

«Dobbiamo spingere» Ranieri carica la squadra in ottica Fiorentina, a testa alta: «Sappiamo da dove veniamo. Sarà una gara da prendere con le molle. Corsa Champions? Niente promesse, c’è solo da dare sempre il massimo»
«Dobbiamo spingere» Ranieri carica la squadra in ottica Fiorentina, a testa alta: «Sappiamo da dove veniamo. Sarà una gara da prendere con le molle. Corsa Champions? Niente promesse, c’è solo da dare sempre il massimo»
LA CONFERENZA
Ranieri «Eravamo sott’acqua, adesso dobbiamo spingere
Il nuovo stadio? In Italia troppa burocrazia, una vergogna»
Adue giorni dall’importante sfida alla Fiorentina, in programma domenica pomeriggio all’Olimpico, il tecnico della Roma Claudio Ranieri ha presentato la gara rispondendo alle domande dei cronisti all’interno del Fulvio Bernardini di Trigoria.
Come sta la squadra? E Koné centrale di centrocampo davanti alla difesa, come lo abbiamo visto a San Siro, è una soluzione anche per il futuro? «La squadra sta bene, abbiamo recuperato anche Nelsson e Saud, per cui ci siamo tutti. Koné è un giocatore universale, può ricoprire più ruoli, lo abbiamo visto in nazionale giocare con due mediani, contro l’Italia soprattutto, e farlo bene. È un ragazzo che si sa adattare a più soluzioni, è un ragazzo intelligente, per cui può essere un giocatore box-to-box o davanti la difesa. Lo posso mettere
Leonardo Frenquelli leonardo.frenquelli@ilromanista.eu
Qualche certezza acquisita e qualche decisione ancora da prendere, ma con il vantaggio dell’ampia scelta. La Roma continua il suo avvicinamento alla sfida fondamentale, come praticamente tutte da almeno tre partite a questa parte, contro la Fiorentina allo Stadio Olimpico con calcio d’inizio fissato per domenica alle 18. Un altro gradino in una scalata interminabile, resa possibile strada facendo da 18 risultati utili consecutivi, con la piena consapevolezza di come possa bastare un passo falso per vedere sfumare i possibili obiettivi. Dopo il sorprendente successo di San Siro Ranieri cerca la formula per approfittare del maggior riposo nei confronti della Viola e della possibile distrazione Conference League per i toscani, oltre che delle loro assenze importanti. Per farlo, come ha lui stesso annunciato in conferenza stampa, eccezion fatta per Dybala l’allenatore romanista ha tutta la rosa a sua disposizione: recuperati e regolarmente in gruppo anche Nelsson e Abdulhamid. Tanta scelta e diverse opzioni da valutare con anche la necessità di mantenere equilibrio rispetto alla concentrata e attenta prestazione contro l’Inter: le valutazioni di Ranieri terranno conto di quella gara ma anche delle caratteristiche dell’avversario e la conseguente necessità di fare una prova meno
FIORENTINA SQUADRA IN FORMA, SERVIRÀ UNA GRANDE PRESTAZIONE. DOVBYK È CRESCIUTO MOLTO
DAL CAMPO
da una parte o dall’altra, a seconda dell’avversario».
In questa corsa Champions, quale elemento può essere decisivo?
«Dipende proprio dalla freschezza della squadra e dagli episodi che arrivano. Chi li sfrutta prima, ha buone possibilità. Chi sta meglio fisicamente in questa lunga lotta per entrare in qualcosa di importante. Io lo dico sempre, non mi piace promettere, ma sono una persona ambiziosa, voglio il massimo da me stesso. Mi critico sempre, chiedo questo anche ai miei genitori. All’ultimo vedremo quello che avremo fatto. Senza rimpianti e senza pensare a quello che poteva essere e non è stato. Questo non porta punti in classifica. Punti in classifica li portano determinazione e concentrazione. Domenica avremo contro una signora squadra, che nelle ultime dieci partite ha perso soltanto ieri sera. E per me la Fiorentina ha tutte le carte in regola
Qui a fianco, Claudio Ranieri in conferenza stampa, a due giorni da Roma-Fiorentina. A destra, nell’altra pagina, il tecnico in campo a Trigoria AS ROMA VIA GETTY IMAGES
AL PROSSIMO ALLENATORE DOVRÀ ESSERE DATO TEMPO. FARÀ UN ANNO CON ME E LO AIUTERÒ SU TUTTO
per andare in finale. Ha battuto la Juventus 3-0. Nelle 10 partite una sconfitta, 4 pareggi e 5 vittorie. Battendo l’Atalanta, facendo 2-2 a Milano con il Milan. È una squadra che ha tanti buoni giocatori, qualità, dovremo fare una super partita. È una gara da prendere con le molle».
Dovbyk è un giocatore su cui puntare ancora?
