Torino-Roma 0-2 Ranieri chiude vincendo! A 15’ dalla fine siamo quarti, poi il sogno svanisce ma inizia quello che ci deve portare a Istanbul, dove si giocherà la finale di Europa League. Rimonta da applausi. Ora costruiamo un grande futuro
VINCETELA
LA PARTITA
LA ROMA È QUINTA W RANIERI
Espugnata Torino Un gol per tempo e passa la paura
Per 36 minuti accarezzata la Champions League
Torino 0
Roma 2
Torino (4-2-3-1)
Milinkovic-Savic 6; Dembele 5 (15’ st Perciun 6), Maripan 6, Masina 5,5 (27’ st Walukiewicz 6), Biraghi 6; Ricci 6 (27’ st Linetty 6), Casadei 5,5 (15’ st Gineitis 6); Lazaro 5,5, Vlasic 5,5, Elmas 6 (36’ st Gabellini 6); Adams 5,5
Svilarn 6,5; Celik 6 (45’ st Rensch s.v.), Mancini 6, Ndicka 5,5, Angeliño 7,5; Cristante 6,5, Paredes 7 (45’ st Pisilli s.v.), Koné 7; Soulé 6,5 (45’ st Hummels s.v.), Saelemaekers 8 (45’ st Baldanzi s.v.), Shomurodov 5,5 (27’ st El Shaarawy 6)
N.e.: De Marzi, Gollini, Dovbyk, Abdulhamid, Nelsson, GournaDouath, Salah-Eddine
Allenatore: Ranieri 9
Reti: 18’ pt Paredes (rig.), 8’ st Saelemaekers
Arbitro: Di Bello (Cecconi-Bhari) 6. Var: Chiffi
Note: spettatori 24252.
Recupero: 2’ + 3’. Ammoniti: Elmas per proteste, Celik per gioco scorretto
Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu
Fino all’ultimo minuto dell’ultima partita, lo aveva annunciato Ranieri sin dal suo insediamento, lo ha fatto la Roma, vincendo ieri a Torino per chiudere un fantastico ciclo di partite con tre sole sconfitte (due volte con l’Atalanta, una col Napoli campione d’Italia) e una serie infinita di vittorie, tali da trasportare la Roma a fine campionato al quinto posto, buono solo (purtroppo) per l’Europa League: ma per 36 minuti (18 nel primo e 18 nel secondo), è stata accarezzata anche l’ipotesi del quarto posto e quindi della qualificazione alla Champions League, negli intervalli della sfida di Venezia in cui la Juventus non era in vantaggio quando lo era la Roma. A segnare le due reti, una per tempo, Paredes su rigore e Saelemaekers di testa su assist di
RANIERI HA
SORPRESO VANOLI
SCHIERANDO LA SQUADRA CON IL 4321. A SEGNO
SUBITO PAREDES
Soulé, a raccontare di una sfida senza storia. Due anche i pali, di Shomurodov al primo minuto e di Soulé nella ripresa. Ranieri aveva provato a sorprendere Vanoli con uno schieramento inedito, un 433 più simile in verità al 4321 per via delle posizioni piuttosto accentrate degli attaccanti di contorno a Shomurodov, e cioè Soulé nel centro destra e Saelemaekers nel centro sinistra, comunque qualcosa di molto diverso del 352 delle ultime versioni (ma a volte a difendere si riformava la linea a 5). I giocatori sono stati però gli stessi anti-Milan, con Celik e Angeliño terzini di propulsione, Mancini e Ndicka difensori centrali, Cristante e Koné mezzeali con Paredes in cabina di regia e i tre attaccanti davanti. Sorpreso come dicevamo Vanoli, con l’atteso 4231 con Dembelé, Maripan, Masina e Biraghi in difesa, i giovani talenti Ricci e Casadei in mediana, Lazaro, Vlasic e Elmas davanti alle spalle di Adams. La Roma ha aggredito gli avversari sin dal fischio d’avvio, col Toro che presumibilmente aveva studiato delle contrapposizioni tattiche diverse da quelle che si è trovato a fronteggiare, con Celik avanzatissimo in fascia destra, a creare con Cristante e Soulé una catena di destra assai offensiva, a sfondare ripetutamente l’argine per una conclamata superiorità numerica. Il primo tiro è arrivato quando non era stato ancora neanche completato il primo giro di lancette, ed è stato Shomurodov ben imbeccato in un taglio a sinistra da Angeliño a calciare sull’esterno del palo da posizione assai defilata (niente di preoccupante per Milinkovic-Savic, comunque il diciassettesimo palo colto dalla Roma in questa serie A). Dopodiché il pubblico romanista arrivato comunque a Torino a dispetto del settore ospiti chiuso per disposizione ministeriale ha esultato per la notizia proveniente dal Penzo di Venezia con il gol del vantaggio della squadra di Di Francesco con la Juventus: con un gol della Roma il sorpasso virtuale poteva essere conclamato. Ci ha provato al 7’ Paredes, calciando alto di poco, poi al 10’ il tentativo è stato di Soulé, ma il suo sinistro a giro è finito piuttosto distante. Al 15’ un’azione insistita da Saelemaekers intorno al vertice dell’area di rigore avversaria è stata fermata con un ingenuo intervento del giovane Dembelé davanti agli occhi di Di Bello che non ci ha messo troppo a indicare il dischetto: poi il Var ha con-
