Terra & Tradizione - Agosto 2020

ANNO 10° - AGOSTO 2020

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

1

2

STUDIO GRAFICO & STAMPA Casa Editrice della rivista

SEGUI le NEWS giornaliere e sfoglia i numeri arretrati della rivista, sul magazine online:

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

www.terraetradizione.com

RUBRICHE

PER LA VOSTRA PUBBLICITÀ, REDAZIONALI O ANNUNCI, RIVOLGERSI ALLA IM.COM. - ALBA (CN) V. U. SACCO, 4/a-4/b 0173 290797 - Cell. 328 4175338

info@im-com.it - www.im-com.it www.terraetradizione.com “Terra & Tradizione iM.coM.”

credits

Periodico a diffusione gratuita.

Autorizzazione del Tribunale di Asti n. 6/2010.

Sede legale, Redazione, Pubblicità, Direzione, Progetto grafico, Pubbliche relazioni, Art Director, Proprietà artistica riservata:

2 4 6 8 10

Il Turismo dopo il Covid-19 di L. Oggero Io. In filosofia a fondamento di molte teorie di Diego De Finis Un nuovo modello di sviluppo di Cesare Torta Non farti tentare da diete miracolose! di Laura Icardi

ASSOCIAZIONI

Ad Asti la Banca del dono per il volontariato

TERRITORIO Direttore responsabile: Livio Oggero Caporedattore: Diego De Finis Testi: Livio Oggero, Diego De Finis, Cesare Torta, Laura Icardi

Foto: Redazione Terra & Tradizione, Diego De Finis, Gisella Divino, Beppe Malò, Comune di Castagnole delle Lanze, Fondazione Sferisterio Mermet, “Mermet, dal 1857 patrimonio dell’Albesità”, Carlo Avataneo, Cristina Saglietti, il gruppo Facebook Alba e dintorni,immagini dal passato (In memoria di Ferruccio Della Valle), Foto Rino Tesio, Foto Sterpone di Castagnole delle Lanze, Alberto Sciorella, Giulio Ghigliazza, Flavio Dotta, Giuliano Bellanti.

Gli articoli pubblicati esprimono il pensiero dell’autore e non necessariamente quello dell’editore La redazione non si assume responsabilità per variazioni di date, orari e luoghi delle manifestazioni, e ringrazia tutte le Amministrazioni Comunali, gli Enti e le Associazioni di categoria, per la gentile collaborazione.

Dichiarazione di riservatezza Tutti i dati sensibili dei nostri clienti e/o lettori, il materiale e le informazioni, di cui la redazione venga a conoscenza, sono custoditi con la massima riservatezza, non diffusi a terzi per altri fini, nemmeno parzialmente, custoditi in modo appropriato, ed utilizzati unicamente dalla redazione iM.coM. per il proprio elaborato. Inoltre, chiunque non desiderasse più ricevere la rivista, deve semplicemente comunicarlo tramite mail: im-com@libero.it È vietata la riproduzione anche parziale di impaginazione e grafica.

13 14 31 34 36 40 44

Ristorazione, tante imprese a rischio

sommario

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

L’albero del maggio, un antichissimo rito nel Roero Un omaggio al compianto Ernestino Laiolo Come eravamo: gli scatti del nostro passato Ad Asti i Vigili del fuoco hanno spirito artistico Le idee di Alba per uscire dalla crisi A Castagnole delle Lanze, una grande estate di eventi per ripartire

PAG.19-30 INSERTO STACCABILE “LE VECCHIE GLORIE DELLA PALLAPUGNO”

Per la vs. PUBBLICITÀ contattate ESCLUSIVAMENTE la iM.coM. ALBA - V. U. Sacco 4/b - Tel. 0173 290797 - 0173 061803 - 328 4175338 www.terraetradizione.com - www.im-com.it

3

Le Langhe sono ripartite, o quasi‌ Cosa ne è del turismo post Covid19 4

Un titolo ed un sottotitolo che, a prima vista, non sembrano del tutto incoraggianti. Ma non è del tutto così.

Analizziamo bene soprattutto una parte del sottotitolo: le parole “post Covid19”. Se ci aggiungiamo il verbo “sono ripartite”, presente nel titolo, sembra che si possa essere positivi. O meglio si deve esserlo! Nel nostro territorio Unesco di Langhe, Roero e Monferrato, la battaglia contro il Covid19 è stata condotta in maniera strategica. Risultato: la vita è tornata quasi come prima. Utilizzo “quasi” perché, come sappiamo, bisogna mantenere alta la guardia, nella speranza che, con l’arrivo del vaccino (si spera il prima possibile…), si possa esclamare la parola “vittoria!” contro questa malattia che sta provocando nel mondo ancora tanti (troppi) contagi, con mortalità che varia da continente a continente.

In questo quadro generale come si inserisce il turismo?

Una prima sensazione di minor afflusso la percepiamo tutti: per le strade, nei paesi, nelle cittadine, quando si vede un’automobile straniera, sembra quasi farci piacere. Siamo passati dall’abitudine quasi di confondere le targhe degli altri paesi con le nostre, a stupirci quando, in questo periodo, ne vediamo una.

E magari in testa si creano pensieri come: questi turisti chissà quanta gente hanno incontrato per venire qui, e se fossero contagiosi?...

Al di là di queste “idee perverse” che non portano a nulla, il minore o quasi nullo afflusso di turismo internazionale sta condizionando l’economia locale della ricettività e dei servizi annessi. Pur ringraziando il turista nostrano che sta riscoprendo, o meglio sta mettendo in primo piano, i territori italiani, impossibilitato a

valicare il confine per dirigersi in molte Nazioni, tutto ciò non basta.

Purtroppo il turismo vive anche di numeri, e questi per ora sono negativi, ovviamente rispetto alla media crescente degli ultimi anni. Però cerchiamo di ragionare guardando al bicchiere mezzo pieno. E come? Forse in questo modo, e non sono io a dirlo, ma gli addetti ai lavori, presenti tra di voi, cari lettori.

Dalle loro parole si evince che la ripartenza sembra esserci, seppur lenta. Per i mesi estivi e di inizio autunno le prenotazioni non mancano, addirittura alcuni affermano di avere le stesse richieste degli scorsi anni.

A cambiare è la clientela: coppie e famiglia italiane.

Se vogliamo dare un rapporto, possiamo dire che 8 su 10 sono turisti italiani. Questo è un dato interessante che potrebbe favorire un nuovo trend turistico quando la situazione tornerà ad essere normale a livello globale. Si dice sempre che il “potere d’acquisto” dello straniero sia maggiore del viaggiatore nostrano, e questo può anche essere vero, ma ricordiamo che, pur in questo periodo di difficoltà, ben 27 milioni di italiani si stanno muovendo lungo la Bella Italia per le loro vacanze, scegliendo anche modalità che finora non rappresentavano la loro prima scelta. Basti pensare al boom di richieste di appartamenti, bungalow, camper, case vacanze…

Quindi la situazione non è poi così tenebrosa e negativa? Dipende da punti di vista si guarda il mondo, come diceva il cantante Harabe de Palo. Forse se impariamo a vedere oltre i titoli degli editoriali e ad analizzare il contesto, la luce in fondo al tunnel si vede chiaramente.

A cura del Direttore Livio Oggero

5

L'apertura del "Principia Philosophiae" di RenĂŠ Descartes noto come Cartesio

IO. In filosofia a fondamento di molte teorie Quando la nostra coscienza diventa creatrice 6

L’Io, o per meglio dire la coscienza di se, ha assunto una forte impotanza, in filosofia, soprattutto a partire dall’età moderna. La ragione è molto semplice: si tratta di qualcosa di cui possiamo essere realmente certi.

Come già ampiamente spiegato in passato, la filosofia cerca certezze indiscutibili su cui costruire le proprie teorie. E una di queste può essere anche la coscienza di se stessi.

Il primo forse a utilizzare l’Io in questa maniera è stato Cartesio (il filosofo fracese René Descartes vissuto nella prima metà dedl XVII secolo) con un ragionamento tanto lineare da essere diventato celebre. Il pensatore ha cominciato a mettere in dubbio qualsiasi cosa anche ciò che può apparire più certo. Come le cose che vediamo e tocchiamo. Anche la matematica con la sua precisione potrebbe essere in errore, potrebbe esserci un demone che ci inganna a tal punto da mostrarci come certo, ciò che invece, è errato. Ma se davvero di tutto si può dubitare, di una cosa si può essere certi: io che sto dubitando, che sto pensando, esisto.

Questa è una veritaà indiscutibile.

Si tratta della celebre espressione “Cogito, ergo sum” (dal latino: Penso, dunque sono). La cultura popolare le ha dato forse un significato un pò diverso dal suo intento originario (io esisto solo in quanto essere che pensa), in realtà si tratta della semplice (ma importantissima) constatazione della propria esistenza a partire dall’attività del pensiero.

Un paio di secoli dopo, con l’avvento dell’Idealismo l’io ha assunto un’importanza sempre crescente. In primo luogo il tedesco Kant ha posto l’“Io penso” come principio unificatore del meccanismo di conoscenza umana. Forzando il suo ragionamento un altro tedesco, Fichte lo ha trasformato da principio regolatore a principio creatore: la realtà è frutto dell’io, dello spirito. Hegel è stato colui che ha rappresentato la massima espressione dell’Idealismo tedesco classico, influenzando tantissimi filosofi più giovani (fra questi anche Marx). Uno degli appartenenti alla Sinistra Hegeliana fu Max Stirner, diventato celebre per un testo dirompente: “L’Unico e la sua proprietà”. Il tedesco critica Hegel e attraverso di lui tutti i discorsi universali sull’Uomo. L’io non può essere qualcosa che si sostituisce a Dio, ma piuttosto è un individuo irripetibile, appunto l’io individuale, solo lui conta: è l’Unico, e la sua proprietà è ciò che questi desidera. Sono le uni-

che cose che contano. Stirner riduce i comportamenti umani a una specie di egoismo etico, tutto ciò che l’individuo compie è utile per l’autoappagamento, anche l’altruismo lo è. La libertà è tale solo come una propria conquista, non se viene concessa dall’alto. Una tale teoria ha suscitato ammiratori e detrattori, soprattutto dopo la sua morte. Si potrebbe pensare che un tale individualista, magari privo di scrupoli, si sia preso in vita tutto il possibile, invece è morto a 49 anni, povero e di lui non ci è rimasta nessuna immagine, ne ritratto, salvo alcuni schizzi di conoscenti.

L’ultimo filosofo che consideriamo questa volta è un Italiano anch’egli idealista, con un destino ben differente: Giovanni Gentile. Più che a Hegel ritorna a Fichte, sostenendo la tesi per cui l’unica realtà è l’atto puro, ovvero il pensiero che pensa. Tutto si riduce alla coscienza pensante in cui si sintetizza oggetto e soggetto. Non c’è distinzione fra spirito e materia, la realtà è unica ed è frutto della coscienza. Gentile distingue fra io empirico (i singoli individui) e io trascendentale, una sorta di soggetto universale che è atto in atto, ovvero una sorta di spirito universale continuamente in divenire. Questa teoria è stata apprezzata anche da intellettuali antifascisti come Piero Gobetti, ma ha portato il filosofo all’adesione al Fascisimo di cui è diventato il pensatore di riferimento. Politicamente l’Io Trascendentale diventa lo Stato etico fascista che deve guidare il popolo italiano, superiore ai singoli individui. Gentile è stato anche l’autore di una importante riforma della scuola che ha portato alla nascita dei licei (scientifico e soprattutto classico) posti al vertice di un sistema educativo piramidale e gerarchico.

Non era razzista, non condivise le leggi razziali come emerge dalle sue lettere e non firmò il Manifesto della razza. Ma commise l’errore di aderire alla Repubblica di Salò, pur inizialmente riluttante. Venne ucciso in un attentato organizzato da un gruppo partigiano (Gap) il 15 aprile del 1944. L’uccisione fu fin da subito oggetto di controversie, fu disapprovato da Cln toscano (Comitato di liberazione nazionale), a esclusione del Partito comunista che rivendicò l’esecuzione. Nel dopoguerra il suo pensiero è stato oggetto di studi e approfondimenti da parte di pensatori di ogni estrazione e nel 1994 Poste Italiane gli ha dedicato un francobollo, unico esponente del fascismo a ricevere tale onore in periodo repubblicano.

A cura del Caporedattore Diego De Finis

7

E’ il momento di pensare L’occasione irripetibile di ripensare un nuovo modello di sviluppo 8

L’emergenza causata dal Covid 19 si è attenuata e, grazie al cielo, i contagi sono diminuiti ed aumentano costantemente le persone guarite. Tutto ciò ci fa ben sperare, anche se non mancano gli inviti delle istituzioni sanitarie alla massima cautela per evitare nuovi focolai di sviluppo della pandemia.

Un fenomeno di tale portata, come incidenza nel modo di vivere e come diffusione a livello mondiale, avrà certamente ripercussioni pesanti nel prossimo futuro. Uno degli effetti immediati sarà quello della crisi economica che ha già colpito molti settori del mondo produttivo e del lavoro ma non sono esclusi anche cambiamenti che saremo costretti ad affrontare sul piano della scuola, del modo di lavorare, dei comportamenti individuali, delle relazioni sociali in genere.

Sarebbe veramente incosciente non cogliere l’occasione storica di ripensare in modo radicale e con ampia visione il nostro sistema sociale, il modello socio economico di sviluppo, insomma: il nostro modo di vivere.

Durante i mesi di quarantena forzata tutti hanno dovuto cambiare abitudini di comportamento quotidiano date per scontate da generazioni.

Abbiamo constatato che molte attività si possono fare senza spostamenti fisici, che si possono fare gli acquisti necessari accentrandoli in poche occasioni settimanali, che il prodotto agricolo coltivato a pochi chilometri da casa non ha nulla da invidiare a quelli provenienti da altri continenti.

Abbiamo visto che l’aria delle nostre città è meno inquinata del solito e che una gita nel paese vicino può offrire paesaggi e monumenti non meno interessanti delle località di richiamo a migliaia di chilometri di distanza.

Mai come in questa occasione tutti i gravi problemi che ci affliggono e che si sono via via aggravati negli

ultimi decenni, come l’inquinamento ambientale, il consumo del suolo, lo sfruttamento incontrollato delle risorse naturali, i cambiamenti climatici e la corsa al consumismo e allo spreco come unica ragione dello sviluppo economico, ci invitano a riflettere, a fare uno sforzo prima di tutto mentale, per individuare quali cambiamenti riteniamo possano modificare la nostra corsa verso l’autodistruzione.

La globalizzazione ha portato con sé grossi cambiamenti nelle vite di milioni di persone, molti paesi in via di sviluppo hanno conosciuto il benessere economico, le merci ed i capitali si muovono a gran velocità e non conoscono frontiere, qualche problema in più per lo spostamento delle persone ma anche quelle, come si è visto, non è semplice fermarle.

Nessuno può pensare di tornare indietro alle società feudali, alle velleità autarchiche, alle isole felici che prosperano in un mondo con problemi di sopravvivenza. Però ci sarà pure il modo di correggere le anomalie più gravi, un modo per ridurre l’inquinamento, un modo per ridurre gli spostamenti delle merci e delle persone.

Chi ci vieta di ripensare al giusto livello di decentramento per i servizi essenziali come quello della sanità e della scuola? Chi ci vieta di incrementare la mobilità sostenibile, i metodi di coltivazione agricola più rispettosi dell’ambiente e della salute, i metodi di produzione che richiedono meno risorse naturali?

Si sentono ancora imbonitori politici che continuano a ripetere: “basta con le chiacchiere, bisogna produrre!”. No, signori. Prima di produrre bisogna pensare, progettare e studiare nuove soluzioni. Bisogna avere una “visione” del mondo in cui dovranno vivere i nostri figli e i nostri nipoti.

C’è più che mai bisogno di scuola, formazione, competenze, eccellenze da prendere come riferimento, sostenibilità. Poi arriverà il momento del “fare”.

A cura del sociologo Cesare Torta

9

Le settimane di isolamento ci hanno fatto muovere meno, mangiare di più e cercare un pò di conforto in alimenti…non sempre salutari. Alcuni di noi non hanno preso peso, ma trovano i vestiti stretti (abbiamo perso massa muscolare in favore di massa grassa) chi invece ha messo su proprio qualche chilo.

E tutto questo prima dell’estate trasformando la prova costume in un incubo! Passi il distanziamento, ma quanto occorre stare distanti per non notare quei rotolini di ciccia??? Molti di noi si sono subito attivati con un pò di sport, una dieta più controllata, e bla, bla, bla… altri si sono lasciati affascinare da diete miracolose che promettono di perdere peso senza sacrifici. Spesso queste scorciatoie possono essere pericolose e addirittura controproducenti.

