Speciale "in Città" - L'ARPA ferma Tommaso

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Numero speciale distribuito tramite

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L'ARPA FERMA TOMMASO


Cari lettori e cittadini, Il nostro mensile, da sempre e con solerte puntualità, scruta gli eventi e ogni circostanza di rilievo che di fatto riverberano, anche solo incidentalmente, riflessi di ordine sociale, economico e politico sul nostro modo di essere comunità civile nel contesto contemporaneo della storia della nostra cittadina. Questo, da oltre un decennio, è il nostro intento nel fare un giornalismo che vuol cogliere ogni aspetto dell’universo cittadino per compaginare un servizio di comunicazione, per chi ci legge, il più aperto possibile e al tempo stesso impegnato da un senso critico e riflessivo sugli accadimenti che hanno a riguardare la società locale. Da questo tipo di lavoro non sono escluse le scelte gestionali e gli obiettivi di indirizzo delle pubbliche Amministrazioni che ci governano e che si sono avvicendate in questo lungo trascorso politico. E con tutte le propaggini dell’apparato del potere politico ed amministrativo, di volta in volta insediato al palazzo di città, abbiamo operato diretti confronti e formali interlocuzioni, pure serrate in diverse occasioni, quando abbiamo intravisto proiezioni di attività e di azioni pubbliche mirate, non certo corrispondenti all’interesse comune. E questo è proprio il caso che abbiamo definito “VICENDA DISCARICA” che, in questo ultimo frangente, ha suscitato un allarme generale nella gente, tanto da indurre enti associativi e gruppi d’opinione e nuclei politici a costituirsi in un improvvisato movimento cittadino, mosso a confliggere la decisione del Sindaco Depalma di rendere nuo-


vamente attive per lo stoccaggio dei rifiuti le antiche discariche dei lotti I, II e III di San Pietro Pago. Nello specifico, di questo angosciante argomento, il mensile ha avuto modo di occuparsi ripetutamente, producendo una serie di articoli che hanno dato corpo ad un copioso processo informativo per aver posto sotto continua osservazione tutte le procedure amministrative degli organi pubblici che gestiscono il servizio rifiuti. Detti articoli hanno fatto nel tempo il reso conto di tutte le azioni amministrative che hanno portato alla regolarizzazione e allo sviluppo dell’intera area della discarica ed, ancora, hanno illustrato come si sia potuto addivenire al forzato stoccaggio dei rifiuti in quel sito, oltre ogni limite tecnico imposto dalle approvazioni delle competenti Autorità di vigilanza regionali e statali. La Redazione del giornale ha ritenuto assemblare quegli articoli, inchieste, speciali interviste prodotte nel corso di questi anni passati a decorrere dal novembre 2009 (data della copertina, nostra foto d'archivio). L'occasione della convocazione del Consiglio Comunale monotematico del 9 gennaio 2015, che ha visto una larga partecipazione popolare, è stato il motivo per fare il punto di questa complessa situazione che, al momento ha visto la stessa Assise municipale a chiedere al Sindaco il ritiro della sua contestata Ordinanza. Buona lettura.

Il Direttore


L'ARPA FERMA TOMMASO

Significativo è stato l’evolversi del Consiglio Comunale tenutosi Venerdì 9 gennaio presso l'Auditorium don Tonino Bello, nel corso del quale si è a lungo dibattuto il contenuto dell’Ordinanza Sindacale di riapertura dei vecchi lotti della discarica di san Pietro Pago. Inaspettatamente il funzionario delegato dell'Arpa è intervento nell’acceso dibattito anticipando le risultanze di un documento, indirizzato al Comune di Giovinazzo, che preannunciava la sospensione del precedente parere positivo interlocutorio fornito nel corso della Conferenza di Servizio del giorno 4 novembre scorso, convocata dal Sindaco. Quella dichiarazione ha posto l’Assise comunale nelle condizioni di formulare all’unanimità la delibera di richiesta di revoca dell’ordinanza emessa da Depalma. Sarebbe stata necessaria, dunque, l’azione di mobilitazione popolare, organizzata allo scopo, per far retrocedere il Sindaco da quel suo tanto discusso intendimento?





ARPA PUGLIA - Unica AOO - 0168/0028/0003 - Protocollo 0000710 - 168 - del 09/01/2015 - SDBA

Codice Doc: 58-03-36-48-F5-0D-06-9F-70-9D-2C-93-E0-41-B8-64-04-37-72-1C


ARPA PUGLIA - Unica AOO - 0168/0028/0003 - Protocollo 0000710 - 168 - del 09/01/2015 - SDBA

Codice Doc: 58-03-36-48-F5-0D-06-9F-70-9D-2C-93-E0-41-B8-64-04-37-72-1C


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4 N. 10 - Ottobre 2009

Politica

La storia infinita delle discariche di

N. 10/2009 – Ottobre – Pagina 4

di Giuseppe Maldarella

Quando i detti popolani si credeva avessero un nesso di verità sia che si riferissero a persone che a vicende sociali, ce n’era uno molto espressivo riguardo a chi maneggia le leve del comando: “La pratica del potere ispessisce le cotenne”.

Pare sia proprio così, se considero quale sia l’atteggiamento ambiguo degli attuali amministratori della città, riguardo a ciò che si va profilando nell’agro di San Pietro Pago, scelto ormai per essere un consistente polo dell’industria dello smaltimento di rifiuti solidi urbani. Questi giorni è tornato nuovamente, d’improvviso, alla ribalta l’annosa questione dell’esercizio delle discariche dei rifiuti presso i siti di quelle che furono antiche cave d’estrazione della pietra locale in contrada “San Pietro Pago”. Ne fanno accenno mass media sia su carta stampata che on line, riportando anche qualche inconcludente comunicato di partito politico. Le scarne notizie fornite, però, non suscitano più di tanto l’attenzione dell’opinione pubblica locale, forse anche a motivo della non sempre completa comprensione che si ha dei molteplici e contraddittori aspetti della complessa e contorta vicenda ed ancor più per il silenzio che aleggia sulle immancabili incidenze che la faccenda riverbera, nel presente storico, a livello di impatto ambientale e di possibile inquinamento atmosferico. A sentire qualcuno addentro agli affari del palazzo e per quanto riportano gli stessi informatori di circostanza, sembra che l’intrigo delle discariche a riempimento delle cave e l’asservimento dei terreni del circondario al trattamento dei rifiuti, incomba sulla città come una specie di irresistibile disgrazia che si è abbattuta, cui non si sia potuto far niente per evitarla, o per lo meno, per attenuarne le conseguenti accidentalità. Su questo punto è bene fare chiarezza e puntare a circoscrivere causalità e responsabilità dell’orrendo scenario di quella contrada storica, che reputo ormai essere una piaga insanabile per la comunità

giovinazzese. Il tanto discusso problema delle cave di San Pietro Pago, all’origine, arbitrariamente occupate, ad iniziativa di privati speculatori, per lo scarico di rifiuti, ha visto fino agli inizi di questo terzo millennio una ferma e convinta presa di posizione degli amministratori comunali, non esclusi i commissari straordinari succedutisi ad inoltrata primavera del 2002, decisi a contrastare le scelte delle autorità provinciali a proseguire l’ accumulo e lo stoccaggio di rifiuti urbani in quel sito, allora gestito dalla SPEM s.p.a., proprietaria delle rispettive aree. Le ragioni di tale avversione alla Provincia di Bari erano originate dalla constatazione dell’esaurirsi delle volumetrie di riempimento delle cave medesime. Peraltro, il comune di Giovinazzo, in forza di tali elementi causali, aveva persino azionato ricorsi amministrativi portati fin davanti al giudizio del Consiglio di Stato per far cessare l’ulteriore utilizzo delle cave da parte della SPEM su autorizzazione dalla Provincia di Bari, allora competente per la materia. Tale lo stato delle cose all’ingresso di Natalicchio a sindaco della città, a seguito delle elezioni del 2002. Sorretto, allora, da una maggioranza incerta di Centro-sinistra, Natalicchio, in modo del tutto sconsiderato, induce l’Amministrazione civica ad una inversione di tendenza a quelle che erano state le determinazioni, precedentemente assunte dal Comune, di contrastare il procrastinarsi dell’utilizzo delle cave di San Pietro Pago per l’abbancamento dei rifiuti urbani. Netta, infatti, appare la decisione consiliare espressa nella seduta del 23 ottobre 2002, appena dopo qualche mese dall’insediamento a sindaco di Natalicchio, con cui, dietro il titolo di emergenza rifiuti,

traccia un nuovo corso strategico per lo sviluppo del processo gestionale delle discariche giovinazzesi. Di fatto si conferma la prosecuzione su quel sito del conferimento dei rifiuti urbani provenienti dai comuni dell’area territoriale provinciale cui è aggregata Giovinazzo. E, in vista di questa diversa prospettiva politica, contestualmente, il Consiglio comunale approva di addivenire ad un compromesso extragiudiziale con la SPEM s.p.a. per chiudere ogni vertenza in atto, compreso il ricorso davanti al Consiglio di Stato e, quindi, accordarsi con la stessa impresa per trasformare le sue attività in pubblico servizio sotto la titolarità dello stesso Comune. L’operazione va poi ad esplicitarsi nella acquisizione gratuita della proprietà dei terreni delle cave da parte del Comune che, al tempo stesso, provvede a concedere alla SPEM l’esecuzione delle lavorazioni di smaltimento dei rifiuti nell’ambito della area comprensoriale di BA/2. Tale nuovo piano politico si rende attuabile con il decisivo apporto del consigliere Magarelli, ancora esponente di opposizione del Centro-destra, il cui voto favorevole assicura l’approvazione a maggioranza del citato provvedimento deliberativo (delibera n. 20 del 23/10/2002), preludio di una indissolubile alleanza con Natalicchio fino a transitare nelle file del Centro-sinistra. In poche parole, il Comune con la negoziazione condotta con la SPEM, che gli trasferisce la proprietà dei terreni su cui insistono le cave, da soggetto oppositore ad ogni azione di prosecuzione delle attività delle discariche ne diviene il titolare diretto delle stesse e, conferendo a dette lavorazioni la natura di pubblico servizio, ne affida l’esercizio a trattativa privata sempre alla SPEM, alla cui operatività subentra la s.p.a. DANECO. In

termini concreti la concessione, formalizzata con atto di appalto privato ha a riguardare due filoni di attività: nella fase transitoria, il deposito dei rifiuti sui lotti I, II, III e IV per i quali era stata chiesta l’elevazione dei livelli di abbancamento per aumentarne le volumetrie di accumulo degli stessi e, a regime, l’installazione di un impianto di selezione e di biostabilizzazione con annessa discarica identificata come lotto V, per il trattamento dei conferimenti dei comuni costituenti la Autorità di bacino BA/2. Il processo messo in atto incontra, però, subito insuperabili intralci legali a motivo di una impugnativa, mossa da una società concorrente, circa la illegittimità dell’appalto affidato dal Comune alla DANECO. La controversia, a distanza di qualche anno, si conclude con l’annullamento della concessione del Comune, relativamente alla parte della costruzione ed esercizio dell’impianto di biostabilizzazione con annessa discarica del V lotto a supporto (per intenderci le lavorazioni a regime). Infatti, a fronte di una


5 Politica

N. 10 - Ottobre 2009

sentenza che lo vede soccombente, il Comune ritratta la concessione restituendo la proprietà dei terreni alla DANECO e ne revoca l’appalto del servizio affidatole a “regime” per la costruzione e gestione dello impianto di biostabilizzazione e, poi, ritenendo detto servizio sempre a titolarità pubblica, bandisce nell’autunno 2006 una gara aperta per ricercare un operatore di settore che progetti ed installi l’impianto di biostabilizzazione con annessa discarica, già oggetto di affidamento alla DANECO. Cosa è accaduto in tutto questo tempo dalla indizione della gara pubblica nell’autunno 2006 all’esplodere della emergenza rifiuti nel comprensorio del Bacino BA/2 di cui si parla negli ultimi giorni? Per un verso la DANECO s.p.a. ha continuato a lavorare i rifiuti dei comuni di Bacino portando a saturazione le ulteriori volumetrie in elevazione dei livelli dei lotti I, II, III e IV tanto da lanciare l’allarme che nel giro di qualche settimana non sarà più possibile eseguire altri conferimen-

ti nelle discariche giovinazzesi. Sul fronte, invece, della costruzione e gestione dell’impianto di selezione e di biostabilizzazione con annessa discarica del lotto V, oggetto del bando di gara pubblica, dopo una serie di traversie per gli immancabili gravami giudiziari, indice di forti interessi intorno all’”universo” rifiuti, si è addivenuti, sempre da parte del Comune, a riconoscere l’aggiudicazione del servizio. Sicché, come era prevedibile, la costruzione e gestione dell’impianto con la discarica di sussidio lotto V se l’è aggiudicata la DANECO cui è subentrata, per effetto di cessione del ramo di azienda dello stesso gruppo, la DANECO IMPIANTI s.r.l.. Gli esiti di questa partita per la realizzazione del centro industriale di biostabilizzazione assegnato alla DANECO IMPIANTI è possibile rilevarli solo dal deliberato n. 33 del Consiglio comunale, tenutosi il 29 luglio scorso. Il provvedimento, articolato in tutti i passaggi procedurali a partire dall’avvio del bando di gara pubblica aperta, introdotta con la determina n. 799 del 10

novembre 2006 del Sevizio Urbanistica comunale, è estremamente significativo perché, non solo sintetizza il non agevole quadro procedimentale di assegnazione dell’appalto alla DANECO IMPIANTI, ma, oltremodo, ne ratifica ogni fase amministrativa compiuta dall’apparato municipale. Contestualmente il dispositivo annuncia l’approvazione del progetto esecutivo del costruendo complesso industriale e, quindi, preordina con l’assenso della assemblea consiliare il conseguimento, in adesione alle leggi in vigore, della modifica degli strumenti urbanistici relativamente all’area di insediamento dello stabilimento nell’agro di San Pietro Pago, come pure l’esecuzione degli atti espropriativi dei terreni agricoli privati interessati da quell’insediamento industriale che, a regime, cioè in via sistematica e continuativa, sarà impegnato a smaltire i rifiuti urbani. Sta di fatto che mentre il Comune segna con detto deliberato del luglio scorso la sorte di Giovinazzo come definitiva sede industriale per la selezione e il trattamento dei rifiuti del Bacino BA/2 con l’entrata in esercizio del complesso di biostabilizzazione, l’urgenza estrema a scongiurare una ennesima emergenza rifiuti in questo comprensorio provinciale sembrerebbe gli imponga di continuare l’attività di discarica, sfruttando il lotto V, programmato, invece, a sussidio della centrale di biostabilizzazione o, magari, occupando altri terreni in adiacenza alle stesse discariche in esaurimento. Il passo, dunque, è breve! Ecco esposto il destino riservato a Giovinazzo. Sarebbe questo il risultato del proclamo tanto reclamizzato da Natalicchio nei suoi comunicati ai cittadini all’inizio del suo mandato “Costruiremo la città che vogliamo. La costruiremo insieme”. Non è forse questa materia per un pubblico dibattito perché i cittadini possano

coscientemente prendere consapevolezza del rischio che la località San Pietro Pago, nel nostro territorio, possa trasformarsi a regime come l’unico sito per l’abbancamento di rifiuti urbani comuni provenienti dalle altre città del Bacino BA/2? Ancora una volta, come nell’autunno del 2002, quando si adottò la delibera consiliare n. 20 del 23 ottobre, si è pronti a fare scelte, decisive per le condizioni ambientali del territorio, all’insaputa dei cittadini. La stessa deliberazione consiliare dello scorso 29 luglio è un provvedimento taciuto, avvolto in una sorta di informale secretazione, cui lo stesso Presidente dell’assemblea civica contribuisce oscurando l’intero corpo della delibera n. 33/2009, riportata solo come citazione sul sito del Comune, alla stregua di qualche altro estremo provvedimento di contabilità comunale. I consiglieri comunali che hanno fatto proprio il testo della delibera, adottata nella seduta del 29 luglio, come possono credere di aver corrisposto con responsabilità al loro mandato elettivo, limitandosi a formulare semplicisticamente un voto, ripetendo l’auspicio della Commissione Urbanistica e Ambiente del 27 luglio 2009, che non si abbia ad ampliare le discariche di san Pietro Pago cominciando con il riempimento del lotto V? Il loro, un gemito invocante! Ma non era nelle loro facoltà condizionare la ratifica di quell’appalto alla DANECO IMPIANTI all’assoluto divieto a conferire ulteriormente sul sito di San Pietro Pago rifiuti non selezionati del Bacino BA/2, evitando così che lo stesso non abbia a funzionare a regime anche come area di ordinaria discarica aumentandone le attuali capacità di ricezione col vincolo di altri terreni?

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rifiuti nell’agro di San Pietro Pago


Speciale

4 N. 11 - Novembre 2009

testo di Giuseppe Maldarella

foto di Nicola Marinelli

Attualità

U

GIOVINAZZO CENTRO INDUSTRIAL

na sistematica situazione emergenziale e una continua crisi riguardo alle capacità di smaltimento dei rifiuti urbani del capoluogo barese come dei territori comunali aggregati alla circoscrizione consortile, titolata ATO BA/2, hanno fatto di Giovinazzo il polo più esteso per le attività di discarica oltre che per le lavorazioni dei rifiuti stessi nell’erigendo impianto di trattamento, presso la contrada San Pietro Pago.

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La causale “emergenza rifiuti” fu addotta da Natalicchio nel lontano ottobre del 2002, quando, accordandosi con la SPEM s.p.a., proprietaria delle cave utilizzate come discarica, al fine di consentire la prosecuzione del conferimento dei rifiuti in quel sito ormai in via di esaurimento, ebbe a preordinare un piano per l’esercizio di quelle attività come servizio pubblico. Detta operazione consentì la regolarizzazione funzionale di tutta l’area e la legittimazione di quella impresa concessionaria, cui venne affidata la continuazione dell’abbancamento dei rifiuti nei lotti I, II e III, di cui fu autorizzato il sopralzo dei livelli di accumulo, e la costruzione e gestione del centro di selezione e di biostabilizzazione da realizzarsi, allora, sul IV lotto con annessa discarica di soccorso. Le stesse motivazioni ricorrono al presente, a distanza di diversi anni, per avviare la costituzione di una ulteriore discarica, definita come lotto VI, per una volumetria di circa 223,500 metri cubi di ab-

bancamento sul livello di superficie dei terreni da espropriare allo scopo. Nei trascorsi mesi estivi il consesso comunale si è dovuto occupare di questi affari che hanno portato Giovinazzo ad assurgere a località più consona e più conveniente economicamente e anche dal punto di vista ambientale, per essersi ivi consolidate le attività di trattamento rifiuti, come centro industriale di tale settore. Tanto si ricava da alcune significative ed esplicite scelte assunte dalla maggioranza consiliare con corposi provvedimenti deliberativi di accoglimento e conferma dei dispositivi pianificatori delle Autorità regionali, provinciali e di Bacino BA/2: • Il 29 luglio il Consesso civico approva in via definitiva il progetto tecnico e l’affidamento dell’appalto della costruzione e della gestione dell’impianto di biostabilizzazione con annessa discarica di soccorso, da ricavarsi, ora, su terreni di privati, identificata come lotto V, a favore della DANECO IMPIANTI s.r.l.,

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gia esercente i lotti di discarica I, II, III e IV, ormai colmi oltre i limiti dei livelli di profilo di abbancamento ripetutamente sopraelevati. • Contestualmente nei mesi scorsi, per effetto della saturazione delle capacità di accumulo nelle discariche di Giovinazzo e di altri siti cui vengono conferiti i rifiuti dei comuni del consorzio BA/2 di cui fa parte Giovinazzo, si è concordato considerare la località di San Pietro Pago come unica sede per insediare una altra discarica, artatamente definita di servizio transitorio, il VI lotto. • Conseguentemente il 24 settembre scorso, ancora, la maggioranza consiliare di Centro-sinistra delibera di autorizzare l’insediamento di tale nuovo VI lotto di discarica e, quindi di approvare il relativo progetto per l’ abbancamento dei rifiuti a livello di superficie dei suoli su un’area di ben 46.000 mq. di terreno agricolo in contrada San Pietro Pago. E sempre, per convenienza ed opportunità di unità di gestione, tanto la redazione progettuale che la realizzazione e l’esercizio della nuova discarica viene affidata senza gara alla DA-

NECO IMPINTI s.r.l.. Queste le vicissitudini che conferiscono ormai all’agro di San Pietro Pago una decisa vocazione industriale, per l’insediarsi di complessi impianti di trattamento, di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti urbani per tutta l’ATO BA/2. Cosa ci consta annotare riguardo a una realtà che prende a svilupparsi vertiginosamente a Giovinazzo senza alcuna previsionale programmazione territoriale dei vigenti strumenti urbanistici? Una prima valutazione non può che essere di ordine politico in riferimento tanto a Natalicchio che al gruppo di maggioranza che ha convenuto ed avallato la decisione di espandere le discariche di Giovinazzo con un altro sito di stoccaggio per oltre 223,000 metri cubi in superficie su un’area di circa 46.000 mq. Natalicchio in uno dei suoi comunicati, nel marzo del 2005, quando ancora affermava che avrebbe costruito la città insieme ai cittadini, assicurava che con il compromesso raggiunto con la SPEM s.p.a. per la chiusura di ogni contenzioso e l’intesa per l’af-


Discarica

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E PER L’IMPRENDITORIA DEI RIFIUTI ed esclusivamente sugli immobili di cui alla trattativa intercorsa tra le parti in causa. Cioè su quegli stessi suoli che, appunto, vennero trasferiti alla proprietà del Comune, di seguito poi retrocessi alla società cedente dopo le decisioni avverse della magistratura amministrativa. Apparirebbe, dunque, evidente che la preordinazione di altro procedimento progettuale per la nuova discarica del VI lotto su terreni distinti da quelli specificati nella convezione del 2003 ed il conseguente esercizio della stessa non possano ravvisarsi come operazione aggiuntiva (art. 7 della Convenzione) alle concessioni di operatività di discarica concernenti i lotti I, II, III e IV. Come tale, non giustificabile sarebbe l’affidamento diretto alla DANECO IMPIANTI; s.r.l.. Esplicito tra l’altro appare il contenuto dell’art. 4 della surrichiamata convenzione che, nel definire la durata del negozio, ne segna il limite temporale della gestione del servizio al “termine di smaltimento dei volumi abbancabili, di chiusura e di post esercizio della discarica”. Ed ancora, come specificato dal penultimo comma dell’art. 8 dello stesso strumento notarile, le opere aggiuntive o le ulteriori attività di esercizio hanno a riferirsi puntual-

mente al “progetto approvato”, nella specie, solo a quello di assetto impiantistico del I, II e III lotto della discarica SPEM s.p.a. di cui ai decreti n. 215 e 216 del 1 agosto 2003 del Commissario straordinario per l’emergenza ambientale in Puglia, il cui esercizio, da ultimo, ha avuto completamento con interventi aggiuntivi di sopralzo, dietro Ordinanza del Presidente della Provincia n. 4 del 1 agosto 2008. Né sarebbe possibile addivenire ad altra interpretazione, a meno che non si abbia a convenire che all’epoca della trattativa il Comune e la stessa SPEM s.p.a. avessero già in previsione l’apertura di ulteriori impianti di abbancamento al di fuori dei terreni oggetto specifico del patto negoziale, tipo quello di cui al procedimento tecnico-progettuale ed amministrativo conclusosi con l’approvazione della discarica nuova del VI lotto da parte del Consorzio ATO BA/2 con sua apposita delibera n. 10 del 7 luglio 2009. Ma questa eventualità non traspare in alcun modo da quel documento notarile. Certamente, il ricorso all’art. 7 della convenzione, combinato al richiamo di un equivoco concetto di provvisorietà nello smaltimento di rifiuti, se per un verso fa rientrare l’allarme per la carenza di siti ade-

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fidamento alla stessa dell’esercizio dell’impianto di biostabilizzazione, avrebbe evitato ogni proposta di nuovi siti e di nuove volumetrie di discarica. Al contrario l’agro di San Pietro Pago è destinato ad essere un sito di discariche in continua espansione. Il gruppo consiliare di maggioranza nella seduta del 29 luglio, allorquando approvava il progetto dello impianto di biostabilizzazione con annessa discarica di servizio e di soccorso - V lotto -, validandone anche l’aggiudicazione dell’esercizio alla DANECO IMPIANTI s.r.l., vincitrice della gara di appalto indetta dal Comune sin dal novembre 2006, scongiurando che non si ampliassero le discariche locali, si augurava che il V lotto, contemplato nel progetto, rimanesse esclusivamente a servizio dell’impianto di biostabilizzazione. Quei consiglieri erano forse all’oscuro che era stato approntato e condiviso dall’ATO BA/2 e dagli organi tecnici regionali e provinciali, mediante procedure pubbliche, un ulteriore progetto per l’ insediamento di un altro impianto di discarica, il

VI lotto, definito capziosamente di servizio transitorio? Di fatto, lo stesso Comune di Giovinazzo, già nel mese di dicembre 2008, aveva investito la DANECO IMPIANTI s.r.l. di predisporre un nuovo progetto per la realizzazione del VI lotto di discarica su suoli adiacenti ai suoi impianti per il conferimento dei rifiuti provenienti dai Comuni del Bacino BA/2. Una seconda obiezione è di natura giuridica riguardo al fatto che la prosecuzione delle attività di abbancamento dei rifiuti in località San Pietro Pago, in via transitoria, mediante la costituzione di altra nuova discarica, sia stata affidata direttamente alla DANECO IMPIANTI s.r.l., in forza dell’art 7 della discussa convenzione stipulata dal Comune di Giovinazzo con la SPEM s.p.a., in data 26 settembre 2003 con rogito del notaio Maria Teresa Guerra, repertoriato al n. 603787. Detto negozio, di natura reale, avendo ad oggetto determinati terreni agricoli, specificatamente identificati in atto e caratterizzati in gran parte da cave colmate di rifiuti, denominati come lotti I, II e III, ed il IV, destinato allo insediamento dello impianto di biostabilizzazione e, quindi, le autorizzazioni concessorie di esercizio e di trattamento dei rifiuti, non poteva che avere a riferimento solo ed esclusivamente gli impianti insistenti sui suddetti immobili. Detti terreni, per la circostanza, erano stati regolarizzati nella loro attuale destinazione d’uso e ricevuto sanatoria per ogni costruzione ivi edificata senza permesso comunale. Dunque, le attività accessorie e aggiuntive, finalizzate al trattamento dei rifiuti, di cui si fa richiamo all’art. 7 della citata convenzione, non possono che avere ad esplicitarsi solo


6 Attualità

guati per stoccare le quantità di rifiuti che si producono nel comprensorio ATO BA/2, consentendo la tempestiva costituzione di altra discarica di notevole volumetria di abbancamento, dall’altro evidenzia il rischio del protrarsi di uno stato di emergenza, dovuto in gran parte alla mancata attuazione di un piano di raccolta selezionata di rifiuti all’origine del processo. Per quello che ci riguarda poi, un tale escamotage che fa perno sull’art. 7 della convenzione del 2003 espone il nostro territorio a un grosso pericolo, quello di successive espansioni delle discariche, favorito proprio dal fatto che la progettazione e l’esercizio degli impianti possano essere affidati senza alcuna gara alla DANECO IMPIANTI s.r.l.. Sarà per questo che, anche ora, la società concessionaria, qualche giorno prima della seduta del consiglio del 24 settembre scorso, si è offerta a concorrere una

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I

tantum a finanziare, mediante sponsorizzazioni, iniziative della Amministrazione civica. Sulla questione, infine, non può essere trascurata un ultima osservazione inerente la salvaguardia del territorio comunale e la tutela ambientale. Il caso delle discariche di San Pietro Pago è un chiaro fenomeno di reale e concreta alterazione degli indirizzi programmatori contenuti negli strumenti urbanistici. Infatti, le discariche di rifiuti, insorte inizialmente in modo abusivo contro ogni preventiva programmazione di piano e senza controllo tecnico, con il riempimento di antiche cave di estrazione di pietre, da tempo abbandonate, hanno avuto una progressiva regolarizzazione e, quindi, copertura autorizzativa e sanatoria edilizia quando, per necessità di ulteriori attività di smaltimento, si dovettero conseguire i permessi necessa-

ri a sopraelevare l’abbancamento dei rifiuti oltre le superficie dei terreni. E tanto fu possibile proprio con il patto tra il Comune e la SPEM s.p.a. che ebbe a definire gli impianti di discarica e il loro esercizio come servizio pubblico, acquisendo la titolarità degli immobili medesimi alla proprietà comunale. Terreni agricoli di fatto cambiarono destinazione d’uso. Parimenti è successo negli ultimi giorni con le approvazioni del progetto dell’impianto di biostabilizzazione e discarica di soccorso - lotto V - ed ancora con il progetto costruttivo di altro impianto di discarica costituente il lotto VI. Infatti, i provvedimenti consiliari del 29 luglio e del 24 settembre, sopra indicati, contengono nel loro dispositivo anche le relative determinazioni di variazione degli strumenti urbanistici per i suoli interessati dalle opere in realizzazione e quindi la dichiarazione di

DIFFERENZIAMOCI

Speciale

pubblica utilità, urgenza ed indifferibilità ai fini degli espropri dei terreni medesimi. Le risultanze di tali decisioni tendono a conseguire una consistente variazione del Piano Regolatore Generale per cui una vastissima maglia territoriale viene modificare la sua originaria qualificazione per essere asservita agli insediamenti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti urbani. Al tempo stesso, una configurazione tutta particolare andrà a caratterizzare il contesto ambientale di quell’ambito territoriale cui continueranno ad elevarsi montagne di rifiuti. Ma questi tipi di insediamento non dovevano essere allocati in siti adeguati in zone già preordinate ed infrastruturate come aree industriali? Nel caso di San Pietro Pago il costo di infrastrutturazione esterna di questo complesso industriale rimane a carico della socialità?

