L’attesa Tra oggi e domani Gasperini sarà a Trigoria per firma, annuncio e prime parole da romanista. Dal ritiro (ancora inglese) al mercato, fino allo staff misto con Ranieri: la Roma del domani sarà modellata da lui





L’attesa Tra oggi e domani Gasperini sarà a Trigoria per firma, annuncio e prime parole da romanista. Dal ritiro (ancora inglese) al mercato, fino allo staff misto con Ranieri: la Roma del domani sarà modellata da lui
Programmazione Gian Piero a Trigoria tra oggi e domani
Raduno a inizio luglio, con Dybala, poi si torna
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Una Roma a immagine e somiglianza di Gasperini. Al di là della voglia di nuovi stimoli e dei sogni di gloria dei Friedkin (che i tifosi sperano con ansia di veder realizzati il prima possibile), a convincere Gian Piero di scegliere la Capitale durante il pranzo di giovedì scorso a Firenze, rinunciando contemporaneamente ad Atalanta e Juventus, è stata la garanzia di poter incidere sulla costruzione della Roma che verrà. Come una sorta di manager all’inglese. Dai piani sul mercato al lavoro nelle giovanili, passando per i metodi di allenamento e lo staff tecnico, fino all’organizzazione di un’estate che darà il via al prossimo progetto triennale pronto a nascere a Trigoria: Gasp
PRESTO
L’ANNUNCIO UFFICIALE, ANCHE SE NON È STATA FISSATA
ANCORA NESSUNA CONFERENZA
sta studiando ogni singolo aspetto con estrema attenzione, sostenuto dall’amico Ranieri e dal via libera dei proprietari texani. E la prima pietra per la Roma del domani verrà posta proprio in queste ore, a Trigoria. Tra oggi e domani, infatti, Gasperini si insedierà al Fulvio Bernardini, per porre la firma sul suo contratto da 4,5 milioni netti all’anno (più cospicui bonus) fino al giugno del 2028, scattare le classiche foto di rito e rilasciare la prima intervista da tecnico giallorosso (probabile anche una conferenza stampa che però, al momento, non è stata ancora fissata). Tutte formalità, ormai, ma necessarie e possibili soltanto da oggi in poi visto che, nonostante la sua lettera d’addio ai tifosi della Dea e al comunicato di saluti della stessa Atalanta, l’accordo per la risoluzione tra Percassi e Gasperini è stato trovato soltanto ieri. Gian
AL FULVIO BERNARDINI L’INCONTRO CON PELLE. NELLO STAFF LO STORICO VICE GRITTI, FARELLI RIMANE
PER LA ROMA
Piero, intanto, dopo una breve gita a Parigi per il Roland Garros, è in arrivo nella Capitale (risulta nella lista degli invitati per il matrimonio di Gianluca Scamacca, previsto oggi a Roma) e presto il club avrà, anche ufficialmente, il suo prossimo allenatore, quello chiamato a raccogliere la pesante eredità di Ranieri, che lo ha scelto proprio come suo successore. Quindi la visita delle strutture del Fulvio Bernardini insieme al suo staff tecnico, che sarà un misto tra i suoi collaboratori nell’Atalanta (il vice di sempre, Tullio Gritti, lo seguirà) e alcuni uomini fidati di Claudio Ranieri (tra cui Benetti e Farelli, preparatore dei portieri). Proprio a Trigoria, poi, incontrerà Lorenzo Pellegrini, che in questi giorni è al lavoro per recuperare dalla lesione al tendine del retto femorale della coscia destra. Col Capitano capirà le tempistiche del suo ri-
torno in gruppo (tra fine agosto e inizio settembre) e parlerà del suo futuro (il contratto di Lorenzo è in scadenza nel giugno del 2026), ancora in bilico. La priorità per Pellegrini rimane la Roma, ma resta da capire se la cosa è reciproca. Chi, invece, ha già lasciato la Capitale è Dybala, l’appuntamento tra la Joya e Gasperini è quindi rimandato all’inizio di luglio, quando Gian Piero convocherà la squadra per il raduno a Trigoria. L’obiettivo (realistico) per Paulo è quello di poter iniziare i primi allenamenti insieme al resto dei suoi compagni. La prima parte della preparazione estiva, come già accaduto nelle ultime stagioni, si svolgerà proprio nel centro sportivo della società, con i classici test fisici e le prime risposte dei giocatori ai metodi di lavoro (intensi, con tante doppie sedute) di Gasperini. Ci sarà poi tempo e modo
Inizio consegnandomi: se sei mesi fa mi avessero detto di Gasperini alla ROMA avrei storto il muso - perché, probabilmente, il muso lo avrei preferito corto... - mettendo in fila diverse problematiche, vere o presunte tali, ipotizzabili all’orizzonte.
