Coltivatore Pavese Luglio 2011

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n.7 2011 ANNO 66

Poste Italiane S.p.a. Spedizione in a. p. D.L.353/2003 convertito in L. 27/02/2004 n. 46 art.1 comma 1 DCB/PV

periodico di Coldiretti Pavia

al

Palalottomatica 2011

c’è l’Italia del buonsenso quella che si fa avanti con idee ed etusiasmo


AVVISO Dal mese di luglio 2011, a seguito del trasferimento della

sede provinciale in viale Brambilla n.34, Coldiretti/Impresa Verde Pavia s.r.l. adotterà la tecnologia IP, che comporterà il cambio di tutta la numerazione telefonica relativa alla sede e agli uffici di zona.

Coldiretti I nuovi numeri saranno i seguenti: in Via Brambilla

Nuova sede per la prima organizzazione agricola pavese. Palazzo Coldiretti dal 18 luglio accoglie gli uffici provinciali e la UOL di Pavia

Viale Brambilla al numero 34 è il nuovo indirizzo di riferimento per

l’agricoltura della provincia di Pavia. Gli uffici di Coldiretti Pavia si sono trasferiti e da lunedì 18 luglio la nuova sede è completamente operativa. Facile da raggiungere, decentrata ma prossima al centro della città, dotata di un ampio e comodo parcheggio per le auto dei soci, funzionale e accogliente, la sede di Via Brambilla risponde in pieno alle esigenze di rappresentanza e servizio dell’associazione che somma oltre il sessanta per cento dell’agricoltura pavese. “Si tratta di uno sforzo importante per la nostra organizzazione – ha dichiarato Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – e lasciare la storica sede di Piazza Guicciardi devo dire che ha commosso un po’ tutti. Tuttavia, era necessaria una collocazione più funzionale ed efficiente che potesse rispondere alle esigenze dei nostri soci”. “Dislocata in modo strategico rispetto alla viabilità cittadina – ha dichiarato Giovanni Roncalli, direttore provinciale - la sede di Coldiretti Pavia si candida a buon diritto quale centro dell’agricoltura provinciale, ampia e spaziosa risponderà in pieno alle esigenze della nuova agricoltura”. Nuova numerazione telefonica (già attiva per la Sede provinciale e le UOL di Voghera e Pavia, in via di attivazione in tutte le altre sedi)

Sede provinciale Pavia UOL Casteggio UOL Corteolona UOL Mede UOL Mortara UOL Pavia UOL Stradella UOL Varzi UOL Vigevano UOL Voghera

Tel. 0382 518001 Tel. 0382 518101 Tel. 0382 518121 Tel. 0382 518141 Tel. 0382 518161 Tel. 0382 518181 Tel. 0382 518201 Tel. 0382 518221 Tel. 0382 518241 Tel. 0382 518261

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0382 518010 0382 518120 0382 518140 0382 518160 0382 518180 0382 518200 0382 518220 0382 518240 0382 518260 0382 518280


Uscita tangenziale

via Brambilla

Via Brambilla 34


in primo piano Il Coltivatore Pavese

Edito dalla Federazione Provinciale COLDIRETTI PAVIA Abbonamento annuo Euro 40,00

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Giovanni Roncalli

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Claudio Milani

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Federazione Provinciale Coldiretti Pavia iniziativa realizzata con il contributo di

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Tel. +39 0523 592803, +39 0523 592859 Questo numero è stato chiuso in redazione il 22 agosto 2011

sommario

Via Brambilla, 34 27100 Pavia Tel. +39 0382 518001, Fax +39 0382 518010


Palalottomatica 2011

Milano: Suini in piazza!

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Al Palalottomatica con “quella straordinaria Italia del buonsenso” Il messaggio di Benedetto XVI all’assemblea di Coldiretti Il messaggio del Capo dello Stato Le botteghe di Campagna Amica L’ intervento del Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente CEI Gli interventi dei politici Assemblea provinciale Coldiretti: botteghe di Campagna Amica Assemblea. prov. Coldiretti: rinnovo cariche Sezioni di base La manifestazione nazionale di Milano del 26 luglio Allevamento: la crisi continua Agricoltura: segnali di ripresa nel 2010 Il Ministro Saverio Romano dice NO agli OGM Italia leader europea nel BIO

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Etichettopoli: è Mortadella Bologna, che c’entra il Made in Italy?

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VITIVINICOLO

(Col)direttamente nel bicchiere: Rio delle Rose Il vino d’Oltrepò alla conquista degli USA Vendemmia con la “garanzia” dei voucher Dichiarazioni di giacenza vino e mosti al 31 luglio Periodo vendemmiale, campagna 2011/2012 Coldiretti alla festa del Sangue di Giuda Le imprese di Coldiretti premiate nella sfida del mercato globale Danni da peronospera nell’anno 2008

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EPACA

I pensionati Coldiretti bocciano la manovra economica Pensionati Coldiretti di Pavia in festa Festa Regionale dei Pensionati Coldiretti: fraternità e allegria

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RISO: budget da mantenere anche nella Pac post 2013 Basta alle speculazioni

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Pillole di Coldiretti

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Esproprio: dichiarati “incostituzionali” i valori agricoli medi

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SINDACALE

ETICHETTOPOLI

RISO BREVI GIURIDICO


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Al Palalottomatica con

“quella

s raordinaria Italia del buonsenso” Alcuni flash della relazione del Presidente della Coldiretti, Sergio Marini, all’Assemblea nazionale del 7 luglio al Palalottomatica, a Roma

Manovra: strategia prevalga su tattica

Il futuro deve riaffermare il primato rispetto all’oggi e la strategia deve prevalere sulla tattica di corto respiro. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane. Se il tema della manovra è pagare piu’ o meno tasse, avere piu’ o meno incentivi, fare piu’ o meno tagli non c’è dubbio che – ha sostenuto Marini - la risposta è scontata. Se invece traguardiamo il futuro e il tema diventa se accettiamo che il nostro destino sia quello della Grecia oppure se accettiamo che i nostri figli debbano andare in giro per il mondo a cercare lavoro e vergognarsi di provenire da un Paese in cui i genitori ingordi li hanno caricati di debiti, allora sono sicuro che il popolo italiano - ha continuato Marini - sarà disponibile a fare sacrifici. Il punto è però un altro e riguarda la capacità della Politica di proporre soluzioni eque che non generano sospetti e soprattutto di avere il coraggio di prendere provvedimenti che nel breve periodo sono impopolari. La Politica – ha concluso Marini - è disposta a fare questa scommessa?

Lavoro: solo in

agricoltura i giovani non calano L’agricoltura è l’unico settore che non ha visto diminuire la presenza percentuale di giovani imprenditori agricoli under 30 negli ultimi quindici anni. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane, nel sottolineare che nell’attività manifatturiera tale percentuale si è piu’ che dimezzata. La presenza di giovani agricoltori - ha sottolineato Marini - è rimasta percentualmente stabile a con-

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ferma che il ricambio generazionale in agricoltura è più alto che in altri settori. Il fatto che da decenni si parla di imprese agricole condotte da anziani non solo non è vero, ma laddove accade rappresenta un fatto fisiologico in quanto - ha precisato Marini - i non piu’ giovani nelle campagne rimangono in famiglia a dare una mano fino alla fine, magari anche come titolari di azienda. Non c’è dunque una contrapposizione generazionale frutto di un arretramento culturale, ma semplicemente una modernità sociale di cui - ha concluso Marini - siamo ben orgogliosi.

Crisi: sancire primato politica su economia

Bisogna recuperare il ruolo della Politica nell’interpretare i bisogni dei cittadini senza farsi condizionare dall’economia e dalla finanza che spinge verso un modello di sviluppo che ha favorito le speculazione e nuove povertà. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane. Oggi - ha sostenuto Marini - occorre recuperare il primato della Politica capace di interpretare i bisogni dei cittadini e di fare regole per il funzionamento dell’e-

conomia reale alla quale la finanza deve porsi a servizio. Le criticità del mercato del cibo, a partire dalla volatilità che danneggia imprese agricole e consumatori, è il prezzo che paghiamo per aver invertito questa gerarchia valoriale. Oggi nel mondo - ha sostenuto Marini la finanza nella sua forma piu’ spietata della speculazione governa l’economia reale, la politica. per scelta o per necessità, non regolamenta il mercato e la gente paga il prezzo per tutti di questa anomalia. Recenti studi dimostrano che nel mondo abbiamo riserve di cibo sufficienti solo per 116 giorni e che nel 2010 l’arretramento della politica e delle regole ha permesso un nuovo colonialismo attuato dalle multinazionali e dai


fondi sovrani che hanno acquistato terreni in Africa per una superficie equivalente alla Francia. Bastano questi due dati - ha concluso Marini - per dimostrare che il cibo e l’agricoltura debbono essere riportati dalla politica al centro delle strategie di sviluppo del Paese.

Etichetta: Italia applichi legge su made in Italy

L’Italia deve avere il coraggio di applicare la legge nazionale sull’obbligo di indicare la provenienza in etichetta su tutti gli alimenti approvata dal Parlamento all’unanimità lo scorso anno che si è dimostrata lungimirante come dimostra l’adozione da parte del parlamento Europeo del regolamento sulle informazioni alimentari ai consumatori. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane, nel sottolineare che all’Unione Europea ci sono voluti quasi sei anni prima di arrivare alle stesse conclusioni dell’Italia sull’obbligo di indicare l’origine del carne di pollo che in Italia è in vigore dal 17 ottobre 2005 a seguito dell’influenza aviaria. Non possiamo attendere ancora due o tre come prevede l’UE per vedere etichettate con l’origine anche le carni e il latte utilizzati in alimenti trasformati, come prosciutti, salami e formaggi in una situazione in cui - ha denunciato Marini - la metà delle mozzarelle e tre prosciutti su quattro sono ottenuti da latte e carne di animali allevati all’estero senza alcuna informazione per il consumatore. Il regolamento adottato dal Parlamento Europeo prevede l’estensione dell’obbligo di etichettatura di origine, già in vigore in tutta Europa per la carne bovina, ad altre carni (maiale, pollame, agnello e capra) mentre spetta alla Commissione europea il compito - ha continuato la Coldiretti - di esaminare l’opportunità di estendere un sistema di etichettatura obbligatoria alle seguenti categorie di alimenti latte, latte impiegato come ingrediente, carne utilizzata come ingrediente, alimenti non trasformati, alimenti mono-ingrediente e ingredienti che rappresentano più del 50% dell’alimento.

OGM: parlamento rafforza no Italia

La decisione del Parlamento Europeo di consentire agli Stati membri di limitare o vietare la coltivazione di organismi geneticamente modificati (Ogm) per “motivi ambientali’ rafforza la decisione dell’Italia di chiedere l’applicazione della clausola di salvaguardia a livello comunitario per mantenere il territorio nazionale libero da Ogm, come richiesto dalla maggioranza dei cittadini. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane. L’Italia - ha sostenuto Marini - deve sostenere il voto del Parlamento europeo in plenaria dove una maggioranza schiacciante si è espressa a favore del diritto degli Stati membri (e delle loro regioni) di vietare la coltivazione nel loro territorio di Organismi geneticamente modificati (Ogm), anche se sono autorizzati a livello comunitario. Sulla base dei risultati dell’ultima indagine annuale Coldiretti-Swg “Le opinioni di italiani e europei sull’alimentazione”, il 73 per cento dei cittadini italiani che esprimono una opinione ritiene che i prodotti alimentari contenenti organismi geneticamente modificati siano meno salutari rispetto a quelli tradizionali.

Lavoro: facciamo emergere l’Italia del buonsenso

Dobbiamo fare emergere quell’Italia del buonsenso di cui è ricco il Paese che non merita di essere rappresentato solo dalla crisi etica della vita pubblica. È quanto ha affermato il presidente della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane. Non ci stiamo a che la rappresentazione del nostro Paese si esaurisca nel deficit di etica nella vita pubblica, esiste un’altra Italia, alla quale - ha affermato Marini - ci sentiamo di appartenere, che è tessuto connettivo, intelaiatura del Paese, un’Italia che lavora, si assume responsabilità e ci permette, nonostante tutto, di stare in piedi. Questa Italia dobbiamo farla emergere affinchè - ha concluso Marini - traghetti il Paese verso un futuro migliore.

Offrite il vostro contributo per il progresso integrale della società Messaggio

di Sua Santità Benedetto XVI all’assemblea di Coldiretti

In occasione dell’Assemblea “Coldiretti ...Quella Straordinaria Italia del Buonsenso”, organizzata dalla Coldiretti al Palalottomatica di Roma alla presenza di quindicimila imprenditori agricoli, il Santo Padre Benedetto XVI ha fatto pervenire al presidente Sergio Marini, attraverso il Segretario di Stato Vaticano cardinal Tarcisio Bertone il seguente messaggio. Il Sommo Pontefice “desidera far giungere ai partecipanti all’Assemblea il suo beneaugurante saluto, che volentieri accompagna con l’assicurazione della sua preghiera e con l’incoraggiamento a proseguire generosamente nella testimonianza dei valori del mondo rurale, animati dalla lunga e radicata tradizione di fede e di civiltà cristiana. Sua Santità esorta i coltivatori diretti ad offrire il proprio specifico contributo per il progresso integrale della società, fondato sulla centralità della persona umana, sulla tutela della famiglia, sulla crescita economica improntata alla solidarietà e posta al servizio della collettività, seguendo il fondamentale insegnamento proposto dalla Dottrina sociale della Chiesa. Mentre formula cordiali auspici per un sereno e proficuo svolgimento dei lavori congressuali, affinché contribuiscano a fornire ai numerosi associati significative linee-guida per una sempre incisiva presenza nella comunità cristiana e nella società civile, il Santo Padre invoca la celeste intercessione di San Giuseppe, Patrono dei lavoratori, e della Vergine Maria, Madre della Chiesa, ed invia a Lei e a quanti prenderanno parte all’Assemblea una speciale Benedizione Apostolica, estendendola volentieri a tutte le componenti di codesta benemerita Associazione. Nell’unire anche i miei personali voti di ogni bene per la prossima Assise e per tutte le attività della Confederazione, profitto della circostanza per confermarmi con sensi di distinta stima”.

