Il Romanista dell'1 maggio 2025

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Sei mesi dopo A fine ottobre l’umiliazione del Franchi, domenica la Fiorentina all’Olimpico (con la Sud che richiama le bandiere coi nostri colori) per una gara con vista Champions. L’emblema del miracolo di Ranieri, l’uomo che ha ridato forma alla Roma

IL

Simone Valdarchi

Verso Roma-Fiorentina

IL MONDO IN SESTO

DAL FRANCHI ALLA VIOLA, IL SOTTOSOPRA

Sei mesi dopo Dal crollo con Juric in panchina, alla rincorsa europea targata Ranieri: le prospettive romaniste ribaltate

Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu

Guardate com’eri, guardate come sei. L’imminente partita contro la Fiorentina è l’occasione giusta per volgere lo sguardo a qualche mese fa e apprezzare, un’altra volta ancora, quanto fatto dalla Roma sotto la sapiente guida di Claudio Ranieri.

Nella mente di ogni romanista (e, speriamo, anche in quelle dei giocatori che a Trigoria preparano la sfida di domenica) è ancora vivo il ricordo dello scorso 27 ottobre quando la squadra di Juric crollò al Franchi, in una gara a senso unico, finita per 5 a 1 tra gli “olé” del pubblico fiorentino (serata resa ancora più amara dal formaggino semi-vuoto per disordini e problemi di ordine pubblico all’ingresso del settore

ALLA FINE DI OTTOBRE IL 5-1 DI FIRENZE, DOMENICA LO SCONTRO DIRETTO A SFONDO CHAMPIONS

ospiti). L’esordio con autogol di Hummels, il rosso a Hermoso, la rete dell’ex Bove (un abbraccio a Edo) e l’umiliazione inflitta da chi, per storia recente e meno, non può essere considerata una diretta concorrente. Tutto questo all’interno nei 90’, seguiti poi da giorni di attesa, vana, di una nota da parte del club, a chiudere la parentesi Juric: semplicemente l’uomo sbagliato, nel posto sbagliato e al momento sbagliato. Già, perché non bastò neanche quel 5 a 1 ai Friedkin per comprendere l’urgenza del cambio (il secondo stagionale) in panchina, per il quale si dovette attendere ancora due settimane, con tre turni di campionato in cui arrivò una vittoria (quella di misura sul Torino) e due sconfitte contro Verona e Bologna, con altri sei potenziali punti lasciati per strada. Poi Dan (o chi per lui) disse Claudio e Claudio fu. Ripensare

Qui a fianco, la squadra esce a testa bassa dal Franchi, dopo la sconfitta per 5 a 1. A destra, nell’altra pagina, dall’alto: Ranieri in panchina a San Siro; l’esultanza di gruppo al gol di Soulé contro l’Inter MANCINI

IL CROATO CONFERMATO DAL CLUB FINO ALLA SOSTA, CON SOLO 3 PUNTI RACCOLTI IN 3 PARTITE

adesso a quelle settimane buttate può aumentare i rimpianti, con la Roma a -1 dal Bologna quinto e a soli 2 punti dalla zona Champions, quindi dalla Juve quarta. Se da una parte il rammarico rimane, dall’altra però l’attuale situazione non può che rimarcare l’immenso lavoro fatto da chi, il 14 novembre, è stato chiamato a sostituire Juric in panchina e a salvare la Roma: Claudio Ranieri. Da Fiorentina-Roma a Roma-Fiorentina: il nostro sottosopra.

LA CORSA ALL’EUROPA

A proposito di piazzamenti, dopo il crollo del Franchi la Roma si ritrovò dodicesima, con 10 punti raccolti in 9 giornate e una zona Europa destinata ad allontanarsi ancora, prima dell’inizio della rimonta. Anche le prime gare del Sir di San Saba, infatti, non portarono subito gioie, con le sconfitte contro Napoli, Atalanta e Como intervallate soltanto dal successo casalingo sul Lecce nei primi quattro turni della sua terza esperienza romanista. Il 15 di-

cembre, con la sconfitta su quel ramo del lago contro Fabregas, la Roma era a soli 2 punti dalla zona retrocessione e a -16 dalla Fiorentina, terza a pari punti con l’Inter.