Ma è la vita stessa, prima ancora del calcio, a insegnarci che le idee possono cambiare in base alle circostanze, ai nuovi accadimenti e alla voglia di mettersi in gioco delle persone per andare a scoprire cosa c’è più in là dei pregiudizi e capire, anche, se oltre la siepe, direbbe qualcuno, ci sono “Interminati spazi di là da quella” E perciò eccomi qui, pronto per andare a esplorarli quegli spazi e intrigato, eccome, da questo nuovo allenatore perché per la ROMA, o grazie alla ROMA, cerco di fare a meno dei preconcetti pur di poterla amare, e so-
sionista, e perciò anche di un allenatore, è la simpatia la discriminante nella scelta? Perché, se così fosse, Saud - simpaticissimo grazie al suo sorriso contagiososarebbe da considerare un perno insostituibile di questa squadra e, invece, quanti di voi lo vorrebbero titolare alla prima di campionato?
2) Sì, è vero: lo abbiamo sempre tollerato poco. Ma il “problema” non era solo il nostro... ma di quasi tutte le altre tifoserie in Italia a cominciare, specialmente loro, dai laziali: questa totale avversione, di colpo, mi piace e manco poco.
una nuova sfida pur sapendo di trovare parte della tifoseria, almeno inizialmente, ostile. Due parole: ambizione e carattere, non mi sembra proprio poco.
4) A proposito di carattere: un tipo del genere, puntiglioso e testardo, non rappresenta per noi, al cospetto dei Friedkin, una garanzia?
7) Ranieri, più di una volta, ha fatto riferimento al basket e all’esigenza di arrivare al tiro rapidamente senza quei rischiosi, oltre che noiosi, giro palla davanti al portiere. Con Gasperini, grazie al cielo, la ROMA andrà in verticale!
8) A proposito dell’allenatore piemontese mi ha divertito molto il «Con lui ci si allena troppo. Vedrai quanti chiederanno la cessione». Qualora fosse vero questo luogo comune sui calciatori... meglio così: aria!
1) “Gasperini è antipatico” è il mantra, noioso, di questi giorni. Però mi chiedo: da quando nel valutare le qualità di un profes-
3) Ragioniamo insieme: a Bergamo era adorato, a Torino di casa per la sua infanzia... e in tutte e due le piazze avrebbe fatto la Champions. Dei primi ha ignorato le manifestazioni d’affetto, dei secondi il richiamo della foresta: il tutto per mantenere la parola data - già questo... - e accettare stenere, senza alcuna riserva. E, allora, prima dell’inizio di questa nuova avventura, e scendendo a patti prima di tutto con me stesso, ho cercato di mettere in fila dieci diverse considerazioni.
5) Fate mente locale: Pioli un falso prete, Montella Renato Zero, Conte juventino... a qualsiasi allenatore ingaggiato dalla ROMA avrebbero immediatamente appiccicato una pecetta in fronte. Perciò star qui a fossilizzarci su quella destinata a Gasperini, di pecetta, mi sa solamente di perdita di tempo.
6) Leggo, e sento, diverse cattiverie da voltastomaco su Daniele De Rossi. Una curiosità: quelli che le partoriscono non sono gli stessi che poi tacciano Gasperini di essere antiromanista vero?!? Perché delle due, l’una.
9) Mi sono fatto, poi, una domanda e la faccio anche a voi: se lo avesse preso la lazio saremmo stati contenti? La mia risposta è no. Assolutamente.
