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Periodico promosso dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine - Giovinazzo - Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997 Spedizione in A.P. 70% Filiale di Bari - Anno XIII - N. 11 Novembre 2009 - Euro 1,50

Foto Nicola MARINELLI

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DISCARICA:

secondo voi, secondo noi, secondo loro


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PERIODICO PROMOSSO dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997

Direzione, Redazione e Amministrazione Via Cattedrale, 38 - 70054 Giovinazzo (Ba) Tel. 340 1062022 E-mail: fidatto@libero.it Padre Spirituale Don Nicola Gaudio Presidente Paolo Lasorsa Direttore Responsabile Filippo D’Attolico Segretario Pietro Camporeale Redazione Gianluca Battista, Girolamo Capurso, Giuseppe Dagostino, Giuseppe Dalbis, Marzia Morva, Filippo Luigi Fasano Collaboratori Fedele e Mauro Capurso, Andrea Cervone, Mariapia D’Attolico, Marco Lasorsa, Nicola Miccione, Armando Palmiotti, Rachele Panarelli, Antonio Pasquale, GraziaScioscia, Claudia Serrone, Gabriella Serrone, Marilisa Sisto, Antonella Sollecito, Dario Verolino, Ignazio Zanna I piccoli giornalisti in carriera Domenico Bavaro, Antonella De Palma, Rosanna De Palma, Alessandra Loconsole Sonia Merra, Filippo e Gianluca Molinini, Vincenza Pastoressa, Giuseppe e Michele Robles Corrispondente estero Frank De Santis Responsabili fotografia Nicola Marinelli e Nicola Cortese Responsabile archivio Nicola Cortese Responsabile estero Beatrice Andriano Cestari Responsabili giovani Marilisa Sisto Responsabile abbonamenti Gianni Camporeale (Tel. 347 5417770) Responsabile pubblicità

347.5231877 Progetto grafico e impaginazione a cura della Redazione

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intestato alla Arciconfraternita Maria SS. del Carmine

Chiuso in tipografia il 28 ottobre 2009

Questo periodico è associato

SPECIALE SCUOLA (pag. 16)

Secondo voi, secondo noi, secondo loro . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2

Lettere al Direttore . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Giovinazzo centro industriale per l’imprenditoria dei rifiuti . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4

Apriamo il cassonetto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 7 Diamo voce alle vostre opinioni... . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10

Marconi-Buonarroti: svolta epocale . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 13 “Riforma Gelmini”? Bocciata! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 Furto senza effrazione: il mistero della “Don Saverio Bavaro” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15

Ma cos’é questo rumore di piazza lontano . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16 L’Erba del vicino . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Bestiario giovinazzese . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 20

Cinema & Libreria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 21 La cultura è di casa alla Vedetta . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22 Shopping in Città . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23

Le emergenze sono in corso... formativo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Un Anthurium e una mela per la vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 25 La donna delle ostie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 27

Una festa per insegnare a donare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28 Basta poco per prendere il volo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30 Piccoli giornalisti in carriera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 ... dal balcone a casa di Luca si vede anche il mare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 La vita è un dono meraviglioso . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 35

AFP, welcome back to Europe . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 36 “Voglio allenare. Ma dalla Puglia non mi chiamano ancora” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 39

Varie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40


Secondo voi, secondo noi, secondo loro...

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di Filippo D’Attolico

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Editoriale

sempre il modo migliore, quello dell’ascoltare “più campane” per raggiungere una completa comprensione di eventi, accadimenti e vicende. Per non lasciare nulla al caso, al pregiudizio individuale e, peggio ancora, o ad ogni tentativo messo in atto da chiunque sia interessato a travisare informazioni. Non è un caso che di frequente l’approssimazione e la stessa esemplificazione con cui ci si approcci a tematiche di attuale e generalizzata rilevanza nascondono di fatto un elemento intenzionale condannabile per non voler portare a chiarezza informativa e a verità fatti che riguardano la collettività. Quando poi, soprattutto ad opera degli organi istituzionali si avverte un premeditato deficit comunicativo, allora il cittadinoutente viene a sentirsi trascurato, alla mercè di qualsivoglia strumentalizzazione di questa o quella opinione, di questo o quell’ideale. Ecco, dunque, l’impegno serio e costante degli organi di informazione a dedicarsi con un accurato e capillare lavoro di indagine e di acquisizioni di dati probanti perché si possa addivenire in pieno discernimento a rilevare circostanze, causalità e risultanze relativi a questioni e avvenimenti che hanno a riguardare il nostro essere comunità civica. Venir meno ad un tale compito può significare rinnegare la missione della informazione, ma soprattutto non essere rispettosi del diritto-dovere dei cittadini di apprendere e quindi avere giudizi su tutto ciò che riguarda il proprio comune ambito territoriale (locale e non), le stesse relazioni civili e i rapporti con chi si è delegati ad amministrare la cosa pubblica. Se poi si avverte che è attiva una tendenza a circoscrivere e comprimere tale diritto-dovere alla informazione pubblica a tutto vantaggio di chi auspica un distacco del cittadino dal proprio contesto sociale, per trarne qualche profitto, ancora più incisiva e persistente dovrà essere la nostra determinazione ad indagare approfondire e partecipare ogni notizia appresa e ricavata con l’azione di ricerca. È quanto anche questo mese abbiamo voluto produrre con l’inchiesta sulla discarica: rilevazione dei fatti e atti documentali, analisi ad ampio raggio su un fenomeno oramai divenuto, per certi versi, incontrollato. Ma anche audizione attenta di quanto sull’argomento i nostri politici hanno voluto trasmetterci con il loro bagaglio di idee e di progetti, e le stesse interpellanze dirette su quanto, voi lettori, avete voluto rapportare su uno degli affari di maggiore aggressione a danno del nostro territorio nel corso di questi anni. Non solo di discarica vi interesseremo questo mese, cari lerrori. Abbiamo voluto avvicinare anche gli operatori responsabili del mondo della scuola per comprendere meglio l’evoluzione cui è chiamata l’educazione scolastica. E da ultimo le proposte culturali che il nostro circuito cittadino, associativo e promozionale, ha prodotto con la meritevole attenzione dei nostri collaboratori, sempre pronti a mettere in risalto non solo novità ma anche attualità che danno valorizzazione al nostro territorio. Nel mese di dicembre Giovinazzo ospiterà la prima edizione di SPOSINCITTA’ (vedi inserto speciale), attenta ricognizione di un settore produttivo che sta vivendo una situazione di crisi dalla quale intende venirne fuori quanto prima e nelle migliori condizioni possibili. Questo e tanto altro ancora nelle pagine che seguono. Buona lettura.


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RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Gentilissimo Direttore,

FIGLI E FIGLIASTRI sono qui nuovamente a chiederLe ospitalità per raccontare a lei ed ai lettori di «in Città» la fortuna che ci ritroviamo: noi abitanti in Piazza V. Emanuele (PVE). Nei tempi passati - secoli e secoli orsono - era costumanza, all’imbrunire, alzare i ponti levatoi e chiudere le porte di accesso alle città per difendersi da nemici o briganti. Gli abitanti erano così al sicuro entro le mura delle loro città, ma nessuna legge vietava loro il diritto di poter liberamente circolare per le vie del loro paese non solo a piedi, ma anche a cavallo o su carretti trainati da animali. Oggi, vivendo nel secondo millennio dell’era moderna, le abitudini e le necessità dovrebbero essere cambiate. Invece no! O perlomeno non completamente. E spiego perché. Noi felici abitanti in PVE tutti i giorni Festivi, oltre quelli in cui si svolgono in piazza attività cultural-politico-ricreative, grazie ad ordinanze della nostra amministrazione, restiamo di fatto reclusi nel nostro quartiere non perché impossibilitati ad uscire di casa: non abbiamo ancora ricevuto l’ordinanza per gli arresti domiciliari, ma concretamente ci viene impedito di poter raggiungere con un autoveicolo il nostro domicilio. Tale impedimento ricade anche su nostri parenti o amici magari non autosufficienti e/o anziani che, avendo necessità di essere accompagnati con un mezzo, volessero recarsi nelle nostre case per qualsiasi motivo. Ora non si chiede di poter parcheggiare l’auto sotto casa - di questo si è già parlato sul nostro mensile di ottobre - ma quantomeno sarebbe gradita la concessione di poter far sostare un’autovettura il tempo necessario per far scendere dalla macchina il disabile, l’anziano amico o anche semplicemente per poter scaricare dalla propria macchina il bagaglio se si tornasse da una “gita fuori porta”, malauguratamente dopo l’imbrunire. Carissimo Direttore, Lei ed i nostri lettori si staranno chiedendo: ma cosa mai vi impedisce di poter concretamente sostare per solo pochi minuti sotto le vostre case? Ve lo spiego subito. Come già ricordato nelle Festività e non solo, dopo le ore 17,30 tutte le strade di accesso che consentono normalmente il traffico veicolare verso PVE: da Via Bari, da Via S. Andrea e da Via Vallone, sono sbarrate da transenne metalliche alte un metro circa, da un lato fissate a terra, ma apribili a compasso così da poter essere chiuse con un lucchetto su un altro paletto infisso a terra dall’altro lato. Le altre strade di accesso in PVE: Via Fossato e la Via che costeggia PVE dal lato Comune hanno divieto di transito, infine l’ultima Via: S. Pietro è interdetta completamente al traffico veicolare ma è consentita, oggi solo parzialmente (pedana di un Bar), al passaggio pedonale. Voi obbietterete: ci sarà personale addetto per aprire il lucchetto in caso di necessità: ambulanza, incendio, una qualsivoglia emergenza: Ebbene NO! Non è presente nessun addetto, tra l’altro ne occorrerebbero tre: uno per ciascuna barriera. Probabilmente all’occorrenza sarà necessario telefonare ai VV.UU. perché usino la cortesia di intervenire. Gentilissimo Direttore, tutto questo accade oggi: nel secondo millennio dell’Era Cristiana. Le sembra NORMALE? Chiedo: è normale infliggere ai residenti in PVE una sorta di “LIMITATA LIBERTA’ DI QUARTIERE”? Chiedo ai nostri Amministratori: volete limitare il traffico nei giorni festivi per la sicurezza pedonale? Fatelo pure! Ma dovreste anche democraticamente salvaguardare i diritti dei residenti in PVE, consentendo loro di poter liberamente accedere ai loro domicili e non penalizzarli anche per una semplice sosta, oltre che per il parcheggio. Gentilissimo Direttore, nel ringraziare per l’ospitalità, porgo cordiali saluti. Dr. Luciano Curatoli • Considerazioni – Ai residenti nel Centro Storico non è stato concesso a titolo gratuito l’uso di un PASS che consente l’ingresso nel loro quartiere, superando la barriera delle PILOTINE? Ai residenti di P.zza Porto fino a Via DeTurcolis ed oltre verso il mare non è stato concesso a titolo gratuito un contrassegno che consente - praticamente 24 h su 24 h - la sosta veicolare nelle vicinanze del loro domicilio, definendo i loro quartieri: Zone a traffico limitato? Come dicevo: FIGLI E FIGLIASTRI.

Egregio Dr. Curatoli,

* * *

quanto da Lei simpaticamente esposto è facilmente condivisibile. Le aggiungo pure che l’abbattimento delle barriere dovrebbe costituire un obiettivo da perseguire in ogni caso. Evidentemente in situazioni di particolare necessità (anche se personalmente non ne vedo sempre una necessità) risulta facile da parte di chi gestisce la cosa pubblica attrezzarsi con ostacoli che, nel tentativo di impedire l’uso improprio dei luoghi, di fatto limitano la libertà di chi vive. Il Direttore

Gentilissimo sig. Direttore,

3 Lettere al Direttore

N. 11 - Novembre 2009

sono un lettore del periodico che Lei dirige; con la presente, voglio esprimere tutta la mia indignazione e probabilmente quella dei concittadini che sono costretti a recarsi al cimitero e specificatamente presso il costruendo lotto di ampliamento, per lo stato di degrado in cui versa. Ho seguito i vostri servizi sulla “questione cimitero”, personalmente ho assistito anche all’ultima farsa del consiglio comunale monotematico aperto alla cittadinanza e svoltosi nella Sala Marano il 17 Febbraio u.s., e devo assicurarla che da tutta la vicenda ne esco a dir poco disgustato. Non voglio colpevolizzare né le passate amministrazioni, né l’attuale governo di città, tanto meno le opposizioni e mi astengo nel commentare le tante assicurazioni che l’assessore del ramo e il nostro sindaco hanno rilasciato in merito a questa annosa soap-opera. Sta di fatto che, entrando in quel camposanto (direi campo-edile) la sensazione che si prova è quella di entrare in un campo di concentramento. Se non ricordo male, in una delle ultime interviste rilasciata dall’assessore Tempesta relativa all’emergenza cimiteriale, si assicurava la cittadinanza che fino a Maggio l’opera sarebbe stata consegnata alla città o per lo meno fruibile in modo decoroso. Quel decoro, oggi, è calpestato solo perché i morti non votano? Negligenza o pressapochismo di chi è preposto alla valutazione corretta di costi e benefici da parte della collettività per un’opera pubblica? Carenza di un’analisi tecnica-amministrativa,senza indagini preliminari, prima di affidare un appalto a una qualsiasi ditta? Tragga lei le deduzioni direttore; ne consegue che il risultato, pur di risparmiare, ci ha portato davanti a criticità realizzative e lunghi contenziosi come sta avvenendo, purtroppo, per quest’opera. Tralascio il nuovo mercato giornaliero (altra farsa); sembrava pronto da mesi, invece langue in attesa del potenziamento delle condutture elettriche (“un imprevisto” ribattono i nostri addetti ai lavori); ma il cimitero merita più rispetto! Un cantiere a cielo aperto con un paio di operai all’opera, sterpaglie ovunque, cumuli di materiale di risulta che si confondono con tombe provvisorie nel campo di inumazione, materiale sparso ovunque; direttore mi creda una vera vergogna! Nell’approssimarci alla giornata dedicata alla commemorazione dei defunti ci sentiremo un po’ tutti colpevoli verso i nostri congiunti che ci hanno preceduto in quel luogo, non so se la coscienza di chi è stato demandato alla realizzazione dell’opera, in quel frangente, possa farsi sentire (probabile che tutti possiedono gentilizi di famiglia). Chiedo scusa del mio sfogo, ma era l’unico mezzo per far sentire la mia voce (e di tanti altri cittadini) al palazzo, denunciando così l’irrazionalità dei procedimenti adottati per risolvere questo annoso problema da parte di una palese arroganza delle istituzioni. Lettera firmata

* * * Campo Santo. E’ sempre emergenza.

L’

ampliamento del cimitero comunale, intervento annunciato da diversi anni, sin dalla Amministrazione di Centro-sinistra guidata dal Sindaco Illuzzi, non trova ancora la sua completa e definitiva realizzazione. Le stesse assicurazioni date dalla gestione Natalicchio che il nuovo settore cimiteriale sarebbe stato consegnato nella primavera scorsa si sono, ancora una volta, rivelate inattendibili, come di consueto per tutte le altre opere di pertinenza comunale. Di fatto i lavori per l’ampliamento della cinta cimiteriale sono, purtroppo, in piena fase d’attuazione e non si hanno previsioni certe per il loro completamento, considerato anche il lento avanzamento degli stessi. D'altronde sembra quasi impossibile riscontrare il corso amministrativo delle vicende che hanno accompagnato i procedimenti di concessione dell’opera pubblica e di assegnazione dei lavori, tra appalti e subappalti a ditte che si sono susseguite in tali esecuzioni. In questo frangente, tuttavia, parte dei terreni del nuovo insediamento cimiteriale sono stati utilizzati a tombe e a campi di inumazione per consentire da subito le tumulazioni e le estumulazioni, altrimenti impedite per mancanza assoluta di spazi per le sepolture nel cimitero storico. E tale assurda situazione di promiscuità di un cantiere edile, non circoscritto, con l’area sepolcrale appena avviata non solo non è rispettosa della sacralità del luogo ove riposano le spoglie dei nostri concittadini, ma presenta altresì rischi per la praticabilità di quel sito da parte di coloro che fanno visita ai propri cari. Quanto può importare questo stato di cose agli amministratori il cui vanto è di aver trovato rimedio in qualche modo alle gravi difficoltà inerenti i servizi cimiteriali delle sepolture? Quale può essere il livello di sensibilità a recepire gli esposti pervenuti alla Redazione da parte dell’Amministrazione civica e per essa dell’assessore alla sanità che, appena qualche mese fa, a questo giornale, ha dichiarato del tutto decorosa la sala mortuaria ad ospitare le salme per l’ultimo saluto? Il Direttore


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testo di Giuseppe Maldarella

foto di Nicola Marinelli

Attualità

U na sistematica situazione emergenziale e una continua crisi riguardo alle capacità di smaltimento dei rifiu-

GIOVINAZZO CENTRO INDUSTRIALE

ti urbani del capoluogo barese come dei territori comunali aggregati alla circoscrizione consortile, titolata ATO BA/2, hanno fatto di Giovinazzo il polo più esteso per le attività di discarica oltre che per le lavorazioni dei rifiuti stessi nell’erigendo impianto di trattamento, presso la contrada San Pietro Pago. La causale “emergenza rifiuti” fu addotta da Natalicchio nel lontano ottobre del 2002, quando, accordandosi con la SPEM s.p.a., proprietaria delle cave utilizzate come discarica, al fine di consentire la prosecuzione del conferimento dei rifiuti in quel sito ormai in via di esaurimento, ebbe a preordinare un piano per l’esercizio di quelle attività come servizio pubblico. Detta operazione consentì la regolarizzazione funzionale di tutta l’area e la legittimazione di quella impresa concessionaria, cui venne affidata la continuazione dell’abbancamento dei rifiuti nei lotti I, II e III, di cui fu autorizzato il sopralzo dei livelli di accumulo, e la costruzione e gestione del centro di selezione e di biostabilizzazione da realizzarsi, allora, sul IV lotto con annessa discarica di soccorso. Le stesse motivazioni ricorrono al presente, a distanza di diversi anni, per avviare la costituzione di una ulteriore discarica, definita come lotto VI, per una volumetria di circa 223,500 metri cubi di ab-

bancamento sul livello di superficie dei terreni da espropriare allo scopo. Nei trascorsi mesi estivi il consesso comunale si è dovuto occupare di questi affari che hanno portato Giovinazzo ad assurgere a località più consona e più conveniente economicamente e anche dal punto di vista ambientale, per essersi ivi consolidate le attività di trattamento rifiuti, come centro industriale di tale settore. Tanto si ricava da alcune significative ed esplicite scelte assunte dalla maggioranza consiliare con corposi provvedimenti deliberativi di accoglimento e conferma dei dispositivi pianificatori delle Autorità regionali, provinciali e di Bacino BA/2: • Il 29 luglio il Consesso civico approva in via definitiva il progetto tecnico e l’affidamento dell’appalto della costruzione e della gestione dell’impianto di biostabilizzazione con annessa discarica di soccorso, da ricavarsi, ora, su terreni di privati, identificata come lotto V, a favore della DANECO IMPIANTI s.r.l.,

di Maria Bologna

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Ogni 50 Euro di spesa, due profumatori della in omaggio

gia esercente i lotti di discarica I, II, III e IV, ormai colmi oltre i limiti dei livelli di profilo di abbancamento ripetutamente sopraelevati. • Contestualmente nei mesi scorsi, per effetto della saturazione delle capacità di accumulo nelle discariche di Giovinazzo e di altri siti cui vengono conferiti i rifiuti dei comuni del consorzio BA/2 di cui fa parte Giovinazzo, si è concordato considerare la località di San Pietro Pago come unica sede per insediare una altra discarica, artatamente definita di servizio transitorio, il VI lotto. • Conseguentemente il 24 settembre scorso, ancora, la maggioranza consiliare di Centro-sinistra delibera di autorizzare l’insediamento di tale nuovo VI lotto di discarica e, quindi di approvare il relativo progetto per l’ abbancamento dei rifiuti a livello di superficie dei suoli su un’area di ben 46.000 mq. di terreno agricolo in contrada San Pietro Pago. E sempre, per convenienza ed opportunità di unità di gestione, tanto la redazione progettuale che la realizzazione e l’esercizio della nuova discarica viene affidata senza gara alla DA-

NECO IMPINTI s.r.l.. Queste le vicissitudini che conferiscono ormai all’agro di San Pietro Pago una decisa vocazione industriale, per l’insediarsi di complessi impianti di trattamento, di stoccaggio e smaltimento dei rifiuti urbani per tutta l’ATO BA/2. Cosa ci consta annotare riguardo a una realtà che prende a svilupparsi vertiginosamente a Giovinazzo senza alcuna previsionale programmazione territoriale dei vigenti strumenti urbanistici? Una prima valutazione non può che essere di ordine politico in riferimento tanto a Natalicchio che al gruppo di maggioranza che ha convenuto ed avallato la decisione di espandere le discariche di Giovinazzo con un altro sito di stoccaggio per oltre 223,000 metri cubi in superficie su un’area di circa 46.000 mq. Natalicchio in uno dei suoi comunicati, nel marzo del 2005, quando ancora affermava che avrebbe costruito la città insieme ai cittadini, assicurava che con il compromesso raggiunto con la SPEM s.p.a. per la chiusura di ogni contenzioso e l’intesa per l’affidamento alla stessa


