Il Coltivatore Pavese 03-2012

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n.3 2012 ANNO 68

Poste Italiane S.p.a. Spedizione in a. p. D.L.353/2003 convertito in L. 27/02/2004 n. 46 art.1 comma 1 DCB/PV

periodico di Coldiretti Pavia

KO

SIMEST

grazie a Coldiretti stop al “finanziamento di Stato� al falso Made in Italy


in primo piano Il Coltivatore Pavese

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sommario

Redazione ed amministrazione: Registrazione del Tribunale di Pavia n.3


Vince la Coldiretti

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SINDACALE

Filiera Italiana Riso

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Editoriale: OGM e Carnaroli: storia di errori e di fregature Vince la Coldiretti Made in Italy: Coldiretti, da Passera stop soldi a “italian sounding” Passo indietro del Ministro Clini IMU troppo pesante per gli agricoltori Maggiore equilibrio grazie alla vendita diretta Filiera Italiana Riso Pericolo riso transgenico dall’India Via al progetto “Pasta di qualità” Made in Italy, export da record L’accordo per il prezzo del pomodoro è … in rosso! Via libera dell’UE al “Pacchetto latte” Cadmio nel riso l’Europa rivede i valori massimi Coldiretti Lombardia, passaggio di consegne: Ettore Prandini...

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Gli OGM il Pecorino tarocco di Stato

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(Col)direttamente nel bicchiere: “Bonarda frizzante op doc”... Il TAR della Sardegna tutela l’identità territoriale del vino Tutela, vigilanza e promozione “erga omnes”... 2012, Un Vinitaly ottimista PRRV 2011/2012 Misura 132 OCM Vino–Vendemmia Verde Primavera dei Vini di Rovescala Il vino si muove nella GDO Nominato il nuovo Comitato Nazionale Vini DOP e IGP... Ovoalbumina nel vino, inutile inserirlo in etichetta

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Contenimento danni fauna selvatica Misura 214 “Pagamenti Agroambientali”

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FISCALE

Via alla moratoria per le PMI, non cambia il tasso di interesse Micro-credito a favore delle donne

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TERRANOSTRA

Terranostra, parte il progetto Agriturismi di Campagna Amica Agriturismo: novità con il nuovo regolamento

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Accesso agevolato alla residenza per anziani di Casei Gerola In pensione con l’opzione donna: una possibilità da valutare Crisi, allarme della Federpensionati: “Troppi tagli alle politiche sociali... In vigore anche per l’INAIL l’accredito delle prestazioni

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In tre anni raddoppiati i gruppi di acquisto solidale

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Corso degustazione vino Assemblea Coldiretti Giovani Impresa (macroarea Nord Italia)

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PAC 2012, ecco tutte le novità per le aziende agricole

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ETICHETTOPOLI VITIVINICOLO

TECNICO

EPACA

CAMPAGNA AMICA BREVI SPECIALI



Giuseppe Ghezzi

Presidente Coldiretti Pavia

Giovanni Roncalli

Direttore Coldiretti Pavia

OGM e Carnaroli:

storia di errori e fregature

Infelici e sconcertanti le dichiarazioni di giovedì 15 marzo del ministro dell’Ambiente Corrado Clini che, mescolando nello stesso discorso temi come la ricerca biomedica e le selezioni genetiche in agricoltura, annuncia che il riso Carnaroli sarebbe stato ottenuto con l’ausilio di modificazioni genetiche! Ma assieme alla varietà simbolo della nostra risicoltura, vengono ugualmente classificate da Clini come OGM anche il grano duro, il pomodoro San Marzano, il basilico genovese, il vitigno Nero d’Avola e la cipolla rossa di Tropea, dimostrando chiaramente come il Ministro “tecnico” dell’Ambiente e della tutela del territorio, non sia certamente un tecnico dell’agricoltura. Purtroppo, come spesso succede, una simile “sparata” è stata immediatamente ripresa da molti quotidiani, ed oltre a dimostrare l’approssimazione con la quale vengono trattati e diffusi argomenti che meriterebbero grande attenzione, si contribuisce ad aumentare la confusione che già c’è da parte di chi non distingue la differenza tra gli incroci e le ibridazioni, normalmente praticati in agricoltura, e l’ingegneria genetica. Certamente i nostri prodotti non avevano bisogno di questo “spot gratuito” e a recuperare lo scivolone di Clini, interviene prontamente il Ministro delle politiche agricole Mario Catania che, prendendo le distanze dalle elucubrazioni del suo collega, chiarisce come ingegneria genetica e transgenesi non c’entrino affatto con i prodotti citati. Il nostro Carnaroli è un riso che identifica un territorio, apprezzato e conosciuto sui mercati italiani ed esteri, definirlo OGM vuole dire condannarlo a subire un danneggiamento che porta inevitabilmente ad un atteggiamento sospettoso da parte dei consumatori e a perdite per gli agricoltori, per cui bene hanno fatto alcuni Consorzi di tutela dei prodotti chiamati in causa ad anticipare il ricorso alle vie legali per il risarcimento del danno di immagine. Qualcuno potrebbe anche eccepire che di fronte all’ennesima riprova del pressapo-

chismo dei nostri politici forse non vale nemmeno la pena di arrabbiarsi, ma noi di Coldiretti, che proprio in quei giorni eravamo in piazza per difendere i nostri prodotti dalle speculazioni della Simest, non riusciamo a non indignarci, e non vedere dietro a questa apparente “leggerezza” anche una certa volontarietà. A pensar male si fa peccato, ma mentre le grandi multinazionali del biotech hanno preso la decisione di rinunciare allo sviluppo di nuovi prodotti transgenici destinati all’Unione Europea, a causa della crescente opposizione dei cittadini, sarà un caso che proprio Federalimentare si sia prontamente schierata a fianco del ministro Clini a difesa dell’ingegneria genetica e dell’utilizzo degli OGM? Qual è l’interesse di accomunare OGM e crescita del settore, arrivando a dichiarare “Ridateci gli OGM” e a precisare, lo stesso giorno, che a differenza di altri comparti quello alimentare continua a crescere in termini di occupati di 2-3.000 addetti l’anno? Evidentemente per Federalimentare questi risultati si ottengono grazie all’utilizzo degli OGM! Gli OGM in agricoltura non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare ma, perseguendo un modello di sviluppo alleato dell’omologazione e nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy, rischiano di azzerare il grande patrimonio di biodiversità conservato e mantenuto, nel tempo, con gli sforzi e gli impegni economici degli agricoltori. Certamente accomunare vocaboli come “OGM e omologazione” a “mercati globali e importazioni”, diventa quasi un fatto automatico e se cominciamo a calare questi assiomi dentro ai cosiddetti rapporti di filiera, forse diventa più chiaro capire perché l’industria del riso (ma è un esempio riscontrabile in molte filiere), continui a dirsi preoccupata dei cali delle superfici, dovute al disaccoppiamento della PAC, ma poi non remuneri adeguatamente il prodotto italiano e incrementi le importazioni dall’estero. Le conclusioni sono troppo facili, quasi scontate: vendere sui mercati internazionali qualcosa di italiano che di italiano ha visto, forse, solo la scatola che lo contiene. Che sia questo il segreto dei grandi successi dell’industria agroalimentare del nostro Paese?

EDITORIALE


d

SIMEST:

Vince la

Col iretti

Niente più soldi pubblici al falso pecorino La Simest, finanziaria partecipata dal Ministero dello Sviluppo economico, cede le quote di partecipazione in Lactitalia, la società che produce in Romania con latte rumeno pecorini e caciotte che fanno concorrenza alle aziende del vero Made in Italy. L’annuncio è giunto al termine della manifestazione promossa a Roma dalla Coldiretti e dall’alleanza per il Made in Italy, formata dalle associazioni dei consumatori, degli ambientalisti e da 2215 comuni, 12 regioni, 26 province, 41 Camere di Commercio e 119 tra Comunità Montane, Consorzi di Tutela e altri enti come Unioncamere, che hanno adottato delibere con le quali si denunciava che le operazioni di sostegno dell’Italian sounding, da parte della Simest, determinano danni gravi in quanto bloccano ogni potenzialità di crescita delle imprese italiane a causa della “saturazione”del mercato con prodotti che richiamano qualità italiane senza essere di origine nazionale. “È un grande risultato della nostra mobilitazione, finalmente ha vinto il buonsenso - ha commentato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini - Una vicenda incredibile si è chiusa positivamente ma ci chiediamo in quali altre occasioni ci sia stata una cattiva utilizzazione delle risorse pubbliche come questa senza che nessuno se ne occupasse o intervenisse. Per questo ora l’impegno del Governo e del

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Parlamento deve essere rivolto a vietare per legge il finanziamento pubblico di prodotti realizzati all’estero che imitano il vero Made in Italy. Occorre avere la forza di distinguere la vera internazionalizzazione da quelle forme di delocalizzazione aggravate dall’uso improprio del “marchio Italia” che danneggiano il Paese facendo perdere occupazione e svilendo il valore del Made in Italy, costruito con sacrifici da generazioni di imprenditori”. Dopo la denuncia di Coldiretti è sceso in campo lo stesso ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera che, in una direttiva inviata il 9 marzo alla controllata Simest, ribadiva “l’assoluta necessità di contrastare e evitare la pratica dell’italian sounding (il falso Made in Italy) da parte di imprese che, per le proprie iniziative di internazionalizzazione, usufruiscono di un supporto pubblico”. Il finanziamento da parte dello Stato al finto made in Italy rappresenta solo uno dei troppi casi di disattenzione e sottovalutazione nei confronti di una delle poche leve competitive di cui il Paese dispone per ricominciare a crescere. Lo dimostrano le ultime dichiarazioni del Ministro dell’Ambiente Corrado Clini a favore degli OGM che non tiene conto della crescente opposizione della maggioranza dei cittadini agli organismi geneticamente modificati in agricoltura perché

non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell’omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy. “A distanza di oltre un anno dell’ultima legge nazionale per rendere obbligatoria l’etichettatura di origine degli alimenti nessuno si è preso la responsabilità di applicarla per fare sapere agli italiani quello che mangiano - aggiunge il presidente Marini -. Ma la sottovalutazione del patrimonio economico, sociale, ambientale, paesaggistico e culturale rappresentato dall’agricoltura e dal cibo italiano è evidente anche nell’introduzione dell’IMU, che chi con la terra ci lavora e ci vive si è visto aumentare in maniera maggiore di chi la terra la usa per divertirsi o speculare. Una sperequazione che contrasta completamente con gli obiettivi di equità e crescita e mette a rischio la produzione agricola Made in Italy con un costo per le imprese stimato in oltre un miliardo di euro fra terreni agricoli e fabbricati rurali, dalle stalle ai fienili fino alle cascine e ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi”. Non va poi dimenticato che l’agricoltura non è stata neanche invitata al tavolo del lavoro tra Governo e forze sociali nonostante occupi 1,2 milioni di lavoratori dipendenti oltre agli autonomi.

SINDACALE | 7


s top soldi a “italian

Marini: vietare per legge il finanziamento pubblico alle imitazioni

Coldiretti dal ministro Passera:

sounding”

Corrado Passera

Dal Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera arriva lo stop all’utilizzo di soldi italiani dopo il caso denunciato dalla Coldiretti della produzione di caciotta e pecorino rumeni da parte della Lactitalia, società partecipata dalla finanziaria del Ministero Simest, che sono venduti nel mondo e fanno concorrenza a quelli realizzati dai produttori italiani, minando la credibilità del marchio Italia . A darne notizia nel corso della manifestazione a Roma dell’alleanza per il Made in Italy è stato il presidente della Coldiretti Sergio Marini, che ha letto ai manifestanti la lettera inviatagli dal titolare del dicastero dello Sviluppo economico, nella quale Passera fa presente che ha emanato una specifica direttiva Simest che, sotto pena di revoca dell’agevolazione, vieta il sostegno ad iniziative che configurano il finanziamento oltre modo dannoso dell’”Italian Sounding”. Si tratta di un passo positivo che supera l’empasse e riconosce finalmente l’esistenza di un problema grave che era stato negato dall’ispezione governativa svolta congiuntamente dal Ministero delle sviluppo economico e delle politiche agricole, alimentari e forestali presso la Lactitalia, società partecipata dalla Simest, produttrice di formaggi in Romania. Nel resoconto dell’ispezione si legge infatti che “tutti i prodotti della Lactitalia, con nomi generici o di fantasia, anche in lingua italiana, risultano essere prodotti non ingannevoli in quanto recano in etichetta indicazioni chiare, precise ed evidenti sul luogo di produzione degli stessi. Ci siamo dovuti trasformare in investigatori e andare a fare la spesa direttamente in Romania per verificare come stavano effettivamente le cose ma ci chiediamo in quali altre occasioni ci sia stata una cattiva utilizzazione delle risorse pubbliche come questa senza che nessuno se ne occupasse o intervenisse. L’impegno del Governo e del Parlamento deve andare oltre la giusta direttiva e vietare per legge il finanziamento pubblico di prodotti realizzati all’estero che imitano il vero Made in Italy. Occorre avere la forza di distinguere la vera internazionalizzazione da quelle forme di delocalizzazione aggravate dall’uso improprio del “marchio Italia” che danneggiano il Paese facendo perdere occupazione e svilendo il valore del Made in Italy, costruito con sacrifici da generazioni di imprenditori.

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Passo indietro

M inistro Clini del


In Italia la ricerca non è mai stata vietata Il passo indietro del ministro Corrado Clini è giustificato dai numeri e comunque nessuno ha mai fermato la ricerca tanto che in Italia non è stata mai vietata. È quanto afferma il presidente della Coldiretti Sergio Marini in riferimento alle dichiarazioni del ministro dell’Ambiente Corrado Clini che, dopo le sconcertanti dichiarazioni sugli OGM ha precisato che ‘’resta fermo il divieto degli OGM in Italia ma è insensato frenare la ricerca’’. In Europa sono coltivati con organismi geneticamente modificati (OGM) appena 114.290 ettari di terreno, pari a molto meno dello 0,001 per cento della superficie agricola totale europea che è di 160 milioni di ettari, secondo una analisi della Coldiretti sulla base dei dati dell’ “International Service for the Acquisition of Agri-biotech Applications” (ISAAA) che evidenziano come le superfici siano rimaste praticamente stabili negli ultimi cinque anni nonostante le pesanti pressioni delle multinazionali sui poteri “salvifici” del biotech. Inoltre, su un totale di 27 paesi europei, sono solo 8 quelli dove si coltivano gli OGM: in 6 è stato è coltivato mais biotech (Spagna, Romania, Slovacchia, Portogallo, Polonia e Repubblica Ceca) e in tre paesi (Germania, Svezia e Repubblica Ceca) patata “amflora” da seme. La contrarietà delle Istituzioni della stragrande maggioranza dei Paesi europei e degli agricoltori è dovuta all’atteggiamento contrario dei cittadini, come dimostra l’ultimo sondaggio Eurobarometro dal quale emerge che una netta maggioranza del 61 per cento, in aumento rispetto al 57 per cento del 2005, è molto contraria ai cibi geneticamente modificati. Tale percentuale è più alta in Italia dove il 71 per cento degli Italiani ritiene che i cibi biotech siano meno salutari di quelli tradizionali, secondo un monitoraggio effettuato dalle indagini Coldiretti/Swg. La percentuale rimasta sostanzialmente stabile nel tempo dimostra che si tratta di un convincimento fortemente radicato nella popolazione. “Una agricoltura che guarda al mercato deve rispondere ai bisogni dei cittadini che chiedono di consumare alimenti sani, senza modificazioni genetiche, in un ambiente non contaminato”, ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini sottolineando che “il successo del cibo italiano sta proprio nell’aver investito nella distintività e nel legame con il territorio che sono tutto il contrario della omologazione promossa dal biotech”.