10) Claudio Ranieri, Romanista vero. È “La nostra garanzia”: Vox populi, vox Dei? Perché indovinate Gasperini chi l’ha scelto? Ranieri. E andare contro il primo, in pratica, significherebbe sconfessare il secondo. Basterebbe questo. ■
per viaggiare e iniziare un vero e proprio ritiro. La Roma ha l’accordo, dall’anno scorso, con il St. George’s Park a Burton-on-Trent, centro della federcalcio inglese già visitato con De Rossi nell’agosto scorso. A meno di improvvisi cambiamenti (su questo, come su tutto, si aspetta il parere di Gasp), la squadra viaggerà in Inghilterra anche quest’anno, ma non è da escludere un ulteriore ritiro prima della settimana d’inizio agosto oltremanica. Insomma, sembra proprio che nell’estate della Roma non si muoverà foglia che Gian Piero non voglia. Non un dettaglio, anche perché la piena fiducia in Gasperini è anche l’unica via per avere successo in un progetto complicato, sì, ma molto ambizioso. Un percorso che il tecnico piemontese, raccontato come entusiasta da chi gli sta vicino, non vede l’ora di iniziare. ■
A RADIO ROMANISTA
Qui a fianco, il colloquio a Trigoria tra, da sinistra, Florent Ghisolfi, Dan Friedkin (di spalle) e Claudio Ranieri. A sinistra, in grande, Gian Piero Gasperini (67 anni), prossimo allenatore della Roma. In basso, Gasp e Dybala insieme ai tempi del Palermo GETTY IMAGES
Iacopo Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu
Il mercato è entrato nel vivo e la Roma, dopo aver sistemato la questione allenatore con Gasperini atteso nelle prossime ore nella Capitale per l’ufficialità, sta iniziando a pianificare la strategia da adottare per costruire la rosa del futuro.
Ancora un tentativo
Preziosi: «Senza dubbio uno dei tecnici migliori d’Europa.
Leonardo Frenquelli leonardo.frenquelli@ilromanista.eu
«Lasciatelo lavorare in pace e sono sicuro che darà grandi soddisfazioni ai romanisti». Enrico Preziosi, presidente del Genoa dal 2003 al 2021 e quindi con Gasperini in entrambi i suoi mandati in rossoblù, parlando del prossimo allenatore della Roma ha praticamente soltanto elogiato le sue caratteristiche. «Ha una sua mentalità di gioco che trasmette ai giocatori, un’aggressività che è uno spettacolo ed è attraverso il suo gioco che vuole fare gol. Il pressing è una delle caratteristiche più importanti, dipende molto dalle qualità dei giocatori ma penso che la sua idea vada bene con tutto, è successo sia col Genoa sia con l’Atalanta. Lui è al centro e muove i suoi giocatori indipendentemente dall’età ma a seconda della qualità. L’Atalanta lottava sempre per la salvezza, lui l’ha portata sempre in Europa, ha vinto, cosa si può dire, ne ha fatto la fortuna. Credo la famiglia Percassi gli sia riconoscente, a Bergamo aveva
L’ex presidente del Genoa Preziosi GETTY IMAGES
fatto il suo ciclo e più di quanto ottenuto non poteva». «La città però è diversa dalla provincia, Roma una piazza troppo importante e Gasperini sarà già sotto la lente d’ingrandimento, ma avrà bisogno di tempo per vedere e capire, non so se l’ambiente lo
L’EX PROPRIETARIO DEL GENOA SU GASPERINI: «LA CITTÀ È UNA SFIDA MA SE VERRÀ LASCIATO LAVORARE DARÀ GRANDI SODDISFAZIONI»
sosterrà ma se lo farà lui farà le sue cose e le farà in modo vincente. Roma è una città che ha l’esigenza e si è meritata il diritto di vincete, ma non è una cosa che accade per caso. Succede attraverso la serietà della gente, della società che lo supporta e dà il tempo per esprimere il suo gioco».