«Io ancora ci credo. È un giocatore che ha fatto notevoli progressi ed ha ancora tanto da migliorare. Non è un
“impetuosa” e più di controllo. Qualcosa verrà cambiato, ma non ci si deve aspettare particolari “rivoluzioni” rispetto all’undici iniziale della scorsa domenica. Difficile, per esempio immaginare che Hummels possa togliere il posto a uno dei centrali di difesa: Celik, Mancini e Ndicka dovrebbero partire in capo dall’inizio, anche vista la solidità garantita anche nei momenti tosti contro l’Inter. Le chiavi tattiche potrebbero essere rappresentate dal numero di
OGGI LA RIFINITURA. RECUPERATI ANCHE SAUD E NELSSON, OUT DYBALA. IL BELGA L’ALTERNATIVA SULLA FASCIA DESTRA
acquisto sbagliato perché quando tu prendi il capocannoniere del campionato spagnolo significa tanto. Poi ci sta chi si adatta prima o dopo. Spesso ricordate Dzeko, come è andato il primo anno. Io penso che ci abbia portato tanti punti importanti, credo che come primo anno sia positivo. Ma deve migliorare, ha i mezzi per farlo».
Dovbyk è un incedibile? «A me non piace parlare di queste cose. Mi piace pensare a cosa possia-
giocatori da schierare sulla linea di centrocampo e se confermare il doppio attaccante: in mediana la certezza è Koné, da vedere se ancora davanti alla difesa o più “aperto” col rientro di Paredes (che però da Lecce in poi sembra essere finito dietro a Cristante nelle gerarchie ranieriane, anche quando si tratta di un 3-4-2-1). A sinistra l’altro inamovibile è Angeliño, con Soulé dall’altra parte che contro i nerazzurri ha deciso il risultato oltre a garantire una prova convincente in entrambe le fasi. Per la fascia, che sia da esterno di centrocampo spostando l’ex Frosinione, o che sia da trequartista, c’è anche l’opzione Saelemaekers: il rientro del belga potrebbe favorire l’avanzamento dello stesso Soulé più vicino alla porta nella coppia di trequartisti (come accaduto col Verona) senza perdere in qualità o spinta. Sull’attacco l’altro nodo da sciogliere: se Shomurodov dovesse ancora partire al fianco di Dovbyk allora tornerebbe a prendere forma un più chiaro 3-5-2 e una mediana più compatta, magari contando nuovamente sulla duttilità di Pellegrini, altrimenti l’uzbeko si accomoderebbe in panchina con l’ucraino chiamato a sbloccarsi e assistito da due compagni (con Soulé a sinistra e uno tra Pellegrini o El Shaarawy a dare spunti e qualità sulla fascia destra). Ranieri questa mattina dirigerà l’allenamento di rifinitura e poi farà le sue scelte, per battere anche la Fiorentina e continuare a risalire la classifica con determinazione ■
mo raggiungere in questa stagione. Sono parole che possono distrarre la nostra concentrazione sull’oggi. Quello che avverrà dopo la fine del campionato sono altre considerazioni. Vale per Dovbyk e vale per tutti».
C’è una cosa che potrebbe farle cambiare idea sul suo futuro in panchina? Magari la Champions da giocare o un ingaggio stratosferico. «No, nulla. Io amo la mia squadra, i miei colori e tutto quello che mi porterebbe egoisticamente a fare un altro anno sarebbe uno sbaglio per la Roma. Per cui io dico no. Verrà un nuovo allenatore e dovrà avere il tempo. Farà un anno con me e avrà così la possibilità di conoscere tutto. Io lo aiuterò in tutto quello che mi domanderà».
L’eventuale qualificazione in Champions sarebbe un’impresa più grande di quella di Leicester?
«No, più grande di Leicester non c’è niente, anche se io sono legato alla Roma. Quello che è successo lì è qualcosa di incredibile. Sarebbe un altro tassello da portare nel mio cuore. Per cui dico: lottiamo, lottiamo, non dobbiamo avere recriminazioni, scusanti, niente. Abbiamo quattro partite e dobbiamo giocarle con il coltello tra i denti».
Come mai Paredes è stato utilizzato così poco ultimamente?
«Perché ho scelto altri giocatori. Stanno tutti bene, tutti disponibili, scelgo quelli che penso siano più confacenti a cercare la vittoria durante la partita. Così Saelemaekers, Hummels e quelli che ora stanno giocando meno e prima lo avevano fatto di più. Stanno tutti bene, mi stanno mettendo in difficoltà e quando dico che scelgo all’ultimo è la verità. I miei pensieri sono solo sulla squadra avversaria e su come metterla in difficoltà. E scelgo i giocatori che reputo più adatti».
L’opzione Dovbyk-Shomurodov è riproponibile anche domenica?
«A prescindere, è un’opzione che voi avete richiesto a più riprese, io ci ho pensato forse più del dovuto. Loro possono giocare, a prescindere che
siano due o tre attaccanti. Sono giocatori complementari, che aiutano la squadra, è un’opzione».
Abbiamo parlato di corsa Champions. «Voi avete parlato di corsa Champions».
Allora la Roma è in lotta, è lì. Non è convinto? «Io sono convinto che dobbiamo lavorare e non promettere niente e dare il massimo. Questo non significa che non siamo ambiziosi, che non siamo determinati. Lavoro, lavoro, sudore».
L’annuncio del nuovo allenatore solo alla fine della stagione?
«Quando il presidente lo deciderà, al momento opportuno».
