Il Romanista dell'1 giugno 2025

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È già domani Gasperini si congeda dall’Atalanta, con una lettera d’addio ai tifosi in cui parla già da allenatore della Roma: «Vado per la fiducia trasmessa e il rinnovato entusiasmo. Sfida esaltante, mi trasmette tanta adrenalina»

«LA MIA SFIDA»

FINITA»

DE ROSSI «GASP È IL TOP. SPERO GLI VENGA DATO IL GIUSTO TEMPO» Pag 3

IL PROSSIMO ALLENATORE

GASP, VOGLIA DI ROMA: «MI ESALTA»

È già domani Gian Piero scrive la lettera d’addio alla Dea, guardando al futuro romanista: «Mi trasmette adrenalina»

Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu

Mi dispiace devo andare, il mio posto è là. In attesa dei comunicati, a dare l’ufficialità del suo trasferimento da Bergamo a Roma ci ha pensato lo stesso Gian Piero Gasperini, con una lunga lettera d’addio scritta ai tifosi dell’Atalanta e diffusa attraverso L’Eco di Bergamo: «Non era possibile esprimerlo prima, perché solo nelle scorse ore ho realmente deciso di mettere la parola fine a questa meravigliosa storia lunga nove anni», ha iniziato il Gasp, pronto a lasciare la Dea dopo un’avventura lunga e vincente iniziata nel 2016. Una separazione che ha generato il malumore nella tifoseria atalantina, scesa in piazza nella serata di venerdì, davanti alla sede dei

IL TECNICO AI TIFOSI

ATALANTINI:

«LA SCELTA È SOLO MIA. MI ASPETTA

UNA SFIDA DIFFICILE, MA GRANDE»

Percassi, per chiedere a gran voce la permanenza di Gasperini. Gian Piero, in qualche modo, ha pensato anche a questo e, non volendo creare troppi dissidi, ci ha tenuto a specificare in un passaggio della lettera i motivi del suo addio: «La conclusione del mio rapporto con il Club è stata unicamente decisa da me e non deve essere attribuita responsabilità alcuna alla Società e ai suoi dirigenti. Semplicemente ho capito che era arrivato il momento di fare questo passo». Un’intenzione maturata nel corso della stagione e palesata alla dirigenza e alla proprietà dell’Atalanta nella riunione di lunedì scorso, a Zingonia. Inutile un ultimo tentativo da parte di Antonio Percassi, legato ormai a Gasperini anche da un rapporto di amicizia, oltre che stima reciproca. Così come vano è stato l’inserimento della Juventus, ri-

NESSUNA CONFERENZA

STAMPA

DI SALUTO, SI ATTENDE

SOLTANTO

LA NOTA

DEL CLUB

BERGAMASCO

masta spiazzata dalla decisione di Conte di rimanere a Napoli. Ormai la strada del futuro di Gasp, quella che lo porterà a Trigoria nei prossimi giorni, era tracciata. Merito, anche qui, di un rapporto di fiducia: quello con Ranieri. Sir Claudio è riuscito nel primo suo compito da dirigente (o consigliere, se preferite), attrarre Gasperini, da sempre sua prima scelta come erede al trono. Poi però a convincerlo sono serviti anche la programmazione

studiata con Ghisolfi e le ambizioni, esposte nel meeting fiorentino da Dan e Ryan Friedkin. Un corteggiamento, quello della Roma a Gasperini, lungo diversi mesi, attraverso almeno quattro colloqui. Atteggiamento che ha fatto sentire il tecnico di Grugliasco voluto e desiderato, come ha specificato in un altro passaggio della lettera d’addio all’Atalanta, tutto improntato sul suo futuro romanista: «Perché, vi chiederete, lascio l’Atalanta?

Per bisogno di nuovi stimoli, per la fiducia trasmessami e per il rinnovato entusiasmo che ne deriva. Sfida difficile? Molto. Però parliamo di una grande sfida, esaltante, che mi trasmette tanta adrenalina».