Preziosi ha conosciuto anche il Gasperini “da mercato”, spiegando bene come l’allenatore si interfacci con i suoi club e con i giocatori: «Lui è un “assolutista”, ma anche uno dei migliori a livello europeo. non vuole rotture di scatole sa bene quello che vuole e lo sanno anche i suoi giocatori, con cui ha un bel rapporto schietto. Sul mercato cerca le caratteristiche adatte al suo gioco, oppure le può insegnare ai suoi interpreti, non cerca i nomi. Difetti? Quelli che ogni persona può avere, nulla di specifico. Ha accettato la Roma con entusiasmo, con tanta voglia e credo anche per accogliere la sfida di confrontarsi con una nuova realtà. Deve soltanto iniziare e avere modo di lavorare. ■
Se poche settimane fa il riscatto di Alexis Saelemaekers sembrava essere vicino, l’arrivo di Igli Tare al Milan come nuovo ds ha chiuso (almeno per il momento) le porte al ritorno nella Capitale del belga. Nonostante il muro alzato dai rossoneri, la Roma proverà a fare un altro tentativo anche se la trattativa si è complicata e Saele sarebbe contento di tornare a vestire la maglia del Milan. L’esterno ha parlato del suo futuro durante una conferenza stampa dal ritiro con il Belgio: «Ora sono un giocatore del Milan, il prestito dalla Roma è terminato, quindi dobbiamo vedere cosa ci riserva il futuro. Non ho ancora avuto contatti con il nuovo allenatore. Mi è sempre piaciuto giocare per il Milan, mi sono trovato bene. La cosa più importante per me ora è trovare un progetto in cui possa crescere ulteriormente e in cui possa giocare. Dove, lo vedremo presto. Restare al Milan è un’opzione che mi piace, starà a me dimostrare qualcosa al nuovo allenatore». Il Milan vorrebbe te-
nerlo, ma Saelemaekers ha tante pretendenti e il prezzo è attorno ai 20 milioni di euro.
In attacco Se in difesa i pilastri della squadra (Mancini e Ndicka) saranno i punti di riferimento anche per il prossimo anno, il reparto offensivo sarà sotto osservazione. Gasperini inizierà la preparazione con Dovbyk e Abraham, che dovranno convincere il nuovo tecnico giallorosso a puntare su di loro. Nel frattempo Ghisolfi ha già iniziato a monitorare nuovi profili come Krstovic del Lecce, centravanti montenegrino già al centro dei discorsi di Ranieri e Gasperini. Lo stesso giocatore ha confermato la possibilità di cambiare squadra in estate: «Parlerò con le persone a me più vicine e deciderò cosa è meglio per me. Al momento sono più vicino a lasciare il club». Scenario confermato anche dal Presidente del Lecce Sticchi Damiani: «Se per Krstovic arriva una squadra che offre cifre importanti al giocatore, la volontà del club è irrilevante. Fai un muro contro muro ed hai un giocatore scontento in squadra». ■
IL PRESIDENTE DEL LECCE: «DAVANTI A CIFRE IMPORTANTI LA NOSTRA VOLONTÀ È IRRILEVANTE». LA PUNTA: «VICINO A LASCIARE IL CLUB»
ALLA SCOPERTA DI GASP/2
I primi successi Dopo la Primavera juventina, Gian Piero approda al Crotone e lo guida in B
Al secondo anno viene esonerato e poi richiamato, ma il suo ottimo lavoro attira il Genoa
Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu
Finalmente il calcio “dei grandi”. Dopo tutta la trafila nelle giovanili della Juventus (culminata con il Torneo di Viareggio vinto nel 2003), Gian Piero Gasperini si sente pronto al grande salto: allenare una Prima squadra. Il tecnico di Grugliasco chiede allora aiuto a “Big Luciano”, Luciano Moggi, che lo piazza a Crotone: all’epoca il club calabrese - che milita in C1 - è una sorta di succursale juventina, come dimostrano i tanti calciatori di scuola bianconera spediti a farsi le ossa allo Scida. Gasp porta con sé da Torino Daniele Gastaldello, Matteo Paro e Francesco Scardina, quindi da Bari preleva il giovane attaccante Daniele Vantaggiato. Ai tanti giovani in rosa si aggiungono calciatori più esperti: Porchia, Tarantino, Cardinale e l’instancabile esterno croato Ivan Juric, che negli anni diventerà un autentico figlioccio di Gasperini. La stagione dei pitagorici è una cavalcata che si conclude con
SUBITO LA PROMOZIONE TRAMITE PLAYOFF. TRA I SUOI FEDELISSIMI MIRANTE, VANTAGGIATO, JURIC E GASTALDELLO
65 punti, che valgono il secondo posto alle spalle del Catanzaro e, di conseguenza, i playoff per salire in Serie B: in semifinale il Crotone batte il Benevento, quindi il 20 giugno stende 3-0 la Viterbese e ottiene la promozione.