Resta fermo il divieto agli OGM

SINDACALE | 9


troppo pesante per gli gricoltori

a

La Camera impegna il Governo a rivederla “Diamo un giudizio positivo sull’incontro con il sottosegretario all’Economia, Vieri Ceriani al tavolo istituito per verificare l’impatto dell’IMU in agricoltura”. Lo ha affermato il presidente della Coldiretti, Sergio Marini, al termine del summit avuto con il rappresentante del governo Monti sull’applicazione della nuova imposta nel settore agricolo. Un impatto stimato dalla Coldiretti in oltre un miliardo di euro. “Come avevamo annunciato - ha dichiarato Marini finita “l’emergenza manovra” abbiamo aperto un serrato confronto con il Parlamento e il Governo per riaffermare il ruolo strategico di un settore determinante dell’economia reale, una leva competitiva formidabile per il Made in Italy nel mondo”. L’incontro con il sottosegretario Ceriani ha rappresentato un momento proficuo di questo confronto. Rivedere il meccanismo dell’IMU, prevedendo una tassazione diversa per gli stabili agricoli non più funzionali all’attività agricola e trasformati in abitazione e i fabbricati che servono a lavoro e che da sempre sono stati inseriti nel valore dei terreni. Lo afferma anche un ordine del giorno votato dalla Camera che

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impegna il Governo a portare dei correttivi all’applicazione delle imposte per le imprese agricole. Ecco il testo inviato dal relatore Ezio Falini al presidente della Coldiretti Sergio Marini. “Premesso che: molte piccole e medie aziende agricole sono in crisi per le crescenti difficoltà economiche che stanno investendo l’intero settore; che l’introduzione dell’IMU certamente non può che accrescere questa situazione di asfissia in questo momento di crisi economica e di recessione; in effetti, allo stato attuale, si è attuata una duplicazione di imposta sui fabbricati rurali il cui reddito era già ricompreso in quello dei terreni che per gli agricoltori equivalgono a mezzi di produzione. Da studi effettuati dalle principali organizzazioni di settore gli incrementi arriveranno a sfiorare il 400 per cento ed in particolare, la Coldiretti ha valutato in oltre un miliardo i costi aggiuntivi che peseranno sugli agricoltori in seguito all’IMU; con l’introduzione di questa tassa sono a rischio sopravvivenza moltissime aziende sotto i 20 ettari, aziende che grazie a sacrifici fatti per investire in innovazione, erano riuscite a non essere sommerse dalla crisi che si è abbattuta sul Vecchio continente e a rimanere competitive. Questo settore ha cominciato nel 2011 a perdere posizioni sino ad arrivare nel terzo trimestre dello scorso anno all’andamento congiunturale più negativo del valore aggiunto con il suo meno 0,9 per cento, le nuove tasse, unitamente agli elevati aumenti del prezzo del gasolio, non potranno che portare ad una chiusura di molte aziende cosa che comporterà meno occupazione, aumento dei prezzi al dettaglio, impoverimento ulteriore delle famiglie già fortemente penalizzate con le nuove manovre economiche. Gli operatori continuano a denunciare un abbandono del sistema agricolo nazionale, che rappresenta o almeno ha rappresentato sino ad oggi un settore d’avanguardia e un fiore all’occhiello per il nostro Paese nel mondo; tutto ciò, se non si attueranno in tempi necessariamente rapidi provvedimenti a difesa del settore agricolo, farà correre il rischio di farlo precipitare in una crisi irreversibile. La Camera impegna il Governo a promuovere una revisione del meccanismo dell’IMU, di cui le aziende agricole sentiranno tutto il peso nel corrente anno fiscale, prevedendo una tassazione diversa per gli stabili agricoli non più funzionali all’attività agricola e trasformati in abitazione e i fabbricati che servono al lavoro e che, da sempre, sono stati inseriti nel valore dei terreni”.


vendita diretta

Maggiore equilibrio grazie alla

Così il ministro Catania ha esordito

all’assemblea nazionale di Agrimercato

La vendita diretta è fondamentale per i consumatori e i produttori e può contribuire a ristabilire gli equilibri interni alla filiera agroalimentare. Così il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali ha iniziato il suo intervento all’Assemblea nazionale degli agrimercati di Campagna amica, organizzata da Coldiretti, il 24 febbraio, a Roma, nel corso della quale è stato presentato il primo rapporto sull’andamento degli acquisti diretti nei mercati degli agricoltori “La battaglia che state conducendo per diffondere la vendita diretta è fondamentale per i consumatori e i produttori e può contribuire a ristabilire gli equilibri interni alla filiera agroalimentare e non ho alcuna difficoltà a definirla anche la mia battaglia”. Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha iniziato il suo intervento all’Assemblea nazionale degli agrimercati di Campagna Amica, tenutasi o scorso 24 febbraio a Roma, nel corso della quale è stato presentato il primo rapporto sull’andamento degli acquisti diretti nei mercati degli agricoltori. “Sono certo che il vostro lavoro porterà risultati importanti sia sul piano economico che su quello culturale. Quest’ultimo ha un valore enorme perché abbiamo assoluto bisogno di far comprendere al consumatore l’importanza di un giusto rapporto con l’agricoltura, col cibo, con la terra e quindi con una parte fondamentale della stessa storia del nostro Paese. Recuperare un rapporto sano e corretto non solo è fondamentale in un’ottica legata al presente,

ma significa anche mantenere e consegnare alle future generazioni una realtà migliore”. “Per quanto riguarda l’aspetto economico – ha proseguito Catania -, non c’è dubbio che si tratti di un’iniziativa molto significativa, visto che tra le principali criticità che caratterizzano la situazione attuale del comparto agroalimentare, ci sono proprio i rapporti di filiera e gli squilibri subiti dai soggetti più deboli. Ecco perché ho dato la massima attenzione a questo tema, mettendo a punto il pacchetto di norme inserite nel decreto liberalizzazioni e nello specifico, la misura che disciplina le relazioni commerciali, che prevede l’obbligo del contratto scritto e del termine di pagamento a 60 giorni per i prodotti non deteriorabili e a 30 per quelli deteriorabili. Il mio obiettivo è stabilire regole certe, affinché il lavoro dei nostri agricoltori venga remunerato adeguatamente. Inoltre vorrei ricordare, tra le norme inserite nel decreto semplificazioni, quella che agevola la vendita diretta: con una semplice comunicazione al comune di appartenenza, l’agricoltore può vendere anche al di fuori della sua azienda. Il mio augurio è che riusciate a proseguire ogni giorno in questa battaglia così da raggiungere una massa critica sufficiente a incidere su tutto l’assetto della filiera e a condizionarne i prezzi, in modo da restituire il giusto valore al lavoro degli agricoltori”.

Nella foto di sinistra, al leggio, Sergio Marini (Presidente Nazionale Coldiretti); nella foto a destra, al leggio, il Ministro Catania.

SINDACALE | 11


Filiera Italiana riso

Grazie a CreditAgri Italia accordi con il sistema del credito per agevolare la campagna

Gli uffici della Coldiretti di Pavia, insieme a quelli di Milano, Vercelli, Novara, Ferrara e delle altre zone dove si coltiva il riso stanno raccogliendo le adesioni delle aziende agricole intenzionate ad approfittare dell’opportunità che Coldiretti mette loro a disposizione. Nel frattempo prosegue l’iter della costituzione della Società cooperativa sono stati avviati i primi colloqui con l’industria che ha dimostrato interes- Agricola S.p.A. per il riso per armonizzare il mercato a se a tutti i livelli. Non solo le aziende vantaggio di tutta la filiera, dal produttore al consumatore medio piccole, il cui lavoro è particopassando per l’industria e la distribuzione larmente centrato sul riso di qualità legato al territorio di provenienza, ma anche quell’industria qualsiasi progetto di ampio respiro. Al fatta di grandi aziende con marchi conclamati sembra final- fine di rendere possibile l’adesione alle mente intenzionata a dialogare con la parte agricola. La na- politiche di accordi commerciali con il scita della FIR non si contrappone all’industria ma, agglome- sistema industriale, grazie a CreditArando l’offerta intende armonizzare la produzione per meglio gri Italia, FIR sta per sottoscrivere un interpretare il mercato, creando i presupposti per eliminare le accordo con il sistema creditizio che speculazione e ridistribuire gli utili in modo armonioso. Una si- metterà a disposizione delle imprese mile filosofia commerciale non può che creare vantaggi a tut- agricole aderenti una somma consiti: produttori, trasformatori, distribuzione e consumatori. Una derevole che consenta di massificare corretta programmazione in linea con le esigenze del mercato l’offerta ed evitare la polverizzazione e che sappia rispettare i costi di produzione sarebbe in grado del mercato. di evitare le bolle speculative che, creando una forte volatilità dei prezzi spiazzano produttori ed industria vanificando

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Dal Pakistan sono state importate in Europa alcune partite illegali di riso Basmati, forse con il coinvolgimento dell’India. L’allarme giunge dalle autorità di controllo francesi che hanno rilevato tracce di una qualità di riso Ogm (Pubi-Cry event) mischiato col riso Basmati pakistano; la scoperta è stata fatta da una azienda che stava svolgendo i propri controlli interni. L’allerta, partita nel gennaio 2010, è stata confermata lo scorso agosto tramite il Sistema rapido europeo di allerta (Rasff) che ha poi lanciato diversi segnali, attribuendoli in tutti i casi al Pakistan salvo un’unica eccezione, in cui lo Stato di provenienza del riso era l’India. Da allora anche le autorità tedesche hanno rinvenuto il Pubi-Cry nel riso Basmati, mettendo in allarme pure altri paesi importatori (Austria, Lussemburgo, Spagna, Olanda e Lettonia). I prodotti che lo contenevano s o n o stati ritirati dal mercato: il riso OGM non è approvato dall’UE e quindi è a tutti gli effetti illegale in Europa. Inoltre, per il Puby-cry, l’Efsa non ha ancora compiuto studi di valutazione del rischio per la sicurezza alimentare. Il commercio su scala globale degli organismi geneticamente modificati sta ponendo un serio problema per la libera circolazione delle merci. Sui prodotti cinesi che entrano in Europa sono già stati attivati particolari controlli a seguito di una decisione della Commissione UE, dopo che, nello scorso gennaio, è stata rilevata la presenza di riso geneticamente modificato non autorizzato nei prodotti a base di riso originari della Cina. Il Paese manca infatti di garanzie adeguate nella gestione delle partite di riso Gm Bt 63 e di altre tipologie di riso geneticamente modificato al di fuori dei confini nazionali, come certificato dal Food and Veterinary Office (FVO) della Commissione Europea, in base ad analisi condotte dal 2008 al 2010. Rimane da capire come intenderà muoversi adesso la Commissione per escludere potenziali rotte di contaminazione anche dal Pakistan e dall’India. Non si tratterebbe, infatti, di fenomeni isolati. Avendo prezzi più elevati, rispetto alle altre qualità, il Basmati viene spesso “tagliato” da alcuni trader in modo fraudolento. Proprio per questo diventa ancora più importante la realizzazione del progetto Coldiretti per dar vita ad una Società di scopo nella filiera del riso, in grado di garantire l’approvvigionamento di riso nazionale e dare maggior potere contrattuale ai nostri risicoltori. Ed è proprio di questi giorni una notizia destinata ad aumentare l’avversione del Vecchio Continente agli OGM. Il professor Gilles-Eric Séralini dell’Università di Caen (Francia) si è detto convinto che la varietà transgenica di mais Mon810 colpisca le cellule umane. Il problema starebbe nel fatto che le tossine Bt, prodotte dalle piante geneticamente modificate per repellere la piralide, diverrebbero in realtà dannose anche per l’uomo: queste tossine sono potenzialmente in grado di colpire la salute delle cellule umane e quindi, se ingerite in quantità massicce, diventano un serio motivo di preoccupazione per la salute pubblica. La Monsanto si è difesa dalle accuse, sostenendo che le tossine sono attive in modo selettivo contro alcuni insetti, ma senza compromettere la salute dei mammiferi. Sebbene secondo Séralini servano ulteriori studi per verificare i precisi meccanismi tossicologici, lo scienziato si è dichiarato convinto che, fino ad oggi, la valutazione del rischio degli OGM (e dei prodotti agronomici annessi) in Europa sia stata sottostimata e abbia prodotto risultati tutti da rivedere.

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Pericolo iso transgenico dall’India ...e il mais OGM si conferma dannoso per l’uomo

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Via al progetto “ asta di qualità”

L’iniziativa di Coldiretti interessa il 10% del grano nazionale

Un progetto per garantire la qualità di quasi il 10 per cento della produzione nazionale di grano duro da utilizzare nella pasta e per garantire l’assenza di OGM nel mais usato per i mangimi è stato approvato nell’ambito del piano nazionale cerealicolo. La proposta progettuale presentata dall’Associazione Temporanea di Scopo costituita da FITS (Filiera Italiana Trading Seminativi, Società di scopo nel settore dei seminativi della Holding Consorzi Agrari d’Italia) che raggruppa Consorzi Agrari e cooperative e da 11 cooperative associate a Coldiretti (tra cui la cooperativa IN.AGR.A. di Pavia) è stata approvata con un contributo pari a 1,1 milioni di euro su un costo totale del progetto pari a 2,9 milioni. Questo raggruppamento rappresenta in modo importante il settore cerealicolo, poiché coinvolge nel progetto 14 regioni e 77 centri di stoccaggio, uniformemente distribuiti in tutto il territorio nazionale e interessa una produzione di 1,7 milioni di tonnellate, delle quali 0,7 milioni di mais; 0,5 milioni di frumento duro; 0,4 milioni di frumento tenero oltre a 68mila tonnellate di orzo. L’obiettivo è migliorare l’organizzazione e l’interrelazione tra queste strutture, creando un sistema di qualità, che possa facilitare la gestione e la vendita di quantitativi significativi, sempre maggiori, di prodotto (frumento tenero e duro, orzo e mais), funzionale anche, in questo percorso, alle attività che FITS svolgerà nell’ambito del progetto per una filiera agricola tutta italiana della Coldiretti. Il progetto di ricerca e monitoraggio per valorizzare la produzione di mais non OGM, si propone di monitorare e analizzare la presenza di micotossine nella granella di mais prodotta e conservata in Italia e di fornire strumenti tecnici e procedurali per individuare le non conformità e i punti critici della filiera dal campo all’immissione sul mercato.

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IN.AGR.A partecipa

al progetto FITS

La partecipazione di IN.AGR.A al progetto FITS intende accorpare l’offerta sul territorio contrastando le spinte speculative di industria e mediatori, andando incontro alle esigenze delle aziende agricole dal punto di vista commerciale e sotto l’aspetto dello stoccaggio. Attraverso la partecipazione di IN.AGR.A a FITS, sarà possibile, sulla base di disciplinari approvati, la coltivazione di cereali preventivamente concordati con le aziende acquirenti, garantendo la qualità, grazie ad un servizio di analisi, favorendo lo stoccaggio, assicurando le quantità e armonizzando le consegne. In sostanza, noi ci rendiamo garanti della qualità e della disponibilità del prodotto, le aziende acquirenti si impegnano al ritiro a fronte di prezzi concordati, garantiti e vantaggiosi per i produttori.


Made in Italy export da record Nonostante la crisi non si rinuncia al Made in Italy sulle tavole mondiali che, anzi, raggiunge nel 2011 il massimo storico oltrepassando per la prima volta quota 30 miliardi nelle esportazioni (+8 per cento) superiore alla voce autovetture ferma a 25 miliardi. È quanto emerge da un’analisi della Coldiretti sulla base degli andamenti registrati dall’Istat nel commercio estero agroalimentare lo scorso anno, dalla quale si evidenziano peraltro numerose curiosità come la crescita boom del 19 per cento nell’export della birra italiana in Gran Bretagna o del 20 per cento del formaggio in Francia. “Le performance positive, registrate sui mercati internazionali dal settore più rappresentativo dell’economia reale, dimostrano che il Paese può tornare a crescere solo se investe nelle proprie risorse che sono i territori, l’identità, la cultura e il cibo” ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini commentando che “l’agroalimentare e una leva competitiva formidabile per trainare il Made in Italy nel mondo”. Il comparto più dinamico è quello di formaggi e latticini, che nel complesso fa segnare un successo del 15 per cento per l’aumento delle vendite all’estero dovuto, oltre che al Grana Padano e

L’Italia della tavola supera quota 30 miliardi e conta più delle automobili

Parmigiano Reggiano, con un incremento del 21 per cento, anche al Gorgonzola, 13 per cento e al Pecorino, in ripresa dell’otto per cento dopo una difficile crisi. Stabile il comparto frutticolo, dovuto soprattutto alla performance delle mele che, con un più 22 per cento hanno controbilanciato il forte calo delle esportazioni di frutta estiva e agrumi mentre, fortemente negative sono state le esportazioni di ortaggi (-8 per cento), colpite ingiustamente anche dalla psicosi ingiustificata generata dal batterio killer. Tra i principali Paesi di destinazione dell’agroalimentare tricolore si sono verificati aumenti in valore verso la Germania, la Francia e il Regno Unito con incrementi rispettivamente pari al 5, al 9 e al 3 per cento e un aumento medio nella Unione Europea del 6 per cento. Crescono però a ritmi molto più sostenuti le richieste nei Paesi extraeuropei (+15 per cento), tra i quali spicca soprattutto il ruolo degli Stati Uniti con un significativo 10 per cento e l’exploit del vino italiano in Cina con una crescita record del 65 per cento.

L’accordo per il prezzo del pomodoro è ...IN ROSSO!

Siglato dall’industria e dalle organizzazioni dei produttori il peggior accordo del terzo millennio, che comporterà per le imprese agricole una perdita secca di 22,5 milioni di euro rispetto al 2011. Un accordo al ribasso, che lascia il sapore amaro della speculazione sulla pelle degli agricoltori. È questo il risultato dell’accordo firmato a Bologna fra le associazioni dei produttori e quelle degli industriali. L’intesa prevede che vengano pagati 84 euro a tonnellata, ma ad aggravare la situazione è il cambiamento della griglia qualitativa, purtroppo avvallata dalle organizzazioni di prodotto, che consente all’industria di abbassare ulteriormente i prezzi pagati ai produttori fino a portarli a 79 euro a tonnellata contro gli 88 euro del 2011, con una perdita nel giro di un anno di 22,5 milioni di euro. Valori che non permettono di coprire i costi. Infatti, sulla produzione di un ettaro gli agricoltori prenderebbero in media 5.600 euro a fronte di una spesa di 7.500 euro, con una perdita secca di quasi duemila euro, pari a circa 10 milioni di euro a livello regionale. Per questo, molti produttori stanno ora pensando, o hanno già deciso, di abbandonare il pomodoro per dedicarsi ad altre colture. Nel settore del pomodoro da industria sono impegnati in Italia oltre 8mila imprenditori agricoli e 178 industrie di trasformazione in cui trovano lavoro 20mila persone, con un giro d’affari superiore ai 2 miliardi di euro. Il calo delle superfici a pomodoro causerà, anche il crollo della produzione nazionale che l’anno scorso

raggiunse i 4 milioni e mezzo di tonnellate, la metà circa proprio fra Lombardia, Emilia e Veneto. Il Nord infatti, già nel 2011, con oltre 36 mila ettari rappresentava quasi il 54 per cento di tutti i terreni dedicati a questa coltura in Italia, su un totale di oltre 67 mila ettari. Il Sud pesava per il 41 per cento con 27.778 ettari mentre il resto si collocava al Centro con una superficie pari a 3.436 ettari.

