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Periodico promosso dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine - Giovinazzo - Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997 Spedizione in A.P. 70% Filiale di Bari - Anno XIII - N. 3 Marzo 2009 - Euro 1,50

Foto di Eri c Forsmark

C’è un grande prato verde...



PERIODICO PROMOSSO dall’Arciconfraternita Maria SS. del Carmine Registrato presso il Tribunale di Bari al n. 1307 in data 20/1/1997

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intestato alla Arciconfraternita Maria SS. del Carmine

Chiuso in tipografia il 25 febbraio 2009

Il raggiungimento della dimora eterna resa difficile per la politica paesana (pag. 6)

C’è un grande prato verde . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 2 Riceviamo e pubblichiamo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 3 Il vuoto della politica dalla società . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 4 Visioni di Giovinazzo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 5 Il raggiungimento della dimora eterna reso difficile dalla politica paesana . . . . . . . . 6

“Emergenza Loculi”: non passa la mozione dell’istituendo P.D.L. . . . . . . . . . . . . . . . . 7 A colloquio con il consigliere Dino Piscitelli capogruppo di Forza Italia . . . . . . . . . . . 8

Questione cimitero: silenzio tombale al comune . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 9

AFP: Area fortementente pericolosa? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 10 Villa Giustina: la storia infinita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 14 “Da grande voglio fare il politico” una sera a casa di Luca . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 15 La scuola al tempo degli SMS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 16

Il nostro fotonotiziario . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 18 Le meraviglie nascoste in “Puglia fuori strada” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 22

Hèdi Bouraoui al Liceo Spinelli . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 23 Tra scienza e memoria . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 24 Carnevale: è festa al primo Circolo Didattico . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 26 Un pallone per amico... un amico per la solidarietà e la legalità . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 28

I piccoli giornalisti in carriera . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 30

Ciao “mèste Maurin” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 32 Sempre con noi . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 33

Vedere in positivo per dare un senso alla vita . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 34 AFP, rialza la testa . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 37 “E adesso portateci in serie B” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 38

Varie . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 40


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C'è un grande prato verde…

N. 3 - Marzo 2009

di Filippo D’Attolico

Editoriale

P

er la verità la canzone, della metà degli anni ’60, «… dove nascono speranze ascoltata più volte dalla splendida voce di Gianni Morandi, s’intitola “Un Mondo d’Amore”. Non è che si chiamano ragazzi. mia intenzione prendere a considerare il senso del teQuesto è il grande prato dell'Amore» sto canoro, ma vorrei far mio il primo verso, quello con cui gli autori del brano hanno voluto introdurre quella romantica melodia che ha affascinato e fatto sognare intere generazioni, producendo anche splendide emozioni nei giovani di quei tempi: C'è un grande prato verde. Ed è il prato che ognuno vorrebbe ammirare e godere all’interno di ogni quartiere, sia esso centro o periferia, per smorzare il grigiore delle strutture cementizie che danno sempre più i connotati ai nostri centri cittadini, piccoli o grandi. Quel prato verde, atteso e desiderato, tanto dai giovani quanto dagli anziani, per potersi ritrovare e riposare nel tempo di svago , immaginando appunto, … “Un mondo d’Amore”. Voi, cari lettori, potreste, però, eccepire che tutto ciò è fantasticheria, fuori dalle logiche esistenziali della nostra società in cui tutti mirano al guadagno, anche facile, che di fatto non ci fa riflettere sulle condizioni di convivenza e di accoglienza di gruppo sociale in una circoscrizione urbana o in un contesto residenziale, concepito nei programmi edilizi con standard ambientali di un certo livello. Ed, invece, io vorrei porre alla vostra osservazione angoscianti immagini di degrado di aree pubbliche come quello che (ahimè!) vi propongo in copertina. Peraltro, la visione che ci si prospetta è tale da divenire parte di noi stessi, tanto siamo abituati a convivere con quello stato di bruttura. Vorrei anche rappresentarvi che “prato verde” è tra i primi desideri monitorati mediante il questionario distribuito a cura del nucleo operativo denominato “Visioni di Giovinazzo” (vedi pag. 5); ciò a significare, in ordine di valore, che è tra le priorità delle aspettative in termini di qualità della vita nel nostro centro urbano. Ed allora mi si prospettano quesiti che ogni cittadino, ritengo, possa porsi spontaneamente: • Dalla foto si dovrebbe dedurre che l’area in contesto sia da dichiararsi come verde pubblico al servizio dei recenti insediamenti residenziali adiacenti il cavalca-ferrovia; ma ha le caratteristiche di spazio verde urbano così come si presenta? • Se tale si dovesse ritenere, come mai è stato sottoposto ad un trattamento di diserbamento operato da un attrezzo mobile, su cui era segnalato “Green Management”, che spargeva al suolo un abbondante liquido la cui composizione chimica si percepiva anche a distanza? • Sarebbe lecito in aree urbane eseguire simili trattamenti, incuranti delle conseguenze nocive che tali procedimenti possono produrre a danno di persone e di animali? • Certo lo scopo di ripulire l’area dall’erba è stato subito raggiunto; qualche giorno dopo, l’intero piazzale si copriva di erba giallastra dissecca, tranne all’estrema periferia, ove persisteva ancora il verde spontaneo, meta gradita dei nostri amici a quattro zampe. E’, dunque, questo il nostro angolo verde di quartiere? • Per ricorrere a tale soluzione di disserbamento, mediante spargimento di sostanze chimiche, dovrei supporre che di tutto si tratti, fuorché di uno spazio a verde pubblico. Altrimenti tanto grave dovrebbe essere la responsabilità amministrativa di chi dispone interventi di pulizia dei terreni comunali con “seccatutto” . • E allora alle Autorità Competenti non viene da chiedere chiarificazioni su questa circostanza? • Sarebbe veramente inconcepibile se sia questo proprio il verde pubblico di cui debbono godere i cittadini per immaginarsi “Un Mondo d’Amore”.

“Uno non tradirli mai, han fede in te…”


RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

3 Lettere al Direttore

N. 3 - Marzo 2009

TESSERAMENTO ANNO SOCIALE 2009 PER I GIOVANI

Al fine di incrementare la partecipazione dei giovani all’Associazione PRO LOCO e per costituire una apposita “Se-

zione GIOVANI”, il Consiglio Direttivo della stessa ha deliberato, per l’anno sociale 2009, l’iscrizione gratuita per la fascia di età non superiore ai 30 anni. Chiunque voglia aderire e dare la necessaria disponibilità per il raggiungimento delle finalità statutarie dell’Associazione può rivolgersi presso la Sede Sociale sita in piazza Umberto I 12.

Giovinazzo febbraio 2009

Al Dirigente Scolastico I.I.S.S. GIOVINAZZO e, p.c. all’Assessore all’Istruzione e alla Cultura Comune di Giovinazzo

Esposizione quadri della pittrice Pansini.

Prot. N. 941

Oggetto:

Il sottoscritto, prof. Vincenzo Mar-

zella, docente del liceo classico “M. Spinelli” di Giovinazzo, facendosi portavoce di una parte dei colleghi di codesto istituto che hanno firmato una prima stesura di questa lettera e poi, inspiegabilmente, ritirato la loro dichiarazione d’intenti, CHIEDE che TUTTI i quadri della pittrice Pansini, nostra insigne concittadina, tornino al più presto ad abbellire i corridoi, l’aula magna e la sala docenti della nostra scuola. Tanto si richiede per evitare che questo patrimonio artistico e culturale della nostra città, donato dalla pittrice al nostro liceo e relegato in ambienti non idonei (forse perché troppo provinciale?) possa, oltre che essere dimenticato, anche non adeguatamente cautelato e conservato. Si ritiene, pertanto, sin da ora, la S.V. responsabile di eventuali danni o smarrimenti che possano verificarsi alle opere. Giovinazzo 30 gennaio 2009

N

Firmato: Prof. Vincenzo Marzella

LE NOSTRE CONSIDERAZIONI

elle due lettere sopra pubblicate, appare evidente l’intento di dare spazio ad entrambi i protagonisti di questa vicenda. Tuttavia ci premono alcune precisazioni. La Preside Anna Maria Amoruso ha informato le Istituzioni del problema legato ai quadri presenti nel Liceo Ginnasio “Matteo Spinelli”. Due lettere sono state infatti inviate al sindaco Antonello Natalicchio e all’Assessore alla Cultura del nostro comune, Carolina Serrone. Inoltre abbiamo appreso di alcune novità mentre andiamo in stampa. I quadri della pittrice Pansini, grazie all’impegno del prof. Vincenzo Marzella e di altri volontari, stanno ritornando alla loro originaria collocazione, mentre si ritiene necessario individuare sponsor che sostengano il completamento di questo progetto che ha come obiettivo l’esposizione di tutte le opere della nostra amata concittadina all’interno della struttura “Matteo Spinelli”. Il nostro grazie va pertanto al professor Marzella, per aver segnalato alla comunità questo problema con senso di responsabilità ed amore per l’arte, ed alla Preside Amoruso, sempre disponibile nei confronti della nostra redazione ed aperta all’esterno.


4 N. 3 - Marzo 2009

Politica

I

IL VUOTO DELLA POLITICA DALLA SOCIETÀ di Giuseppe Maldarella

l precipitare delle sorti della direzione del Partito Democratico, in conseguenza delle ultime risultanze elettorali nelle realtà periferiche, ove reggeva il governo istituzionale-amministrativo, ma soprattutto il mutismo del gruppo consiliare di maggioranza, registrato anche nel corso dell’ultima assise municipale di Giovinazzo, indetta per discutere dell’emergenza in atto per assicurare la sepoltura presso il camposanto cittadino, lasciano ben intravedere possibili cause di scarsa credibilità che si ripone ormai negli amministratori pubblici locali. Ne è indice tanto l’accrescersi della diserzione dalle urne, quanto l’inconsistente concorso di pubblico a seguire un dibattito, anche su una questione così importante qual è appunto la completa indisponibilità di sepolture presso il nostro camposanto. Dall’osservazione di queste situazioni c’è chi desume il formarsi di un vuoto tra i partiti che amministrano la cosa pubblica e gli amministrati stessi, che si tenta di colmare solo con formule di favoritismi e di prassi clientelari a favore di propri sostenitori ed amici. E’ completamente assente ogni sorta di comunicazione tra la società e la politica. I partiti, specie quando sono impegnati nella gestione del potere, di fatto esprimono

solo una presenza virtuale e formale, perché sopraffatti dal modo improvvisato di gestire il pubblico potere, particolarmente sensibile alle spinte speculative che di frequente compromettono penalmente gli stessi uomini politici. Questo, quando il partito che assume la responsabilità di governo non è in grado di cogliere ne è disponibile a ricevere stimoli dalla società civile, incapace di delineare una linea programmaticaoperativa in vista di obiettivi di interesse comune, per cui si apre uno spazio, si crea uno stacco profondo dalla comunità civile. L’istituzione stessa così, mossa solo dalle determinazioni di chi comanda, non è più protetta da una logica di indirizzo comune, da idee condivise da movimenti sociali, politici e culturali che concorrono ad un pubblico

confronto di costruzione decisionale. E questo spiega come nel nostro contesto cittadino da oltre vent’anni non si è approdati ad una gestione corretta e congrua alle avvertite esigenze dei servizi cimiteriali, il cui costo è lievitato in maniera esponenziale e, come pure, una pianificazione urbanistica di insediamento di laboratori dedicati ad attività artigianali e di piccola imprenditorialità si sia di fatto, mediante le tante modifiche allo strumento urbanistico, trasformato in un programma di espansione edilizia residenziale. Tanto con la tacita condivisione degli uomini in vista del partito imbrigliati negli interessi del settore edilizio, l’unico fattore di traino economico della nostra realtà. Non credo sia il caso di elencare qui altre situazioni,

ma vale per tutti questo riferimento, per far riflettere come contingenze, opportunamente manovrate ad arte, inficiano la conduzione corretta della vita di governo, a motivo proprio del fatto che il ceto politico non è più in grado di esprimere uno spirito critico perché ormai distante dalla comunità civile e dai suoi interessi, intesi in senso complessivo. Così attorno alla Istituzione comunale orbita solo una muta ed ignara compagine che sostiene il vertice del governo della città, incapace, tra l’altro, di garantire una conduzione di vigilanza democratica sugli atti che si portano alla sua approvazione. Le classi dirigenti della politica locale avevano espresso il proposito di addivenire, con l’adozione del rinnovato Statuto Comunale, alla costituzione di un tessuto aggregativo nella comunità locale attraverso la partecipazione al dibattito, al confronto e all’apporto costruttivo delle determinazioni di rilievo nelle questioni di particolare ricaduta sugli interessi della città. Ormai il nuovo Statuto Comunale è in vigore già con l’inizio del secondo mandato sindacale di Natalicchio, ma le uniche novità sono state quelle di istituire incarichi e uffici di commissioni a uomini di partito. Non c’è poi da lamentarsi se la gente si estranea dai problemi della città e non partecipa alle scialbe quanto inutili manifestazioni di dibattito ove campeggia l’arroganza del ruolo condita anche di maldicenza. Le forze politiche devono voler recuperare il senso della Istituzione Comunale e cercare di restaurare la sua autorevolezza, evitando di ingenerare scontri e litigi continui. Ed in questo la responsabilità è in capo a tutti, maggioranza e opposizione, facendo in modo che il contrasto di idee e di vedute opposte sfoci nell’odio e nella reciproca offesa personale.


5 Attualità

N. 3 - Marzo 2009

Le ultime battute per contribuire allo sviluppo di Giovinazzo

A colloquio con Enzo Depalma tra i coordinatori del progetto “Visioni di Giovinazzo”

C ome presentato in una recente edizione di “in Cittá”, il gruppo di lavoro ha lanciato un questionario che invita tutti i Giovinazzesi a contribuire con i propri punti di vista ed idee al futuro di Giovinazzo. Signor Depalma, ci dica, come si sta procedendo? Abbiamo una ottima risposta da parte delle tante associazioni che hanno distribuito il questionario ai loro membri. Persino alcune scuole stanno partecipando all'iniziativa. Quanti hanno partecipato fino ad oggi? A oggi ci sono ritornati approssimativamente 250 questionari e altri sono in arrivo. Circa 50 cittadini hanno risposto direttamente online tramite il sito web www.visionidigiovinazzo.it Mi sa tanto che arriveremo a 500 questionari compilati, forse anche di più. Visto che cé ancora tempo siamo fiduciosi che molti altri colgono l'occasione per esprimere ciò che pensano. Chiuderemo la raccolta Domenica 8 Marzo. Vogliamo ricordare ai lettori dove è possibile reperire i questionari?