Pensare che domenica, all’Olimpico, Palladino si presenterà con un punto in meno della Roma in classifica dà giustizia all’immensa rimonta di questa squadra e ai meriti del suo allenatore. Dopo Como, infatti, sono arrivati 18 risultati utili consecu-

DOPO COMO

GAP COI

VIOLA

DI 18 PUNTI, A QUATTRO

DALLA FINE

SIR CLAUDIO È DAVANTI A PALLADINO

tivi: 13 vittorie e 5 pareggi. Nessuno nel girone di ritorno ha fatto più punti della Roma di Ranieri, prima a +7 sull’accoppiata Napoli-Inter che si sta giocando punto a punto lo Scudetto. Dai 2 punti in più sulla Serie B ai 2 punti di distanza dalla zona Champions, dalla squadra umiliata a Firenze a quella che vince con merito a San Siro: il mondo rimesso in sesto dal nostro Sir Claudio. Cara Roma, guardate com’eri e guardate come sei. ■

L’APPELLO

La Curva Sud: «Ripetiamo Roma-Athletic»

In vista dell’importante sfida contro la Fiorentina, la Curva Sud ha voluto lanciare un appello a tutti i tifosi giallorossi: «Romanisti, contro la Fiorentina, la Roma giocherà la prima delle quattro partite importanti che mancano alla fine del campionato. Avanti ragazzi, è tempo di azione! Torniamo a colorare lo stadio come solo noi sappiamo fare... Ognuno di noi ha già tutto pronto e sa cosa fare. Riportiamo allo stadio le bandiere con i nostri colori e come l’altra volta... scateniamo l’inferno!»

LA SOCIETÀ

L’altra Roma è al lavoro La testa sullo stadio

Le ultime Slitta la consegna del progetto E a Trigoria si delinea il futuro prossimo

Andrea Di Carlo andrea.dicarlo@ilromanista.eu

Allenatore, mercato, progetto stadio, questioni legate a bilanci e assunzioni, con uno sguardo già orientato al definire il programma estivo: tra Houston, Londra e Trigoria c’è l’altra Roma al lavoro per andare a delineare il futuro del club. Movimenti, in tal senso, sono stati segnalati anche nel quartier generale giallorosso, ma certezze, in tal senso, è pressoché impossibile ottenerle: gli uomini di fiducia dei Friedkin, capeggiati da Ed Shipley, fido amico e collaboratore di Dan, vengono regolarmente a Trigoria per occuparsi di diverse questioni (bilancio, assunzioni, sponsorizzazioni) che, in assenza di figure dirigenziali dedicate, rimarrebbero irrisolte. Nulla quindi di così eccezionale o imminente, solo la certificazione di un lavoro costante, volto a ottenere in breve tempo i risultati sperati.

lo decisivo in tal senso. Infine, il tema legato al main sponsor: possibile il rinnovo di Riyadh Season, ma sono al vaglio strade alternative.

Dopo la vittoria di domenica scorsa a San Siro contro l’Inter (decisiva la rete di Matias Soulé al 22esimo del primo tempo) Claudio Ranieri aveva concesso due giorni di riposo alla squadra. Nella giornata di ieri Trigoria è tornata a popolarsi con i giocatori che si sono recati nel loro quartier generale per il primo allenamento in vista della sfida di domenica alle ore 18.00 contro la Fiorentina. L’infermeria è quasi definitivamente vuota: Saud Abdulhamid ieri ha partecipato in modo parziale alla seduta di allenamento insieme al resto del gruppo, mentre l’unico ancora fermo ai box è Victor Nelsson, out ancora a causa della lesione muscolare al piede. Paulo Dybala sta continuando la riabilitazione con le varie sedute di terapia. Ancora quattro partite al termine della stagione per provare a raggiungere l’obiettivo primario: la qualificazione alla prossima edizione della Champions League. Dopo la prima metà di stagione sembrava essere definitivamente sfumato, ma grazie all’arrivo di Sir Clau-

dio sulla panchina giallorossa e grazie ai 18 risultati utili consecutivi (l’ultima sconfitta in Serie A risale alla gara di Como del 15 dicembre) che hanno permesso alla Roma di trovarsi a solo due lunghezze di svantaggio dal quarto posto, occupato attualmente

DOMANI RANIERI TERRÀ

LA CONFERENZA STAMPA

PRIMA DELLA SFIDA CONTRO

LA FIORENTINA DI DOMENICA.

DUBBIO PAREDES-CRISTANTE

dalla Juventus di Tudor, a sole quattro giornate dalla fine del campionato.