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Discarica

5 Attualità

N. 11 - Novembre 2009

LE PER L’IMPRENDITORIA DEI RIFIUTI

dell’esercizio dell’impianto di biostabilizzazione, avrebbe evitato ogni proposta di nuovi siti e di nuove volumetrie di discarica. Al contrario l’agro di San Pietro Pago è destinato ad essere un sito di discariche in continua espansione. Il gruppo consiliare di maggioranza nella seduta del 29 luglio, allorquando approvava il progetto dello impianto di biostabilizzazione con annessa discarica di servizio e di soccorso - V lotto -, validandone anche l’aggiudicazione dell’esercizio alla DANECO IMPIANTI s.r.l., vincitrice della gara di appalto indetta dal Comune sin dal novembre 2006, scongiurando che non si ampliassero le discariche locali, si augurava che il V lotto, contemplato nel progetto, rimanesse esclusivamente a servizio dell’impianto di biostabilizzazione. Quei consiglieri erano forse all’oscuro che era stato approntato e condiviso dall’ATO BA/2 e dagli organi tecnici regionali e provinciali, mediante procedure pubbliche, un ulteriore progetto per l’ insediamento di un altro impianto di discarica, il VI lotto, definito

capziosamente di servizio transitorio? Di fatto, lo stesso Comune di Giovinazzo, già nel mese di dicembre 2008, aveva investito la DANECO IMPIANTI s.r.l. di predisporre un nuovo progetto per la realizzazione del VI lotto di discarica su suoli adiacenti ai suoi impianti per il conferimento dei rifiuti provenienti dai Comuni del Bacino BA/2. Una seconda obiezione è di natura giuridica riguardo al fatto che la prosecuzione delle attività di abbancamento dei rifiuti in località San Pietro Pago, in via transitoria, mediante la costituzione di altra nuova discarica, sia stata affidata direttamente alla DANECO IMPIANTI s.r.l., in forza dell’art 7 della discussa convenzione stipulata dal Comune di Giovinazzo con la SPEM s.p.a., in data 26 settembre 2003 con rogito del notaio Maria Teresa Guerra, repertoriato al n. 603787. Detto negozio, di natura reale, avendo ad oggetto determinati terreni agricoli, specificatamente identificati in atto e caratterizzati in gran parte da cave colmate di rifiuti, denominati come lotti I, II e III, ed il IV, destinato allo insediamento dello impianto di biostabilizzazione e, quindi, le autorizzazioni concessorie di esercizio e di trattamento dei rifiuti, non poteva che avere a riferimento solo ed esclusivamente gli impianti insistenti sui suddetti immobili. Detti terreni, per la circostanza, erano stati regolarizzati nella loro attuale destinazione d’uso e ricevuto sanatoria per ogni costruzione ivi edificata senza permesso comunale. Dunque, le attività accessorie e aggiuntive, finalizzate al trattamento dei rifiuti, di cui si fa richiamo all’art. 7 della citata convenzione, non possono che avere ad esplicitarsi solo ed esclusivamente sugli

immobili di cui alla trattativa intercorsa tra le parti in causa. Cioè su quegli stessi suoli che, appunto, vennero trasferiti alla proprietà del Comune, di seguito poi retrocessi alla società cedente dopo le decisioni avverse della magistratura amministrativa. Apparirebbe, dunque, evidente che la preordinazione di altro procedimento progettuale per la nuova discarica del VI lotto su terreni distinti da quelli specificati nella convezione del 2003 ed il conseguente esercizio della stessa non possano ravvisarsi come operazione aggiuntiva (art. 7 della Convenzione) alle concessioni di operatività di discarica concernenti i lotti I, II, III e IV. Come tale, non giustificabile sarebbe l’affidamento diretto alla DANECO IMPIANTI; s.r.l.. Esplicito tra l’altro appare il contenuto dell’art. 4 della surrichiamata convenzione che, nel definire la durata del negozio, ne segna il limite temporale della gestione del servizio al “termine di smaltimento dei volumi abbancabili, di chiusura e di post esercizio della discarica”. Ed ancora, come specificato dal penultimo comma dell’art. 8 dello stesso strumento notarile, le opere aggiuntive o le ulteriori attività di esercizio hanno a riferirsi puntualmente al “progetto appro-

vato”, nella specie, solo a quello di assetto impiantistico del I, II e III lotto della discarica SPEM s.p.a. di cui ai decreti n. 215 e 216 del 1 agosto 2003 del Commissario straordinario per l’emergenza ambientale in Puglia, il cui esercizio, da ultimo, ha avuto completamento con interventi aggiuntivi di sopralzo, dietro Ordinanza del Presidente della Provincia n. 4 del 1 agosto 2008. Né sarebbe possibile addivenire ad altra interpretazione, a meno che non si abbia a convenire che all’epoca della trattativa il Comune e la stessa SPEM s.p.a. avessero già in previsione l’apertura di ulteriori impianti di abbancamento al di fuori dei terreni oggetto specifico del patto negoziale, tipo quello di cui al procedimento tecnico-progettuale ed amministrativo conclusosi con l’approvazione della discarica nuova del VI lotto da parte del Consorzio ATO BA/2 con sua apposita delibera n. 10 del 7 luglio 2009. Ma questa eventualità non traspare in alcun modo da quel documento notarile. Certamente, il ricorso all’art. 7 della convenzione, combinato al richiamo di un equivoco concetto di provvisorietà nello smaltimento di rifiuti, se per un verso fa rientrare l’allarme per la carenza di siti adeguati per stoccare le quan-

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tità di rifiuti che si producono nel comprensorio ATO BA/2, consentendo la tempestiva costituzione di altra discarica di notevole volumetria di abbancamento, dall’altro evidenzia il rischio del protrarsi di uno stato di emergenza, dovuto in gran parte alla mancata attuazione di un piano di raccolta selezionata di rifiuti all’origine del processo. Per quello che ci riguarda poi, un tale escamotage che fa perno sull’art. 7 della convenzione del 2003 espone il nostro territorio a un grosso pericolo, quello di successive espansioni delle discariche, favorito proprio dal fatto che la progettazione e l’esercizio degli impianti possano essere affidati senza alcuna gara alla DANECO IMPIANTI s.r.l.. Sarà per questo che, anche ora, la società concessionaria, qualche giorno prima della seduta del consiglio del 24 settembre scorso, si è offerta a concorrere una tantum

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a finanziare, mediante sponsorizzazioni, iniziative della Amministrazione civica. Sulla questione, infine, non può essere trascurata un ultima osservazione inerente la salvaguardia del territorio comunale e la tutela ambientale. Il caso delle discariche di San Pietro Pago è un chiaro fenomeno di reale e concreta alterazione degli indirizzi programmatori contenuti negli strumenti urbanistici. Infatti, le discariche di rifiuti, insorte inizialmente in modo abusivo contro ogni preventiva programmazione di piano e senza controllo tecnico, con il riempimento di antiche cave di estrazione di pietre, da tempo abbandonate, hanno avuto una progressiva regolarizzazione e, quindi, copertura autorizzativa e sanatoria edilizia quando, per necessità di ulteriori attività di smaltimento, si dovettero conseguire i permessi necessari a sopraele-

vare l’abbancamento dei rifiuti oltre le superficie dei terreni. E tanto fu possibile proprio con il patto tra il Comune e la SPEM s.p.a. che ebbe a definire gli impianti di discarica e il loro esercizio come servizio pubblico, acquisendo la titolarità degli immobili medesimi alla proprietà comunale. Terreni agricoli di fatto cambiarono destinazione d’uso. Parimenti è successo negli ultimi giorni con le approvazioni del progetto dell’impianto di biostabilizzazione e discarica di soccorso - lotto V ed ancora con il progetto costruttivo di altro impianto di discarica costituente il lotto VI. Infatti, i provvedimenti consiliari del 29 luglio e del 24 settembre, sopra indicati, contengono nel loro dispositivo anche le relative determinazioni di variazione degli strumenti urbanistici per i suoli interessati dalle opere in realizzazione e quindi la dichiarazione di pubblica

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utilità, urgenza ed indifferibilità ai fini degli espropri dei terreni medesimi. Le risultanze di tali decisioni tendono a conseguire una consistente variazione del Piano Regolatore Generale per cui una vastissima maglia territoriale viene modificare la sua originaria qualificazione per essere asservita agli insediamenti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti urbani. Al tempo stesso, una configurazione tutta particolare andrà a caratterizzare il contesto ambientale di quell’ambito territoriale cui continueranno ad elevarsi montagne di rifiuti. Ma questi tipi di insediamento non dovevano essere allocati in siti adeguati in zone già preordinate ed infrastruturate come aree industriali? Nel caso di San Pietro Pago il costo di infrastrutturazione esterna di questo complesso industriale rimane a carico della socialità?

Il problema dei rifiuti è direttamente legato al progresso di un popolo e lo smaltimento degli stessi ha bisogno DIFFERENZIAMOCI

di soluzioni valide se si vogliono ridurre i rischi di trasformare il nostro territorio in un’enorme pattumiera. La principale novità della legislazione attuale è la gestione dei rifiuti che non è più incentrata sullo smaltimento, ma su un ciclo integrato di cui questo costituisce la fase finale. Per attuarlo però c’è bisogno della responsabilizzazione di tutti attraverso la riduzione della quantità e della pericolosità dei rifiuti e del loro recupero per contenere il ricorso alle forme di smaltimento tradizionali. Abbiamo pensato di tracciare un ciclo dei rifiuti considerando una raccolta differenziata del 60% che produce solo il 26% dei residui totali da smaltire in discarica.


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Discarica Apriamo il cassonetto

San Pietro Pago e la politica dei rifiuti. Quando finirà l’emergenza?

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a delibera del consiglio comunale del 24 settembre che prevede l’ampliamento della discarica di Giovinazzo con la costruzione del VI lotto, ha riacceso gli animi in una cittadina spesso assopita e imprigionata in un clichè generalmente privo di carattere. Molti di noi hanno convissuto da sempre con la discarica e ogni intervento sulla nostra geenna è spesso scivolato nella nostra indifferenza e nel nostro vivere quotidiano. Eppure è una storia lunga e molti attori vecchi e nuovi, scambiandosi i ruoli, si sono succeduti come in un fortunato spettacolo teatrale replicato per anni in un teatro ormai vecchio e stantio. Non vogliamo rifare la storia della discarica, ma riportare notizie ed informazioni a disposizione in tutti i siti istituzionali spesso visitati con troppa indifferenza. Nel rapporto ambientale allegato al P.U.G. del nostro Comune scopriamo che la discarica è organizzata e gestita in lotti funzionali (I, II, III, IV) in un’area interessata in passato da estrazioni di pietra calcarea ed in particolare che i primi tre lotti sono stati utilizzati dal 1989 al 1996. Il IV lotto è stato usato dal giugno 2000 al giugno 2002 ed il I lotto ha assorbito rifiuti tal quale dal 20/12/2002 al 18/01/2003. L’impianto si trova a circa 4 Km dalla città di Giovinazzo ed è classificato come discarica controllata di prima categoria per rifiuti non pericolosi. In materia di smaltimento dei rifiuti la normativa di riferimento è il D.L. 152 del 2006 (successivamente aggiornato) che ha modificato integralmente l’ impostazione precedente passando dal concetto di smaltimento a quello di gestione finalizzata al recupero del rifiuto. Esso ha abrogato il decreto Ronchi adeguando la normativa italiana alle indicazioni europee. Senza entrare nel complesso della normativa è utile sapere che lo smaltimento deve essere fatto in sicurezza e i rifiuti devono essere il più possibile ridotti sia in massa che in volume potenziando le attività di riutilizzo, riciclaggio e recupero. La legge prevede inoltre l’autosufficienza nello smaltimento in ambiti territoriali ottimali, il minor movimento dei rifiuti e le tecnologie più appropriate per la protezione dell’ambiente e della salute pubblica. Sono previste competenze specifiche per le regioni, le province ed i comuni. La prima legge regionale sullo smaltimento dei rifiuti risale al 1986, con un primo progetto di piano nel 1988 ed un’elaborazione definitiva nel 1993. Nel 1996 con la L.R. n. 13 viene ridefinito l’ambito d’ intervento dei comuni e vengono confermate le localizzazioni degli impianti

già individuate dalla precedente legge 17/93. Con altre leggi regionali, nel 2000, 2001 e 2007 sono definiti gli obiettivi e le attribuzioni degli enti locali e disposizioni in campo ambientale con alcune deleghe alle province. Nel 1994 è dichiarato lo stato d’emergenza ambientale nella regione Puglia e nel 1996 è assegnato al presidente della regione il compito di Commissario delegato. L’attività del Commissario si è sostanziata nell’approvazione del nuovo piano di gestione dei rifiuti attraverso una serie di decretazioni che si completano con il

piano regionale n. 296 del 30/09/2002 firmato dal Presidente Fitto che stabilisce la suddivisione provinciale in quattro ambiti territoriali ottimali (bacini d’utenza). Il bacino BA/2 si compone di 9 comuni (Bari, Binetto, Bitetto, Bitonto, Bitritto, Modugno, Giovinazzo, Palo del Colle, Sannicandro di Bari) e prevede una fase di transizione ed una a regime.

FASE DI TRANSIZIONE • Discarica controllata: Giovinazzo, loc. S. Pietro Pago (in esercizio con possibilità d’ampliamento); Bitonto, loc. Torre d’Aggera (esaurita, con possibilità d’ampliamento temporaneo nelle more della realizzazione della soluzione a regime). • Impianto di compostaggio: Molfetta, utilizzazione dell’impianto a servizio del Bacino BA/1 (pubblico, in esercizio, in concessione). GESTIONE A REGIME • Impianto complesso di titolarità pubblica costituito da Centro di selezione, biostabilizzazione e produzione CDR, con annessa discarica di servizio/soccorso: Giovinazzo, loc. S. Pietro Pago (da realizzare previa acquisizione dell’area alla titolarità pubblica). • Centro materiali racc. diff.: ASI Bari/Modugno (realizzato da parte del Consorzio Asi con fondi pubblici). • Impianto di compostaggio: Molfetta,

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utilizzazione dell’impianto a servizio del Bacino BA/1 (pubblico, in esercizio in concessione).

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Il cambio della guardia alla regione oltre alla fine dell’emergenza decretata dal presidente Vendola che si completa nel 2007, ci propone il piano 187/05 che aggiorna, completa e modifica il vecchio progetto. Gli obiettivi del piano sono la raccolta differenziata spinta con diminuzione del rifiuto, le operazioni di biostabilizzazione e la produzione di CDR. L’impostazione del piano precedente viene modificata cancellando gli impianti di termovalorizzazione di Trani, Bari e Brindisi già autorizzati, le discariche diventano pubbliche e il servizio viene svolto per mezzo di convenzioni fra i comuni e i vecchi proprietari degli impianti. In seguito la giunta regionale rivede il programma sui

termovalorizzatori prevedendone la realizzazione a Massafra, Modugno, Manfredonia, Borgo Mezzanone e Statte. A tutt’oggi l’unico funzionante è quello di Massafra mentre a Modugno la contestazione popolare e la Magistratura hanno chiuso ogni possibilità e gli altri sono ancora in fase d’ autorizzazione. Finalmente ad Aprile 2009 dopo un lungo iter procedurale di cinque anni viene approvata la bozza per il nuovo Piano Provinciale di Gestione dei rifiuti che racchiude in sé tutte le raccomandazioni legislative nazionali e regionali. Il piano si compone di ben 492 pagine ed è reperibile sul sito della provincia. Il territorio provinciale è stato suddiviso in aree idonee e non idonee rispetto a tutti i parametri ambientali e storico-archeologici e prevede la dislocazione dei nuovi impianti in prossimità di quelli già esistenti per ottimizzare il processo industriale e minimizzare gli impatti sull’ambiente. Interessante può essere la lettura della parte relativa alla scelta della dislocazione degli impianti per capire e conoscere tutte le procedure previste dalla legge e lo studio con le valutazioni ambientali previste. Nel piano si parla ancora una volta di chiusura del ciclo dei rifiuti con aumento della raccolta differenziata, vengono fatte previsioni sull’aumento della popolazione e sulla produzione dei rifiuti con statisti-

di Girolamo Capurso


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che per ognuno dei comuni della nostra provincia, viene considerata la prevalente composizione merceologica dei rifiuti per meglio definire le politiche di gestione della raccolta differenziata che passerà dal 12% attuale al 65% al 31/12/2015. In particolare si è pensato di concentrare lo sforzo di intercettazione sulla frazione umida presente nel rifiuto, che risulta preponderante rispetto alla frazione secca. Altro importante pilastro nella legislazione nazionale ripresa dai piani regionali e provinciali è il passaggio dall’attuale tassa (TARSU) ad una tariffa che tiene conto dei rifiuti realmente prodotti specifica per ogni ambito (TIA), oltre a sistemi d’ incentivazione per i comuni che raggiungono determinati obiettivi di raccolta ed un’ecotassa per i meno virtuosi. Ogni A.T.O. dovrebbe dotarsi di un piano d’ambito con la necessità di adottare forme di raccolta più spinte fino al porta a porta. Per la chiusura del ciclo dei rifiuti nella nostra provincia è stato previsto un fabbisogno impiantistico a regime che nel nostro ambito è il seguente: Impianti esistenti e/o da realizzare: 1) Impianto di trattamento frazioni secche da R.D - Bari -Modugno - potenzialità 55 t/g 2) Impianto di biostabilizazione e selezione di Giovinazzo - potenzialità 300 t/g 3) Impianto di biostabilizazione e selezione di Bari - potenzialità 400 t/g 4) Discarica di servizio/soccorso di Giovinazzo - potenzialità 300.000 mc 5) Impianto di produzione di CDR di Bari - potenzialità 150 t/g

Fabbisogno impiantistico: 1) Impianto di compostaggio per 280 t/g . 2) Impianto di valorizzazione delle frazioni secche da R.D. per 228 t/g. L’istituzione della nuova provincia Bat ha creato alcune problematiche nuove rispetto ad una programmazione lunga e faticosa che, dopo anni di lavoro, ha definito finalmente ruoli, responsabilità e progetti. La nuova amministrazione provinciale vorrebbe l’istituzione di un unico ambito e ciò porterebbe ad ulteriori perdite di tempo con nuovi programmi e una fase di transizione eterna in continua emergenza che non gioverebbe certamente alla nostra comunità non interessata da modifiche territoriali. Il rischio che si potrebbe correre è quello di una crisi del sistema e di una deflagrazione simile a quella che abbiamo visto scoppiare in Campania. Oggi abbiamo bisogno solo di certezze e di attuazione dei piani già approvati.

La componente economica dello smaltimento finale dei rifiuti in discarica è imporQUANTO CI COSTA SMALTIRE IN DISCARICA?

di Girolamo Capurso

tante per un’analisi completa sia in funzione delle tecnologie adottate che del trasporto. Nell’articolo relativo alla TARSU abbiamo considerato i costi preventivati nel marzo scorso rifacendoci ad una delibera di Consiglio. Ora invece analizziamo i costi reali e le operazioni effettuate nella discarica giovinazzese. Nella piattaforma transitoria di Giovinazzo sono conferiti i rifiuti del bacino BA/2 in parte come RSU tal quale ed in parte come rifiuto già selezionato negli impianti di Bari e Bitonto. Le tariffe praticate a Giovinazzo sono quelle approvate dall’ATO e sono le seguenti: • Selezione e biostabilizzazione di RSU tal quale 31,62 euro/tonn. + IVA; • Biostabilizzazione di rifiuti gia selezionati meccanicamente negli impianti di Bari e Bitonto 25,69 euro/tonn. + IVA. Dopo il trattamento presso la piattaforma transitoria di Giovinazzo (da cui si ottiene l’igienizzazione dei rifiuti trattati ed una diminuzione di peso pari a circa il 20%), non essendoci più capacità utile di discarica a Giovinazzo, per effetto delle ordinanze del Presidente della Provincia e del Commissario Delegato i rifiuti trattati sono destinati a Conversano( 81% circa) e Trani (19% circa) con i seguenti costi approvati dall’ATO BA/2. • Trasporto e smaltimento a Conversano: 53,50 euro/tonn. + IVA ed ecotassa (non è distinguibile tra smaltimento e trasporto); • Trasporto a Trani 11,00 euro/tonn. e smaltimento a Trani 44,66 euro/tonn. + IVA ed ecotassa. I costi complessivi per ogni tonnellata di rifiuti tal quale si possono calcolare in questo modo: 31,62 + ( 53,50 x 64,8%) + (55,66 x 15,2%) = 74,75 euro + IVA ed ecotassa. La tariffa prevista per il VI lotto come discarica di servizio transitorio in attesa dell’impianto a regime non è ancora stata approvata dall’ATO. Il piano tariffario proposto prevede per il trattamento e lo smaltimento del rifiuto tal quale 64,97 euro/tonn. + IVA ed ecotassa.

Particolare importanza nel ciclo dei rifiuti riveste il contributo che il cittadino è chiaLA TASSA SULLA SPAZZATURA

di Girolamo Capurso

mato a pagare al comune per coprire i costi del servizio. Il decreto Ronchi ha previsto un passaggio progressivo dalla TARSU, tassa rifiuti solidi urbani in TIA, tariffa d’igiene ambientale. La TARSU fu istituita con il decreto 507/93 che impose ai Comuni di commisurarla in base ai costi del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti prevedendo una percentuale di copertura delle spese. Le successive disposizioni per permettere il passaggio alla Tariffa hanno previsto un periodo di transizione che imponeva ai comuni la graduale copertura totale dei costi del servizio di gestione dei rifiuti in un periodo che per il nostro comune era previsto in sette anni prendendo a riferimento il grado di copertura dei costi del 1999 del 81,26%. Quindi l’obbligo della sostituzione della tassa con la tariffa dovrebbe decorrere dall’01/01/2010. Il governo centrale nelle leggi finanziarie degli anni scorsi ha previsto proroghe e dobbiamo considerare anche per il prossimo anno questa possibilità. Perno centrale della tassa o tariffa è la copertura integrale dei costi di raccolta e smaltimento dei rifiuti, con la sola possibilità dei comuni di detrarre una percentuale per il costo dello spazzamento. Ma quanto costa alla nostra amministrazione comunale questo servizio? Leggendo la delibera di consiglio n 29 del 06/03/2009 il costo stimato complessivo del servizio per il 2009 sarà di 2.512.941,00 euro comprensivo delle spese del personale e dei costi di smaltimento oltre a tasse e tributi. Data la possibilità per il comune di detrarre il 5% per lo spazzamento, il costo stimato d’esercizio del servizio per il 2009 è di 2.387.293,95 euro. Considerando il gettito ordinario stimato della TARSU per il 2009 di 2.142.863,00 euro, il grado di copertura dei costi sarà con molta probabilità del 89,76%. Altre spese per il Comune, relative al trasporto dei rifiuti in altre discariche della provincia andranno ad incidere negativamente sulla somma preventivata. Il nostro auspicio è che si passi finalmente alla tariffa prevedendo nel frattempo un riordino generale del servizio con il prelievo domiciliare del rifiuto per poter aumentare la percentuale di raccolta differenziata che rimane l’unico sistema di riduzione dei rifiuti e nel lungo termine anche delle spese di gestione.


