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STORIA DI COPERTINA

LE TECNOLOGIE PER AFFRONTARE IL FUTURO

L’espansione del cloud computing, la ricerca della sostenibilità, il metaverso, l'edge, gli sviluppi dell’intelligenza artificiale: il 2023 sarà un altro anno di trasformazioni.

Per prevedere il futuro non serve la sfera di cristallo: l’analisi dei dati e degli eventi recenti, unita alle competenze e all’intuito degli addetti ai lavori, spesso è sufficiente per immaginare che cosa accadrà nell’anno nuovo. Dopo un 2022 attraversato da una guerra in territorio europeo, da tensioni geopolitiche estese dagli Stati Uniti all’Asia, dall’inflazione e da rincari di materie prime ed energia, il 2023 non si apre sotto i migliori auspici. Facciamo un altro passo verso la scadenza degli obiettivi di sostenibilità fissati dall’Onu per la fine del decennio, e la finestra di tempo per provare a contenere gli effetti del cambiamento climatico si riduce ancora un po’. Le molte sfide qui elencate sembrano distanti dall’universo tecnologico eppure tutte, in un modo o nell’altro, lo attraversano. Basti pensare alla cyberwar che è scoppiata parallelamente al conflitto armato in Ucraina, o al legame a doppio filo fra transizione ecologica e trasformazione digitale (si parla infatti di twin transition, perché

l’una non può fare a meno dell’altra). La fase depressiva dell’economia tende naturalmente a rallentare gli investimenti in molti ambiti, ma il digitale non potrà essere trascurato perché tecnologie come il cloud computing sono essenziali per il recupero di efficienza e il taglio dei costi. Altre, come gli analytics e l’intelligenza artificiale, permettono di raggiungere e rendicontare i traguardi Esg, che per le aziende hanno anche un ritorno economico. Ed è quasi inutile ricordare che, come abbiamo imparato nel 2020, il digitale è un ingrediente di base nella ricetta di resilienza di qualsiasi azienda e di qualsiasi società. Non è un caso che nel 2020, in un’Italia paralizzata dai lockdown, la spesa in beni e servizi digitali sia calata solo dello 0,6% rispetto al 2019 (dati di Anitec-Assinform) mentre il Pil nazionale è crollato di quasi nove punti percentuali. Tenendo conto del protrarsi della guerra e delle sue conseguenze, gli analisti di The Innovation Group prevedono che nel 2022 il mercato digitale italiano conserverà un andamento anticiclico e crescerà del 3,5%. Un osservatore internazionale come Gartner concorda su questa visione, estendendola a tutta la regione Emea. “Nelle fasi di turbolenza i Cio esitano a siglare nuovi contratti, a impegnarsi in iniziative a lungo termine o a ingaggiare nuovi partner tecnologici”, ha dichiarato John Lovelock, distinguished vice president analyst di Gartner. “I budget IT aziendali non sono al centro di queste esitazioni e le aziende della regione Emea nel 2023 li incrementeranno”.

La marcia del cloud computing

Diverse ricerche suggeriscono che il cloud computing nell’anno nuovo sarà ancora un’area in forte crescita: lo studio legale Dla Piper ha stimato che nel 2021 il valore degli investimenti in data center a livello globale sia più che raddoppiato, raggiungendo i 59,5 miliardi di dollari. Gli intervistati (un centinaio di dirigenti di aziende fornitrici di infrastrutture, di capitale e di debito e di sviluppatori di data center) hanno indicato un ulteriore incremento di investimenti per il 2022 e non c’è ragione di credere che nel 2023 la tendenza si invertirà. “Non c’è fine a questa domanda, con investimenti ad oggi nel 2022 più che raddoppiati rispetto allo stesso periodo del 2021”, ha commentato Olaf Schmidt, partner responsabile del dipartimento real estate di Dla Piper in Italia. “I data center sono un’attività ad alta intensità energetica e, pertanto, l’aumento dei prezzi dell’energia e la questione della sicurezza dell’approvvigionamento giocano un ruolo sempre più importante nel processo decisionale su dove e come sviluppare i centri”. Secondo uno stima della Agenzia Internazionale dell’Energia, organizzazione intergovernativa fondata dall’Ocse, nel 2020 su scala globale le infrastrutture di elaborazione dati hanno utilizzato una quota di elettricità compresa tra 200 e 250 terawattora (TWh), corrispondente all’1% del fabbisogno mondiale; inoltre hanno contribuito per lo 0,3% alle emissioni totali di CO2 rilasciate nell’atmosfera. Il futuro dei data center è necessariamen-