Mi piacerebbe, mister, sapere come prepara le partite. «È questo, veramente. Io lavoro in questa maniera. Vedo chi è in forma, quando sono tutti in forma, vedo l’avversario, come sviluppa il suo gioco, e io cerco sempre di mettere granelli di sabbia nel loro ingranaggio. E di come poter vincere. Questa è la mia visione del calcio».
Intendevo che per come vediamo noi le partite viene da pensare che in base alla partita che si fa, lei le prepara in un certo modo. A questo proposito, la partita di Milano vi ha aperto anche nuovi orizzonti dal punto di vista tattico?
«Io non ho mai chiesto alla mia squadra di metterci dietro pronti e via. Evidentemente, la squadra avversaria è stata più forte, anche lei si è adattata a noi. Tipo la Juventus, “andiamo a prenderli alti, vediamo che succede”. Anche gli altri hanno le loro strategie tattiche e dobbiamo essere bravi a controbilanciarle. A volte ci riusciamo subito, altre subiamo oltremisura e poi dopo come tutte le cose leggiamo meglio la partita e i ragazzi riescono a sviluppare meglio il gioco. È tutto qui. Io posso dire ai ragazzi: “Aspettiamoli a metà tra l’area di rigore loro e la nostra metà campo, perché magari loro giocano molto con il portiere, per-
L’INDISCREZIONE
La Roma cerca un CFO: ecco Jason Morrow Continuano i cambiamenti a Trigoria. I Friedkin sono alla ricerca di un uomo “dei conti” e, stando a quanto anticipato da La Repubblica, avrebbero individuato in Jason Morrow il nuovo Chief Financial Officer del club. Originario del Texas e una carriera spesa all’interno della Gulf States Toyota, proprietà dei Friedkin, potrebbe prendere il posto di Anna Rabuano
Oché dobbiamo andare a giocare con il portiere loro?”. Sono tutte strategie che scegliamo. Poi c’è la forza di un avversario che in quel momento magari prende il sopravvento, ti mette in difesa e allora aspetti. Come un pugile, ti difendi e poi ti poni in condizione di sferrare il colpo del ko, se ci riesci. Altrimenti, stai lì a prendere gli schiaffi. E provi a difenderti».
Per lei quanto è importante per lo sviluppo della società la costruzione di un nuovo stadio?
«Si è vinto anche senza l’impianto nuovo o con stadi più piccoli. Però se vuoi competere con grandi squadre, ma anche per decoro del calcio italiano, dove andiamo andiamo vediamo degli stadi che sono gioielli. Ad esempio, ieri quello del Betis Siviglia. Tutti nel mondo stanno ammodernando gli stadi. Quelli che li fanno più lentamente siamo noi. C’è troppa burocrazia, troppa gente dietro. Troppe cose. E questa è una vergogna, onestamente, dell’Italia. Se qualcuno sbaglia, andasse in galera. Via. Ci deve restare, buttassero la chiave. Siamo stufi di questo».
Confermare quanto fatto con l’Inter può portare ulteriori pressioni alla squadra?
«No, noi non abbiamo pressioni. Sappiamo da dove veniamo. Non dobbiamo avere pressioni. Stavamo sott’acqua. Abbiamo tirato fuori la testa e iniziato a respirare. E ora che respiriamo, dobbiamo spingere. La pressione ce l’hanno gli altri, che erano lì sopra dall’inizio».
Shomurodov è un giocatore su cui puntare anche per il futuro?
«Lui è fondamentale già quest’anno per quello che ci ha fatto vedere, per l’impegno che mette, lui quello che ha ti dà tutto a cento all’ora. Tutti devono dare il massimo di quello che hanno. Poi decido io se cambiare strategia, se vedo stanco un giocatore. Per questo lo amo e l’ho sempre detto, è un ragazzo d’oro. Poi, certo, qualcosa la sbaglia. Ma non si risparmia. Se c’è uno in curva Nord lo va a pressare lassù, per questo penso che anche i tifosi siano contenti e riconoscenti di come lui si impegni». ■
rmai c’è materiale tale da farne una serie tv: Lo straordinario caso dell’allenatore della Roma. Da quando l’attuale tecnico Claudio Ranieri ha deciso che non avrebbe più preso in considerazione alcuna proposta di rinnovo contrattuale per continuare ad allenare la squadra, non ha sbagliato più una mossa e la Roma ha risalito la classifica fino a far diventare davvero concreta l’ipotesi di poter conquistare addirittura un posto utile per la Champions League del prossimo anno, unico vero obiettivo del presidente Friedkin per i finanziamenti, a fondo perduto, che porta con sé. Cacciarono Mourinho e presero De Rossi quando temevano che la prospettiva Champions 23/24 potesse svanire e hanno riservato lo stesso trattamento a De Rossi quest’anno intervenendo addirittura alla quarta giornata di campionato, di fatto affossando, con la cervellotica scelta di Juric, le ambizioni della squadra in maniera pressoché definitiva. Poi però è intervenuto Ranieri e ha fatto il miracolo, lui che a queste cose è avvezzo. Sir Claudio è andato talmente bene garantendo un rendimento da primato in classifica nel girone di ritorno tale che anche i Friedkin hanno pensato di confermarlo almeno per un altro anno su quella panchina, prima che lo stesso Ranieri spazzasse via ogni dubbio, comunicando - privatamente e pubblicamente - la sua indisponibilità a proseguire l’avventura in panchina. Dunque l’eredità che lascerà al suo successore non sarà facile da sostenere. Anche sul mercato sarà difficile autorizzare una rivoluzione, considerando che il cammino negli ultimi quattro mesi di campionato dimostra che la squadra di base è molto forte. E c’è anche un altro fattore da considerare: non