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Natalicchio: la discarica controllata è una risorsa!

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l primo cittadino giovinazzese è chiaro sulla questione discarica che da diverso tempo occupa la scena politica del paese. Natlicchio senza mezzi termini afferma: «A Giovinazzo c’è un’emergenza ambientale che non è quella della discarica. La discarica di cui tanto si sta discutendo rappresenta per la città una risorsa e voglio che questo concetto venga recepito con chiarezza da tutti i cittadini. Sono le numerose cave dismesse, utilizzate come discariche abusive, la vera emergenza ambientale, non le discariche controllate!». Parte da qui la nostra lunga chiacchierata col sindaco, che mostra rammarico e amarezza per una questione che a suo parere non ha ragione di esistere. «Il 30 settembre – continua il sindaco – i primi 4 lotti della discarica si sono completamente riempiti con l’utilizzo di tutti i volumi possibili. L’ampliamento della discarica già esistente attraverso la realizzazione del sesto lotto è stata così un’esigenza improrogabile dettata anche da circostanze contingenti. Mi riferisco alla chiusura della discarica di Bitonto, per sequestro giudiziario, e l’insufficienza della discarica di Conversano, ormai inutilizzabile dopo l’emergenza dell’arrivo di rifiuti dalla città di Cavallino in provincia di Lecce. Che cosa fare allora? Una soluzione andava trovata e l’unica che è parsa più plausibile è stata quella di ampliare la discarica già esistente attraverso un “abbancamento” ossia ammassando rifiuti a piccoli lotti che andranno poi a creare il sesto lotto per intero». Al consigliere dell’opposizione Iannone che gli contesta di non tener conto di una vecchia delibera di consiglio che prevede la consultazione popolare prima della realizzazione di una nuova discarica il primo cittadino risponde ancora più chiaramente: «Che cosa facciamo un referendum per decidere se dovremo avere la busta per strada o no? Perché è di questo che stiamo parlando. E sono le stesse persone che si sono fatte belle per aver risolto il problema dei rifiuti a Napoli riaprendo le discariche di tal quale e forse non conoscono nemmeno la differenza tra rifiuto biostabilizzato e tal quale!». Un argomento, quello della discarica, che sembra ormai archiviato da parte di Natalicchio, che piuttosto coglie l’occasione per porre una questione a suo parere ben più importante. «La vera esigenza al momento è quella di accelerare il processo di chiusura del ciclo dei rifiuti anche attraverso la termovalorizzazione dei rifiuti con impianti idonei e moderni perché in questa situazione il rischio è di dover smaltire in discarica anche il CDR». Sempre per rimanere in tema, chiediamo al sindaco a che punto è l’amministrazione comunale con il progetto della raccolta differenziata, altro tasto dolente. Ricordiamo che la differenziazione dei rifiuti è alla base di un’ottimizzazione dello smaltimento degli stessi. «Siamo a buon punto, tra non molto finalmente potremo iniziare con il progetto che da tempo è in cantiere. Ciò che fondamentalmente ci frena ancora è il reperimento di risorse economiche. Parliamo comunque di cifre considerevoli, tra i 350 e i 500 mila euro necessari per avviare la raccolta dei rifiuti differenziati porta a porta. Tuttavia, siamo nella buona direzione».

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Il Consigliere di opposizione Iannone: “Questione di discarica? Una vergogna che non ha bisogno di spiegazioni!” Attualità

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«S ono indignato per come è andata a risolversi l’emergenza discarica, non ci sono parole!». Inizia così

l’intervista con il consigliere comunale dell’opposizione Ruggiero Iannone che fa chiarezza sulla posizione assunta dalla sua compagine in merito all’allargamento della discarica di Giovinazzo voluta dalla giunta comunale. «Natalicchio governa da sette anni e l’unica soluzione che è riuscito a trovare è stata quella dell’ampliamento? Possibile che l’unica strada da intraprendere era quella di aumentare l’ammasso di rifiuti a Giovinazzo a scapito dei cittadini? Non lo posso accettare! Su un bacino composto di 9 comuni l’unico paese che poteva essere penalizzato era il nostro? La verità è che non c’è mai stata una reale volontà in tal senso. La verità è che l’emergenza ambientale non è né di destra e né di sinistra, la mia non è una battaglia politica ma una battaglia dettata dalla diligenza del buon padre di famiglia che opera per il bene della propria città e per la salute dei cittadini. Siamo sicuri che il sindaco Natalicchio abbia operato in tale direzione? Ho dei seri dubbi». La discussione poi si accende ancor di più quando l’argomento si sposta sulle modalità di decisione dell’ampliamento della discarica attuate dalla maggioranza. «Ci si fa paladini della democrazia partecipata ma dov’è? Cos’è la democrazia partecipata? L’ampliamento della discarica era stato già pianificato e deciso a priori da novembre, portato poi in consiglio comunale a settembre quando i giochi erano già fatti. Perché non si è deciso insieme il da farsi? Perché non trovare di concerto delle soluzioni alternative? La verità è che non si sono voluti battere i pugni sul tavolo, si è subita passivamente l’emergenza accettando l’ampliamento di Giovinazzo e risolvendo senza troppa fatica il problema dell’intero bacino. E allora mi chiedo, pur volendo ingoiare a stento l’ampliamento della discarica, il Comune di Giovinazzo nell’accettare la soluzione quale potere e ruolo contrattuale ha avuto nella questione? Nessuno! I cittadini subiranno un’ingiustizia ambientale senza nemmeno usufruire di un ritorno economico, quale ad esempio una riduzione della tarsu. Mi sembra una cosa ai limiti dell’assurdità. Le discariche producono biogas che rappresentano una risorsa energetica di valore economico notevole, ma noi non ne usufruiamo. Per cui a conti fatti, una questione gestita malissimo e a totale discapito di noi giovinazzesi. E questo mi fa enormemente rabbia. Tuttavia non finisce qui, il nostro ruolo di opposizione, e sottolineo opposizione e non ostruzionismo, andrà avanti. Tra non molto avremo sulla questione discarica delle novità importanti. Uno scoop che non posso anticipare». E la raccolta differenziata? «Ah… questo è un altro discorso dai mille punti interrogativi. Attendiamo. Pare che il progetto stia per partire. Intanto viviamo in una situazione ai limiti della decenza: cassettoni vecchi, sporchi e insufficienti, per non parlare poi dell’emergenza estiva per nulla monitorata e controllata. Si potrebbe aprire un altro capitolo ma questa è un’altra storia!».

di Marilisa Sisto


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e di Grazia Scioscia

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Speciale D Diamo voce alle vostre opinioni...

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di Dario Verolino

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Attualità

Vox Populi, unico motore della democrazia

A mpliamento della discarica si, ampliamento no: questo è il dilemma. Giovinazzo è ormai divisa in più fazioni: i favorevoli e gli sfavorevoli al provvedimento amministrativo, considerando anche coloro che sono indifferenti al

problema stesso. È dunque necessario conoscere, attraverso un’inchiesta diretta su un piccolo campione di 20 individui scelti in maniera del tutto casuale, i vari pareri dell’opinione pubblica e, quindi, di come secondo la gente comune l’Amministrazione locale deve operare in materia. Ma da cosa è formata l’opinione pubblica? Sicuramente da pareri più o meno oggettivi della vox populi, basati su una più o meno congrua e sensata conoscenza dell’argomento trattato: opinioni che possono spaziare da conoscenze giuridiche, tecniche o amministrative, frutto di anni di studio o pratica in un determinato campo, ad opinioni che possono essere considerate “da bar”. Quel che è certo, è che in un paese democratico ogni singolo parere è meritevole d’ascolto in quanto voce del cittadino contribuente, e tutti i mass-media hanno il diritto-dovere di raccontarlo. Per problemi di spazio, però, alcuni commenti sono stati tagliati, ma non perché meno importanti rispetto ad altri, bensì perché accomunati dalla stessa opinione sul tema. Ecco alcune delle vostre considerazioni: ISA, casalinga, ritiene che sia inopportuno ampliare la discarica data la risaputa presenza di rifiuti chimici, quindi gravemente nocivi alla nostra salute. «Bisognerebbe smaltire quello che non va in modo alternativo, ma qui, a Giovinazzo, le cose si sa come iniziano ma non si sa come finiscono». FRANCESCA, casalinga, pensa che non sia opportuno ampliare ancora di più la discarica a Giovinazzo, perché non abbiamo bisogno di ulteriore inquinamento. Di conseguenza è la salute che bisogna salvaguardare prima di tutto.

FRANCESCO, pensionato, è anche lui sfavorevole all’ampliamento, poiché «ovviamente, nessuno vorrebbe la discarica nel proprio paese». Però, se ben mantenuta, custodita e resa sicura, preservando il territorio e i cittadini in primis, il paese potrebbe anche accettare una simile situazione.

VITTORIO, insegnante, anche se sfavorevole all’ampliamento, afferma che se questa è l’unica soluzione trovata dalle istituzioni, non si può far altro che accettarla. Condanna comunque la poca informazione fatta in merito.

PORZIA, casalinga, è colei che ha più da dire sulla faccenda: «Invece di ampliare la discarica, perché non possiamo usufruire di sistemi alternativi come gli inceneritori? O ancor più semplice, perché non si può promuovere la raccolta differenziata, utile per il riciclaggio, ponendo delle sanzioni per chi non rispetti le normative? Bisogna lottare per ciò che si ritiene giusto, è scorretto subire passivamente. Se la coscienza dell’uomo è questa, allora l’uomo dovrebbe essere ribattezzato». VITO, ferroviere, si chiede: «La discarica è stata già aperta, perché peggiorare ulteriormente la situazione?». Peccato che non trovi risposta alla sua domanda.

DAMIANO, fruttivendolo, dichiara: «E’ inutile parlare qui, nessuno s’interessa a niente, finché la barca va, lasciala andare». In questo commento, risalta la sfiducia di Damiano nei confronti della nostra stessa cittadina e di chi ci governa. Egli è fondamentalmente sfavorevole alla questione, ma nel suo discorso, evidenzia la mancata collaborazione tra cittadini e Comune. PAOLO, studente, sceglie di tener lontano l’argomento a cui si mostra indifferente. Simile l’opinione di Grazia, studentessa liceale che spiega: «Sinceramente a me non importa niente della discarica. Possono fare ciò che vogliono, una volta terminato il mio ultimo anno andrò via da questo buco».

LAVINIA, assistente sociale, è fermamente convinta che non si deve ampliare la discarica di San Pietro Pago in quanto è sufficiente la ex-Ferriera a causare danni all’ambiente e alla salute della popolazione. Reputa inoltre necessaria una maggiore informazione sul tema.

ROSALBA, operaia, è fermamente contraria alla discarica. Secondo lei la salute viene prima di tutto e mostra preoccupazione per gli odori sgradevoli sempre più percepibili.

CARLO, disoccupato, non ha alcuna fiducia nei confronti della nostra amministrazione. «I nostri responsabili non pensano ai danni che porterà l’ampliamento della discarica. Inoltre non si ha tempo e modo per aggiustare le nostre strade, in condizioni davvero pietose, dovremmo allargare l’ immondezzaio?».

Tutta la nostra umiliazione, sgomento, rimane racchiusa in queste righe, dove i giovani, probabili stelle del firmamento pugliese scelgono di andare su un altro pianeta, un’altra galassia, abbandonando le proprie radici, perché non sono stati coinvolti nella vita sociale di Giovinazzo. Molti nostri compaesani non erano informati dell’emergenza discarica, persone demotivate che scelgono di isolarsi e di subire passivamente ciò che dall’alto viene stabilito. Con questa piccola inchiesta abbiamo voluto ascoltare il popolo che secondo i principi della democrazia dovrebbe scegliere e avere voce in capitolo su tutto, sperando che qualcuno comprenda e si comporti di conseguenza.


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Discarica A

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QUANTI ( E QUALI) RIFIUTI PRODUCIAMO?

ttraverso un rapido passaggio sul sito del nostro Comune scopriamo che le famiglie di Giovinazzo nell’anno 2008 hanno prodotto 11188,36 tonnellate di rifiuti con una produzione pro-capite di 534,456 Kg. che equivalgono a 1,46 kg al giorno, molto lontani dall’obiettivo dichiarato nel 2002 dal 5° programma comunitario di educazione ambientale di 300 kg/anno per abitante. I rifiuti differenziati sono stati il 12,426% del totale con 1390,300 tonnellate. Da un’analisi più accurata notiamo che nel periodo estivo quando la città è maggiormente popolata a fronte di un aumento totale nella produzione di rifiuti la percentuale di raccolta differenziata diminuisce con il 10,25% ad agosto. La composizione merceologica dei rifiuti è un dato fondamentale per proCOMPOSIZ. FRAZIONI grammare gli interventi di raccolta e DI PIANO MERCEOLOGICHE (PERCENTUALE) l’intero ciclo integrato di gestione. Sicuramente dipende dallo stato sociale Frazione organica 45 ed economico della zona in cui sono Potature giardini 1 prodotti i rifiuti, oltre alle variabili legate alle caratteristiche produttive, alla Carta e cartone 20 stagione ed alle dimensioni del centro Vetro 6 urbano. Per un piano di gestione affiInerti 2 dabile possiamo riferirci alla composizione merceologica media dei rifiuti in Plastica 10 Puglia (Commissario Delegato per Metalli ferrosi 2,5 l’emergenza rifiuti in Puglia, 2005). Alluminio 0,50 Da questo si comprende che la frazione organica riveste una particolare Legno 2 importanza per un aumento sostanziaTessili 3 le della percentuale di raccolta diffeIngombranti 5 renziata che si può ottenere solo introAltro 3 ducendo un sistema di raccolta domiciliare. Sembrerebbe tutto facile, ma Totali 100 come sempre i costi maggiori di questo sistema bloccano ogni programma di raccolta porta a porta. Costi che all’inizio hanno un’inevitabile ricaduta sulla popolazione attraverso un aumento della TARSU. In seguito la modifica della tassa sui rifiuti in tariffa (Tariffa Igiene Ambientale), che prevede una differenza nel metodo di calcolo utilizzando parametri variabili e personali, come il numero degli occupanti l'immobile e l'effettiva produzione di rifiuti in termini sia quantitativi che qualitativi, porterebbe tutto nei giusti termini considerando l’inevitabile diminuzione dei costi di smaltimento e la diminuzione sostanziale della ecotassa regionale.

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Due anni fa la regione Puglia ha stabilito nuoECOTASSA: AUMENTI IN VISTA

vi criteri per il calcolo dell’ecotassa che si paga per i rifiuti smaltiti in discarica che dovevano entrare in vigore a gennaio, ma, per dare tempo ai comuni di prendere misure d’incremento della raccolta differenziata la giunta ha previsto uno slittamento al primo maggio. Per questo motivo la regione Puglia ha provveduto a rimodulare le aliquote dell’ecotassa a tutti i comuni pugliesi pubblicandole sul bollettino ufficiale della regione n. 104 del 09 luglio. L’entità dell’aliquota è direttamente collegata alla percentuale di raccolta differenziata, alla presenza di un unico gestore fra tutti i comuni che compongono l’ATO ed infine alla chiusura del ciclo di trattamento dei rifiuti che prevede uno sconto del 50%. Il comune di Giovinazzo pagherà l’aliquota massima di 15 euro a tonnellata avendo nel periodo di riferimento raggiunto una percentuale di raccolta differenziata del 12,15% a fronte di un obiettivo regionale del 32% e l’ATO BA/2 non ha provveduto alla gestione unitaria dei rifiuti e alla chiusura del ciclo. Quindi considerando circa 11.000 tonnellate di rifiuti prodotti si dovranno pagare alla regione circa 165.000 euro di penalità. All’ interno del nostro bacino gli unici Comuni ad usufruire di uno sconto sono stati Bari e Palo del Colle che hanno superato, seppure di poco, una percentuale di differenziata del 16% e pagheranno 11,25 euro a tonnellata. I proventi dell’ecotassa sono destinati per il 70% alle province che li assegnano agli ATO per incentivare la raccolta differenziata e per il 30% utilizzati dalla regione sia per campagne di sensibilizzazione alla RD che per la pulizia dei siti di rilevante interesse naturalistico. Negli anni scorsi anche il nostro paese ha usufruito di piccoli finanziamenti e se ne attendono altri per il risanamento di Lama Castello.

... E PER CONCLUDERE

ccoci giunti alla conclusione. Una conclusione sofferta dopo aver evidenziato tutte le molteplici sfaccettature legate alla gestione dei rifiuti solidi urbani nella nostra città. Non vogliamo esprimerci a favore o contro l’ampliamento della discarica perché lo consideriamo un falso problema. Anche senza ampliamento a Giovinazzo giungerebbe la spazzatura per essere biostabilizzata e successivamente trasportata in una eventuale discarica posta in altro comune. Infatti l’unica cosa certa è che Giovinazzo conserverebbe l’impianto di selezione e biostabilizzazione con annessa discarica di servizio (V lotto) funzionale all’impianto come da sempre previsto a regime nei vari piani proposti dalle diverse amministrazioni regionali. Un vero impianto industriale di trattamento dei rifiuti che nessuno, tra coloro che oggi reclamano, ha mai contestato negli anni scorsi e che ha il proprio peccato originale nella prima discarica fatta a Giovinazzo in maniera abusiva. Come nessuno ha mai manifestato perplessità per la discarica sequestrata a Bitonto (per infiltrazioni nella falda, ndr) distante solo poche centinaia di metri dal nostro confine. Come nessuno, ha mai manifestato per la costruzione di un impianto di produzione d’energia elettrica a biomasse, che nella città di Molfetta ha invece creato allarmismo e che dista pochi metri dai nostri limiti territoriali. Forse non si contestano i fatti, ma le persone. Noi riteniamo che una seria politica di gestione dei rifiuti debba prevedere al primo posto la raccolta differenziata spinta, che rimane oggi l’unico modo di riduzione reale del rifiuto tal quale. Probabilmente di questo si parla poco, come insufficiente è la spinta della popolazione su un argomento che meriterebbe più approfondimenti e che consideriamo il vero nocciolo della questione. Sarà l’uovo di Colombo, ma solo una quantità minore di rifiuti può significare un minor utilizzo di discariche ed una reale salvaguardia dell’ambiente. La scarsa informazione legata alla limitata discussione spesso sono fuorvianti e inducono ad equivoci che vengono sfruttati a proprio uso e consumo in un contesto dove la memoria è sempre più corta. Girolamo Capurso


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Menù

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Aperitivo di benvenuto

Antipasti Ostriche con prosecco

Stuzzichini di benvenuto

Antipasti Veli di pesce spada e tonno alle erbe su misticanza di verdure Tortino di caciocavallo e capocollo Primi piatti Ferretti al ragù di crostacei Fazzoletti di crepes alle piccole verdure con scamorza

Tortino di polpo con patate Carpaccio di angus con scaglie di grana e funghi Primi piatti Risotto alla coda di rospo con carciofi Tortello con pomodorino profumato al forno con filini di stracciatella Secondi piatti Filetto di manzo al barolo con cardoncelli

Secondi piatti Rotolino di spigola con gamberoni su crema parmantie e giardinetto di verdure

Nodini e grana con cruditè

Antipasti Millefoglie di salmone affumicato con mozzarella Bresaola con pomodoro ramato, asparagi e ricottina Primi piatti Gnocchetti ai frutti di mare con pomodorini Crespella al Cantagallo con bufalina Secondi piatti Medaglione di coda di rospo con lardo di colonnata al forno

Composta di frutta e frutta secca

Flan di spinaci

Sorbetto

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Composta di frutta

Peccati di gola Spumante Caffé

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Speciale Scuola GUIDA ALLA LETTURA

orniamo ad occuparci di istruzione. Questa volta lo facciamo con uno sguardo ampio, rivolto alle tematiche nazionali che riempiono le colonne dei quotidiani ed infiammano i dibattiti politici in Tv. Ci siamo occupati della cosiddetta “Riforma Gelmini”, dal cognome di un ministro, una donna, destinata comunque a far parlare di sé, che ha modificato la vita delle scuole primarie, le vecchie elementari. Siamo andati nel dettaglio, puntando la lente di ingrandimento su una delle realtà giovinazzesi, per capire come questo cambiamento stia influendo sull’organizzazione del II Circolo Didattico. Prima però, vi raccontiamo quanto sta accadendo un gradino più su, nelle scuole secondarie di primo grado, le medie per intenderci. Dopo quasi cinquant’anni Marconi e Buonarroti sono un unico istituto scolastico. Cosa è cambiato e quali le difficoltà? Nelle prossime righe ampio spazio ad una svolta senza precedenti a Giovinazzo. Infine, una lettera. Uno studente ci racconta i malumori dei giovani, a volte scarsamente informati o informati male per calcoli di qualche politico, ma vogliosi di dire la propria su tagli indiscriminati all’istruzione, di urlare tutto il loro dissenso, nonostante qualche mal di pancia nelle stanze dei bottoni. E la Scuola, quella con la esse maiuscola, finisce tra due fuochi, strattonata di qua e di là da forze politiche incapaci di dare risposte concrete alle esigenze delle nuove generazioni. A destra e a sinistra, scagli la prima pietra chi è senza peccato.