Un’adrenalina che Gian Piero proverà a trasmettere a tutta Trigoria, a partire dalla prossima settimana, quando si trasferirà definitivamente nella Capitale. Il lavoro sul futuro, mercato compreso, in realtà procede già da

LE PAROLE

De

Rossi:

GASPERINI PRONTO AL FUTURO A TRIGORIA, AL FIANCO DI RANIERI. CONTRATTO TRIENNALE DA 4,5 MILIONI

remoto, ma per l’insediamento al Fulvio Bernardini ci vorranno ancora alcuni passaggi formali. Primo tra tutti il comunicato dell’Atalanta che attesti la separazione con un anno d’anticipo rispetto alla fine prevista dal contratto (con scadenza giugno 2026). Poi la firma sul triennale da 4,5 milioni l’anno più bonus (cospicui), che lo legherà alla Roma. L’era Gasperini sta per iniziare, ma nella sua mente c’è tanta, tanta voglia di lei. La Roma. ■

Qui a fianco Claudio Ranieri (73 anni), che ha da poco concluso la sua terza e ultima esperienza sulla panchina della Roma, prima di diventare consigliere della proprità Friedkin GETTY IMAGES A sinistra, nell’altra pagina, Gian Piero Gasperini (67 anni), che erediterà il posto di Sir Claudio a partire dalla prossima stagione MANCINI

Un anno dopo Budapest, Gian Piero ci riusciva

Il cammino 3-0 ai Reds, 3-0 al Marsiglia e 3-0 al Bayer Leverkusen in finale

Davide Fidanza davide.fidanza@ilromanista.eu

I«Gasperini non si discute, porterà i giallorossi ad un altro livello»

«Se dobbiamo discutere del valore dell’allenatore che ha preso la Roma, non dobbiamo più parlare di calcio». La posizione di Daniele De Rossi sull’imminente arrivo di Gasperini sulla panchina giallorossa è decisamente chiara. Idea di calcio ben precisa, esperienza e degli anni straordinari a Bergamo, nelle parole di DDR a Sky Sport c’è tutta la riconoscenza nei confronti dell’ormai ex tecnico dell’Atalanta, con un monito per il futuro. Ci sarà bisogno del giusto tempo per cogliere i frutti del lavoro: «Mi sono ritrovato con un tifoso a discutere se fosse la scelta giusta… Gasperini è un allenatore incredibile, che ha fatto cose incredibili, ma le ha fatte nel tempo: si è sempre migliorato e lì ha avuto 8-9 anni di lavoro, di serenità a Bergamo. Perciò io mi auguro che abbia, non dico 8-9 anni, ma del tempo sì, per mettere a frutto le sue idee, perché porterà la Roma ad un livello successivo, secondo me. Per poi lasciarla a me? No, no, la porterà ad un livello successivo lui, e speriamo magari di giocarci contro

De Rossi e Gasperini nella stagione 23-24 GETTY

un giorno, chi lo sa (ride, ndr)»

Risposta pronta e qualche battuta, oltre al bell’attestato di stima nei confronti di Gasp. E proprio in virtù degli esempi da seguire, tra i tanti “maestri”, De Rossi ha fatto ancora una volta il nome di Luis Enrique, ma non solo: «Beh,

DDR: «È UN ALLENATORE

INCREDIBILE, MI AUGURO

CHE ABBIA IL TEMPO

GIUSTO PER METTERE A FRUTTO LE SUE IDEE»

Luis è arrivato in un momento in cui il Barcellona di Guardiola aveva già iniziato ad ammaliare il mondo, lui esce fuori da quella filosofia lì. Ci ha portato a capire cosa c’era dietro quel gioco, io ne sono rimasto affascinato e ho cercato di studiarlo. Un giorno gli ho detto che volevo andare a vedere i suoi allenamenti per studiare quel modo di allenarsi, e lui mi ha detto: ‘Bene, perché adesso faccio tutte altre cose’. Il calcio cambia ogni anno in base a quello che i nuovi allenatori ti fanno vedere»