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l problema dei rifiuti è direttamente legato al progresso di un popolo e lo smaltimento degli stessi ha bisogno di soluzioni valide se si vogliono ridurre i rischi di trasformare il nostro territorio in un’enorme pattumiera. La principale novità della legislazione attuale è la gestione dei rifiuti che non è più incentrata sullo smaltimento, ma su un ciclo integrato di cui questo costituisce la fase finale. Per attuarlo però c’è bisogno della responsabilizzazione di tutti attraverso la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti e del loro recupero per contenere il ricorso alle forme di smaltimento tradizionali. Abbiamo pensato di tracciare un ciclo dei rifiuti considerando una raccolta differenziata del 60% che produce solo il 26% dei residui totali da smaltire in discarica.


San Pietro Pago e la politica dei rifiuti. Quando finirà l’emergenza?

L a delibera del consiglio comunale del 24 settembre che prevede l’ampliamento

della discarica di Giovinazzo con la costruzione del VI lotto, ha riacceso gli animi in una cittadina spesso assopita e imprigionata in un clichè generalmente privo di carattere. Molti di noi hanno convissuto da sempre con la discarica e ogni intervento sulla nostra geenna è spesso scivolato nella nostra indifferenza e nel nostro vivere quotidiano. Eppure è una storia lunga e molti attori vecchi e nuovi, scambiandosi i ruoli, si sono succeduti come in un fortunato spettacolo teatrale replicato per anni in un teatro ormai vecchio e stantio. Non vogliamo rifare la storia della discarica, ma riportare notizie ed informazioni a disposizione in tutti i siti istituzionali spesso visitati con troppa indifferenza. Nel rapporto ambientale allegato al P.U.G. del nostro Comune scopriamo che la discarica è organizzata e gestita in lotti funzionali (I, II, III, IV) in un’area interessata in passato da estrazioni di pietra calcarea ed in particolare che i primi tre lotti sono stati utilizzati dal 1989 al 1996. Il IV lotto è stato usato dal giugno 2000 al giugno 2002 ed il I lotto ha assorbito rifiuti tal quale dal 20/12/2002 al 18/01/2003. L’impianto si trova a circa 4 Km dalla città di Giovinazzo ed è classificato come discarica controllata di prima categoria per rifiuti non pericolosi. In materia di smaltimento dei rifiuti la normativa di riferimento è il D.L. 152 del 2006 (successivamente aggiornato) che ha modificato integralmente l’ impostazione precedente passando dal concetto di smaltimento a quello di gestione finalizzata al recupero del rifiuto. Esso ha abrogato il decreto Ronchi adeguando la normativa italiana alle indicazioni europee. Senza entrare nel complesso della normativa è utile sapere che lo smaltimento deve essere fatto in sicurezza e i rifiuti devono essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume potenziando le attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero. La legge prevede inoltre l’autosufficienza nello smaltimento in ambiti territoriali ottimali, il minor movimento dei rifiuti e le tecnologie più appropriate per la protezione dell’ambiente e della salute pubblica. Sono previste competenze specifiche per le regioni, le province ed i comuni. La prima legge regionale sullo smaltimento dei rifiuti risale al 1986, con un primo progetto di piano nel 1988 ed un’elaborazione definitiva nel 1993. Nel 1996 con la L.R. n. 13 viene ridefinito l’ambito d’ intervento dei comuni e vengono confermate le localizzazioni degli impianti

già individuate dalla precedente legge 17/93. Con altre leggi regionali, nel 2000, 2001 e 2007 sono definiti gli obiettivi e le attribuzioni degli enti locali e disposizioni in campo ambientale con alcune deleghe alle province. Nel 1994 è dichiarato lo stato d’emergenza ambientale nella regione Puglia e nel 1996 è assegnato al presidente della regione il compito di Commissario delegato. L’attività del Commissario si è sostanziata nell’approvazione del nuovo piano di gestione dei rifiuti attraverso una serie di decretazioni che si completano con il

piano regionale n. 296 del 30/09/2002 firmato dal Presidente Fitto che stabilisce la suddivisione provinciale in quattro ambiti territoriali ottimali (bacini d’utenza). Il bacino BA/2 si compone di 9 comuni (Bari, Binetto, Bitetto, Bitonto, Bitritto, Modugno, Giovinazzo, Palo del Colle, Sannicandro di Bari) e prevede una fase di transizione ed una a regime. FASE DI TRANSIZIONE • Discarica controllata: Giovinazzo, loc. S. Pietro Pago (in esercizio con possibilità d’ampliamento); Bitonto, loc. Torre d’Aggera (esaurita, con possibilità d’ampliamento temporaneo nelle more della realizzazione della soluzione a regime). • Impianto di compostaggio: Molfetta, utilizzazione dell’impianto a servizio del Bacino BA/1 (pubblico, in esercizio, in concessione).

GESTIONE A REGIME • Impianto complesso di titolarità pubblica costituito da Centro di selezione, biostabilizzazione e produzione CDR, con annessa discarica di servizio/soccorso: Giovinazzo, loc. S. Pietro Pago (da realizzare previa acquisizione dell’area alla titolarità pubblica). • Centro materiali racc. diff.: ASI Bari/Modugno (realizzato da parte del Consorzio Asi con fondi pubblici). • Impianto di compostaggio: Molfetta,

7 Attualità

utilizzazione dell’impianto a servizio del Bacino BA/1 (pubblico, in esercizio in concessione).

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Il cambio della guardia alla regione oltre alla fine dell’emergenza decretata dal presidente Vendola che si completa nel 2007, ci propone il piano 187/05 che aggiorna, completa e modifica il vecchio progetto. Gli obiettivi del piano sono la raccolta differenziata spinta con diminuzione del rifiuto, le operazioni di biostabilizzazione e la produzione di CDR. L’impostazione del piano precedente viene modificata cancellando gli impianti di termovalorizzazione di Trani, Bari e Brindisi già autorizzati, le discariche diventano pubbliche e il servizio viene svolto per mezzo di convenzioni fra i comuni e i vecchi proprietari degli impianti. In seguito la giunta regionale rivede il programma sui ter-

movalorizzatori prevedendone la realizzazione a Massafra, Modugno, Manfredonia, Borgo Mezzanone e Statte. A tutt’oggi l’unico funzionante è quello di Massafra mentre a Modugno la contestazione popolare e la Magistratura hanno chiuso ogni possibilità e gli altri sono ancora in fase d’ autorizzazione. Finalmente ad Aprile 2009 dopo un lungo iter procedurale di cinque anni viene approvata la bozza per il nuovo Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti che racchiude in sé tutte le raccomandazioni legislative nazionali e regionali. Il piano si compone di ben 492 pagine ed è reperibile sul sito della provincia. Il territorio provinciale è stato suddiviso in aree idonee e non idonee rispetto a tutti i parametri ambientali e storico-archeologici e prevede la dislocazione dei nuovi impianti in prossimità di quelli già esistenti per ottimizzare il processo industriale e minimizzare gli impatti sull’ambiente. Interessante può essere la lettura della parte relativa alla scelta della dislocazione degli impianti per capire e conoscere tutte le procedure previste dalla legge e lo studio con le valutazioni ambientali previste. Nel piano si parla ancora una volta di chiusura del ciclo dei rifiuti con aumento della raccolta differenziata, vengono fatte previsioni sull’aumento della popolazione e sulla produzione dei rifiuti con statisti-

di Girolamo Capurso

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Discarica Apriamo il cassonetto


Speciale

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Attualità

che per ognuno dei comuni della nostra provincia, viene considerata la prevalente composizione merceologica dei rifiuti per meglio definire le politiche di gestione della raccolta differenziata che passerà dal 12% attuale al 65% al 31/12/2015. In particolare si è pensato di concentrare lo sforzo di intercettazione sulla frazione umida presente nel rifiuto, che risulta preponderante rispetto alla frazione secca. Altro importante pilastro nella legislazione nazionale ripresa dai piani regionali e provinciali è il passaggio dall’attuale tassa (TARSU) ad una tariffa che tiene conto dei rifiuti realmente prodotti specifica per ogni ambito (TIA), oltre a sistemi d’ incentivazione per i comuni che raggiungono determinati obiettivi di raccolta ed un’ecotassa per i meno virtuosi. Ogni A.T.O. dovrebbe dotarsi di un piano d’ambito con la necessità di adottare forme di raccolta più spinte fino al porta a porta. Per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella nostra provincia è stato previsto un fabbisogno impiantistico a regime che nel nostro ambito è il seguente:

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Impianti esistenti e/o da realizzare: 1) Impianto di trattamento frazioni secche da R.D - Bari -Modugno - potenzialità 55 t/g 2) Impianto di biostabilizazione e selezione di Giovinazzo - potenzialità 300 t/g 3) Impianto di biostabilizazione e selezione di Bari - potenzialità 400 t/g 4) Discarica di servizio/soccorso di Giovinazzo - potenzialità 300.000 mc 5) Impianto di produzione di CDR di Bari - potenzialità 150 t/g

Fabbisogno impiantistico: 1) Impianto di compostaggio per 280 t/g . 2) Impianto di valorizzazione delle frazioni secche da R.D. per 228 t/g. L’istituzione della nuova provincia Bat ha creato alcune problematiche nuove rispetto ad una programmazione lunga e faticosa che, dopo anni di lavoro, ha definito finalmente ruoli, responsabilità e progetti. La nuova amministrazione provinciale vorrebbe l’istituzione di un unico ambito e ciò porterebbe ad ulteriori perdite di tempo con nuovi programmi e una fase di transizione eterna in continua emergenza che non gioverebbe certamente alla nostra comunità non interessata da modifiche territoriali. Il rischio che si potrebbe correre è quello di una crisi del sistema e di una deflagrazione simile a quella che abbiamo visto scoppiare in Campania. Oggi abbiamo bisogno solo di certezze e di attuazione dei piani già approvati.

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QUANTO CI COSTA SMALTIRE IN DISCARICA? a componente economica dello smaltimento finale dei rifiuti in discarica è importante per un’analisi completa sia in funzione delle tecnologie adottate che del trasporto. Nell’articolo relativo alla TARSU abbiamo considerato i costi preventivati nel marzo scorso rifacendoci ad una delibera di Consiglio. Ora invece analizziamo i costi reali e le operazioni effettuate nella discarica giovinazzese. Nella piattaforma transitoria di Giovinazzo sono conferiti i rifiuti del bacino BA/2 in parte come RSU tal quale ed in parte come rifiuto già selezionato negli impianti di Bari e Bitonto. Le tariffe praticate a Giovinazzo sono quelle approvate dall’ATO e sono le seguenti: • Selezione e biostabilizzazione di RSU tal quale 31,62 euro/tonn. + IVA; • Biostabilizzazione di rifiuti gia selezionati meccanicamente negli impianti di Bari e Bitonto 25,69 euro/tonn. + IVA. Dopo il trattamento presso la piattaforma transitoria di Giovinazzo (da cui si ottiene l’igienizzazione dei rifiuti trattati ed una diminuzione di peso pari a circa il 20%), non essendoci più capacità utile di discarica a Giovinazzo, per effetto delle ordinanze del Presidente della Provincia e del Commissario Delegato i rifiuti trattati sono destinati a Conversano( 81% circa) e Trani (19% circa) con i seguenti costi approvati dall’ATO BA/2. • Trasporto e smaltimento a Conversano: 53,50 euro/tonn. + IVA ed ecotassa (non è distinguibile tra smaltimento e trasporto); • Trasporto a Trani 11,00 euro/tonn. e smaltimento a Trani 44,66 euro/tonn. + IVA ed ecotassa. I costi complessivi per ogni tonnellata di rifiuti tal quale si possono calcolare in questo modo: 31,62 + ( 53,50 x 64,8%) + (55,66 x 15,2%) = 74,75 euro + IVA ed ecotassa. La tariffa prevista per il VI lotto come discarica di servizio transitorio in attesa dell’impianto a regime non è ancora stata approvata dall’ATO. Il piano tariffario proposto prevede per il trattamento e lo smaltimento del rifiuto tal quale 64,97 euro/tonn. + IVA ed ecotassa. di Girolamo Capurso

Particolare importanza nel ciclo dei rifiuti riveste il contributo che il cittadino è chiaLA TASSA SULLA SPAZZATURA

di Girolamo Capurso

mato a pagare al comune per coprire i costi del servizio. Il decreto Ronchi ha previsto un passaggio progressivo dalla TARSU, tassa rifiuti solidi urbani in TIA, tariffa d’igiene ambientale. La TARSU fu istituita con il decreto 507/93 che impose ai Comuni di commisurarla in base ai costi del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti prevedendo una percentuale di copertura delle spese. Le successive disposizioni per permettere il passaggio alla Tariffa hanno previsto un periodo di transizione che imponeva ai comuni la graduale copertura totale dei costi del servizio di gestione dei rifiuti in un periodo che per il nostro comune era previsto in sette anni prendendo a riferimento il grado di copertura dei costi del 1999 del 81,26%. Quindi l’obbligo della sostituzione della tassa con la tariffa dovrebbe decorrere dall’01/01/2010. Il governo centrale nelle leggi finanziarie degli anni scorsi ha previsto proroghe e dobbiamo considerare anche per il prossimo anno questa possibilità. Perno centrale della tassa o tariffa è la copertura integrale dei costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con la sola possibilità dei comuni di detrarre una percentuale per il costo dello spazzamento. Ma quanto costa alla nostra amministrazione comunale questo servizio? Leggendo la delibera di consiglio n 29 del 06/03/2009 il costo stimato complessivo del servizio per il 2009 sarà di 2.512.941,00 euro comprensivo delle spese del personale e dei costi di smaltimento oltre a tasse e tributi. Data la possibilità per il comune di detrarre il 5% per lo spazzamento, il costo stimato d’esercizio del servizio per il 2009 è di 2.387.293,95 euro. Considerando il gettito ordinario stimato della TARSU per il 2009 di 2.142.863,00 euro, il grado di copertura dei costi sarà con molta probabilità del 89,76%. Altre spese per il Comune, relative al trasporto dei rifiuti in altre discariche della provincia andranno ad incidere negativamente sulla somma preventivata. Il nostro auspicio è che si passi finalmente alla tariffa prevedendo nel frattempo un riordino generale del servizio con il prelievo domiciliare del rifiuto per poter aumentare la percentuale di raccolta differenziata che rimane l’unico sistema di riduzione dei rifiuti e nel lungo termine anche delle spese di gestione.


Natalicchio: la discarica controllata è una risorsa!

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l primo cittadino giovinazzese è chiaro sulla questione discarica che da diverso tempo occupa la scena politica del paese. Natlicchio senza mezzi termini afferma: «A Giovinazzo c’è un’emergenza ambientale che non è quella della discarica. La discarica di cui tanto si sta discutendo rappresenta per la città una risorsa e voglio che questo concetto venga recepito con chiarezza da tutti i cittadini. Sono le numerose cave dismesse, utilizzate come discariche abusive, la vera emergenza ambientale, non le discariche controllate!». Parte da qui la nostra lunga chiacchierata col sindaco, che mostra rammarico e amarezza per una questione che a suo parere non ha ragione di esistere. «Il 30 settembre – continua il sindaco – i primi 4 lotti della discarica si sono completamente riempiti con l’utilizzo di tutti i volumi possibili. L’ampliamento della discarica già esistente attraverso la realizzazione del sesto lotto è stata così un’esigenza improrogabile dettata anche da circostanze contingenti. Mi riferisco alla chiusura della discarica di Bitonto, per sequestro giudiziario, e l’insufficienza della discarica di Conversano, ormai inutilizzabile dopo l’emergenza dell’arrivo di rifiuti dalla città di Cavallino in provincia di Lecce. Che cosa fare allora? Una soluzione andava trovata e l’unica che è parsa più plausibile è stata quella di ampliare la discarica già esistente attraverso un “abbancamento” ossia ammassando rifiuti a piccoli lotti che andranno poi a creare il sesto lotto per intero». Al consigliere dell’opposizione Iannone che gli contesta di non tener conto di una vecchia delibera di consiglio che prevede la consultazione popolare prima della realizzazione di una nuova discarica il primo cittadino risponde ancora più chiaramente: «Che cosa facciamo un referendum per decidere se dovremo avere la busta per strada o no? Perché è di questo che stiamo parlando. E sono le stesse persone che si sono fatte belle per aver risolto il problema dei rifiuti a Napoli riaprendo le discariche di tal quale e forse non conoscono nemmeno la differenza tra rifiuto biostabilizzato e tal quale!». Un argomento, quello della discarica, che sembra ormai archiviato da parte di Natalicchio, che piuttosto coglie l’occasione per porre una questione a suo parere ben più importante. «La vera esigenza al momento è quella di accelerare il processo di chiusura del ciclo dei rifiuti anche attraverso la termovalorizzazione dei rifiuti con impianti idonei e moderni perché in questa situazione il rischio è di dover smaltire in discarica anche il CDR». Sempre per rimanere in tema, chiediamo al sindaco a che punto è l’amministrazione comunale con il progetto della raccolta differenziata, altro tasto dolente. Ricordiamo che la differenziazione dei rifiuti è alla base di un’ottimizzazione dello smaltimento degli stessi. «Siamo a buon punto, tra non molto finalmente potremo iniziare con il progetto che da tempo è in cantiere. Ciò che fondamentalmente ci frena ancora è il reperimento di risorse economiche. Parliamo comunque di cifre considerevoli, tra i 350 e i 500 mila euro necessari per avviare la raccolta dei rifiuti differenziati porta a porta. Tuttavia, siamo nella buona direzione».

Il Consigliere di opposizione Iannone: “Questione di discarica? Una vergogna che non ha bisogno di spiegazioni!” Attualità

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ono indignato per come è andata a risolversi l’emergenza discarica, non ci sono parole!». Inizia così l’intervista con il consigliere comunale dell’opposizione Ruggiero Iannone che fa chiarezza sulla posizione assunta dalla sua compagine in merito all’allargamento della discarica di Giovinazzo voluta dalla giunta comunale. «Natalicchio governa da sette anni e l’unica soluzione che è riuscito a trovare è stata quella dell’ampliamento? Possibile che l’unica strada da intraprendere era quella di aumentare l’ammasso di rifiuti a Giovinazzo a scapito dei cittadini? Non lo posso accettare! Su un bacino composto di 9 comuni l’unico paese che poteva essere penalizzato era il nostro? La verità è che non c’è mai stata una reale volontà in tal senso. La verità è che l’emergenza ambientale non è né di destra e né di sinistra, la mia non è una battaglia politica ma una battaglia dettata dalla diligenza del buon padre di famiglia che opera per il bene della propria città e per la salute dei cittadini. Siamo sicuri che il sindaco Natalicchio abbia operato in tale direzione? Ho dei seri dubbi». La discussione poi si accende ancor di più quando l’argomento si sposta sulle modalità di decisione dell’ampliamento della discarica attuate dalla maggioranza. «Ci si fa paladini della democrazia partecipata ma dov’è? Cos’è la democrazia partecipata? L’ampliamento della discarica era stato già pianificato e deciso a priori da novembre, portato poi in consiglio comunale a settembre quando i giochi erano già fatti. Perché non si è deciso insieme il da farsi? Perché non trovare di concerto delle soluzioni alternative? La verità è che non si sono voluti battere i pugni sul tavolo, si è subita passivamente l’emergenza accettando l’ampliamento di Giovinazzo e risolvendo senza troppa fatica il problema dell’intero bacino. E allora mi chiedo, pur volendo ingoiare a stento l’ampliamento della discarica, il Comune di Giovinazzo nell’accettare la soluzione quale potere e ruolo contrattuale ha avuto nella questione? Nessuno! I cittadini subiranno un’ingiustizia ambientale senza nemmeno usufruire di un ritorno economico, quale ad esempio una riduzione della tarsu. Mi sembra una cosa ai limiti dell’assurdità. Le discariche producono biogas che rappresentano una risorsa energetica di valore economico notevole, ma noi non ne usufruiamo. Per cui a conti fatti, una questione gestita malissimo e a totale discapito di noi giovinazzesi. E questo mi fa enormemente rabbia. Tuttavia non finisce qui, il nostro ruolo di opposizione, e sottolineo opposizione e non ostruzionismo, andrà avanti. Tra non molto avremo sulla questione discarica delle novità importanti. Uno scoop che non posso anticipare». E la raccolta differenziata? «Ah… questo è un altro discorso dai mille punti interrogativi. Attendiamo. Pare che il progetto stia per partire. Intanto viviamo in una situazione ai limiti della decenza: cassettoni vecchi, sporchi e insufficienti, per non parlare poi dell’emergenza estiva per nulla monitorata e controllata. Si potrebbe aprire un altro capitolo ma questa è un’altra storia!».

di Marilisa Sisto

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Discarica


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Speciale Diamo voce alle vostre opinioni...

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di Dario Verolino

e di Grazia Scioscia

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Attualità

Vox Populi, unico motore della democrazia

mpliamento della discarica si, ampliamento no: questo è il dilemma. Giovinazzo è ormai divisa in più fazioni: i favorevoli e gli sfavorevoli al provvedimento amministrativo, considerando anche coloro che sono indifferenti al problema stesso. È dunque necessario conoscere, attraverso un’inchiesta diretta su un piccolo campione di 20 individui scelti in maniera del tutto casuale, i vari pareri dell’opinione pubblica e, quindi, di come secondo la gente comune l’Amministrazione locale deve operare in materia. Ma da cosa è formata l’opinione pubblica? Sicuramente da pareri più o meno oggettivi della vox populi, basati su una più o meno congrua e sensata conoscenza dell’argomento trattato: opinioni che possono spaziare da conoscenze giuridiche, tecniche o amministrative, frutto di anni di studio o pratica in un determinato campo, ad opinioni che possono essere considerate “da bar”. Quel che è certo, è che in un paese democratico ogni singolo parere è meritevole d’ascolto in quanto voce del cittadino contribuente, e tutti i mass-media hanno il diritto-dovere di raccontarlo. Per problemi di spazio, però, alcuni commenti sono stati tagliati, ma non perché meno importanti rispetto ad altri, bensì perché accomunati dalla stessa opinione sul tema. Ecco alcune delle vostre considerazioni: ISA, casalinga, ritiene che sia inopportuno ampliare la discarica data la risaputa presenza di rifiuti chimici, quindi gravemente nocivi alla nostra salute. «Bisognerebbe smaltire quello che non va in modo alternativo, ma qui, a Giovinazzo, le cose si sa come iniziano ma non si sa come finiscono».

FRANCESCO, pensionato, è anche lui sfavorevole all’ampliamento, poiché «ovviamente, nessuno vorrebbe la discarica nel proprio paese». Però, se ben mantenuta, custodita e resa sicura, preservando il territorio e i cittadini in primis, il paese potrebbe anche accettare una simile situazione.

FRANCESCA, casalinga, pensa che non sia opportuno ampliare ancora di più la discarica a Giovinazzo, perché non abbiamo bisogno di ulteriore inquinamento. Di conseguenza è la salute che bisogna salvaguardare prima di tutto.

VITTORIO, insegnante, anche se sfavorevole all’ampliamento, afferma che se questa è l’unica soluzione trovata dalle istituzioni, non si può far altro che accettarla. Condanna comunque la poca informazione fatta in merito.

VITO, ferroviere, si chiede: «La discarica è stata già aperta, perché peggiorare ulteriormente la situazione?». Peccato che non trovi risposta alla sua domanda.

LAVINIA, assistente sociale, è fermamente convinta che non si deve ampliare la discarica di San Pietro Pago in quanto è sufficiente la ex-Ferriera a causare danni all’ambiente e alla salute della popolazione. Reputa inoltre necessaria una maggiore informazione sul tema.

PORZIA, casalinga, è colei che ha più da dire sulla faccenda: «Invece di ampliare la discarica, perché non possiamo usufruire di sistemi alternativi come gli inceneritori? O ancor più semplice, perché non si può promuovere la raccolta differenziata, utile per il riciclaggio, ponendo delle sanzioni per chi non rispetti le normative? Bisogna lottare per ciò che si ritiene giusto, è scorretto subire passivamente. Se la coscienza dell’uomo è questa, allora l’uomo dovrebbe essere ribattezzato».