Più su Il salto di categoria impone rinforzi importanti, e Gasp lo sa bene: ancora una volta è la Juventus a fare da serbatoio in sede di mercato, con Antonio Mirante tra i pali, la corsa di Abdoulay Konko e l’estro del mancino paraguaiano Tomas Guzman. Tutti
e tre saranno tra i suoi pupilli nel biennio a seguire, e non soltanto (Konko lo seguirà anche a Genova e al primo anno a Bergamo).
La stagione è piuttosto tormentata: dopo aver raccolto soltanto 14 punti in 16 giornate, Gasperini viene esonerato dal patron Vrenna e sostituito da Andrea Agostinelli. Neppure quest’ultimo riesce a portare una svolta, perciò Gian Piero viene richiamato a metà aprile per le ultime nove giornate. A giugno, con due vittorie per 4-1 negli ultimi due turni (contro Pescara e Salernitana), il Crotone festeggia la salvezza,
chiudendo sedicesimo (a +4 sulla zona retrocessione).
Mantenuta la categoria, il prossimo tecnico giallorosso rimane sulla panchina dei rossoblù. Il rinforzo più prestigioso per la stagione 2005-06 è il brasiliano Jeda, per il resto l’ossatura della squadra cambia poco. E quando a gennaio il fedelissimo Guzman saluta per accasarsi al Siena, a Crotone approdano i giovani Antonio Nocerino e Graziano Pellè. Nel girone d’andata i 27 punti fanno pensare a una salvezza relativamente tranquilla, ma il ritorno è un continuo crescendo dei pitagorici, che raccolgono 36 punti. Alla fine i punti sono 63, che valgono il nono posto, a -3 dalla zona playoff.
Il modulo
Nel corso dei suoi tre anni in Calabria Gasperini utilizza più moduli, sperimentando quello a lui più congeniale, ma ben presto si stabilizza sul 3-4-3 che in seguito lo caratterizzerà agli occhi di tutto il calcio italiano (e non solo). Gli esterni a tutta fascia spingono tanto, le ali sanno entrare dentro al campo, le marcature a uomo aggressive a tutto campo mettono in difficoltà anche i migliori palleggiatori, ma è soprattutto il ritmo tenuto dalla squadra nell’arco dei 90’ a colpire: quel Crotone (come capiterà in seguito anche al Genoa e, ancor di più, all’Atalanta) sembra andare al doppio della velocità rispetto agli avversari. Non manca qualche
passaggio a vuoto, ma il lavoro di preparazione atletica studiato a Torino con Gian Piero Ventrone e Jens Bangsbo impone Gasp come uno dei migliori tecnici emergenti. Per il momento, soltanto in Serie B. Ma, quando il Genoa lo chiama nell’estate del 2006, il tecnico capisce che l’occasione è ghiotta: in Liguria si può ambire al salto nel massimo campionato, anche se in quella B ci sono persino Juve e Napoli... ■ 2/continua Prima puntata uscita domenica 1° giugno
Le panchine totalizzate alla guida del Crotone Tre stagioni in Calabria per Gasp, con tanto di esonero e ritorno nel 2004-05. Dopo aver condotto i rossoblù alla promozione in Serie B nel 2003-04, infatti, la seconda stagione è difficoltosa: il tecnico piemontese viene esonerato dopo 16 giornate, sostituito da Agostinelli, salvo poi essere richiamato in panchina dalla 34esima giornata. Dopo Atalanta (439 panchine) e Genoa (297), il Crotone è la terza squadra alla quale è stato più fedele.