AD INIZIO RIPRESA IL RADDOPPIO DI SAELE. PRESI ANCHE
DUE PALI, CON SHOMU E SOULÉ
fermato il pestone del ventunenne francese. A calciare è andato lo stesso Paredes, per il vantaggio che, adesso sì, mandava la Roma al quarto posto della classifica, almeno per un po’. Come spesso è accaduto quest’anno, dopo il gol la Roma ha abbassato il suo baricentro, rinunciando a quelle belle folate a ranghi compatti dei primi venti minuti. Di fronte peraltro il Toro è sembrato giocare quasi per obbligo e poco per piacere. Al 21’ un doppio errore di Soulé (prima tattico, a favorire la discesa sulla sinistra d’attacco granata, poi tecnico con un colpo di testa all’indietro sbagliato) ha favorito una conclusione di Ricci fuori misura. Al 23’ una splendida apertura di Cristante per Celik nello spazio ha creato le premesse per la conclusione di Koné, bravo a farsi trovare sullo scarico, deviata in corner da una tibia di Biraghi. Al 25’ è arrivata la notizia del pareggio della Juventus, al 32’ il vantaggio bianconero: il sogno Champions sembrava esser durato appena 18 minuti. Nel frattempo il Toro ha ripreso fiducia e un errore di Ndicka ha favorito un sinistro di Dembelé deviato in corner da Celik. Al 31’ Shomurodov ha rifinito male un 3 contro 3 che pareva molto interessante, al 35’ Soulé ha calciato malamente da ottima posizione: errori di sufficienza di cui la Roma avrebbe potuto pentirsi. Al 39’ l’ultimo atto del primo tempo è stato un destro di Vlasic dritto tra le braccia di Svilar. Nella ripresa la Roma ha avuto l’accortezza di segnare presto per potersi poi accomodare idealmente in poltrona in attesa di qualche buona notizia dagli altri campi. È stato Soulé a suonare la carica, prima con un assist per Paredes (diagonale fuori), poi con un cross perfetto per Saelemaekers che è scivolato alle spalle di Dembeleé e fuori dalla porta-
ta di Lazaro e di testa ha deviato a fil di palo, con Milinkovic-Savic fermo a guardare. Subito dopo è arrivato il 2-2 del Venezia e l’atmosfera è diventata più elettrica. Sul campo la gara è sembrata abbastanza indirizzata anche perché il doppio vantaggio ha liberato la Roma dalla necessità di difendere ad oltranza e sono arrivate diverse occasioni per il terzo gol. Al 12’ ci ha provato ancora Soulé, fermato da Milinkovic. Al 14’ Paredes, nella comoda posizione di play tra i due centrali, ha ispirato Angeliño che ha scambiato la palla con Saelemaekers (che gliel’ha restituita con un colpo di tacco no look) e ha crossato sul secondo palo, appena troppo profondo per Shomurodov. Vanoli ha inserito i giovani talenti Perciun (subito al tiro su Svilar) e Gineitis, Soulé ha continuato lo show colpendo una traversa su un gran sinistro a giro al 20’. Poi altri cambi, El Shaarawy per Shomurodov per la Roma, Linetty e Walukiewicz per il Toro, prima del nuovo vantaggio della Juventus che ha bloccato qualsiasi velleità di quarto posto (mentre la Lazio si suicidava col Lecce perdendo anche la possibilità di qualificazione alla Conference League). Nel finale la Roma sfiorava ancora il gol prima con Cristante di testa, poi con Angeliño di piede, entrambi fermati da Milinkovic. Il tempo per Vanoli di far esordire il 2006 Gabellini in serie A che la Roma ha triplicato con un’altra azione fantastica passata da Koné ad Angeliño per Cristante che di piatto ha trovato il gol sotto l’incrocio dei pali, tutto vanificato dal Var per la posizione irregolare del terzino spagnolo. La partita è finita lì, tre minuti dopo gli ingressi buoni per il timbro di giornata per Rensch, Pisilli, Baldanzi e addirittura Hummels, poi festeggiato dai compagni per il suo addio al calcio. ■
Nel dettaglio
Torino, domenica 25 maggio 2025