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Via libera dell’UE al “Pacchetto atte”

Più potere agli allevatori

Via libera del Parlamento Europeo al cosiddetto “Pacchetto latte”, una serie di misure a favore del settore lattiero-caseario il cui punto forte è rappresentato senza dubbio dall’accresciuto potere contrattuale degli allevatori nella filiera, in modo da garantire prezzi giusti per il latte prodotto. Le transazioni tra gli allevatori e le loro organizzazioni di prodotto con i trasformatori utilizzatori, saranno più trasparenti, prevedendo volumi di conferimento, tempi di pagamento e prezzi certi per un periodo temporale almeno di sei mesi, con la possibilità di renderli più adeguati al mercato sulla base dei costi di produzione del latte. Il “Pacchetto” offrirà anche la possibilità di programmare le produzioni dei 37 formaggi nazionali a denominazione di origine ai quali in Italia sono destinati circa 5 miliardi di litri di latte, il quantitativo più elevato in Europa. Gli aspetti salienti del provvedimento sono: Riconoscimento delle organizzazioni professionali e interprofessionali Viene introdotto l’obbligo, per gli Stati membri, di riconoscere le organizzazioni professionali di produttori di latte che perseguono determinate finalità definite dal regolamento. Negoziazione del prezzo del latte Il ruolo innovativo conferito alle organizzazioni professionali è costituito dalla negoziazione del prezzo del latte in deroga alle norme sulla concorrenza. La negoziazione del prezzo può avere luogo indipendentemente dalla proprietà del latte da parte delle organizzazioni professionali. Ogni O.P. può negoziare un quantitativo di latte non superiore al 3,5% della produzione comunitaria e al 33% della produzione dello Stato membro in cui avviene la negoziazione (45% per Stati membri che non producono più 500.000 Tonn.). I quantitativi di latte negoziato non devono essere coperti da vincoli di conferimento con altre organizzazioni professionali o cooperative. Programmazione della produzione dei formaggi DOP e IGP Gli Stati membri, su richiesta di un’organizzazione di produttori riconosciuta o di un’organizzazione interprofessionale o di un gruppo di operatori, potranno adottare norme per consentire, per periodi limitati non superiori a 3 anni, comunque rinnovabili, la programmazione della produzione dei formaggi protetti da denominazione di origine o indicazione geografica. Le regole di programmazione dovranno essere concordate tra le parti interessate. L’accordo dovrà coinvolgere almeno due terzi dei produttori di latte o loro rappresentanze, che esprimono almeno i due terzi del latte utilizzato per la produzione del formaggio in questione e se del caso, almeno due terzi dei produttori del for-

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maggio in causa con i due terzi della produzione di quel formaggio nella zona di produzione. Clausole di salvaguardia per interrompere eventuali distorsioni di concorrenza La Commissione potrà intervenire per intimare allo Stato membro l’abrogazione di norme di programmazione non compatibili con il diritto comunitario o che creino distorsione di concorrenza. Deleghe conferite alla Commissione La Commissione adotterà, con atti delegati, norme per il riconoscimento di organizzazioni professionali e interprofessionali transfrontaliere, le regole per l’assistenza amministrativa e le regole per il calcolo dei volumi di latte coperti da negoziazione. Comunicazioni alla Commissione in materia di latte raccolto A partire dal 1° aprile 2015 sono previste comunicazioni obbligatorie delle quantità di latte raccolto da parte dei primi acquirenti. Obbligo di contratti scritti Gli Stati membri possono imporre contratti scritti per le consegne di latte e obbligare l’acquirente a fare un’offerta scritta per i contratti di fornitura. I contratti devono indicare il prezzo pattuito, che può essere fisso o indicizzato, il volume di latte interessato, la durata, i termini di pagamento, gli accordi per la raccolta e la consegna nonché le clausole applicabili in causa di forza maggiore. Per quanto concerne la durata del contratto gli Stati membri possono prevedere un minimo di almeno 6 mesi o far includere nell’offerta scritta da parte dell’acquirente l’indicazione di una durata minima di almeno 6 mesi. L’allevatore potrà rifiutare la fissazione di una durata minima e negoziare liberamente questo elemento con l’acquirente ferma restante la libera negoziazione di tutti gli altri aspetti. Zone svantaggiate Per assicurarsi che anche i produttori delle zone geograficamente svantaggiate beneficino delle nuove regole, il Parlamento chiede alla Commissione due relazioni: entro luglio 2014 ed entro la fine del 2018.


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Cadmio nel iso l’Europa rivede i valori massimi Il problema é dovuto soprattutto alla contaminazione dei suoli a causa della presenza di industrie sul territorio. La possibile assunzione di cadmio attraverso riso contaminato rimane, ad oggi, un grande rischio per la salute umana. Il Ministero della Salute, con una nota ufficiale, ha comunicato che nella riunione del gruppo di esperti sui contaminanti ambientali che si è tenuta recentemente a Bruxelles, è stata presentata una proposta di modifica del reg. 1881/2006 che definisce i limiti massimi di alcuni contaminanti nei prodotti alimentari, per quanto riguarda i tenori massimi di cadmio in taluni alimenti. Nella proposta sono stati previsti limiti massimi più restrittivi anche per il riso. Attualmente il tenore massimo di cadmio è pari a 0.20 mg/kg di peso fresco. Secondo la proposta della Commissione UE il limite dovrà essere gradualmente ridotto in due fasi: dopo un anno dalla data di entrata in vigore della modifica al regolamento e dopo tre anni dalla data di entrata in vigore della modifica al reg. CE 1881/2006. L’applicazione dei nuovi limiti richiede la revisione sistematica delle attuali pratiche agricole e l’adozione di ogni iniziativa volta a ridurre l’assorbimento di cadmio presente nel terreno da parte della pianta di riso. È opportuno, quindi, che le imprese agricole tengano conto di tali limiti massimi che saranno pubblicati tra qualche mese in Gazzetta Ufficiale, per iniziare ad applicare, sin da ora, procedure di buona pratica agricola che riducano progressivamente la presenza di tale metallo nel riso, fino a raggiungere i nuovi valori indicati. Per limitare la presenza di cadmio in una coltura così importante, oltre ai rigidi controlli sugli scarichi industriali di metalli pesanti, una strategia percorribile potrebbe essere anche la se-

lezione di varietà di riso che non siano in grado di assumere questo elemento. Ad ogni modo, il rigore della legislazione nazionale e comunitaria è una garanzia per i consumatori. Maggiori problemi, invece, sussistono per controllare il riso importato. Come è emerso da una ricerca dell’Istituto risorse, ecosistema e ambiente dell’agricoltura dell’Università di Nanjing, riportata nella rivista New Century, condotta su oltre 100 varietà di riso cinese, oltre il 10% di tale prodotto è avvelenato con cadmio e altri metalli pesanti. È importante quindi che il consumatore sia consapevole dell’elevata qualità del riso italiano garantita da norme comunitarie molto restrittive a tutela della salubrità del prodotto e della necessità di controllare sempre in etichetta l’origine territoriale del riso acquistato. Ancora una volta si dimostra fondamentale l’avvio del progetto di una Filiera Riso Italiana che offra al consumatore le adeguate garanzie di qualità e origine.

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Coldiretti Lombardia, assaggio di consegne: Ettore Prandini eletto Presidente Regionale Passaggio di consegne al vertice della Coldiretti Lombardia, che rappresenta oltre 33 mila aziende agricole sul territorio regionale. Questa mattina a Milano, in via Filzi 27, l’assemblea dell’associazione ha eletto Ettore Prandini, 40 anni, bresciano, nuovo presidente regionale per i prossimi 4 anni di mandato. Prandini raccoglie il testimone da Nino Andena che ha guidato la Coldiretti Lombardia dal 1997 a oggi. Il nuovo Presidente della Coldiretti Lombardia, è laureato in giurisprudenza, guida un’azienda zootecnica di bovini da latte, gestisce anche un’impresa vitivinicola con produzione di Lugana ed è Presidente della Federazione Provinciale della Coldiretti di Brescia dal 2006. Attualmente è consigliere del CALV, Consorzio Agrario Lombardo Veneto dal 2006 struttura nata dalla fusione del Consorzio Agrario di Brescia, di Mantova, di Verona e di Vicenza. Stefano Ravizza, delegato provinciale e regionale Giovani Impresa

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Prandini è stato anche consigliere della Coop. CO.BRE.CA carni dall’aprile 2002 al 2007 Cooperativa operante nel comparto delle carni bovine, con oltre 800 allevatori soci e 15000 capi commercializzati all’anno, consigliere da luglio 2005 al 2007 del Consorzio Carni Bovine Scelte e consigliere della Associazione Produttori Latte (APL) della provincia di Brescia da aprile 2001 a dicembre 2006 struttura che associa 2100 produttori di latte della provincia di Brescia, fino a dicembre 2006. “Il rinnovamento è un valore aggiunto e bisogna sempre guardare avanti. Tanti problemi ancora aperti, dall’erosione del suolo alla gestione delle acque, dai prezzi ai rapporti di filiera, ma sono sicuro che la Coldiretti con tutti i suoi rappresentanti continuerà a dare un apporto importante alla loro soluzione” ha detto il Presidente uscente, Nino Andena. È un momento particolare per le aziende agricole e per il Paese – ha spiegato il neo Presidente Ettore Prandini – bisogna concentrarsi su tutti i settori produttivi per le sfide che ci attendono sia a livello sindacale che economico. Non dimentichiamoci che l’IMU è un tema importante per il futuro delle imprese. Sono convinto che molte risposte possano arrivare dal progetto di Coldiretti a livello nazionale e dal un ruolo sempre più importante dell’impresa agricola nella filiera economica agroalimentare”. Insieme al Presidente Prandini è stato eletto anche il nuovo Consiglio della Federazione Coldiretti Lombardia composto da: Fabrizio Fumagalli (Bergamo), Michelangelo Zucchi (Brescia), Fortunato Trezzi (Como), Ferdinando Fiori (Varese), Paolo Rosa (Mantova), Matteo Berneri (Milano-Lodi), Alberto Marsetti (Sondrio), Giuseppe Ghezzi (Pavia), Eugenio Torchio (Cremona), Pina Alagia (Donne Impresa), Giovanni Rota (Pensionati), Stefano Ravizza (Giovani Impresa).


Gli OGM: il Pecorino arocco di Stato

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300mila posti rubati dal finto Made in Italy Ieri è stato il Made in Italy Day: A Roma, in Piazza Montecitorio, massiccia manifestazione organizzata dalla Coldiretti contro l’Imu sui fabbricati agricoli e in difesa del Made in Italy. Con una vittoria importante: il presidente Sergio Marini ha reso noto un documento con cui il ministro dello Sviluppo Corrado Passera invita la finanziaria pubblica Simest a uscire dal capitale di Lactitalia, società aperta in Romania dai fratelli Pinna per produrre colà Pecorino italiano. La cosa è nota da tempo: io stesso ho scritto più di una volta sul formaggio «tarocco» finanziato da una società, la Simest, controllata al 67% dal Ministero dello Sviluppo (ecco perché è intervenuto Passera). Società che è pure socio di capitale di Lactitalia. Insomma, un pasticciaccio che tuttavia non arriva per caso. Sull’italian sounding (le imitazioni dei nostri prodotti, chiamate con nomi che per assonanza ricordino le specialità italiane) è nota la posizione della Federalimentare, la corazzata dell’industria della tavola. Alla fine male non ci fa: «L’Italian sounding dà fastidio, ma dà anche una mano perché abitua il consumatore di culture lontane dalle nostre al gusto dei prodotti italiani. Poi arriviamo noi con i top di gamma...». Peccato che così non riusciremo mai a recuperare anche solo in piccola parte i 70 miliardi l’anno di Made in Italy falsificato e creare i 300mila posti di lavoro che vale. Ma non è un caso se la Confindustria del cibo non si scalda troppo di fronte al caso Simest-Lactitalia: non importa dove tu produca, l’importante è che siano italiani la ricetta e le tecnologie. Questa è la posizione che da tempo propugna la confederazione guidata da Filippo Ferrua. E infatti ora si tratterà di capire se l’altolà imposto da Passera alla Simest si possa considerare un

di Attilio Barbieri

mero incidente di percorso, oppure se l’industria sarà costretta a cambiare approccio. Sempre ieri, venerdì 16 marzo, è arrivata - inattesa - l’apertura del ministro dell’Ambiente Corrado Clini sugli Ogm con una spiegazione che dimostra quanto egli sia lontano dall’agricoltura e dalle attese degli italiani: se c’è un modo per salvare le produzioni del Made in Italy nei campi, questo ha detto il titolare dell’Ambiente, è proprio l’ingegneria genetica. Clini finge di ignorare però che due italiani su tre non vogliono gli Ogm e che - soprattutto - le specificità che fanno del nostro agroalimentare uno successo mondiale, sono legate proprio all’unicità della filiera. A partire dalla materie prime che debbono essere riconoscibili come assolutamente naturali e caratteristiche delle nostre lande. Senza contare che con le le colture Ogm (pensiamo al mais) i coltivatori possono competere solo sul prezzo. E ve l’immaginate i nostri cereali in concorrenza con quelli prodotti nei Paesi a basso costo della manodopera e bassa imposizione fiscale? Gli Ogm stanno al Made in Italy come i pesticidi stanno ai cibi «bio». Una cosa esclude l’altra. Non capirlo, o peggio far finta di don averlo compreso, è doppiamente grave. Poco importa se i vegetali transgenici siano pericolosi oppure no. Non è questo il punto: un pane fatto a partire da frumento Ogm quale mercato potrebbe avere? E che vantaggio competitivo riuscirebbe a mettere in campo rispetto ai concorrenti per farsi preferire dai consumatori? A meno di non nascondere l’origine in etichetta: che è il sogno della grande industria e delle lobby al soldo delle multinazionali che premono sull’adozione degli organismi geneticamente modificati. Buongiorno trasparenza!

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(Col)direttamente nel bicchiere:

“Bonarda frizzante op doc”

Azienda Agricola Comaschi Roberto Sui terreni argillosi, e dunque votati alla produzione di grandi vini, nel comune di Cigognola, appena fuori Broni, crescono le uve dell’Azienda Agricola Comaschi. Valentina Comaschi, ora alla guida dell’Azienda, nulla lascia al caso al fine di confermare al massimo livello, e soprattutto fin dalle origini, la qualità del prodotto: attente e decise potature, concimazioni effettuate con l’uso esclusivo di sostanze naturali, raccolta delle uve nel preciso momento della maturazione. La volontà di portare nel calice tutta la qualità espressa dai vigneti, magnificamente esposti ai raggi del sole, c’è tutta e gli sforzi non si contano. E dunque, un po’ di curiosità si fa strada, al momento dell’apertura della bottiglia… saranno mantenute le promesse? Il vino di oggi è quanto di più tipico il territorio di Oltrepò possa esprimere: una Bonarda vivace, vendemmia 2011 e quindi freschissima di imbottigliamento. La bottiglia è la classica bordolese, su cui spicca l’etichetta commerciale giocata sulle tonalità del giallo chiaro e del blu: informazioni essenziali, solo la tipologia del vino e il nome del Produttore, tutto in bella evidenza. Le indicazioni di legge sono correttamente riportate più prosaicamente sul retro; e troviamo qui la conferma che la nostra Bonarda è Frizzante (scritto ben grande -grazie- troppe volte in altri casi si fatica a comprendere…), scopriamo che viene prodotta da una sapiente cuvée di uve Croatina con un 10% di uva Barbera e che la percentuale di alcol è del 12%; completano il quadro delle succinte note di degustazione e la fondamentale indicazione della temperatura di servizio. Bene! Finalmente un’etichetta senza troppi fronzoli che rende un servizio vero al consumatore con informazioni utili, sintetiche e corrette! Ma veniamo al bicchiere. Durante la fase di mescita, il vino forma una spuma invitante e mai invadente

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che si esaurisce in pochi secondi: ci suggerisce di aspettarci una frizzantezza sì presente, ma leggera e sicuramente non invasiva. Il colore è un bel rosso rubino carico e vivo, come si addice alla categoria del prodotto e segno della sua spiccata gioventù. Al naso cogliamo tipici sentori di frutta rossa fresca, prugna, mora, ciliegia legati da una nota sottile di erbaceo, sempre fresca, di prato appena tagliato; la sensazione è che la fase olfattiva sia ancora in evoluzione e soffra un po’ dell’imbottigliamento troppo recente: sono convinto che a fine primavera questo vino avrà un naso decisamente più ricco… In bocca, oltre a confermare la propria giovane età regalando una sensazione di freschezza importante, ma non acidula, troviamo già un piacevole equilibrio, tra la tannicità, presente, matura e mai invadente, e la mordidezza polialcolica. Anzi, proprio l’ottima maturazione del tannino mi suggerisce l’idea che potrebbe anche essere consumata fresca (non fredda…) in una giornata di particolare calore. La frizzantezza si dimostra, come previsto, ben presente, ma dotata di finezza e di eleganza. Al gusto questo vino è già pronto per essere bevuto, con una persistenza finale non eccessiva, ma importante per la tipologia e che lascia una bocca sorprendentemente pulita invitando ad un ulteriore sorso. Sarà la primavera che impazza, ma la Bonarda di Valentina Comaschi mi ha fatto desiderare un pranzo all’aperto, anche un pic-nic, con i salumi della tradizione oltrepadana ed, a seguire, un bel piatto di pasta al ragù o di agnolotti nostrani al burro… sono certo che questo vino scorrerebbe a fiumi… per il piacere di tutti i commensali... Roberto Pace Delegato FISAR Pavia

(COL)DIRETTAMENTE


DOC e imbottigliamento… un esempio da seguire

Il TAR della Sardegna tutela l’identità territoriale del vino

Riportiamo l’esempio di quanto successo nell’isola mediterranea con l’auspicio che possa rappresentare uno stimolo anche per il nostro territorio