Oltre alle copie distribuite tramite le associazioni sul territorio che fungono da ambasciatori del nostro progetto, i questionari sono sempre disponibili presso la Pro Loco in Piazza Umberto. In alternativa è anche possibile scaricarlo dal nostro sito internet per poi stamparlo o compilarlo direttamente online. Come si esprime la gente? Il questionario è anonimo perciò penso che le risposte sono molto oneste e arrivano direttamente al punto. Non voglio influenzare coloro che non hanno ancora risposto, ma alcuni problemi, idee e opportunità sono molto sentiti. Cosa farete con le risposte che ricevete? Struttureremo ed analizzeremo i risultati e in primavera li consegneremo alla cittadinanza. Già diventa visibile una concentrazione su alcuni argomenti. Abbiamo in programma di presentare ciò che i cittadini vedono come i punti di forza e di debolezza di Giovinazzo. Al centro della presentazione metteremo lo sviluppo cittadino desiderato da parte della gente. Siamo fiduciosi che ciò inneschi una discussione costruttiva.

di Eric Forsmark


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Il raggiungimento della dimora eterna reso difficile dalla politica paesana

N. 3 - Marzo 2009

testo di Giuseppe Maldarella

foto di Nicola Marinelli

Attualità

I

n una forma di cultura dissacrante ove l’essere in vita significa avere vitalità e funzionalità anche il momento terminale della esistenza si tenta di oscurarlo fino a renderlo marginale nella comune memoria. Sarà forse per questo che il problema della sepoltura da anni nella nostra città è stato poco considerato in una logica di pianificazione della struttura cimiteriale e dei relativi servizi da prestare a coloro che si radunano per dare l’ultimo saluto al loro congiunto, prima della sepoltura. Tanto ha portato oggi ad una assoluta carenza di sepolcreti nell’ambito dell’attuale area cimiteriale, motivo tra l’altro di vere contese e scontri tra maggioranza e opposizione in seno al Consiglio comunale, senza approdare ad una soluzione utile a sbloccare le forti tensioni e criticità in atto. E’ da qualche decennio, ormai, che a Giovinazzo si è inteso parlare di ampliamento della cinta cimiteriale per creare spazi a nuovi sepolcreti comunali e privati e soprattutto per acquisire indispensabili campi di inumazione. Ma gli atavici contrasti politici, scatenatisi proprio sulla scelta dei suoli privati da occupare a tale scopo, ha sempre rinviato ogni decisione tanto da giungere all’esaurimento anche di tante tombe costruite in emergenza in ogni spazio disponibile e soprattutto di aree di riserva dedicate alla inumazione. Siamo così al punto di ri-

schiare il blocco assoluto delle sepolture, in assenza completa di sepolcreti disponibili, mentre si aspetta la realizzazione e l’assegnazione di nuove tombe, in costruzione presso l’area di espansone del cimitero, da parte di un appaltatore cui il Comune ha affidato l’intero pacchetto degli interventi di costruzione del nuovo campo santo e di gestione dei servizi cimiteriali in quell’ambito. Una soluzione che ricalca una vecchia logica gestionale delle sepolture, essendo basata essenzialmente sull’acquisizione privata del loculo personale, da detenere in concessione a scadenza illimitata, e che già si presenta inefficace a superare definitivamente l’emergenza, ma soprattutto poco chiara nelle regole di acquisto a prezzo variabile dei loculi privati e di quelli da destinare all’uso comune di pertinenza comunale. Tuttavia la cosa che lascia maggiormente sorpresi da questa impostazione gestionale di tutta la materia è il perseguire vecchi schemi rivelatisi

inadeguati alle odierne esigenze funerarie e soprattutto la volontà di non perseguire i dettami della attuale legislazione in materia non esclusi anche gli indirizzi forniti dalla normativa regionale sui servizi cimiteriali di pertinenza dei Comuni. Dette disposizioni, infatti, non hanno a riguardare solo le diverse modalità funerarie consentite e regolamentate per il definitivo riposo degli estinti, quanto soprattutto anche le logiche di pianificazione dei cimiteri, che mirano particolarmente a consentire le consuete formalità per l’ultimo saluto in ambienti decorosi ed appropriati ed anche all’accoglienza dei feretri proprio nel contesto del cimitero. Peraltro, tra le pratiche funerarie particolare rilievo è data alla modalità della cremazione dei cadaveri o dei resti mortali, meglio detta di incenerimento che oltre a dare definitività alla dimora dell’estinto sarebbe da perseguire allo scopo di limitare e contenere l’eccessivo espandersi dei camposanti cittadini ed eliminare l’inquinamento delle falde acquifere. Si tratta infatti, di una concezione diversa da introdurre per la funzionalità del cimitero più rispettosa della natura e degli spazi asserviti allo scopo, ma soprattutto con una particolare attenzione al bene comune e alla pari dignità nell’esplicazione di quegli atti così particolari per l’esistenza umana. Senza escludere lo scopo di addivenire ad un

reale e considerevole contenimento dei costi per le elevate spese funerarie che oggi si registrano per le tradizionali modalità di sepoltura (sarcofaghi in legno massello, spese funerarie per le agenzie e soprattutto dei servizi cimiteriali -acquisto del loculo, tumulazioni, estumulazioni, inumazioni, esumazioni- di spettanza del Comune che ne garantisce le attività tramite ditta appaltatrice e non più a mezzo di operatori municipali). La stessa Legge Regionale di recente introduzione, in ottemperanza alla normativa nazionale della Legge 130/2001, pur considerando le consuetudini locali di seppellimento, indirizza i Comuni ad introdurre la soluzione dell’incenerimento dei corpi e sollecita la realizzazione di sale mortuarie per l’accoglienza delle salme, idonee per l’espletamento di un decoroso commiato ed una dignitosa accoglienza del feretro anche se destinato alla cremazione. Rigorosa è, al tempo stesso, la regolamentazione dettata nel tentativo di evitare che i servizi funerari svolti dalle agenzie possano essere condotti con concorrenza sleale e modo illecito, se in contrasto con gli stessi dettami in essa esplicitati. Anche la Chiesa Cattolica, sull’intera questione, ha avuto modo di rivedere alcune sue posizioni sulla cremazione, che fino al 1963 era apparsa come un gesto di negazione della risurrezione dei corpi, poi ammessa espressamente dal Papa Paolo VI che dichiarava formalmente che: la cremazione non impedisce alla Onnipotenza di Dio di ricostruire il corpo. E il nuovo Codice di Diritto Canonico, promulgato nel 1983, non proibisce la cremazione a meno che una persona non si sia autodeterminata in tal senso per espliciti motivi di contrasto con la fede religiosa. Sta di fatto che la Commissione Liturgica della Conferenza Epi-


“Emergenza Loculi”: non passa la mozione dell’istituendo P.D.L. Attualità

Il Partito Democratico, la Democrazia Cristiana e la lista civica Città Ideale respingono la proposta del centrodestra

C

scopale Italiana, diretta dal Vescovo di Cerignola Mons. Felice di Molfetta, ha opportunamente predisposto un apposito “Sussidio pastorale per la celebrazione delle esequie” che considera anche le modalità celebrative in circostanza della cremazione e, quindi, pure quella in presenza dell’urna cineraria prima della sua deposizione in appositi siti presso il cimitero. E’ su questo articolato di prospettazioni che hanno a riguardare l’intero complesso dei servizi che il Comune deve garantire al cittadino, avremmo apprezzato un confronto ed una discussione serena ed approfondita da parte degli Amministratori locali, dei Consiglieri di Maggioranza e di Opposizione, in un consesso voluto appositamente per dibattere questa complessa vicenda e, altresì, vedere lo sforzo anche di indirizzo politico per una convergenza verso soluzioni che si conformino agli orientamenti normativi attuali ed alle attese della gente. Per contro impera la consueta bagarre, a volta pure disdicevole, che mette in evidenza la scarsa capacità di discernimento e di disamina da parte dei rappresentanti di elezione popolare verso la ricerca del bene comune che in questa situazione dovrebbe tendere innanzitutto a consentire un dignitoso raccoglimento dei famigliari nell’atto della sepoltura di un congiunto e in modo speciale a verificare gli esosi oneri che oggi si è costretti a sopportare per dare sepoltura ai concittadini che ci lasciano.

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N. 3 - Marzo 2009

on 13 voti contrari (Partito Democratico, Città Ideale e Democrazia Cristiana), 5 voti a favore (Forza Italia e Alleanza Nazionale) ed 1 solo astenuto (Primavera in Movimento), il Consiglio Comunale, riunitosi in seduta monotematica presso la sala Marano, ha respinto la mozione dell’istituendo Popolo della Libertà. I consiglieri comunali d’opposizione, (Vitangelo Bavaro, Filippo Cortese, Ruggiero Iannone, Michele Palmiotto e Leonardo Piscitelli, ndr), all’interno della loro proposta di deliberazione, chiedevano la modifica dell’ordinanza sindacale n. 5 del 13 gennaio 2009 eliminando la parola “eventuale”, riferita alla rivalsa risarcitoria nei confronti della ditta Italstudi, e altresì invitavano a definire la tutela del concessionario recuperando il tempo della requisizione oppure riconoscendo allo stesso un indennizzo economico pari alla durata della requisizione oltre alla richiesta di blocco di eventuali proroghe in aggiunta a quella di tre mesi già prevista nell’ordinanza n. 189 del 31 dicembre 2008. Il primo ad intervenire, dopo aver constatato le assenze dei consiglieri Giuseppe Decandia e Angelo Turturro, entrambi del Gruppo Misto, è il rappre-

sentante di Forza Italia, Vitangelo Bavaro. «Il tutto – afferma il consigliere azzurro – nasce nel 2005 con un progetto che ammontava ad 1.200.000 euro. Dopo un solo anno, l’approvazione di una delibera di giunta, lasciava invariato il progetto che, senza alcuna giustificazione, subiva un aumento dei costi del 25% prima e del 320% poi, attestandosi così su 3.800.000 euro. Ed il tutto, senza che nessuno giustificasse questi aumenti». Ruggiero Iannone elenca le proposte di modifica dell’ordinanza sindacale n. 5 del 13 gennaio 2009 evidenziando «la semplice azione odierna», indirizzata, secondo Leonardo Piscitelli «ad informare la cittadinanza sui problemi che da tempo affliggono l’Italstudi e il Consorzio Ravennate e che noi abbiamo rimarcato nel corso degli ultimi mesi con manifesti e comunicati stampa». Sull’eliminazione della parola “eventuale”, il consigliere Pantaleo Magarelli (Democrazia Cristiana) sottolinea «che se ci sarà un danno lo verificherà un tecnico, di certo non un politico». Il consigliere Dino Piscitelli (Forza Italia) risponde per le rime: «Né tecnici, né politici: il danno c’è!». Dal sindaco Antonello Natalicchio arriva una autorevole presa di posizione. «È chiaro che l’eventuale mancato rispetto delle condizioni contrattuali da parte della ditta appaltatrice dovranno comunque essere certificate dalla giustizia amministrativa perché mi è difficile immaginare un’azienda che riconosce di aver violato le norme contrattuali. Quell’eventuale – continua il sindaco – è un aggettivo che non ha nessun altro significato se non quello di dire che laddove saranno riscontrate inadempienze da parte della ditta appaltatrice l’amministrazione provvederà come suo dovere a chiedere tutti i risarcimenti dovuti a chi non ha rispettato i contratti». Iannone, unico esponente di Alleanza Nazionale, ribatte colpo su colpo. Natalicchio risponde: «Il costo del loculo - spiega il sindaco - è di 600 euro per 30 anni, 20 euro all’anno, per tre mesi sono 5 euro. Nella media potremmo avere bisogno di 15 loculi, quindi stiamo parlando di una vicenda che ha il valore di 75 euro. A fronte di tutto ciò, l'incontro di stasera è costato, alle casse del Comune di Giovinazzo, ben 20 gettoni di presenza oltre agli straordinari del personale e tutte le spese connesse all’organizzazione dell’incontro». Si passa alle dichiarazioni dei consiglieri che anticipano il voto: con 13 voti contrari, 5 voti a favore ed 1 solo astenuto, il Consiglio Comunale respinge. Le scintille tra maggioranza ed opposizione, invece, vengono placate solo dal buonsenso dei presenti.

di Nicola Miccione


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A colloquio con il consigliere Dino Piscitelli capogruppo di Forza Italia

N. 3 - Marzo 2009

di Giuseppe Dagostino

Attualità

È dal 1993 che si parla di emergenza loculi; un arco

di tempo che ha coinvolto amministrazioni di destra, sinistra, di centro e periodi di commissariamento; sin dall’amministrazione Illuzzi si parlava di ampliamento del cimitero e lo stesso prometteva il compimento dell’opera entro un anno dal suo insediamento. Noi non entriamo nelle dispute passate relative all’individuazione del suolo di questo o di quel proprietario su cui alternativamente si ipotizzava l’espansione dell’area cimiteriale; non è questo il momento per giudicare se l’area destinata all’opera sia stata quella giusta. In merito, a noi preme sapere: l’opposizione in quel frangente perché non è intervenuta con un piano alternativo o quanto meno, se è stato opportuno l’individuazione di quell’area ove l’opera finalmente sta nascendo? Una cosa posso rammentare di quel periodo, le dimissioni del consigliere Marco Bonserio che, per onestà intellettuale, essendo parente ad un proprietario di uno dei suoli in discussione, preferì rassegnare le dimissioni da consigliere per

non essere additato come colui che cercava di pilotare il tutto per interessi di parte. Per noi un sito valeva l’altro, certo abbiamo cercato di salvaguardare solo gli interessi dei cittadini. Di anni ne sono passati parecchi e oggi siamo all’emergenza scaturita a seguito della delibera consiliare 54/1997 (questa estende il periodo concessionale da 20 a 30 anni dei loculi comunali , non avendo più terreno disponibile per inumare le salme che allo scadere delle concessioni ventennali non si erano mineralizzate); voi come opposizione siete insorti solo dopo la determina dirigenziale n° 605 del 28/8/2006 che raddoppiava i prezzi stabiliti col progetto preliminare scaturito dal consiglio comunale del 23/7/2004. Non crede che tutto il piano andava contestato al momento, comunque quali alternative avete proposto a suo tempo? Noi siamo stati determinati a contestare sin dall’inizio l’opera, disapprovando in toto il metodo che avrebbe fatto incamerare alle casse del comune un introito di circa 2.000.000

euro a fronte di un’opera che sarebbe costata 1.040.000 euro, il tutto a discapito delle tasche dei cittadini. Si poteva chiedere un mutuo temporale fino alla realizzazione dell’opera che poi sarebbe stato appianato con la concessione ai richiedenti senza nemmeno pretendere un ritorno nelle casse comunali, ma per un’amministrazione di sinistra, forse, questa cultura era troppo liberista? La ciliegina sulla torta, poi, l’Amministrazione l’ha posta con la delibera di Giunta n. 106 del 20 Giugno 2006 che permise l’ampliamento del cimitero attraverso un appalto di servizi integrati per l’affidamento della gestione dei lavori e delle concessioni, dando facoltà alla ditta appaltatrice che si sarebbe aggiudi-

cato l’appalto, di poter chiedere un prezzo diverso stabilito dal comune, aumentando il periodo di concessione e concedendo al comune il 30% dei manufatti. Le due determine dirigenziali, emanate conseguentemente e mai così tempestive (la prima n. 468 del 22 Giugno e la seconda n. 605 de 28 Agosto) fanno lievitare il costo dell’opera a +300% e ci portarono a denunciare il tutto ai cittadini con manifesti, dopo le varie interrogazioni che non hanno avuto mai risposte esaustive dal consiglio comunale. Vi siete mai chiesti perché una sola ditta ha partecipato alla gara d’appalto pur essendo un bando europeo? Noi non possiamo fare processi alle intenzioni, le carte che abbiamo a nostra disposizione ci confermano che la gara era regolare, io sono abituato a parlare con i dati di fatto Per quanto sono all’opposizione, verrebbe facile alimentare il fuoco dei sospetti ma io mi attengo a quello che leggo; se la ditta che ha partecipato alla gara risulta una sola, devo prenderne atto. In base a quanto stabilisce il D.P.R. 285/90 art.92 comma 4: “Non può essere fatta concessione di aree per sepoltura private a persone o ad Enti che mirano a farne oggetto di lucro”, come opposizione quali provvedimenti avete assunto? Noi abbiamo provveduto a denunciare il tutto con un esposto alla Procura della Repubblica, ma a tutt’oggi nessuna risposta. Non vi sembra affaristico e discriminante il metodo adottato per la cessione novantanovennale dei loculi in base alla disponibilità economica degli interessati (‘a livella di Totò viene smentita???) e poi che senso ha la cessione per 99 anni? Il metodo di assegnazione vigente (in ordine cronologico


alla data di morte) rimane per i loculi gestiti dal Comune, per gli altri il discorso cambia, tutto viene gestito dalla ditta appaltatrice in base alle possibilità economiche che si possiede da vivi; mi chiedo se anche questo agire non sia discordante per una cultura di sinistra. In questa situazione contingente non era opportuno ricorrere all’applicazione dei dispositivi della legge 130/2001 e della legge regionale 34/2008 relativa alle pratiche di cremazione? In altri termini bastava informare i cittadini della possibilità di cremazione per le salme (inumate da oltre dieci anni e quelle tumulate oltre i venti) che non avessero raggiunto la perfetta mineralizzazione, vista la cronica carenza di campi di inumazione e la ridotta disponibilità di loculi comunali a utilizzo ciclico? Si è mai pensato di stimare quanti loculi possono essere liberati da salme che hanno superato il periodo dei trenta anni applicando la legge 130/2001? Dirò di più, oggi c’è solo una piccola quota parte di loculi del comune con concessioni ventennali, in confronto ai rimanenti che risultano di proprietà ed a concessione novanta-novennale. A fronte di questa realtà una delle nostre proposte che porteremo nel consiglio comunale monotematico è quello di rivedere tutti i loculi; a nostro parere una stima capillare si rende necessaria, sia per quelli di proprietà (potrebbero essere estinti gli eredi) che per quelli in concessione. Potremmo farlo con personale qualificato dipendente dal nostro apparato amministrativo senza costi aggiuntivi per le casse del comune; in questo modo potremmo recuperare molte decine di loculi. Per quanto riguarda la cremazione non possiamo imporre per ordinanza questa possibilità; potremmo pensare ad una convenzione col Comune di Bari per ottenere costi contenuti a tale trattamento e magari per i meno abbienti intervenire con risorse dell’Amministrazione. Questo fa parte della lungimiranza di chi è

preposto a governare il paese e non credo che questa amministrazione abbia queste prerogative. Non crede che la concessione novantanovennale dei loculi, così come impostato, serve solo a far cassa al comune e specialmente alla ditta appaltatrice e che questa emergenza si può ripresentare fra un decennio? Questo è anche vero, ma allo stato attuale non risolviamo il problema anche concedendoli solo per trent’anni. Forse si poteva pensare prima che fosse stata disposta l’assegnazione dell’appalto, come avevamo proposto noi cioè: l’ampliamento del cimitero a spese del comune e di conseguenza anche la gestione con l’assegnazione trentennale dei loculi; ma una volta subentrata una ditta esterna, che ha investito, avrà pur diritto a trovare il proprio tornaconto. Questo colloquio con il consigliere Piscitelli ha preceduto il Consiglio comunale monotematico sull’emergenza loculi del 17 u.s. tenutasi nella sala Marano. Noi c’eravamo e sinceramente siamo rimasti delusi, vista la poca affluenza di pubblico e per come il dibattito si è sviluppato. Ci aspettavamo ben altro; non è stato un bel vedere tra una maggioranza arroccata solo sulle filippiche del sindaco che elencava la cronistoria dell’ampliamento, e un’opposizione che si intestardiva sulla modifica dell’ordinanza sindacale n°5 del 13 Gennaio 2009 e specificatamente alla eliminazione della parola “eventuale” riferita alla rivalsa risarcitoria nei confronti della ditta Italstudi. Nessuno ci ha spiegato come venire fuori, nell’immediato, dall’emergenza, né tanto meno ci è dato sapere come l’amministrazione intende agire se, malauguratamente il periodo massimo di tre mesi venisse differito per il protrarsi dei lavori di ampliamento e i loculi ,nel frattempo occupati nella IV e V zona e sottratti ai legittimi assegnatari, (malauguratamente) dovessero servire agli stessi.