38ª giornata del campionato di Serie A
Torino Roma
0 gol 1
46% possesso palla 54%
8 occasioni da gol 12
0 assist 1
2 calci d’angolo 1
8 contrasti vinti 8
36 contrasti persi 37
38 palle recuperate 41
7 palle perse 9
15 falli commessi 11
3 fuorigioco 1
3 parate 4
0 rigori 1
1 ammonizioni 1
0 doppie ammonizioni 0
0 espulsioni 0
116 distanza percorsa (km) 115
373 passaggi riusciti 450
90% precisione passaggi 90%
8 passaggi chiave 12
11 tiri totali 15
4 tiri in porta 5
3 tiri fuori 8
4 tiri respinti 2
0 pali 2
5 tiri in area 11
6 tiri da fuori area 4
21 cross totali 11
5 cross riusciti 4
5 dribbling 11
Il calcio di rigore perfettamente trasformato da Paredes nel primo tempo per il gol del vantaggio della Roma. Sotto lo stacco di testa di Saelemaekers per il raddoppio. In fondo Ranieri alla sua ultima partita da allenatore saluta e ringrazia il pubblico dello stadio Olimpico di Torino AS ROMA
VIA GETTY IMAGES
LE ALTRE PARTITE
La Juve rimonta Lazio fuori dalle coppe
Eva Tambara eva.tambara@ilromanista.eu
Un’altra stagione è volta al termine: ieri sera si è chiusa l’annata 2024/2025 con l’ultima giornata di campionato che si è giocata tenendo conto del criterio della contemporaneità, fatta eccezione per i due match di sabato (Bologna-Genoa e Milan-Monza) e degli altrettanti di venerdì, necessari per decretare la vincitrice dello scudetto (Napoli-Cagliari e Como-Inter).
L’Atalanta ha ospitato al Gewiss Stadium il Parma. La squadra di Chivu - forse aiutata dal fatto che la Dea non avesse molto da giocarsi dopo aver già ottenuto la qualificazione in Champions League - è riuscita a battere 3-2 i nerazzurri grazie alla doppietta di Ondrejka e al gol di Hainaut, potendo quindi festeggiare la salvezza. A rimanere in Serie A anche il Lecce, che ha vinto di misura allo Stadio Olimpico: è bastato un 1-0 a lasciare la Lazio fuori dalle coppe.
Ad ottenere il pass per la Conference League è stata infatti la Fiorentina, dopo il 3-2 rifilato all’Udinese.
Le tre retrocesse
Ad unirsi al Monza, già aritmeticamente retrocesso il 5 maggio, sono state Venezia ed Empoli. I lagunari hanno tentato l’impresa contro la Juventus ma non sono riusciti a vincere, permettendo ai bianconeri di qualificarsi in Champions. Il club toscano ha sancito la sua uscita dalla Serie A con la sconfitta contro il Verona ■
Tutto facile per Marco Di Bello in Torino-Roma. Partita corretta che scorre via senza sussulti particolari. L’episodio chiave è al primo tempo, al 16’: Dembelé è ingenuo nell’intervento che provoca il calcio di rigore, poi trasformato da Paredes, su Saelemakers. Il belga entra in area, supera il giocatore granata che gli aggancia la caviaglia sinistra e lo spinge a terra. Di Bello è vicinissimo (nella foto di Mancini) e concede la massima punizione con un rapido controllo Var. Verso la fine del primo tempo due curiose topiche, per fortuna non fatali: al 35’ “inventa” un fallo di Ndicka su Dembele e concede una punizione potenzialmente pericolosa ai granata e al 37’ lo fa sbagliare il guardalinee sotto la “Tevere” su un fallo laterale che è di Mancini
invece che di Che Adams. Nella ripresa al 17’ contatto dubbio di Shomu su Elmas, ma
CHAMPIONS LEAGUE: NAPOLI, INTER, ATALANTA, JUVENTUS
CONFERENCE LEAGUE: FIORENTINA
EUROPA LEAGUE: ROMA E BOLOGNA
Il Lecce festeggia la vittoria contro la Lazio GETTY
LE PAGELLE
RISAELE IN CATTEDRA
La giusta chiusura Saelemaekers decide l’ultimo atto della stagione procurandosi il rigore, segnato da Paredes, e col 2 a 0 di testa. Angeliño moto costante. Ranieri, il miracolo rimane
6,5
6 ZEKI CELIK
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
N6 GIANLUCA MANCINI
5,5 EVAN NDICKA
7,5 JOSÉ ANGELIÑO
6,5 BRYAN CRISTANTE
7 LEANDRO PAREDES
MILE SVILAR 7
on sarà Champions, è vero, ma il miracolo rimane. Dopo una prima parte di stagione catastrofica, la Roma completa la sua rimonta a Torino, sfiorando il quarto posto, ma prendendosi l’Europa League con il 2 a 0, legittimo, ai granata. Apre il rigore del glaciale Paredes, seguito dal colpo di testa di Saelemaekers. In attesa di scoprire il futuro, abbiamo già una meta: Istanbul.
