"in Città" - Maggio 2015

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Periodico promosso dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine - Giovinazzo - Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997 - Spedizione in A.P. 70% Filiale di Bari

Anno XIX N. 5 Maggio 2015 Euro 2,00


Nuove Aperture a Giovinazzo:


Editoriale

TU con NOI!

S

Filippo D’Attolico

PERIODICO PROMOSSO dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997

Collaboratori

i, con noi, fin dal primo momento! E non ci hai fatto mai mancare quel tuo sorriso sincero e sereno che hai conservato fino alla fine. Anche quando con difficoltà riuscivi a sopportare quella “mascherina” che dovevi tenere con costrizione, mentre la voglia di parlarci prevaleva. Ci hai fatto conoscere il gusto delle cose nella semplicità della vita quotidiana, attraverso la scoperta del bello nella pioggia come nel sole, nel mare calmo come in quello in tempesta, in un sereno tramonto al pari di un movimento vertiginoso di nuvole. Ci hai aiutati a crescere, maturando dentro di noi, attraverso la tua profonda spiritualità, il senso vero della vita, quella vita umile ed essenziale che con il tuo esempio ci hai testimoniato. La nostra confraternita, il nostro gruppo redazionale, si sono arricchiti, giorno dopo giorno, della tua presenza, beandoci dell’esempio di un maestro, di un grande maestro, completo, esperto e sempre pronto ad esporsi oltre la sua missione di “semplice prete” per essere, prima ancora, un fratello al servizio degli altri fratelli. Ed ora, caro don Nicola, ci lasci un vuoto, un profondo abisso che richiederà grande impegno per poterlo colmare. Ci resta, comunque, la memoria della tua figura bella e serena, costruita su un modello di vita fatto di volontariato, quello che ti ha portato per lunghi viaggi al servizio della grande famiglia AGESCI sulle orme di quel servo di Dio, don Tonino, che hai tanto amato e che ha contribuito a formare il don Nicola Gaudio che tutti noi abbiamo conosciuto. TU CON NOI… PER SEMPRE!

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Chiuso in tipografia il 29 Aprile 2015 Gianluca Battista

Girolamo Capurso

Giuseppe Dagostino

Giuseppe Dalbis

Nicola Miccione

Marzia Morva

Filippo Luigi Fasano

Giuseppe Maldarella

Progetto grafico e impag. a cura della Redazione

www.incittagiovinazzo.it N. 5 - Maggio 2015

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RIFIUTO DEI RIFIUTI Opinione

Giuseppe Maldarella

Sindrome “NIMBY” a senso unico

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l titolo, abbastanza appropriato alla mia riflessione, l’ho ripreso da un evento teatrale, allestito da e con Nora Picetti nella Sala Civica di Buscate, il 15 Aprile 2012, per commemorare la battaglia ambientalista portata avanti dai cittadini di quel piccolo centro della provincia nord-ovest di Milano. Lo spettacolo, condotto secondo una curiosa modalità di rilettura della documentazione e del carteggio intercorso per l’occasione, raccolti e conservati dalla locale Associazione “5 Agosto 1991”, si prefiggeva di riproporre la resistenza di un intero paese contro la decisione della Regione Lombardia di aprire una discarica di rifiuti urbani. Agli inizi degli anni ’90, pur in presenza di una grave emergenza su quel territorio per lo smaltimento dei rifiuti, i cittadini ebbero la meglio costituendosi in un folto presidio permanente davanti alla cava, tale da costringere le ruspe a fermarsi e a smettere di lavorare. Lungi da me qui tornare a trattare della intricata vicenda di San Pietro Pago né, tanto meno, di voler suggerire al movimento d’opinione cittadino, che pur è riuscito a neutralizzare la riapertura dei vecchi lotti della discarica, di ricorrere allo stesso stratagemma di Buscate. Pur convinto che solo un muro umano davanti all’ingresso della discarica potrebbe far cessare l’arrivo degli automezzi che continuano a portare rifiuti per il pretrattamento presso l’impianto di biostabilizzazione meccanico, ancora, in esercizio presso la discarica senza un rinnovo autorizzativo. Mi preme, invece, mettere in evidenza come condotte di resistenza popolare, sempre più diffuse, sono fortemente denigrate da una tendenza politico-gestionale ed imprenditoriale, ancorata alla concezione di un ambiente dalle risorse illimitate o, peggio ancora, che ritiene, nella gerarchia delle tutele, l’attività economica debba venire prima della salute pubblica. Fenomeni del genere vengono ormai definiti come “Sindrome NIMBY” e, a volte, possono anche rivelarsi seria4

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mente controproducenti per il progresso sociale ed economico di un territorio, quando inducono, con facilità e senza un circostanziato approfondimento, all’inazione degli organi decisori pubblici. È bene chiarire che con l’acronimo inglese di –NIMBY– che sta per “NOT IN MY BACK YARD” (… non nel mio cortile, o … non nel mio quartiere), anche in Italia, viene definito ogni atteggiamento per cui i cittadini non vogliono determinati tipi di attività o di impianti nelle vicinanze delle loro abitazioni, ancorché possano ritenersi utili per l’intera collettività locale. Spesso, infatti, situazioni del genere, all’origine anche pretestuose quando non v’è una corretta e leale informazione e una diretta partecipazione dei cittadini a certe scelte importanti di investimenti, possono diventare vere e proprie niet per il fatto che generano un devastante regime di subalternità perenne di chi è chiamato a decidere. Manifestazioni di reazione, frequenti specie in tempi di elezioni, piegano i governanti a pericolosi protagonismi dei capipopolo, temporeggiando all’infinito la realizzazione di certe opere o facendo ricorsi a richieste di pareri, più o meno vincolanti e, perfino, rinviandone le esecuzioni con i più assurdi intrighi burocratici (– Not in my term of office – purché l’opera non si faccia nel corso del mio mandato). In questa sorta di dedalo di attese, di rinvii e di varianti progettuali di opere e di interventi pubblici e/o privati, c’è pure chi azzarda già ipotesi di calcolo, a livello nazionale, del “costo del non fare” che pesa notevolmente sui bilanci gestionali della pubblica amministrazione. Tornando all’obiettivo della mia considerazione, ho ritenuto necessario circoscrivere il terreno ideologico in cui si originano queste forme di reazioni che danno, per alcuni aspetti, anche il senso delle contraddizioni della nostra epoca postindustriale. Tanto per consentire al lettore di farsi un proprio giudizio su quanto vengo a notiziare. La vicenda su cui voglio disquisire riguarda la costituzione del Centro

Comunale di Raccolta (CCR) rifiuti urbani, il cui impianto fu progettato, sin dal 2009, nell’ambito della maglia D1.1 del Piano Regolatore, destinata al servizio artigianale e, poi, posta interamente sotto sequestro in conseguenza del noto procedimento penale di abuso di lottizzazione edilizia sulla intera zona. A motivo di tali vicissitudini giudiziarie l’insediamento del Centro di Raccolta fu

individuato in altra area marginale al centro abitato, nei pressi del sovrappasso cittadino alla linea ferroviaria, e ne fu elaborato il relativo progetto esecutivo a cura dell’ing. Massimiliano Piscitelli che ebbe a formularlo secondo le valutazioni e i pareri tecnici forniti dall’Autorità di Bacino per gli aspetti idro geomorfologici, dall’ASL e dalla stessa Società Ferroviaria per essere il sito prescelto a ridotta distanza dai binari. Il Centro, approvato in linea tecnica ed economica già dalla prima Giunta di Depalma nel novembre del 2012, per una spesa complessiva di oltre € 160.000,00, nell’ottobre del 2013, è stato ammesso al finanziamento dei fondi PO FESR 20072013 da parte della Regione per poco più di € 100,000,00. Dunque,


conclusa la procedura di negoziazione del contributo regionale, si poteva mettere in appalto l’opera per costruirla e, quindi, metterla in opera, puntando ad una riduzione sensibile di quantità e pericolosità dei rifiuti attraverso l’incen tivazione dell’azione di riutilizzo e di riciclaggio. E, invece, tutto è rimasto bloccato perché gli abitanti del quartiere nei cui pressi sarebbe insorta la struttura di raccolta ha mosso proprio una sommersa ribellione NIMBY, cui non è rimasto insensibile il Sindaco che ha deciso di imboccare una delle solite vie dilatorie e di attesa cui ho fatto cenno

sopra. Tant’è che, solo a novembre scorso, la nuova Giunta Depalma con altro atto di indirizzo ha investito il Settore Urbanistico Comunale di individuare una localizzazione diversa per quell’impianto; si dice nella delibera “ad idonea distanza dalle residenze”. Il progetto dell’ing. Piscitelli è andato così in fumo, per cui, agli inizi di questo mese di aprile, è stato affidato l’incarico all’ing. Vitangelo Bavaro di progettare di sana pianta il Centro in area di espansione C4, ove sarebbero previsti ampi spazi a verde a pertinenza delle edificazioni P.E.P.E.P.. A parte il raddoppio dei costi di progettazione dell’impianto, quest’ultima di oltre € 18.000,00, preoccupa notevolmente che l’opera non veda la luce, dal momento che per poter beneficiare dei fondi PO FESR

2007-2013 bisogna dar corso alla rendicontazione dell’intervento entro e non oltre giugno prossimo. Il tempo di approntamento del progetto, imposto all’ing. Bavaro, è di appena venti giorni dall’accettazione dell’incarico; ma ammesso che il progettista rispetti il termine convenuto si potrà fare in tempo a provvedere all’appalto e a dare inizio ai lavori entro la fine di giugno? Staremo a vedere. Ho esposto il caso non solo per scongiurare l’eventualità che quell’impianto, strombazzato da sempre, non si realizzi, piuttosto per significare anche un evidente paradosso in cui si incorre quando si azionano forme di contrasto a certi interventi che la cultura popolare mostra di non gradire, dietro la motivazione di rispetto dell’ambiente. Le possibili incidenze nocive che il Centro Raccolta avrebbe potuto comportare a quel quartiere ribelle e che sono state ritenute decisive per il Sindaco che ne ha disposto lo spostamento in altro sito, mi pare siano poca cosa rispetto alle emissioni di inquinamento che pur si sprigionano dallo Scalo merci intermodale allacciato alla rete ferroviaria proprio nelle vicinanze dell’area cui sarebbe sorto il Centro Raccolta Rifiuti. Quello scalo merci privato dalla società Lugo Terminal, operativo, oramai da circa dieci anni, su un’ampia superficie di proprietà della Società ferroviaria, già dismessa dall’esercizio, è sorto proprio nella maglia D.1.1 senza alcuna autorizzazione edilizia e in pieno contrasto con lo strumento urbanistico che ne è rimasto in quel contesto completamente alterato. La mancata previsione urbanistica della piattaforma logistica entro la proprietà ferroviaria ha comportato con il suo innesto abusivo una vistosa alterazione della pianificazione urbana che ha subito una sostanziale modifica del sistema viario precedentemente tracciato all’interno della cosiddetta zona artigianale. In quella infrastruttura potenti mezzi di sollevamento e diversi locomotori ferroviari, alimentati tutti a gasolio, movimentano vagoni ed effettuano il carico e lo scarico di grossi quantitativi di merci sfuse e soprattutto di contenitori e casse mobili con intense emissioni di polveri, cattivi odori e con livelli di elevata rumorosità. Il Terminal merci sì che è un indiscutibile polo di inquinamento ambientale ed acustico, specie se si considera anche il via vai di camion di grande capacità che circolano nello scalo e vi en-

trano e vi escono attraverso una precaria apertura che li obbliga a transitare sull’intera area urbana circostante per raggiungere i due svincoli stradali su via Molfetta. Eppure, a fronte della complessa operativa dello scalo, completamente sfornito di accorgimenti e di misure di tutela della pubblica salute non c’è stato mai un cenno di allarme né di riserve circa la pericolosità di quella struttura, insediatasi senza una preventiva valutazione tecnicourbanistica né tanto meno una conferma di funzionalità regolamentare da parte degli organismi preposti alla salvaguardia dell’ambiente urbano. Tan poco, l’Amministrazione comunale si è mai peritata di accertare, mediante controlli di specifiche autorità tecniche e sanitarie, i non trascurabili indici di pericolosità insiti in tali lavorazioni di logistica bimodale, generalmente allocate in attrezzati scali interportuali, e, quindi, la loro compatibilità con l’ambiente esterno di quell’ambito cittadino. Il Centro Raccolta rifiuti è stato ritenuto non appropriato per la salubrità della comunità dei residenti di quel comprensorio mentre il terminal merci, ancorché privo di una valutazione di impatto ambientale, può funzionare senza alcuna preoccupazione di sorta. Fatto che non può essere sottovalutato specie se si considera che sulla piattaforma v’è un flusso logistico di raccolta e smistamento per ferrovia di rifiuti speciali pericolosi della categoria 17 dei codici CER. Attualmente, infatti, la società Lugo Terminal, all’interno dello scalo merci di Giovinazzo, esercita il concentramento e il trasporto di rifiuti pericolosi CER 17.02.04. per conto della sua partecipata Logex srl, che gestisce il servizio di smaltimento di sostanze industriali di derivazione da operazioni di costruzione e demolizione, comprese le traversine creosotate di provenienza ferroviaria. Né si conosce se sul piazzale siano presenti accorgimenti e sistemi di sicurezza capaci di fronteggiare eventuali pericolose emergenze che possano insorgere nel corso della movimentazione e della sosta di dette merci. Che dire di questo strano modo di considerare il rischio ambientale di certi insediamenti nelle prossimità dell’abitato. Depalma dice no al Centro Raccolta Rifiuti ma non si cura dei rischi che possono derivare dallo scalo merci ove arrivano e partono rifiuti industriali pericolosi. N. 5 - Maggio 2015