Verso la Viola Ranieri potrà fare affidamento su tutti i suoi uomini migliori (a meno di Dybala che tornerà nella prossima stagione). Dopo le novità viste nella gara di San Siro contro l’Inter, la Roma potrebbe tornare al 3-4-2-1, sistema di gioco utilizzato nella maggior parte delle gare con Ranieri in panchina. A difendere i pali ci sarà l’insostituibile Svilar, il terzetto difensivo non subirà nessuna modifica: saranno Celik, Mancini e Ndicka a difendere il loro estremo difensore. Sulla corsia sinistra della linea a quattro di centrocampo ci sarà il solito Angeliño mentre sulla destra potrebbe tornare dal primo minuto Alexis Saelemaekers. In mezzo ballottaggio Paredes-Cristante per un posto al fianco di Manu Koné. Sulla trequarti Soulé partirà dal centro destra, mentre Pellegrini potrebbe essere il suo compagno alle spalle di Dovbyk. ■ IM

Sul tavolo dei Friedkin diverse le questioni aperte: proposte su come strutturare l’estate giallorossa (idea di una tournée articolata) sono già pervenute, ma sarebbe prematuro dare il via libera ancor prima di interpellare il nuovo allenatore. Annuncio, quello tra i più attesi dai tifosi, che non dovrebbe tardare molto: Mourinho venne annunciato il 4 maggio, la stagione terminerà il 25, il mese corrente sarà quel-

Il progetto stadio Conferme, invece, arrivano sulla centralità del progetto stadio nell’agenda dei lavori dei Friedkin. Il tutto, però, nella settimana che ha visto slittare ulteriormente la consegna del progetto parziale dello stadio, in seguito alla scomparsa di Papa Francesco, evento che ha completamente spostato l’attenzione del Campidoglio. Parziale perché i saggi archeologici non sono nemmeno partiti, ma la documentazione presentata avrebbe dato modo agli uffici comunali di iniziare a visionare il lavoro svolto. Ora si cerca il giorno giusto per lanciare un segnale (anche mediatico) importante sul cammino che porterà la Roma ad avere il suo stadio di proprietà. In ritardo sì, ma ancora non preoccupante: la deadline rimane l’avvio della Conferenza dei Servizi, prevista entro la fine dell’anno. Lì il progetto dovrà essere definitivo: la Roma è al lavoro per quello. ■

LA PRESIDENZA PRONTA A DEFINIRE IL PROGRAMMA ESTIVO DELLA SQUADRA, SENZA PERDER DI VISTA LA SCELTA DEL TECNICO

Dan e Ryan Friedkin durante l’Alfred Dunhill Links Championship 2024 GETTY IMAGES

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LA STAGIONE 2024/25

BOVE TRA UNA CASA E L’ALTRA TRA COLOR CHE SON SOSPESI

Futuro da decifrare Fermo ai box, sta meglio

Il 30 giugno torna alla Roma. Poi tutto in ballo

Gabriele Fasan gabriele.fasan@ilromanista.eu

Non sarà una partita come tutte le altre, così come non lo è stata all’andata. Roma e Fiorentina, giallorosso e viola. Per Edoardo Bove è tutto un intreccio, anche adesso che è fermo ai box dopo il malore accusato in Fiorentina-Inter del 1° dicembre scorso e l’impianto di un defibrillatore sottocutaneo amovibile al cuore che l’ha stoppato (per ora) dall’attività agonistica.

Tutto inizia verso la fine dell’estate, con quella partenza in fretta e furia alla fine del mercato da una stazione, triste, per un’altra città, seppur vicina, dove avrebbe avuto più spazio e non si sarebbe sentito di troppo. Un prestito con diritto di riscatto che diventa obbligo (per un’operazione da 11 milioni complessivi) al raggiungimento del 60% delle presenze. Prima una certa indignazione, con la dirigenza romanista, di una parte della critica e della tifoseria. Poi l’ambientamento a Firenze, partito a gonfie vele, con Palladino che gli affida il centrocampo della Viola, fino a quella punizione del fato che arriva il 27 ottobre scorso: quel gol dolce amaro, il suo ultimo in Serie A proprio alla sua ex squadra, prima del problema cardiaco, nella mesta serata del 5-1 al Franchi, con Juric sulla panchina giallorossa. Esattamente un anno e un giorno dopo la sua ultima rete