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DAMIANO, fruttivendolo, dichiara: «E’ inutile parlare qui, nessuno s’interessa a niente, finché la barca va, lasciala andare». In questo commento, risalta la sfiducia di Damiano nei confronti della nostra stessa cittadina e di chi ci governa. Egli è fondamentalmente sfavorevole alla questione, ma nel suo discorso, evidenzia la mancata collaborazione tra cittadini e Comune.

PAOLO, studente, sceglie di tener lontano l’argomento a cui si mostra indifferente. Simile l’opinione di Grazia, studentessa liceale che spiega: «Sinceramente a me non importa niente della discarica. Possono fare ciò che vogliono, una volta terminato il mio ultimo anno andrò via da questo buco».

ROSALBA, operaia, è fermamente contraria alla discarica. Secondo lei la salute viene prima di tutto e mostra preoccupazione per gli odori sgradevoli sempre più percepibili.

CARLO, disoccupato, non ha alcuna fiducia nei confronti della nostra amministrazione. «I nostri responsabili non pensano ai danni che porterà l’ampliamento della discarica. Inoltre non si ha tempo e modo per aggiustare le nostre strade, in condizioni davvero pietose, dovremmo allargare l’ immondezzaio?».

Tutta la nostra umiliazione, sgomento, rimane racchiusa in queste righe, dove i giovani, probabili stelle del firmamento pugliese scelgono di andare su un altro pianeta, un’altra galassia, abbandonando le proprie radici, perché non sono stati coinvolti nella vita sociale di Giovinazzo. Molti nostri compaesani non erano informati dell’emergenza discarica, persone demotivate che scelgono di isolarsi e di subire passivamente ciò che dall’alto viene stabilito. Con questa piccola inchiesta abbiamo voluto ascoltare il popolo che secondo i principi della democrazia dovrebbe scegliere e avere voce in capitolo su tutto, sperando che qualcuno comprenda e si comporti di conseguenza.


Discarica

11 Attualità

Attraverso un rapido passaggio sul sito del nostro Comune scoQUANTI ( E QUALI) RIFIUTI PRODUCIAMO?

priamo che le famiglie di Giovinazzo nell’anno 2008 hanno prodotto 11188,36 tonnellate di rifiuti con una produzione pro-capite di 534,456 Kg. che equivalgono a 1,46 kg al giorno, molto lontani dall’obiettivo dichiarato nel 2002 dal 5° programma comunitario di educazione ambientale di 300 kg/anno per abitante. I rifiuti differenziati sono stati il 12,426% del totale con 1390,300 tonnellate. Da un’analisi più accurata notiamo che nel periodo estivo quando la città è maggiormente popolata a fronte di un aumento totale nella produzione di rifiuti la percentuale di raccolta differenziata diminuisce con il 10,25% ad agosto. La composizione merceologica dei rifiuti è un dato fondamentale per proCOMPOSIZ. FRAZIONI grammare gli interventi di raccolta e DI PIANO MERCEOLOGICHE (PERCENTUALE) l’intero ciclo integrato di gestione. Sicuramente dipende dallo stato sociale Frazione organica 45 ed economico della zona in cui sono Potature giardini 1 prodotti i rifiuti, oltre alle variabili legate alle caratteristiche produttive, alla Carta e cartone 20 stagione ed alle dimensioni del centro Vetro 6 urbano. Per un piano di gestione affiInerti 2 dabile possiamo riferirci alla composizione merceologica media dei rifiuti in Plastica 10 Puglia (Commissario Delegato per Metalli ferrosi 2,5 l’emergenza rifiuti in Puglia, 2005). Alluminio 0,50 Da questo si comprende che la frazione organica riveste una particolare Legno 2 importanza per un aumento sostanziaTessili 3 le della percentuale di raccolta diffeIngombranti 5 renziata che si può ottenere solo introducendo un sistema di raccolta domiAltro 3 ciliare. Sembrerebbe tutto facile, ma Totali 100 come sempre i costi maggiori di questo sistema bloccano ogni programma di raccolta porta a porta. Costi che all’inizio hanno un’inevitabile ricaduta sulla popolazione attraverso un aumento della TARSU. In seguito la modifica della tassa sui rifiuti in tariffa (Tariffa Igiene Ambientale), che prevede una differenza nel metodo di calcolo utilizzando parametri variabili e personali, come il numero degli occupanti l'immobile e l'effettiva produzione di rifiuti in termini sia quantitativi che qualitativi, porterebbe tutto nei giusti termini considerando l’inevitabile diminuzione dei costi di smaltimento e la diminuzione sostanziale della ecotassa regionale.

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ECOTASSA: AUMENTI IN VISTA

ue anni fa la regione Puglia ha stabilito nuovi criteri per il calcolo dell’ecotassa che si paga per i rifiuti smaltiti in discarica che dovevano entrare in vigore a gennaio, ma, per dare tempo ai comuni di prendere misure d’incremento della raccolta differenziata la giunta ha previsto uno slittamento al primo maggio. Per questo motivo la regione Puglia ha provveduto a rimodulare le aliquote dell’ecotassa a tutti i comuni pugliesi pubblicandole sul bollettino ufficiale della regione n. 104 del 09 luglio. L’entità dell’aliquota è direttamente collegata alla percentuale di raccolta differenziata, alla presenza di un unico gestore fra tutti i comuni che compongono l’ATO ed infine alla chiusura del ciclo di trattamento dei rifiuti che prevede uno sconto del 50%. Il comune di Giovinazzo pagherà l’aliquota massima di 15 euro a tonnellata avendo nel periodo di riferimento raggiunto una percentuale di raccolta differenziata del 12,15% a fronte di un obiettivo regionale del 32% e l’ATO BA/2 non ha provveduto alla gestione unitaria dei rifiuti e alla chiusura del ciclo. Quindi considerando circa 11.000 tonnellate di rifiuti prodotti si dovranno pagare alla regione circa 165.000 euro di penalità. All’ interno del nostro bacino gli unici Comuni ad usufruire di uno sconto sono stati Bari e Palo del Colle che hanno superato, seppure di poco, una percentuale di differenziata del 16% e pagheranno 11,25 euro a tonnellata. I proventi dell’ecotassa sono destinati per il 70% alle province che li assegnano agli ATO per incentivare la raccolta differenziata e per il 30% utilizzati dalla regione sia per campagne di sensibilizzazione alla RD che per la pulizia dei siti di rilevante interesse naturalistico. Negli anni scorsi anche il nostro paese ha usufruito di piccoli finanziamenti e se ne attendono altri per il risanamento di Lama Castello.

... E PER CONCLUDERE

ccoci giunti alla conclusione. Una conclusione sofferta dopo aver evidenziato tutte le molteplici sfaccettature legate alla gestione dei rifiuti solidi urbani nella nostra città. Non vogliamo esprimerci a favore o contro l’ampliamento della discarica perché lo consideriamo un falso problema. Anche senza ampliamento a Giovinazzo giungerebbe la spazzatura per essere biostabilizzata e successivamente trasportata in una eventuale discarica posta in altro comune. Infatti l’unica cosa certa è che Giovinazzo conserverebbe l’impianto di selezione e biostabilizzazione con annessa discarica di servizio (V lotto) funzionale all’impianto come da sempre previsto a regime nei vari piani proposti dalle diverse amministrazioni regionali. Un vero impianto industriale di trattamento dei rifiuti che nessuno, tra coloro che oggi reclamano, ha mai contestato negli anni scorsi e che ha il proprio peccato originale nella prima discarica fatta a Giovinazzo in maniera abusiva. Come nessuno ha mai manifestato perplessità per la discarica sequestrata a Bitonto (per infiltrazioni nella falda, ndr) distante solo poche centinaia di metri dal nostro confine. Come nessuno, ha mai manifestato per la costruzione di un impianto di produzione d’energia elettrica a biomasse, che nella città di Molfetta ha invece creato allarmismo e che dista pochi metri dai nostri limiti territoriali. Forse non si contestano i fatti, ma le persone. Noi riteniamo che una seria politica di gestione dei rifiuti debba prevedere al primo posto la raccolta differenziata spinta, che rimane oggi l’unico modo di riduzione reale del rifiuto tal quale. Probabilmente di questo si parla poco, come insufficiente è la spinta della popolazione su un argomento che meriterebbe più approfondimenti e che consideriamo il vero nocciolo della questione. Sarà l’uovo di Colombo, ma solo una quantità minore di rifiuti può significare un minor utilizzo di discariche ed una reale salvaguardia dell’ambiente. La scarsa informazione legata alla limitata discussione spesso sono fuorvianti e inducono ad equivoci che vengono sfruttati a proprio uso e consumo in un contesto dove la memoria è sempre più corta. Girolamo Capurso

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“LO FANNO PURE I GIARGIANESI”

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di Girolamo Capurso

Attualità

Riflessioni sulla raccolta differenziata nel nostro comune. Aumenti della TARSU in vista?

«D ifferenziamo i rifiuti, lo fa tutto il mondo, lo fanno

N. 1/2010 – Gennaio – Pagina 12

pure i giargianesi, non lo dobbiamo fare noi pugliesi?». Queste parole le pronuncia Lino Banfi nella campagna pubblicitaria della regione Puglia per promuovere la raccolta differenziata in uno spot registrato nel centro storico del nostro Comune. Sicuramente Lino Banfi ha voluto realizzare una provocazione e noi stiamo al gioco. Il mese scorso Legambiente Puglia ha diffuso il consueto rapporto annuale sui Comuni ricicloni con le classifiche dei comuni più virtuosi e le rispettive percentuali di raccolta differenziata. Giovinazzo con il 12,40% realizzato nel 2008 si piazza al 101° posto sui 258 comuni pugliesi e una tendenza al rialzo rispetto ai dati pervenuti fino ad Agosto 2009. Per quanto riguarda invece la classifica delle autorità d’ambito l’ATO BA/2 risulta essere al primo posto con un promettente 17,3%, in rialzo rispetto al 9,8% del 2007. Questo però non ci deve galvanizzare, anzi. Se da un lato gli ambiti territoriali possono rappresentare la garanzia per una gestione dei rifiuti più omogenea, dall’altro l’ assenza di politiche comuni può rappre-

sentare il tallone d’Achille su cui tutti dovremmo ragionare. La nostra ATO in attesa della decadenza di tutti i contratti con le società incaricate del servizio di raccolta dei rifiuti nei vari comuni ha deciso di portare al 2012 la gestione unica prevista dal piano regionale. Fino allora ognuno dovrà arrangiarsi come meglio crede. I Comuni più intraprendenti hanno poten-

nel 2009 avremo un dato opposto rispetto all’anno precedente. Perché sta succedendo? Potremmo pensare che le ultime vicende sull’ampliamento della discarica hanno creato nei cittadini virtuosi un rilassamento sulle sane abitudini di conferimento dei rifiuti. Qualcuno ha perfino proposto in un convegno pubblico l’uso di tecnologie alternative di smaltimento

plessità del mondo ecologista. Questa confusione genera nei cittadini incertezze e rinuncia alle buone pratiche di raccolta differenziata. Nel maggio scorso vi

ziato la raccolta domiciliare ottenendo risultati tangibili rispetto a chi ha dormito sugli allori. A Giovinazzo, non tutto è positivo. Infatti, mentre il dato di settembre conferma il rialzo con il 12,98%, ad ottobre e novembre la raccolta differenziata è scesa sotto il 10% e se dicembre dovesse confermare questa tendenza

che bruciando ad altissime temperature rifiuti tal quale genera la decomposizione delle molecole organiche e la fusione dei materiali inorganici. Parliamo sempre e comunque di un nuovo tipo di bruciatori non ancora ampiamente sperimentati, utilizzati soprattutto per i rifiuti speciali e su cui esistono diverse per-

avevamo informato su un progetto da avviare nel nostro comune di raccolta condominiale e porta a porta in alcune zone cittadine che meglio di altre si prestavano per l’ esperimento. Sarebbe dovuto partire in estate ma, come lo stesso Natalicchio ci ha comunicato, la mancanza di fondi ne ha bloccato l’attuazione.


TASSA O TARIFFA?

23 Attualità

N. 1 - Gennaio 2010

L a TARSU (Tassa sullo smaltimento dei Rifiuti Solidi Urbani) è nata nel 1993 e viene applicata sulla base

fiuti ingombranti e gli inerti in discariche occasionali ed abusive in campagna. Sarebbe sufficiente effettuare una telefonata al numero verde per il servizio gratuito di prelevamento dei rifiuti ingombranti o recarci direttamente presso il centro di raccolta di via Bari. Quali sono le possibilità di intervento? Consapevoli delle difficoltà ci permettiamo solo di proporre un’estensione e maggiorazione del servizio di raccolta presso tutti i grandi utenti (ristoranti, supermercati, rivendite di frutta e verdura, piante e fiori) e presso il cimitero per la raccolta dei fiori secchi. La partecipazione dei cittadini rimane il miglior atteggiamento possibile e proponiamo una nuova azione di promozione e sensibilizzazione, soprattutto presso gli operatori commerciali. Queste operazioni sarebbero in grado di far aumentare le percentuali con costi contenuti e sopportabili. Occorre che ognuno faccia la sua parte, cambiare mentalità e non pensare: “Non lo fa quello lì, non lo faccio nemmeno io”. Dobbiamo informarci ed agire pensando che in fondo parliamo di soldi che noi paghiamo in più. Più differenziata significa meno rifiuti in discarica, minori costi, maggiori entrate e un ambiente più sano. Da buoni giovinazzesi (nei paesi vicini è famosa la nostra parsimonia, ndr) cominciamo a pensare a questo… poi si vedrà.

del costo totale del servizio di raccolta e successivo smaltimento usando come parametro la superficie delle abitazioni e dei locali che producono rifiuti. L’importo da corrispondere non è commisurato ai rifiuti prodotti ma agli spazi occupati. Nel nostro comune l’aliquota applicata per le abitazioni è di € 2,016 per ogni metro quadrato. A questo bisogna aggiungere il 5% + 5% di addizionale ECA previsti da decreti del 1946 e del 1961 che nonostante la soppressione degli enti comunali di assistenza è stata ribadita dalla legge 549 del 28/12/1995 ed il tributo provinciale del 4%. Nella tabella che segue vi proponiamo la tassazione attuale per un appartamento di 100 mtq e per lo stesso appartamento un aumento ipotizzabile del 20%

TARSU attuale

Tassa: Addizionale ECA: Maggiorazione: Tributo provinciale: Totale da pagare:

TARSU +20%

Tassa: Addizionale ECA: Maggiorazione: Tributo provinciale: Totale da pagare:

201,60 10,08 10,08 8,064 229,82 241,92 12,096 12,096 9,6768 275,79

Il Comune comunque non può incassare più di quanto spende per il servizio. La TIA (Tariffa di Igiene Ambientale) invece è divisa in due parti: una quota fissa che serve per coprire le spese di esercizio ed una quota variabile in funzione dei rifiuti prodotti dal’utente. La determinazione di quest’ultima parte è più complessa e prevede diversi sistemi: pesando o contando i sacchi di rifiuti conferiti o più semplicemente con un metodo presuntivo attraverso coefficienti calcolati con indagini statistiche. Ad oggi non sappiamo se il governo prorogherà i termini del passaggio dalla TARSU alla TIA in scadenza alla fine dell’anno. Un sistema di raccolta dei rifiuti porta a porta applicato contemporaneamente alla tariffa favorisce chi differenzia in maggior misura, penalizzando chi produce più rifiuti indifferenziati. Ognuno sarebbe responsabile del proprio comportamento.

N. 1/2010 – Gennaio – Pagina 13

Certo la situazione economica attuale, con la problematica relativa alla Tributi Italia e la nuova finanziaria emanata dal governo centrale che limita ulteriormente le possibilità di spesa dei comuni, porterà l’ Amministrazione civica a rinunciare al progetto in favore di altre iniziative considerate a torto, più importanti. Oltre a questo lo smaltimento ed il trasporto dei rifiuti nelle discariche di Conversano e Trani, il ritardo ingiustificato nelle autorizzazioni provinciali del V lotto a regime con il procedimento chiuso il 13/10/09 (conferenza di servizi AIA) e la giusta presa di posizione del Sindaco, che ha vincolato la costruzione del VI lotto alla certezza di poter gestire in tempi certi la transizione senza dover ricorrere ad ulteriori lotti successivi, porteranno una sofferenza alle casse comunali per i maggiori costi sostenuti. Tutto questo potrebbe causare un aumento della TARSU del 20% in attuazione delle disposizioni legislative che vogliono la compartecipazione dei cittadini al 100% del costo del servizio nel 2010 (con possibilità di detrarre solo il 5% del costo dello spazzamento), senza un miglioramento del servizio ed un’azione di promozione della raccolta differenziata. Ricordiamo anche i costi sopportati dall’amministrazione civica per ripulire le zone periferiche e rurali per la cattiva abitudine di scaricare i ri-

di Girolamo Capurso


16

PORTEREMO LA RACCOLTA DIFFERENZIATA A

N. 8 - Agosto 2010

di Girolamo Capurso

Attualità

Ennesimo dato sconfortante per il nostro comune: calano le percentuali di raccolta differenziata

A Giovinazzo la raccolta differenziata sta

perdendo terreno. I numeri purtroppo parlano da soli e la verità anche se spiacevole, non può essere nascosta sotto il tappeto. Nei primi cinque mesi del 2010 i rifiuti prodotti nella nostra

area urbana sono aumentati passando da una media mensile di 42,63 kg procapite a 45,34 kg. Questo vuol dire che ogni cittadino ha prodotto giornalmente circa 100 g di rifiuti in più che vanno in discarica e che necessitano di essere lavo-

rati e smaltiti. In questa situazione la raccolta differenziata è diminuita notevolmente passando da una percentuale del 13,66% (sempre per i primi cinque mesi ) al 9,33% con un’evoluzione negativa che si era percepita già dagli ultimi mesi dell’anno scorso. In un contesto legislativo che obbliga i comuni a differenziare sempre in maniera maggiore (in Puglia per il 2010 la legge regionale prevede il 55%) e dopo campagne pubblicitarie pubbliche che hanno visto il nostro paese, con alcuni suoi scorci caratteristici, entrare nelle case dei pugliesi per propagandare la raccolta differenziata, siamo tra i pochi comuni a livello nazionale con le percentuali decrescenti. Un risulta-

to che ci parifica ai comuni del retroterra napoletano in continua emergenza rifiuti. Non solo. A gennaio 2010 sul bolletti-

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N. 8/2010 Agosto – Pagina 16

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AL 25%!!! SCUSATE… STAVAMO SCHERZANDO Attualità

del 29%. Sembrava tutto pronto e noi ci abbiamo creduto. A distanza di un anno l’unica novità riguarda la costruzione di un paio di isole ecologiche in via Agostino Gioia con la giustificazione che i cassonetti dei rifiuti risultano insufficienti (come sostenuto in una

to da tutti: cittadini e politici. Si ha la sensazione che a Giovinazzo, ricordando il personaggio interpretato da Lino Banfi nello spot finanziato dalla regione Puglia, abbia vinto la parte disinteressata alla questione ambientale. Risulta agevole e demagogico sparare sul pianista, e non lo facciamo. Consapevoli delle difficoltà economiche incontrate dai pubblici amministratori, siamo solo rammaricati che ancora una volta si fanno annunci a cui non seguono fatti.

N. 8/2010 Agosto – Pagina 17

no ufficiale n. 4 della regione Puglia sono stati pubblicati gli importi dell’ecotassa e anche per quest’anno Giovinazzo pagherà il massimo: 15 euro a tonnellata. Come si può intervenire per risolvere questa situazione? Nei primi mesi dello scorso anno con molta enfasi e sicuramente con pochi soldi a disposizione, il Sindaco in una conferenza stampa, convocata per l’occasione, illustrò un progetto sperimentale dell’amministrazione per cominciare a Giovinazzo un percorso virtuoso di raccolta porta a porta. Si pensò di cominciare nel triangolo compreso tra via Marconi, via De Gasperi e via Bitonto in aggiunta ad una raccolta “condominiale” per il recupero dell’umido nei pressi della stazione ferroviaria. Grazie a questo progetto, si pensava di raggiungere entro il 2009 il 25% di differenziata ed entro il 2012, anno in cui la gestione sarà unica per l’intera ATO, il traguardo

missiva della ASL) e per soddisfare una petizione degli abitanti interessati. I negozianti di una delle vie più trafficate e centrali di Giovinazzo hanno protestato per la vicinanza dei bidoni ai loro esercizi commerciali, ma dopo una breve manifestazione di dissenso, tipica della mentalità nimby, hanno continuato nel loro quotidiano lavoro, proponendo solo un generico abbellimento con piante, delle isole ecologiche contestate. Il piano sperimentale, che comprendeva anche quella strada, è stato dimentica-

17

N. 8 - Agosto 2010


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LA RACCOLTADIFFERENZIATA V

N. 9 - Settembre 2010

N. 9/2010 – Settembre – Pagina 14

di Girolamo Capurso

Attualità

Riflessioni su una sconfitta che nasce dall’assenza di comunicazione

C on queste parole il Sindaco Natalicchio il 17

marzo 2004 invitava i cittadini a collaborare con la società di raccolta dei rifiuti per incrementare le percentuali di raccolta differenziata e vincere una sfida importante per l’equilibrio ambientale. A distanza di tempo però, gli scarsi risultati ottenuti, ci devono far riflettere sui motivi e sulle responsabilità che sono alla base della classifica negativa che ci pone tra gli ultimi nella nostra stessa ATO. Fingendo di non ricordare, abbiamo cercato il calendario per la raccolta dei rifiuti e abbiamo dovuto arrenderci non avendo trovato alcuna indicazione nei luoghi dove, secondo le nostre aspettative e ragionando come una massaia che chiede aiuto anche ai figli più smaliziati, avremmo dovuto trovarne. Le isole ecologiche attrezzate con i vari contenitori dedicati alla carta, al vetro ed alla plastica non riportano indicazioni sul programma di raccolta. I contenitori per i rifiuti indifferenziati non riportano nemmeno l’ora di conferimento e quindi è superfluo ricercare altre indicazioni. Non ci rimane che il sito del Comune: buio assoluto. L’unica alternativa rimane l’ufficio dei vigili urbani e la piattaforma ecologica multiraccolta in località Campofreddo. Sicuramente lì avremo le informazioni richieste. Una domanda sorge spontanea: Come si può migliorare il servizio senza le giuste informazioni? Altrettanto spontanea è la risposta: non si può. Infatti, abbiamo focalizzato la nostra attenzione sul percorso informativo perché rite-

Una comunità come la nostra non può semplicemente abbandonare, in attesa di tempi migliori, la battaglia di civiltà consistente nel potenziamento della raccolta differenziata.

niamo che i cittadini abbiano bisogno di essere indirizzati correttamente attraverso una maggiore comunicazione da parte del Comune e di chi gestisce il servizio di raccolta. Ricordiamo, dal 2004 ad oggi, solo una campagna di informazione rivolta alla cittadinanza effettuata nel 2008 con l’ausilio di un’ecomobile e legata al Clean Art Festival. Guardando i risultati non è bastato. Altre anomalie nella raccolta dei rifiuti ci riporta-

no alla mancata conoscenza ed allo scarso senso civico di cittadini ed operatori ecologici. Spesso ci è stato segnalato che molti cittadini, disattendendo le regole impartite dalla casa comunale, collocano le buste piene di rifiuti differenziati nelle giornate non previste e che gli operatori impegnati nella raccolta le pongono tra i rifiuti indifferenziati per pulire le zone vicine ai contenitori. Nel tempo si è persa anche la

RACCOLTA RIFIUTI PRIMO SEMESTRE 2010

Gennaio Mese

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

TOTALE

Indif ferenziata Kg.

885.810,00

748.080,00

852.360,00

918.400,00

898.460,00

949.780,00

5.252.890,00

Dif ferenziata K g.

82.640,00

85.260,00

88.140,00

88.090,00

98.700,00

121.280,00 564.110,00

968.450,00

Rif. Diff. %

833.340,00

8,53

Prod. Procapite Kg. al Mese

1.006.490,00

10,23

997.160,00

8,75

39,81

9,90

48,08

Tot. RSU K g.

940.500,00

1.071.060,00

5.817.000,00

9,37

11,32

46,26

44,93

47,63

51,16

9,698

46,312

879.930,00

Rif. Diff. %

14,06

Prod. Procapite Kg. al Mese

948.070,00

13,98

13,24

35,83

45,29

RACCOLTA RIFIUTI PRIMO SEMESTRE 2009

Gennaio Mese

Febbraio Marzo Aprile

Maggio Giugno

TOTALE

Indif ferenziata Kg.

756.240,00

645.250,00

749.570,00

822.560,00

880.820,00

919.110,00

4.773.550,00

Dif ferenziata K g.

123.690,00 104.900,00

124.360,00

125.510,00

129.335,00

148.650,00

756.445,00

Tot. RSU K g.

750.150,00

873.930,00

1.010.155,00

1.067.760,00

5.529.995,00

14,23

12,80

13,92

13,678

42,03

41,75

48,25

51,01

44,027

Da queste tabelle si può riscontrare un aumento della produzione di rifiuti nei primi mesi dell’anno con un sensibile peggioramento delle percentuali di raccolta differenziata. Per una lettura più completa dei dati vi rimandiamo al sito del Comune, ma vi proponiamo ugualmente una tabella con le percentuali ripartite per frazioni merceologiche relativa al mese di Giugno 2010.


VEDE GIOVINAZZO PERDENTE Attualità

questo che riteniamo di dover sostenere una sperimentazione sulla raccolta porta a porta, di indubbio rilievo per migliorare le nostre statistiche, che non deve essere considerata secondaria nell’amministrazione corrente della cosa pubblica. Nei paesi vicini si

sono avuti risultati eclatanti con percentuali che si avvicinano al 30% e siamo convinti che i giovinazzesi abbiano una sensibilità ambientale non inferiore a quella dei molfettesi. Tra l’altro la presenza di una discarica in loco ci deve far riflettere sulla necessità di

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N. 9 - Settembre 2010

considerare la separazione dei rifiuti prioritaria per limitare e contenere l’impatto ambientale legato a questo tipo di impianti pensandola come una faccia diversa della stessa medaglia. Spesso il successo in un’impresa dipende dalla qualità dell’impegno.

DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI A GIUGNO 2010 Tipologia rifiuto

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

TOTALE

100

% raccolta GIUGNO

2,26 2,36 3,51 1,02 2,07 0,59 1,17 0,60 86,42 100

24.200 25.360 37.620 10.940 22.200 6.290 12.560 6.310 925580

Quantità (kg)

smaltimento

Destinazione

recupero recupero

recupero recupero recupero recupero recupero

1071060

smaltimento

Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media tra i rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e la percentuali di raccolta dello scorso mese di Giugno. La frazione organica raccolta separatamente, non è stata recuperata e per questo non inserita nel calcolo delle percentuali trasmesse alla regione e presenti sul sito del nostro comune. QUANDO SI CONFERISCONO I RIFIUTI Tipologia di rifiuto

Plastica

C om e

In buste chiuse

Carta

Pacchi legati o cartoni

Vetro

In forma sfusa

Rifiuti ingombranti Rifiuti indifferenziati

Su prenotazione Numero verde 800547467

In buste chiuse

Quando avviene la raccolta

In prossimità dei cassonetti Il martedì la sera prima del giorno di raccolta (o o giorno successivo negli appositi contenitori) in caso di festivo Dove

In prossimità dei cassonetti la sera prima del giorno di raccolta (o negli appositi contenitori)

Nelle campane dislocate sul territorio comunale

A bordo strada

Nei cassonetti dislocati sul territorio comunale

Il giovedì o giorno successivo in caso di festivo

Ogni giorno (dalle ore 18.00 alle ore 6.00)

Quando comunicato all’atto della prenotazione

Ogni giorno (dalle ore 18.00 alle ore 6.00)

I rifiuti differenziati possono essere conferiti anche recandosi presso la piattaforma ecologica multi raccolta sita in località Campofreddo (ex statale 16), dalle ore 8.00 alle ore 11.30 dal lunedì al sabato tranne i festivi.

N. 9/2010 – Settembre – Pagina 15

pratica della consegna gratuita dei sacchetti che doveva svolgere un ruolo di incentivazione alla selezione casalinga del rifiuto. Altra anomalia riscontrata riguarda i grandi utenti, come supermercati ed operatori del mercato giornaliero, che non vengono approvvigionati di contenitori capienti, soprattutto per gli scarti delle verdure spesso riversati nei contenitori indifferenziati. La stessa cosa vale per i ristoratori che specialmente nei mesi estivi hanno bisogno di maggior sostegno. Il Sindaco sin dal 2004 ritenne di non dover aumentare i costi del servizio per non gravare gli utenti di maggiori oneri e su questo pensiamo trovi tutti d’accordo, ma la mancanza di fondi blocca ogni nuova programmazione. La nostra riflessione, pur cercando di riconoscere le diverse prospettive, non pretende di essere neutrale ed è per

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli inerti altro Rifiuti urbani misti

Composizione media prevista da piano regionale (%)


N. 10/2011 – Ottobre – Pagina 8

Caro Direttore, apprezzo molto lo sforzo che la rivista da lei diretta fa sul tema dei rifiuti urbani e considero eccellente strumento di informazione la tabellina con commenti di G. Capurso. Mi riferisco in particolare alla raccolta differenziata. Come contributo le parlo del Piemonte, dove sono nato e vivo da sempre, pur avendo girato per lavoro mezzo mondo. Ci è costato molto adeguarci e sotto tutti i profili, in particolare come apprendimento. Per fortuna le scuole hanno dato un importante aiuto, con i giovani che sono il veicolo più sicuro ed efficace di acculturamento della popolazione, a fronte delle grandi novità. Operativamente si è passati ai Consorzi di Comuni per raggiungere una conveniente massa critica su cui agire. Conseguentemente si è arrivati ad un nuovo sistema tariffario con l'abolizione della Tarsu. Non è detto che tutti siano contenti, se non altro per l'inevitabile aumento delle tariffe, ma è chiaro che nulla si potrebbe fare se si dovesse cercare sempre l'unanimità dei consensi. Sta a dimostrarlo il grave ritardo con cui si sta finalmente realizzando a Torino un inceneritore-recuperatore di energia, che avrà il compito di alleggerire la criticità delle discariche, che tutti peraltro vorrebbero vedere chiuse. E la famosa storia del NIMBY! Tale inceneritore sarà capace di trattare 421.000 t/anno di rifiuti, producendo annualmente 387.000 MWh elettrici (in funzionamento solo elettrico) o 350.000 MWh elettrici e 70.000 MWh termici in cogenera-

Finalmente qualcosa si muove nella gestione dei rifiuti. Un nuovo piano a disposizione della prossima amministrazione civica. Si avrà il coraggio di attuarlo?

Attualità

⻬ di Girolamo Capurso

N. 10 - Ottobre 2011

8

e immagini riportate dai media sulle strade napoletane ingombre di rifiuti putrescenti, hanno stimolato le nostre coscienze su un argomento che crea spesso insoddisfazione da parte dei cittadini, che lamentano spesso carenze e costi esagerati. Giovinazzo non è Napoli e naturalmente il nostro sforzo è da sempre quello di perfezionare il servizio e porci nelle condizioni di raggiungere lo stesso livello dei comuni più virtuosi. L’educazione ambientale dei giovinazzesi si è spesso fermata alla lotta contro la discarica e non ha mai prodotto momenti più innovativi verso raccolte diverse con differenzazione più spinta o riduzione dei rifiuti prodotti. La tabellina che mensilmente pubblichiamo ha sempre avuto lo scopo di creare una riflessione nella mente dei lettori, per spingerli a utilizzare al meglio gli strumenti a disposizione. Ma non basta, e la lettera dell’ing.

L

zione. E nessun problema particolare per gli scarichi, peraltro controllatissimi. Comunque in pochi anni in Piemonte si è fatto veramente molto per la differenziata e i risultati parlano chiaro: Novara e Verbania 71,3%, Chieri 65,2%, Ivrea 63,8%, Carmagnola 61,3%, Moncalieri 57,9%, Nichelino 57,8%, Orbassano 57,7%, Domodossola 57,6%. La stessa Torino, pur essendo una grande città con tutti i problemi logistici che ne conseguono, è arrivata al 42%. Si noti che questi risultati non sono legati ad un problema di appartenenza politica. Stiamo parlando di Amministrazioni, che negli anni hanno saputo mantenere la rotta, pur in presenza di colori politici diversi. Quindi mi sanguina il cuore nel vedere cosa capita - con pochissime eccezioni - nel Mezzogiorno. Ma la colpa non risiede nei cittadini, che so perfettamente capaci di adeguarsi (magari con difficoltà e problemi) alle nuove esigenze, se chi di dovere offrisse loro gli strumenti adeguati. Di cosa diavolo si occupano gli amministratori pubblici: dai governatori di Regione, ai presidenti di Provincia, ai sindaci dei Comuni? Quali dovrebbero essere le loro priorità, se non programmare quanto veramente essenziale ad una vita migliore dei loro amministrati ed a preparare un futuro? Quando nelle vostre pagine leggo di cosa si stanno occupando i futuri vostri amministratori (e con quali competenze) mi cadono le braccia. OK fine dello sfogo. ing. Paolo Rucci

IMMONDIZIA DI CASA NOSTRA: GIOVINAZZO VUOLE CAMBIARE Rucci, che ringrazio per il su apprezzamento, ci coinvolge e ci pone come sempre interrogativi sull’argomento proposto. Per parlare di rifiuti è sempre utile partire dalla legislazione vigente per poter analizzare correttamente le cause dell’eventuale disservizio, senza necessariamente colpevolizzare qualcuno. La gestione dei rifiuti in Italia è subordinata al testo unico ambientale (Dlgs 152/2006), che recependo il decreto Ronchi (Dlgs 22/1997), prevede una gestione unitaria attraverso gli ambiti territoriali ottimali (ATO). La regione Puglia attraverso un commissario straordinario ne ha disciplinato la gestione prevedendo 15 bacini di utenza. Giovinazzo è associato ad altri 8 comuni, tra cui il comune di Bari, nell’ambito BA2. Nel 2010 attraverso l’emanazione della legge 42 del 26 marzo il governo ha cancellato gli ADA, cioè le autorità d’ambito degli ATO che ne curano

la gestione, demandando alle regioni, entro un anno dall’emanazione della legge, una nuova disciplina sulle funzioni delle precedenti autorità. Il decreto milleproroghe di fine 2010 ne ha posticipato la soppressione alla fine del 2011. Nel frattempo cosa ha fatto la nostra Autorità d’ambito BA2? Attraverso il Piano d’ambito per la gestione integrata dei rifiuti urbani già dal 2009 ha pianificato la gestione del servizio nell’arco di 15 anni prevedendo un periodo transitorio di tre anni e dando piena attuazione alle leggi nazionali e regionali. Il piano industriale, rappresentando un elemento complementare al piano provinciale, indica la natura e localizzazione degli impianti e il modello di raccolta differenziata da attuare prevedendo anche le tariffe di riferimento con le quali regolare l’attività dell’unico gestore previsto. Quindi, ha operato secondo i propri compiti e le proprie necessità. E

ora? Sarà tutto da rifare? E la regione Puglia si è adeguata alla nuova legge? In parte. A novembre 2010 il Consiglio regionale pugliese si è espresso all’unanimità per la riduzione degli ATO da 15 a 6, ognuno dei quali corrispondente al territorio di una provincia. La scelta di riparametrare gli ATO su base provinciale è stata pensata sia per ridurre i costi, sia per eliminare il localismo diffuso spesso non solidale verso le difficoltà del vicino. A questo punto nulla più. Alla fine dell’anno gli ADA saranno soppressi e i nuovi ATO non hanno ancora un regolamento che disciplini la loro gestione. A livello nazionale si discute sull’eliminazione delle province e il conseguente disordine legislativo blocca tutti i programmi e certamente non stimola nuovi progetti. Torniamo a Giovinazzo. Il nostro comune nel 2009 (inCittà aprile 2009) aveva progettato un piano sperimentale di raccolta differen-


minore di 8». Per la redazione del piano si è anche proceduto ad intervistare un campione rappresentativo di cittadini. «Dal campione emerge una diffusa esigenza di informazione sulla tematica dei rifiuti: più della metà degli intervistati sostiene infatti che l’informazione data ai cittadini sul tema della gestione dei rifiuti sia “scarsa” (56,9%). Il 98% delle famiglie intervistate ritiene che la “Chiarezza delle informazioni su come si differenziano i rifiuti” sia uno degli aspetti più importanti nell’organizzazione del servizio porta a porta (53,7% molto importante e 44,3% decisamente importante), unitamente alla “Chiarezza delle informazioni sul funzionamento del servizio”, indicata dal 97% del campione (58,8% molto importante e 38,2% decisamente importante)». I cittadini, in definitiva, sono consapevoli del cambiamento e

degli indubbi vantaggi che comporta l’attivazione del servizio domiciliare, ma vogliono essere informati. È questa la dimostrazione che Giovinazzo vuole cambiare e chiede coraggio alla politica. Lo scorso mese è stato chiesto un finanziamento di circa 115.000 euro per un progetto di isola ecologica mobile che «in forma itinerante e di prossimità, assolva alla funzione di assicurare il conferimento delle singole frazioni merceologiche al di fuori e in aggiunta alla raccolta calendarizzata». Ovviamente rimaniamo in attesa degli sviluppi. Intanto per il 2011 abbiamo usufruito di uno sconto sull’ecotassa che dai 15 euro a tonnellata è passata a 7,5 euro poiché il Consorzio dei comuni BA2 ha provveduto alla chiusura del ciclo. È una delle condizioni previste come criterio di premialità. Giovinazzo verserà circa

N. 10/2011 – Ottobre – Pagina 9

80.000 euro risparmiandone altrettanti. Ma la giunta regionale ha proposto un Dis. Legge con una nuova articolazione dell’ecotassa ed inasprimento per i comuni meno virtuosi a partire dal 2013. Potremmo continuare ad elencare progetti, programmi, intenzioni. Per il momento rimarrà tutto fermo perché la politica ha deciso di non intervenire. Possiamo pensare a cento motivazioni e si potrebbero cercare altrettante scusanti, tutte legittime. Di certo, per incrementare le attuali percentuali, si deve necessariamente intervenire con la raccolta dell’umido in un programma di raccolta porta a porta, perché questa frazione merceologica ha maggior incidenza nella composizione dei rifiuti. Aumentare di qualche centesimo la percentuale di raccolta del vetro, carta, plastica costa un enorme sacrificio ma non porta benefici consistenti. La nostra speranza è che al di là dei facili proclami elettoralistici, la nuova amministrazione, a prescindere dalle posizioni politiche, agisca con tempestività nell’attuazione del piano già predisposto sin dall’inizio del mandato piuttosto che cercare nuove soluzioni più comode e funzionali ai propri interessi.

Un minuto di attenzione... prego! DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI A LUGLIO 2011

Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media tra i rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

Tipologia rifiuto

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro Rifiuti urbani misti

TOTALE

Composizione media prevista da piano regionale (%)

% raccolta LUGLIO

Quantità (kg)

100

100

1.064.720

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

2,43 2,37 3,78 1,23 0,16 0,39 0,32 89,32

PRODUZIONE PROCAPITE KG 50,861

25.860 25.200 40.300 13.080 1.680 4.220 3.380 951.000

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

Destinazione

Attualità

ziata che per essere attuato necessitava di una maggior spesa di circa 600.000 euro. La legislazione vigente prevede la trasformazione della tassa in tariffa e a fronte di maggiori spese, un appesantimento della bolletta che deve necessariamente coprire i costi del servizio in una percentuale prossima al 95%, detraendo i costi dello spazzamento delle strade. L’ amministrazione civica ha scelto di non intervenire. A fine 2010 ha chiesto ed ottenuto il finanziamento di 150.000 euro per un progetto di isola ecologica che però, nel marasma generale scaturito dalla soppressione degli ADA, non possono essere spesi per mancanza di chiarezza sul fronte legislativo. Con l'estate 2011 è partito un progetto promosso dal Comune con la collaborazione di Ambiente & Tecnologie. Accumulatori al piombo, oli lubrificanti ed oli di frittura saranno conferiti dai cittadini alle isole ecologiche dislocate sul territorio. Peccato che nonostante la convenzione riportasse la necessità di informazione e pubblicizzazione del progetto da parte dell’azienda concessionaria, nessuno si è preoccupato di farlo. Oltre a questo l’ amministrazione ha lavorato ad un piano comunale di raccolta domiciliare, nel rispetto del Dgr n. 2989 del 28.12.2010, che prevede più fasi di attuazione ed un recupero delle evasioni TARSU pari a circa il 1015% necessario per un maggior finanziamento. A fine 2011 scade il contratto con l’attuale gestore del servizio di raccolta e dovendo procedere ad un nuovo appalto il Comune ha considerato l’ipotesi di un bando con nuovi ed innovativi servizi di gestione dei rifiuti. Il nuovo piano prevede che «Il servizio di raccolta sarà di tipo domiciliare spinto e coprirà il fabbisogno di tutte le utenze domestiche (7.961 famiglie residenti in 2.369 edifici secondo i dati estratti dall’ufficio anagrafe comunale) e non domestiche (5.755 utenze iscritte a ruolo Tarsu). A tutte le utenze sarà assegnata l’attrezzatura necessaria per la gestione dei rifiuti che saranno raccolti secondo frequenze prestabilite. Le modalità di gestione delle frazioni “organico biodegradabile“ e “residuo“ saranno differenti a seconda che l’utenza risieda in un condominio con un numero complessivo di famiglie maggiore o

Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 8,25% – Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 10,68%

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CONTINUA L’EMERGENZA RIFIUTI E GIOVINAZZO NE FA LE SPESE

Opinione

⻬ di Giuseppe Maldarella

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on l’appropinquarsi delle ferie, quando tutti sono presi dalla tensione a potersi godere la pausa annuale di riposo con gran numero di spettacoli cittadini ed eventi di ogni genere dal canoro al gastronomico, ecco che in sordina chi ci governa trova questo momento propizio per infliggere pesanti provvedimenti non certo digeribili dagli amministrati. Anche quest’anno, all’affacciarsi dell’estate, in parallelo con le determinazioni inerenti i pagamenti dei tributi locali, necessari ad impinguare le casse pubbliche, c’è ne una che è indice della perenne drammaticità che caratterizza la gestione dei rifiuti urbani. Infatti, una ordinanza della Presidenza della Giunta regionale è stata di recente varata allo scopo di potenziare le volumetrie di stoccaggio del VI lotto della discarica di San Pietro Pago, l’unico in esercizio, anche questo ormai al limite del colmo. Ne viene così disposto l’innalzamento del livello di abbancamento dei rifiuti, mediante un ulteriore sopralzo di 90 cm. onde poter continuare a conferire sul sito altri 71.000 mila mc. di rifiuti per i prossimi 10 mesi circa. In assenza di soluzioni definitive circa il processo di smaltimento dei rifiuti urbani del bacino provinciale i

C

massimi organi regionali, preposti a questi servizi, con la comprovazione del Comune di Giovinazzo, hanno consentito, dietro formale richiesta della soc. Daneco, gestrice del complesso delle discariche di San Pietro Pago, di far proseguire le attività di esercizio del VI lotto con l’innalzamento in altezza della quota di profilo di chiusura precedentemente stabilita. In tal modo si è potuto continuare a conferire i rifiuti urbani residuali dalla raccolta differenziata di provenienza non solo dai comuni costituenti l’ATO BA/2, tra cui Giovinazzo, ma anche in parte quelli della ATO BA/4. E’ questo uno dei tanti provvedimenti impositivi che si adottano d’improvviso in seno a riunioni tecniche modulate nella forma di conferenze di servizio in cui intervengono le disparate autorità regionali e locali, tra cui il Comune di Giovinazzo, e le istituzioni periferiche degli apparati statali chiamati a formulare vincolanti pareri e consulenze specialistiche inerenti la tanto discussa materia della gestione dei rifiuti solidi urbani. Per cui in assenza di un efficiente ciclo operativo di trattamento e smaltimento dei rifiuti, nonostante i tanti progetti a lungo dibattuti, questi organismi, costretti dalla necessità di evitare i drammatici

fenomeni di abbandono della immondizia nei centri urbani, non avendo disponibilità di altri siti ove ammassarla, continuano a ritenere provvidenziale percorrere la consueta prassi di incrementare le possibilità di stoccaggio dei rifiuti presso quei pochissimi impianti ancora aperti. Per la qual cosa la contrada di San Pietro Pago, caratterizzata fino agli anni settanta dello scorso secolo come comprensorio agreste con ampi squarci e voragini prodotti dalle attività estrattive, oggi si presenta come un desolante paesaggio collinare costituito da accumuli di rifiuti risultanti dalle operazioni di smaltimento che la soc. Daneco svolge su concessione del Comune di Giovinazzo. Un disastroso e iniquo espediente cui siamo da tempo costretti a subire avendo riguardato indistintamente tutti i sei lotti della discarica, a cominciare da quando Natalicchio, dopo il suo insediamento a sindaco nell’estate del 2002, acconsentì la ripresa delle attività della discarica, decisione avversata dai precedenti amministratori comunali, compresi i commissari prefettizi. Il provvedimento di cui si parla, però, oltre a questo, contiene altri aspetti preoccupanti che abbisognano delle dovute chiarificazioni per le tante riserve che suscitano e particolarmente riguardo a quello che è l’effettivo destino dell’intero impianto di smaltimento di San Pietro Pago a suo tempo destinato, con l’esaurirsi dei lotti di accumulo, a funzionare come struttura di biostabilizzazione con discarica di supporto, mediante la costruzione di un adeguato impianto per tali lavorazioni. Ora la

soc. Daneco, impegnata a realizzare quell’impianto complesso, dal costo di oltre 40 milioni di Euro, dice di trovare difficoltà a portare a termine la struttura nei tempi previsionati e che necessitano rinvii alla sua esecuzione, adducendo a motivo le complicanze riscontrate nella escavazione dei suoli per la presenza di materiali di natura antropica. Questo ci induce a pensare che le opere appena avviate per la edificazione dell’impianto di biostabilizzazione sono ferme per una qualche diversa impostazione che si vuol dare a quel sito, perché pare impossibile che il rinvenimento di materiale antropico su terreni ormai destinati a lavorazioni di trattamento dei rifiuti possa costituire un grosso ostacolo alla costruzione dell’impianto, tanto da procrastinarne l’esecuzione. E questa nostra perplessità troverebbe conferma nel contenuto stesso del dispositivo ordinatorio della Presidenza della Regione allorché fa cenno ad una delibera dell’Assemblea dell’ATO BA, in data 28 giugno scorso, solo qualche giorno prima dell’ordinanza, che ha previsto di introdurre nel costruendo impianto di San Pietro Pago una linea di compostaggio che ha a che vedere con un più articolato processo lavorativo dei rifiuti. E ciò pare in previsione anche di modifiche integrative, ancora da introdurre, al Piano Regionale adottato in dipendenza della L.R. 24/2012. Dunque, che tipo di impian-


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La discarica di San Pietro Pago si amplia sempre più possono fornire quotidianamente i dati relativi alla qualità dell’aria ed essere resi di pubblico dominio. Solo un continuo controllo sui sistemi industriali più complessi e la consapevolezza della correttezza dei rilievi forniti, possono costituire l’unica via per non trovarsi all’improvviso compromessi in avanzati stati di rischiosità ambientale che generano complicanze difficili da ripianare. Non nascondo di essere rimasto particolarmente sorpreso quando mi è stata partecipata la notizia che una commissione vigilanza sulla sicurezza delle fabbriche aveva disposto, a più riprese, l’inverno scorso, il sequestro dell’intero opificio della locale Cooperativa Olivicoltori, a campagna olearia ormai conclusa, a causa di diverse inadeguatezze accertate alla fabbrica. Sacrosanto che non si abbassi il livello di guardia per la salute degli operatori e di coloro che direttamente o indirettamente si trovano a contatto con i processi produttivi che presentano rischi. Al tempo stesso mi sono però pure chiesto come mai la stessa preoccupazione non la si riscontra verso altre lavorazioni con tutt’altro indice di rischiosità interna ed esterna al proprio ambito lavorativo? Basterebbe osservare le modalità operative e le disastrate condizioni con cui si provvede alla movimentazione e allo stoccaggio delle merci, tanto sfuse che in contenitori, presso lo scalo intermodale in contrada Zurlo, per avere l’idea della pericolosità intrinseca di quelle attività e il rischio che possono avere anche per le realtà abitative adiacenti. Così pure quanto indispensabili debbano ritenersi i controlli sulle lavorazioni della soc.

Daneco all’interno del complesso della discarica per avere conferma del puntuale adempimento di tutte le misure di sicurezza previste per tale tipo di lavorazioni? Chi vigila che la Daneco, per la particolare incidenza di elementi inquinanti che possono sprigionarsi dalle molteplici movimentazioni dei rifiuti, rispetti tutte le clausole normative e precauzionali imposte dal D.lg. n.36/2002?. E se tali azioni di vigilanza sono in essere perché mai non vengono resi pubblici gli esiti al fine di tranquillizzare i cittadini sulla piena sicurezza che ciò che si fa all’interno di quel complesso industriale non presenta pericolosità alcuna per la salute di chi vi opera e di coloro che vengono in qualche modo a contatto? E’ da augurarsi davvero che Depalma voglia prendere a cuore questa questione cominciando con il rendere esplicito quale sia la effettiva natura e la tipologia lavorativa che si intende affidare all’impianto di San Pietro Pago. Particolarmente è sua diretta responsabilità rendersi conto e farne partecipi i cittadini sull’attuale stato delle attività presso la discarica e se le modalità lavorative ivi presente possano incidere in qualche modo sulle condizioni ambientali ed eventualmente in quali termini di rischiosità per la salute pubblica. Non si può infatti ignorare che dette lavorazioni sono state appaltate alla Daneco attraverso una procedura concorsuale pubblica e quindi in forza di una concessione amministrativa rilasciata dal Comune che ne deve pretendere l’assoluto rispetto degli obblighi contrattuali.