Marconi-Buonarroti: svolta epocale Accorpate le due scuole medie giovinazzesi. Noi abbiamo fatto visita al preside Michele Vestito

D ue scuole, quindi, due presidi. Anzi no. Una

scuola ed un preside solo. Sì, va bene così, anche se ci sono passaggi che non possono non comportare scombussolamenti, che non passano inosservati. Ma tant’è… Le scuole secondarie di primo grado di Giovinazzo, da questo anno scolastico, sono un unico istituto: “G. Marconi” e “M. Buonarroti” non più divise, ma una squadra che corre nella stessa direzione. Cinquanta anni sono trascorsi, forse qualcosa meno. Un periodo lungo in cui due scuole hanno visto i loro destini incrociarsi, ma mai confondersi. Un tempo, possiamo dirlo, anche in concorrenza, anche con un pizzico di sano campanile a dividerle. Oggi tutto questo non c’è più. Per la necessità di razionalizzare le risorse investite nell’istruzione, ad inizio estate è stato deciso l’ accorpamento dei due plessi. Una scuola sola significava un solo preside. E’ stato scelto per il gravoso incarico, Michele Vestito, con il quale abbiamo scambiato qualche battuta. Il dirigente scolastico giovinazzese, ha sottolineato come «bisogna entrare nell’ottica dell’u-

nica scuola. Non si è trattato di un’annessione - ha proseguito - ma di un accorpamento. Dopo diversi decenni queste due scuole faranno parte di un unico progetto”. E le ragioni del cuore non mancano di certo: «sono legato ad entrambe - ha continuato Vestito - perché fanno parte della mia vita professionale. Prima la Buonarroti, da insegnante, poi la Marconi con la quale ho intrapreso un percorso che è riuscito a dare tante a questo territorio. L’emozione non è poca!». Il massimo dirigente scolastico del nuovo unico istituto ha sottolineato lo sforzo grazie al quale questo nuovo percorso è partito. Uno sforzo condiviso con tutti i docenti e con tutto il personale ATA e quello amministrativo. «Un grazie particolare - ha proseguito - sento di dirlo

al Direttore dei Servizi Generali ed Amministrativi della Buonarroti, Francesco Pafetta, un aiuto indispensabile in questa fase costellata da problemi di ogni tipo, dalla cessazione dei conti correnti bancari all’accesso alle funzioni internet collegate col Ministero della Pubblica Istruzione. Siamo riusciti a salvaguardare i posti di lavoro di tutto il personale amministrativo ed abbiamo adottato graduatorie dei docenti unificate. Un principio, questo, condiviso da tutti gl’insegnanti». Ma nella ricerca della continuità, nel servizio da rendere ad alunni e famiglie, il preside Vestito è riuscito in un piccolo capolavoro: «Entrambe le scuole - ci ha detto con un sorrisino soddisfatto - sono partite con 14 classi e quasi tutti gli studenti hanno ritrovato gli stessi docenti del passato anno scolastico». Tutto rose e fiori quindi? Niente affatto. I tagli creano problemi enormi a tutti, utenza, docenti, dirigenti e personale di vario genere. Da qui una riflessione amara del preside, che è convinto che chi paghi le conseguenze di questa politica siano innanzitutto gli alunni. Già, i tagli, i soldini che non si trovano mai

in Italia se si tratta di istruzione e ricerca, e che poi saltano fuori per altri aspetti meno importanti per la crescita di un Paese. «Se i tagli sono frutto di meri calcoli matematici - ha affermato con voce netta non mi trovano d’accordo. E’ giusto operare dopo una trattativa, nell’ottica costante della salvaguardia del diritto alla migliore istruzione possibile». Quanto ai docenti, solo una cattedra di lettere è stata persa tra le due ex scuole, oltre ad una di educazione tecnica e ad altre due tra educazione musicale, artistica e fisica. Secondo Michele Vestito, il futuro potrebbe essere roseo: «Non lo dico per presunzione - ha chiosato - ma affrontando le problematiche con la massima umiltà ogni qualvolta si presenteranno, sono certo che grazie alle professionalità di cui disponiamo, potremo senz’altro raggiungere traguardi importanti». Traguardi che interessano tutta la cittadinanza e non solo i genitori di chi attualmente frequenta quelle… pardon, quella scuola. Perché, lo ripeteremo fino alla noia, solo grazie alla formazione delle nuove generazioni, una comunità che vuole chiamarsi “civile” può crescere. A Vestito ed ai suoi collaboratori l’arduo compito di rendere tutto questo realtà.

di Gianluca Battista


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“Riforma Gelmini”? Bocciata!

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di Gianluca Battista

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Attualità

Dal teorico al pratico nell’era dei cambiamenti nella scuola primaria. Visita al II Circolo Didattico di Giovinazzo

L

a ormai famigerata “Riforma Gelmini” della scuola primaria, l’unica ad essere radicalmente trasformata dagli interventi dell’Esecutivo, è partita anche a Giovinazzo. Abbiamo fatto visita al II Circolo Didattico, guidato con piglio deciso da Carmela Rossiello, la quale ci ha raccontato i riflessi pratici dei programmi nazionali di razionalizzazione delle risorse dedicate all’istruzione nel suo istituto. E a Roma qualcuno dovrebbe riflettere su quanto state per leggere… «Già dallo scorso anno - ha iniziato la preside - abbiamo avviato una disamina della riforma legata ad una riflessione del collegio dei docenti. In cuor mio, da un punto di vista pedagogico, ho intuito i punti di pericolosità di questa Riforma, che ha operato trasformazioni in una scuola, quella primaria, che funzionava». Da qui decisioni impopolari, ma che un capo d’istituto nelle sue funzioni deve prendere. Nuove leggi da applicare, come Palazzo Chigi vuole, senza tralasciare nulla al caso. E la teoria di decreti legge di difficile lettura (N° 89/2009; N° 81/2009; N° 122/2009, quest’ultimo decreto attuativo della Riforma) che diventa pratica quotidiana. «Abbiamo guardato in prospettiva col maestro unico - ha continuato la Rossiello - affidando italiano e matematica a questa figura. Nelle prime classi, inoltre, abbiamo previsto una figura per l’ambito antropologico, oltre all’insegnante di

inglese e religione». Uno, due, tre e quattro… No, i conti non tornano. I maestri allora sono quattro? Ma non eravamo entrati nell’era del maestro unico? “Infatti - ha sorriso la dirigente scolastica bitontina - il cosiddetto “maestro unico” non esiste. Se mi permette - ha proseguito - il problema è stato quello di gestire le classi successive alla prima, essendo state eliminate le compresenze. Per evitare entrate ed uscite di do-

centi, abbiamo cercato di ridurre l’impatto del frazionamento dell’orario complessivo». Come è facile intuire, i riflessi pratici di una Riforma studiata a tavolino sono molteplici. Nel II Circolo Didattico, ad esempio «a risentirne è stata la qualità del servizio e del supporto agli alunni in difficoltà che con le compresenze erano validamente sostenuti. Bisognerà inventarsi qualcosa». Ma i problemi non sono finiti qui. Riformare e tagliare cercando di ottimizzare i costi per le casse dello Stato, spesso è sinonimo di posti di lavoro che evaporano. In un riassetto del personale ATA addetto alla sicurezza ed alla pulizia nella scuola, il II Circolo Didattico ha perso «due lavoratori ed altri due li perderemo fino al 2013. Come si può intuire - ha affermato sconsolata la preside - ci sono grossi problemi sulla vigilanza e sulla

Speciale

pulizia degli ambienti, in un tipo di scuola, come la nostra, destinata ai più piccoli, in cui queste sono esigenze basilari». Insomma, questa benedetta maledetta Riforma Gelmini è da bocciare? La preside Carmela Rossiello non ha dubbi: «Si! Il mio giudizio complessivo è severo perché ritengo che chi paga le conseguenze di tutto questo sono sempre gli alunni, qui anche molto piccoli. Si parla tanto di qualità del servizio pubblico d’istruzione - ha chiosato scura in volto - ma lo si penalizza continuamente!». Disagi all’utenza, posti di lavoro a rischio, precariato che si fa norma e non eccezione. Giovinazzo come esempio di vita vera in una scuola primaria della penisola. Vale ancora la pena continuare su questa strada? La risposta la avremo nel corso di questi anni. Intanto giovani insegnanti aspettano che il loro treno passi, che la chiamata arrivi, che l’utopia di un lavoro divenga realtà. Aspettano… e sperano, in tanti, in troppi, in ogni angolo d’Italia, soprattutto in quel Mezzogiorno lontano anni luce dalla evoluta Europa.

Nuove rotte per la Pro Loco, cambia il Direttivo «C

on le intenzioni più serie ed il desiderio di operare di più e meglio per il bene della nostra città […] esprimo un pensiero di sincera gratitudine a tutti i componenti del precedente Consiglio, […] sperando di dare inizio ad un percorso di collaborazione con la vostra Redazione». Un bell’inizio quello della neo presidente Maria Rosaria Stufano Melone che ha assunto le redini della “secolare” associazione giovinazzese Pro Loco. Il 4 ottobre l’assemblea dei soci ha eletto al suo fianco il nuovo Direttivo: Buonanno Pasquale, Croce Cesare, Depalma Vincenzo, Di Natale Paolo, D’Ostilio Lorena, Giuliano Vincenzo, Maglia Giovanna, Marzocca Nicolò, Stufano Melone Maria Rosaria. E’ seguita poi il 9 ottobre l’elezione di Maria Rosaria Stufano Melone, in qualità di presidente, Vincenzo Depalma nel ruolo di vice presidente e Vincenzo Giuliano, nominato segretario. Felici di pubblicare il vostro comunicato stampa, attendiamo iniziative, proposte e progetti che saremo lieti di seguire e approfondire. di Claudia Serrone

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le Scuola Furto senza effrazione: il mistero della “Don Saverio Bavaro” Attualità

Pc e stampanti dell’amministrazione volatilizzatisi in un weekend

T utto in un weekend. Non è il titolo di una bella trasmissione televisiva

in onda sulla piattaforma satellitare, ma piuttosto un vero e proprio incubo. E’ passato quasi un mese quando andiamo in stampa, ed ancora i responsabili del furto perpetrato ai danni degli uffici amministrativi della scuola primaria e dell’infanzia “Don Saverio Bavario” non sono stati assicurati alla giustizia. All’indomani del reato, i carabinieri della locale stazione hanno effettuato un sopralluogo nell’istituto di Viale A. Moro e non hanno riscontrato alcun segno di effrazione dall’esterno. E’ stato divelto solo un pannello dello sportello per la ricezione del pubblico presso gli uffici scolastici. Un elemento strano, ma che potrebbe aprire piste interessanti per le indagini. Intanto, in una intervista rilasciata al sito www.giovinazzolive.it, la preside Carmela Rossiello ha circoscritto l’arco temporale in cui sarebbe avvenuto il furto: «io e gli ultimi docenti eravamo andati via alle 18.30 di venerdì po-

meriggio. Alle 7.30 di lunedì mi è stata comunicata la notizia del furto dal personale della scuola mentre raggiungevo Giovinazzo». E’ evidente, dunque, che i malviventi avrebbero potuto agire indisturbati solo in quel lasso di tempo. La dirigente scolastica bitontina, da noi intervistata nelle pagine precedenti, qualche giorno dopo l’accaduto si diceva costernata «perché si è trattato di un duro colpo alla vita di questa scuola. Spero si possa dotare l’istituto di un sistema di videosorveglianza come già accaduto per l’altro plesso, la Giovanni XXIII, dove sono terminati i raid notturni». Il tam tam mediatico scaturito da un reato così odioso perché posto in essere ai danni di una scuola dove si formano giovanissime vite, ha fatto scattare la solidarietà di genitori, cittadini ed associazioni. Negli ultimi giorni una di queste, Libero Pensiero, ha deciso di provvedere all’acquisto di tutto il materiale necessario allo svolgimento delle mansioni amministrative. Nuovi pc e nuove stampanti saranno pre-

sto negli uffici della scuola. Una solidarietà che sopperisce alla scarsa disponibilità di fondi di cui la scuola è in possesso. Intanto l’ Amministrazione comunale, raccolta la richiesta della preside, ha provveduto all’installazione di due telecamere all’esterno dell’istituto. Tira un sospiro di sollievo la dirigente scolastica e con lei genitori e piccoli alunni. Ma il cerchio, non dimentichiamolo, non è ancora chiuso quando andiamo in stampa. I colpevoli, ci si augura, devono essere assicurati alla giustizia al più presto.

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di Giuseppe Dalbis


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Ma cos’é questo rumore Studenti in corteo per protestare di piazza contro i tagli nella scuola pubblica. Ci scrive uno di loro. lontano?

N. 11 - Novembre 2009

di Gianluca Battista

27-10-2009

Speciale Scuola

Attualità

I

l nostro titolo fa riferimento ad una frase inserita nel testo di una canzone di Antonello Venditti. “Modena”, una delle più belle performance musicali del cantautore capitolino racconta anche di quel brusìo, quel fermento che viene da una piazza in subbuglio, da una piazza che protesta. Lo stesso che si può ascoltare quando sta per arrivare un corteo studentesco. Non siamo, per fortuna, nei tremendi anni ’70, figli di scontri e violenze. Siamo nel 2009, ma ancora i giovani studenti vogliono dire la loro, a volte con cognizione, a volte per la sola voglia di esserci. Alcuni tra loro sono informatissimi, come chi ci ha scritto. Altri si fanno trascinare dall’onda. Dicono no, ad alta voce, ai tagli indiscriminati alla pubblica istruzione. Tra i “grandi” qualcuno tenta di minimizzare il loro dissenso, qualcun altro si fa loro portavoce, strumentalizzando per biechi fini elettorali la protesta. Un dissenso pulito, quello dei più giovani, non ancora figlio di calcoli, ma che scaturisce da un forte senso di ingiustizia. La nostra inchiesta, partita dai vertici scolastici, si chiude qui, con la voce degli alunni portata sul nostro mensile da una lettera di uno di loro.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Sciopero studentesco: a Bari anche molti giovinazzesi Il 9 Ottobre si è svolto il corteo contro i tagli alla scuola, organizzato dal sindacato studentesco Unione degli Studenti: la testimonianza di uno studente giovinazzese

«L

a cultura non si vende, le scuole non sono aziende»: noi studenti lo abbiamo gridato a Bari, come a Foggia, Lecce, Brindisi, Altamura Andria, e in tutta Italia, sfilando per le vie delle città, per protestare contro i tagli nella scuola e per chiedere una legge nazionale per il diritto allo studio. A migliaia abbiamo partecipato ai cortei che si sono tenuti in Puglia, organizzati dall’Unione degli Studenti. Secondo fonti della Questura, a Bari, in particolare, gli studenti erano 1.000, circa 10.000 secondo i dati degli organizzatori. Noi studenti chiediamo una didattica innovativa nelle scuole e il ritiro del progetto di legge presentato dal presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea, sull'autogoverno delle istituzioni scolastiche, la libertà di scelta educativa delle famiglie e la riforma dello stato giuridico dei docenti. A Bari il corteo si è concluso sotto la sede della Regione Puglia dove una delegazione di studenti universitari e delle medie superiori è stata ricevuta dai rappresentanti del Consiglio Pietro Pepe e dal Presidente della commissione istruzione Carlo De Santis allo scopo di accelerare i tempi di approvazione del progetto di legge regionale, (di cui lo stesso consigliere De Santis è primo firmatario) che prevede, tra i vari punti, l’accesso facilitato alle iniziative culturali e incentivi nei trasporti per gli studenti.

Noi studenti ci siamo ritrovati a Bari con l’obiettivo di protestare principalmente contro: • Il taglio dei docenti, in parte giovani precari, che provocherà la formazione di classi di trenta o addirittura quaranta alunni; • Lo scriteriato riordino degli indirizzi con riduzione dell’orario settimanale e delle ore di laboratorio, il cui fine ultimo è quello di mascherare un ennesimo taglio; • La misera spesa del 3,9% del P.I.L. per conoscenze e saperi; • Il mancato taglio dei fondi anche alle scuole private che per motivi misteriosi, ma soprattutto anti-costituzionali (art. 33, ndr) ricevono finanziamenti pubblici; • l'abolizione dei finanziamenti alle scuole in base alla ricchezza territoriale. «Siamo stanchi di sentir parlare di merito e di qualità, siamo stanchi delle filastrocche che ci dicono che al nostro impegno corrisponde il nostro successo, quando vediamo che in Italia contano solo raccomandazioni e favoritismi!». «Vogliamo una scuola che ci formi davvero, una scuola che ci aiuti a crescere, una scuola di qualità. Ma una scuola di qualità senza "euri" non si fa!». A tutti coloro che hanno sminuito la nostra protesta ritenendola una “ragazzata goliardica” rispondo che noi giovani catalogati come “4 ragazzotti guerriglieri che

meritano di essere trattati come tali” (Renato Brunetta) abbiamo il diritto di manifestare il nostro malcontento. Quegli slogan non erano frasi fatte, ma purtroppo, tristemente concrete; io frequento sulla "carta" il liceo scientifico indirizzo sperimentale, che di sperimentale ormai non ha più nulla; a causa del taglio dei fondi. In altri termini abbiamo aderito nel primo anno di liceo ad un percorso formativo, che nel tempo è venuto meno per mancanza di fondi. Analogamente è venuto meno anche il numero di ore pomeridiane destinate a progetti vari compreso corsi di recupero e tante altre piccole cose che hanno reso la scuola italiana il “fiore all’ occhiello” in tutto il mondo. È da sottolineare come l’ iniziativa sia stata in parte condivisa da alcuni professori e dirigenti scolastici che hanno apprezzato nei giovani l’interesse per questo tema sociale e la loro determinazione nel portare avanti le loro idee. Al di là dei risultati che questo sciopero potrà raggiungere, noi studenti abbiamo manifestato a gran voce il nostro malcontento ricordando ai politici che la libertà di espressione è alla base della democrazia. Nessuno dunque potrà vietarci di manifestare pacificamente la nostra opinione nei confronti delle decisioni che il governo prende e che toccano i giovani in prima persona». Gaetano Monteleone


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a cura di Gianluca Battista

L’erba del vicino

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L’erba del vicino

(ovvero... come farsi i fatti degli altri comuni)

Il Teatro, quello con la T maiuscola, che riapre, che ritorna ad essere la vera casa della musica a Bari e provincia, e

non più l’immagine di come una malavita cialtrona e arrogante, supportata da qualche sconsiderato, era riuscita a ferire in profondità una città intera. E poi un restauro made in Puglia, simbolo di rinascita culturale e spirituale, quando il bello non è scalfito dai secoli che passano. E infine la solidarietà, cui la musica fa da veicolo per dimostrare quanto grande sia il cuore a sud di Roma. Quattro archi ed un solo scopo: aiutare facendo vibrare quelle corde dalle quali si sprigionano melodie immortali. Questo e altro nella nostra rubrica, un modo sano per sconfiggere la malattia del “provincialismo” ed allargare i nostri orizzonti oltre quello che succede sotto casa… ed oltre il nostro naso. (Gi.Batt.)

BENTORNATO PETRUZZELLI

Ha riaperto i battenti il terzo teatro più importante d’Italia

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ARI - La notte tra il 26 e il 27 ottobre 1991 un infausto incendio distrusse quella che per tutto il novecento era stata la “casa” della musica per i baresi, e non solo. A diciotto anni di distanza, dopo una meticolosa ricostruzione, questa casa è stata restituita alla città e alla musica. Polemiche giudiziarie a parte, il Petruzzelli è stato, e sarà, il contenitore culturale più importante della Provincia, e con un briciolo di modestia, come lo ha definito il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Gianni Letta, «il teatro più innovativo d’Europa». Noi di “in Città” eravamo presenti all’inaugurazione, il 4 ottobre, assieme ad Autorità e colleghi giornalisti, e abbiamo avuto l’onore di assistere ad uno spettacolo unico. Le proiezioni sulla cupola, prima dei discorsi ufficiali, sulle note della “Casta Diva” della Norma di Bellini, l’ultima opera ad essere rappresentata nel politeama barese prima del disastro, hanno suscitato profonda emozione e stupore, e se quelle immagini avessero avuto il dono della parola, avrebbero urlato “finalmente!”. La generazione di chi vi scrive ha sempre visto il Petruzzelli nella veste “lavori in corso”, circondato da un’aurea di mitologia. Ogni qual volta si passava davanti, non si poteva far altro che fantasticare. Non sono mancate le critiche per l’attesa inaugurazione, e molte ancora sono le questioni irrisolte. Alla serata, infatti, erano presenti solo Autorità “locali”, a differenza di quanto è accaduto per l’inaugurazione della “Fenice” di Venezia, alla quale intervennero il Presidente della Repubblica e ben otto ministri, trasformando la serata in un evento di rilievo nazionale trasmesso in diretta sulle reti Rai. Sarà stata la “fretta” con la quale si è organizzata l’inaugurazione, o forse la volontà di non trasformare la serata in uno spot politico gratuito per Michele Emiliano & Co., questo non lo sapremo mai… Fatto sta che “fatto il teatro” bisogna fare i “teatranti” ed è proprio a questo proposito che salgono a galla alcune questioni irrisolte, in primis quella relativa all’Orchestra e al Coro. La Fondazione Lirico-Sinfonica Petruzzelli e Teatri di Bari è, infatti, l’unica in Italia a non avere un’orchestra ed un coro propri. Per l’inaugurazione ci si è avvalsi della collaborazione gratuita dell’Orchestra della Provincia di Bari e di un coro sotto contratto a tempo determinato, ma questo non potrà valere per sempre. Il primo appuntamento musicale, “Sogno di una notte di mezza estate” di Benjamin Britten, è andato in scena il 25, 27 e 29 ottobre, per la regia di Daniele Abbado e in co-produzione con il Teatro Valli di Reggio Emilia. Ad esso seguirà il Gran Gala di Danza di Eleonora Abbagnato il primo novembre e la rappresentazione della “Turandot” di Giacomo Puccini il 6 Dicembre, data in cui si festeggia San Nicola, Santo protettore del capoluogo pugliese. Quella che è stata per un secolo la casa dei baresi, si appresta a diventare una porta verso il mondo intero, come lo è stata nei primi decenni di vita del teatro e per tutti gli anni ’80, senz’altro gli anni di maggior splendore del politeama più importante del Mezzogiorno. La casa di Mascagni, Piccinni e Respighi, ma anche di Frank Sinatra “the voice”, di un mostro sacro del nostro teatro come Eduardo de Filippo e dell’elegantissima Carla Fracci, speriamo non resti una “bambola” da spolverare o peggio ancora un contenitore “riservato” a pochi. Per far rinascere il Petruzzelli, d’ora in poi, sarà necessaria la collaborazione di tutte le forze politiche, e non com’è accaduto, fino al giorno prima dell’inaugurazione, vanto per alcune e spettro per altre. Se questo accadrà davvero, dopo diciotto anni di attesa, potremo finalmente gridare a piena voce, “Bentornato Petruzzelli!”. (Mauro Capurso)