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Venti sferzanti sul PD Politica

Giuseppe Dalbis

La corrente di Stufano si dissocia dalla segreteria cittadina ed Emiliano flirta coi nemici di Città del Sole

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ei grandi partiti politici c’è sempre il rischio che le correnti facciano sbattere qualche finestra e in qualche caso rompano un vetro. Il Partito Democratico non può esserne immune, a livello nazionale ma anche a livello locale. Sin dalla sua costituzione il circolo di piazza Vittorio Emanuele II ha dovuto tenere insieme le due anime fondatrici: gli ex Democratici di Sinistra e gli ex Margherita. Oggi la linea di demarcazione è meno netta ma altre fratture sono sempre in agguato. Come quella che si è aperta dopo la revoca da parte dell’Amministrazione Comunale del vecchio Piano particolareggiato della zona C3, quella al di là della ferrovia. La segreteria democratica allarmata ha denunciato il “blocco dello sviluppo edilizio, un passo indietro con pesanti conseguenze per i proprietari dei suoli”. Qualche giorno dopo però una parte del PD, guidata dal consigliere Mimmo Stufano, ha preso ufficialmente le distanze dal resto del partito promuovendo la decisione della maggioranza consiliare. «Perché sempre contro Calimero? La politica va fatta sempre e in ogni caso contro l'avversario? Noi riteniamo di no!». Questo è ciò che ha dichiarato a sorpresa “Rinnovamento e Partecipazione”, la corrente nata nell’autunno 2012, all’indomani della sconfitta nelle elezioni amministrative. «L’elemento "democratico" è ormai sopravvissuto solo nella denominazione – raccontavano allora i firmatari della lettera ai vertici di partito –. C’è assoluta mancanza di decisioni condivise e il prevalere di un ristrettissimo nucleo, completamente sordo alle istanze che pure giungevano forti dal resto dei partecipanti alla vita del partito. Uno stato di fatto che, presente ormai da diversi anni, ha comportato una progressiva e triste disaffezio6

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ne da parte sia dei veterani del partito sia di coloro che, pur desiderosi di inserirsi e di parteciparne alla vita, non sentendosi coinvolti pian piano se ne sono allontanati». Da allora qualche differenza di vedute fino al dissenso sulla questione C3. La segreteria intanto non ha risposto pubblicamente e ha preferito concentrarsi su un altro avvenimento politico: l’organizzazione di un incontro con Michele Emiliano, segretario regionale PD e candidato Governatore della Puglia, a cura di Giovinazzo Città del Sole. “Un incontro degno del Gattopardo” per SEL, “una situazione kafkiana” per Forza Italia, sicuramente uno schiaffo per la locale sezione del partito di Renzi. Naturale quindi che Emiliano abbia speso buona parte del tempo a sua disposizione per giustificarsi: «Non stiamo cercando di mettere in-

sieme partiti, il mio compito è di realizzare per i cittadini e non di costruire la sinistra. Questa amministrazione comunale sta governando in modo dignitoso, con onestà e trasparenza. Il Partito Democratico ha perso le elezioni e deve continuare a fare opposizione in modo rispettoso, correggendo l'azione senza ostacolarla; di questo, come Segretario Regionale, mi farò garante. Il mio partito deve accettare che questa Amministrazione abbia scelto me tra i candidati presidenti della Regione, spero di essere utile a superare gli obsoleti steccati ideologici». La segreteria cittadina ha risposto ironicamente al suo leader regionale per poi tornare ad attaccare con la stessa durezza di sempre l’Amministrazione Comunale, accusandola di seguire i venti della politica con logica trasformista. Si difende il gruppo guidato da Delle Fontane ma intanto aprile è stato tremendo, con due affronti subiti e dall’interno. Strani effetti collaterali che deve mettere in conto chi, anche se all’opposizione, resta il primo partito cittadino, per numero di tesserati e quasi sicuramente anche di elettori.


Longo, Nunziante, Spina e Tammacco: «Tutti con Emiliano» Politica

Nicola Miccione

Nella coalizione di centrosinistra spunta di tutto. Un motivo in più per disertare le urne

I

sondaggi danno Michele Emiliano saldamente in vantaggio, pur avvisando che a vincere, alla fine, sarà soprattutto il popolo del nonvoto. Ma ad imbarazzare l’ormai ex magistrato ci sono le candidature. A dir poco sgradevoli. Su tutte, anche per i giovinazzesi, la candidatura di Saverio Tammacco, consigliere provinciale e assessore di Forza Italia (si candidò nel collegio molfettese di Ponente, nel 2009, per il Popolo delle Libertà). Adesso scende in campo con i Popolari. Per Michele Emiliano. Il primo cittadino di Molfetta, Paola Natalicchio, si è mostrata incredula quando sui giornali web locali sono comparsi i primi banner elettorali di Tammacco: «Vorrei sapere con precisione da Michele Emiliano – ha scritto su Facebook – come si giustifica un'operazione di questo livello. Cos'altro troveremo nelle liste a suo sostegno?». Di tutto, di più. È già partito con la campagna elettorale, infatti, pure Peppino Longo, consigliere regionale dal 2010 con Adriana Poli Bortone in quota Unione di Centro. Prese 14mila preferenze (436 nella

sola Giovinazzo), e oggi si candida ancora con l’Unione di Centro. Stavolta, però, per Michele Emiliano. Ed è stato proprio il consigliere regionale uscente, anzi il suo tipografo, a definire «la politica. Il bere comune» contrapposto a quel bene comune che sarebbe la consuetudine. «Lo slogan – scrive il giornalista Andrea Teofrasto – ha contagiato tutti sui social network. Generico e sintetico l'invito di Longo. La paura della rottamazione scivola spesso nell'ossimoro. Meglio bere, per il bene comune». Con Michele Emiliano ci sarà anche Antonio Nunziante, l'ex prefetto di Bari ora in pensione che annuncia la sua candidatura in una civica dell’ex magistrato. «Nei suoi ultimi atti governativi – denuncia il consigliere regionale uscente Davide Bellomo – l’ormai ex prefetto Nunziante si faceva mediatore di importanti vertenze occupazionali e agricole baresi dal sapore anche elettorale». Adesso scende in campo. Sempre per Michele Emiliano. Con lui ci saranno anche Francesco Spina (sindaco di centro di Bisceglie con il Partito De-

mocratico all’opposizione, arruolato da Emiliano nella sua legione straniera perché gli trovi candidati ed alleati nella sesta provincia) e l’uscente Antonio Buccoliero (candidato al Senato della Repubblica con la lista Centro Democratico, ma eletto nel 2010 con la lista di Rocco Palese, allora candidato presidente del centrodestra). Il vecchio trasformismo, che ha da sempre segnato la politica meridionale, fa ormai quasi tenerezza non tanto per i piccoli numeri di allora quanto per il pudore con cui all’epoca avvenivano i cambi di casacca. «Nei casi più eclatanti, diventati sempre più numerosi soprattutto a partire dagli anni ’90, – scrive Giandomenico Amendola – si tirava in ballo la crisi ideologica che veniva presentata, con contorte argomentazioni, come una folgorazione sulla Strada di Damasco. Si dimenticava, allora come oggi, che Paolo cadde da cavallo mentre i suoi più furbi adepti si sentono folgorati per restare in sella. Oggi, si cambia partito con la stessa noncuranza con cui si sceglie tra una pizza alla romana ed

NINO MARZELLA

una margherita. Ciò che importa è andare con il vincitore. Il motto “o Franza o Spagna, purché se magna” attribuito al Guicciardini, sembra aver trovato dopo cinque secoli piena cittadinanza in Puglia». Malgrado una vittoria quasi certa, Michele Emiliano continua gli arruolamenti di massa senza alcun filtro né personale né ideale. Il comune denominatore è ex: ex Io Sud, ex Popolo delle Libertà, ex Unione di Centro, ex Forza Italia, ex Centro Democratico, ex al quadrato, ex al cubo. Le miserie locali di cui scrive Massimo Franco nel suo editoriale pubblicato dal Corriere della Sera possono sembrare piccole viste da lontano ma se le si guarda da vicino sono enormi: «La politica grazie alle picconate di avidi e spregiudicati candidati sta venendo giù con maggiore rapidità e danni dei viadotti siciliani. È più che probabile che Emiliano vinca ma a perdere non sarà il centrodestra quanto la stessa politica. E vincerà l’astensionismo che in Puglia sembra ormai prossimo al 50%. Prossimo, cioè, a raggiungere la vera maggioranza».

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70054 Giovinazzo (Bari) - 1ª Trav. XX Settembre, 20 Uff. 080.3947256 - Cell. 349.4266418 N. 5 - Maggio 2015

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Attualità

LO STRANO CASO DI VIA MARINA

«A

tutela delle strutture di fortificazione di età aragonese rinvenute sul lungomare di via Marina, il parere negativo già espresso con nota prot. n. 14.375 del 20 novembre 2014, nei confronti del quale non sono state formulate dalla stazione appaltante, e fa presente di essere in attesa di conoscere le valutazione della competente Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio». Così si esprimeva il 12 marzo scorso la Soprintendenza Archeologica di Taranto, sollecitata dalla locale Pro Loco, per quello che ormai è divenuto un vero e proprio “caso”. Il progetto di riqualificazione di via Marina, pensato durante l’Amministrazione di centro-sinistra e modificato durante questa legislatura, non s’aveva da fare. Perché l’abbassamento del livello stradale, per realizzare delle sedute vista mare andava a toccare le mura aragonesi sottostanti. Già a novembre scorso la Soprintendenza tarantina 8

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Gianluca Battista

Bari ai Beni Architettonici e Paesaggistici ha approvato la proposta ed autorizzato i lavori in data 27/2/2015». In buona sostanza le due Soprintendenze, quella barese, competente per territorio e quella ionica, competente per gli scavi archeologici, avevano espresso parere contrastante. L’invito dell’Amministrazione comunale ad un tavolo di confronto è

Pareri contrastanti delle Soprintendenze sul progetto di riqualificazione. Ed ora si attende che sia scritta la parola fine e partano i cantieri

aveva infatti chiaramente espresso la sua idea in un’altra nota protocollata dal Comune di Giovinazzo in data 25 novembre 2014. In quella missiva si evidenziava come fossero stati effettuati «tre saggi di scavo preventivi alla realizzazione del progetto di messa in sicurezza della passeggiata sul lungomare storico», portando alla luce «imponenti strutture riferibili alla cinta muraria della cinta aragonese». Tali mura avrebbero uno spessore di 1,80 metri, ma quel che più conta nel parere espresso è che «non si ritiene di potere autorizzare il progetto in quanto lo stesso, prevedendo un abbassamento della quota fino a -1,60 m dell'attuale marciapiede, comportereb-

be la demolizione delle mura antiche rinvenute». Una doppia botta per l’Amministrazione targata Tommaso Depalma, se non fosse che i progettisti Fernando e Riccardo Russo, avevano voluto precisare, a loro volta in una nota ufficiale, che «la quota non è di -1,60 metri, come indicato nella nota della Soprintendenza, ma si attesta a -0,65 metri rispetto all'attuale quota di via Marina, come si evidenzia nelle tavole del progetto E05 ed E11». Un rompicapo non da poco, anche perché la maggioranza in Consiglio Comunale aveva poi replicato, il 29 marzo, alle accuse della Pro Loco e dell’opposizione cittadina, mettendo in risalto che «la Soprintendenza di

giunto contestualmente alla nota di fine marzo e, mentre andiamo in stampa, si attendono riscontri sull’incontro avuto dalle due Soprintendenze. Stando a voci vicine a Palazzo di Città, il rebus dovrebbe essere vicino alla conclusione, con i due Enti finalmente d’accordo sul nulla osta all’inizio dei lavori. Mentre attendiamo questo ulteriore, e forse definitivo, passaggio, c’è da chiedersi se una eventuale cantierizzazione in questo periodo possa giovare al turismo locale, visto che i primi visitatori (soprattutto tedeschi e francesi) si sono già affacciati a Giovinazzo. Quello di via Marina resta pertanto davvero uno strano caso.