Il messaggio del Capo dello Stato

“Rivolgo un cordiale saluto a lei, gentile Presidente, agli organismi direttivi confederali, alle Autorità presenti, ai delegati e a tutti i partecipanti all’Assemblea Nazionale della Coldiretti che rappresenta un antico patrimonio umano e professionale. Anche l’agricoltura ha attraversato un anno non facile, nel corso del quale, tuttavia, ha registrato importanti innovazioni: mi riferisco, in particolare, al progetto della filiera agricola interamente italiana, di cui ho seguito l’avvio due anni or sono e che costituisce oggi un modello organizzativo dalle indubbie potenzialità di espansione e di rafforzamento. Si è consolidata nel nostro Paese una sempre maggiore sensibilità sociale verso la tutela della qualità e della sicurezza del cibo, a conferma della diffusione di un sistema alimentare unanimemente riconosciuto come uno fra i più salutari ed equilibrati. Ciò è avvenuto anche attraverso una pluralità di iniziative che hanno avvicinato i cittadini alla realtà della produzione agricola. Agli operatori di questo settore, che lavorano con passione, tenacia e spirito di sacrificio il Paese deve saper tributare un giusto riconoscimento sociale ed economico. Sono segnali dai cui potranno scaturire positivi e duraturi effetti economici, occupazionali e di sostenibilità del nostro sviluppo. Con questo auspicio e nel formulare l’augurio più fervido di buon lavoro, invio a tutti un cordiale saluto”.

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Le Botteghe di

campagna Amica

Nasce la prima rete di vendita degli agricoltori Nasce la prima catena di vendita diretta organizzata degli agricoltori italiani “Le botteghe di Campagna Amica” dove saranno offerti solo prodotti nazionali ottenuti dalle aziende agricole e dalle loro cooperative. Lo ha annunciato il presidente nazionale della Coldiretti Sergio Marini nel corso dell’Assemblea annuale alla presenza di quindicimila coltivatori di tutte le regioni italiane. Si tratta di un nuovo e moderno canale commerciale di vendita diretta dei prodotti agroalimentari che si affianca alla Grande distribuzione e ai negozi di prossimità e che va ad integrare la rete già attiva di quasi diecimila frantoi, cantine, malghe, cascine e aziende agricole trasformate in punti vendita e i quasi mille mercati degli agricoltori di Campagna Amica già presenti su tutto il territorio nazionale. “Da luglio a settembre – ha annunciato il presidente della Coldiretti Sergio Marini - si apriranno centinaia di “Botteghe” con un unico format in tutte le province italiane dove sarà possibile acquistare una vasta gamma di prodotti degli agricoltori esclusivamente con il marchio Campagna Amica”. Le arance della Sicilia, per esempio, saranno in “vendita diretta” nel cuore di Milano mentre il Parmigiano Reggiano potrà essere acquistato nel centro di Roma anche se non sarà presente personalmente il produttore. E così per i vini, l’olio, i salumi, le conserve, le verdure e tutti gli altri prodotti dell’agricoltura che completeranno la gamma offerta in ogni bottega. Il piano prevede la possibilità di “esportare” le Botteghe anche all`estero. “Un vantaggio per i produttori - ha spiegato Marini

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- che potranno finalmente vendere al prezzo giusto e concordato, ma anche per i consumatori che in ogni bottega di Campagna Amica potranno acquistare l’intera gamma di prodotti garantiti al cento per cento come italiani, con le intermediazioni dal campo alla tavola ridotte al minimo”. L`architettura commerciale si fonda su quattro perni: Campagna Amica, la fondazione che dispone del marchio omonimo; Consorzio Produttori (società cooperativa agricola di cui è socia Coldiretti), lo strumento per realizzare la “catena”; l`imprenditore agricolo che offre il proprio prodotto; e il titolare della “Bottega” che può essere un imprenditore agricolo singolo o associato o una cooperativa. L`agricoltore che vuole rifornire il punto vendita deve accreditarsi presso la Fondazione Campagna Amica e associarsi al Consorzio Produttori. Quindi entra nel portale web dove avviene tutta la gestione della domanda e dell`offerta. Il quadro è completato da un meccanismo di controlli a cui sovrintende la Fondazione Campagna Amica, avvalendosi anche di un ente terzo. “L`obiettivo - ha concluso il presidente della Coldiretti - è di creare una rete organizzata per riportare reddito agli agricoltori, contrastando l’insostenibile furto di identità e di valore che subiscono i prodotti nel passaggio dal campo alla tavola”. Una iniziativa che si inserisce nel progetto più ampio della filiera agricola tutta italiana nel quale rientrano anche le società di scopo già avviate per cereali, olio, ortofrutta ed energia che vedono tra i protagonisti anche i Consorzi agrari.

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Card. Angelo Bagnasco

“La terra duca gli uomini”

Presidente CEI

Nel lavoro ci vogliono i fatti, la terra ha i ritmi che devono essere rispettati, attesi, e noi come uomini moderni dobbiamo essere educati dalla terra, che ci impone pazienza mitigando la nostra irruenza del tutto e subito”. È uno dei passaggi dell’intervento del Cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana, all’Assemblea nazionale della Coldiretti, svoltasi al Palalottomatica di Roma. “Voi esprimete il legame fra noi e il resto dell’universo – ha sottolineato l’alto prelato -. Quando noi violentiamo la natura prima o poi questa si ritorce contro di noi”. Parlando dei valori della terra, il presidente della Cei ha anche evidenziato “il valore della concretezza e della pazienza. La concretezza è solidità che non favorisce svolazzi, fantasie o discorsi inconcludenti”. Il presidente della Cei ha poi sottolineato che “non c’è un welfare, una strutturazione sociale una organizzazione del lavoro, una politica mutualistica che possa prescindere dalla difesa della promozione dei valori fondamentali che il Papa chiama etica della vita. Senza questi valori fondamentali non vi è niente di garantito”.


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Gli in erventi Mezzo Governo al Palalottomatica per l’Assemblea della Coldiretti C’era mezzo Governo al Palalottomatica assieme ai

Giulio Tremonti quindicimila agricoltori venuti da tutta Italia per l’AsMin. dell’Economia semblea nazionale della Coldiretti.

Ferruccio Fazio Min. della Salute

Particolarmente atteso l’intervento del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, protagonista della discussione sulla Manovra. “Nel 2003 le speculazioni sul cibo ammontavano a 3 miliardi, oggi sono salite a 13 miliardi – ha spiegato alla platea -, poiché tutto si basa sull’economia fittizia. Gli alimenti non contano nulla in questo mercato, conta solo la finanza. C’è chi produce i frutti della terra e chi produce i future”. “Il problema è la continuazione civile di questo paese e non il successo politico – ha poi sottolineato Tremonti - e il discorso del pareggio di bilancio rientra in questa logica”.

Il ministro delle Politiche agricole, Saverio Romano, ha invece annunciato di aver portato in Consiglio dei ministri una relazione sugli Organismi geneticamente modificati (Ogm). “Al di là delle considerazioni sul piano scientifico e dal punto di vista della salute umana, il no al transgenico rappresenta per noi una grande occasione, anche economica, specie se dovessimo essere il solo Paese a non produrlo”. Sulle tematiche della sicurezza alimentare, Romano ha sottolineato all’Assemblea della Coldiretti che “dobbiamo convincere l’Europa che la strada della qualità e della tracciabilità è una grande opportunità per tutti i prodotti europei”.

Delle recenti emergenze alimentari ha parlato il mini-

Maurizio Sacconi stro della Salute, Ferruccio Fazio, il quale ha sottolineMin. del Lavoro

Saverio Romano

Min.delle Politiche Agricole

ato che “l’Italia è un faro della sicurezza a tavola. Grazie anche alla Coldiretti il settore agroalimentare italiano ha una ottima reputazione di sicurezza e bontà e nei momenti di crisi alimentare passati siamo stati in grado di difendere il made in Italy e di garantire la sicurezza del nostro prodotto”. “L’etichettatura - ha continua Fazio parlando ai quindicimila agricoltori della Coldiretti - ci ha dato una grande soddisfazione, una grossa battaglia che abbiamo portato a casa anche grazie a Coldiretti, così come l’indicazione d’origine. Dobbiamo lavorare in futuro per i prodotti trasformati”.

Degli impegni portati avanti sul fronte dell’occupazione ha parlato il ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi. “Abbiamo lavorato insieme alla Coldiretti alla regolarizzazione del lavoro stagionale e ora abbiamo 3 milioni e Enrico Letta mezzo di voucher in agricoltura, un sistema che va reso Vicepres. PD ancora più semplice e diffuso - ha dichiarato il Ministro - e insieme faremo adesso un’ulteriore semplificazione per agevolare quelli che vogliono regolarizzarsi. A breve saranno possibili comunicazioni obbligatorie plurime che permetteranno di non spezzettare gli adempimenti burocratici per ogni singolo lavoratore”.

Dal vicepresidente del Partito Democratico, Enrico Letta è venuto l’apprezzamento per la scelta della Coldiretti di “un’alleanza tra produttori e consumatori per far crescere l’Italia”, e “la strada della filiera agricola tutta italiana è il valore del tempo lungo, che riscopre il senso dell’identità nazionale”. Il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, ha ricordato di aver “iniziato con Coldiretti l’esperienza fortunatissima del Farmer’s markets, e dobbiamo continuare così perché Roma sia la grande vetrina della vendita diretta degli agricoltori italiani”. “Mi impegno nel 2012 – ha aggiunto il primo cittadino della Capitale - a vincolare i bandi per le mense scolastiche all’utilizzo di prodotti a km0”.

Gianni Alemanno Sindaco di Roma

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Assemblea Provinc ale Coldiretti Il progetto delle Botteghe di Campagna Amica, il bilancio e le modifiche statutarie

La quasi totalità dei Presidenti di Sezione della Coldiretti di Pavia si sono dati appuntamento presso Le Gronde di Cava Manara sabato mattina, 25 giugno, alle ore 9:00 per l’annuale assemblea provinciale. All’Ordine del Giorno, l’approvazione del bilancio e alcune modifiche allo statuto e il regolamento eletorale. Esauriti gli adempimenti statutari, l’esposizione del bilancio che chiude con un risultato di assoluta soddisfazione e approvato all’unanimità e l’approvazione del regolamento elettorale, l’attenzione dei presenti è stata catturata dall’intervento del

Da sinistra: Carlo Bisagno, Giovanni Roncalli, Giuseppe Ghezzi, Eugenio Torchio

presidente Giuseppe Ghezzi. Partendo dal regolamento elettorale, primo atto di un percorso che porterà entro la fine dell’anno al rinnovo delle cariche sociali – Ghezzi - ha esposto l’attività e l’impegno profuso da Coldiretti Pavia che in modo concreto contribuisce al progetto di Coldiretti, unico esempio di associazione capace di fornire ai propri associati e a tutta la società un disegno che, mettendo l’agricoltura al centro, fornisce gli spunti per costruire il futuro del Paese. Tra i partecipanti il direttore di Coldiretti Lombardia Eugenio Torchio che ha elogiato il ruolo svolto da Coldiretti Pavia, sottolineando l’importanza della partecipazione attiva ed efficace del territorio per conseguire i risultati che il progetto di Coldiretti delinea, in una stagione in cui la politica ormai non fornisce più le risposte necessarie. “Le imprese di Coldiretti – ha dichiarato il presidente Giuseppe Ghezzi – hanno reagito bene alla crisi applicando innovazione e rinnovamento, affrontando i mercati con uno spirito nuovo, capace di affrontare la concorrenza con le armi della qualità e della distinzione. Le molteplici attività svolte da Coldiretti Pavia e i tanti riconoscimenti e attestati di stima dimostrano la vitalità della nostra Organizzazione. L’imminente cambio di sede è ulteriore testimone della nostra voglia di migliorare e fornire alle aziende associate un servizio sempre migliore e al passo con i tempi. Il rapporto con il consumatore si sta consolidando sempre più attraverso i mercati di Campagna Amica in un quadro che prevede un’evoluzione verso le “Botteghe di Campagna Amica”, connubio tra la presenza nelle piazze e il sistema tradizionale”. “Coldiretti Pavia – è intervenuto il direttore Giovanni Roncalli - si è dimostrata una grande federazione, vitale e propositiva in tutti i settori dell’agricoltura, estendendo il proprio intervento sull’intera società civile, dialogando con le Istituzioni, collaborando con gli Enti e testimoniando l’impegno in difesa del territorio e dell’ambiente nei confronti di tutti i cittadini dagli studenti ai consumatori”.obiettivi statutari, che guardano sempre.

