Il Romanista del 25 maggio 2025

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Ore 20.45, Torino-Roma Finisce oggi un campionato che per noi ha avuto almeno tre facce. È l’ultima di Ranieri, è l’ultima che può valere un clamoroso posto Champions o quantomeno l’Europa League. Bisogna pensare solo a battere i granata e poi...il futuro

PUNTO E VIRGOLA GRAN FINALE

Daniele Lo Monaco Centonovantadue giorni dopo il suo (terzo) sbarco sul pianeta Roma il marziano Claudio Ranieri è pronto a rientrare nella sua navicella spaziale, lì dove tornerà a guardare il mondo... Pag

L’ULTIMO PASSO

Le scelte Dovbyk pronto a subentrare. C’è Saele sulla destra

centrocampista: «Un

Torino-Roma

Giornata

Contro il Milan è tornato dall’inizio e ha regalato la vittoria ai suoi. Paredes cerca continuità nell’ultima giornata

Dovbyk ha recuperato dal problema fisico ed è tra i convocati. Il centravanti ucraino spera

IO AI MIEI RAGAZZI HO DETTO CHE IL TORINO È UNA BUONISSIMA SQUADRA, CHE NELLE ULTIME PARTITE IN CASA HA FATTO DUE VITTORIE, DUE PAREGGI E UNA SCONFITTA E LOTTA PER ABITUDINE DI DNA

Torino (4-2-3-1)

A disposizione

1 Paleari, 17 Donnarumma, 16 Pedersen, 77 Linetty, 4 Walukiewicz, 8 Ilic, 95 Cacciamani, 83 Perciun, 9 Sanabria, 66 Gineitis, 7 Karamoh

Allenatore: Vanoli

Diffidati: Ilic

Squalificati: -

Indisponibili: Ilkhan, Salama, Schuurs, Sosa, Zapata, Savva, Njie, Coco, Tameze

Altri: -

(3-5-2)

A disposizione 95 Gollini, 70 De Marzi, 15 Hummels, 2 Rensch, 12 Abdulhamid, 34 Salah-Eddine, 25 Nelsson, 27 Gourna-Douath, 35 Baldanzi, 61 Pisilli, 92 El Shaarawy, 11 Dovbyk

Allenatore: Ranieri

Diffidati: Pellegrini, Paredes

Squalificati: -

Indisponibili: Dybala, Pellegrini, Sangaré

Altri: -

Arbitri: Di Bello (Cecconi-Bhari). Quarto uomo Cosso. Var Chiffi. Avar Paterna

Domenica 25 maggio
Stadio Olimpico Grande Torino Ore 20.45
Radio Romanista Di Carlo-Lo Monaco
Tv Dazn (Buscaglia-Stramaccioni)
Claudio Ranieri

Torino-Roma

del

AL GRAN FINALE

TRE PUNTI PER SOGNARE

Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu

Centonovantadue giorni dopo il suo (terzo) sbarco sul pianeta Roma il marziano Claudio Ranieri è pronto a rientrare nella sua navicella spaziale, lì dove tornerà a guardare il mondo delle formichine che si affannano a raggiungere cose che lui ha sempre ottenuto quasi senza sudare, o almeno questa è stata l’impressione che ha lasciato. Chissà se sarà così anche stavolta, chissà se la Roma riuscirà nella fantasmagorica impresa di aggiungere altri tre punti alla sua interminabile collezione di punteggi pieni e con quelli riconquistare l’Europa che pareva perduta oppure addirittura, se la Juventus dovesse lasciare punti al Venezia, la Champions League. A guardare la montagna da scalare a novembre, quando il marziano è sceso a Trigoria e la Roma languiva tra Udinese e Parma e due punti sotto l’Empoli, c’era da impallidire. Si parlava di punti da fare per scongiurare il pericolo di restare invischiati nella lotta per non retrocedere: «Nella stagione dei 4 allenatori andò così, occhio che la Roma non è abituata a restare in certe zone». Ranieri cominciò con due - inevitabili - sconfitte (con Napoli e Atalanta) e la Roma precipitò al quintultimo posto della classifica, sopra solo a Ve-