6,5 SVILAR. Stavolta non gli viene richiesto alcun miracolo e lui tiene la porta chiusa, per la sedicesima volta in questo campionato. Prima del fischio d’inizio riceve il premio come miglior portiere della Serie A. Una certezza da rinnovare, il prima possibile.
6 CELIK. La posizione da terzino gli concede maggior libertà di manovra, ma quando arriva sul fondo, spesso, la qualità dei suoi cross lascia a desiderare (eccezion fatta per uno, verso la fine della gara, per la testa di Angeliño). Attento dietro.
6 MANCINI. Prende in consegna Che Adams e lo contiene per tutto l’arco della partita. Ordinaria amministrazione.
5,5 NDICKA. Quando la Roma a inizio secondo tempo concede un po’ di campo al Torino, Evan è bravo a spazzare i palloni che arrivano in area di rigore. La sua prestazione però è macchiata da un paio di sbavature pericolose, da cui nascono due delle rare e poche occasioni dei granata. Stanco.
7,5 ANGELIÑO. Vive di corsa. Parte terzino, ma diventa ala ogni volta che ne ha modo. Disegna calcio, duettando con Saelemaekers, creando la maggior parte dei pericoli per Milinkovic-Savic. Gancio sinistro.
6,5 CRISTANTE. Solita partita solida da parte di Bryan, che spesso si inserisce e affianca Shomurodov
Il voto è la media tra la gara (8) e la stagione (10). Chiude la carriera senza Champions, ma il miracolo resta e ora guiderà la Roma in altre vesti. Grazie Sir.
nell’area avversaria. Il fuorigioco millimetrico di Angeliño gli nega la gioia del 3 a 0 e di quello che sarebbe stato il suo terzo gol consecutivo. Costante.
7 PAREDES. È il fulcro della manovra. I suoi cambi di gioco mettono in crisi la difesa di Vanoli. Ha il merito di sbloccare la gara dal dischetto, con la freddezza e la serenità di chi ha vinto due coppe America e un mondiale. Monumento.
7 KONÉ. In una partita piuttosto macchinosa, le sue accelerazioni sono vere e proprie boccate d’ossigeno per gli spettatori.
6,5 SOULÉ. Impreciso nel primo tempo, cresce nella ripresa col passare dei minuti. Suo l’assist per il 2 a 0 di Saelemaekers (con la complicità di Dembelé), prima della traversa esterna che gli nega il gol. Futuro.
5,5 SHOMURODOV. Complice l’assenza di Dovbyk, fa di nuovo l’unica punta, ma Eldor fatica parecchio a far salire la squadra, soffrendo la fisicità nei contrasti di Masina.
8 SAELEMAEKERS. Non sappiamo ancora se quella di Torino sia stata o meno la sua ultima con la Roma ma, qualora lo fosse stata, si tratterebbe di un bel congedo. Prima si procura il rigore, trasformato poi da Paredes. Poi, a inizio ripresa, di testa dà un bacio al palo e batte Milinkovic-Savic per il 2 a 0. Decisivo.
6 EL SHAARAWY. Fa da riferimento offensivo nel finale, quando Ranieri decide di sostituire Shomurodov. Il Faraone chiude la gara senza particolari acuti.
SV RENSCH. Si piazza a destra nel recupero del secondo tempo.
SV HUMMELS. Ranieri gli concede la passerella, nel giorno del suo addio al calcio.
SV PISILLI. Si mette in mostra con un paio di palloni recuperati.
SV BALDANZI. Sempre vivace, ma non ha tempo a sufficienza per poter incidere.
6,5 MATIAS SOULÉ
5,5 ELDOR SHOMURODOV
8 ALEXIS SAELEMAEKERS
6 STEPHAN EL SHAARAWY
SV DEVYNE RENSCH
SV MATS HUMMELS
SV NICCOLÒ PISILLI
MANU KONÉ
TOMMASO BALDANZI
CLAUDIO RANIERI
ALEXIS SAELEMAEKERS
L’ALLENATORE
IL MIGLIORE
TRIGORIA
È “rompete le righe” Dybala punta luglio
Iacopo Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu
Europa League sia. Paredes e Salemaekers regalano il successo alla Roma all’Olimpico Grande Torino per 2-0 contro i granata. I giallorossi conquistano i tre punti che permettono loro di rimanere al quinto posto e di giocare l’Europa League il prossimo anno. Un obiettivo che sembrava irraggiungibile dopo un inizio di stagione da incubo, ma Claudio Ranieri è riuscito nell’ennesimo miracolo. Ultime 22 partite di Serie A con 16 vittorie, 5 pareggi e una sola sconfitta, numeri da capogiro. Non basta l’enorme sforzo del Venezia a fermare la Juventus che in rimonta supera la squadra di Di Francesco per 3-2 e conquista il quarto posto e la qualificazione alla prossima edizione della Champions Lea-
L’ARGENTINO E PELLEGRINI CONTINUERANNO AD EFFETTUARE LE TERAPIE PRESSO IL CENTRO SPORTIVO GIALLOROSSO
gue, condannando il Venezia alla retrocessione in Serie B. Nulla da fare invece per la Lazio che esce sconfitta dall’Olimpico per 1-0 contro il Lecce e rimane fuori dalle competizioni europee, mentre la Fiorentina supera l’Udinese per 3-2 e vola in Conference League.