IN DIFESA

L’ULTIMO GOL IN A PROPRIO AI GIALLOROSSI. POI LA SUD LO OMAGGIÒ A DISTANZA DOPO IL MALORE

con la maglia della Roma, allo Slavia Praga in Europa League con Mourinho a guidarlo. Un’altra era. E il destino che sembra segnato: Bove diventerà un giocatore della Fiorentina. Fino a quella gara con l’Inter che cambia innanzi tutto la sua vita. La paura sventata, il risveglio, il messaggio sui social e il pallone che riprende a rotolare, per gli altri. «Forza Edo», lo striscione che appare il giorno dopo in Curva Sud, prima di Roma-Atalanta di campionato. La solidarietà del calcio è mondiale (davvero). E la Fiorentina lo coccola ancor di più come un

figlio. Dopo l’intervento arriva la deroga per andare in panchina con i compagni. Edo raccoglie le idee, va anche a Sanremo a raccontare la sua testimonianza, commuovendo mezza Italia con i suoi occhi puliti e che guardano comunque avanti.

Lo sguardo verso il futuro Sventato il problema maggiore e tenuto sotto controllo, sta bene adesso, circondato dall’affetto della sua famiglia allargata anche alla sua attività fuori dal calcio, la Boreale. Tanti i pensieri nella testa di Bove, che il 30 giugno tornerà a

E la sua Boreale diventa ancora più viola

“Il viola UNISCE”, si chiamerà così il progetto di collaborazione tecnica tra l’ACF Fiorentina e la ASD Boreale, la società che ha dato le origini di calciatore a Bove (in una foto del 2023 con il presidente del club Leonardi) e che sarà presentato nei prossimi giorni, con il coinvolgimento oltre che di Edoardo, di diverse personalità delle istituzioni e del mondo dello sport.

Da Firenze alla Fiorentina: Hummels chiude

Leonardo Frenquelli leonardo.frenquelli@ilromanista.eu

La stagione di Mats Hummels in giallorosso magari non sarà memorabile, ma di certo è stata piena di eventi, con non tanti punti alti e alcuni molto bassi. Uno di questi, paradossalmente, è stato quello del suo esordio, avvenuto proprio contro la Fiorentina, a Firenze nella notte da incubo del 27 ottobre scorso. Dopo un lungo periodo in cui Juric non lo faceva giocare, scatenando tra l’altro le perplessità di addetti ai lavori e tifosi per il mancato impiego di un campione che fino a pochi mesi prima era stato protagonista assoluto in

con il calcio dal 1 dicembre 2024, da quel FiorentinaInter in cui ha accusato un malore che ha spaventato tutti GETTY IMAGES

essere un giocatore tesserato della Roma perché quelle condizioni contrattuali non hanno fatto in tempo a realizzarsi. Ma il futuro è tutto da decifrare e, al di là di ogni cavillo, prima di tutto Edo vuole capire se riuscirà a riprendere la sua attività in campo (con o senza defibrillatore, in Italia o all’estero, tutto è ancora aperto). Senza ossessioni e coltivando i suoi interessi fuori dal rettangolo verde, come sempre ha fatto. Nonostante il suo lavoro sia a Firenze, infatti, quando può sale alla Balduina, dove da sempre passa molto tempo libero, nel suo centro sportivo, alla Boreale, sopra all’Olimpico. Con i ragazzi della sua scuola calcio, con i quali ogni tanto si “allena”, divertendosi a fare due tiri, e ai quali risponde sorridente sul possibile futuro «magari» in Premier se non potrà farlo a casa sua. Insomma, la vita di Edoardo prosegue, pur se per il momento lontano, anche se non troppo, dai campi di gioco, perché lui pensa anche al futuro da “imprenditore”. Lì tutto è iniziato e tutto proseguirà. È pronto a presentare il progetto legato a CasaViola, che prevede una ristrutturazione del centro sportivo della Boreale, che inizierà anche una collaborazione con la Fiorentina (“Il viola UNISCE”): «Questa società mi ha dato tanto, e dovevo sdebitarmi - ha detto recentemente -. Metto i soldi, ma qui conta il cuore. Rifare tutto da capo costa tanto, ma è un investimento che faccio con amore e gratitudine». ■