Ha continuato DDR: «Lui e Guardiola hanno mostrato un certo modo di giocare, lo stesso Gasperini ha poi portato il calcio ad un’altra maniera, forse proprio per ostacolare quel tipo di calcio. A me ha dato tante idee e ispirazione nel coltivare i rapporti professionali: intransigenza nel lavoro, ma sempre con amicizia e il sorriso. Io mi sono trovato molto bene, poi ogni allenatore agisce per quello che è, qualcosa avrò preso da loro ma scimmiottarli sarebbe ridicolo» ■

romanisti sono fermi al 31 maggio del 2023. A Budapest, dove un arbitraggio non all’altezza del prestigio dell’evento aveva privato un popolo intero di un sogno che da quella notte si continua ad inseguire quasi come fosse un ossessione, senza però riuscire mai a raggiungerlo. Fato ha voluto che, a distanza di due anni da quella notte, la Roma e la sua gente stiano per ripartire da un uomo che quel sogno è riuscito a raggiungerlo appena un anno fa. Gasperini sarà il nuovo tecnico dei giallorossi e con lui la squadra si appresta a vivere una nuova stagione calcistica che la vedrà impegnata ancora in quella competizione europea, che ha sancito in maniera definitiva il lavoro del tecnico piemontese nei 9 anni in bergamasco. Dopo ottime annate in Serie A - e anche in Champions League - infatti, nell’Europa League del 2023-2024, Gasperini è riuscito finalmente a vincere il suo primo - e unico - trofeo da tecnico dell’Atalanta, al termine di un percorso pressoché perfetto. La Dea aveva ottenuto la qualificazione aritmetica con 180 minuti di anticipo alla fase ad eliminazione diretta, in un girone composto da Sporting Lisbona, Sturm Graz e Rakow, passando da prima del gruppone. Dagli ottavi in poi, il sorteggio non era stato particolarmente benevolo a Gasperini e i suoi che pescarono nuovamente lo Sporting Lisbona, pareggiando l’andata agli ottavi per 1-1 e vincendo il ritorno - in rimonta - per 2-1.

Ai quarti di finale il sorteggio sembrava quasi essere una condanna. Liverpool-Atalanta, andata ad Anfield, ritorno a Bergamo. Tutto faceva presagire a un passaggio del turno dei reds ma Gasperini mise le cose in chiaro dominando l’andata fuori casa con un tanto sonoro quanto inaspettato 3-0 per spianare la strada verso la semifinale. Al ritorno gli inglesi allenati da Klopp cercarono in tutti i modi di rimontare, ma i bergamschi non li fecero andare oltre l’1-0. Al penultimo atto della competizione di fronte all’Atalanta si palesò il Marsiglia: 1-1 all’andata in Francia, 3-0 a Bergamo al ritorno. 3-0 come ad Anfield contro il Liverpool e 3-0 come sarà, poco dopo, contro il Bayer Leverkusen in finale - con i tedeschi reduci da 51 partite consecutive senza sconfitte - per un trofeo conquistato di fatto dominando lungo il percorso. Al termine di quel cammino i Friedkin rimasero estasiati mentre i tifosi della Roma, con un pizzico di amarezza a causa della ferita di Budapest ancora aperta, speravano di poter tornare a vivere una serata come quella. Da quest’anno tutte e tre le parti saranno dalla stessa parte, ancora in quella competizione, ancora sognando quella coppa ■

I FRIEDKIN RIMASERO COLPITI I ROMANISTI ANCORA FERITI SPERAVANO DI RIVIVERE CERTE NOTTI. OGGI TUTTI DALLA STESSA PARTE

Gian Piero Gasperino con il trofeo dell’Europa League

ALLA SCOPERTA DI GASP/1

LA SUA GENESI A TORINO

I primi passi Viaggio a puntate nella carriera del tecnico, pronto a sedersi sulla panchina romanista

In bianconero una lunga trafila, prima da giovane calciatore, poi da allenatore (col trionfo a Viareggio)

Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu

Cos’hanno in comune Giovanni Trapattoni, il fratello di Matteo Brighi e Raffaele Palladino? La Juventus, certo, ma allo stesso tempo Gian Piero Gasperini: il tecnico di Grugliasco, cresciuto in bianconero sia come calciatore sia - in seguito - da tecnico, è il trait d’union che accomuna i tre. Il Trap perché è l’allenatore che lo fa esordire: dopo una trafila di dieci anni nel settore giovanile della Vecchia Signora, un Gasperini a malapena diciottenne debutta in Coppa Italia con la Juventus 1976-77, quella che vince la Coppa UEFA in finale contro l’Athletic Club. Il prossimo tecnico giallorosso all’epoca non è annoverato tra i vincitori del trofeo che invece si porterà a casa da protagonistacon un altro nome - 47 anni dopo, battendo il Leverkusen nella finale di Dublino.