rona, Como, Monza e Venezia. Ora, trovate un solo tifoso che quel giorno avrebbe scommesso sull’Europa League (quinto posto) o addirittura sulla Champions League (quarto) e sarebbe stato preso per matto proprio come quel tifoso che alla vigilia della Premier del 2015/2016 decise di scommettere sul Leicester campione. Mai sottovalutare Claudio Ranieri. Dopo quella sconfitta con l’Atalanta, in un impeto di ottimismo, il Romanista titolò

«Salirò». Ma non avremmo mai immaginato tanto. Oggi, alla vigilia dell’ultima giornata (contro il Torino di Vanoli, undicesimo a 44 punti, calcio d’inizio ore 20,45, telecronaca esclusiva su Dazn, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista) la Roma è quinta in solitaria e con una combinazione di risultati non improbabilissima può addirittura arrivare quarta, lì dove anche strepitose partenze di stagione in questi anni non l’avevano mai portata. Miracolo: così lo si dovrebbe chiamare.

Ranieri premiato anche per il miglior gesto di fair play

Verrà consegnato prima della gara a Claudio Ranieri il “Philadelphia Fair Play Moment of the Season”, assegnato dalla Lega di Serie A per il miglior gesto di fair play dell’anno: il tecnico ha ottenuto che si prestassero delle cure a un giocatore del Venezia invitando i suoi a mettere la palla fuori campo (nella foto Getty con Di Francesco)

Robetta per sir Claudio, pronto a chiudere nel migliore dei modi la sua esperienza in panchina per aprire un nuovo capitolo della sua vita, cominciando con l’annuncio più atteso dai tifosi: quello del nuovo allenatore. Che lo faccia lui o, come è più probabile, la solita nota del club magari domattina cambia poco. Sulla scelta l’indicazione di Ranieri ha pesato in maniera decisiva e dunque sarà lui da domani e fino al divorzio (il suo o quello dell’allenatore, con Friedkin non è mai detto) a doverne rispondere. Nell’eredità, lascerà al suo successore un torneo europeo, stasera se ne capirà il lignaggio. I bookmakers hanno saputo pesare esattamente il valore delle motivazioni differenti tra le due squadre: la vittoria della Roma è data a pochissimo, in media appena una volta e mezza la posta, quella dei padroni di casa addirittura sei volte la posta. Sono le quote che si danno a una big quando affronta in casa una pericolante. Essere arrivati a questo punto è merito quasi esclusivo di Ranieri. Forse l’avevamo detto. ■

LA VITTORIA ASSICURA GIÀ L’EUROPA LEAGUE, SE LA JUVENTUS LASCIA STRADA AL VENEZIA SARÀ ADDIRITTURA CHAMPIONS

pronto a destra

Davide Fidanza davide.fidanza@ilromanista.eu

Siamo ai titoli di coda. L’ultima giornata di campionato è oramai iniziata e l’esito delle partite in programma definirà in quale competizione europea la Roma giocherà il prossimo anno. Per avere la certezza aritmetica di partecipare quantomeno in Europa League e per coltivare il sogno Champions i giallorossi avranno bisogno di ottenere i tre punti stasera in casa del Torino e Ranieri in settimana ha potuto lavorare con gli uomini che ha avuto a disposizione per la partita contro il Milan. Artem Dovbyk ha recuperato dall’infortunio ma difficilmente partirà dal primo minuto. Molto più probabile un suo utilizzo a gara in corsa che potrebbe essere importante qualora la Roma avesse la necessità di sbloccare il risultato nel corso

PAREDES, KONÉ E BRYAN VERSO LA CONFERMA. DOVBYK C’È MA A GARA IN CORSO. DYBALA, PELLE E SANGARÉ COL GRUPPO

della ripresa.