QUESTIONE CIMITERO: SILENZIO TOMBALE AL COMUNE Attualità

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V ana e pressante la corsa di questo mese all’intervista dell’assessore alla Sanità e alla Legalità Stufano. Argomento La nostra intervista in attesa di risposte

scottante: il cimitero. Già, perché la volontà di capirci qualcosa e di informare il cittadino come sempre non manca, anzi, si può dire sia l’unico fine. Tuttavia, le domande che seguono non sono completate da alcuna risposta, poiché dopo un colloquio a cui è seguita una mail, nulla è pervenuto all’attualità. In ogni caso, nonostante il rammarico, pubblichiamo le semplici e innocue domande che speriamo, una volta lette, possano trovare un interlocutore che, per amore della sua città, sia fiero di rispondere. Esattamente un anno fa, il sindaco Natalicchio, in riferimento all’art. 7 della legge 130/2001 concernente la cremazione, che prescrive ai Comuni di fornire ai cittadini le informazioni sulle diverse pratiche funerarie previste dall’Ordinamento, rispose che la cremazione è una scelta individuale, che non riteneva opportuno intervenire con un’ordinanza sindacale e che il problema delle cerimonie funerarie non può essere ridotto ad un ragionamento di “efficienza industriale”. Assessore, le chiedo: anche a fronte dell’emergenza e delle difficoltà nel servizio cimiteriale verificatesi in questi anni, poteva essere una chance in più iniziare l’opera di sensibilizzazione dei cittadini sulla pratica della cremazione? Ritiene che Giovinazzo sia pronta dal punto di vista culturale? Viste le numerose sollecitazioni e la precarietà di quella attuale, nella nuova zona è prevista una struttura per l’accoglienza dei feretri e per un dignitoso commiato del defunto?

Finalmente, agli inizi del nuovo mese, sulla questione “ampliamento del cimitero” si potrà eliminare l’etichetta “lavori in corso”. E’ oggettivo che il Consorzio Ravennate, impresa a cui sono stati affidati i lavori, ha ritardato di molto la consegna. Qual è stato il disagio maggiore? Avete previsto un risarcimento? Un suo personale pensiero per i cittadini a conclusione di questa vicenda.

di Claudia Serrone


AFP: AREA FORTEME

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Attualità

di Giuseppe Dalbis

Attualità e atti dirigenziali riaccendono le luci sulla Ferriera,

mai dimenticata come industria ma anche come potenziale bomba ecologica L’

abbiamo lì, sotto i nostri occhi, da decenni e suscita in noi sentimenti diversi. Arrivando a Giovinazzo dalla via per Bitonto, valicato il sottopasso ferroviario, è inevitabile lanciare lo sguardo verso quel che resta delle Acciaierie e Ferriere Pugliesi. Per quanto tempo il complesso è stato fiore all’occhiello per la nostra comunità, motivo di vanto perché polo d’eccezione nella siderurgia europea! Oggi è possibile affermare che mentre dava lavoro a circa 1200 operai minacciava in qualche modo la loro salute, seppur inconsapevolmente data la differente cultura ambientale. Sono passati più di venti anni dall’ultima volta che la storica sirena ha scandito la giornata dei giovinazzesi e cosa resta? Un cumulo di capannoni fati-

scenti, qualche piccola azienda insediatasi ai tempi della liquidazione, tanti dubbi su quel che ne sarà ma troppi timori per quel che è. Riannodiamo quindi i fili della memoria a partire dal “pensionamento” dell’area, per vederci chiaro sul presente e ipotizzare un futuro. Nel 2001, e poi nel 2002, solo due anni dopo la liquidazione delle AFP, il Comune chiedeva la bonifica ai proprietari dell’area che provvidero all’allontanamento e lo smaltimento di 13 fusti contenenti sostanze pericolose ma che esclusero la presenza di amianto. Nel 2003 l’ARPA effettuò alcuni rilievi in occasione dello smantellamento di un capannone nell’ambito della realizzazione del sottopasso e riscontrò la presenza di amianto in mate-

riali friabili costituenti l’isolamento termico di una tubazione e una minima parte di PCB, olio dielettrico contenuto in un trasformatore della centrale elettrica. L’Agenzia, congiuntamente con la ASL, sollecitava un intervento di messa in sicurezza per un sito definito “potenzialmente inquinante”. Il Dirigente del Settore Urbanistica richiedeva una relazione tecnica contenente la caratterizzazione dell’area e la tempistica dei lavori di bonifica e i proprietari, consegnata la relazione, rimuovevano e smaltivano materiale contenente amianto sia compatto che friabile e condensatori contenenti PCB tra il dicembre 2003 e il febbraio 2004. Ad aprile i proprietari consegnavano il Piano di caratterizzazione, redatto ai

sensi del Decreto Ronchi (D.M. 471/1999), che veniva approvato. Le indagini svolte dai proprietari nel giugno 2005 hanno portato a definire “contaminato” il sito per via del superamento dei valori limite previsti nel suddetto decreto. Nel settembre 2006, quindi, il Comune invitava alla messa in sicurezza delle aree, alla rimozione, recupero e smaltimento dei rifiuti e al ripristino dello stato dei luoghi. Nello stesso anno entrava in vigore il nuovo Testo Unico “Norme in materia ambientale” (D.Lgs 152/2006) che, riscrivendo anche le regole per la bonifica dei siti contaminati, stabiliva che qualora non avesse provveduto il proprietario le procedure sarebbero state realizzate dal Comune. Purtroppo l’inadempienza


ENTE PERICOLOSA? dei proprietari si è immediatamente concretizzata, pertanto il Comune ha ritenuto di dover procedere allo svolgimento di un’indagine preliminare, che considerasse le diverse attività svolte nel tempo, e procedendo all’elaborazione di un nuovo Piano di caratterizzazione in quanto quello del 2005 era diventato superato al momento dell’entrata in vigore del Testo Unico. Nell’ottobre 2008, con determinazione del Settore Urbanistica e ambiente, l’indagine preliminare e la redazione del Piano di caratterizzazione venivano affidate alla società di ingegneria barese Eco-logica s.r.l. dell’ing. Guido la quale, dopo un mese, consegnava una relazione, l’analisi sommaria dei costi, l’inquadramento territoriale, il rilievo dello stato dei luoghi, la sintesi del Piano del 2004, un’ulteriore relazione e il nuovo Piano di caratterizzazione, stimando l’intervento in 366.000 Euro così suddivisi: 38.000 Euro per i servizi professionali (piano delle indagini, piano di caratterizzazione, analisi di rischio, report analisi e relazione di piano), 184.500 Euro per i servizi tecnici (rilievi, sondaggi, piezometri, analisi suolo e acqua, analisi geotecniche), 55.000 Euro per i lavori di messa in sicurezza di emergenza, 5.000 Euro per la consulenza legale, 3.000 Euro per le spese amministrative (atti per gare, conferenze di servizio) più 51.172 Euro di IVA e altri oneri e 29.328 Euro per altre spese tecniche ed amministrative, imprevisti, arrotondamenti. Con determinazione n. 30 del 4 febbraio u.s. il dirigente del settore Urbanistica e ambiente ha ritenuto “procedibile l’approvazione del Piano” trasmesso al Settore Gestione rifiuti e bonifica della Regione per gli adempimenti di competenza e alla Giunta Comunale in funzione cognitoria e di controllo, nonché per l’avvio delle procedure. L’AFP però non è solo un giacimento di materiali pesanti e, forse, amianto: con ordinanza

n. 191 del 29 novembre 2006, il sindaco disponeva “l’avvio dell’attività edilizia necessaria all’interdizione e, se ricorrono le condizioni, alla messa in sicurezza delle aree in argomento, provvedendo prioritariamente alla loro recinzione” in seguito alla riscontrata funzione di discarica abusiva dell’area. I proprietari quindi procedevano alla recinzione di chiusura di

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capannoni fatiscenti con muratura, cordoli di cemento e barriere in lamiere di acciaio su telai in legno e venivano rimossi, recuperati, e avviati allo smaltimento i rifiuti abbandonati da ignoti. Il 21 gennaio il sito d’informazione locale GiovinazzoLive.it riportava la testimonianza di un cittadino che, non prima di aver denunciato la facilità di

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accesso all’area a causa di un cancello mai chiuso, aveva avuto modo di notare la presenza di “materiale edile di risulta, mobili dismessi, traversine ferroviarie, lamiere, pneumatici usati, fusti di olio esausto, vetri, porcellana sottoforma di servizi igienici, numerosi sacchi sigillati di dubbia provenienza, impercettibili quantità di amianto, alcuni pezzi di un’auto tra topi, serpenti ed insetti di ogni tipo”. Il Sindaco aveva immediatamente risposto che il Comune provvede puntualmente ad arginare gli episodi delle piccole discariche abusive con piccole bonifiche concordate con i proprietari. Fin qui i fatti ma abbiamo voluto ascoltare l’Assessore all’Ambiente Brancato per avere ulteriori delucidazioni e il consigliere di opposizione Iannone per avere il parere di chi, in qualità di Amministratore, si è ritrovato a gestire la questione AFP già un decennio fa.

Dobbiamo conoscere per poter intervenire Lo sviluppo dell’area è vincolato ai risultati delle indagini

L’

assessore Brancato, che in questa consigliatura ricopre il ruolo di responsabile dell’urbanistica e dell’ambiente, è sempre stato in giunta con Natalicchio ed è sicuramente la persona più idonea a risponderci su un argomento sempre in cima alla lista nelle priorità di Giovinazzo. Assessore, nel nostro comune conviviamo con un’area che nel passato, fino al 1985, conteneva un complesso industriale a rischio. Nel 2005 i proprietari di quell’area hanno provveduto a redigere un piano di caratterizzazione per conoscere la contaminazione della zona ed è stato evidenziato il superamento di alcuni valori limite relativi ai metalli pesanti. Ci può spiegare perché il Comune di Giovinazzo sta finanziando un nuovo piano di caratterizzazione? Sperate in un abbassamento o azzeramento di quei valori? Le indagini svolte dalla proprietà dell’area furono svolte facendo riferimento al decreto Ronchi e al D.M. 471/99 che furono sostituiti poco dopo il termine dello studio di caratteriz-

zazione dal testo unico ambientale, il D.lg. 152/2006. Le nuove disposizioni sono più restrittive delle precedenti, anche perché nel frattempo è aumentata la consapevolezza sul valore dell’ambiente, e siamo stati costretti ad effettuare nuove indagini per meglio definire lo stato dell’inquinamento ed eventualmente provvedere alla bonifica del sito. Il piano elaborato nel 2005 non era più valido rispetto alla nuova normativa. Ma queste indagini non competevano ai proprietari dell’area? La legge in questo senso è molto chiara. Gli adempimenti previsti sono a carico dei proprietari, ma è anche specificato che qualora ciò non accada compete ai Comuni territorialmente competenti intervenire d’ufficio. Ma chi paga?

di Girolamo Capurso


AFP: AREA FORTEME

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Naturalmente sarà verificata l’eventuale richiesta di danno. Se non provvede il Comune, è in ogni caso costretta ad intervenire la regione, anche se i fondi che noi utilizzeremo provengono dalle casse regionali. Assessore cosa avete previsto nel nuovo PUG per l’area delle ex acciaierie? Se non abbiamo i risultati dello studio, non possiamo conoscere l’effettivo inquinamento del sito e le azioni di bonifica da intraprendere e di conseguenza non possiamo pensare ad un’utilizzazione dell’area. E’ evidente come l’accuratezza delle indagini ambientali è indispensabile per una buona progettazione. Saranno i risultati ottenuti che ci

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di Gianluca Battista

consentiranno di formulare proposte. Tra l’altro non possiamo concludere l’iter amministrativo del nuovo piano urbanistico prima di conoscere queste informazioni. Ci sono leggi molto chiare in proposito che considerano l’area inquinata o no secondo la sua utilizzazione, se verde pubblico o altro. Stiamo parlando d’inquinamento da metalli pesanti, e comunque è prematuro parlarne se non abbiamo i nuovi risultati che ci permetteranno anche di pianificare un eventuale programma di bonifica. Possiamo pensare che comunque sarà variata l’attuale destinazione D3, zona per attività industriali non inquinanti, per destinarla ad un uso urbano?

L’attuale destinazione venne fuori nel periodo immediatamente successivo alla chiusura delle acciaierie, quando Giovinazzo aveva perso centinaia di posti di lavoro e si scelse di dare ai giovinazzesi nuove opportunità lavorative. A distanza di molti anni quel ragionamento è stato superato e probabilmente si sceglierà un percorso alternativo. Stiamo parlando di periodi diversi, prima c’erano leggi più permissive dal punto di vista ambientale che hanno consentito di costruire anche a ridosso dell’area. Non per sfuggire alle nostre responsabilità ma oggi è molto più complicato e noi siamo sereni perché stiamo lavorando con coscienza e consapevolezza delle difficoltà.

Le perplessità di Iannone Anche il centro-destra dice la sua sul nodo dell’ex Ferriera

L

e pagine precedenti vi hanno illustrato il piano di caratterizzazione dell’intera area dell’ex Acciaierie Ferriere Pugliesi voluto dal centro-sinistra al governo cittadino. Ma il centro-destra è d’accordo con questa impostazione per risolvere il problema di quella zona ormai al centro dell’attenzione dei media locali? Lo abbiamo chiesto, in un colloquio serrato, a Ruggiero Iannone, simbolo di Alleanza Nazionale a Giovinazzo, ma soprattut-

to ex sindaco della cittadina che per un decennio circa, grazie anche all’indotto creato dalla Ferriera, ha vissuto la sua età dell’oro

dal punto di vista economico. Quando Iannone era sindaco (metà anni ’90) il problema relativo alla riqualificazione dell’intera area, da anni dismessa o quasi, era già in cima all’agenda politica dell’allora maggioranza di centro-destra. Partono da qui i ricordi del consigliere di minoranza. «A quei tempi il nodo relativo alle ex AFP era già sentito - ha esordito - e c’era l’idea di una riqualificazione dell’intera zona. Il progetto, ben dettagliato, era praticamente pronto: si voleva dare una impostazione simile a quella che a Bagnoli, in provincia di Napoli, permise la riconversione dell’area dell’ex Italsider, che nella città campana aveva operato col suo più grosso stabilimento per tanti anni». Ma… cosa accadde realmente? «Accadde che il progetto non passò, anche per una opposizione interna alla mia stessa maggioranza che iniziò a vacillare». Come era articolato il progetto?

«Il piano, a mio modo di vedere, era ben fatto, poiché prevedeva una riqualificazione dell’area, dopo una attenta bonifica, in zona destinata all’edilizia. Una edilizia non solo popolare, ma anche convenzionata, per dare la possibilità a più cittadini di investire nella propria casa a prezzi vantaggiosi». Da allora è passato più di un decennio, ed il problema pareva essere stato dimenticato o quasi. Poi questi 366.000 Euro investiti in uno studio di fattibilità e in un piano di riqualificazione, sono stati inseriti nel capitolo di spesa dell’attuale Amministrazione con una tempistica perfetta rispetto ad un articolo apparso sul più importante sito di informazione locale. Ed anche il PDL vuol dire la sua sulla vicenda… «L’idea così come concepita è meritoria, proprio perché si occupa di un problema da anni irrisolto - ha affermato Iannone - ma ci sono delle perplessità a riguardo. Ci si augura, infatti, che non ci si limiti a spendere danaro pubblico con soli studi di


ENTE PERICOLOSA? fattibilità». Cosa intende dire? «Intendo dire, che agli studi seguano riqualificazioni reali e che si evitino sprechi. Bisogna che in quell’area si proceda ad una soluzione concreta, che segua gli studi di fattibilità e che dia nuova dignità all’intera zona». Una zona, nella quale parrebbe esserci amianto, anche se in piccole quantità. Lei conferma, data la sua esperienza di sindaco? «Mi pare ci fosse dell’eternit, per la precisione». Nei mesi scorsi “Agorà”, il tabloid informativo sull’Area Metropolitana Bari 2015, aveva prospettato il progetto di riqualificazione dell’intera area fino a Lama Castello, una intera zona dedicata alla cultura. Di questo si parla poco, mentre l’intervento dell’amministrazione è lì, nero

L

su bianco. Ruggiero Iannone, chiude con una speranza che è condivisa da tutta la sua parte politica. «Il PDL auspica una ri-

13 qualificazione non solo in chiave edilizia, questa volta. Ci si augura vengano creati servizi, sempre che non ci si fermi agli studi di fattibilità.