Svilar Una sola assenza in 52 gare, sulle spalle il premio di MVP e 16 clean sheets in campionato
Mile risulta sempre tra i migliori, imprescindibile in campo e leader carismatico nello spogliatoio
Lorenzo Paielli lorenzo.paielli@ilromanista.eu
Milestone. Come la sua stagione, una pietra miliare. Mile Svilar non è solo il miglior portiere della Serie A (come certificato peraltro dai premi di fine campionato), ma anche l’MVP dell’annata giallorossa. Consapevolezza, leadership dentro e fuori dal campo, parate pesanti che sono valse alla Roma una buona fetta dei punti ottenuti in classifica, alla prima vera stagione da titolare e protagonista con i colori giallorossi. Onnipresente in Serie A (letteralmente sempre in campo, in 38 gare su 38 a disposizione e nessun minuto perso), Europa League e Coppa Italia (una sola assenza in stagione proprio agli ottavi di finale contro la Sampdoria): sono 51 presenze e 19 clean sheets (16 in A e 3 in UEL) complessivi per il portiere giallorosso, secondo solo a Meret in campionato. Oltre a un’altissima percentuale di parate (78%) e ad almeno 6 gol prevenuti (su 35 subiti in campionato), Mile ha anche ottenuto in 4 diverse occasioni il premio di migliore in campo: nel derby pareggiato con la Lazio, nel pareggio a San Siro col Milan e soprattutto nelle due vittorie di misura con Cagliari e Fiorentina. Ma negli occhi dei tifosi romanisti rimangono impresse diverse altre parate bellissime e decisive: dal miracolo su Nico Gonzalez contro la Juventus agli interventi da top player in Europa League contro Tottenham e Athletic Club. Continuità e affidabilità, gran parte dei successi stagionali della Roma portano la firma dei guantoni di Svilar. In una stagione decisamente rocambolesca, segnata da un prima e un dopo Ranieri, è proprio Mile ad assumere le vesti di trascinatore della squadra. Seppur obbligato tra i pali, la presenza del numero 99 in campo è fondamentale, anche e soprattutto per i compagni di reparto. Prima il fulmine a ciel sereno rappresentato dall’esonero della persona che, come detto proprio da Svilar al momento del saluto sui social, ha cambiato la sua vita: Daniele De Rossi. Poi i 53 giorni da incubo con Ivan Juric sulla panchina romanista e, infine, finalmente la risalita con il terzo mandato giallorosso di Ranieri: tre fasi in una singola stagione che non hanno scalfito minimamente la resa delle prestazioni in campo di Mile. Al contrario, la tempesta di inizio stagione e il fondo toccato intorno a fine novembre sembrano
LA CURIOSITÀ Il caso che lascia il numero 99 senza Nazionale Nato ad Anversa, di origine serba, Mile viene convocato con la Serbia nel 2021. Debutta in amichevole ma poi ci ripensa e vorrebbe il Belgio: l’unica presenza, però, non gli permette di poter giocare coi diavoli rossi, costringendolo a casa
aver responsabilizzato e legato ancor di più il numero 99, che ha dichiarato più volte amore ai colori giallorossi nel corso della stagione. Poi i mesi più caldi del campionato: l’opportunità inaspettata ma sempre più reale di combattere per un posto in Champions League dopo un cammino nel 2025 che ha battuto ogni record. Il rischio di cadere e rovinare un’impresa, il peso specifico di ogni singola partita con la Roma quasi costretta a vincerle tutte per rincorrere un sogno. Eppure, Svilar non ha mai tradito. Quanti interventi fondamentali a difendere la propria porta: lampante il ricordo del miracolo su Romagnoli al derby di ritorno, o la battaglia ingaggiata e vinta contro Kean nella vittoria casalinga con la Fiorentina, la grande muraglia giallorossa alzata davanti alla porta nel successo all’Olimpico contro il Cagliari. Intanto, le 100 presenze con la maglia giallorossa si avvicinano e il rinnovo del contratto del portiere classe 1999 è tra le richieste giornaliere dei tifosi. La volontà della società è sempre stata quella di costruire la Roma del futuro a partire da Svilar, come affermato più volte nell’arco della stagione. Dal canto suo, Mile ha sempre predicato calma sul tema: l’amore nei confronti del club, dei tifosi e della città non sono in discussione. Lo ha confermato a parole, ma soprattutto sul campo. Ovunque proteggici. ■ (1/Continua)