Opinione

to si prospetta ora di insediare a San Pietro Pago e a quale processo di trattamento e di trasformazione si ritiene debba essere sottoposto il materiale da conferire e, comunque, quale entità e qualità di rifiuti si presume debbano transitare per quel nuovo impianto? A corredo poi di queste domande cui si attendono legittime chiarificazioni, se non altro per le incidenze a livello ambientale che un processo produttivo diverso da quello finora prospettato può comportare, v’è pure il preoccupante sospetto che la discarica di soccorso al sistema di biostabilizzazione a fine anno, perdurando l’attuale stato di crisi, la si utilizzi come VII lotto di abbancamento di rifiuti risultanti della differenziazione. In ragione di questa supposta prospettiva, volendo dare alla nostra Giovinazzo una sua peculiare identità non la si può rilevare come polo industriale di smaltimento rifiuti, perché è in vista di questa proiezione d’attività che viene di frequente citata e richiamata in documenti e discussioni tecniche e socio-politiche, piuttosto che centro turistico balneare. E quanto affermo non può essere smentito, specie se corrisponde al vero la notizia, ormai diffusa in città, che è in corso di progettazione sempre nel nostro territorio, forse nella zona industriale dell’ASI, uno stabilimento privato di trasformazione di prodotti di scarto delle colture agricole di un ampio bacino

comprensoriale. Se la preordinazione funzionale del nostro territorio sta per avere una reale certificazione a vocazione industriale con l’insediamento di attrezzate aziende con sistemi avanzati di lavorazione e trasformazione di rifiuti di ogni specie, diventa quanto mai impellente conoscere dai nostri governanti quali siano le garanzie in essere per la tutela della salute dei cittadini e le misure a difesa dell’ambiente. Già il sindaco Natalicchio, fautore della riapertura della discarica di Pietro Pago che brigò, perfino, di municipalizzarla acquisendone i terreni su cui insisteva, iniziativa poi fallita per l’intervento della magistratura amministrativa, è stato con miei scritti sollecitato, senza esito, ad intraprendere azioni di monitoraggio costante delle condizioni ambientali del territorio cittadino. E ciò a motivo di una supposta presenza di elementi inquinanti che si asserivano provocati dell’eccessivo sopralzo dei primi lotti dei rifiuti, che originariamente dovevano rimanere a quota della superficie dei terreni, cioè fino al colmo delle cave. Il medesimo appello appare doveroso rivolgerlo al Sindaco Depalma, non altro per la sua dichiarata propensione a rendere edotti i cittadini di ogni cosa che abbia a riguardare il loro status. E quale maggiore interesse possono avere gli amministrati, se non quello di essere rassicurati che, nonostante la presenza di sì vasta discarica di rifiuti a poca distanza dal centro cittadino, non sussistano preoccupazioni di sorta a livello di inquinamento atmosferico? Idonee ed efficienti strumentazioni di rilevamento

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N. 9/2013 – Settembre – Pagina 4

NON SI ABBASSI LA GUA

Opinione

⻬ di Giuseppe Maldarella

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Che prezzo paga la città per q A

seguito dello scritto dello scorso mese dal titolo “La discarica di San Pietro Pago si amplia sempre più”, con cui mettevo in evidenza l’ennesimo ampliamento della discarica per far fronte alla perenne emergenza che investe il processo di smaltimento dei rifiuti urbani o tali considerati, una serie di contatti, avuti in via del tutto informale, hanno insinuato il sospetto che si sarebbero già prodotti agenti inquinanti dall’abbancamento dei rifiuti nelle dismesse cave e sui terreni circostanti. Nello specifico qualcuno insinua che accenni di contaminazione delle falde acquifere sarebbero state già avvertite e non mancano supposizioni che anche il contesto ambientale abbia a risentire di sì immane accumulo di rifiuti. Dunque, non può essere un accomodante discorso di piazza di un burocrate, chiamato in soccorso al Sindaco a controbattere le contestazioni mossegli alla sopraelevazione del livello di accumulo del VI lotto della discarica, a dare ragione della necessita di simile provvedimento. Peraltro, mi pare pure azzardato che si possa dare assicurazione sulla conduzione gestionale della discarica senza che possa derivare un qualche pre-

giudizio all’assetto ambientale del nostro territorio. Non è mio proposito confutare qui quanto è stato reso noto da chi ha in mano l’intera partita e si muove costretto dalla impellenza di stoccare sull’unica struttura ancora operativa i rifiuti risultanti dalla differenziazione di provenienza di varie città baresi. Ma come si può nutrire fiducia nelle loro affermazioni se da oltre 10 anni, da quando Natalicchio assentì nel 2002 alla ripresa della discarica di San Pietro Pago con l’abbancamento dei rifiuti oltre il livello di colmo delle cave, si è costretti a subire interventi ordinatori che non fanno altro che disporre la continuazione del conferimento dei rifiuti presso l’impianto di San Pietro Pago oltre le volumetrie di volta in volta rimodulate in secondo necessità? Di una cosa si è certi, lo stabilimento della discarica è ormai insediato lì a San Pietro Pago e non potrà più essere rimosso, anzi non è da escludere l’ipotesi di un prossimo progetto di ampliamento se non viene definito al più presto quale debba essere il processo completo di trattamento dei rifiuti da parte dell’Autorità d’ambito del nostro bacino. Se il quadro è questo, credo sia sacrosanto di-

ritto del cittadino conoscere quali rischi insorgono per la salute umana dalla presenza di così vasto complesso di discariche in continua espansione. E, allora, quale valenza si potrebbe dare agli approssimativi discorsi di Depalma che, peraltro, da questa vicenda tende a tenersi distante, e agli stessi ragguagli tecnici ed operativi forniti dal Dirigente regionale al Servizio Rifiuti, privi di provanti elementi di analisi. Né ci si può fare più richiamo alle rilevazioni, ormai storiche, dell’Ufficio regionale competente che motivarono il rilascio dell’autorizzazione integrata ambientale alla soc. Daneco per la costruzione dell’impianto di biostabilizzazione di San Pietro Pago, rimasto da mesi sospeso. Urge, invece, tranquillizzare seriamente la comunità cittadina fornendo prove certe che il complesso delle discariche di San Pietro Pago con le relative attività pertinenziali, comprese le modalità di trasporto dei rifiuti dalle varie località al sito, non producano incidenze rischiose alla salute pubblica a causa di possibili elementi inquinanti sia a livello atmosferico che del sottosuolo. Come già precedentemente indicato corre l’obbligo in capo al Sindaco, nella sua diretta responsabilità dettata dallo Statuto comunale, di accertare conformemente al D.lgs. 155/2010 le effettive condizioni ambientali con un adeguato e consono sistema di monitoraggio automatico per la valutazione della qualità dell’aria e con strumentazioni di analisi delle acque sotterranee ai terreni confinanti con l’area delle discari-

che. Investigazioni queste che possono essere commissionate alla Azienda sanitaria pubblica o a specializzate agenzie che operano nel settore in modo da acquisire nel più breve tempo possibile gli esiti di tali accurate investigazioni sulla qualità dell’area e delle acque del sottosuolo e, quindi, renderli di pubblico dominio. Saranno detti test a dare le reali indicazioni di quello che è lo stato di incidenza delle lavorazioni in discarica sul contesto territoriale e così escludere senza ombra di dubbio i paventati agenti di contaminazione dell’ambiente cittadino, piuttosto che quella serie di attestazioni amministrative contenute negli atti dei tanti organismi pubblici che forzosamente si incrociano nella gestione della delicata e spinosa materia dei rifiuti. E che questi organismi, creati appositamente dalla Regione per addivenire ad una semplificazione del sistema mediante un completo ed economico processo di raccolta e smaltimento dei rifiuti, brancolino tuttora nel buio ne è prova la


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ARDIA SULLA DISCARICA!

quell’impianto? del genere. Ho voluto porre all’attenzione del lettore queste vicende perché possa porsi la domanda circa i costi caricati al cittadino per il servizio rifiuti a motivo di tutti questi intrighi burocratici che non portano mai a nulla di risolutivo. Non ho potuto però fare a meno di restare personalmente impressionato dalla disarticolazione in cui agiscono le cosiddette Autorità di governo locale: come si sia potuto da parte del Comune mettere mano all’avvio della gara per l’affida mento della raccolta cittadina in scadenza a fine anno per la cessazione di proroghe concesse alla soc. Daneco, disconoscendo le precise direttive regionali impartite ai singoli Comuni di non fare gare di appalto in questo ambito di servizi? Il Comune di Giovinazzo si sostituisce all’A.R.O nella ricerca di un gestore locale della raccolta cittadina indipendentemente da quanto accadrà presso gli altri Comuni dell’A.R.O? Oppure v’è l’intesa che una volta individuato il gestore lo stesso, alle medesime condizioni contrattuali aggiudicate, assumerà il servizio anche presso tutti gli altri Comuni costituenti l’A.R.O./2, man mano che vengono a scadere gli appalti o le proroghe nelle diverse località? Si vuole creare le condizioni contrattuali per affidare l’appalto alla soc. Daneco che gestisce l’impianto discarica di San Pietro, fortemente esposto a fare un notevole investimento di oltre 40 milioni di Euro per la costruzione di un impianto di biostabilizzazione che indugia a portare a realizza-

zione? Sarà per questa ragione che il Comune di Giovinazzo si è avvalso della collaborazione di un tecnico esterno per la formalizzazione del capitolato d’appalto e per la regolamentazione delle condizioni procedurali della gara da bandire a stretto giro di tempo? Intanto questa prestazione di consulenza tecnica dell’ingegnere, già a noi noto per essere stato chiamato alla predisposizione del progetto del Centro comunale di raccolta non ancora operativo, costa al Comune e, quindi, ai cittadini all’incirca sette mila Euro. Questi gli effetti più immediati per il cittadino mentre il sistema di spazzamento della città non migliora in alcun modo. A chi spetta rendere conto di tutto questo? Un suggerimento poi mi sento di dare al Sindaco Depalma che inneggia alla trasparenza, si impegni seriamente presso l’A.R.O./2 coinvolgendo gli altri colleghi Sindaci che ne fanno parte attiva affinché tale organismo superi la configurazione di associazione di Comuni e si trasformi in consorzio con una propria soggettività giuridica e relativa iscrizione presso la Camera di Commercio locale. Con questo profilo aziendalistico privato non solo diventano più chiare e certe le responsabilità gestionali per i vari incombenti funzionali, ma sarà anche possibile fare acquisti e realizzare opere con ammissione al rimborso dell’IVA che, invece, non è previsto per gli Enti locali o loro associazioni, con il beneficio di minor costo dei servizi acquistati a tutto vantaggio dei cittadini.

Opinione

discutibile iniziativa intrapresa dal Comune di Giovinazzo di bandire l’appalto per il rinnovo del servizio di igiene pubblica e raccolta rifiuti in pieno contrasto con la recente legiferazione regionale. Da mesi ormai è costituito, secondo la legge regionale 24/2012, l’A.R.O./2.Ba, (Ambito Rifiuto Ottimale), associazione di Comuni cui è parte Giovinazzo, cui sono confluite le funzioni dell’A.T.O. (Ambito Territoriale Ottimale). Questo Ente sovracomunale, tra l’altro, ha la specifica incombenza di varare la gara per la individuazione di un gestore unico per la gestione integrata dei rifiuti, dal prelievo e spazzamento locale dei Comuni che vi si sono associati e relativo trasporto e smaltimento, e quindi, di provvedere alla raccolta differenziata; il tutto con l’intento di ridurre gli effetti sulla salute umana e l’impatto ambientale. E in questo senso l’A.R.O./2 avrebbe dovuto con ogni possibile urgenza mettersi in moto per approntare le procedure di appalto con riguardo proprio ai Comuni in cui il servizio è co-

perto con affidamento in proroga con termini stringenti di scadenza, come appunto per il nostro Comune. Tanto perché con l’entrata in vigore della su richiamata legge 24/2012 è fatto divieto assoluto ai Comuni di indire nuove procedure di gara per l’affidamento dei servizi di spazzatura, raccolta locale e trasporto ai convenuti stabilimenti di smaltimento. Cosa pensare, trattasi di una grossolano paradosso? Non c’è che dire, si naviga in completa precarietà e approssimazione: non si conosce quale debba essere il sistema definitivo per lo smaltimento dei rifiuti prodotti nei comuni dell’A.R.O./2; che tipo di linea di trattamento sarebbe riservata al costruendo impianto della soc. Daneco a San Pietro Pago; da anni ci si cimenta per introdurre la raccolta differenziata senza progredire sensibilmente negli indici impostici per questo servizio di selezione all’origine della produzione del rifiuto. Per contro ora ci si appella con varie formalità all’A.R.O., quale autorità investita di specifica analisi di mercato per la ricerca di un processo gestionale economico e razionale, anche in relazione alla vantaggiosità di procedere all’affidamento congiunto di più servizi ad un unico gestore. Se pensiamo che il decreto Ronchi nel 1997, nel prevedere l‘A.T.O. (Ambito territoriale ottimale, ora dissolto negli A.R.O.), dichiarava che dopo sei mesi dalla loro costituzione ci sarebbe stato il gestore unico per il servizio di raccolta e trattamento dei rifiuti urbani e… sono passati tanti anni senza aver visto ancora nulla

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NON SI BUTTI FU

Compiacciamoci pure per la partenza nazionale del giro ciclistico, m

Opinione

⻬ di Giuseppe Maldarella

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l rientro in sede della nutrita delegazione comunale dalla conferenza di presentazione del Giro d’Italia 2014, Depalma ha subito indetto un altro dei suoi incontri cittadini per rendere partecipe la decisione degli organizzatori della gara ciclistica nazionale di iniziarla a Giovinazzo con la prima tappa. Si è trattato, comunque, di una informativa su quello che, a suo dire, è stato fatto dall’esecutivo e soprattutto di quanto si accingerebbe a fare a favore della città. Sta di fatto che Depalma non tocca i temi afferenti alle condizioni ambientali del nostro territorio e ai servizi che il Comune è chiamato a dare ai cittadini dietro corrispettivo e dei loro indici qualitativi in relazione agli oneri fiscali imposti ai contribuenti. E, nonostante la città sia al centro di notevoli interessi pubblici e privati a mantenere in operatività, a pieno ritmo, le discariche di San Pietro Pago per l’abbancamento dei rifiuti provenienti dai Comuni della Aro Ba/2 e da gran parte di quelli dell’Aro Ba/4, ancora nulla è riferito circa le possibili conseguenze sulla salute pubblica oltre che sull’eventuale impatto ambientale cui il continuo svilupparsi dell’impianto possano dar luogo. E questo, perché la logica che muove anche questi ultimi amministratori è quella tracciata ed impartita pubblicamente dal dott. Campobasso del Servizio Trattamento Rifiuti della Regione, secondo cui è il cittadino che dovrebbe attivarsi riguardo a tali preoccupazioni chiamando in causa direttamente i carabinieri del NOE e la locale struttura

A

dell’ARPA. E’ un bel modo di governare se chi è investito del potere-dovere di perseguire il bene comune non avverte minimamente la responsabilità di salvaguardare la popolazione da eventuali agenti dannosi per la salute. E che da quella immensa discarica non derivi un qualche rischio per la città non lo si può affermare senza disporre di dati di analisi e di monitoraggio ambientale che lo provino. Ma Depalma, come già in precedenza Natalicchio, non pare avverta alcuna tensione in tal senso, anzi si guarda bene dall’attivare quelle indagini che possano evidenziare realisticamente le condizioni ambientali del nostro territorio ed eventualmente registrare incidenze inquinanti. Rilevazioni del genere in qualche modo potrebbero arrecare intralci burocratici e, quindi, compromettere il flusso dei rifiuti in arrivo alla discarica della Daneco s.r.l.. Tuttavia, a fine agosto, evidenti danni, direi collaterali, la Daneco li ha pure causati, avendo provocato il crollo del costone della strada pubblica di San Pietro Pago che è stata chiusa al transito. Nel corso dei lavori di movimento terra, eseguiti per l’approntamento dell’area destinata a discarica per il servizio di soccorso allo stabilimento a regime della linea di biostabilizzazione (V Lotto), è stata demolita parte della sovrastante parete della strada pubblica, provocandone inagibilità. Per cui il Sindaco Depalma è prontamente intervenuto, il 28 agosto scorso, con una ordinanza ed ha interdetto completamente la circolazione lungo tutto l’asse stradale.

Contestualmente, ha accordato alla Daneco di poter creare una deviazione stradale su terreno di sua proprietà per consentire il transito degli automezzi che trasferiscono i rifiuti dai comuni sopra indicati per l’abbancamento sul VI lotto discarica che, all’inizio dell’estate, è stato deciso, con l’assenso del Comune, il sopralzo sul modulo di quota precedentemente stabilito. Il dispositivo del Sindaco, infatti, oltre che interdire il traffico veicolare sulla strada, preordina le misure necessarie perché non si interrompa l’arrivo dei rifiuti in discarica, però non da alcuna indicazione circa le modalità di percorrenze alternative cui l’utenza comune deve seguire per superare il tratto di strada interrotto, né tanto meno prescrive tempi perentori per il ripristino della viabilità a cura della Daneco. Tuttora la strada di San Pietro Pago è chiusa al transito pubblico e i possessori dei fondi agricoli oltre l’area delle discariche sono costretti a percorrere non senza gravi disagi lunghi itinerari alternativi. Quanto accaduto, purtroppo, permette non tanto di registrare l’evidente danno per le produzioni agricole locali, ma fa insorgere un sospetto gravido di inquietudine nel senso che potrebbe essere già in corso di elaborazione un ennesimo piano per ampliare le potenzialità ricettive del complesso delle discariche di San Pietro Pago. La Daneco, se per un verso tiene sospeso i lavori di costruzione dello stabilimento di biostabilizzazione che avrebbe dovuto funzionare da tempo a regime se-

condo quanto convenuto con la convenzione rep. N. 2313 del 30.12.2008 che ne disciplinava l’affidamento dell’esercizio da parte del Comune, dall’altro sta approntando celermente la discarica del lotto V, quella progettata per essere destinata al solo servizio della linea di biostabilizzazione, al momento sospesa. L’accelerazione a sistemare il V lotto, a mio avviso, è senz’altro mosso dalla necessità di utilizzare anche questa discarica per l’ordinario abbancamento dei rifiuti, al di fuori delle attività della linea di biostabilizzazione, così da scongiurare l’emergenza che incalza su tutti i fronti. Il lotto V di discarica era, invece, asservito all’impianto di base di biostabilizzazione come deciso espressamente dal Consiglio Comunale che, con delibera N. 33 del 29.07.2009, decretava l’ag-


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UMO AGLI OCCHI

ma Giovinazzo rimane nota come polo in sviluppo di discariche rifiuti

unico gestore di tali attività appaltategli come servizio pubblico. Già a suo tempo turbò non poco Natalicchio quando dovette sottostare alla decisione delle autorità regionali che disposero l’insediamento del nuovo VI lotto di ben 46.000 mq. su terreni agricoli e, a fatica, indusse la sua maggioranza ad approvare nella seduta del 29.9.2009 (delibere nn. 38-39 del 24.09.2009) l’amplia mento della discarica, dopo aver consentito a più riprese il sopralzo e la rimodulazione dei livelli di stoccaggio dei lotti I, II, III e IV già colmi al tempo del suo insediamento il 2002). E per attribuire anche questo nuovo appalto alla Daneco fuori da una gara pubblica si ricorse ad uno dei soliti escamotage interpretativi: Si fece passare quel nuovo servizio di approntamento e gestione del VI lotto discarica come attivi-

do in definitiva siti di discarica per il normale abbancamento rifiuti. A questo riguardo, non va neppure omesso di rammentare che nella seduta consiliare del 29.07.2009, allorquando ci si accinse ad avallare il programma insediativo dell’impianto a regime della linea di biostabilizzazione con annessa discarica V lotto (delibera n. 33/2009) la maggioranza, su indicazione di Natalicchio, avvertì il rischio che il V lotto discarica potesse essere destinato alle normali attività di stoccaggio dei rifiuti e, preoccupato per un tale esito, espresse un deciso auspicio che ciò non dovesse accadere in alcun modo, neppure in presenza di stati emergenziali che avrebbero a soffrire i comuni del bacino provinciale. Invece, sembra ineluttabile che ciò si verifichi, non più tardi di fine anno quando il VI lotto sarà andato a saturazione e non potrà essere più sopraelevato, a meno che non si trovi diversa soluzione per smaltire così notevole produzione di rifiuti di tanti comuni. Dunque, quanto successo a Natalicchio non avrà a risparmiare neppure Depalma che aderirà con qualche architettata motivazione ad un ennesimo ampliamento del polo discariche dando inizio all’abbancamento rifiuti sul V lotto, ancorché destinato ad altra funzione. Potrà essere questa la circostanza perché si interessino le autorità inquirenti richiamate dal dott. Campobasso?

Opinione

giudicazione del servizio di smaltimento rifiuti l’unico a regime nell’area di San Pietro Pago e ne tracciava le linee di insediamento di detto stabilimento per il solo trattamento della frazione dell’umido, che perciò veniva dotato di annessa discarica di soccorso, il V lotto. E che il mio sospetto possa quanto prima verificarsi l’evidenzia il persistente ritardo nell’introduzione del piano regionale dei rifiuti, approvato recentemente dagli organismi regionali, ma soprattutto l’assenza di qualsiasi altro sito al momento attrezzato per stoccare i rifiuti della gran parte dei comuni della provincia. Ancora una volta, per scongiurare l’emergenza che si trascina ormai da oltre un decennio, si sarà costretti ad aprire un ulteriore lotto di discarica a tutto vantaggio della Daneco che vi opera come

tà transitoria in attesa dell’entrata in funzione dell’impianto a regime di biostabilizzazione, unica linea di lavorazione di cui era appaltatore e che sarebbe rimasta attiva a San Pietro Pago. L’affidamento poi lo si considerò a tutti gli effetti quale prosecuzione dell’appalto regolato dalla originaria e contestata convenzione Rep. N.60 del 26.9.2003 che all’art. 7 prevedeva la possibilità di estendere la valenza del contratto anche ad eventuali attività aggiuntive a quella principale inerente alla gestione dei primi quattro lotti. Se così è, per quanto risulta dagli atti richiamati, che è bene consultino quanto prima il Sindaco e il Presidente del Consiglio che interviene negli organismi regionali, il permettere l’arrivo dei rifiuti a San Pietro Pago per il normale abbancamento utilizzando il V lotto in allestimento sarebbe in assoluto contrasto con i termini contrattuali che disciplinano i rapporti gestionali con la Daneco. Il V lotto in contesto, allo stato, non potrebbe essere distratto dalla sua funzione programmata di pertinenza dello stabilimento a regime ed essere distratto per lo smaltimento a mezzo dell’abbancamento dei rifiuti residuati dalla differenziata. Verrebbero di fatto contraddetti e disattesi i programmi di intervento infrastrutturale progettato su vasta scala nella contrada di San Pietro Pago e relative procedure espropriative. Al tempo stesso, si avvierebbe una modifica di destinazione dei terreni acquisiti, divenen-

N. 11 - Novembre 2013

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L’infinito gioco delle tr

N. 4/2014 – Aprile – Pagina 8

Attualità

Girolamo Capurso

A distanza di anni non è ancora chiaro quale sarà il ruolo del nostro impianto di biostabilizzazione dei rifiuti. Se ne è discusso in un Consiglio Comunale monotematico

S

crivere oggi di rifiuti è sempre più difficile. Con il crescere degli indicatori economici i rifiuti aumentano ed anzi sono essi stessi rilevatori del benessere. Li produciamo con disinvoltura ma è più difficile conviverci, sia per i sistemi di raccolta spesso inefficienti che per la gestione degli impianti di smaltimento. Nella nostra cittadina si parla da molti anni di discarica e la politica locale se n’è occupata a fasi alterne, con posizioni differenti a seconda del ruolo ricoperto. È certo che chi ha avuto responsabilità di governo ne ha parlato con “senso di responsabilità”, e chi si opponeva, ha protestato “a prescindere”. All’inizio del mese se n’è discusso in un Consiglio Comunale monotematico. Il consigliere del centro-destra, Ruggero Iannone, si è pronunciato per un sano confronto sulle ultime vicende poco chiare legate alla nostra geenna. Iannone è sempre stato coerente con le proprie opinioni. Ricordiamo una sua intervista, pubblicata dal nostro mensile (novembre 2009, ndr), in cui si dichiarava indignato per l’ampliamento voluto dall’amministrazione Natalicchio, che aveva deliberato la realizzazione del VI lotto in cui conferire i rifiuti. Ricordiamo anche la manifestazione promossa dai partiti di opposizione contro chi amministrava in quel momento. A volte però il destino è beffardo. Chi oggi è costretto a gestire e giustificare i ritardi della nostra burocrazia, quella mattina protestava con vigore. Attenzione però, la nostra non è un’accusa. È una semplice considerazione su come la gestione della cosa pubblica spinga verso un obbligo ad adempiere piuttosto che la semplice esecuzione di un potere. Tra8

N. 4 - Aprile 2014

lasciamo tutti gli eventi che ci hanno portato alla fase attuale, con responsabilità chiare ed inequivocabili. Il nostro Giuseppe Maldarella ne ha parlato diffusamente in diverse occasioni. Vo-

gliamo, per dovere di cronaca, ripercorrere gli ultimi anni e rimettere tutto sulla giusta direttrice. Partiamo da aprile 2010 e dalla determina dirigenziale n.31 della Provincia di Bari. La Daneco era


stata autorizzata a costruire l’impianto complesso (di titolarità pubblica) di biostabilizzazione e selezione con annessa discarica di servizio e soccorso a “servizio” dei comuni facenti parte del bacino Ba 2. Si era chiuso un iter procedurale che avrebbe permesso di gestire nel nostro impianto il rifiuto biostabilizzato da discarica (RBD) prodotto sia dal medesimo impianto che da quello della città

N. 4/2014 – Aprile – Pagina 9

re carte

di Bari, al fine di produrre quello cosiddetto “maturo” (RBM). Ricordiamo che per quest’ultimo prodotto erano previsti impieghi nel campo dei ripristini ambientali, in virtù di un decreto del Commissario Delegato per l’Emergenza Ambientale della Regione Puglia. Partono da qui i nostri problemi. Ci sono fondati dubbi sul riutilizzo di questo materiale e sul fatto che potesse, alla fine del percorso industriale, essere smaltito in discarica. Rammentiamo che, nel frattempo, con la soppressione dei vecchi ATO ci ritroviamo in un bacino BA 2 allargato al territorio provinciale. Più volte il Comune di Giovinazzo ha chiesto chiarimenti sulla possibilità del reimpiego del RBM. Alla fine, in un incontro tenutosi presso la Regione Puglia a maggio del 2013, l’ARPA regionale chiariva che tale materiale non era mai stato utilizzato per gli scopi definiti nel decreto commissariale, né esistevano riferimenti in altre regioni. Nel frattempo il nuovo Piano Regionale non prevedeva più la produzione di RBM ma di RBI (rifiuto biostabilizzato inerte) da smaltire in discarica. È crollato così il castello di carta. Avremmo prodotto un composto da smaltire in discarica, alla faccia di tutte le scelte e le politiche ambientali finora accettate e condivise. Il progetto di Giovinazzo era chiaramente in contrasto con il nuovo Piano della Puglia, adottato proprio nello stesso mese di maggio 2013. L’ufficio di presidenza dell’ATO, in virtù di questi ultimi sviluppi, ha delegato un gruppo di esperti a rivedere il vecchio progetto e formulare nuove ipotesi. A fine giugno L’ATO deliberava di introdurre nel nuovo impianto di stabilizzazione di Giovinazzo una linea di compostaggio per trattare 80 tonnellate al giorno di rifiuti alla luce delle opzioni contenute nel nuovo Piano Regionale. Siamo arrivati alla fine? Riusciremo ad attuare questo nuovo progetto? Maggiore sarà l’impegno a costruire il nuovo impianto e minore sarà la possibilità di dover modificare la destinazione del V lotto. Al termine del Consiglio monotematico è stata formulata, insieme all’opposizione, una delibera che conferma quanto definito già nel 2009 quando fu autorizzato il VI lotto e cioè il rigetto totale del-

l’uso della discarica per abbancare rifiuti non provenienti dal ciclo di biostabilizzazione, pur in presenza di emergenze ambientali. Inoltre il Consiglio Comunale ha confermato la volontà di impedire ogni ulteriore ampliamento dell’attuale discarica o la costruzione di nuove discariche sul nostro territorio. Ma su quest’ultimo punto, il Consiglio Regionale ha già approvato ad ottobre 2013 un ordine del giorno che impegna la Puglia a scegliere per il futuro nuovi siti diversi da quelli attuali. A conclusione della nostra cronistoria, possiamo pensare che la nuova delibera ricalchi quanto già deciso in precedenza e non apporti nulla di sostanzialmente nuovo, ma serva solo a ricordarcelo. Noi non pensiamo ad operazioni di marketing politico, c’è solo stato un cambio di ruoli tra chi governava ieri e chi amministra oggi, nel più elementare dei giochi che la democrazia ci propone giornalmente. Riteniamo invece che su questi temi si debba sempre discutere e mai abbassare la guardia.

V

COMUNICATO

enerdì 04 Aprile alle ore 19,00 presso la sala San Felice ci sarà la presentazione alla cittadinanza dell’Associazione Naturalistica denominata “Amici dell’Ambiente, della Flora e della Fauna” che illustrerà gli scopi dell’associazione. I punti più importanti sono: • Tutelare la flora e la fauna spontanea seriamente minacciata dall’uso intenso dei diserbanti; • Sollecitare l’Amministrazione Comunale a realizzare, nella Lama Castello, una piccola area protetta per ripristinare l’habitat originario e reintrodurre la flora scomparsa, in particolar modo, le orchidee spontanee; • Sollecitare gli Enti responsabili del territorio a bonificare e risanare le cave abbandonate con le tecniche di rinaturalizzazione. Sarà presente l’assessore all’ambiente ing. Nicola Catalano. N. 4 - Aprile 2014

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N. 5/2014 – Maggio – Pagina 4

Lo stabilimento per lo smaltimento rifiuti, er Opinione

Giuseppe Maldarella

Un altro flop come la Zona Artigianale?