Rinnovo cariche in Coldiretti:

prime fasi di riordino delle Sezioni di base L’Assemblea generale di Coldiretti Pavia ha deliberato l’avvio delle procedure di rinnovo delle cariche sociali per il quadriennio 2011/2015, che vede, tra i primi adempimenti, quello dell’adeguamento delle Sezioni alle nuove disposizioni dello statuto sociale. “Le Sezioni territoriali rappresentano le nostre strutture di base ed assolvono all’importantissimo compito di proporre iniziative di promozione, animazione e coinvolgimento a favore dei Soci, curando la divulgazione e la realizzazione delle strategie Coldiretti - ha dichiarato Giuseppe Ghezzi, presidente di Coldiretti Pavia. Per questo la nostra volontà, è quella di approcciare questa importante stagione con un generale adeguamento delle strutture di base dell’Organizzazione agli ambiziosi obiettivi statutari, che guardano sempre

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di più alla rappresentanza verticale della filiera agroalimentare e all’economico”. “Con tali premesse, risulta evidente il ruolo fondamentale della Sezione e quanto sia importante il fatto di poter contare su una composizione numerica adeguata ad alimentare una fase di dibattito in maniera capillare – ribadisce Giovanni Roncalli, direttore di Coldiretti Pavia. Ed è necessario prendere coscienza delle nuove dinamiche demografiche, sociali ed economiche che hanno profondamente mutato lo scenario delle nostre campagne, accantonando le remore di tipo campanilistico, per costituire Sezioni intercomunali con numeri adeguati a rappresentare gli interessi dei Soci a partire dal livello locale”. In questa direzione sarà quindi determinante superare la logica del confine comunale, che oggi hanno la maggior parte delle Sezioni, per far emergere quella dell’efficienza e dell’attivismo all’interno di una Forza sociale qual è Coldiretti che, oggi più di ieri, si nutre di un intimo legame con i propri Soci.


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Manifestazione nazionale contro il falso ma e in Italy e le speculazioni sul cibo il 26 luglio a Milano n.7 2011

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Oltre duecento tra produttori e allevatori pavesi si sono uniti alle centinaia che sono sopraggiunti da tutta Italia per manifestare in Piazza Affari e in Piazza Cordusio contro il falso made in Italy e le speculazioni sul cibo che affossano l’agricoltura italiana

Anche gli operatori di borsa al fianco degli allevatori

L’economia di carta sta uccidendo quella reale Per la prima volta gli allevatori italiani provenienti dalle principali regioni di produzione hanno portato davanti alla borsa di Milano i propri maiali ai quali non riescono più a garantire un pasto adeguato a causa delle speculazioni che, con i mercati finanziari in difficoltà, stanno interessando l’oro ma anche le materie prime per l’alimentazione degli animali, i cui costi sono saliti a livelli insostenibili. Gli allevatori della Coldiretti hanno quindi deciso di lasciare in “affidamento” i propri animali alla borsa di Milano dove martedì 26 luglio a partire dalle ore 10,00 si è svolta una grande manifestazione per salvare gli allevamenti e tutta l’agricoltura Made in Italy. Ma la protesta di Coldiretti si è estasa a tutti i settori sotto attacco speculativo da parte dei produttori di falso “made in Italy” che con nomi, colori e immagini che richiamano il Belpaese sottraggono ai produttori italiani risorse e identità, ingannando e sfruttando i consumatori. La carne suina, il latte, il vino, il riso, tutti i prodotti sono sotto assedio. Produttori e consumatori devono organizzare la difesa del vero made in Italy e pretendere l’adozione dell’etichettatura di origine a salvaguardia del lavoro italiano e del portafogli della gente comune. “Un’iniziativa a sostegno dell’economia reale – dichiara Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia - che è alla base del successo del Made in Italy nel mondo ma che è sotto attacco delle manovre finanziarie internazionali che rischiano di far sparire dalla tavola i cibi italiani, in primis salami e prosciutti, stretti nella morsa dell’aumento dei costi di produzione e della concorrenza sleale dei prodotti stranieri spacciati come italiani per effetto di una globalizzazione senza regole che tratta il cibo come i frigoriferi.

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Allevamenti: la crisi continua

b

senza l’om ra di un segnale positivo

Lo conferma un’analisi condotta da Ismea in collaborazione con Crpa prendendo in esame Grana Padano e Provolone Valpadana Le analisi degli economisti continuano a confermarlo, la distribuzione del valore lungo la filiera del latte e dei formaggi è squilibrata a vantaggio della fase finale della distribuzione mentre sono penalizzati gli allevatori. Lo dimostra anche una recente indagine realizzata da Ismea con la collaborazione del Crpa e finalizzata all’analisi dei costi nella filiera di produzione del Grana Padano e del Provolone Valpadana. Lo studio ha evidenziato che i vincoli imposti dai disciplinari di produzione rappresentano un aggravio di costi per gli allevatori. In particolare gli obblighi relativi all’alimentazione del bestiame, che da sola rappresenta la voce di spesa più consistente, circa il 50% dei costi complessivi, hanno un peso significativo. In tema di alimentazione lo studio ha anche messo in evidenza la forte variabilità connessa alla volatilità dei prezzi delle materie prime (cereali e oleaginose in particolare). L’analisi economica si è poi spostata sull’incidenza delle spese veterinarie che, insieme a quelle energetiche, rivestono un ruolo importante fra i costi di produzione. Sul fronte della redditività lo studio Ismea conferma, per tutte le realtà regionali esaminate, le difficoltà di bilancio degli allevamenti, con la struttura dei ricavi fortemente sbilanciata sugli incassi legati alle vendite di latte sfuso, che coprono fino all’88% circa del fatturato. Passando alla fase successiva, quella della trasformazione, è emersa per i caseifici la forte variabilità dei costi di lavorazione. Una variabilità che riconosce molteplici cause, come ad esempio la dimensione degli impianti, l’organizzazione aziendale e le capacità manageriali.

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Latte: nuove disposizione per il contenuto di materia grassa Il D.M. 19 aprile 2011 ha introdotto significative modifiche in merito alla determinazione del contenuto di materia grassa nel latte. A decorrere dal 1° novembre 2011, tale provvedimento, inciderà anche sulla predisposizione del “Registro del Produttore” (sia nella forma cartacea che in quella informatizzata), disponendo per legge che lo stesso venga integrato con ulteriori elementi quali data del prelievo, nome, ruolo e firma dell’operatore. I produttori già in possesso di registri vidimati potranno adeguarsi alle nuove norme mediante l’aggiunta di uno o più fogli (da numerare e vidimare) destinati a contenere gli elementi richiesti in merito alla campionatura del latte. Infine dovranno essere registrati e sottoscritti i dati relativi a tutte le campionature effettuate, comprendenti anche i campioni con esito non conforme per una tracciabilità completa del prodotto.


p

Agricoltura, segnali di ri resa nel 2010 I dati nel Rapporto sullo stato dell’agricoltura italiana presentato da Inea. In crescita valore aggiunto, occupazione e fatturato dell’industria alimentare Crescita del valore aggiunto per l’agricoltura nel 2010: sulla scia della timida ripresa dell’economia italiana (nel 2010 il Pil è aumentato dell’1,5% in termini reali, grazie prevalentemente alla ripresa delle esportazioni), il valore aggiunto è cresciuto, a prezzi correnti, di 1,3 punti, a fronte di un aumento del valore della produzione (+1,7%) e dei consumi intermedi (+2,0%). I dati della ripresa sono contenuti nel Rapporto sullo stato dell’agricoltura dell’Inea, l’Istituto nazionale di economia agraria, presentato lo scorso 27 luglio. La crisi economica, la volatilità dei prezzi delle commodity agricole, i mutamenti della Politica agricola comunitaria, la diversificazione delle aziende agricole, gli effetti dei cambiamenti climatici sul settore primario e la gestione forestale sono solo alcuni dei temi centrali, affrontati all’interno del Rapporto, giunto all’ottava edizione. In questo contesto l’occupazione agricola è aumentata di ben 17 mila unità (+1,9%). Aumentano molto il peso degli stranieri, soprattutto neocomunitari, in coerenza con il loro crescente ruolo in tutta l’economia e la società italiana percentuali. Dopo la stasi del 2009, nel 2010 il fatturato dell’industria alimentare è tornato a crescere (+3,3%). L’evoluzione positiva dell’industria alimentare viene ribadita anche dall’indice della produzione industriale dell’Istat, che evidenzia per il 2010 una crescita del 2,4% rispetto al precedente anno. Anche la spesa delle famiglie, nel 2010, è tornata a crescere, con una dinamica che si è tradotta, sostanzialmente, in un riposizionamento su livelli analoghi a quelli prima della crisi. I consumi complessivi delle famiglie registrano un andamento positivo, sia in termini nominali che reali, pari rispettivamente a 2,5% e 1,0%. L’Inea ha diffuso anche alcune simulazioni realizzate sulla base delle comunicazioni della Commissione europea su ‘La Pac verso il 2020’. Riguardo al tema dei pagamenti diretti tra Stati membri il dibattito si è concentrato soprattutto sul tentativo di stabilire criteri “oggettivi” con cui procedere alla distribuzione delle risorse del primo pilastro della Pac tra gli Stati. Il criterio che ha rappresentato il punto di riferimento iniziale, sulla base dei molteplici studi realizzati negli ultimi mesi a livello comunitario, è quello della superficie agricola. Tuttavia secondo l’Inea, questo parametro, se utilizzato in maniera esclusiva, darebbe luogo a forti scostamenti dallo status quo, cioè dall’attuale distribuzione degli aiuti, con conseguenti consistenti travasi finanziari tra gli Stati membri. L’Italia

sarebbe tra i Paesi maggiormente penalizzati: se si utilizzasse la superficie ammissibile agli aiuti (comprensiva delle superficie vitate e a ortofrutta), il massimale del nostro Paese si ridurrebbe significativamente. In generale - ha osservato il rapporto - un importante elemento nella valutazione delle potenzialità della riforma della Pac è la dimensione finanziaria attribuita a questa politica nelle future prospettive finanziarie. La recente bozza di discussione delle nuove prospettive finanziarie dell’Ue traccia un quadro complessivo che prevede una riduzione dei pagamenti diretti, che sembra collocarsi intorno al 12,5% per tutto il periodo (2020 rispetto al 2013), mentre invece al primo anno (2014) la riduzione sarebbe limitata a circa il 2,9% rispetto ai massimali del 2013. Per l’Italia, si passerebbe inizialmente ad un ammontare pari a 3.834,7 milioni di euro, e a regime a 3.455,6 milioni, con un tasso medio annuo di riduzione pari a 1,9%. Uno degli obiettivi della riforma della Pac è di rendere la distribuzione degli aiuti più omogenea, non solo tra Stati membri ma anche tra Regioni e aziende. In Italia, dove a seguito della riforma Fischler è stato applicato il criterio storico di distribuzione tra aziende del regime di pagamento unico, gli aiuti sono molto differenziati tra aziende, produzioni e territori. Di conseguenza la futura riforma della Pac potrebbe avere effetti redistributivi molto rilevanti. A questo elemento, nella valutazione degli effetti redistributivi della riforma, va aggiunto quello relativo alla posizione di ciascuna Regione. Oggi ciascuna Regione riceve un ammontare di aiuti in funzione delle produzioni storiche di quei territori; il passaggio ad un aiuto forfettario ad ettaro, anche non tenendo conto della riduzione delle risorse complessive, comporterà una rottura del legame tra territori e aiuti storici e quindi, a seconda di quale sarà il criterio prescelto per ridistribuire le risorse, differenti saranno gli effetti della regionalizzazione.

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Saverio Romano, Ministro delle Politiche Agricole, dice ...

NO agli OgM

Non fermiamo la ricerca, ma tuteliamo le produzioni italiane - ha ribadito il titolare dell’agricoltura, al convegno sulle biotecnologie

“Il mio ragionamento è semplice – ha detto il ministro delle politiche agricole Saverio Romano - se scegliessimo la strada degli Ogm ci uniformeremmo alle scelte di molti Paesi morfologicamente più adatti dell’Italia a questo tipo di colture, ma il nostro peso in termini di produzione diverrebbe irrilevante. La nostra superficie agricola non ci consente questo tipo di soluzione”. Sulla questione Ogm la posizione (contraria) del ministro Romano è netta. Ed è arrivata nel corso del convegno svoltosi al Mipaaf su “Genomica e biotecnologie applicate all’agricoltura: quali prospettive?” organizzato dal Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura. Al convegno, voluto dal ministero per affrontare il tema in “maniera laica”, sono stati trattati argomenti quali la coltivazione delle Piante geneticamente modificate (Pgm) e la diffusione della biotecnologia Mas (Marker assisted selection - Selezione assistita da marcatori).

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“Dico no agli Ogm come coltivazione perché - ha ribadito Romano - se fossimo gli unici al mondo a soddisfare il consumatore che cerca il prodotto non Ogm i nostri spazi di mercato aumenterebbero. Sostenere la ricerca significa mettere a disposizione della produzione gli strumenti per raggiungere l’obiettivo. Guai a fermare la ricerca e la sperimentazione in laboratorio, ma dobbiamo aver chiaro dove vogliamo indirizzare gli studi per arrivare al nostro obiettivo”. “Come Governo il nostro compito è tutelare le produzioni italiane in ambito globale”, ha concluso. A conclusione del convegno è intervenuto anche Ferruccio Fazio, ministro della Salute, che ha ribadito l’impegno del ministero nell’ambito della sicurezza alimentare, in particolare collegata con la ricerca sulle biotecnologie e l’uomo, e l’identità di posizione con il collega di Governo sul tema della coltivazione degli Ogm in Italia.