vogliamo neanche immaginare che cosa potrebbe accadere se il nuovo tecnico dovesse sbagliare qualche partita all’inizio del suo percorso, con la scimmia di Ranieri sulle spalle. Ma il vero mistero che rende questa serie così attraente è proprio sul nome del sostituto di Ranieri. Ogni giorno c’è un indizio diverso. Ieri è arrivato l’ultimo, che è stato capace di spostare da solo tutte le indicazioni verso Cesc Fabregas, l’allenatore del Como meraviglia: «Verrà un nuovo allenatore - ha detto Ranieri - e dovrà avere tempo. Farà un anno con me e avrà così la possibilità di conoscere tutto. Io lo aiuterò in tutto quello che mi domanderà». Chiaro che tra tutti i nomi fatti più o meno recentemente, i vari Allegri, Sarri, Ancelotti, Gasperini e Pioli non sembrano profili che hanno bisogno della tutela di Ranieri per un anno. Ma forse potrebbe essere necessaria per un profilo di allenatore giovane, alla Fabregas, appunto. Certo, un’altra frase di cinque mesi fa di Ranieri sul tema sembrava precludere la strada della panchina della Roma al tecnico spagnolo: «Stimo molto Fabregas, vedrete che tra tre o quattro anni sarà un allenatore top». Come dire, per il momento è ancora acerbo, ma un giorno sarà tra i grandi. Un po’ quello che aveva detto di Farioli: «Aspetterà». In fondo l’ha detto anche di De Rossi: «Sono sicuro che tra qualche anno sarà un top e forse allora potrà tornare alla Roma». Domandina finale: ma se devi prendere un giovane di talento, e ne hai già uno (il migliore di tutti) a libro paga, perché andarne a cercare un altro? ■
Verso Roma-Fiorentina
DESIGNAZIONI ARBITRALI
Filo rosso Il curioso legame che unisce la Roma, l’arbitro e l’allenatore della Fiorentina. Le tre parti sono pronte a ritrovarsi domenica, a due anni dalle polemiche con Mourinho in Monza-Roma 1-1
Pietro Laporta
Ieri mattina la Lega Serie A ha reso note le designazioni arbitrali per il prossimo turno di campionato: a dirigere la gara dell’Olimpico tra Roma e Fiorentina sarà Daniele Chiffi, arbitro d’esperienza che incontrerà i giallorossi per la terza volta in stagione. A fare da assistenti saranno Preti e Di Gioia, mentre il quarto uomo sarà Arena. Con Mazzoleni al Var, Pezzuto infine agirà da AVAR.
Per gli amanti delle statistiche e i tifosi più scaramantici i precedenti in questo campionato con Chiffi (due vittorie su due, contro il Lecce per 4-1 e a Parma per 1-0) fanno ben sperare, così come lo storico dell’arbitro con il club (6 vittorie, 4 sconfitte e 1 pareggio) e anche il ricordo dell’unico Roma-Fiorentina con Chiffi in campo (2-1 a luglio 2020, con ben due rigori assegnati ai giallorossi, entrambi segnati da Veretout). Tuttavia, c’è un filo rosso che unisce la Roma, Chiffi e il tecnico della Fiorentina Palladino, ed è un filo rosso di rabbia.
Andando indietro nel tempo all’ultima apparizione, prima delle due gare di quest’anno, di Chiffi con la Roma in campo, si noterà come non ci sia stato nessun incrocio nella scorsa stagione: bisogna tornare a praticamente due anni esatti fa, al 3 maggio 2023. Allo U-Power Stadium andò infatti in scena l’ultimo incrocio tra la formazioen giallorossa e
l’arbitro prima di un lungo stop: allora la risposta di Caldirola al gol di El Shaarawy azzerò in modo quasi definitivo le speranze Champions di una Roma dalla rosa falcidiata dagli infortuni e con la testa ormai quasi esclusivamente rivolta all’Europa League. Il rapporto già teso tra Mourinho e Chiffi (contestato ancor prima per gli arbitraggi contro il Milan nel gennaio 2022 e Atalanta nel settembre seguente) si incrinò definitivamente a causa di una direzione discutibile, chiusa con l’espulsione negli ultimi istanti di gioco di Zeki Celik, ammonito per la seconda volta, nonostante avesse lui il pallone, per un intervento giudicato falloso. «Questo risultato si adatta al peggior arbitro che ho avuto in carriera e ne ho avuto tanti di scarsi. Io penso che l’arbitro non ha avuto grandi influenze sul risultato, ma è dura giocare con lui: tecnicamente orribile, dal punto di vista umano non è empatico, non crea rapporto con nessuno, dà un rosso a un giocatore che scivola perché è stanco all’ultimo minuto. Doveva dare un rosso, va
IL FISCHIETTO DI PADOVA NEL 2023 FORTEMENTE CRITICATO DA MOURINHO. DA LÌ IL DIVERBIO CON L’ATTUALE TECNICO VIOLA
“cospiratore”
a casa frustrato perché non dà il rosso a me perché non gli ho dato l’opportunità. È un po’ il limite di questa squadra: non abbiamo la forza che hanno altre società di dire ‘questo arbitro non lo vogliamo’, io ho finito di allenare a venti-trenta minuti dalla fine perché sapevo che altrimenti mi avrebbe espulso»
Così tuonò il portoghese in panchina: parole dure, durissime, che gli costarono un’ammenda e una squalifica di dieci giorni che l’allenatore scontò nelle prime uscite della stagione seguente. Parole che attirarono tra l’altro l’attenzione di Raffaele Palladino, allora tecnico del Monza, che prese le difese dell’arbitro, asserendo di non aver mai avuto a che fare con una panchina come quella giallorossa nella sua carriera da allenatore (che fino ad allora - va ricordato - contava 29 partite): «Chiffi è stato uno dei migliori arbitri avuti, non ha sbagliato nulla. Non ho mai visto protestare in questo modo una panchina avversaria, una roba scandalosa quello che hanno fatto oggi».