APPUNTAMENTO IN GALLERIA Bitonto ancora protagonista dell’arte pugliese

BITONTO - Si è tenuta il 16 ottobre la prima giornata di esposizione nella Galleria Nazio-

nale di Bitonto del dipinto “I Santi Cosma e Damiano”, datato 1630 e restaurato nel laboratorio della Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Puglia. In concomitanza con i festeggiamenti per i santi patroni di Bitonto, la pala d’altare, proveniente da Conversano e realizzata dalla mano sapiente di Alessandro Turchi, detto “l’Orbetto”, ha incantato i visitatori della galleria fino al 25 ottobre, ultima data di permanenza dell’opera presso Palazzo Sylos Calò, nel cuore del centro storico bitontino. L’olio su tela raffigurante i due martiri conquista lo spettatore grazie alla vivacità cromatica, l’eleganza delle proporzioni e della costruzione scenica, supportata da un’attenta descrizione dei panneggi, resa attraverso un piacevole gioco di ombre e chiaroscuri. L’opera con le figure dei due taumaturghi è stata seguita durante tutto l’iter di recupero artistico dall’esperto Massimo Pulini, che da subito ha attribuito il ritratto alla mano dell’Orbetto e non a quella del più famoso Paolo Finoglio, da sempre ritenuto padre del dipinto. Il restauro, operato da Angela Laterza e Anna Scaglairini, ha portato alla luce numerosi ritocchi sulla tela, risultato di manomissioni susseguitesi negli anni. Dopo l’eliminazione di uno spesso strato di vernice ingiallita ed il ripristino di abrasioni e lacune di colore, la tela è tornata al suo antico splendore. Il dipinto del Turchi ha ritrovato a Bitonto una sede naturale, legando a doppio nodo col territorio arte e fede, come sottolineato dal Soprintendente Fabrizio Vona, intervenuto all’inaugurazione: «Così il museo si lega al territorio e funziona da stimolo, con l’esposizione di opere provenienti dalle chiese della region, per la conoscenza dei capolavoro nascosti. Questa galleria è nata per servire il territorio e per trarne vitalità». In merito all’evento si sono espresse personalità del settore, ma anche il sindaco Raffaele Valla, entusiasta dell’iniziativa che contribuirà ad accrescere gli afflussi turistici nella cittadina del barese. Il Comune di Bitonto, inoltre, ha contribuito concretamente all’istituzione della galleria, nata dalla preziosa donazione di una vasta collezione di dipinti da parte dei fratelli Rosaria e Girolamo Devanna. La Galleria Nazionale della Puglia è visitabile tutti i giorni, tranne il mercoledì, dalle ore 9:30 alle 20, con ingresso totalmente gratuito, un motivo in più per non mancare al prossimo riallestimento delle opere esposte, in programma nell’imminente stagione invernale. (Testo e foto di Antonella Sollecito)


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Musica e solidarietà: il binomio che non fa mai una grinza L’erba del vicino

Il quartetto Hathor suona il 25 ottobre a Molfetta per l’APLETI

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ensate a quattro studentesse del Conservatorio di Bari, che cercano di conciliare quotidianamente l’ attività musicale e concertistica con lo studio universitario, pensate ad un giovane ragazzo giapponese che ha lasciato il suo Paese per venire in Italia a studiare musica, per poter poi tornare nella sua patria ed istituire un corso di fisarmonica, ancora inesistente. Mescolate tutti questi ingredienti, senza dimenticare che a condire il tutto c’è stato un grande spirito di solidarietà, di voglia di aiutare, con la propria passione, con la propria arte. Il risultato non avrebbe potuto essere diverso da quello ottenuto domenica 25 ottobre nel teatro San Filippo Neri di Molfetta: il Quartetto Hathor, composto da Marianna Ver-

cellini al primo violino, Eliana de Candia al secondo violino, Francesca Faleo alla viola e Mariapia D’Attolico al violoncello, con la partecipazione di Ryuya Kinoshita alla fisarmonica, ha eseguito musiche dell’Argentino Astor Piazzolla, dinanzi ad un pubblico numeroso ed entusiasta. Entusiasta non solo per il coinvolgimento del tango, dinanzi al cui ritmo è difficile restare impassibili, ma anche per la consapevolezza di contribuire alla crescita dell’APLETI ONLUS (Associazione Pugliese per la Lotta contro le Emopatie e i Tumori dell’Infanzia) a cui la serata è stata dedicata. Non sono mancate nemmeno le sorprese: le note della dolcissima “Ave Maria” sono state impreziosite dalla voce di

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Antonella Binetti, studentessa di Conservatorio e vincitrice di numerosi concorsi canori, mentre il celebre “Libertango” è stato incorniciato dai passi di quattro ballerine della scuola molfettese di danza “Il laboratorio della danza”. Il Quartetto Hathor, alla sua prima esibizione, non avrebbe potuto avere esordio migliore, e tutto l’ impegno profuso in questa occasione, che in realtà è lavoro quotidiano come ben sa chi si dedica all’attività musicale, è stato ben ripagato: lo possiamo dire? Grazie alla generosità del pubblico sono stati raccolti ben 650 euro, che sono solo una goccia nel mare di aiuto di cui avrebbe bisogno la ricerca, ma pur sempre qualcosa.

Via Torino, 12 Giovinazzo

di Daniela D’Attolico


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Bestiario giovinazzese

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Bestiario giovinazzese

IL NOSTRO FOTONOTIZIARIO

testi e foto di Antonella Sollecito

Arrivata in anticipo la morsa del gelo invernale, tra acquazzoni e raffiche di vento, Giovinazzo si prepara al solito letargo. Strade desolate, piazze silenziose ed un “mortorio” che farebbe invidia al più terrificante dei film horror. I primi segnali di rilassamento ed abbandono sono ben visibili per le vie del nostro centro e denotano, puntualmente, un disinteresse diffuso per i luoghi del nostro vissuto quotidiano ed in generale le questioni riguardanti la qualità della vita giovinazzese. Sperando che gli interessi del giovinazzese medio non si risveglino solo in prossimità delle feste natalizie o dei tradizionali fuochi di gennaio, noi di “in Città” fotografiamo e denunciamo, se non altro per “tenerci svegli” e non raggiungere anche noi le calde coltri casalinghe, come chi, cittadini ed amministratori, già dorme da un pezzo.

Cosa succede a Ponente?

Dopo i temporali e le mareggiate di metà ottobre, lo stato del Lungomare di Ponente, già da tempo abbandonato al suo destino, ha raggiunto un livello di incuria infimo. Il verde del passeggio sul mare è stato seriamente danneggiato in seguito alle inclementi condizioni atmosferiche del rigido autunno in corso. Gli esili pini del lungomare, da sempre poco curati e supportati da sostegni artigianali e poco efficaci, hanno ceduto, piegandosi, letteralmente, alla forza delle raffiche di vento del mese scorso. I numerosi tronchi obliqui, così, hanno contribuito a rendere il paesaggio della nostra costa ancora più desolato e, per alcuni versi, decadente. Cosa dovremmo aspettarci la prossima primavera, quando torneremo sul lungomare in cerca di qualche raggio di sole? Con un simile inizio potremmo immaginare solo la visione di un paesaggio lunare, da post-esplosione atomica. Provocazioni, le nostre, che vorrebbero essere un serio input per chi deve mantenerla pulita e sempre bella la nostra costa, anche dopo fenomeni naturali imprevisti ed imprevedibili.

Una sporca questione

Mentre prende fuoco la querelle cittadina riguardante la discarica ed il suo ampliamento, per le strade giovinazzesi l’attenzione al destino dei rifiuti non sembra così puntigliosa come mostrato nei dibattiti politici e nelle dissertazioni da bar. Se tutti sono attenti alle peripezie dell’immondizia depositata fuori paese, nessuno si cura di quello che succede sotto casa. Sacchetti di spazzatura compaiono come funghi in qualsiasi angolo della città, accanto agli ingressi di esercizi commerciali, vicino a scuole e chiese, su qualsiasi marciapiede e soprattutto a pochissimi passi dai cassoni di raccolta, differenziata e non. Alcuni cittadini hanno segnalato in redazione un fenomeno assai curioso: il giornaliero abbandono di questi sacchetti nei punti più disparati di una zona adiacente a via Molfetta, fornita di ben cinque cassonetti nel giro di qualche isolato. L’autore di questo gesto ottuso, quindi, non avrebbe alcuna giustificazione, vista l’abbondante presenza degli appositi raccoglitori. Ma si sa che alcune cose, come la stupidità unita all’ignoranza, non hanno bisogno di spiegazioni e scusanti alcune. Quanto poi all’inizio reale di un piano serio per la raccolta differenziata (ma non doveva partire a maggio?), per saperne di più, rivolgersi presso Palazzo di Città!


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GIOVINAZZO 2009

di Don Nicola Gaudio

sempre un invito alla gioia quando sentiamo questa frase, detta per voi giovani fidanzati o per altri. Perché il matrimonio non è soltanto l’amore tra un uomo e una donna. E’ anche il segno dell’amore di Dio per gli uomini. E’ attraverso il loro amore reciproco, in tutte le sue dimensioni (la condivisione della gioia e del dolore, l’amore fisico, la fecondità, il rispetto dell’altro nella libertà) che gli sposi scoprono cos’è l’amore di Dio per l’umanità: il dono di sé senza riserve. Il sacramento del matrimonio è segno efficace di una realtà trascendentale, è segno concreto per cui l’amore tra l’uomo e la donna è figura dell’amore di Dio per l’umanità. Il sacramento del matrimonio dà quindi voce sia all’annunzio di Dio come amore, sia all’invito che tutta l’umanità viva la qualità dell’amore sponsale. Riconoscere in noi i segni di speranza vuol dire leggere la presenza di Dio nella nostra storia e nella nostra quotidianità, vuol dire che Dio ci parla attraverso gli uomini, attraverso le esperienze del perdono, dello stupore, dell’accoglienza, delle ripartenze, delle scoperte. La percezione di Dio nel matrimonio è un’esperienza in continua crescita, così come i gesti della vita (perdono, ascolto, amore) acquistano il valore simbolico di una celebrazione. Invece oggi c’è poco mistero e poco sacramento nel matrimonio. Ma voi, giovani sposi, dovete provare giocare una scommessa con voi stessi. Dovete trovare le motivazioni forti per vivere insieme come coppia in modo stabile, seguendo un progetto condiviso. Dovete affrontare un cammino in due e per due convinti e consapevoli che il Signore è con voi nel costruire un rapporto in continuo divenire, in una strada spesso non diritta né agevole, un incontro in cui le vostre diversità non sono una reciproca accettazione, ma il meraviglioso e continuo stupirsi di come ciascuno di voi due continui ad essere, giorno dopo giorno, uno strumento straordinario per fare esperienza di Dio sulla strada di tutti i giorni.

12 E 13 DICEMBRE - CHIESA DEL CARMINE - VIA CATTEDRALE Ma questo giorno è pure un giorno di grande festa non solo per i due che costituiscono una nuova realtà familiare, umana e civile, ma anche per le famiglie da cui gli sposi vengono a distaccarsi per percorrere insieme una nuova vita. E, allora, perché sia vera festa, il giorno delle nozze si dispiega in una serie di manifestazioni oltre al rito matrimoniale che, moderatamente e convenientemente, necessitano di sussidi e supporti ausiliari che danno stupore ed essenzialità all’atto di amore che si consacra. Ecco allora la ricerca ad abbellire con equilibrati addobbi di fiori i luoghi di presenza degli sposi, degli abiti che con gusto danno luminosità e bellezza agli sposi, degli oggetti che creano l’atmosfera della lieta partecipazione degli ospiti familiari e non degli sposi, l’album di foto e i filmati che fermano le immagini dell’evento meraviglioso al ricordo non solo dei due protagonisti, ma anche per gli amici e i posteri. Queste cose fanno da contorno e cornice alla festa e quindi vengono proposte in una rassegna rappresentativa che indirizza e delinea il giusto orientamento alla progettualità della giornata più sublime della propria esistenza.

Gioielleria

Azzurra

GIOIELLERIA

Via Repubblica Italiana, 106/F Bitonto (Ba) - Tel. 080.3718342 (sotto i portici)

RIVENDITORE UFFICIALE:

CARLO PIGNATELLI CRIVELLI

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Sala Ricevimenti

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Atelier Sposa

Stai sognando il tuo abito da sposa? Visita il nostro nuovo Atelier dove puoi trovare tutto quello che hai sempre sognato.

E’ un giovane atelier che, con l’immagine fresca ed elegante che offre, vuole essere il punto di riferimento per chi cerca uno spazio piacevole in cui trovare grande accoglienza e il massimo della professionalità. Rosalba Spose in C.so Fornari 157 a Molfetta è un luogo d’incontro per le spose che desiderano un capo di Alta Moda delle migliori Griffe italiane come Fiorinda Le Spose di Carlo Pignatelli, Archè Sposa, Il Giardino dei Lillà ect… Un’equipe altamente professionale affianca e consiglia anche per la scelta degli accessori per completare il look delle spose. Ecco un consiglio speciale che la titolare di Rosalba Spose, la sig.ra Maria dedica a voi future spose: Per creare il total look giusto del grande giorno devi essere te stessa nella scelta dell’abito nuziale e solo così rispecchiando la tua personalità, si racchiude la nostra creatività, in un abito splendidamente unico, esclusivo di immagine e linee che si fondono in un prezioso risultato: l’abito di ROSALBA SPOSE

Molfetta C.so Fornari 157 Info: 080 3345552 www.rosalbaspose.it III


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Tutto in quel giorno deve parlare di te! Fioraio

«... prometto di esserti fedele sempre, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia, e di amarti e onorarti tutti i giorni della mia vita».

Con queste frasi, i fidanzati si uniscono nel sacramento del matrimonio del quale essi stessi sono ministri. Queste parole formulate davanti a testimoni e a tutti i partecipanti al rito delle nozze, sigillano un’unione cristiana e civile. Ma perché, ai fiori che sono l’espressione più felice di emozioni, di sentimenti non viene dato il giusto risalto? I fiori accompagnano gli sposi in tutti i momenti salienti dell’intera cerimonia: a casa, in chiesa, in comune, nel luogo del ricevimento, in auto e, naturalmente tra le mani della sposa. In virtù della loro naturale bellezza, comunicano sentimenti ed emozioni, aggiungendo un tocco di freschezza e di colore ad una giornata davvero “speciale”, dando insomma un prezioso contributo alla particolare atmosfera del matrimonio al fine di rendere questo speciale giorno sublime e festoso. I fiori si candidano ad essere in questa occasione, accanto agli sposi, i protagonisti indiscussi del “grande evento”; per questo motivo, è molto importante che il loro allestimento, dalla scelta dei colori alle forme e alle proporzioni, sia curato solo da fioristi esperti, dalla provata esperienza pluriennale, in grado di eseguire veri e propri capolavori dal contenuto artistico. Nella nostra società, dove tutto sembra ruotare intorno alle offerte e sconti, propinati da innumerevoli volantini che affogano le cassette della posta e che offrono merce non sempre di provata qualità, diventa davvero difficile fare scelte oculate per due fidanzati che decidono di convolare a nozze, ignari dei “pericoli” e inesperti, e soprattutto confusi a causa dei mille preparativi affinché tutto sia perfetto! Un fiorista professionista, per agevolare gli sposi nella scelta dei fiori delle varie composizioni, potrà decidere di mostrare loro le fotografie di alcune sue precedenti creazioni piuttosto che foto tratte da depliant o riviste del settore, contribuendo, altresì, a fornire agli stessi, una garanzia ulteriore della propria competenza e creatività. La maggior parte degli sposi, pensa, come per tutte le altre spese, di poter valutare la scelta del fiorista sulla base del costo del preventivo, sorvolando su dettagli importanti quali il numero di fiori per composizione, la qualità degli stessi, il modo di come questi vengono posti in chiesa, in sala, e trascurando, per di più, altri indicatori di qualità, quali la possibilità di assistere personalmente, la sera antecedente l’evento, all’allestimento delle composizioni o del bouquet da sposa. Capisco che la tentazione è forte per chiedere preventivi, quindi siamo del parere che l'addobbo floreale di un matrimonio essendo cosa seria, come tale va discussa personalmente con gli sposi momento giusto! Tenete presente che ci sono un gran numero di fattori che incidono sull'importo finale, tutti da valutare singolarmente: l'epoca del matrimonio, il tipo di fiori scelti e la loro stagionalità, la chiesa, il numero di composizioni necessaria per addobbarla, quanto "ricche" dovranno essere le composizioni e via dicendo... Quindi, se cercate un preventivo serio, non una cifra buttata lì a casaccio, recatevi dal vostro fiorista di fiducia (naturalmente se è meglio) e parlatene personalmente. Grazie a tutte.

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Garden Stella

di Bonserio-Guastamacchia

Via Crocifisso snc 70054 Giovinazzo - Tel. 0803941312 -www.gardenstella.com


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Fotografo

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STUDIO D

Fotografia Nicola Ditillo Piazza Garibaldi, 35 Tel. 080.3943205 347.7758878

, à t à i t l i a v i n t o a i e s r s e f C o e e Pr n o i s Pas V


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Parrucchiere

GAGLIARDI COIFFEUR di TIZIANO & ANGELA

Via Vittorio Veneto, 33 GIOVINAZZO Tel. 347.6254666

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Mobilificio

RIGANTE ARREDAMENTI

Via Pasubio, 35/33 - 70052 Bisceglie - tel. 080.3955803 www.rigantearredamenti.com - e-mail: rigantearredamenti@libero.it VII


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Atelier Tendaggi

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Ambientazioni d’Interni Liste Nozze

Atelier: Via Cattedrale, 12 - 70054 Giovinazzo (Bari) - Tel./Fax 080.3948685

Tipografia

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Allestimenti

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Depuratore

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Pasticceria

Scuola di Danza

Mini corso gratuito per coppie prossimi Sposi. Esibire il coupon per informazioni XI


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Corredo

Sweet Liberty

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Liste Nozze

Biancheria intima e per la casa

di Battista Maria Rosa

WALD domus vivendi

Via Bitonto, 9 - Tel./Fax 080.3947233 70054 GIOVINAZZO (Bari)

Belviso

Regali Bomboniere Liste Nozze

Via Agostino Gioia, 42 - Tel. 080.3944704 70054 - GIOVINAZZO (Bari)

• Solarium integrale • Pulizia viso Bellezza • Trattamenti viso anti-age • Massaggi • Cerette ipoallergenico • Trattamenti corpo: tonificante, riducente-anticellulite • Trucco sposa e personalizzato • Manicure - pedicure - trattamenti paraffina

UTILIZZO DI APPARECCHIATURE PROFESSIONALI

Sabato 12 e domenica 13 dicembre dalle ore 17,30 alle ore 22,30 in Via Cattedrale presso la Chiesa del Carmine. Ingresso libero XII

Staff organizzativo:

Luisa Battista Claudia Serrone Cristina Altieri

Con la partecipazione di: Tina Lopez, capo area Bimbi e Francesco Nitti, agente zona Folletto


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VIDEOCRACY: NON GUARDATELO INVANO

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i sono uomini che hanno cambiato le regole del gioco. Uomini che hanno macchiato la loro anima, riuscendo a vivere il privilegio di non doversene dolere. Politici che non hanno nulla a che fare con gli interessi della collettività ma che, nonostante tutto, ritengono di essere nel giusto, ben sapendo che la loro verità, come quella di chiunque altro al mondo, è un concetto soggettivo, perfettibile. La loro forza sta nella passività dei governati, nel sonno di chi subisce le loro violenze senza nemmeno rendersene conto anzi, ritenendo addirittura che sia giusto così. Videocracy in Italia è stato censurato, com’è giusto che sia in una dittatura come la nostra. All’estero, invece, ha fatto impazzire i botteghini. La giustizia, la legge, l’uguaglianza, l’etica e la morale, tutte cose da illuminismo post-datato ed obsoleto, inutile (e pure un po’ schifosamente comunista). La meritocrazia? Meglio lasciar stare. E’ un concetto del tutto dimenticato, polverizzato da una politica che è uscita vittoriosa ed indenne persino dallo scontro con un elementare concetto, fondamentale in ogni democrazia che si rispetti: il conflitto di interessi. La Fandango, casa di produzione cinematografica italiana, si è offerta di produrre Videocracy sapendo che avrebbe dato fastidio. Ha scatenato censure e piagnistei da parte di viscidi politici avvinghiati alle poltrone, timorosi di perderle e di perdere, con esse, la loro libertà. Dopo aver visto il circo mediatico documentato dal giovane Erik Gandini, se ne esce rattristati, indolenziti e pure un tantino incazzati, ma ciò che più infastidisce è il ritornare alle proprie vite facendo finta di niente, sapendo che non si può sfuggire al potere della comunicazione, di chi possiede televisioni e giornali ritenendo questa sua forza compatibile con i suoi doveri istituzionali. Osserviamo regole strambe e, a tratti, terribili. Videocracy mette a nudo persone, costumi e – rattrista dirlo - valori che non hanno mai avuto la compiacenza di mostrarsi con pudica dignità. Veline, escort, manager, paparazzi. Ed ancora, imprenditori corrotti ed impuniti, liberi di corrompere e di plasmare la propria impunità. Tutti soldati di un esercito che ha conquistato questo teatrino che, indegnamente, continuiamo a chiamare Italia. Un teatrino dalle luci ormai spente e dal sipario inesorabilmente abbassato.