La probabile formazione Salvo idee dell’ultimo minuto, contro il Torino si va verso la conferma del 3-5-2 con Svilar in porta e il solito terzetto difensivo composto da Celik, Mancini e Ndicka. A centrocampo conferma per Paredes, Cristante e Koné mentre sulle fasce pronti Saelemaekers a destra e Angeliño a sinistra. Davanti Soulé e Shomurodov per impensierire i granata. Se il risultato dovesse permetterlo è ipotizzabile un inserimento a gara in corso di Hummels: arrivato alla sua ultima partita in carriera, Ranieri potrebbe concedergli spazio i saluti allo sport di cui è stato campione assoluto. Dybala, Pellegrini e Sangaré saranno a Torino con il resto dei compagni di squadra. 

L’imbarco
gruppone giallorosso sul volo che ha portato la squadra ieri a Torino: in primo piano Bryan Cristante, dietro Stephan El SHaarawy AS ROMA VIA GETTY IMAGES
Eldor Shomurodov, attaccante della Roma GETTY IMAGES

Torino-Roma

L’APPROFONDIMENTO

QUANDO L’ULTIMA CONTA

Tutto da decidere Champions, Europa o Conference League: Torino-Roma delineerà il futuro

Dal 2014-15 il risultato della 38ª giornata si è rivelato determinante in altre

Leonardo Frenquelli leonardo.frenuelli@ilromanista.eu

Non è proprio “tutto o niente”, perché la Roma è certa di avere un posto in Europa per il prossimo anno, ma sicuramente dalla sfida col Torino passa tanto del futuro giallorosso, sicuramente tra Conference, Europa o Champions League c’è una gran bella differenza. I giallorossi possono ancora ambire al bersaglio grosso ma non basterebbe fare affidamento solo su loro stessi, oppure un passo falso potrebbe costare posizioni in classifica facilmente traducibili in prestigio e “premi” economici. Quarti, quinti o sesti, passa tutto per l’ultima giornata, cosa che nelle ultime dieci stagioni è successa soltanto in quattro occasioni, mentre la maggior parte delle volte si è trattato solo di speranze svanite o di piazzamenti consolidati.

Tutto confermato

Alla 38ª dell’annata 2014-15, per esempio, i giallorossi persero a Palermo ma mantennero il secondo posto a quota 70 punti, buono per la qualificazione diretta alla Champions League. La stagione successiva si chiuse con una vittoria (3-1 a San Siro), 80 punti totali, sarebbe servito un ko casalingo in casa da parte del Napoli col Frosinone per evitare i preliminari, ma i campani vinsero facilmente e fu terzo posto. La Roma ha chiuso nella stessa posizione (e da quel momento per l’ultima volta) anche nel 2017-18: anche in quel caso all’ultima giornata arrivò un successo in trasferta, grazie a un autogol di Pegolo del Sassuolo, per concludere con 77 punti a più cinque sull’Inter e lontanissimo dal Napoli secondo a quota 91. Servì relativamente a poco anche il successo a Torino contro la Juventus per 3-1 dell’agosto 2020, nell’annata segnata dal Covid con i giallorossi di Fonseca già consoli-

quattro occasioni

Qualche nuvola su Torino, ma in serata migliora. Temperature di stagione

Dopo una settimana scandita ripetutamente, da nord a sud dell’Italia, da condizioni meteorologiche decisamente capricciose, che anche ieri hanno riproposto l’innesco di attività temporalesca, seppur a carattere meno diffuso, in diverse zone del Paese, la situazione atmosferica volge oggi a una configurazione decisamente più stabile, grazie alla rimonta di un campo anticiclonico. Sotto la spinta di quest’ultimo, la struttura depressionaria attiva

nei giorni scorsi sull’Italia va spostandosi sull’area balcanicodanubiana, mentre un nuovo sistema perturbato di origine atlantica, scorrendo dalle isole britanniche verso la scena continentale, si manterrà ben al di là delle Alpi, portando sulle regioni settentrionali italiane, compreso il Piemonte, solo innocua nuvolosità di passaggio. La domenica a Torino, infatti, inizierà con cielo poco nuvoloso o velato al primo mattino, proseguirà con