Nell’ambito dello Scof (Standing Committee on Organic Farming), il Comitato per l’agricoltura biologica dell’Ue, sono stati discussi alcuni provvedimenti di rilevante interesse per il settore

Mai come adesso conviene Infatti è ora possibile usufruire di un particolare beneficio economico, cioè: il guadagno sull’energia prodotta dall’impianto fotovoltaico L’incremento di € 0,05 sulla tariffa incentivante Conto Energia per l’installazione di impianti in luogo di preesistenti coperture in eternit (o comunque contenenti amianto) il risparmio sui costi dell’energia consumata Benefici fiscali

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ileader talia europea nel BIO La domanda di prodotti biologici cresce a ritmi vertiginosi e anche dal lato dell’offerta la produzione del biologico di casa nostra offre una risposta egregia. Sono queste le conclusioni che emergono dall’analisi dei dati forniti dagli organismi di certificazione ed elaborati dal Sistema di informazione nazionale sull’agricoltura biologica del Mipaaf. Su una superficie biologica di 1.113.742 ettari e su 47.663 operatori; numeri che posizionano l’Italia ai vertici dei Paesi produttori di biologico in tutta Europa. Il mercato del biologico nel 1° quadrimestre di quest’anno è cresciuto, sulla base delle rilevazioni Ismea, dell’11,5% rispetto allo stesso periodo del 2009 (+9,2% per l’ortofrutta fresca e sfusa), percentuali che non si riscontrano in altre filiere dell’agroalimentare, confermando la fiducia con cui il consumatore

guarda a questo settore, che garantisce una offerta di prodotti di qualità nel rispetto dell’ambiente. Il mondo produttivo risponde in maniera adeguata: crescono infatti del 22%, rispetto all’anno precedente, i produttori agricoli che effettuano anche attività di trasformazione, migliorando notevolmente la strutturazione della filiera del biologico nazionale e garantendo maggior valore aggiunto ai produttori agricoli. Il nostro Paese sta facendo notevoli sforzi per sostenere il biologico e per farne conoscere tutti i suoi valori, ma anche per fornire strumenti utili al mondo produttivo per migliorare la competitività delle imprese sia sul mercato nazionale che su quello internazionale e per offrire al consumatore ciò che più chiede: genuinità e qualità.

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È Mortadella Bologna, che c’entra il

Made in Italy?

«Noi del Consorzio vi garantiamo che la Mortadella Bologna Igp, prodotta dalle nostre aziende, è genuina, sicura e controllata». Parola di Luca, responsabile della qualità del Consorzio Mortadella Bologna. Lo slogan è quello che compare sulle pubblicità in uscita in questi giorni su alcune pubblicazioni. ma non è nuova. Da quel che sono riuscito a ricostruire risale alla fine del 2010. Per l’analisi del messaggio potete consultare l’approfondimento pubblicato da un giovane professionista della comunicazione, Fabio Brocceri, sul suo blog. Per quel che mi riguarda mi limito a registrare l’ennesima comunicazione su un salume italiano dove non si parla nemmeno per caso di Made in Italy. So bene che non potrebbe essere diversamente: il disciplinare della Mortadella Bologna Igp (la sigla sta per Indicazione geografica protetta) non prevede che la materia prima e cioè la carne di suino, sia italiana. Come tutte le Igp fissa il metodo di preparazione, la ricetta «all’italiana». Ecco, la Mortadella è un po’ il «manifesto» politico dell’industria di trasformazione: da dove viene la materia prima non importa, tanto garantiano noi che il prodotto è «genuino, sicuro controllato». Che è poi il claim, vale a dire la promessa, della campagna pubblicitaria della Mortadella Bologna. Tutto corretto, tutto secondo le leggi e i regolamenti. Italiani o comunitari. Messaggio irreprensibile. Peccato che se tutti i salumi fossero fatti come la Mortadella, di maiali in Italia non ce ne sarebbe più nemmeno l’ombra. Già è così per almeno i due terzi dei prosciutti. E mi viene in mente quel che ho sentito dire alla presentazione di Cibus Tour, verso la fine di marzo, a Franco Finato, direttore generale dell’Assica, la Confindustria della carne: «L’equivalenza origine uguale sicurezza è un problema di disinformazione», perché «sono le tecnologie a garantire qualità e sicurezza agli alimenti». Finato se la prese un po’ per il mio resoconto di quella mattinata (senza per altro smentire i virgolettati) e mi inviò un documento sulla posizione dell’Assica. Ne riparleremo presto.

ETICHETTOPOLI | 19


Biogas e impresa zootecnica

Biogas e impresa zootecnica un legame utile anche contro le speculazioni La produzione di biogas per la sua destinazione energetica rappresenta certamente una grande opportunità per le imprese zootecniche ed è decisamente virtuoso sotto il profilo energetico ed ambientale. L’azienda zootecnica con l’adozione della sezione biogas completa un ciclo produttivo rendendolo più favorevole sotto il profilo ambientale, riducendo l’impatto dovuto alla presenza di sostanze inquinanti, le emissioni di metano in atmosfera e le emissioni di sostanze odorigene. Confermando l’assunto che il biogas rappresenta una filiera di fondamentale importanza per le aziende zootecniche, Coldiretti sottolinea la necessità di risolvere i problemi legati alla sostenibilità di altre tipologie di impianti che, avendo ben poco di “agricolo” e seguendo esclusivamente la logica dell’economia di scala e della massimizzazione del profitto, sfuggono ad ogni regola di pianificazione territoriale e risultano inefficienti sia dal punto di vista energetico che ambientale, invalidando, tra l’altro, gli investimenti che le imprese agricole stanno sostenendo per valorizzare le loro produzioni attraverso una forte identificazione con il territorio di appartenenza. Gli impianti di biogas di grossa taglia (ma lo stesso dicasi dei grandi impianti fotovoltaici su suolo e del grande eolico), che il più delle volte risultano poco o nulla collegati al tessuto agro-zootecnico territoriale, rischiano, infatti di stravolgere la finalità principale della produzione dell’energia rinnovabile, e cioè la sostenibilità ambientale. Quando si assiste, infatti, ad una massiccia proliferazione sul territorio di impianti di biogas di grande potenza (scelta dettata dalle condizioni particolarmente favorevoli del sistema incentivante attualmente in vigore) si presume che questi non possano essere alimentati esclusivamente con i residui zootecnici (o con limitate integrazioni di biomassa residuale agricola), configurandosi, invece, come impianti di tipo industriale, alimentati quasi esclusivamente con biomasse da colture dedicate (ad esempio silomais) e comunque orientati alla massimizzazione della resa energetica senza alcuna attenzione alle ripercussioni sugli ordinamenti colturali della zona e sulle risorse (prima tra tutte quella idrica). Anche dal punto di vista ambientale, infatti, un conto è integrare con il mais un impianto dimensionato sulla base delle deiezioni zootecniche di origine locale disponibili, e un conto è progettare un impianto sapendo sin dall’inizio che sarà alimentato esclusivamente con mais appositamente coltivato. Il risultato è che il boom dei grandi impianti di biogas per la produzione di energia elettrica, grazie all’uso di cereali, sta creando non pochi problemi al territorio. In particolare l’avanzata di grandi impianti industriali rispetto a quelli medio piccoli che affiancano l’attività agricola, sta generando una bolla speculativa sugli affitti dei terreni destinati al mais e ad altri cereali usati come carburante energetico piuttosto che come foraggio per gli animali ed interferendo anche sui costi di produzione del latte e della carne.

Cos’è

il biogas

Cos’è

un impianto di biogas

è una miscela composta per il 50÷70% da metano (CH4) e per la restante parte soprattutto da anidride carbonica (CO2). La resa in biogas dei substrati avviati alla digestione anaerobica è variabile a seconda della natura del materiale trattato ed avente un potere calorifico compreso tra 20000 e 24000 kJ/m3, variabile in funzione del contenuto di metano al suo interno (avente potere calorifico di 37.300 kJ/m3). è un impianto che, tramite la fermentazione anaerobica di sostanze organiche complesse contenute in biomasse vegetali, sottoprodotti di origine animale (reflui zootecnici), residui di lavorazione o rifiuti urbani permette la produzione di biogas. La digestione anaerobica è una tecnica efficiente e versatile, basata su processi naturali e reazioni biochimiche effettuate dai microrganismi, i quali per la loro crescita degradano il materiale di supporto ed indirettamente producono delle miscele di gas. Il processo degradativo si evolve attraverso una prima fase, nella quale i batteri anaerobi facoltativi trasformano la sostanza organica in composti semplici (acidi grassi volatili, aldeidi, alcoli). In una seconda fase i composti precedentemente scissi vengono degradati grazie all’azione di batteri anaerobi obbligati, al fine di produrre biogas.

Elementi

dell’impianto

L’impianto è costituito essenzialmente da: • vasca di raccolta iniziale • stazione di pompaggio e miscelazione • separatore del materiale grossolano (opzionale, vedasi paragrafo successivo)

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Biogas e impresa zootecnica

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reattore anaerobico, nel quale avvengono le reazione degradative. Sul fondo e sui lati della struttura solitamente vengono posizionate delle resistenze elettriche o delle serpentine nelle quali passa dell’acqua calda, in modo da riscaldare il digestato e raggiungere la temperatura ottimale di sviluppo dei microrganismi. Nella parte superiore del digestore avviene invece la raccolta del biogas, mediante una copertura gasometrica a cupola. sistema di filtraggio a sabbia o ghiaia del gas uscente dall’impianto per la purificazione da solidi in sospensione sistema di deumidificazione e desolforazione del biogas vasca di stoccaggio finale del digestato cogeneratore per la produzione contemporanea di energia elettrica e calore (motore endotermico alternativo o turbina) aggancio alla rete di distribuzione

Figura: Impianto tipo super-flow per biomasse super dense

Tratto da: Quaderno della ricerca n.93 – Settembre 2008. Regione Lombardia

Tipologie

impiantistiche

Nello specifico gli impianti di Biogas di uso più frequenti sono assimilabili a 3 distinte tipologie, aventi ciascuna peculiarità e per questo adattabili differenti realtà aziendali: Impianto a canale tipo plug-flow o flusso a pistone: è il classico impianto, la sua peculiarità è costituita dalla presenza di un separatore per i solidi grossolani posizionato anteriormente al digestore per evitare la possibile formazione di croste superficiali all’interno del digestore. Infatti in questa tipologia di impianti all’interno del reattore non è prevista la presenza di miscelatori. Il solido palabile prodotto dal separatore potrà inoltre essere inviato al compostaggio. Questa tipologia di impianto si addice ad aziende che intendono produrre energia con lo scopo di utilizzarla quasi totalmente per soddisfare i fabbisogni aziendali, utilizzando solamente effluenti d’allevamento per l’alimentazione del proprio digestore.

Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR


Biogas e impresa zootecnica

Impianto cilindrico tipo up-flow miscelato: questa tipologia d’impianto utilizza le deiezioni tal quali (frazione liquida + frazione solida), pertanto il digestore sarà dotato di miscelatore ad elica, di pompa di ricircolo esterna e sistema di bocchette di fondo per ottenere la movimentazione del liquame (effetto up-flow). Il digestore sarà alimentato costantemente con liquame fresco, mentre il liquame digerito uscirà dopo un tempo medio di permanenza nella vasca di circa 20-25 giorni. Al fine di mantenere stabile la carica microbica all’interno del digestore e quindi non far diminuire la produttività, questo sistema d’impianto prevede la presenza di una pompa di ricircolo al fine di miscelare il liquame “fresco” in ingresso con del prodotto digestato. Con questo passaggio i microrganismi presenti e produttivi nel prodotto digestato fungono da “inoculo” per la massa di liquame non trattato in entrata nel digestore, in questo modo l’impianto non subisce drastiche diminuzioni di gas dovute al tempo che ci impiegherebbero i microrganismi a moltiplicarsi e a rendersi produttivi. Questa tipologia di impianto è consigliata ad aziende che desiderano aumentare il rendimento in termini energetici ed economici; esso si addice ad aziende che presentino anche superficie agricola da destinare alla produzione di biomassa per l’alimentazione del reattore. Impianto tipo super-flow per biomasse super dense: adatto ad aziende con elevata superficie aziendale e disponibilità di terreni da destinare alla produzione di biomassa. L’impianto permette di massimizzare l’efficienza di trasformazione; esso di basa sulla presenza di 2 reattori nei quali il materiale da digerire subisce due differenti degradazioni da parte di popolazioni microbiche differenti. Peculiarità dell’impianto è l’impiego di quantità di biomassa vegetale oltre il limite di pompabilità. Infatti la biomassa viene immessa nel primo dei due digestori tramite un’apposita tramoggia munita di coclee, secondo un apposito programma garantire un buon funzionamento del processo fermentativo della popolazione microbica e conseguentemente della produzione metanogena. Il liquame digerito uscirà dopo un tempo medio di permanenza nella prima vasca di circa 20 - 30 giorni per essere trasferito nel digestore secondario, a sua volta miscelato ed in grado di recuperare la residua quantità di biogas. Il tempo di permanenza nel secondo digestore risulta pari a circa 30 - 40 giorni per una permanenza media complessiva pari a circa 60 giorni. Questa impiantistica è consigliabile ad aziende o consorzio di più aziende, con notevole disponibilità di biomassa costante nell’arco dell’anno, grazie alla quale si incrementa notevolmente la produzione di biogas e quindi di energia elettrica prodotta, massimizzando in tal modo il rendimento del processo.

Resa

La quantità di biogas potenzialmente producibile viene espressa come volume per tonnellata di solidi volatili (Nm3/ ton. SV). Come si può osservare dalla tabella sottostante la produttività cambia notevolmente tra i singoli substrati.