Ma partiamo dai due casi di cui sopra e le definizioni di massa magra e grassa. Per massa grassa si intende l’adipe presente nel corpo. La massa magra, invece, è costituita da tutti gli altri tessuti: in particolare muscoli, organi, scheletro e sangue.

Quando si parla di corretta alimentazione, uno degli obiettivi più auspicabili è quello di preservare e/o raggiungere una buona composizione corporea, mantenendo o incrementando la massa magra e riducendo quella grassa. E’ la massa magra che produce metabolismo e pertanto va ben alimentata e stimolata per non incorrere in casi di malnutrizione, perdita di tonicità, danni fisici e non ultimo, aumento della componente grassa. Poiché solo i muscoli, ovvero la massa magra, bruciano le calorie introdotte con il cibo, il ridimensionamento della massa muscolare si rifletterà sul fabbisogno energetico. In altre parole, se perdiamo muscoli, il corpo consumerà meno calorie, e per dimagrire sarà necessario seguire diete sempre più restrittive.

Con una dieta drastica si perde primariamente massa magra perchè l’organismo, percependo il nuovo regime alimentare come digiuno, tende a conservare il tessuto adiposo che rappresenta la sua riserva energetica.

Tra le diete miracolose, molte tagliano le calorie eliminando i CARBOIDRATI, macro-nutrienti fondamentali per la salute dell’organismo umano. Eliminarli completamente o ridurli in maniera eccessiva, senza il controllo di un nutrizionista esperto, equivale a creare un grave danno all’organismo. Ci si sente costantemente stanchi e spossati, si è maggiormente predisposti a contrarre virus, raffreddori e malanni stagionali,

NonElogio lasciarti tentare da diete del dubbio Il grande sforzo per dare senso a uno dei MIRACOLOSE !!! sentimenti più irrazionali 1010

calano concentrazione e buon umore e non di rado la carenza del Triptofano porta a stati depressivi. Questo aminoacido, contenuto in massicce quantità nei carboidrati come pasta e pane, è un precursore della Serotonina, spesso definita come l’ormone della felicità. Se poi si aggiunge che i carboidrati vengono sostituiti con un eccesso di proteine, i rischi aumentano. Un’eccessiva assunzione di proteine può portare danni soprattutto ai reni, che risultano sovraccaricati di lavoro. Diversi studi scientifici, inoltre, hanno dimostrato che l’eccesso di proteine può portare a infiammazioni intestinali e problemi ormonali, soprattutto nei bambini e nelle donne.

Ma c’è di peggio, diete spacciate come scientifiche da persone senza scrupoli. Tra queste diete, due regimi mi lasciano particolarmente perplessa, la dieta basata su proteine + grassi illimitati e la dieta monocibo.

La prima prevede di mangiare a volontà, ma solo proteine e grassi, niente carboidrati, frutta e verdura, la seconda prevede di mangiare a volontà un solo alimento al giorno, ad esempio, oggi solo manzo, domani solo carote, e così via. La perdita di peso è molto rapida.

Nel primo caso, nota come dieta chetogenica, lo sbilanciamento delle proporzioni dei macronutrienti costringe l’organismo a utilizzare i grassi come fonte di energia. Tutte le cellule utilizzano l’energia dei carboidrati per svolgere le loro attività, ma se questi vengono ridotti drasticamente, esse cominciano a utilizzare i grassi, tutte tranne le cellule nervose che non sono in grado di farlo. Si avvia quindi un processo chiamato chetosi, perché porta alla formazione di molecole chiamate corpi chetonici, utilizzabili dal cervello.

La chetosi è una condizione tossica per l’organismo; piccole quantità di corpi chetonici sono smaltite attraverso i reni e i polmoni, ma in caso di carenza estrema di glucosio, i corpi chetogeni si accumulano nel sangue, portando a una diminuzione del suo pH che, se troppo elevata, può indurre coma e morte. La mancanza di glucosio stimola inoltre la degradazione delle proteine a fini energetici con conseguente sovraccarico di lavoro per fegato e reni. A lungo andare, aumenta anche il rischio di uremia (presenza di sangue nelle urine), problemi renali, disidratazione, crampi, gotta. È l’unico regime dimagrante che danneggia di più, se associato allo sport, perché il movimento aumenta il fabbisogno di glucosio e quindi, sti-

mola la produzione dei corpi chetogeni. È un regime ricco di grassi saturi con conseguente aumento del colesterolo LDL “cattivo”. Non meno gravi la carenza di sostanze nutritive importanti come selenio, magnesio, fosforo e vitamine B e C, l’affaticamento di fegato e reni, ristagno intestinale, l’irritabilità, stati confusionali, calo dei riflessi con conseguenti rischi durante le attività più comuni, come ad esempio, guidare.

Nel caso del mono cibo, si gioca tutto sulla nausea provocata dal mono cibo … le carote sono buonissime, ma oltre un certo limite, avremo lo stomaco gonfio, ed assunto pochissime calorie. Lo stesso avviene, per saturazione da proteine, quando il cibo è ad esempio il manzo.

Nel giro di poche settimane, pur perdendo peso, si abbassa fortemente il metabolismo basale provocando nel soggetto disfunzioni che lo spingono a fame incontrollata, depressione, irritabilità, stati confusionali, ecc. Normalmente il cervello produce dei neurotrasmettitori, sostanze chimiche responsabili delle comunicazioni tra le cellule del cervello, che controllano l’appetito. Sono i cosiddetti “endocannabinoidi”: alcuni ricercatori del Hotchkiss Brain Institute (HBI) della Facoltà di Medicina dell’Università di Calgary hanno osservato che, in assenza di cibo, una persona subisce una modifica a livello celebrale, nel senso che il suo cervello è sottoposto ad uno “stress” che ne causa temporaneamente un re-wiring o ristrutturazione funzionale.

Questa specie di “riconnessione elettrica” può indebolire l’abilità degli endocannabinoidi di regolare l’assunzione del cibo, contribuendo perciò all’aumento del desiderio di mangiare. I danni di una dieta ipocalorica e intossicante prolungata non si esauriscono nei mesi successivi con il solo “reingrassamento con interessi”, ma si trascinano negli anni successivi con sintomi vari, dipendenze, salute minata.

In conclusione, la ricetta per dimagrire è sempre la stessa, adottare uno stile di vita sano, dieta equilibrata, attività fisica, sonno regolare. Così facendo magari quest’anno non arriveremo in forma in spiaggia, ma inizieremo un processo di cambiamento delle nostre abitudini con risultati stabili, duraturi per molte e molte prove costume.

Ricordate, cambiare abitudini è un sacrificio solo all’inizio poi, sentendoci meglio, migliorando il nostro aspetto e la fiducia in noi stessi, volersi bene sarà una gratificazione irrinunciabile.

A cura della dott.ssa Laura Icardi

11

La Banca del Dono di Asti, una risorsa per i volontari e per tutta la città Durante il lock down per il Covid-19 il grande impegno per chi era in difficoltà

Per la Banca del Dono di Asti, il periodo di lock down legato all'epidemia del Covid-19 è stato un banco di prova che ha messo in luce la grande efficienza e dedizione dela volontariato della città, oltre che la grande generosità della città, in un frangente altamente drammatico.

La Banca del Dono è un'istituzione voluta dal Comune di Asti, che ha sede in piazza Roma 8.

Dal punto di vista del Comune la diretta responsabile, in quanto assessore al volontariato, è Mariangela Cotto, ma la banca funziona soprattutto grazie a un'associazione no profit guidata da Caterina Calabrese (la moglie del celebre nutrizionista Giorgio Calabrese): il Dono del Volo.

I nomi di queste istituzioni sono significativi per spiegare il loro spirito: la banca del dono, è la “banca” che raccoglie gli atti di generosità, i doni, che ogni giorno compiono i volontari astigiani, mentre l'associazione mette in evidenza il grande significato, il dono, rappresentato dal volo(ntariato).

Infatti uno dei primi compiti che si prefigge l'istituzione cittadina è il coordinamento delle tante realtà associative di Asti. Questo per riuscire a valorizzare il volontariato nel migliore dei modi. Se le associazioni lavorano seguendo le proprie competenze in maniera coordinata con le altre, i risultati ottenuti dal vasto universo del volontariato risultano amplificati. Sono 36 le associazioni astigiane coinvolte nel coordinamento della Banca del dono.

Una dimostrazione di questo compito di coordinamento si è vista durante il periodo del lock down, quando il ruolo dei volontari è risultato fondamentale e soprattutto quando la crisi ha creato, purtroppo, un gran numero di casi di difficoltà.

L'associazionismo astigiano ha dovuto affrontare tre

12

emergenze immediate, per fornire a un'ampia parte della cittadinanza le necessità primarie: «Occorreva fare in modo che tutti avessero il cibo ogni giorno» ha speigato Caterina Calabrese.

Da una parte c'era la nedcessità di rifornire soprattutto coloro che non potevano uscire di casa per evitare di esporsi al contagio, le persone anziane soprattutto.

Per costoro è stato attivato un servizio di trasporto della spesa a domicilio che ha coinvolto soprattutto i giovani della pastorale giovanile, che in quel periodo come si sa, non andavano a scuola. «E' stata una bella esperienza che ha fatto incontrare diverse generazioni in un momento critico per la nostra storia. Ci sono stati degli incontri straordinari all'insegna della solidarietà» aggiunge ancora Caterina Calabrese.

Questo era il servizio di spesa a domicilio dedicato a chi la spesa poteva permettersi di pagarla. Ma c'è anche il grande capitolo di chi, purtroppo, quella spesa non poteva permettersela. Da una parte coloro che già frequentavano la mensa sociale, che ad Asti, uno dei pochi casi in Italia è sotto la gestione del Comune. Questa ovviamente durante il lock down non poteva funzionare regolarmente e ha fornito pasti da portare via a chi ne aveva bisogno.

A costoro si sono aggiunti coloro che sono stati gettati in uno stato di difficoltà a causa della crisi da covid-19. Tante persone e tante famiglie che non hanno potuto lavorare, ma che comunque dovevano continuare a onorare pagamenti e scadenze e che si sono trovati in stato di bisogno per i beni primari.

Per rispondere a queste necessità la risposta della città è stata davvero notevole. E' stata raccolta nella cittadinanza astigiana la cifra di 88.300 euro da destinare soprattutto all'acquisto di prodotti agricoli e a occuparsi di questa impresa sono stati i volontari

delle associazioni astigiane. Si tratta di soldi raccolti dalla generosità dei cittadini che si sono aggiunti a quelli già stanziati dal Governo tramite i Comuni. In questo modo sono state confezionate delle borse base della spesa del valore di circa 25 euro giornaliere, ma che spesso superavano questa cifra. Sotto la supervisione dell'esperto nutrizionista come Giorgio Calabrese, sono state acquistate le derrate alimentari di prima qualità da fornire alle famiglie piombate improvvisamente in una situazione di povertà: con farina, uova fresche e generi di prima necessità, compresi ovviamente quelli dedicati all'infanzia. «Per l'acquisto di questi prodotti ci siamo rivolti anche a coloro che lavorano nel campo della produzione e che hanno dovuto fermarsi a causa della chiusura dei locali ricettivi. In questo modo li abbiamo in qualche

modo anche sostenuti in un momento difficile» aggiunge l'assessore Mariangela Cotto. Ma sono state tante le aziende che hanno donato quanto avevano in magazzino, facendo sì che le borse della spesa si arricchissero. In questo modo per esempio durante le feste non sono mancati prodotti speciali per celebrare giornate che avrebbero dovuto essere più piacevoli.

«In generale comunque i prodotti forniti in quei giorni sono stati tutti di prima qualità» aggiunge l'assessore.

Non solo, tante aziende del territorio hanno donato le loro scorte, che in parte rischiavano di accumularsi nei magazzini per arricchire le borse a favore di chi aveva bisogno: i produttori agricoli della Cia, la Saclà, la Centrale del latte di Torino e altri. In questo modo c'è stata anche disponibilità di verdure e frutta fresca, non solo prodotti conservati. Sono state distribuite in

13

tutto 6.000 borse della spesa da 25 euro l'una circa a circa 1.200 famiglie di Asti. «Per questa operazione vanno ringraziati ovviamente tutti i volontari per il loro impegno, ma soprattutto Virginio Oddone e Angioletta Monticone, entrambi in pensione che hanno dedicato tutto il loro tempo e le loro energie in questa attività» dicono Mariangela Cotto e Caterina Calabrese.

Ma non è stata solo questa l'attività portata avanti dalla Banca del Dono nel periodo del lock down.

Vanno segnalati altri tre progetti. Uno dedicato al personale medico sanitario che in quel periodo non poteva tornare a casa, poiché avrebbe potuto mettere a rischio familiari anziani oppure bambini piccoli.

Qauesti medici sono stati ospitati grazie anche alla disponibilità di un fondo da 28.000 euro per il sostegno delle spese necessarie. Inoltre i volontari si sono occupati anche dell'acquisto e fornitura di camici e dispositivi di sicurezza da fornire alle strutture sanitarie che stavano affrontando la malattia. Infine, su rischiesta dell'Asl sono stati forniti i dispositivi igienici necessari anche alle case di riposo, che avevano

bisogno di proteggere gli ospiti dal contagio.

Ora che la fase più critica della crisi legata al Covid-19 si è conclusa Banca del Dono e il sodalizio Il Dono del Volo, si concentrano su altri progetti legati a un altro loro principio ispiratore: ovvero la lotta allo spreco.

Tanti oggetti di cui siamo in possesso, ma che non servono più, se in buono stato possono invece essere utilizzati da altri che invece ne avrebbero bisogno.

In questo senso sono attive tante iniziative, rivolte soprattutto ai piccoli: “Dona la bici” chiede ai cittadini astigiani di donare una bicicletta che non viene più utilizzata. Una volta ottenuta viene rimessa in sesto

14

dalla ciclofficina “Sensa fren” e messa a disposizione dei bambini che ne sono privi. Fino a oggi sono state distribuite in questo modo 56 biciclette. Sempre per l'infanzia l'iniziativa del recupero degli zaini per la scuola che a settembre ricomincerà. Questi rimessi in sesto sono a disposizione di chi ne necessità. Da non dimenticare la raccolta di lana per la fabbricazione di sciarpe per affrontare i rigori dell'inverno, oppure l'importante programma di raccolta farmaci: ai cittadini astigiani si chiede di donare i farmci che non servono più, prima che magari scadano. L'invito a maggior ragione vale per le farmacie. Questi saranno destinati alle associazioni onlus che si occupano di cooperazione internazionale e a chi in città vive momenti di difficoltà. Dopo un accurato controllo da parte del personale sanitario vengono stoccati e suddivisi per pertinenza, poi le associazioni interessate potranno richiederli. Il materiale da riutilizzare si può consegnare alla sede della Banca del dono.

Un altro progetto importante legato al riutilizzo di beni, anche se in questo momento fermo a causa delle restrizioni sanitarie legate al Covid-19 è il mercatino del riuso, collegato con l'associazione onlus “One more life” che si occupa del ritiro di mobili e oggetti di cui alcuni cittadini non hanno più bisogno (nel caso in cui sia necessario per esempio svuotare casa per il rinnovo dell'arredamento o per trasloco). Questo materiale viene se necessario rimesso in sesto per chi ne ha necessità, purtroppo sia il ritiro che il mercatino del riuso in questo momento sono sospesi.

Infine va segnnalato un progetto in cui la banca del dono si sta impegnando in questo periodo dal forte significato simbolico. Si tratta del programma “Volontariato in panchina” che coinvolgerà i giovani fra i 14 e i 18 anni. L'obiettivo è quello del recupero delle panchine nel centreo di Asti in collaborazione con le associazioni di volontariato, in modo tale che diventino esse stesse una vetrina per tanti gruppi che si impegnano per gli altri. Le associazioni è la banca del dono metteranno a disposizione il materiale necessario per il ripristino delle panchine, come per esempio il colore della tinteggiatura. L'operazione sarà materialmente compiuta dai giovani che verranno coinvolti e al termine dell'operazione ogni panchina avrà una targa dedicata a un'associazione così come accade per esempio per i banchi in chiesa. Per quanto riguarda i giovani, saranno chiamati a scrivere una relazione di questa esperienza che varrà anche come credito formativo per le attività scolastiche.