Woddy Allen: il ritorno della sua brutale genialità BASTA CHE FUNZIONI Cinema & Libreria

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asta che funzioni” si apre con una scena da antologia: il protagonista spiattella senza pudore i suoi punti di vista, le sue insoddisfazioni ed i suoi ipocondriaci deliri su di un marciapiede di Manhattan, improvvisando un monologo davanti ai suoi amici, passivamente divertiti. Woody Allen torna nelle sale rispolverando le sue origini. Fotografa il mondo con il suo solito piglio meravigliosamente arrogante, da sognatore incallito e pensatore frustrato e convinto. Il suo pupillo gira per New York con braghe corte ed una lunga veste a ricoprire una canotta bianca, rivendicando diritti che il mondo contemporaneo non solo sembra aver dimenticato, ma addirittura sembra non aver mai conosciuto. Woody Allen è un poeta della commedia, un personaggio scomodo come tutti gli artisti che fanno della ragione assoluta la loro ragion d’essere e di operare. È un autore che puoi amare od odiare, ma da cui è impossibile non trarre ispirazione. Alcune espressioni di Boris Yellnikoff, il protagonista del film, nonchè alter ego di Woody, ti sferzano la mente, alimentando la voglia di riflessione di ciascuno di noi. Dal “racket di Dio”, sino agli insulti ai ragazzini delle nuove generazioni che non sono in grado di apprendere nulla ma solo di appassire sotto l’illusione di ideali spenti. Non c’è retorica, questo è il bello: c’è solo lo sfogo di un povero professore di meccanica quantistica, premio nobel mancato, l’unico credibile, se sputa velenose sentenze su questo povero mondo impazzito. E poi, c’è la geniale trama del film. E’ vero, non ne ho parlato ma, credetemi, anche qui c’è da fidarsi. L’ha concepita Woody Allen. Credo che, come garanzia, possa bastare.

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di Emilio Garofalo


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La cultura è di casa alla Vedetta

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di Fedele Capurso

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Arte & Cultura a 360°

Un tris di eventi presso la suggestiva location nel mese appena trascorso

S enza dubbio un autunno ricco di soddisfazioni per l’associazione Vedetta sul mediterraneo, che nell’arco di un

mese ha organizzato tre eventi di notevole interesse culturale in altrettante domeniche, occasioni tutte diversissime tra loro ma ugualmente piacevoli. Appuntamenti che, nelle idee degli organizzatori, sarebbero dovute essere quattro, ma imprevisti dell’ultima ora hanno impedito l’ inaugurazione della mostra fotografica “Ulivi secolari”. Andiamo ora ad analizzare nel dettaglio ciò che è accaduto nelle “Domeniche d’autunno alla vedetta”, inserite nell’ambito della manifestazione nazionale “Ottobre piovono libri”. Domenica 27 settembre

La rassegna si apre con un doppio appuntamento. Innanzitutto i numerosi presenti hanno potuto assistere all’inaugurazione della mostra fotografica “I mari del Sud”, composta delle migliori nove opere selezionate all’interno del concorso “Pixel di mare”, realizzato dalla Vedetta in collaborazione con il Comune di Galatina. Nell’occasione è stata premiata la vincitrice, Angela Calia, che ha conquistato la giuria, come sottolineato da Nicolai Ciannamea, con delle foto storiche sul mare estratte da un vecchio baule, memoria di viaggi in giro per il mondo del primo 900. La serata è proceduta con la presentazione dell’ultima fatica editoriale del direttore della Gazzetta del mezzogiorno Lino Patruno, “Alla riscossa terroni”, da cui è emersa un’interessante discussione circa la dibattuta e quanto mai attuale questione meridionale, argomento del libro, alla presenza dell’autore, del giornalista Pino Aprile e del

presidente della Associazione Niccolò Carnimeo. Dalla stessa si è evinta la comune convinzione di quanto il nostro Sud, forse mai completamente inseritosi nel contesto nazionale, si stia gradualmente allontanando dal resto d’Italia, con inevitabili ricadute in ogni ambito, senza il concreto supporto delle istituzioni. Domenica 4 ottobre

Nel secondo appuntamento è stato trattato un fenomeno cui forse molti non hanno mai fatto caso ma che innegabilmente ci riguarda tutti da vicino, l’evoluzione del “mondo Internet” e il prepotente ingresso del linguaggio informatico nella vita quotidiana. Questo, infatti, è il tema del libro “Dolce stil web” del giornalista Rai Pino Bruno, presentato domenica 4 ottobre. Ormai al giorno d’oggi, spiega l’autore, tutti, specialmente i più giovani, utilizzano in maniera talmente intensiva la Rete, come mezzo di comu-

nicazione o di ricerca, da farla diventare parte integrante della propria esistenza, e da modificare il proprio modo di esprimersi, con neologismi di diversa e spesso ignota origine, strane faccine fatte di punteggiatura e icone animate. Nel suo libro, Bruno, vero esperto di media, che ha seguito da vicino l’ascesa di Internet nell’ultimo decennio, getta luce dunque su tutti quei termini, come linkare, craccare, uploadare spesso abusati senza che si conosca il vero significato, e propone interessanti consigli per bambini e genitori che vogliono affacciarsi in maniera cosciente sul web. Il terzo appuntamento della rassegna “quando il sole si mette a leggere” è stato senza ombra di dubbio il più affascinante dei tre, e avrebbe potuto esserlo in misura maggiore se il tempo fosse stato benevolo con i presenti, che sfidando il maltempo sono accorsi comunque numerosi. Organizzato in collaborazione con la Lunar society, l’incontro mattutino ha avuto come tema infatti il sole, analizzato sotto diversi punti

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di vista, tra cui quello del poeta e filosofo latino Lucrezio, che nel suo “De rerum natura”, splendidamente letto e interpretato dalla prof.ssa Catalano, ne descrive la straordinaria potenza con altrettanta carica poetica. Purtroppo le spesse nubi hanno ostacolato l’osservazione dell’astro attraverso i complessi telescopi del prof. Raffaele Faragario, astronomo di pluridecennale esperienza, ma non hanno impedito all’artista Lino Savilli di mostrare la sua originalissima macchina selezionatrice di raggi solari, semplice nella fattura, è composta infatti da una falce da mietitore, una lente e un piano di legno, ma straordinariamente efficace nel mostrare visivamente il movimento terrestre. * * * La Vedetta, insomma, contando quasi esclusivamente sulle proprie forze si impone sempre più come luogo di cultura, in un paese, che, evento dopo evento, sta imparando ad apprezzarne le virtù.

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INFO: 3475231877 Redazione CON NEGOZI O VEN ZION ATO

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23 SPECIALE SHOPPING

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Novità di Novembre: Shopping in città è anche SPECIALE “SPOSinCITTA’ ” con consigli ed indirizzi utili per organizzare il giorno del SI’ insieme agli sposi di oggi e di domani

l progetto SPOSinCITTA’ nasce da un desiderio, tutto femminile, di dedicare uno spazio speciale ad un giorno davvero speciale: il giorno del sì. L’ introduzione è affidata non a caso a don Nicola Gaudio, guida spirituale per non perdere mai di vista il concetto della sacralità del matrimonio anche durante i piacevoli preparativi che ruotano in-

torno a questo evento. Preparato lo spirito a ricevere il sacramento del matrimonio, lasciamoci contagiare dal profumo dei fiori d’arancio e leggiamo quanto segue nell’inserto speciale affidato all’esperienza dei titolari delle attività commerciali che hanno aderito al progetto. Appuntamento da non perdere il giorno 12 e 13 Dicem-

bre dalle 17.30 alle 22.30 in Via Cattedrale 38, presso la sede della redazione, perché saremo lieti di ospitare lettori e visitatori in una cornice storica, quella della annessa Chiesa Maria SS. del Carmine, dove verrà data la possibilità agli espositori di presentare i propri articoli e servizi e di offrire consigli e suggerimenti ai futuri sposi.

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Shopping in città continua ad offrire ai lettori l’opportunità di fare acquisti convenienti leggendo le promozioni offerte dai commercianti a seguito del proprio spazio pubblicitario ed invita a prestare particolare attenzione alla edizione di Dicembre… perché fare i regali di Natale quest’anno sarà sorprendentemente piacevole!

Perché è importante saper scegliere un buon olio extravergine di oliva e come riconoscerne le proprietà positive? Perché utilizzarlo nelle diete? Quanto è importante nell’alimentazione di neonati, bambini, adulti e anziani?

SAPORE, SALUTE E QUALITÀ

Durante un meeting di gastronomia molecolare svoltosi in Sicilia, lo studioso americano Beauchamp, di fronte a un prelibato piatto condito con l’olio extravergine di oliva, sentì un pizzicore in gola simile a quello dell’ibuprofene, antinfiammatorio e antidolorifico. L’esperto decise allora, di mettersi sulle tracce della molecola responsabile del pizzico in gola dato dall’olio extravergine di oliva ed ha isolato l’oleocantale, sostanza che non solo provoca il pizzicore, ma ha anche gli stessi effetti dell’ibuprofene. Generalmente la gente associa il sapore amaro e piccante dell’olio a caratteristiche negative: al contrario queste caratteristiche sono dovute alla presenza di polifenoli, sostanze antiossidanti naturalmente presenti nell’olio di oliva e in particolare nell’olio di “coratina”. Fine prima parte

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Le emergenze sono in corso… formativo

N. 11 - Novembre 2009

di Giuseppe Dalbis

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Sociale

Riparte il ciclo di incontri ideato dalla Parrocchia Cattedrale e dal Dipartimento di Bioetica dell’Ateneo barese

T orna il Corso Formativo organizzato dalla Parroc-

chia Concattedrale, guidata da don Benedetto Fiorentino, con il patrocinio dell’Assessorato alla Solidarietà Sociale e alla Pubblica Istruzione del Comune di Giovinazzo. Giunto alla V edizione, esso si articola in sei appuntamenti messi a punto in stretta collaborazione con il Dipartimento di Bioetica, la Cattedra di Filosofia Morale, la Cattedra di Etica della Comunicazione e quella di Etica Sociale dell’Università degli Studi di Bari. Si parlerà di “Emergenze nella società globalizzata”, dopo che nella scorsa edizione, in occasione dell’anno paolino, si dibatté di Comunicazione sociale. Si comincia col Prof. Enzo Fiorentino, preside e sociologo, il quale metterà al centro della sua relazione il nucleo basa della società, la famiglia, troppo spesso in situazione d’emergenza e costretta al mutamento. Il Prof. Francesco Bellino, direttore del corso e del Dipartimento di Bioetica, affronterà il tema più che mai attuale della paura dell’altro, del diverso sia esso per genere, per religione, per orientamento sessuale o politico. In una

società dominata dal profitto bisognerebbe puntare all’impresa al servizio della persona; di questo si occuperà il Prof. Fabrizio Baldassarre, docente di Economia e di Gestione delle Imprese. I giovani che si rifugiano in dipendenze sempre nuove saranno invece al centro della rapporto della Dott.ssa Patty Calzolaio, educatrice professionale. La pace sarà prospettata come miglior soluzione per l’integrazione dei popoli in una società in cui serpeggia il razzismo dal Prof. Gaetano Piepoli, Ordinario di Diritto Privato. Chiuderà il corso il nostro concittadino don Paolo Turturro, Fondatore dell’Associazione “Dipingi la Pace” di Palermo, il quale parlerà della sua difficile esperienza tra i poveri di Brancaccio. Scopo del percorso indirizzato a diplomandi, universitari, docenti, educatori, psicologi, sociologi e volontari è la sensibilizzazione alla vita civile e quindi la formazione alla comunicazione, al rispetto dei diritti e all’assunzione di doveri. Per partecipare gratuitamente agli incontri, che si svolgeranno presso la Sala San Felice nella fascia preserale del mercoledì a partire

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dall’11 novembre, basterà recarsi entro il 5 novembre in Concattedrale per compilare un semplice modulo anagrafico. Il tempo per fermarsi a riflettere senza banalità o influenze me-

diatiche su ciò che ci circonda quotidianamente scarseggia sempre di più per cui questo corso formativo può indubbiamente rivelarsi un’occasione da prendere al volo!

Personaggi, luoghi, eventi della nostra Storia. I volti, i luoghi, gli avvenimenti che non ci sono più, ma che appartengono alla nostra memoria collettiva e che è importante ricordare perché patrimonio comune della nostra storia, delle nostre comuni origini; per ricordare da dove veniamo, per sapere dove andare.

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uesto il tema dell’invito lanciato agli artisti di tutta Italia dalla AM art gallery che promuove la VIII edizione del Premio Nazionale Natiolum. La nostra città accoglierà gli artisti, selezionati per la Rassegna, che vorranno confrontarsi su un grande tema, la Storia. Una ricca kermesse, per regalare al pubblico una panoramica della produzione artistica contemporanea, che vede impegnati tanto gli artisti più affermati quanto le giovani promesse. Presenti, in esposizione dal 25 Ottobre al 15 Novembre, le opere selezionate per la Rassegna, nelle diverse sezioni, fotografia, pittura, grafica,scultura. Ad arricchire l’evento, una sezione dedicata alla Poesia. Il Premio Natiolum, organizzato e promosso dalla AM art gallery e dalla stessa istituito nel 2002, è giunto alla sua 8^ edizione raccogliendo grandi consensi da parte del pubblico e degli artisti che rendono pregio alla manifestazione partecipando da diverse città d'Italia, quest’anno anche di nazionalità diverse, arricchendo una Rassegna divenuta importante appuntamento per tutti gli artisti che amano il confronto, che credono nell'importanza di un riferimento comune, nell'incontro in spazi sempre più qualificati e in occasioni sempre più importanti motivando ancor più l'impegno della AM art gallery sul territorio. • Domenica 25 Ottobre ore 19,30 - Presentazione degli artisti selezionati. Omaggio alla serata con una performance di Musica dal vivo, a cura di Paolo Fiorentino e Mauro Capurso • 7 Novembre - Lettura delle liriche selezionate per la sez. Poesia - Interverrà il prof. F. Martini. Omaggio alla letteratura: Presentazione del libro di G. Marinaccio “Veleni e contese tra mistero e fantasia”. Nel corso della serata consegna del Premio Natiolum - sez. Poesia • 15 Novembre - Premiazione della sez. artistica, con ospiti il pubblico, gli artisti, la Giuria. AM art gallery invita Pubblico ed artisti a partecipare alla Manifestazione

La mostra rimarrà aperta ogni giorno 19.00-21.00 sab. e dom. 18.30-22.00 Info artisti, programmi, eventi su www.amartgallery.com


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Un Anthurium e una mela per la vita

25 Sociale

N. 11 - Novembre 2009

L’A.I.D.O. e l’A.I.S.M. in piazza con fini diversi ma accumunati da un sola parola: “SOLIDARIETÀ”

D ue gazebo in piazza Vittorio Emanuele il giorno 10 e 11 Ottobre u.s. fa-

cevano da cornice a una piazza un fase di letargo, quasi stanca nell’aver sopportato milioni di calpestii, rumori, suoni e trambusti dell’estate appena trascorsa. Un’atmosfera ormai autunnale, in una grigia giornata di Ottobre, veniva ravvivata da tanti palloncini colorati che facevano capolino su uno dei gazebo che i volontari avevano impiantato in loco. Il gruppo comunale dell’Aido “Luigi Depalma” anche quest’anno era presente in piazza, aderendo alla campagna di informazione e autofinanziamento che l’A.I.D.O nazionale promuove da otto anni. Il presidente Vito Fumai, molto compiaciuto dei risultati ottenuti, ha voluto esprimere solo un piccolo disappunto (da trasmettere in seguito agli organi nazionali ) cioè la sovrapposizione con altre importanti iniziative di carattere sociale, non concordato con le principali associazioni di volontariato a livello nazionale «si sarebbe evitato un sovraffollamento su piazze cittadine, continua il presidente, specialmente in questo periodo di ristrettezze economiche che il paese sta vivendo. Ben vengano queste iniziative, ha proseguito, tra le principali cause della carenza di organi da trapiantare primeggia quella della disinformazione e della mancata sensibilizzazione specifica rivolta al cittadino ed in particolare ai giovani sul valore della donazione». Il gruppo A.I.D.O. è riuscito ad avvicinare molti concittadini spiegando loro che le idee di “società” e “solidarietà” devono necessariamente unirsi a quella della “responsabilità”, che non possiamo demandare a

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NOVEMBRE 2009

01/11/2009 - Domenica: dalle 07.30, alle 11.30 05/11/2009 - Giovedì (*): dalle 16.30, alle 19.00 19/11/2009 - Giovedì (*): dalle 16.30, alle 19.00 (*) Consumare un pasto leggero evitando l’uso di grassi e terminare almeno tre ore prima della donazione.

N.B. Le date e gli orari sono suscettibili di variazioni dettate da esigenze del Centro Trasfusionale. Per qualsiasi informazione siamo a disposizione presso la nostra sede in Via Marconi, 9 - tel./fax 080-3947733.

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chi dovrà decidere per noi nell’acconsentire al prelievo degli organi dopo la nostra morte. Nelle due giornate molti dubbi sono stati fugati dai volontari verso chi era ancora titubante e disinformato sulla tematica della donazione. Quasi 150 piante di Anthurium sono state offerte ai tanti visitatori che si sono avvicinati presso i punti d’informazione e questo ha visto premiato lo sforzo che i volontari hanno profuso in questa circostanza. Nell’altro gazebo i volontari dell’AISM offrivano, invece, sacchetti di mele aderendo alla campagna nazionale “Una mela per la vita”, iniziativa, questa, tenutasi su 3.000 piazze italiane che ogni anno permette di raccogliere fondi per sostenere la ricerca scientifica e per incrementare i servizi sanitari e sociali dedicati alle persone affetti da questa terribile malattia. Partita in sordina nel 1994, (con il coinvolgimento di 250 piazze), questa manifestazione di solidarietà, svolta sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, promossa dall’Associazione Italiana Sclerosi Multipla e dalla sua Fondazione – FISM – con UNAPROA, (la principale Unione di Organizzazioni di Produttori Ortofrutticoli d’Europa) è giunta alla sua quindicesima edizione. Negli anni è cresciuta fino a raggiungere 3.000 piazze distribuendo circa 8,5 milioni di chili di mele che hanno permesso di raccogliere 16 milioni di euro fino ad oggi , da destinare alla ricerca e ad incrementare i servizi alle persone colpite dalla malattia. Piazza Vittorio Emanuele era fra

queste piazze e, grazie all’opera instancabile dei volontari AISM di Giovinazzo capeggiati dal presidente Pignatelli, nelle due giornate di presenza in piazza, sono stati distribuiti 110 sacchetti di mele ai giovinazzesi, sempre pronti a sostenere, su tutti i fronti, lo sforzo dei volontari quando si parla di solidarietà. Quest’anno parte dei fondi raccolti andranno a sostenere il Programma “Giovani Oltre la SM” che comprende attività di informazione e servizi mirati ad aiutare i giovani con sclerosi multipla nei diversi ambiti della vita lavorativa, sociale e familiare; proprio perché, questa malattia imprevedibile, invalidante e cronica colpisce principalmente la fascia di età tra i 20 e i 30 anni: cioè i giovani nel pieno delle proprie energie e nel periodo della vita più ricco di progetti. Enormi passi sono stati compiuti dalla ricerca che hanno permesso di mettere a disposizione delle persone colpite nuove terapie in grado di rallentare l’evoluzione della malattia, ma tanto resta da fare come l’individuarne le cause e le cure risolutive. Ecco, la mancata informazione e l’idea di solidarietà verso gli altri sono i veri stimoli che spingono questi volontari a scendere in piazza e spiegare che “noi” siamo gli “altri” per coloro che ci vivono vicino.

di Giuseppe Dagostino


di Corrado Gagliardi

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L’antica genuinità del FICO

Frutto di una pianta rustica che si sviluppa in modo spontaneo in tutta l’area del Mediterraneo, il fico rientra tra gli alimenti da consumare in piena sicurezza, in quanto non ha bisogno di trattamenti chimici per crescere forte e rigoglioso. Apprezzato fin dall’antichità per la sua dolcezza, citato più voltenella storia biblica, vistoso con il suo cuore rosso in tutte le nature morte dipinte dal Seicento in poi, il fico è decisamente un frutto che appartiene alla nostra cultura alimentare, anche se la sua riscoperta come ingrediente di preparazioni dolci o salate è piuttosto recente. Il suo gusto delicato lo rende infatti adatto ad essere impiegato in torte e dessert ma anche in insalate, piatti freddi o antipasti, soprattutto in abbinamento con formaggi e affettati. VARIETÀ E VALORE ALIMENTARE - Dal punto di vista nutritivo il fico è ricco di zuccheri, minerali e vitamine, quindi notevolmente energetico, ma al tempo stesso digeribile e quindi indicato nell’alimentazione di anziani, bambini, sportivi. Quanto alle varietà ne esistono ben 700 con buccia verde o nera. I fichi verdi hanno dimensioni variabili, buccia lucida e polpa granulosa bianco-rossa, mentre i fichi neri hanno buccia viola ed una succulenta polpa rosso-bruno. Tra le varietà selezionate più note, si ricordano il Gentile ed il Columbro bianco (fiorone); il Verdesco ed il Brogiotto; il Brogiotto bianco e il Dottato. La loro bontà dipende molto dal grado di maturazione: sceglieteli dunque ben maturi, con la buccia opaca, tenera, non troppo compatta e una goccia di liquido zuccherino che esce dal fondo.

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Ingredienti: 6 fichi verdi, 200 gr di farina, 2 uova + 2 tuorli, 50 gr di granella di noci, 5 gr di semi di finocchio, 380 gr di zucchero, 160 gr di burro, la buccia di 1 limone non trattato, 1 bustina di lievito per dolci, un pizzico di sale. Preparazione: Distribuire 300 gr di zucchero in uno stampo d’alluminio di 36 cm, unire 1 dl d’acqua e cuocere a fuoco basso, con la retina spargifiamma, fino ad avere un caramello appena dorato. Togliere lo stampo dal fuoco e disporre sul fondo i fichi tagliati a metà, con la parte tagliata verso il basso. Versare lo zucchero rimasto con la buccia di limone. Aggiungere le uova. Incorporare il burro morbido e la farina. Unire il lievito e il sale, poi i semi di finocchio e la granella di noci e amalgamare. Distribuire l’impasto nello stampo raffreddato coprendo completamente i fichi. Cuocere la torta in forno a 160° per 50 minuti. Togliere lo stampo dal forno e rovesciarlo subito sul piatto da portata.