Il TAR della Sardegna ha rigettato la richiesta di annullamento avanzata dal Consorzio del vino vermentino di Sardegna del D.M. 4 aprile 2011 n. 21821, del Ministero delle Politiche Agricole, relativo alla modifica del disciplinare di produzione di tale vino a denominazione di origine controllata, con il quale è stato introdotto l’obbligo di vinificazione ed imbottigliamento nella zona di produzione delimitata dallo stesso disciplinare. Il Tribunale Amministrativo ha motivato la sentenza evidenziando che la scelta di limitare l’imbottigliamento alla zona di produzione è chiaramente funzionale a diverse esigenze quali: preservare lo stretto collegamento con il territorio anche nella fase successiva alla coltivazione e vinificazione; dare certezza della provenienza del prodotto imbottigliato e commercializzato dal territorio tutelato con la denominazione di origine; una più elevata forma di tutela del consumatore sotto il profilo del contrasto ad eventuali contraffazioni. Rispetto all’imposizione dell’obbligo di imbottigliamento nella zona di produzione, contro il quale spesso i produttori hanno intentato ricorso, la Corte di Giustizia UE con la sentenza 16 maggio 2000, causa 388/95, con riferimento al disciplinare di produzione del vino Rioja si è pronunciata nel senso che l’imbottigliamento è parte integrante del procedimento di produzione del vino. Esso costituisce una fase dell’elaborazione del prodotto, sicché solo il vino imbottigliato in una determinata regione potrebbe effettivamente essere considerato originario di tale regione. Un’operazione importante che, se non viene effettuata nel rispetto di condizioni rigorose, può nuocere gravemente alla qualità del prodotto. Infatti, l’imbottigliare non si riduce al mero riempimento di recipienti vuoti, ma comporta di norma, prima del travaso, una serie di complessi interventi enologici (filtraggio, chiarificazione, trattamento a freddo, ecc.) che, se non sono eseguiti in conformità delle regole dell’arte, possono compromettere la qualità e modificare le caratteristiche del vino. È altrettanto pacifico che il trasporto alla rinfusa del vino, se non viene effettuato in condizioni ottimali, può nuocere gravemente alla qualità di quest’ultimo. Infatti, se le condizioni di trasporto non sono perfette, il vino sarà esposto ad un fenomeno di ossidoriduzione che sarà tanto più sensibile quanto maggiore è la distanza percorsa e che potrà nuocere alla qualità del prodotto. Sarà inoltre soggetto al rischio di sbalzi di temperatura. Ormai esiste a livello comunitario, un orientamento consolidato della giurisprudenza sulla questione, infatti, anche ammettendo

che in condizioni ottimali le caratteristiche e la qualità del prodotto possono essere effettivamente conservate in presenza di trasporto sfuso e imbottigliamento al di fuori della regione di produzione, tali condizioni saranno sicuramente soddisfatte se vengono effettuate da imprese nella regione dei beneficiari della denominazione. A maggior ragione se operanti sotto il diretto controllo di questi, giacché tali imprese dispongono di un’esperienza specifica e di una conoscenza approfondita delle caratteristiche specifiche del vino in questione, delle quali occorre evitare lo snaturamento o la scomparsa al momento dell’imbottigliamento. Inoltre, per i vini DOC e DOCG trasportati e imbottigliati nella regione di produzione, i controlli sono approfonditi e sistematici e la responsabilità di tali controlli spetta alla collettività degli stessi produttori, i quali hanno un interesse fondamentale alla conservazione della reputazione acquisita. Di conseguenza solo le partite sottoposte a detti controlli possono recare la Denominazione d’Origine Controllata.

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Tutela, vigilanza e promozione “erga omnes”:

la svolta del Chianti Classico

Ha la dimensione di una vera e propria svolta storica per l’Italia del vino quella compiuta dal Consorzio Vino Chianti Classico, che, primo Consorzio del vino italiano ad applicare operativamente le nuove funzioni di tutela, vigilanza e promozione “erga omnes”, dettate dal decreto legislativo 61 del 2010, diventa, a norma di legge, custode e gestore della denominazione e del marchio Chianti Classico, che, a loro volta, diventano così un patrimonio collettivo, al quale tutti (aziende vitivinicole consorziate o meno) dovranno dare il loro contributo. Un traguardo che sarà illustrato alla “Chianti Classico Collection”, l’anteprima delle annate 2011, 2010 e della Riserva 2009 del Chianti Classico (il 20 febbraio, riservata agli operatori, ed il 21 e 22 febbraio per la stampa; www. chianticlassicocollection.it), di scena alla Stazione Leopolda a Firenze. Gallo Nero - Il Consorzio del Gallo Nero (che rappresenta ad oggi il 90% della produzione dell’intera denominazione e spende ogni anno circa 2 milioni di euro in comunicazione e 200.000 euro per la tutela del marchio) raggiunge questo importante traguardo dopo un percorso che lo ha visto fin dal gennaio 2011, cioè immediatamente dopo l’approvazione del Decreto applicativo del 16 dicembre 2010 - “Disposizioni generali in materia di costituzione e riconoscimento dei consorzi di tutela delle denominazioni di origine e delle indi-

cazioni geografiche dei vini” - attivarsi a partire dalla procedura interna di modifica del proprio Statuto che, approvata dal Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, ha condotto all’ultimo atto normativo rappresentato dall’autorizzazione ministeriale del 30 settembre, che ha attribuito le funzioni “erga omnes” al Consorzio del Chianti Classico dal 1 ottobre. Il Consorzio del Gallo Nero è diventato così, a norma di legge, custode e gestore della denominazione Chianti Classico e per questo chiamerà a contribuire alle spese di tutela vigilanza e promozione della denominazione tutte le aziende (“erga omnes”) che la utilizzano, siano esse socie o no. Evidentemente, la ripartizione dei costi avverrà in modo trasparente e democratico distribuendo l’onere con pagamenti proporzionali alla produzione di uve, di vino e di bottiglie, secondo quanto previsto nel decreto legislativo. Il direttore Liberatore - “Si tratta, al di là del fatto che siamo il primo Consorzio di Tutela del vino a cominciare questa nuova esperienza - spiega Giuseppe Liberatore, direttore del Consorzio del Chianti Classico - di un passo fondamentale per l’azione di tutela consortile che finalmente trova una realizzazione all’insegna dell’equità e della correttezza. È una rivoluzione storica, democratica ed etica. La denominazione e il suo marchio diventano, di fatto, un patrimonio collettivo, ed il Consorzio lo mette a disposizione di tutti”. È evidente,

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quindi, che i costi delle attività di tutela, vigilanza e promozione debbano coinvolgere tutti i produttori. Il valore di un marchio collettivo o, come nel caso di una denominazione, di un marchio “d’area”, è direttamente proporzionale alla capacità dei produttori, alla fiducia che il consumatore vi ripone, ma anche e soprattutto alla serietà complessiva che viene spesa nel garantire continuità e sicurezza a quel marchio. Ed è in questo senso che il marchio collettivo o “d’area” è da ritenersi, di fatto, come un marchio registrato di proprietà di chi lo ha creato, difeso e promosso. I “gestori naturali” dei marchi collettivi o “d’area” dell’agroalimentare italiano sono i Consorzi di Tutela delle denominazioni e il loro ruolo fondamentale deve essere riconosciuto anche da chi ne ha usufruito e continua a usufruirne dei benefici senza aver contribuito ed è quindi giusto che il costo della sua tutela e in alcuni casi della sua promozione sia sostenuto anche dai non soci. Novità - Dal punto di vista normativo, questa novità recepisce le direttive comunitarie che, di fatto, uniformano il settore del vino a quello delle DOP ed IGP dell’agroalimentare, sia nei riguardi delle funzioni dei Consorzi che degli obblighi dei produttori, e deriva dalla possibilità di costituire ed essere riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole un Consorzio di Tutela. Si tratta di una novità introdotta con l’ultima OCM vino e che trova applicazione nazionale, proprio, con il Decreto Legislativo 61 del 2010 e successivamente con il Decreto applicativo del 16 dicembre 2010, che regola la rappresentatività e le funzioni “erga omnes” che un Consorzio di Tutela, fatte salve alcune condizioni, può svolgere. Qualora infatti i Consorzi siano rappresentativi di almeno il 40% dei viticoltori e di almeno il 66% della produzione di competenza dei vigneti iscritti nello schedario viticolo della relativa DOP o IGP, calcolato sulla base del quantitativo certificato negli ultimi due anni, possono svolgere funzioni “erga omnes”, dunque su tutti i soggetti inseriti nel sistema della denominazione. È ancora conferma-

ta l’adesione volontaria da parte dei produttori ai Consorzi di Tutela, se il Consorzio ha una rappresentatività pari al 35% dei viticoltori che rivendicano la denominazione e almeno il 51% della produzione certificata, e quest’ultimo può agire esclusivamente nei confronti dei propri associati, oltre ad avere compiti generali propositivi e di tutela della denominazione, nonché di collaborazione con le amministrazioni. Se, invece, il Consorzio ha una rappresentatività pari al 40% dei viticoltori che rivendicano la denominazione e almeno il 66% della produzione certificata - come nel caso del Consorzio del Chianti Classico - allora può gestire l’attività di valorizzazione e di propaganda richiedendo il contributo a tutti gli utilizzatori della denominazione (“erga omnes”). Attività del Consorzio - Tra le attività che il Consorzio di Tutela può effettuare sempre in regime di “erga omnes”, c’è anche quella di vigilanza. Queste attività di vigilanza vanno assolutamente distinte dalle attività di controllo che sono competenza di organismi terzi (enti di certificazione). Sono attività svolte nel rispetto della normativa nazionale e comunitaria e sono svolte sotto il coordinamento dell’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e Repressione Frodi (ICQRF) dei prodotti agroalimentari, vengono esplicate prevalentemente nella fase del commercio e consistono nella verifica che le produzioni certificate rispondano ai requisiti previsti dai disciplinari, e che prodotti similari non inducano confusione nei consumatori e non rechino danni alle produzioni DOP e IGP. Nell’organizzazione delle suddette attività di vigilanza i Consorzi di Tutela possono avvalersi della figura dell’“agente vigilatore” (Decreto 21 dicembre 2010 - Procedura per il riconoscimento degli agenti vigilatori dei Consorzi di Tutela di cui alla legge 21 dicembre 1999, n. 526 ed al decreto legislativo 8 aprile 2010, n. 61). Tratto da www.agricultura.it/rubriche/news diVINO

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vinicola all’insegna del Made in Italy

Un Vinitaly ottimista

lo stand di Coldiretti

i colleghi Coldiretti accolti dalla casa vinicola Torti

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Il 2011, anno di crisi, ha visto il record di esportazione dei vini italiani che, con 4 miliardi di euro, si confermano leader sul mercato mondiale raggiungendo la soglia del 22 per cento sul totale. Un segnale, confermato dallo straordinario successo dell’edizione 2012 del Vinitaly, in controtendenza che fa ben sperare per il futuro della vitivinicoltura italiana e quella pavese che, seppure in presenza di segnali positivi in tutto il Paese stenta a rispondere altrettanto efficacemente. “La qualità e l’impegno alla fine pagano sempre – afferma Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – il successo delle aziende di Coldiretti Pavia al Vinitaly è il segnale della voglia di investire che caratterizza le migliori aziende del nostro territorio. L’Oltrepò Pavese è andato alla vetrina veronese con l’intento di dar voce a quelle aziende che, valorizzando il proprio prodotto e buttandosi alle spalle le vecchie politiche economiche e commerciali che hanno caratterizzato il passato, hanno puntato sulla qualità, la vendita diretta e la promozione attraverso il binomio vincente vino – territorio quale carattere distintivo non solo del vino ma di quella splendida terra che è l’Oltrepò Pavese”.

Le aziende Coldiretti Pavia presenti al Vinitaly: • Agnes Fratellli • Az. Agr. Bellaria di Massone • Az. Agr. Bisi Società Agricola • Az. Agr. Bosco Longhino di Faravelli Marco Andrea • Az. Agr. Ca’ Montebello di Scarani Luigi • Castello Di Cigognola • Cantine Francesco Montagna S.r.l. • Eredi Cerutti Stocco di Stocco Davide • Fattoria Olmo Antico • Az. Agr. Gravanago di Goggi Paolo • Società Agricola F.lli Guerci di Guerci C. & C. S.S. • La Travaglina Srl Società Agricola • Marchesi di Montalto S.S. Agr. • Az.Agr. San Michele Ai Pianoni • Tenuta La Costaiola • Torti Tenimenti Castelrotto.

i giovani della casa vinicola Bosco Longhino

Milena Guerci intrattiene gli ospiti al proprio stand

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PRRV 2011/2012 Dal 1 febbraio via libera alle estirpazioni Cogliamo l’occasione per ricordare, a tutte le aziende che hanno presentato la domanda di adesione al PRRV 2011/2012 per l’azione 1 (estirpo e reimpianto), che i vigneti oggetto di impegno dovranno essere estirpati nel periodo compreso tra il 1 febbraio e il 31 dicembre 2012. La Provincia, comunicherà ai beneficiari, entro il 15 aprile, l’ammissione a finanziamento alla quale dovrà seguire la richiesta di collaudo delle opere, per chi ha terminato i lavori, oppure la presentazione della fideiussione per chi richiede la liquidazione dell’aiuto in forma anticipata. Nel frattempo la Regione Lombardia ha definito, per la campagna 2011/2012, il contributo massimo ammissibile

ad ettaro per l’azione 1 - estirpazione e reimpianto pari a 11.000 euro/ettaro, (la prima indicazione era stata di 12350 euro/ettaro) per poter finanziare tutte le domande presentate. Come al solito, le operazioni di estirpo potranno iniziare solo dopo il rilascio del nulla osta da parte del CAA e invitiamo le aziende interessate a rivolgersi ai nostri uffici.

Misura 132

Sostegno agli agricoltori che partecipano ai sistemi di qualità alimentare Entro il 30 aprile le aziende che hanno aderito a questa misura nel 2011 dovranno presentare alla Provincia la domanda di pagamento per ottenere il rimborso delle spese sostenute nel 2011 allegando le relative fatture, accompagnate dalla dichiarazione liberatoria della ditta che le ha emesse, dalla documentazione rilasciata dalla struttura di controllo attestante l’inesistenza d’inadempienze e/o di irregolarità e dalla

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documentazione comprovante l’avvenuto pagamento (bonifico o ricevuta bancaria). Dal 27 marzo al 30 settembre sarà possibile presentare alle Province le domande di conferma per poter ottenere il rimborso delle spese da sostenere nel 2012.

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Primavera dei Vini di Rovescala

OCM Vino Vendemmia Verde Fino al 16 aprile è possibile presentare domande di Vendemmia Verde, misura che consiste nella distruzione o eliminazione totale dei grappoli non ancora giunti a maturazione, riducendo a zero la resa di una intera unità vitata. Le unità vitate oggetto di aiuto devono soddisfare i seguenti requisiti: – essere regolarmente iscritte nell’inventario regionale delle superfici vitate e quindi in regola con la normativa in materia di impianti e reimpianti e con la presentazione della denuncia di produzione; – essere in buone condizioni vegetative ed essere impiantate da almeno quattro campagne; – non avere usufruito del contributo per la Vendemmia Verde nell’anno precedente a quello della richiesta. Le unità vitate che beneficiano della vendemmia non avranno il contributo misura 214 – “Pagamenti agro ambientali – azione B”. La superficie minima per presentare la domanda di aiuto è di ha 0.20. Entro il 15 maggio la Provincia comunicherà ai beneficiari, in base alla graduatoria e ai fondi a disposizione, l’ammissione a finanziamento della domanda; da questo momento le aziende inizieranno la distruzione dei grappoli da concludere entro il 15 giugno 2012. I nostri uffici sono a disposizione per ogni chiarimento e per la predisposizione delle domande.