Attualità

L’edilizia se ci deve essere, a nostro avviso è utile sia convenzionata, seguendo quella linea tracciata nel progetto presentato durante il mio mandato. E poi c’è un sogno, che credo coinvolga molti abitanti della zona…». Quale, dottor Iannone? «In quel quartiere, tra case nuove e nuove attività commerciali, non sarebbe male la nascita di un parco, un nuovo autentico polmone verde per la nostra cittadina». Idea interessante quella dell’ex sindaco, ma ad oggi è opportuno restare ancorati alla determinazione dirigenziale che ha dato l’input al progetto. Il futuro speriamo porti a risultati tangibili, chiudendo una volta per tutte la questione sulla ex Ferriera, ormai solo croce e non più delizia dell’intera comunità giovinazzese.

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e parole dell’Assessore Brancato mettono in evidenza tutta la difficoltà che si ha nel progettare la futura destinazione di un’area la cui pericolosità per la salute dei cittadini non è ancora ben chiara. Ovviamente non possiamo essere in possesso di una documentazione ancora ignota all’assessore preposto ma andando a guardare il Rapporto Ambientale, redatto dalla stessa società di ingegneria incaricata per la redazione del nuovo Piano di caratterizzazione, facente parte del Documento Programmatico Preliminare del Piano Urbanistico Generale del Comune, si trova qualche altra interessante informazione. Si può leggere, ad esempio, che “Il “Piano Gestione Rifiuti della Regione Puglia” del 2001 e relativo aggiornamento “Completamento, integrazione e modificazione del Piano di gestione dei rifiuti di siti inquinati e di bonifica delle aree inquinate” del 2002, nonché Il “Piano Bonifiche Siti Inquinati Regione Puglia” dell’ENEA del 1993, non riportano la presenza nel comune di Giovinazzo di siti inquinati” ma si fa notare al contempo la presenza di una grande area a rischio qual è quella delle AFP. Si riporta anche quanto riscontrato nelle indagini del 2005, effettuate seguendo quanto previsto dal Decreto Ronchi: tutta l’area non risulta essere inquinata da amianto e idrocarburi sia leggeri che pesanti mentre campioni di “bianco” creavano alcune perplessità per via di concentrazioni molto elevate riscontrate oltretutto in quantità maggiore all’esterno dell’area di studio. I timori della popolazione restano dunque più che comprensibili e l’eccessiva cautela nelle parole dei nostri Amministratori non contribuisce certo a rassicurare i cittadini che tuttavia, a nostro avviso, non sono ben informati di quanto ci sia all’interno del centro abitato, ben conoscendo i danni da amianto ma ignorando probabilmente l’altrettanto grave pericolosità di metalli pesanti cancerogeni. I proprietari dell’area invece, ben consapevoli della realtà in cui operano, dovrebbero attivarsi per la bonifica definitiva anziché cullarsi sulla legge che prevede l’intervento del pubblico in caso di negligenza del privato; sarebbe un gesto di profondo rispetto nei confronti del prezioso reperto di archeologia industriale che ha dato grande lustro al nostro paese ma soprattutto nei confronti della collettività che potrebbe ritrovarsi a pagare anche in termini economici la vicinanza ai capannoni fatiscenti. Al momento di immaginare cosa sarà di quell’area tra qualche anno, Brancato ha fatto riferimento alla possibilità che l’area risulti inquinata o meno a seconda della destinazione d’uso; il Rapporto Ambientale recita: “considerando i metalli e i PCBs, se facciamo l’ipotesi che l’area sia destinata a verde pubblico, facendo riferimento al Decreto Ronchi l’area risulta contaminata, mentre con riferimento alla 152/2006 l’area è potenzialmente contaminata; considerando ancora i metalli e PCBs e facendo l’ipotesi che l’area non sia destinata a verde pubblico, l’area risulta essere non contaminata anche se le concentrazioni di alcuni metalli in particolare nichel, vanadio e arsenico risultano essere molto vicine al valor limite”. Sembra dunque che il rapporto, inserito in quel PUG atteso dal sindaco per ritipizzare l’area, suggerisca di intraprendere la soluzione edilizia, come peraltro aveva immaginato l’ex sindaco Iannone, mentre diventa più difficile immaginare la realizzazione di un parco, cosa invece che sta avvenendo per un’altra bomba ecologica qual è l’ex Fibronit di Bari. Certo, le nostre sono solo ipotesi e resta da valutare come il progetto di un centro di produzione artistica, inserito nella sistemazione paesaggistica dell’area che parte dal complesso Scianatico e arriva al mare nei pressi della lama Castello, prevista dal Piano Strategico Ba2015, possa integrarsi con le idee di chi in maggioranza e opposizione ci amministra ma sembra non considerare più di tanto. A noi non è dato sapere ciò che il destino, pardon chi governa, non sa per cui non possiamo fare altro che sperare che qualsiasi soluzione adottata sia realizzata più celermente possibile in modo da non rendere vano l’ultimo ed ennesimo Piano di caratterizzazione, con conseguente spreco di denaro pubblico. Giuseppe Dalbis


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Villa Giustina: la storia infinita

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testo di Mauro Capurso

foto di Nicola Marinelli

Attualità

Ancora nessun segnale da parte della proprietà

U

n paio di mesi fa ci siamo lasciati con buone notizie sulla costruzione di Villa Giustina

in via giovinazzesi nel mondo. Vi abbiamo mostrato anche in prima assoluta, alcune immagini relative al progetto della nuova clinica sperando che l’iter amministrativo si concludesse al più presto. A riprova della fondatezza delle nostre affermazioni il sito del Gruppo Villa Maria, proprietario della clinica, in data 11/12/2008 convalidava le nostre considerazioni riprendendo nelle news un articolo di Molfettalive. A dire il vero, da buoni giovinazzesi devoti a

San Tommaso, avevamo terminato la nostra relazione con la speranza di poter toccare con

mano per essere certi della fine di questa vicenda che parte da molto lontano. A tutt’oggi niente si è mosso e non ci sono elementi che possono farci pensare il contrario. Per questo abbiamo voluto ascoltare l’assessore Brancato che non ha saputo darci notizie più dettagliate. Ci ha informato che la proprietà della clinica ha richiesto alla Regione un maggior accreditamento di posti letto per poter soddisfare una richiesta di servizi che viene dal territorio e che non sa-

rebbe in grado di assolvere con i 35 posti assegnati. Il Comune è nell’attesa di comunicazioni e della presentazione di un nuovo progetto

Foto Archivio “in Città ”, aprile 2002.

esecutivo che dovrà ritornare in Consiglio comunale per l’approvazione. I tempi non sono certi, come non è certo il nuovo maggior accreditamento. L’unica cosa certa è la buca che deturpa il paesaggio che sarà probabilmente oggetto di contenzioso tra il Comune e la proprietà della clinica in caso di scioglimento della convenzione, che è già scaduta. Naturalmente ci auspichiamo che ciò non avvenga e che la nostra mancanza di fiducia sia ribaltata dai fatti.


“Da grande voglio fare il politico” una sera a casa di Luca… Attualità

I progressi e le speranze del nostro piccolo amico

S iamo a casa di Luca e da poco le agenzie di

stampa hanno diffuso la notizia della morte di Eluana. Luca ascolta e vuole dire la sua entrando nella conversazione che si sviluppa sul caso. «Da grande voglio fare il politico». Ancora una volta Luca è riuscito a sorprenderci, anche perché poi ha aggiunto: «lo voglio fare per risolvere i problemi della gente». In poche parole Luca ha dimostrato la sua grande volontà e tutta la sua speranza sul futuro. In quel momento ha dato una grande lezione di vita a tutti noi che ab1-800-427-8630

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biamo la presunzione di conoscere il mondo. Ho voluto raccontarvi questo piccolo aneddoto per darvi l’idea di come Luca continui ad affrontare la sua vita: con molta speranza e con gratitudine verso chi lo sta aiutando. Ed è per questo che riteniamo sia giusto informarvi su quello che Luca ha fatto in questi mesi e che si appresta a fare nell’immediato futuro. Ogni mattina va a scuola ed è molto contento di farlo anche se il passaggio dalle elementari alle medie lo ha costretto ad un maggior impegno. Nel pomeriggio con la costanza e la volontà di un recordman svolge ben quattro ore di fisioterapia. Ma il suo impegno non finisce qui. Due volte alla settimana è impegnato in un programma di ippoterapia che serve a migliorare la sua autonomia, per

il controllo del tronco, per l’equilibrio e per il rafforzamento delle anche. Altre due volte è impegnato in sedute di agopuntura. Il tutto fa parte di un programma ben definito che vuol portare Luca a ridurre o ad eliminare l’uso farmaci che lo obbligano ad utilizzare attrezzature mediche invasive. Ha scoperto l’agopuntura in America dove gli è stata praticata in associazione con la “terapia dell’ossigeno” da un medico italiano che cura i propri pazienti a Caserta. Mamma Tina ha mantenuto i contatti con le altre famiglie italiane conosciute in Florida che, per continuare a svolgere le sedute di agopuntura, si sono trasferite in Campania ottenendo risultati molto soddisfacenti. Questo ha portato Luca e i suoi genitori a prendere la decisione di trasferirsi a Caserta dove potrà

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N. 3 - Marzo 2009

continuare le cure con il medico che ha conosciuto in America e che è al corrente di tutto il suo percorso medico. A Caserta, dove si trasferirà a metà Marzo, continuerà anche la fisioterapia per irrobustire i suoi muscoli e poi ripartirà per la Florida fra sei mesi. Luca non ha dimenticato i suoi amici e siamo sicuri che anche loro non lo hanno abbandonato. Forza Luca: «NON MOLLARE MAI!».

di Mauro Capurso


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LA SCUOLA AL TEMPO DEGLI SMS

N. 3 - Marzo 2009

Attualità

INCHI

foto, testo e intervista di Antonella Sollecito

testo e intervista di Dario Verolino

Ecco cosa ne pensano, dirigenti, alunni e genitori

Il Ministro della Pubblica Istruzione, Maria Stella Gelmini, in video su Youtube, pagelle consultabili sul

web in un futuro prossimo ed assenze segnalate ai genitori tramite sms. La scuola si rifà il look ed entra nelle case degli studenti attraverso la rete internet, alla ricerca di una comunicazione al passo coi tempi, con un linguaggio sempre più diretto ed informale caratteristico di questa nuova era digitale. La Gelmini ha voluto instaurare un dialogo con gli alunni, come anche il Ministro per la Funzione Pubblica e Innovazione, Renato Brunetta, che ha annunciato l’utilizzo degli sms a partire dal 2012. Tra qualche anno, infatti, chi marinerà la scuola sarà presto smascherato da messaggi, mail o “forme alternative di consultazione via internet” che avviseranno tempestivamente mamma e papà. Dietro questa evoluzione tecnologica i più scorgono tagli ai costi di pratiche cartacee obsolete ed estremamente burocratiche, ma non manca nemmeno chi si interroga sui costi di messaggini e newsletter. In questa sorprendente esplosione di innovazioni comunicative noi di “in Città ” siamo andati nelle scuole per capire cosa ne pensano i dirigenti scolastici, ma anche alunni e genitori che, attraverso il linguaggio degli sms, hanno espresso la loro opinione.

Scuola Media “Guglielmo Marconi”

I

l preside Michele Vestito si dice fiducioso del sistema che entrerà in vigore, purché venga realizzato in maniera seria, essendo un progetto difficile: in sostanza se alle scuole mancano risorse finanziarie, non si può concretizzare un servizio efficace. Inoltre bisogna essere in grado di garantire la protezione dei dati personali, evitando fughe di notizie riguardanti gli studenti, altrimenti si potrebbe violare la legge sulla privacy. In più, sempre secondo il dirigente scolastico giovinazzese, bisogna scindere i dati strettamente personali da quelli meno, con la conseguenza che i primi debbano essere comunicati alle famiglie direttamente dai docenti, mentre la segreteria, o altri organi preposti a ciò, potrebbe occuparsi del resto. Un progetto dunque interessante per avvisare in tempo reale le famiglie degli studenti, informandole sulla vita scolastica dei propri figli, ma che comunque, prima di essere utilizzato, ha bisogno di limature affinchè possa realmente essere efficiente e andarsi ad incastrare nel mondo scolastico.

“Io non capisco a cosa servono questi sms… Li invieranno anche se mi assenterò per una febbre? Hanno pensato a chi non ha un telefonino? Mia madre non lo ha” (Nicola, studente)

“Vestito ha pienamente ragione, la gestione della privacy è essenziale. L’iniziativa è lodevole, anzi io installerei anche videocamere di sorveglianza anti bullismo” (Ida, madre ed impiegata)


17 Attualità

N. 3 - Marzo 2009

Liceo Ginnasio “Matteo Spinelli”

IESTA

L

a dirigente Anna Maria Amoruso, invece, sottolinea che l’iniziativa è già stata adottata da numerosi istituti, e che, quindi, tutti ciò che è stato annunciato da Brunetta e solo una mera formalizzazione di qualcosa che c’è già. L’applicazione delle nuove tecnologie nell’ambito dei rapporti scuola-famiglia

“Ma questi sms chi li paga? La scuola non ha nemmeno i soldi per pagare insegnanti e pc per le aule multimediali. Ma per favore!!!” (Anna, studentessa)

“Non mi convince del tutto. Bene l’avviso tempestivo, ma non vorrei ricevere sms inutili e soprattutto perdere la comunicazione de visu con professori e dirigente” (Giovanni, libero professionista)

inoltre: «E’ interessante perché crea un’alleanza educativa tra le varie componenti della scuola. Sarebbe auspicabile un’azione costante e dettagliata delle segreterie, che dovrebbero sempre riportare quasi in tempo reale i dati su assenze e condotta. In questo modo genitori e scuola saranno sempre in contatto, ed è un aspetto decisamente positivo».

Scuola Media “Michelangelo Buonarroti”

A

nche il preside Gaetano Sciancalepore ci chiarisce con esaustività ciò che pensa a riguardo: “Nell’attuale momento storico, in cui la scuola sta vivendo una stagione di profondo cambiamento per le riforme in atto, mi sembra giusto e corretto comunicare ai genitori le novità riguardanti sia il modello curricolare ‘in fieri’ sia la modalità di valutazione. Peraltro, i genitori sono stati invitati, ad inizio d’anno scolastico, a sottoscrivere il Patto di Corresponsabilità Educativa (art. 5bis D.P.R. n. 235 del 21/11/2007) con cui si sono impegnati a condividere con la scuola il progetto formativo dei propri figli in un clima di cooperazione e di sinergia pedagogica. In questa nuova prospettiva di valorizzazione della relazione scuola-famiglia,- continua- credo sia di vitale importanza che la scuola istituisca on-line il registro elettronico e che i “Per me è indifferente… “Registro elettronico con genitori possano accealle medie mica si salta la password??? Ottima idea. dervi, con una propria password, per conoscere scuola. Inviassero tutti gli Penso che ormai tutti i gee seguire costantemente sms che vogliono, i ragaznitori abbiano imparato gli impegni formativi dei zi presto si abitueranno anche non si finisce mai di copropri figli ed accertare che a questo ed escogitenoscere i propri figli…” sia il rendimento sia le ranno nuovi mezzi per ag(Caterina, casalinga) assenze. Questa e solagirare i controlli!” mente questa modalità trasparente di comunica(Fabio, studente) zione, ritengo sia altamente formativa e possa contribuire al miglioramento delle condizioni di apprendimento e formazione delle ragazze e dei ragazzi”.


