzione. Tornando al tema della sostenibilità, la nostra associazione
sta attuando percorsi metodologici corretti per valutare gli EPD, le dichiarazioni ambientali di prodotto, e i Life Cycle Assessment relativi alla vita complessiva degli edifici, nella prospettiva di migliorarne l’applicabilità al mondo delle costruzioni. Un’attività formativa che è sempre stata al centro delle vostre attività. Certo, è un aspetto fondamentale della nostra vita associativa. Vogliamo puntare molto anche sulla formazione interna, a beneficio sempre delle aziende che aderiscono ad Assobeton e in correlazione con istituti universitari, enti di ricerca e altri soggetti coerenti con le nostre istanze tecnologiche e professionali. Inoltre, tra le nostre attività, va annoverato il servizio di rilevazione dell’andamento di costo delle materie prime dei semilavorati, con l’aggiornamento di un indice di prefabbricazione che riporta l’andamento del prezzo nel corso tempo, in relazione alle forniture. Si tratta di uno strumento importante nel rapporto cliente-fornitore, in funzione di una gestione seria e puntuale dell’evoluzione dei costi - che non può e non deve essere sostenuta esclusivamente dal prefabbricatore, a erosione di un margine utile sempre più risicato. Alberto Truzzi
L’eccellenza della prefabbricazione italiana è un biglietto da visita anche per i mercati internazionali? Si tratta purtroppo di un tasto dolente, quello della mancata affermazione della prefabbricazione italiana all’estero, in forma diretta. Nonostante una chiara posizione di leadership sul fronte delle tecnologie e dei processi produttivi, a livello europeo e mondiale, le nostre aziende non riescono a imporsi in ambito internazionale, a causa di tradizioni consolidate e di lobby nazionali che lasciano poco spazio alla concorrenza, insieme a un approccio differente su metodologie e normative di calcolo. Al contrario, i nostri progettisti, ad esempio, hanno influenzato notevolmente le metodologie di produzione in alcuni mercati come la Spagna e l’India. L’Italia è fragile e il settore della prefabbricazione può fare molto, soprattutto nell’adeguamento in senso antisismico del territorio antropizzato. La prefabbricazione, nella realizzazione di nuove opere antisismiche, non ha nulla da invidiare, in quanto a efficacia, alle altre metodologie strutturali correnti come i getti massivi, i getti in opera e le altre soluzioni che vanno per la maggiore. Il nostro presidio delle normative è altrettanto rigoroso, in tutti i casi contemplati. Riguardo all’adeguamento sismico, le opportunità offerte dalla prefabbricazione sono ancora più importanti rispetto agli standard più consolidati, dal momento che il prefabbricato è costituito da elementi separati che consentono la sistemazione e adeguamento del singolo elemento in modo da rendere l’insieme strutturale sismoresistente. La conoscenza strutturale del prefabbricatore e la diagnostica del fabbricato portano alla realizzazione di interventi efficaci e puntuali, senza ricorrere a metodologie di intervento troppo invasive, nell’ottica delle necessità di vita del fabbricato e di un efficace contenimento dei costi. Dall’antisismica al soccorso idrogeologico, contro il dissesto del territorio italiano, il passo è breve. Sotto il profilo del contenimento idrogeologico, anche qui la prefabbricazione ha
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fatto passi da gigante. Parliamo della realizzazione di muri contro terra e dei nuovi sistemi di fondazione, palificazione e consolidamento. La realizzazione off-site delle strutture e l’assemblaggio successivo in cantiere è un modus operandi che
influisce molto sulla qualità finale dell’opera stessa, in virtù del livello di controllo molto maggiore intrinseco nella produzione all’interno dello stabilimento. Senza contare il contenimento di costi, dei tempi realizzativi e del contenimento dei rischi
relativi alla sicurezza in cantiere. La prefabbricazione è uno snodo risolutivo per ritrovare una via diversa e più sostenibile alla rinascita profonda dei territori. E, certo, per ricostruire un Paese che ne ha un bisogno urgente e indifferibile.
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE
NELLE VENE DELLA DURABILITÀ IL PONTE DI OLIERO A VALBRENTA (VI) DEVE LA PROPRIA SOLIDA GARANZIA DI VITA UTILE, ATTUALE E FUTURA, AI CALCESTRUZZI AD ALTE PRESTAZIONI I.POWER RIGENERA di Alessio Pipinato (studio AP&P, Alessio Pipinato & Partners Architectural Engineering), con la collaborazione di Alessandro Morbi (Direzione Tecnologie e Qualità Italcementi) e Sergio Tortelli (Direzione Commerciale Calcestruzzi)
I
l parco infrastrutturale italiano è disseminato di ponti e viadotti realizzati tra gli anni ’50 e ’70. In quanto ormai datate, laddove non è possibile o conveniente demolire e sostituire, queste strutture hanno necessità di essere rinforzate, in maniera a volte molto pesante, sia nei riguardi delle azioni sismiche e oligocicli-
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che, cioè a fatica, sia per l’adeguamento ai carichi viaggianti e alle velocità degli attuali trasporti, molto più elevate di quelle previste da progetto. Gli ultimi decenni hanno visto una importante accelerazione dell’innovazione sul piano della conoscenza e dello sviluppo del calcestruzzo, ma anche della tecnica progettuale e della
capacità di messa in opera: il calcestruzzo offre garanzie sempre maggiori di durabilità, resistenza e adattabilità. Tra i materiali più innovativi, i calcestruzzi strutturali ad alte prestazioni, denominati nella letteratura scientifica UHPFRC (Ultra High Performance Fiber-Reinforced Concrete), possono essere efficacemente
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impiegati nel rinforzo di viadotti e ponti esistenti. Progetti di ricerca finanziati dalla Comunità Europea, ai quali mi sono interessato, hanno dimostrato che materiali ad alte prestazioni come questi, affiancati, ad esempio, ad acciai ad alte prestazioni possono risolvere il problema della manutenzione e del rinforzo di strutture esistenti. In particolare, la mia esperienza come ingegnere e come progettista con questo materiale è maturata attraverso una proficua collaborazione tra il centro di ricerca di Italcementi i.lab al Kilometro Rosso, che sta studiando l’utilizzo di questi calcestruzzi, e il mio studio, AP&P - Alessio Pipinato & Partners Architectural Engineering, finalizzata ad approfondire le possibilità di applicazione nelle strutture esistenti. i.power Rigenera di Italcementi e Calcestruzzi è una soluzione a base di microcal-
cestruzzi fibro-rinforzati, che ben si presta alla riabilitazione delle infrastrutture in calcestruzzo armato, perchè in grado di “avvolgere” letteralmente gli elementi strutturali donando loro resistenza, durabilità e nuove capacità antisismiche. Da questa collaborazione, è emerso che le principali applicazioni di questo tipo di
Una fibra imbattibile In termini di resistenza infatti i.power Rigenera è un micro-calcestruzzo ad alte prestazioni, (resistenza cubica a compressione media a 28 giorni superiore a 100 Mpa) che consente di ottimizzare notevolmente la quantità di materiale impiegato grazie al ridottissimo rapporto acqua-cemento della miscela, all’utilizzo di selezionati aggregati ad alta resistenza, ad alle fibre strutturali in acciaio. In particolare, la struttura della matrice cementizia e la presenza delle fibre conferiscono al prodotto anche un’elevata resistenza a trazione (detta residua, che si attiva nel momento in cui il calcestruzzo si fessura), assente nei calcestruzzi tradizionali privi di fibre, di cui il progettista può tenere conto in fase di progetto nel dimensionamento degli spessori per conferire alla struttura la duttilità richiesta nei confronti della sollecitazione sismica.
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materiali su ponti e viadotti esistenti sono due: sulle strutture in elevazione, quindi sulle pile e i pilastri che sostengono gli impalcati dei ponti, può essere impiegato sia per il rinforzo statico, per intervenuti maggiori carichi, sia per aggiungere una capacità resistente alle azioni sismiche, che solitamente questi manufatti non hanno. I vantaggi dell’uso di questa soluzione nelle elevazioni risiedono nella possibilità di realizzare delle incamiciature molto sottili che abbracciano le pile con ottime performance strutturali, garantendo funzionalità molto elevate e protezione dalla corrosione e carbonatazione del calcestruzzo esistente. Mentre sugli impalcati, mediante i cosiddetti Ultra-Thin bridge deck, cioè lastre molto sottili gettate in opera in UHPRFC, offre la possibilità di realizzare elementi con funzionalità sia strutturale, incrementandone la capacità portante, che tecnologica, costituendo una barriera impermeabile alle azioni dell’ambiente, meteoriche e di gelo e disgelo. Inoltre, gli impalcati realizzati con questa tecnologia non necessitano di guaine impermeabilizzanti sottostanti, soggette con il tempo ad usura e ammaloramenti, in quanto, è il materiale stesso a svolgere un’azione di protezione, che consente di estendere la vita utile della struttura rinforzata. Il ponte di Oliero è la prima applicazione in cui questo materiale viene utilizzato non solo per il rinforzo di spalle e pile, ma anche dell’impalcato. Questo approccio progettuale consente di mantenere lo schema statico della costruzione esistente, migliorandone la capacità portante e la durabilità. Infatti, questo materiale, che consente di raggiungere resistenze a compressione molto elevate, fino a 4 volte superiori a quella di un normale calcestruzzo, per-
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE mette di realizzare delle micro-solette, con spessori ridotti, variabili da 5 a 10 cm, molto rigide e capaci di ridistribuire i carichi accidentali in maniera molto più efficace rispetto ad una soletta tradizionale, solitamente dell’ordine di 20 cm.
Restyling e garanzia di sicurezza Situato lungo la strada provinciale 73 Campesana Valvecchia, all’altezza del km 10+100 in Comune di Valbrenta, il ponte è interessato da lavori di messa in sicurezza, voluti dalla Provincia di Vicenza, proprietaria del manufatto, e gestiti dalla società Vi.Abilità Srl, che ha affidato la progettazione dell’intervento alla società Alessio Pipinato & Partners Architectural Engineering. L’intervento, resosi necessario per lo stato di conservazione tale da richiedere una manutenzione straordinaria, è stato realizzato con l’intento di permettere ai molti turisti di arrivare, a Oliero e lungo la Valbrenta, per l’inizio della nuova stagione 2022. La zona è molto frequentata da amanti dello sport come kayak, canoa, mountanbike, ciclisti e appassionati di
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camminate, in quanto l’area di progetto si colloca sulla strada provinciale, nel tratto che viene denominata Via Oliero di Sotto, nelle vicinanze delle Grotte di Oliero, meta di numerosi turisti e speleologi. La particolarità è rappresentata proprio dal luogo, che dal punto di vista geologico si trova in un contesto dominato dai massicci carbonatici posti a sinistra e a destra del fiume Brenta, rispettivamente il Massiccio del Grappa e l’Altopiano di Asiago, con caratteristiche geolitologiche e strutturali similari, mentre dal punto di vista idrogeologico, è interessato dalla presenza di due corsi d’acqua principali: il fiume Brenta che scorre nel fondovalle e il fiume Oliero, suo affluente destro, il quale ha origine dalle vicine grotte e con i suoi 300 metri di lunghezza è considerato uno dei fiumi più corti d’Italia. Il ponte oggetto dei lavori di manutenzione è posto proprio al di sopra del fiume Oliero. Nella zona sono presenti diffusi fenomeni carsici che danno origine a diverse sorgenti; le stesse grotte di Oliero, distanti poche decine di metri dall’area di intervento, sono, oltre che sorgente dell’omonimo fiume, anche la principale fonte d’approvvigionamento idrico dell’Altopiano di Asiago, in quanto
immagazzinano per infiltrazione le acque meteoriche che cadono sull’altopiano e lo riforniscono delle stesse mediante sistemi di sollevamento artificiale. Rispetto all’inquadramento territoriale, che giustifica la presenza di un impianto idrico che regima tutta la venuta d’acqua dall’altopiano, il manufatto, risalente agli anni ’20 - ‘30, è stato inoltre dichiarato bene di interesse dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza. In quanto sottoposto ex lege alla disposizione di tutela, il ponte non poteva essere oggetto di demolizione. La realizzazione delle opere previste, pertanto è stata autorizzata nel rispetto di precise prescrizioni che prevedevano, tra l’altro, di riprendere, a seguito dell’intervento, le finiture superficiali e le coloriture originali.
Lo stato del manufatto Il ponte, nel suo complesso, ha una lunghezza di circa 32 m, è largo circa 7 m ed è realizzato in calcestruzzo armato. Presenta tre campate, due simili di circa 12 m di luce e una terza molto più ridotta, che poggiano su spalle e pile, con la campata centrale e quella lato Brenta composte da 4 travi in cemento armato, mentre la campata lato grotte di Oliero è composta da due travi laterali in cemento armato e due centrali in acciaio. Le pile del ponte sono cave e, all’epoca della costruzione, sono state riempite con trovanti vari, da massi, a sassi e sabbia, con uno spessore di calcestruzzo molto limitato. La struttura presentava un diffuso stato di degrado e numerose difettosità, con macchie di umidità sulle elevazioni, segni di dilavamento per percolazione dall’impalcato, ammaloramenti localizzati del calcestruzzo armato con distacchi di copriferro, lesioni capillari superficiali specie nelle spalle, lesioni localizzate su travi di bordo e di campata e vegetazione non controllata sia sull’impalcato sia nei pressi del manufatto ai fini del controllo di eventuali piene. Anche il sistema di allontanamento acque piovane era compromesso, così come il sistema di conte-
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realizzazione dei giunti dell’impalcato, assicurandone la tenuta alle infiltrazioni ed il collegamento alla rete di allontanamento delle acque. L’intervento garantirà un’estensione della vita utile della struttura per ulteriori 50 anni ed oltre.
Resistenza e sostenibilità nel tempo
nimento della viabilità, con guard rail assente, con evidenti problematiche di non controllo dello svio degli autoveicoli.
La soluzione del calcestruzzo ad alte prestazioni Gli interventi hanno richiesto la rimozione manuale della vegetazione infestante presente sulle superfici dell’impalcato, l’idrolavaggio della superficie dell’intero manufatto al fine di rimuovere stratificazioni di microrganismi, efflorescenze, parti incoerenti, friabili, polvere, muffe o depositi pulverulenti, con eliminazione dell’acqua libera in eccesso, in modo che la superficie risultasse internamente satura di acqua, ma asciutta in superficie. L’operazione è stata realizzata su tutta la superficie dei due prospetti, sull’intradosso della soletta, sulle spalle e sulla pila. Successivamente sono stati eseguiti l’idrodemolizione delle travi all’intradosso della soletta, sulle spalle e le pile con rimozione del calcestruzzo ammalorato per una profondità di almeno 20 cm (spessore di carbonatazione), la ravvivatura della superficie con sabbia in pressione, la sabbiatura a metallo bianco dei ferri esposti e
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il trattamento degli stessi con un prodotto inibitore della corrosione. Quindi, sulle spalle e sulla pila, si è proceduto con il posizionamento, in adiacenza alle barre ossidate, di nuove barre in B450C, e l’esecuzione di incamiciatura con la posa di uno strato variabile di UHPFRC i.power Rigenera, e un’armatura in barre di acciaio B450C. In questo modo, è stata ricostruita e ringrossata tutta la parte esterna degli elementi. Infine è stato ricostruito l’intonaco effetto bugnato con caratteristiche dimensionali uguali a quello esistente. Per quanto riguarda l’impalcato, dopo la fresatura del conglomerato esistente, è stata posata una soletta di spessore pari a circa 10 cm, gettata in opera con l’i.power Rigenera e armatura in rete elettrosaldata. Per le travi, invece, sono stati eseguiti dei fori passanti con la soletta per mettere in connessione travi e impalcato mediante doppie “forchette” con armature in acciaio B450C ed è stata eseguita un’incamiciatura dei tre lati liberi della trave. Al termine delle lavorazioni, il ponte sarà stato ripristinato nella sua componente strutturale e rinnovato nella componente funzionale, con nuove barriere di sicurezza e nuovo manto stradale, nuovi sottoservizi. Particolare cura verrà posta nella
Il perché della scelta di questa tipologia di materiali per la riabilitazione delle infrastrutture esistenti risiede nel fatto che, essendo, per sua natura, il micro-calcestruzzo i.power RIGENERA, un materiale molto compatto, ovvero poco permeabile, offre una durabilità molto superiore a quella di un calcestruzzo tradizionale, sia per le proprietà di resistenza alla carbonatazione e alla penetrazione dell’acqua, dovute alla particolare struttura chimico-fisica della matrice cementizia, sia per il ridotto rischio di fessurazione per effetto di variazioni termiche e ritiro impedito, dovuto alla presenza di fibre in acciaio. Grazie a questa elevata durabilità i costi di manutenzione ordinaria risultano essere notevolmente ridotti e la vita utile delle opere viene incrementata. Il materiale ha una fluidità molto elevata (autocompattante), con una lavorabilità superiore a quella di un calcestruzzo ordinario, che gli consente un’elevata capacità di penetrazione all’interno di spazi stretti o confinati come, ad esempio, lo spazio fra le armature della struttura esistente e le eventuali armature aggiuntive o lo spessore della camicia stessa, senza generare segregazione o non uniformità del materiale. La sua elevata fluidità e le sue prestazioni meccaniche, in termini di sostenibilità, permettono di realizzare spessori di pochi centimetri. In un’ottica di sostenibilità, è importante ricordare che il prodotto contiene oltre il 10% di materiale riciclato, contribuendo in maniera sensibile a mettere a terra i valori dell’economia circolare e del risparmio delle risorse naturali, che vengono salvaguardate anche grazie alla ridottissima quantità di materiale impiegato (circa tre volte inferiore, nel caso di Rigenera).