Rovescala, città del vino e patria della Croatina e del Bonarda, ha dedicato tutte le domeniche del mese di marzo alla presentazione dei suoi vini tipici, attraverso dibattiti, convegni e degustazioni. La 29° edizione della “Primavera dei vini” è stata un’ottima occasione per confrontarsi sul comparto vitivinicolo con due importanti convegni, il primo dedicato all’enoturismo in Oltrepò Pavese ed il secondo, “Vecchi e nuovi patogeni della vite”, incentrato sugli aspetti tecnici, in particolare fitosanitari. La manifestazione, nata per valorizzare e promuovere i vini nel loro territorio d’origine, ha offerto momenti di degustazione, sotto la guida di esperti sommelier e momenti di conoscenza del paese attraverso passeggiate guidate “storicopaesaggistiche” tra i vigneti e il centro storico con la possibilità di visitare alcune cantine. In questo momento di crisi, è sempre più importante cercare progetti, strategie ed opportunità per creare le condizioni affinché le aziende, che lavorano con passione per produrre vini di qualità, possano avere i giusti riconoscimenti. L’evento ha visto la partecipazione di molte aziende Coldiretti: BUSCAGLIA ANDREA DELLAFIORE FERRUCCIO DELLAFIORE ROBERTO & F.lli F.lli AGNES di GIOVANNI LA PIEVE di F.lli Rossi MARTILDE di Tacci Antonella ROSSI FRANCO di ROSSI ALESSANDRO VERCESI ALCIDE VERCESI GUIDO

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Il vino si muove nella GDO

Aumentano le vendite delle bottiglie di fascia alta nei supermercati

Le vendite del vino nella Grande Distribuzione risentono ancora della crisi, ma con segnali interessanti come la crescita dei vini nella fascia superiore ai 5 euro che registra nel 2011 un +11,1% a volume sull’anno precedente, confermando che gli italiani, anche al supermercato, comprano meno vino, ma di maggiore qualità. Se le vendite globali di vino confezionato fanno segnare un -0,9%, quelle delle bottiglie da 75cl, al contrario, sono in crescita in due fasce di prezzo, quella bassa e quella alta: quella inferiore ai 3 euro, con un moderato aumento dello 0,6% a volume, e quella superiore ai 5 euro con un +11,1% a volume. L’anteprima dell’indagine condotta da SymphonyIRI Group per Vinitaly (Verona, 25-28 marzo) sul mercato del vino nella grande distribuzione nel 2011 mostra anche che le vendite di vino “in brik” sono stazionarie nonostante le promozioni crescenti. I bottiglioni da un litro e mezzo sono in forte calo, e le bottiglie a denominazione d’origine crescono dell’1,1% con un prezzo medio a litro di 4,1 euro. Si conferma

la crescita del vino a marca commerciale delle catene distributive (+11%), in linea con la tendenza degli ultimi tre anni. Interessanti anche le classifiche dei vini più venduti in assoluto nei supermercati: ai primi posti, nell’ordine, Lambrusco, Sangiovese e Montepulciano d’Abruzzo, mentre tra i vini “emergenti”, cioè col maggior tasso di crescita, troviamo al primo posto il Pignoletto dall’Emilia (+29,6%) e al secondo una new entry, il Pecorino da Marche e Abruzzo (+26,5%). Va notata anche la crescita notevole di un vino nobile come il Brunello di Montalcino che aumenta le vendite del 14,8% e di vini di qualità come il Gavi (+ 14,4%) e il Rosso di Montalcino (+11,1%). Veronafiere - Vinitaly

Nominato il nuovo Comitato Nazionale Vini DOP e IGP per il triennio 2012-2014 “Il ruolo del Comitato è oggi ancor più strategico, considerato che il nuovo sistema di registrazione e protezione delle DOP e IGP avviene a livello Comunitario”. Così il ministro delle politiche agricole alimentari e forestali Mario Catania ha commentato la nomina effettuata con decreto del 29 febbraio del nuovo Comitato Nazionale Vini DOP e IGP, che esplicherà le proprie funzioni per il prossimo triennio. “Dopo l’ottimo lavoro svolto nel mandato precedente, abbiamo rinnovato e rafforzato il ruolo del Comitato quale organo tecnico, scientifico e propositivo nelle materie attinenti al settore della viticoltura ed enologia di qualità”. Così il ministro Catania ha commentato la nomina. Riconfermato in qualità di presidente Giuseppe Martelli. Il nuovo Comitato Nazionale vini DOP e IGP, che rimane organo del Ministero, rispetto al preesistente Comitato è stato pressoché dimezzato nel numero di componenti (da 40 a 18) per rafforzare la coesione dello

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stesso. Da precisare che i membri del Comitato non ricevono alcun compenso o gettone di presenza per lo svolgimento dell’incarico. Con la nuova OCM vitivinicola il Comitato è responsabile della procedura preliminare nazionale in merito ai disciplinari delle DOP e IGP dei vini da presentare alla Commissione UE per l’approvazione. Inoltre svolge funzioni consultive e propositive nei confronti del Ministero. Il Comitato Vini sarà altresì chiamato ad essere parte propositiva per le impegnative scelte che dovranno essere compiute nell’ambito della riforma della PAC, con particolare riguardo allo sviluppo della politica vitivinicola di qualità. A rappresentare Coldiretti, all’interno del Comitato Nazionale, è stato riconfermato il dottor Domenico Bosco della Confederazione Nazionale.

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Ovoalbumina

nel vino, inutile inserirlo in etichetta

La questione se prorogare o meno l’esenzione per gli allergeni derivati dall’uovo dall’indicazione sull’etichetta dei vini ha recentemente impegnato il Comitato permanente per la catena alimentare e la salute animale (l’organo tecnico che rappresenta gli Stati dell’UE), senza che si sia ancora arrivati a una decisione. Il tema è stato accompagnato dalla discussione riguardante altri aspetti della sicurezza alimentare, come la fissazione di soglie tecniche al di sotto delle quali non prevedere l’indicazione in etichetta, o l’utilizzo di immagini e pittogrammi per renderli più immediatamente visibili ai consumatori. Gli Stati membri si sono divisi su diversi punti: per alcuni non ci sarebbe nessuna giustificazione scientifica all’esenzione richiesta dall’industria mentre la Commissione Europea ha ribadito che attualmente non è stata fissata una “soglia sicura” per ovoalbumina e derivati dell’uovo, che – in base alla direttiva UE sugli allergeni (2003/89) – vanno indicati in etichetta a tutela dei consumatori. Le proteine dell’uovo come quelle del latte – la discussione riguarda anche caseina e derivati – vengono utilizzati come chiarificanti dei vini e, quando aggiunti in quantitativi definiti dai protocolli enologici, vengono eliminati con le successive filtrazioni. Per questo, scrivere “contiene” ovalbumina (o caseina) come si fa per i solfiti – che sono realmente presenti nel vino – può apparire uno scrupolo eccessivo. Inoltre, sebbene le due sostanze siano potenzialmente allergeniche, non esisto ad oggi, a livello mondiale, evidenze mediche di reali casi di allergie mediante il loro utilizzo. Attualmente, in base alla normativa sugli allergeni, il vino deve indicare la scritta “contiene solfiti” mentre quello da agricoltura biologica promette di eliminare il pro-

blema e può quindi rappresentare una valida alternativa per coloro che non vogliono privarsi di un buon bicchiere. In ogni caso, il contenuto di solfiti non può superare determinate soglie (160 mg/kg per i rossi e 210 mg/kg per i bianchi, mentre per i vini dolci arriva a 400 mg/kg). I solfiti hanno attività antimicrobica e antifungina e possono risultare fondamentali – nei limiti consentiti di utilizzo – per assicurare un prodotto sano e di qualità. Se passasse il rifiuto della richiesta di deroga, l’autorizzazione per la commercializzazione di vini trattati con ovoalbumina o caseina avverrà fino a esaurimento delle scorte dei vini prima del 30 giugno 2012. Dopo questa data, i vini trattati con questi coadiuvanti tecnologici avranno un’etichettatura specifica, come previsto dal regolamento europeo della Commissione del 22 dicembre 2010, che modifica la Direttiva 2007/68/Ce sugli obblighi in materia di etichettatura dei vini. Fermo restando il principio della precauzione, che Coldiretti non vuole mettere in discussione, si rileva come in questo caso si determinerebbero inevitabilmente enormi aggravi burocratici e di costi per i produttori, che si troveranno a dover modificare le etichette dei propri vini e sostenere analisi costose per verificare la presenza di eventuali residui. Non a caso, la mancanza di una definizione di soglia minima – come è stato invece fatto per i solfiti – determina inevitabilmente grosse incertezze per le aziende che, nel dubbio, finiranno per indicare il prodotto come contenente ovalbumina o caseina, dando un’informazione poco veritiera, trattandosi di quantitativi infinitesimali.

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Avviso del Consorzio Agrario di Pavia

AVVISO DI CONVOCAZIONE DELLE ASSEMBLEE SEPARATE E DELL’ASSEMBLEA STRAORDINARIA E ORDINARIA DEI SOCI Si informano i Signori Soci che in conformità al verbale del Consiglio di Amministrazione del 28 marzo 2012 ed ai sensi degli artt. 21, 22 e 23 dello Statuto, sono convocate le ASSEMBLEE SEPARATE nelle località e date sotto indicate, con il seguente ORDINE DEL GIORNO: elezione dei delegati che parteciperanno all’Assemblea Straordinaria e Ordinaria dei Soci indetta sull’ordine del giorno di cui in calce. PAVIA Presso la Sede del Consorzio Agrario, sita in Strada Bellingera n. 451, il giorno 15 aprile 2012 alle ore 6.00 in prima convocazione ed il giorno MARTEDI’ 17 aprile 2012 alle ore 21.00 in seconda convocazione, per i Soci residenti nei Comuni di: Pavia, Albaredo Arnaboldi, Albuzzano, Arena Po, Badia Pavese, Barbianello, Bascapè, Battuda, Belgioioso, Bereguardo, Borgarello, Bornasco, Carbonara al Ticino, Casorate Primo, Cava Manara, Ceranova, Certosa di Pavia, Chignolo Po, Copiano, Corteolona, Costa dè Nobili, Cura Carpignano, Filighera, Genzone, Gerenzago, Giussago, Inverno e Monteleone, Landriano, Lardirago, Linarolo, Magherno, Marcignago, Marzano, Mezzana Rabattone, Mezzanino, Miradolo Terme, Monticelli Pavese, Pieve Albignola, Pieve Porto Morone, Rognano, Roncaro, San Genesio ed Uniti, San Martino Siccomario, San Zenone al Po, Sant’Alessio con Vialone, Santa Cristina e Bissone, Siziano, Sommo, Spessa, Torre d’Arese, Torre dè Negri, Torre d’ Isola, Torrevecchia Pia, Travacò Siccomario, Trivolzio, Trovo, Valle Salimbene, Vellezzo Bellini, Vidigulfo, Villanova d’Ardenghi, Vistarino, Villanterio, Zeccone, Zerbo, Zerbolò e Zinasco. CASTEGGIO Presso la Sede della CO.PRO.VI., sita in Piazza Vittorio Veneto n. 1, il giorno 15 aprile 2012 alle ore 6.00 in prima convocazione ed il giorno MERCOLEDI’ 18 aprile 2012 alle ore 21.00 in seconda convocazione, per i Soci residenti nei Comuni di: Casteggio, Bastida dè Dossi, Bastida Pancarana, Borgo Priolo, Borgoratto Mormorolo, Bosnasco, Broni, Bressana Bottarone, Calvignano, Campospinoso, Canevino, Canneto Pavese, Casanova Lonati, Casatisma, Casei Gerola, Castana, Castelletto di Branduzzo, Cervesina, Cigognola, Codevilla, Corana, Cornale, Corvino San Quirico, Fortunago, Godiasco, Golferenzo, Lirio, Lungavilla, Montalto Pavese, Montebello della Battaglia, Montecalvo Versiggia, Montescano, Montesegale, Montù Beccaria, Mornico Losana, Oliva Gessi, Pancarana, Pietra dè Giorgi, Pinarolo Po, Pizzale, Portalbera, Rea, Redavalle, Retorbido, Rivanazzano, Robecco Pavese, Rocca dè Giorgi, Rocca Susella, Rovescala, Ruino, San Damiano al Colle, San Cipriano Po, Santa Giuletta, Santa Maria

della Versa, Silvano Pietra, Stradella, Torrazza Coste, Torricella Verzate, Verretto, Verrua Po, Voghera, Volpara e Zenevredo. MORTARA Presso gli uffici del Consorzio Agrario, ubicati in Vicolo Marco Polo n. 5, il giorno 15 aprile 2012 alle ore 6.00 in prima convocazione ed il giorno VENERDI’ 20 aprile 2012 alle ore 21.00 in seconda convocazione, per i Soci residenti nei Comuni di: Mortara, Alagna, Albonese, Borgo San Siro, Breme, Candia Lomellina, Cassolnovo, Castello d’Agogna, Castelnovetto, Ceretto Lomellina, Cergnago, Cilavegna, Confienza, Cozzo, Dorno, Ferrera Erbognone, Frascarolo, Galliavola, Gambarana, Gambolò, Garlasco, Gravellona Lomellina, Gropello Cairoli, Langosco, Lomello, Mede, Mezzana Bigli, Nicorvo, Olevano di Lomellina, Ottobiano, Palestro, Parona, Pieve del Cairo, Robbio, Rosasco, San Giorgio di Lomellina, Sannazzaro dè Burgondi, Sartirana Lomellina, Sant’Angelo Lomellina, Scaldasole, Semiana, Suardi, Torre Beretti e Castellaro, Tromello, Valeggio, Valle Lomellina, Velezzo Lomellina, Vigevano, Villa Biscossi e Zeme. VARZI Presso gli uffici del Consorzio Agrario, ubicati in Via O. Maretti n. 9, il giorno 15 aprile 2012 alle ore 6.00 in prima convocazione ed il giorno VENERDI’ 20 aprile 2012 alle ore 10.00 in seconda convocazione, per i Soci residenti nei Comuni di: Varzi, Bagnaria, Brallo di Pregola, Cecima, Menconico, Ponte Nizza, Romagnese, Santa Margherita di Staffora, Val di Nizza, Valverde e Zavattarello. Ogni Socio ha diritto ad un solo voto qualunque sia il numero delle azioni sottoscritte e potrà rappresentare, per delega scritta, fino ad un massimo di 2 soci. Si comunica che il modello di delega in bianco sarà messo a disposizione dalle agenzie del Consorzio Agrario e dagli uffici delle Organizzazioni Professionale Agricole. Ogni socio può comunque presentarsi all’Assemblea Separata munito di atto di delega, a norma di legge, con allegato un documento di identità in corso di validità del socio delegante.

L’ASSEMBLEA STRAORDINARIA DEL CONSORZIO AGRARIO DI PAVIA Soc. Coop. in conformità al verbale del Consiglio di Amministrazione del 28 marzo 2012 ed ai sensi degli artt. 21, 22 e 23 dello Statuto è convocata presso la Sede di Pavia, Strada Bellingera n. 451 il 28 aprile 2012 alle ore 6.00 in prima convocazione ed il giorno DOMENICA 29 aprile 2012 alle ore 9.00 in seconda convocazione per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO 1. Adeguamento dello Statuto ai sensi della Legge 12 luglio 2011, n. 106 e precisamente introduzione di due nuovi articoli: Articolo 3-bis (Sezioni di attività), Articolo 10-bis (Adesione alla sezione di attività), Articolo 27 comma 5 (Compiti del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Esecutivo). 2. Modifica articolo 22 commi 7 e 8 (Assemblee separate). 3. Conseguenti e dipendenti.

L’ASSEMBLEA ORDINARIA DEL CONSORZIO AGRARIO DI PAVIA Soc. Coop.

in conformità al verbale del Consiglio di Amministrazione del 28 marzo 2012 ed ai sensi degli artt. 21, 22 e 23 dello Statuto è convocata presso la Sede di Pavia, Strada Bellingera n. 451 il 28 aprile 2012 alle ore 6.00 in prima convocazione ed il giorno DOMENICA 29 aprile 2012 alle ore 10.00 in seconda convocazione per discutere e deliberare sul seguente ORDINE DEL GIORNO 1. Approvazione del Bilancio di esercizio 2011 e relativi allegati, delibere conseguenti. 2. Nomina del Consiglio di Amministrazione, delibere conseguenti. 3. Nomina del Collegio Sindacale e del relativo Presidente; delibere conseguenti. 4. Approvazione dei regolamenti per lo svolgimento dell’assemblea ordinaria e straordinaria, delle assemblee separate e per l’elezione delle cariche sociali; delibere conseguenti.


Contenimento fauna selvatica

danni Dopo l’azione pressante della nostra organizzazione a tutela delle colture agricole e delle infrastrutture irrigue, l’Amministrazione Provinciale di Pavia, con due successive deliberazioni, ha autorizzato forme di contenimento della fauna selvatica (art. 4 l. r. 26/93 e successive modifiche) da attuarsi con modalità e criteri innovativi. Le azioni di contenimento saranno rivolte principalmente a nutrie, piccioni, corvidi e cinghiali. Presso gli uffici zona della Coldiretti di Pavia, sono disponibili i moduli previsti per le autorizzazioni nonchÊ le adeguate informazioni in materia per i soci in possesso di regolare licenza venatoria. Tutti gli interessati possono rivolgersi alle rispettive U.O.L. della Coldiretti di Pavia.


Misura 214“Pagamenti

Agroambientali”

Aperti i termini di presentazione domande scadenza 15 maggio 2012 La misura 214 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 finanzia impegni pluriennali volontari e aggiuntivi a quelli previsti dalla condizionalità, per una gestione dell’azienda agricola rispettosa dell’ambiente Che cosa viene finanziato? Vengono finanziati impegni agroambientali pluriennali che i richiedenti si assumono volontariamente. Questi impegni si aggiungono a quelli previsti dalla “condizionalità” e dai “requisiti minimi in materia di fertilizzazione e protezione delle colture” indicati dalla normativa comunitaria. Il finanziamento consiste in un “premio” annuo che serve a ripagare il richiedente per i minori redditi e/o i maggiori costi che gli derivano dal rispetto degli impegni agroambientali.