«La risposta che stiamo ricevendo su questa iniziativa è molto importante. Il nostro obiettivo da una parte è quello di far conoscere le associazioni astigiane attraverso questa vetrina molto particolare garantita dalle panchine in centro. Dall'altra vogliamo coinvolgere i giovani in un progetto capace di far emergere le loro energie positive. I giovani con i giusti stimoli sono capaci di grande generosità ed entusiamo e il loro contributo di idee e volontà di fare è notevole, come dimostrato nel periodo del lock down» commenta l'assessore Cotto.

Il punto su un settore COLPITO fortemente dalla crisi legata al Covid-19 Violato: “Occorre una buona stagione turistica, altrimenti alcuni RISTORANTI potrebbero CHIUDERE” Quello della ristorazione è stato uno dei settori più colpiti dalla crisi legata al Covid-19, soprattutto nel periodo del lock down. La ragione è facilmente intuibile. Nei due mesi in cui siamo stati “tutti a casa” non si poteva andare nei locali di ristorazione che peraltro, per legge, erano chiusi.

In sostanza si sono fermati tutti e ora nella fase di ripartenza la situazione non è certo facile. Abbiamo chiesto a Bruno Violato, presidente dell'Associazione Albergatori e Ristoratori Astigiani, di fare il punto sulle condizioni attuali e sulle prospettive per il futuro. In questa fase in sostanza si registra a livello nazionale un calo delle presenze del 60% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno nei locali di ristorazione, diffuso in maniera più o meno uniforme sul territorio nazionale. Una diminuzione vistosa che riguarda sia coloro che lavorano nelle aree turistiche, che in questo periodo soffrono la mancanza di visitatori soprattutto stranieri, sia chi opera nelle aree metropolitane, dove il ricorso sempre più ampio allo smart working sta diminuendo la presenza dei professionisti che mangiano fuori durante le pause per i pasti.

«Qualcuno non ha ancora riaperto, in attesa dell'autunno. Speriamo che ci sia una ripresa del turismo, altrimenti la situazione attuale di sofferenza del settore porterà alla chiusura definitiva di molte strutture» afferma il presidente dei ristoratori astigiani.

I locali hanno dovuto affrontare delle spese per adeguarsi alle nuove misure per la sicurezza sanitaria in questa fase successiva alla crisi acuta?

«Lo Stato ha sostenuto il settore con contributi destinati proprio alle spese per l'adeguamento dei locali. Certamente ora dobbiamo seguire un nuovo protocollo di sicurezza dopo quello legato all'HCCP si può dunque dire che i locali di ristorazione siano fra i luoghi più sicuri dal punto di vista sanitario in Italia. Abbiamo anche dovuto adeguarci a garantire maggiori distanze fra i tavoli e i commensali e questo ha ridotto la capacità di ospitare commensali.

Sanifichiamo frequentemente i locali, per cui i clienti possono essere sicuri di vivere serenamente i loro momenti conviviali da noi, abbiamo anche avviato una campagna informativa a livello regionale per comunicare questo messaggio, anche alla luce della nostra lunga tradizione di ospitalità, accoglienza e professionalità».

Quali sono le prospettive sul nostro territorio per l'autunno, l'alta stagione per il turismo?

«L'autnunno

purtroppo

rappresenta

un punto interrogativo. Bisogna anche capire i risultati dei mesi estivi per valutare il trend. I flussi turistici probabilmente non saranno come gli anni passati, ma speriamo comunque di riprendere a lavorare con regolarità, insomma da non rimetterci. Gli ultimi due anni sono stati caratterizzati da forte crescita e ora questa crisi non ci voleva proprio. Se non ci fosse una ripresa del turismo potrebbe verificarsi una “strage” di locali con conseguente forte crescita della disoccupazione nel nostro settore.

Al momento la ristorazione occupa circa 1.200 persone sul territorio astigiano e in caso di forte crisi ci sarebbe una ricaduta sociale non indifferente».

per la presenza di turisti. Siamo presenti al tavolo di lavoro insieme a tutte le categorie del settore per la loro orgazzazione. Dobbiamo correre perché il mese di settembre è dietro l'angolo e il tempo stringe per fare proposte valide ai visitatori».

All'interno del sottore ci sono delle categorie che sono state colpite in maniera particolare?

«No, abbiamo tutti subito la crisi nello stesso modo. I locali che hanno un target molto alto stanno pagando la forte diminuzione di turisti provenienti dall'estero, ma anche chi lavorava con la popolazione residente e con un clienti di medio livello sta subendo il calo di presenze. La crisi in Italia ha colpito soprattutto la classe media che si è impoverita e quando questo accade tutta l'economia ne risente. Insomma tutti i generi di locali stanno subendo la diminuzione di presenze in maniera più o meno uniforme».

“

Se la poesia fosse pane

“ la farina sarebbe lo stile, Se la poesia fosse pane

“

Se la poesia fosse pane la farina sarebbe lo stile

,

à ”,

il lievito la realt .

à”

la farina sarebbe lo stile

il lievito la realt .

Avete delle richieste da fare nei confronti delle istituzioni a tutti i livelli?

«Confcommercio, di cui siamo parte, si è mossa tempestivamente per chiedere al governo sostegni per reggere l'impatto della mancanza di lavoro per due mesi e i provvedimenti sono giunti.

Abbiamo avuto la possibilità di accesso a credito agevolato grazie allo Stato che si è impegnato anche con la Cassa integrazione; dalla Regione abbiamo ricevuto il Bonus Piemonte e i Comuni si sono impegnati soprattutto con la concessione di spazi aggiuntivi per sopperire alle misure per la sicurezza.

Ora abbiamo soprattutto bisogno di lavorare».

Contate sulle manifestazioni per una ripresa turistica in autunno?

à”

il lievito la realt .

TEL. 0173440580 TEL. 0173440580 TEL.Langhe 0173440580 68/A, Alba CorsoCorso Langhe 68/A, Alba Corso Langhe 68/A, Alba

«Le manifestazioni possono essere un valido sostegno

15

16

Nel Roero un antichissimo rito celebra l'arrivo della primavera Piantare l'albero del Maggio rinnova un'antica credenza celtica

Alcuni aspetti della nostra vita anche oggi hanno legami con i nostri progenitori vissuti anche migliaia di anni fa. Può sembrare molto strano e certo quando parliamo di tradizioni pensiamo a riti e abitudini radicate profondamente nel tempo, ma è difficile affondare la memoria così tanto nel passato. Eppure nomi di località, espressioni verbali, alcune abitudini e riti appartengono a culture certamente non estranee, ma ormai molto lontane nel tempo.

Su questo numero vogliamo parlare di uno di questi riti, che affonda nei suoi significati originari nell’insieme di credenze degli antichi celti. Infatti il nostro territorio, prima prima della romanizzazione era abitato degli antichi Liguri (i nostri musei pullulano di reperti risalenti anche a vari secoli prima della nascita dei principali centri romani come Alba Pompeia e Hasta) che pochi secoli prima dell’arrivo dei romani si erano contaminati con popolazioni di cultura celtica. In alcuni dei nostri riti restano tracce degli antichi costumi anche se ovviamente sempre meno evidenti.

Nel Roero, in frazione San Rocco di Montaldo Roe-

17

18

ro una tradizione popolare rimanda proprio all’antichissima cultura seguendo le celebrazioni legate alla rinascita della primavera note come Calendimaggio. Maggio è sempre stato un mese di celebrazione della primavera e dunque della rinascita della natura. Sia la cultura alta che quella popolare hanno celebrato questo mese anche come quello legato al ritorno della passione amorosa fra i giovani, in periodi in cui anche la vita umana era maggiormente legata all’alternarsi delle stagioni rispetto a oggi.

Portare in processione e innalzare l’albero, detto “il maggio”, è uno di quei riti che affonda la sua origine nell’antichissima cultura celtica. Questa vedeva

scandali, dà segno più presto di una pagana superstizione che di actione cristiana e in vece loro si drizzino delle croci in tutti i capi delle strade pubbliche” allora evidentemente queste pratiche erano ancora abbastanza diffuse. Nelle nostre zone per l’occasione i giovani omaggiavano le ragazze con rami e fronde verdi che venivano poi fissati alle finestre delle case: uno dei poteri attribuiti agli alberi era di portare fertilità alle donne.

Infine nel mese di maggio si è affermato il culto cristiano della devozione alla Madonna e per questo e tanti altri motivi il calendimaggio si è perso come tradizione popolare, salvo che in alcuni luoghi dove ancora si pratica. Due di questi sono fra-

nei boschi luoghi sacri e le piante erano dotate di anima, insomma il legame con gli alberi e con o boschi era molto forte. Piantare “il maggio” era un rito che si proponeva di stimolare la fertilità non solo della natura: essendo un rituale maschile è possibile che l’albero rappresenti anche un simbolo fallico.

Ovviamente in epoca cristiana questi riti di chiara origine pagana sono stati contrastati. In uno studio frutto delle ricerca di Antonio Adriano si riporta la testimonainza del 1584 del visitatore apostolico che così scriveva: “Si levi l’abuso che in questa diocesi è grande di drizzar li arbori che si chiamano Maggi alle feste delle Calende di Maggio, che oltre causa di molti disordini, risse, contenzioni et

zione San Rocco di Montaldo Roero e frazione San Giuseppe di Sommariva Perno, non distanti l’uno dall’altro. A San Rocco il rito di innalzamento del maggio è particolarmente elaborato.

Il primo maggio al mattino presto i borghigiani si incontrano davanti alla chiesa della borgata dedicata al patrono richiamati dalle campane e si recano nei boschi che circondano il paese per iprelevare la pess-ra, il pino silvestre che diventerà poi l’albero di Maggio. La scelta dell’albero non è casuale e richiede una valutazione che di solito si fa prima della festa: vengono scandagliati i boschi circostanti per trovare l’esemplare migliore, con un fusto di grandi dimensioni.

Tempo fa il taglio dell’albero veniva eseguito a

mano con l’utilizzo di uno strumento denominato “tromplaò”, una sega a doppio manico che alcuni abitanti della frazione conservano ancora. Oggi si utilizzano le macchine che la tecnologia attuale mette a disposizione: le motoseghe rendono più agevole e sicura questa operazione.

Ma il “maggio” non è semplicemente un albero preso dal bosco e ripiantato. Dopo il tronco viene buttato giù anche un altro esemplare di “pess-ra” che va poi a costituire la “punta” del “maggio” dopo l’innesto nel tronco principale. Nasce così un “super albero” davvero molto alto, in un’operazione con aspetti molto spettacolari. La punta deve essere inevitabilmente una pianta giovane e snella.

I tronchi vengono trasportati in paese, oggi con l’ausilio di trattori, un tempo con carri trainati da buoi, mente gli uomini cantano e suonano le campane. In paese il rituale si completa.

La punta viene spogliata dai rami salvo la cima, e il fusto viene scortecciato interamente; da qui viene poi tagliata una sezione e la punta viene innestata sul corpo principale attraverso fori e “caviglie” di acciaio. La cima verde è addobbata con nastri, fiori e altri ornamenti, fra cui il fantoccio di un cane, ovvero il simbolo del patrono della borgata San Rocco.

L’innalzamento del “Maggio” un tempo veniva effettuato solo attraverso corde e la forza delle braccia, doveva essere dunque un’operazione complessa è delicata, lo è anche oggi, ma si utilizzano, con più comodità le macchine che la tecnologia oggi mette a disposizione, anche per una maggiore sicurezza dell’operazione, tenuto anche conto che la piazzetta non è molto ampia e oggi ci sono anche i pali della luce. Così come per altri riti in giro per l’Italia, se l’operazione non riesce (se il Maggio per esempio si rompe), si attende un periodo di sventura o comunque non fortunato. La riuscita invece è segno di buon augurio.

Di solito il grande albero resta a protezione della borgata fino al 16 agosto, il giorno della festa patronale di San Rocco. Nell’occasione il Maggio viene messo simbolicamente all’asta tra gli abitanti. Con questo “incanto” si raccolgono offerte per la frazione e il vincitore ha diritto a far abbattere il tronco per riutilizzarne il legno.

Se oggi questa pratica si mantiene a San Rocco e A San Giuseppe di Sommariva Perno, dove il tronco si abbatte la notte precedente il primo giorno di maggio, nel Roero fino a qualche decennio fa era ancora diffusa. San Rocco per esempio era in “contesa” con San Giacomo per il “Maggio” più alto e elegante. A San Bernardo di Monteu Roero la presenza del rito è attestata fino a vari decenni fa. A questi si affiancava tempo fa in tutto il Roero anche la questua primaverile del “Canté Magg” da parte delle ragazze che portavano il benefico spiri-

CONOSCERE E AMARE il nostro territorio significa onorare le tradizioni DEI NOSTRI NONNI.

19

to arboreo a tutta la comunità.

A dare slancio a queste tradizioni e soprattutto ad approfondirne la conoscenza e le radici storiche ed antropologiche è stato l’Ecomuseo delle Rocche del Roero. Nel triennio fra il 2007 e il 2009 ha patrocinato e dato slancio al rituale a San Rocco di Montaldo Roero (rendendo consapevoli i borghigiani del valore della loro tradizione: i significati profondi e le origini pre-cristiane), la frazione campestre dove il rito si è mantenuto più articolato.

Era stato preparato un grande evento culturale e folkloristico a corollario, con musica e approfondimenti. Infine era stato anche realizzato un breve documentario antropologico, “Piantè Magg, un rito ancestrale nel cuore del Roero”, di circa 25 minuti, presentato nel 2008.

Anche grazie a questo lavoro di approfonmdimento e valorizzazione, il Piantè Magg si è rilanciato anche in frazione San Giuseppe di Sommariva Perno, dove il rito è leggermente più semplificato. Qui la giovane Pro loco collega la ritualità con una manifestazione di 2 giorni (il 30 aprile ed il 1°maggio), con la presenza di stand enogastronomici e un grande ballo folk e falò in piazza.

A portare avanti lo studio del “Pianté Magg” è stata Olga Scarsi dell’Ecomuseo delle Rocche, che ha poi pubblicato un ampio approfondimento sul periodico “Roero terra ritrovata”.

Inutile dire che quest’anno, a causa del Covid-19, tutto questo non ha potuto avere luogo. Il prossimo anno si tornerà sicuramente alla normalità.

Piccolo fritto misto piemontese Menù di mare e terra Menù di tartufo e funghi porcini (in stagione)

Ampia selezione di formaggi Pasta e dolci della tradizione fatti in “casa” C.so Bra, 56/a - ALBA (CN) - Tel. +39 0173 366763 - Cell. +39 338 7926364 Aperto pranzo e cena - Chiuso il lunedì (è gradita la prenotazione)

20

I MITI che hanno acceso la passione nel secolo scorso, si raccontano

e Inserto staccabile by Terra & Tradizion Finis De o Dieg e ttor reda a cura del capo

21

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

N

el 2020, una delle vittime del Coronavirus è stato il Campionato di Pallapugno, sospeso in tutte le sue categorie, o per meglio dire annullato, rinviato del tutto al prossimo anno. Per non lasciare i tifosi a bocca asciutta e soprattutto per dare alle squadre, soprattutto quelle di serie A la possibilità di competere, è nata la Superlega Fipap Acqua San Bernardo Banca D'Alba, un torneo fra le squadre di Serie A che giocano a porte chiuse e le cui partite si possono vedere in streaming via internet. Non è certo il torneo dei sogni per tutti coloro che ricordano le piazze e soprattutto gli sferisteri pieni di spettatori per assistere alle sfide fra i grandi campioni, ma purtroppo la presenza del Covid-19 in tutto il mondo ha costretto gli sport come anche il calcio, a giocare a porte chiuse.

In questa estate così anomala abbiamo pensato di rinverdire sulla nostra rivista, i fasti del passato, ovviamente su carta, riproponendo le vecchie glorie di questo gioco che fa parte integrante delle abitudini delle nostre colline. Un gioco popolare in primo luogo, probabilmente, perché molto immediato, basta una palla per giocare e colpirla con un pugno. A tutte le latitudini, gli sport popolari sono quelli più semplici da giocare, soprattutto per i ragazzini che poi si immedesimano nei grandi campioni, calciando una palla in un cortile, oppure prendendola in mano e tirandola in un cerchio di ferro. Ma se la pallapugno è semplice per quanto riguarda i materiali da utilizzare, è anche molto tecnica. Alla fine non è poi così facile colpire quella palla con un pugno. L'aspetto tecnico peraltro fa parte del fascino di uno sport che si è sviluppato fra Piemonte e Liguria dalle radici davvero remote.

Si possono individuare i progenitori negli antichi

romani, che avevano un gioco con la palla, diffuso in tutta l'Europa, con la conquista. Infatti ora nel vecchio continente ci sono tante varianti di giochi del genere (tema approfondito nel box), ma il progenitore più immediato è il pallone con bracciale, gioco apprezzato originariamente soprattutto dai

22

Felice Bertola

nobili nel centro Italia e le cui tracce si possono trovare fin dal XVI secolo.