UN UOMO LIBERO

Attualità

Gianluca Battista

Le nostre riflessioni finali a margine di un processo mediatico

L

ibero. Definitivamente. Per “non aver commesso il fatto”. Raffaele Sollecito è uscito da un incubo. Un processo penale durato 7 anni e mezzo con ben 5 giudizi, due condanne e due assoluzioni, di cui una insindacabile. Non è stato lui ad uccidere la studentessa inglese Meredith Kercher, nella notte tra l’1 ed il 2 novembre 2007, in una casa di fuorisede a Perugia, animata da speranze giovanili prima, invasa dall’orrore della morte poi. Lo sapete tutti, lo avete letto o visto tutti, con la morbosa curiosità che attanaglia questo Paese ogni volta che purtroppo c’è di mezzo un morto ammazzato. E non è stata, secondo la giustizia italiana, nemmeno la statunitense Amanda Knox. In carcere resta solo Rudy Guede, ivoriano condannato a 16 anni in via definitiva. In tanti, troppi, in questi lunghi anni si sono avventurati in teorie, hanno celebrato processi mediatici senza ritegno, sputando (loro sì) sentenze. A noi che facciamo cronaca di provincia, non è sembrato giusto costellare le nostre pagine di articoli più o meno veritieri che raccontassero di un processo che si è svolto prima in Umbria, poi a Firenze ed infine davanti alla V Sezione Penale della Suprema Corte di Cassazione, a Roma. Per incapacità? Nient’affatto. Perché abbiamo sempre scritto e detto, a chi ce lo chiedeva, che ce ne saremmo occupati solo alla fine. E la fine è stata scritta dai giudici romani: assoluzione con formula piena. Punto. Non c’è altro per un cronista da aggiungere, non c’è da dividersi in guelfi e ghibellini. Non c’è da sfilare davanti alle telecamere se non per fare cronaca

stretta dei fatti. E non c’è nemmeno da esprimere giudizi più o meno affrettati sui social network, da creare gruppi di fans o di accusatori come tristemente è accaduto. Quello che conta sono le sentenze della magistratura, organo preposto a questo compito in uno Stato democratico. E se si crede nel nostro sistema, si crede alle sentenze, non si oscilla, non ci si divide come allo stadio. Noi non eravamo colpevolisti. «Eccoli, quelli di “in Città”, adesso si sono traditi!», penseranno gli accaniti videodipendenti da talk show, quelli con la bava alla bocca, pronti a condannare ed assolvere senza aver letto un solo rigo degli atti processuali, imboccati da media guardoni. Ed invece no, non eravamo colpevolisti né innocentisti. Eravamo cronisti, nulla più. Cronisti di una storia brutta, con protagonisti di vari Paesi, ma tutta italiana nella

Azzurra GIOIELLERIA

sua evoluzione barocca. Raffaele ora è libero, lo abbiamo incontrato più volte, sereno, con amici, che prova a ricostruire un’esistenza segnata da questa vicenda e dai 4 anni di carcere. Un ragazzo di 31 anni che può guardare alla sua vita con fiducia e che comunque affronterà rivoli di processi collaterali dove è parte lesa. Resta amarissimo l’interrogativo su chi abbia ucciso Meredith, se Guede avesse un complice o meno, in attesa delle motivazioni di Cassazione. Ma questo riguarda gli inquirenti e la magistratura, appunto. Noi abbiamo guardato in faccia un uomo libero, al quale, anche a Giovinazzo, nel lontano 2007, in tanti avevano dato dell’untore. Ed abbiamo la possibilità di dirci che la nostra linea editoriale è quella giusta, rispettosa delle persone e rispettosa dei principi deontologici minimi del giornalismo.

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Un minuto di attenzione... prego Attualità

Q

Girolamo Capurso

uesto mese vi presentiamo la tabella riferita all’intero anno 2014. La percentuale di raccolta differenziata risulta di ben 4 punti maggiore di quella dello scorso anno e vorremmo sottolineare che, con il sistema attuale di raccolta, è un risultato importante che non si era mai raggiunto. Durante l’anno siamo passati dal 9,68% di gennaio al 16.15% di giugno quando abbiamo superato del 5% il dato certificato del 2013 e il nostro Comune ha potuto versare l’Ecotassa ridotta alla regione Puglia. Sempre in tema di ecotassa ci sono alcune novità che potrebbero riguardarci. A gennaio sul BURP (Bollettino Ufficiale Regione Puglia) n 10 era stata pubblicata la determina n 1 del Dirigente Servizio Ciclo dei Rifiuti e Bonifica che stabiliva per Giovinazzo il valore dell’ecotassa nella misura massima di 25,82 euro. Dopo ripetute sollecitazioni da parte dell’ANCI il Consiglio Regionale nella seduta del 26 Marzo ha approvato la proposta dei consiglieri Caracciolo (Partito Democratico), Lanzillotta (Nuovo Centro Destra) e Pastore (Gruppo Misto) per una nuova e diversa applicazione dell’aliquota dell’Ecotassa. Sul BURP n. 53 è stata pubblicata la nuova legge regionale n. 16 che permette ai comuni di avvalersi della possibilità di applicazione dell’aliquota validata nell’anno 2013 di 7,50 euro, e per il nostro Comune sarà reso possibile se ricorreranno entrambe le seguenti condizioni: realizzazione nel

mese di giugno 2015 di un incremento della raccolta differenziata pari ad almeno il 5% in più rispetto al dato validato di novembre 2014 e attivazione delle Best practices (Migliori pratiche) presenti nel Programma Regionale del-

mese di novembre 2014 la percentuale raggiunta è stata del 14,16% e per ottenere lo sconto dovremmo raggiungere il 19,16%. A differenza dello scorso anno non è chiaro se, nel caso di raggiungimento dell’obiettivo, nel piano finanziario per la determinazione della TARI l’ecotassa debba essere inserita per intero o scontata. Ricordiamo, infatti, che nel 2014 il differenziale scontato dell’ecotassa è stato comunque riscosso dal Comune che è vincolato ad utilizzarlo per favorire la

Questa tabella rappresenta il confronto tra la composizione merceologica media dei rifiuti prevista dal piano regionale (decreto commissariale n. 187 del 09/12/2005) e i dati ufficiali pubblicati sul sito www.rifiutiebonifica.puglia.it

DETTAGLIO RIFIUTI RACCOLTI ANNO 2014

Tipologia rifiuto

Frazione organica Potatura giardini Vetro Carta e cartone Alluminio Plastica Legno Metalli ferrosi Tessili Beni durevoli Inerti Altro Rifiuti urbani misti TOTALE

Composizione media prevista % raccolta differenziata da piano regionale (%) ANNO 2014

25 1 6 20 0,5 10 2 2,5 3 5 2 3 20

100

2,36 0,03 3,24 5,35 1,67 2,05 0,11 0,33 0,21 0,01 84,64 100

Quant it à (kg)

229.410 2.960 314.820 521.220 162.920 199.340 11.000 31.830 20.100 1.327 8.238.990

9.733.917

Destinazione

smaltimento recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero recupero smaltimento

PRODUZIONE PROCAPITE KG 38,748 • Percentuale di raccolta differenziata (senza frazione organica) 13,00% • Percentuale di raccolta differenziata (con frazione organica) 15,36%

la Produzione di Rifiuti. Tali pratiche consistono nell’incentivazione del compostaggio domestico e collettivo, riduzione delle bottiglie di plastica attraverso l’installazione di distributori di acqua pubblica, introduzione della pratica degli acquisti verdi (GPP‐ Green Public Procurement) e esecuzione di campagne di comunicazione e sensibilizzazione nelle scuole e al resto della cittadinanza. Il risultato da raggiungere non sarà agevole perché nel

raccolta differenziata. L’ammi nistrazione entro il 15 maggio deve decidere se accettare la sfida e presentare apposita istanza agli uffici regionali comunicando i risultati raggiunti entro il mese di luglio. In caso di mancato raggiungimento dovrà provvedere al conguaglio entro dicembre 2015. Noi ci auguriamo che si decida di affrontare la sfida ed esortiamo i cittadini a collaborare per il raggiungimento dell’obiettivo.

TRASPORTO E SMALTIMENTO LIQUAMI CIVILI E SPECIALI, STURAMENTO E MANUTENZIONE RETI FOGNARIE, TRASPORTO ACQUA POTABILE, SERVIZIO IMMEDIATO IN IMPIANTI AUTORIZZATI PROPRI, NOLEGGIO BAGNI CHIMICI, PER MANIFESTAZIONI, MERCATI, FIERE, ECC. CELL.: 335.74.67.579 - 335.596.09.51 CENTRO RADIO: 080.374.35.36 - 080.537.87.68 70032 BITONTO (Ba) - Via G. Ancona, 3 10

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Storia, tradizione ed innovazione Attualità

Marzia Morva

Dal LIBRO “La scuola di musica e la banda musicale del Real Ospizio di Giovinazzo” di ANNA CATINO… all’Improbabilband, al nuovo CD di MICHELE JAMIL MARZELLA “La via del Possibile”

“L

i b r i n c i t t à ” ritorna con un nuovo appuntamento imperdibile previsto per Domenica 17 Maggio alle ore 20.00 nella Chiesa di San Giovanni Battista nel cuore del centro storico di Giovinazzo. La serata, introdotta dal Direttore Responsabile del mensile “in Città” Filippo D’Attolico, proporrà un percorso ricco di contenuti che partendo dalla storia e tradizione della Banda Musicale di Giovinazzo, attraverso l’intervento della musicista e scrittrice Anna Catino, giungerà poi ai giorni nostri per presentare un talentuoso musicista di Giovinazzo, Michele Jamil Marzella. Entriamo nel vivo della presentazione della serata e diamo informazioni precise ai nostri lettori per comprendere meglio ciò che verrà proposto. Il percorso letterario, storico e musicale, su cui l’incontro punterà l’attenzione, prevederà l’intervento di Anna Catino che tornerà indietro nel tempo parlando della storia della Banda in riferimento al suo libro”La scuola di musica e la banda musicale del Real Ospizio di Giovinazzo”. La pianista e scrittrice presenta così il libro «Con il mio lavoro di ricerca storica ho pensato di ricostruire la storia della scuola di musica e della banda del Real Ospizio di Giovinazzo, attraverso lo studio del repertorio presente nell’ar-

Copertina libro di Anna Catino

chivio musicale, dei regolamenti, delle deliberazioni e di tutto ciò che è legato alla storia musicale del “Pio Luogo” – ha affermato Anna Catino. – Pochi sospettano che in un paesino della provincia di Bari ha preso vita e si è sviluppata un’istituzione musicale che ha assunto un’importanza primaria nella vita dell’intero Regno di Napoli, tanto da vedersi attribuire la qualifica di “Banda Musicale del Regno”. Dopo aver analizzato le origini e la storia del Real Ospizio e della relativa scuola di musica – conclude l’autrice – ho focalizzato l’attenzione sui maestri e sugli altri personaggi storici che contribuirono a valorizzare la banda musicale dell’istituzione». Farà seguito a questo momento l’ excursus storico sulla Banda e sulla sua evoluzione a cura dello studioso e storico Nicola Coppola, Presidente dell’Arciconfraternita del Carmine. E’ il momento della presentazione di un

talentuoso musicista di Giovinazzo, Michele Jamil Marzella, per la quale interverrà Marianna Paladino, Assessore alla Cultura. Marzella un bel po’ di anni fa ha iniziato proprio nella banda di Giovinazzo a muovere i suoi primi passi da musicista. Nella serata di Librincittà il famoso trombonista suonerà dal vivo alcuni brani tratti dal suo nuovo cd “La via del possibile” oltre a curare momenti di sottofondo nel corso degli interventi e durante letture della redattrice Gabriella Serrone. Questo nuovo appuntamento con Librincittà sarà l’occasione d’incontro per compiere un lungo ed interessante viaggio nel mondo sonoro e culturale che Marzella ha svolto. Infatti, dopo aver maturato esperienza nella banda del nostro paese, il noto trombonista e jazzista ha suo-

nato in svariate situazioni e non solo nella nostra regione. In seguito, forte dell’esperienza positiva che la Banda gli aveva dato, ha maturato la creazione di una sua Band che ha chiamato “Improbabilband”, un vero e proprio fuoco d’artificio ricco di sonorità, emozioni, ricerche e creatività musicali da lui per anni condotto in un periodo molto creativo in cui s’inserisce la collaborazione con molti importanti musicisti pugliesi (Pino Minafra, con la cui banda ha suonato in Germania, Roberto Ottaviano, Michele Giuliani ecc.) e partecipazioni a Festival in giro per il mondo. La sperimentazione, l’introspezione ed i suoni alternativi sono al centro della sua musica in cui piacevolmente si fonde “l’innovazione della tradizione”.