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Bestiario giovinazzese

N. 3 - Marzo 2009

Fotonotizia

IL NOSTRO FOTONOTIZIARIO

foto e testo di Antonella Sollecito

Q

uesto mese, sotto il gelo polare degli ultimi giorni, ci siamo aggirati per la strade del nostro centro osservando, in particolare, le peripezie quotidiane di pedoni ed automobilisti. Tra diritti negati, dei primi, e cattive abitudini ormai inveterate, dei secondi, Giovinazzo ogni giorno si trasforma in una giungla urbana fatta di auto, clacson impazziti e semafori in tilt, proprio come fosse una grande città. Dopo i passanti investiti dei mesi scorsi e i numerosi SUV che abitualmente si “incastrano”, letteralmente, nelle stradine di paese, non ci resta che fotografare per denunciare. A voi il piacere… pardon, il dispiacere di provare per credere…

Quelli che “il parcheggio zebrato fa più chic”

Perché lasciare in sosta l’auto dove dovrebbe? Perché rispettare regole e spazi urbani, quando invece si può lasciare libero sfogo alla nostra creatività del parcheggio? Così troviamo sempre più spesso auto in sosta nei luoghi più strani: curve, scivoli per portatori di handicap, doppie file, strade con visibilissimi divieti di sosta. Capita anche di imbattersi in Suv che si comportano come se fossero agilissime Smart, incastrandosi un po’ovunque nel traffico delle strade centrali o, sempre più spesso, nei vicoli angusti del centro storico. Ma la palma d’oro all’estro della sosta va a coloro che, in preda ad un bizzarro raptus “artistico”, decidono di parcheggiare il proprio veicolo sulle strisce pedonali, in questo caso adiacenti la scuola elementare Papa Giovanni XXIII°. Perché, è risaputo, il black and white è sempre stato un accostamento chic, anche per automobilisti incuranti delle regole basilari della strada.

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19 Fotonotizia

Handicappato al 50%?

Cosa resterà… di questo nostro pilomat?

Anni fa furono installati i pilomat, dissuasori elettronici per regolare il traffico nel borgo antico. L’adozione di questa nuova tecnologia sorprese cittadini e residenti del centro storico, felici di ridurre parcheggi selvaggi e caroselli di auto negli stretti vicoli del quartiere. Col tempo, vandalismo, scarsa manutenzione e facile elargizione di permessi all’accesso, hanno causato l’obsolescenza del sistema. In particolare, il pilomat adiacente piazza San Salvatore è stato il primo in assoluto a terminare il proprio lavoro. Ripetutamente ridotto in disuso, oggi è ormai solo un ricordo fatto di fili elettrici e ferraglia. Inutile cercare cause e colpevoli, o forse no!

N. 3 - Marzo 2009

Anche questo conducente è da annoverare nella lunga lista dei creativi della sosta. A differenza dei colleghi sulle zebre, il proprietario dell’auto nella foto ha deciso di sperimentare un nuovo tipo di parcheggio, dedicato agli eterni indecisi, a coloro che oltre al bianco e nero, nella vita e nel posteggio dell’auto, scelgono anche altre sfumature, come il giallo degli spazi riservati ai portatori di handicap, ad esempio. Evidentemente in questo caso, però, non essendo disabile, il conducente in questione ha deciso bene di sostare il proprio mezzo metà dentro e metà fuori un’area che gli sarebbe interdetta. Teoricamente, quindi, il suo è un caso di deficit al 50%. Poco difficile per noi sarebbe intuire di quale altra mancanza si tratti.

Una roulette russa chiamata via Molfetta

Immettersi su via Molfetta dalle traverse provenienti da via XX Settembre è diventato ormai un gioco da kamikaze. Il tratto di strada, infatti, è perennemente occupato da auto in sosta su ambo i lati che, assieme al traffico in entrambi i sensi di marcia, congestiona la zona e crea interminabili minuti di attesa per automobilisti in attesa di immettersi sull’arteria stradale. Percorrendo in particolare via Colapiccoli, come le sue parallele comunque, ci si ritrova a dover decidere arbitrariamente di proseguire, con una visuale azzerata sia a destra che a sinistra, non potendo vedere quindi le auto in transito. Questa giornaliera roulette russa è stata spesso la causa di sinistri. Solo il caso e l’accortezza di numerosi automobilisti ha evitato, fino ad oggi, incidenti ben più gravi. Cosa stiamo aspettando? Di perdere qualcuno durante questo gioco insensato?


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Le meraviglie nascoste in “Puglia fuori strada”

N. 3 - Marzo 2009

testo di Claudia Serrone

foto di Nicola Cortese

Arte e Cultura a 360°

Una guida turistica vissuta nella vera natura

N asce come un’esperienza sentimentale il libro

Puglia fuori strada di Vittorio Stagnani e Corrado Palumbo presentato il 27 gennaio presso la sede dell’Associazione Comunicaria – Liberi di comunicare con il patrocinio del Comune e dell’assessorato alla cultura. «Una guida turistica non nel senso tradizionale del termine; si tratta più di racconti accompagnati da particolari tecnici, viaggi consigliati perché vissuti dall’autore in luoghi difficili da raggiungere… dove la Puglia si conserva intatta» confida lo scrittore, fiero di parlare in maniera così naturale e colloquiale del suo secondo capolavoro. Secondo perché in realtà esisteva

già un’altra edizione con lo stesso titolo: Stagnani aveva raccolto con una serie di articoli le sue esperienze in speleologia visi-

tando villaggi rupestri, castelli, pastori. Perciò, superata la paura di non poter competere con il suo primo successo, l’autore

“L’IMPOSSIBILE EMULSIONE” di Francesco Terzulli Un preside coraggioso pubblica tristi verità sulla città di Taranto e le leggi razziali

Un libro stimolante e di ricerca quello presentato il 17 febbraio agli studenti del

liceo M. Spinelli e alle classi di terza media della scuola M. Buonarroti; l’autore Francesco Terzulli, un preside tarantino che inizia a scrivere il libro nell’85 frequentando e “rovistando” negli archivi delle scuole di cui era stato preside. Proprio in una di esse, trova delle lettere indirizzate a prigionieri internati della Casa Rossa di Alberobello, uno dei tre campi di concentramento in Puglia, assieme a quello di Gioia del Colle e delle isole Tremiti. Ciò che ha stupito Terzulli e che colpisce nel libro è la particolarità sul campo della Casa Rossa che restò in funzione per ben 10 anni. Infatti, anche dopo l’armistizio del ’43, il campo venne usato per rinchiudere, questa volta, i prigionieri gerarchi fascisti… insomma, i ruoli si invertirono ma la funzione rimase la stessa. Ancora, l’autore si sofferma sull’applicazione delle leggi razziali a Taranto, quando il governo fascista sancì l’obbligo delle leggi razziali e la città di Taranto rese ancora più esasperate e brutalizzate le situazioni in cui tali norme erano valide. Venivano così fatti prigionieri anche coloro che avevano solo un cognome ebreo, condannati e uccisi. Soprusi, ingiustizie, segreti, esasperazioni nel libro che mette a nudo le assurdità della razza pura, in cui “cancellare il reato” era la parola d’ordine. Tutti coscienti che il diverso andava eliminato, che veniva “cancellato” chissà dove… l’importante era non lasciarne traccia. Il libro in onore della giornata della memoria e del ricordo ha suscitato interesse nei ragazzi che hanno interagito con l’autore con domande e approfondimenti. La giornata si è aperta con la proiezione di fotografie e brevi filmati sui prigionieri nei campi di concentramento, chiudendosi con il monito a non dimenticare, a farci segnare dagli eventi. E la lettura de L’impossibile emulsione sembra essere l’opportunità giusta per conoscere la nostra storia. Claudia Serrone

dice di “essersi superato” parlando nel nuovo libro di luoghi diversi, con lo stesso spirito, ma con una carta vincente in più: gli acquerelli che completano i racconti. Attraversando le Murge, esplorando Altamura, Minervino Murge, cimentandosi nell’escursione a Monte Scorzone, passando per le Grotte di Badisco, per le Gravine di Mottola e Taranto, Stagnani da uomo adulto esplora, racconta e dipinge con gli occhi di un bambino curioso, stupefatto di fronte alle meraviglie nascoste della Puglia, regalando ai lettori un vademecum per chi ama la pratica dell’escursionismo, anche quello culinario, perché il libro racchiude persino segreti e prelibatezze alimentari! Lo scrittore sembra non aver esaurito ancora le sorprese per il pubblico; ci ha rivelato cosa “bolle in pentola”… è proprio un libro gastronomico dal titolo Prosa e poesie in pentola. Conoscendo lo stile imprevedibile e appassionato di Stagnani, sicuramente è da non perdere.


Hèdi Bouraoui al Liceo Spinelli

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Arte e Cultura a 360°

N. 3 - Marzo 2009

L

unedì 9 Marzo alle ore 16 presso l’aula magna del nostro liceo il Senatore Giovanni Procacci presenterà l’ultimo lavoro editoriale dello scrittore Hèdi Bouraoui dal titolo “Puglia a braccia aperte”. Alla presentazione, svolta con la collaborazione dell’Ambasciata del Canada, di Regione Puglia e Provincia di Bari e di numerose altre istituzioni tra le quali le Amministrazioni Comunali di Giovinazzo e Bitonto, saranno presenti, oltre allo stesso autore, importanti personalità accademiche, giornalistiche e politiche del panorama regionale. L’iniziativa, denominata “Incontro con l’autore”, rientra nel Programma Operativo Nazionale 2007-2013 dell’ Unione Europea ed è stata voluta fortemente dalla prof.ssa Anna Maria Amoruso, Dirigente Scolastico dell’I.I.S.S. di Giovinazzo, per incentivare e promuovere la lettura tra gli alunni ma anche per stimolare l’intera cittadinanza sulle problematiche dell’integrazione affrontate nel libro dell’autore di origine tunisina. Nel prossimo numero seguirà la cronaca della manifestazione.

Continua anche questo mese la trasposizione di una poesia tratta dalla racNostalgia canaglia… atto terzo

di Mauro Capurso

colta “Vate…mecum” del nostro concittadino residente a Milano, Lillino Amoia. Quella che abbiamo deciso di pubblicare nel numero di marzo rievoca il famoso Giuramento di Pontida del 1167, con il quale alcuni Comuni lombardi ribelli all’imperatore Federico Barbarossa e al suo Sacro Romano Impero suggellarono un’alleanza, la Lega Lombarda. Allo stesso modo, infatti, ne “Il giuramento di Milano”, il nostro poeta ci parla dell’ “alleanza” dei giovinazzesi nel capoluogo lombardo, riunitisi nell’associazione “Giovinazzesi fuori porta”. Buona lettura e appuntamento al prossimo mese… IL GIURAMENTO DI MILANO

L’han giurato, li ho visti a Milano, convenuti dal lago e dal piano, han giurato e si strinser la mano, Giovinazzesi di ogni città. O spettacol di gioia! Preser l’impegno d’incontrarsi a Varese o a Seregno attorno a un provvido e aluto desco con panzarotti, olive e vino fresco. “Vi sovvien!!” dice Vincenzo da Giovinazzo, “L’abbiam deciso!” urla Saverio paonazzo e infin convinti i convenuti a Milano in via Espinasse si strinser la mano. Al vostro vate non resta che una speranza, che, superata questa discordanza, si possa tornar in maniera globale a volerci bene nel Santo Natale!!

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Una nuova iniziativa web di “In cerca d’autore” Aspettando il racconto del mese… di Claudia Serrone

L’

associazione Comunicaria – Liberi di comunicare lancia un’altra sfida per coloro che hanno voglia di cimentarsi e sentirsi piccoli scrittori, di qualsiasi età e qualità. Si tratta di un invito volto a chi vuol pubblicare un breve racconto o una piccola novella su qualsiasi tema in un massimo di 4.000 battute. La partecipazione a carattere gratuito vedrà pubblicato sul sito ogni mese un racconto, scelto tra quelli che perverranno. Un modo carino per condividere pensieri, storie, racconti veri o fantastici. Per maggiori informazioni è possibile consultare il sito www.incercadautore.it e inviare i piccoli elaborati all’indirizzo e mail info@incercadautore.it Libero spazio web alla creatività!

di Mauro Capurso


24 Scuola

Inaugurato il laboratorio scientifico della “San Giov

N. 3 - Marzo 2009

TRA SCIENZA

testo di Gianluca Battista

e di Mauro Capurso

foto di Nicola Marinelli

27 gennaio 2009. Una

data scolpita nella testa di chi ha a cuore le sorti della scuola primaria e per l’infanzia “San Giovanni Bosco”. In quella giornata, infatti, alla presenza dell’Assessore alla Cultura del comune di Giovinazzo, Carolina Serrone, di Don Beppe De Ruvo, parroco di Sant’Agostino, e di molti genitori, è stato inaugurato il nuovo laboratorio scientifico realizzato con finanziamenti europei. Il preside Angelo Panebianco ha ricordato che «la normativa della Comunità Europea, prevede massima pubblicità per questi progetti, proprio per mostrare alla collettività in che modo i fondi vengano utilizzati». Il progetto, denominato con un codice da film di fantascienza PON B1 FESR del 2007, è stato attivato durante l’anno scorso e l’amministrazione comunale, dal canto suo, ha contribuito realizzando le porte in acciaio a norma di legge. Per gli alunni di una delle scuole storiche di Giovinazzo, il laboratorio rappresenta un ulteriore strumento per migliorare le proprie conoscenze e per sentirsi al passo con i coetanei di altre zone del Paese. Ma il 27 gennaio era anche la “Giornata della Memoria per le vittime della Shoah”, e gli allievi della “San Giovanni Bosco” hanno voluto sottolineare la loro presa di coscienza di quanto accaduto durante il secondo conflitto mondiale ed hanno ribadito come attraverso lo studio attento delle scienze si ribaltano le teorie naziste sulla superiorità di una

razza rispetto alle altre. Nel suo intervento, l’Assessore Carolina Serrone ha poi rivolto un pensiero al conflitto israelo-palestinese, che ancora

oggi insanguina il Medioriente, e che pare lontano da una risoluzione condivisa, simbolo tanto eloquente quanto agghiacciante di un odio insana-

bile tra due popoli. E con riferimento all’integrazione, all’abbattimento delle barriere culturali, linguistiche e religiose, la chiusura è andata al pre-


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vanni Bosco” nel giorno in cui si ricordava la Shoah

N. 3 - Marzo 2009

A E MEMORIA

side Panebianco, il quale ha sottolineato che anche in questo senso «il compito degli educatori è importante, proprio perché formano le future generazioni e gli

alunni ci osservano, guardando a noi come ad un esempio». Quel vecchio stabile, sito nel centro di Giovinazzo, quella scuola in

cui sono passati migliaia di alunni e docenti, in cui diverse generazioni si sono formate, pare davvero spiccare il volo verso il futuro, in un connubio

perfetto tra tradizione e progresso. Nella galleria fotografica di Nicola Marinelli il ricordo di quella giornata.


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CARNEVALE: Ăˆ FESTA AL PR

N. 3 - Marzo 2009

E

Scuola

ssere per un giorno principe o principessa, fatina o un super eroe ha consentito ad ogni alunno del nostro plesso S. G. Bosco di allontanare la mente dagli impegni scolastici quotidiani condividendo tuttavia con gli amici momenti educativi ugualmente importanti. Ed ecco dunque che con la complicitĂ delle insegnanti, sabato 21 febbraio 2009, tutti hanno ballato, giocato, mangiato i dolcetti preparati dalle mamme.