La specialità Piemontese e Ligure, la Pallapugno, ha comunque natali molto remoti, basti pensare che lo sferisterio Mermet, il campo di Alba, è stato realizzato nel 1857, pochi anni prima dell'Unità d'Italia.

Uno sport che ha avuto cantori importanti come lo scrittore Edmondo De Amicis, che gli dedica il racconto “Gli Azzurri e i Rossi”, decantando l'ambiente di uno sferisterio di Torino che ora non esiste più, poi Beppe Fenoglio e l'autore braidese Giovanni Arpino che si era innamorato della figura di Augusto Manzo, il grande campione di Santo Stefano Belbo. Ed è proprio da questa figura da cui vogliamo far partire il nostro viaggio. Nato nel 1911, ha caratterizzato la prima metà del secolo dal punto di vista del nostro sport e nel secondo dopoguerra ha acceso gli animi grazie alla rivalità con il ligure Franco Balestra. Forse per ironia della sorte Manzo è stato campione sia di Pallapugno

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

1971 semifinale Bertola contro Berruti

Massimo Berruti

che di pallone con bracciale. Ha cominciato a vincere tornei e campionati con la specialità piemontese fino al 1935 per poi trasferirsi come militare a Roma.

In centro Italia ha cominciato a giocare a pallone con bracciale, vincendo vari campionati fino al 1942. Dopo la guerra, tornato in Piemonte, ad Alba è tornato a vincere campionati nella Pallapugno, dando vita alla rivalità con Franco Balestra e la sua squadra di Imperia. Manzo ha giocato fino al 1963. Balestra ha vinto vari titoli dal 1952 al 1960 e purtroppo per un problema fisico ha dovuto fermarsi presto. Abbiamo provato a chiedere al figlio di Balestra, Claudio, ex giocatore e ora direttore tecnico, una testimonianza indiretta, su quella storica rivalità: «Purtroppo non posso dire molto perché allora ero molto piccolo per cui dal punto di vista sportivo non ho nulla da raccontare.

Ricordo molto bene che Balestra e Manzo erano tanto rivali sul campo, quanto amici fuori. Mio padre è stato ospitato varie volte da Manzo. Come caratteri erano diversi, Manzo più estroverso e mio padre un po' più taciturno. Il loro forte legame si è riflesso anche sulle nostre famiglie, e ricordo che dopo la morte di Manzo, mio padre andava periodicamente a rendere omaggio alla sua tomba.

Dunque un legame di amicizia molto forte durato tutta la vita. Purtroppo la Pallapugno ha perso il fascino di allora. Non c'è più il seguito di spettatori di un tempo, non parliamo di quest'anno, secondo me si sarebbe dovuto provare ad avere un po' di pubblico, con tutte le regole del caso. In generale secondo me, la Pallapugno dovrebbe recuperare le sue radici, si dovrebbe giocare come un tempo nelle piazze, nei luoghi dove giocavamo da ragazzini e dove in fin dei conti è anche più facile giocare, con distanze ridotte. Adesso abbiamo troppe “regole”. Un altro elemento dell'antica tradizione che recupererei è quello delle scommesse. Certo bisogna avere delle regole molto ferree perché si svolgano in piena trasparenza e regolarità, ma dovrebbero tornare, facevano parte del gioco di un tempo e forse alle partite, tornerebbe anche qualche spettatore in più».

Claudio Balestra ha citato alcuni elementi che hanno reso il gioco popolare e indubbiamente anche

23

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

la rivalità fra due campioni, la sfida, è capace di accendere gli animi e la passione sportiva. E dopo quella appena citata, la rivalità per eccellenza per la Pallapugno è quella che ha diviso Felice Bertola e Massimo Berruti e che ancora oggi tanti appassionati ricordano.

Il più anziano dei due è Felice Bertola che ha cominciato la sua carriera sportiva proprio nel periodo in cui si concludeva quella dei due grandi rivali del dopoguerra, negli anni '60. Ha iniziato a giocare a Monesiglio a 14 anni. «I primi campionati li ho vinti come spalla di Aurelio Defilippi. I primi successi sono stati in serie B fra il 1961 e il 1963, poi il salto in serie A e i primi due campionati come Spalla nel 1963 e 1964. Nel 1965 come capitano, sempre a Cuneo ho affrontato il mio ex capitano e l'ho battuto, è stato il primo scudetto in quel ruolo e lo ricordo molto bene, l'entusiasmo era grande, e sugli spalti c'erano quattromila, cinquemila persone ad assistere. Successivamente ho vinto nel ‘66 e ‘67 ad Andora, poi nel ‘69 a Canale, nel ‘70, ‘71, ‘72. Berruti è esploso nel 1973, giocava benissimo, era molto concentrato. Di lì in avanti, abbiamo cominciato ad alternarci, lui ha vinto anche nel 1974, poi sono tornato io nel ‘75 giocando ad Alba e ho vinto ancora nel 1977, e 1979. A quel punto è tornato Berruti e si sono anche affermati Aicardi e Balocco. Nel 1984 all'età di 40 anni ho vinto il mio penultimo campionato e l'ultimo è del 1986, avevo 42 anni (giocando ad Alba).

Ho smesso di giocare a 53 anni nel 1997 per poi fare partite fra le vecchie glorie. In tutto ho giocato 37 campionati, per fortuna ho avuto pochi infortuni e mi sono allenato molto bene. Ho anche avuto il sostegno di preparatori esperti come il professor Locatelli. Ritengo che abbia allungato la mia carriera di 10 anni. Penso che la rivalità con Berruti abbia fatto bene al nostro sport. Avevamo due caratteri molto diversi e questo ha anche diviso la tifoseria. Si è accesa una rivalità durata molti anni, col pubblico che si divideva. Abbiamo passato circa 15 anni con la divisione fra Bertoliani e Berrutiani. Nei paesi le fazioni si trovavano a cena con i loro beniamini, c'era un contatto molto stretto con il pubblico, molto diretto. Lo scudetto che ricordo con maggiore piacere è stato quello del 1965, il primo che ho vinto da capitano contro Defilippi; invece il campionato più bello e sofferto, è stato quello del 1975, e secondo me, è stato anche il più interessante da vedere. Negli anni in cui avevo iniziato a giocare, il calcio non era lo sport egemone, certo aveva molto seguito, ma per noi ragazzini, all’epoca nei paesi, era naturale iniziare a tirare pugni alla palla nelle piazze o sulle strade. Era il nostro gioco. Io e Berruti ci siamo trovati nel momento giusto ed è stata una fortuna per il nostro sport, la nostra rivalità ha fatto bene alla Pallapugno».

Massimo Berruti oggi è un apprezzato pittore. In realtà lo è sempre stato come testimonia lui stesso, ha fatto convivere la sua passione per l’arte con quella per la Pallapugno: «La mia carriera è durata

24

quasi 20 anni, dai primi anni ‘70 fino alla fine degli anni ‘80. Il primo campionato è stato nel 1969 e il primo titolo l’ho vinto nel 1973. Purtroppo nel 1977 mi è venuta una trombosi al braccio, avevo appena vinto il campionato e ho rischiato davvero molto. Dopo il recupero ho vinto ancora quattro campionati. La rivalità fra me e Bertola ha sostituito il dualismo precedente fra Manzo e Balestra. Eravamo due figure agli antipodi, io più intellettuale e dal fisico magro, lui fisicamente più prestante.

I tifosi sono stati grandi protagonisti di quella fase della Pallapugno, alle finali c’erano tantissimi spettatori. L’eco di questa rivalità sportiva si è diffusa in maniera esponenziale e ha superato lo stretto ambito del nostro sport. Un anno ricordo che mi hanno cercato cinque sponsor significativi. Poi purtroppo si è perso tutto. Tutti gli sport più ricchi sono sostenuti da grandi sponsor, la Pallapugno avrebbe dovuto approfittare di quel periodo per conquistare celebrità e rinomanza. Forse una nuova grande rivalità farebbe risalire la popolarità. Adesso faccio il pittore, ma è una passione che ho sempre nutrito. Ho fatto il Liceo artistico e dipingo ed espongo a partire dagli anni ‘70. Mi sono sempre sentito un pittore e ora mi dedico completamente a questa attività. Ho avuto davvero tanto dal pubblico, affetto ampiamente ricambiato.

Nella Pallapugno il tifoso si lega molto di più al campione che alla squadra. In questo senso è un gioco che assomiglia più agli sport individuali che a quelli di squadra» Un altro campione che ha lasciato il segno nella Pallapugno negli anni ‘80 e all’inizio dei ‘90 è stato Riccardo Aicardi che ha vinto quattro campionati con una carriera sportiva lunghissima, che lo ha portato a giocare fino a 52 anni. «Ho iniziato a 9 anni tesserato nella società sportiva Don Dagnino di Andora. Nel 1978 ero in serie B e ho fatto il primo campionato da battitore. Poi ho giocato in serie A fino al 1985, sempre nei primi 4 posti con ottimi piazzamenti. Dal 1986 ho giocato a Cuneo conquistando per la prima volta il secondo posto.

Dal 1987 al 1990 ho vinto quattro campionati di fila, i primi due a Cuneo, gli altri due a Canale.

Purtroppo ho subito un infortunio che mi ha frenato.

Ho fatto il battitore ancora fino al 1993, sempre ai primi posti, poi ho deciso di passare a giocare come spalla, nel 1994 in Liguria, a Taggia, dove ho militato fino al 2000 sempre con buoni piazzamenti (nel 1994 la vittoria nel ruolo di spalla).

Poi mi sono trasferito a Pieve di Teco sempre come spalla e ho vinto il campionato di Serie B e una Supercoppa, ho giocato fino a 52 anni. Rispetto a un tempo è cambiato il modo di giocare. Prima si

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

basava più sul colpo alzato, ora si è notevolmente velocizzato. Forse il rimpianto del tifoso di adesso è non vedere più il palleggio che c’era un tempo, ma non è possibile se la palla corre a 150 km l’ora.

Se penso ai ricordi più belli, mi viene in mente il periodo di Andora, i primi anni. L’organizzazione era minore e partivamo con l’ambizione di giocare contro Bertola e Berruti ed eravamo contenti di arrivare vicino alla vittoria. Mi rendo conto oggi che non sempre la vittoria è il momento che si ricorda con più soddisfazione, le imprese nella mia memoria sono soprattutto quelle del periodo in cui non vincevo. Mi piacerebbe dire ai giovani di aver voglia di lottare e di provare anche se non si riesce a vincere, le soddisfazioni sportive non arrivano solo con la vittoria».

Un altro testimone degli ultimi due decenni del Novecento nel pallone elastico è un altro giocatore dalla carriera molto lunga che oggi fa il direttore Tecnico, Giulio Ghigliazza, che ha giocato in tante squadre e insieme a tanti campioni, anche lui con una carriera lunghissima: «Sono partito con Aicardi dalla Don Dagnino di Andora e allora volevamo conquistare la vetta della Pallapugno, sfidando Bertola e Berruti. Allora fra le squadre c’era un divario di organizzazione più marcato. Oggi tutte hanno uno staff tecnico di preparatori, noi eravamo una piccola società che non era paragonabile a quelle in cui giocavano i più grandi. Ho vinto sei campionati: uno di serie B e sei di serie A. Sono stato tre anni a Canale poi Vignale Monferrato, poi due anni a Spigno, e tante altre squadre fra Piemonte e Liguria. Ora sono direttore tecnico ad Andora. In tutto ho disputato 38 campionati in serie A, ho giocato con i più forti. La mia carriera sportiva è stata molto lunga. Non sono l’unico in questo senso, la Pallapugno permette di giocare a lungo perchè è uno sport molto tecnico, nel quale comunque le capacità di concentrazione e tecniche prevalgono sulle qualità fisiche. Dipende anche dal ruolo in cui si gioca, il terzino per esempio è avantaggiato dal punto di vista fisico e deve invece tenere molto alta la concentrazione. La Pallapugno è un ambiente sano, fra i giocatori in campo, ovviamente c’è grande rivalità sportiva, e ottimi rapporti

Lavorazione & Trattamenti VETRI CRISTALLI SPECCHI

Giulio Gigliazza a sinistra

25

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

fuori dallo sferisterio. Alle sfide fra Berruti e Bertola sono seguiti gli anni 90 con l’arrivo di ottimi giocatori che hanno fatto salire di molto il livello tecnico medio. Non c’era più una sfida fra due grandi, ma la contesa era fra 5-6 squadre di ottimo livello, con Bellanti, Sciorella, Dotta, Molinari, Danna e poi Corino. Penso che in quel periodo il livello medio tecnico della Pallapugno sia stato davvero molto alto. Purtroppo il pubblico è calato, l’ultimo anno in cui ho visto tanti spettatori a una finale è stato nel 2014 ad Alba. Se posso dire la mia, bisognerebbe allargare la serie A ad un maggior numero di squadre per permettere ai giovani promettenti di misurarsi con i più bravi e mettersi alla prova.

Inoltre la Pallapugno dovrebbe adeguarsi ai tempi, essere più “social”; il pubblico cerca novità e anche il nostro gioco dovrebbe utilizzare nel modo migliore i nuovi mezzi di comunicazione».

Dunque l’ultimo decennio del XX secolo dal punto di vista della Pallapugno è stato caratterizzato da un certo equilibrio.

Non c’è più stato un importante dualismo, ma 5-6 squadre, che si contendevano la vittoria finale. Abbiamo sentito anche alcuni di questi protagonisti. Partiamo da Flavio Dotta, vincitore del Campionato nel 1993: «Purtroppo la mia carriera è stata altalenante fra bei momenti e altri decisamente poco piacevoli. Il mio esordio in serie A è stato con Felice Bertola nel 1989. Nel 1993 è arrivato il mio unico scudetto con il Cortemilia, poi nel 1994, 1995 e nel 1998 ho disputato le finali.

Purtroppo un brutto infortunio alla spalla ha interrotto la mia carriera.

Negli hanni 2000 sono praticamente ripartito da zero e mi ha fatto piacere recuperare comunque in Flavio Dotta, Cairo Montenotte 1969

competitività grazie al duro lavoro. L’infortunio alla spalla ha compromesso lo sviluppo della battuta.

Sono passato spalla per diversi anni e ho concluso la carriera da giocatore due anni fa. Sono arrivato in finale e ho ritenuto che quella fosse una degna conclusione. Nella pallapugno spesso si fanno carriere anche molto longeve perché è un gioco tecnico e molto difficile. Questo fa si che chi è bravo, se sorretto da un buon fisico, possa giocare anche fino a tarda età, mentre i giovani che non hanno le capacità non riescono necessariamente a sopperire con la maggiore prestanza atletica. Bisogna sicuramente fare un grande lavoro sui giovani.

Il presidente Enrico Costa ha fatto bene a spingere le società a lavorare con i giovani e ora bisogna capitalizzare questo sforzo. In generale c’è tanta passione naturalmente nello staff delle squadre, ma ci vorrebbe forse più preparazione teorica, con tecnici per esempio che escano da scuole dedicate, come l’Isef. Il gioco è cambiato grazie soprattutto a Aicardi, che è stato uno dei primi a giocare tante palle al volo e questo ha velocizzato le partite. Inoltre rispetto a un tempo sono cambiate anche le attrezzature. La palla per esempio, ora è più regolare, fabbricata in grandi quantità in maniera standard.

Come sport oggi c’è stato un miglioramento nelle tecniche di preparazione e attualmente i giocatori sono fisicamente più preparati».

Uno dei grandi protagonisti di quel decennio è stato certamente Giuliano Bellanti, che si è preso

Giuliano Bellanti

anche la soddisfazione di vincere i mondiali nel 2004 nella edizione giocata in Italia. In più ha conquistato tre campionati proprio alla fine del secolo. «Gli anni in cui sono stato all’apice sono stati quelli fra il 1998 e il 2000, quando ho vinto tre scudetti di fila. Ho giocato anche 5 finali, questi i miei traguardi più importanti. Credo di essere stato un predestinato perché a Cuneo sono nato a 300 metri di distanza dallo sferisterio, al Policlinico; i miei genitori gestivano un ristorante a 50 metri e anche la scuola era molto vicina al campo. Insomma era proprio impossibile per me non giocare a

26

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

Pallapugno e così ho fatto. Sono partito dal settore giovanile a Cuneo e fra il 1987 e il 1989 ho giocato in serie B. L’esordio in serie A è stato nel 1990 e quel decennio è culminato nei tre scudetti, sempre a Cuneo. In tutto ho giocato 17 anni come battitore, fino al 2006; dal 2007 al 2015 ho proseguito come centrale e dal 2016 ad oggi, ricopro il ruolo di direttore tecnico. Anche in questo ruolo mi sono preso la soddisfazione di una vittoria nel 2018 a Cuneo con Federico Raviola.