Tratto da: Piccinini S., Schiff M. (2006). Produrre biogas: investimenti e attrezzature aziendali. Agricoltura, suppl. 30, 2006

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Da 1 Nm3 (normal metro cubo) di biogas è possibile produrre circa 1,5-2,0 kWh di energia elettrica e 2,0-3,0 kWh di energia termica (CRPA – 2008. Biogas: l’analisi di fattibilità tecnico economica. Opuscolo CRPA n. 4/2008)

Costi

e ricavi

La voce di costo che maggiormente incide sull’investimento è costituita dalle opere edili necessarie per le strutture di ricezione e trattamento delle biomasse, per le strutture di produzione e stoccaggio del biogas e per le strutture di stoccaggio del digestato; ad esse si aggiungono i costi delle opere elettromagnetiche, costituite da: cogeneratore, attrezzature per il carico delle matrici e allacciamenti elettrici. La soglia di redditività di un impianto si aggira sui 50-100 kWe di potenza elettrica installata. Oltre all’investimento è da considerare il costo di approvvigionamento della biomassa, che per impianti di grossa taglia, data l’alta resa in biogas, può richiedere anche il 100% dei prodotti impiegati. Una stima dei costi di impianto è possibile osservarla tramite la tabella:

Tratto da: Quaderno della ricerca n.93 – Settembre 2008. Regione Lombardia

Ricavi dalla vendita dell’energia: il GSE ha stabilito che per impianti fino a 1 MW una tariffa omnicomprensiva di 0,28 € per kWh immesso in rete per una durata di 15 anni (legge 23 luglio 2009, n. 99 “Disposizioni per lo sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia”. Stime di ricavi per m3 di refluo avviamo al trattamento pari a 0-2,5 €. Nelle tabelle sottostanti è possibile osservare una tabella costi- ricavi per un ipotetico impianto da 1 MWe per un azienda che intenda produrre biogas sia da effluenti d’allevamento, sia da biomassa vegetale CRPA (Opuscolo CRPA 6.20 - N.4/2008; Biogas: l’analisi di fattibilità tecnico-economica):

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Vantaggi

del biogas

Il processo degradativo porterà i seguenti vantaggi: • Il biogas prodotto dalle fermentazioni viene impiegato per la produzione di energia elettrica portando l’azienda all’autosufficienza energetica e vendita della produzione eccedentaria. • Oltre all’energia elettrica il motore endotermico produrrà del calore. Il suo recupero potrà essere adoperato sia per il riscaldamento del reattore, in modo da avere una temperatura ottimale per lo sviluppo microbico, sia per poter scaldare le strutture aziendali e poter creare su piccola-media scala un impianto di teleriscaldamento. • Diminuzione delle emissioni maleodoranti, quali acidi grassi volatili, alcoli e fenoli • Abbattimento carica microbica dei reflui • Abbattimento del potere inquinante dei reflui variabile tra un 25% per i reflui bovini e 40-50% per i reflui suini • Il digestato (sottoprodotto della digestione anaerobica) può rappresentare un fertilizzante stabilizzato, agronomicamente eccellente e ricco di nutrienti. Ciò in quanto si attua una trasformazione della forma di azoto, dalla forma organica (a lento rilascio) presente nelle materie prime iniziali viene trasformato in azoto ammoniacale prontamente assimilabile dalle piante.

Svantaggi

L’impiego di biomasse vegetali all’interno del digestore dovrà essere ben gestito e regolato per evitare la fuoriuscita dai parametri stabiliti dalla legge 676/91 – “direttiva nitrati” in quanto questi prodotti andranno ad aumentare la presenza di azoto da utilizzare agronomicamente. Si stima infatti un aumento del contenuto di azoto del 10 -40% rispetto al contenuto nei soli reflui zootecnici.

Conclusioni

Nel complesso il sistema permette di diversificare le entrate aziendali. È necessario tener conto della gestione dell’impianto di produzione e utilizzazione del biogas che deve essere effettuata da personale qualificato. Queste tecniche di per se non consentono la riduzione del carico d’azoto ma possono permetterne una migliore gestione a livello aziendale tramite una stabilizzazione. Una riduzione dell’azoto può essere effettuata tramite una separazione dei solidi iniziale oppure operando tramite tecnologie differenti impiegando alcuni ricavi derivanti dalla vendita dell’energia prodotta col biogas.

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(Col)direttamente nel bicchiere:

“Rio delle rose”

Az. Cav. Aurelio Musso - Torrazza Coste Circa cento anni…. questo è il tempo che la famiglia Musso ha dedicato al mondo della vite e dell’uva. La passione è nata con il nonno Dante Maggi il quale acquistò alcuni vigneti nel territorio di Cigognola e con suo figlio Luigi che perfeziona le tecniche di vinificazione. Dal 1984, l’Azienda è condotta dal genero Aurelio Musso, appassionato vitivinicoltore, che inizia un processo di ammodernamento della cantina, con attenzione particolare alla tecnica e alla qualità del prodotto in tutte le fasi della lavorazione, al fine di ottenere uno stile qualitativo di grande personalità, conservando armonia di profumi e sapori caratteristici del territorio e della tradizione. L’azienda produce uve rosse come Croatina, Barbera, Uva rara e Pinot e uve bianche quali Riesling, Moscato, Cortese e Chardonnay. Ci propone in degustazione uno spumante rosato con un nome particolare Rio delle Rose, una cuvée di pinot nero e chardonnay di ottima bevibilità. Bottiglia “champagnotta” leggera, tipica degli spumanti a Metodo Martinotti (o Charmat, per gli esterofili…) come è questo; l’etichetta è semplice, forse fin troppo: in un mercato dove ci si fa largo anche con l’immagine, rischia di risultare un po’ dimessa… ci aspettiamo un restyling. Venendo invece alle cose davvero importanti, cioè al contenuto, cominciamo ad osservare il colore, un interessante rosa tenue che non perde intensità sull’ unghia, con un perlage piacevole che appaga la vista . Sentori di crosta di pane ci avvolgono appena portiamo al naso il bicchiere, seguiti da aromi di frutta , un mix di ciliegia, prugna matura, fragola, molto piacevoli. Al palato presenta una buona acidità che rivela la sua giovinezza, è un 2010, sostenuto da una ben presente alcolicità, comunque non preponderante. Posso considerarlo un vino a tutto pasto, sicuramente da tener presente per aperitivi di vario genere, soprattutto a base di salumi stagionati: un prosciutto di Par-

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ma mi sembra perfetto. Risotti e pasta con pesce a seguire ed infine un branzino al sale potrebbe essere la cena ideale per l utilizzo di questa bottiglia. Michele Verda Sommelier Fisar Pavia

VITIVINICOLO


Il vino d’Oltrepò

alla conquista degli USA Coldiretti Pavia impegnata in prima persona nella promozione delle case vitivinicole oltrepadane In questi ultimi mesi, caratterizzati dal successo del vino italiano sui mercati esteri, Coldiretti ha spinto sull’acceleratore della promozione, valutando le azioni previste dai Bandi Ministeriali e Regionali, per offrire alle proprie aziende la possibilità di affrontare con successo nuovi mercati. Si è così svolta nei giorni 25/26 e 27 luglio, la prima fase del progetto di Promozione dei prodotti tipici Agroalimentari Lombardi “Dalla Lombardia al Nord America 2011”, elaborato in collaborazione con la DG Agricoltura della Regione Lombardia il Sistema Camerale Lombardo, con il supporto di Promos - CCIAA Milano, che ha visto Coldiretti Pavia diretta protagonista in questo insolito ruolo dedicato alla promozione. Queste le principali azioni che costituiscono l’ambizioso progetto: • l’accoglienza in Lombardia di delegazioni di compratori ed operatori esteri con incontri bilaterali a tavolino e degustazioni; • le missioni commerciali all’estero con la realizzazione di un’agenda di incontri mirati e personalizzati con buyer esteri; • la promozione dei prodotti presso catene di ristoranti e negozi di specialità, angoli promozionali presso supermercati e catene della grande distribuzione e degustazioni guidate; • il supporto e assistenza alle certificazioni dei prodotti nel mercato nordamericano. Il concetto di fondo secondo Coldiretti si basa sulla promozione del territorio Oltrepadano nella sua interezza, valorizzando sempre di più il legame tra territorio e qualità, “sfruttando” il traino positivo dei principali marchi commerciali delle più prestigiose aziende pavesi. “L’impegno di Coldiretti – ha dichiarato Giuseppe Ghezzi, presidente provinciale - è stato quello di coinvolgere e guidare le aziende in questa avventura; la prima tappa si è svolta a Milano, con le giornate di degustazioni e di incontri bilaterali, presso lo storico Palazzo Affari ai Giureconsulti dove le aziende hanno incontrato, alcuni importanti buyer provenienti dagli Usa e dal Canada. Gli incontri hanno suscitato, grazie agli ottimi prodotti presentati, alla professionalità e alla cortesia dei nostri viticoltori, un notevole interesse verso i vini oltrepadani che si sono rivelati una piacevole scoperta per molti degli operatori nordamericani”. “Per meglio caratterizzare i nostri vini – prosegue Giovanni Roncalli, direttore della Coldiretti di Pavia - abbiamo poi ritenuto necessario accom-

pagnare direttamente, i buyer in Oltrepò, alla scoperta delle nostre colline e delle nostre aziende; un’ottima occasione per confrontarsi con l’esperienza di chi ha potuto conoscere vini e territori diversi e soprattutto per far conoscere la nostra zona di produzione. Allo scopo abbiamo redatto, in italiano e in inglese, una piccola guida vitivinicola del nostro Oltrepò, costituita da varie schede dedicate ai vitigni coltivati e ai vini prodotti nella Provincia di Pavia”. Nel ringraziare le Cantine che con tanto entusiasmo hanno aderito a questa bella iniziativa, Coldiretti Pavia ha dato appuntamento alle aziende protagoniste del territorio, per la successiva fase che si terrà, dopo la pausa estiva, con le missioni commerciali all’estero e con altri incontri bilaterali in Lombardia.

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Vendemmia con la “garanzia” dei voucher Sono in pieno svolgimento le cosiddette “campagne di raccolta” più tradizionali per l’impiego di manodopera, ed è quindi opportuno riepilogare le caratteristiche del “sistema voucher”, tramite il quale è possibile impegnare, nelle suddette attività, delle specifiche categorie di lavoratori. I lavoratori possono essere occupati in lavori di natura occasionale rese nell’ambito di: a) lavori domestici; b) lavori di giardinaggio, pulizia e manutenzione di edifici, strade, parchi e monumenti; c) insegnamento privato supplementare; d) manifestazioni sportive, culturali, fieristiche o caritatevoli e di lavori di emergenza o di solidarietà anche in caso di committente pubblico; e) qualsiasi settore produttivo, compreso quello agricolo, se prestate il sabato e la domenica e durante i periodi di vacanza (1° dicembre-10 gennaio, dalla domenica delle Palme al martedì successivo al lunedì dell’Angelo, 1° giugno-30 settembre), da parte di giovani di età inferiore a 25 anni e regolarmente iscritti ad un ciclo di studi presso l’università o istituto scolastico di ogni ordine e grado, compatibilmente con gli impegni scolastici. Gli studenti possono effettuare prestazioni di lavoro occasionale anche il sabato e la domenica in tutti i periodi dell’anno, oltre che nei periodi di vacanza e compatibilmente con gli impegni scolastici. Gli studenti iscritti ad un ciclo regolare di studi universitari possono svolgere lavoro occasionale accessorio in qualunque periodo dell’anno. f) attività agricole di carattere stagionale effettuate da pensionati, casalinghe e da giovani di cui al punto precedente, ovvero, per ogni tipo di attività agricola (anche non stagionale) svolte a favore delle imprese agricole con volume d’affari inferiore a 7 mila euro (è indifferente che siano o meno in contabilità IVA). Per casalinghe si intende coloro che, senza vincolo di subordinazione, svolgono lavori non retribuiti in relazione a responsabilità familiari, che contemporaneamente non svolgono attività di lavoro autonomo o dipendente e che non abbiano prestato lavoro subordinato in agricoltura nell’anno in corso ed in quello precedente; g) in qualsiasi settore produttivo, compreso quello agricolo, da parte di titolari di disoccupazione ordinaria o a requisiti ridotti o disoccupazione speciale per agricoltura ed edilizia h) commercio, turismo e servizi intestati ad impresa familiare di cui all’art. 230 bis del codice civile; i) consegna porta a porta e vendita ambulante della stampa quotidiana e periodica; j) qualsiasi settore produttivo, compreso quello agricolo, da parte dei pensionati; k) qualsiasi settore produttivo, compreso quello agricolo nel limite massimo di € 3 mila per anno con il medesimo committente, dai percettori di prestazioni integrative del reddito o connesso con lo stato di disoccupazione (cassaintegrati e lavoratori in mobilità). Extracomunitari - Gli extracomunitari possono svolgere attività di lavoro occasionale di tipo accessorio se in possesso di un permesso di soggiorno che consenta lo svolgimento di attività lavorativa, compreso quello per studio, o nei periodi di disoccupazione se in possesso di un permesso di soggiorno per “attesa occupazione”. Le prestazioni occasionali accessorie non consentono né il rilascio né il rinnovo del permesso di soggiorno per motivi di lavoro ai cittadini extracomunitari. I titolari di contratti di lavoro part-time possono svolgere prestazioni lavorative di natura occasionale nell’ambito di qualsiasi settore produttivo, con esclusione del datore di lavoro titolare del contratto part-time. I compensi per le prestazioni in commento non devono superare € 5 mila nel corso dell’anno con il medesimo committente (€ 10 mila per le imprese familiari del commercio, turismo e servizi). I limiti suddetti sono al netto delle trattenute previdenziali fisse, quindi, ad esempio, il limite di € 5 mila si deve intendere come “compenso da voucher” di € 6.660 (€ 4.995 netti). I meccanismi di richiesta ed utilizzo dei voucher da quest’anno sono più ampi. Infatti possono essere acquistati ed incassati presso i tabaccai convenzionati, il cui elenco è pubblicato sul sito Internet dell’Inps. Ai lavoratori impiegati con il sistema voucher spettano l’anzianità contributiva, il diritto alla pensione e l’indennità infortunistica compreso l’eventuale danno biologico, ma non le prestazioni previdenziali assistenziali, quali, disoccupazione, maternità, malattia, assegni familiari, ecc. Nei limiti di importo sopra detti, il totale riscosso è totalmente esente ai fini fiscali.