RIMO CIRCOLO DIDATTICO Scuola

N. 3 - Marzo 2009

Successivamente ciascuno ha sfilato in passerella mostrando ai presenti il proprio abito, fra fischi e applausi assai simpatici. A conclusione della straordinaria mattinata scolastica hanno raggiunto le nostre classi i compagni di terza elementare travestiti da veri cavernicoli con ossa fra i capelli e abiti in carta decorati alla perfezione‌ facevano davvero un po’ paura! Noi li abbiamo accolti con tanta gioia e felicità . Ins. Picerno Teresa

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Un pallone per amico... un amico per la solidarietà e la legalità

N. 3 - Marzo 2009

Sociale

«U n Pallone per Amico» è il titolo di una iniziativa

di “educazione alla legalità” promossa dalla Polizia di Stato; una manifestazione a scopo benefico svoltasi dal 29 novembre al 5 dicembre 2008. La manifestazione ha avuto inizio il 29 e 30 novembre in Piazza Ferrarese dove per l’occasione sono stati allestiti vari stands di promozione dei reparti speciali di Polizia di Stato; il 5 dicembre, giornata dedicata allo sport, si è svolto il triangolare di calcio presso l’Arena della Vittoria di Bari, dove si sono incontrate le squadre della Polizia di Stato, dei Giornalisti RAI e dei Magistrati Italiani. L’evento è stato animato dalla presenza di oltre 5.000 bambini provenienti da moltissime scuole della provincia, oltre alla grande affluenza di pubblico giunto per l’occasione, che oltre a vivere una mattinata di sport, solidarietà e allegria, hanno potuto am-

mirare la “Coppa del Mondo” conquistata dagli azzurri nel Mondiale 2006. Il triangolare sul campo è stato vinto dalla squadra dei Magistrati Italiani, mentre sugli spalti hanno vinto la solidarietà e la legalità, che sono i due veri obiettivi raggiunti. In serata, a conclusione della giornata, c’è stato un altro grande evento presso il Teatro “Piccinni” di Bari

dove si è svolto il concerto della banda della Polizia di Stato. Nella mattinata del 10 febbraio presso la Questura di Bari si è svolta una conferenza stampa dove il Questore Dott. Speranza, la Dott.ssa La Terza e tutto il Comitato Organizzatore ONLUS “Un Pallone per Amico” hanno presentato il rendiconto finale della manifestazione e ringraziato con la consegna di un attestato, gli sponsor, le

aziende di trasporto, le tipografie, le varie associazioni, le scuole, le aziende e i Comuni della Provincia che hanno aderito e contribuito alla manifestazione con grande spirito di solidarietà. I fondi raccolti sono stati pari ad euro 92.111,25 che, al netto delle spese sostenute, sono stati suddivisi: il 35% in ambito internazionale di cui il 15% devoluto all’UNICEF (pari ad euro 11.630,00) e il 20% alla Fondazione Raphael Onlus (pari ad euro 15.506,00); il 65% in ambito locale e specificatamente a: • A.R.C.HA. di Bari sono stati devoluti euro 15.000,00 per l’acquisto di un pianoforte e strumenti vari occorrenti per la musicoterapia; • ABIO di Bari devoluti euro 14.594,13 che saranno destinati all’acquisto di arredi, giocattoli e computer; • ANFFAS ONLUS GIOVINAZZO (Associazione di Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale) devoluti euro 21.000,00 somma interamente destinata all’acquisto di un pulmino FIAT Ducato attrezzato con pedana


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N. 3 - Marzo 2009

ANFFAS ONLUS DI GIOVINAZZO Viale A. Moro, 35 - c.p. 83 - 70054 GIOVINAZZO Tel. 080/3946645 - Fax 080/3945483 Codice Fiscale 93259430721 - Partita Iva 06086690721 Sito: www.giovinazzzo.anffaspuglia.it E-mail: giovinazzo@anffaspuglia.it

ANFFAS ONLUS GIOVINAZZO

L’Anffas Onlus è un’associazione costituita da famiAssociazione Nazionale Famiglie di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale

idraulica adibita al trasporto di persone con disabilità. Il Consiglio Direttivo Anffas Onlus Giovinazzo, a nome del Presidente Nazionale Roberto Speziale, del Consiglio Direttivo Nazionale Anffas Onlus, dell’Anffas Onlus Puglia ed in particolare dei ragazzi disabili, le loro famiglie, i volontari iscritti alla nostra associazione RINGRAZIANO

pubblicamente e calorosamente per l’alto senso di solidarietà dimostrata nei nostri confronti: il Questore Dott. Speranza, il ViceQuestore Dott.ssa La Terza, tutti i componenti del Comitato Organizzatore ONLUS “Un Pallone per

Amico” (Barbara D., Francesca M., Luigi C., Mario S.), la Questura di Bari, la Polizia di Stato e TUTTI coloro che hanno contribuito e collaborato all’organizzazione e alla buona riuscita della manifestazione. Il loro grande gesto di altruismo permetterà di promuovere ulteriori iniziative a favore degli stessi ragazzi disabili dell’Associazione Anffas Onlus di Giovinazzo. La speranza più modesta formulata “oggi” è quella di una più efficace unione tra lo sport, la legalità e la solidarietà. Per concludere questo nostro sentito ringraziamento citiamo una frase di David Maria Turold:

«Fermati anche se hai fretta, anche se hai un tuo programma urgente. Non c’è nessun programma più urgente di questo: Andare verso l’uomo che è nel bisogno e fermarci.»

Il Presidente Anffas Onlus Giovinazzo LASORSA Michele

liari di persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e da soci amici che aderiscono e ne condividono i fini sociali per un’integrazione funzionale. L’ Anffas Onlus rappresenta una delle maggiori associazioni a tutela delle persone con disabilità ed è presente su tutto il territorio nazionale. Le finalità che persegue l’associazione sono: • Provvedere alla tutela dei disabili promovendo e realizzando interventi e strutture riabilitative, sanitarie, assistenziali, sia diurne che residenziali, ambulatoriali e domiciliari, integrabili nei servizi sociosanitari nazionali e locali, idonee a rispondere ai bisogni delle persone con disabilità; • Promuovere e tutelare i diritti delle persone con disabilità intellettiva e/o relazionale e delle loro famiglie; • Garantire ai soggetti fruitori del servizio interventi rispondenti alle problematiche soggettive, alle consulenze sociali-pensionistiche-legali e psicopedagogiche; • Salvaguardare l’uguaglianza di diritti di accesso e di doveri di buona fruizione per gli utenti senza discriminazione di razza, lingua, religione, etnia, opinioni politiche, condizioni psico-fisiche e socio-economiche; • Promuovere la partecipazione e garantire la trasparenza; • L’Associazione Anffas Onlus attraverso lo Sportello SAI? (servizio accoglienza informazioni) offre alle persone con disabilità, alle loro famiglie, soci e non, servizi di documentazione, informazione e segretariato sociale; • Organizzare attività laboratoriali per affermare la manualità fine e per stimolare l’autonomia comportamentale delle persone con disabilità iscritte all’associazione e non. I soci Anffas Onlus sono genitori e/o parenti di persone con disabilità; in prima persona organizzano e gestiscono servizi utilizzando le competenze professionali di chi condivide le loro scelte. L’Anffas Onlus è espressione partecipativa di un puro volontariato, sia delle famiglie di persone con disabilità, sia di quanti si mostrano sensibili al problema, con il fine di colmare le lacune delle istituzioni pubbliche con il proprio apporto del tutto gratuito. Il Presidente LASORSA Michele

Numero Verde 800 067 067 C/C Postale n. 42712638


30 N. 3 - Marzo 2009

I

Quando la legge c’è ma non viene rispettata!

piccoli giornalisti hanno ormai imparato a guardarsi attorno, ad apprezzare il bello che c’è, ad argomentare i fatti di cronaca e a denunciare senza mezzi termini quello che non va e che andrebbe migliorato. Questo mese tratteremo un argomento a noi molto a cuore: l’inciviltà che molto spesso si registra tra i più grandi. In particolare, tra i padroni dei cani. Sempre più spesso capita di fare una passeggiata sul lungomare e imbattersi in un vero e proprio slalom per evitare di calpestare gli escrementi dei nostri amici a quattro zampe. Certo non è colpa loro, ma piuttosto dei loro padroni che, indisciplinati, la maggior parte delle volte non sono muniti di paletta e busta. Eppure la legge parla chiaro. Leggete un po’ le interessanti notizie sull’argomento, i piccoli giornalisti ci chiariranno tutto.

La piccola giornalista

Alessandra Loconsole

Giovanni Carelli

L

o sapevate che esiste una legge che riguarda la raccolta degli escrementi dei cani? Ebbene, anche nel nostro comune è in vigore l’Art. 6 di cui cito solo la parte riguardante questo argomento: “Tutti i proprietari, possessori o detentori di cani nell'accompagnamento degli stessi su area pubblica ed in particolare su marciapiedi, sedimi stradali, zone attrezzate per bambini, nelle aree verdi aperte al pubblico, dovranno essere comunque sempre in possesso, a prescindere da qualunque eventuale precedente utilizzo, di palette o sacchetto per la raccolta delle deiezioni degli animali”. Secondo me è giusto che tutti rispettino questa regola affinché il cittadino non debba incorrere in spiacevoli conseguenze. Inoltre la nostra città pulita sarebbe molto più bella ai nostri occhi e a quelli dei turisti. Michele Robles

razie alle interviste fatte abbiamo capito che ogni cane è diverso da un altro per le sue abitudini alimentari e quotidiane, c’è chi preferisce croccantini o spaghetti, o altri ancora cui piace gustare cereali e biscotti integrali. C’è a chi piace dormire su un “letto” tutto per sè o chi preferisce rilassarsi su cuscini di seta giocando nel frattempo con accessori davvero particolari che ogni cane desidererebbe oppure semplicemente addormentarsi su una coperta avvolta dal calore della famiglia. Ciò che accomuna questi cani è che ogni giorno, mattina-pomeriggiosera devono necessariamente essere accompagnati dai loro padroncini per i loro bisogni fisiologici. Durante il giorno si divertono con i loro padroni o con giochi di gomma a forma di osso, di palla o di bistecca che oltre a far divertire il cane questi giocattoli servono anche a rinforzare i denti e la loro mascella. Ogni padrone cerca di soddisfare il proprio animale come se fosse suo figlio ricoprendolo di attenzioni e amore per non farlo sentire mai solo e così ogni cane vive per il suo padrone e questo lo dimostrano gli stessi animali. Stare con i cani equivale a divertirsi, quindi persone sole, bambini e adulti accogliete nelle vostre case questi dolcissimi e bellissimi animali che, statene certi, vi faranno sorridere alla vita regalandovi quel pizzico di felicità o compagnia che vi manca e che vi farà di certo bene… e allora ACCOGLIETE-ACCOGLIETE-ACCOGLIETE questi animali bisognosi che faranno rivivere l’allegria nelle vostre case e nella vostra vita. Allo stesso tempo però, abbiate cura di loro nel rispetto delle regole dell’ambiente in cui viviamo.

Rispettiamo l’ambiente

Il piccolo giornalista

G

Intervista con... l’amico dell’uomo

Il piccolo giornalista

di Marilisa Sisto

I piccoli giornalisti in carriera...


31 I piccoli giornalisti in carriera...

Ques to mese

Il 9 marzo il piccolo Daniele compirà il suo 3° compleanno. Tantissimi auguri da papà Raffaele. Da mamma Angela, dai nonni, zii e cuginetti.

L

a bellezza di abitare in un paese di mare è che in ogni momento libero è buono per fare una passeggiata sul lungomare, in ogni stagione anche se spesso si trovano dei souvenir poco graditi. Bottiglie e lattine con cartoni di pizza lasciati sui muretti come una tavola imbandita, rifiuti abbandonati dappertutto meno che nei cassonetti, per non parlare dello slalom che bisogna fare per evitare gli escrementi dei cani, perché i padroni, magari troppo impegnati a pensare ad altro si dimenticano di portare la paletta e l’apposita bustina, trasformando una tranquilla passeggiata in un incubo. Comunque non tutti i giovinazzesi sono da biasimare: infatti anche i forestieri, in alcuni casi, non ci pensano due volte per gettare un rifiuto per terra o addirittura in mare, per sbarazzarsene più in fretta. Alla luce di tutto ciò, c’è da dire AI GIOVINAZZESI di rispettare la propria città, e AI FORESTIERI, di trattare con rispetto la nostra città perché, essendo OSPITI non hanno il diritto di fare a proprio piacimento quello che gli piace, perché la città è un dono di tutti e da tutti dev’essere goduta e RISPETTATA.

fa g li augur i a...

Un augurio speciale a Monica Marrano che il 27 Gennaio ha spento la sua prima candelina con dolcezza e simpatia, circondata da mamma e papà, dai nonni, gli zii e dai tanti cugini.

Ai due gioielli di casa Camporeale gli Auguri per il loro compleanno: a Fabio che il 20 Febbraio ha spento le sei candeline e a Daniele che spegnerà le prime due il 26 Marzo. Auguroni da papà Diomede e da mamma Loredana, dai nonni, zii, zie e cuginetti. La redazione si associa, augurando ai due fratellini tanta gioia e una torta gigante.

Spazio importante - L’11 dicembre 2008 presso l’Università Carlo Cattaneo LIUC di Castellanza (VA) si è laureata la dott.ssa NICOLETTA PRUDENTE. Congratulazioni per il suo 110/110 in “Economia Aziendale e Direzione d’Impresa”. Che il suo futuro sia sempre radioso, la vita le sorrida e la fortuna l’accompagni nel suo cammino professionale. Con immenso Amore, papà, mamma e la sorella Daniela.

La tradizione non è tramontata. Con gioia i genitori papà Michele e mamma Laura insieme ai familiari, in particolare i nonni Agostino e Grazia Turturro, annunciano la nascita del piccolo AGOSTINO. Bari 14 febbraio 2009

Vincenzo Vitariello e Anna Scivetti festeggiano il loro 70° anniversario di matrimonio circondati dall’affetto dei loro cari. Felicissimi auguri dai figli, nipoti e pronipoti.

Vincenza Pastoressa

Giuseppe Robles

Il piccolo giornalista

Giovinazzo è in vigore una legge che prevede una multa a carico di coloro che non rimuovono gli escrementi dei propri cani. In merito a ciò ho intervistato il vigile urbano De Fronzo. Le è mai capitato di assistere alla mancata rimozione degli escrementi di un cane da parte del padrone? Si, parecchie volte. Come si è comportato? È stato generalizzato il proprietario e gli è stato fatto un verbale. Dunque ha applicato la legge che prevede di infliggere la multa al trasgressore? Si. Si, compatibilmente con tutte le altre esigenze di servizio. Quando passeggiamo dobbiamo fare lo slalom tra tanti “ricordini”. Ha un consiglio in alternativa alla multa per ovviare a questo disagio? In passato è stata fatta da parte dell’ amministrazione comunale una campagna di sensibilizzazione nei confronti di questo problema in quanto non è il cane a essere educato al rispetto delle regole bensì il proprio padrone. Anche ognuno di noi può, nel proprio piccolo, collaborare con le forze dell’ ordine alla risoluzione di questo inconveniente invitando, qualora se ne ravvedesse la necessità, ad invitare i proprietari dei cani a raccogliere gli escrementi del proprio animale!!!

Souvenir Giovinazzesi

La piccola giornalista

A

“Ricordini”? No, grazie...

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Ciao “mèste Maurin”

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Personaggi Giovinazzesi

Con il sarto Mauro Albrizio scompare un’altra figura significativa del nostro passato

I

l suo sguardo sempre sereno, sorridente e ilare con tutti rimane impresso nella nostra memoria. Aveva sempre una parola di conforto per tutti, Maurin u sart, nonostante i suoi acciacchi, specialmente negli ultimi tempi, scherzava anche con la sua malattia e non faceva pesare il fardello dei suoi novant’anni. Con la sua figura, scompare un pezzo di storia della nostra comunità. La sua bottega era il contenitore di tante storie vissute, dal più giovane pronto a chiedere consigli, all’anziano che racconta esperienze di vita vissuta, dalla massaia che decanta una sua ricetta, al contadino che impreca perché non piove. Era il modo più semplice per socializzare, per provare il piacere di stare insieme e Maurin, col suo sorriso, mentre muoveva i pedali della sua vecchia Necchi, commentava e dava consigli a tutti. I più giovani, forse, non hanno conosciuto “u sart feine” Mauro Albrizio, una delle ultime figure dell’artigianato locale che noi, i meno giovani, abbiamo avuto la fortuna di frequentare. Nell’immediato dopo-guerra l’estro e la maestria di questi lavoratori permetteva alle famiglie meno abbienti di recuperare vestiti usati e adattarli ai nuovi consumi: si rivoltava il cappotto, il vestito, si tagliavano i pantaloni lunghi (anche di fustagno) per trasformarli (corti) in

indumenti estivi. Maurino aveva appreso il mestiere del sarto dal maestro Piscitelli, frequentando la bottega sin da piccola età e fino ai diciotto anni, quando fu chiamato ad assolvere il servizio militare che successivamente, col conflitto della 2° guerra mondiale, dovette protrarre fino al 1945. Congedatosi, frequentò un corso professionale di taglio e cucito presso la sartoria Panaro di Bari. Dal 1948 si mise in proprio aprendo una bottega sotto l’arco di Fondaco Piazza Vittorio Emanuele e la sua arte la tramandò a ragazzi e ragazze apprendisti che seppero apprezzare prima l’insegnamento di vita e poi quello di sartoria. Era il tempo in cui le ragazze non pensavano solo ad evadere dalle mura domestiche, ma programmavano il loro futuro ruolo di mamme, acquisendo quanto più espe-

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rienza possibile da investire, poi, nella propria famiglia che sognavano. Una esigenza indispensabile che permetteva

anche i ratei di pagamento che lo stesso mensilmente gli corrispondeva; tagliava il tessuto (dopo averlo bagnato) e la fodera, fasi dedicate all’esclusiva competenza di mani esperte e capaci e affidava la cucitura ai giovani lavoranti. Durante la lavorazione, il pezzo veniva pressato con un ferro da stiro che aveva internamente un incavo per potervi inserire la brace o il carbone. Furono quelli i tempi di maggior fulgore dell’arte sartoriale a Giovinazzo, oltre ad Albrizio in quel periodo operavano altri sarti: Piscitelli, Francesco (Ciccil) Barile e Caccavo; tempi in cui le sarto-

loro di adempiere alle necessità della nuova famiglia come: il saper cucire, rammendare, rattoppare e recuperare perciò tutto il vestiario possibile. Nel 1955 la bottega di Albrizio si trasferisce in Via Mario Pagano, a portata di mano dalla propria abitazione, (questo gli permetterà di dare una mano alla sua Santina nell’allevare i gemelli) seguito dai i suoi fedelissimi apprendisti come Franchino Marolla che ne erediterà i segreti dell’arte sartoriale. Erano i tempi in cui il sarto doveva essere aggiornato, il suo laboratorio era sempre corredato da figurini (riviste raffiguranti modelli di abiti di vario sfoggio) e da un campionario di stoffe e di fodere. Egli prendeva le misure al cliente che regolarmente trascriveva sulla preziosa agenda nella quale annotava

rie si animavano in modo particolare in occasione di matrimoni, a Pasqua e per la festa patronale con la confezione dei vestiti su misura e a Natale per quella dei cappotti. L’opera del sarto non era limitata al confezionamento dell’abito ma al maestro Maurin toccava il compito di comprendere la personalità del cliente, capire le sue esigenze e il contesto a cui l’abito era destinato, quindi dava sfogo alla sua creatività dopo aver consigliatone la foggia, il colore e le tonalità giuste. Il suo consiglio si estendeva anche agli accessori come la camicia, cravatta e perfino le scarpe. Successivamente trasferisce la sua bottega in via Ludovico Paglia ove lavorerà fino a 70 anni, quando l’avvento della confezione industriale prevarrà sull’arte manuale.