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La donna delle ostie

27 Tradizioni

GLI ANTICHI MESTIERI

D elegate alla confezione delle ostie da consacrare per

la somministrazione del Sacramento dell’Eucarestia sono state sempre le suore all’interno dei monasteri . Per loro questa particolare attività era un tempo quasi sacra perché il lavoro si univa alla preghiera. In seguito, i mutamenti apportati dalla civiltà moderna hannno stravolto anche questa antica tradizione: il lavoro manuale è stato sostituito dal lavoro industriale. Ciò è visibile nei negozi di oggettistica sacra, dove tra i vari prodotti in vendita vi sono anche le ostie in grande quantità. Per fortuna, in questo cambiamento sociale vi è ancora chi all’interno della propria abitazione opera in forma devozionale. Nel nostro paese è Giulia Illuzzi, oggi ottantacinquenne, che produce e offre le particole alla chiesa di San Francesco d’Assisi, detta dei Cappuccini. Ella continua un’attività iniziata da Pasqua

e Angela Carrieri, sue congiunte. Le due sorelle in occasione di una situazione di necessità sorta per restaurare la locale chiesa della Madonna degli Angeli, pensarono di contribuire alla raccolta dei fondi producendo ostie da vendere a tutte le chiese di Giovinazzo. Erano i primi anni Sessanta del secolo scorso. La nostra signora Giulia per operare è fornita dell’attrezzatura necessaria comprendente una matrice, la schiaccia, e una tagliatrice. La schiaccia, alimentata elettricamente, è composta di due piastre circolari in ferro tenute assieme da una cerniera. La piastra inferiore, dalla superficie liscia, fa da base. La pia-

stra superiore porta a rilievo i segni da imprimere alla pastella quali un’ostia grande al centro per il momento dell’Eucarestia e dieci ostie più piccole da distribuire ai fedeli durante la celebrazione della Messa. Su tutte sono riprodotti il Crocifisso e l’emblema di Cristo, IHS. La tagliatrice arnese interamente in metallo, è fornita di due cerchi di misure diverse e di una manopola che azionata a mano stacca le particole dalla grande cialda una per una. Il procedimento della lavorazione inizia con il miscelare farina di grano e acqua. Ottenuta una pastella di giusta consistenza si stende sulla schiaccia precedentemente arroventata la quantità necessa-

ria all’uso e si pressa con la piastra superiore. Raggiunta la cottura dell’impasto si passa alla tagliatrice. Un ricordo legato a questo “rito” per chi ha frequentato le scuole presso l’Istituto San Giuseppe delle suore Vincenziane di Giovinazzo, era l’attesa della giornata che le religiose dedicavano alla lavorazione delle ostie per rifornire la propria chiesa. Ciò si svolgeva nel locale adibito a stireria ubicato al pianoterra del convento. Per un giorno la stanza cambiava destinazione d’uso e profumava della cottura della sottilissima sfoglia bianca che rappresenta il pane azzimo, senza sale e senza lievitazione, consacrata e offerta dal sacerdote nel sacrificio della Messa. Noi bambine, incuriosite, presenziavamo a questo insolito lavoro e attendevamo l’invito dalla suora a raccogliere i frammenti della cialda. Li gustavamo perché erano graditi la croccantezza e il sapore di grano che essi sapevano dare.

N. 11 - Novembre 2009

Ringrazio Luisa Maldarella Carlucci per avermi fornito notizie riguardanti la sua famiglia. Foto di Nicola Mongelli – Archivio Beatrice A. Cestari.

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Sociale

testo di Armando Palmiotti

foto di Marso Capurso

UNA FESTA PER INSEGNARE A DONARE LA FRATRES DI GIOVINAZZO CELEBRA LA 9ª FESTA DEL DONATORE

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a Fratres, gruppo Donatori Volontari Sangue, ha organizzato la Festa del Donatore, giunta alla nona edizione, dedita a ringraziare tutti i donatori e a sollecitare, in particolare i giovani, a diventarlo. Anche quest’anno il 18 ottobre è stata celebrata

una Santa Messa nella parrocchia San Giuseppe presieduta dal Vescovo Mons. Luigi Martella per tutti i donatori volontari di sangue. Purtroppo a causa del maltempo e di una pioggia incessante, il corteo dei donatori e dei collaborato-

ri Fratres, che si sarebbe dovuto snodare dalla sede di Giovinazzo, in via Marconi 9, fino alla parrocchia San. Giuseppe non si è potuto svolgere. Durante la Santa Messa le parole del Vescovo della nostra Diocesi sono state molto toccanti, infatti, Sua

Eccellenza, tramite la lettura del Vangelo ha dimostrato una grande stima nei confronti di quello che la Fratres svolge tutti i giorni, ininterrottamente, dando vita, grazie all’aiuto dei donatori, ad un’organizzazione VITALE. A seguire, dopo la San-


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ta Messa, si è svolto il pranzo conviviale presso la sala ricevimenti “La Favette” dove il delegato del presidente nazionale della Fratres Giuseppe Festa, il presidente della Fratres Giovinazzo Pasquale Arbore, il consigliere regionale Fratres Molinaro, il vice presidente Fratres Pica ed altri hanno premiato coloro hanno raggiunto la soglia delle 30, 50 e 100 donazioni volontarie.

Ad essere premiati, oltre agli uomini, sono state anche numerose donne: con 30 donazioni volontarie è stata premiata la signora Carrieri Michelina, con 50 donazioni sono stati premiati i signori Bonvino Nicola, Andriano Cristina, Vero Pasqua, Montaruli Santa, Catanzaro Annateresa, Stallone Nicoletta, Mastropasqua Arcangela, Ribatti Vincenzo, Digioia Marina, Crismale Giuseppe e Mario

Dimiddio. Inoltre è stato premiato con una medaglia d’oro il sig. Bonvino Angelo che ha raggiunto l’esemplare quota di 100 donazioni! Al termine della premiazione il sig. Festa ha “premiato” il presidente della Fratres Giovinazzo Arbore con un dono personale ed una targhetta commemorativa di questa cerimonia, ricordando inoltre che il gruppo giovinazzese è stato, e conti-

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nua ad esserlo, uno dei gruppi più attivi della regione. Nonostante il cielo plumbeo e le nuvole cariche di pioggia, quella dei donatori è stata una giornata splendida, carica di felicità, letizia, animata da balli e canti. Certamente ci si è resi conto di quanto sia importante donare; Infatti, il motto Fratres recita “Una stilla del mio sangue per un palpito del tuo cuore”...

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foto di Nicola Marinelli

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BASTA POCO PER PRENDERE IL

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testo di Rachele Panarelli

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Seconda edizione dei Giomadonnari per “piccoli” talenti

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essetti, “aria aperta” e tanta fantasia: sono sufficienti poche cose per tirar fuori delle vere opere d’arte. Soprattutto se a produrle sono dei bambini. La seconda edizione del concorso Giomadonnari ha visto protagonisti i ragazzi delle scuole elementari di Giovinazzo e i ragazzi di prima media. La manifestazione tenutasi domenica 27 settembre ha riproposto l’esperienza di realizzare disegni con i gessetti sul sagrato della chiesa di San Giovanni Battista. Il tema di fondo sul quale sviluppare l’elaborato ha riguardato la figura di San Tommaso, patrono di Giovinazzo. Nonostante qualche iniziale reticenza dei bambini, riguardo l’esprimersi su una figura che poco conoscono, i giovani artisti si sono lanciati nel loro lavoro. A dar loro sostegno ed entusiasmo c’erano gli organizzatori dell’evento, i membri dell’Arciconfraternita del Carmine, in particolare Francesca Lacandia, Annamaria Facchini, Paolo Lasorsa, Annamaria Dagostino. La scelta di far realizzare disegni su San Tommaso è motivata dall’intento di far riscoprire ai piccoli cittadini del nostro paese il senso di appartenenza ad esso e alle tradizioni che lo caratterizzano. Il tutto è realizzato con modalità vicine all’esigenze e alla propensioni dei partecipanti. Il risultato è quello di veder tirar fuori tutta la creatività, la fantasia e l’originalità di questi giovanissimi disegnatori. La premiazione si è tenuta domenica 11 ottobre presso la chiesa Maria SS. del Carmine. I tre elaborati scelti sono quello di Barbara Romanelli perché «il volto di San Tommaso appare solitario sul paesaggio ti-


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RE IL VOLO pico della nostra Giovinazzo. La colorazione è delicata e tenue di tipo impressionistico»; quello di Erica Scaravilli: «ben riuscita la grafica nel rappresentare lo stemma in cui campeggia il Santo patrono. La colorazione vivace e brillante»; infine quello di Dalila De Ceglie: «San Tommaso rappresentato in primo piano con le braccia spalancate in segno di protezione verso il nostro piccolo paese. Buona la grafica e la cromia è piuttosto calda e ben appropriata». Ad essi si aggiunge Antonio Carbonara distintosi per il suo elaborato, ma che non è stato scelto poiché già vincitore l’anno scorso. Il realizzatore del disegno apprezzato perché «il tema è stato rispettato. San Tommaso e la Madonna di Corsignano al di sopra del paesaggio giovinazzese ci proteggono. La cromia evanescente evidenzia la spiritualità dei due santi rappresentati», è stato premiato con un set di colori a tempera. Ai tre vincitori, invece, spetterà un volo su un aereo: partendo dall’aereoporto di Palese sorvoleranno Giovinazzo e i paesi limitrofi. L’idea del “volo”, offerto in collaborazione con l’Aereoclub di Palese, è tesa a ricordare un’importante figura storica di Giovinazzo: quella di San Giuseppe da Copertino. Egli infatti è ritenuto “protettore degli studenti”, ed è ricordato per le sue estasi: veri sollevamenti da terra che il santo viveva nei momenti di intensa preghiera. Così il volo regalato ai ragazzi vuole essere un incentivo a credere e ad impegnarsi sempre al massimo in tutto ciò che fanno, di non limitarsi mai nell’esprimere le loro emozioni e passioni, di “eleversi”, appunto, con la propria arte.

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Cercasi aspiranti giornalisti!

ari lettori, so che siete numerosi a seguire la rubrica dei “Piccoli Giornalisti in Carriera”. Queste pagine sono diventate un appuntamento importante per il nostro giornale poiché rappresentano il vivaio della nostra redazione. E’ un’opportunità significativa per i più piccoli che vengono a contatto con la realtà giornalistica attraverso la riunione della redazione, la discussione degli argomenti e infine la stesura e pubblicazione del proprio articolo. E che emozione vedere il proprio nome sul giornale a conclusione del proprio lavoro. Questo mese vogliamo invitare voi lettori a segnalarci nuovi piccoli giornalisti in carriera! Un’esperienza di socializzazione e confronto sicuramente unica. Che aspettare dunque, basta contattare la redazione (i numeri li trovate nelle prime pagine) oppure il numero che Filippo Molinini, nell’articolo che segue, ha messo a vostra disposizione per contattarlo e segnalare la vostra disponibilità a partecipare. Vi aspettiamo numerosi!

uesto mese, tramite la nostra rubrica, vogliamo fare un importante annuncio: CERCASI COLLABORATORI!!! Infatti cerchiamo ragazzi e ragazze che vogliono cimentarsi in questa bella avventura… scrivere su un giornale!!! Vi assicuro che è molto divertente, parliamo, stiamo insieme e possiamo cogliere i frutti del nostro lavoro in edicola, ogni mese!!! Noi ci incontriamo una volta al mese in redazione e discutiamo su svariati argomenti di attualità, per poi scegliere quello di cui scrivere. All’interno del gruppo però, c’è la possibilità di fare anche

acrostici e mesostici, oppure qualche bel disegno riguardante il tema scelto. Naturalmente non mancano le risate, gli scherzi e le feste!!! Secondo me il mestiere del giornalista dev’esssere molto bello perché consente a chi scrive di raccontare quello che vede e farlo conoscere agli altri, con una chiave personale, sua. Questo secondo me è il giornalista: spigliato, curioso e con tanta voglia di scrivere. E questo lo diventeremo insieme perché la redazione è uno di quei luoghi dove si impara, ma anche dove si cresce.

Per i lettori del giornale, sconto interessante sul nuovo materasso presentato.

Vincenza Pastoressa

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AAA: cercasi collaboratori!!!

La piccola giornalista

di Marilisa Sisto

I piccoli giornalisti in carriera


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V oglio raccontarvi la mia esperienza di giornalista che è ancora oggi molto piacevole, costruttiva e soprattutto positiva.

Un invito...

Ques to mese Tanti auguri al piccolo Andrea Sigismondo, che il 27 settembre ha spento la sua prima candelina, dai genitori Isabella e Gioacchino, i nonni Angelo, Nunzia, Andrea e Lucrezia, zii e cugini.

f a g li augur i a... Il 1 ottobre Marianna Palladino è diventata dott.ssa in Scienze dei beni culturali con la votazione di 110/110 e lode. Tanti auguri dai genitori Enza e Antonio e dal fidanzato Giuseppe.

Dalla solare Sicilia una piccola stella è caduta dal cielo completando la felicità di Nicola e Antonella. I nonni Michele e Maria Camporeale, Enzo e Sara Terranova si uniscono a questa grande gioia. Auguri Michele

E’ sbocciato un nuovo fiorellino nella famiglia Palumbo D’Attolico, la piccola Miriam, che, con i suoi occhietti vispi, il suo dolce sorriso, ha riempito di gioia i cuori dei suoi genitori Angelo e Marinella, dei nonni, degli zii e dei cuginetti nel giorno del suo Battesimo. Benvenuta polpetta!

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Filippo Molinini

pare almeno una volta ad una riunione della nostra redazione: non ho dubbi che questa esperienza vi lascerà il segno! Se desiderate partecipare o chiedere informazioni chiamate dalle 14:00 alle 15:30 tutti i giorni al seguente numero: 3461547441. Accorrete numerosi, sono certo che sarà anche un’occasione in più per fare nuove amicizie. Un caro saluto da Il piccolo giornalista

Frequentavo la 3a primaria presso la scuola San Giovanni Bosco e mi fu proposto di partecipare alla Redazione “in Città” come piccolo giornalista in carriera, insieme ad alcuni amici di classe. Il mio compito allora era quello di fare un disegno in base all’argomento che puntualmente decidiamo ogni mese. Che emozione fu la prima volta quando vidi riprodotto su una pagina del mensile il mio disegno con la mia firma accompagnata da una mia foto! Ero veramente entusiasta di me stesso come giornalista in erba. Ora sono cresciuto e non solo con l’età (adesso frequento la 2ª media presso la scuola Buonarroti-Marconi) ma anche per un impegno giornalistico infatti ora scrivo anche articoli. Il mio posto con il compito di fare i disegni è stato preso da mio fratello Gianluca. Quindi invito tutti voi, ragazzi e ragazze a voler parteci-


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di Claudia Sezrrone

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… dal balcone a casa di Luca si vede anche il mare…

In partenza per l’America il 24 marzo: l’operazione è fissata, Luca avrà enormi benefici

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l mare, sì, della speranza. Continua così il ritornello della canzone A casa di Luca di Silvia Salemi che mi aiuta a proseguire questa meravigliosa fiaba. Perché come tutti i bambini sanno, le fiabe hanno il lieto fine. E anche per Luca c’ è un importante, imminente positiva novità a lieto fine. Dopo la visita dal dr. Miller presso l’ospedale Dupont a Philadelphia, Luca sarà operato. L’ intervento che lo attende prevede tre operazioni nello stesso giorno: una protesi per la lussazione dell’anca destra della durata di circa 30 – 40 anni. Ancora un grande aiuto nel campo in cui nessuno

prima d’ora aveva osato, ovvero la spasticità, il problema più grande della sua patologia. Si tratta di allungare i muscoli degli arti inferiori per aiutarlo nella funzionalità delle gambe, perché Luca non ha mai perso la memoria del cammino. La terza operazione invece è sulla gamba sinistra su cui Luca ha un intrarotazione del ginocchio; pertanto il dr. Miller procederà all’extrarotazione del femore, e questo sarà l’intervento più doloroso per Luca. Il medico però è stato fiducioso, molto fiducioso; Tina ne parla contenta: «La visita è durata più di due ore, il dottore ha voluto vedere le capacità di mio figlio, le sue forze

nelle braccia, la sua voglia di farcela. Sottoporlo a tre interventi non significa martirizzarlo; il dottore è stato molto chiaro. Vuole ridare a mio figlio la funzionalità delle gambe e non intende operarlo a metà. Luca è molto positivo, ha già grandi sogni. Non sta più nella pelle». L’intervento è fissato per il 24 marzo 2010 e il primo grande risultato concreto che il dottore si aspetta è il fatto che Luca, trascorse le sei settimane di fisioterapia lì e continuando a casa con costanza la terapia, che è quella più efficace e benefica, potrà camminare con il carrello… e chissà… magari anche con le sole stampelle. Dipende dalla forza di Luca. E se è così, lui ne ha dav-

vero tanta; ha voluto parlarmi, ricordarmi che la sua prospettiva è molto ottimista: «Il mio obiettivo è camminare proprio da solo, uscire con gli amici e addirittura ritirarmi all’una!! La mattina farei una bella colazione e, dopo essermi caricato di energia, vorrei correre, passeggiare. Senza dimenticare la carriera da cantante, per cui devo studiare tanto e magari riuscire a diplomarmi al conservatorio». In attesa di partire, questi mesi Luca sta lavorando tanto per potenziare il tronco e gli arti superiori, in modo da essere pronto a supportare le sue gambe, una volta pronte, e ritornare a mettere passi, sempre più passi verso la felicità.

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La vita è un dono meraviglioso Riflessioni

Ho trovato una bellissima poesia di Madre Teresa di Calcutta e ve la propongo perché, oltre ad essere un inno alla vita, è uno stimolo per viverla e usarla bene.

Alle volte abbiamo paura di vivere La vita è una opportunità, coglila la vita, e perciò non la vita è bellezza, ammirala facciamo esperienla vita è beatitudine, assaporala za, non vediamo, non sentiamo, non la vita è un sogno, fanne una realtà rischiamo, non la vita è una sfida, affrontala prendiamo a cuore la vita è un dovere, compilo nulla, non viviamo. la vita è un gioco, giocalo Perché la vita sila vita è preziosa, abbine cura gnifica essere coinla vita è una ricchezza, conservala volti attivamente. la vita è un amore, godine Vivere significa la vita è un mistero, scoprilo sporcarsi le mani, la vita è una promessa, adempila buttarsi con coragla vita è tristezza, superala gio, cadere e sbattela vita è un inno, cantalo la vita è una lotta, affrontala corpo a corpo re il muso, andare al di là di voi stessi... la vita è una tragedia, accettala tra le stelle. Ma dola vita è un’avventura, rischiala vete decidere voi la vita è felicità, meditala per voi stessi. la vita è la vita, difendila. Cosa significa Madre Teresa per me la vita? Sono convinto che se ogni giorno dedicassimo un po’ di tempo a pensare alla vita e a viverla, e ad amarla, saremmo incredibili! Ma la vita ha un modo meraviglioso per risolvere questo problema. Per me è sempre affascinante perché, quando la vita non viene vissuta, esplode in noi. È come cercare di bloccare il coperchio di una pentola che bolle. Succederà qualcosa, ne sono convinto. Finirete per piombare nella paura, nella sofferenza, nella solitudine, nella paranoia o nell’apatia. Tutti segni del fatto che non state vivendo, Quindi, se avvertite uno di questi sintomi, rimboccatevi le maniche e dite: “Ora devo vivere”. Non è facile, ma la vita ci fa sapere che dev’essere vissuta. Meraviglioso! Perché c’è la morte? Perché c’è la sofferenza? Vorrei che non ci fosse, ma non so perché c’è. Se passassi la vita a cercare una risposta a questi interrogativi, non vivrei mai. Però a quelli che vengono da me dico che so qualcosa della vita. C’è una cosa chiamata gioia, perché io l’ho provata. E c’è una cosa chiamata follia meravigliosa, perché l’ho vissuta. E c’è una cosa chiamata amore, perché ho amato. E so che c’è una cosa chiamata estasi, perché ho conosciuto l’estasi. E so

LA VITA

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anche, perché ho conosciuto gente che ne ha fatto esperienza, che c’è una cosa chiamata rapimento. Scegliete voi stessi. Finitela di odiarvi. Finitela di buttarvi giù. Abbracciatevi e dite: Sai, va bene così! Quando vi siete riconciliati con le vostre debolezza, allora c’è l’avete fatta! Voi siete un miracolo! Ecco come don Tonino canta alla vita. «Oggi, forse, ci manca il gusto della vita, il senso globale dell’esistenza, la ricerca appassionata dei valori. La frenesia della vita contemporanea ci fa sperimentare la profondità delle cose che viviamo. Bisogna riscoprire la bellezza del silenzio, la gioia degli incontri, il sapore della conversazione, il gaudio dell’accoglienza, l’implacabile conforto dell’unità familiare, il valore della gratuità, la dolcezza del perdono. Dobbiamo recuperare la capacità di stupirci e di liberarci dalla cattiveria. Sostituire la nostalgia antica delle nostre abitudini con l’insopprimibile nostalgia di cieli nuovi e di terre nuove, in cui possano regnare la pace, il rispetto del dialogo, la ricerca del bene comune. Riempire di luce e di speranza le nostre case e vivere la gioia della vera libertà».

Siamo quelli dei “treni bianchi”, siamo quelli dei grandi pellegrinaggi, siamo L’Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali. Siamo gente di speranza proprio dove la sofferenza sembra togliere la voglia di sorridere. Volontari senza alcun corrispettivo se non la gioia di “spendere la vita” per la vita e la felicità degli altri.