cielo da parzialmente nuvoloso a momentaneamente molto nuvoloso, ma senza piogge, nel corso della mattinata e parte del pomeriggio, per poi volgere ad ampie schiarite nelle ore a seguire, con ritorno a cielo sereno entro la serata; temperature massime del ciclo diurno sui 22/24°C, valori serali sui 17/19°C. Venti molto deboli dai quadranti orientali durante la giornata, calmi in serata. FILIPPO THIERY

Torino, Stadio Olimpico Grande Torino Domenica 25 maggio 2025 17°/19°

dati al quinto posto valido per l’Europa League. Non ha deciso nulla, tranne la salvezza dell’avversaria di turno, il ko a Empoli di un anno fa, con i giallorossi già inamovibilmente sesti e piazzati nuovamente Europa League.

Tra chimere e imprese Fu qualificazione in Europa League col sesto posto anche nel 2018-19, ma in qualche modo non c’era ancora l’aritmetica certezza di non poter andare in Champions League: se Inter e Milan invece di vincere avessero perso in quel week-end e i romanisti avessero superato il Parma con cinque gol di scarto (vinsero solo 2-1). Poi ci sono le altre quattro volte in cui la vittoria si è rivelata determinante per volare più in alto. L’esempio più “vecchio” nel lasso di tempo preso in esame è quello del 2016-17, quel Roma-Genoa già reso memorabile dal fatto di essere l’ultima partita della Leggenda Francesco Totti, con la ciliegina del 3-2 al Genoa all’Olimpico. Il 28 maggio del 2017 la Roma mantenne il secondo posto e la qualificazione diretta ai gironi di Champions dopo essere andata sotto, aver pareggiato con Dzeko, essere passata avanti con De Rossi, poi il gol shock di Lazovic per il 2-2 e la rete definitiva di Perotti allo scadere a far esplodere lo stadio. Dal 2020-21 al 2022-23 l’ultima giornata è sempre stata determinante: il 2-2 in casa dello Spezia del 2021 valse un posto in Conference League perché permise di arrivare a 62 punti davanti al Sassuolo per differenza reti; l’anno dopo, poco prima di giocarsi la finale di Tirana, la Roma di Mou travolse il Torino in casa sua (stessa sfida di oggi) e mantenne il sesto posto ai danni della Fiorentina; nel 2022-23, infine, battendo lo Spezia 2-1 in casa non senza soffrire fu certificata di nuovo la sesta piazza. Oggi è un’altra storia e può succedere davvero di tutto: l’obiettivo principale è quello di battere il Torino per essere certi dell’Europa League e, per i più sognatori, ci sarà da tenere un occhio al Penzo di Venezia, sperando in una clamorosa frenata dalla Juventus, per accedere a un quarto posto che avrebbe davvero del miracoloso, visto soprattutto come si erano messe le cose. 

L’esultanza di Pellegrini e Abraham del 20 maggio 2022, quando con i loro gol la Roma battè il Torino per 3-0 AS ROMA VIA

Torino-Roma

IL TORO PER LE CORNA

Dalla A alla Z Su un campo storicamente ostico, abbiamo conquistato la prima e la quarta Coppa Italia

Ai granata ci legano tanti uomini che hanno indossato entrambe le casacche, da Radice a Rizzitelli

Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu

AMADEI

ALa doppietta del “Fornaretto” in terra piemontese il 10 maggio 1942 ci consente di strappare un prezioso 2-2 contro la nostra rivale diretta per lo Scudetto. Un mese più tardi, la Roma sarà Campione d’Italia per la prima volta nella sua storia.