P

iù volte ed in circostanze diverse mi sono esposto a rendere noto il lettore con dettagliate informative circa l’annosa e travagliata questione della discarica di San Pietro Pago. E questo sin da quando, nell’estate del 2002, Natalicchio, appena eletto Sindaco dopo una lunga gestione commissariale, con la complicità dell’ex consigliere Magarelli allora all’opposizione, riavviò l’operatività delle cave di pietra inattive, in contrada San Pietro Pago, per l’abbancamento dei rifiuti solidi urbani. Ne regolarizzò l’esercizio della discarica di pertinenza della SPEM S.p.a., sanando ogni anormalità funzionale e strutturale del sito mediante un compromesso extragiudiziario con lo stesso gestore, che pose fine al contenzioso da tempo intrapreso dal Comune. Fu l’inizio dei nostri guai più seri, dal momento che fu convenuto con la società esercente che la prosecuzione dell’attività della discarica dovesse essere a titolarità pubblica con il passaggio al Comune della proprietà dell’intero complesso delle cave cui si ammassavano i rifiuti. Lo scopo di tale avventata operazione, si diceva, sarebbe stato quello di pervenire all’insediamento in quella località di un impianto pubblico di smaltimento rifiuti a disposizione del bacino di utenza territoriale BA/2. Lungi da me qui ricostruire i numerosi e contorti passaggi che hanno caratterizzato l’iter dell’ampliamento e lo sviluppo in altezza delle strutture delle discariche fin qui allocate a San Pietro Pago. Una esauriente nota esplicativa dell’Ufficio tecnico del Comune ne traccia i punti più salienti delle procedure amministrative messe in atto per lo scopo e gli intralci giudiziari che ne sono conseguiti alla sciagurata decisione scaturita dall’ingegno politico della coppia Natalicchio-Magarelli. So bene, anche, che alla manifesta inconsistenza politica dell’attuale maggioranza e all’assenza di qualificati indirizzi tecnici da parte dei tanti organismi burocratici regionali, resta difficile intravvedere una coraggiosa e decisa determinazione del Depalma come possibilità a contrastare l’ormai segnato assetto di quel sito a completo ed esclusivo utilizzo come 4

N. 5 - Maggio 2014

comune discarica di rifiuti. Tuttavia, mi preme con queste righe, che mi auguro possano chiudere il mio lungo commento di tutti questi anni, mettere allo scoperto l’inganno tramato a danno dei cittadini di Giovinazzo. Infatti, si è voluto far credere che, nelle condizioni cui erano gestite precedentemente le cave di pietra come attività privata di stoccaggio di rifiuti tal quale, sarebbe stato utile e profittevole per la città installare in quella località un impianto stabile per la selezione e smaltimento rifiuti e che, solo nelle more della costruzione di un tale stabilimento, si sarebbe reso necessario sovradimensionare le capacità di ricezione rifiuti delle cave, per la verità, già colme fino al livello di superficie sin dal 2000. E poiché, come mio solito, non voglio riportare supposizioni ma dati concreti riprendo, a cognizione di chi volesse fare approfondimenti più diretti su questa speculazione, quanto affermava Natalicchio nel suo Rapporto Amministrativo 2002-2007 nel corso della campagna elettorale per il rinnovo del suo mandato a Sindaco. A pag. 20 e seg. di quel documento così scriveva: «E’ stato chiuso il vecchio contenzioso con la SPEM, relativo al 4 lotto della discarica in contrada San Pietro Pago, ricevendo il Comune come compensazione la riqualificazione del verde cittadino e della villa comunale (si è mai notata?)... Per quanto riguarda gli impianti, l’Amministrazione ha scongiurato l’autorizzazione di nuovi siti e di nuove volumetrie di discarica di rifiuto tal quale. Ha preteso che lo sfruttamento dei volumi residui sui vecchi lotti di discarica prevedesse attività di biostabilizzazione ed ha imposto alla ditta concessionaria la costruzione di un impianto dedicato a questa attività... Riducendo notevolmente il carico dei rifiuti da mettere a dimora, evita l’apertura di nuovi lotti di discarica, alleggerendo così il carico ambientale che la città ha subito nel corso degli anni». Dunque, deliberatamente Natalicchio consentì l’aumento delle volumetrie e lo stesso sopralzo delle colmate delle cave con l’abbancamento di rifiuti oltre ogni limite, in

previsione che si impiantasse lo stabilimento di smaltimento/recupero e di lavorazione dei rifiuti urbani dell’intero bacino BA/2 per la loro trasformazione in prodotto biostabilizzato da commercializzare sul mercato. Peccato che non ci si è fermati al sopralzo dei soli vecchi lotti di discarica perché, fintanto che non si sono organizzate le procedure di concessione di quel servizio pubblico di trasformazione del rifiuto e di aggiudicazione dell’appalto per la costruzione dello stabilimento nei confronti della Daneco S.p.a, subentrata alla SPEM s.p.a. ed ancora alla progettazione dell’impianto e della sua verifica tecnico-ambientale (AIA - VIA), di rifiuti a San Pietro Pago ne sono arrivati tanti e tanti ancora, anche di provenienza di bacini diversi da quello BA/2. E così, con la solita storiella che si puntava a costruire un impianto a regime per il trattamento e lo smaltimento, il Consiglio Comunale, sempre su input di Natalicchio, nell’estate 2009, approvò l’esecuzione del progetto su suoli agricoli da espropriare, adiacenti alla discarica preesistente, e convenne, altresì, di costituirne ancora una nuova, cosiddetto VI lotto, da funzionare come area di abbancamento di rifiuti di risulta dalla differenziata, fin tanto che non sarebbe entrato in esercizio l’impianto a regime per la biostabilizzazione. L’opera costruttiva a regime, resa cantierabile già nella primavera del 2012 per una spesa complessiva dichiarata dalla Daneco, trasformatasi nel frattempo in semplice s.r.l., in € 39.898706,83, non ha mai visto l’avvio dei lavori di edificazione. A tal riguardo sono stati addotti dalla Daneco s.r.l. motivi di asserito impedimento provocato dal rinvenimento sul sito di materiali antropici, per cui il suo intervento realizzativo si è limitato alla sistemazione e attrezzaggio della sola area di stoccaggio di supporto allo stabilimento di biostabilizzazione, propriamente denominata V Lotto. Contestualmente è rimasta attiva, anche oltre le stesse volumetrie originariamente previste dall’atto autorizzativo, la recente discarica del VI Lotto cui si conferiscono tuttora rifiuti provenienti anche da Comuni estranei al bacino BA/2. Sta di fatto che non sono state formalizzate in alcun atto ufficiale le vere ragioni per cui non si è dato corso alla costruzione dello stabilimento di trasformazione dei rifiuti in prodotto biostabilizzato, impianto


che da tempo, da oltre dieci anni, è stato pubblicizzato sarebbe dovuto rimanere l’unico attivo a San Pietro Pago. La stessa Amministrazione civica che pure è il soggetto appaltante dell’opera, in quanto titolare e gestore del contratto di concessione di pubblico servizio (Convenzione rep. 2313 del 30/12/2008) cui spetta il diritto-dovere a pretendere la piena e conforme esecuzione dell’opera e l’esercizio delle relative attività, affidate alla Daneco dopo una gara pubblica, ha mancato nel Consiglio Comunale del 5 marzo scorso, cui si discuteva dell’argomento, di evidenziare e chiarire i motivi per cui si astiene dall’esigere l’adempimento di quel contratto di appalto. Una azione, però, è stata intrapresa, già prima della discussione pubblica nel Consiglio del 5 marzo; il Comune, su richiesta della Daneco, ha formalmente acconsentito alla stessa di rescindere l’affidamento del subappalto, che aveva precedentemente contratto con il Consorzio Stabile Impresteel S.c.r.l. di Sarno (Sa), per l’esecuzione della costruzione dello stabilimento a regime con la motivazione che i lavori stessi non avrebbero avuto corso, senza indicare però specificazioni di tale ripensamento. Non solo, qualche giorno dopo lo stesso Consiglio, la Giunta approva il programma dei lavori pubblici per il triennio 20142016, documento che accompagna lo schema di bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2014 di prossima approvazione. Ebbene la scheda delle opere da portare ad esecuzione nel corso del 2014 non riporta più la costruzione dello stabilimento a regime di biostabilizzazione dei rifiuti che pur era presente nei precedenti piani delle opere pubbliche comunali fin dall’esercizio del 2010 con un impegno finanziario, ad apporto privato, di € 40.000.000. E’, dunque, da dedurre che l’impianto di biostabilizzazione, tanto reclamizzato, non sarà portato a termine, né si intravvede una gestione alternativa per l’esercizio industriale della struttura discariche di San Pietro Pago, se non quella finora condotta in quel sito con il solito abbancamento di rifiuti, che andrà ad estendersi, senza meno, anche sull’area del V Lotto, appena approntata dalla Daneco, nonostante questo sia stato pianificato come sito di stoccaggio del rifiuto trattato. Non si può escludere che l’appaltatore non

N. 5/2014 – Maggio – Pagina 5

ra solo un bluff

abbia ad avere vantaggi enormi a che le cose non si modifichino anche perché risparmia di fare quel sostanzioso investimento economico cui è vincolato con il summenzionato contratto di concessione stipulato con il Comune. Che dire allora di questa assurda vicenda? Il risultato che ne è conseguito a tanta ingegnosa macchinazione è stato solo quello di aver messo in piedi un così costoso e artificioso processo solo unicamente per ritrovarci l’antico sistema di abbancamento di rifiuti su un’area vasta di discariche con l’aggravante della sottrazione di diversi ettari di terreno alla produzione agricola. Dove è finito l’impegno di Natalicchio che avrebbe portato alla riduzione dei rifiuti da mettere a dimora nella (nostra) discarica? Non hanno i nostri amministratori tramato un diabolico inganno ai cittadini? Nessuno è in grado ora di riferire quale sia l’esito della concessione di pubblico esercizio per quella particolare lavorazione dei rifiuti, affidato a mezzo gara alla Daneco, non avendo la stessa provveduto nei termini contrattuali alla esecuzione dell’opera infrastrutturale che ne costituiva il presupposto tecnico-funzionale per l’espletamento della specificità di trattamento del rifiuto. Complicanze legali e rilevanti riflessi di responsabilità anche di ordine contabile emergeranno senza alcun dubbio da una situazione così controversa, se non altro per le conseguenze dannose che ricadono sulla gestione comunale che ha condotto il complesso procedimento amministrativo compreso gli atti di esproprio risultati poi non impiegati per l’opera cui erano stati asserviti e riconosciuta di pubblico interesse. Ma questa è un’altra partita di cui si avrà molto di discutere nel prosieguo. Tuttavia, a parte tutti questi intrighi tecnici e intrecci affaristici cui è pienamente invischiata l’Amministrazione civi-

ca, non certo per colpa di altri organismi pubblici, come vogliono far credere gli attuali rappresentanti del popolo, è bene chiedersi: da questa compromettente vicenda cosa ci si aspetta realisticamente il cittadino? Personalmente credo che il suo unico e fondato interesse sia quello che la catena collinare dei rifiuti a San Pietro Pago non abbia a produrre rischi di alcun genere per la salute pubblica. E, dunque, visto che la salvaguardia dell’ambiente e la tutela della salute del cittadino sono compiti primari del Sindaco, si diano, una buona volta, a questo riguardo, certificazioni serie e puntuali, attraverso analisi e indagini specifiche, sulla qualità ambientale del nostro territorio e sullo stato delle falde acquifere dei terreni circostanti l’immenso complesso delle discariche. L’ho chiesto più volte, senza alcun esito, a Natalicchio ed, ultimamente, anche a Depalma cui è bene rinnovare la sacrosanta richiesta, almeno per porre un qualche rimedio alla fandonia strombazzata per tanti anni che “non ci sarebbe stata l’apertura di nuovi lotti di discarica a San Pietro Pago”. Prima ancora di inebriarci con la costosa manifestazione dell’inizio del giro ciclistico nazionale non sarebbe oltremodo doveroso rendere di pubblico dominio quali siano gli indici di inquinamento del nostro territorio per la presenza di simile complesso di discariche in una contrada prossima all’ambito cittadino? Vale la pena ricordare che in questo consiste essere al servizio dei cittadini cui viene chiesto di corrispondere, sempre con misure fiscali più onerose, alla gestione della cosa comune. N. 5 - Maggio 2014

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N. 5/2014 – Maggio – Pagina 12

Un minuto di attenzione... prego Attualità

Q

Girolamo Capurso

uesto mese vi proponiamo una sintesi dei costi sostenuti dal Comune per il servizio di raccolta, smaltimento, spazzamento e trasporto dei rifiuti nel 2013.

Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media dei rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI NOVEMBRE 2013

Tipologia rifiuto

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro (*) Rifiuti urbani misti

Composizione media previst a % raccolta da piano regionale (%) NOVEMBRE 2013

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

TOTALE

100

100

17.760 22.900 39.460 11.520 1.400 410 675.780

769.230

Destinazione

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

(*) Farmaci, batterie e accumulatori

PRODUZIONE PROCAPITE KG 36,746 • Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 9,84% • Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 12,15%

COSTI

PARTE FISSA

Costi spazzamento e lavaggio strade

Costi amministrativi di accertamento, riscossione, contenzioso

Costi comuni diversi (1)

1.226.928,98

PARTE VARIABILE

TOTALE

1.226.928,98 216,207,00

216.207,00

244.544,00

244.544,00

109.434,28

109.434,28

Altri costi Operativi di gestione

123.357,21

Costi d’uso del capitale (2)

Costi raccolta e trasporto rifiuti

123.357,21

615.723,19 247.236,26

Costi raccolta differenziata per materiale TOTALE COSTO DEL SERVIZIO

1.920.471,47

54,79%

59.403,96

1.584.676,45

45,21%

COSTO PER ABITANTE

59,79 10,54 11,92

5,33 6,01

615.723,19

30,01

247.236,26

12,05

662.313,04

662.313,04

Costi trattamento e smaltimento rifiuti Costi trattamento e riciclo (3)

2,31 2,98 5,13 1,50 0,187 0,05 87,85

Quantità (kg)

59.403,96

3.505.147,92

100,00%

32,28 2,89

170,82

(1) Costi comuni diversi: costi per studi e consulenze non inseribili nei costi operativi o nei costi amministrativi, il fondo rischi crediti, i crediti inesigibili, gli interessi passivi. (2) Costo d’uso del capitale: ammortamenti, accantonamenti,remunerazione del capitale investito. (3) Costi di trattamento e riciclo: al netto dei proventi della vendita di materiale ed energia derivante dai rifiuti. Dopo le spese consideriamo le entrate relative alla discarica di S. Pietro Pago:

ROYALTIES

DISAGIO AMBIENTALE

TOTALE ENTRATE

RICAVO

IVA 22%

623.447,59

137.158,47

760.606,06

935.171,39

205.737,71

1.140.909,10

311.723,80

68.579,24

TOTALE

380.303,04

RICAVO PER ABITANTE

37,07 18,53 55,60

Il nostro comune spende per ogni cittadino (20.520 abitanti) circa 171 euro ma guadagna 55,60 euro. 12

N. 5 - Maggio 2014


N. 5/2014 – Maggio – Pagina 13

Bestiario Giovinazzese

INDIFFERENZIATAMENTE

FOTONOTIZIA

Gaetano Nacci

N

on basta (e senza dubbio non basterà) il salasso della TARES piombato sulle famiglie giovinazzesi lo scorso 31 marzo a risvegliare le coscienze che, in tema di rifiuti e di raccolta differenziata, restano addormentate. Ed ancor peggio andrà con l’ecotassa, comminata ai comuni poco virtuosi. Purtroppo, la volontà di migliorarsi va a schiantarsi drammaticamente con la scandalosa pigrizia, inciviltà ed incuria testimoniata dalle fotografie a corredo di questo articolo, scattate nei pressi di alcuni luoghi di pubblico ritrovo, come Piazza Garibaldi e Piazza Stallone, o davanti alle abitazioni come in via Sindolfi. Immondizia poggiata sul

dai sacchetti, con materiale di plastica, che, con un briciolo d’at tenzione in più, poteva essere smaltito nell’apposito contenitore e quindi differenziato se solo l’utenza avesse fatto qualche decina di metri in più. Ma si chiedeva forse troppa grazia a Sant’Antonio! Giovinazzo ha, dunque, ancora parecchia strada da fare in tema di raccolta dei rifiuti, con una percen-

Così in via Sindolfi

marciapiede, quando i cassonetti non sono stracolmi, oggetti ingombranti ed un po’ voluminosi adagiati nei pressi dei raccoglitori di spazzatura, lattine d’olio vuote, vetro sporco e persino una sedia di plastica. Per non parlare di quello che si intravede

Toh, anche la sedia in Piazza Garibaldi! Immondizia in Piazza Stallone

tuale che oscilla, come vi ricorda ogni mese il buon Girolamo Capurso, tra il 9 ed il 10%, facendo concorrenza alle peggiori realtà campane. L’Amministrazione comunale lascia intravedere spiragli per l’attivazione della raccolta “porta a porta”: pensate che disastro se il senso civico sin qui dimostrato continuerà a restare su questi livelli! Tocca alla politica dare uno scossone, certo, ma a noi tocca dimostrarci pronti ad esser considerati meta turistica di rispetto. Ci riusciremo mai? N. 5 - Maggio 2014

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N. 8/2014 – Agosto – Pagina 14

Un minuto di attenzione... prego, ovvero LA VITTORIA DI PIRRO Attualità

Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media dei rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI GIUGNO 2014

Tipologia rifiuto

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro (*) Rifiuti urbani misti

Q

Girolamo Capurso

Composizione media previst a da piano regionale (%)

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

% raccolta GIUGNO 2014

1,92 4,40 5,32 1,89 3,71 0,13 0,18 82,44

Quantità (kg)

15.620 35.820 43.240 15.400 30.200 1.080 1.460 670.660

Destinazione

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

uesto mese facendo uno TOTALE 100 100 813.480 strappo alle nostre abitudini, PRODUZIONE PROCAPITE KG 38,86 pubblichiamo la tabella rela• Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 15,64% tiva ai rifiuti prodotti nel mese di • Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 17,56% giugno 2014. Abbiamo saltato qualche mese in cui, a partire da marzo, c’è stato un incremento delle percentuali di raccolta differenziata in avvicinamento al famoso 5% in più che ci avrebbe consentito di risparmiare (sarà poi vero?) 18,32 euro per ogni tonnellata di rifiuto smaltito in discarica. A questa economia dovremmo aggiungere il risparmio sulle spese di smaltimento. Analizziamo i dati con la consueta freddezza con cui si leggono i numeri. Iniziamo con la produzione dei rifiuti dello stesso periodo a partire dal 2010. Per ogni cittadino abbiamo valori compresi dai 43,17 kg ai 52,96 kg con percentuali di differenziato che oscillano tra 8,84% del 2013 e 11,32% del 2010. A giugno 2014 ogni cittadino ha prodotto 38,86 Kg di rifiuti (calcolati sul totale) con una riduzione di 4,31 kg sul valore più basso. Nei 4 anni precedenti i rifiuti differenziati variano in maniera apprezzabile e sempre in diminuzione passando dai 121.280 kg del 2010 ai 79.840 del 2013.

RIFIUTI RACCOLTI A GIUGNO Anno Totale rifiuti (kg) Totale differenziato (kg) % raccolta differenziata Produzione procapite

C

2010 1.071.070 121.280 11,32 51,164

he cosa può significare tutto questo? Sicuramente il mese scorso c’è stato un aumento di rifiuti differenziati raccolti e la bassa produzione di rifiuti procapite ci ha aiutato ad aumentare la percentuale sul totale. Siamo comunque contenti del risultato ottenuto. Finita l’analisi dei numeri, entriamo nel contesto legislativo sulla certificazione dei dati. La metodologia e i criteri di calcolo delle percentuali di raccolta differen-

2011 1.015.040 101.380 9,99 48,488

2012 1.108.750 99.010 8,93 52,964

ziata sono stati demandati dal D.L. 152/06 a un decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio di concerto con il Ministro delle attività produttive che non è stato ancora emanato. Le Regioni, in assenza d’indicazioni a livello nazionale, hanno provveduto a normare la metodologia di certificazione delle raccolte differenziate sul proprio territorio. Nella Regione Puglia la percentuale di raccolta differenziata è certificata dall’Assessorato

2013 903.660 79.840 8,84 43,167

2014 813.480 127.200 15,64 38,86

all’Ecologia. I dati, ovvero i quantitativi di rifiuto urbano classificati in base al catalogo comunitario CER e alla relativa destinazione (smaltimento o recupero), sono trasmessi mensilmente per via telematica dai Comuni mediante un portale dedicato. La legge regionale 38/2011 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2012 e bilancio pluriennale 2012-2014 della Regione Puglia) all’art.7 ha stabilito le condizioni per l’applicazione del tributo

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N. 8 - Agosto 2014

DODICESIMO TROFEO


speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi, istituito dall’articolo 3, comma 24, della legge 28 dicembre 1995, n. 549 (ecotassa). Viene ricordata la normativa nazionale che stabilisce le annotazioni cui sono tenuti tutti i soggetti passivi sui registri di carico e scarico per quantità e codice CER per tutti i rifiuti in ingresso. Parliamo delle discariche e dei soggetti autorizzati al recupero dei rifiuti differenziati. Nella stessa legge è stabilita l’aliquota massima di 25,82 euro per il deposito in discarica di ogni tonnellata di rifiuto. Inoltre sono previste premialità in riduzione per i comuni virtuosi. Non è il caso di parlarne perché noi ne siamo abbondantemente fuori. Nella stessa legge regionale si prescrive che i comuni devono comunicare, non oltre il 30 settembre di ogni anno, i dati riguardanti il precedente periodo dal 1° settembre al 31 agosto, al quale saranno riferite le percentuali di raccolta differenziata per la quantificazione dell’aliquota di ecotassa da applicare nell’anno solare successivo. Entro il 30 settembre di ogni anno, e con riferimento al periodo 1° settembre – 31 agosto, i gestori degli impianti di trattamento meccanico-biologico dei rifiuti solidi urbani residuali da raccolta differenziata devono comunicare all’Assessorato qualità dell’ambiente le certificazioni attestanti le quantità di rifiuti in ingresso all’impianto e quelle oggetto di smaltimento in discarica. Entro il 30 ottobre di ogni anno, con relativa determinazione del dirigente del Servizio ciclo rifiuti e bonifica da pubblicarsi sul

NINO MARZELLA

N. 8/2014 – Agosto – Pagina 15

Bollettino Ufficiale della Regione Puglia (BURP), si provvede alla validazione delle percentuali di raccolta differenziata dei comuni per la determinazione dell’aliquota da applicare e all’assegnazione a ciascun comune dell’aliquota di tributo che si riferisce all’anno successivo. Infatti, sul bollettino ufficiale n. 3 del 9 gennaio 2014 è stato pubblicato il dato validato e l’aliquota relativa al nostro comune: 9,17% e aliquota massima di 25,82 euro a tonnellata. Questi i dati certi su cui bisognava confrontarsi. Ma nel frattempo prima di questa legislazione qual era il sistema applicato? La legge regionale 25/2007 prevedeva un’aliquota di 15,00 euro a tonnellata con alcune premialità in riduzione della stessa come previsto all’art. 9 comma 3 lettera b. All’interno dell’ATO BA2 non era stato individuato un gestore unico, ma si era provveduto alla chiusura del ciclo di trattamento dei rifiuti indifferenziati e nel 2013 il nostro comune, per il tramite del gestore di trattamento dei rifiuti, ha pagato un’aliquota ridotta del 50% sui rifiuti prodotti nel 2012 e cioè 7,50 euro a tonnellata. Con la nuova legge si sarebbe passati da 7,5 euro a 25,82 euro. Una bella mazzata. Le proteste dei comuni anche per il tramite dell’ANCI hanno partorito una nuova possibilità che a nostro parere rappresenta una vittoria di Pirro. Con la legge regionale 45/2013 (Disposizioni per la formazione del bilancio di previsione 2014 e bilancio pluriennale 2014-2016 della Regione Puglia) all’art 29 è stata data la possibilità ai Comuni di versare la stessa aliquota del 2012 anche sui rifiuti prodotti nel 2013. La condizione per poterlo fare era di riuscire a conseguire a giugno 2014 il 5% in più di rifiuti differenziati. Come si può notare dalla tabella ci siamo riusciti ma è un successo solo temporaneo. Un risultato utile deve soddisfarci comunque e la nostra considerazione può sembrare fuori luogo. Siamo contenti e devo dire con orgoglio che siamo stati i primi a conoscere la notizia del superamento della soglia dall’Assessore Pansini che ringraziamo

AMBIENTE

sinceramente. Siamo contenti, ma non soddisfatti. In primo luogo perché il risultato raggiunto è stato frutto di un lavoro straordinario che ha visto un maggior utilizzo di mezzi, attrezzature e personale. Dal 1° luglio tutto ritornerà come prima e il maggior impegno di giugno farà posto all’ordinarietà dei mesi scorsi. Scadente ordinarietà, che ci farà ripiombare alle percentuali a una cifra. In secondo luogo perché la cifra risparmiata, circa 150.000 euro, non sarà liquidata alla regione, ma i cittadini non risparmieranno nulla. Sembra una sciocca affermazione, ma è la verità nascosta nelle pieghe delle disposizioni. La legge regionale 45 del 2013 pur dando la possibilità ai comuni di risparmiare il differenziale dell’ecotassa impone agli stessi di destinare il contributo non versato esclusivamente alle spese di gestione del servizio dei rifiuti urbani. Nel bilancio sarà previsto il costo dell’ecotassa a 25,82 euro per tonnellata di rifiuti smaltiti e tra gli elementi del piano finanziario della componente TARI (tributo servizio rifiuti), in vigore dall’1 gennaio 2014, destinato a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti troveremo l’ecotassa nella sua misura massima. Ricordiamo che la legge prevede che il costo del servizio sia a completo carico dell’utilizzatore, cioè il cittadino. Tutti noi cittadini pagheremo l’ecotassa a 25,82 euro per tonnellata di rifiuto smaltito in discarica. E tutto ciò potrebbe avere anche un senso se si pagasse in misura proporzionale ai rifiuti conferiti. Speriamo solo che la cifra “non corrisposta alla regione , ma pagata dai cittadini”, sia utilizzata in misura proficua per aiutarci a differenziare meglio prima dell’avvio della fase di gestione unica e l’attivazione del servizio domiciliare: ottimizzazione delle forme di conferimento, contenitori stradali svuotati più frequentemente e un maggior impegno delle grandi utenze. Lo scopo è stato raggiunto, ma l’esito della vittoria sarebbe tanto strepitoso, quanto inutile se si tornasse alle percentuali del passato.