il suo cerchio imperfetto

finale di Champions League col Borussia, sceso in campo nella ripresa col risultato già compromesso (1-4), il tedesco ha commesso un goffo autogol ad ampliare il divario. Da quel momento l’ex allenatore della Roma lo ha rimesso in panchina e lo si è rivisto solo una volta arrivato Ranieri. Contro il Napoli è stato lo stesso Hummels a farsi anticipare da Lukaku per il gol partita, a Londra contro il Tottenham ha provocato un rigore dopo 2’ ma anche segnato il 2-2 all’ultimo secondo e da lì ha preso fiducia. Dopo qualche prestazione “da Hummels” l’allenatore lo aveva eretto a «monumento della squadra» insieme a Paredes. In Coppa Italia col Milan un altro errore pesante in una

delle peggiori prestazioni della squadra, poi a Bilbao quel fallo che magari non era da espulsione ma resta una macchia imperdonabile perché è costata ai giallorossi l’eliminazione dall’Europa League. Poi il 4 aprile sui social il tedesco ha annunciato il suo ritiro dal calcio a fine stagione, prima di disputare due prove discrete da titolare con Lecce e Juventus e ora il cerchio imperfetto che si era aperto a Firenze pronto a chiudersi: difficile che giochi contro la Fiorentina, ma senza dubbio la sua annata con la maglia della Roma non è stata e non sarà quello che ci si poteva aspettare. Con qualche momento da vero Hummels ma anche diversi ricordi tutt’altro che positivi ■

Edoardo Bove, fermo

Verso Roma-Fiorentina

QUANDO PARTÌ L’INNO

15/12/74 Contro la Fiorentina la Roma vince 1-0 grazie all’unico gol in giallorosso di Penzo

Per sbaglio viene diffuso allo stadio “Roma Roma”, appena composta da Gepy e Venditti

Tonino Cagnucci tonino.cagnucci @ilromanista.eu

“Vittoria meritata della Roma e secondo tempo più veloce e interessante del primo. Ero venuto soprattutto per vedere la Roma, che non avevo più visto all’opera dalla sconfitta di Torino e ho visto un’altra squadra, più decisa e meglio impostata: prima la sua melina era fine a se stessa, ora è in funzione del gol”. Fulvio Bernardini

L’11 dicembre 1974 a quattro giorni da Roma–Fiorentina, Giorgio Chinaglia dichiara a «Il Messaggero»: “Qui ci vuole l’inno, anzi un doppio inno. In Inghilterra non fischiano i giocatori: se si stanno comportando bene il pubblico li incita cantando, se vanno male li riprende alla stessa maniera. Proporrò alla società di studiare l’iniziativa. Sono pronto ad inciderli personalmente. Sarebbe bellissimo allontanare i fischi dall’Olimpico”. Era da tempo, a dire il vero, che il centravanti laziale ci stava pensando, da quando a febbraio, aveva inciso il brano I’m football crazy per i titoli di testa del film L’arbitro.

Giampiero Scalamogna, in arte Gepy, tifosissimo romanista, va su tutte le furie quando, per dirla con le sue parole, «mi ritrovai Giorgio Chinaglia a casa mia, negli studi della RCA a incidere la sua canzone. Fu allora che mi dissi: “Devo scrivere un inno per la Roma”». Il resto l’ha raccontato proprio Gepy, nel 2007, in un in-

contro avvenuto all’interno della mostra UTR sugli 80 anni della Roma: «Un giorno che venivo da via dei Prati Fiscali in direzione di Montesacro, da dove passavo per arrivare a Via Sant’Alessandro, alla RCA, ho pensato la canzone. Quando sono arrivato, sono andato nella saletta dove c’era il pianoforte e l’ho provata. Ho materializzato, insomma, l’idea che mi ero fatto nella testa. Dopodiché sono andato giù da Antonello Venditti e gli ho raccontato che avevo scritto una cosa, in risposta ai fratelli De Angelis, e che mi ero anche impegnato a portare lì la Roma a fare da coro. Insomma, come ho fatto sentire il mo-

tivo ad Antonello, accennando «Roma, Roma, Roma», lui se n’è subito uscito con «Core de sta città». Gli ho detto. «Se fai tutto il pezzo così, stamo a cavallo». E invece, dopo due mesi che non arrivava, ci siamo messi lì, io e Sergio Bardotti, e il testo alla fine è uscito fuori».