Copertina CD di Michele Jamil Marzella

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R

Riceviamo e pubblichiamo iceviamo e

pubbli-

chiamo le

corrispondenze

giunte al protocollo della pluride-

cennale associa-

zione cittadina il giorno 10 c.m. ed

inviate dai rispet-

tivi Enti nel giorni 1 e 2 aprile.

Quali siano le

vere ragioni che

spingano, tanto il

Ministero dei Beni

Culturali, quanto l’Amministrazione Comunale, non è

dato sapere visto che

alla data in

cui si manda in stampa questo

numero non si conoscono ancora gli

esiti

incontri

degli con

l’Associazione Proloco.

Restano molto

dubbie le ragioni

contestualmente

rappresentate negli scritti che vi alleghiamo, mentre

rimandiamo

al

prossimo numero

ogni ulteriore approfondimento.

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Riceviamo e pubblichiamo

A

seguito delle richieste inoltrate dalla Sovrintendenza Archeologica di Taranto e della contestuale missiva fatta pervenire alla locale sede della Pro Loco di Giovinazzo da parte della Amministrazione Comunale, i soci della predetta associazione si sono riuniti in seduta straordinaria in data 16/4; a seguito di detta convocazione si è ritenuto di emettere il seguente comunicato stampa, anche al fine di evitare inu-

tili e dannose incomprensioni. La Pro Loco ribadisce la totale infondatezza delle contestazioni fatte proprie dalla Sovrintendenza circa la (presunta) saltuaria apertura al pubblico del locale “Antiquarium”. Si evidenzia che, da sempre, la Pro Loco ha assunto il ruolo di tutela e controllo del patrimonio artistico e culturale della città. A tal fine l’associazione esorta a valutare di concerto tutte le azioni ritenute idonee a scongiurare il trasferimento in altro sito dei reperti oggi a fruizione della collettività. Appare chiaro che gli scopi istituzionali della Pro Loco, unico ente riconosciuto a livello nazionale, riguardano la tutela del nostro patrimonio. Tali finalità sono state perseguite, sin dalla sua fondazione, in termini di assoluta gratuità e volontariato. Si precisa che la presente non vuol costituire pregiudiziale alla discussione riguardante la questione della sede che sarà, in ogni caso, oggetto di valutazione in altri tempi.

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Attualità

Librincittà

GIUDA E LA SUA VERITÀ Gabriella Serrone

La visione del discepolo di Gesù nelle due serate della “Librincittà”

D

avanti ad un pubblico attento ed interessato è andato in scena, nella Chiesa di San Giovanni Battista, il sesto appuntamento della “Lib ri nci ttà ”, rassegna ideata dalla nostra redazione, in collaborazione con l’Arciconfraternita di Maria SS. Del Carmine. Nelle due serate del 30 e del 31 marzo scorsi, Franco Martini si è esibito nel recital “… il più grande di tutti i miei amici. La verità di Giuda”, prestando la propria voce ad uno dei personaggi più stigmatizzati ed al tempo stesso più intriganti di sempre: Giuda Iscariota. La lettura di Martini si è ispirata al romanzo “Fa che questa strada non finisca mai”, di Luca Doninelli, dando vita ad un adattamento particolare, che ha puntato sulla forza scenica dell’ottica dell’Iscariota. «Ciò che mi ha colpito è stata proprio la caratterizzazione del personaggio e la sua forza drammaturgica», ha spiegato “il professore”. Partendo dall’interrogativo «Non essere d’accordo con qualcuno è un delitto?», Martini si è inoltrato nel complesso punto di vista del discepolo, ribaltando per certi versi alcune certezze per comprendere se è possibile amare una persona con cui si è in disaccordo e se è concepibile tradirla, se la si ama profondamente. Queste domande hanno accompagnato gli spettatori nella lunga argomentazione di Giuda attraverso gli episodi più noti del Vangelo. Il battesimo del Battista, definito “il matto”, le nozze di Cana, il miracolo dei pani e dei pesci, la risurrezione di Lazzaro ed altri esempi che vengono citati dall’Iscariota per esprimere il proprio disappunto nei confronti di Gesù e delle sue scelte tanto coraggiose per quei tempi. Il ritratto che 14

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Franco Martini riflette sul rapporto tra Giuda e Gesù

viene fuori di Giuda è quello di un ligio osservatore della morale religiosa ed al tempo stesso di un uomo estremamente razionale, che, sebbene sia testimone di miracoli e prodigi, tende a non riconoscerne la straordinarietà. Giuda non approva le parole e le azioni del Nazareno né crede che sia il Messia. Nonostante ciò, lo ama profondamente, fino alla fine, e non lo tradisce, ma lo consegna per salvarlo dalla sua follia. Martini ha lasciato che il testo parlasse da sé, affidandosi a pochi elementi scenici, anche se di grande significato: la kippah, posta sul capo a voler indicare la stretta osservanza di Giuda alla Legge, e frasi scritte su alcuni foglietti, per avanzare nella parabola discendente del personaggio, verso il tragico epilogo del suo suicidio per impiccagione. L’originale adattamento scenico di Martini ha sottolineato quel sentimento di profonda amicizia che le-

gava Giuda al Nazareno, quasi fosse un’affinità elettiva, e quell’umanità che portò l’Iscariota al tradimento, considerato come necessario nella sua contorta visione. L’inter pretazione ha emozionato e coinvolto i presenti, tanto da aprire una discussione sul significato di quanto letto e sull’interpretazione del ruolo del discepolo. Tutte riflessioni che sono state alimentate anche dalla profondità del pensiero del padre spirituale dell’Arciconfraternita, don Nicola Gaudio, e dal Direttore del nostro mensile, Filippo D’Attolico. “Librincittà” è tornata a proporre spunti costruttivi, incitando alla lettura ed aprendo la strada a scenari diversi. E allora c’è proprio da augurarsi, come ha fatto Filippo D’Attolico nell’ultima serata, che questa strada di apertura ed arricchimento culturali, proposta dal mensile e da chi collabora, non finisca mai.


10 scatti per don Nicola

E TU con NOI... in 10 scatti

Potrebbe sembrare che siamo qui per l’ultimo saluto a questo nostro grande Maestro. Invece vogliamo dare inizio ad un percorso di approfondimento dei suoi insegnamenti, di riflessione sulle sue parole, di interiorizzazione di quanto ci ha comunicato nel corso di questi anni. Vogliamo riassumere in questi dieci scatti i suoi dieci anni trascorsi fra di noi a Giovinazzo, dove grazie alla freschezza delle sue idee, alla capacità di realizzare i suoi progetti, alla sua grande energia spirituale don Nicola ha lasciato un segno indelebile della sua presenza. Ve li proponiamo così, senza un commento: ognuno sarà libero di circostanziare i momenti vissuti insieme.

La Conoscenza


10 scatti per don Nicola

L’Umiltà

L’Amore per la Croce

La Regia

La Convivialità

I suoi Ragazzi 16

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L’unità C o n f r


La Gioia

La Comunicazione

Il Sorriso

aternale

Il Convincimento N. 5 - Maggio 2015

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Un mese in pillole

Ciclovia per Santo Spirito, assegnato provvisoriamente l’appalto Ad aggiudicarselo una ditta barese Gianluca Battista

30 MARZO – Si chiama UNIMED scarl la ditta che si è aggiudicata l’appalto provvisorio per la realizzazione della ciclovia tra Giovinazzo ed il quartiere barese di Santo Spirito, lungo la ex strada statale 16 adriatica. L’azienda con sede legale a Bari, in via Beata Elia di San Clemente, n. 200, se lo è aggiudicato grazie ad un ribasso del 51,76% sull'importo dei lavori di 664.954,06 euro soggetto a ribasso. La ditta ha assicurato nella sua offerta anche un risparmio di tempo di 84 giorni rispetto al cronoprogramma previsto. La società del caAppalto assegnato per la ciclovia poluogo rappresenterebbe una certezza nel settore delle infrastrutture. Fra le sue realizzazioni ci sono l'aeroporto di Malpensa, in Lombardia, il viadotto per il collegamento ferroviario metropolitano tra il quartiere San Paolo e l'area centrale di Bari, i lavori di completamento della Galleria Pavoncelli per portare le acque del fiume Sele in Puglia ed il collegamento ferroviario dell'aerostazione di Bari-Palese con l'area metropolitana del capoluogo. Seconda classificata nella gara, una impresa giovinazzese, la Illuzzi Antonio, con sede in via Lupone da Giovinazzo, n. 5. In quel caso il ribasso rispetto all'importo generale era stato del 51,20%, con la previsione di 80 giorni in meno di cantierizzazione rispetto alle previsioni dell'Ente comunale appaltante. Al bando del Comune di Giovinazzo avevano partecipato 23 aziende, con l’ammissione alla gara di 22. Questa è la prima opera pubblica interamente progettata dall’Amministrazione comunale guidata da Tommaso Depalma.

Un omaggio alle donne

Inaugurata in Piazza Risorgimento la statua dell’artista Nicola Illuzzi Gabriella Serrone

4 APRILE – Dal 4 aprile scorso, Piazza Risorgimento accoglie un’opera di pregio artistico. Si tratta della statua del giovinazzese Nicola Illuzzi, donata dallo stesso artista alla cittadinanza e posizionata al centro della piazza antistante la stazione ferroviaria. Alla presenza delle autorità civili, delle rappresentanti della Consulta Femminile di Giovinazzo e dei cittadini, il panno bianco che copriva la scultura è stato tolto per presentare l’opera ed il suo significato. Intitolata “Vite”, la statua rappresenta una donna, privata degli arti e della testa, che si inarca in un movimento verso l’alto. Come ha spiegato Illuzzi durante La statua di Piazza Risorgimento l’inaugurazione, «la statua vuole simboleggiare la donna e la sua continua evoluzione e la vite ha in sé l'immagine della nascita e dell'evoluzione». Lo sviluppo ascensionale e le aperture alludono infatti all’affrancamento della donna da una condizione di inferiorità ed assoggettamento, di cui è stata vittima per secoli. «Resiliente materia che si trasforma in energia e anima» è la targa scelta dalla Consulta femminile, che vuole alludere alla capacità innata delle donne di reagire alle avversità, traendo energia e vita per risollevarsi. A dispetto del messaggio positivo dell’iniziativa, qualche giorno dopo sono state divelte alcune piantine dall’aiuola che ospita la statua. Un vile gesto che stride con i valori rappresentati dalla statua e si oppone al tentativo dell’Amministrazione comunale di abbellire e riqualificare un quartiere spoglio. 18

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Incendiate tre barche nel porto Di natura dolosa i roghi Nicola Miccione

5 E 6 APRILE – Due incendi di barche in una notte, poi una terza a distanza di 48 ore. Questo il bilancio dei roghi appiccati all’interno del porto di Giovinazzo agli inizi del mese. Nella notte tra il sabato Santo e la domeniBarche a fuoco nel porto ca di Pasqua, all’1.30, quando c’era ancora tanta gente in giro, le fiamme si sono sprigionate da un piccolo natante da diporto di proprietà di un uomo di Bari, ormeggiato ad uno dei pontili galleggianti del Comune di Giovinazzo. Poi la piccola imbarcazione, sganciata dall'ormeggio e spinta dal vento, ha centrato un secondo natante da diporto posizionato nei pressi del pontile galleggiante dell'associazione "Le Tre Colonne", che ha subito danni alla fiancata destra della prua. Sul posto sono prontamente intervenuti i Carabinieri della locale Stazione ed i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Molfetta che hanno domato l'incendio salvaguardando le imbarcazioni vicine e iniziato le prime indagini. Ma il peggio doveva ancora arrivare. Alle prime luci dell'alba, infatti, è scattato il secondo allarme: le fiamme sono tornate ad interessare il porticciolo di Giovinazzo intorno alle ore 06.00 quando, alimentate anche dal forte vento, hanno avvolto un cabinato in vetroresina ormeggiato allo stesso pontile de “Le tre Colonne”. L'imbarcazione, appartenente ad un uomo di Bitonto, è stata interamente colpita dal rogo, costringendo i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Molfetta ad intervenire nuovamente per ripristinare la normalità. Poi il lavoro incessante degli uomini del locale Ufficio Marittimo e dei Carabinieri della Stazione di Giovinazzo: i primi hanno recuperato le imbarcazioni, i secondi hanno da subito cercato di raccogliere indizi. Ma a 48 ore di distanza, alle 3.00 di notte del 7 aprile, nuovamente un rogo: a bruciare, questa volta, è stato un cabinato a vela in uso ad un giovinazzese ormeggiato al pontile galleggiante del Centro Velico. Ancora sul posto i caschi rossi del Distaccamento di Molfetta e quelli dell’Ufficio Locale Marittimo. Sui tre episodi indagano le forze dell’ordine, che hanno iniziato a ricostruire un puzzle piuttosto complesso. Di certo c’è che, dopo la ripresa dei roghi notturni d’auto, anche il porto sembra non esser più un posto sicuro.