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N. 8 - Agosto 2014

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N. 10/2014 – Ottobre – Pagina 4

CAVETE IMMUNDITIAM (Provved Opinione

Giuseppe Maldarella

San Pietro Pago, immondezzaio permanente

Q

uando una persona si candida a primo cittadino si presume che si sia fatto un concetto di come governare la città, che coltivi, cioè, una intuizione gestionale, sia pure incompleta da affinare, magari nelle linee operative, con l’ausilio di qualche esperto. A Giovinazzo, Depalma ha preteso, riuscendoci, di farsi eleggere Sindaco proprio con la promessa di avere in serbo un modulo di governo per dare un futuro fulgido alla nostra cittadina, dopo un decennio di amministrazione convulsa di Natalicchio. Di fatto, ci si è resi conto che, ad oltre due anni di conduzione della cosa pubblica, non è stato in grado di definire una propria mappa di azioni per originare quello sviluppo della città ripetutamente strombazzato. Anzi il Sindaco, candidamente, ha dichiarato che il suo impegno, allo stato, è quello di sciogliere i nodi e le complicanze progettuali che intralciano gli interventi e le opere pubbliche già messe in pista da Natalicchio, ma che trovano enormi intoppi alla loro attuazione per inefficienze d’impostazione progettuale e/o per carenze procedurali. E non si può certo non convenire che il suo proposito, al terzo anno di mandato, si riduca solo a questo, se si va ad analizzare il bilancio di previsione 2014 e, più specificatamente, il programma d’investimenti in opere pubbliche per il triennio 2014-2016, varato dalla Giunta, quando ancora era assessore l’ing. Catalano nel marzo scorso, ed approvato dalla maggioranza nel contestato Consiglio del 7 agosto. Sono tutti interventi targati Natalicchio e finanziati, per la maggior parte, con risorse rivenienti da stanziamenti esterni. Una qualche innovazione la si può pur annotare in questa sorta di missione istituzionale che il Sindaco si è dato nel voler assumere il ruolo di comandante assoluto di quel comparto funzionale che sovrintende alle opere pubbliche, che, a suo dire, sono tutte intrappolate da intoppi burocratici e deficienze procedimentali. Infatti, al posto dell’ing. Catalano, in sella al comando dell’Assessorato all’Urbanistica e Lavori pubblici, dopo una breve quanto infelice parentesi, ha chiamato un personaggio navigato nella pubblica amministrazione, il Pre4

N. 10 - Ottobre 2014

sidente del Coni, Raffaele Sannicandro, a lungo assessore al Comune del Capoluogo. E non solo. L’intera responsabilità dei singoli procedimenti attuativi delle opere pubbliche per il 2014, dapprima incentrata presso il Capo del Servizio OO.PP. e Patrimonio, ora è stata ripartita fra i funzionari tecnici di quell’Ufficio. Ma il fatto più sorprendente, che già traspariva dalla delibera giuntale di adozione del programma triennale dei lavori pubblici 20142016, è la mancata inclusione dello stabilimento “a regime” di selezione e di biostabilizzazione dei rifiuti urbani con annessa discarica di soccorso – V lotto – da insediarsi sul sito di San Pietro Pago. Un appalto questo affidato dal Comune, dopo gara pubblica, alla soc. Daneco, comprensivo della concessione del servizio di trattamento dei rifiuti, formalizzato sin dal 30/12/2008 con regolare contratto rep. n. 2013/08. Anche per questa importante opera, la cui spesa fu stimata all’incirca su 41 milioni di Euro, interamente a carico del concessionario appaltatore, la responsabilità tecnico-funzionale è transitata dal Dirigente di Settore ad un suo funzionario subordinato. Dunque, un Assessore di provata esperienza nel campo dei lavori pubblici e la sostituzione di funzionari tecnici al posto del Dirigente a condurre l’espletamento delle procedure esecutive, dovrebbe essere la formula chiave che sperimenta ora Depalma per superare ostacoli ed interposizioni che non danno luogo al compimento delle opere pubbliche. E proprio l’intento di questa mia trattazione, tra l’altro già introdotta a settembre dello scorso anno con lo scritto “Non si abbassi la guardia sulla discarica”, è di richiamare con fermezza il preoccupante allarme circa il destino che si sta delineando per l’intero complesso di San Pietro Pago, al centro di una esplosiva emergenza, per l’esaurirsi di ogni ulteriore possibilità di abbancamento dei rifiuti dopo le ripetute sopraelevazioni dei livelli del -VI lotto-, l’unico forzatamente ancora in esercizio. In sintesi la costruzione dello stabilimento di biostabilizzazione dei rifiuti, il solo impianto che avrebbe dovuto funzionare “a regime” in quel sito, tuttora, rimane semplicemente un carteggio di schede tecnico-economiche, mentre la discarica in esercizio “transitorio”, il cosiddetto – VI lotto –, conti-

nua ad essere funzionante ben oltre i livelli di sagomatura approvati nei suoi profili originari dalle disposizioni regionali e provinciali, nell’ottobre del 2009. E questa mia voce di allertamento la rivolgo in ispecie ai politici locali, che non battono ciglio su questa intricata vicenda, che vede il Sindaco, titolare della stazione appaltante di così complessa opera pubblica, astenersi dall’intraprendere contro la Daneco forme di intimazione agli adempimenti convenuti nel contratto. E gli interrogativi, che insorgono sul caso, così si riassumono: • l’impianto complesso di trattamento e smaltimento rifiuti con linea di biostabilizzazione, progettato “a regime” per l’utenza del bacino già BA/2 sarà realizzato? • Nel caso fosse confermata la costruzione dello stabilimento nei termini progettuali del capitolato d’oneri e delle relative certificazioni AIA e VIA, come mai non si mette mano all’edificazione, mentre si è approntato il – lotto V – di discarica, quello di soccorso allo stabilimento? • Perché mai l’Ammini strazione ha ritenuto di escludere dal programma delle opere pubbliche nel triennio 2014-2016 tale struttura, forse ci si sta indirizzando verso altra linea di trattamento con un impianto a lavorazione diversa da quella contrattualizzata? Riguardo a quest’opera, infatti, non possano esserci scuse di intralci che ne ritardano la costruzione, visto che è stata dichiarata cantierabile sin dal giugno 2012 in ogni sua specificità impiantistica. Ho, ancora una volta, riprodotto a proposito queste angoscianti domande perché anche il lettore si possa rende-


re conto del paradosso venutasi a creare nella gestionale del complesso delle discariche di San Pietro Pago a seguito della mancata costruzione di quello stabilimento di trattamento dei rifiuti “a regime”, che sarebbe dovuto entrare in funzione già da tempo. Sull’argomento Depalma, più volte chiamato in causa non si è mai esposto con chiarificazioni esaurenti e risolutive, né, alla pari di Natalicchio, si è mai peritato, ancorché sollecitato a più riprese, ad attivare monitoraggi ed indagini, a salvaguardia della salute pubblica, circa le effettive condizioni ambientali del territorio non solo per ciò che concerne la qualità dell’aria ma anche in relazione agli indici di inquinamento delle falde acquifere dei terreni limitrofi al comprensorio delle discariche in operatività da oltre quarant’anni. Adesso in Comune è arrivato il novello Assessore che nella sua veste di esperto, come dichiarato, e non di politico, ci si augura voglia affrontare con coraggio questa sconcertante e pesante situazione che rischia di fare di San Pietro Pago un immondezzaio senza fine. Ed, è specificatamente a lui, per la responsabilità assessorile che si trova a ricoprire, che consegno la mia più vibrante preoccupazione, finora sottaciuta da Depalma, circa il rischio incombente che il complesso di San Pietro Pago possa divenire una comune discarica “a regime”, non più a termine, per lo stoccaggio di rifiuti indifferenziati e di quelli di risulta dal processo di differenzazione. E ciò, nonostante il sito da tempo sia avvertito dalla popolazione locale come un’insopportabile aggressione all’ambiente del nostro territorio che, nel disinteresse delle istituzioni preposte alla salvaguardia della salute pubblica, regista un rilevante incremento di patologie cancerogene e tumorali. E per comprendere le ragioni di tali mie affermazioni vanno poste all’attenzione non solo le clausole contrattuali dell’appalto per la costruzione e per il funzionamento dell’impianto “a regime” di biostabilizzazione, ma soprattutto il contenuto delle decisioni assunte dell’Assise civica a fine settembre del 2009. Trat-

tasi della deliberazione n. 38/09, concernente la prosecuzione del servizio di abbancamento rifiuti mediante la costruzione del – VI lotto – di discarica “in via transitoria” e, ancora, della delibera n. 39/09 relativa all’approvazione del progetto dell’impianto “a regime” della linea di biostabilizzazione con annessa discarica di servizio e di soccorso – V lotto –. In breve il Consiglio Comunale nella stessa seduta deliberò l’ampliamento dell’area da destinare allo smaltimento dei rifiuti mediante l’esproprio dei terreni agricoli confinanti con le cave già colme – Lotti I, II, III e IV –, per insediarvi lo stabilimento “a regime” della linea di biostabilzzazione con il – Lotto V – di discarica di soccorso, cui furono approvati i rilievi di progetto. Al tempo stesso assentì che, in attesa della costruzione di detto impianto di biostabilizzazione, si attrezzasse un altra area di discarica il – VI lotto – da funzionare “in via transitoria” per il tempo strettamente necessario all’attivazione dell’impianto “a regime”. A distanza di ben 5 anni, l’impianto “a regime” di biostabilizzazione dei rifiuti non ha visto la luce e la discarica provvisoria, o transitoria che dir si voglia, continua a funzionare accatastando rifiuti indifferenziati ben oltre i livelli stabiliti. E tanto è reso possibile grazie alle continue autorizzazioni ad elevare i limiti di sagomatura, disposte di volta in volta dai burocrati regionali, quelli che Depalma chiamava ad illustrare ai cittadini le tecniche di ammodernamento del trattamento dei rifiuti presso il sito di San Pietro Pago. È del tutto evidente che a distanza di anni dall’attivazione della discarica provvisoria – VI lotto – queste proroghe di esercizio che permettono di alzare i livelli della discarica per continuare a garantire il conferimento dei rifiuti, di provenienza anche da comuni estranei al nostro bacino, non è il migliore strumento per risolvere seriamente i problemi di smaltimento dei rifiuti. Specie se si considera che detti dispositivi che producono di fatto un ampliamento della struttura vanno ad alterare in modo consistente i criteri tecnico-progettuali e di compatibilità ambientale dell’impianto originario. Peraltro, tali continui aumenti di altezza della discarica non sono state mai resi noti alla popolazione, né tanto meno hanno costituito oggetto di consultazione preventiva con la Amministrazione civica che, tacitamente acconsente a tali pesanti imposizioni che incidono notevolmente sul contesto ambientale. E, ad ed impressionare negativamente

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dete che l’immondizia non ci sommerga) questo atteggiamento di indifferenza, non si può fare a meno di rimarcare che, nonostante la L.R. 24/2012 e l’adozione dei piani industriali rifiuti, regionale e di bacino, si assiste ad una disarticolata coordinazione fra gli organismi pubblici, preposti alla gestione rifiuti, incapaci di ricercare concrete vie d’uscita alla chiusura del ciclo di trattamento dei rifiuti urbani o considerati tali. In sostanza in assenza di termovalorizzatori di bacino sul territorio e soprattutto la scarsa percentuale della raccolta differenziata, di gran lunga al di sotto degli obiettivi indicati dai dispositivi regionali, rallentata anche da gruppi industriali portatori di interessi opposti, il sistema discarica rimane, tuttora, l’unica pratica per lo smaltimento definitivo dei rifiuti urbani. Da qui la drammatica impellente necessità di tenere aperta ad ogni costo la discarica di San Pietro Pago, la sola funzionante nell’area provinciale, con la soprelevazione della linea di sagomatura del – VI lotto –. E quando questa non ne potrà più, ci si indirizzerà a fare stoccaggio nell’area del – V lotto –, quella di pertinenza dell’impianto di biostabilizzazione non costruito, che la Daneco ha provveduto ad attrezzare, interessata com’è a mantenere in piedi una tale modalità dismaltimento. E magari, per fronteggiare le enormi quantità di conferimento dei rifiuti anche di quello stabilizzato, si starebbe anche a pensare di procedere alla risagomatura dei livelli dei precedenti lotti I, II, III e IV, chiusi da circa un ventennio. Sarà, dunque, questo il destino di San Pietro Pago, un complesso di discariche ormai “a tutto regime”? Eppure già Natalicchio aveva assicurato che con i provvedimenti da lui varati nel 2009 era giunto al termine il sistema discarica perché anacronistico e tremendamente dannoso per la comunità ed incivile alla stregua di una vera e propria barbarie?. Sicché il permanere di un atteggiamento inerzia da parte di chi ha in mano le sorti della città non si può dire che non possa costituire, questo sì, a giusta ragione, un fattore indiscutibile per addebiti e pubbliche proteste al Sindaco Depalma e al suo esecutivo. Personalmente ritengo che al verificarsi di una tale evenienza non rimarrebbe altro da fare che denunciare ai competenti organi di giustizia la violazione dei sofferti deliberati, a suo tempo, assunti dall’Assise municipale in un clima di emergenza straordinaria che, purtroppo, non vede ancora la fine. N. 10 - Ottobre 2014

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N. 12/2014 – Dicembre – Pagina 8

Un minuto di attenzione... prego, ovvero COSI’ FUMMO VENDUTI PER TRENTA DENARI Attualità

Girolamo Capurso

A

ncora un calo dopo l’exploit di giugno. Sicuramente il mese di agosto sconta l’aumento della produzione pro-capite dovuto a maggiori presenze in paese. Stiamo pian piano tornando alla nostra media mensile. Questo mese abbiamo due notizie importanti: il nuovo bando di gara per il servizio d’igiene urbana nell’ambito dell’ARO, di cui vi parlerà Nicola Miccione, e l’ordinanza n. 62 del Sindaco Tommaso Depalma. Con quest’ordinanza, contingibile e urgente, il Sindaco, avvalendosi di una prerogativa che gli conferisce l’art. 191 del D. Lgs. 152/2006, ha disposto, in attesa dell’espletamento delle procedure regionali VIA e AIA, la prosecuzione, senza soluzione di continuità, dell’esercizio provvisorio della discarica di San Pietro Pago per lo smaltimento del sottovaglio stabilizzato trattato sia presso l’impianto di Giovinazzo che di quello AMIU di Bari. Perché si potesse continuare a conferire i rifiuti urbani dei Comuni della Provincia, una volta esaurita la capacità di abbancamento del Lotto VI, ha autorizzato con l’Ordinanza del 6 novembre scorso di mettere mano nuovamente agli originari Lotti I, II e III. In questo modo si è dato luogo immediatamente alla sopraelevazione dei livelli di chiusura di altri circa 1,5 – 2 metri, in modo che i profili di questi lotti si uniformino a quello del VI lotto che già più volte ha subito un aumento di volumetria. Su “invito” dell’ATO BA (Assemblea dei Comuni della Provincia per la gestione dei rifiuti urbani) si è evitato di bloccare lo smaltimento dei rifiuti urbani del compren8

N. 12 - Dicembre 2014

sorio provinciale essendo rimasto attivo sul territorio solo l’impianto di San Pietro Pago. Tommaso Depalma, dunque, ha consentito di fatto un ennesimo ampliamento della discarica di S. Pietro Pago a beneficio di tutti i comuni della provincia. Più che mai, ora, è necessario che prestiate la massima attenzione su quanto stiamo per informavi, dato anche il fatto che la percentuale della differenziata non presenta indici di crescita, come dimostrato con la rappresentazione statistica mensile. Per farlo, come sempre in modo esaustivo e scevro da ogni condizionamento, abbiamo pensato di proporvi una parte della delibera che il Consiglio Comunale ha approvato all’unanimità lo scorso 5 marzo nell’assise cittadina, convocata dietro richiesta del consigliere di opposizione Ruggero Iannone e che aveva come ordine del giorno la discussione sulla sorte della discarica di San Pietro Pago. Iniziamo, dunque, da quel Consiglio Comunale perché riteniamo che quello sia il luogo più idoneo per discutere delle problematiche che affliggono il nostro territorio e che riverberano dirette conseguenze sulla comunità cittadina. Puntando sempre a farvi partecipi dei nostri approfondimenti sulla base di carte documentali estratte dall’albo pretorio del Comune, ci preme da subito mettere in luce, tra i vari interventi che si sono succeduti nel consesso consiliare di quel 5 marzo, l’intervento alquanto determinato del Presidente del Consiglio sig. Favuzzi che ebbe a dichiarare di non doversi limitare ad afferma-

re la posizione del Consiglio in merito al V lotto della discarica, ma “bisogna affermare con forza che non si vogliono altre discariche a Giovinazzo”. Alla fine di quel Consiglio fu votato un ordine del giorno in cui al punto 6 si affermava la ferma volontà dell’intero Consiglio Comunale di impedire ogni ulteriore ampliamento della discarica in esercizio o la realizzazione di altre discariche nel territorio comunale. Val la pena ricordare che quel deliberato consiliare era manifestazione decisionale dell’intero consesso, maturato dopo una lunghissima discussione sull’argomento discarica. Noi siamo all’antica e crediamo ancora che le deliberazioni del Consiglio Comunale siano atti formali con efficacia e rilevanza giuridica, nei quali è affermata la pienezza decisionale dell’Organismo collegiale che opera con la massima potestà amministrativa La "collinetta" di S. Pietro Pago

nell’interesse generale della città. Non stiamo qui a ripetere tediose spiegazioni ed interpretazioni di fonti legislative o dello stesso Statuto Comunale, ma ci preme rilevare come il Sindaco Depalma, con il suo provvedimento ordinatorio abbia completamente disatteso l’orientamento del Consiglio Comunale e abbia azionato una determinazione autoritaria in completa dissonanza con una decisione votata dalla sua stessa maggioranza solo qualche mese fa. Naturalmente, in ragione della natura giuridica dell’atto in questione e delle stesse motivazioni, più o meno attendibili, che ha richiamato nella formulazione di detta ordinanza “extra ordinem”, potrebbe anche investirsi di una tale potestà senza che debba dare cognizione formale al Consiglio Comunale, né tanto meno alla sua maggioranza. Sta di fatto che il nostro Sindaco ha tradito il senso di collegialità decisionale in ordine ad una questione così travagliata e complessa, in concreto osiamo dire che ha dimostrato di voler dare uno schiaffo alla città e all’intero Consiglio Comunale. Nelle sue comunicazioni giornaliere sul social network si è anche giustificato, ritenendo l’ordinanza necessaria, ma un passaggio in Consiglio Comunale, che è l’unico vero avamposto isti-


Tipologia rifiuto

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro (*) Rifiuti urbani misti

Composizione media prevista % raccolta differenziata da piano regionale (%) AGOSTO 2014

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

TOTALE

(*) Olio vegetale e toner

100

2,11 3,89 4,36 1,62 1,63 0,12 0,43 0,19 0,006 85,64 100

Quantità (kg)

21.440 39.540 44.280 16.480 16.540 1.240 4.400 1.920 71 870.120

Destinazione

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

PRODUZIONE PROCAPITE KG 48,535

• Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 12,25% • Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 14,36% tuzionale, sarebbe stato doveroso per informare i cittadini e per verificare la contingibilità di quel suo atto che appare, sotto tutti i punti di vista, inopportuno. Spiace insistere sul punto, perché, a parte tutto, al Primo Cittadino va riconosciuto il rispetto e la considerazione dovuti per il ruolo che riveste, ma non ci si può esimere dal ravvisare che Depalma è poco incline agli elementi di base della democrazia perché ha uno

scarso senso delle istituzioni e in particolare dell’Assise Comunale. Un altro aspetto che Depalma e il suo staff non hanno considerato, è la possibile illegittimità dell’ordinanza perché anche il Sindaco, pur essendo responsabile dello smaltimento dei rifiuti, non ha competenze sulla gestione e l’autorizzazione di una discarica. Infatti, il comma 1 dell’art. 191 della legge 152/2006 recita in maniera chiara e inequivocabile che il Sindaco, come il Presidente della Provincia e della Regione, sono legittimati a emettere ordinanze contingibili ed urgenti, ma sempre nell’ambito delle rispettive competenze. Se poi ci riferiamo al testo unico degli enti locali, l’art 50 comma 5 recita testualmente: In particolare, in caso di emergenze sanitarie o di igiene pubblica a carattere esclusivamente locale le ordinanze contingibili e urgenti sono adottate dal Sindaco, quale rappresentante della comunità locale. Negli altri casi l'adozione dei provvedimenti d'urgenza, ivi compresa la costituzione di centri e organismi di referenza o assistenza, spetta allo Stato o alle regioni in ragione della dimensione dell'emergenza e del-

l'eventuale interessamento di più ambiti territoriali regionali. Ed è da aggiungere che la stessa legge regionale 39/2006 disciplina le norme per l’esercizio delle competenze in materia di gestione dei rifiuti in attuazione del decreto legislativo 152/2006 ed è abbastanza chiara in proposito: spetta alla regione emettere ordinanze che coinvolgono ambiti più estesi rispetto il territorio comunale. Nel nostro caso è vero che il Sindaco ha autorizzato la prosecuzione dell’esercizio dell’impianto di Giovinazzo, quindi sul proprio territorio, ma non può autorizzare lo smaltimento degli altri comuni, di competenza della Regione. Infatti, a ragion veduta l’ATO non ha deliberato in tal senso, ma ha invitato il Sindaco ad emanare l’ordinanza. Nello stesso corpo della delibera in forza della quale ha agito, in proposito, precisa che nel caso in cui Depalma non avesse voluto o potuto farlo, la questione sarebbe stata rapportata alla Regione Puglia per le risoluzioni del caso. Regione, che in precedenza aveva già emesso ordinanze, anche relative ai sopralzi del VI lotto la cui valenza, nel corso del tempo, si è prorogata di fat-

N. 12/2014 – Dicembre – Pagina 9

Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media dei rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI AD AGOSTO 2014

to oltre i 18 mesi che è il termine massimo di efficacia che la legge consente a un provvedimento ordinatorio per la materia dei rifiuti. Persino la Suprema Corte di Cassazione si è espressa nel merito delle competenze dell’art 191 ed ha pronunciato una sentenza, la 1347 del 2012, in cui argomenta l’illegittimità della competenza del Sindaco in tema di smaltimento dei rifiuti. Sempre secondo l’art 191 la Regione non potendo più emanare ordinanze, avrebbe dovuto interessare il Ministero dell’Ambiente e trovare una soluzione condivisa. Insomma Depalma ha fatto da agnello sacrificale dell’intero ATO BA. Non ci fermiamo qui, pur avendo già espresso considerazioni sufficienti a sbugiardare il Sindaco Depalma. In diverse occasioni Depalma ha detto di essere stato costretto dalla situazione emergenziale che si è venuta a creare. Non c’è niente di più falso. Seguendo il suo consiglio abbiamo recuperato il verbale dell’assemblea dell’ATO del 03/10/2014 e a pag 4 leggiamo una sua dichiarazione in cui si rende disponibile ad autorizzare la riprofilatura dei lotti I, II e III, come proposto da Daneco. A onor del vero pone delle condizioni, tra cui quella dell’aumento del ristoro ambientale e delle opere di compensazione ambientale (parliamo dei due milioni di euro tanto propagandati da Depalma), oltre alla richiesta d’inizio lavori per la realizzazione del nuovo impianto a regime e il diniego all’utilizzo del V lotto prima del termine degli stessi. Ancora a pag 6 di quel verbale, è l’assessore Sannicandro, che si rivela come l’artefice di tutta la storia che stiamo raccontando, che consiglia l’adozione di un’ordinanza contingibile ed urgente per consentire la prosecuzione dei conferimenti dei rifiuti a San Pietro Pago. È il nostro Comune a farsi avanti e a suggerire il modo di affrontare l’emergenza. E fu così, che fummo venduti per trenta denari. N. 12 - Dicembre 2014

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N. 1/2015 – Gennaio – Pagina 4

DISCARICA, IL SOLITO INUTILE B Opinione

Giuseppe Maldarella

Quand’è che si conosceranno gli eventuali effetti avversi alla salute pubblica?

È

scoppiato nuovamente il caso discarica dopo che Depalma ha emesso l’ordinanza di prosecuzione dell’abbancamento dei rifiuti provenienti da gran parte dei Comuni della Provincia sui vecchi lotti I, II e III di S. Pietro Pago. Della questione ne aveva fatto già cenno D’Attolico nel suo editoriale del mese di novembre scorso riportando la decisione presa, il precedente 3 ottobre, dall’ATO/BA (la Comunità associata dei Comuni della Provincia per la gestione unificata dei rifiuti urbani), di mantenere attivo il sito giovinazzese anche dopo l’esaurirsi delle capacità di stoccaggio dell’ultimo lotto il VI°, costruito quattro anni or sono in adiacenza del vecchio impianto. Non si può disconoscere che questa evenienza non fosse prevedibile o che non se l’aspettassero i nostri amministratori che, appena agli inizi di marzo, hanno discusso della questione in un Consiglio Comunale, convocato specificatamente sull’argomento, e che si concluse con l’unanime deliberato di avversare qualsiasi tipo di incremento della discarica. Un deprecabile esempio di incoerenza dei signori consiglieri di maggioranza che, in rappresentanza della comunità locale, dicono di voler impegnarsi nell’interesse dei cittadini, ma si rivelano poi solo comparse marginali sul palcoscenico della politica cittadina. E già, perché anche loro si nascondono dietro la giustificazione dell’asserita necessita di evitare rischi per la salute pubblica e della urgenza di tutela dell’ambiente di cui si è preoccupato, appunto, il nostro Sindaco che, senza un riscontro con l’assemblea civica, ha emesso l’ordine di far proseguire il conferimento dei rifiuti a S. Pietro Pago mediante la riapertura dei primi lotti di discarica, ricavati col riempimento della cave di pietra dismesse ed il loro sopralzo. La faccenda non poteva non lasciare grossi strascichi, tant’è che, a distanza di qualche giorno, ha scatenato una bagarre di proteste formali e di risentite contestazioni da parte di gruppi associativi e organi di stampa e, ancora, di attacchi da organismi di partito d’opposizione che hanno dato 4

N. 1 - Gennaio 2015

luogo anche ad una specie di movimento rivolto a contrastare la decisione sindacale, allo scopo di indurre il Sindaco al ritiro di quel famigerato dispositivo, messo in atto con un procedimento fuori dall’ordinario. Per la verità in questo frangente la responsabilità di Depalma è del tutto circoscritta per essersi imposto da sé l’adozione di una ordinanza non di sua spettanza e che, nelle pregresse circostanze, è stata sempre assunta dal Presidente della Regione la cui potestà ora gli viene preclusa, avendo per legge esaurito quelle facoltà speciali in passato esercitate d’intesa con lo stesso Ministro dell’Ambiente. Infatti, i dispositivi di legge in materia prevedono che il ricorso a provvedimenti straordinari del tipo di quello in questione hanno carattere provvisorio e, quindi, limitati ad un arco di tempo sufficiente a trovare soluzioni adeguate a far cessare l’emergenza che ne motiva la straordinarietà dell’atto. Purtroppo, l’emergenza rifiuti nel territorio provinciale è senza fine, nel senso che, ancora, dopo oltre dieci anni di vigenza di legislazioni speciali emanate per la gestione integrata del servizio, non si è riusciti ad introdurre linee di smaltimento definitivo a ciclo chiuso. Le procedure di trattamento dei rifiuti esperite nella nostra area producono, infatti, un quantitativo di materiale residuale e avanzi di cernita da pretrattamento che deve essere smaltito in discarica insieme con il rifiuto indifferenziato che, ancora oggi, si aggira all’80% di RSU di raccolta nei vari Comuni. Il sito di S. Petro Pago è l’unico rimasto operativo per cui l’impianto viene sistematicamente stressato con queste assurde autorizzazioni a sopraelevare le quote di chiusura dei singoli lotti allo scopo di ricavare grossi aumenti di volumetria e consentire lo stoccaggio in altezza di ulteriori rifiuti che non si sa dove altrimenti andare ad ammassare. Questa la grave pecca del Depalma che, dietro la promessa di una cospicua assegnazione di fondi per la rigenerazione del verde pubblico cittadi-

no, ha rassicurato l’Assemblea dell’ATO che avrebbe provveduto direttamente lui, in qualità di Sindaco, ad impartire l’ordine per la continuazione dell’attività di smaltimento mediante la sopraelevazione dei lotti più vecchi della discarica. Una soluzione questa che ha permesso di escludere l’Istituzione Regionale cui spetterebbe, invece, tale incombenza trattandosi di una emergenza che traguarda un territorio diverso e ben più vasto di quello comunale.