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PRIMO PIANO
OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE
RAPIDO E SENZA COMPROMESSI
ALL’AEROPORTO CAGLIARI, L’INTERVENTO DI RIQUALIFICA DELLA PIASTRA CON CALCESTRUZZO RAPIDO I.SPEED AVIO 24 HA CONSENTITO, NEL TEMPO RECORD DI 24 ORE DAL FINE POSA, LA COMPLETA FUNZIONALITÀ DI UNA NUOVA SOVRASTRUTTURA DI TIPO RIGIDO di Sergio Tortelli (responsabile prodotti speciali e direzione commerciale Calcestruzzi); Silvia Portas (responsabile progettazione, Ufficio Tecnico So.G.Aer) 52
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noso dedicata alla sosta e rullaggio degli aeromobili, non più adatta a sopportare i carichi d’esercizio. Considerato lo stato di fatto e tenendo conto della necessità di effettuare l’intervento in tempi rapidissimi, Italcementi e Calcestruzzi hanno valutato la possibilità di mettere in campo una soluzione innovativa, in grado di garantire in 24 ore dal fine posa le resistenze che un normale calcestruzzo sviluppa in 28 giorni; una possibilità da subito condivisa e sposata dall’area tecnica della società di gestione dell’aeroporto, che ha da subito riconosciuto il valore che l’utilizzo di un materiale innovativo avrebbe portato in un ambito come quello descritto. L’uso di calcestruzzo a rapidissimo indurimento i.speed Avio 24 ha infatti permesso di ripristinare nel tempo record di 24 ore dal fine posa le caratteristiche funzionali e l’operatività della sovrastruttura di tipo rigido, coerentemente al traffico aereo presente e futuro, per un’area di circa 5.000 m2 con spessore medio di 35 cm. Nello specifico, le operazioni di realizzazione delle lastre in calcestruzzo si sono sviluppate tra gennaio e febbraio 2021, dopo avere terminato la ricostruzione
degli strati più profondi. In progressione cronologica l’intero lavoro è consistito in: demolizione della pavimentazione esistente, rimozione delle macerie, realizzazione di uno strato drenate per permettere il movimento della falda ed assicurare un piano drenato per il movimento dei mezzi di cantiere e dello strato di fondazione nelle fasi di esercizio, la realizzazione della base in misto cementato ed, infine il posizionamento dei teli anti aderenza, dei casseri per getto in opera della piastra di calcestruzzo. La scelta della So.G.Aer. di sostituire la pavimentazione flessibile esistente con una rigida nasce dalla necessità di offrire al traffico crescente degli anni precedenti la pandemia da COVID-19 un superficie adeguata dove svolgere le operazioni di accensione dei motori (Start Point) e sosta, uniformandosi alla tipologia di infrastruttura già presente in piazzale. Il lavoro prevedeva, inoltre, la conservazione delle lastre adiacenti, implicando di eseguire la demolizione della pavimentazione evitando qualunque interferenza con il resto della pavimentazione esistente. La fase di lavorazione ha così interessato una demolizione tra pavimentazione esistente e terreno di sotto-
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o sviluppo di materiali innovativi sempre più performanti apre ai tecnici del settore aeroportuale numerose opportunità legate a tecniche e interventi che possono dare risposte nuove a necessità tradizionali, come la rapidità di intervento, la durabilità e la sicurezza per gli utenti finali. In questo contesto si colloca l’utilizzo della soluzione sviluppata nei laboratori Italcementi e Calcestruzzi per la riqualifica di una superficie dell’aeroporto Mameli di Cagliari Elmas, pavimentata con conglomerato bitumi-
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE fondo, fino alla sottoquota di 1,1 m - da cui è partita la realizzazione dello strato drenante dello spessore di 40 cm, realizzato con pietrame a granulometria uniforme (al di sopra del quale, è stato steso un telo di tessuto non tessuto per la successiva posa dello strato di fondazione in misto granulare, dello stesso spessore di 40 cm). Gli inerti per la realizzazione dei due strati sono stato approvvigionati da una vicina cava di inerti Calcestruzzi. Successivamente, si è proceduto alla stesa dello strato di base in misto cementato dello spessore di 20 cm, e alla posa dei teli antiaderenza su cui sono state fissate casserature, costituite da guide metalliche sagomate per realizzare l’incastro
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con la coda di rondine per assicurare la collaborazione tra le lastre adiacenti senza l’uso di barre. Il calcestruzzo impiegato per la realizzazione delle lastre è stato prodotto nell’impianto di conglomero cementizio di Sestu (Ca), dove il team Italcementi e Calcestruzzi ha allocato risorse specifiche per il cantiere in termini di sili per lo stoccaggio delle materie prime, una bocca di carico con premescolatore dedicata ed un set di autobetoniere ad hoc selezionate e munite della necessaria autorizzazione per effettuare l’accesso all’area di cantiere sita all’interno del sedime aeroportuale per assicurare la qualità del materiale e la regolarità nello svolgimento della fornitura. Le operazioni di posa hanno richiesto in totale 20 giornate di lavoro diurne in cui con le risorse a disposizione sono stati posati una media di circa 120 m2 al giorno, inclusi i turni in cui le operazioni sono state ritardate o interrotte per cause meteorologiche. Nonostante le condizioni climatiche non sempre ottimali - ad esempio, la presenza di vento forte e persistente -, il materiale opportunamente
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trattato in termini di curing compound unitamente alle corrette pratiche di posa supervisionate dal direttore lavori e dai tecnici Calcestruzzi, e le caratteristiche di rapido sviluppo delle resistenze edi assenza di bleeding hanno portato a una qualità pienamente rispondente alle aspettative non solo in termini di resistenze meccaniche ma anche di finitura superficiale. Le successive operazioni di taglio e sigillatura dei giunti sono iniziate a circa 8 ore dall’inizio della stesa del calcestruzzo, con il taglio - secondo le specifiche per giunti aeroportuali - da 20 mm di spessore e 140 mm di profondità. Ultimo dettaglio, ma non per importanza: le caratteristiche del materiale hanno consentito di procedere alla realizzazione della segnaletica orizzontale in tempistiche rapidissime per riconsegnare alla committenza l’area oggetto della riqualifica totalmente rinnovata e immediatamente utilizzabile. Le specifiche tecniche previste dal capitolato erano le seguenti: classe di resistenza caratteristica a compressione: C45/55 (UNI EN 206:2016 e UNI 11104);
resistenza alla flessione su prisma: > 4,5 MPa (UNI EN 12390-5:2009) entro le 48 ore; classi di esposizione: XS1 – XD3 (UNI EN 206:2016 e UNI 11104); abbassamento al cono: 20 ± 3 cm (UNI EN 12350-2:2009). Per quanto concerne la scelta della classe di consistenza, si è reso necessario tenere conto delle particolari condizioni di cantiere sopra descritte: l’unica metodologia di getto possibe è risultata essere quella manuale con l’utilizzo di “staggia vibrante”, da cui la scelta di una classe di consistenza adeguata. Inoltre, considerato il lasso di tempo disponibile e le richieste di performance focalizzate sulla flessione, si è deciso di progettare la miscela affinché fossero assicurate entro 24 ore dal fine posa le caratteristiche prestazionali minime con un idoneo margine di sicurezza, considerati i carichi di esercizio che conseguono al passaggio degli aeromobili direttamente sulla superficie oggetto di riqualifica. Le prestazioni del calcestruzzo fornito sono state verificate attraverso prove di compressione e di trazione per flessione eseguite presso il
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE laboratorio di prove materiali del DICAAR (Dipartimento di Ingegneria Civile Ambiente e Architettura dell’Università di Cagliari), a 24 e 48 ore e a 7 e 28 giorni di maturazione. I risultati hanno evidenziato il raggiungimento delle prestazioni richieste sia in termini di trazione, dove sono stati raggiunti su tutti i provini valori di superiori ai 5,5 MPa, sia di compressione con valori superiori ai 40 MPa, entrambe assicurati alle 24 ore. I test effettuati in laboratorio ed in sito, questi ultimi con l’uso del FastFWD, hanno confermato come dopo meno di 24 ore dalla chiusura delle operazioni di posa, il raggiungimento dei valori della resistenza a trazione del calcestruzzo ed il valore del PCN necessario per consentire l’agibilità della pavimentazione per il traffico aeroportuale di progetto (Figura 6 Prova di trazione per flessione - Figura 7 Prova con FastFWD) Il cantiere portato a termine con successo presso l’aeroporto di Cagliari Elmas ha quindi confermato come grazie ad un positivo approccio di filiera ed alle
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conoscenze sviluppate dalla ricerca di soluzioni innovative, si è oggi in grado di consegnare ai gestori aeroportuali un range di performance e di possibilità ma-
nutentive, in particolare su porzioni di lastronati in calcestruzzo (Pista, Apron o Taxiway), fino a poco tempo fa non raggiungibili.
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TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE
UNA VIA MODERNA PER LE COSTRUZIONI
Carlo Luzzatto
CARLO LUZZATTO, AMMINISTRATORE DELEGATO DI PIZZAROTTI, CI PARLA DI NUOVE TECNOLOGIE, PREDITTIVITÀ, GESTIONE E SOSTENIBILITÀ DEI CANTIERI. UN APPROCCIO INEDITO E NECESSARIO PER FAR CRESCERE L’ITALIA DELLE INFRASTRUTTURE E DELLE GRANDI OPERE CIVILI
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al mondo dell’energia alle infrastrutture, per dare nuovo impulso e nuove prospettive strategiche al secondo gruppo italiano nel settore delle costruzioni. La nomina di Carlo Luzzatto come amministratore delegato di Pizzarotti risale a poco più di un anno fa ma l’impronta innovativa di un approccio moderno alle grandi opere si fa già sentire, con una spinta all’operatività del gruppo che fa leva sulla digitalizzazione e sullo snellimento di apparati e procedure.
L’ingegner Carlo Luzzatto ci ha concesso, alla vigilia delle Giornate Italiane del Calcestruzzo, un’intervista esclusiva in cui la disamina dell’attuale modus operandi di Pizzarotti è completata da un’attenta riflessione sull’evoluzione necessaria delle costruzioni italiane, soprattutto sul fronte della gestione avanzata delle opere civili. Ingegner Luzzatto, in quale contesto si è realizzato il suo arrivo in Pizzarotti, alla guida di una delle grandi
realtà nazionali a cui è deputato il futuro delle grandi opere, in Italia? Il mondo da cui arrivo come manager è diverso da quello delle costruzioni e riguarda settori che concernono la produzione di energia e l’aeronautica, ambiti in cui l’impatto della tecnologia risulta superiore - guardando agli ultimi decenni di storia industriale - a quello rilevato nel comparto a cui ora mi sto dedicando. La scelta dell’azionista Pizzarotti è stata quella di optare, scientemente, per un management che venisse da un mondo diverso da quello delle costruzioni. Le nuove tecnologie e la digitalizzazione possono oggi portare il settore a una maggiore produttività e spero che la mia esperienza pregressa, in un mondo dove la ricerca e l’evoluzione tecnologica ha già dimostrato un impatto preponderante e significativo, possa contribuire a creare prospettive più moderne e nuovo valore. Una decisione meditata, la sua, nell’accettare l’incarico di amministratore delegato in un periodo cruciale per l’industria e l’economia del nostro Paese.
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La mia scelta di tornare in Italia, dopo 14 anni passati negli Stati Uniti, si lega a doppio filo tanto alla condivisione di un programma di sviluppo di un’azienda storica e straordinaria qual’è Pizzarotti, quanto al cambio di passo che ho colto in questo momento storico per le costruzioni e le infrastrutture. Parlando di tecnologia, c’è stata un’autentica deflagrazione nell’utilizzo del BIM (Building Information Modeling) come strumento cardine per progettare e programmare le opere. Questo sistema funziona come un abilitatore per lavorare finalmente in modo diverso. Guardando all’aspetto della sostenibilità, ad esempio, solo se si
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PRIMO OPERE CIVILI PIANO E INFRASTRUTTURE parte da una programmazione digitale, si può seguire puntualmente il ciclo di vita dell’opera stessa, dalla costruzione fino all’aspetto nodale della manutenzione smart delle infrastrutture (con sensori, software dedicati e altro ancora). Quindi, anche il mondo delle costruzioni, in questo momento, sotto questo profilo tecnologico, sta cambiando, si sta evolvendo. E questo cambiamento avrà un impatto determinante su tutta la filiera. Guardando alle metodologie specifiche di realizzazione delle opere infrastrutturali, ai moduli in grado di cambiare la cantierizzazione dei progetti futuri e in corso di completamento, il ruolo della prefabbricazione potrebbe essere una direttrice fondamentale? I prefabbricati sono destinati a giocare un ruolo molto più importante rispetto al passato, in questa filiera. E proprio grazie alla digitalizzazione dei processi, queste strutture potranno diventare più identificabili, tracciabili, modulari. Potranno contribuire a rendere anche più sostenibile la cantierizzazione di un’opera, certamente, con la risoluzione di molti disagi legati alla funzionalità parallela di opere preesistenti (pensiamo alle autostrade, in
fase di ridefinizione e ristrutturazione, ad esempio, ma anche alle linee ferroviarie, nell’integrazione con l’Alta Velocità). Quindi, spostare a monte, fuori sede, in modalità prefabbricata, le realizzazioni che prima si completavano direttamente in loco, nell’ambito del cantiere stesso, costituisce un vantaggio eccezionale, anche sotto il profilo delle tempistiche, della sostenibilità, dei costi e della sicurezza. Questo valore è stato portato con decisione e forte spinta dal nuovo management Pizzarotti, nell’ultimo anno di programmazione - con il ruolo chiave della direzione generale operativa Italia affidata
all’ingegner Francesco Aguglia. Si tratta di uno sforzo basilare per allineare l’aspetto operativo a questa nuova visione. In questa prospettiva, anche le istanze della sostenibilità assumono un significato ben preciso. L’impiego di pannelli solari, il riutilizzo delle acque piovane e le altre dinamiche necessarie per costituire un cantiere a impatto minimo sull’ambiente, rappresentano altri elementi di una filiera coerente. Tornando alla prefabbricazione, abbiamo aperto grandi stabilimenti per prefabbricati nelle adiacenze dei nostri stessi cantieri. Stiamo lavorando anche sulla gestione e il controllo della composizione di miscele a basso contenuto di cemento, in grado di limitare a monte le emissioni di CO2, mantenendo comunque le caratteristiche strutturali di efficienza dei materiali. Anche nella prefabbricazione, l’apporto della digitalizzazione è fondamentale. Implementando impianti robotizzati per la realizzazione dei conci prefabbricati di gallerie sui lotti ferroviari che stiamo realizzando in Sicilia e in Campania, ad esempio, l’avanzamento operativo che viene assicurato è una testimonianza ulteriore di avanguardia. In termini ingegneristici, il focus è quello di pensare l’opera, già in fase di progetto, secondo un modulo avanzato di prefabbricazione. L’Italia e il PNRR vedranno Pizzarotti tra i protagonisti fondamentali. Come vede il futuro di questa grande attesa di rinascita nazionale?
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Il nostro impegno sull’Italia, il gruppo Pizzarotti lo vive innanzitutto come responsabilità civica, prima ancora che come strategia industriale. Il PNRR rimane un’opportunità senza precedenti per il Paese. Un’opportunità che comporta dei vincoli, anche temporali, molto stringenti. Da noi ci si aspetta un forte contributo alla ripresa del Paese. Il PNRR non significa solo costruzioni, significa contaminazione a più livelli, dalla transizione energetica alle nuove tecnologie, alla digitalizzazione. Per Pizzarotti, quindi, non ci saranno solo grandi opere, non solo grandi volumi, ma anche operazioni mirate che aggiungono valore, ricerca, sostenibilità. Noi attualmente fatturiamo il 60% all’estero e il 40% in Italia. L’impegno all’estero sarà sempre una parte importante della nostra attività, ma ci concentreremo su pochi paesi; la metà, praticamente, rispetto a quelli in quelli in cui eravamo presenti negli anni passati. Il traino del PNRR porterà nel tempo ad uno scambio di percentuali sull’impegno societario, con il 60% del nostro lavoro concentrato in Italia. Tra le opere civili, le strutture ospedaliere sono da sempre al centro dei vostri programmi. Il tema degli ospedali si porta dietro tutta una serie di specifiche tecnologiche molto importanti. Ne stiamo costruendo tanti anche oggi, dal Kuwait alle Guadalupa, per citare le aree più remote. Poi altri ne stiamo realizzando in Europa, soprattutto in Francia. In Italia, non solo li abbiamo costruiti, i nuovi nosocomi, ma li gestiamo direttamente, come avviene per i quattro ospedali da noi realizzati in concessione in Toscana. Gestiamo, solo per fare un esempio, una centrale di cogenerazione all’interno dell’ospedale di Pistoia, con service levels molto precisi e indefettibili. Questo significa curare in modo moderno e puntuale le opere civili. Pensare e programmare, sempre anche il dopo. Una chimera, fino ad oggi. Un punto critico da sempre, soprattutto in Italia. Non abbiamo l’illusione, come soggetto unico Pizzarotti, di cambiare in modo rapido il modo di lavorare e le procedure
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delle opere pubbliche. Ma qualcosa sta cambiando significativamente, anche nel nostro Paese. Pensiamo ai depuratori che noi stiamo gestendo in Campania. Depuratori nati e concepiti quando scoppiò la grave epidemia di colera a Napoli, nei primi anni Settanta. Parliamo di impianti che non hanno mai funzionato come avrebbero dovuto. Quando li abbiamo rilevati (due dei cinque presenti nella regione), con l’apporto di partnership di un attore specializzato come Suez, siamo riusciti a realizzare un revamping straordinario di questi depuratori che ha portato a una bonifica idrica efficace e generalizzata che massimizza sostenibilità ed economia circolare. Che identità comprende oggi Pizzarotti, nelle proprie dimensioni di gruppo?
Abbiamo circa 3.700 dipendenti, con un portafoglio commesse che supera i cinque miliardi di euro, dove l’Italia pesa per oltre l’80% delle opere. Stiamo partecipando ad alcuni dei progetti più importanti per Rfi (Rete ferroviaria italiana) e a uno dei lotti fondamentali dell’Autostrada pedemontana lombarda, per un valore complessivo in quota Pizzarotti pari ad oltre 1,5 miliardi. Noi ci saremo per fornire il nostro apporto alla modernizzazione del settore delle infrastrutture nel nostro Paese, senza dimenticare mai però quanto il nostro settore ha già fatto anche all’estero per la realizzazione di importanti opere; per quanto ci riguarda, ad esempio, sarebbe sufficiente pensare al contributo che la Pizzarotti sta dando allo sviluppo della rete metropolitana parigina, dove siamo attivamente coinvolti in 5 lotti della Grand Paris.
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MACCHINE PREFABBRICAZIONE E IMPIANTI E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO
LA QUALITÀ MEC PER LO SPACCO DI PIETRA E CEMENTO IL CEMENTO È UTILIZZATO IN MOLTI SETTORI E PER NUMEROSE FINALITÀ. AFFINCHÉ DA QUESTO MATERIALE SI POSSANO OTTENERE DEI PRODOTTI FINITI DI QUALITÀ, SI RENDONO NECESSARIE MACCHINE PER LO SPACCO DEL CEMENTO CHE SIANO CAPACI DI GARANTIRE PRECISIONE E RISULTATI OTTIMALI. CON QUESTO OBIETTIVO, MEC HA REALIZZATO UN IMPIANTO PER LO SPACCO DEL CEMENTO, AUTOMATICO E PERSONALIZZABILE SULLE ESIGENZE DEL CLIENTE.
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a oltre 25 anni MEC produce macchinari per lo spacco di pietra e cemento e per la rifinitura di sagome di calcestruzzo. La lunga esperienza e la ricerca costante di soluzioni innovative, hanno permesso all’azienda di Scurelle (TN) di proporre macchinari in grado di realizzare un profilo di spacco top di gamma e sistemi di movimentazione automatici rapidi e efficienti. Tutti gli
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impianti proposti (linea special – di più piccole dimensioni, semi-automatici e automatici) sono configurabili su misura sia nei sistemi di movimentazione che nelle dimensioni e forze di spacco; in linea con le normative vigenti e adattandoli secondo il tipo di tensione elettrica del paese di destinazione (normativa CE per l’Europa, UL e CSA per il Nord America e UKCA, quando entrerà in vigore in UK).
Il top di gamma L’impianto automatico per lo spacco del cemento MEC permette di gestire in modo completamente automatico il carico, lo scarico, la movimentazione, lo spacco e la pallettizzazione dei manufatti in cemento. La movimentazione all’avanguardia e la gestione da PLC consentono di ottenere innumerevoli vantaggi, tra cui: una produzio-
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Macchinario per lo spacco del cemento
dotate anche del sistema accumulatore di pressione che permette di scaricare la forza in un’unico colpo, garantendo così un’eccellente qualità dei prodotti finiti. Le macchine per lo spacco del cemento MEC montano anche i trasduttori di posizione; sistemi che sono applicati alle lame per posizionarle con più precisione sul blocco senza spostarlo, sempre nell’ottica di ottenere uno spacco di altissimo profilo. Il materiale spaccato finisce poi su una seconda tavola, la quale, ruotando di 90°, porta il materiale verso la successiva fase di spacco. Anche in questo caso lo scarto iniziale, così come quello finale, viene escluso, esattamente come è avvenuto nel primo step, cane elevata e continua, un’ottima qualità del prodotto spaccato e un ampio ventaglio di prodotti diversificati. I nastri trasportatori e le tavole mobili sono infatti dotati di encoder e motori asincroni retro-azionati che permettono di avere la combinazione perfetta tra velocità elevata e posizionamento preciso, caratteristica che non si ottiene con l’utilizzo dei motori brushless. Da sempre attenta alla personalizzazione dei propri impianti, MEC ha inserito un sistema di gestione automatica dello scarto che permette di velocizzare l’intero processo produttivo. L’impianto automatico per lo spacco del cemento MEC permette di caricare più sagome di cemento con forma e dimensioni uguali in contemporanea. Si evita così di caricare e scaricare una sagoma per volta, riducendo di molto i tempi di lavoro: lo strato con tutte le sagome di cemento spaccate viene riprodotto nuovamente sul pallet finito in un unico passaggio. L’impianto è infatti dotato di due manipolatori cartesiani: uno di carico e uno in uscita, entrambi provvisti di chiusura a 4 braccia per scaricare anche piccoli pezzi di cemento e di encoder di posizione. Una volta posizionato il materiale sulla tavola iniziale, lo spintore automatico avanza portandolo fino sotto le lame della macchina, spaccandolo secondo le misure impostate. Gli scarti vengono eliminati direttamente e allontanati per mezzo di un nastro trasportatore. Le due macchine a struttura chiusa hanno una larghezza di spacco di 1500 mm, un’altezza utile di 300 mm e una forza di 100 ton; oltre che di lame laterali, sono
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Manipolatore materiale in entrata Manipolatore materiale in uscita
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MACCHINE PREFABBRICAZIONE E IMPIANTI E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO Gestione scarti
to del carico, scarico, movimentazione e spacco del materiale. Anche la fase di gestione dello scarto è gestita in modo automatizzato grazie alla perfetta sincronizzazione di manipolatori, trasportatori, tavole rotanti e macchine spaccatrici. Questo permette di accellerare e snellire tutto il processo produttivo, agevolando anche il lavoro degli operatori. Prima della consegna l’impianto viene accuratamente testato con i campioni forniti dal cliente, così da avere la certezza che quanto prodotto risponda in pieno alle sue esigenze. Materiale di scarto
dendo direttamente in un nastro trasportatore di gomma più basso rispetto alla macchina. Successivamente, attraverso uno spintore e una tavola mobile, il materiale sarà posizionato nella zona di scarico. Il manipolatore prende automaticamente la sagoma e la porta sul nastro trasportatore di scarico. Quando l’impianto rileva che la paletta è ultimata, il trasportatore avanza meccanicamente in modo che il manipolatore possa afferrare una paletta di legno vuota dal suo porta pallet per posizionarla sul nastro trasportatore. Ricomincia così il ciclo di lavorazione e spacco cemento. La tecnologia alla base degli impianti MEC costituisce sempre un valore aggiunto. L’impianto è dotato di un software specifico che permette di impostare fino a 40 programmi di spacco e di monitorare dal PC dell’ufficio lo stato di produzione della macchina. MEC garantisce maggiore tempestività in caso di regolazioni o verifiche grazie alla presenza dell’assistenza remota e degli Smartglasses Mec. Inoltre grazie al software Mec 4.0 e all’interconnessione del sistema fabbrica si possono inserire e gestire gli ordini di lavoro sia dal touch screen dell’impianto sia dal PC fisso dell’ufficio, consultare le manutenzioni in scadenza e visionare i video tutorial di quelle da eseguire, salvare tutte le statistiche di lavoro: tutti i dati di produzione sono disponibili su un database pronti per essere gestiti (ad esempio con una esportazione in excel). L’impianto consente il controllo comple-
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Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING
La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Maggio/Agosto2021
Fondazioni | Perforazione| Pozzi | Gallerie | Geotecnica | Industria Estrattiva-Mineraria Fondazioni Perforazione pozzi | Gallerie
Anno 7 - Settembre/Ottobre 2021
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THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING Anno 7 - Novembre/Gennaio 2022
THE ITALIAN MAGAZINE FOR VERTICAL AND HORIZONTAL DRILLING, SPECIAL FOUNDATIONS, GROUND ENGINEERING, WELL DRILLING, ENVIRONMENTAL DRILLING, TUNNELLING, QUARRYING AND MINING Anno 8 - Febbraio/Aprile 2022
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La Rivista “Perforare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
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pubblicata dal 2015, è l’evoluzione cartacea del portale www.perforare.it, l’unico in Italia specializzato nei settori delle perforazioni verticali, orizzontali e direzionali, il tunnelling, le fondazioni speciali, la geotecnica, la bonifica e il consolidamento dei terreni e l’industria estrattiva.