LA RICERCA DI EFFICIENZA E DI RISPARMIO GUIDA LE AZIENDE ITALIANE

Quali saranno le priorità tecnologiche e di business (due variabili spesso legate le une alle altre) per le aziende italiane nel prossimo futuro? Le tendenze dell’anno che si chiude sono un buon suggerimento per immaginare che cosa succederà nel 2023. La ricerca “Digital Business Transformation Survey 2022” di The Innovation Group, condotta lo scorso marzo su 213 aziende ed enti pubblici italiani, ha evidenziato che l’efficienza operativa e la riduzione di costi sono stati quest’anno la priorità numero uno, indicata ai primi posti dal 42% degli intervistati. A breve distanza, con il 39% di citazioni, il lancio di nuovi prodotti e servizi, seguito da obiettivi di trasformazione digitale (32%), di maggiore agilità o flessibilità del business (28%), di migliore automazione dei processi (28%), di introduzione di nuovi profili professionali (26%). Circa un’organizzazione su quattro, il 26%, ha considerato come priorità anche l’attenzione all’ambiente e il dato è in crescita rispetto ai livelli del 2021. La quota di aziende che considerano il miglioramento dell’esperienza dei clienti come una priorità per il 2022 è intorno al 24%, un dato non altissimo ma in forte crescita (+71%) rispetto a quanto emerso nell’edizione precedente della ricerca. Una chiara tendenza di quest’anno è stata il ridimensionamento dello smart working: in media, tra le realtà del campione d’indagine, il 57% dei dipendenti ha ripreso a lavorare in sede almeno per alcuni giorni a settimana. La formula “ibrida”, che mescola lavoro in presenza e da remoto, piace perché contribuisce a ridurre traffico e inquinamento (53% del campione) e perché rende l’impresa o PA più competitiva e attrattiva (42%), ma soltanto il 38% degli intervistati crede che la propria azienda sia già ben attrezzata per far lavorare le persone da casa in modo efficiente ed efficace. Dunque è probabile che anche nel 2023 vedremo crescere gli investimenti in tecnologie e servizi a supporto dello smart working, come le Unified Communication and Collaboration e le applicazioni basate sul cloud.

te proiettato verso la sostenibilità, e da anni i grandi hyperscaler come Amazon, Microsoft, Google e Meta (Facebook) stanno facendo progressi sia nell’uso delle fonti rinnovabili sia nell’efficientamento energetico. Solo in Europa, più di una ventina di operatori di cloud e data center e 17 associazioni di settore hanno siglato un accordo per abbattere le emissioni di gas serra delle proprie infrastrutture, raggiungendo la neutralità carbonica entro il 2030. Uno specialista della gestione termica e della continuità operativa dei data center come Vertiv (tra i principali produttori di sistemi di condizionamento e Ups) prevede che nel 2023 gli operatori di questo mercato si impegneranno sempre di più per ridurre i consumi di elettricità e gli sprechi di acqua, anche per non incappare in sanzioni. C’è in vista, infatti, un inasprimento delle regolamentazioni sull’impatto ambientale dei data center. Inoltre i generatori a gasolio tenderanno a essere sostituiti da alternative più ecologiche, come quelle basate sull’idrogeno. Per i fornitori di servizi cloud, una infrastruttura efficiente dal punto di vista energetico è più economica da gestire, ma è anche un buon trampolino di lancio per le vendite perché migliora l’immagine del fornitore stesso agli occhi dei clienti e lo agevola nel raggiungere gli obiettivi Esg prefissati. Accanto alla trasformazione sostenibile, altre tendenze attraverseranno il settore. Secondo una ricerca di Omdia, il 99% dei data center aziendali oggi utilizza sistemi standardizzati e design modulari, e a detta di Vertiv sempre più questa sarà anche una scelta degli hyperscaler. Con il crescere delle applicazioni impegnative dal punto di vista dei calcoli, come quelle di machine learning, saranno necessari server sempre più potenti e dunque aumenteranno anche i consumi di elettricità e il calore prodotto.