Inaugurata la nuova sede del Comitato Feste Patronali Si trova sotto il porticato di Palazzo di Città Giuseppe Dalbis

12 APRILE – «Sarà una Festa Patronale che andrà verso gli ultimi e che porterà un messaggio chiaro di speranza e solidarietà, soprattutto in un momento, come quello che attraversiamo, di enormi difficoltà per tante famiglie giovinazzesi». Le parole sono quelle pronunciate da Francesco Pugliese, neo Presidente del Comitato Feste Patronali al momento dell’inaugurazione della nuova sede, in Piazza Vittorio Emanuele II, sotto il porticato del Municipio. La cerimonia di inaugurazione era stata preceduta da una solenne celebrazione in Concattedrale. Poi, don Benedetto Don Benedetto benedice Comitato e sede Fiorentino aveva dato la sua benedizione, insieme a tutto il clero giovinazzese, una nuova sede che rappresenterà un punto di riferimento per tutti i giovinazzesi devoti a Maria SS di Corsignano. In quella occasione, dopo la benedizione di rito, davanti ad una folla incuriosita, don Benedetto Fiorentino aveva voluto ribadire un concetto: «Questa Festa deriva dalla pietà popolare e l'unione tra clero e sentimento popolare non può che essere una cosa bella, se convogliato nel modo giusto». E gli ha fatto eco proprio Pugliese, evidenziando come «sia importante dire ancora grazie a S.E. Monsignor Luigi Martella ed alla chiesa giovinazzese, grazie alla cui disponibilità sentiamo di poter fare un lavoro degno, nel solco dei veri valori cristiani». Il gruppo guidato da Francesco Pugliese è già al lavoro. Un gruppo giovane con l’inserimento di alcune persone esperte, che intende assolvere al meglio al suo compito: riscoprire i valori fondanti della Festa Patronale, rinsaldare la tradizione pur facendo divertire i giovinazzesi ed i tanti che arriveranno dai comuni limitrofi

Trema la terra anche a Giovinazzo A fuoco una Fiat 500 Scosse di terremoto nel foggiano in Via Durazzo avvertite fin sulla costa Gabriella Serrone

16 APRILE – Tre scosse di terremoto hanno sconvolto la quiete dei comuni garganici e del foggiano. Le scosse sono arrivate, secondo l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia a partire dalle 13.34 del 16 aprile, nitidamente avvertite fin sulla costa. La prima è stata la più forte, di magnitudo 3.9 della scala Richter, mentre la seconda, arrivata alle 13.41, di Scossa di terremoto a Giovinazzo magnitudo 3.2, è stata nitidamente avvertita anche a Giovinazzo. Nessun danno è stato riscontrato a stabili o persone, ma anche da noi la paura si è fatta sentire. Alle due scosse ne è seguita un’altra e poi altre nei giorni successivi, come sciame sismico di assestamento. L’ipocentro della prima è stato a 22,5 km di profondità, con epicentro nella zona di San Severo fin verso il promontorio garganico. La seconda, quella avvertita a Giovinazzo, seppur di magnitudo inferiore, ha avuto un ipocentro ad appena 11km di profondità ed è quindi stata maggiormente percepibile.

Tornano i roghi d’auto nella notte Gianluca Battista

21 APRILE – Torna la paura a Giovinazzo. Tornano i roghi d’auto nella notte. Questa volta, intoro alle 3.30, è toccato ad una Fiat 500 parcheggiata in via Durazzo, non lontano dall’ex mattatoio comunale. Un uomo ha visto la sua auto essere avvolta dalle fiamme. Senza poter far nulla. Distrutto completamente l’abitacolo dell’autovettura, ma questa volta è stato toccato anche lo stabile accanto all’auto parcheggiata, con evidente pericolo per i residenti. Sul posto sono giunti i Vigili del Fuoco del Distaccamento di Molfetta che hanno domato le fiamme in pochi minuti, ma ormai per il mezzo era troppo tardi. Intervenuti sul luogo del rogo, i Carabinieri delMuri e strada anneriti dal rogo la locale Stazione non hanno però trovato segni evidenti di acceleranti. Ma nessuna pista, al momento in cui andiamo in stampa, è stata esclusa. Soprattutto quella dolosa, perché, purtroppo, Giovinazzo resta una cittadina dove questi fatti si ripetono da diversi anni. Un 41enne è imputato di altri roghi, ma, a quanto pare, la scia di incendi non si è ancora arrestata. N. 5 - Maggio 2015

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“La via del possibile” Arte e Cultura

Marzia Morva

È il nuovo lavoro discografico di un talento di Giovinazzo: Michele “Jamil” Marzella

A

seguito di svariate e prestigiose esperienze in campo jazzistico, e dopo il grande successo ottenuto con il cd "Grido Nero" dell'Improbabilband, Orchestra di fiati da lui stesso creata e diretta, ritorna sulla scena il talentuoso artista di Giovinazzo Michele Jamil Marzella. L’ottimo trombonista si presenta sulla scena musicale italiana ed internazionale con un lavoro discografico che vuole dare voce alla sua anima, quella più introspettiva e spirituale. Ecco che da queste sensazioni nasce il nuovo cd “La Via del Possibile” Edizione DodiciLune, importante casa discografica salentina. L’intervista con il poliedrico musicista, che ha portato le sue origini giovinazzesi oltre i confini nazionali, presenta una produzione discografica da ascoltare sino all’ultima nota. Il lavoro è realizzato da Marzella con una band di professionisti: Pierangelo DeMarco, programmazione; Rossella Antonacci, voce; Antonio Genchi, sax; Valentina Pavone, flauto traverso; Gabin Dabirè, voce; Piero De Marco, chitarra; Eddy De Marco, basso elettrico; Maurizio Lampugnani, percussioni, voce; Ugo Custodero, percussioni, hang shock. L’album è inteso come fosse una meditazione tanto che il primo brano “Prayer” è un suo personale pensiero che introduce l'ascoltatore in questo mondo parallelo alla realtà in cui certamente ne è parte integrante e protagonista. L'attore a cui e' affidato questo arduo compito di "demiurgo" è Vito Lopriore, con cui divide spesso il palco per la piece teatrale “Storia di Giuseppe il 20

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Falegname”. Gli chiediamo quale sia per lui “la via del possibile” e quando trova il momento giusto per comporre i brani, tutti scritti da lui. «“La via del possibile” – afferma Marzella, – è quella condizione di stasi che si crea tra l'inspirazione e l'espirazione, lì dove la mente genera emozioni che diventano Karma del proprio "trip", della propria attitudine. Ognuno di noi ha la propria via del possibile basta osservarla e rendersene consapevole. Le musiche presenti nell'album fanno da colonna sonora a questa ricerca, cercando di sollecitare i punti più nascosti del nostro Essere, "poiché la musica non dice quello che devi fare ma forma e risveglia la nostra Essenza". I brani sono tutte mie composizioni, quella della composizione e' un dono, e' una vocazione che arriva quando meno te lo aspetti e devi essere preparato nel "quid ed ora" che essa arriva!». Il cd racconta di viaggi che partendo dall’anima ritornano all’anima stessa. «La fortuna del lavoro da musicista – ci racconta Michele Marzella – è quello di viaggiare, cosi tempo fa in Tibet ho imparato a suonare i Radong, le lunghe tube tibetane, di cui ne sono diventato uno specialista e l'unico in Europa a suonarle; unisco ad esse, accanto all'aspetto puramente artistico, soprattutto quello spirituale di cui esse ne sono portatrici, non fosse altro per il loro suono cosi ancestrale e legato al risveglio dei chackra (punti energetici). Cosi ho composto “Heart Tibet” una sorta di Puja (offerta) al Buddha, suoni ancestrali che avvolgono l'anima sia di chi le suona che di chi

le ascolta, e certamente aiutano a risvegliare “l'essere” in quel idilliaco viaggio dentro e verso la propria l'Essenza». La cronista ha molto apprezzato il brano “Fragili Illusioni” a cui il musicista è particolarmente legato, come alla persona a cui l'ha dedicato che ne è stata fonte di ispirazione: si racconta la storia di Carlo, un ragazzo che ha conosciuto la strada e la tossicodipendenza che dopo un duro lavoro su Se Stesso si è riuscito a rialzare e a conquistare il mondo. Il cuore del pezzo è affidato alle sonorità del trombone da sempre inteso come la sua voce, “… canta la fragilità delle illusioni della vita” con stile armonioso e di facile ascolto, infatti, è un successo radiofonico molto orecchiabile e trascinatore come le onde del mare, fonte d’ispirazione del nostro musicista. Il brano “Istanbul”, resoconto emozionale di un viaggio, è molto accattivante tanto da conquistare la famosa Radio Monte Carlo ed essere trasmessa più volte dal Buddha Bar di Monte Carlo dalle prestigiose consolle del mitico Papa Dj, grande ricercatore e sperimentatore di sonorità world che presto inserirà il brano nella sua compilation. Il nostro cammino d’ascolto si ferma e compie un tuffo nella world music dove suoni dell’Africa si fondono armoniosamente. È il caso di “Etno Loop Station” brano di maggior successo cantato dal grande cantante burkinabè Gabin Dabire, e da Maurizio Lampugnani apprezzato percussionista italiano. Il pezzo è stato anche eseguito in occasione della commemorazione di Miriam Makeba a Torino ed è stata sigla della trasmissione “Colori in onda” su Rai Due. Un brano prettamente in stile africano. Tutto ciò per comprendere quanto il talento artistico e musicale del nostro “giovinazzese doc” abbia conquistato l’Europa.


Volti della Settimana Santa Arte e Cultura

U

na foto ha il potere di catturare concetti e sentimenti che le parole non riescono ad esprimere; la fede è uno di questi. Questa la forza della mostra intitolata “Uomini di fede” dei fotografi Nicola Ditillo e Giuseppe Palmiotto, ospitata nella redazione del nostro mensile da sabato 28 marzo a martedì 7 aprile. Galeotto fu un concorso fotografico della città di Molfetta a cui i due fotografi hanno partecipato qualche anno fa e che aveva come tema i riti della Settimana Santa. Ce lo ha raccontato Giuseppe Palmiotto, spiegando che: «Dopo il concorso, volevamo dare risalto al lavoro che avevamo fatto, a quei volti che avevamo fotografato ed all’angolazione da cui avevamo tratto quegli scatti. E così abbiamo pensato di imprimere su carta quel lavoro, riunendolo in una mostra a Giovinazzo, visto che entrambi siamo giovinazzesi». Ed è proprio ai quei volti, alla loro devozione che l’esposizione di via Cattedrale è stata dedicata, rivolgendo una particolare attenzione alle processioni dei Misteri del Venerdì Santo di due cittadine pugliesi: Giovinazzo nelle foto di Ditillo, Mottola, in provincia di Taranto, negli scatti di Palmiotto. Due paesi e due modi di sentire la fede durante il periodo culmine delle celebrazioni della Passione di Cristo, che i due fotografi hanno messo in risalto attraverso la loro personale lente di ingrandimento sulla pietà popolare. Giovinazzo ed i

Gabriella Serrone

In mostra le foto di Nicola Ditillo e Giuseppe Palmiotto

membri delle confraternite nelle bellissime foto di Ditillo. Protagonisti dei suoi suggestivi scatti sono i membri delle confraternite giovinazzesi. Colti nel momento della vestizione, mentre preparano l’abito e gli altri ornamenti, o già vestiti immediatamente prima di sfilare in processione. Nicola Ditillo è riuscito in tal modo ad immortalare la sfera più profonda dei sentimenti dei confratelli, la loro venerazione e devozione, dimostrando raffinatezza ed un gusto per quei dettagli e quei simboli propri alla tradizione giovinazzese. Mottola ed i crociferi, invece, nel toccante lavoro di Palmiotto. Un rito che non appartiene alla tradizione giovinazzese e che per questo incuriosisce ancora di più. Nei suoi scatti, uomini incappucciati, a volto totalmente coperto quelli che sfilano, con il viso riconoscibile invece i portatori delle statue. Uomini, ma anche molte donne, tratto questo che contraddistingue proprio la processione del centro del tarantino, identificando un sentire la Passione di Cristo quasi carnale. Palmiotto ha saputo cogliere il pentimento di questi uomini e di queste donne, la loro commossa contemplazione,