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MACCHINE TECNOLOGIA E IMPIANTI E INNOVAZIONE
LA STRATEGIA VINCENTE DI UN LAVORO DI SQUADRA LA NUOVA GAMMA DI BRACCI DI DISTRIBUZIONE CALCESTRUZZO DA 20 METRI NASCE DALLA STRETTA COLLABORAZIONE FRA CLIENTI ED ESPERTI DI PUTZMEISTER. RISULTATO: MACCHINE ANCORA PIÙ VERSATILI, STABILIZZAZIONE PROGRESSIVA E AMPIO SPAZIO DI STOCCAGGIO OFFERTI DAI NUOVI MODELLI M24 E M28
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er Putzmeister il lavoro di squadra è stata una decisione strategica, grazie alla quale il costruttore di macchine per l’edilizia di Aichtal è riuscito a realizzare un processo di sviluppo perfetto. Per la progettazione della nuova gamma di bracci di distribuzione calcestruzzo da 20 metri, i clienti sono stati coinvolti fin dall’inizio nel processo di sviluppo e il risultato parla da sé: i nuovi modelli M24 e M28 convincono per la maggiore versatilità, la stabilizzazione progressiva e l’ampio spazio di stoccaggio. Oltre a miglioramenti in termini di ergonomia e sicurezza. Le nuove pompe M24 e M28 combinano sia caratteristiche innovative che collau-
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date, rendendole più facili da gestire e più efficienti.
Compatte e polivalenti La nuova classe compatta da 20 m offre molte possibilità. Le macchine sono state sviluppate ed equipaggiate per applicazioni speciali, il che significa che sono nel loro elemento nelle aree urbane così come in capannoni, tunnel, lavori su ponti e nei cantieri con spazi accessibili molto limitati. Dietro le dimensioni compatte e la manovrabilità di queste pompe per calcestruzzo c’è il nuovo design TRC (Trapezium Compact) che permette una maggiore sta-
bilità complessiva. Si tratta di un ulteriore sviluppo del collaudato sistema Putzmeister TRD. Grazie al doppio sfilamento telescopico, l’ingombro è ridotto al minimo - risparmiando fino a 600 mm di spazio rispetto al precedente sistemaTRD. Il piano lungo 4,3 m, combinato con il concetto di stoccaggio modulare, offre una migliore accessibilità e, soprattutto, molto più spazio rispetto ai modelli precedenti. Questo significa più spazio per contenitori, rastrelliere o vani portaoggetti per tubi flessibili e rigidi, raccordi e altri accessori. A seconda della configurazione della macchina, è possibile trasportare più di 200 m di tubazioni flessibili.
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Ergonomia e sicurezza al primo posto Un elevato livello di sicurezza è già di serie sul Putzmeister, ad esempio grazie alla piattaforma continua, ai corrimano, all’apertura di sicurezza sulla tramoggia e a molte altre caratteristiche. La solida piattaforma e i gradini più larghi riducono al minimo il rischio di inciampare e, insieme alla nuova illuminazione a tutto campo, creano un ambiente di ergonomico. Di conseguenza, la macchina può essere ben regolata anche in condizioni di scarsa illuminazione.
Il risparmio di spazio è fondamentale I modelli della classe 20m impressionano anche qui. Grazie alla nuova stabilizzazione TRC le pompe possono essere configurare in qualsiasi posizione: si può passare gradualmente da nessuna stabilizzazione alla stabilizzazione completa. L’operatore posiziona la macchina in base allo spazio disponibile sul cantiere. Tutto il resto verrà eseguito mediante automazione basata su calcoli in tempo reale. Lo stesso vale per i bracci, dove le caratteristiche di scorrimento, oltre allo sbraccio orizzontale, determinano dove possono
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essere utilizzate le macchine. Il sistema di ripiegamento a Z dell’M24 offre sicuramente prestazioni di scorrimento eccezionali combinate con un’altezza di apertura ridotta, anche negli spazi più ristretti. Questa serie è quindi ideale per l’impiego in capannoni, sotto ponti e gallerie. Una caratteristica completamente nuova è la funzione «Hall-master»: il braccio si ripiega davanti alla cabina di guida, entra in un edificio o in una galleria e, grazie alla nuova cinematica del braccio, può essere aperto senza interferenze con la cabina di guida. Allo stesso tempo, il comodo e compatto ripiegamento a Z della M28, è pronto all’uso in un attimo.
Alta pressione di pompaggio per un lavoro efficiente Le pompe per calcestruzzo Putzmeister, potenti ed economiche, con portate fino a 160 m3/h che forniscono calcestruzzo a una pressione di 85 bar, sono diventate quasi una leggenda. Il gruppo pompante iLS e l’unità ibrida Putzmeister iONTRON, unica al mondo, si sono dimostrati ancora più efficienti e rispettosi dell’ambiente. Oggi entrambe le tecnologie sono disponibili per le pompe autocarrate della classe 20m.
Ergonic® 3 - facile, veloce e sicuro Inoltre, molta attenzione è stata dedicata alle centraline e all’integrazione delle innovazioni. Tutto ciò ha facilitato il lavoro quotidiano fin dall’inizio. I progettisti Putzmeister hanno aggiunto diverse funzionalità orientate al futuro. Lavorare con il sistema Ergonic® 3 (sistema elettronico di controllo delle sezioni del braccio) è intuitivo e pratico, tanto che il getto di calcestruzzo in edifici bassi diventa facile.
La smart M27 solo (per ora) per il Giappone Della classe dei 20m di ultima generazione fa parte anche la pompa autocarrata M27, finora disponibile solo per il mercato giapponese. Attualmente, uno sbraccio orizzontale di 27 metri, è il massimo consentito su due assi. Flessibilità e stabilità del braccio, facile accessibilità e il nuovo Putzmeister TRC sono tutti vantaggi di questo modello. Degno di nota è anche il passo corto, che unisce agilità e compattezza. Il potente motore garantisce che il modulo SBU abbia un’elevata capacità di pompaggio, fornendo una pressione di pompaggio di 100 bar al cantiere; ideale, per esempio, per il getto di calcestruzzo in grattacieli.
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INTRODUCING THE LATEST INNOVATION, THE NEW PRESENTA LA SUA PIÙ RECENTE INNOVAZIONE, LA NUOVA THE MACHINE FOR EVERY JOB: LA MACCHINA GIUSTA PER QUALSIASI UTILIZZO: EXTERNAL SLABS SOLAI ESTERNI INDUSTRIAL FLOORS PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI AGRICULTURAL AGRICOLTURA SMALL WAREHOUSE PICCOLI MAGAZZINI
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INDUSTRIAL SETTORE INDUSTRIALE
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SOMERO.CO.UK 69
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POKER D’ASSET FORTE DEI SUOI 90 ANNI DI STORIA, CON I MODELLI FIVETECH DEDICATI ALLA PRODUZIONE DI CALCESTRUZZO PRECONFEZIONATO, CIFA RIORGANIZZA LA GAMMA A MISURA DI FILIERA, SEGUENDO LE SPECIFICHE ESIGENZE DEL SETTORE
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a gamma degli impianti di betonaggio Cifa si evolve e si fa in quattro “per offrire prodotti sempre più di valore e capaci di fornire soluzioni alle esigenze più complesse”, secondo il dettato aziendale più recente che presenta una revisione d’assetto negli impianti dedicati al calcestruzzo preconfezionato. Con il rinnovamento della gamma FiveTech, il gruppo di Senago (Mi) ha riorganizzato i modelli in quattro serie (Diamond, Sapphire, Zircon e Dry). Il nuovo valore degli impianti FiveTech si può riassumere in cinque punti, sempre seguendo le indicazioni tecniche dei progettisti Cifa. Si tratta innanzitutto di moduli trasportabili e facili da installare; tutti gli impianti sono studiati per essere movimentati con mezzi di trasporto standard e sono preassemblati per una messa in opera nel più breve tempo possibile. Il design modulare costituisce il secondo valore, per singoli impianti studiati nell’ottica di una linea flessibile e modulabile a seconda delle diverse esigenze dei clienti. Terzo punto focale, la precisione e l’affidabilità nel dosaggio; tutti i materiali coinvolti nella creazione della miscela sono accuratamente dosati per assicurare qualità costante di output nel tempo. In quarta posizione, la tecnologia di mescolazione all’avanguardia, la qualità dei materiali e del design studiato per garantire perfor-
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mance di miscelazione qualitativamente elevate e costanti nel tempo, con il plus della facilità di manutenzione. Da ultimo ma non ultimo, il controllo operativo completo integrabile con il sistema di monitoraggio Cifa Vista - grazie a un’interfaccia intuitiva, sarà possibile monitorare tutta l’attività dell’impianto e generare una reportistica puntuale. Veniamo alla sintesi descrittiva delle serie in cui si suddividono gli attuali impianti FiveTech. La serie Diamond è quella più all’avanguardia, caratterizzata dalla semplicità di trasporto e montaggio, ma soprattutto da un processo di mescolazione automatizzato e finemente controllato. Questa serie è stata progettata al fine di ottimizzare i costi di produzione dei produttori di readymix sia nel caso di progetti sia per centri di distribuzione calcestruzzo. La serie è composta da cinque modelli che coprono una capacità produttiva di 50, 70, 100, 130 e 180 m3/h. Questi impianti sono inoltre disponibili con gruppi di stoccaggio aggregato modulari configurabili, generalmente da quattro a sei scomparti e completi di sistemi di caricamento automatici per migliorare la movimentazione della materia prima. Tutte le soluzioni sono caratterizzate da mescolatori orizzontali a doppio asse all’avanguardia e ad alta efficienza con un avanzato sistema di manutenzione. La linea Sapphire, come la
serie Diamond, include tutte le più avanzate caratteristiche ed è stata studiata nei dettagli per facilitare la movimentazione tramite trasporto marittimo, a beneficio di paesi e siti più remoti nel mondo. Prodotto più snello e ottimizzato della serie Diamond ma con le stesse capacità di produzione (50, 70, 100, 130 e 180 m3/h) e la medesima modularità di configurazione. Categoria interamente verniciata e completa di componentistica meno sofisticata ma di più semplice utilizzo. Tutta la serie include sempre il mescolatore orizzontale a doppio asse caratteristico del settore readymix. La serie Zircon si riferisce a un’offerta più semplice senza intaccare prestazioni, durabilità e precisione, con le stesse performance e qualità del prodot-
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Polastri, “Alto livello per la ripresa del mercato”
Marco Polastri
La nuova gamma FiveTech “vuole simboleggiare, nel riferimento nominale alle pietre preziose, l’alto valore delle soluzioni per i nostri clienti”. L’affermazione di Marco Polastri, direttore Sales, Aftersales e Marketing di Cifa, è chiara e mirata a un mercato in decisa evoluzione. “La nostra ridefinizione della gamma FiveTech si inserisce nell’ottica di offrire ai nostri clienti una gamma completa e allo stesso tempo organizzata per fornire un prodotto dalle prestazioni superiori e con un alto livello di controllo del processo, confermando la nostra visione Driven by Innovation. In uno scenario europeo che vede i governi fronteggiare la pandemia con importanti recovery plan, si prospettano grandi investimenti per la costruzione di nuove infrastrutture, realizzabili con calcestruzzo certificato e rintracciabile per assicurare la trasparenza e la sostenibilità del prodotto. È quindi necessario per i produttori avere impianti di alto livello, funzionali, performanti e durevoli nel tempo. La riorganizzazione della gamma nasce proprio per offrire impianti di alto valore”.
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to. Questi impianti prevedono un trasporto snello e una particolarmente agile installazione, con capacità da 70 a 130 m3/h di calcestruzzo. Questa serie di prodotti è nata espressamente per il carico betoniera e presenta un relativamente limitato numero di opzioni. La struttura
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è semplificata e rispetta le più comuni configurazioni richie- ste dal mercato: gruppo aggregati da quattro o cinque scomparti, fino a quattro silos per il cemento e avanzati mescolatori a doppio asse orizzontale da 1,7-2,5-3,33 m3. L’ultima serie Dry è dedicata ai mercati con dosaggio a secco, sono impianti semi mobili che richiedono fondamenta molto semplici, trasportabili con camion standard o container da 40” e progettati per ridurre al minimo i lavori di montaggio e smontaggio. Questa serie di impianti modulari per il carico a secco è caratterizzata da un sistema esclusivo di dosaggio del cemento installato sul nastro di carico al fine di incrementare precisione e velocità nello scarico in betoniera e di ridurre il
consumo di materia prima. Ciascun impianto è completamente integrato con gruppi aggregati modulari configurabili e sistemi di filtraggio polveri automatizzati. La capacità di produzione disponibile per ciclo è di 8-3,5-5 m3. A completamento della gamma sono da annoverare anche gli impianti di riciclaggio Cifa Wash. Facili da usare e dalla manutenzione ridotta al minimo, permettono il riutilizzo degli aggregati con la separazione dei solidi di 0,15 mm. Le soluzioni sono composte da due modelli con capacità di acqua grigia trattata di 11 e 25 m3/h e sono tutte disponibili con tramoggia di ricezione studiata per betoniere e pompe. Le soluzioni prevedono anche i relativi sistemi da 1,5 e 2 m3/h per ottenere acqua filtrata da riutilizzare nell’impianto di betonaggio.
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SELF BATCH, L’AREA DI SERVIZIO DEL CALCESTRUZZO L’IDEA STRAORDINARIA DI UN IMPIANTO AUTONOMO, CHE FUNZIONE CON LA STESSA LOGICA DI UN DISTRIBUTORE DI CARBURANTE, SIPE L’HA IMPLEMENTATA DA TEMPO NEI MERCATI CONCRETE PIÙ AVANZATI, DALLA FRANCIA ALLA GERMANIA. ORA LA TECNOLOGIA DELLA BETON-FORNITURA FAI DA TE APPRODA IN ITALIA. “A VANTAGGIO DI UNA FILIERA PIÙ MODERNA E SOSTENIBILE”, COME SOTTOLINEA ROBERTO PERSI
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oberto Persi che insieme a Francesco De Michele fanno parte della direzione della CST, la società proprietaria dello storico marchio Sipe, parla con lo stesso incedere dell’innovazione che ha urgenza di descrivere. D’altra parte è dal 1979 che gli impianti Sipe rappresentano un sinonimo di evoluzione tecnologica nella produzione di calcestruzzo. Fu il primo costruttore a utilizzare il mescolatore negli impianti a raggi raschianti per il cantiere; in seguito ha promosso (in anticipo sulle prescrizioni europee che ne hanno evidenziato la problematica anche nel nostro Paese) la miscelazione forzata implementata in tutti gli impianti italiani, sviluppato il progetto di un impianto verticale dalle grandi prestazioni e dalla massima mobilità in ogni contesto distributivo. Oggi il livello della ricerca porta ad altri orizzonti, a quelli degli impianti Self Batch che Sipe ha già diffuso in tutta Europa - nei mercati di Francia, Germania e Austria, per citare solo alcuni dei principali avamposti - per farli atterrare anche in Italia, dove le istanze
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Da sinistra, Francesco De Michele e Roberto Persi
dell’Industria 4.0 - grazie a un software di gestione interattivo, unico nel suo genere per coerenza con la stessa normativa di finanziamento dell’innovazione - favoriscono finalmente un lancio importante e assolutamente necessario. In cosa consiste la novità dell’impianto Self Batch di Sipe, ce lo spiega, in sintesi, proprio Roberto Persi. “Si tratta di un’innovazione che riguarda lo stesso concetto della distribuzione del calcestruzzo - sottolinea Roberto Persi di CST - Attualmente, il modus operandi è quello dell’auto-produzione diretta in cantiere, attraverso impianti mobili; oppure, si ricorre alla fornitura deputata a impianti fissi, che richiede il successivo trasporto del calcestruzzo per mezzo di autobetoniere. Oggi, nel Centro-Nord Europa, noi abbiamo
esportato una terza opzione di fornitura, più flessibile e vantaggiosa. L’impianto di produzione e distribuzione del calcestruzzo si è trasformato in una vera e propria ‘stazione di rifornimento’, proprio come accade nelle aree dedicate alle pompe di carburanti per l’approvvigionamento degli automezzi”. Un calcestruzzo pronto all’uso come un pieno di benzina o diesel? Com’è possibile? “Il cliente finale, l’impresa edile, inserisce nell’impianto una carta di credito, una carta prepagata o un QR Code di abilitazione - precisa subito Persi - Così, l’impianto di fornitura self-service, in automatico, senza la necessità di alcun operatore, eroga la quantità e la qualità di calcestruzzo richiesta. Sette giorni su sette, per 24 ore al giorno. Questa realtà esiste già da tempo. La esportiamo noi, come
testimoniano le innumerevoli illustrazioni video che si possono trovare sui vari canali Internet, alla voce Self Beton”. Il sistema Self Batch di Sipe è applicabile alle serie degli impianti di betonaggio prodotti attualmente dal costruttore di Montichiari (Bs). In pratica, le tipologie Torre, Compact, Mobile e Vertical possono essere trasformate in altrettanti moduli autonomi, senza la necessità della presenza di un operatore. “La distribuzione di calcestruzzo è richiesta dal cliente attraverso un software, collegato alle modalità di pagamento menzionate, attraverso carta di credito o codici di abilitazione – ribadisce Roberto Persi - Dall’impianto Self, quindi, il cliente sceglie la quantità e la tipologia di calcestruzzo che gli serve, seleziona il mezzo con cui intende caricare il calcestruzzo richiesto e si rifornisce senza problemi”. L’impianto, quindi, in piena autonomia, produce il calcestruzzo, rilascia un documento di conferma e trasmette la fattura all’impresa-cliente, tramite un collegamento in remoto con un ufficio di amministrazione - oppure, in Cloud, su un sito web accessibile dal cliente in qualsiasi momento. “L’impianto Self Batch fornisce tutta una serie di ‘panoramiche’ informative sulla clientela - aggiunge Roberto Persi - Dalla nostra esperienza con i Self già insediati Oltralpe, sappiamo che un terzo del calcestruzzo consumato in Francia è richiesto da imprese artigiane (che nel Paese sono più un milione) distribuite
Anche in Italia, garanzia autentica a misura di Industria 4.0 Il mercato di Sipe per gli impianti Self Batch si è sviluppato negli anni scorsi, soprattutto in Francia - dove l’automazione di fornitura del calcestruzzo ha già raggiunto un ampio livello di diffusione sul mercato - e in molti paesi del Centro-Europa come Germania e Austria. La flessibilità del sistema Self può essere applicata, come abbiamo già detto, a qualsiasi tipologia di impianto (orizzontali, verticale, fisso o mobile, al servizio del cantiere o dell’impresa di prefabbricazione, secondo le variabili più diversificate). La connettività tra software, impianto e attività aziendale - una connettività sviluppata in modo specifico e unico, per il settore, dalla ricerca Sipe - è attualmente una garanzia di conformità alle dinamiche previste dall’industria 4.0.