Foto di Brett Sayles da Pexels

L’AI trasloca in “periferia”

Il modello dell’edge computing (il calcolo “periferico”, eseguito là dove gli eventi accadono anziché trasferire i dati verso un “centro” della rete) si espanderà ulteriormente nei prossimi anni, a comprendere un sempre maggior numero di applicazioni accanto a quelle, già diffuse, di monitoraggio e raccolta dati. Per esempio, applicazioni di intelligenza artificiale. Come noto, il calcolo nell’edge ha il vantaggio di ridurre al minimo i tempi di latenza e quindi velocizzare le applicazioni, e inoltre può avvenire anche in assenza di connettività da e verso il cloud. Finora il limite principale dell’edge computing è stata la potenza di calcolo, affidata a processori embedded che dovevano soprattutto consumare poca energia. Secondo le previsioni di MarketsandMarkets, i software di edge AI quest’anno muoveranno un giro d’affari di 0,8 miliardi di dollari, per poi arrivare a un valore di 3,1 miliardi di dollari nel 2027. Si prevede, quindi, un tasso composto di crescita annuale (Cagr) del 28,9% nell’arco dei cinque anni. Integrare l’intelligenza artificiale nei dispositivi Internet of Things periferici consente di ridurre la latenza e i requisiti di banda, di evitare la duplicazione dei dati, di migliorare la disponibilità (availability) delle applicazioni e in certi casi di rispettare la compliance. L’attesa crescita del mercato avrà diversi fattori di spinta: la migrazione in cloud dei workload aziendali, l’esplosione dei dati e del traffico di rete, nonché gli sviluppi stessi dell’intelligenza artificiale. Dal punto di vista tecnico, una sfida cruciale è quella dell’interoperabilità: le applicazioni e i dispositivi edge AI dovranno poter comunicare tra di loro e verso sistemi terzi, cosa che attualmente spesso non accade. C’è poi sicuramente un’altra sfida ancor più importante, ovvero proteggere i dispositivi edge e i dati dagli attacchi informatici.

Valentina Bernocco

METAVERSO IN MATURAZIONE

Nel bene e nel male, anche nel 2023 è probabile che sentiremo parlare molto del metaverso. Finora questa scommessa non ha ripagato Meta, l’azienda che ha aperto le danze e che ha cercato di attrarre investimenti e utenti sulla propria piattaforma Horizon Worlds, con l’idea di una futura integrazione con Facebook. La collezione dei mondi virtuali non ha ancora spiccato il volo: la grafica fumettistica e l’usabilità non convincono né gli utenti né gli addetti ai lavori. La piattaforma ha incassato anche la bocciatura di Palmer Luckey, il fondatore di Oculus (società sviluppatrice di visori di realtà aumentata, acquisita da Facebook nel 2014), che ha definito Horizon Worlds come un prodotto non riuscito. Finora, almeno. In realtà il metaverso si estende ben oltre le ambizioni di Mark Zuckerberg, e a dispetto delle sue incognite sta attirando la curiosità di molte aziende, anche in Italia (ne parliamo anche a pagina 38). Secondo le previsioni di LinkedIn, già nel 2023 il mondo immersivo del metaverso associato alle altre tecnologie di Web3, come gli Nft e la blockchain, potrebbe affermarsi in quanto canale di marketing e di contatto con i clienti alternativo. Non sarà solo un universo in cui giocare e conoscere altri utenti, ma anche un modo per interagire con le aziende e fare acquisti. Esempi di sperimentazioni in corso includono istituti finanziari come Hsbc e JP Morgan e marchi di abbigliamento come Gucci e Nike. Un altro filone sarà quello dei metaversi aziendali, che forniranno ambienti di lavoro digitali completi, dalle applicazioni necessarie per comunicare alle scrivanie virtuali. Ci saranno uffici digitalizzati, come quelli già creati da Accenture per ospitare riunioni di lavoro virtuali e attività di formazione, ma anche laboratori di realtà aumentata dove progettare prototipi di automobili, come quelli di Bmw. I futuri progetti, di qualsiasi genere, potranno contare su evoluzioni tecnologiche sia dell’hardware sia del software. Già l’anno prossimo potrebbero debuttare nuovi visori di realtà virtuale e di realtà mista delle aziende pioniere, come Meta, Google e Microsoft, oltre ai tanto chiacchierati Apple Glass. Questi ultimi, secondo le indiscrezioni, richiederanno una spesa minima di 500 dollari nella versione con lenti non graduate e funzioneranno collegandosi in wireless all’iPhone. Ma l’innovazione hardware non riguarderà soltanto i visori: il metaverso farà un salto di qualità con le tutine aptiche, totalmente ricoperte di sensori, che permetteranno di provare sensazioni tattili, di temperatura e di movimento realistiche. Non è fantascienza, perché una tecnologia di questo tipo è stata presentata da Teslasuit già nel 2018 e viene attualmente usata dalla Nasa e da Space X per l’addestramento astronautico. Anche il software del Web3 dovrà e potrà migliorare, facendo degli avatar un po’ grezzi di Meta un lontano ricordo. I personaggi digitali potranno continuare ad avere l’aspetto di un cartone animato, naturalmente, ma sempre più personalizzabile e ricco di dettagli. Già oggi esistono servizi come Ready Player Me, che tramite browser, a partire da una fotografia e con semplici personalizzazioni, permettono di creare avatar abbastanza realistici e di usarli poi all’interno di altre applicazioni. LinkedIn prevede inoltre che presto emergeranno nuove applicazioni di tracciamento del movimento, che consentiranno a un utente di calare nel metaverso non solo la propria immagine ma anche la propria gestualità. V.B.