In bianconero Gian Piero disputa soltanto 9 presenze, tutte in Coppa Italia, condite da un gol. Quindi una carriera in giro per l’Italia, da Palermo a Pistoia, passando per Pescara e Salerno, con 59 presenze e 10 gol complessivi in Serie A. Giusto il tempo di appendere gli scarpini, e nel 1994 l’allora 36enne torna alla Juventus: di nuovo le giovanili, stavolta ovviamente da allenatore. Due anni con i Giovanissimi, altri due con gli Allievi, quindi nel 1998 il passaggio alla guida della Primavera. E proprio qui vince il primo trofeo della sua carriera, l’unico fino all’Europa League dell’anno scorso: si tratta del Torneo di Viareggio 2003, strappato in finale allo Sparta Praga il 3 marzo 2003 grazie all’1-0 firmato Chiumiento. In quella squadra militano il futuro romanista Mirante, Gastaldello, il fratello minore di Matteo Brighi, Marco, Cassani, Konko, Ruben Olivera e Raffaele Palladino. Quest’ultimo - che lo seguirà anche a Genova - viene scovato a Benevento dallo stesso Gasperini. Sì, perché in quegli anni l’allora dg bianconero Luciano Moggi gli affida anche un altro

TRA IL 1998 E IL 2003

ALLENA LA PRIMAVERA, MA MOGGI GLI FA FARE ANCHE DA SCOUT PER I “GRANDI”

LE REAZIONI DA BERGAMO

compito, a testimonianza della grande stima e della piena fiducia che nutre nei suoi confronti: quello di osservatore e scout per la Prima squadra bianconera. Gasp segnala Palladino, visiona Heitinga e van der Vaart, ma resta stregato soprattutto da Cristian Chivu: nell’estate del 2003 Moggi prova a strapparlo al ds romanista Baldini, dopo avergli già soffiato Legrottaglie poche settimane prima; alla fine però la spuntano i giallorossi, che acquistano il difensore romeno dall’Ajax per circa 18 milioni di euro. Durante la sua esperienza nelle giovanili juventine Gasperini fa la

conoscenza di un suo omonimo, Gian Piero Ventrone, ferreo preparatore atletico bianconero ai tempi di Lippi, e in seguito collaboratore di Antonio Conte, venuto a mancare nel 2022. Non solo: in quegli anni a Torino arriva anche il danese Jens Bangsbo, collaboratore ritenuto tra i principali artefici della straordinaria condizione fisica dell’Atalanta negli anni scorsi (ha salutato nel 2023). Sono due conoscenze che cambiano per sempre la carriera di Gasperini in termini di preparazione atletica.

Nel 2003, dopo il trionfo al Viareggio, il tecnico piemontese si sen-

te pronto per il grande salto. Chiede aiuto a “Big Luciano” Moggi, che lo piazza a Crotone, all’epoca autentica succursale della Vecchia Signora che milita in C1: da Torino porta con sé Gastaldello e Paro prima, Guzman, Mirante e Konko poi. In quella squadra milita anche il croato Ivan Juric, che 21 anni dopo allenerà per 53 disastrosi giorni la Roma. Con questa squadra, Gasp lancia l’assalto alla B: in pochi, a parte lui, ci credono. E invece, dopo essere passati per i play-off, i rossoblù ottengo la promozione. Ma questa è un’altra storia.  (continua)

Tifosi atalantini tra tristezza e serenità: «Lascia una struttura solida»