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sia nei centri urbani, sia in località rurali, dove la distribuzione standard di calcestruzzo non arriva. Parliamo di imprese che hanno un fabbisogno giornaliero, per la propria attività edile e industriale, da 1-2 metri cubi al giorno. Quantità minime ma da fornire in modo rapido, secondo una logistica che tenga presente la vicinanza alla zona di lavorazione a cui è destinata la stessa fornitura di calcestruzzo. Con i nostri impianti Self Batch, Sipe provvede proprio a questa necessità versatile e flessibile. Stiamo installando il quarto impianto di questo tipo a Strasburgo, in un’area urbana concessa dal Comune, con dinamiche virtuose sotto il profilo della sostenibilità che ricadono su molti aspetti della filiera. Il Comune concede agevolazioni fiscali, ad esempio, a tutte le imprese che si recano all’impianto con veicoli elettrici e, nell’ambito dello stesso impianto, il lavaggio delle autobetoniere si può realizzare in aree dedicate, con un sistema di riciclaggio delle acque a circuito chiuso”. Un’altra novità del Self Batch System di Sipe riguarda l’estensione di autonomia dell’impianto dalla fornitura al cliente, alla manutenzione predittiva dei componenti e al caricamento delle materie prime (tra cui, il cosiddetto
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“cemento verde”, a basso indice di carbonatazione). I fornitori stessi delle materie prime (inerti, cemento e additivi) hanno accesso direttamente al carico tramite un QR Code di autorizzazione e ogni fase è
controllata da remoto attraverso il software, con l’ausilio di telecamere e radar. “Possiamo ben capire che un impianto Self Batch come il nostro, in Italia può servire alla piccola impresa come al medio-grande produttore di calcestruzzo che oggi ha la necessità di riconvertire i propri impianti obsoleti - rimarca Persi, analizzando l’attuale conteso di mercato della distribuzione di cls, con strutture di impianto confinate nei territori in modo poco funzionale - Un distributore automatico e autonomo di calcestruzzo può sostituire una rete di impianti nel modo più economico e flessibile. Quindi, non solo questa tipologia di impianto è oltremodo utile ai cantieri temporanei, nell’ambito dei centri urbani, ma servirebbe anche alla modernizzazione su larga scala delle reti di fornitura sul territorio. Alla grande distribuzione del calcestruzzo nazionale possono essere garantiti - con gli impianti Self - il controllo e la tracciabilità della produzione, la qualità dei sistemi di dosaggio e mescolazione, ovviamente l’autonomia rispetto al personale e una puntuale interconnessione dei vari distributori Self con l’amministrazione e l’ufficio vendite, con una conseguente razionalizzazione della copertura di mercato”.
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Istituto Italiano per il Calcestruzzo
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ESPERTI PER LA GESTIONE PIÙ ESIGENTE NELLA SEDE CARBA A SONCINO (CR), ALLA SCOPERTA DEL SOFTWARE DI GESTIONE DELL’IMPIANTO DI CALCESTRUZZO E DELLE ALTRE TECNOLOGIE FORNITE DA ELETTRO SIGMA. TRA QUESTE, IL SISTEMA DI RIUTILIZZO DELLE ACQUE RESIDUE DAL LAVAGGIO DELLE BETONIERE
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n revamping che ha tutto il valore dell’avanguardia, quello intrapreso di recente per la sede produttiva Carba, a Soncino (Cr). Al centro della nuova implementazione per il centro di produzione del calcestruzzo, il nuovo impianto Cifa Moove 90, in grado di combinare la qualità produttiva con l’esecuzione delle ricette secondo gli specifici mix design dei clienti, oltre al drastico abbattimento dell’impatto ambientale. Un impianto moderno, incrementato nell’efficienza tecnologica dalla realizzazione di una serie di aggiornamenti importanti re-
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alizzati dalla proprietà, con Elettro Sigma come partner di riferimento. Mauro Carminati, amministratore delegato di Carba, ha ricostruito l’origine della collaborazione tra le due società, in virtù di un contatto proficuo con lo stesso amministratore di Elettro Sigma, Moreno Marola. “I risultati principali di questa partnership riguardano il software di gestione dell’impianto di produzione del calcestruzzo e la recentissima realizzazione di un sistema di riutilizzo delle acque derivanti dal lavaggio delle
betoniere, che contribuisce ulteriormente alla circolarità e alla sostenibilità del processo produttivo - spiega Carminati Il rapporto è iniziato con la fornitura del software di gestione dell’impianto. Sono stati commissionati, sempre a Elettro Sigma, tutti i lavori di implementazione relativi al sistema di lavaggio, al montaggio e all’installazione degli additivi e delle sonde”. La squadra di Elettro Sigma ha iniziato a lavorare nell’impianto Carba il 3 gennaio scorso e ha completato l’intero ciclo delle operazioni durante
la prima settimana di marzo, completando i controlli e mettendo in esercizio il sistema di lavaggio.
La mente del futuro Mauro Carminati ci mostra la postazione di controllo dell’impianto, con i due monitor all’interno dell’ufficio che si affaccia sul piazzale. “Tutto il sistema è automatizzato e integrato da Elettro Sigma con quattro pompe di additivi e il relativo sistema di
Il cliente più esigente? Sarà sempre soddisfatto Un primo bilancio di questa partnership tecnica con Carba - destinata senza’altro ad avere un seguito - fa rilevare il vantaggio di una richiesta tecnologica di alto profilo a cui Elettro Sigma provvede in modo completo e reattivo. “Questo non è affatto un aspetto negativo e di disturbo. Anzi, rappresenta un valore aggiunto per Elettro Sigma - conferma Moreno Marola - Se riusciamo a soddisfare le esigenze di un cliente così rilevante, significa che possiamo alzare ulteriormente l’asticella della nostra offerta tecnologica”. Naturalmente, come accade in tutte le collaborazioni si tratta di un percorso di miglioramento reciproco. “Tutte le problematiche che possono essere risolte con l’affiancamento e la formazione al personale portano lo stesso cliente ad avere operatori sempre più qualificati e consapevoli - rileva Marola - Nel caso di Carba, visto che si trattava di un’automazione abbastanza semplice e il loro operatore aveva già una predisposizione per gestire questo tipo di soluzioni, sono bastati due o tre giorni. L’operatore ottiene davvero un valore aggiunto da un’implementazione come quella che abbiamo svolto per Carba. Elettro Sigma è partner di aziende tedesche e inglesi che sono leader nel mercato mondiale e, quando ci presentiamo da un cliente, lo facciamo con un prodotto di qualità in grado di metterlo al riparo da ogni imprevisto”.
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MACCHINE AUTOMAZIONE E IMPIANTI E CONTROLLO pesatura, necessario per dosare l’acqua di lavaggio nell’impianto - ci mostra l’ad di Carba - Del nastro di carico e della tubazione che dal nuovo sistema conduce al mescolatore, cuore dell’impianto produttivo, si vede solo la struttura esterna ovviamente, ma la tecnologia che c’è dietro è la parte importante. Il sistema di gestione è di produzione austriaca, della Dorner Electronic (di cui Elettro Sigma è partner ufficiale per l’Italia). Dorner fornisce software e licenze, ma Elettro Sigma è totalmente autonoma quando si tratta di configurare e programmare lo stesso software”. Il vantaggio è grande, perché un cliente come Carba non ha necessità alcuna di chiamare la sede Dorner in Austria ma può fare riferimento direttamente a Elettro Sigma per eventuali modifiche o per soluzioni specifiche. L’intervento è garantito in tempo reale e in flessibile modalità da remoto. “Si tratta di un sistema molto avanzato, che offre diverse opzioni in funzione della struttura delle aziende che lo utilizzano - conferma Moreno Marola - Carba ha un operatore che monitora la postazione, occupandosi di tutto il sistema. Gli ordini di produzione si caricano in automatico da remoto e lo stesso addetto presiede alla produzione, rilevando al contempo consumi e costi relativi alla produzione effettuata. Con questo software, in pratica, noi creiamo un prodotto di gestione ‘sartoriale’, programmato sulla base delle esigenze
del cliente”. Riguardo al software e ai dispositivi di gestione, è la squadra di Elettro Sigma a configurare e controllare ogni cosa. L’intervento dalla sede di Dorner in
Austria si richiede solo in casi particolari, ad esempio per problemi legati a impianti speciali; in questi casi, si organizzano alcune call preventive per consultazioni, ma per ogni altra necessità Elettro Sigma rimane l’unica interfaccia con il cliente. “Tuttavia, gli interventi necessari non sono così frequenti - sottolinea Marola - Proprio perché si tratta di un sistema pensato per rendere autonoma la gestione dell’impianto da parte delle imprese, secondo una concezione ‘europea’ che rende traslabile a un impianto in ogni altra parte del mondo, la configurazione realizzata secondo i parametri richiesti da Carba a Soncino.
Dettagli techno oltre il software Oltre a fornire il nuovo software per la gestione dell’impianto di produzione calcestruzzo, Elettro Sigma ha modificato
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rampa situata in prossimità del sistema di lavaggio ABT. Tramite le pompe di pescaggio, l’additivo viene portato alla torre di mescolazione, dove è pesato e scaricato direttamente nel mescolatore, con un livello di precisione molto alto.
il quadro esistente, inserito le sonde di umidità per il controllo igrometrico degli inerti - di cui l’impianto era precedentemente sprovvisto - e implementato il sistema di dosaggio degli additivi a gravità. Le sonde di umidità Hydronix invece, con la loro adozione, permettono un’altissima precisione di lettura con un errore massimo dello 0,02% a livello strumentale. I dosatori a gravità di Elettro Sigma permettono un’accurata precisione del dosaggio grazie ai sistemi di pesatura. Inoltre, viene garantito lo scarico totale dell’additivo direttamente nel mixer. Questa parte dei lavori, relativa all’impianto di betonaggio, ha preso avvio in gennaio, come dicevamo, con il cambio dell’automazione e l’inserimento delle sonde - dispositivi precisi che fanno davvero aumentare il target di qualità e la ripetibilità del prodotto finale. Le cisterne degli additivi sono collocate sotto il livello del terreno e accessibili da una
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Un circolo virtuoso per acque di lavaggio ABT e inerti L’impianto di lavaggio 4.0 è attivo dalla prima settimana di marzo, ed è stato realizzato in una finestra cronologica di due mesi. Il sistema CRW (Concrete Recycled Wash) è concepito per risolvere il problema dell’esubero di acque derivanti dal lavaggio di autobetoniere, pompe, mescolatori e benne, e svolge le seguenti funzioni: lavaggio delle betoniere e scarico del residuo nel separatore; recupero degli inerti lavati per il successivo riutilizzo; stoccaggio dell’acqua sporca, che viene tenuta in agitazione dal motoagitatore, nelle vasche esterne. Elettro Sigma si è occupata della messa in opera dell’impianto di lavaggio e del sistema per la sua gestione. In questo modo Carba può riutilizzare l’acqua nell’impianto di produzione (naturalmente non per la realizzazione di pavimentazioni, e in una misura massima del 20% per la
realizzazione di strutture: la memoria dell’impianto è stata adeguata per ottenere esclusivamente questo obiettivo). Tutto il sistema è di nuova concezione. Le betoniere arrivano dai cantieri e vengono indirizzate all’area di lavaggio. La parte solida finisce nel separatore, mentre quella liquida entra nella tramoggia e viene riversata nelle vasche sottostanti dotate di agitatori. Tramite le pompe situate al loro interno, l’acqua di lavaggio viene prelevata e dosata nel mescolatore per l’impiego nei prodotti meno nobili, mentre tutta la parte degli inerti viene lavata, recuperata da un sistema a circuito chiuso e utilizzata a propria volta nel ciclo produttivo. L’acqua sporca raccolta nelle vasche ha anche un’altra possibilità di impiego estremamente utile, perché viene reimmessa nelle betoniere per diluire il residuo del calcestruzzo. La canala della betoniera scarica direttamente attraverso la griglia dell’area di lavaggio fino all’apertura sottostante, poi sono presenti tutte le tubazioni per il lavaggio della tramoggia con acqua pulita. L’acqua, in sostanza, viene sempre riutilizzata. Il circuito è chiuso, quindi gli inerti e l’acqua vengono entrambi recuperati e non rimane alcuno scarto (in buona sostanza, il 30% dell’acqua sporca viene utilizzata per l’impasto, il resto per il lavaggio).
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MACCHINE INDUSTRIA E IMPIANTI DEGLI INERTI
LA COPPIA PERFETTA LE MACCHINE DI NUOVA GENERAZIONE EVO2 KLEEMANN SONO COMBINATE TRA LORO IN MODO OTTIMALE PER L’USO CONCATENATO SULLA PIETRA NATURALE
KL_MCO 90 EVO2_MC 110 EVO2 Un grande team: il frantoio a cono MOBICONE MCO 90(i) EVO2 e il frantoio a mascelle MOBICAT MC 110(i) EVO2 in un accoppiamento linee con un impianto di vagliatura e un nastro trasportatore
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I
l frantoio a mascelle MOBICAT MC 110(i) EVO2 e il frantoio a cono MOBICONE MCO 90(i) EVO2 sono stati sviluppati per garantire prestazioni, efficienza e flessibilità ottimali. Gli impianti mobili sono spesso utilizzati insieme nel primo e secondo stadio di frantumazione, pertanto il livello di prestazioni congiunto e la semplicità di concatenamento rappresentano un vantaggio.
Prestazioni combinate per la produzione di granuli di calcestruzzo o asfalto I due impianti di frantumazione della nuova generazione EVO2 sono perfettamente combinati tra loro per quanto ri-
guarda i punti di trasferimento del materiale e le prestazioni: il frantoio a mascelle dispone esattamente della potenza giusta per sfruttare in modo ottimale il frantoio a cono nel secondo stadio di frantumazione. Il corretto livello di riempimento di un frantoio a cono è particolarmente importante per produrre la migliore qualità di
granuli con un’usura minima. L’MC 110 EVO2 consente di impostare la fessura di frantumazione in modo completamente idraulico con un intervallo fino a 180 mm. A sua volta, grazie ai suoi nuovi utensili di frantumazione l’MCO 90 EVO2 dispone di una fessura con un intervallo di 6-45 mm. A seconda del materiale in entrata, con un impianto di vagliatura collegato a valle è possibile produrre granuli di calcestruzzo o asfalto in un’unica operazione.
CFS per un processo di frantumazione ottimale e un accoppiamento linee intelligente Il processo di frantumazione di entrambi gli impianti è regolato in modo automatico, grazie all’innovativo sistema di alimentazione continua CFS (Continuous Feed System), che controlla il convogliamento uniforme del materiale attraverso le macchine. Nella fattispecie, il livello di riempimento delle camere di frantumazione viene sempre monitorato; se tale livello raggiunge l’altezza del cumulo impostata, l’alimentazione del materiale viene adeguata di conseguenza. In questo modo si evita un riflusso e il frantoio è sfruttato in modo ottimale. Questo sistema è la base ideale per un accoppiamento linee intelligente di una catena di impianti. Le sonde a ultrasuoni - (dotazione opzionale) posizionate sul nastro di scarico e sul nastro di scarico fini della macchina collegata a monte - monitorano il livello di riempimento dell’unità di alimentazione della macchina rispettivamente collegata a valle. Da un punto di vista della sicurezza tecnica, tutti gli impianti di frantumazione e di vagliatura sono collegati tra loro via cavo. Se, in caso di necessità, viene premuto un qualsiasi arresto d’emergenza sulla catena di impianti, tutte le macchine si arrestano in sicurezza.
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MACCHINE INDUSTRIA E IMPIANTI DEGLI INERTI
Lo specialista della roccia Da circa 100 anni, Kleemann GmbH (Gruppo Wirtgen) sviluppa e realizza macchine e impianti innovativi per la frantumazione di quasi tutti i tipi di roccia e per il riciclaggio di materiali da demolizione. Gli impianti di frantumazione e vagliatura Kleemann sono studiati fin nei minimi dettagli e non perdono mai di vista il processo nel suo insieme. Frantoio a mascelle mobile, frantoio a cono, frantoio ad urto, impianti di vagliatura e nastri per accumulo per gli operatori professionali dell’industria della pietra naturale e del riciclaggio.
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Elevati valori di rendimento e dettagli innovativi, utilizzo semplice e massima sicurezza dell’operatore: ecco gli elementi caratterizzanti degli impianti di frantumazione e vagliatura KLEEMANN.
Mobicat EVO2: un concentrato di efficienza Il frantoio a mascelle MOBICAT MC 110(i) EVO2 è un frantoio primario che, per le sue dimensioni compatte, si presta a molteplici impieghi con la massima flessibilità, sia nel trasporto sia nelle applicazioni. L’impianto ha comandi semplici e intuitivi, diversi sistemi di regolazione e
protezione da sovraccarico ed è estremamente potente ed efficiente.
Mobicone MCO: un compagno di lavoro affidabile per la roccia dura Destinato alla lavorazione della roccia dura nel 2° e 3° stadio di frantumazione, ll frantoio a cono mobile MCO 90 EVO2. offre non solo un prodotto di ottima qualità, come ci si aspetta da un frantoio a cono, ma anche un grande rendimento. L’impianto è caratterizzato da grande redditività, comandi facili e innovativi sistemi di protezione da sovraccarico.
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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO
DEMOLIZIONE PRECISA E SICURA AD ALTA QUOTA ARMOFER HA DEMOLITO UNA CIMINIERA IN CEMENTO E LATERIZIO ALL’INTERNO DEL SITO ITALCEMENTI (IN PIENA ATTIVITÀ) DI ISOLA DELLE FEMMINE. PROGRESSIVAMENTE ABBASSATA DAI SUOI 80 M FINO A TERRA, LA CIMINIERA È STATA DEMOLITA GRAZIE AI COMPATTI E POTENTI MINI-ROBOT ELETTRICI A CONTROLLO REMOTO BROKK Il cantiere Armofer presso Italcementi Isola delle Femmine (PA)
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PROGETTO Demolizione meccanica completa della ciminiera Italcementi a Palermo TIPOLOGIA Demolizione controllata con pinze manuali in sommità Demolizione con mini-robot radiocomandati Demolizione meccanica top-down Smontaggio controllato e bonifica MCA condotti fumi TECNOLOGIE IN CAMPO Pinze idrauliche manuali Mini robot Brokk 110 e Brokk 160 a controllo remoto Escavatore Komatsu UHD da demolizione DATI DI CANTIERE Ore lavorate: 6.097 Verbali di coordinamento sicurezza e DL: 57 Committenza: ing. Antonio Finocchiaro, Italcementi Resp. Lavoro e PM: ing. Filippo Feder, Italcementi Progettisti e DL: ing. Andrea Regazzoni Coordinatore sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione: ing. Vito Sabella Impresa affidataria: Armofer di Cinerari Luigi Srl LUOGO Isola delle Femmine (PA), Cementeria Italcementi (2021)
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uando il cantiere si affaccia su uno dei panorami più belli del Mediterraneo, l’attenzione all’ambiente è prioritaria. Dall’alto della vecchia ciminiera, all’interno della cementeria Italcementi di Isola delle Femmine (PA), il panorama è unico, e impagabile. Bisogna quindi essere da un lato consapevoli dell’importanza di intervenire correttamente nei confronti dell’ambiente, dall’altra orgogliosi di saperlo fare nel migliore dei modi. È il caso di Armofer, azienda storica di Siziano (PV) che, negli anni, ha investito grandi risorse per il miglioramento continuo dei processi operativi, ponendo particolare attenzione alla sostenibilità ambientale del proprio operato. Miglioramento che Armofer ha raggiunto grazie a importanti investimenti in mezzi d’opera, motori di ultima generazione, tecnologie potenti elettriche, silenziose e a emissioni zero di CO2. Il recupero dei materiali di risulta dalle operazioni di demolizione tocca percentuali vicinissime al 100%; è nota fra gli addetti ai lavori la proverbiale attenzione con cui tutti i tecnici Armofer separano i materiali all’origine, improntando il progetto di de-
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molizione proprio alla massimizzazione della separazione e raccolta dei materiali.
Il cantiere Lo stabilimento Italcementi di Isola delle Femmine (PA) è stato avviato negli anni Sessanta e, nel corso degli anni, ha subito numerosi interventi di ammodernamento con particolare attenzione agli aspetti ambientali e di sicurezza. Qui Armofer interviene nel corso del 2021 per la complessa demolizione di una ciminiera in cemento dell’impianto, costruita nel 1957, alta 80 metri e situata proprio sul confine di proprietà, a pochi metri di distanza dall’autostrada Palermo-Trapani. Il progettista dell’intervento, arch. Giuseppe Cetere e il responsabile del cantiere, geom. Ro-
berto Perrone. Insieme, e con una squadra di 20 persone tra committenza, imprese, tecnici interni ed esterni, hanno condotto un lavoro impegnativo, preciso, attento.