UFFICIALE INTER
Il futuro Arrivano già i primi nomi, in pole c’è
Martina Stella martina.stella@ilromanista.eu
Inzaghi e l’Inter si separano. I segnali degli ultimi giorni erano già chiari, poi ieri è arrivata la conferma, con l’incontro tra il tecnico e i dirigenti nerazzurri. A quattro anni esatti dal giorno in cui venne ufficializzato il suo approdo all’Inter, Inzaghi ha comunicato al club la voglia di chiudere la sua carriera nerazzurra, in anticipo rispetto alla scadenza naturale del contratto fissata nel 2026, e di accettare l’offerta dell’Al Hilal di 25 milioni l’anno. Avventura, quella araba, che scatterà prestissimo: il tecnico si imbarcherà direzione Miami già in questo fine settimana, proprio in Florida il suo nuovo club debutterà al Mondiale per club contro il Real Madrid il 18 giugno. Decisivi, per la decisione del
NAZIONALE
tecnico, la delusione forte dopo il 5-0 della finale Champions ma ancor di più il senso di stanchezza per un ciclo comunque lungo e stressante, chiuso con un ko pesante ma anche ricco di soddisfazioni. Dopo l’ufficialità dell’addio, sul sito ufficiale della società nerazzurra è apparsa una lettera con cui il tecnico piacentino ha voluto salutare i tifosi: «Cara famiglia nerazzurra, è venuto per me il momento di salutare dopo un percorso di quattro anni, durante i quali ho dato tutto. Ogni giorno ho dedicato all’Inter il mio primo e ultimo pensiero della giornata. Sono stato ricambiato con professionalità e passione da calciatori, dirigenti e da ogni singolo dipendente del club. In una giornata difficile come quella di oggi penso sia giusto ribadire questo senso di gratitudine anche per il confronto che si è concluso poco fa. Siamo stati
sinceri e abbiamo insieme deciso di concludere questo magnifico percorso. Un’ultima parola la voglio dedicare ai milioni di tifosi nerazzurri che mi hanno incitato, hanno pianto e sofferto nei momenti difficili e hanno riso e festeggiato nei sei trionfi che abbiamo vissuto insieme. Non vi dimenticherò mai». Adesso si apre la fase due della storia: il nuovo allenatore dell’Inter. La scelta sarà rapidissima, anche perché l’11 giugno il club nerazzurro decollerà in direzione Los Angeles per il Mondiale per club. Il favorito per la panchina è Cesc Fabregas, legato contrattualmente al Como, per il quale sono stati mossi dei passi già alcuni giorni fa, subito dopo l’ultima giornata di campionato giocata proprio a Como. In seconda fila il nome di De Zerbi, che sempre ieri si è trincerato dietro un «non mi ha chiamato nessun club» ■
Continuano i problemi in difesa per l’Italia e per Luciano Spalletti. Dopo i forfait di Riccardo Calafiori e Alessandro Buongiorno, oltre al caso del rifiuto di Francesco Acerbi alla convocazione del ct azzurro, si ferma anche Matteo Gabbia per un fastidio al Polpaccio. Ennesimo imprevisto, dunque, per Spalletti: in attesa degli esami strumentali, resta il dubbio sul possibile ed eventuale sostituto del difensore del Milan, con Gianluca Mancini rimasto fuori in ben due occasioni dalle scelte del commissario tecnico. Intanto, in vista della sfida contro la Norvegia in programma venerdì, Giovanni Di Lorenzo ha
parlato in conferenza stampa direttamente da Coverciano: «Sicuramente uno dei miei obiettivi è di giocare il Mondiale, mi manca come competizione e vale anche per altri compagni. Tanti bimbi
dell’emozionante
di 10 anni non hanno ancora visto l’Italia giocare a un Mondiale, è una cosa che ci ha toccato. L’obiettivo di qualificarsi è primario, non possiamo mancare la competizione tre edizioni di fila». Poi un commento anche sulla questione Acerbi, dopo il botta e risposta a distanza con Spalletti sul rifiuto della convocazione in Nazionale: «Arrivare a fine campionato con qualche acciacco è normale, ma chi è qui se lo è meritato», ha esordito il difensore del Napoli. Poi sul nerazzurro: «Acerbi? Sono questioni personali. Stare qui è un onore per tutti». ■