C’era chi - ancora nella tarda serata di venerdì - non sembrava farsene una ragione, e commentava con un eloquente «Rinnovate Gasperini!» più o meno tutti i post dell’Atalanta su X. Ma tra i tifosi bergamaschi c’è anche chi mostra serenità: «Gasp ha dato tanto, ma è giusto ricominciare con un nuovo allenatore, più motivato», il succo di molti commenti sui social network ufficiali della Dea. Altri non nascondono la loro delusione per la scelta del tecnico piemontese: «Speravamo di festeggiare i dieci anni assieme. Dispiace sapere che preferisce rischiare di essere messo in

discussione alla prima sconfitta con la Roma». Quando, nel primo pomeriggio di ieri, Gian Piero Gasperini affida a L’Eco di Bergamo il suo saluto al popolo nerazzurro, c’è chi si dice rassegnato ma sereno («Anche le favole più belle hanno una fine») e chi al contrario non nasconde l’amarezza («Meritavamo un altro saluto: non riesco a dirti buona fortuna»). Gli opposti stati d’animo della tifoseria sono ben sintetizzati dal collega di Bergamo TV Carlo Canavesi, intervenuto ai microfoni di Radio Romanista: «Credo che la maggioranza dei tifosi sia indubbiamente tri-

IN TANTI SPERAVANO NEL DECIMO ANNO ALLA DEA. «MA ANCHE LE FAVOLE DEVONO FINIRE»

ste - le parole di Canavesi - ma già da qualche anno c’era aria di addio, perciò c’è anche serenità. Chi arriverà al suo posto troverà delle difficoltà, come sempre accade dopo un lungo ciclo, ma Gasperini lascia una struttura solida, che andrà avanti anche dopo il suo addio». Ora non resta che scoprire chi prenderà il suo posto: «Si fanno i nomi di Pioli che però può piacere alla Juvedice Canavesi - e di Sarri, molto vicino alla Lazio. Si parla anche di Palladino, ma la sensazione è che in questo momento il nome più quotato sia Thiago Motta».  LL

Gian Piero Gasperini, 67 anni, ha iniziato la carriera calcistica prima e da allenatore poi nella Juventus GETTY IMAGES
I tifosi atalantini
danno l’addio

LE PRESENTAZIONI

UN GIORNO LUNGO 14 ANNI

Oltre gli slogan Ranieri lo ha ripetuto spesso: «Roma non è stata costruita in una notte»

Ma

nell’era degli americani è stato un mantra a cui non è stata mai data la giusta sostanza

Alessandro Cristofori

Quante volte nell’ultimo quarto di secolo della nostra vita da romanisti abbiamo sentito “progetto”, “tempo”, “giovani”, o l’evergreen “Roma non è stata costruita in un giorno/notte”? Abbiamo provato ad inserire queste parole nel campo “search” della nostra memoria, digitando come data “to 2011”, l’anno in cui gli americani sbarcarono a Trigoria.

WELCOME TOM

Nel luglio 2011, Thomas DiBenedetto, esponente del consorzio americano che ha da poco acquisito il pacchetto di maggioranza della società giallorossa, illustrò così i piani del club: «Questo è un progetto a lungo termine, speriamo ci siano le condizioni per realizzarlo». Inoltre, riferendosi all’allora trentacinquenne Francesco Totti, DiBenedetto citò un proverbio: «Lui è un campione, il più forte giocatore della nostra storia, vuole vincere come noi. Ma Roma non è stata costruita in un giorno».

ADIOS LUIS, BENTORNATO SDENGO

Le dimissioni presentate a fine anno da Luis Enrique impongono però la scelta di una nuova guida ed ecco che il dg Franco Baldini annuncia un ritorno: Zdenek Zeman. Dopo un avvio stentato, alla vigilia della gara contro la Juventus, il general manager giallorosso, in un’intervista a “La Stampa” dichiarò: «A Zeman bisogna dare tempo». Mentre a proposito dei bianconeri, tornati a vincere un campionato dopo diverso tempo, rimarcò queste differenze: «Loro hanno fatto grandi investimenti, prendendo giocatori pronti noi invece abbiamo scelto quelli da crescere». Un ennesimo invito alla pazienza.