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Dichiarazioni di giacenza vino e mosti al 31 luglio Nello scorso numero abbiamo ricordato, in anticipo rispetto alla pubblicazione della Circolare Agea, la tempistica per la presentazione della Dichiarazione di Giacenza Vino al 31 luglio 2011. In particolare l’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea) ha confermato, con circolare del 21 luglio 2011, le stesse modalità di presentazione dello scorso anno, fissando la scadenza al 12 settembre 2011 (poiché il 10 settembre cade di sabato). Invitiamo tutte le aziende interessate, ovvero coloro che detenevano vini e/o mosti alla mezzanotte del 31 luglio 2011, a fornire ai nostri uffici, prima possibile, i quantitativi dei vini presenti sui registri di carico e scarico alla data sopra indicata, per poter compilare in tempo utile la dichiarazione.

Periodo vendemmiale campagna 2011/2012

La Regione Lombardia, con decreto n. 6914 del 25 luglio 2011, ha definito, in base alle indicazioni pervenute dai Consorzi di Tutela, dalle Province e dalle Organizzazioni Agricole di settore, il periodo vendemmiale e il periodo delle fermentazioni e rifermentazioni vinarie. In particolare, per la Provincia di Pavia, per la campagna 2011/2012 i periodi sono così regolamentati: • periodo vendemmiale dal 5 agosto al 30 ottobre 2011. • periodo entro il quale sono consentite le fermentazioni/ rifermentazioni dal 5 agosto al 31 dicembre 2011. Il Decreto stabilisce che la detenzione delle vinacce negli stabilimenti enologici è vietata dal trentesimo giorno dalle fine del periodo vendemmiale, fatta eccezione per i casi previsti dalla normativa. Il Decreto stabilisce inoltre che le aziende che, a causa di motivate ragioni tecniche, decidono di anticipare il periodo di raccolta delle uve rispetto alla data prevista, devono darne comunicazione, tramite fax, alla Direzione Generale dell’Agricoltura (02/67658050) e all’Ispettorato centrale per il Controllo della Qualità-Ufficio di Milano (02/26414804). La comunicazione deve essere presentata anche nel caso di fermentazioni spontanee che avvengono al di fuori del periodo indicato.

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sullo sfondo Canneto Pavese

Coldiretti alla “Festa del Sangue di Giuda”

Sabato 2 luglio presso il Parco comunale di Canneto Pavese, ha avuto luogo “La festa del Sangue di Giuda”, un importante evento focalizzato sul celebre vino che ha proprio nella prima collina di Canneto e dei comuni limitrofi il suo più significativo centro di produzione. Il “Sangue di Giuda dell’Oltrepò Pavese”, dal colore rosso rubino, dal sapore pieno e dolce e dal guizzo vivace, ben rappresenta l’iridescente complessità e ricchezza eno-gastronomica di un territorio come l’Oltrepò Pavese, capace di offrire ad ogni giro di collina e vallata una “specialità”, un sapore, un’emozione sempre nuova. L’appuntamento del 2 luglio ha dovuto molto all’apporto del Comune e della Proloco, ma soprattutto alla tenacia e al desiderio di mettersi in gioco e di scommettere sulle proprie potenzialità (anche e soprattutto in periodo di crisi) delle aziende cannetesi aderenti a Coldiretti. Tali aziende hanno ben compreso come la qualità unita alla differenziazione ed alla capacità di trasmettere al consumatore la centralità del “marchio di territorio”, siano fattori imprescindibili di consolidamento e crescita per le aziende.

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Le nostre aziende protagoniste a Canneto Pavese all’importante evento per la valorizzazione del territorio

Le aziende aderenti a Coldiretti che partecipano all’evento:

Az. Agr. Guidotti Francesco Az. Agr. Vicomario Francesco Az. Agr. Vicomario Giuseppe Az. Vinicola “Il Torchio”

VITIVINICOLO


Le imprese di Coldiretti premiate nella sfida del mercato globale Ca’ Montebello e Barbacarlo ricevono il Premio Imprese Innovative e Internazionali della Camera di Commercio Venerdì 24 giugno presso la Sala Consiliare della Camera di Commercio di Pavia si è svolto il Workshop “Innovare ed esportare per competere – Percorsi di PMI a confronto”, al termine del quale è stato conferito ad alcune tra le più significative realtà economico-produttive della provincia il Premio Imprese Innovative e Internazionali. Tra i vincitori solo due aziende agricole, entrambe associate a Coldiretti: Ca’ Montebello di Luigi Scarani e Barbacarlo di Giuseppe Maga, realtà a conduzione famigliare che riescono ad esportare con successo il loro vino, dimostrando che anche il “piccolo” paga. “Si tratta di un riconoscimento importante – ha dichiarato Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia - che testimonia come la qualità e l’eccellenza del prodotto debba essere necessariamente appaiata alla conoscenza dei mercati, all’incisività della comunicazione e alla riconoscibilità del marchio di territorio per essere competitivi a livello internazionale: le due aziende citate, facendo propria l’impostazione strategica di Coldiretti, non si sono fatte piegare dalla crisi, ma l’hanno affrontata innovando e vincendo la sfida.

Danni da peronospora nell’anno 2008 Presto le Domande di aiuti in regime de minimis

Siamo in attesa del Decreto della Regione Lombardia che stabilirà le modalità per la presentazione delle Domande di risarcimento da parte delle Aziende Agricole che hanno subito danni alla produzione di uva da vino in seguito agli attacchi di peronospora che si sono verificati nell’anno 2008, a causa dell’andamento climatico sfavorevole. Il contributo sarà sottoforma di aiuti in regime “de minimis”, sulla base delle disponibilità finanziarie recate dall’art. 4 terdecies della legge n. 205/2008, a titolo d’indennizzo dei danni subìti. Con il Decreto Ministeriale n. 28354 del 2/12/2009 è stato approvato il riparto tra le Regioni e le Province autonome per provvedere all’erogazione a favore delle aziende danneggiate e alla Regione Lombardia è stato assegnato l’importo di 1.164.722,54 euro. I comuni interessati sono i seguenti: Bosnasco, Broni, Canevino, Canneto Pavese, Castana, Cigognola, Corvino San Quirico, Golferenzo, Lirio, Montecalvo Versiggia, Montescano, Montù Beccaria, Mornico Losana, Oliva Gessi, Pietra de’ Giorgi, Redavalle, Rovescala, Ruino, San Damiano al Colle, Santa Giuletta, Santa Maria della Versa, Stradella,Torricella Verzate, Volpara e Zenevredo. Appena sarà pubblicato il Decreto, avviseremo tutte le aziende aventi vigneti nei Comuni interessati per predisporre, entro i termini, le domande di aiuto. I nostri uffici sono a disposizione per chiarimenti rispetto alla compilazione delle Domande che richiedono calcoli per verificare l’incidenza del danno, confrontando la produzione di uva della campagna 2008 con quella delle campagne del triennio precedente.

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Il Corretto utilizzo dei prodotti pericolosi

Il Corretto utilizzo dei prodotti pericolosi

Il corretto utilizzo dei prodotti pericolosi

Facendo seguito al percorso di informazione intrapreso nelle precedenti edizioni del Coltivatore Pavese, su questo numero tratteremo le corrette modalità di utilizzo di tutti quei prodotti che, se non correttamente manipolati, possono arrecare gravi rischi alla salute degli addetti ai lavori. I

prodotti pericolosi

Sono definiti pericolosi tutti quei prodotti che a causa delle proprietà chimiche delle sostanze che li compongono (sotto forma solida, liquida o gassosa): • minacciano la salute; • sono dannosi per l’ambiente; • sono irritanti o corrosivi; • sono causa o favoriscono la propagazione incendi e/o esplosioni. Tra i prodotti classificati come pericolosi possiamo elencare: • carburanti per attrezzature agricole (benzina/gasolio); • detergenti; • disinfettanti; • fertilizzanti; • fitosanitari; • Oli per macchine agricole; • Solventi.

I

fattori di rischio Contatto: assorbimento della sostanza chimica attraverso la cute; Inalazione: intossicazione delle vie respiratorie; Ingestione: dovuta all’abitudine di bere, fumare o mangiare durante le operazioni senza aver adeguatamente provveduto a lavare le mani.

In base alla tipologia di rischio riscontrata possiamo avere dei sintomi negativi che possiamo classificare in: • • • • •

Acuti letali; Irreversibili non letali (dopo una singola esposizione); Gravi (dopo un’esposizione ripetuta o prolungata); Irritanti; Sensibilizzanti.

Il titolare dell’azienda agricola è tenuto ad effettuare una verifica dei rischi a tutela dei propri dipendenti considerando: • • • • •

I valori limite di esposizione professionale e biologica; Il livello, il tipo e la durata delle esposizioni; Le proprietà degli agenti chimici; Le circostanze e la quantità di utilizzo di tali agenti; Le informazioni contenute nella scheda di sicurezza.

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura


Il Corretto utilizzo dei prodotti pericolosi

I

comportamenti preventivi da adottare

Al fine di evitare l’insorgere di criticità, durante le fasi di manipolazione dei prodotti per la preparazione o la miscela degli stessi, è sempre buona cosa assumere qualche semplice accorgimento: • Adottare tutte le misure di prevenzione; • Avere disponibilità d’acqua con cui potersi lavare in caso di necessità; • Effettuare i trattamenti, se possibile, nelle ore più fresche e mai controvento; • Effettuare le operazioni di preparazione e/o miscela in ambiente aperto; • In caso di utilizzo di prodotti fitosanitari non assumere cibi o bevande, specialmente grasse (es. alcolici o latte), poiché possono favorire l’assorbimento della sostanza tossica; • Leggere le istruzioni d’uso e le schede di sicurezza; • Non lasciare i prodotti fitosanitari in confezioni diverse da quelle originali, salvo che in situazioni di criticità, in questo caso contrassegnare le nuove confezioni con gli appositi simboli di pericolo e riconoscimento; • Preparare e utilizzare il prodotto nelle quantità indicate; • Privilegiare i prodotti in granuli o liquidi rispetto a quelli in polvere per evitare dispersioni; • Privilegiare sistemi d’irrorazione a bassa pressione; • Rispettare la compatibilità dei prodotti, le distanze di sicurezza previste e i tempi di carenza previsti; • Stoccare i carburanti e i fusti dell’olio al coperto e porli in vasche di contenimento di volume uguale o superiore a quello delle cisterne e dei fusti al fine di contenere eventuali fuoriuscite; • Stoccare i residui del trattamento in appositi contenitori, chiusi ed etichettati, siti in locali dedicati, chiusi a chiave, ben areati e asciutti; • Utilizzare i DPI (dispositivi di prevenzione individuale) e indumenti idonei che al termine dell’utilizzo possano essere controllati, lavati e riposti negli appositi locali.

Primo

soccorso

In caso di intossicazione sono da evitare tutte le operazioni: • Allontanamento dalla fonte di intossicazione; • Chiamare immediatamente il medico e recarsi al Pronto soccorso più vicino; • Portare con sé il contenitore del prodotto e consegnare l’etichetta al personale medico.

Nella categoria delle sostanze pericolose fanno parte anche i fitosanitari e l’amianto che meritano una sezione dedicata. I Fitosanitari

Con questo termine si intendono tutti i preparati e i coadiuvanti che contengono una o più sostanze attive (o principi attivi) aventi come obbiettivo quello di proteggere le produzioni vegetali da organismi nocivi e regolarne e/o favorirne i processi vitali. L’impiego deve essere ridotto al minimo indispensabile, in considerazione del dosaggio massimo consentito e della pericolosità. Per l’acquisto, il trasporto e l’utilizzo di tali sostanze è necessario possedere un’adeguata istruzione circa la loro gestione.

Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR


Il Corretto utilizzo dei prodotti pericolosi

Classificazione:

• Molto tossici (*): contrassegnati dalla lettera T+ e con l’immagine del teschio; • Tossici (*): contrassegnati dalla lettera T+ e con l’immagine del teschio;

Il corretto utilizzo dei prodotti pericolosi

• Nocivi (*): contrassegnati dalla lettera Xn e con la Croce di Sant’Andrea; • Irritanti: contrassegnati dalla lettera Xi e con la Croce di Sant’Andrea; • Pericolosi per l’ambiente: contrassegnati dalla lettera N; • Infiammabili/molto infiammabili: contrassegnati dalla lettera F/F+; • Prodotti non classificati: riportanti la dicitura “Attenzione manipolare con prudenza”; (*) Per i prodotti molto tossici, tossici e nocivi, occorre essere in possesso di un patentino, rinnovabile ogni 5 anni.

In etichetta possiamo trovare:

• La denominazione commerciale e numero di registrazione; • Ditta produttrice e numero di lotto; • Tipologia di prodotto; • Composizione e formulazione (principio attivo e composizione); • Fasi di rischio e norme di prudenza; • Simbolo di pericolo; • Dosi e modalità di impiego; • Colture ammesse; • Organismi bersaglio, vegetali e parassitari; • Fitotossicità; • Compatibilità con altri prodotti; • Informazione sanitarie di sicurezza; • Tempi di rientro e tempi di carenza.

Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale: l’Europa investe nelle zone rurali PSR 2007-2013 Direzione Generale Agricoltura


Il Corretto utilizzo dei prodotti pericolosi

Amianto

Per molti anni l’amianto è stato utilizzato per la realizzazione di materiali da costruzione, tettoie e coperture. A seguito dell’adozione del PRAL (Programma Regionale Amianto della Lombardia), in considerazione della riscontrata nocività per l’uomo delle fibre di amianto, dovuta soprattutto al deterioramento in relazione alle condizioni meteorologiche, tutte le strutture contenenti amianto devono essere censite, attraverso moduli da presentare all’ASL competente e bonificate entro il 2015. Il datore di lavoro deve avvisare i propri lavoratori o coloro che effettuano attività di manutenzione ordinaria e straordinaria dei fabbricati della presenza di queste strutture. In caso di strutture in cemento-amianto (eternit) in precario stato di conservazione occorre valutarne la bonifica: tale valutazione è effettuata tramite l’applicazione dell’Indice di Degrado (I.D.) ed è condotta attraverso l’ispezione del manufatto. • Superficie evidentemente deteriorata in misura superiore al 10% della sua estensione, si procede alla bonifica privilegiandone la demolizione; • In caso di superficie integra si applica l’Indice di degrado. Il datore di lavoro deve: • Identificare i lavoratori esposti; • Effettuare lavori di manutenzione, in maniera non continuativa, esclusivamente su materiali e strutture non friabili; • Rimuovere senza deteriorare i materiali non degradati; • Sorvegliare e controllare i parametri dell’aria ai fini di effettuarne un campionamento atto all’individuazione della presenza di amianto in un determinato materiale. Fatte queste premesse, in azienda occorre: • Designare una figura responsabile avente compito di controllare e coordinare tutte le attività di manutenzione necessarie; • Tenere un’idonea documentazione da cui si possa ricavare l’esatta ubicazione dei materiali o delle strutture contenenti amianto; • Garantire il rispetto delle misure di sicurezza previste durante le attività di pulizia, gli interventi di stabilizzazione e/o ristrutturazione ed evitare eventi che possano causare danneggiamenti ai manufatti contenenti amianto; • Fornire una corretta e puntuale informazione sulla presenza di edifici contenenti amianto. Di seguito sono elencate le possibili opzione di bonifica: • La sopracopertura di quella preesistente in cemento-amianto (eternit) solamente nel caso in cui la struttura portante sia idonea a sopportare un carico permanente aggiuntivo; • L’incapsulamento delle coperture in cemento-amianto mediante idonei prodotti ricoprenti; • La rimozione e la sostituzione totale della copertura. I lavori di bonifica devono essere eseguiti esclusivamente da ditte specializzate, così come lo smaltimento può essere eseguito da ditte appositamente autorizzate dal Ministero dell’Ambiente. Prima di ogni intervento è necessario trasmettere copia del piano di sicurezza e comunicare preventivamente l’inizio dei lavori.

Attività di informazione misura 111/B che è stata oggetto di richiesta di finanziamento sulla misura 111 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013 della Regione Lombardia; cofinanziato dell’Unione Europea attraverso il FEASR


I Pensionati Coldiretti bocciano la Manovra economica:

“È ingiusta e deludente”

Ai Pensionati di Coldiretti non piace la Manovra finanziaria appena varata dal Governo. Pur apprezzando la rapidità politica che ha portato il Parlamento alla approvazione dello strumento per arginare le speculazioni che hanno interessato nei giorni scorsi il nostro Paese – ha dichiarato il Presidente PierLuigi Cerri - gli agricoltori esprimono “forti preoccupazioni per le gravi conseguenze che si abbatteranno sui coltivatori pensionati e le loro famiglie a causa delle nuove misure legislative”, soprattutto perché non sono state attuate “soluzioni eque che non generano sospetti”. L’introduzione dei ticket sanitari, l’addizionale nazionale sulle prescrizioni farmaceutiche, i tagli lineari e indistinti previsti sulle agevolazioni fiscali, i riflessi negativi sul welfare territoriale a causa dei continui tagli di risorse finanziarie alle Regioni e agli Enti Locali, già posti in grande difficoltà dal patto di stabilità, - ha proseguito il Presidente Cerri - sono segnali negativi che dimostrano la scarsa attenzione riservata agli anziani e a chi ha maggiore bisogno di cure. I Pensionati Coldiretti chiedono, dunque, maggiore attenzione per le popolazioni rurali che vedono continuamente ridursi i servizi pubbli-

ci presenti nelle loro aree e il potere di acquisto delle pensioni agricole, spesso limitate all’importo del trattamento minimo. Secondo il parere del Presidente di Federpensionati, Antonio Mansueto, la manovra “oltre ad essere molto sbilanciata e deludente, risulta fortemente penalizzante per i ‘deboli’ e molto lieve per i ‘forti’, in quanto non ha affrontato con la necessaria determinazione la lotta all’evasione fiscale e l’abolizione dei tanti Enti inutili che creano un diffuso ed equivoco dispendio di risorse”. è arrivato – ha concluso il Presidente Cerri - il tempo di “fare scelte politiche più responsabili dal punto di vista sociale, mirate ad un risparmio selettivo che colpisca le ampie fasce di sprechi ancora presenti nel nostro sistema politico ed economico, recuperando invece risorse per sostenere le famiglie ed i pensionati, per favorire una ripresa che apra prospettive di lavoro e benessere anche per i nostri giovani”.

Pensionati Coldiretti di Pavia in festa

Il prossimo 25 settembre l’Associazione Pensionati Coldiretti di Pavia organizza a Montebello della Battaglia la terza Festa Provinciale del Pensionato Coltivatore Diretto. Un’occasione di ritrovo per tutti i pensionati che l’Associazione vuole riproporre collegandola ad un anniversario particolare: i 150 anni dell’Unità d’Italia. Il Sacrario di Montebello della Battaglia è il luogo che rappresenta storicamente questa ricorrenza ed è per questo che l’Associazione lo ha scelto per chiamare a raccolta i suoi iscritti. Una giornata che vuole essere celebrativa ma anche di divertimento e svago; un modo per stare insieme e far festa in compagnia e allegria.

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Il programma di massima prevede: • • •

ore 9.30 Celebrazione della S. Messa presso il Sacrario dei Caduti di Montebello della Battaglia ore 10.30 incontro con le autorità ore 12.30 pranzo sociale con animazione e musica presso il Centro Don Orione di Montebello della Battaglia

Per le prenotazioni rivolgersi alla propria UOL di appartenenza

EPACA


8° Festa Regionale dei Pensionati Coldiretti all’insegna della fraternità e dell’allegria Anche quest’anno, un folto gruppo di Pensionati Coldiretti della nostra provincia, accompagnato dal Presidente Pierluigi Cerri ha partecipato all’8^ Festa Regionale Pensionati Lombardia. La festa si è svolta il 30 giugno scorso a Maderno sul Garda, sulle rive del Lago di Garda. L’ormai tradizionale appuntamento che ogni anno riunisce i pensionati Coldiretti provenienti da tutte le province della Lombardia, ha visto protagonista il gruppo di Pavia che ha “colorato” di giallo i luoghi della manifestazione. Dopo la S. Messa celebrata nel Duomo di Maderno, la comitiva si è trasferita a Gardone Riviera, località arcinota, simbolo dello spirito “vacanziero raffinato”, dove il tempo trascorre piacevolmente tranquillo e sereno. Oltre 500 pensionati Coldiretti si sono ritrovati a tavola per il pranzo sociale. Il succedersi delle pietanze è stato l’occasione per rinverdire i ricordi, le date, i volti, le persone rimaste indelebili nella memoria. Come nelle “grandi rimpatriate” il passato ritorna sempre, è un momento magico… Frasi come “Ricordi quel giorno in cui?” … e giù fiumi

di parole… come torrenti in piena. Un modo per far emergere dalle “nebbie” del passato … “un passato sempre vivo e mai dimenticato” che serve da sprone per rinnovate “conquiste”. Così il “piatto” che il cameriere porta è una scusa … un modo per giustificare la bellezza del vivere …e del condividere. Al termine del pranzo gruppi di pensionati hanno scelto il momento “culturale”:… la Gita sul Lago di Garda, occasione per osservare bellezze superlative…la Visita al Giardino Botanico, oppure… la Visita al Vittoriale degli Italiani, la cittadella monumentale fatta costruire sulle rive del Lago di Garda dal poeta Gabriele D’Annunzio. Il Poeta l’ha ideata e fatta costruire per farne la sua dimora dal 1921 al 1938, ma non l’ha mai potuta abitare. Gabriele D’Annunzio, morì qualche mese prima che l’Opera fosse terminata… Non prima, però, di averla donata allo Stato Italiano che ne ha fatto una Fondazione. Il Vittoriale degli Italiani è vistato ogni anno da oltre 190.000 persone… segno che le grandi “idee” non muoiono mai, come lo spirito di solidarietà e fraternità che lega tutti i COLDIRETTI D’ITALIA. Dino Secondo Barili

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RISO: budget da mantenere

anche nella Pac post 2013 La consulta di settore della Coldiretti ha approvato le linee programmatiche proposte per regolamentare l’Organizzazione Comune di Mercato del riso dopo il 2013. Il documento legato al progetto di filiera agricola italiana, è stato sottoscritto e condiviso dal resto della filiera risicola. Nella definizione della Politica agricola europea (Pac), la Commissione Europea ha da sempre riconosciuto la specificità del settore riso nel preservare l’integrità territoriale, tutelare la biodiversità e gestire efficientemente il sistema irriguo. Inoltre, l’impianto economico-finanziario adottato nell’ambito dell’Organizzazione Comune di Mercato del settore ha consentito di mantenere e sviluppare la coltivazione anche in aree dal delicato equilibrio idrico e ambientale, favorendo la conservazione di un patrimonio paesaggistico ricco di tradizioni e culture plurisecolari, contribuendo pure a consolidare la specificità del tessuto imprenditoriale agricolo territoriale. In questo contesto, il settore propone che nella Pac post 2013 siano confermate tutte le risorse che attualmente regolano il comparto del riso; allo stesso tempo, chiede il mantenimento dell’aiuto specifico erogato in funzione del ruolo ambientale che la risaia svolge e a tutela dei maggiori costi di produzione che il produttore risicolo sopporta per rispettare l’ecosistema e mantenere l’equilibrio idrico del territorio. Nella futura Politica agricola comune vanno inoltre implementate tutte quelle misure che possono favorire il contenimento dei costi, miglioramento dell’efficienza e il consolidamento del reddito attraverso: forme assicurative agevolate sia sul reddito, che contro le calamità naturali; sostegno allo stoccaggio presso le strutture dei risicoltori, per favorire una maggiore fluidità dell’offerta attraverso la graduale immissione del prodotto sul mercato (questo

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contribuirà alla stabilizzazione dei prezzi, evitando il concentrarsi dell’offerta solo in determinati periodi della campagna); reti di salvaguardia nei casi di crisi di mercato; miglioramento dei rapporti interprofessionali e della contrattualistica, utilizzando tutte le forme di aggregazione; interventi per la valorizzazione e la promozione con particolare attenzione allo sviluppo di filiere corte. In questo quadro emergono però delle preoccupazioni su come la Commissione Europea sta orientando scelte di politica internazionale nelle negoziazioni Wto, dove occorre sostenere l’attuale stabilità finanziaria del settore garantita dalla Pac. Alcuni meccanismi proposti per modificare sostanzialmente il quadro tariffario che regola l’attuale sistema mercantile mondiale potrebbero alterare fortemente i mercati comunitari in termini di concorrenza e di reddito agricolo. Per tutte queste ragioni Coldiretti ritiene che vadano ricercati i giusti equilibri internazionali sui tavoli competenti, ma tenendo sempre presente che le politiche comunitarie introdotte nel comparto risicolo e condivise dalla filiera vanno difese e consolidate. Il sistema-Italia rappresenta infatti il motore trainante per l’intera economia risicola europea con circa 5.000 imprese agricole specializzate, oltre 10.000 famiglie impiegate nell’indotto e 247.653 ettari coltivati nel 2010 per un giro d’affari complessivo superiore a 1,3 miliardi di euro.

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basta alle speculazioni Dobbiamo arrivare preparati alla sfida del disaccoppiamento totale che attende il comparto nel 2012 Stiamo assistendo ad un mercato del riso a due velocità. Da una parte i risi da interno che godono di una quotazione positiva e dall’altra i risi tondi e gli indica che non beneficiano del medesimo favore e lamentano uno scarso, interesse da parte dell’industria.“O almeno questo è quanto l’industria sta cercando di farci credere – dichiara il direttore di Coldiretti Giovanni Roncalli – visto che da alcune settimane stiamo assistendo ad azioni speculative che hanno come unico obiettivo quello di deprimere questa particolare tipologia di prodotto principe della Lomellina. Del resto gli indicatori internazionali e la situazione delle disponibilità interne confermano l’assoluta infondatezza di questa anomalia, ed è per questo che i produttori non devono lasciarsi condizionare da sensazioni indotte ad arte per deprezzare il prodotto”. “Inoltre – prosegue il presidente di Coldiretti Giuseppe Ghezzi – stiamo cercando di concretizzare una serie di iniziative per riprendere potere all’interno di una filiera che oggi ci vede soccombere di fronte allo strapotere dell’industria. L’obiettivo è quello di gestire meglio il mercato attraverso un monitoraggio, su ampia scala, dell’andamento dei prezzi e l’avvio di contratti di filiera che, partendo dai costi di produzione, tengano in giusta considerazione l’equa remunerazione di tutte le componenti”. Evitando la volatilità dei mercati attraverso uno stretto dialogo tra le parti interessate, dobbiamo giungere ad una precisa programmazione delle semine, affrontando il mercato svincolati dagli umori e dalle speculazioni, attraverso un meccanismo di consulenza che rappresenti una valida alternativa al sistema della mediazione tradizionale. Per fare ciò dobbiamo fornire alle imprese gli strumenti contrattuali capaci di assisterle nella commercializzazione, riconoscendo la qualità e i costi affrontati, differenziando il prodotto nazionale dalle commodity cui, troppo spesso e in maniera speculativa, l’industria ricorre per giustificare prezzi inadeguati” “Vogliamo arrivare preparati alla sfida del disaccoppiamento totale che attende il comparto nel 2012 in cui saremo costretti a confrontarci con mercati sempre più globalizzati – conclude Roncalli – e questo impone il riconoscimento di un percorso di Filiera Agricola tutta Italiana anche per il riso, in grado di garantire un futuro alle imprese risicole che, con la loro attività, consentono al territorio di crescere e di perpetuare una tradizione colturale che ha permesso al riso italiano di essere universalmente riconosciuto come il migliore al mondo”.