La Settimana Santa a Mottola secondo Giuseppe Palmiotto

Foto di Nicola Ditillo

pur rimanendo a distanza e dimostrando un grande rispetto per quella forma di partecipazione. Questa mostra ha potuto contare sulla preziosa collaborazione dell’Arciconfraternita di Maria SS. Del Carmine, come avviene ormai da diverso tempo anche per l’allestimento scenico

del periodo natalizio e pasquale dell’artista Saverio Amorisco. Ed è grazie all’impegno profuso da quegli “Uomini di fede”, in preparazione della Pasqua, ma anche in altri momenti dell’anno, che Giovinazzo vive un fermento positivo, che può esercitare attrattiva sui visitatori. N. 5 - Maggio 2015

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Arte e Cultura

L’integrazione a tavola

Marzia Morva

Festa italo-georgiana organizzata dal gruppo scout

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ncontrarsi per conoscersi e scambiarsi reciproche esperienze di vita in un contesto accogliente. Questo percorso di conoscenza più allargata è stato rivolto ad un orizzonte lontano che guarda alla Georgia, Stato appartenente alla disciolta Unione Sovietica e da cui provengono molte lavoratrici giunte sino a Giovinazzo. L'incontro festoso si è svolto presso la Sala Conferenze di Palazzo Vescovile, attorno ad una tavola imbandita, per mescolare le due culture in funzione di una integrazione completa. Tante le delizie della tavola pugliese e dell'Est Europa preparate dal gruppo AGESCI Scout–Giovinazzo 1 della squadriglia “Falchi Bianchi” (fascia d’età 12/16 anni) e da alcune donne georgiane. L'evento ha impegnato nel coordinamento le tre capo reparto della suddetta squadriglia, Serena Digiaro, Nicole Depergola, Nicoletta Bavaro e sei ragazze; a loro dovrebbe andare il plauso di una comunità 22

N. 5 - Maggio 2015

spesso incapace di aprirsi all'altro. Aurora Tatulli, Annalisa De Gennaro, Chiara Crismale, Luigia Risola, Clara Yazdan e Sarah Tridente hanno affrontato questo percorso in totale autonomia: incontrando le donne venute dalla Georgia e conoscendole hanno scoperto tante curiosità in merito alla storia e alle tradizioni di quel Paese, per giungere all’incontro festoso da loro definito "cena etnica". «Ogni anno trattiamo tematiche differenti – ci ha detto Sarah Tridente –. Quest'anno abbiamo scelto di volgere lo sguardo verso cittadine provenienti dalla Georgia per conoscere i loro usi e costumi al fine di arricchire la nostra conoscenza completando un percorso di crescita all'interno del gruppo scout». Il trait d'union di questo incontro è stato Nicola Volpicella, operatore della Caritas Diocesana di Giovinazzo. Lo scambio culturale e culinario le ha impegnate nella preparazione e degustazione di alcuni piatti tipici italiani

(lasagna, pasta al forno e crostata di ricotta) e georgiani (panzerotti di patata, ravioli di carne speziati, insalata di pollo e di carote, pizza bianca al formaggio, melanzane in salsa di noci e torta con crema di latte al miele con uvetta e frutta secca). Soddisfatta Maia Shatirishvili, portavoce del gruppo georgiano, la quale ha espresso un parere entusiasta sulla riuscita dell'iniziativa. La stessa ha proposto che altre serate multietniche vengano attuate in futuro a Giovinazzo e principalmente nel periodo estivo. Nel corso del conviviale sono emerse diverse riflessioni tra cui quella di invitare le autorità comunali affinchè si impegnino a trovare una sistemazione locativa alle persone straniere, con regolare permesso di soggiorno, che non hanno dove poter alloggiare. L'auspicio è che il Comune, visto il considerevole numero di lavoratori stranieri presenti in città, trovi un immobile da destinare ad ostello, al fine di ospitare chi si trova in serie difficoltà economiche a causa della perdita di lavoro. Siamo certi che la sensibilità degli attuali Amministratori possa condurre ad una soluzione del problema.


Musiche ed atmosfere medievali Arte e Cultura

Gabriella Serrone

L’Ensemble Calixtinus in concerto nella Chiesa del SS. Crocifisso

U

n tuffo nel lontano XIII secolo, evocando melodie ed atmosfere in cui San Francesco D’Assisi visse ed operò. Queste le emozioni trasmesse dall’Ensemble Calixtinus, esibitosi nello spettacolo “Sia Laudato San Francesco - Musica e poesia medievale al tempo di San Francesco D'Assisi" nella Chiesa del SS Crocifisso lo scorso 18 aprile. Il concerto ha avuto luogo grazie alla collaborazione del Segretariato Missioni Estere dell’Ordine Francescano ed al patrocinio del Comune di Giovinazzo. Una vera e propria ricerca storica e musi-

cale contraddistingue il repertorio dell’Ensemble Calixtinus, impegnato nel riscoprire e fare conoscere le tradizioni medievali della nostra regione, avvalendosi dell’uso di strumenti antichi come viella, kaval flauto, kamanchè, tamburello, zampogna. Così le atmosfere francescane hanno permesso al pubblico di immergersi nel cuore del messaggio del Santo di Assisi, quello che anima i Cappuccini, impegnati in missioni di grande spessore umanitario ed umano sia in Mozambico che in Albania. La particolarità dell’utilizzo di strumenti antichi è stata protagoni-

Un momento dell'esibizione

sta dell’esibizione nella chiesa dei Frati Minori Cappuccini, dove sono state eseguite alcune "laudi" del "Laudario di Ortona", riconosciuto come uno dei manoscritti più antichi e preziosi di musica volgare del XIII secolo. I bravissimi artisti Giovannangelo de Gennaro (canto e villa), Nicola Nesta (canto e liuto medievale), Cosimo Giovane (canto), Vito Giammarelli (can-

to), Francesco Regina (canto) e Pippo D'Ambrosio (percussioni) hanno ricostruito ambientazioni francescane con la loro musica ed i loro strumenti dell’epoca, in un interessante connubio tra storia, arte e spiritualità, che ha incantato i presenti. Un’esibizione che ha mostrato quanto ancora il passato abbia da dirci e confermato il ruolo fondamentale dell’arte in questo processo.

La famiglia da problema a risorsa C

Terzo appuntamento organizzato all’Osservatorio per la Legalità ed il Bene comune

ontinua il percorso di riflessione dal titolo “La famiglia come laboratorio di pace”, organizzato dalla Vicaria e dall'Osservatorio per la Legalità e per la difesa del Bene Comune di Giovinazzo. Ospite del terzo incontro, tenutosi il 15 Aprile scorso presso la chiesa Immacolata, don Gianni De Robertis, parroco della vivace parrocchia di San Marcello a Bari e Don Gianni De Robertis delegato “Migrantes” per la Diocesi di Bari-Bitonto. Lo spunto di riflessione nasce e sgorga ininterrottamente dalle parole di don Tonino Bello nella sua lettera sulla famiglia “Icona della Trinità”, e si arricchisce anche dalle recenti osservazioni fatte da Papa Francesco nel Sinodo dedicato proprio a queste tematiche. La famiglia è ora più che mai al centro delle riflessioni della Chiesa, che vuole aiutare a riscoprire il suo immenso patrimonio assegnandole un riconoscimento sia umano che esistenziale. Attraverso varie testimonianze, don Gianni de Robertis ha veicolato il messaggio della famiglia intesa come sorgente di vita e amore, fontana a cui tutti possono abbeverarsi trovandovi la freschezza del Vangelo. Trasmettere l'ideale dell'amore eterno e della famiglia santa ma non perfetta è la sua missione ed è la leva concreta per far rifiorire questo immenso bene comune. L'approccio così concreto di don Gianni non può che invitare e subito incoraggiare al cambiamento del proprio stile di vita: trasformare la sua parrocchia in una casa-famiglia per i più bisognosi, modificare l'approccio didattico del catechismo accompagnato dai genitori, accogliere a pranzo chi abita alla porta accanto e non ha il coraggio di chiedere, pagare le bollette di chi è povero e solo, evitare gli sprechi e pasti luculliani, ripensare e inventare nuovi percorsi delle giovani coppie combattendo la solitudine e favorendone l'incontro, rivoluzionare il rito dell'andare a Messa insieme ai genitori. Solo solo degli accenni verso l'apertura ad un nuovo modo di vivere, in cui il singolo, con piccole cose, mette in circolo preziose risorse per la comunità che fa continuamente ringiovanire e rinvigorire. Sono queste le armi bianche per valorizzare la famiglia, trasformandola in una inesauribile fonte collettiva di speranza e amore. Appuntamento al prossimo 14 Maggio con il tema “La famiglia culla di Dio”. Roberta de Ruvo N. 5 - Maggio 2015

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L’ultimo scritto per “in Città” Riflessioni

Filippo D’Attolico

Pronto già da giorni e facilmente recuperabile sul suo pc

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’ospedale. Quello era il luogo che riusciva a buttarlo giù. Non era tanto la sofferenza fisica ad indebolirlo quanto la lontananza dalla sua attività, causata dai ricoveri ospedalieri che negli ultimi anni sono stati frequenti. Tutte le volte, però, i suoi “veri amici” erano sempre pronti ad essergli vicino, a sostenere le sue debolezze incoraggiandolo di una vicina guarigione. Durante l’ultimo ricovero, in un pomeriggio durante una visita, per risollevargli un po’ il morale gli dico che avrebbe dovuto far presto a rimettersi e tornare a casa, non foss’altro per scrivere l’articolo della sua pagina di “Riflessioni”, visto che ormai i tempi si facevano stretti e bisognava andare in stampa. E lui, con il solito sorriso tenero ed accattivante, mi fa: «Guarda che sta già pronto, l’avevo preparato prima di ricoverarmi». E la foto? Gli dico io. «Pure quella», mi risponde. «È tutto sul mio computer!». Non è stata per me una sorpresa vederlo così preparato conoscendo lo scrupolo con cui rispettava le scadenze. Era sempre così attento che anche quando non capitava che ci incrociassimo in tempo utile per la consegna, ebbene per non metterci in difficoltà, provvedeva tranquillamente a bordo della sua 500, magari approfittan24

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do per una passeggiata a mare, e ci raggiungeva a Giovinazzo con la sua solita busta di colore giallo con tanto di chiavetta e l’immancabile foto di don Tonino che corredava il suo articolo. Vi consegno, mie care lettrici e

lettori, questo suo ultimo scritto per “in Città”. Una attenta riflessione che ad ogni buon conto sembra quasi volerci salutare con un profondo augurio di una vita serena. Buona lettura a tutti ed un grazie a don Nicola!


Vivere la vita con leggerezza Riflessioni

Don Nicola Gaudio

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op, hop, hop com’è misteriosa la leggerezza

hop, hop, hop è una strana cosa, è una carezza che non vuoi hop, hop, hop butta via il dolore, la pesantezza hop, hop, hop cerca di inventare la tua leggerezza e volerai. Così cantava il grande Giorgio Gaber in una delle sue più belle canzoni. Ma come si fa a prendere la vita con leggerezza? Perché alcuni ci riescono e altri no? Ultimamente mi sono soffermato a pensare a questa cosa e ho notato che per la stragrande maggioranza delle persone è più facile prendere la vita seriamente e più difficile invece prenderla con leggerezza. Non è strano? Eppure se pensiamo un solo istante a quando eravamo bambini, possiamo renderci conto che in fondo tutti noi siamo nati con la capacità di vedere le cose e di avvertire gli eventi con più leggerezza rispetto a come li percepiamo ora. Gli adulti infatti, crescendo, acquisiscono la capacità di rendere la loro vita sempre più difficile caricandola di problemi, rancori, gelosie, ansie, inganni verso gli altri e verso se stessi. Per questo è importante imparare a prendere la vita, gli eventi e tutto ciò che ci circonda con maggior leggerezza, senza però confonderla con la superficialità, perché vivere con leggerezza vuol dire vivere con saggezza e non vivere alla leggera. Cosa vuol dire vivere la vita con leggerezza? Vivere la vita con leggerezza non significa assumere un atteggiamento di indifferenza o freddezza nei confronti delle persone o delle situazioni che la vita ci mette di fronte. Non vuol dire nemmeno essere frivoli o sminuire il valore delle cose e neanche rifiutarsi di assumere delle responsabilità. Si può dire che una persona

FRATRES Giovinazzo - Via Marconi n° 9

GIORNATE DI RACCOLTA DI SANGUE

MAGGIO 2015

03/05/2015 - Domenica: dalle 08.00, alle 11.00 16/05/2015 - Sabato: dalle 08.00, alle 11.00 25/05/2015 - Lunedì: dalle 08.00, alle 11.00

N.B. Le date e gli orari sono suscettibili di variazioni dettate da esigenze del Centro Trasfusionale. Per qualsiasi informazione siamo a disposizione presso la nostra sede in Via Marconi, 9.