Testa al futuro
Con la stagione giunta al termine i calciatori inizieranno le loro vacanze prima di fare rientro a Trigoria per iniziare la preparazione. Paulo Dybala e Lorenzo Pellegrini continueranno ancora le terapie presso il quartier generale giallorosso, con l’obiettivo di provare a rientrare in tempo per l’inizio della preparazione estiva. Le loro condizioni fisiche verranno monitorate ma saranno loro i volti della Roma del futuro...chissà con quale allenatore. ■
L’ULTIMA SFIDA
«ORGOGLIOSO DEI RAGAZZI LORO HANNO DATO TUTTO»
Ranieri «Dispiace per la Champions. Adesso credo lavorerò anche di più»
Andrea Di Carlo andrea.dicarlo@ilromanista.eu
Avrebbe meritato la favola, di abbracciare i suoi ragazzi dopo averli portati in Champions League. Si dovrà invece “consolare” di aver salvato un gruppo, recuperato dalle sabbie mobili della zona retrocessione, e averlo condotto nuovamente in Europa League. Dopo 1423 panchine in carriera, Claudio Ranieri ha salutato, nuovamente, la Serie A, con un successo rotondo sul campo del Torino, che è valo il quinto posto in classifica: «Prima di tutto devo ringraziare il presidente Cairo, non mi aspettavo di essere premiato e di vedere tutto lo stadio che applaudiva. Non me l’aspettavo, mi ha lasciato piacevolmente sorpreso e ringrazio tutti. Poi sono contento, dovevamo lottare fino all’ultimo secondo e l’abbiamo fatto. Mi dispiace tantissimo per i tifosi non essere
RINGRAZIO IL PRESIDENTE CAIRO, NON MI ASPETTAVO DI ESSERE PREMIATO A TORINO E DI VEDERE TUTTO LO STADIO APPLAUDIRE
arrivati in Champions, ma complimenti alla Juventus. Quando si dà tutto, si esce dal campo soddisfatti».
Dispiacere, sì, ma nessun rimpianto. Nemmeno l’idea di un film della stagione diverso se fosse arrivato prima sulla panchina della Roma: «La scossa c’è stata, ma non credo che saremmo arrivati più su. Io ho preso la squadra nel momento peggiore, i giocatori avevano il morale sotto i piedi. Ho giocato facile cercando di ridare fiducia e credibilità, sono stato fortunato perché i tifosi mi conoscono e sanno che dico sempre la verità. Di me si possono fidare. I tifosi ci hanno aiutato e la squadra ha sempre dato tutto, questo è stato vitale».
A domanda precisa, sui rimpianti di stagione, Ranieri non ha cambiato copione: «La partita contro la Juventus? Era la seconda partita di Tudor, i giocatori volevano metterci sotto. Noi siamo stati bravi a non dargli spunti in contropiede che era quello che volevano. Sono contento di quello che abbiamo fatto, è stata una stagione difficile ma meravigliosa. Io dopo una settimana pensavo già che avrebbe tirato fuori una bella stagione, ma non pensavo di poter arrivare in Champions, anche se non metto limiti alla provvidenza». Ranieri lascia un’eredità pesante (con lui la Roma ha conquistato 56 punti in Serie A, con 17 vittorie, 5 pareggi e 4 sconfitte.
Cairo duro su Vanoli: «Molto deluso da lui»
Al termine della sfida andata in scena al Grande Olimpico di Torino, il presidente dei granata, Urbano Cairo, ha commentato la sconfitta maturata contro la Roma. Nel mirino della sua analisi soprattutto l’operato del tecnico: «Rispetto allo scorso anno, il bilancio è deficitario. Abbiamo 2 posizioni in meno, 9 punti in meno. Avevo visto una crescita importante, non perdevamo mai e abbiamo fatto innesti interessanti da Casadei, Elmas e Biraghi. Poi alla 30ª giornata ho detto al mister: ”Mister, quando siamo andati in Europa l’ultima volta esattamente 11 anni fa, avevamo alla 30ª giornata 39 punti. Come adesso. In 8 partite facciamo 18 punti. Con Ventura in panchina e le partite erano di questa difficoltà qua. Facciamo un gran finale”. E lui ci credeva, mi ha detto ”Sì, come no”. Tant’è che ha detto che erano finali, ma era meglio se erano semifinali. Non andiamo mica bene. Mi aspettavo molto di più. Deluso da Vanoli, faremo tutte le valutazioni del caso».