In seguito allo stop dello scorso campionato, due anni e un giorno dopo, di acqua sotto i ponti ne è passata, e ora Chiffi, la Roma - oggi con Ranieri in panchina - e Palladino - ora alla guida della Fiorentina - sono pronti a ritrovarsi, legati da un filo rosso che, in vista della gara di domenica, si spera non sia acceso dalla rabbia di scorie passate. ■
Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu
In attesa che qualche intervistatore d’eccezione dei giornaloni sportivi (ma anche i non sportivi, non ci offenderemmo) chieda riscontro a Buffon delle clamorose accuse che gli ha rivolto il suo vecchio compagno di squadra Felipe Melo (per chi non le avesse lette, ed è lecito visto che curiosamente nessun giornale ha riportato la notizia, Melo ha detto che Buffon quando giocavano insieme gli chiedeva spesso informazioni sulla serie C brasiliana, in preda alla compulsività tipica di ogni scommettitore incallito), prendiamo un altro numeretto e ci mettiamo adesso in paziente attesa che qualcuno tra i nostri più solerti colleghi del settore provi ad eccepire qualcosa rispetto all’ultima assunzione annunciata da Lotito. Citiamo il comunicato ufficiale: «La Società Sportiva Lazio è lieta di comunicare la nomina di Emanuele Floridi come Responsabile della Strategia ed organizzazione della Comunicazione della Società. Floridi assume immediatamente il compito di potenziare e sviluppare ulteriormente
le strategie e organizzazione di comunicazione della Società».
Seguono le consuete dichiarazioni di rito di reciproche felicitazioni, con il manager pronto a mettere «tutta la mia esperienza e professionalità al servizio del Club, puntando a innovare e a rafforzare la strategia comunicativa». Comunicazione e strategie, dunque. Del resto, del settore è un esperto. Sa come si comunica e sa come organizzare strategie aziendali. Certo, a volte gli capita di sconfinare rispetto ai suoi doveri. Come insegna il caso Gravina. Del presidente federale, il nuovo responsabile della comunicazione della Lazio è stato grande amico. Dicono le cronache che fu proprio Gravina ad introdurlo nel mondo del calcio e in qualche modo a Lotito per cui poi Floridi ha subito una vera e propria fascinazione. Lo ha raccontato recentemente lo stesso presidente federale: «Avevamo un rapporto di amicizia, confidenziale, ma nel 2019 i rapporti si sono incrinati per la sua interferenza nella politica federale attraverso Lotito: Floridi cercava di carpire informazioni». E quando poi Gravina ha preteso il rispetto della legge imponendo a Lotito
la cessione della Salernitana nei tempi stabiliti dalle norme sulle multiproprietà (e soprattutto, sottolineano i maligni, in seguito alla squalifica di dodici mesi comminata per le gravi inadempienze sul mancato rispetto dei protocolli antiCovid, squalifica poi ridotta a 2 mesi), casualità vuole che qualcuno abbia cominciato a cercare informazioni sul-
la vita privata del capo del calcio italiano, con un’attività di dossieraggio poi definita illecita da chi ci ha indagato sopra, e cioè Raffaele Cantone, ex presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, non un piripicchio qualsiasi. Ad essere coinvolto nell’illecità attività, secondo la Procura di Perugia, fu proprio Emanuele Floridi, insieme con altri per-
sonaggi poco limpidi, come un finanziere e un magistrato - a quanto emerso - infedeli. Ad essere chiamato in causa fu pure l’attuale ds della Lazio, Angelo Fabiani: sarebbe stato proprio l’ex sodale di Moggi ad accompagnare Floridi dai “cospiratori”. Per questi fatti, lo scorso 24 novembre il presidente Gravina ha denunciato Floridi proprio alla Procura di Perugia. Ovviamente non sappiamo come si pronunceranno i giudici, ma la materia ci sembra vasta e sufficientemente controversa da meritare qualche ulteriore approfondimento. Aspettiamo, avanti c’è posto.