Studi preliminari Prima dell’avvio dei lavori, Italcementi ha condotto una serie di studi e attività preparatorie e propedeutici alla demolizione. In particolare, è stato eseguito uno studio per valutare gli effetti delle azioni aerodinamiche sul camino e sono stati progettati e posati gli apprestamenti di messa in sicurezza mediante cerchiature con fasce di propilene e post tensionamento delle stesse che sono state posizionate su tutta l’altezza del camino.
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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO Questi studi sono stati coordinati da un team interno di Italcementi che si è avvalso della collaborazione dell’ing. Andrea Regazzoni di Bergamo e l’ing. Vito Sabella di Palermo che hanno lavorato in stretto contatto con Armofer.
Il Piano delle Demolizioni di Armofer Dal piano delle demolizioni e dal progetto dell’arch. Cetere si evince come Armofer abbia affrontato un intervento complesso, con evidenti criticità legate all’altezza del manufatto da demolire e in un contesto Il ponteggio di sicurezza quasi completamente allestito intorno alla ciminiera
sensibile, dal punto di vista ambientale paesaggistico, ma anche logistico essendo la cementeria in attività e vicino ad arterie infrastrutturali di primaria importanza.
Tecniche e tecnologie Le procedure operative per affrontare la ciminiera sono diverse e vengono modificate in base all’altezza operativa. In questo caso, Armofer ha optato per il montaggio del ponteggio perimetrale al manufatto, abbassato progressivamente insieme alla ciminiera stessa con il proce-
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dere del lavoro. Tuttavia anche in questo caso le tecnologie e le tecniche di approccio, una volta assicurato il ponteggio, il montacarichi e il piano di lavoro in sommità, sono differenti, come sotto descritto, in modo da utilizzare sempre la tecnica e la tecnologa migliore, più performante, più sicura, più sostenibile.
Demolizione controllata con pinza manuale e martelli manuali In sommità la ciminiera viene demolita con attrezzature idrauliche manuali, pinze da calcestruzzo e martelli manuali. Così Armofer ha previsto e realizzato l’abbassamento dalla sommità (+80m) fino a circa 70 m dal suolo. La demolizione procede per piccole parti, con andamento circolare costante sull’intera circonferenza e facendo cadere il materiale nel condotto stesso della ciminera.
Demolizione controllata con mini robot a controllo remoto Dalla quota + 70m fino a + 50m è stato possibile portare sulla piattaforma di lavoro un mini-robot da demolizione Brokk
Demolizione in sommità a + 80 m con attrezzature manuali e DPI di III categoria
110, il più piccolo della gamma, ma performante e potente, equipaggiato di tutti i tools necessari per la demolizione (pinza da calcestruzzo e/o martello demolitore idraulico). Il mezzo è alimentato elettricamente, a zero emissioni, viene radiocontrollato in remoto dall’operatore che in ogni momento può scegliere la posizione più sicura, di maggior comfort, per avere il controllo visivo ottimale del fronte di demolizione pur rimanendo in sicurezza, mai vicino al fronte esposto di lavoro. Ricordiamo infatti che la procedura operativa di demolizione di una ciminiera prevede lo smarino delle macerie attraverso la canna stessa, sin dalla sommità e il loro
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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO recupero alla base della ciminiera stressa. In questo modo non vi sono proiezioni indesiderate né dispersione di polvere in ambiente. La medesima tecnica di intervento è stata riproposta dalla quota +50m fino alla quota +20m da terra, ma inserendo un mini-robot cingolato maggiore, il Brokk 160, che ha consentito una maggior produzione oraria e dunque una maggior velocità di esecuzione di questa fase operativa.
Demolizione top-down da terra Dai 20 m di altezza, fino a piano di campagna la ciminiera è stata demolita con il sistema “tradizionale”, cioè meccanicamente da terra, con tecnica top-down, impiegando un escavatore con braccio da demolizione UHD Komatsu in allestimento super long demolition.
Demolizione a quote inferiori, da + 70 a + 20 con robot cingolati Brokk radiocomandati a distanza
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Dalla quota di 20 m la demolizione avviene con escavatore cingolato con braccio da demolizione
Smontaggio selettivo e decostruzione Un’ulteriore tecnica di demolizione adottata per questo intervento è stata lo smontaggio selettivo e controllato, utilizzato per la rimozione di componenti strutturali come condotti fumi, componenti strutturali e altro. In questo caso Armofer si avvale dell’intervento di un’autogru alla quale vengono opportunamente assicurati porzioni di impianti da svarare, sezionati in quota a caldo o a freddo, secondo un preciso studio dei pesi, delle forme, degli equilibri, delle possibilità di imbrago, delle condizioni al contorno, delle caratteristiche tecniche della gru a disposizione.
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MACCHINE DEMOLIZIONE E IMPIANTI E RICICLAGGIO
Dettaglio di progetto della piattaforma di lavori e delle attrezzature di sicurezza in sommità
La parola al progettista Arch. Giuseppe Cetere, Armofer Sicurezza e Ambiente, sono obiettivi primari di questo lavoro? “Come per Italcementi, anche per Armofer la sicurezza è sempre prioritaria, infatti il nostro lavoro parte sempre da un’attenta analisi del sito e delle condizioni al contorno. In questo caso fondamentale, prima di decidere l’approccio tecnico e operativo nei confronti del manufatto, è un’analisi tecnico-strutturale della ciminiera, con verifica statica della struttura. Per procedere dobbiamo sapere qual è il massimo sforzo al quale l’oggetto può essere sollecitato in ciascun punto e ad ogni altezza. Di conseguenza dimensioniamo l’intervento (tecnologia, potenza macchine, tipo di approccio, tools da utilizzare o evitare) perché sia adatto in ogni punto, mantenendo sempre un ampio margine di sicurezza. Non sono solo le condizioni dell’oggetto a porre vincoli, ma tutto ciò che noi progettiamo e anche le condizioni ambientali. Per esempio è importantissimo, con un oggetto alto 80 m, sul mare, considerare la forza del vento e, soprattutto, del ponteggio carico di vento, che abbiamo costruito per l’accesso alla struttura. Infine, a tali altezze, abbiamo calcolato con estrema attenzione anche i carichi accidentali, ovvero il peso delle macchine traslate a bordo del ponteggio. Abbiamo privilegiato piccole attrezzature idrauliche manuali in sommità, potendo contare su un minirobot cingolati tipo Brokk, di peso sempre maggiore man
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mano il manufatto ed il ponteggio sono stati abbassati di quota. Per la sicurezza l’importante è avere a disposizione tutte le tecnologie necessarie.” Mitigazione rischi, mitigazione ambientale. Si può fare di più? “Certo. Si può, si deve e si fa. Almeno in Armofer, che per storia aziendale ha sempre privilegiato la sicurezza e per filosofia di approccio, ha scelto quella del miglioramento continuo delle performances, oggi anche e soprattutto in termini di sostenibilità ambientale. Nel caso specifico del cantiere appena concluso a Palermo, sono stati adottati tutti gli accorgimenti possibili in grado di minimizzare gli impatti relativamente alle emissioni in atmosfera (impiego principale di demolitori elettrici); particolare attenzione ai alla contaminazione del suolo e ai protocolli di utilizzo di sostanze e additivi chimici, gestione attentissima dei rifiuti e dei reflui, attenzione e controllo del rumore e delle vibrazioni, della proiezione di polveri e infine alla gestione delle emergenze. Stesso approccio naturalmente rispetto alla sicurezza del personale che è dotato di DPI di III categoria, nuovi, disponibili sempre sul cantiere in quantità ridondante; ma soprattutto personale perfettamente addestrato al loro utilizzo e gestione e all’approccio al lavoro in chiave di massima sicurezza per se stessi e per gli altri. Nulla è mai lasciato al caso, occorre prevedere e gestire anche gli “imprevisti”, ovvero lavorare in modo che non si verifichino”.
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TECNOLOGIE OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE
COSTRUIRE A TUTTA FORZA A TÖGING AM INN, IN GERMANIA, È IN COSTRUZIONE UNA NUOVA CENTRALE IDROELETTRICA, CHE SOSTITUISCE LA STORICA CENTRALE ELETTRICA ESISTENTE, PER FORNIRE ELETTRICITÀ A 200.000 FAMIGLIE DELLA REGIONE La nuova centrale ad alta efficienza di Töging viene costruita proprio accanto alla centrale storica esistente. Copyright: Verbund
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Una panoramica del cantiere principale. Copyright: Kasjan Choroba
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uando si costruisce una centrale idroelettrica, ciò che importa è soprattutto una cosa: produrre energia più velocemente possibile. Un’esigenza tanto semplice da formulare, quanto impegnative sono le relative soluzioni. Le sfide da affrontare sono tante: per esempio le caratteristiche geologiche e topografiche più svariate, i requisiti speciali per il calcestruzzo e il perfetto coordinamento fra le diverse fasi di lavoro e le ditte fornitrici. Forte della vasta esperienza sul campo nella costruzione di centrali, Doka è un partner affidabile in grado di seguire il progetto in ogni sua fase: dall’ottimizzazione dei metodi di costruzione e dei tempi di costruzione, fino alle sinergie nell’impiego delle casseforme e nel supporto in loco da parte dei propri specia-
Struttura di ingresso: L’acqua del fiume Inn viene convogliata dalla struttura dell’ingresso attraverso la conduttura pressurizzata fino alla turbina. Per la struttura di ingresso sono stati utilizzati circa 1400 telai del sistema di puntellazione Staxo 100. Per compensare l’inclinazione longitudinale di 26,5 gradi, il sistema di puntellamento è stato installato su una speciale costruzione della cassaforma Top 50. La parte superiore della struttura di ingresso è stata formata da elementi Top 50 preassemblati e ampiamente riutilizzabili. Copyright: Doka
Cartello di cantiere Progetto: . . . . . . . . . . . . . Centrale elettrica di Töging Località: . . . . . . . . . . . . . Töging am Inn, Germania Cliente: . . . . . . . . . . . . . . Verbund Innkraftwerke GmbH Architetto: . . . . . . . . . . . . Format Elf Architekten/Robert Maier Architekten Costruzione: . . . . . . . . . . PORR GmbH & Co. KGaA Periodo di costruzione: . . 2019–2021 Prodotti: Cassaforma a telaio Framax Xlife, Sistema di puntellazione Staxo 100, Elementi speciali Top 50, Travi in legno, Ponteggio di lavoro Modul, Torrette per scale, Tavoli Dokamatic, Cassaforma circolare H20, Piattaforma pieghevole KL, Piattaforme speciali Servizi: . . . . . . . . . . . . . . Sistema Concremode, Progettazione casseforme
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listi. I sistemi di casseratura e tool di monitoraggio del calcestruzzo dell’azienda austriaca permettono di ottenere la corretta forma geometrica e una perfetta qualità di esecuzione. Quest’anno a Töging am Inn, città tedesca dell’Alta Baviera, al segnale “Water on!”, il canale del fiume Inn, parzialmente prosciugato per l’ultima fase dei lavori, sarà nuovamente allagato. Dalla diga tra Jettenbach e Aschau am Inn, il fiume alpino deviato scorre per 20 chilometri fino alla centrale idroelettrica di Töging, dove precipiterà in profondità per ben 31 metri: 410 metri cubi d’acqua al secondo, che
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TECNOLOGIE OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE Zona del tubo di pressione: L’acqua scende attraverso tre condotte pressurizzate, ciascuna con una sezione trasversale di 10,4 x 12,75 m e una pendenza di 26,5 gradi. L’acqua viene quindi convogliata verso le tre turbine Kaplan. La cassaforma a telaio Framax Xlife è stata utilizzata per costruire le pareti fortemente inclinate. Copyright: Doka
nella centrale elettrica saranno convertiti in energia elettrica da tre gruppi di macchine, ciascuno dei quali composto da una turbina Kaplan e da un generatore. Abbastanza per fornire energia elettrica a 200.000 famiglie della regione ogni anno.
Capriccio geologico e forme geometriche Una cascata fragorosa, anche se presto verrà ricoperta dal verde. Nulla sarà visibile nella rigogliosa vegetazione tranne due eleganti aperture in cemento che segneranno l’ingresso e l’uscita della nuova centrale elettrica. Il futuro dell’energia idroelettrica a Töging am Inn sarà sot-
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terraneo: nove anni di progettazione e costruzione idroelettrica inghiottiti dalla terra. Ma questo cantiere – un pezzo di terreno modellato, morenico, in pendenza tra la riva dell’Inn e la struttura storica – ha una storia da raccontare. Qui, dove la complessa progettazione geometrica incontra il capriccio geologico, dove l’uomo riesce a domare le forze irrefrenabili della natura a pochi metri sul livello del mare, si riuscirà ad immettere energia rinnovabile nella rete.Per raggiungere questo obiettivo, non solo si è fatto ricorso a tutto il know-how dell’ingegneria civile per tenere sotto controllo le acque sotterranee, ma è stato anche necessario ricercare i mezzi per realizzare questo ardito sogno costruttivo – parola chiave: progettazione delle casseforme.
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Progettazione 3D di casseforme in 3D Questa è una delle discipline chiave di Doka, a dimostrazione che si possono superare anche pendenze di quasi 30 gradi e spessori di lastre di quattro metri. Doka fornisce sistemi di casseratura ideali anche quando l’immaginazione è portata al limite. I tecnici del progetto Doka hanno una lunga esperienza nella costruzione di centrali elettriche, avendo realizzato strutture straordinarie: che si tratti dell’ammodernamento di una vecchia centrale elettrica per renderla più efficiente, o della costruzione di una nuova centrale o dell’ampliamento di una esistente, o ancora, di una combinazione di queste tre elementi, come nel caso del progetto Töging. “In questo caso però, la geometria delle turbine e delle lastre di aspirazione era così complicata in diverse aree che la progettazione della
cassaforma non sarebbe stata possibile senza un modello 3D completo”, afferma Stefan Pirkner, tecnico di progetto senior. L’obiettivo era quello di capire quali forme negative fossero necessarie per assicurare un calcestruzzo impeccabile in seguito. Nel corso di circa un centinaio di ore aggiuntive di progetto, il complesso è stato reso comprensibile e il comprensibile è stato reso preciso. E la PORR GmbH & Co. KGaA e il responsabile dei lavori Ralph Brenner hanno ricevuto la cassaforma ideale per far fronte alla geometria impegnativa.
Fornitore di soluzioni Ralph Brenner parla molto della collaborazione con il team Doka. “Abbiamo sempre avuto un referente affidabile, e i moduli su misura ci sono arrivati già preassemblati in modo da poterci concentra-
re sul rinforzo e sul calcestruzzo”. Anche le strutture a sei livelli come le torrette delle scale erano semplici da maneggiare e potevano essere spostate facilmente con una delle cinque gru. Tutto ciò ha dato agli operai una sensazione di sicurezza sul lavoro, un’altra base per l’elevato livello di sicurezza in quello che oggi è il più grande cantiere idroelettrico della Germania. Tutto stava funzionando senza problemi. “Ma poi è arrivato il coronavirus”, dice Peter Zehetmayer. E questo è stato un problema non solo per le vendite Doka e per l’ingegnere sul campo. I valichi di frontiera o l’assistenza in loco erano praticamente impossibili e quasi tutto doveva essere fatto da casa tramite videochiamate. Tuttavia, avevano comunque una buona visione d’insieme, spiega Zehetmayer. Tecnologie digitali come il BIM, la progettazione 3D, il monitoraggio del calcestruzzo in tempo reale e le videoconferenze si sono rivelate estremamente utili.
Centrale elettrica: La centrale elettrica contiene le tre turbine Kaplan e i generatori che convertono l’energia meccanica in energia elettrica. Nella costruzione della centrale elettrica con i tre coni tronchi per le turbine, compresi i coperchi a spirale, le sfide principali sono state la complessità della geometria del cono e delle piastre della turbina, nonché la tempistica ambiziosa, soprattutto in considerazione dell’impossibilità di riprogrammare l’assemblaggio della gru e l’installazione della turbina. Inoltre, è stato necessario coordinare i numerosi partecipanti: dall’impresa edile al progettista edilizio fino al produttore di turbine. I modelli 3D completi sono stati estremamente utili per il coordinamento e l’approvazione. Copyright: Kasjan Choroba
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TECNOLOGIE OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE Discreto, ma imponente Rispetto alla storica centrale elettrica dell’epoca della Repubblica di Weimar, costruita 100 anni fa da 7.000 lavoratori in quello che allora era il più grande cantiere edile d’Europa, la nuova e moderna costruzione si integra in modo discreto con l’ambiente circostante, anche se le sue prestazioni, con tre turbine ancorate verticalmente, rimarranno al centro della scena. Tutti i parametri, dall’aumento della portata, al livello di stoccaggio e all’aumento di accumulo, alla capacità di colli di bottiglia e alla produzione controllata, sono progettati per fornire elettricità ad altre 50.000 famiglie. L’operatore bavarese VERBUND Innkraftwerke ha speso
Struttura di uscita: La struttura di scarico riporta l’acqua nel fiume Inn. Oltre alla cassaforma Framed Framax Xlife e al sistema di puntellazione Staxo 100, sono stati utilizzati anche i tavoli Dokamatic per la casseratura rapida di solai. Copyright: Doka
250 milioni di euro per il progetto tra Jettenbach e Töging. L’azienda austriaca Doka è un’esperta nella costruzione di centrali elettriche, anche quando le cose si fanno complesse. Inoltre, a causa della topografia montuosa dell’Austria, che copre i tre quarti del territorio, il 70% dell’elettricità prodotta in Austria proviene dall’energia idroelettrica. Questo è ben al di sopra della media europea, e perfino la turbina Kaplan è un’invenzione austriaca (realizzata nel 1913 grazie al professore austriaco Viktor Kaplan). Storicamente, Doka è profondamente radicata nella costruzione di centrali elettriche. Il nome Doka infatti deriva dall’austriaca DOnauKrAftwerken (centrali elettriche del Danubio), per la quale venne fornita la prima cassaforma negli anni ‘50. O, per dirla con le parole di Zehetmayer: “Noi abbiamo più esperienza quando si tratta di costruire centrali elettriche!”
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TECNOLOGIE PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI
PROVE SUL CAMPO SEMPLIFICARE IL LAVORO DEI POSATORI È STATA L’IDEA VINCENTE CHE HA TRASFORMATO JANSER DA PICCOLA REALTÀ COMMERCIALE AD AZIENDA LEADER DI MERCATO, CON FILIALI IN NOVE PAESI EUROPEI ED UN’OFFERTA DI 3500 PRODOTTI PER I PROFESSIONISTI DELLA POSA E DELLA RISTRUTTURAZIONE
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a sicurezza e il comfort degli operatori sono alcuni dei punti cardini dei cantieri di oggi ma se pensiamo agli anni 60, la situazione era ben diversa; la preparazione del sottopavimento veniva effettuata manualmente, da artigiani che trattavano le superfici con semplici pietre da levigatura. E proprio da questa operazione, che obbligava i posatori a lunghe e pesanti ore di lavoro in ginocchio è partita l’avventura di Max Janser, il giovane tedesco che, nel 1961 avviò la sua piccola impresa,
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diventando distributore della levigatrice per pavimenti di Columbus, un produttore di macchine per la lucidatura dei pavimenti di Stoccarda. Questo brillante imprenditore, capì subito che l’utilizzo della levigatrice avrebbe potuto migliorare sensibilmente le condizioni di lavoro dei pavimentisti, grazie alla quale avrebbero lavorato in piedi, con meno fatica e più velocemente. Un’idea rivoluzionaria che doveva però essere supportata da dimostrazioni pratiche in
cantiere, dove la macchina poteva essere provata ed apprezzata. Fu così che iniziarono le prime vendite direttamente in cantiere e, con loro, la consapevolezza che il lavoro dei posatori necessitava di altri strumenti specifici, quali attrezzature ed utensili; prodotti che inizialmente Janser reperì sul mercato ma che poi decise di produrre direttamente. Con i primi collaboratori, l’ufficio e il magazzino, nel 1969 l’azienda avviò quindi la produzione di utensili e macchine, fino all’espansione internazionale.