Quali azioni possono essere intraprese? Le azioni che possono essere intraprese sono le seguenti: Azione A - “Fertilizzazione bilanciata e avvicendamento” Azione B - “Produzioni agricole integrate” Azione C - “Produzioni vegetali estensive” Azione E - “Produzioni agricole biologiche” Azione F - “Mantenimento di strutture vegetali lineari e fasce tampone boscate” (possibili NUOVE DOMANDE iniziali) Azione H - “Salvaguardia delle risorse genetiche”

S.S. S.S. S.S. per per per Genova Genova Genova 35/A 35/A 35/A - Tortona - -Tortona Tortona (AL) (AL) (AL) Tel. Tel. Tel. 0131.861970 0131.861970 0131.861970 - 863585 - -863585 863585 - Fax - -Fax Fax 0131.863586 0131.863586 0131.863586 info@gruppoprato.com info@gruppoprato.com info@gruppoprato.com - www.gruppoprato.com - -www.gruppoprato.com www.gruppoprato.com CONCESSIONARIO CONCESSIONARIO CONCESSIONARIO INTERREGIONALE INTERREGIONALE INTERREGIONALE PIEMONTE: PIEMONTE: PIEMONTE: ALESSANDRIA ALESSANDRIA ALESSANDRIA EDED ASTI, ED ASTI, ASTI, LOMBARDIA: LOMBARDIA: LOMBARDIA: PAVIA PAVIA PAVIA E TUTTA E TUTTA E TUTTA LALALIGURIA LALIGURIA LIGURIA

LaLa Kubota La Kubota Kubota haha comperato hacomperato comperato la Kvernekand la la Kvernekand Kvernekand group group group leader leader leader internazionale internazionale internazionale nell'aratura, nell'aratura, nell'aratura, preparazione preparazione preparazione deldel terreno, del terreno, terreno, macchine macchine macchine dada semina da semina semina e diserbo, e diserbo, e diserbo, macchine macchine macchine perper la per concimazione, la la concimazione, concimazione, diserbo diserbo diserbo e irrorazione, e irrorazione, e irrorazione, macchine macchine macchine dada fienagione dafienagione fienagione dada raccolta da raccolta raccolta - pressatura - pressatura - pressatura leader leader leader nelle nelle nelle macchine macchine macchine dada fienagione dafienagione fienagione e fasciatura e fasciatura e fasciatura carri carri carri autocaricanti autocaricanti autocaricanti e da e da etrasporto da trasporto trasporto

Prezzi Prezzi Prezzi eccezionali, eccezionali, eccezionali, qualità qualità qualità eccellente, eccellente, eccellente, senza senza senza confronti, confronti, confronti, garanzia garanzia garanzia oltre oltre oltre ogni ogni ogni limite limite limite sinora sinora sinora proposto proposto proposto


Azione G – “Miglioramento ambientale del territorio rurale” (possibili NUOVE DOMANDE iniziali) Azione I - “Conservazione della biodiversità nelle risaie” (possibili NUOVE DOMANDE iniziali) Azione L – “Conservazione della biodiversità delle praterie ad alto valore naturalistico” Azione M – “Introduzione di tecniche di agricoltura conservativa” (possibili NUOVE DOMANDE iniziali) Per l’anno 2012 è possibile: per le azioni F, G, I e M: presentare sia domanda di aiuto (domanda iniziale) sia domanda di pagamento (domanda di conferma) con o senza ampliamento delle superfici richieste a premio con la domanda 2011; - per le azioni A, B, C, E, e L: presentare solamente la domanda di pagamento (domanda di conferma) senza ampliamenti delle superfici già in corso di impegno; - per l’azione H: presentare solamente la domanda di pagamento (domanda di conferma) con la possibilità di aumentare il numero

di capi richiesti a premio rispetto alla domanda 2011. È consentito aderire ex novo alle azioni F, G, I e M anche da parte di quelle aziende già beneficiarie di altre azioni della misura 214. La domanda 2012 presentata da queste aziende sarà comunque una domanda di pagamento. Nell’anno 2012 le domande di pagamento (domande di conferma anche con ampliamento secondo le regole sopradescritte) e le domande di aiuto (domande iniziali) relative alle sole azioni F e G saranno tutte ammesse a finanziamento. Viceversa le domande di aiuto (domande iniziali) relative alle azioni I e M saranno soggette a selezione in base a punteggi di priorità, qualora la dotazione finanziaria non fosse sufficiente a soddisfare tutte le richieste pervenute.

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Pac 2012 - novità per le aziende agricole

anno 2012

Pac 2012 - novità per le aziende agricole

Pac 2012 ecco tutte le novità per le aziende agricole A seguito delle decisioni adottate con l’health check della PAC del 2009 anche quest’anno entreranno in vigore una serie di novità per la domanda unica 2012, si va dall’aumento della modulazione, al disaccoppiamento che interesserà: l’aiuto specifico per il riso, il pagamento per superficie per la frutta a guscio, il premio per le colture proteiche, l’aiuto per le sementi, l’aiuto alla disidratazione dei foraggi essiccati e l’aiuto alla trasformazione del lino e della canapa. Il settore riso è interessato in modo sostanziale da questi cambiamenti perché verranno eliminati aiuti accoppiati quantificabili in circa 109 milioni di euro a livello nazionale ottenuti sommando l’aiuto specifico e l’aiuto alle sementi. Non si tratta però di un taglio al settore, infatti queste risorse rimangono nella voce dei ricavi delle imprese risicole sotto forma di pagamenti disaccoppiati, quindi senza effetti negativi sul bilancio aziendale. Il disaccoppiamento, tuttavia, modifica i rapporti di redditività tra le varie attività produttive interne all’azienda; dal punto di vista dell’economia aziendale, il disaccoppiamento trasforma il sostegno da un ricavo variabile (associato alla produzione di riso) ad un ricavo fisso dell’azienda e, come tutti i fattori fissi, non condiziona le scelte produttive. A questo punto, venuta meno l’azione di indirizzo della PAC, per il risicoltore divengono fondamentali tre fattori: – andamento del mercato; – vocazionalità territoriale; – efficienza tecnica ed economica; Soprattutto il mercato sarà il fattore determinante per la vitalità delle imprese risicole, la riorganizzazione della filiera dovrà fornire risposte in merito ad un rapporto più efficente con il mercato, tenendo conto della grande opportunità di differenziazione della produzione italiana. Per dare una risposta a queste esigenze il 16 febbraio 2012 nasce a Roma la “FILIERA ITALIANA RISO SOCIETA’ COOPERATIVA AGRICOLA S. P. A.”, voluta e promossa dai soci Coldiretti. La società, senza finalità lucrative, avrà lo scopo di commercializzare, trasformare e valorizzare i prodotti risicoli, inserire nel mercato le produzioni agricole e alimentari interamente realizzate nel territorio italiano. La società tende inoltre alla promozione della concentrazione dell’offerta quantitativa e qualitativa della produzione, con un contenimento dei costi di produzione e un potere contrattuale più forte dei produttori risicoli rivolti sul mercato. Con una filiera tutta italiana del riso certificata si forniranno inoltre più garanzie ai consumatori che potranno avere la certezza di mangiare un prodotto italiano e un alimento salubre che mantenga le caratteristiche organolettiche originali del prodotto stesso. Novità anche per quanto riguarda l’articolo 68 della PAC e per la condizionalità, con l’introduzione del nuovo impegno delle fasce tampone lungo i corsi d’acqua. Ma vediamo cosa cambia nel dettaglio dei vari adempimenti.

Regime

di pagamento unico: i titoli

Il regime di pagamento unico è stato introdotto per garantire la continuità della Politica Agricola Comune, nonché per salvaguardare la stabilità del reddito agli agricoltori, indipendentemente dal tipo di produzione realizzata e, più in generale, per migliorare la competitività e la sostenibilità dell’agricoltura europea.

Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR


Pac 2012 - novità per le aziende agricole

Il sostegno nell’ambito del regime di pagamento unico viene erogato sulla base del possesso, da parte dell’agricoltore, dei titoli all’aiuto. Tali titoli sono correlati agli ettari di superficie agricola dichiarati dall’agricoltore stesso. Il caso più comune è che ad ogni titolo all’aiuto corrisponda un ettaro di superficie ammissibile; tuttavia il titolo a volte si può riferire ad una superficie di dimensioni inferiori all’ettaro. Per quanto riguarda il valore dei titoli c’è da evidenziare che questi sono stati inizialmente assegnati in base alla superficie coltivata e ammissibile al premio seminativi e/o del numero di animali detenuto in un triennio, o “periodo di riferimento”, corrispondente agli anni civili 2000, 2001 e 2002. Nel corso degli anni nel regime di pagamento unico sono confluiti altri settori come il tabacco, il latte, lo zucchero, gli oliveti, gli agrumi, pere, pesche e prugne destinate alla trasformazione, generando nuovi titoli o l’aumento degli eventuali titoli già in possesso dell’agricoltore che richiede il sostegno. Ettari ammissibili Per richiedere il pagamento dei titoli è indispensabile poter disporre di terreno abbinabile il giorno 15 maggio 2012, è ammissibile qualsiasi superficie agricola dell’azienda, nonché le superfici investite a bosco ceduo a rotazione rapida, utilizzata per un’attività agricola. Sono dunque eleggibili tutte le superfici agricole dell’azienda: seminativi, incluse le ortive e le patate; pascoli permanenti; colture permanenti, ovvero i frutteti, frutta a guscio, oliveti, vigneti, agrumeti, i vivai e i boschi cedui a rotazione rapida (pioppi) con turno di taglio pari o inferiore ad 8 anni. Domande La Domanda Unica è la fase dichiarativa necessaria per ottenere il pagamento dei titoli all’aiuto, l’agricoltore deve presentare la domanda all’Organismo pagatore di competenza, avvalendosi anche di un Centro di Assistenza Agricola, entro il 15 maggio di ogni anno. I CAA Coldiretti sono a disposizione per l’assistenza necessaria. Modalità di pagamento I pagamenti sono effettuati tra il 1 dicembre e il 30 giugno dell’anno successivo alla presentazione della domanda, anche per il 2012 la Regione Lombardia ha deliberato un finanziamento sotto forma di anticipo da erogare a luglio pari al 50% del valore dei titoli. Modulazione La modulazione consiste in una riduzione dei pagamenti diretti allo scopo di rafforzare gli stanziamenti della politica di sviluppo rurale, tale riduzione si applica alle aziende che percepiscono più di 5.000 euro/anno di pagamenti diretti. Per il 2012, la trattenuta per la modulazione è pari al 10% degli importi eccedenti i 5.000 euro, con un ulteriore 4% per gli importi superiori a 300.000 euro. Riserva nazionale La riserva nazionale è uno strumento costituito per l’attribuzione di nuovi titoli in aiuto agli agricoltori che ricadono in particolari fattispecie. I casi più frequenti sono: agricoltori che iniziano l’attività agricola e agricoltori che hanno terminato l’impegno sottoscritto con le domande di forestazione di cui al regolamento 2080/92 e misura H PSR 2000-2006 (per esempio il terreno è tornato ad essere un seminativo dopo l’abbattimento di un pioppeto). Utilizzo e trasferimento dei titoli I titoli sono diritti soggettivi che si possono trasferire nelle forme consentite, è importante sottolineare due aspetti: 1) Ogni titolo deve essere obbligatoriamente utilizzato almeno una volta ogni 2 anni, in caso contrario viene ritirato dall’AGEA; 2) La proprietà del titolo è disgiunta dalla terra che lo ha generato, i titoli possono essere utilizzati su qualsiasi superficie agricola indipendentemente da quella che li ha generati;

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Pac 2012 - novità per le aziende agricole

anno 2012

Pac 2012 - novità per le aziende agricole

Le forme di trasferimento: • Successione effettiva o anticipata; • Affitto: è ammesso solo contestualmente all’affitto di un numero di ettari ammissibili almeno equivalente alla superficie dei titoli; • Per compravendita, con o senza terra; Condizionalità L’agricoltore beneficia dei pagamenti diretti a condizione che mantenga le proprie terre in buone condizioni agronomiche e che rispetti le norme in materia di sanità pubblica, di salute delle piante e degli animali, di ambiente e di benessere degli animali. Qualora l’azienda non ottemperi a tali norme, i pagamenti diretti sono soggetti alle riduzioni ed esclusioni previste dalla normativa comunitaria e nazionale. Dal 2012, entra in vigore lo standard 5.2 – introduzione di fasce tampone lungo i corsi d’acqua, che prevede una fascia di rispetto pari a 3 o 5 metri, salvo deroghe e specifiche regionali diverse.

Misure

di sostegno specifico

Per alcuni settori, anche per il 2012, vengono confermati sostegni specifici: Vacche nutrici I detentori di vacche nutrici iscritte ai libri genealogici ed ai registri anagrafici possono richiedere il sostegno specifico per i vitelli nati da vacche nutrici delle razze da carne ed a duplice attitudine. L’importo massimo unitario del pagamento supplementare per i capi di cui al comma 1 dell’articolo 3 del D.M. del 29 luglio 2009 è fissato pari a: • 150 euro per ciascun vitello nato da vacche nutrici pluripare; • 200 euro per ogni vitello nato da vacche nutrici primipare; • 60 euro per ciascun vitello nato da vacche nutrici a duplice attitudine; Macellazione I detentori di capi bovini (maschi e femmine) macellati possono richiedere il sostegno specifico a condizione che i capi bovini: a) siano allevati in conformità ad un disciplinare di etichettatura facoltativa approvato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali ai sensi del regolamento (CE) n.1760/2000 e a condizione che il disciplinare rechi almeno le indicazioni di cui alle lettere b) e c) dell’articolo 12 del D.M.30 agosto 2000 relativamente a tecniche di allevamento o metodo di ingrasso, alimentazione degli animali nonché a razza o tipo genetico; ovvero, b) siano certificati ai sensi del regolamento (CE) n.510/2006 o in conformità a sistemi di qualità riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali e ritenuti eleggibili ai fini dell’applicazione del presente paragrafo con decreto del Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali da emanarsi entro il 31 gennaio dell’anno pertinente. In particolare i bovini allevati nel rispetto delle prescrizioni sopra descritte devono rispettare i seguenti requisiti: • siano di età superiore a 12 mesi ed inferiore a 24 mesi al momento della macellazione; • siano macellati entro 30 giorni dalla data di uscita dall’azienda del richiedente; • siano allevati presso le aziende dei richiedenti per un periodo non inferiore a 7 mesi prima della macellazione (data di ingresso + 7 mesi consecutivi); Gli importi massimi unitari sono fissati a • 50 euro per i capi di cui alla lettera a); • 90 euro per i capi di cui alla lettera b);

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Miglioramento della qualità delle carni ovi-caprine Il sostegno specifico per il miglioramento della qualità delle carni ovi-caprine può essere richiesto dagli agricoltori che allevano animali appartenenti alle suddette specie e che rispettano almeno una delle seguenti condizioni di ammissibilità: a) acquistano direttamente da allevamenti iscritti al libro genealogico o al registro anagrafico, montoni di genotipo ARR/ARR ovvero ARR/ARQ, iscritti al libro genealogico o al registro anagrafico; b) detengono montoni in azienda per almeno 7 mesi, di età inferiore o uguale a 5 anni, iscritti al libro genealogico o al registro anagrafico, di genotipo ARR/ARR ovvero ARR/ARQ; c) macellano capi ovi-caprini certificati ai sensi del regolamento (CE) n.510/2006, ovvero certificati ai sensi di sistemi di qualità riconosciuti; d) allevano capi ovi-caprini nel rispetto di un carico di bestiame pari o inferiore a 1 UBA per ettaro di superficie foraggera; Gli importi massimi unitari dei pagamenti annuali supplementari sono fissati a: • 300 euro per i capi di cui alla lettera a); • 70 euro per i capi di cui alla lettera b); • 15 euro per i capi di cui alla lettera c); • 10 euro per i capi di cui alla lettera d); Miglioramento della qualità dell’olio di oliva Il sostegno specifico relativo alla qualità dell’olio d’oliva può essere richiesto dagli agricoltori che coltivano olivo per la produzione di olio e sono iscritte al sistema dei controlli per il rispetto di un disciplinare di produzione ai sensi del Reg. CE 510/2006 e/o che certificano prodotto biologico ai sensi del Reg. CE 834/2007 relativo all’agricoltura biologica. Miglioramento della qualità del latte Il sostegno specifico relativo alla qualità del latte può essere richiesto dagli agricoltori che: • producono latte crudo di vacca; • sono titolari di quota alla data del 1 aprile dell’anno della domanda; Il periodo di riferimento annuale per valutare la produzione ammissibile al sostegno va dal 1 gennaio al 31 dicembre dell’anno di presentazione della domanda. Il quantitativo complessivo di latte ammissibile al sostegno specifico è quello relativo alla sommatoria delle produzioni mensili nei limiti della quota disponibile al 31 marzo dell’anno di presentazione della domanda. L’importo massimo unitario del sostegno è fissato in 15 euro per tonnellata di latte. I pagamenti relativi al sostegno specifico per il miglioramento della qualità del latte sono concessi per i quantitativi di latte consegnati che rispettano almeno 2 dei parametri qualitativi ed igienico sanitari sotto indicati: • tenore di cellule somatiche (per ml) inferiore a 300.000; • tenore di germi a 30° (per ml) ovvero carica batterica totale (CBT) inferiore a 40.000; • tenore di materia proteica (proteine totali) non inferiore a 3,35%; Miglioramento della qualità del tabacco Il sostegno specifico relativo alla qualità del tabacco può essere richiesto dagli agricoltori che sulla base di un contratto di coltivazione consegnano ad un’impresa di prima trasformazione tabacco dei gruppi varietali 01, 02, 03 e 04. Miglioramento della qualità dello zucchero Il sostegno specifico relativo alla qualità dello zucchero può essere richiesto dagli agricoltori che coltivano barbabietola da zucchero secondo le ordinarie pratiche agronomiche ed utilizzano sementi certificate, confettate e caratterizzate per l’areale e le condizioni di coltivazione nelle quali vengono impiegate. Le varietà ammissibili in commercio per la campagna 2012 sono quelle allegate alla circolare AGEA ACIU.2011.693 del 06/12/2011. Il richiedente dovrà allegare alla domanda copia dei cartellini varietali o, in alternativa, copia della fattura di acquisto delle unità di seme utilizzate, il quantitativo di semente da utilizzare non dovrà essere inferiore a 1,2 unità di seme confettato per ettaro (equivalente a 120.000 semi). L’importo massimo unitario del sostegno specifico è fissato a 400 euro/ettaro per l’anno 2012.

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Contributo per l’assicurazione del raccolto, degli animali e delle piante Il contributo per il pagamento dei premi di assicurazione può essere richiesto dagli agricoltori che stipulano polizze assicurative o aderiscono a polizze assicurative collettive per la copertura dei rischi di perdite economiche causate da: • avversità atmosferiche sui raccolti; • epizoozie negli allevamenti zootecnici; • malattie delle piante e da infestazioni parassitarie sulle produzioni vegetali, che producono perdite superiori al 30% della produzione media annua; Le perdite inferiori al 30% possono essere assicurate con polizze ordinarie, senza beneficiare di alcuna agevolazione pubblica, restando la spesa del premio a totale carico dell’impresa agricola. Le avversità atmosferiche, le epizoozie, le malattie delle piante e le infestazioni parassitarie assicurabili con polizze agevolate, sono stabilite con il Piano assicurativo agricolo nazionale, ai sensi dell’art.4 del decreto legislativo 29 marzo 2004, n.102, così come modificato dal decreto legislativo 18 aprile 2008, n.82. Il contributo previsto a favore di ogni singolo agricoltore è pari ad un massimo di 65% della spesa per il pagamento dei premi di assicurazione che deve essere contenuta nel limite dei parametri contributivi stabiliti con il Piano assicurativo annuale, ai sensi dell’art.4, comma 4, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n.102, così come modificato dal decreto legislativo 18 aprile 2008, n.82.