Ho anche conquistato 4 coppe Italia fra il 1990 e il 1994. Ho avuto la gratificazione di vittorie internazionali, nella nazionale di cui ho fatto parte nel 1997 e nel 1999, sono arrivate le conquiste dei campionati Europei e nel 2004 i Mondiali giocati in Italia come capitano della squadra. Quello fra il 1990 e il 2000 è stato un decennio molto equilibrato al contrario dei precedenti. Non c’erano uno o due favoriti e il livello tecnico era molto alto in generale, con incontri molto spettacolari, insomma un decennio di grande equilibrio. Certo rispetto ad allora, oggi ci sono meno spettatori, ma alle volte non si considera che nel frattempo è anche arrivata la crisi economica. Entrare negli sferisteri rappresenta comunque una spesa e magari rispetto a un tempo si vedono meno partite anche per questa ragione. Ora ci sono tanti giovani in questo sport e si va verso un ricambio generazionale, è stato fatto un bel lavoro da parte della Federazione. Come

in tutti gli sport anche nel nostro c’è stata una velocizzazione, ora ci sono anche meno scambi. E’ cambiata anche la palla e la preparazione atletica.

Sicuramente bisogna essere al passo con i tempi e ben venga anche il pubblico che guarda le partite in streaming come purtroppo siamo costretti a fare tutti in questa estate influenzata dal Covid-19, ma la spinta del pubblico nelle partite è fondamentale, crea la giusta carica e il giusto entusiasmo per i giocatori e questo vale in tutti gli sport, in fondo si gioca per essere apprezzati. Speriamo che a settembre sia possibile, almeno per le semifinali e le finale della Superlega avere la possibilità dell’accesso degli spettatori. La mia Carriera mi ha dato tanto; quello della Pallapugno è un bell’ambiente e

27

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

Alberto Sciorella

28

ho instaurato ottimi rapporti. La tifoseria è appassionata, ma corretta e molto sportiva verso tutte le squadre».

Un altro dei protagonisti di quel decennio è stato Alberto Sciorella, partito da Imperia. La sua carriera gli ha portato quattro scudetti suddivisi in due fasi. «Ho giocato dal 1990 al 2007, con tante finali disputate e 4 scudetti vinti. Sono stati anni belli con un livello di competitività molto elevato, con giocatori quali Dogliotti, Molinari, Aicardi, Danna.

C’erano cinque o sei squadre di buon livello e la forbice fra le prime e quelle meno competitive era ampia. I primi anni ho giocato in Liguria a Dolcedo e lì sono arrivati i primi due scudetti nel 1995 e 1996, poi dieci anni a Monticello, dove mi sono davvero trovato molto bene e sono stato valorizzato come giocatore e dove ho vinto due scudetti, nel 2001 e nel 2002.

Sin dal periodo precedente, si privilegiava la preparazione atletica e ultimamente mi pare si torni ad apprezzare questo aspetto rispetto a quello tecnico con la conseguenza che il fisico è molto soggetto a stress e questo non mi pare positivo.

Prima c’erano più partite senza infortuni, credo sia giusto trovare un equilibrio fra preparazione tecnica e atletica.

Purtroppo si è registrato un calo degli spettatori: prima in finale si poteva arrivare a 3.500 spettatori tanto che si metteva la prevendita dei biglietti, diversi giorni prima della partita.

Ora purtroppo la realtà è diversa».

E’ stato un secolo, il Novecento, in cui la passione per la Pallapugno è stata accesa, stimolata dai grandi campioni che hanno calcato gli sferisteri di tutto il Piemonte e della Liguria.

Preservare quella memoria è importante, magari per trovare la maniera di rinnovare quel grande entusiasmo, la conservazione e la valorizzazione del passato può significare anche nuova linfa per il prossimo futuro.

In questa direzione va l’impegno di un’associazio-

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

ne, la Fondazione Sferisterio Mermet, che si pone l’obiettivo di far tornare il campo di Alba, soprannominato anche il Maracanà della Pallapugno, agli antichi splendori.

L’obiettivo è l’acquisizione della proprietà della struttura sportiva per poi realizzare un progetto di valorizzazione che ne rispetti le peculiarità storiche con l’obiettivo di renderlo adeguato alle esigenze dello sport moderno e nel contempo luogo d’attrazione dalle potenzialità turistiche.

Commenta Nando Vioglio, membro della Fondazione: «Abbiamo iniziato ad indirizzarci fra fondazioni bancarie, per trovare i fondi necessari per finanziare il progetto. Purtroppo l’arrivo del Covid-19 ha bloccato tutto, per ora, ma contiamo di ripartire il prima possibile».

29

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

La Pallapugno OGGI interessa molto i giovani e cerca un nuovo pubblico

Il giuramento della Pallacorda celebre episodio iniziale della rivoluzione francese, ritratto da Jacques Louis David Mario Sobrino, Presidente "Araldica Castagnole Lanze"

Se fino a questo momento abbiamo fatto una panoramica, molto parziale, della Pallapugno nella seconda metà del Novecento, vale la pena buttare un'occhio all'oggi, non tanto per valutare campioni attuali o nascenti, quanto per osservare in che direzione sta andando questo sport. Perché pur essendo depositario dell'autentica tradizione contadina delle nostre colline, il gioco del balon guarda anche avanti per riuscire a conquistare nuovi appassionati.

Il vivaio sta crescendo, non tanto fra i giovani che decidono ogni anno di provare il gioco, quanto fra i tifosi, visto che in generale si registra una diminuzione dell'interesse negli spettatori che vanno a vedere le partite.

Quest'anno l'arrivo del Covid-19 purtroppo ha fermato i campionati, che sono stati del tutto annullati dalla Federazione Italiana pallapugno. Società e federazione hanno comunque deciso di dare vita a un torneo con le squadre di Serie A: la Superlega Fipap Acqua San Bernardo Banca D'Alba, che purtroppo si svolge a porte chiuse, per via delle norme di contrasto alla diffusione del Covid-19. Ma le partite si possono comunque vedere, in streaming, certo per i giocatori ovviamente non è la stessa cosa, gli sferisteri vuoti non sono particolamente stimolanti, ma bisogna superare questo anno strano per tutti e magari provare a trarne anche, se possibile, qualcosa di buono.

30

Il presidente Mario Sobrino, dell' "Araldica Castagnole Lanze", negli ultimi anni sta dominando la scena della pallapugno grazie al suo campione Massimo Vacchetto. Non a caso ha vinto tre degli ultimi quattro campionati, l'ultimo nel 2019.

Sentiamo cosa ci dice Sobrino: «Giochiamo 3-4 partite la settimana, questo torneo è stato ideato soprattutto per non fermarsi del tutto, un anno di fermo totale sarebbe stato davvero deleterio. Finiremo ad ottobre con le semifinali e le finali. Io sono presidente della società da venti anni circa e devo dire che non si registra un grande cambiamento nel gioco negli ultimi anni. Forse è diventato più veloce, si sono accorciati i tempi. Gli spettatori sono in diminuzione, rispetto a qualche tempo fa. Il pubblico sta invecchiando sempre di più anche se gli affezionati sono molto presenti e non perdono una partita. Il troppo calcio trasmesso in televisione, porta il pubblico a restare a casa. I tifosi più giovani sono soprattutto coloro che sono coinvolti dai ragazzi che iniziano a giocare, infatti dal punto di vista del vivaio non c'è da lamentarsi: siamo arrivati ad avere circa un centinaio di bambini e ragazzi fra le varie squadre giovanili ed è certamente positivo. I ragazzi vogliono provare e noi li stimoliamo naturalmente. Avere una squadra vincente sicuramente aiuta. Devo dire che abbiamo anche degli ottimi elementi che stanno crescendo.

Una volta qui a Castagnole delle Lanze, si giocava nella

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapug

piazza della parte alta del paese, oggi abbiamo lo sferisterio.

L'organizzazione può aiutare anche ad attirare nuovi appassionati, sia giocatori che non».

Un quadro d'insieme sulla situazione attuale ce lo fornisce Romano Sirotto, segretario della Federazione di Pallapugno: «Purtroppo quest'anno è stato annullato tutto, anche gli eventi internazionali, infatti avrebbe dovuto svolgersi il mondiale in Belgio. Peccato. E' stato un bene organizzare la Superlega perché un anno senza giocare sarebbe stato controproducente. Questo è uno sport molto tecnico, è vero che ci sono oggi vari mezzi per potersi allenare, nel migliore dei modi, ma ovviamente fare una partita è un'altra cosa, il confronto fra i giocatori è indispensabile. Speriamo di avere a settembre un'apertura maggiore rispetto alle norme anticovid, in modo da organizzare ancora qualcosa. Al momento la superlega coinvolge le squadre di Serie A, che avevano davvero l'esigenza di giocare, vedremo più avanti se si potrà fare qualcosa con le società di serie B e C. Anche perchè il movimento si sta allargando almeno dal punto di vista dell'interesse allo sport. In questa fase c'è meno interesse da parte del pubblico. Io ho giocato in serie A, a 6-7 anni, anche con Massimo Berruti e ricordo la passione di quei tempi. Nel '78, dopo la vittoria del campionato, non siamo riusciti a dormire per due giorni, tale era l'entusiasmo e la festa che i tanti tifosi volevano dedicarci. Era un mondo meno globalizzato e forse per questo anche un po' meno dispersivo.

Ora è cambiato, un tempo si giocava soprattutto il sabato e la domenica, oggi si gioca tanto in settimana, Stiamo lavorando per accorciare un po' i tempi delle partite, per rendere il gioco anche più accessibile al pubblico. E' sempre stato un gioco dai tempi lunghi, Il giornalista e scrittore Franco Piccinelli diceva che la pallapugno ha il passo lento del contadino. Mi ricordo un tempo una partita giocata a Imperia il 15 agosto, durata 4 ore e 40 minuti.

Con partite del genere, se giocate di sera, si rischia di andare a letto tardissimo e poi magari il mattino dopo, si doveva andare a lavorare. Eppure il pubblico era molto appassionato, le macchine riempivano i parcheggi e alle volte gli spettatori si arrampicavano sulle piante per vedere la partita.

Ma in effetti ora tutti gli sport hanno perso pubblico Oggi in compenso abbiamo certamente più organizzazione rispetto ad un tempo ed il vivaio sta crescendo sempre di più.

Nell'arco di alcuni anni siamo passati da 45 a 120 formazioni giovanili, insomma i piccoli vogliono provare a giocare con sempre maggiore entusiasmo e questo è un segno di salute e interesse verso il nostro sport.

A questo va aggiunta la nascita di un movimento di giocatrici, che sta crescendo sempre di più.

La Pallapugno è sempre stato uno sport maschile, ma adesso, sempre più bambine e ragazze, vogliono mettersi alla prova e stiamo cercando di stimolare questo movimento. Inoltre la pallapugno mantiene sempre comunque alta l'attenzione dei media e gli sponsor rispondono, basta pensare che la superlega è stata sostenuta da Acqua San Bernardo e Banca D'Alba. Inoltre siamo in collegamento con tutti gli altri sport che in Italia sono cugini del nostro, magari anche più tradizionali. Fra questi il Pallone con bracciale, che è il progenitore del nostro e che era giocato soprattutto nell'Italia centrale nei secoli passati. Anche questi giochi mantengono a livello locale una grande vivacità. In questo modo si allargano le nostre esperienze».

A questo riguardo va fatto il discorso sui Mondiali che avrebbero dovuto tenersi in Belgio.

In tutta Europa si sono sviluppati giochi con la palla simili alla Pallapugno, ma con regolamenti differenti, sono tutti nati da competizioni che giocavano gli antichi Romani e che si sono diffusi in tutta Europa, in seguito alla sua romanizzazione.

Nel Novecento c'è stato un movimento che ha spinto le varie federazioni ad incontrarsi, condividere esperienze e ovviamente organizzare insieme competizioni.

In questo senso si sono sviluppati tre regolamenti internazionali principali: quello legato al Llargues (con le competizioni spagnole e dell'America Latina), al Jeu de

PRODUZIONE INTEGRATORI ALIMENTARI Per lo SPORT

e per il TUO BENESSERE

QUOTIDIANO

NUOVA LINEA

FARINA D'AVENA ISTANTANEA GUSTI VARI, DOLCE E SALATO

SEDE DI ALBA (CN) V. U. SACCO 4/A - 4/B Tel. 0173 290797 - 328 4175338 LI PUOI ACQUISTARE ANCHE SUL SITO

www.nowordsnutrition.com 31

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

gno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale palla

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapu Paume (gioco popolare fracese simile alla Pallacorda divenuta celebre perché nella Sala della Pallacorda ci fu il giuramento omonimo a Parigi nel 1789, una delle scintille della Rivoluzione Francese) e al Wall Ball, giocato per lo più in Irlanda e nei paesi anglosassoni.

Periodicamente i mondiali danno vita a un regolamento a cui i partecipanti devono adattarsi, modificando quello delle competizioni di origine. Romano Sirotto è anche selezionatore tecnico della nazionale e ce ne parla: «Gli italiani purtroppo sono sempre stati penalizzati in questo tipo di competizione perché cade in un momento non ideale dal punto di vista atletico, ovvero ad agosto, quando la preparazione non è ottimale. L'ultima volta che abbiamo vinto è stato nel 2004, allora il mondiale si è giocato in Italia in aprile e siamo riusciti ad

arrivare in forma ottimale».

Ma l'anno del Covid-19 per alcuni versi potrebbe anche essere un'opportunità. Infatti una delle prime partite della superlega ha fatto registrare 6000 visualizzazioni, insomma il pubblico della rete ha apprezzato la Pallapugno in streming.

Può questa modalità attirare appassionati che magari normalmente non riescono ad andare fisicamente alla partita per ragioni di tempo o altre? Può essere un modo per avvicinare un pubblico più ampio anche quando l'emergenza legata al Covid-19 sarà conclusa?

«Può essere un modo diverso per apprezzare le nostre partite, il mondo cambia e se riusciamo a lavorare bene anche sotto questo aspetto, anche le partite on line possono rappresentare un'opportunità per la Pallapugno» conclude Sirotto.

Qui si conclude il nostro viaggio, immortalato sulle pagine di Terra & Tradizione”, certamente insufficiente rispetto a quanto la Pallapugno ha dato ai tifosi, ma con la speranza di aver reso omaggio anche solo in minima parte, al fascino di questo grande gioco del nostro territorio.

Un ringraziamento particolare dalla redazione, a tutti gli sponsor presenti, che hanno contribuito alla realizzazione di questo ampio servizio dedicato. GRAZIE !

32

speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapugno speciale pallapu

Il Il MONDO MONDO del del VINO VINO piange piange la la scomparsa scomparsa di di Ernestino Ernestino Laiolo Laiolo Il direttore della Cantina di Vinchio-Vaglio Serra è prematuramente scomparso Pubblichiamo qui un ricordo di Ernestino Laiolo che la Cantina Viticoltori Associati di Vinchio-Vaglio Serra ha voluto dedicargli.

Purtroppo lo storico direttore della Cantina è scomparso prematuramente lasciando un vuoto incolmabile in tutti coloro che lo hanno conosciuto. Anche per la nostra redazione la notizia ha rappresentato un colpo molto duro visto la stretta collaborazione che ci ha legato. In questi anni di rapporto professionale abbiamo potuto apprezzare tutta la competenza e la dedizione nel suo lavoro così come la pazienza e la bontà d'animo di un uomo che tutto l'ambiente vitivinicolo e non, ha apprezzato, un uomo, che ha saputo portare grandi risultati alla Cantina da lui diretta.

Di seguito il ricordo dei colleghi della cantina che lo hanno conosciuto da vicino e stimato.

dei personaggi cardine dello sviluppo qualitativo del comparto, ma anche in quello del volontariato del sud Astigiano in cui Ernestino era da sempre impegnato nel sostegno e nella promozione di iniziative di solidarietà e progetti a carattere socioassistenziale.

Nato nel 1964, sposato con Mirella e papà di Sabrina e Chiara, Enestino era un autentico "figlio" della Cantina sociale di Vinchio e Vaglio Serra in cui era cresciuto umanamente e professionalmente fino a diventarne l'apprezzato direttore. Un incarico che aveva assunto negli ultimi mesi del 2002 andando a sostituire, compito davvero non facile, una sorta di istituzione storica del territorio come Giancarlo Cellino, in pensione dopo essere stato uno dei protagonisti del cosiddetto "rinascimento" della Barbera nella seconda metà degli anni '80 del secolo scorso.