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Da distributore a produttore La produzione iniziò con un macchinario per la misurazione e il taglio di pavimenti resilienti e, successivamente, l’offerta incrementò con molti altri prodotti, inizialmente per il mercato dei tappeti; all’interno dell’azienda venne quindi inserito un reparto per l’assemblaggio di piccole attrezzature e per la produzione di macchine destinate alla rimozione meccanica di pavimenti incollati. Pietra miliare nella storia dell’azienda fu la prima rimagliatrice portatile presentata alla fiera Heimtex di Francoforte, nel 1976. L’inventore Stefan Michelberger, presentò un prototipo a Max Janser, che, entusiasta, se ne assicurò la produzione e la distribuzione a livello mondiale. Un altro passaggio importante per l’azienda avvenne negli anni 2000, grazie alla cooperazione con un produttore americano di macchine ‘stripper’, raschiatrici. I cosiddetti ‘ride-on strippers’, macchine a tecnologia idraulica, erano una novità assoluta per l’Europa e allo stesso tempo rappresentavano una sfida in termini di distribuzione: oltre al costo importante, ogni macchina doveva essere portata in cantiere e dimostrata da un tecnico applicativo. Dopo lo scetticismo iniziale, nel giro di quindici anni, Janser riuscì a ven-
dere diverse centinaia di stripper a bordo in tutta Europa. Max Janser puntò su una capillare organizzazione distributiva: dalla Germania (dove attualmente sono 11 i consulenti che servono 20000 clienti a livello nazionale) si espanse negli anni con filiali in altri nove paesi europei e una presenza commerciale a livello mondiale. Attualmente il Gruppo impiega 165 persone in tutta Europa.
Pur rimanendo un’azienda a conduzione familiare, è proprio la sua struttura internazionale che rende oggi Janser una delle aziende primarie al mondo per la tecnologia di pavimentazione professionale. Punto di riferimento per gli artigiani, l’azienda si pone non solo come un fornitore di macchine, attrezzature e materiali di consumo per gli artigiani (sono 3500 i prodotti sempre disponibili a magazzino), ma anche come un partner affidabile che offre soluzioni complete, supportando e formando le aziende in loco.
Dalla distribuzione locale all’espansione globale
Una tradizione di famiglia
1961: 1969: 1970: 1971: 1973: 1976:
Il successo dell’azienda è legato anche alla capacità del fondatore Max Janser di preparare il terreno per il ‘passaggio del testimone’. Nel 2000, la scissione della ditta individuale porta alla creazione di due entità: una società responsabile della parte operativa e una holding responsabile di tutte le partecipazioni e del patrimonio immobiliare. Nel 2014, avverrà invece la fondazione della holding, come azienda puramente familiare. A gestire l’azienda, nel solco della tradizione e del motto “dimostrazione, consulenza e vendita” è oggi Olaf Janser, il figlio di Max, amministratore delegato della GmbH e della holding di famiglia,
1977: 1991: 1994: 1998: 2000: 2000: 2001: 2015: 2018:
nascita dell’agenzia di distribuzione a Kaltental avvio produzione utensili trasferimento e ampliamento della società a Stoccarda-Vaihingen apertura prima filiale Janser France apertura filiale Janser Austria presentazione prima rimagliatrice portatile alla fiera Heimtex di Francoforte trasferimento a Ehningen apertura filiale Italia, Omnia Floor, gestita da Janser con partner locale apertura filiale Janser Polonia apertura filiale Janser Ungheria inizio cooperazione con produttore americano di macchine stripper raschiatrici apertura filiale Janser Croazia apertura filiale Janser Repubblica Ceca costruzione del nuovo edificio polifunzionale apertura filiale Janser Italia di Bolzano e ufficio di collegamento a Milano
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che commenta: “Tre sono stati i fattori decisivi per il successo di Janser: la famiglia, i dipendenti, i clienti. Nella nostra azienda a conduzione familiare, siamo sempre stati in grado di prendere buone decisioni insieme. Quanto ai dipendenti, mi sento di dire che nel ventunesimo secolo non sono le macchine o il denaro, ma le persone e le loro competenze a determinare il successo imprenditoriale. Infine i clienti: negli ultimi 30 anni, il potere si è spostato dal produttore al rivenditore. Oggi si sta spostando finalmente sul cliente, che ha un accesso ormai illimitato alle informazioni in tutto il mondo. Janser continuerà a costruire il proprio futuro su due pilastri: l’attenzione al cliente e la promessa di offrirgli un’attenzione e un ‘vantaggio speciale’ e di farlo il più rapidamente e meglio possibile rispetto ai concorrenti” Attualmente il Gruppo Janser offre circa 4.000 prodotti diversi e una vasta gamma di attrezzature. Sono oltre 20.000 i clienti in Germania e 50.000 in tutto il mondo. L’azienda impiega 80 persone in Germania e circa 160 in totale, incluse le filiali. L’organizzazione si è espansa fino a includere 9 filiali e 21 agenzie in 26 paesi in
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tutto il mondo. La produzione si svolge in quattro paesi ed è mirata a raggiungere un numero sempre maggiore di mercati.
La sede italiana Janser è presente sul mercato italiano da più di 40 anni, prima con una filiale a Milano, con un partner locale ed ora con la sua sede a Bolzano. Janser Italia è operativa nel settore delle ristrutturazioni edili e navali. Macchine, strumenti e attrezzature all’avanguardia che rendono il lavoro più facile, più veloce e più sicuro, di cui i posatori di pavimenti, i decoratori d’interni e i professionisti della ristrutturazione hanno bisogno ogni giorno per la posa, la lavorazione, la rimozione e il rinnovo dei pavimenti. Ma non solo. Janser Italia fornisce la più recente tecnologia di installazione del pavimento che copre attrezzature per l’installazione di vinile, legno, gomma e moquette, oltre ad una gamma completa di indumenti da lavoro e dispositivi di protezione, per garantire agli installatori il comfort e la sicurezza in loco.
Posatori, artigiani ma anche grandi aziende operanti nell’edilizia e nelle costruzioni trovano in Janser Italia un partner affidabile e competente per la fornitura di materiali, attrezzature (anche di seconda mano) e assistenza specializzata.
Olaf Janser
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THE FIRST ITALIAN EXHIBITION & CONFERENCE FULLY DEDICATED TO THE HYDROGEN SECTOR
Piacenza Italy
AGGIORNATO 11 APRILE 2022
8 -10 June 2022
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TECNOLOGIE AUTOMAZIONE E CONTROLLO
TRUCKMOVE, NAVIGATORE (VIRTUALE) PER LA QUALITÀ IL SISTEMA CONCEPITO DA JDI E OTTIMIZZATO DA ELETTRO SIGMA È IN GRADO DI CONTROLLARE PUNTUALMENTE OGNI FASE E MODALITÀ DI TRASPORTO DEL CALCESTRUZZO, MONITORANDO LE FLOTTE DI AUTOBETONIERE E IL MANTENIMENTO DELLE CARATTERISTICHE DI LAVORABILITÀ. UNO STRUMENTO AVANZATO, A FAVORE DELLA RIDUZIONE DI COSTI, DELLA SICUREZZA DEL PRODOTTO E DELLE BUONE PRATICHE A FAVORE DELL’AMBIENTE
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ra i primi positivi segnali della ripartenza economica dopo l’emergenza sanitaria e una situazione internazionale che ogni giorno invece pone nuove sfide, quello che è sempre più fondamentale per un’impresa è il controllo del proprio lavoro, attraverso soluzioni che diminuiscano il campo dell’incertezza e ottimizzino le scelte, riducendo i costi e migliorando l’efficienza. Sia nella produzione che nella logistica.
Calcestruzzo in viaggio, il nodo del controllo Nel settore dell’edilizia, e in particolare in quello della produzione di calcestruzzo preconfezionato, il controllo di tutte le attività assume un valore ancora più determinante dal momento che anche la fase di trasporto al cliente finale rientra all’interno del sistema di lavorazione. La fase del trasporto - spesso affidata anche a padroncini dotati di mezzi e strumenti
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tecnici inadeguati - risulta sovente difficile da monitorare. La situazione infine è resa ancor più complessa dal necessario rispetto dei fondamentali passaggi relativi a controllo della qualità e della sicurezza, anche nella logistica. Una soluzione arriva però dal mondo digitale, puntando all’aumento della competitività, senza dimenticare la tutela della sostenibilità ambientale, nuovo punto di forza di tutte le politiche aziendali in accordo con le più recenti scelte della politica europea.
TruckMove, sistema modulare in Cloud Elettro Sigma, consolidata impresa dell’automazione e sensoristica e JDI, innovativa software house con oltre 20 anni di esperienza nel settore logistico (ma non solo) hanno unito le forze in un progetto che, permette ora di sfruttare le migliori tecnologie in ambito hardware e software. Si tratta di TruckMove, sistema modulare in cloud che consente il controllo del costo di trasporto del calcestruzzo per metro cubo (m3) e della qualità stessa della miscela, monitorando direttamente e in modo efficace la flotta di betoniere che lo trasportano. Il parco veicoli non necessita di complesse installazioni di cavi di collegamento, dal momento che è previsto l’utilizzo di moderni sensori in comunicazione attraverso dispositivi
Bluetooth o Wireless e Gps, implementati per fornire in tempo reale, al centro direzionale, lo stato del materiale e le condizioni di trasporto attraverso una banca dati facilmente consultabile sul proprio smartphone, tablet o computer tramite un’app. Il sistema TruckMove ha già rilevato, dai report delle prime aziende che l’hanno adottato, una razionalizzazione e una riduzione sostanziale dell’impiego dei mezzi (anche fino al 25% della flotta complessiva impiegata per i trasporti di calcestruzzo).
Logistica integrata che guarda al futuro Con TruckMove i centri direzionali della logistica possono tenere sotto controllo
l’attività in movimento dei mezzi (propri o di terzi), ottenendo tutti i dati utili per impostare strategie di ottimizzazione della flotta di veicoli in base al loro utilizzo grazie anche a un sistema georeferenziato su mappe che fornisce un controllo globale e immediato della logistica. A queste prerogative si aggiunge il vantaggio di una messaggistica semplificata tra centro di controllo e autista. Non solo. Con TruckMove si raggiunge l’obiettivo fondamentale di dematerializzare la gestione documentale, ottenendo una semplificazione dei flussi di lavoro, a garanzia della sicurezza nel passaggio e nella registrazione dei dati rilevanti. Il sistema consente inoltre di verificare non solo la fase di trasporto ma anche gli aspetti successivi in relazione ad attività come lo scarico e la pulizia della betoniera.
Una scelta sostenibile Grazie all’ottimizzazione nella gestione del parco mezzi, con TruckMove si possono impiegare meno betoniere, mentre la gestione ottimale dei percorsi permette di contenere le emissioni di CO2. Sono le prime istanze rispettate dal sistema di Elettro Sigma sulla strada della sostenibilità. Si riduce inoltre l’utilizzo dell’acqua. In che modo? Il mezzo di trasporto è sempre sotto controllo e il monitoraggio si estende anche alla fase di pulizia dell’autobetoniera, che deve avvenire nelle aree dedicate, nel rispetto dell’ambiente e della normativa, evitando appunto gli sprechi di acqua. Maggiore competitività, dunque, e maggiore attenzione all’ambiente, con un’azione semplice e diretta che abbina all’ottimizzazione dei processi, una sostenibilità ambientale sempre più attenta e puntuale.
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TECNOLOGIE AUTOMAZIONE E CONTROLLO stione, padroncini: tutti, simultaneamente, possono visionare i medesimi dati ed elaborare strategie sinergiche per l’efficiente consegna del calcestruzzo. Tutte le informazioni rilevanti vengono registrate e salvate sia per un utilizzo immediato, sia per una successiva analisi.
Qualità ed efficienza. Stop all’improvvisazione Punto chiave della gestione del calcestruzzo preconfezionato, nel suo viaggio dall’azienda produttrice al cantiere, è il mantenimento della sua lavorabilità - elemento fondamentale che, in un mondo dell’edilizia sempre più orientato al futuro, non può essere gestito con metodi antiquati a potenziale rischio della garanzia di qualità del prodotto trasportato. L’ag-
Dedicato alle imprese TruckMove è la piattaforma ideale per le imprese del settore calcestruzzo, dai produttori alle aziende di logistica dedicata, che operano sia con una flotta proprietaria, sia con l’affidamento frequente a servizi di trasporto esternalizzati. È proprio in quest’ultima situazione che TruckMove dimostra ampiamente la sua efficacia, ga-
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rantendo una semplificazione nel monitoraggio dei processi nelle attività svolte da terzi. La flessibilità di assegnazione degli automezzi agli impianti ottimizza i vantaggi nell’utilizzo della piattaforma, anche in presenza di un elevato numero di impianti di betonaggio e di mezzi impiegati, soprattutto se non di proprietà. Azienda, centrale di betonaggio, autista, ufficio amministrativo e controllo di ge-
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giunta di acqua al calcestruzzo - prassi, un tempo, purtroppo molto diffusa - incide sulle capacità del materiale sia in termini di resistenza che di durata, comportando il rischio di gravi incidenti d opo la posa del calcestruzzo. Chi segue la logistica ha sempre più a cuore questo passaggio e cerca un sistema per tenere sotto controllo la gestione della lavorabilità anche nell’evenienza dell’affidamento di servizio ai mezzi di imprese terze. TruckMove risponde anche a questa esigenza. Grazie alla sensoristica viene garantito un controllo completo sul trasporto, fornendo così utili informazioni nel caso di eventuali contestazioni legate ad alterazioni del calcestruzzo in fase di trasferimento e fornendo tutti i dati necessari per il rispetto della normativa che punta al raggiungimento di una sicurezza formale completa.
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Con TruckMove lo stato del calcestruzzo è sotto controllo, gli addetti alla logistica possono pianificare meglio la gestione della flotta mezzi, ottimizzando i tempi non legati materialmente all’aspetto produttivo e di trasporto, come le procedure di fatturazione del viaggio o di certifica-
zione. Tutti elementi fondamentali quando il trasporto è gestito dai propri trasportatori ma che diventano assolutamente necessari quando invece ci si affida ad altre aziende. In questo modo, ci si pone nelle migliori condizioni per monitorarne costantemente l’attività di servizio.
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Foto di Mattia Fumagalli
UN “CASCHETTO PARLANTE” IN QUOTA SI CHIAMA JOLLY IL DPI ALL’AVANGUARDIA DI DELGA PER LE NECESSITÀ DI COMUNICAZIONE FLESSIBILE E IN SICUREZZA. SOPRATTUTTO PER LE APPLICAZIONI DI LAVORO IN ALTEZZA NEI CANTIERI E NELL’INDUSTRIA
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na comunicazione in sicurezza e… con le mani libere. Potrebbe davvero essere questa la modalità di contatto più tecnologica tra gli operatori nel cantiere del futuro e a proporla è la seconda generazione di un’azienda che ha fatto dello sviluppo innovativo la propria missione fondante, grazie alla collaborazione costante con imprese primarie del sollevamento e della cantieristica. Stiamo parlando di un caschetto protettivo che contiene, nella propria struttura interna, un sistema di contatto a distanza basato sulla cosiddetta “conduzione ossea”, ovvero su un modulo di connessione uditiva che non coinvolge dispositivi auricolari e necessità d’uso manuale. Questo prodotto rivoluzionario è offerto al mercato dalla Delga di Lecco, dopo la creazione
Comunicazione verticale Le potenzialità di comunicazione in sicurezza tra gli operatori offerte dal caschetto Jolly sono dedicate idealmente a chi lavora su strutture verticali e su piattaforme aeree mobili, con la necessità frequente di scambiare informazioni e avvisi, oppure di mantenere un contatto costante con operatori a terra. “Abbiamo portato la tecnologia a conduzione ossea in un mercato - quello delle costruzioni e della cantieristica - dove questa modalità di comunicazione in totale sicurezza non era presente - confermano con orgoglio alla Delga - La potenza della modalità bluetooth implementata nel caschetto (in evoluzione funzionale, tra l’altro) esclude il rischio di interferenze penalizzanti e la batteria installata - con modalità di ricarica tramite cavo C, tipica dei telefoni cellulari - assicura un’operatività continua fino a otto ore”. Pensiamo alle infinite applicazione del caschetto tecnologico Delga nei settori della demolizione, delle lavorazioni in calcestruzzo e dei cantieri infrastrutturali che comprendono decine o centinaia di macchine, attrezzature e lavoratori all’opera nella stessa area di intervento. In questo modo, potremmo immaginare nuove frontiere per la sicurezza e la comunicazione. In un ambito dove, nel momento più cruciale per le costruzioni nazionali, si innalza la necessità tecnologica di una parola chiara e decisiva contro ogni rischio per la salute dei lavoratori.
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TECNOLOGIE AUTOMAZIONE E CONTROLLO di una startup dedicata appositamente a questo DPI di alto profilo. Delga è un’azienda nata negli anni Ottanta, con una specializzazione precipua nel settore delle minuterie metalliche. Dopo una lunga esperienza maturata nella progettazione e nella produzione di linee vita, nel 2015 alle attività dell’impresa si aggiunge la divisione funi, con una linea di prodotti salvavita per cancelli e videosorveglianza, realizzati in acciaio inox. Attualmente l’azienda è arrivata a quattro divisioni; alle minuterie e alle funi, si sono aggiunte la divisione relativa agli accessori per cancelli e videosorveglianza e la divisione Ricerca e Sviluppo di cui il caschetto tecnologico rappresenta l’ultima novità. Dai responsabili commerciali dell’azienda, ci vengono rivelati i vantaggi di questo speciale casco protettivo, denominato Jolly. “Consistono nel poter comunicare liberamente a una distanza ben maggiore di quella garantita dai prodotti offerti attualmente sul mercato (radioline e walkie talkie) - ci spiegano dal quartier generale Delga di Lecco - Praticamente il raggio di trasmissione del caschetto Jolly risulta quasi decuplicato, fino a 250 metri, quando gli altri DPI comparabili permettono di comunicare nel raggio massimo di 20-30 metri”. Senza contare che nella comunicazione a distanza si possono coinvolgere fino a sei persone munite di caschetto tecnologico, in contemporanea e con la facoltà di poter scambiare in rete ogni informazione praticamente ‘a mani libere’, senza la necessità di attivare altri accessori o dispositivi”. Nel caso di conversazioni remote, con il caschetto Delga è possibile collegarsi al bluetooth del proprio smartphone per effettuare vere e proprie chiamate telefoniche. “Essendo il caschetto a conduzione ossea, i trasmettitori audio sono adesi alle tempie e lasciano le orecchie libere - aggiungono dal reparto commerciale Delga - Un vantaggio di questo tipo può riguardare l’impiego supplementare, ad esempio, di tappi auricolari protettivi dal rumore. L’operatore di cantiere può utilizzare i tappi e continuare a captare, al contempo, la conversazione in corso, mantenendo un isolamento perfetto dall’ambiente esterno”.
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Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale
è la più importante e diffusa rivista italiana dedicata a gli operatori del vasto e articolato comparto del sollevamento, della movimentazione industriale e portuale e dei trasporti eccezionali. Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale
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Anno 7 - Ottobre 2021
Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale
La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Agosto/Settembre 2021 La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Anno 7 - Giugno/Luglio 2021 La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
Visitate www.sollevare.it, il Portale Italiano per il Sollevamento, la Movimentazione Industriale e Portuale e il Trasporto Pesante The Leading Italian Magazine and Website for the Lifting, Industrial & Port Handling and Heavy Transport Markets
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Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale
COMPACT DESIGN POWERFUL PERFORMANCE
Sollevamento | Trasporti Eccezionali | Movimentazione Industriale e Portuale
Numero speciale
Piacenza, Italy
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Anno 8 - Febbraio/Marzo 2022
Sollevamento Cranes & Access | Trasporti | Heavy Eccezionali Transport | Movimentazione | IndustrialIndustriale & Port Handling e Portuale
Sollevamento Cranes & Access | Trasporti | Heavy Eccezionali Transport | Movimentazione | IndustrialIndustriale & Port Handling e Portuale
THE UTILITY CONSTRUCTION SHOW
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8 -10 Giugno 2022 Piacenza
La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
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Anno 7 - Dicembre/Gennaio 2022
La Rivista “Sollevare” è edita da Mediapoint & Exhibitions s.r.l. di Genova
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Anno 7 - Novembre 2021
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TECNOLOGIE RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE
UNA SPLENDIDA VISTA TRA CIELO E MARE P
NEL BORGO MARINARO DI SORI, L’INTERVENTO DI UNA SQUADRA DI EDILIZIA ACROBATICA E L’UTILIZZO DI MALTE SPECIALI, HANNO RECUPERATO UNA STRUTTURA CONDOMINIALE A PICCO SUL MARE, USURATA DAL TEMPO. IL RISULTATO È UN’INCANTEVOLE SCALINATA INCASTONATA NELLA ROCCIA SOPRA UN BLU CRISTALLINO 112
roind è un’azienda specializzata in prodotti tecnologici e di alta qualità per il settore dell’edilizia. Dalla sua nascita, che risale al 1978, l’azienda di Opera (MI) si rivolge al settore della prefabbricazione, impermeabilizzazione e restauro di opere civili, industriali e monumentali, attraverso rivendite di materiali e prodotti speciali, attentamente selezionati, dai più comuni a quelli consentono una rifinitura perfetta. La produzione comprende un’ampia gamma di disarmanti, additivi, protettivi ed impermeabilizzanti, per migliorare la qualità e la durabilità delle opere in calcestruzzo nonché per la protezione ed il restauro dei manufatti in calcestruzzo con linee di prodotti specifiche. Un intervento particolare, è stato realizzato con l’utilizzo della linea Sirio; malte cementizie antiritiro formulate per ripristini, consolidamenti, protezione quali: bonifiche del copriferro, sigillatura di crepe e cavillature, consolidamento di conglomerati porosi ed incoerenti, riparazioni localizzate di strutture in calcestruzzo e rasature su supporti degradati. Si tratta del recupero di scalinata a mare dell’incantevole paese di Sori, in provincia di Genova. Ubicata sulla costa del levante ligure, questa struttura presentava fenomeni di degrado dei ferri d’armatura causati dalla particolare collocazione geografica, dalla complessità della struttura stessa, e dalla scarsa manutenzione. Una situazione che aveva ovviamente preoccupato sia il condominio di riferimento sia il progettista.