Le

fasi del disaccoppiamento

2012

Come stabilito nell’allegato XI del Reg. (CE) n. 73/2009, a partire dal 2012 vengono integrati nel regime di pagamento unico i seguenti regimi di aiuto: • Riso • Frutta a guscio • Colture proteiche • Foraggi essiccati • Lino e canapa • Sementi certificate Ne consegue che dal 2012 i produttori non riceveranno più gli aiuti accoppiati per queste coltivazioni, gli importi che si rendono disponibili saranno erogati sotto forma di pagamenti disaccoppiati attraverso un aumento del valore dei titoli per gli agricoltori interessati. I beneficiari di questo aumento sono i produttori che hanno incassato l’aiuto specifico per uno di questi settori per almeno un anno nel periodo di riferimento 2005-2008. L’importo da disaccoppiare per ogni agricoltore viene calcolato sulla base dell’importo che fino al 2011 veniva pagato per queste colture (es. riso 453 euro/ha), per la media degli ettari a premio nel periodo di riferimento 2005-2008 (4 annualità). Nel quadriennio di riferimento, non si possono invocare le circostanze eccezionali, al contrario di quanto era avvenuto nelle precedenti procedure di disaccoppiamento (seminativi, ecc.). L’unica possibilità di avere una media diversa sui quattro anni è concessa ai nuovi agricoltori, che hanno iniziato l’attività agricola negli anni dal 2005 al 2008; in tal caso, la media si basa sugli anni in cui hanno svolto l’attività agricola. Il calcolo dei titoli prevede due casi: – agricoltore che ha titoli in portafoglio: l’importo da disaccoppiare verrà sommato ai titoli in portafoglio di ogni singolo agricoltore; in altre parole, aumenta il valore dei titoli già in possesso dell’agricoltore, ma non il numero dei titoli; – agricoltore che non ha titoli in portafoglio: vengono assegnati nuovi titoli pari al numero degli ettari dichiarati al 15 maggio 2012. Per ottenere l’assegnazione dei valori da disaccoppiamento, il beneficiario dev’essere un agricoltore con una dimensione minima dell’azienda di 0,3 ha.

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Il processo di attribuzione agli agricoltori degli importi avviene attraverso una serie di fasi procedurali: 1) ricognizione dei beneficiari; 2) determinazione dei titoli provvisori (viene effettuata da AGEA automaticamente); 3) fissazione provvisoria dei titoli; 4) assegnazione dei titoli definitivi (viene effettuata da AGEA automaticamente);

La

ricognizione

La ricognizione è una fase molto importante che consente di segnalare all’amministrazione tutti i casi in cui bisogna variare i dati storici facendoli confluire nella posizione amministrativa attuale. In sostanza la ricognizione serve per individuare i beneficiari e far confluire gli importi derivanti dal disaccoppiamento. Gli agricoltori hanno due possibilità: 1) confermare i dati se non ricadono nelle fattispecie sottoelencate; 2) segnalare attraverso il CAA i casi particolari; Le casistiche da segnalare: a) se l’attività è iniziata durante il periodo 2005-2008: l’importo da assegnare è normalmente pari alla media quadriennale degli importi percepiti per i comparti sopra indicati negli anni 2005-2006-2007-2008, è tuttavia possibile escludere uno o più anni dalla media nei casi in cui si sia iniziata l’attività durante il periodo di riferimento; b) Le variazioni per successione effettiva o anticipata (per esempio il padre che ha cessato l’attività e vuole passare i valori del disaccoppiamento al figlio); c) i trasferimenti di aziende o di parti di aziende per fusione o scissione (es. una società si è trasformata in ditta individuale o viceversa); d) Le aziende che hanno preso in affitto titoli da agricoltori storici che nel periodo di riferimento hanno percepito aiuti per uno o più settori oggetto di disaccoppiamento 2012 possono, con il consenso del proprietario, integrare il contratto d’affitto facendo confluire sui titoli affittati i valori da disaccoppiamento; e) Le aziende che hanno acquistato terra + titoli da agricoltori storici, possono, con il consenso del venditore, integrare l’atto di vendita facendo confluire sui titoli trasferiti i valori da disaccoppiamento. Gli agricoltori che hanno cessato l’attività possono inoltre chiedere l’attribuzione di nuovi titoli in base agli aiuti specifici erogati nel periodo 2005-2008 a condizione di riaprire l’attività e di disporre di almeno 0,30 ettari di superficie. Invitiamo gli interessati a rivolgersi al più presto, e comunque entro il 30 aprile 2012, ai nostri uffici per verificare la loro posizione e predisporre la documentazione per registrare le eventuali modifiche.

La

fissazione dei titoli

I titoli provvisori dovranno essere “fissati”, prima di essere utilizzati. Per questo scopo l’agricoltore dovrà presentare entro il 15 maggio 2012 una domanda di fissazione dei titoli, congiuntamente alla Domanda Unica. I titoli fissati il 15 maggio 2012 sono provvisori; infatti l’importo di riferimento e il loro valore potrà ridursi per rientrare nel massimale di spesa nazionale. I titoli definitivi saranno calcolati da Agea soltanto dopo la presentazione e la verifica di tutte le domande di fissazione che perverranno agli organismi pagatori entro il 15 maggio 2012. Dopo tali calcoli, gli agricoltori riceveranno, entro il 1 aprile 2013, un’ultima comunicazione di Agea con i titoli definitivi.

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Imprese agricole e credito

Moratoria: interventi a misura d’impresa Valido per tutto il 2012, il nuovo accordo non prevede la modifica del tasso di interesse iniziale, né l’addebito di spese ed oneri aggiuntivi Moratoria atto terzo; per effetto, infatti, della recente sottoscrizione del nuovo accordo tra Governo, ABI (Associazione Bancaria Italiana) ed Organizzazioni di Categoria (compresa la Coldiretti), sono state introdotte specifiche misure in materia di credito alle imprese (incluse, naturalmente, quelle agricole). Obiettivo dichiarato ed auspicato è quello, in una situazione come quella attuale in cui continuano a registrarsi forti tensioni e criticità in ambito finanziario, di rilanciare ed invertire la tendenza del ciclo economico fornendo un set di strumenti che permettano di ottenere un reale supporto. Una possibile “boccata di ossigeno” per le realtà aziendali che presentano una situazione di indebitamento nei confronti del sistema bancario, per riuscire a recuperare, almeno in parte, la liquidità necessaria per gestire l’ordinario processo produttivo. Un’opportunità da valutare caso per caso, con estrema attenzione, nella consapevolezza che le misure introdotte, da sole, non potranno consentire di risolvere la problematica della “stretta creditizia”, ma potrebbero permettere di usufruire di un significativo sollievo. In merito i punti qualificanti dell’intesa riguardano la sospensione, per un massimo di 12 mesi, del pagamento della quota capitale delle rate relative ai finanziamenti in essere a medio e lungo termine (oltre che dei canoni di leasing immobiliare e di sei mesi per quello mobiliare), l’allungamento della durata dei mutui e, fino ad un massimo di 120 giorni, dei prestiti di conduzione concessi alle imprese agricole (ovvero delle scadenze del credito agrario a breve termine, perfezionato con o senza cambiali). Possono usufruire della sospensiva solo le posizioni già in essere alla data del 28 febbraio 2012 e che, in passato, non abbiano beneficiato di simili interventi. Al momento della domanda (da presentare alla banca finanziatrice), inoltre, le rate devono risultare “in bonis”, ovvero non possono accedere le imprese che eventualmente presentano sofferenze, incagli o po-

sizioni scadute/sconfinanti da più di 90 giorni. La scadenza per aderire è stata fissata al 31 dicembre 2012 e le modalità, in linea generale, prevedono la necessità di presentare una specifica richiesta alla banca interessata (sempre che quest’ultima abbia deciso di aderire all’accordo), la quale potrà anche non esprimere un effettivo parere, essendo ammesso il principio del silenzio assenso (il rifiuto, viceversa, deve essere necessariamente comunicato entro il termine massimo di 30 giorni lavorativi dalla presentazione della domanda). Importante è prevedere che in presenza di interventi di sospensione del pagamento della quota capitale delle rate ed allungamento delle tempistiche di rimborso, non possano essere addebitate all’impresa richiedente spese ed oneri aggiuntivi, né modificato il tasso di interesse applicato al contratto originario. Per maggiori informazioni, per effettuare un’analisi in merito all’opportunità di aderire alle suddette misure e valutarne l’effettivo impatto sull’assetto aziendale, è possibile contattare la segreteria provinciale di CreditAgri Italia presso Coldiretti Pavia. Responsabile della segreteria provinciale di Creditagritalia: Dr. Pietro Angelo Migliavacca

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Micro-credito

a favore delle donne

Un progetto di Coldiretti finanzia fino a 30.000 euro idee e progetti presentati dalle donne, a prescindere dal ruolo o dalla funzione ricoperta all’interno dell’azienda Il problema dell’accesso al credito è avvertito non solo dai titolari dell’impresa agricola, ma anche da quel vasto mondo di figure professionali raggruppato nella più vasta categoria dei cosiddetti “occupati in agricoltura”. Per questo, per finanziare un progetto, la valutazione di base dello stato e delle prospettive delle imprese agricole in termini di progettualità e di investimenti per il futuro, deve essere sempre accompagnata da una valutazione reale delle potenzialità e delle problematiche che riguardano tutti i lavoratori occupati in agricoltura. Nasce sicuramente anche da questi presupposti, oltre che dalla considerazione del ruolo fondamentale svolto dalle donne nell’agricoltura italiana, il “Progetto Donne” voluto fortemente da Coldiretti Donne Impresa e messo in campo con la collaborazione di CreditAgri Italia, che si caratterizza per l’idea del micro credito destinato alle donne e finalizzato all’esercizio dell’attività. L’importo massimo finanziabile con questa iniziativa raggiunge i 30.000 euro, partendo da una base minima di 10.000. Il finanziamento può riguardare anche investimenti per ristrutturazione dei locali, impianti, macchinari ed attrezzature, arredi e mezzi di trasporto, oltre che per sistemi informatici integrati per l’automazione, comunicazione e impianti automatizzati. Uniche eccezioni: non potranno essere concessi finanziamenti per l’acquisto di immobili, di beni usati o spese non fatturate. Questi finanziamenti potranno essere rimborsati con rate trimestrali, semestrali o annuali posticipate, con un plafond dedicato e con tassi riservati in convenzione; hanno una durata compresa tra un minimo di 36 mesi ed un massimo di 60 mesi, oltre al periodo di 6 mesi di preammortamento, durante il quale si restituirà

solo la quota di interessi e non la parte di capitale. In Italia si contano circa 250mila aziende “in rosa” che rappresentano quasi un terzo del totale delle aziende in attività iscritte al registro delle Camere di Commercio. Altra caratteristica legata alla presenza femminile in azienda riguarda l’apporto creativo ed innovativo delle donne, che consente di estendere e di moltiplicare le attività aziendali seguendo il principio della multifunzionalità. E’ così che le aziende femminili offrono realtà differenti fra loro, comprendenti le fattorie didattiche e le fattorie sociali, gli agriasilo, le attività legate all’agriturismo e al benessere. Importante è anche lo sforzo per la diffusione della filiera agricola corta, che punta ad avvicinare il produttore al consumatore, diminuendo al minimo i passaggi intermedi. La leva del micro-credito può rappresentare quindi un’interessante iniezione di liquidità per portare avanti i tanti micro progetti che messi insieme rappresentano un tessuto produttivo molto importante per una moderna agricoltura multifunzionale. Per maggiori informazioni, rivolgersi presso la sede provinciale al coordinamento di Coldiretti Donne Impresa e CreditAgritalia.


Terranostra parte

il progetto Agriturismi

di Campagna Amica

Tutto il bello di un agriturismo più tutto il buono dei prodotti Campagna Amica Fin dalla nascita del progetto di Coldiretti nella costituzione di una Filiera agricola tutta italiana le aziende agrituristiche con spaccio aziendale hanno sostenuto la rete di Campagna Amica. Ad oggi con il tesseramento Terranostra 2012 anche quelli che offrono solo servizi di pernottamento, prima colazione, con o senza somministrazione pasti, degustazione, possono avere una maggior qualifica e connotazione nell’ambito di Campagna Amica e continuare a godere del supporto tecnico sindacale che da sempre Terranostra offre ai propri associati. Infatti, gli agriturismi di Terranostra dal 2012 saranno riconosciuti come Agriturismi di Campagna Amica: tutto il bello di un agriturismo più tutto il buono dei prodotti Campagna Amica. Un unico marchio che caratterizza l’appartenenza ad una filiera agricola tutta italiana al 100%. Cos’altro si poteva aggiungere al decalogo dell’accoglienza se non i prodotti a km 0, alimenti gustosi, stagionali, italiani da proporre nei menù? Prodotti provenienti da altre aziende agricole, in rete per condividere e sostenere un progetto di filiera reale che coinvolga i cittadini in un cammino comune verso quella straordinaria Italia del buon senso di valori e sapori veri. Alle aziende che offrono ristorazione o prime colazioni verrà richiesto di accettare il disciplinare e acquistare dalla rete di Campagna Amica i prodotti che necessitano per arrivare al 70%

della loro offerta. La rete sarà composta dalle fattorie di Campagna Amica, i fornitori della rete, gli agricoltori accreditati che partecipano ai mercati. I tesseramenti 2012 sono già aperti, i soci interessati sanno che Terranostra mette a disposizione una serie di opportunità: il portale nazionale - www.terranostra.it -, il portale regionale - www.lombardia.terranostra.it -, la guida cartacea provinciale che viene distribuita a fiere e saloni (Agri & Tour, Fiera Agricola, Fiera Cavalli … ), l’accordo stipulato tra CreditAgri Italia –Gruppo Banco Popolare per POS e Bancomat a costi agevolati, la collaborazione fra Terranostra e Alpitour per la vendita di pacchetti, la convenzione per il sito - www.agriturismo.it - che dà sconti fino al 30%, un ‘accordo CreditAgri Italia – Gruppo Cariparma/Friuladria per la ristrutturazione, l’accordo Terranostra – Agritel s.r.l. sulle tariffe telefoniche, e tariffe convenienti tramite la convenzione Terranostra – SIAE. La segreteria ha sede a Pavia in viale Brambilla 34. Il disciplinare e il nuovo progetto verrà presentato nella prossima assemblea di Terranostra prevista per l’8 maggio 2012 presso la sede dell’amministrazione provinciale a Codevilla.


Agriturismo: novità con il nuovo regolamento

Nel mese di dicembre la Regione Lombardia ha approvato le modifiche e le integrazioni al regolamento n. 4/2008 che disciplina l’attività agrituristica L’attività agrituristica cresce positivamente di anno in anno e sempre con maggior interesse nuove Imprese Agricole si avviano su questa strada. Infatti, il settore ha segnato un’ulteriore crescita del 7% rispetto al 2010 portando le aziende agrituristiche lombarde ad essere 1327, una bella strada se confrontiamo le 300 strutture attive nel 1995. La peculiarità di tanto successo e tanto interesse da parte dei consumatori sono legate alla connessione imprescindibile tra azienda agrituristica e attività agricola. Nel panorama lombardo la provincia di Pavia pesa circa il 16%, vale a dire 211 agriturismi a poca distanza dalla città metropolitana per eccellenza e che fanno riscoprire il territorio la coline dell’Oltrepò pavese e le Aree a Parco, quali ad esempio il Parco del Ticino. Cerchiamo di conoscere in sintesi alcune delle novità del nuovo testo. Attività di agrinido e agriasilo, è stata introdotta l’organizzazione di tale attività anche in convenzione con comuni, istituzioni

scolastiche, associazioni di promozione sociale, organizzazioni religiose. Campi estivi eventualmente residenziali, anche in convenzione con comuni, istituzioni scolastiche, associazioni di promozione sociale, organizzazioni religiose. Attività finalizzate all’intrattenimento e all’aggregazione di persone della terza età anche in convenzione con comuni, associazioni di promozione sociale, organizzazioni religiose. Fattoria sociale, che concerne l’organizzazione di attività mirate a fini formativi e riabilitativi, favorendo il benessere e il reinserimento sociale di persone svantaggiate attraverso mansioni specifiche a contatto con l’ambiente rurale. Fattoria del benessere, organizzazione di attività mirate alla cura e al benessere psico-fisico delle persone, utilizzando prodotti di propria produzione e spazi aziendali, così come specificato in apposite linee guida regionali. Per ulteriori approfondimenti vi invitiamo a visitare il sito www.pavia.coldiretti.it.

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Accesso agevolato

alla residenza per anziani di Casei Gerola

Una importante iniziativa della associazione pensionati L’Associazione Pensionati per sviluppare e concretizzare la propria iniziativa sindacale a favore degli associati si è prefissata tra i vari obiettivi anche quello di “affrontare le problematiche che riguardano la sanità e l’assistenza socio-sanitaria e di promuovere servizi anche attraverso la stipula di specifiche convenzioni con strutture pubbliche e private”. La volontà di impegnarsi ed occuparsi direttamente della assistenza agli anziani, è conseguente alle preoccupazioni manifestate dalle famiglie che hanno necessità di inserire un proprio congiunto, anche temporaneamente, nelle strutture socio-assistenziali. Le difficoltà di trovare un posto in casa di riposo a causa delle lunghe liste d’ingresso e, conseguentemente, degli eccessivi tempi d’attesa rappresentano, a volte, per le stesse famiglie un vero e proprio ostacolo difficile da affrontare e superare. Per cercare di dare una risposta concreta a questo problema, l’Associazione ha sottoscritto un importante accordo con la Residenza Sanitaria Assistenziale per Anziani (RSA) San Fortunato di Casei Gerola, facente parte del gruppo ICOS (www.gruppoicos.it); in base a tale accordo i nostri Associati potrebbero avvalersi di modalità di accesso vantaggiose e, ove possibile, relativamente rapide. Vediamo nel dettaglio quali sono le modalità d’accesso: - L’Associazione pensionati riceve dagli associati e/o dalle loro famiglie la richiesta di inserimento e la trasferisce alla RSA San Fortunato di Casei Gerola; - La RSA si impegna a soddisfare secondo disponibilità e a seguito di parere medico favorevole, la richiesta di inserimento e/o di assistenza avanzata dalla associazione nel più breve tempo possibile. Proprio per la novità che rappresenta questo accordo e per dare una informativa completa, diamo alcune informazioni su come è strutturata ed organizzata la RSA San Fortunato.