PS Se a qualcuno fosse sfuggito, Inzaghi e Calhanoglu hanno evitato il processo per i rapporti illeciti con i loro tifosi, patteggiando una giornata di squalifica (che sconteranno domani, con il Verona) per violazione degli articoli 4 (lealtà, probità e correttezza) e 25 (divieto di rapporti con sostenitori). E se è sfuggito è perché la notizia è stata fatta circolare il 1° maggio, giorno in cui la stragrande maggioranza dei giornalisti non lavora e i giornali il giorno dopo non escono. Quando si dice la buona comunicazione. Floridi prenda nota. ■
Andrea de Angelis
C’è troppa burocrazia. Questo in sintesi il pensiero espresso da Mister Claudio Ranieri in conferenza stampa rispondendo ad una domanda sulla centralità del progetto stadio per una squadra come la Roma. «Tutti nel mondo stanno andando avanti con gli stadi – le parole del mister – gli unici lenti siamo noi. C’è troppa burocrazia, troppa gente dietro, e questa è una vergogna dell’Italia». Una stoccata al sistema italiano fermo al palo quando si parla di impianti. E questo è sotto gli occhi di tutti. Un ragionamento ampio quello offerto da Ranieri, che non ha parlato dello stadio di Pietralata, quanto di come nel nostro Paese si sia fermi agli impianto costruiti per i mondiali del 1990.
La mente inevitabilmente ci riporta al febbraio del 2017, quando un altro allenatore della Roma, Luciano Spalletti, irruppe in diretta televisiva per difendere il progetto della società a Tor di Valle, con l’ormai famoso “Famo sto stadio”. Circostanze diverse, occorre chiarirlo, perché in quel momento la Roma rischiava di perdere il proprio lavoro. Nel giugno dell’anno precedente infatti era stata proclamata sindaco della Capitale Virginia Raggi, esponente del Movimento 5 Stelle, che quello stadio non lo voleva proprio. E proprio in quel febbraio del 2017 l’intero stato maggiore del partito, capitanato da Beppe Grillo, era a Roma, anche, per bloccare quel progetto. L’intervento di Spalletti fu utile a svegliare le coscienze dei romani e costringere la Raggi ad un parziale passo indietro, con la rimodulazione dell’opera, l’eliminazione delle torri di Libeskind, e l’avvio di una nuova fase, che poi comunque naufragò per scelta della nuova proprietà targata Friedkin.
Oggi la situazione è completamente diversa, il Comune e la Roma viaggiano sulla stessa
NEI PROSSIMI GIORNI SARÀ DEFINITO IL CALENDARIO PER LA RIPRESA DEI RILIEVI NELL’AREA INTERESSATA
Roma
Accanto il tweet della Roma nel 2017 per “sponsorizzare” il nuovo impianto, all’epoca progettato a Tor di Valle
barca, ed entrambi si dicono (e dimostrano) convinti della bontà del nuovo stadio giallorosso. Le parole di Ranieri vanno lette infatti più come la sottolineatura dell’anomalia rappresentata dalla Roma nel panorama nazionale, con una proprietà proiettata completamente verso il nuovo stadio. Il lavoro non si è mai fermato, ed anzi ad inizio della prossima settimana dovrebbe essere definito il calendario per la ripresa degli scavi nell’area, con il completamento quindi dei rilievi archeologici, oggi unico vero ostacolo al completamento del progetto. Lavori che dovrebbero riprendere la settimana successiva, quella che parte il 12 maggio, con magari contestualmente quella consegna parziale della documentazione, che inizialmente era prevista per i giorni immediatamente successivi alla Pasqua ■
La Roma chiama, i romanisti rispondono. Una costante. Quella dell’amore incondizionato, indipendente dall’occasione: ma, a maggior ragione, sarà fondamentale il supporto di tutti i tifosi giallorossi in vista di un finale di stagione rovente. Domani alle 18, Ranieri e la squadra sfideranno la Fiorentina di Palladino in uno scontro diretto con vista europea. Il 2025 da record dei giallorossi ha permesso di poter sognare un piazzamento Champions che, fino a dicembre, sembrava impensabile. E proprio per questo motivo, sarà tutto esaurito all’Olimpico: circa 63.000 cuori giallorossi a riempire lo stadio per
sostenere la squadra verso un obiettivo comune. Anche la Sud sente lo spessore del momento - l’importanza per la classifica e per i tifosi, considerando che all’andata quella partita ha fatto tanto male - e già da qualche giorno ha “chiamato” allo stadio le bandiere coi colori della città e del club. Ripetere Roma-Athletic Club è l’invito della Sud. Contro i baschi l’Olimpico è stato uno spettacolo che ha fatto parlare l’Europa. Domani sarà però una serata di emozioni anche per altri motivi: ci sarà il ritorno nel suo stadio di Edoardo Bove, che andrà in panchina con deroga con i viola e saluterà i ti-
RIPETERE L’ATHLETIC È L’INVITO DELLA SUD. L’OLIMPICO PREPARA ANCHE IL SALUTO A BOVE
fosi romanisti che tanto l’hanno ricoperto di affetto dopo il malore del 1° dicembre scorso che ha provvisoriamente stoppato la carriera del numero 4 della Fiorentina e di proprietà della Roma.