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Ferri d’armatura corrosi
L’intervento ha richiesto l’intervento di una società operante con le tecniche di edilizia acrobatica in quanto determinate situazioni presentavano gli evidenti inconvenienti di applicare prodotti in situazioni “complesse”. Le problematiche da affrontare e risolvere sono state evidenziate in 6 punti salienti: trattamento dei ferri d’armatura corrosi; trattamento dei ferri d’armatura corrosi; ricostruzione delle parti mancanti; applicazione di idoneo rasante base calce; trattamento con idrorepellente; ricostruzione della parti dei gradini per la scalinata e ricostruzione dei poggioli.
1. Trattamento dei ferri di armatura corrosi Per prima cosa si è proceduto con il classico sistema di trattamento dei ferri d’armatura corrosi (ubicati in diverse parti della struttura), ripulendo e rimuovendo le porzioni disgregate e non coese (anche utilizzando macchine per idropulizia) ed in seguito applicando passivante cementizio Siriocem PF Mono. Un intervento che ha interessato diverse porzioni all’interno della struttura e nelle più svariate condizioni applicative.
2. Ricostruzione delle parti mancanti La zona interessata, caratterizzata da un elevato erosil salino, ha identificato la malta Siriobeton FA come prodotto più
che idoneo per la ricostruzione delle parti mancanti. Utilizzata in ambienti montani, Siriobeton FA è una malta per ripristini strutturali a base di cementi Portland, inerti in curva, microsilici amorfe, etere di cellulosa, polinaftalensolfonato, fibre di polipropilene e fumo di silice. 2.1 Inerti in curva Gli inerti (o aggregati secondo le nuove normative) “in curva” compensano e si adattano alle condizioni sia del prodotto finito (malta), sia del supporto su cui sono messi in opera. 2.2 Microsilice amorfa La microsilice è impiegata per ottenere calcestruzzi a bassissima porosità e con eccezionali caratteristiche di resistenza meccanica.
Sostituendo parte del cemento con fumo di silice si ottiene un miglioramento della resistenza a tutte le stagionature, con notevole incremento della resistenza finale. L’impiego della microsilice permette di evitare dosaggi troppo elevati di cemento. L’aggiunta di fumo di silice è il mezzo più semplice per ottenere un calcestruzzo con resistenza superiore a 80 N/mm2(calcestruzzi DSP). All’azione positiva della microsilice sulla resistenza, concorrono, oltre alla spiccata reattività del materiale nei confronti dell’idrossido di calcio, che si genera dall’idratazione del cemento Portland, nettamente superiore a quella delle altre aggiunte di tipo II, anche effetti di natura essenzialmente fisica ricollega-
Ferri d’armatura corrosi
Macchina per idropulizia utilizzata
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TECNOLOGIE RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE sco la tensione superficiale dell’acqua di impasto e quindi il fabbisogno d’acqua per la consistenza desiderata (riducono il rapporto a/c) contribuendo in tal modo all’aumento della resistenza a compressione finale.
Applicazione passivante cementizio Siriocem PF Mono
2.5 Fibre di polipropilene Le fibre di polipropilene assicurano facilità di impiego ed incremento della plasticità e della lavorabilità dell’impasto. Inoltre: - distribuiscono uniformemente le tensioni da ritiro plastico ed idraulico, con riduzione fenomeni fessurativi; - incrementano le resistenze ai cicli di
bili alle dimensioni submicroniche delle particelle. Nella fase iniziale le particelle di fumo di silice accelerano il processo di idratazione perché agiscono come centri di nucleizzazione per gli idrati in via di formazione, questo comporta una resistenza dopo un giorno superiore a quella che si otterrebbe in assenza di aggiunta. Ai fini del contributo sulla resistenza finale è importante l’effetto densificante o di riempimento: le particelle della microsilice, grazie alle loro ridotte dimensioni, si possono inserire nei vuoti esistenti tra le particelle di cemento, cosicché il prodotto della reazione silice amorfa-idrossido di calcio (comportamento pozzolanico) può rendere molto compatta la matrice cementizia e quindi meccanicamente più resistente. Questo implica inoltre una riduzione sensibile della permeabilità e, a livello dell’interfaccia pasta cementizia-aggregato, si traduce in un netto miglioramento della forza legante, se non altro per la diminuzione di prodotti indesiderati (Ca(OH)2, ettringite) nella zona di transizione. 2.3 Eteri della cellulosa È un composto dalle altissime proprietà disperdenti (cioè disperde in acqua particelle sospese). 2.4 Polinaftalensolfonati Si tratta di fluidificanti e plasticizzanti che migliorano la lavorabilità, diminui-
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Siriobeton FA è una malta in Classe di resistenza in accordo con la UNI EN 1504-3: R4. Box 1
STRALCIO DELLA DOP (DICHIARAZIONE DI PRESTAZIONE) DELLA MALTA SIRIOBETON FA
Caratteristiche
Prestazione
Resistenza a compressione secondo EN 12190
classe R4: ≥ 45 MPa
Contenuto di ione cloruro secondo EN 1015-17
≤ 0,05%
Legame di aderenza secondo 1542
≥ 2,0 MPa
Ritiro/espansione impediti secondo EN 12617-4
≥ 2,0 MPa
Resistenza alla carbonatazione secondo EN 13295
Passa
Modulo elastico secondo EN 13412
≥ 20 GPa
Compatibilità termica gelo-disgelo secondo EN 13687-1
≥ 2,0 MPa
Assorbimento capillare secondo EN 13057
≤ 0,5Kg x m-2 x h-0,5
Reazione al fuoco (tabellare)
Classe A1
gelo-disgelo, alla carbonatazione, all’abrasione ed all’urto; - eliminano le macrofessure, con sensibile incremento dell’impermeabilità dell’impasto cementizia; - sostituiscono le reti metalliche non strutturali; - riducono i tempi di maturazione in cassero con conseguente aumento della (MC) Principio 2 – Controllo dell’umidità: impregnaza; •produttività. (MC) 2 – Controllo dell’umidità: rivestimento • Principio • impregnaza; Siriobeton FA è una malta in Classe di • rivestimento
resistenza in accordo con la UNI EN
Dati tecnici 1504-3: R4. di sintesi Dati tecnici di sintesi
3. Ricostruzione della parte dei gradini per la scalinata e dei “poggioli” Per quanto attiene alle porzioni sia dei gradini nelle varie fasi, prima, durante e dopo l’esecuzione dei lavori) che dei “poggioli” si è scelto d’impiegare la malta Siriobeton Flex/M, che si è rivelata un’efficace soluzione cromatica ed una valida protezione delle parti. Siriobeton Flex/M è composto cementizio bicomponente (con un 3:1 di rapporto
Elasticità (allungamento) dopo 28 gg:
40% (U.R. – DIN mod. 53504)
Elasticità (allungamento) dopo 28 gg: Crack-brinding statico a -20°C
40% (U.R. – DIN mod. 53504) classe A3 (-20°C) > 0,5 mm – EN1062-7
Crack-brinding statico a -20°C Crack-brinding dinamico a -20°C
classe A3 (-20°C) > 0,5 mm – EN1062-7 classe B3.1 (-20°C) secondo EN 1062-7
Crack-brinding dinamico a -20°C Impermeabilità all’acqua:
classe B3.1 (-20°C) secondo EN 1062-7 < 0,03Kg/m² . ½ h secondo EN 1062-3
Impermeabilità all’acqua: Permeabilità all’anidride carbonica:
< 0,03Kg/m² . ½ h secondo EN 1062-3 > 60m secondo EN 1062-6
Permeabilità all’anidride carbonica: Impermeabilità all’acqua in press. (1,5 bar x 7 gg in spinta positiva): Impermeabilità all’acqua in press. (1,5 bar x 7 gg in spinta positiva): Crack-brinding ability – a +23°C:
> 60m secondo EN 1062-6 nessuna penetrazione EN 14891-A.7
Crack-brinding ability – a +23°C: Crack-brinding ability – a -20°C:
0,9 mm secondo EN 14891-A.8.2 0,8 mm secondo EN 14891-A.8.3
Crack-brinding ability – a -20°C:
0,8 mm secondo EN 14891-A.8.3
nessuna penetrazione EN 14891-A.7 0,9 mm secondo EN 14891-A.8.2
Resistenza all’umidità:
ottima
Resistenza all’umidità: Resistenza all’invecchiamento:
ottima ottima
Resistenza all’invecchiamento: Coefficiente di permeabilità al vapore acqueo:
ottima 1.200 μ
Coefficiente di permeabilità al vapore acqueo: Classe di reazione al fuoco:
1.200 μ A1 secondo EN 13501-1
Classe di reazione al fuoco:
A1 secondo EN 13501-1
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Ricostruzione parti mancanti
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TECNOLOGIE RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE Valori di adesione
N/mm²
Iniziale:
0,9
Dopo immersione in acqua:
0,65
Dopo azione del calore:
1,25
Dopo cicli di gelo-disgelo:
0,7
Dopo immersione in acqua basica:
0,7
Dopo immersione in acqua clorurata:
0,65
L’esecuzione della seconda mano di rasatura è eseguibile ad indurimento avvenuto (dopo 3 ÷ 5 ore) e lo spessore max applicabile per singola mano è di circa 2 ÷ 2,5 mm (armatura consigliabile).
protezione e riparazione delle strutture in d’impasto), elastoflessibile impermeabile, calcestruzzo). granulometria max 0,30 mm, massa volu) Principio mica (della malta fresca) pari a 1.600Kg/ 4. Applicazione di idoneo rasante(PI base calce1 – Protezione contro l’inPer riguarda finitura delle strutture ricostruite si è per: operato impiegando Rasocal, una gresso m3,quanto facente parteladei prodotti e sistemi malta pronta all’uso, in accordo con (GP)(CS III W1) UNI EN 998-1, in Classe 5.0 (calce idraulica • impregnazione idrofobica; che, quando aumentano du- totalmente naturale NHL 5applicati, per la rasatura di intonacilagrezzi, priva di materiali pozzolanici, scorie d’altoforno, ceneri volanti odi leganti idraulici di equalsiasi natura (clinker, cemento ecc.) costituito da • impregnazione; rabilità delle strutture calcestruzzo silicati mono e bicalcici idrati, specifici agenti bagnanti, inerti a granulometria controllata e additivi • rivestimento (MC) Principio 2 – Concalcestruzzo armato. promotori dell’adesione e della lavorabilità. Totale assenza di sali, di prodotti chimici, di composti trollo organici volatili unita alla totale natura dell’umidità: minerale dei componenti, garantisce la purezza, la non tossicità, la non nocività e la più totale • impregnazione idrofobica; Dal punto di vista della classificazione, riciclabilità. Le caratteristiche peculiari della Calce Idraulica Naturale Pura NHL 5, quali il lento rivestimento (IR) Principio 8 unite – AumenSiriobeton Flex/M è l’incremento in accordo continuo con la nel • processo di indurimento, tempo della resistenza meccanica, ad un basso modulo elastico conferiscono con resistività: essa realizzati, differenziandoli da to della UNI EN 1504-2, rivestimento (C)elasticità secondoai manufatti quelli messi in opera con prodotti a base calce o cemento. • impregnazione idrofobica; i principiinPI, MC e IR (sistemi di protezioApplicata spessori molto sottili (1-2 mm) non evidenzia problemi di rapida evaporazione dell’acqua. Ha ottimadi adesione al supporto. • rivestimento ne della superficie calcestruzzo) ed alla Presenta un elevato grado di finitura (può essere lasciato tal quale o tinteggiato con pitture ad alta 2/mm UNI EN 1504-9 (prodotti e asistemi per la – ø max inerte 0,7 mm. traspirabilità) con consumi pari 1,2 Kg/m
5. Trattamento con idrorepellente4. Applicazione di idoneo Porzioni dei gradini Al fine di proteggere tutte le parti ricostruite, sulle superfici si è applicato l’idrorepellente non nelle varie fasi, prima, rasante calceoltre a filmante Hydrostop che presenta un elevato tenore di secco nella suabase formulazione,
durante e dopo caratteristiche quali: dei lavori - un’elevata velocità di l’esecuzione reazione Per quanto riguarda la finitura delle strut- il blocco dello sfarinamento corticale - la buona penetrazione nel supporto da trattare ture ricostruite si è operato impiegando - una buona permeabilità al vapore acqueo Rasocal, una malta pronta all’uso, in ac- l’assenza di variazioni cromatiche dato il colore trasparente che non altera le superfici - la buona durata nel tempo cordo con (GP)(CS III W1) UNI EN 998- l’elevato potere antiadesivo nei confronti dello smog polvere 1, ine della Classe 5.0 (calce idraulica naturale - l’assenza di formazione di pellicole superficiali o di superfici appiccicose
Box 1
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continuo nel tempo della resistenza meccanica, unite ad un basso modulo elastico conferiscono elasticità ai manufatti con essa realizzati, differenziandoli da quelli messi in opera con prodotti a base calce o cemento. Applicata in spessori molto sottili (1-2 mm) non evidenzia problemi di rapida evaporazione dell’acqua. Ha ottima adesione al supporto.
NHL 5 per la rasatura di intonaci grezzi, totalmente priva di materiali pozzolanici, scorie d’altoforno, ceneri volanti o leganti idraulici di qualsiasi natura (clinker, cemento ecc.) costituito da silicati mono e bicalcici idrati, specifici agenti bagnanti, inerti a granulometria controllata e additivi promotori dell’adesione e della lavorabilità. Totale assenza di sali, di prodotti chimici, di composti organici volatili unita alla totale natura minerale dei componenti, garantisce la purezza, la non tossicità, la non nocività e la più totale riciclabilità. Le caratteristiche peculiari della Calce Idraulica Naturale Pura NHL 5, quali il lento processo di indurimento, l’incremento
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Ricostruzione “poggioli”
Presenta un elevato grado di finitura (può essere lasciato tal quale o tinteggiato con pitture ad alta traspirabilità) con consumi pari a 1,2 Kg/m2/mm – ø max inerte 0,7 mm.
5. Trattamento con idrorepellente
Finitura con malta Rasocal
Al fine di proteggere tutte le parti ricostruite, sulle superfici si è applicato l’idrorepellente non filmante Hydrostop che presenta un elevato tenore di secco nella sua formulazione, oltre a caratteristiche quali: - un’elevata velocità di reazione - il blocco dello sfarinamento corticale - la buona penetrazione nel supporto da trattare - una buona permeabilità al vapore acqueo - l’assenza di variazioni cromatiche dato il colore trasparente che non altera le superfici - la buona durata nel tempo - l’elevato potere antiadesivo nei confronti dello smog e della polvere - l’assenza di formazione di pellicole superficiali o di superfici appiccicose Trattamento finale con idrorepellente Hydrostop
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TECNOLOGIE RIPRISTINO, CONSOLIDAMENTO E RISTRUTTURAZIONE
RINFORZO STRUTTURALE PER CONDOMINI
Una sapienza antisismica
NEL CAMPO DEL MIGLIORAMENTO SISMICO DELLE STRUTTURE ESISTENTI IN C.A. E IN MURATURA, G&P INTECH RIVELA SOLUZIONI AFFIDABILI NON INVASIVE, DALL’ESTERNO DEL FABBRICATO. TRA GLI INTERVENTI PIÙ EFFICACI, IL CONFINAMENTO DEI NODI ESTERNI, LE FASCE DI PIANO E I SISTEMI ANTIRIBALTA A BASSO SPESSORE PER TAMPONATURE
N
egli ultimi decenni, anche a seguito dei numerosi eventi sismici che hanno duramente colpito il territorio italiano e che hanno evidenziato tutta la fragilità del nostro patrimonio edilizio, si è molto discusso sul tema della vulnerabilità sismica degli
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edifici in particolar modo dei condomini e delle abitazioni in c.a. e muratura. Questi tragici eventi hanno posto in primo piano la necessità di adottare misure antisismiche che garantiscano l’incolumità e la sicurezza delle persone, la tutela e la valorizzazione del nostro patrimonio
G&P Intech, azienda con trentennale esperienza nei prodotti e nelle tecnologie innovative di elevato standard professionale e competitività destinati al settore delle costruzioni e delle infrastrutture, opera nel mercato nazionale ed internazionale attraverso una propria struttura tecnica e commerciale presente nel territorio. Gli ambiti operativi principali riguardano il settore dei consolidamenti strutturali, dell’adeguamento antisismico e della riabilitazione funzionale delle strutture con particolare riferimento ai materiali compositi, in matrice organica ed inorganica, FRP – FRCM – CRM. La Divisione HIRUN International, nell’ambito dell’adeguamento antisismico, opera nel settore degli isolatori antisismici per edifici ed opere infrastrutturali come ponti e viadotti.
storico-artistico. L’introduzione delle detrazioni fiscali, ha permesso di rappresentare un’interessante opportunità a tutti coloro che vogliono realizzare interventi di ristrutturazione, favorendo la riqualificazione del patrimonio esistente. Con l’introduzione del Super Sismabonus 110% - a differenza di quanto accade col Sismabonus di cui al D.M. 58/2017 - la detrazione fiscale è prevista indistintamente per tutti gli interventi di “adeguamento sismico”, “miglioramento sismico” o “locali”; infatti, il Super Sismabonus 110% è fruibile anche per interventi di riduzione del rischio sismico che non determinano alcun passaggio di classe (Commissione per il monitoraggio del Sismabonus C.S.LL.PP.). Nel campo del miglioramento sismico delle strutture esistenti in c.a. e in muratura, G&P Intech offre una vasta gamma
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di soluzioni affidabili ed efficaci, grazie alla propria trentennale esperienza nell’ambito della ricostruzione e prevenzione sismica nel territorio nazionale e a un consolidato know-how nel rinforzo strutturale. Di seguito vengono descritti gli interventi di consolidamento strutturale antisismici realizzati all’esterno di un condominio in c.a. mediante impiego di materiali e tecnologie del gruppo G&P Intech. Si tratta di un edificio in c.a. con telai bidirezionali realizzato intorno agli anni Settanta, insediato nel comune di Maltignano, in provincia di Ascoli Piceno, ed è costituito da un volume in pianta pressoché rettangolare con solai interpiano e solaio di copertura realizzati in cemento armato e si sviluppa su tre piani fuori terra per un’altezza complessiva pari a circa dieci metri. Al fine di migliorare il comportamento sismico del condominio in esame, sono stati realizzati interventi antisismici sisma light non invasivi, dall’esterno del fabbricato, quali confinamento
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dei nodi esterni, fasce di piano e sistemi antiribalta a basso spessore per tamponature. L’intervento di rinforzo locale dei nodi trave-colonna con sistema CFRP (Figura 1), viene condotto in maniera da incrementare il confinamento e la resistenza a taglio del nodo, tenendo presente anche l’azione tagliante esercitata dai tamponamenti sul nodo stesso in condizioni sismiche, secondo quanto previsto dalle “Linee guida per riparazione e rafforzamento di elementi strutturali, tamponature e partizioni” della ReLUIS. In particolare, per il rinforzo dei nodi di facciata e dei nodi d’angolo, per incrementare la resistenza a taglio nei nodi sono state impiegate strisce di tessuto quadriassiale tipo C-Sheet 240/380/127 Q disposte in orizzontale e in verticale e al fine di contrastare la forza di taglio esercitata dalla muratura di tamponamento sono state impiegate strisce di tessuto unidirezionali, inclinate, in fibra di carbonio C-Sheet 240/400 Classe 210C e grammatura pari a 400 g/m2.