Nella classifica dell’anno solare, invece, la Roma è prima in classifica con 49 in 20 giornate) e consegna al suo successore una squadra che avrà modo di giocarsi le proprie chances in Europa League: «Consegno al nuovo allenatore una squadra che è squadra. Ha difetti, ma è squadra. In altre squadre senti la potenza dei giocatori, noi invece ci siamo uniti nelle difficoltà senza addossare le colpe all’uno o all’altro. I ragazzi si sono cosparsi il capo di cenere e hanno dato vita a questa cavalcata». Adesso il suo ruolo diventerà meno visibile ma non meno impegnativo, a suo dire: «Credo che lavorerò di più. Però mi piace lavorare e stare nel calcio. Faremo il possibile per essere ricordati anche dall’altra parte con questa calorosità». Adesso viene il bello, la costruzione della Roma che verrà, con Claudio Ranieri a rappresentare la più grande garanzia possibile per tutti i tifosi giallorossi. Grazie mister. ■
LASCIO AL FUTURO ALLENATORE UNA SQUADRA CHE È SQUADRA, CHE SI È UNITA NELLE DIFFICOLTÀ SENZA ADDOSSARSI COLPE
Claudio Ranieri, pochi istanti prima dell’inizio della sfida di Serie A tra Torino e Roma, conclusasi col successo dei giallorossi GETTY IMAGES
Paulo Dybala, attaccante argentino della Roma, all’Olimpico GETTY IMAGES
IL PROSSIMO ALLENATORE
In attesa dell’annuncio di Friedkin, Fabregas riprende quota
Ranieri: «Deciderà il presidente quando comunicare il tecnico»
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
Conclusa la stagione con la vittoria a Torino, ora ogni romanista è legittimato ad alimentare l’attesa per la Roma del futuro, a partire, ovviamente, da chi sarà chiamato a sostituire Claudio Ranieri sulla panchina giallorossa. Senza dubbio, al di là del nome, un compito complicato, visto il vero
GLI SPOGLIATOI
e proprio miracolo compiuto dal Sir di San Saba in questa seconda metà di stagione, con la squadra condotta, passo dopo passo, dalla zona retrocessione al 5° posto finale. Per l’annuncio, però, si attenderà ancora una volta Dan Friedkin: «Quando il presidente vorrà dirà lui il nome del prossimo allenatore. Il proprietario è lui ed è giusto che sia così», ha risposto Ranieri a fine partita. E ancora: «Non dico niente di niente sul prossimo allenatore. Se c’è l’accordo globale o manca qualcosa? Non posso rispondere, anche da consigliere, lo farà il presidente». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Florent Ghisolfi,
nel prepartita: «Faremo l’annuncio quando saremo pronti». Aspettando Dan, quindi. Nel frattempo però, le voci si rincorrono, anche se non per bocca dei protagonisti, e nelle ultime ore ha ripreso quota il nome di Cesc Fabregas. L’ex centrocampista, più volte contattato negli ultimi mesi dall’accoppiata formata da Ghisolfi e Ranieri (il quale, tra l’altro, lo ha anche elogiato pubblicamente), ha un contratto che lo lega al Como, ma non ha ancora chiarito i suoi progetti futuri e potrebbe essere tentato dalla prospettiva di un trasferimento nella Capitale. Prima però, ci sarebbe da risolvere il suo contratto con
la società in riva al lago, fattore che (qualora fosse veramente lui il prescelto) potrebbe far slittare di qualche giorno l’annuncio. L’attesa, comunque, è quasi finita e presto i tifosi della Roma scopriranno il loro prossimo allenatore, dopo mesi di casting, colloqui e liste (più o meno lunghe). Ieri sera, intanto, a Bergamo, i tifosi dell’Atalanta hanno chiesto con uno striscione la permanenza a Gian Piero Gasperini (un altro dei tecnici contattati): «Gasperini vattene... a rinnovare». La Dea rimane in attesa di una risposta alla proposta di prolungamento. Si sta come i tifosi a maggio senza allenatore ■
«SPERO DI RESTARE»
Dybala «Ho ancora un anno di contratto: se la società è contenta di continuare, io voglio rimanere»
Mancini: «Ranieri va ringraziato, importante averlo in società. Non ci ha detto chi verrà dopo di lui»
Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu
Il miracolo quarto posto non si è avverato, ma il quinto (e la relativa qualificazione in Europa League) ha comunque il sapore dell’impresa, se si tiene conto che a metà dicembre i giallorossi erano a tre punti dalla zona retrocessione. Ma i 53 punti (46 nel girone di ritorno) conquistati sotto la guida di Claudio Ranieri hanno fatto la differenza. In attesa che venga svelato il nome del prossimo tecnico, va progettato il futuro. Un futuro nel quale spera di essere anche Paulo Dybala: «Ho ancora un anno di contratto - dice la Joya ai microfoni di DAZN - e vorrei rimanere. Se la società è contenta, spero di restare». L’argentino rende il giusto merito per la cavalcata a Ranieri: «Lui è speciale: da quando è arrivato, ha aiutato tanto i ragazzi anche a livello personale. L’ho ringraziato e gli ho consigliato di viaggiare tanto, perché è uno che ha lavorato molto e non si è potuto godere la vita». In chiusura, un bilancio sulla stagione: «Il finale è agrodolce, ma dobbiamo essere fieri di quello che abbiamo fatto. Da quando è arrivato Ranieri abbiamo fatto qualcosa di spettacolare».