Laiolo non solo proseguì l'opera del suo predecessore, ma diede alla Cantina il giusto contributo di idee, e di fatti, che le nuove esigenze produttive e di mercato richiedevano collegando sempre più strettamente SABATO la cultura enologica a quella del territorio, alla sua conoscenza ed alla sua tutela. La prima, accrescendo il ventaglio vinicolo dell'enopolio (tra le altre, le grandi Barbere, come Tre Vescovi, Vigne Vecchie, Insynthesis, DOMENICA gli spumanti Tre Vescovi rosè, Castel del Mago e l'ormai imminente Alta Langa, per non parlare della crescita di attenzione per i vini da Pinot nero). La seconda favorendo un collegamento sempre più stretto con il territorio attraverso l'azione di "agenzia turistica" della Cantina, e la conoscenza delle Colline della Barbera con la creazione del Sentiero dei Nidi di Vinchio e Vaglio Serra, la kermesse dei "Pic nic al Casotto" o, ultima delle sue "imprese", la sistemazione della Big Bench panoramica a Monte del Mare.

ALWAYS QUALITY ORIENTED Uno straordinario percorso di crescita che ha portato la Cantina di Vinchio e Vaglio Serra a diventare, grazie anche al contributo di un eccezionale staff di saperi guidati dal presidente Lorenzo Giordano e dell'enologo Giuliano Noè, uno dei più celebri e qualificati punti di riferimento della vitivinicoltura del sud Piemonte e del territorio che fa riferimento alle Colline della Barbera.

Nelle nostre cantine il miglior complice della Qualità è il tempo.

Le struggenti note della magica tromba di Felice Reggio sono state la più giusta e commovente conclusione del saluto, l'ultimo purtroppo, che la comunità di Vinchio ha voluto dare, al termine della funzione religiosa celebrata sulla piazza principale del paese con una foltissima partecipazione di pubblico, ad uno dei suoi figli più intraprendenti e capaci, Ernestino Laiolo, drammaticamente e prematuramente scomparso pochi giorni fa a causa di un improvviso quanto imprevedibile infarto cardiaco. Un lutto che ha profondamente colpito tutto il mondo del vino piemontese che negli ultimi vent'anni aveva riconosciuto in lui uno

13 14

LUGLIO

LUGLIO

Idealmente, tutti noi della iM.coM. di Alba, vinchio.com redazione di Terra & Tradizione, ti saluta con un brindisi, con il TUO vino, che tanto amavi e che hai contribuito a portare a livelli qualitativi altissimi.

Siamo certi che da lassù, stai brindando insieme a noi, Ernestino Laiolo!!!

33

SIAMO QUI TIPOGRAFIA - STUDIO GRAFICO - OGGETTISTICA - ABBIGLIAMENTO PRODUZIONE PROPRIA INTEGRATORI ALIMENTARI

Nell'anno del Covid, la iM.coM. rilancia le sue proposte commerciali, ampliando lo showroom, con tanti articoli per tutte le esigenze Anche in un momento delicato come questo (anzi proprio in un momento del genere di incertezza e crisi economica) la iM.coM. iMmagine e coMunicazione, nata nel 2005, punto di riferimento per un pubblico sempre più esigente, alla ricerca di qualità, puntualità, affidabilità e prezzi concorrenziali, investe sul futuro per essere pronta ad affrontare le sfide di oggi e soprattutto quelle di domani. Infatti nello show room di Alba, è stata ampliata l'esposizione di abbigliamento da lavoro, per soddisfare le esigenze di tutti i settori lavorativi sulla pronta consegna.

L'abbigliamento proposto non è solo quello dedicato agli chef e hotel, di cui c'è ampio assortimento, bensì capi per ogni esigenza e tipo di lavoro, dall'industria al medicale compresi i dispositivi per protezione personale, camici monouso, guanti usa e getta, mascherine personalizzate, tutto il materiale ANTI-COVID. Inoltre tutte le SCUOLE possono trovare una vastissima gamma di abbigliamento, anche fatto ad hoc, con colori e rifiniture su richiesta.

Il ventaglio è a 360°, la iM.coM. oltre alla sua casa madre di produzione italiana, è rivenditore di 4 noti brands, sia per l'acquisto al dettaglio, che per soddisfare richieste di grandi quantitativi per aziende

34

medio-grand. I capi, se non già presenti in negozio, sono disponibili a magazzino, con consegne rapide in 2/3 giorni.

Alla iM.coM. potete anche richiedere la personalizzazione dei vostri capi, a scelta tra stampa, transfer o ricamo.

Oltre che dalle aziende di tutti i settori, la clientela della iM.coM. è composta anche da tante Amministrazioni Comunali, Pro Loco, Enti, che ordinano tutto il materiale per gli eventi e le manifestazioni, compresi i sistemi visivi, la cartellonistica, l'oggettistica... A tale proposito, ricordiamo che sul sito www.im-com.it, sull'area "OGGETTISTICA", potete trovare uno fra i più grandi cataloghi del mondo!

La iM.coM. è anche studio grafico e tipografia, e oltre a tutti i tipi di stampati, produce etichette adesive in bobina, anche a partire da soli 50 pezzi!

Dal 2017, per diversificare, attiva la produzione di una linea di integratori alimentari per lo sport e il benessere quotidiano di tutti.

La linea si chiama “No words nutrition” e propone un'ampia gamma di prodotti che si possono acquistare direttamente nella sede di Alba, o attraverso il sito internet: www.nowordsnutrition.com mentre sul blog collegato:

RIVENDITORI

ABBIGLIAMENTO DA LAVORO PER OGNI SETTORE neutro o personalizzato con stampa o ricamo

DETTAGLIO e INGROSSO

DIVISE PER TUTTE LE

SCUOLE !

35

come eravamo

anni ‘60 stra notturno Ferruccio Della Valle)” ae M ia V a lb A ia di ssato (in memor

pa , immagini dal “Alba e dintorni

"Come eravamo" in un viaggio senza fine, fra gli

SCATTI del

PASSATO!

o Castagnole delle Lanze - V. Stazione 1958 - Bar Centrale all’epoca Alberg “Archivio foto Sterpone di Castagnole delle Lanze”

36

come eravamo

asca - anni ‘30 Alba - Porta Cher memoria di Ferruccio Della Valle)”

(in magini dal passato “Alba e dintorni, im

Alba - Porta Tanaro o Pontina sul fondo il casello daziario anni ‘20 “Alba e dintorni, immagini dal passato (in memoria di Ferruccio Della Valle)”

RACCONTIAMO IL NOSTRO TERRITORIO, attraverso le vostre foto, che Vi preghiamo di recapitare alla redazione iM.coM. di Alba, oppure di inviare alla mail:

terraetradizione@gmail.com 37

Ad Asti un comando dei Vigili del fuoco con spirito artistico

Il grande impegno dei soccorritori per affrontare il pericolo del Covid-19 Sul numero scorso abbiamo proposto un ampio servizio dedicato ai Vigili del fuoco della Provincia di Cuneo e alle loro attività quotidiane, su questo abbiamo chiesto al Comando di Asti di parlarci del loro impegno in favore del soccorso dei cittadini e inevitabilmente il discorso è caduto sul periodo di lock down legato al Covid-19. Infatti se il servizio dedicato ai Vigili di Cuneo era stato fatto proprio all’inizio della fase più critica, ora non è stato certo possibile evitare il discorso legato agli interventi speciali Nbcr (ovvero legati a Nucleare-biologico, chimico e radiologico).

Se normalmente questo tipo di interventi non sono così consueti, fra marzo e aprile di quest’anno per tutti e a maggior ragione per i Vigili del Fuoco di

38

Asti, sono diventati quasi una norma.

Una caratteristica del comando provinciale astigiano è quella di aver avuto in passato, e anche oggi membri appassionati d’arte e a loro volta pittori.

Così il Comando si è trasformato in una vera e propria pinacoteca di opere realizzate dai vigili, (oggi in buona parte in pensione). Sulle queste pagine abbiamo proposto alcune delle opere che caratterizzano le pareti del comando. Sono state realizzate da Giampiero Tachis, Gerardo Mozzone e Roberto Tommei. Una circostanza curiosa, ma a pensarci bene in liena con una città d’arte e cultura come Asti.

Gli interventi degli ultimi mesi sono stati legati a stretto filo alla presenza del Covid-19, in primo

luogo fin da subito, da quando Asti divenne per pochi giorni “zona rossa”, prima che tutta L’Italia fosse chiusa nel lock down) ai vigili furono cambiati i turni. Normalmente le squadre fanno turni da 12 ore e naturalmente si alternano. In quelle circostanze questo tipo di turnazione venne cambiato e si passò alle 24 ore. Il provvedimento aveva l’esigenza di diminuire il più possibile le occasioni di contagio fra i componenti del comando e con le rispettive famiglie. «Per questo abbiamo dovuto attrezzare la caserma nel migliore dei modi, non solo per le precauzioni legate al contrasto alla diffusione del Covid-19, ma soprattutto per permettere una quotidianità il più possibile normale all’interno della caserma. Ho chiesto che la nostra sede venisse attrazzata nel migliore dei modi» dice il comandante. In sostanza in quel periodo era come se la caserma fosse una seconda casa per molti vigili del

I Vigili del fuoco non effettuano solo attività di soccorso, ma anche prevenzione, formazione e vigilanza. Quest’ultimo settore in questo momento è in un periodo di pausa per via del Covid-19. «Sono molto contento di guidare questo comando ci sono importanti professionalità, che ci mettono in grando di operare in qualsiasi situazione e contesto, a cui si unisce una grande buona volontà e umiltà.

Possiamo portare soccorso con le migliori tecnologie a disposizione e la capacità di saperle utilizzare grazie alle competenze a disposizione, fra noi c’è una una volontaria infermiera che all’occorrenza può effettuare interventi di tipo sanitario in base alle sue competenze» continua il comandante.

Non a caso nella grande sala al piano superiore della caserma si effettuano corsi per il soccorso, dedicati non solo ai membri interni al corpo di Vigili del fuoco, in costante aggiornamento profes-

Lucrezia Frangiamore, responsabile dell'ufficio affari legali dei Vigili del Fuoco di Asti e il Comandante provinciale Ferdinando Franco

fuoco. E’ stata incrementata la pulizia e c’è stata una più frequente elternanza fra prima e seconda squadra se si verificavano interventi frequenti in modo da diminuire lo stress dei partecipanti alle azioni. Gli incendi non sono molto frequenti sul territorio astigiano, ma nel periodo del lock down sono aumentati. «Era prevedibile che in una fase di chiusura delle attività si verificassero “incidenti” che in realtà erano probabilmente veri e propri atti intimidatori o comunque volti a danneggiare delle imprese. Abbiamo varie volte compiuto delle segnalazioni alla magistratura di incendi quasi certamente di natura dolosa» Il comandante peraltro ha lavorato a Milano e in Sicilia e ha dunque incontrato situazioni di presenza della malavita organizzata. Ha anche constatato come alcuni interventi dei vigili del fuoco siano proprio legati a atti intimidatori, per cui gli operatori devono effettuare segnalazioni giudiziarie.

sionale, naturalmente, ma anche per i responsabili della sicurezza delle grandi aziende del territorio.

In provincia di Asti ci sono aziende di una certa importanza, come per esempio la Saclà, e la responsabilità per la sicurezza del paesonale e degli impianti passa anche sotto la tutela dei Vigili del fuoco che formano il personale con corsi dedicati, che si svolgo in videoconferenza o in presenza a seconda delle situazioni. I membri del corpo dei Vigili del fuoco svolgono almeno un’ora di addestramento al giorno per essere sempre preparati a qualsiasi evenzienza e dopo 15 anni si riceve la croce di anzianità, un riconoscimento che attesta la conquista di una certa esperienza e anzianità, l’attestazione di avere abbastanza esperienza sul campo. Si tratta di un riconoscimento importante a tal punto da essere conferito dal Prefetto e qualora l’attività presso il corpo sia macchiata da irregolarità o punizioni, il tempo necessario per prendere

39

40

questo riconoscimento si allunga, come una sorta di penalizzazione.

Il Comando di Asti è composto da 96 componenti che si alternano nei vari turni nel corso delle giornate, con 16-17 persone per ogni turno. Ai professionisti si aggiungono i volontari di quattro squadre: Nizza Monferrato e Canelli che dispongono di 20-22 persone, Cocconato con meno di 15 unità e Villanova d’Asti che oscilla fra le 16 e 17 unità. «I volontari ci danno un grande supporto.

Purtroppo siamo un po’ sottodimensionati e capita che per interventi di una certa importanza che devono essere effettuati nel nord Astigiano debbano arrivare anche squadre dall’area di Torino. I volontari lavorano essenzialmente in orario serale, visto che hanno in linea di massima altre occupazioni e sono molto disponibili, in particolare durante l’alluvione del novembre dello scorso anno sono stati di grande aiuto. A Canelli per esempio è stato necessario effettuare ben 200 interventi, fra allagamenti e sgombero delle cantine. Ma i danni più gravi più che dalla pioggia in quel caso sono stati causati dalle frane. Per noi è molto importante la conoscenza del territorio che ci permette di essere sempre vigili e attenti. Riusciamo a operare con

aver effettuato gli interventi, è importante che lo stresso non sia eccessivo per il nostro lavoro. Per questo un organico adeguato è molto importante» continua l’ingegner Franco. Il periodo del lock down non ha certo fatto diminuire l’impegno sugli interventi dei vigili al contrario.

E’ vero che è diminuito il numero di alcuni servizi come l’apertura delle porte o altri legati all’assenza da casa degli abitanti. Allora la gran parte della popolazione era nelle proprie abitazioni, ma gli interventi che riguardavano persone positive al Covid-19 erano frequenti e questo complicava le cose. Ad Asti in quella fase ci sono stati circa 1.800 infettati ed era frequente che gli interventi riguardassero persone positive. Questo complicava molto le cose i Vigili dovevano ovviamente intervenire ma in piena sicurezza, indossando tute speciali e attuando operazioni di isolamento e sanificazione. «Gli interventi in presenza di positivi al covid-19 richiedono il triplo tel tempo anche solo per la vestizione. Bisogna agire in stato di isolamento e poi effettuare la sanificazione, senza contare le precauzioni da prendere sul posto. I tempi di decontaminazione possono anche essere piuttosto lunghi. Inoltre due persone per ogni squadra,

cautela in tutte le situazioni» commenta ancora il comandante Ferdinando Franco.

Nel periodo più acuto della crisi legata al Coronavirus, i Vigili del fuoco sono stati fra i primi ad applicare norme di contenimento, anche perché dotati delle tecniche e conoscenze necessarie legate al proprio addestramento. Dalla sanificazioni dei locali all’azione in condizioni di sicurezza. Gli interventi effettuati durante il periodo del lock down hanno messo il personale molto sotto pressione, per cui era necessaria una turnazione frequente per permette il recupero psicofisico degli operatori.

«Essere in grando di operare nelle migliori condizioni significa anche riposare abbastanza dopo

per regolamento, non possono operare sul posto.

A questo si aggiungano anche le situazioni di Tso (trattamento sanitario obbligatorio) che richiedono anche la stretta collaborazione con personale sanitario e forze dell’ordine. Ci siamo trovati anche in situazioni difficili. Se si pensa che interventi piuttosto complessi come ne abbiamo avuti, possono richiedere anche la presenza di una trentina di soccorritori sul posto anche per 8 ore, ci si può fare un’idea dell’impegno che ci è stato richiesto». continua il comandante.

Anche in questa fase i vigili del fuoco stanno operando per il contrasto al Covid-19, non solo ovviamente per casi di interventi che possono coin-

volgere persone positive. Si sta lavorando ad esempio per la riapertura delle scuole a settembre e i vigili sono interventuti in tanti comuni della provincia con la loro esperienza e le loro competenze per la sanificazione dei locali e la verifica di tutti i protocolli. Ma non solo delle scuile, anche di altri edifici pubblici come gli uffici comunali. Ora i turni sono tornati normali, da 12 ore ognuno, ma il comandante ci tiene a sottolineare come la cautela sia sempre l’atteggiamento più opportuno per affrontare l’attuale situazione: «Non bisogna assolutamente abbassare la guardia e occorre rispettare scrupolosamente le precauzioni per evitare il più possibile il contagio. Non dobbiamo assolutamente tornare nella situazione che ci ha costretto alla chiusura di tante attività, sono convinto che essere prudenti sia oggi e nel prossimo futuro la strada migliore per prevenire il contagio del Covid-19. Ora per esempio si naviga a vista e ci stiamo accorgendo che anche persone giovani vengono contagiate, non solo più gli anziani come nella fase acuta» dichiara l’ingegner Franco.