Altro Sindaco ed Amministrazioni civiche del passato, piuttosto, dovrebbero essere chiamati a rispondere di ciò che è diventato l’enorme complesso di discariche di S. Pietro Pago e, su questo complicato affare, un dovuto mea culpa dovrebbe farlo proprio l’opposizione di sinistra riportando indietro di dieci anni il nastro della storia della propria conduzione amministrativa. L’attuale sconvolgente scenario montuoso che svetta nella antica contrada di San Pietro Pago lo si deve anche a tutte quelle scelte azzardate dell’asse Natalicchio-Magarelli. Già nell’ottobre del 2002, appena dopo qualche mese dall’insediamento dell’Amministrazione di centro-sinistra, si convenne di accordarsi con il gestore SPEM S.p.A. per la messa a norma del sito e la contemporanea rimodulazione delle quote di volumetria dell’intero impianto della discarica,


oltre che alla sua assunzione alla titolarità comunale (contratto in forma pubblica n. 60387 del 26.09.2003). E poi, come se non bastasse, nel luglio-settembre 2009, sempre dietro la motivazione dell’impellente emergenza ambientale, si portò il Consiglio Comunale a due altre importanti decisioni. Fu deliberato un notevolmente ampliamento dell’impianto con la costruzione del VI° lotto e la progettazione del centro “a regime” di biostabilizzazione cui non si è ancora dato corso, nonostante sia stato reso cantierabile sin dal maggio 2012 con una spesa, a totale carico del gestore Daneco, di circa € 40.000.000. Dunque, a ben considerare tutte queste circostanze e le discutibili scelte dell’ATO, ormai legato agli indirizzi degli organi regionali di cui ora è succube lo stesso Depalma per il suo improvvido gesto, non si può certo dire, che senza questo suo intervento, si sarebbe scongiurato quanto oggi gli viene contestato, perché altra autorità pubblica avrebbe certamente provveduto al suo posto. Tante volte negli ultimi tre anni abbiamo assistito ad analoghi provvedimenti di aumento di volumetria della discarica (il VI° lotto) senza che ci sia stata mai una qualche rimostranza, neppure da parte dei politici che oggi occupano i banchi del Consiglio. Né si intravvede, allo stato degli atti, alcuna volontà politica di chiudere la discarica e di mettere a punto la copertura finale e la gestione del post-esercizio. Questa è solo una pia illusione, perché, in un modo o in un altro, una azione combinata delle Autorità regionali avrebbe non solo dato corso, anche di fronte ad un diniego del Sindaco, alla sopraelevazione dei lotti I, II e III, ma nell’immediato non si può escludere che, in assenza di altre soluzioni, si metta mano all’attivazione del V° lotto, la discarica al servizio del centro di biostabilizzazione, appena ne sarà ultimato l’allestimento. E questo per il semplice fatto che non c’è altro Comune propenso a mettere a disposizione un’area nel proprio territorio per attrezzarla a discarica, nonostante si è da tempo alla ricerca di un altro

N. 1/2015 – Gennaio – Pagina 5

BLA BLA BLA

sito adeguato allo scopo, ove sversare per qualche altro anno i rifiuti se non si vuole rischiare di lasciarli per le strade delle tante città del comprensorio barese. Dunque, l’ordinanza di Depalma è lì e nessuno potrà toglierla di mezzo; e, del tutto inutili, saranno le istanze popolari e le pressioni politiche perché la si ponga nel nulla. Né approderà all’esito che ci si aspetta la prossima discussione in Consiglio Comunale ove naturalmente faranno sfoggio le poco convincenti chiarificazioni e spiegazioni dei politici e dei burocrati regionali che Depalma ha chiamato in soccorso a giustificazione della sua condotta che continua a dichiarare utile quanto necessitata. Tutto si risolverà in un classico bla, bla, bla che non potrà approdare al altro se non a lasciare le cose come sono. A questo riguardo mi viene in ausilio una reminiscenza storica: la caduta dell’Impero Romano d’Oriente nell’anno 1453 ad opera dell’orda islamica al comando di Maometto II. L’armata dei Turchi assediava Costantinopoli per farla capitolare mentre i teologi bizantini e le autorità imperiali si trastullavano a dibattere, in una specie di conclave, sul sesso degli angeli. E già, è proprio una tale immaginazione che prende corpo sullo sfondo di questa nostra tragedia. Ci si agita e ci si dibatte in discussioni infinite, animati scontri di politici e uomini di parte che da posizioni contrapposte improvvisamente diventano protagonisti a vanto delle proprie ragioni di fare opinione in questa drammatica vicenda, tutti a dibattere quale sorte riservare a questa grande “stazione” di rifiuti, per contro non ci si preoccupa minimamente del nemico subdolo ed occulto che da lì prende corpo: l’inquinamento ambientale. Proprio così, perché il punto centrale della questione è questo: Qual è il rischio sanitario e ambientale emergente dalle attività di trattamento e smaltimento dei rifiuti urbani in discarica? Negli ultimi anni, a seguito di studi epidemiologici mirati, in territori interessati da discariche, basati sull’accertamento a livello individuale della diagnosi e delle modalità di esposizione a fattori ambientali ed altri fattori, si è diffusa sempre più la “preoccupazione” per il rischio sanitario potenzialmente associabile agli impianti di smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Pur non evidenziandosi, un sicuro e certo rapporto di causalità tra i siti di smaltimento e stato di salute delle popolazioni residenti in prossimità degli stessi, detti studi mettono in luce l’opportunità di effettuare indagini più appropriate ed integrative al fine di determinare tale eventuale rapporto di cau-

sa-effetto. Ci si rende, pure, conto che nel caso di discariche, come il nostro, l’accertamento della qualità ed intensità dell’esposizione e la registrazione di effetti biologici è notevolmente complessa, poiché i rifiuti sono miscele complesse di composti chimici, agenti fisici e biologici ed, inoltre, la tossicità potenziale di ogni singolo agente può variare nel tempo a secondo pure del clima e del mezzo di trasporto stesso e nelle varie fasi del processo di lavorazione del rifiuto. Come anche diverse e differenti possono rivelarsi le vie di esposizione, inalazione, ingestione attraverso il cibo o l’acqua potabile, contatto cutaneo, le quali possono modificare le caratteristiche tossicologiche di un dato estraneo all’organismo umano. Il problema, comunque, in casa nostra, sicuramente esiste ed è anche di una certa rilevanza se si hanno percezioni più o meno attendibili di incrementi di malattie tumorali tra la nostra popolazione più direttamente a contatto con la realtà di S. Pietro Pago. E, allora, possiamo accontentarci di quanto ci dice la Daneco quando illustra gli esiti dei suoi rilevamenti e dei monitoraggi di falda all’interno del recinto della discarica, quelli per così dire, imposti dalle specifiche autorizzazioni regionali VIA-AIA, o dettate da altre autorità sanitarie? Quanto le chiarificazioni fornite dalla Daneco in sede di Conferenza di Servizi, convocata dal Sindaco prima della emanazione della ordinanza, possono lasciarci tranquilli?; chi ci assicura che le sue lavorazioni di smaltimento non hanno a pregiudicare in alcun modo la salute pubblica? Non è, invece, da ritenere oltremodo urgente ed indispensabile che, comunque, si attivi un corretto sistema di controllo e prevenzione di carattere igienico-sanitario al fine anche di verificare che l’inqui namento, ove ne fosse traccia, non si trasferisca dall’area della discarica al territorio circostante, e quindi si tenti di eliminare i possibili vettori della propagazione della contaminazione ambientale? Allora a fronte di questo stato di cose ritengo che, ora più che mai, si debba costringere il Sindaco, cui compete per Statuto comunale la tutela della salute pubblica dei cittadini, ad installare avanzati apparati di controllo e prevenzione di carattere igienico sanitario. E’, infatti, indispensabile affidare ad una agenzia esperta nel settore approfondimenti sulla qualità dell’aria attraverso impianti tecnologici di rilevamento e monitoraggio finalizzati all’individuazione di eventuali effetti avversi al nostro ambiente ed approntando altresì un programma di sanità pubblica che non escluda la comunicazione dei dati di tali rilevamenti alla cittadinanza. N. 1 - Gennaio 2015

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N. 1/2015 – Gennaio – Pagina 6

Un minuto di attenzione... prego, ovvero SINDACO PENSACI Attualità

A

Girolamo Capurso

settembre registriamo una crescita della percentuale di rifiuti differenziati con un notevole abbassamento della produzione pro-capite. Il valore ottenuto è molto più soddisfacente se raffrontato allo stesso mese dello scorso anno, quando la percentuale si attestava al 9,24%. Intanto il 16 dicembre scorso sono scaduti i termini di presentazione delle offerte per la gara riguardante il nuovo servizio di raccolta dei rifiuti e il prossimo mese forse saremo in grado di informarvi più dettagliatamente. Nel panorama rifiuti un altro aspetto ci preme mettere in luce per vostra informazione. Come sempre cercheremo di farlo mostrandovi i dati ufficiali in base ai quali abbiamo potuto ipotizzare conclusioni più o meno coerenti. Nell’ultimo mese si è spesso parlato dell’incidenza sanitaria delle discariche e delle malattie che sembrano prevalere nelle zone che ospitano gli stabilimenti di smaltimento dei rifiuti rispetto ad altre aree urbane. Il Sindaco Depalma, a riguardo, in diverse occasioni, ha avuto modo di ritenere che l’incidentalità morbosa rilevata presso il nostro Comune parrebbe insignificante rispetto ad altri territori urbani del circondario, a dimostrazione che la presenza della discarica non ha incidenza causale sulla salute pubblica. Convinto di tale sua asserzione ha invitato i cittadini a leggere le relazioni dell’Osservatorio Epidemiologico Pugliese che raccoglie i dati relativi alla mortalità nella nostra regione. Questi stessi dati, gli unici ufficiali disponibili, abbiamo provato a leggerli anche noi per ricavare un nostra attenta riflessio6

N. 1 - Gennaio 2015

Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media dei rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI A SETTEMBRE 2014

Tipologia rifiuto

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro Rifiuti urbani misti

Composizione media previst a % raccolt a differenziata da piano regionale (%) SETTEMBRE 2014

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

TOTALE

(*) Oli vegetali

2,51 3,92 5,91 1,87 3,46 0,14 0,22 0,18 0,03 81,76

100

100

Quantità (kg)

19.880 31.020 46.740 14.820 27.320 1.080 1.720 1.400 200 646.380

790.560

Destinazione

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

PRODUZIONE PROCAPITE KG 37,764

• Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 15,72% • Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 18,24%

ne che porgiamo alla vostra attenzione. Innanzi tutto ci sembra doveroso annotare che non è per nulla corretto prendere in esame solo i dati che registrano i casi di mortalità, come si è soliti fare, perché molte patologie si manifestano in maniera diversa e con modalità più o meno invasive e che, per il loro ori-

MORTALITÀ DONNE

ginarsi, sono riconducibili a fattori ambientali e che, quindi, non possono essere trascurate per un rilievo circa il rapporto di causalità con questi fenomeni esterni. A prescindere da questo secondo aspetto proiettiamo nelle tabelle i dati ufficiali distinti per sesso, così come pubblicati dall’OEP:

Osservati

Attesi

SMR

BMR

LEUCEMIE

4

2,7

145,9

99,5

TUMORE TRACHEA, BRONCHI, POLMONE

4

5,6

71,4

93,6

TUMORE VESCICA

2

1,1

177,6

100

TUMORE COLON, RETTO, ANO

7

8,7

80,4

98,5

TUMORE FEGATO E DOTTI INTRAEPATICI

11

4,3

253,6

165,8

TUTTI I TUMORI

73

76,4

95,5

99,9

TUTTE LE CAUSE DI MORTE

329

296,9

110,8

108

MORTALITÀ UOMINI

Osservati

Attesi

SMR

BMR

LEUCEMIE

2

4

49,6

99,4

TUMORE TRACHEA, BRONCHI, POLMONE

36

31,4

114,8

100,9

TUMORE VESCICA

5

6,1

82,5

96,9

TUMORE COLON, RETTO, ANO

9

9,5

94,8

98,9

TUMORE FEGATO E DOTTI INTRAEPATICI

21

8,8

238,6

174,2

TUTTI I TUMORI

130

114,5

113,5

104

TUTTE LE CAUSE DI MORTE

346

324,7

106,6

104


Per meglio comprendere questi numeri, non essendo né esperti sanitari né ricercatori del settore, abbiamo svolto una piccola ricerca che ci ponesse nelle condizioni di spiegarne le tecniche di elaborazione. Abbiamo trovato numerosi studi che si sono occupati di dette evenienze, anche se molti di questi sono stati prodotti all’estero e nelle immediate vicinanze di discariche non controllate. Riassumendo, gli agenti tossici più comunemente chiamati in causa sono: solventi clorurati, metalli (zinco, mercurio, cadmio, cromo, arsenico, piombo), idrocarburi aromatici policiclici (benzene, toluene, metilene), policlorobifenili (PCB), cloru-

la prima colonna sono riportati i numeri certificati del nostro Comune. Nella seconda invece sono riportati i numeri attesi considerando una popolazione di riferimento (in questo caso la popolazione della regione Puglia). Ebbene abbiamo potuto rilevare che quest’ultimo dato negli anni considerati è aumentato avvicinandosi a quello delle regioni dell’Italia del Nord. Inoltre in Puglia scontiamo anche una media più alta per la presenza di siti industriali ad alto inquinamento come Taranto e Brindisi. Altra variabile importante è la componente demografica e il flusso migratorio che spesso porta i nostri concittadini all’estero e in al-

ri di vinile. Le vie di esposizione riconosciute sono quella inalatoria, quella alimentare (per ingestione di acqua e prodotti agricoli contaminati) e il contatto dermico. Naturalmente è difficile stabilire il nesso tra le malattie e la causa prevalente, come è difficile per i ricercatori delimitare il territorio negli stretti confini geografici dei siti presi a riferimento con insediamenti delle discariche. Le cause di mortalità sono state estrapolate considerando i molteplici studi effettuati che si rifanno alle vie di esposizione e agli agenti tossici. L’unico dato che manca dalle tabelle riassuntive è quello del basso peso alla nascita per mancanza di dati certi e pubblicati. Le tabelle si riferiscono all‘ultimo studio presentato che prende a riferimento gli anni 2006-2009. Nel-

tre parti d’Italia. La terza colonna riporta un indice chiamato Rapporto Standardizzato di Mortalità SMR, che corrisponde al rapporto tra i decessi osservati e il numero di casi attesi. Essendo pertanto il rapporto O/Ax100, un valore di SMR superiore a 100 indica un eccesso nel Comune considerato, rispetto a quanto si realizza nel resto della Regione. Tuttavia, tale indicatore di mortalità non è affidabile quando è calcolato in aree geografiche con bassa popolazione rispetto ad aree a maggiore densità demografica. La quarta colonna riporta un altro indice, il Rapporto Bayesiano di Mortalità (BMR) ricavato considerando l’esistenza di gruppi di Comuni limitrofi caratterizzati da rischi di mortalità più alti o più bassi di quelli rilevati nelle aree circostanti. Comuni

N. 1/2015 – Gennaio – Pagina 7

SPECIALE DISCARICA geograficamente vicini potrebbero avere rischi simili di malattia, potenzialmente attribuibili all’esposizione a un medesimo fattore di rischio. In questo caso fa testo Bitonto e, ancora, l’inquinamento delle falde acquifere che attraversano il nostro territorio. Naturalmente qui abbiamo esposto dati di analisi di studio, criteri statistici e formule matematiche che i ricercatori utilizzano per una migliore interpretazione degli eventi dannosi alla salute umana, che per noi hanno una lettura non certo semplice. Abbiamo voluto esporvi un contesto conoscitivo incerto, in riferimento ad un quadro epistemologico in evoluzione con continui approfondimenti e indagini tecniche che si vanno facendo sempre più assidui e puntuali. Lo abbiamo fatto per voi lettori, perché possiate avere una certa comprensione di questa problematica e mettervi al riparo da rischi di strumentalizzazione da parte di coloro che dicono di saperne molto su queste cose per diffondere una certa sicurezza, ma anche di chi, in veste di ecologisti ad orologeria, formulano sentenze tragiche, come hanno fatto in passato rappresentanti importanti della maggioranza attualmente al governo della città. Non vogliamo esimerci però dal puntualizzare un fatto: Il Sindaco è la massima autorità sanitaria locale e deve svolgere un ruolo di attiva prevenzione sul territorio amministrato. Prevenzione che significa evitare ripercussioni future con un’attenta valutazione di tutti i possibili rischi che un ampliamento della discarica potrebbe provocare nelle more delle valutazioni d’impatto ambientale. Come giustamente puntualizzato da Giuseppe Maldarella nel suo editoriale, il Sindaco Depalma dovrebbe promuovere azioni indirizzate ad un monitoraggio continuo della qualità del nostro ambiente, piuttosto che bacchettare con superficialità chi accenna a possibili rapporti di causalità tra il sito della discarica e particolari malattie che investono la nostra popolazione. Per farlo gli proponiamo di utilizzare proprio quel ristoro ambientale (circa 2 euro a tonnellata) versato nelle nostre casse dai Comuni che smaltiscono, smaltiranno o semplicemente biostabilizzano i loro rifiuti a S. Pietro Pago. Sindaco… pensaci. N. 1 - Gennaio 2015

7


N. 1/2015 – Gennaio – Pagina 8

Il Sindaco paladino Attualità

Girolamo Capurso

Tutte le cifre sullo smaltimento dei rifiuti a Giovinazzo

O

rmai sono in tanti a mettere in dubbio la scellerata ordinanza emessa dal Sindaco Depalma di prosecuzione dell’esercizio della discarica di S. Pietro Pago con l’ampliamento del I, II e III lotto, dove si continuerà a smaltire il sottovaglio proveniente dalla lavorazione degli impianti di Bari e Giovinazzo. In molti abbiamo contestato la legittimità dell’ordinanza e nel numero del mese scorso abbiamo anche dimostrato analiticamente le ragioni di questo nostro convincimento. Questo mese analizzeremo insieme la quantità di rifiuti che arrivano a Giovinazzo e che, dopo la lavorazione, sono smaltiti nei tre lotti che tutti ormai consideravano chiusi. Per meglio comprendere l’evoluzione dell’impianto di biostabilizzazione, partiamo dal lontano 1 agosto 2003 quando con Decreto Commisariale n. 216 fu autorizzato il progetto di ripristino e rimodellamento dei profili finali del I, II e III lotto previa biostabilizzazione della frazione organica in una piattaforma di trattamento composta da 4 celle di

biostabilizzazione per una volumetria pari a 107.000 mc e capacità di trattamento di 125 tonnellate al giorno di RSU tal quale. Viene facile una considerazione: nel 2003 già si parlava di profili finali dei tre lotti che fino ad allora avevano raccolto rifiuto tal quale. Non erano ancora in vigore le norme della legge 36/2003 che dava attuazione alla Direttiva Europea 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti. Per capire l’importanza di quella disposizione vi proponiamo uno stralcio dell’art. 1, in cui si parla delle finalità della legge: “Il presente decreto stabilisce requisiti operativi e tecnici per i rifiuti e le discariche, misure, procedure e orientamenti tesi a prevenire o a ridurre il più possibile le ripercussioni negative sull'ambiente, in particolare l'inquinamento delle acque superficiali, delle acque sotterranee, del suolo e dell'atmosfera, e sull'ambiente globale, compreso l'effetto serra, nonché i rischi per la salute umana risultanti dalle discariche di rifiuti, durante l'intero ciclo di vita della discarica”. La costruzione del sito non

aveva tenuto in conto la nuova normativa e tale criticità è stata adeguatamente rappresentata dal Dirigente del nostro Ufficio Tecnico che considera il sopralzo dei tre lotti originari non fattibile, in contrasto con le decisioni del Sindaco. In seguito fu approvato con Ordinanza del Commissario delegato n. 35 del 26 ottobre 2005 un primo progetto di adeguamento e variante del progetto originario, redatto dalla DANECO, al fine di implementare l’attività di trattamento biologico della frazione organica (sottovaglio) di RSU indifferenziato mediante la realizzazione di 4 nuove biocelle dotate di un migliore e diverso sistema di insufflazione di aria e contenimento delle emissioni. La capacità di trattamento venne così incrementa a 250-300 t/giorno e con successiva ordinanza n.57 del 2007 fu portata a 320 t /giorno. Ora analizziamo la produzione dei rifiuti indifferenziati nei 41 comuni dell’ATO BA che nell’anno 2013 è stata di 460.000 tonn., mentre nei 20 comuni che smaltiscono a Giovinazzo è stata di 311.000 tonn.

circa che equivalgono a 850 tonn. al giorno. A Giovinazzo invece si sono prodotti circa 26 t/giorno di rifiuto indifferenziato e 2,5 t/giorno di differenziato. L’impianto di biostabilizzazione AMIU di Bari, che come Giovinazzo è a servizio dell’ATO, è stato autorizzato per 400 t/giorno di rifiuti. In precedenza alla chiusura della discarica di Trani, disposta dall’ARPA che aveva rilevato la presenza d’inquinanti nella falda connessi a un cedimento strutturale della barriera d’impermeabilizzazione, dall’impianto AMIU di Bari normalmente uscivano 300 t/g di sopravaglio e 90 t/g di sottovaglio. A Giovinazzo invece, si producevano 280 t/g di sopravaglio e 50 t/g di sottovaglio. Con la chiusura di Trani questi flussi sono stati riformulati e ora da

TRASPORTO E SMALTIMENTO LIQUAMI CIVILI E SPECIALI, STURAMENTO E MANUTENZIONE RETI FOGNARIE, TRASPORTO ACQUA POTABILE, SERVIZIO IMMEDIATO IN IMPIANTI AUTORIZZATI PROPRI, NOLEGGIO BAGNI CHIMICI, PER MANIFESTAZIONI, MERCATI, FIERE, ECC. CELL.: 335.74.67.579 - 335.596.09.51 CENTRO RADIO: 080.374.35.36 - 080.537.87.68 70032 BITONTO (Ba) - Via G. Ancona, 3 8

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fine quando tutto era già stato deciso. Probabilmente non avendo preso parte alla deliberazione, non ricorda. Quindi la vera ragione che ha spinto Depalma ad emanare l’Ordinanza è di tipo finanziario. Al riguardo va evidenziato che non è possibile far ricorso ai poteri d’urgenza con giustificazioni di tipo economico. Infatti, tutti i massimi esperti di diritto amministrativo sono concordi nell’affermare che le difficoltà economiche di un comune non escludono il dovere di richiedere le auBari escono 350 t/g di sopravaglio e 105 t/g di sottovaglio e Giovinazzo produce 327 t/g di sopravaglio e 58 t/g di sottovaglio. Ricordiamo che da Bari si smaltivano a Trani 300 t/g di sopravaglio e 90 t/g di sottovaglio. Da Giovinazzo si scaricavano a Trani 190 t/g di sopravaglio. Prima dell’ordinanza n. 62 del 06/11/2014 emanata dal nostro Sindaco, dopo la chiusura di Trani e il completamento del VI lotto, da Giovinazzo uscivano 200 t/g di sopravaglio dirette a Daneco Andria, 130 t/g di sopravaglio dirette a Taranto e 60 t/g di sottovaglio dirette a Canosa. Da Bari invece partivano 200 t/g di sopravaglio dirette a Taranto, 100 t/g a Brindisi e 100 t/g a Statte oltre a 100 t/g di sottovaglio per Brindisi. Da tutto questo si desume che adesso a Giovinazzo sono lavorati 390 t/g di rifiuti e smaltiti 160 t/g di sottovaglio. In pratica, considerando che con il nuovo ampliamento si potranno smaltire circa 55.000 tonnellate, fra un anno saremo punto e a capo. In precedenza alla

“scellerata ordinanza” n. 62, questi smaltimenti nelle discariche private della regione costavano 70,00 euro a tonnellata, trasporto escluso. Con la benevolenza del Sindaco Depalma i Sindaci dei 20 comuni che smaltiscono a Giovinazzo il loro sottovaglio, spendono solo 51,50 euro a tonnellata. Il trasporto lo hanno già pagato per portare i loro rifiuti a Giovinazzo, quindi un ulteriore risparmio. Per completezza d’informazione vi ricordiamo che la tariffa applicata per lo smaltimento a Trani, prima della chiusura, era di 47,00 euro a tonnellata. Un bel risparmio per tutti, come lo stesso Depalma ha più volte rimarcato nelle sue uscite quotidiane sul social network. Il nostro Sindaco però, e non solo lui, ha dimenticato di riferirci che il ricorso all’art 191 del codice ambientale non è stato dettato da ragioni di urgenza ed eccezionalità, perché come avete letto, i rifiuti avevano già una loro destinazione. Tali località erano state deliberate nella famosa Riunione ATO del 12/09/2014, in cui Depalma si presentò alla

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SPECIALE DISCARICA torizzazioni regionali perché non ha rilievo giuridico l’insufficienza delle risorse finanziarie, dovendo le stesse essere destinate in via prioritaria alla gestione dei rifiuti. In conclusione, Depalma le maggiori risorse deve e può trovarle risparmiando su spese effimere e non necessarie. Il Sindaco di Giovinazzo non può e non deve essere il paladino di altri venti comuni, tra cui Bari, che è il maggior utilizzatore della nostra discarica.

Il comitato cittadino "Per la salute pubblica, no alla discarica" è partito con una serie d’iniziative che vanno dal volantinaggio per spiegare ai cittadini le motivazioni del NO alla sopraelevazione dei lotti I, II eIII della discarica di S. Pietro Pago alla raccolta di firme per una petizione da presentare al Sindaco Tommaso Depalma prima del Consiglio comunale monotematico del 09 gennaio 2015. Al termine del percorso di sensibilizzazione siete tutti invitati alla manifestazione del 03/01/2015.

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Seduta consiliare d


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