Con uno sguardo leggermente più avanti, invece, è partita ieri la vendita libera per l’acquisto dei biglietti per Roma-Milan, che sarà con tutta probabilità l’ennesimo tutto esaurito oltre tutto perché sarà un saluto alla squadra giallorossa per l’ultima stagionale in casa e sarà l’ultima davanti ai propri tifosi da allenatore di Claudio Ranieri ■ GF
COGITO ERGO SUD
19/8/2001 Contro la Fiorentina arriva la prima Supercoppa della nostra storia in una notte d’oro
Candela, Montella e Totti le firme d’autore su un trofeo che sembrava la promessa di tanti altri
Tonino Cagnucci tonino.cagnucci@ilromanista.eu
Sogno di una notte di mezza estate, anche se poi il 19 agosto non è propriamente metà della stagione, e anche se quella calcistica di stagione sarebbe iniziata soltanto una settimana dopo in campionato. A Verona. Ma questa Supercoppa Italiana, prima della storia dell’Associazione Sportiva Roma, ha il sapore e i contorni luccicanti di un racconto sotto le stelle, quelle della Roma. «Nei riflessi della coppa mentre Totti la bacia si vede il futuro della squadra», qualcuno scriverà il giorno dopo. E sarà così solo in parte, perché alla fine, dopo lo Scudetto vinto due mesi e due giorni prima in quello stesso posto, la Roma di Capello riuscirà a vincere soltanto questa Coppa che quella notte, più che una propaggine del Tricolore, sembrava essere promessa di altri trofei. Non sarà così e resta un peccato. Troppo poco per quella Roma, proprio e in particolare per la Roma che ha giocato contro la Fiorentina una partita di bellezza. Nell’immaginario collettivo viene poco ricordata sia questa sfida sia la fattura dei gol che l’hanno riempita, almeno due su tre bellissimi, rari capolavori tecnici, giocate spettacolari: il terzo è “soltanto” un cucchiaio sotto la Curva Sud di Francesco Totti. Rispetto alla
Roma campione contro il Parma il 17 giugno, la Roma Supercampione il 19 agosto contro la Fiorentina gioca con gli stessi calciatori a parte il portiere – Pelizzoli al posto di Antonioli – e Fuser per Cafu, assente per un’operazione al naso. In panchina i nuovi arrivi: Lima, Siviglia e Antonio Cassano, perché Gianni Guigou, Abel Balbo e “Supermarco” Delvecchio entreranno nel secondo tempo, tributo quasi dovuto a chi c’era la stagione passata. La notte dei campioni d’Italia. Lo eravamo tutti, quella not-
te senza fuochi d’artificio perché erano stati esplosi contro il Boca Juniors nemmeno una settimana prima (nella partita del bruttissimo infortunio a Lassissi), dove le polemiche per i premi scudetto sembravano passate, dove c’era solo da vedere la Roma con una coppa al cielo. Candela: «Capello ci aveva detto di aggredire subito e fare immediatamente nostra la partita». Mai squadra prenderà più in parola il proprio tecnico.
Dopo 3’ Assuncao – su una ribattuta di Pino Tagliatela – da 6 metri scarsi a porta spalancata
tira fuori («Assuncao ma come fao?»). Un minutino e Totti da lontano sfiora il palo, un altro tiro del Capitano e palla in angolo. Dagli sviluppi (si dice così) il pallone arriva a Vincent Candela, che stavolta non fa l’assist per il gol dall’oro in bocca, ma tira direttamente una mazzafiondata in bocca alla notte. La prende in pieno. Una staffilata da veramente lontano col pallone che non si alza di un centimetro, taglia le gambe di molti (bravo Montella a scansarsi) e s’infila alla destra del portiere viola. Uno a zero e pare strafinita, anche perché persino col destro Montella sfiora il 2-0. L’Olimpico fa festa e a ripetizione si alzano i decibel di un coro che in quell’estate era in voga: («Blu è il tuo colore…»). Sarà perché i viola si saranno sentiti troppo fuori da tutto, ma verso la metà del tempo con Nuno Gomes sprecano l’occasione enorme di pareggiare: Pelizzoli para e sembra la cosa più importante della serata. Invece Antonioli si riprenderà non troppo in là il posto da titolare. Giusto un brivido. Fisiologico. La Roma con Batistuta e Totti ritorna a dare spettacolo e nella
I GOL SONO FANTASTICI, MANCINI SI “METTE A SEDE” MA IL SOGNO DI UNA NOTTE DI (QUASI) MEZZA ESTATE FINISCE LÌ
ripresa di fatto chiude la partita con una magia di Vincenzo Montella di sinistro al volo dal limite dell’area, dopo un assist al millimetro e al bacio del Capitano. Può bastare, almeno per “l’Aeroplanino”, che esce tra gli applausi e gli olé del suo coro preferito. Per la storia e per la Roma manca la firma del Capitano, che la fa leggibilissima: con il cucchiaio. Per il resto, Roberto Mancini, tecnico della Fiorentina, ha il tempo per mettersi a sede, come da volontà popolare giallorossa, e la Roma di fare il giro di campo al grido de «I campioni dell’Italia siamo noi». Era così. Non il sogno di una notte di mezza estate, ma quello di una vita era realtà. E quella sera ce lo siamo detti per un’ultima volta.