Foto di James Yarema da Unsplash

LE SCOMMESSE TECNOLOGICHE VINCENTI

Quali saranno le tendenze tecnologiche del 2023 e degli anni a venire? Gli analisti di Gartner rispondono alla domanda ampliandola, allargando lo sguardo alle trasformazioni trasversali (come la ricerca di una maggiore sostenibilità) che si intersecano e potenziano le tendenze tecnologiche in senso stretto. “Per rafforzare la posizione finanziaria delle aziende in tempi di turbolenze economiche, i Cio e i dirigenti IT devono guardare oltre il taglio dei costi, verso nuove forme di eccellenza operativa, e allo stesso tempo continuare ad accelerare la trasformazione digitale”, ha spiegato Frances Karamouzis, distinguished vice president analyst di Gartner. Le tendenze sulle priorità tecnologiche strategiche del 2023 ruotano intorno a tre temi: ottimizzare, scalare ed essere pionieri. Cogliendo queste opportunità, le aziende potranno migliorare la resilienza, le operations e la fiducia degli utenti, e ancora potranno ampliare le soluzioni verticali e aprire la strada per nuove forme di coinvolgimento degli utenti. Se è vero che la tecnologia sarà cruciale, da sola non basterà. “Questi temi”, ha detto David Groombridge, distinguished vice president analyst di Gartner, “sono influenzati dalle aspettative e dai regolamenti Esg (Environmental, Social and Governance), che si traducono in una responsabilità condivisa di applicare tecnologie sostenibili. Ogni investimento tecnologico dovrà essere misurato in rapporto al suo impatto sull’ambiente, con il pensiero rivolto alle generazioni future. L’obiettivo della sostenibilità di default richiede una tecnologia sostenibile”. Vediamo allora le dieci priorità strategiche del 2023 tracciate da Gartner: si tratta non solo di tendenze che osserveremo l’anno prossimo, ma anche e soprattutto di opportunità che potranno scombinare le carte in tavola e generare valore nel prossimo decennio.

1. LA SOSTENIBILITÀ

Si tratta di una tendenza trasversale a tutte le altre. Una recente indagine di Gartner ha evidenziato che i cambiamenti ambientali e sociali sono tra le primissime priorità (le prime tre) degli investitori, davanti al profitto e al fatturato. Questo significa che le aziende dovrebbero puntare maggiormente sulle soluzioni che permettono di raggiungere gli obiettivi Esg, come per esempio tecnologie per la tracciabilità delle emissioni, per gli analytics, per l’utilizzo delle energie rinnovabili e per l’intelligenza artificiale finalizzata alla sostenibilità (sia quella dell’azienda stessa, sia quella dei suoi clienti).

2. IL METAVERSO

Nell’accezione di Gartner, il metaverso è uno spazio tridimensionale virtuale e collettivo, creato dalla convergenza tra realtà fisica e realtà digitale. Inoltre è uno spazio persistente, nel quale gli utenti possono vivere (e proseguire, da una sessione all’altra) esperienze immersive. Gli analisti si aspettano che, una volta maturato, il metaverso sarà indipendente dai dispositivi usati per accedervi e non sarà di proprietà di nessun vendor. Al suo interno esisterà una economia virtuale basata sulle criptovalute e sugli Nft (Non-Fungible Token). Gartner prevede, inoltre, che entro il 2027 più del 40% delle grandi aziende utilizzerà una combinazione di Web3, realtà aumentata, cloud e digital twin all’interno di progetti basati sul metaverso e tesi a incrementare i ricavi.