E’ la fede in Gesù Cristo che ci rende compagni di strada di tutti, senza esclusione, ma soprattutto di coloro che “restano indietro”. Siamo una grande esperienza di condivisione con gli ammalati, con i poveri, con i bambini in difficoltà e le loro famiglie. Antonio Diella

Presidente Nazionale

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di don Nicola Gaudio


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AFP, WELCOME BA testo di Filippo Luigi Fasano

e di Nicola Miccione

foto di Nicola Marinelli

Sabato 21 novembre la squadra di Marzella feste

Ssaràabato 21 novembre non una (euro) visione, quel-

la al palazzetto di viale Moro. A venticinque anni dall’ultima volta l’Afp si riaffaccia in Europa grazie al piazzamento dello scorso campionato, valso la partecipazione ai playoff e soprattutto la qualificazione alla Cers, la Coppa Uefa dell’hockey a rotelle. Un quarto di secolo fa i biancoverdi si congedarono in Coppa delle Coppe, contro un avversario di lusso (Benfica) ed alle soglie della finalissima. I ragazzi terribili di Marzella proveranno ad arrivare fino in fondo, proprio come chi li ha preceduti tanti anni fa. Ma guai a dirselo fuori dallo spogliatoio. L’approccio, nonostante gli scongiuri del caso, sembra morbido, e arriverà soprattutto al caldo di casa, a distanza di appena un chilometro da quella che è stata l’arena di tante rimonte insperate. Una di queste, forse la più bella, quella contro i

catalani del Sentmenat nel 1980, è stata miracolosamente riversata e tramandata su dvd. Marzella, allora talento in sboccio, che infila una rete dopo l’altra ai malcapitati ospiti, la voce del cronista che si arrocchisce di gol in gol sino alla sua undicesima prodezza ed alla conquista della Coppa delle Coppe. Per molti dei tifosi di oggi, che allora non erano ancora nati, l’Europa è ancora questo o poco più: riprese malferme, colori sbiaditi, una muraglia umana a far da sfondo animato ad un piccolo grande miracolo sportivo. Lo stesso che l’Afp vorrebbe replicare oggi, dopo la risurrezione dalle ceneri della B. Il ritorno in Europa è sempre stato sbandierato come tappa intermedia di un progetto ambizioso che si prefigge di alzare il tiro (e l’obiettivo) anno dopo anno. Anche alla vigilia del debutto casalingo contro gli inglesi dell’Herne Bay, Marzella, che

del progetto rimane il catalizzatore, non ne fa mistero: «Ho iniziato l'avventura alla guida dell'Afp con l'obiettivo di riportarla ai fasti d'un tempo. E dopo oltre venticinque anni sono ri-

La lezione di Marolla: “Afp, niente paura” Venticinque anni fa tagliava la pista in lungo in largo. Oggi segue invece dagli spalti, da

dirigente, quanti vestono quella che è stata l’unica maglia della sua carriera, appendice materana a parte. Angelo Marolla, unico ad aver giurato con Frasca e Cannato sempiterna fedeltà ai colori biancoverdi, è il testimone dell’ultima avventura europea dell’Afp. Correva l’anno 83/84 e l’ancora fortissima Anthony, sebbene giocasse in A/2, disputò lo stesso la Coppa delle Coppe in quanto finalista di Coppa Italia. «Non potevamo più contare su Pino Marzella – ricorda Marolla, trasfigurato in urlo da Tardelli-mundial sulla copertina dell’almanacco di Nicola Bonvino – ed a livello economico l’Afp Giovinazzo non era più quella di una volta. Ma riuscimmo ugualmente ad arrivare quasi in fondo». L’avventura biancoverde si interruppe in semifinale solo contro il Benfica, abile a ribaltare con 14 reti, come tante volte l’Afp aveva fatto nella sua vecchia tana, il 2-6 rimediato all’andata a Giovinazzo. L’anno prima, invece, in lizza per la Cers, Marolla e compagni s’inchinarono solo al Vercelli, in una finale tutta italiana, dopo aver eliminato Club Patin Cibeles Oviedo, Thunerstern e Juventude de Viana: i piemontesi s’imposero in casa (6-4) e fuori (7-2). E l’Afp pagò la competitività su più fronti (l’ultimo atto fu raggiunto anche il coppa Italia) addirittura con retrocessione in serie A/2. Ed ora, dopo un quarto di secolo, si riparte da avversari inglesi. Con immutata voglia di stupire. «Nonostante la crisi economica riusciremo a disputare un ottimo campionato e proveremo a fare la nostra bella figura in Europa». Con tanti saluti, secondo Marolla (il primo accosciato da sinistra nella foto-ricordo tratta dal sito www.afpgiovinazzo.org), alle difficoltà di onorare più competizioni, che forse fu fatale alla squadra di venticinque anni fa: «Non penso che riscontreremo ostacoli particolari. Piuttosto continueremo ad accumulare esperienza che, nel corso degli anni, ci porterà a fare sempre meglio». (N.M.)

uscito a riportarla in Europa, sempre nel segno dell'innovazione hockeistica e col supporto dell'intera società». Dopo gli incoraggianti battesimi di coppa, il campionato è cominciato con una sconfitta fuori ed una vittoria in casa, e proseguirà con il primo derby tutto barese nella storia dell’A/1, contro un Molfetta apparso già competitivo. Un torneo equilibrato che fatica ad eleggere una regina indiscussa potrebbe premiare a sorpresa la freschezza dei ragazzi biancoverdi. Una variabile impazzita che l’allenatore non ha certo mancato di mettere in conto: «L'Afp vuole semplicemente migliorare il rendimento dello scorso anno. Nello spogliatoio abbiamo i nostri obiettivi, i nostri sogni, le nostre idee. Insomma sappiamo davvero cosa vogliamo. Ma questo ce lo teniamo tutto per noi». Ora bisogna cominciare, insomma, a pensare da grande. A gestire il doppio sforzo settimanale. Fisico e mentale. «Certo - precisa Marzella l'Afp non ha l'abitudine di giocare due volte in pochi giorni. Ma la squadra non mi preoccupa ed è pronta per gareggiare su


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BACK TO EUROPE

a festeggia il ritorno in Cers contro l’Herne Bay

Herne Bay United: cannibale in Inghilterra, Cenerentola in Europa Invincibile con le connazionali, arrendevole con il resto d’Europa. Il bilancio continen-

due fronti». Per molti sarà l’esordio europeo con la maglia del club. Anche per gente come Illuzzi e Dagostino che ha già accumulato esperienza internazionale con le rappresentative azzurre. Per tutti meno che per Angelo Depalma, tornato a piena disposizione del tecnico, e per Uri Bargallo, unica faccia nuova. Lui, che è stato guardiano del Follonica cannibale, sa di certo come si fa. E forse a Giovinazzo è arrivato anche per questo: «Per gareggiare su due fronti devi essere semplicemente concentrato e costante. Per quanto mi riguarda non ci sarà alcuna pressione. A me piace giocare su palcoscenici importanti soprattutto in Coppa Campioni, dove giochi contro i migliori club d'Europa. La trasferta in Inghilterra, ad esempio, servirà a cementare il gruppo in quella che, per molti atleti, sarà una bellissima prima volta». Quella arriverà a dicembre, come magnifica strenna natalizia per tanti appassionati. Ma prima è in programma la serata di gran gala di fine novembre. E siamo convinti che sarà solo la prima di una lunga serie.

tale degli inglesi dell’Herne Bay United, primi avversari dell’Afp in Coppa Cers, non toglierà certo il sonno ai ragazzi di Marzella: zero punti nelle sei gare dell’ultima Eurolega, appena uno nell’edizione di due anni fa, strappato sulla pista di Prato ad eliminazione già sancita. Ma l’impatto più recente contro un’italiana è stato deflagrante: le quaranta reti subite lo scorso anno dal Bassano 54, fra andata e ritorno l’hanno rilevata come squadra molto veloce ma di caratura tecnica, a detta di osservatori italiani, riscontrabile in A/2 se non più in giù. L’Herne Bay, nata nel 1924, sembra però curarsene poco. Anche perché entro i confini nazionali è la squadra cannibale del movimento inglese, con quindici titoli vinti sugli ultimi diciassette messi in palio. E non potrebbe essere altrimenti, fra l’altro, per la squadra di un paese a cinquanta chilometri da Londra che si professa la “culla dell’hockey moderno”. E forse lo è davvero, con altre due compagini iscritte al torneo nazionale (un’altra griffata HBU, una sorta di formazione B, più quella dell’altra società cittadina, addirittura la prima ad essere stata fondata) ed un fiorente movimento che annovera praticanti dai sei ai quaranta e passa anni, oltre ad una attivissima sezione di pattinaggio artistico. Fra i primi avversari inglesi nella storia dell’Afp, guidati dall’allenatore-giocatore Phil Mc Vey, spiccano i nomi di Brendon Barker, capocannoniere della scorsa stagione con ottanta reti, Dendy Hudson e Simon Hosking, già nazionali inglesi. E quelli che ancora non lo sono, quasi certamente lo diverranno, per la presenza massiccia di numerosi talenti in sboccio. Il loro segreto? Forse il bellissimo impianto in cui giocano, una bomboniera appollaiata sul porto e festosamente popolata da centinaia di spettatori. Ci si penserà al ritorno, rassicurati magari da un ampio scarto di reti. Giusto per evitare brutte sorprese. (F.L.F.)

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U na medaglia d’oro ai mondiali come risarcimento per lo scippo

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“Voglio allenare. Ma dalla Puglia non mi chiamano ancora” olimpico di un estate fa. In ottobre l’avremmo celebrata su queste pagine, se la nazionale di ginnastica ritmica fosse stata ancora roba di Marinella. Non lo è più, invece, da un anno, da quando la 23enne Falca ha abbandonato l’azzurro per spostarsi ai bordi della pedana. Dove gli esercizi si studiano e non si eseguono. Non più discente ma docente. Non più atleta ma allenatrice. Una nuova sfida, bella e stimolante, dopo averle vinte tutte da agonista. Ce la siamo fatti raccontare di persona, come già accadde dieci anni fa agli arbori di una carriera che prometteva parecchio. Sperando che la benevolenza di “in Città” le porti di nuovo fortuna. Marinella, che fine ha fatto? «Che fine avete fatto voi, piuttosto! Dopo Atene, con l’argento al collo, ero la figlia di tutti. Al ritorno da Pechino, la figlia di nessuno. Mi avevano promesso di chiamarmi per una cerimonia: sto ancora aspettando». Non sembra molto contenta del trattamento che Giovinazzo le ha riservato. «Una ragazza che partecipa per due volte alle Olimpiadi dovrebbe essere motivo d’orgoglio per un paese intero. Altrove hanno fatto a gara per presentare i propri concittadini. Al rientro dalla Cina, sono scesa dall’aereo ed ho trovato solo una ristretta cerchia di amici ad aspettarmi. Insomma, torni dalla massima competizione sportiva e non lo sa

Lo sfogo di Marinella Falca, ad un anno dal ritiro dalla nazionale di ginnastica ritmica

nessuno. Eppure, non si festeggiano solo le medaglie». Intanto le sue ex compagne di nazionale continuano a vincere anche senza di lei. «A Mie, in Giappone, c’ero. C’ero col cuore. So esattamente cosa provavano loro un attimo prima di entrare in pedana. Come bastava guardarci negli occhi per scatenare magia. E poi da agonista ho lasciato da vincitrice: tutto il mondo ha visto di quale splendida esecuzione siamo state capaci a Pechino. E come incredibilmente siamo state escluse dal podio». Perché ha lasciato? «Perché sono stanca di una vita piena di sacrifici: l’impossibilità di uscire

quando si vuole, la dieta, il rigore degli allenamenti… Nella nostra disciplina è già difficile partecipare ad una Olimpiade, figuriamoci a due… Cosa mi ha rubato la ginnastica? Nulla, mi ha solo regalato tanto, tantissimo. Chi ha avuto l’infanzia che ho vissuto io? Forse è per questo che c’è una parte di me che ha 14 anni, un’altra che ne ha 40, ed infine una terza che se ne sente 23, la mia vera età». Come è la sua vita, oggi? «Sto vivendo finalmente Giovinazzo. Per la prima volta me ne sono goduta l’estate per intero, con la festa patronale, il Gamberemo e tutte le altre manifestazione. E mi son detta: hai visto questo paese, così piccolo ma così ricco di iniziative? Sono una grande appassionata di hockey: ho tanti amici in squadra e non mi perdo una partita. E nel frattempo continuo a girare per l’Italia». Dove? «A Roma, dove vado periodicamente per corsi d’aggiornamento nell’Aeronautica Militare di cui faccio parte. E poi ho cominciato a fare stage in qualità di ginnasta dimostratrice. E’ il primo passo per la carriera da allenatrice. Forlì, Genova, Napoli, Desio… Insomma, hanno chiamato ovunque. Tranne che in Puglia: una cosa che proprio non capisco». Sarebbe dunque aperta a collaborazioni con realtà locali? «Non penso ce ne siamo i presupposti. Perché non pensare invece ad una società tutta mia?».

La terapia mensile della Giovinazzo sportiva per lo stress da pay-tv DATA

Sabato 31 Ottobre Sabato 31 Ottobre Domenica 1 Novembre Sabato 7 Novembre Sabato 7 Novembre Domenica 8 Novembre Sabato 14 Novembre Sabato 14 Novembre Domenica 15 Novembre Martedì 17 Novembre Sabato 21 Novembre Sabato 21 Novembre Sabato 28 Novembre Sabato 28 Novembre Sabato 28 Novembre Domenica 29 Novembre Domenica 29 Novembre

IMPIANTO

Palazzetto Via De Ceglie Molfetta, palazzetto P.zza Don Sturzo Palazzetto Via De Ceglie Palasport Via Moro Palasport Via Moro Campo sportivo De Pergola Palazzetto Via De Ceglie Palazzetto Via De Ceglie Palazzetto Via De Ceglie Palasport Via Moro Palasport Via Moro Palasport Via Moro Palazzetto Via De Ceglie Palazzetto Via De Ceglie Palasport Via Moro Campo sportivo De Pergola Palazzetto Via De Ceglie

ORA

19,00 20,45 18,30 16,00 20,45 14,30 16,00 19,00 18,30 20,45 16,00 orario da definire 16,00 19,00 20,45 14,30 18,30

DISCIPLINA

Pallavolo maschile, serie C, girone A Hockey su pista, serie A/1 Pallacanestro, Promozione Calcio a cinque, serie A/2, girone B Hockey su pista, serie A/1 Calcio, Seconda Categoria Calcio a cinque, serie B, girone D Pallavolo maschile, serie C, girone A Pallacanestro, Promozione Hockey su pista, serie A/1 Calcio a cinque, serie A/2, girone B Hockey su pista, Coppa Cers, 1° turno Calcio a cinque, serie B, girone D Pallavolo maschile, serie C, girone A Hockey su pista, serie A/1 Calcio, Seconda Categoria Pallacanestro, Promozione

EVENTO

Asd-Manzoni Sport Andria Goccia di Sole Molfetta-Afp Fidens-Fovea Foggia GS-Brillante Afp-Amatori Lodi Polisportiva-Pro Gioia del Colle Atletico-Adriatica Pescara Asd-Pol. Popolare Canosa Fidens-Caggianelli Bisceglie Afp-Trissino GS-Promomedia Putignano Afp-Herne Bay United Atletico-Frascella Matera Asd-Materdomini Castellana Afp-Sorgente Camonda Breganze Polisportiva-Ursus Trani Fidens-Arx Bari

testo di Filippo Luigi Fasano

foto di Nicola Marinelli


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Leggendo quà e là

40 N. 11 - Novembre 2009

Varie

La Cooperativa Olivicoltori espone a Guastalla Acquedotto, al via i lavori di ampliamento della rete cittadina Il “frantoio sociale” partecipa all’ evento fieristico Sono partiti i lavori di ingrandimento della rete idrica, lungo via Devenuto, via Zurlo, via Molfetta sino all’innesto con la complanare Cola Olidda

L

a rete idrica giovinazzese si estende. Sono iniziati all’inizio del mese, infatti, (e proseguiranno per i prossimi 110 giorni, ndr) i lavori che porteranno l'acqua potabile in alcune zone del territorio. Un quadrilatero disegnato da via Molfetta sino all’innesto con la complanare Cola Olidda per ricongiungersi lungo via ten. Devenuto. Interventi resi necessari per garantire la corretta funzionalità della rete idrica, dove esistente, e l’ampliamento della stessa nelle aree sinora prive di tale servizio. In particolare l’intervento, pari a circa 1.500.00,00 euro e sostenuto dall’Acquedotto Pugliese, consiste nella realizzazione di un tronco principale (denominato Tronco 1 DN 150), nella sostituzione del tronco secondario (denominato Tronco 2 DN 150) che attraversa contrada Zurlo. Ed ancora: sarà realizzato il Tronco 2.1 DN 150, che attraversa contrada Zurlo, e sarà sostituito il Tronco 3 DN 150 situato in via Devenuto. «Gli interventi – specifica il vice sindaco Pasquale Tempesta – interessano tronchi secondari e sono essenzialmente costituiti da sostituzioni di tronchi oggetto di continui interventi manutentivi da parte della U.T. di Bari e da limitate chiusure ad anello». In particolare, i primi sono stati individuati acquisendo informazioni dai tecnici dell’A.Q.P., responsabili delle singole gestioni, in funzione del numero, della frequenza e della tipologia delle rotture prodottesi nel tempo. «La realizzazione di questi lavori – pone l’accento il numero due di Palazzo di Città – serviranno a rendere più efficiente il sistema di distribuzione in caso di chiusure parziali della rete per lavori di manutenzione, dovuta comunque alla possibilità di consentire l’erogazione alle utenze non direttamente interessate dal tratto di rete su cui si eseguono i lavori». Nicola Miccione

AGOSTINO RONCHI La memoria del caro Agostino è presente non solo in noi congiunti ma anche presso gli amici e tutti coloro che in qualche modo l’hanno incontrato e frequentato per ragioni di lavoro. A suo ricordo e suffraga, in occasione dell’anniversario della scomparsa, il giorno 22 novembre alle ore 18,00 presso la chiesa di San Giovanni Battista (vulgo San Francesco) sarà celebrata una messa a vantaggio della salvezza della sua anima.

27-10-2008

In memoria di...

IGNAZIO LA CANDIA Un anno è trascorso dalla tua scomparsa. La tua luce, che ha illuminato la nostra famiglia, continua ad irradiarci e a confortarci. Viviamo ricordando la tua vita esemplare, spesa con onestà e riservatezza. La tua continua presenza paterna tra noi ha generato nel nostro cuore una risposta silenziosa e carica di gratitudine: “TI VOGLIAMO BENE”, che nei lunghi anni, quotidianamente, ti è stata familiare. Tano, Giancarlo e Franca

9-9-1952

21-9-2009

SABINO RIBATTI

"Il destino ti ha tolto troppo presto dall'affetto della famiglia, ma non ti toglierà mai dalla nostra memoria e dal nostro cuore. Lasci un mondo di dolore per un regno di pace".

P

della terra dei Gonzaga

er la sua prima esperienza fieristica la Cooperativa Olivicoltori, la maggiore realtà produttiva della nostra città, ha scelto “Piante ed animali perduti”, la fiera che ogni anno si tiene a Guastalla a fine settembre. Ospite dello stand del Comune di Guastalla, con il quale il nostro è gemellato, la Cooperativa, ha offerto ai visitatori, nelle giornate del 26 e 27 settembre, “pane ed olio”, connubio antico che esalta le qualità organolettiche del nostro oro verde. A detta del nuovo Consiglio di Amministrazione della Cooperativa, lì rappresentato dai consiglieri Angelo Colaluce e Michele Stufano, si è trattato di un’ottima opportunità per «poter esportare il prodotto e farlo conoscere al di fuori della realtà cittadina. Si tratta di un primo passo, verso un discorso di promozione più ampio. Siamo, infatti, già stati invitati dal sindaco di Gabicce Mare, in provincia di Pesaro - Urbino, città anch’essa gemellata con Guastalla, a partecipare ad una rassegna fieristica a maggio». Alla fiera erano presenti anche numerose autorità locali, in particolare il Sindaco Natalicchio e l’Assessore alla Attività Produttive Dagostino, oltre ai consiglieri Magarelli, Piscitelli e Dolciamore. La campagna olivicola alle porte subirà senz’altro un calo rispetto agli anni scorsi, anche a causa della forte grandinata di Giugno. Tuttavia la Cooperativa si appresta ad iniziare un nuovo percorso, basato sulla tracciabilità dell’olio e, come già anticipato, soprattutto su una maggiore promozione del prodotto che raccoglie l’impegno quotidiano di oltre 600 produttori locali. Mauro Capurso

Cambiamento Pronto (nel) Soccorso

Il Pronto Soccorso è ora aperto anche di notte in attesa di cambiare sede e di migliorare in efficienza e tipologia di servizi

U

na località turistica con 20000 abitanti e altrettanti visitatori estivi sprovvista di un presidio medico d’urgenza. Giovinazzo ha sempre corso il rischio di ritrovarsi in una simile e assurda condizione per cui l’apertura del pronto soccorso dalle 8 alle 20 sembrava quasi potesse bastarci. In realtà nelle ore di massimo afflusso nelle nostre vie incidentati e pazienti acuti erano costretti ad attendere in fila nei presidi dei paesi limitrofi. Finché, dopo la visita del Direttore Sanitario dell’ASL, c’è stata l’inattesa inversione di tendenza: l’apertura è stata estesa all’intero arco della giornata, sui tre turni ruoteranno quattro medici, mentre i locali sono stati ristrutturati e dotati di un sistema di collegamento con i vicini reparti ospedalieri in grado di diagnosticare a distanza e in diretta, e quindi di salvare la vita degli infartuati. Non è finita qui: a breve infatti dovrebbero partire i lavori per la costruzione di una Casa della salute che sostituirà l’attuale struttura di via Papa Giovanni XXIII. È stato infatti siglato un complicato accordo che prevede il passaggio dell’attuale area sanitaria dalla Regione al Comune il quale concederà in cambio per trent’anni un terreno comunale della zona servizi adiacente al Palasport di Viale Aldo Moro. L’ASL vi realizzerà un moderno Pronto Soccorso e un poliambulatorio attrezzato per la diagnostica. La macchina si è messa in moto: il Consiglio Comunale ha già ratificato l’accordo e l’Ufficio Tecnico sta vagliando un primo studio di fattibilità; a meno che non ci siano i soliti intoppi da lavori pubblici, non dovrebbe passare molto tempo prima di poter vedere finalmente in funzione un servizio sanitario periferico autonomo e degno di nota. Giuseppe Dalbis


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