A testimonianza delle grande attenzione per la sicurezza sanitaria lo scorso 31 luglio, è stato

sottoscritto il protocollo operativo per disciplinare l’effettuazione dei test seriologici al personale permanente, volontario e amministrativo della Direzione e dei comandi dei Vigili del fuoco di Torino, Asti e Verbania. Hanno aderito volontariamente allo screening 800 unità che, appartenendo alle categorie che più sono state esposte al contagio, permetteranno di avere una misura sempre più precisa della circolazione del virus sul territorio regionale.

Fra i mezzi più rappresentativi dei vigili del fuoco c’è l’autoscala, quella per intenderci, che permette ai vigili di operare su grandi edifici magari colpiti da incendi. Ovviamente i mezzi a disposizione sono tanti, tutti utili e avveniristici, ma l’autoscala è una specie di simbolo, oltre che un mezzo versatile. Quella attuale ha 23 anni è efficiente, anche perché sottoposta a continua manutenzione, ma al comando non dispiacerebbe certo il rinnovamento, ma si tratta di un automezzo piuttosto costoso, può arrivare al prezzo di 500.000 euro.

Un grande impegno per la nostra sicurezza, quello dimostrato dai vigili del fuoco di Asti, che non vieta loro di esprimere il loro estro artistico che ha reso il comando astigiano un luogo certamente più bello dove lavorare.

VENDITA AUTO NUOVE ED USATE DI TUTTE LE MARCHE

SPECIALE NEOPATENTATI

FIAT 500 1.2 69 CV LOUNGE FIAT 500 L 1.3 MJET 95 CV FIAT 500 X 1.3 MJET 95 CV EURO 6D CON NAVIGATORE FIAT PANDA 1.2 69 CV LOUNGE BLUETOOTH + SENSORI FIAT PUNTO 1.4 77CV 5 PORTE GPL FIAT QUBO 1.3 MJET 80 CV EURO 6D TREKKING + NAVIGATORE FORD FIESTA 1.5 T.DSL 75 CV 5 PORTE LANCIA Y 1.2 69 CV GOLD PEUGEOT 207 1.4 HDI 70 CV 5 PORTE RENAULT TWINGO 1.5 TDSL 75 CV 3 PORTE

OFFERTE DEL MESE

2019/2020 2019/2020 01/2019 2019 2015 02/2019 2012 2019 2011

KM 0 E AZIENDALI KM 0 E AZIENDALI 24.000 KM 15.000 KM 39.000 KM 18.000 KM 99.000 KM 16.000 KM 100.000 KM 114.000 KM

FIAT 500 1.3 MJET 95 CV LOUNGE 2018 FIAT PANDA O.9 TWIN AIR 4X4 85 CV 2019 FIAT TIPO 1.6 MJET 120 CV S.WAGON LOUNGE/BUSINESS-NAVIGATORE/RETROCAMERA 2018 FORD FIESTA 1.4 16V 96CV 5 PORTE IKON 2017 HYUNDAI IX 35 1.7 TDSL 115CV 2011 JEEP RENEGADE 1.6 MJET 120 CV LIMITED NAVIGATORE 2016 JEEP COMPASS 1.6 MJET 120 CV LIMITED FULL OPTIONAL 2020

16.000 KM 11.000 KM 20.000 KM 62.000 KM 150.000 KM 77.000 KM KM 0

SANTO STEFANO BELBO - C.SO SABOTINO, 2 - Tel. Fax 0141 843535 - Cell. 328 5826163

www.lanuovaautomobile.it - fabrizio.roggero@tiscali.it

41

Le idee di Alba per uscire dalla crisi del Covid-19 Attenzione ai problemi degli albesi e idee per la ripartenza del turismo

A

lba, come tutte le città italiane, ha dovuto affrontare un periodo di blocco delle attività, legato al lock down per contrastare la diffusione del Covid-19 fra i mesi di marzo e aprile.

Poi a poco a poco, nei mesi successivi sono state riaperte le attività con gradualità. Ma questo non significa certo essere usciti da una crisi particolarmente acuta, al contrario. Si sono sentiti e si sentono infatti gli effetti del prolungato blocco delle attività, con un calo di consumi e produzione. Il problema ora è strettamente economico e colpisce famiglie e imprese.

In prima linea per la ripartenza è stato Bruno Ferrero, assessore alle Finanze: «Abbiamo studiato con attenzione tutte le diverse componenti dell’economia cittadina, un patrimonio di aziende grandi e a conduzione famigliare che costituiscono il tessuto produttivo che ha scritto la storia di Alba. Con una manovra di bilancio di proporzioni davvero considerevoli, abbiamo cercato di dare risposte a ciascuno comparto, oltre a un sostegno concreto e immediato alle tante famiglie in difficoltà.»

Scendendo in dettaglio, abbiamo chiesto all’amministrazione comunale della capitale delle Langhe di parlarci delle iniziative che sono state messe in campo o progettate per il prossimo futuro. Infatti si avvicina a grandi passi la stagione autunnale, notoriamente molto importante per l’economia albese. Si tratta dell’alta stagione turistica per il nostro territorio che normalmente accoglie migliaia di visitatori in gran parte stranieri, che giungono qui per gustare le eccellenze della nostra gastronomia e ammirare le nostre colline. Cosa accadrà quest’anno?

Per prepararci all’autunno l’Amministrazione ha pensato a varie iniziative. Il settore turistico è sotto la diretta supervisione dell’assessore Emanuele Bolla che ci ha parlato dei programmi messi in pista a livello promozionale. Da una parte si è lavorato per la garanzia dei

42

turisti sulla sicurezza di trascorrere qui un periodo di vacanza senza pensieri. Grazie anche al sostegno della Fondazione Crc, Alba è stata la prima città in Provincia di Cuneo ad aderire a “Covidless Approach&Trust”, uno strumento sviluppato dal Dipartimento di Management dell’Università di Torino con lo scopo di fornire ai Comuni a vocazione turistica gli strumenti operativi necessari a sostenere l’economia in questo complesso periodo post-covid. “Covidless Approach&Trust”, sostenuto dalla Camera di Commercio, è frutto della ricerca del team composto da Paolo Biancone, Andrea Martra e Silvana Secinaro, docenti del Dipartimento di Management, e Alberto Sasso, professionista specializzato in architettura sostenibile e rigenerazione del territorio. Dal punto di vista degli eventi, molto importanti per la promozione del turismo, la capitale delle Langhe è partita nel mese di agosto con cinque serate caratterizzate da grandi ospiti del mondo dello spettacolo fra il 7 e il 18 agosto: Arturo Brachetti, J-Ax, Francesco Gabbani, Manu Chao, Gino Paoli e Danilo Rea. Una serie di eventi, organizzati insieme a Collisioni e alle grandi aziende del territorio, pensati soprattutto per ringraziare tutti coloro, che nel periodo della fase acuta della crisi sanitaria, si sono dedicati a sostenere tutta la comunità. «Un evento che ha coniugato il meglio dello spettacolo italiano con il grande e doveroso ringraziamento che noi tutti dobbiamo verso coloro che hanno dato tanto e si sono sacrificati ben oltre i limiti del proprio dovere» afferma l’assessore Bolla.

Si proseguirà poi in autunno con la Fiera internazionale del Tartufo bianco che è stata confermata nel periodo stabilito fin dai primi di febbraio, quando l’Italia non era ancora stata investita dal contagio: ovvero dal secondo fine settimana di ottobre fino all’inizio di dicembre. A questo si unisce un evento che cadrà proprio nel pieno della Fiera, ovvero la tappa da Alba a Sestriere del Giro d’Italia che si corre eccezionalmente in autunno. Sarà fra l’altro una delle tappe che probabilmente deciderà la corsa e che dunque darà ulteriore visibilità alla città. Un evento sportivo molto importante che è stato preceduto nel primo fine settimana di agosto dal Rally di Alba. La città come vedremo punta

molto sullo sport sotto tutti i punti di vista, da quello promozionale a quello sociale per gli abitanti della città. Ma i programmi per il settore turistico sono indirizzati anche al sostegno delle aziende che stanno vivendo un periodo certo non facile. Infatti sono stati stanziati 100.000 euro da destinare proprio a queste imprese in maniera proporzionale alla tassa di soggiorno versata. «Inoltre abbiamo stanziato 250.000 euro per la promozione turistica per potenziare la comunicazione dei nostri eventi.

Dal punto di vista istituzionale collaboriamo con Sestriere per la tappa del Giro d’Italia del 24 ottobre, ma anche con Parma nell’ambito delle città creative Unesco, collegamenti grazie ai quali rinforzare l’immagine di Alba nei principali circuiti turistici» conclude Emanuele Bolla.

Anche lo sport è una delle chiavi con cui la città cerca di rinforzare il settore turistico e di questo si occupa in prima persona il consigliere comunale Daniele Sobrero; in questo campo i programmi per il futuro sono importanti e ambiziosi.

«Abbiamo lavorato molto sull’impiantistica cittadina, completando il rifacimento del fondo del campo da calcio Michele Coppino che ora è interamente in erba sintetica e pronto per ospitare iniziative sportive. La stessa cosa vale per altri due campi per il calcio, uno nel quartiere Mussotto e quello dell’Acquedotto, adesso entrambi in erba sintetica».

Ma particolarmente importanti sono i programmi per il futuro con l’intenzione a breve di qualificare l’H zone dove si trova il centro giovani. Infatti l’area per l’atterraggio dell’elisoccorso è stata spostata nell’area produttiva albese (fino a poco fa era proprio nella zona H, di qui il nome), così la zona ospiterà due impianti sportivi con un occhio rivolto ai giovani: «Nella zona H contiamo di realizzare un campo da basket all’aperto seguendo le misure regolamentari, in modo tale che possa ospitare non solo l’attività sportiva quotidiana, ma anche eventi di rilievo, anche con ospiti sportivi importanti. Dunque dovrà nascere un polo sportivo di una certa rilevanza che si completerà anche con un campo da beach volley» spiega ancora Daniele Sobrero.

Per quanto riguarda le attività svolte anche nell’estate del Covid-19 Alba ha ospitato il suo Rally, con la presenza di grandi campioni e importante seguito

di pubblico. L’obiettivo nei prossimi anni è quello di far entrare il Rally albese in un circuito di rilevanza europea. «Stiamo lavorando perché anche quest’anno si possa organizzare “Sport in piazza”.

A maggior ragione quest’anno è importante che bambini e ragazzi possano per una giornata provare gli sport che desiderano e fare attività fisica insieme agli altri» conclude Sobrero, che lavora anche per l’apertura dello sferisterio Mermet e l’organizzazione del Torneo città di Alba, per dare lustro a uno sport molto amato, la pallapugno, in uno dei luoghi albesi più caratteristici.

La parola a Marco Marcarino, assessore al commercio, uno dei settori che più ha patito le conseguenze del lockdown: «Fin dalle prime riaperture a

inizio maggio ci siamo adoperati per sostenere un comparto che cerca di vedere il futuro con ottimismo, ma ha bisogno di sostegno. Per questo abbiamo dato la possibilità ai locali pubblici di ampliare le aree dei dehors e abbiamo ridisegnato le

43

44

aree mercatali, cercando di mettere assieme le regole di sicurezza con la necessità di ripartire.»

Anche dal punto di vista della viabilità e delle opere pubbliche i programmi dell’Amministrazione comunale sono ambiziosi. Sono già stati compiuti alcuni interventi particolarmente importanti, come quello sul vecchio ponte sul Tanaro, di competenza provinciale, ma anche manutenzioni su corso Asti e corso Langhe.

Stando a quanto riferisce l’assessore a lavori pubblici e viabilità, Massimo Reggio, l’Amministrazione ha elaborato un articolato piano

passaggio immediato dal grande parcheggio che serve il Liceo scientifico e parco Sobrino verso la stazione ferroviaria e dunque il centro. Il collegamento è realizzato da Rfi (la rete ferroviaria) con la collaborazione del Comune che realizzerà una piccola piazzetta come punto di sbocco.

L’Amministrazione ha anche impegnato ben 360.000 euro per gli interventi nelle scuole in vista della riapertura di settembre in modo tale che tutto sia pronto perché bambini e ragazzi tornino finalmente a poter fare lezione direttamente nelle scuole «In città ci sono 19 plessi scolastici, fra nido,

di interventi sulle strade comunali per i prossimi 4 anni. Solo per il 2020 la spesa prevista varia fra i 750.000 e 800.000 euro.

Per quanto riguarda la mobilità si lavora per facilitare gli spostamenti in bici e renderli sicuri. Ad Alba ci sono varie piste ciclabili che il Comune programma di rinnovare con la manutenzione, soprattutto per quanto riguarda la segnaletica. Una delle principali piste è quella in corso Barolo, un progetto da poco approvato prevede il prolungamento dell’attuale ciclabile per arrivare a Gallo Grinzane, coinvolgendo anche parte del Comune di Roddi. Il costo del cantiere è di un milione di euro. Un altro problema delle biciclette è quello del loro parcheggio. Il rischio, se lasciate, è che vengano rubate oppure vandalizzate. «Per risolvere questo problema abbiamo pensato alla creazione di stalli per le bici videosorvegliati, in vari punti della città. In questo modo ci sarà maggiore sicurezza nel lasciare i mezzi in queste aree. In più la videosorveglianza ovviamente riguarderà le due ruote, ma sarà sempre e comunque un occhio in più nelle zone in cui saranno posizionate le videocamere.

Dunque aumenterà la sicurezza in senso ampio» spiega l’assessore Reggio.

Si è già parlato degli impianti sportivi in programma nella zona del centro giovani, ma non è questa l’unica novità attesa. Il discorso dei campi risponde a un più generale programma di riqualificazione in quell’area, nella quale sono presenti ben due istituti scolastici superiori. «Il nostro obiettivo è quello di rendere quella zona, il Polo scolastico, vissuta con l’aumento di passaggio di persone, in modo tale da prevenire attività illecite, che si sviluppano soprattutto nelle aree poco frequentate» aggiunge l’assessore ai Lavori pubblici. Si sta lavorando alla realizzazione di un passante sopra la stazione ferroviaria, in modo tale da rendere possibile il

scuole dell’infanzia, primarie e medie. Abbiamo istituito con tutti i dirigenti scolastici un tavolo di lavoro e collaborato per la definizione degli interventi necessari per la riapertura di settembre. Inoltre si lavora alla copertura della palestra della scuola Rodari (per una spesa di 110.000 euro)» conclude Massimo Reggio.

L’intervento a favore delle scuole ci collega a un altro ambito che ha visto l’Amministrazione albese intensamente impegnata durante il periodo acuto della crisi da Coronavirus e che ora prosegue per lenire per quanto possibile quelle ferite sociali. Infatti il periodo del lock down ha colpito molte persone che trovandosi senza lavoro, ma dovendo comunque sostenere le spese di tutti i giorni, hanno visto drasticamente ridursi il proprio reddito. A occuparsi del sociale è l’assessore Elisa Boschiazzo, a cui abbiamo chiesto quali sono stati e quali saranno nel prossimo futuro i principali interventi. Il Comune è intervenuto con una tranche di buoni spesa aggiuntivi rispetto a quelli garantiti dallo Stato per uno stanziamento di 160.000 euro e soprattutto, con il supporto degli operatori dei servizi sociali ha sostenuto le famiglie che si trovavano in difficoltà con il pagamento degli affitti e delle bollette. Inoltre subito dopo la parziale riapertura delle attività si è posto il problema dell’organizzazione dei centri estivi, ovvero di estate ragazzi. Il Comune si è incaricato di questo, insieme alle associazioni albesi e in più ha in parte sostenuto le spese delle famiglie in difficoltà a pagare le attività per i ragazzi.