3. LE “SUPERAPP”

Una superapp somma le funzioni di un’app, una piattaforma e un ecosistema all’interno di un’unica applicazione. Non solo ha le proprie funzionalità ma mette a disposizione a terze parti una piattaforma per lo sviluppo e la pubblicazione di mini-app.

Inoltre una singola superapp può consolidare e sostituire diverse applicazioni esistenti. Nella maggior parte dei casi si tratta di applicazioni mobili, ma il concetto può riferirsi anche a programmi desktop, come Microsoft Teams e Slack.

4. L’INTELLIGENZA ARTIFICIALE ADATTIVA

Un sistema di adaptive AI può aggiornare continuamente i modelli e apprendere all’interno di ambienti di runtime e di sviluppo basati su dati nuovi. Così facendo, può adattarsi rapidamente a cambiamenti del mondo esterno non prevedibili nel momento dello sviluppo iniziale. Utilizzando feedback in tempo reale, le applicazioni di AI adattiva possono modificare dinamicamente gli algoritmi e i loro obiettivi.

5. UN SISTEMA IMMUNITARIO DIGITALE

Nelle aziende, il 66% dei team responsabili dei prodotti digitali ha anche delle responsabilità sui ricavi. I Cio sono alla ricerca di nuovi metodi e approcci che aiutino i team IT a portare valore economico all’azienda, oltre a preoccuparsi di contenere i rischi e di migliorare la soddisfazione dei clienti. Per fare tutto questo, spiega Gartner, serve un “sistema immunitario digitale”, ovvero un meteodo che usa gli insight derivati dai dati per migliorare la resilienza e la stabilità dei sistemi, mettendo insieme le operations dell’IT, il testing automatizzato, la risoluzione degli incidenti automatizzata, il software engineering e la sicurezza. Entro il 2025, secondo gli analisti, le aziende che investono nella creazione di un sistema immunitario digitale taglieranno dell’80% i tempi di fermo.

6. L’OSSERVABILITÀ APPLICATA

I dati osservabili sono artefatti digitali (come log, chiamate Api, trasferimenti e download di file, tempi di permanenza, eccetera) creati da qualsiasi tipo di azione dell’utente. L’osservabilità applicata dà riscontro a questi artefatti con un approccio altamente orchestrato e integrato, e così facendo può velocizzare le decisioni. “L’osservabilità applicata permette alle aziende di sfruttare i propri artefatti di dati per ottenere vantaggi competitivi”, ha spiegato Karamouzis. “Se pianificata strategicamente e realizzata nel modo giusto, l’osservabilità applicata è la più potente fonte di decisioni basate sui dati”.

7. LA GESTIONE DI FIDUCIA, RISCHIO E SICUREZZA DELL’AI

Molte aziende non sono in grado di gestire i rischi dell’intelligenza artificiale. Uno studio di Gartner condotto su aziende statunitensi, britanniche e tedesche ha mostrato che il 41% di esse ha subito una violazione di privacy o un incidente di sicurezza legato all’AI. Dallo stesso studio risulta anche che sapere gestire attivamente i rischi, la privacy e la sicurezza dell’intelligenza artificiale permette di ottenere migliori risultati nei progetti di AI in corso, e inoltre aiuta a passare dalla fase di proof-ofconcept alla produzione. Per il trust, risk and security management dell’intelligenza artificiale è necessario poter garantire modelli di AI affidabili e sicuri per persone e dati. Inoltre è necessario che diversi dipartimenti aziendali lavorino insieme per adottare le nuove misure.

8. LE PIATTAFORME CLOUD INDUSTRIALI

Le piattaforme cloud industriali offrono una combinazione di Software as-a-Service (SaaS), Platform as-a-Service (PaaS) e

Infrastructure as-a-Service (IaaS), con un approccio modulare, e possono rispondere a specifiche necessità di diversi settori e casi d’uso. Le aziende possono usare i diversi “mattoni” della piattaforma per comporre e personalizzare la propria soluzione, con notevoli vantaggi di agilità e time-to-market rispetto a metodi che non prevedono il cloud. Gartner prevede che entro il 2027 più del 50% delle aziende userà le piattaforme cloud industriali per velocizzare le proprie iniziative.

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