Tel./Fax 080-3947733

http: //www.fratresgiovinazzo.it

La Fratres invita tutti i giovani neo-maggiorenni che hanno compiuto i 18 anni, a dimostrare di essere pronti alla donazione, accostandosi alla lettiga della solidarietà. Lieti di accogliervi nella grande famiglia dei donatori, continueremo il nostro cammino insieme a voi con nuova linfa vitale per chi soffre.

vive con leggerezza quando ha imparato ad affrontare le situazioni e i problemi con il giusto atteggiamento in modo da non lasciare che questi influenzino negativamente la sua sfera emotiva. Ma come si fa a prendere la vita con più leggerezza? Distinguere le cose importanti. Ho sentito spesso dire: “Io sto bene perché vivo la vita con leggerezza, non mi faccio problemi e non penso mai a niente”. Non credo che l’eliminazione dei pensieri sia la strada giusta per poter vivere più serenamente. Ciò che conta davvero non è il fatto di pensare o non pensare ma è la qualità dei nostri pensieri. Quindi più che non pensare niente sarebbe giusto pensare meglio, ovvero concentrare tutte le energie su ciò che conta veramente, saper fare una distinzione tra le cose importanti e quelle di minore rilevanza. In fondo siamo tutti come delle spugne, assorbiamo indistintamente tutte le cose sia positive che negative, che succedono intorno a noi e difficilmente riusciamo a non farci coinvolgere emotivamente da alcune situazioni. Sarebbe utile appuntare tutte le cose negative che ci succedono durante la giornata (un litigio, una critica, le lamentele altrui, un problema inatteso, ecc.) e quando siamo più tranquilli, riflettere su di esse. Quante di queste sono realmente importanti? Cosa hai provato in quelle determinate situazioni? Gelosia, rabbia, odio, invidia, rancore? Ne è valsa la pena? Sei riuscito a risolvere qualcosa? Grazie a queste domande siamo in grado di poter distinguere le cose che contano davvero e su cui concentrare i nostri pensieri, da quelle invece che non possono in alcun modo migliorare la nostra condizione. Non ingigantire i problemi. Purtroppo la maggior parte delle persone è

abituata a drammatizzare tutto. Questo accade quando sopravvalutiamo i pensieri, quando ci focalizziamo su qualcosa ricamandoci sopra. I problemi, per molte persone, sono come una palla di neve, che rotolando giù cresce sempre di più fino a diventare una valanga che li travolge. In questo modo anche il problema più piccolo può diventare insormontabile. Se impariamo a vivere con più leggerezza riusciremo a vedere i problemi non come ostacoli, ma come delle opportunità per crescere e migliorare. Non voler tenere tutto sotto controllo. Rassegnatevi. Alcuni eventi, per quanto ci sforziamo, non si possono cambiare. Per vivere con leggerezza bisogna dunque capire che è assolutamente impossibile avere tutto sotto controllo, apparire sempre perfetti agli occhi degli altri e accontentare tutte le persone che conosciamo. Questo atteggiamento provoca ansie e preoccupazioni del tutto inutili, che ci mpediscono di vivere serenamente e di dedicarci a ciò che conta davvero. Bisogna, inoltre, comprendere che la vita non è un campo di battaglia dove siamo in lotta costante con noi stessi e con gli altri, la vita dovrebbe essere percepita come una specie di festa a cui siamo tutti invitati. Lo scopo è quello di stare bene insieme, rilassarsi e godersi al massimo l’evento per poi tornare a casa felici.

L’AUGURIO DI DON TONINO

La vita giocatevela bene, non bruciatela non perché la si vive una volta soltanto, ma perché sapete che rischio correte? Che in questa smania di libertà, di grandezza, di orizzonti larghi invece di raggiungere la meta, vi incastrate nei blocchi. Qualche volta noi corriamo proprio questo rischio: andiamo alla ricerca di obiettivi che pensiamo ci debbano liberare e invece ci danno proprio la prigione. Vivete la vita nel rispetto: il rispetto dei volti, il rispetto delle persone. Vivete la bellezza, la cura della bellezza, che non è qualcosa di effimero. Voi sapete che Dio è la bellezza; è la bellezza che salverà il mondo. Coltivate la belleza del vostro volto, anche quando avrete ottant’anni. Coltivate la bellezza del vostro corpo, la bellezza del vostro vestire, cioè l’eleganza non fatta di abiti firmati, vivete la semplicità. La bellezza del vostro sguardo, non potete immaginare quanta luce dà a chi è triste, non potete imaginare quanta voglia di vivere produce uno sguardo generoso che voi date su una persona che è triste, su un passante.Non c’è ricchezza al mondo, non c’è denaro che ti ripaghi. E queste cose, il rispetto del volto dell’altro, il rispetto dei luoghi, la scoperta di Dio nelle cose belle che Lui ci dà, nella natura e l’intuire la presenza di questo essere più grande di noi, che fa miracoli ogni giorno e noi magari non li sappiamo cogliere. don Tonino N. 5 - Maggio 2015

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La beata Fina Ciardi e il francescanesimo nel XIII secolo Sociale

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Nicola Coppola

“in Città” questo mese fa gli auguri a...

n occasione della festività religiosa della Beata Fina Ciardi da San Gimignano (SI) il 16 marzo u.s. si è tenuto, a cura della Pro Loco e del Comune di Giovinazzo, un incontro culturale su “Beata Fina Ciardi e il francescanesimo nel XIII° secolo”. Il relatore prof. Francesco Andriano, nella sua esposizione davanti ad un attento pubblico, ha inquadrato la breve vita della quindicenne Fina, nata nel 1238, nel periodo storico e religioso del medioevo agitato dai conflitti tra la Chiesa Romana e il Sacro Romano Impero per la supremazia sulla cristianità. In questo clima compare San Francesco d’ Assisi che proponeva e diffondeva un messaggio rivoluzionario: abbandonare le ricchezze e seguire Madonna Povertà. San Gimignano vide i primi seguaci del francescanesimo molto attivi e in questa realtà di rinnovamento religioso si distinsero i coniugi Cambio dei Ciardi e Imperiera dei Frescobaldi che ebbero due figli: Ciardo, nominato poi vescovo in Sicilia, e Fina. La fanciulla, dopo i primi dieci anni di vita, fu colpita da una grave malattia che la tenne distesa, per voto e

sa dello Spirito Santo il reverendo Francesco Paolo Ciardi che, poi deceduto nel 1734, volle ricordare la sua antenata commissionando un quadro al pittore giovinazzese Saverio De Musso, quadro che la ritrae e che possiamo ammirare nella suddetta chiesa. Al termine della conferenza, dopo i saluti e i ringraziamenti della signora Carolina Serrone, presidente della Pro Loco, dell’assessore alla cultura Marianna Paladino e del sindaco Tommaso Depalma, sono state distribuite ai presenti numerose piantine di viole.

penitenza, su una nuda tavola di quercia. Dopo la morte prematura dei genitori, la beata Fina fu accudita amorevolmente da numerose donne e visitata da religiosi e, pur nella sofferenza fisica, aveva sempre una parola di conforto per tutti. Subito dopo il trapasso della beata, avvenuto il 12 marzo del 1253, sulla tavola di quercia, ancora oggi esistente, fiorirono viole gialle a ciocche; ecco perché la Beata Fina è considerata la protettrice delle viole. Ma qual è il nesso con Giovinazzo? Nella seconda metà del 1700 fu nominato prevosto della chie-

Il 15 Marzo 2015, insieme ai parenti della Germania, abbiamo festeggiato i 70 anni di GAETANO PALMIOTTO. Tanti Auguri da tutta la famiglia.

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N. 5 - Maggio 2015

Mezzo secolo di amicizia, il tempo che passa non suoni solo come melodia dei ricordi passati ma segni il ritmo allegro di una vita intensa di emozioni: sempre pronti a ripartire. Il nostro cammino non è stato sempre facile, strade di varia natura: salite, discese e pianeggianti. Sta a noi cercare quella giusta e circondarsi di persone che ti vogliono bene. Gli anni passano inesorabilmente, l’amicizia vera resta. AUGURI TOMMASO per i tuoi settant’anni. Con affetto, gli amici di sempre: Gerardo, Giuseppe e Tonio.


Sociale

Università delle tre età (Le lezioni del mese) Nicola Coppola

26 MARZO – La lezione odierna è stata tenuta dalla dott.ssa Marianna Paladino, assessore alla Cultura del nostro Comune, con la relazione su “Stili e periodi nella storia dell’architettura”. Partendo dalle prime manifestazioni artistiche dell’uomo del Neolitico (dolmen, menhir e nuraghi) e poi

dalla costruzione delle piramidi in Egitto, si è illustrata la civiltà egea con il palazzo di Knosso a Creta. Subito dopo si è passati ad Atene con l’Acropoli e il Partenone, analizzando la struttura del tempio greco con i suoi classici stili: Dorico, Ionico e Corinzio. In Italia si è accennato all’architettura della Magna Grecia con il tempio di Agrigento e soprattutto all’architettura romana. Sono state evidenziate le caratteristiche delle prime basiliche tardoantiche e paleocristiane (Chiesa di San Pietro a Roma) e il romanico – pugliese (Chiesa di San Nicola a Bari). Dopo un rapido accenno allo stile gotico in Francia e in Italia, la dott.ssa Paladino ha infine tratteggiato le caratteristiche principali dell’architettura del Rinascimento e del Barocco.

dott.ssa Marianna Paladino

9 APRILE – Oggi il dott. Francesco Azzarita, molfettese, già direttore centrale a Roma dell’ACI, ci ha parlato di “Astronomia tra passato, presente e futuro”. Nell’analisi della nostra galassia si è partiti dalla differenziazione in pianeti rocciosi (Mercurio, Venere, Terra, Marte) e in pianeti gassosi

dott. Francesco Azzarita

(Giove, Saturno, Urano, Nettuno, Plutone), di cosa sono costituiti, delle loro orbite e dei loro satelliti. Il relatore ha poi spiegato com’è fatto il sole (gassoso), come produce calore e luce, come si formano le eclissi solari e lunari e il ruolo delle forze gravitazionali. Numerose diapositive hanno evidenziato le caratteristiche di tutti i pianeti e di tante stelle e galassie. Poi il relatore ha spiegato come si formano le comete, i buchi neri e le nebulose e i risultati delle più importanti spedizioni spaziali che hanno esplorato il nostro sistema solare. Al termine il dott. Azzarita ha chiarito i sistemi di misurazione (distanze e velocità) in anni-luce e in milioni e miliardi di chilometri, tanto da farci sentire piccolissimi nell’immensità dell’universo.

16 APRILE – L’Unitre, con il patrocinio del Comune di Giovinaz zo, e con l’Associazione Regionale Antiracket ed Antiusura, hanno promosso l’odierno incontro – dibattito su: “Educhiamo alla lega-

lità”. Il relatore principale è stato il coordinatore regionale dell’associazione Renato De Scisciolo, il quale ha illustrato tutti gli aspetti del fenomeno criminoso legato all’usura e al racket. Tali manifestazioni incidono profondamente nel contesto sociale con minacce, violenze fisiche e vere e proprie spoliazioni di beni a tanti cittadini. Purtroppo la dilagante dipendenza dal gioco e le difficoltà economiche di imprese e commercianti, rappresentano un terreno fertile in cui questi fenomeni criminali si sviluppano e quindi, per arginarli, diventa fondamentale il ruolo di questa associazione. L’associazione fornisce aiuto garantendo tutela legale e predisponendo interventi di accesso ai fondi di solidarietà che offrono sostegno economico alle vittime che decidono di denunciare. Il relatore De Scisciolo ha poi presentato la signora Angela, commerciante di Bitonto, che ha testimoniato la sua drammatica esperienza di vittima dell’usura e di come ne è venuta fuori. Al dibattito è intervenuto il sindaco Tommaso Depalma e l’assessore Michele Sollecito che hanno sottolineato l’importanza della prevenzione sul territorio, dell’informazione e della solidarietà per debellare questi gravi fenomeni criminali.