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La RSA San Fortunato è stata progettata per rispondere in maniera globale alle finalità di cura geriatrica e di accoglienza di persone anziane con età superiore a 65 anni che presentino una delle seguenti situazioni di bisogno (o una combinazione di esse): • deficit più o meno gravi nell’autonomia personale; • presenza concomitante di due o più malattie; • patologie degenerative cerebrali (demenze senili, Alzheimer, etc.); • necessità di un ricovero temporaneo per il sollievo familiare o per la convalescenza successiva ad interventi chirurgici. La RSA, fornisce, in maniera continuativa, assistenza, cure sanitarie, cicli di fisioterapia e attività di animazione atte a mantenere e/o a rafforzare le capacità funzionali, motorie, cognitive e relazionali necessarie alla vita quotidiana, favorendo al massimo la continuità dei rapporti affettivi con la famiglia di provenienza. I nuclei abitativi sono dotati di un locale per il bagno assistito, di una sala da pranzo e di una saletta per colloqui. Le camere sono a due o a tre posti letto, e sono dotate di particolari per il comfort e sicurezza quali: letti sanitari con materassi antidecubito e ignifughi; attacco per gas medicale; dispositivo di chiamata per il personale al letto. L’edificio è situato nel centro del paese ed è stato realizzato recuperando un’area artistica esistente che per i residenti ha un gran valore affettivo: il palazzo Meardi risalente al 1700.

EPACA


Accanto alla parte storica è stata costruita una nuova struttura di 4 piani che contiene i servizi (cucine, la palestra e l’ambulatorio medico) sia i nuclei abitativi. All’interno dell’edificio della RSA San Fortunato vi sono anche sette alloggi privati (due singoli e cinque doppi), nei quali possono trovare ospitalità persone sole o coppie autosufficienti che desiderano mantenere la propria privacy pur avendo la tranquillità di un ambiente protetto e il beneficio di avvalersi di buona parte dei servizi alberghieri e socio assistenziali della RSA. Il sistema di tariffe della RSA San Fortunato prevede una retta più alta per i ricoveri temporanei rispetto a quella prevista per i ricoveri a tempo indeterminato; per questi ultimi, tale retta (più alta), viene applicata solo al primo mese di ricovero. In base all’accordo che è in corso di definizione con la RSA San Fortunato ai nostri Associati verrebbero garantite condizioni più vantaggiose rispetto a quelle sopra esposte,

ovvero, a prescindere dalla durata del ricovero (che però non potrà essere inferiore ai due mesi) e per tutta la sua durata la retta applicata sarebbe pari a € 67,38 giornaliere (IVA compresa) per tutto il 2012. Ciò, di fatto, corrisponde a uno sconto del 13% sulla retta del primo mese se il ricovero è a tempo indeterminato e su tutte le rette mensili se il ricovero è temporaneo. Per quanto riguarda la sistemazione nei mini alloggi, le rette giornaliere (comprensive di IVA) per il 2012 sono: 1) Appartamento singolo: € 51,20; 2) Appartamento doppio per due persone: € 71,68 3) Appartamento doppio per una persona: € 92,16 Per informazioni più dettagliate sulla convenzione sottoscritta è possibile rivolgersi alle UOL di appartenenza oppure alla Associazione Provinciale Pensionati al numero telefonico

In pensione con l’opzione donna: 0382 518069.

una possibilità da valutare

La recente riforma delle pensioni ha mantenuto in essere il requisito previsto per le sole donne, la possibilità di poter accedere alla pensione con “l’opzione donna”. Pertanto, in via eccezionale fino a fine 2015 le donne potranno andare in pensione con la regola della “opzione donna” che prevede la possibilità di maturare il requisito con: • 57 anni di età con 35 di contributi se lavoratrici dipendenti • 58 anni di età con 35 anni di contributi se lavoratrici autonome Tuttavia è bene precisare cosa comporta il pensionamento con questa regola. Innanzitutto la quota di pensione viene calcolata interamente con il “sistema contributivo”, meno vantaggioso rispetto al “sistema retributivo”. Questo è il motivo che ha determinato, fino all’entrata in vigore della riforma Monti – Fornero, lo scarso interesse nei confronti di questa possibilità. Infatti non valeva la pena rinunciare ad una quota di pensione più vantaggiosa per anticipare solo di un paio d’anni l’uscita dal lavoro. Ora le cose sono radicalmente cambiate

e, visto l’allungamento del periodo di accesso alla pensione sia per quella di vecchiaia (62 anni dal 2012), sia per quella anticipata (41 anni dal 2012), la possibilità di lasciare l’attività lavorativa a 57 anni (se lavoratrici dipendenti) o 58 anni (se lavoratrici autonome) va valutata con più interesse rispetto al recente passato. Anche se ci sarà una decurtazione dell’importo, questo può essere compensato dall’anticipo dell’accesso al pensionamento. Occorre, infine, tenere presente che pur essendo una pensione liquidata con il sistema contributivo è soggetta alla integrazione al trattamento minimo. Questo è un’altro aspetto interessante soprattutto per le donne che pagano i contributi in prima e in seconda fascia. Per una consulenza personalizzata è possibile rivolgersi al patronato EPACA: gli operatori EPACA forniranno gratuitamente tutta l’assistenza necessaria, verificando il raggiungimento dei requisiti previsti per l’opzione donna.

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Crisi,

allarme della Federpensionati:

“Troppi tagli alle politiche sociali e previdenziali”

dall’alto, Antonio Mansueto e Pierluigi Cerri

Si fa sempre più delicata la situazione dei pensionati delle aree interne e delle loro famiglie che devono farsi carico anche delle disfunzioni dei servizi pubblici per le diverse disabilità. A denunciarlo è il presidente della Federpensionati, Antonio Mansueto, dopo che il Consiglio Nazionale della Associazione ha esaminato le conseguenze negative che i ripetuti tagli apportati dalle manovre finanziarie del 2011 stanno arrecando alle politiche sociali e previdenziali. “Ora – ha ammonito Mansueto – è tempo che alle enunciazioni politiche seguano fatti concreti”. Gli fa eco il presidente della Associazione Pensionati di Pavia Pierluigi Cerri che denuncia la progressiva erosione dei redditi dei pensionati. “I primi a subire le conseguenze della crisi economica in

atto – ha detto il presidente Cerri – sono i soggetti più deboli e tra questi i pensionati. Le istituzioni devono rendersi conto che la situazione non è più sostenibile e devono intervenire con politiche di difesa del potere d’acquisto delle pensioni e con sostegni mirati per l’assistenza delle persone non autosufficienti”. L’Associazione Nazionale – ha concluso il presidente Mansueto - è impegnata a definire all’interno di Coldiretti un “patto intergenerazionale fra pensionati, donne e giovani imprese”, così come è impegnata a realizzare soggiorni di studio e socializzazione. Ai lavori del Consiglio è intervenuto il presidente nazionale della Coldiretti, Sergio Marini, il quale ha illustrato il lavoro che si sta portando avanti per modificare l’imposta IMU su terreni e fabbricati rurali e per una riforma della PAC che vada nell’interesse dei veri agricoltori.

In vigore anche per l’INAIL l’accredito delle prestazioni Anche per gli infortuni, le rendite e le malattie professionali erogati dall’INAIL vale la stessa regola introdotta anche in altri ambiti (vedi pensioni) che prevede la revoca dei pagamenti in contanti delle prestazioni che superano i 1.000 euro. Quindi anche l’INAIL non potrà più effettuare pagamenti in contanti, né con assegni circolari per somme eccedenti questo importo. Pertanto è necessario comunicare la modalità prescelta per il pagamento delle eventuali prestazioni economiche, sia per l’indennizza-

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bilità dell’infortunio, della malattia professionale o di qualsiasi altra prestazione. La scelta della modalità di pagamento dovrà essere effettuata utilizzando la modulistica predisposta dall’INAIL. Invitiamo tutti gli associati a rivolgersi agli uffici EPACA per ricevere le informazioni e l’assistenza necessaria.

EPACA


Oltrepò Pavese: innovazione ambiente turismo Coldiretti GAL Alto Oltrepò e Legambiente Turismo incontrano gli operatori turistici dell’Oltrepò

Info: www.pavia.coldiretti.it


In tre anni

raddoppiati i gruppi di acquisto solidale Spinti dal caro benzina e dalla crisi, sono raddoppiati negli ultimi 3 anni i gruppi di acquisto formati da condomini, colleghi, parenti o gruppi di amici che decidono di fare la spesa insieme per ottenere condizioni vantaggiose ma soprattutto per garantirsi la qualità degli acquisti. È quanto emerge da un’analisi Coldiretti secondo la quale sono oltre 800 i gruppi di acquisto solidale (GAS) strutturati presenti lungo tutto il territorio nazionale anche se una maggiore concentrazione si segnala in Lombardia, Toscana, Piemonte, Veneto ed Emilia-Romagna. Accanto a queste realtà che dispongono di una vera e propria struttura organizzativa, si contano decine di migliaia di iniziative spontanee che “nascono” e “muoiono” in continuazione nei palazzi, nei posti di lavoro, nei centri sportivi e ricreativi sulla base di semplici accordi verbali. Si tratta di una tendenza che avvicina il produttore al consumatore che, soprattutto nelle città, sta contagiando gli italiani che intendono così garantirsi un volume di acquisto sufficiente ad ottimizzare i costi di trasporto e ad accedere a più vantaggiosi canali distributivi: dai mercati all’ingrosso a quelli degli agricoltori di Campagna Amica, fino direttamente nelle aziende. I mercati generali all’ingrosso, che in determinate occasioni della settimana sono aperti al pubblico, vendono i prodotti in cassette che vengono poi divise tra i partecipanti al gruppo. Un crescente numero di gruppi di acquisto nasce in realtà con l’obiettivo di approvvigionarsi direttamente

nei mercati, nelle botteghe o nei punti vendita degli agricoltori di Campagna Amica per assicurarsi l’origine, la genuinità dei prodotti che si portano in tavola. Una rete di vendita diretta sul territorio della quale fanno oramai parte 3.972 aziende agricole, 670 agriturismi, 878 mercati, 163 botteghe per un totale di 5.683 punti vendita di Campagna Amica. Ogni GAS ha propri criteri per selezionare i fornitori, individuare i modi di consegna, stabilire con il produttore un prezzo equo e scegliere cosa acquistare privilegiando la stagionalità, il biologico, il sostegno alle cooperative sociali, la riduzione degli imballaggi, le dimensioni del produttore o infine la vicinanza territoriale (chilometro zero). Anche gli accordi del gruppo di acquisto con l’azienda sono differenti e possono prevedere la consegna settimanale del prodotto (ad esempio una cassetta di frutta e verdura di stagione) oppure la formulazione di specifici ordini per telefono o attraverso internet ma anche tramite abbonamento con l’offerta di prodotti a scadenze fisse e pagamento anticipato. Le modalità maggiormente diffuse sono la distribuzione di cassette di ortofrutta a cadenza settimanale o bisettimanale e la vendita di pacchi di carne. Il funzionamento del gruppo d’acquisto è molto semplice, di solito i partecipanti al gruppo definiscono una lista di prodotti che vogliono acquistare e stabiliscono una cifra base uguale per tutti. Successivamente, in base a questa lista le diverse “famiglie” compilano un ordine di gruppo che viene trasmesso al produttore e al momento della consegna dei prodotti che di solito vengono recapitati ad un unico membro del gruppo che poi provvederà a smistarli si effettua il pagamento. Spesso i gruppi si organizzano anche per andare a trovare i loro produttori e colgono l’occasione per avere informazioni non solo sui prodotti in campo ma anche sulle tecniche di coltivazione utilizzate.


CO.PRO.VI. Società Cooperativa

L’ASSEMBLEA GENERALE ORDINARIA DEI SOCI

è indetta in prima convocazione il giorno 28 Aprile 2012 alle ore 10,00

ed in seconda convocazione il giorno:

mercoledì 2 Maggio 2012 alle ore 18,00 presso la Sala Congressi dell’hotel “LE GRONDE” S.S. 35 Dei Giovi - Fraz.Tre Re - Cava Manara (PV)

ORDINE DEL GIORNO:

1. approvazione del bilancio al 31/12/2011 2. approvazione del bilancio cassa sociale al 31/12/2011 3. relazione sulla gestione 4. relazione del Collegio Sindacale 5. bilancio di previsione 2012 6. campagna assicurativa 2012

7. linee guida AS.NA.CO.DI. 2012: delibere inerenti e conseguenti 8. rinnovo cariche: • nomina n. 19 consiglieri • nomina membri del Collegio Sindacale • nomina membri Collegio Probiviri 9. delibera compenso dei sindaci


Corso degustazione vino Giovani Impresa e Donne Impresa organizzano Corso d’approccio alle degustazione dei vini “4 INCONTRI DI … VINI” • “Nelle Terre Dei Bianchi” Lunedì, 7 Maggio 2012 – ore 20.45 i vini bianchi • “ I Pellerossa E Le Loro Riserve “ Lunedì, 14 Maggio 2012 – ore 20.45 i vini rossi • “Quando il vino … “bolle” Lunedì, 21 Maggio 2012 – ore 20.45 gli spumanti • “Con la Dolcezza si ottiene tutto … o quasi” Lunedì, 28 Maggio 2012 – ore 20.45 vini dolci Gli incontri si svolgeranno presso l’agriturismo Vallidone a Zerbolò. Le docenze saranno tenute da Roberto Pace di FISAR. Ogni incontro dura circa due ore. Costo di partecipazione ad allievo 20,00 euro per copertura costi vino (25 posti disponibili). Prenotazioni entro il 30 aprile 2012 a giuseppe.pecchio@coldiretti.it o per fax al 0382 510801 Il corso è aperto a titolari o coadiuvanti di aziende agricole.

Assemblea

Giovani Impresa

Stefano Ravizza, delegato regionale e provinciale di Giovani Impresa, protagonista dell’assemblea

Questo importantissimo momento d’incontro, fortemente voluto in preparazione della prossima Assemblea nazionale, ha visto la partecipazione di circa ottocento giovani agricoltori,

Stefano Ravizza

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provenienti da tutto il nord Italia, dalla Valle d’Aosta fino al Friuli Venezia Giulia. Si è trattato certamente di uno degli eventi più imponenti di Giovani Impresa sul territorio, nel corso del quale, in pieno stile Coldiretti, sono stati i giovani a parlare dei giovani e dei problemi che li riguardano. I delegati regionali di Lombardia, Piemonte, Liguria, Friuli, Trentino e Veneto, durante i loro interventi, hanno discusso di economia, credito, investimenti e politica agricola - tematiche che accomunano ed interessano tutte le realtà territoriali - ma anche di particolari problematiche caratterizzanti la loro provenienza geografica. Il risultato ottenuto dall’Assise è stato quello di sensibilizzare e preparare i nostri tanti giovani all’Assemblea nazionale che li vedrà nuovamente protagonisti a Roma il prossimo 17 maggio. Occorre che essi diventino imprenditori di loro stessi, rispecchiandosi nel progetto di Coldiretti, il progetto della filiera agricola italiana

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che fa della tracciabilità, della trasparenza e della territorialità i propri punti cardine. Una filiera agricola corta, certificata e garantita, attraverso i mercati di Campagna Amica, i punti vendita aziendali e gli agriturismi, ma anche attraverso un percorso più lungo per quelle aziende che, per dimensioni o struttura, non possono avvicinarsi al rapporto diretto con il consumatore, grazie alle potenzialità della nuova piattaforma economica offerte da CAI (Consorzi Agrari d’Italia) e dalle Botteghe di Campagna Amica. Un modo nuovo di fare agricoltura che faccia del chilometro zero, della qualità e della sicurezza alimentare, quella bandiera capace di far trionfare il vero Made in Italy contro l’italian sounding e le truffe alimentari, anche grazie all’appuntamento di Expo 2015 a Milano. Coldiretti, anche in questo difficile periodo storico, sta creando un vero progetto economico capace di garantire reddito e dare futuro alle nuove generazioni; farne parte è una cosa di cui essere orgogliosi e fieri!

BREVI



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presenta

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l’agriturismo un agriturismo campagna amica

ha molto da offrire in più per il 2012 terranostra raddoppia! tutto il bello di un agriturismo terranostra più tutto il buono dei prodotti campagna amica. da oggi in un unico marchio, gli agriturismi campagna amica. più ecologia, più accoglienza, più gastronomia, più , più genuinità, più rapporto qualità/prezzo CYMK quadricromia: 28% Cyan, 92% Magenta, 54% Yellow, 12% Nero

CYMK quadricromia: 6% Cyan, 28% Magenta, 99% Yellow

100% terranostra, 100% campagna amica, in pratica, l’agriturismo, Font: Fritz Quadrata Medium

quello vero, quello con la a maiuscola! Questi sono già i migliori motivi per tesserarsi subito, ma se non vi basta abbiamo tanto altro in più. l’agriturismo

ter ran ostr a

Vai subito sul nostro sito www.terranostra.it e scopri tutto, ma soprattutto

tesserati subito! 2012

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