Dello stesso tenore anche le dichiarazioni di Alexis Saelemaekers, eletto Man of the Match all’Olimpico Grande Torino: «Il Mister ha cambiato completamente la squadra - dice il belga a DAZN - e quindi l’ho abbracciato e ringraziato per la stagione. Meritava questa vittoria». Non nasconde la sua emozione, invece, Mats Hummels, entrato in campo nel finale per l’ultima presenza della sua carriera: «Sono contento e allo stesso tempo triste - dice il tedesco - e mi sento svuotato: ci metterò qualche giorno a realizzare. Sono contento che la squadra abbia chiuso con la qualificazione in Europa League. Siamo andati a un passo dalla Champions, ma è stata comunque una conclusione positiva, se consideriamo le difficoltà avute
STAGIONE DIFFICILE, MA L’EL È UN BUON TRAGUARDO. ADDIO? DEVO ANCORA REALIZZARE Mats Hummels
Paulo Dybala
panchina con i compagni ieri
Grande Torino. Qui accanto,
azione contro i granata GETTY IMAGES in questa stagione». Rende merito a Claudio Ranieri anche Gianluca Mancini, intervenuto in conferenza stampa al termine della gara: «Il Mister va ringraziato per quello che ha fatto. Sapere che continueremo ad avere una figura come lui in società è importante, ma vi assicuro che non ci ha detto chi sarà il prossimo allenatore, Ma noi calciatori siamo tranquilli da questo punto di vista: ci pensano il presidente e gli altri». Una riflessione anche sulla stagione dai due volti vissuta dalla Roma: «Il girone di ritorno è stato unico, ma dobbiamo riflettere sugli errori commessi all’andata. Dal derby è scattato qualcosa. Ma un grazie va anche ai tifosi, che ci sono sempre stati vicini». Ora testa al futuro.
Claudio Ranieri e Cesc Fabregas, prima di Como-Roma del 15 dicembre 2024 MANCINI
Sopra,
in
all’Olimpico
Gianluca Mancini in
PRIMAVERA
Tempo scaduto, ecco le semifinali Scudetto:
Alle 20.30 il fischio d’inizio
Dopo i 90’ si va ai rigori
Gara visibile su Sportitalia
Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu
Non c’è niente di più bello di un miraggio, si dice. Ecco: forse, quello della Roma Primavera è più di un miraggio. E dopo il primo posto nella regular season, c’è l’occasione per continuare a sognare: alle 20.30, allo Stadio Curva Fiesole, si gioca la semifinale A contro la Fiorentina. 1ª e 4ª, l’una contro l’altra
ROMA FEMMINILE
in un match di fuoco (visibile in diretta tv su Sportitalia, canale 60 del digitale terrestre, e in diretta streaming su sito e app dell’emittente). L’insidia è dietro l’angolo. Sulla strada c’è una Viola uscita da un 4-1 con la Juve e reduce da due successi in due gare stagionali coi giallorossi: 1-3 a Firenze, 0-1 al Tre Fontane. L’unica a battere due volte la Roma. Sarà importante adottare le misure giuste sin dai primi attimi della partita.
«Pronti mentalmente»
«Non dobbiamo dimenticare quello che di buono abbiamo fatto». Parola del tecnico Gianluca Falsini, alla vigilia di Roma-Fiorentina: «Si
c’è la Fiorentina al Viola Park
resetta tutto, il margine di errore è minimo e, se vogliamo toglierci altre soddisfazioni, dobbiamo essere pronti mentalmente». Il pensiero, inevitabilmente, va alle sfide di Campionato: «Sono state due gare diverse. Non dobbiamo prendere ripartenze, perché loro sono molto forti, attaccano bene lo spazio e dobbiamo giocare semplici ed equilibrati. Avremo bisogno dei tifosi». Essenziali anche loro nel corso della stagione.