MODELLI E GIOVANI

Aurelio Andreazzoli subentrò a Zeman dopo una terrificante partita con il Cagliari e anche il nuovo coach fece riferimento a concetti familiari: «Il nostro obiettivo è quello di lavorare per costruire un modello, partendo dal settore giovanile. Il Dortmund ha pazientato tre anni, speriamo di ottenere anche noi gli stessi risultati». L’epilogo amaro con la sconfitta in Coppa Italia contro la Lazio, favorì l’ennesimo ribaltone tecnico: inizia l’era di Rudi Garcia: «C’è bisogno di tempo per lavorare, non si fa tutto e subito». Al termine del secondo anno però, risultarono sorprendenti le sue dichiarazioni rilasciate subito dopo aver ottenuto nuovamente il pass per l’Europa più prestigiosa: «Le mie ambizioni e quelle del presidente sono importanti ma Roma non è stata costruita in un giorno e abbiamo bisogno di tempo». Parole che segnarono il destino del tecnico, esonerato dopo sette

IL NOSTRO È UN PROGETTO A LUNGO TERMINE, SPERIAMO DI POTERLO REALIZZARE

Tom Di Benedetto

Qui sopra Luciano Spalletti e Ramon Monchi, a fianco Tom DiBenedetto, a sinistra Dan Friedkin con la coppa della Conference League. Sotto Rudi Garcia e Zdenek Zeman ai tempi della loro esperienza romanista GETTY

che si presenta con una nota ufficiale: «La Roma è un gigante addormentato ma non c’è motivo per cui, con il tempo, questo club non possa competere seriamente a tutti i livelli». Ed ancora: «Condividiamo con i tifosi la voglia di vincere, ma abbiamo bisogno di pazienza perché i campioni non vengono costruiti dall’oggi al domani».

OBIETTIVI

Franco Baldini

NON SI PUÒ PRETENDERE DI AVERE TUTTO E SUBITO, PER LAVORARE C’È BISOGNO DI TEMPO

Rudi Garcia A ZEMAN BISOGNA DARE TEMPO, MA ABBIAMO GIOCATORI CHE DEVONO CRESCERE

mesi. Al suo posto un altro revival: Luciano Spalletti. Lucio da Certaldo è forse uno dei pochi coach giallorossi a non essersi troppo appellato ai concetti più volte sostenuti dagli altri illustri inquilini di Trigoria, anzi, nel marzo del 2017, in una delle ultime conferenze stampa del suo secondo mandato dichiarò: «Se si vuole percorrere la strada dei giovani bisogna smettere di pensare alla vittoria».

PROGETTI E GIGANTI

Dopo l’addio al calcio di Totti, Spalletti si accasa all’Inter mentre nel frattempo a Roma arriva un nuovo direttore sportivo che ha reso il Siviglia una tra le

squadre più belle e vincenti degli ultimi anni: Monchi: «Il progetto della Roma mi piace molto». La sua prima scelta è una vecchia conoscenza romanista: Eusebio Di Francesco, che si è messo in mostra con il Sassuolo. Partito senza molte aspettative, l’ex campione d’Italia 2001, non solo chiuse il campionato al terzo posto ma riuscì anche a raggiungere un incredibile semifinale di Champions League. Il rinnovo di contratto del tecnico abruzzese fu annunciato così dal presidente Pallotta: «Per noi è importante mantenere la continuità e la stabilità che Eusebio sta apportando al progetto». Il secondo capitolo non fu però all’altezza del primo e Di Francesco, si vide recapitare la lettera di licenziamento a marzo. Insieme a lui saluta anche Monchi che negli ultimi mesi aveva dichiarato: «Vogliamo un progetto vincente. Tutti i processi vanno portati avanti un passo alla volta e l’anno scorso ne abbiamo fatti già di importanti. Abbiamo sempre bisogno di tempo». La piazza si prepara così a riabbracciare un altro vecchio amico, Claudio Ranieri. Sir Claudio traghettò la squadra fino alla conclusione della stagione conquistando una qualificazione in Europa League, un interregno che è solo il preludio di un’altra rivoluzione. Il ds Petrachi, appena nominato, accoglie così il nuovo tecnico: «Ho scelto Fonseca alla Roma perché c’era un progetto legato alla valorizzazione dei giovani». Una stagione complessa, anche per lo scoppio della pandemia che sconvolse il mondo, il tutto mentre in estate Pallotta vende il club alla famiglia Friedkin