Dunque, mentre Chinaglia medita l’inno laziale, a dicembre 1974 quello della Roma non solo è già stato scritto, ma il presidente Anzalone e tutta la rosa di prima squadra (Liedholm e Cordova in testa) hanno già avuto modo di ascoltarlo. Di lì a poco il brano avrà il più incredibile dei battesimi allo Stadio Olimpico. L’11

dicembre la squadra è in ritiro a Grottaferrata. Dopo il derby vinto l’entusiasmo è alle stelle, tanto che due giorni ancora, per arginarne le manifestazioni, il Club diffonde a mezzo stampa il seguente comunicato: «La Società ha predisposto l’apertura dei cancelli alle ore 12:30, pertanto viene rivolto vivo appello a tutti i tifosi di non presentarsi davanti ai cancelli nelle prime ore del mattino (folti gruppi di ragazzi vi sostano sin dalle 8!)». La partita con i viola è molto sentita perché un’eventuale vittoria porterebbe la Roma, ancora nelle retrovie dopo un inizio disastroso, a tre punti dal secondo posto. La gara, sofferta, non è per niente bella. Per avere un brivido vero occorre attendere il 35’ quando, in contropiede, Antognoni fugge sulla destra e crossa. Conti esce ma al momento di saltare il terreno gli manca sotto i piedi, riesce fortunatamente a smanacciare mettendo in angolo evitando l’intervento di Speggiorin. Sul finire del tempo, c’è la fuga di Rocca sulla sinistra, lo spiovente è raccolto da Prati che colpisce di testa impegnando seriamente Superchi. Il primo tempo è questo.Dopo il tè caldo (a dicembre è verosimile), la danza comincia: al 14’ un lunghissimo lancio di Saltutti che in contropiede mette Caso davanti a Paolo Conti. Il portiere romanista gli chiude lo specchio della porta intercettando con il corpo la botta a rete. A questo punto, però, la Roma è padrona del campo e il pubblico la incita a spingere in avanti. Come sempre. Più di prima- Cordova

(il migliore) apre allora su Negrisolo che, dalla sinistra, mette in area uno traversone telecomandato. Penzo sul palo opposto intercetta e colpisce di testa, Superchi. in tuffo disperato, riesce a rimediare aiutandosi con il palo e ricacciando dalla linea bianca il pallone. Penzo, però, in scivolata torna sulla palla (se la porterà via alla fine della gara) e questa volta la mette in rete con rabbia. Qui, dunque, avviene quello che lasciamo descrivere al cronista di «Momento Sera», Walter Colli: «L’addetto all’impianto radio dello stadio ha immediatamente messo la puntina sul disco di Venditti scelto come inno ufficiale della Roma, unendosi al generale tripudio. Ma qualcuno lo ha fatto subito smettere…». Per pochi secondi, forse dieci, Roma, Roma, Roma, risuona sugli spalti dell’Olimpico: «Roma, Roma, Roma, core de ’sta città, unico grande amore…». Non è mai accaduta una cosa del genere allo stadio. È nato quello che diventerà, con qualche pausa, un rituale insostituibile delle partite interne; e, in circostanze straordinarie, anche delle trasferte, come il 17 maggio 2007 a San Siro al termine di un Inter-Roma, in cui la Lupa ha appena conquistato la Coppa Italia. Il titolo dell’inno è “Roma (non si discute si ama!)”, grazie a Mourinho dal 2022 più che un rito è diventato un dovere. Sentito. Per pochi secondi o per sempre. ■ (Da “Le cento partite che hanno fatto la storia della As Roma; Newton Compton, di Massimo Izzi e Tonino Cagnucci)

Domenico Penzo ha appena segnato il suo (unico) gol con la Roma contro la Fiorentina; sotto la copertina del 45 giri dell’inno composto proprio in quella stagione da Gepy e Venditti

CONFERENCE LEAGUE

LA SFIDA AL BETIS KEAN PARTE DAL 1’

Le ultime Palladino: «Ora tante gare toste, devo gestire»

La Fiorentina si prepara ad affrontare questa sera alle ore 21 il Betis Siviglia nella sfida valida per le semifinali di Conference League 2024/2025. Raffaele Palladino potrà contare su Moise Kean per la sfida. L’attaccante azzurro, infatti, è tornato ad allenarsi in gruppo ma, è nella lista convocati ed è quindi partito con la squadra alla volta della Spagna. L’allenatore della Fiorentina ha esordito così in conferenza stampa: «Ho parlato con Kean, il ragazzo è sereno. Lui è rientrato ieri, è pronto per giocare. Avremo tante partite in questo periodo, quindi dovrò scegliere se farlo partire o meno dall’inizio. Il Betis? La reputo una squadra forte».