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Pomodoro, produzione in calo al Nord Il Distretto del pomodoro da industria rende noti i primi dati relativi alla campagna 2011 nel Nord Italia. Si prospetta un calo della produzione del 12-15% rispetto al 2010

Nel corso dell’Assemblea del Distretto del Pomodoro del Nord Italia, sono stati comunicati i dati ufficiali relativi ai quantitativi di pomodoro contrattati ed alle superfici effettivamente coltivate per la campagna 2011. Dall’analisi si riscontra una quantità totale contrattata (al 15 marzo 2011) di 2.741.690 tonnellate, a fronte di una superficie di 38.578 ettari, corrispondente ad una resa di 71,1 t/ha. Dalla successiva verifica fatta al 30 giugno 2011, si è evidenziata una contrazione delle superfici realmente impiantate del 3,5% rispetto a quelle contrattate e dell’8,3% rispetto alle superfici coltivate nel 2010. Se si considera inoltre la produzione media degli ultimi 5 anni e l’avverso andamento stagionale che ha colpito, nelle prime fasi di coltivazione, soprattutto gli impianti medio-precoci, si può stimare una riduzione complessiva della produzione tra il 12 e il 15% rispetto alla campagna 2010. Per la filiera è sicuramente un dato positivo che dimostra la volontà, l’impegno e la coesione di tutti gli associati nel tentativo di riportare in equilibrio il mercato valorizzando al meglio la qualità e le peculiarità delle produzioni del territorio. Ciò anche in considerazione della pesante situazione di mercato venutasi a creare in questi ultimi anni, soprattutto per il concentrato di pomodoro, pesantemente condizionato dalle crescenti importazioni dai Paesi terzi ed in particolare dalla Cina. A questo proposito è necessario arrivare, nel più breve tempo possibile, all’approvazione di una norma europea che imponga l’etichettatura di origine con l’indicazione del luogo di coltivazione e di trasformazione della materia prima, in modo da valorizzare nella massima trasparenza per il consumatore, un prodotto ottenuto seguendo rigidamente i metodi di coltivazione integrata a tutto vantaggio della sicurezza alimentare e della salubrità, nel rispetto dell’ambiente e dei principi etici.

Coldiretti a Robbio per il “VOLOntariato day”

Sabato 2 e domenica 3 luglio un evento all’insegna del divertimento e della solidarietà e dei cibi a Km0 Sabato 2 e domenica 3 luglio a Robbio ha avuto luogo “VOLOntariato day”, un evento che ha coniugato solidarietà, spettacolo ed enogastronomia, all’insegna di un mix di indubbio fascino per un fine settimana “diverso” dal solito. Nella cittadina lomellina infatti si è celebrata una grande festa organizzata dalla locale sezione Avis, da Croce Azzurra, dall’associazione Robbio nel cuore e patrocinata dal Comune, il cui programma prevedeva una fiera con stand ed espositori, con le migliori degustazioni dell’enogastronomia del territorio (in primis salame d’oca e risotto) ed un evento unico: Air Extreme, un emozionante show aereo con piloti acrobatici, che saranno ospiti della cena benefica del sabato. All’appuntamento era presente anche Coldiretti con il mercato di Campagna Amica con alcune delle migliori aziende agricole della provincia che hanno esposto i loro prodotti a “Km 0”: frutta, confetture, sughi e vini dell’Oltrepò Pavese. Coldiretti non ha voluto perdere occasione per presenziare a questa iniziativa, rimarcando quei valori di solidarietà e quella visione di un’economia di mercato equa e sostenibile, mai disgiunta dall’attenzione al sociale e alla comunità, che è parte fondante della propria storia.

Robbio: VOLOntariato day

n.7 2011

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terranostra.it

rinnovato il sito dell’agriturismo italiano di Coldiretti

Pensato per la fruibilità da parte dei potenziali clienti delle aziende agrituristiche, il nuovo sito di Terranostra è ora uno strumento efficace per cercare un agriturismo o per far conoscere la propria realtà. Grazie alla facile lettura e all’immediata capacità di restituire informazioni attraverso semplici ricerche per concetti come l’area geografica, gli eventi o i tipi di attività e servizi proposti, consente all’utente di individuare immediatamente la struttura più attinente alle proprie esigenze e contemporaneamente rappresenta una valida vetrina per le imprese agrituristiche vantando oltre 20.000 pagine visitate in meno di due mesi.

BREVI


Preoccupante crisi di pesche e nettarine Audizione in Commissione Agricoltura La crisi delle pesche e delle nettarine, con la mancata firma da parte della Gdo dell’accordo interprofessionale per la campagna di raccolta 2011, è stata al centro dell’audizione che ha visto i rappresentanti delle organizzazione agricole Cooperative e della Grande distribuzione organizzata intervenire davanti alla Commissione Agricoltura della Camera dei Deputati. La delegazione di Coldiretti ha illustrato i fattori all’origine della difficile situazione, dalla maggiore offerta della Spagna alla concentrazione della maturazione di più aree produttive nello stesso periodo, fino al clima che si è creato tra i consumatori dopo il caso E.Coli (il batterio killer) e il calo dei consumi in alcuni mercati europei di riferimento per le produzioni italiane. Coldiretti ha richiamato ad un forte atto di responsabilità la Gdo perché firmi l’accordo interprofessionale e ha sottolineato la necessità di porre mano a diverse e nuove misure di mercato, in quanto le attuali sono diventate inefficaci nei casi di crisi. Coldiretti, infine, ha chiesto alla Presidenza della Commissione di farsi carico, presso il ministro Saverio Romano, di promuovere un incontro con la Grande distribuzione organizzata per la firma dell’accordo. Nel corso dell’incontro sono state anche illustrate le iniziative promozionali in programma nel periodo estivo nei luoghi turistici per il consumo delle pesche e nettarine di produzione italiana.

Mercato di Campagna Amica a Rivanazzano Si amplia l’offerta dei punti vendita della aziende di Agrimercato Pavia con un nuovo mercato a Rivanazzano Domenica 26 giugno è stato inaugurato un nuovo Mercato di Campagna Amica. A Rivanazzano, in Viale Martiri della Libertà, presso i giardini delle Terme intitolati a Vincenzo Mezzacane, dalle 8:00 alle 12:30 ogni quarta domenica del mese le aziende agricole di Coldiretti portano nella cittadina oltrepadana i prodotti della provincia di Pavia a chilometri zero. Vino, frutta, ortaggi e salumi saranno a disposizione dei clienti che si troveranno di fronte il produttore pronto a fornire la garanzia dei cibi che propone. I Mercati di Campagna

Amica in provincia di Pavia si sono sviluppati e oggi è possibile incrociate i gazebo gialli in Piazza del Carmine, ma anche in Via Pastrengo e in Via Amati a Pavia, a Vigevano in Piazza Martiri della Liberazione a Mortara nell’area della Sala Merci e a Voghera in Piazza Duomo. Gli appuntamenti con il cibo proposto dai produttori di Agrimercato Coldiretti, incontrano sempre più, il favore dei consumatori, lo dicono i numeri e la crescente richiesta di appuntamenti fissi da parte delle Amministrazioni ma anche dei singoli cittadini.

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Espropri:

incostituzionali i valori agricoli medi L’indennizzo deve partire dal valore di mercato

UNA SENTENZA STORICA

La Corte Costituzionale, con la sentenza n. 181 del 10 giugno, ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dei valori agricoli medi (Vam) impiegati per determinare l’indennità spettante agli espropriati. Una sentenza di portata storica per più motivi. In primo luogo fissa l’inderogabile necessità che l’indennizzo in sede di esproprio, anche per le aree agricole, non sia previsto in misura irrisoria o quasi simbolica, ma costituisca un serio ristoro. Il significato di “serio ristoro”, inteso come quella somma di denaro ricompresa tra il danno e l’indennizzo è stato a lungo oggetto di discussioni in campo estimativo e giuridico: ovvero, le certezze degli esperti di estimo, convinti da sempre che l’unico modo per ristorare seriamente chi avesse patito un esproprio era riconoscergli il valore di mercato del bene sottratto, si scontravano con le tesi dei giuristi, spesso volte a “giustificare” la penalizzazione delle legittime aspettative dei cittadini che, è bene ricordarlo, erano comunque privati dell’esercizio del loro diritto di proprietà, in nome della pubblica utilità. La sentenza afferma che «ancorché non possa escludersi che valore di mercato e va-

lore agricolomedio (Vam) siano talvolta, in concreto, coincidenti, non v’è dubbio che assai spesso il primo valore risulti (anche notevolmente) superiore al secondo, in quanto l’appetibilità di un terreno sul mercato non dipende solo dalla sua edificabilità, ma da molteplici altri fattori, primi fra tutti la sua posizione e le concrete possibilità di suo sfruttamento per fini diversi dalla coltivazione». I Giudici della Corte sanciscono anche che sia priva di giustificazione la classificazione tra due sole tipologie di aree: edificabili o agricole (o non edificabili). Nell’attuale contesto storico ed economico l’interesse del privato all’acquisto di tali categorie di terreni sarebbe determinato dalla possibilità di sfruttarli per fini diversi da quello di impiantarvi una coltivazione, sicché non sarebbe più predicabile una corrispondenza tra il loro valore agricolo medio e il loro valore di mercato; a questo punto la semplice mancata previsione di una terza tipologia di aree, intermedia tra quelle agricole e quelle edificabili, non rappresenta che una complicazione applicativa della norma e delle sue implicazioni. Importanti effetti di questa determinazione dei Giudici saranno prodotti anche sulle indennità spettanti ai fittavoli ed alle maggiorazioni pensate dal legislatore come “premi” per la sottoscrizione di accordi bonari o per le particolari qualifiche rivestite dall’espropriato. La dichiarata illegittimità costituzionale dei Vam incide anche sul ruolo delle Commissioni provinciali per la loro determinazione, che si vedono completamente svuotate in questa loro attività, mentre acquisiscono peso, ruolo e significato le “terne tecniche”, ex art. 21 del TU espropri, che, in sede di determinazione definitiva delle indennità, avranno come guida i soli principi dell’estimo e non più le quotazioni costruite ex ante, “a tavolino”, dei Vam. Ed infine, il tema che sempre accompagna le sentenze nel nostro Paese, riguarda l’applicabilità di detti pronunciamenti ai procedimenti e alle vertenze in corso e in caso affermativo, in quale maniera specifica.


Corso di formazione IFTS R ,

istorazione valorizzazione dei prodotti territoriali e delle produzioni tipiche

Coldiretti insieme ad Apolf, Azienda provinciale per l’orientamento, il lavoro e la formazione, partecipa alla realizzazione di un progetto di formazione, cui fa da capofila l’Istituto Pollini di Mortara, teso a plasmare la figura professionale di “Tecnico superiore per la ristorazione e la valorizzazione dei prodotti territoriali e delle produzioni tipiche”. Il progetto, presentato lo scorso 6 aprile, è stato approvato dalla Regione Lombardia a fine giugno. Il corso, che prevede la partecipazione di una ventina di candidati che abbiano massimo 29 anni di età e una formazione scolastica o professionale specifica, prevede un iter formativo di 1000 ore che si svolgeranno durante un intero anno. L’iniziativa è stata finanziata con una somma pari a 480.000 euro di cui 384.000 forniti dalla Regione e 96.000 messi a disposizione da parte dei soggetti proponenti. Oltre a Coldiretti, Apolf e Pollini, hanno aderito anche l’Università degli studi di Pavia, l’Istituto Santa Chiara di Stradella, l’Agenzia per lo sviluppo territoriale di Vigevano, la Fondazione Riccagioia, Pavia Sviluppo e l’Azienda agricola La Gallinella. A fianco dei soggetti proponenti si è creata una rete formata da numerose associazioni e imprese del territorio, che sostengono e collaborano alla buona riuscita. Tra queste spicca il Consorzio Agrario di Pavia. La figura professionale che ne scaturirà sarà un esperto nella produzione e organizzazione del servizio ristorativo, disporrà di competenze particolari nella promozione del patrimonio enogastronomico locale e saprà applicare strategie di marketing correlate alle caratteristiche della cultura alimentare del nostro territorio. Ad esso si apriranno numerose opportunità potendo, infatti, trovare collocazione presso imprese dell’export, ricettività e ristorazione, enoteche, winebar, aziende di produzione, trasformazione, distribuzione, consorzi di tutela e di promozione territoriale, mass media, editoria in genere, associazioni di categoria, società di marketing e web. “Questa iniziativa – ha dichiarato Giuseppe Ghezzi, presidente della Coldiretti di Pavia – completa un percorso che Coldiretti ha da molti anni avviato nei confronti degli studenti di ogni ordine e grado attraverso il progetto di Educazione alla Campagna Amica. Viviamo in una provincia dalle mille ricchezze che tuttavia non è mai stata capace di promuoversi a sufficienza. Occorre dare un nuovo impulso alla formazione di figure professionali che sappiano valorizzare le grandi ricchezze che la nostra terra offre”. “Coldiretti crede profondamente in questa iniziativa – conclude Giovanni Roncalli, direttore della Coldiretti di Pavia - tanto che, per facilitare l’accesso al progetto ai propri giovani associati, mette a disposizione la somma di 1.000 euro a titolo di parziale rimborso spese”. Per maggiori informazioni, per scaricare il bando di concorso e la domanda di iscrizione:

www.pavia.coldiretti.it http://www.apolfpavia.gov.it/index.php/scarica-la-documentazione-deibandi/category/9-tecnico-superiore-per-la-ristorazione



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