SE SI VUOLE PERCORRERE LA STRADA DEI GIOVANI NON SI PUÒ PENSARE ALLA VITTORIA

Luciano Spalletti

I PROCESSI VANNO AVANTI UN PASSO PER VOLTA, ABBIAMO BISOGNO DI TEMPO

Ramon Monchi

LA ROMA È UN GIGANTE CHE DORME, MA CON IL TEMPO ARRIVEREMO AD ALTI LIVELLI

Dan Friedkin

La prima mossa dei Friedkin spiazza tutti: José Mourinho. Il portoghese non perde occasione per sottolineare di aver firmato un accordo per tre stagioni e che quindi la crescita dovrà essere graduale augurandosi di festeggiare qualcosa alla fine del percorso. In realtà ci riesce già al primo colpo, con il trionfo in Conference di Tirana. Circa un mese e mezzo prima del suo esonero però, arrivato a gennaio 2024, il portoghese rispolvera un vecchio mantra di Trigoria: «Sono disponibile per ogni tipo di progetto che la società vorrà fare in futuro». Il benservito a Mourinho arriva con l’inizio del 2024, i Friedkin scelgono la bandiera Daniele De Rossi come successore. DDR si qualifica all’Europa League e sfiora la storica rimonta in semifinale con il Leverkusen, un percorso incoraggiante che porta i proprietari a rinnovargli il contratto per altre tre stagioni, annunciato trionfalmente con questo comunicato: «Non potremmo essere più felici di costruire un progetto a lungo termine con Daniele».

TUTTO DA CAPO

L’avventura di De Rossi termina però a settembre, licenziato dopo appena 4 giornate. Al suo posto sorprende a dir poco l’ingaggio di Juric. Alcuni giorni dopo il suo insediamento, il ds Ghisolfi, cerca di spiegare i motivi di questa decisione: «Il progetto di gioco è al centro anche delle nostre idee e così sarà anche più facile prendere nuovi giocatori e valorizzarli. L’Atalanta è un modello in questo senso, ora noi cerchiamo anche questa stabilità tattica facendo giocare così sia la prima squadra chela la Primavera». Juric verrà esonerato a novembre con la Roma in zona retrocessione, a cercare di salvare la stagione è di nuovo Claudio Ranieri. Sir Claudio non solo ci riesce ma a lui viene affidata l’incarico di indicare il suo successore. In questi mesi Ranieri continua a citare una massima che sembra davvero garbargli molto: «Roma non è stata costruita in una notte». Tutto vero ma in questo viaggio all’interno degli ultimi 14 anni romanisti abbiamo contato 13 allenatori - incluso il Ranieri bis e il prossimo da annunciare - 7 amministratori delegati, 6 direttori sportivi, due proprietà con tre presidenti diversi. Non importa quindi se di giorno o di notte ma, questa nostra Roma, sarebbe il caso di iniziare a costruirla. ■

radioromanista.it/app

PIETRALATA

ORA GIOCA SOLO LA ROMA

Si va avanti Il club avrà a disposizione l’intera area su cui svolgere le indagini archeologiche

Dopo i tanti stop, finalmente c’è la delibera di pubblica utilità votata dall’Assemblea Capitolina

Andrea de Angelis

Decisive le prossime settimane per la conclusione della progettazione del nuovo stadio della Roma. Questo perché la società giallorossa finalmente potrà avere a disposizione l’intera area su cui svolgere le indagini archeologiche, prescritte dalla delibera di pubblica utilità votata dall’Assemblea Capitolina, e che finora sono state una vera e propria spina nel fianco dei tecnici che vi lavorano.