«Abbiamo anche pensato a un bonus minori per bambini e ragazzi fra 0 e 17 anni. L’idea è stata quella di dimostrare vicinanza ai nostri ragazzi che hanno dovuto affrontare un lungo periodo lontano dai loro coetanei e le lezioni a distanza. Inoltre proprio per queste ultime le famiglie hanno sopportato dei costi per le attrezzature come tablet e pc. Senza contare le spese necessarie per le misure di sicurezza sanitaria. Il bonus è di 100 euro e per poterlo richiedere occorre essere residenti ad Alba e rientrare nei requisiti di reddito: non superiore a 50.000 euro sulla dichiarazione del 2018» afferma l’assessore Boschiazzo. Per quanto riguarda i buoni spesa è possibile per le famiglie albesi fare richiesta fino al 30 settembre, invece per il bonus minori la data ultima di scadenza del bando è il 30 ottobre. «Abbiamo voluto mettere dei termini molto in avanti nel tempo per le richiesta di queste agevolazioni per dare ai cittadini albesi la più ampia possibilità di presentare la domanda. Questa crisi ha colpito in profondità la cittadinanza e purtroppo ancora lo sta facendo. Per questo il nostro intervento vuole essere spalmato su un lungo periodo», garantisce l’assessore. La voglia di ricominciare passa anche per la cultura. Ce lo racconta l’assessore che se ne occupa Carlotta Boffa: «Con le dovute cautele e nel rispetto delle regole del distanziamento abbiamo comunque tenuto la rassegna Estate all’arena, con la collaborazione del Centro studi Beppe Fenoglio e di tanti albesi che hanno messo a disposizione tempo ed energie per ripartire assieme». Come è noto, i provvedimenti anticontagio hanno determinato la chiusura di teatri e cinema durante il lockdown e ancora oggi sono stringenti le regole per evitare assembramenti. «Sono molto contenta del confronto con le tante associazioni cittadine che, dopo mesi di chiusura, dimostrano grande voglia di tornare alla vivacità culturale che da sempre caratterizza Alba. Abbiamo in progetto iniziative importanti per l’autunno», chiosa l’assessore.

«Nei momenti difficili, spesso si sente la necessità di tornare alle origini, che per noi è la nostra splendida terra che coltiviamo da secoli», dichiara il consigliere delegato all’Agricoltura Mario Sandri che, con il solito entusiasmo che lo contraddistingue, ci preannuncia novità che sapranno coniugare agricoltura e turismo. «Il lockdown, nell’im-

pedire gli spostamenti, ci ha fatto riscoprire l’importanza della natura e della vita all’aperto e ci ha fatto capire quanto siamo fortunati a vivere in un’area così bella; sono punti di forza del territorio che possono avere anche grande valenza turistica, tutta da sfruttare.»

A concludere il discorso è il sindaco Carlo Bo: «La nostra ripartenza dalla crisi legata al Covid-19 è iniziata con lo stanziamento di 2 milioni e mezzo di euro per sostenere famiglie e aziende colpite dal blocco per il lockdown.

Siamo stati fra i pochi comuni a poter mettere in pista un’operazione così importante, grazie all’ottima gestione di tutte le amministrazioni degli anni passati che ci hanno permesso di avere a disposizione le risorse.

Ora bisogna ripartire sperando che non ci sia una seconda ondata di contagi, ma cerchiamo di essere ottimisti e continuiamo a impegnarci e insistere su informazione e prevenzione.

La conferma della 90esima Fiera internazionale del Tartufo Bianco D’Alba ha rappresentato un bel segnale di fiducia nel futuro e di rilancio per il nostro turismo. Uscendo dalla problematica del Covid-19, per noi la viabilità resta un nodo centrale da risolvere: decongestionare il grande traffico è un obiettivo strategico, per questo stiamo lavorando insieme alla Provincia per la progettazione del terzo ponte sul Tanaro e manterremo sempre l’attenzione puntata sul tema della Strada Provinciale 7 che dà accesso al nuovo ospedale di Verduno, una questione che riguarda il territorio nel suo insieme, da Alba a Bra, dalle Langhe al Roero.

Un altro tema importante è cosa fare della struttura dell’ospedale San Lazzaro adesso; stiamo lavorando per la creazione della Casa della Salute, in stretto contatto con l’Asl Cn2 e l’assessore regionale Icardi. Nonostante i problemi e le emergenze, sono fiducioso perché Alba è sempre stata una città che ha dimostrato di sapersi rialzare dalle prove più difficili: è successo nel dopoguerra e dopo l’alluvione del 1994, sono sicuro saprà reagire anche questa volta.».

NOVARINO LORENA SERRE A TUNNEL Lavorazione ferro

Specializzazione in agricoltura, fieno ed altro Serre ricovero fieno e attrezzi Serre a tunnel per orto e professionali, stand o su misura

SERRE NOVARINO Fraz. San Grato, 96 - 12040 Monteu Roero (CN) tel./fax 0173.99131 • novarinoluciano@alice.it

Serre ricovero automezzi ideali per auto, camper e macchine agricole Coperture personalizzate

www.serrenovarino.com 45

Castagnole delle Lanze

Festival contro e Fiera della Nocciola

o i Tornan enti, iam festegg rte con si ripa asmo entusi

Un'estate di iniziative del Comune per promuovere TURISMO e CULTURA

46

Castagnole Lanze riparte questa estate confermando le manifestazioni da sempre attese alla fine del mese di agosto, dopo aver programmato già da luglio alcuni importanti appuntamenti musicali e teatrali in alcuni degli angoli più suggestivi del paese. Chiara espressione della volontà di ripartenza nonostante le difficoltà determinate dal Covid-19, sempre in linea con le precauzioni necessarie per la tutela della salute.

Così anche quest’anno ci sarà il Festival Contro, la rassegna della canzone d’impegno, insieme alla Fiera della Nocciola che giunge all’edizione numero 161.

Il programma, proposto dalla Pro loco e dal Comune, prenderà il via venerdì 28 agosto nel pomeriggio con l’apertura del Luna park e alle 20 i piatti della cucina piemontese accompagnati dalla musica dance anni ‘80 e ‘90. A seguire dj set e musica dal vivo con la “Shary band”.

Sabato 29 agosto alle 20 la cena su prenotazione e “Open act progetto badline” e alle 21.30 arrivano i Nomadi, che tornano nel paese per la serata numero 46; in concomitanza si svolgerà il Raduno estivo dei Nomadi fans club. Non mancheranno iniziative di solidarietà, bancarelle, con spazio attrezzato gratuito per camper, roulotte e tende.

Posti a sedere garantiti su prenotazione al numero 360/440660, area ristoro riservata all’interno dell’area spettacolo.

Domenica 30 agosto dalle 20 tornano i piatti della tradizione contadina con un mix di musica, fra sapori, suoni e ricordi. A seguire dj set e musica dal vivo questa volta col gruppo “I Divina”.

Lunedì 31 agosto appuntamento molto atteso che conferma una tradizione secolare: arriva la Fiera della nocciola, come di consueto riferimento per produttori e addetti ai lavori in campo corilicolo. La nocciola sarà assoluta protagonista nel paese per tutta la giornata a partire dalla colazione nei bar.

Infatti su iniziativa del Comune per tutto il giorno si potrà gustare il caffè aromatizzato con polvere alla nocciola in tutti gli esercizi, mentre all’ora dell’aperitivo saranno servite nocciole tostate come accompagnamento. Questi prodotti sono offerti dalla ditta Fontana.

Partendo dalle 9.30 ci sarà il tour panoramico tra i noccioleti e i vigneti del territorio, rivolto a giornalisti blogger e addetti alla comunicazione e alle autorità presenti. Saranno tutti portati a visitare i vigneti e le bellezze del territorio castagnolese e a degustare i vini dei produttori, in modo che possano conoscere e poi comunicare le grandi qualità proposte Alle 10 l’esposizione di macchine agricole presso il Campo giochi nei pressi di piazza Lucchini. Alle 12 in piazza San Bartolomeo la premiazione della sesta edizione

del “Premio qualità” con il patrocinio di Nocciole Marchisio di Cortemilia e la proclamazione del prezzo di riferimento della Nocciola Piemonte Igp di questa annata. Alle 13 il Pranzo della Nocciola organizzato dalla Pro loco di San Bartolomeo.

Nel pomeriggio dalle 16 alle 17 la merenda con gelato alla nocciola offerto gratuitamente ai bambini; inoltre fra le 16.30 e le 18 “... e i grandi stanno a guardare”, i bambini potranno accedere alle giostre del Luna park gratuitamente. Alle 17 “Tra Moscato e Nocciola”, degustazione sensoriale. Saranno proposte varie tipologie di Moscato in abbinamento a dolci alla nocciola. Introduzione a cura del giornalista e scrittore Luigi Padovani e presentazione del libro “Enciclopedia della Nocciola”.

A curare la degustazione ci sarà Enrico Dacasto, esperto produttore di dolci. Per partecipare è necessaria la prenotazione al numero 340/648586. infine alle 20 la serata gastronomica con un’ospite d’eccezione: direttamente dal programma “La prova del cuoco” di Rai 1 lo chef Diego Bongiovanni, che presenterà la “Cena della nocciola”. In conclusione di serata la grande musica con Sonia Decastelli e Federica Coco e infine alle 23.30 l’elezione di “Miss San Bartolomeo 2020”.

La conclusione dei festeggiamenti castagnolesi è programmata martedì 1° settembre alle 20 con la serata gastronomica a base di Friciule castagnolesi. Alle 21.30 la musica dance di “Tuttafuffa” e il concerto della Cover band “Vasco explosion”.

Per tutte le serate musicali, tranne quella dei Nomadi i posti a sedere sono garantiti su prenotazione telefonando al numero 389/0757658, con area ristoro riservata all’interno dell’area spettacolo.

«Saranno cinque giorni di festa dal 28 agosto al 1° settembre che si svolgeranno nella massima sicurezza grazie al coinvolgimento dell’associazione dei Carabinieri in congedo e dei volontari che vigileranno sull’evento. Abbiamo lavorato per confermare una tradizione che si rinnova ogni anno e che non volevamo assolutamente saltare» puntualizza il sindaco Carlo Mancuso.

Le celebrazioni della fine del mese rappresenteranno il culmine di una serie di eventi che ha ca-

47

ratterizzato il periodo fra la fine di luglio e l’inizio di agosto. Tanti spettacoli allestiti all’aperto, presso angoli suggestivi di Castagnole, che hanno riscosso tutti grande consenso a dimostrazione del desiderio della cittadinanza di voler tornare a incontrarsi sempre nella massima sicurezza. Gli spettacoli proposti dal Teatro degli Acerbi (due) e da Alba Musica Festival si sono alternati a serata gastronomiche di prima qualità per un programma davvero fitto.

L’ultima di queste serate, programmata il 10 agosto con protagonisti il trombettista Felice Reggio e la cantante Ana Maria Ceuca è stata rinviata a causa del tempo incerto e si svolgerà mercoledì 26 agosto presso il Belvedere del Municipio in via Ruscone 9. “Around the world in evergreen”, sarà un viaggio attraverso le più belle melodie del mondo, rivisitate, arrangiate e interpretate dalla tromba di Felice Reggio e dalla voce di Ana Maria Ceuca. Il percorso musicale e geografico tocca le più importanti città del mondo, da Parigi a Roma, da New York a Rio De Janeiro e poi L’Avana, Cicago, San Francisco. Grandi autori come Burt Bacharach, George Gershwin, Cole Porter, Nino Rota, Ennio Morricone e altri saranno interpretati nei vari stili, dal Jazz, al cinema alla Lounge music. A seguire il brindisi sotto le stelle con i vini dei produttori della Premiata Bottega del Vino di Castagnole. E’ necessaria la prenotazione contattando questi numeri di telefono: 0141/875626 oppure 340/6485865.

A questi eventi si aggiungono alcuni appuntamenti periodici proposti per rilanciare il turismo in dimensione di sicurezza. Uno dei principali appuntamenti in questo senso è quello con “I sentieri gastronomici” avviati il 4 luglio che si ripetono periodicamente e accompagneranno i visitatori anche a settembre. il progetto della Diego Bongiovanni Srl, mira alla promozione e alla valorizzazione del territorio e dei suoi prodotti. Si tratta di un vero tour gastronomico che coinvolge le aziende agricole di Castagnole, con assaggi dei prodotti tipici e conclusione con un pic nic naturalmente a base di prodotti e vini del territorio. I “Sentieri Gastronomici” puntano alla valorizzazione delle specialità enogastronomiche piemontesi, attraverso un invito al turismo di

48

Beppe Carletti dei Nomadi

Coppa del santo

prossimità proposto sotto forma di passeggiate all’aperto a stretto contatto con la natura, le aree agricole, vitivinicole e urbane. Sui percorsi sono presenti guide esperte per far scoprire le bellezze e i sapori tipici. Per informazioni visitare il sito www.sentierigastronomici.com.

A questa si aggiunge anche la proposta di un circuito per scoprire le torri del territorio che ha messo insieme Barbaresco, Neive e Castagnole Lanze. A Barabresco c’è la celebre torre medievale, a Neive quella dell’orologio inaugurata anch’essa da poco e a Castagnole la Torre del Conte Paolo Ballada di Saint Robert.

Un circuito per scoprire alcune delle bellezze della zona, l’originale costruzione di castagnole è stata anche preparata per accogliere i visitatori.

E’ stata un’estate anomala come tutti sanno e Castagnole ha pensato ai suoi cittadini più giovani che purtroppo hanno dovuto saltare le lezioni scolastiche a partire da marzo in avanti. Per questo sono state pensate iniziative con risvolti ludici e culturali. In primo luogo il corso di inglese proposto dall’Associazione Gemellaggi, di cui si è conclusa la prima parte: “Let’s Speak English” non è un semplice corso per imparare una lingua molto importante e diffusa in tutto il mondo, i ragazzi che vi hanno preso parte hanno approfondito la conoscenza del loro paese nella lingua anglosassone. In questo modo si preparano anche per diventare, eventualmente guide turistiche per far conoscere in futuro Castagnole ai visitatori internazionali. La secondo parte è in programma nel mese di settembre.

Inoltre presso il centro sportivo Ceretto, il Comune e la Polisportiva castagnolese hanno organizzato “Rimettiamoci in gioco- tra sport e cultura”. Dal lunedì al venerdì i bambini e i ragazzi di età compresa tra i 5 e IMPIANTI i 14 anni hanCOSTRUZIONE no trascorso pomeriggi di svago praticando gli di ASPIRAZIONE e VENTILAZIONE INDUSTRIALE sport del calcio e della pallavolo e una serie di in GENERE attività ludico-educative come: lingua inglese, letture, teatro, musica, arte, educazione civica.

2T Periodico di Alba - Asti e Provincia

CERCHIAMO RAPPRESENTANTI ABBIGLIAMENTO DA LAVORO ZONA ALBA - ASTI &

GIORNALISTI FREELANCE SU ASTI E CUNEO

anche per il magazine www.terraetradizione.com iM.coM. ALBA (CN) V. U. SACCO, 4/B Tel. 0173 290797 - 328 4175338

COSTRUZIO ASPIRAZIONE e INDUSTR

VENTILATORI - FILTRI - DEPOLVELATORI - CABINE DI BANCHI ASPIRANTI - INSONORIZZAZI

Castagnole Lanze (AT) - Via F.lli Vicari Tel. 0141 878162 - mass.icard@tin

49

Il programma è andato avanti per tutto il mese di agosto e ora l’ultima settimana di divertimento e in programma dal 31 agosto fino al 6 settembre.

Da non dimenticare i lavori pubblici che l’Amministrazione guidata da Carlo Mancuso sta portando avanti proprio in estate.

Proseguono i lavori di pavimentazione del centro storico che sarà possibile apprezzare nei prossimi mesi grazie al completamento dell’acciottolato, parallelamente saranno concluse le opere complementari, come il tratto di fognatura di via Cavour e quelle di asfaltatura. Si sta anche provvedendo al rifacimento della pavimentazione della chiesa dei Battuti. Questo progetto è stato realizzato grazie anche al contributo da parte della Fondazione CRAsti e prevede il rifacimento della pavimentazione, la modifica dell’accesso da piazza Balbo riportandolo a quello originario e la realizzazione di un nuovo ingresso su via Auberti per consentire l’accesso ai disabili. «E’ stato anche completato il rifacimento del fondo in erba del cortile della scuo-

50

la primaria. E’ stato sistemato un prato in erba sintetica con un notevole impatto estetico» aggiunge il primo cittadino.

Il sindaco Carlo Mancuso tira le fila dell’attività svolta dall’Amministrazione nel corso dell’estate: «Per quanto riguarda i lavori di riqualificazione, hanno l’obiettivo ultimo di migliorare l’estatica del paese per farlo entrare nel club dei “Borghi più belli d’Italia”, l’associazione di piccoli Comuni riconosciuta per la qualità dell’accoglienza turistica offerta dai municipi aderenti. Per quanto riguarda strettamente l’accoglienza nel corso dell’estate abbiamo lavorato alacremente per stimolare il ritorno dei turisti bloccati dalla crisi del Covid-19. E’ stata promossa una serie di manifestazioni e ora arrivano anche gli eventi di fine agosto.

Ci stiamo preparando per l’autunno e, qualora le condizioni sanitarie lo consentiranno, non mancheranno altri appuntamenti per valorizzare i nostri prodotti gastronomici di punta e i nostri vini di qualità nella splendida cornice di Castagnole Lanze».

51

O

52

O

O