28 APRILE – L’interessante lezione di questa sera è stata tenuta dall’arch. Nicola Dolciamore che ha relazionato su: “Restauri del complesso ex monastero delle Benedettine e nuove ipo tesi sull’origine dell’antica Natiolum”. Il relatore ha esordito illustrando la Tabula Peutingeriana, i

viaggi di Strabone, di Orazio e Virgilio nei nostri territori lungo le vie Minucia ed Appia-Traiana. In seguito ha sottolineato l’antichità della “Natiolum”, che andò ad aggregare abitanti di quei 31 casali sparsi su un ampio territorio occupato dal popolo dei Netini, tra i Botontini e i Rubastini. Successivamente l’arch. Dolciamore, con dovizia di diapositive, ha illustato i lavori di restauro dell’ex convento delle Benedettine (oggi diventato Hotel St. Martin) di cui si ha notizia in una pergamena del 1050, costruito ad opera della famiglia Sasso. Poi sono stati visionati i ruderi della nostra prima cattedrale intitolata a Santa Maria e i resti di antiche mura peucete e romane e reperti di anarch. Nicola Dolciamore tichi forni di cottura risalenti al XV° - XII° secolo A.C. In seguito l’arch. Dolciamore ha fornito una sua interpretazione dell’antica lastra della cresima esistente sia in Cattedrale che nel palazzo Tedeschi, databile tra il 402 e il 417 d.C., e al termine ha anche accennato alla cassetta eburnea custodita nella nostra Cattedrale. N. 5 - Maggio 2015

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Pallanuoto, Gianluigi Foglio alza anche l'Euro Cup Sport

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soli 19 anni è già entrato nella storia sportiva del proprio club, oltre che in quella del suo paese d'origine. Un altro trofeo in bacheca per l'azzurrino Gianluigi Foglio: stavolta, il biondo giovinazzese non è balzato agli onori delle cronache per la nazionale ma per aver conquistato l'Euro Cup con Posillipo. Un traguardo storico per la titolata squadra napoletana, visto che la coppa appena vinta era l'unico titolo europeo a mancare in bacheca, dopo tre Coppe Campioni e due Coppe delle Coppe. Per Foglio, alla terza stagione a Posillipo in A1 dopo le esperienze nel Barese fra Molfetta, Valenzano, Bari Nuoto e Payton, un'altra grande soddisfazione dopo la vittoria ai Mondiali a Perth, in Australia, nel 2012, accolta con entusiasmo in paese. Ed anche in questa occasione, Giovinazzo non ha mancato di complimentarsi con il suo campione: tantissimi i messaggi di congratulazioni apparsi sulla bacheca Facebook di Gianluigi. «Un figlio della nostra Giovinazzo – ha scritto un appasionato che ha seguito l'incontro dal vivo – è diventato Campione D'Europa in uno sport dove non basta un fisico

Anna Rita Fasano

Storico successo per il club napoletano del 19enne giovinazzese

bestiale ma ci vuole un cuore eccezionale». Quel cuore che nei prossimi

giorni batterà per un nuovo obiettivo: playoff e, se possibile, scudetto.

Iris, qualificazione per quattro alle finali nazionali di Specialità

Le ragazze del presidente Di Liddo in evidenza anche al Campionato Nazionale di Categoria ed all'Interregionale di C zona Sud

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prile da incorniciare, per la Ginnastica Ritmica Iris. Il sodalizio del presidente Di Liddo ha conquistato buoni risultati in tutta Italia, dal Campionato Nazionale di Categoria di Terranuova Bracciolini, in Toscana, al Campionato Interregionale di Specialità a Lanciano, finendo col vincere il Campionato Interregionale di C zona Sud organizzato in casa. Nell'Interregionale di Specialità, svoltosi a Lanciano, l'Iris si è qualificata 28

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alla fase nazionale con ben quattro ginnaste. Nella categoria Junior Giulia Peroni ha conquistato il primo posto nelle clavette e per pochissimo si è vista sfuggire il gradino più alto del podio anche nella fune. Fra le Senior Francesca Denardi si è piazzata prima nella fune e terza nel cerchio. Primo posto per Doriana Maggio ed Erika Lavacca nell'esercizio di coppia clavette-cerchio, che ha così qualificato le due ragazze, riscattando i rispettivi precedenti risul-

tati con palla (Maggio ottava) e clavette (Lavacca quarta). Apuntamento per tutte e quattro ad Arezzo il 9 ed il 10 maggio. Nel Campionato Interregionale di Categoria di Zona Sud, dopo una buona prova a Battipaglia, nella fase finale nazionale a Terranuova di Bracciolini, nell'Aretino, ottima prova di Annapaola Cantatore, classificatasi quarta, fra le Allieve seconda fascia. Per lei, il miglior punteggio in assoluto nell'esercizio con le clavet-

te.

Nel Campionato Interregionale di C zona Sud, Iris sugli scudi con Annapaola Cantatore, Elisa Clemente, Silvia Maffei e Anna Labianca, protagoniste del miglior esercizio a corpo libero collettivo. Nel cerchio, miglior punteggio del duo Labianca-Clemente. Ottime prove, infine, per Cantatore e Clemente con fune e nastro in successione. Risultati valsi tutti assieme il primo posto in classifica generale. (Anna Rita Fasano)


Hockey su pista, scatta l'anno zero per l'Afp Sport

Filippo Luigi Fasano

Gimenez a Bassano, Giudice in bilico, organico usurato: salvarsi per tenere botta l'unica aspettativa possibile

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entiquattro punti al termine della stagione regolare, undici in meno dei 35 valsi la qualificazione ai playoff; dodicesimo posto finale, il primo utile per la permanenza in A1: per l'Afp, non si è trattato certo della stagione sperata alla vigilia del torneo. Per l'ennesima volta, la società biancoverde ha visto ridimensionate dalla pista le ambizioni di inizio anno, che pure erano apparse più contenute rispetto alle passate stagioni. Almeno si è ottenuta la salvezza, che rappresenterà giocoforza l'obiettivo per i prossimi anni. L'allenatore. Impossibile giudicare il lavoro di Giudice in una sola stagione, specie con una rosa usurata e quasi impossibile da svecchiare per assenza di ricambi. Con il tecnico salernitano (nella foto di Francesco Marinelli, assieme ai giocatori durante un timeout) la società sembra averlo finalmente capito, dopo aver peccato di precipitazione in precedenti occasioni. I dirigenti vorrebbero riconfermare l'ex Bassano ma l'allenatore si è preso una settimana di tempo per decidere: “Cinquanta e cinquanta” ha chiosato al suo ritorno (temporaneo?) a casa. Difficile, in ogni caso, ipotizzare alternative, visto che con Poli e Caricato il rapporto si è interrotto bru-

scamente. Stranieri: chi parte e chi resta. Quando avrete questa copia di “in Città” fra le mani, Dario Gimenez potrebbe essere ufficialmente un giocatore del Bassano. In ogni caso, la prossima stagione, non lo sarà dell'Afp. A 28 anni, l'Harry Potter della stecca vuole vincere, e a Giovinazzo non si può, in una squadra dove per un anno intero è stato unico punto di riferimento per compagni ed avversari. Potrebbero rimanere invece in Puglia, Fernandez, arrivato quasi per caso e poi rivelatosi portiere affidabile, e Fontan. La conferma di quest'ultimo sembra legata a doppio filo alla permanenza di Giudice, che lo reimposterebbe in difesa come già sperimentato nell'ultima parte del campionato. Si salvi chi può. Difficile pensare, nelle prossime stagioni, ad un obiettivo diverso da una salvezza risicata. A settembre, alla ripresa degli allenamenti, lo zoccolo duro avrà un anno in più ed un'altra pedina (Turturro, che ha annunciato il ritiro) in meno. Nella prossima estate, ancor più rispetto a quelle passate, bisognerà inventarsi qualcosa per rinforzare la cifra tecnica del gruppo, aggrappatosi negli ultimi due anni ad Antezza prima, e Gimenez poi. Anche perchè dal vivaio non giun-

Foto Francesco Marinelli

gono ricambi all'altezza della categoria, e per i prospetti futuribili – sperando in una crescita costante dei ragazzini più promettenti – bisognerà attendere

circa un lustro. La parola d'ordine è tenere botta, ammesso e non concesso la vetrina della prima squadra rimanga sostenibile.

Un Maggio intenso per il settore giovanile: torneo in Emilia per gli U10, finali nazionali per U13 e U15

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penti i fari sulla prima squadra, in primavera cresce l'attenzione per il settore giovanile, che mai come nelle prossime stagioni calamiterà l'interesse degli appassionati. Il primo impegno è il torneo promozionale under 10 “Alessandra Lori”, in programma venerdì 1° maggio a Montale, in Emilia: otto le squadre partecipanti fra cui, appunto, l'Afp Giovinazzo, unica meridionale presente. I piccoli biancoverdi saranno impegnati nella prima gara della manifestazione, contro i padroni di casa de La Mela, per poi misurarsi contro Valdagno e Roller Monza. Tutto in un giorno, dalla mattina al pomeriggio, quando saranno disputate le finali. Per i giovanissimi dell'Afp, non ancora agonisti, una prima utilissima occasione di confronto contro i pari età che fra qualche anno potrebbero incrociare alle finali scudetto. Alle finali nazionali di categoria si sono invece già qualificate le rappresentative under 13 ed under 15 della società del presidente De Bari: per il tecnico Dino Camporeale ed i suoi ragazzi una doppia soddisfazione da alimentare a Bassano del Grappa, sede della manifestazione dal 30 maggio al 2 giugno. Un appuntamento cui le promesse dell'Afp si presentano dopo aver condotto da protagonisti la prima fase. (Anna Rita Fasano) N. 5 - Maggio 2015

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Giovinazzo C5, è salvezza. Ora si pensa al futuro Sport

Nicola Miccione

Conquistata permanenza in serie B il club biancoverde pensa al futuro. Il rammarico del tecnico Paolo Bavaro

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a pesante sconfitta finale di Campobasso (2-7) ha messo in luce, qualora ce ne fosse bisogno, il rendimento altalenante di un Giovinazzo C5 che ha terminato il proprio campionato ben prima della sua naturale conclusione. Dopo aver battuto in casa proprio il Campobasso C5 e gli Azzurri Conversano nelle prime due gare del nuovo anno, infatti, i ragazzi del presidente Antonio Carlucci hanno perso tutti gli stimoli per fare meglio ed hanno aspettato solo il termine del torneo per chiudere in fretta un 2014-15 bello a metà. Pro – A favore della compagine biancoverde il ritorno in riva all’Adriatico di Angelo Piscitelli e sicuramente il gioco. Il Giovinazzo C5 ha giocato e ha fatto giocare, si è misurato con tutti, ha perso, però ha avuto il grande pregio di giocarsela sempre, soprattutto tra le mura di casa. Il tecnico Paolo Bavaro, da questo punto di vista, ha inculcato, nei ragazzi, una mentalità tipica dei profes-

sionisti, come suo costume. In più quest’anno sono stati valorizzati diversi ragazzi come Cesare Andriano e Nicola Cilli. Contro – La rosa, non certo di primissimo piano nel suo complesso tecnico, una volta ottenuta la salvezza, non ha risposto più alle sollecitazioni dell'allenatore. D’altronde non sarebbe stao facile farlo, considerato l’appagamento per il risultato raggiunto. I giocatori più tecnici, inoltre, non sono riusciti a dare quel qualcosa in più che si richiede in certe circostanze. Futuro – Archiviata la stagione regolare, la dirigenza del Giovinazzo C5 sta scegliendo cosa fare. È certo, però, che lo faccia ancora con Paolo Bavaro. «Mi dispiace il fatto di non aver mai avuto la rosa al completo. Sono sicuro che avremmo potuto potuto ottenere qualcosa in più di quanto fatto». Ed adesso? «Fra un po’ vedremo il da farsi». Pare certa la riconferma di Angelo Piscitelli, mentre sembra alquanto im-

probabile, al momento, un ritorno di Francesco Bonvino. Impossibile, infine, arrivare a Vincenzo Montelli: l’estroso

laterale fresco di promozione in serie A2 a Bisceglie si trova bene ed è legato ai nerazzurri fino al 2016.

Promozione, campionato virtualmente finito per la Usd

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virtualmente finito, nonostante le tre giornate ancora da disputare, il campionato dell'Usd Giovinazzo nel girone B di Promozione. Troppo lento il passo dei ragazzi di Savoni (una sola vittoria negli ultimi nove incontri, risalente al 3-1 contro Monte S. Angelo di merà marzo) per pensare di poter alimentare ogni possibile velleità di playoff. Mentre prosegue l'esilio dal De Pergola, il distacco dalla quinta posizione, l'ultima utile per accedere agli spareggipromozione, è diventato di dieci punti: neppure dopo la sosta pasquale, i biancoverdi hanno invertito la rotta, pareggiando per 1-1 in casa di Real Bat e soccombendo a Madre Pietra Apricena (0-4) e Virtus Putignano Noci (2-3 a San Pio). All'orizzonte, per chiudere il torneo, le trasferte di Altamura e Carapelle, intervallate dall'ultima gara interna contro Unione Calcio Bisceglie. (Giuseppe Dalbis)

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N. 5 - Maggio 2015


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