33 Sempre con noi / Always together

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RICORDI DI FAMIGLIA DOMENICO CORTESE’S E DI VITA DI DOMENICO CORTESE FAMILY AND LIFE MEMORIES

G

iovinazzese residente a New York, il nostro concittadino ha affidato alle pagine di “in Città ” alcuni ricordi della sua famiglia privilegiando la figura di suo padre Francesco. Questi fu uno dei numerosi ortolani presenti nel paese che coltivò la sua terra ricavando frutta e verdura che vendeva giornalmente. Con questo lavoro provvide alla crescita della sua famiglia composta dalla moglie e nove figli. Nel ricordarlo Domenico mette in evidenza il suo amore per il proprio lavoro e per la famiglia e la gioiosità del suo carattere che trasmise ai suoi cari rendendo loro la vita serena. Domenico Cortese nacque a Giovinazzo nel 1941. Nel 1959 emigrò all’estero per crearsi un avvenire sicuro poiché le condizioni lavorative del suo paese Foto 1 non erano rassicuranti. Prima mèta fu il Venezuela dove, non trovando un lavoro a lui congeniale, si spostò negli Stati Uniti d’America e vi rimase. Qui creò la sua famiglia sposando Elisa Dagostino da cui ebbe due figli, Frank, oggi inserito nella categoria manageriale ad alto livello ed Anna, insegnante nelle scuole superiori. Domenico, raggiunta l’età pensionabile, vive felice con la moglie circondaFoto 2 to dall’affetto dei figli e dei fratelli, anch’essi trasferitisi negli USA, conservando nel cuore il grande amore per il luogo d’origine. I natali ricevuti nella cittadina pugliese lo rendono orgoglioso e per mantenere la continuità affettiva con la sua gente frequenta i due club di giovinazzesi residenti a New York, l’associazione “Maria Santissima di Corsignano in New York” e la “Società di Sant’Antonio da Padova” dei giovinazzesi in New York. Spesso Domenico riunisce nella propria abitazione gli oriundi della sua terra in occasione delle feste paesane (ultimamente hanno festeggiato Sant’Antonio Abate mangiando capriate e olive) ed assieme ritrovano lo spirito gioioso che li univa nel paese nativo e nel vicinato di loro appartenenza. Il suo affetto lo manifesta inviando i suoi saluti da tanto lontano, sperando che siano graditi.

B

orn in Giovinazzo but residing in New York, our fellow townsman, Domenico Cortese, has entrusted some memories of his family and in particular of his father Francesco to the pages of “in Città ”. Francesco was one of the several truck farmers of the town who tilled the soil to produce fruit and vegetables he sold every day. Thanks to this job, he provided for his family which was made up of his wife and nine children. Domenico’ s memories show his father’s love for his job and his family as well as his joyfulness he passed on to his family by making their life peaceful. Domenico Cortese was born in Giovinazzo in 1941. In 1959 he emigrated abroad to secure an happy future, because of the non encouraging job opportunities of his country. His first destination was Venezuela, but he did not find a job conforming to his expectations and he moved to the United States of America where he located. There, he married Elisa Foto 3 Dagostino and had two children, Frank ,who works as a top executive and Anna, a secondary school teacher. Domenico has reached the retiring age and now lives happily with his wife surrounded with the affection of his sons and brothers, who moved them too to the USA, keeping always in their heart a big feeling of love for their native town. He is very proud of being born in the Apulian town so, in order to keep in touch with his fellow townsmen, he takes part to the activities organized by the two clubs of Giovinazzo people living in the USA “Associazione Maria SS. di Corsignano in New York” and the “Società di Sant’Antonio da Padova”. Often, Domenico brings in his house his fellow townsmen together on the occasion of village festivals (recently they have celebrated Saint Anthony by eating broad beans and olives) and they find together again the joyful attitude linking them in the native town and in their neighborhood. Domenico expresses all his love by sending from far away his regards, hoping they will be pleased.

Foto n. 1 - Francesco Cortese con la moglie e i suoi nove figli. Foto n. 2 - Francesco Cortese, ortolano di Giovinazzo, al ritorno dalla campagna con il traino tirato dall’asino e i cestini colmi di frutta. Foto n. 3 - Domenico Cortese.

Picture n. 1 - Francesco Cortese with his wife and his nine children. Picture n. 2 - Francesco Cortese, a Giovinazzo truck farmer, back from the country with his cart drawn by the donkey and baskets full of fruit. Picture n. 3 - Domenico Cortese.

New York – Il giorno 9 Gennaio 2009 si è spento nella città americana Vincent (Jimmy) Lanzadoro. Originario di Giovinazzo egli è stato uno dei fondatori della “Società Maria SS. di Corsignano in New York”. Il club sentirà la sua mancanza poiché Jimmy non si è mai risparmiato nel dare la sua collaborazione. I soci lo ricorderanno sempre.

New York – On January 9th 2009, Vincent (Jimmy) Lanzadoro passed away in the American city. Of Giovinazzo origin, Jimmy was one of the founders of the “Associazione Maria SS. Di Corsignano in New York”. The club will miss him, because Jimmy had been always ready to offer his collaboration. The members will always remember him.

Per ragioni di spazio la Rubrica “Tradizioni” a cura di Beatrice Andriano Cestari è rinviata al prossimo numero.

a cura di Beatrice Andriano Cestari

materiale fotografico e cronistico dal corrispondente USA Frank De Santis

traduzioni di Gabriella Serrone


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Vedere in positivo per dare un senso alla vita

N. 3 - Marzo 2009

di don Nicola Gaudio

È

Riflessioni

straordinario il principio che Baden Powel, fondatore dello scoutismo, ha lasciato ai suoi ragazzi: «Vi è il 5% di buono nel peggior individuo, il gioco sta nello scoprirlo». Contrariamente a ciò che molti pensano, io credo che tutto abbia un senso. Ci sono momenti in cui si pensa che tutto sia sbagliato, che non si ha fiducia di niente e di nessuno. Invece non c’è niente della nostra realtà che non può essere preso in considerazione. Il centro del nostro esistere è POSITIVO, molto più del nostro negativo, dei nostri limiti. Solo questo positivo fa di noi delle persone valide. Questa realtà positiva ogni persona la porta dentro di sé: le tendenze buone, le qualità perso-

nali, i doni naturali, i talenti, le aspirazioni, i dinamismi di vita. Vi sono delle persone che vedono il mondo come una collezione inesauribile di cose belle da scoprire e ne vanno in cerca come un’avventura. Amano la terra, camminano su di essa in un clima fraterno, con curiosità e gratitudine, si riempiono occhi e cuore di sorpresa e gioia. Preferiscono guardare il lato buono delle cose e dicono che è meglio e che fa bene e, lasciarci contagiare da loro, è una vera gioia. Mentre trascinarsi per le strade con zoccoli di piombo, camminare col capo chino, caricandosi sulle spalle un fardello pesante, è veramente miserabile.

Molto di ciò che avviene attorno a te dipende dalle persone che hai vicino, se mi guardo con gli occhi di un altro riesco a capire il perché di molte cose. Riesco a capire perché attraverso la

San Giovanni Bosco e l’ “Opera don Bonifacio”

sofferenza, il dolore, le paure si ritrovi la luce. Si proprio la luce, quella luce che ci permette di gestire la nostra vita e le nostre scelte. E’ attraverso le persone che incontriamo lun-

Forse l’aver accolto a scuola i soci volontari dell’ ”Associazione Opera don Bonifacio

Azione Verde Onlus” nella giornata del 21 febbraio 2009, in coincidenza con la festa in maschera, non è stato un caso. Ha offerto involontariamente l’occasione per avvicinare i nostri alunni ad una esperienza di vita assai diversa, vissuta quotidianamente dai bambini nigeriani. Delle loro difficoltà ne avevamo già parlato a scuola nel periodo natalizio, quando noi insegnanti delle Interclassi di I, II e III ci siamo impegnate a sensibilizzare i bambini verso azioni di solidarietà nei confronti di coloro meno fortunati di noi. Ciascuno ha rinunciato a qualcosa di superfluo per raccogliere fondi da inviare laddove c’è chi chiede aiuto. Ed ecco che proprio in un giorno di festa per noi, l’incontro con Domenico e Rosa Agatiello insieme a Rosanna Tarantino, soci volontari dell’associazione, per la consegna di quanto raccolto, sicuramente contribuirà ad alimentare il seme della solidarietà anche attraverso l’acquisto delle classiche “Uova Pasquali” rivolendosi direttamente alle insegnanti Picerno e Valente (tel. 340 7709663). Ins. Picerno Teresa e Valente Renata


go il nostro cammino che dobbiamo formarci, crescere ed evolvere. Nella vita frenetica di tutti i giorni siamo troppo impegnati a correre, siamo troppo assorbiti dal sistema, inglobati in qualcosa che neanche ci piace, ma di cui non possiamo fare a meno. Triste ma vero. Siamo sempre alla ricerca di qualcosa in più, che in realtà solo dentro di noi stessi possiamo trovare. La cosa più bella è rendersi conto di crescere e migliorare, di capire i propri errori e provare a non commetterne di nuovi. Ma soprattutto rendersi conto che molto di ciò che avviene attorno a te dipende dalle persone che hai vicino. Perché tutto c’è da imparare e tutto dobbiamo trasmettere, dobbiamo uscire dagli schemi in cui siamo prigionieri e cercare dentro di noi lo scopo del nostro esistere. C’è tanto male intorno a noi, ma il bene può e deve vincere sempre. E’ come se a volte siamo ricoperti da una patina di polvere che ci ingrigisce, che rende i nostri pensieri pesanti e oscuri… bisogna cercare di togliere questa patina e cercare di guardare tutto ciò che sta sotto di essa, come ritornare bambini e scoprire il lato bello delle cose, saper prendere proprio il lato positivo. Valorizzare il 5 per cento di buono nelle cose degli altri e di se stessi significa scrivere la propria storia come il luogo dove Dio mi ama e scoprire che Lui incrocia il nostro cammino per orientare la nostra vita. Don Tonino ci insegna l’arte di sognare insieme. «Se uno sogna da solo, il suo

FRATRES

GIORNATE DI RACCOLTA DI SANGUE

Giovinazzo - Via Marconi n° 9

MARZO-APRILE 2009

08/03/2009 - Domenica: dalle 07.30, alle 11.30 12/03/2009 - Giovedì (*): dalle 16.30, alle 19.00 26/03/2009 - Giovedì (*): dalle 16.30, alle 19.00

02/04/2009 - Domenica: dalle 16.30, alle 19.00 05/04/2009 - Giovedì (*): dalle 07.30, alle 11.30 23/04/2009 - Giovedì (*): dalle 16.30, alle 19.00

(*) Consumare un pasto leggero evitando l’uso di grassi e terminare almeno tre ore prima della donazione.

N.B. Le date e gli orari sono suscettibili di variazioni dettate da esigenze del Centro Trasfusionale. Per qualsiasi informazione siamo a disposizione presso la nostra sede in Via Marconi, 9 - tel./fax 080-3947733.

http: / / www. fratres g i o v i nazzo . i t

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rimane un sogno. Ma se sogna insieme agli altri, il suo è già l’inizio della realtà. Ma a chi tocca cucire i lembi dei sogni individuali perché diventino un grande mantello? Tale dovere incombe sugli uomini di buona volontà perché, oggi più che mai, sono chiamati a incoraggiare le attese collettive, ad alimentare i sogni diurni, e contrastare le forze disgregatrici del potere, il quale tollera molto di più mille splendidi sogni separati che mille minuscoli sogni messi insieme. Se c’è una conversione che dobbiamo chiedere alle nostre comunità cristiane, è proprio quella di essere capaci di liberare la speranza, di saperla organizzare, di dare carne e sangue agli aneliti dei poveri, di additare, si, le grandi sporgenze utopiche del Vangelo, ma anche di disegnare i percorsi concreti per poterle raggiungere».

Riflessioni

N. 3 - Marzo 2009

AVVISO

Nel mese di aprile presso la

Chiesa di Maria SS. del Carmine sarà organizzato un incontro con la scrittrice Gianna Sallustio. Ella tramite diapositive testimonierà sul suo viaggio in Guatemala nel gennaio 2009 effettuato per una missione umanitaria presso la casa famiglia “San Domenico Savio” nella quale sono raccolti bambini abbandonati per strapparli ai trafficanti di organi.

S. Giovanni di Dio Sono il ‘pazzo di di Dio’, il creatore dell’o-

spedale moderno. Nato in Portogallo, a Montemoro Novo, nel 1495, a 8 anni lasciai la casa paterna. A Toledo, fui accolto quale figlio da Francisco Majoral. Pastore e soldato sotto varie bandiere, sognavo quella libertà che sogliono avere quelli che seguono la guerra, correndo a briglie sciolte la via ampia de’ vizi. Nel 1532 entrai in Vienna con l’esercito vittorioso. M’assalì un atroce dolore nell’apprendere d’esser stato causa della morte di mamma e babbo. Scelsi di far penitenza e servire il Signore. Quale viandante nel deserto, mi dissetai alla Bibbia e all’’Imitazione di Cristo’. Giovanni d’Avila mi convertì. Penitente invocavo: “Misericordia, mio Dio”. Ritenuto pazzo, fui portato in manicomio. Frustato, incitavo gli infermieri: “Continuate, perché è giusto che paghi quella carne con cui ho peccato”. Ne ricevevo doppia razione. A 44 anni, vendendo legna, da Gesù ottenni la grazia di comprare una casetta per accogliervi e servire poveri, viandanti e infelici privi di ragione. Ai pescivendoli chiedevo gli avanzi. Con la gerla sulle spalle percorrevo i quartieri alti di Granada gridando: “Per amor di Dio, fratelli, fate del bene a voi stessi”, ”Aiuta gli altri chi scopre la propria incredibile povertà”, “Fai del bene sulla terra, per acquistare un tesoro in cielo”. Il Signore mi concesse d’accogliere ammalati e mendicanti, liberare prostitute pagando il prezzo del riscatto, riportare peccatori a Dio, soffrire con i poveri. Dai corpi alle anime, era il mio motto. Oppresso dai debiti, spesso non osavo uscire di casa. Dopo che il vescovo s’addossò i crediti, bruciato dalla carità, stringendo al petto l’amato Crocifisso, la Carità Eterna m’accolse tra i risanati. Era l’alba dell’8 marzo 1550. cattedralegiovinazzo@libero.it - www.cattedralegiovinazzo.it


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37 Sport

N. 3 - Marzo 2009

AFP, RIALZA LA TESTA Smenoemprevittoriosa: più discussa e sempre una sola volta

in un febbraio terribile, dopo una striscia negativa di quattro sconfitte, più e meno scontate, ed un tonificante pareggio esterno. Ma quell’unico successo, colto fra le mura amiche contro il Castiglione, ha confermato l’Afp nella colonna nobile del campionato dopo il durissimo avvio del girone di ritorno. Agli appassionati è sembrato di rivivere la caduta a corpo libero dello scorso torneo, provvidenzialmente arrestata dalla truppa di Marzella a ridosso del baratro. Troppo ampio, ad onor del vero, lo scarto dalle ultime del torneo per poter anche solo insinuare la minaccia della perdita della massima serie. La preoccupazione, semmai, è un’altra: quella di riscoprirsi improvvisamente meno competitivi dopo un inizio di stagione che aveva visto i biancoverdi competere con le grandi. Per l’Eurolega – l’ha lasciato

Un febbraio terribile non ha compromesso la voglia d’Europa. All’orizzonte una nuova società rotellistica?