“CASO” GIAMMATTEI 9 turni di

Palladino prosegue. «Sappiamo che sarà una partita difficile. Il nostro sogno è quello di passare il turno e arrivare fino alla fine. Dobbiamo essere orgogliosi del percorso che abbiamo fatto, stiamo vivendo il tutto con grande leggerezza e autostima. Andiamo in campo con serenità e felicità».

L’allenatore ha poi aggiunto: «Servirà una partita perfetta. Non dobbiamo trascurare nessun dettaglio, sappiamo che sono forse la quinta squadra per possesso palla nel loro campionato. Avremo delle difficoltà anche noi, ma questa è una partita aperta. Potremo fargli male anche noi. Entrambe vogliamo passare il turno, loro hanno giocatori con grandi qualità tecniche. Isco, Bartra; sono giocatori che hanno militato in club importanti». Palladino ha poi concluso: «Sono felice di aver recuperato Colpani. Ha sofferto tanto a causa

dell’infortunio. Ma conosce questo sistema di gioco, ha lavorato da mezzala e non solo. Andrea è duttile, cerca di fare del suo meglio ovunque lo metti. Pellegrino è un grandissimo allenatore. E come tale si studia, sempre. Cerca di rubare un po’ da tutti. Lui ha oltre 1.000 partite in carriera e tanta esperienza. Ha allenato il City e il Real Madrid, sarà bello affrontarlo». Per quanto riguarda invece la probabile formazione nessun dubbio tra i pali: spazio a De Gea, dietro Ranieri insieme a Pongracic e Comuzzo (Marí non inserito in lista UEFA). In mezzo al campo, il trio Cataldi-Fagioli-Mandragora con Gosens e Folorunsho sulle fasce. Davanti, Beltrán e Gudmundsson sembrano la scelta “sicura” rispetto a Kean, rientrato da poco a Firenze e sottoposto ad allenamento differenziato, ma le sorprese non sono escluse. ■

squalifica in U16. Si pensa al ricorso

La settimana della Roma Under 16 di Mattia Scala si è aperta con un retrogusto dolceamaro. Da una parte il 2-0 sul Napoli, agli ottavi di finale dei playoff scudetto. Dall’altra le 9 (nove!) giornate di squalifica a Gioele Giammattei, trequartista classe 2009. Espulso, si legge nel comunicato della Figc, «per aver colpito un avversario a gioco fermo con uno schiaffo sulla schiena, ritardava l’uscita dal terreno di giuoco per protestare e colpiva l’A. A. con uno schiaffo all’avambraccio, provocando lieve e momentaneo dolore e senza ulteriori conseguenze». Le immagini chiariscono in parte l’accaduto. Al 22’, Giammattei e Branchizio, calciatore del Napoli, si

allacciano e il calciatore giallorosso, reagendo, colpisce la schiena dell’avversario con uno schiaffo. L’arbitro decide di punire il gesto, più di stizza che di violenza, con il rosso, sembrato a tutti esagerato. Quello che

#ROMANISTAGRAM

accade dopo si può solo intuire: il guardalinee si avvicina e qui, stando al documento, Giammattei risponde schiaffeggiandogli l’avambraccio. Lunedì mattina, poi, la notizia. Dalla parte del giocatore c’è rammarico, ma ovviamente il provvedimento sarà accettato. Significherebbe, per Giammattei, saltare il resto dei playoff, nel caso in cui l’U16 arrivasse in fondo, e l’inizio della prossima stagione. Ciò che tutti hanno fatto notare è la tranquillità del ragazzo, mai colpito da provvedimenti disciplinari in stagione. Che cosa può essere scattato in quel momento? Difficile dirlo. Per questo, la Roma sta pensando al ricorso. ■ SC

Raffaele Palladino, tecnico della Fiorentina, nella sfida di Serie A contro l’Empoli GETTY IMAGES
Martina Stella martina.stella@ilromanista.eu
Giammattei, classe 2009, con l’Italia GETTY
La foto condivisa da Candela su Instagram insieme a Totti, De Rossi e Cerci. I quattro ex romanisti si sono sfidati a padel
Ospite speciale a Trigoria: in vista di Roma-Fiorentina, Giancarlo “Picchio” De Sisti ha fatto visita ai giallorossi
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