Gli scavi sono stati a lungo impediti a causa dei vari ricorsi presentati dai residenti dell’area, che hanno costretto il Comune a procedere con atti perentori, rinunciando alla via bonaria inizialmente intrapresa. E’ stato così per le abitazioni presenti, già espropriati da oltre vent’anni, i cui occupanti si rifiutarono di consentire l’accesso dei tecnici per le indagini, e che poi hanno dovuto lasciare quelle abitazioni dopo una battaglia legale conclusa con uno sgombero. Per non parlare del bosco, su cui ancora permangono elementi di dubbio, ma che sembra ormai derubricato e risolvibile con una semplice compensazione. Stessa sorte per l’autoricambi presente nell’area di Pietralata, che nei mesi scorsi si era visto notificare la revoca della licenza commerciale. Revoca su cui il TAR del Lazio si era espresso lo scorso febbraio, annullando l’atto della Pubblica Amministrazione. Tutto ancora una volta bloccato, sino alla svolta di queste ultime settimane. Il 13 maggio scorso il Comune aveva infatti intimato la restituzione dell’area entro e non oltre la fine del mese. Nuovo ricorso al TAR, ma questa volta da subito si è capito come i margini di vittoria per l’autoricambi fossero ridottissimi. Già nella prima istanza di sospensiva infatti il Presidente della Sezione del Tribunale Morabito, nel respingerla, aveva evidenziato come l’atto del Comune fosse legittimo. Per questo motivo, in questi giorni, proprio Comune e autoricambi hanno concordato la liberazione dell’area entro il 15 giugno prossimo. Senza alcuna compensazione o alcun risarcimento, a riprova di come tutti i ricorsi di questi mesi, seppur legittimi, fossero privi di alcun fondamento. La Roma quindi potrà finalmente completare le indagini archeologiche, per poi ultimare il progetto definitivo e presentarlo in Campidoglio. Forse non entro la scadenza che si era data, ma comunque in tempo utile per avere la nuova casa nella stagione del centenario ■

al computer dalla Roma per presentare il progetto del futuro stadio a Pietralata

Luis Enrique travolge l’Inter: PSG campione

I francesi annichiliscono la squadra di Inzaghi. Finisce 5-0 in Germania

Lorenzo Paielli

Una sola squadra in campo a Monaco di Baviera. Il PSG stravince e travolge l’Inter: Primo tempo dominato dai francesi: finisce 5-0 all’Allianz Arena. Non c’è mai stata partita: i nerazzurri appaiono completamente spaesati e superano la metà campo in pochissime occasioni. E, come facilmente pronosticabile, dopo soli 12’, la sfida si sblocca: azione magistrale condotta dall’asse Fabian-Vitinha-Doué, il giovane attaccante serve a sorpresa Hakimi, completamente solo in area piccola. L’ex della partita deve solo spingere in rete. Otto minuti più tardi, il raddoppio del PSG: contropiede letale condotto da Dembelé, poi ci pensa Doué - aiutato da una deviazione decisiva di Dimarco - a far male a Sommer. L’unica occasione per

la squadra di Inzaghi arriva al 37’: colpo di testa di Thuram che esce di un soffio. Al 43’, Dembelé spreca clamorosamente il colpo del tris dopo aver preso il tempo a Dimarco, poi Doué va vicino alla doppietta e Kvaratskhelia nel finale sfiora in due occasioni la gioia personale. Nella ripresa, è ancora lui a divorarsi il 3-0. L’atteggiamento dei nerazzurri sembra essere meno compassato, ma occasioni da gol non pervenute. E al 63’ arriva il colpo del ko della stella del match: ancora Doué. La luce per Inzaghi si spegne, Kvatskhelia cala il poker, poi Mayulu la manita. Luis Enrique è meritatamente campione d’Europa. ■ Luis Enrique esulta dopo il gol del 4-0 GETTY

03/10/22

Il progetto preliminare

La AS Roma presenta in Campidoglio uno studio di fattibilità per la realizzazione e gestione di un nuovo stadio a Pietralata, area di proprietà del Comune

22/11/22

La conferenza dei servizi

Da novembre 2022 a gennaio 2023 la Conferenza dei Servizi preliminare esamina lo Studio di fattibilità e il 7 febbraio 2023 la Giunta approva il progetto

09/05/23

Arriva il pubblico interesse

L’Assemblea Capitolina riconosce il pubblico interesse allo studio di fattibilità del progetto

07/09/23

Il dibattito pubblico

La Società di Studi Economici Nomisma avvia il Dibattito Pubblico: la relazione tecnica approvata dalla Giunta il 26 gennaio 2024, aggiunge alcune richieste integrativa

13/05/25

Iniziano gli scavi archeologici

Dopo numerosi rinvii ed una contestazione di alcuni residenti, riprendono le indagini utili al completamento del Progetto definitivo

Una delle tante immagini realizzate
LA ROAD MAP

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