1-0 griffato Depalma e 2-2 provvisorio di Garcia Mendez) e Toyota Valdagno (1-3 nell’infrasettimanale su Rai Sat, al termine di una gara non esaltante ma infruttuosamente dominata per lunghi tratti, dopo

Cers, la Coppa Uefa delle rotelle. Le secche invernali hanno distanziato la quinta classificata di cinque punti. Ma il divario potrebbe essere progressivamente colmato grazie ad un calendario mensile morbido all’apparenza (contro tre delle ultime cinque della classe: Seregno ed Amatori Lodi in trasferta, Forte dei Marmi in casa) ma indecifrabile alla prova della pista, considerata la perdurante attitudine a smarrirsi con le piccole. Contro il Follonica, grande ma non più grandissimo, ci sarà da divertirsi. E magari da esultare, poiché l’armata toscana non è più invincibile ed ha accusato qual-

l’illusorio vantaggio di Illuzzi). Persino l’incrocio con l’altro Novara, apparentemente più agevole (la Rotellistica è la penultima forza di A1), si è rivelato pericoloso, con l’Afp, orfana dello squalificato Illuzzi, al pareggio con Turturro solo a cento secondi dal termine, e dopo una rincorsa durata per una gara intera sino al 5-5 finale (Gimenez per due volte, Depalma e Garcia Mendez gli altri marcatori). Il rientro del numero nove biancoverde, autore di una tripletta, e l’ottima vena di uno scatenato Gimenez, finalmente convincente al di là della seconda doppietta consecutiva, hanno schienato il Castiglione (5-3) nell’ultimo impegno casalingo del mese, assicurando all’Afp la conferma all’ultimo posto utile (il sesto, condiviso con il Roller Bassano) per la

che battuta a vuoto. La natura una e bina della Giovinazzo sportiva sembra intanto aver contagiato anche l’hockey su pista, prossimo a poter contare in paese su una seconda società, come già è avvenuto per calcio a cinque e ad undici e pallavolo. Sembra infatti che transfughi dell’Afp stiano seriamente pensando di dar vita ad un secondo sodalizio. Con quali giocatori? Il movimento si è assottigliato anche in culle storiche come Giovinazzo e non pare in grado di alimentare due realtà rotellistiche per complessivi tre campionati agonistici (quello di B compreso, obbligatorio per le tutte le partecipanti all’A/1). C’è chi sogna la stracittadina, ma sono in pochi. Perché in tutte le altre discipline quando è stato derby, lo si è giocato fra poveri.

L’esultanza di Garcia Mendez, Gimenez e capitan Depalma per il ritorno alla vittoria contro il Castiglione.

a più riprese intendere Marzella, nonostante l’intatta fiducia nei margini di miglioramento dei suoi ragazzi – questa squadra non appare ancora pronto. La Cers, tuttavia, sembra ancora alla portata dei sogni dei tifosi e degli obiettivi dei giocatori, tornati finalmente a punti dopo i pronosticati rovesci contro CGC Viareggio e Bassano e le inopinate cadute contro l’Hockey Novara dell’ex Tommaso Colamaria (2-3, con

Nuova Atletica Giovinazzo: chi ben comincia… L’arrivo del 2009 è coinciso con l’inizio delle attività

della Nuova Atletica Giovinazzo. Nuovo nella denominazione e nell’assetto societario, il neonato gruppo sportivo naturale sta proseguendo il lavoro svolto dalla sezione “Atletica Leggera” della Polisportiva Giovinazzo, che già lo scorso anno aveva fatto segnare importanti successi a livello nazionale. Dopo gli ottimi risultati conseguiti nelle prime prove del campionato regionale di corsa campestre a Trinitapoli e Cassano Murge, grazie alle ottime prestazioni di Roberta Fiorentino (2 km Cadette), Gianluca Gadaleta (2,5 km Cadetti) e Giuseppe Volpicella (4 km Promesse), sono giunti anche i primi successi fuori regione per la compagine presieduta da Nino Mastrandrea. Al PalaVesuvio di Napoli infatti gli atleti Francesco Alborè (Salto Triplo) e Silvia Stufano (60 mt. Allieve) hanno fatto registrare importanti risultati. Un inizio di fuoco per questa società impegnata nel mese di febbraio anche nei campionati regionali di lanci dove i lanciatori guidati da Raffaele Caravella cercheranno di conquistare un posto nella graduatoria finale della manifestazione. Da segnalare anche il passaggio tra le file della locale società di atletica di Gennaro Bonvino, dopo una lunga militanza nell’Aden Molfetta. Un innesto importante che assieme al confermato Alborè cercherà di portare alto il nome della nostra città in giro per l’Italia a suon di successi. (Mauro Capurso)

Tommaso Colamaria, corsaro con il suo Hockey Novara alla fine di gennaio.

testo di Filippo Luigi Fasano

foto di Nicola Marinelli


38 N. 3 - Marzo 2009

Sport

“E adesso portateci in serie B”

di Nicola Miccione

Così, quasi per caso. La storia inizia quest’estate sotto l’ombrellone: Nino Mastandrea, Gianni Lasorsa e Paolo Depalma entrano in sinergia con Fiorello Folino Gallo. Insieme rilevano l’Atletico Cassano e decidono di partire dal torneo di C1. Il direttore sportivo del club riporta a Alessandro Ciardi, Raffaele Depalma e Angelo Piscitelli (il primo da Molfetta, gli ultimi due da Ruvo) e promette: «Tranquilli, ci salveremo». Una dichiarazione inconfutabile di giovinazzesità doc, per un uomo che, il sabato pomeriggio, divide la propria passione con un occhio all’Atletico di Diego Iessi e l’orecchio teso al Bari di Antonio Conte. La

Dal palazzetto di via De Ceglie a Bruxelles: tutti pazzi per l’Atletico di calcio a 5

delusione per la sconfitta di Modugno, che ha interrotto l’incantesimo delle undici vittorie consecutive, è ormai alle spalle. E la soddisfazione per aver assunto, nelle precedenti settimane, il timone del torneo

Serie A2, febbraio agrodolce per il GS C5 È in perfetta parità il bilancio degli ultimi quattro in-

contri del Giovinazzo Calcio a 5 in serie A2. Dopo lo 0-3 con la battistrada Vesevo, la squadra di Francesco Chiaffarato ha vinto due gare e ne ha perse altrettante. A Marigliano, non sono bastate le reti di Glaeser e Bernardi: l’8-2 finale ha sorriso ai campani e il sogno di rinsaldare la terza posizione s’è ben presto tramutato nel peggiore degli incubi. Nel successivo turno in programma, la compagine di Antonio Carlucci ha cancellato i due rovesci di fila piegando il Marina C.S.A. con le reti di Bernardi, Parize, Glaeser, autore di un poker, e Binetti, artefice del momentaneo 2-2 ed intervistato nel post-gara dai microfoni di Puglia Channel. A Roma, nel turno successivo, non c’è stata storia: 111 il finale con le sei marcature di Glaeser, la doppietta di Binetti e Palermo e l’acuto di Parize. In casa, nell’ultimo turno, è arrivato l’inatteso scivolone contro il Marcianise, penultimo della classe, vittorioso 3-4: in rete, per i biancoverdi, Bernardi ed un doppio Glaeser. Intanto la Coppa Italia ha già mosso i primi passi. E così mentre a Conegliano Veneto si mettevano a punto gli ultimi dettagli per l’inizio della Final Eight della Coppa Italia di Serie A, negli scorsi giorni, è partito anche il carrozzone della fase finale della Coppa Italia riservata alle società di Serie A/2, che si svolgerà dal 5 al 7 marzo a Porto San Giorgio, in provincia di Ascoli Piceno. Al sorteggio degli accoppiamenti dei quarti di finale erano presenti i rappresentanti delle società finaliste e bisogna dire che l’urna non ha certo disdegnato sorprese. Sulla carta si presenta abbastanza livellato il confronto tra Giovinazzo Calcio a 5 e Imola, di fronte per il secondo quarto, giovedì 5 marzo alle ore 17.00. In caso di successo i ragazzi del presidente Tonio Carlucci affronteranno la vincente del quarto tra i padroni di casa del San Giorgio e il Torrino.

di C1 non si è certo spenta in fretta. Anzi, la Giovinazzo che segue la terribile matricola è sempre più calda, a dispetto del clima polare presente in città. Montano la passione e l’entusiasmo per questo

Atletico capace di gasare, con risultati inattesi, un paese intera, con un secondo posto ad un tiro di schioppo dalla capolista Real Molfetta. I conti a febbraio non possono tornare perché mancano otto turni alla fine del campionato, ma le aspettative sono già alte. I tifosi non vedono l’ora di abbracciare la B. Diomede Depalma, padre del bomber Raffaele, conferma. «Il secondo posto dell’Atletico conferma l’ottimo campionato sin qui disputato. Speriamo di raccogliere il massimo nelle prossime giornate, in attesa del derby col Molfetta». Un derby che Cristiano Labombarda analizza così: «Secondo me sarà

la gara chiave in ottica promozione. E chi uscirà dal Palasport di via Deceglie con il bottino pieno in mano potrà ambire al salto diretto in serie B». Di parere opposto, invece, Enzo Marzella, la trottola bionda del Real Molfetta. «Sarà di sicuro una partita importante a questo punto del campionato, ma non è detto che sia quella decisiva. Giocherò contro tanti amici, giocatori, dirigenti e tutto l'ambiente in sé, sicuramente sarà un bel sabato pomeriggio e spero che la gente che venga al Palazzetto si diverta aldilà del risultato finale. Ma in ogni caso – conclude – bisogna fare i complimenti ad entrambe le società per i risultati positivi raggiunti finora». Un secondo posto che rallegra anche il volto di Tommaso Capurso. «Siamo contentissimi per questo secondo posto. Le prospettive, a quanto pare, sono ottime. Ma il ringraziamento più grande va inoltrato al patron Nino Mastandrea capace di far innamorare l’intera cittadina a


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questa squadra che, sbaragliando formazioni molto più blasonate, si trova a sole tre lunghezze dal Molfetta». Pacato l’approfondimento che arriva da via Sanseverino, l’altra sponda del futsal nostrano. «Dopo un inizio discontinuo – afferma Domenico Vestito del Giovinazzo Calcio a 5 – da un po’ di tempo pare abbiano trovato i giusti equilibri di squadra anche se il loro gioco si basa molto sulle invenzioni dei singoli. Questo penso che per il loro campionato sia sufficiente e sono molto fiducioso sulla conquista del primo posto che, vorrà dire, promozione in serie B». Intanto, da qualche settimana, il tecnico Diego Iessi ha una nuova freccia nel suo arco. È Gaetano Mastandrea, alias “Geppet-

to”, ritornato in Puglia nove anni dopo aver fatto le valigie per insediarsi a Parma. È tornato nel tacco dello stivale italiano, nel club di suo cugino Nino Mastandrea. «Sono un tifoso particolare – garantisce Francesco Scivetti, cugino del patron e del nuovo pivot – Nutro molta stima nei confronti di mio cugino Nino e per questo auguro alla sua compagine di raggiungere tutti gli obiettivi prefissati all’inizio della stagione e magari anche qualcosa in più. Altrettanto rispetto merita mio cugino “Geppetto” per questa sua nuova avventura». Infine, ecco l’augurio. «Un gruppo unito, e qualitativamente uno dei più attrezzati della categoria ed una dirigenza giovane ma piena di entu-

siasmo: con queste premesse auguro all’Atletico nuovi successi in attesa di poter festeggiare al più presto una miracolosa, ma non troppo, promozione in B attorno ad una calorosissima tifoseria che rappresenta il cuore pulsante della città». Già la città, quella che forse manca a Gianpaolo Depinto, giovinazzese trapiantato a Bruxelles. «Da giovinazzese all'estero posso dire di vivere il primo posto dell’Atletico con orgoglio. Indipendentemente dalla prima posizione in classifica, identificarsi in una squadra allestita con forze tutte giovinazzesi rinsalda ancor più il legame con la propria città». Poi per chi vive all’estero è

tutto diverso. «Beh certo, visto dall’estero, il nostro è senza dubbio un paese dalle grandi risorse sportive che stanno tutte nei muscoli dei nostri ragazzi, sportivi che danno il massimo ogni volta che gliene viene data la possibilità. Ecco come vedo l’Atletico, come una nuova sfida lanciata ai ragazzi della nostra città, una sfida a cui quei terribili ragazzi che vedevo giocare con ammirazione nelle villette e per le strade di Giovinazzo non potevano sottrarsi. Una sfida che ora stanno vincendo. Forza Atletico!». Una affermazione che forse non basta a vincere, ma sicuramente ad entusiasmare. Una cosa per volta, please. Sport

N. 3 - Marzo 2009

Fra Francesco Rutigliano ai Mondiali Futsal Religiosi Molti giovani conoscono le capacità comunicative

di Fra Francesco Rutigliano ma non tutti sanno che sotto quel saio si nasconde un grande calciatore, oltre che un sacerdote. Grande appassionato di sport, tanto da essere arruolato da Antonio Scioli come “Cappellano” dell’AFP, Fra Frà (come ama farsi chiamare dai ragazzi), è un calciatore davvero speciale, tanto da meritare la convocazione nella Nazionale Italiana Religiosi, la squadra di calcio dei “preti” per intenderci. Fra Frà ha partecipato ai Mondiali di Futsal per Religiosi che si sono svolti dal 16 al 20 Febbraio a Braga in Portogallo. Nel prossimo numero daremo ampio spazio a questo avvenimento con un’intervista a Fra Francesco e con una breve cronaca della manifestazione. (Mauro Capurso)

La terapia mensile della Giovinazzo sportiva per lo stress da pay-tv DATA

Domenica 1 Marzo Sabato 7 Marzo Sabato 7 Marzo Domenica 8 Marzo Sabato 14 Marzo Sabato 14 Marzo Sabato 14 Marzo Sabato 14 Marzo Domenica 15 Marzo Sabato 21 Marzo Sabato 21 Marzo Domenica 22 Marzo Sabato 28 Marzo Sabato 28 Marzo Sabato 28 Marzo

IMPIANTO

Campo sportivo De Pergola Palasport Via Moro Palazzetto Via De Ceglie Campo sportivo De Pergola Palasport Via Moro Palazzetto Via De Ceglie Palazzetto Via De Ceglie Palazzetto Via De Ceglie Campo sportivo De Pergola Palazzetto Via De Ceglie Palasport Via Moro Campo sportivo De Pergola Palazzetto Via De Ceglie Palazzetto Via De Ceglie Palazzetto Via De Ceglie

ORA 15,00 19,00 20,45 15,00 15,00 15,00 18,00 20,00 15,00 20,00 20,45 15,00 15,00 18,00 20,00

DISCIPLINA

Calcio, Terza Categoria Pallavolo maschile, serie C, girone A Hockey su pista, serie A/1 Calcio, Terza Categoria Calcio a cinque, serie A/2, girone B Calcio a cinque, serie C/1 Pallavolo maschile, Prima Divisione Pallavolo femminile, Prima Divisione Calcio, Terza Categoria Pallavolo maschile, serie C, girone A Hockey su pista, serie A/1 Calcio, Terza Categoria Calcio a cinque, serie C/1 Pallavolo femminile, Prima Divisione Pallavolo maschile, Prima Divisione

EVENTO

Football Club-Patalini Barletta Asd Pallavolo-Murgia Sport Altamura Afp-Etruria Follonica Polisportiva-Asso Calcio Puglia GS C5-Regalbuto Atletico-Real Molfetta Volley è Vita-Asd Sei Sport Volley Ball-Il Gruppo Mola Football-Kaleidos Molfetta Asd Pallavolo-Lynx Bari Afp-Sorgente Camonda Breganze Polisportiva-Valentino Mazzola Molfetta Atletico-Eagles Brindisi Volley Ball-Volley Triggiano Volley è Vita-Libertas S. Spirito


40 N. 3 - Marzo 2009

Varie

In memoria di... 12-1-1929

27-11-1919

11-2-2009

A te che ci hai lasciati con dolore veglia su di noi sollevandoci dalla tua perdita.

Non ti dimenticherò mai! So che sarai sempre al mio fianco e che mi proteggerai… Ciao Nonno!

5-6-1917

Piero

6-4-1959

18-2-2009

ROSA VOLPICELLA

3-2-2009

MARIA TERESA LASORSA

La tua mancanza è un peso incancellabile; aiutaci a sentire il tuo calore fra noi.

Se il dolore vi affligge, se la mia assenza vi rattrista, pregate, e sentirete che sono ancora lì nei vostri cuori. Amen

8-5-1966

16-2-2009

LUIGI ILLUZZI

PIETRO MARTINI

11-10-1932

18-2-2009

ANNA LOBASSO

Hai lasciato tracce indelebili nei nostri cuori. Vivrai sempre in noi.

31-1-2009

GIOVANNI PONTE

A voi che mi avete tanto amato non guardate la vita che lascio ma quella che comincio. Amen

4-3-2008

4-3-2009

anniversario

ANNA CORTESE Sei stata per noi esempio di dedizione alla famiglia e di grande forza d,animo nelle difficoltà. Ci hai insegnato la dolcezza nei rapporti umani, il senso del dovere e l’accettazione dignitosa della sofferenza. Continueremo nel tuo ricordo. A un anno dalla scomparsa di Nina Cortese sarà celebrata la Santa Messa di suffragio martedì 3 marzo, alle ore 18,00 presso la Parrocchia sant’Agostino.

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