Nella progettazione edilizia le tamponature, considerate come l’involucro dell’edificio, sono elementi non strutturali che potrebbero presentare, durante un evento sismico, il fenomeno di espulsione delle stesse fuori dal proprio piano compromettendo la stabilità della struttura con rilevanti ripercussioni sulla salvaguardia della vita umana, oltre a causare ingenti perdite economiche. Al fine di scongiurare il fenomeno di antiribaltamento delle tamponature è pertanto necessario rinforzare localmente tali elementi non strutturali fino a renderli parzialmente portanti. G&P Intech propone due sistemi di rinforzo costituiti da malte strutturali in calce idraulica naturale M15 Limecrete o rasanti a basso spessore Rasedil AS Classe R2, della linea STG (Strong Tie Glass), armati, per l’edificio in esame, con reti in fibra di basalto alcali resistenti B-Net 250 BA. L’impiego di entrambi i sistemi hanno la funzione di migliorare la duttilità del paramento murario e la ripartizione delle sollecitazioni dinamiche.
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MATERIALI TECNOLOGIA E INNOVAZIONE
VALUTAZIONE AMBIENTALE COMPARATIVA DEGLI AGGREGATI RICICLATI DA RIFIUTI DI COSTRUZIONE E DEMOLIZIONE IN ITALIA DI MARCO RUGGIERO, ILENIA FARINA, CINZIA SALZANO, IVAN MOCCIA, ANTONELLA PETRILLO (DIPARTIMENTO DI INGEGNERIA, UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI NAPOLI “PARTHENOPE”, MATERIALS SCIENCE AND ENGINEERING RESEARCH GROUP); SALVATORE PUCA (CONSORZIO ASI NAPOLI); ANTONIO RAMONDO (REGIONE CAMPANIA UOD 501708); RENATO OLIVARES, LUIGI COSSENTINO (ARPAC DIPARTIMENTO DI NAPOLI)
U
na crescente sensibilità verso una progettazione più sostenibile ha spinto numerosi ricercatori ad analizzare possibili operazioni di riciclo nell’ambito dei materiali e delle tecnologie da costruzione. Tali studi hanno dimostrato la fattibilità della produzione di calcestruzzo per uso strutturale utilizzando aggregati riciclati (RCA) provenienti dalla demolizione di opere civili al termine della loro vita in servizio, dopo il trattamento in idonei impianti. In Italia
120
numerosi edifici sono diventati obsoleti, il che porta di conseguenza a sforzi di ristrutturazione o demolizione. Pertanto, la “rivitalizzazione” dei rifiuti C&D è un argomento di ricerca appropriato per colmare alcune delle lacune rimanenti in questo campo di studio. La possibilità di utilizzare aggregati riciclati nel calcestruzzo rappresenta uno sviluppo importante verso l’attuale prospettiva generale della protezione ambientale. In quest’ottica, emerge l’esigenza di effettuare un’analisi
ad ampio spettro relativamente all’utilizzo di aggregati riciclati all’interno di miscele di calcestruzzo, sia da un punto di vista quantitativo, ossia variando la percentuale di aggregato riciclato presente all’interno della miscela, sia dal punto di vista qualitativo, ossia ambientale e prestazionale. Il presente elaborato si pone l’obiettivo di effettuare un confronto sull’impatto ambientale provocato da cinque miscele di calcestruzzo realizzate con differenti percentuali di aggregati riciclati (0% - 30% -
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50% - 70% - 100%), provenienti da rifiuti di costruzione e demolizione (C&D) rispetto agli aggregati naturali. Tale analisi è stata realizzata mediante Life Cycle Assessment (LCA) ed in particolare ricorrendo ad un set di indicatori ambientali, mediante i quali è stato valutato l’impatto ambientale legato alle diverse miscele. Dagli stessi indicatori, per le miscele costituite da diverse percentuali di aggregato riciclato sono emersi risultati positivi in termini di impatto ambientale, sempre migliori all’aumentare della percentuale di aggregati C&D. Inoltre, lo studio in esame è stato condotto focalizzando l’attenzione sui flussi logistici degli aggregati C&D, in relazione al tipo di impianto di trattamento inerti utilizzato.
Tecniche di demolizione La maggior parte delle tecniche di demolizione tende a misurare l’efficacia del processo abbattendo tempi e costi a discapito dell’omogeneità delle macerie ottenute. Tali procedure determinano un flusso di rifiuti costituito da frazioni eterogenee che rendono complesse e costose operazioni di riciclaggio o di recupero, indirizzando gli scarti prodotti a discariche di prima e seconda categoria. La scelta del metodo di demolizione da utilizzare dovrà pertanto essere condotta tenendo conto delle possibilità di riciclaggio del materiale di demolizione e dei successivi effetti ambientali. Particolare risalto assume l’incentivazione della “demolizione selettiva”
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quale soluzione più efficace per ridurre i quantitativi dei rifiuti prodotti e per favorire la separazione e l’avvio a un recupero più efficiente delle frazioni separate.
Impianti di trattamento Generalmente la lavorazione dei materiali inerti provenienti da attività edili viene effettuata mediante due tipologie di impianti: gruppi mobili di frantumazione ed impianti fissi di trattamento. Gli impianti fissi sono costituiti da strutture stazionarie rispetto agli impianti mobili: lo svantaggio della mancata mobilità è compensata da un miglior qualità dei prodotti e da un più efficace controllo su polveri e rumore. Gli impianti fissi sono strutture molto affidabili anche in merito alla sicurezza lavorativa in quanto necessitano di ridotti interventi manuali da parte degli operatori. La diffusione degli impianti mobili, nel settore del riciclaggio delle macerie, è soprattutto legata alla loro facilità di spostamento, e quindi alla possibilità di essere utilizzati nelle vicinanze dei cantieri
dove i rifiuti da C&D vengono prodotti. Questa capacità di “inseguire” il materiale da valorizzare comporta una drastica riduzione dei costi di trasporto, fattore determinante per l’economicità di produzione di materiali “poveri” quali gli inerti da costruzione. Questi impianti, oltre alla mobilità hanno anche una certa semplicità progettuale e funzionale. L’obiettivo del presente studio è di verificare quali possano essere gli effetti sull’ambiente legati all’utilizzo di aggregati C&D in luogo dell’aggregato naturale. Per questo motivo è necessario osservare che le miscele devono essere caratterizzate da quantità quanto più omogenee degli altri costituenti, in modo che le variazioni in termini di effetti ambientali siano legate esclusivamente alla variazione dell’aggregato nelle differenti miscele. Per lo stesso motivo anche le caratteristiche meccaniche e di lavorabilità delle suddette miscele devono essere quanto più omogenee possibile. Si riporta di seguito la tabella riepilogativa in merito alla composizione delle miscele selezionate (Tabella 1).
Tabella 1. Composizione delle miscele selezionate
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MATERIALI TECNOLOGIA E INNOVAZIONE Dove il numero riportato per ognuna delle miscele indica la percentuale di RCA rispetto al totale di RCA + NCA. Dalla tabella si osserva come le quantità di cemento ed additivo siano esattamente le stesse, mentre per le variazioni delle quantità d’acqua d’impasto nelle singole miscele risultano trascurabili. La resistenza a compressione media è pari a 40.1 MPa, ottenendo degli scarti in valore assoluto ed in percentuale rispetto alla media sicuramente accettabili. Lo slump medio è quindi pari a 264.1 mm, ottenendo dei valori percentuali degli scarti rispetto alla media ancora più bassi della resistenza a compressione a 28 giorni.
Metodologia LCA applicata al caso oggetto di studio L’analisi è stata organizzata in base alle 4 fasi dell’LCA, ossia: definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione; analisi dell’inventario (LCI); valutazione degli impatti ambientali (LCIA); interpretazione. Definizione dell’obiettivo e del campo di applicazione. L’obiettivo è quello di effettuare diverse tipologie di confronto: miscela costituita esclusivamente da aggregato naturale (CRCA0), rispetto alle miscele contenenti aggregati riciclati RCA (CRCA30/50/70/100); stesse miscele costituite da RCA (CRCA30/50/70/100); per la singola miscela costituita da RCA (es. CRCA30), tra i casi di RCA prodotto mediante impianto mobile/fisso, quest’ultimo situato a differenti distanze dal sito di demolizione. Il modello implementato non include i processi produttivi associati ai singoli componenti delle miscele, ad esclusione del RCA, per il quale è considerato alternativamente il trattamento sia in impianti fissi che mobili. Il trasporto, invece, è considerato per tutte le tipologie di aggregato, mentre per cemento, additivo ed acqua sono state estrapolate direttamente le voci presenti all’interno del software (SimaPro®).
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L’unità funzionale utilizzata nel presente studio è relativa ad 1 m3 di calcestruzzo. Da sottolineare che, per le differenti miscele, la medesima quantità volumetrica corrisponde a differenti quantità in massa. Per cui, è stato tenuto debitamente conto della differenza in termini di massa delle varie miscele. Analisi dell’inventario (LCI). Tale fase implica la raccolta dei dati necessari per raggiungere gli obiettivi dello studio definito. Bisogna comprendere quali siano i flussi in ingresso ed uscita dal sistema e dai singoli processi e sotto-processi. È stato ritenuto accettabile estrapolare i dati di partenza per l’analisi LCI dalla libreria Ecoinvent v.3 presente all’interno del software SimaPro®, in quanto il ricorso a voci presenti in tale database è apparso ormai consolidato in letteratura. Le ipotesi effettuate nel modello sono le seguenti: 1) Rifiuto C&D in input costituito soltanto da calcestruzzo; 2) Miscele con le stesse caratteristiche meccaniche e di lavorabilità; 3) Impianto mobile situato in corrispondenza del sito di demolizione; 4) Trasporto “a vuoto” impianto mobile-rimessa non considerato; 5) Materiale inerte interamente smaltito in discarica; 6) Ipotesi sulle distanze, schematizzate nella seguente figura (Figura1). Sulla base di tali ipotesi sono stati implementati due differenti modelli al softwa-
re. Modello A) Non considera l’impatto ambientale risparmiato dalla mancata produzione di NCA dovuta alla presenza in miscela di RCA; Modello B) Considera il risparmio in termini di impatto ambientale dovuto alla mancata produzione di NCA. Per quantificare tale ragionamento è stata presa come riferimento la miscela CRCA0 per la quale è prevista la presenza di 910.1 kg/m3 di NCA che, tra le varie miscele, rappresenta il quantitativo massimo di aggregato grosso naturale. Quindi, per ognuna delle miscele, è possibile effettuare la differenza tra il quantitativo massimo di NCA previsto nella miscela CRCA0 ed il quantitativo di NCA previsto nella miscela in esame. Da queste differenze si ottiene per ogni miscela il quantitativo di NCA risparmiato. Valutazione degli impatti ambientali (LCIA). L’obiettivo che ci si è posti è di tradurre le emissioni e l’estrazione di risorse in un limitato numero di indicatori ambientali; lo standard utilizzato in questo caso è il ReCiPe Endpoint (E) V1.13 / Europe ReCiPe E/E, in cui gli indicatori corrispondono a tre tipologie di danno: danni alla salute umana; danni sugli ecosistemi; danni da uso di risorse. Alle tre tipologie di danno corrispondono rispettivamente tre tipologie di unità di misura: DALY (Disability-Adjusted Loss of life Years), l’attesa di vita corretta
Figura 1. Distanze sito di demolizione - Impianto - Centrale di betonaggio
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Figura 2. Indicatori, variabili e unità di misura per la valutazione degli impatti ambientali
maggiore livello di dettaglio considerando per ognuno di essi specifiche sottocategorie. Si riporta di seguito uno schema di corrispondenza tra gli indicatori, le variabili considerate per ognuno di essi e le unità di misura adottate (Figura 2). I risultati ottenuti variano al variare del singolo indicatore, anche se è possibile effettuare delle considerazioni di tipo generale. 1) Per la quasi totalità degli indicatori precedentemente indicati, a parità di modalità di produzione del RCA, espressa sia in termini di tecnologia esecutiva (impianto fisso/mobile) che in termini di distanza sito di demolizione – impianto fisso, all’aumentare della percentuale di RCA all’interno della miscela si riduce l’impatto ambientale, con un andamento pressappoco lineare. Ciò vuole dire che, l’aumento percentuale di RCA è un fattore positivo in termini di riduzione dell’impatto ambientale; 2) Al variare della distanza sito di demolizione – impianto fisso l’impatto ambientale aumenta in modo proporzionale con la distanza, con una pendenza maggiore all’aumentare della percentuale di RCA; 3) I risultati ottenuti mediante il modello B sono migliori rispetto a quanto ottenuto nel modello A e, al variare dell’indicatore, è possibile verificare il guadagno in termini di riduzione dell’indicatore come conseguenza della mancata produzione di NCA per quella miscela (Figura 3).
Figura 3.
per disabilità. Questa è una misura della gravità globale di una malattia, espressa come il numero di anni persi a causa della malattia, di disabilità o per morte prematura; Species.yr (Species year), le specie-anno, ossia si tratta di un indicatore di misura del tasso di estinzione; $ (Dollars), che rappresentano i costi extra dovuti all’estrazione futura di minerali e combustibili fossili. Definiti gli indicatori corrispondenti alle tre aree di protezione, si può avere un
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MATERIALI TECNOLOGIA E INNOVAZIONE Analisi LCC per la sostenibilità economica dei rifiuti C & D Nel presente studio è stata effettuata un’analisi LCC convenzionale (C-LCC): questa metodologia è basata su una valutazione puramente economica che considera i costi delle diverse fasi del ciclo di vita. L’analisi C-LCC è utile per calcolare i costi interni della produzione di un’unità funzionale in un particolare sistema. I costi esterni o i costi non direttamente sostenuti dall’operatore considerato non sono presi in considerazione. È stato scelto il punto di vista del produttore. Tale prospettiva permette di considerare i costi di acquisto dei materiali che compongono il calcestruzzo. I dati raccolti si riferiscono ai materiali e alle risorse acquistati e al trasporto dei materiali presso il sito di betonaggio. I prezzi di acquisto sono stati acquisiti con riferimento alla banca dati Ecoinvent v.3. I costi totali per ogni scenario sono stati calcolati come la somma dei materiali inclusi nella progettazione della miscela. Questa scelta dipende dal fatto che i costi di trasporto e di energia sono costanti in ogni scenario. Analizzando le miscele di calcestruzzo e, nel dettaglio, i materiali con cui sono realizzate, si ricorda che acqua, HRWR e Portland sono sempre presenti con le stesse percentuali all’interno della miscela. Ne consegue che tali voci hanno un’influenza costante sui costi. Il cemento Portland rappresenta la componente economicamente più critica con un costo di 18,50 €. Tuttavia, la questione chiave delle miscele è la diversa percentuale RCA e NCA che determinano la variazione di prezzo (Tabelle 2 e 3). Per quanto riguarda la miscela CRCA0, essa non contiene aggregati riciclati, per cui i costi sono dipesi solo dagli aggregati naturali e dalle ceneri volanti (€ 4,89 e € 4,29). Per le miscele CRCA30 e CRCA100 invece sono state notate delle differenze tra il modello A e il modello B in quanto, in quest’ultimo modello, il costo totale relativo agli aggregati naturali è stato calcolato sottraendo dal totale
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utilizzato il quantitativo di NCA risparmiato. Dunque, oltre alla scelta della miscela, altri due aspetti critici sono la scelta del modello e della tipologia di impianto di trattamento. L’analisi LCC ha mostrato che: la miscela CRCA100 è la più sostenibile grazie all’assenza degli aggregati naturali NCA; il modello B è più sostenibile del modello A in quanto si risparmiano costi relativi agli NCA; l’impianto mobile è più sostenibile di quello fisso, in quanto presenta un minor dispendio in termini di energia e trasporto.
Conclusioni Sulla base di quanto osservato ed analizzato nella presente analisi LCA, è possibile concludere che da un punto di vista ambientale è sicuramente conveniente l’utilizzo di un calcestruzzo con aggregati riciclati; infatti l’impatto ambientale migliora all’aumentare della percentuale di riciclato inserita all’interno della miscela,
tenendo conto anche della riduzione del quantitativo di materiale da smaltire in discarica. Tra le miscele oggetto dello studio la CRCA100 presenta delle prestazioni meccaniche un po’ più basse rispetto alle altre. Per cui, sebbene essa presenti dei risultati in termini ambientali migliori sarebbe comunque da valutare con particolare attenzione un suo utilizzo potenziale; Si osserva che i risultati ottenuti a valle del presente lavoro sono riferiti ad un particolare contesto spaziale, in quanto sono state fissate una serie di distanze, in modo da poter svolgere un’analisi di sensitività sulla distanza sito di demolizione - impianto fisso. È emerso quindi che, variando le distanze, i risultati dell’analisi variano di conseguenza. Inoltre, il presente studio fornisce spunti per affrontare problemi di tale portata come la demolizione dell’edificio e i rifiuti generati, che sta diventando sempre più comune in tutto il mondo. Infatti, i risultati possono essere utili come riferimento nazionale e internazionale per gli studi comparativi.
Tabella 2. Costi materiali modello A
Tabella 3. Costi materiali modello B
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IN QUESTO Febbraio/Aprile 2022 NUMERO Anno 4
Aziende citate A
H
AL Consulting ........ 16 Armofer ................... 86 Assobeton ......... 12, 44
Holcim ..................... 22 Hyundai ................... 32
B Bobcat ........................30
C Calcestruzzi ...... 48, 52 Carba ........................ 78 Cemex ...................... 14 Cifa ........................... 70 CST ........................... 74
D Delga ......................108 Doka ......................... 94 Duplomatic ............. 26
Inserzionisti Con la quarta edizione del GIC, le Giornate Italiane del Calcestruzzo, parte da Piacenza la vetrina europea più importante del settore. In un momento cruciale per le costruzioni nazionali TECNOLOGIA DEL CALCESTRUZZO - OPERE CIVILI E INFRASTRUTTURE - PAVIMENTAZIONI INDUSTRIALI E MASSETTI - INDUSTRIA DEGLI INERTI PREFABBRICAZIONE E MANUFATTI IN CALCESTRUZZO - MONITORAGGIO, RIPRISTINO E CONSOLIDAMENTO - DEMOLIZIONE E RICICLAGGIO
Filiera del calcestruzzo e della prefabbricazione
R
Supply chain of concrete and precast industry
del calcestruzzo e della prefabbricazione SupplyFiliera chain of concrete and precast industries R
Supply chain of concrete and precast industry
4 Edition th
126/2018 GICX18S1
Italcementi ............... 48 Italferr ...................... 36 Iveco ......................... 32
Giornate iornate italiane G taliane del C CalCestruzzo alCestruzzo del italian C onCrete days italian 28-30 April 2022 - Piacenza, Italy ConCrete
days
13 Blend Plants - FBG 19 Bodrero 57 Concrete News 43 Edilmatic 17 Elettro Sigma 5 Euromecc
28-30 April 2022 Piacenza - Italy
11 Fagioli
N° 1 - 2022
S
7 Federbeton I GIC
Kleeman ........................82
SIPE .......................... 74 Synthelion ............... 14
III GIC 2024
L
T
73 GIS 2023
Laterlite .........................24
Till Hydraulic .......... 26
M
U
Elettro Sigma .. 78, 104
MEC ......................... 62 Mediapoint & Exhibitions .......... 38
Unacea ..................... 16 Università Parthenope ............120
G
P
W
G&P Intech ............. 118 GIC .............................38 Gölz ............................20 Gran Calce ................18
Piacenza Expo ......... 38 Pizzarotti ................. 58 Proind ....................112 Putzmeister ............. 66
Wacker Neuson ....... 10
E
47 Bianchi Casseforme
9 CST ®
J
K
IV Betonrossi
Fiera certificata An exhibition audited by
I
Janser ...........................100 JDI ................................104
21 Assopav
85 GIC by Night 103 Hydrogen Expo 33 ICTA 77 Istituto Italiano per il Calcestruzzo 15 Janser 93 Khl 29 Kimera 27 Ligurpav 16 Neron
Z
25 Pappadà Gino
Zoomlion ................. 12
65 Perforare 99 Pipeline & Gas Expo 111 Sollevare 69 Somero 23 Tecno-Beton II Tekna Chem 3 Unifer 35 Wamgroup
126
ARRIVEDERCI AL SEE YOU AT
Fiera certificata An exhibition audited by
5th Edition
126/2018 GICX18S1
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Giornate italiane del rnate italiane delCalCestruzzo CalCestruz italian ConCrete days
italian ConCrete days 29-31 October 2020 - Piacenza, Italy
2024
29-31 October 2020 - Piacenza, Italy
For info and stand bookings: www.gic-expo.it ph. +39 010 5704948 - info@gic-expo.it
Veniteci a trovare al
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Giornate italiane 28-30 Aprile 2022 del CPIACENZA alCestruzzo
ItalIan ConCrete Days Piacenza, 29-31 Ottobre 2020