Roma: Pelizzoli; Zebina, Samuel, Zago; Fuser (dal 22’st Guigou), Tommasi, Assunçao (dal 36’st Balbo), Candela; Totti (Cap.); Batistuta, Montella (dal 16’st Delvecchio). A disposizione: Antonioli, Lima, Siviglia, Cassano. Allenatore: Capello
Fiorentina: Taglialatela; Di Livio, Adani, Pierini, Moretti; Rossi, Cois (16’st Amaral), Morfeo, Baronio (22’ st’ Tarozzi), Chiesa; Nuño Gomes (36’st Gonzales). A disposizione: Manninger, Benin, Agostini, Taddei. Allenatore: Mancini
Arbitro: Cesari di Genova
Marcatori: 6’pt Candela, 8’st Montella, 38’st Totti
Note: recupero 3’ st. Spettatori: 61.050 ■
Le ultime Dopo il 2-1 con il Betis, ieri scarico a Siviglia
Martina Stella martina,stella@ilromanista.eu
La Fiorentina ieri non aveva ancora fatto ritorno a Firenze soggiornando in Spagna più del previsto. La squadra viola infatti si è recata mercoledì a Siviglia per giocare la semifinale di andata di Conference League contro il Real Betis terminata poi sul risultato di 2-1 per gli Andalusi. Palladino ha deciso poi di non rientrare nella notte in Italia e di conseguenza ha dovuto trovare un campo di allenamento per non perdere ore preziose lasciandosi poi ospitare dai cugini del Betis. Infatti come postato dalla Fiorentina sui propri social il club viola ha svolto il canonico scarico post gara nel centro sportivo del Siviglia iri mattina, in una sessione dedicata soprat-
PRIMAVERA
tutto a chi ieri non ha giocato i
90 minuti. In giornata poi il rientro a Firenze, un vero pit-stop visto che poi la Fiorentina dovrà ripartire per recarsi a Roma per la partita in programma domani alle 18.
Post Betis-Fiorentina 2-1
Raffaele Palladino vede il bicchiere mezzo pieno dopo la sconfitta con il Betis nell’andata delle semifinali di Conference League. «I primi 10 minuti sapevamo che sarebbero partiti forte, in uno stadio molto caldo. Siamo anda-
PALLADINO CORRE CONTRO IL TEMPO: DUE TRASFERTE IN POCHISSIMI GIORNI. OGGI RIFINITURA E POI SI VOLA VERSO LA CAPITALE
ti in svantaggio ma non ci siamo scomposti, la squadra mi è piaciuta - ha dichiarato l’allenatore della Fiorentina a Sky Sport -. Ha giocato con coraggio e personalità, ci sono tanti spunti positivi. Ovviamente ci dispiace per la sconfitta, prendiamo questo risultato e ci crediamo, vogliamo passare sperando che il Franchi sia il nostro uomo in più.
La probabile formazione
La Fiorentina di Palladino dovrebbe schierare all’Olimpico ancora un 3-5-2 con Pongracic, Marì e Comuzzo (pensate l’assenza di Ranieri che sarà squalificato) a difendere la porta sempre presente De Gea. Folorunsho e Gosens agiranno larghi sulle fasce con Mandragora, Richardson e Adli in mezzo al campo. Il reparto avanzato sarà guidato da Gudmundsson e Kean ancora dal primo minuto. ■
Siamo alle fasi conclusive della stagione regolare del campionato di Primavera 1, con la Roma autrice di una stagione pressoché perfetta sotto tutti i punti di vista. I baby giallorossi allenati da Falsini hanno già conquistato aritmeticamente la qualificazione alla semifinale scudetto archiviando il discorso secondo posto in classifica. Un ulteriore step tuttavia, potrebbe essere fatto stamattina. La Roma capolista alle 11 scende in campo al Tre Fontane contro l’Inter e se nei novanta minuti i ragazzi allenati da Gianluca Falsini dovessero vincere o pareggiare allora diventerebbe aritmetico anche il primo posto in classifica in regular season. Non ci sono squalificati tra i
ragazzi di Falsini, quindi è ipotizzabile che il tecnico possa optare per l’ormai rodato 4-3-1-2 con De Marzi in porta; una linea difensiva a quattro composta da Sangaré, Nardin, Reale e Cama; un centrocampo a tre
con Romano vertice basso supportato da Mannini e Coletta mezzali e Graziani sulla trequarti ad agire alle spalle di Almaviva e Della Rocca. La partita sarà trasmessa da Sportitalia e sarà visibile sul canale 60 del digitale terrestre, oppure in alternative in streaming sul sito o sull’app della stessa emittente televisiva.
Le parole di Falsini Il tecnico della Roma ha parlato prima della sfida ai microfoni ufficiali del club: «Ci manca un piccolo passo per coronare una stagione. Ci servirà l’aiuto del pubbllico contro un avversario costruito per vincere». ■ DF