Con i titolari Pochi dubbi in mezzo al campo. Il 4-3-2-1 ha dato risultati e questo, a meno di sorprese, sarà il sistema di gioco. Qualche ballottaggio die-
tro, ma a comporre il duo difensivo dovrebbero esserci Nardin e Seck con Marchetti e Reale ai loro lati. Tutti davanti al portiere De Marzi. L’altra ipotesi è Mannini a destra. Anche se, seguendo le indicazioni delle ultime giornate, resta facilmente comprensibile il suo impiego come mezzala di destra, con Romano e Di Nunzio a dare fisicità al centrocampo. E poi Capitan Graziani con Coletta a trequarti, prima dell’unica punta Della Rocca. Occhio alla possibilità di vedere dal 1’ Almaviva. Al di là degli interpreti, sarà vitale dare tutto. Niente supplementari: in caso di parità al 90’, si andrà ai rigori. Testa al campo, per rincorrere quel sogno. ■
«VIA SENZA RIMPIANTI»
Spugna Il tecnico saluta dopo 4 stagioni, 2 scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana
Sui social la lettera: «Magari un giorno ci rincontreremo». Il club: «Abbiamo scritto la storia»
Lorenzo Paielli lorenzo.paielli@ilromanista.eu
«Non è mai semplice dirsi addio, s oprattutto quando si è vissuto qualcosa di così intenso». Inizia così l’emozionante saluto di Alessandro Spugna alla Roma Femminile e ai suoi tifosi. Dopo 4 stagioni; 158 panchine, 2 scudetti, una Coppa Italia e una Supercoppa Italiana, il club e il tecnico piemontese si separano al termine di una stagione decisamente complicata e sottotono per le giallorosse. Una lettera intensa, così come l’avventura di Spugna sulla panchina della Roma: «Non sono nato a Roma, ma Roma l’ho vissuta e l’ho imparata ad amare, in un modo che mai avrei immaginato. È sempre difficile lasciare un luogo che hai sentito casa fin dal primo giorno, che ti ha regalato emozioni uniche, mai provate prima. Ho allenato la Roma con orgoglio, determinazione, dando tutto me stesso. Vincere è meraviglioso, dà prestigio ed è sempre stato il nostro obiettivo. Ma non è l’unica cosa che conta, perché per arrivare al traguardo, c’è un viaggio da percorrere, e quel viaggio, si chiama vita. Ringrazio tutte le persone che mi hanno accompagnato in questo percorso, dentro e fuori dal campo. Un grazie speciale ai tifosi, che non mi hanno mai fatto mancare il loro calore, affetto e sostegno. Ringrazio il Club per avermi dato l’opportunità di vivere quattro anni intensi e ricchi di successi». E poi la conclusione, con una presa di coscienza per quanto raccolto negli anni e con un po’ di amaro in bocca per non aver salutato con un trofeo. Ma anche una dichiarazione d’amore, l’ennesima, verso la Roma: «Vado via senza rimpianti, ma con il rammarico di non essere riuscito a regalare un’ultima, grande gioia. Ciao Roma. Magari un giorno le nostre strade si incroceranno di nuovo, e sarà come se non ci fos-
RIMANE L’AMARO IN BOCCA PER NON ESSERE RIUSCITO A REGALARE UN’ULTIMA GIOIA
Qui sopra, una delle ultime foto di Spugna da allenatore della Roma, prima della finale di Coppa Italia persa contro la Juventus; in sovrimpressione, la foto della Roma Femminile Campione d’Italia sotto la Curva Sud GETTY
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simo mai lasciati». Il saluto del club Una lettera arrivata dopo la decisione condivisa di separarsi: ««L’AS Roma e il tecnico Alessandro Spugna hanno deciso di comune accordo di interrompere il loro rapporto di collaborazione. Ora si apre un nuovo capitolo per la Roma Femminile», il comunicato della società, accompagnato anche dalle parole dell’Head of Women’s Football, Betty Bavagnoli: «Desideriamo esprimere ad Alessandro la nostra gratitudine e il nostro ringraziamento per l’impegno e la professionalità profusi in queste quattro stagioni Il suo contributo nella crescita della nostra squadra è stato un valore aggiunto per il raggiungimento di importanti successi che rimarranno nella storia del Club. Auguriamo ad Alessandro il meglio per il suo futuro». ■
Leonardo Graziani e Mattia Della Rocca esultano dopo un gol della Primavera GETTY