BALZARETTI

BTorinese e cresciuto calcisticamente in granata, Federico approda alla Roma nel 2012 e vi resta fino al 2015, anno in cui appende gli scarpini al chiodo, collezionando 44 presenze e un gol (al derby). Quest’anno è tornato a lavorare a Trigoria, dove si occupa di scouting e dei calciatori in prestito.

«CERTI AMORI...»

C«...non finiscono, fanno dei giri immensi e poi ritornano». È lo striscione con cui i romanisti tornano a popolare il settore ospiti dell’Olimpico di Torino il 14 aprile 2013, per celebrare il ritorno alle trasferte libere. La Roma di Andreazzoli, per la cronaca, vince 2-1 grazie alle reti di Osvaldo e Lamela.

DICIASSETTE GIUGNO

DData particolarmente evocativa questa, per i romanisti: vent’anni prima del terzo Scudetto, nel 1981, la Roma batte ai rigori il Torino e alza al cielo la seconda Coppa Italia consecutiva. Un trionfo che fa da antipasto all’estasi tricolore che arriverà di lì a due anni.

EROE

ELo è a tutti gli effetti per i tifosi granata, Gigi Radice: è lui l’artefice principale dell’ultimo Scudetto del Torino, datato 1975-76. Sulla panchina della Roma nel 198990, quella del Flaminio, diventa un beniamino anche del popolo giallorosso, che lo celebra con lo striscione: «Un uomo solo al comando, con 11 leoni al suo fianco. La sua maglia è giallorossa, il suo nome è Gigi Radice».

FEDELTÀ

FQuella giurata alla Roma da Ruggiero Rizzitelli, tifosissimo giallorosso fin dai tempi della sua esperienza da calciatore nella Capitale. Rizzi-gol è molto legato anche al Toro, dove ha militato per due stagioni, dal 1994 al 1996.

GEMELLI DEL GOL

GAlias Graziani e Pulici, autentici incubi delle difese avversarie negli Anni 70 e 80 e protagonisti di pagine indelebili nella storia del Torino. Ciccio, nel 1983, approda alla Roma, dove resta per tre stagioni, con 97 presenze e 21 gol.

HALL OF FAME

HDi quella giallorossa fa parte già dal 2013 Franco Tancredi, protagonista con le sue parate delle finali di

Sopra, Di Bartolomei e compagni festeggiano la Coppa Italia vinta al Comunale di Torino il 17 giugno 1981. Qui accanto, la stretta di mano tra Dino Viola e Gigi Radice; sotto, Ruggiero Rizzitelli, doppio ex della sfida GETTY IMAGES

Coppa Italia contro il Torino nel 1980 e nel 1981. A fine carriera Franco si trasferisce in granata, ma i romanisti non lo dimenticano e quando torna all’Olimpico da ex il 24 febbraio 1991 viene accolto calorosamente. La Sud scandisce il suo nome, lo chiama a gran voce e gli dedica uno striscione che recita: «Ieri oggi e domani Franco nel cuore degli ultrà».

INGIUSTIZIA

INella semifinale di Coppa Italia che va in scena allo Stadio Filadelfia il 23 maggio 1943 succede di tutto: l’arbitro riceve un calcio, si scatena il putiferio e la Roma si vede infliggere lo 0-2 a tavolino. Amadei, ritenuto inizialmente responsabile del colpo al direttore di gara, viene squalificato a vita. In seguito il “Fornaretto”, innocente (il calcio lo ha sferrato in realtà Dagianti) verrà riabilitato e potrà tornare a giocare.

LIBERAZIONE

LGrazie ai gol di Pruzzo e Di Bartolomei, il 1° marzo 1981 la Roma rompe un digiuno di vittorie in casa del Torino che durava da diciannove partite.

MERONI

MLa “Farfalla granata”, tragicamente venuta a mancare a 24 anni, è tra le stelle più luminose del Torino negli Anni 60. Il 30 maggio 1965 c’è anche la sua firma nel ko per 3-1 inflitto alla Roma di Lorenzo.

NICOLÈ N

L’eroe della prima Coppa

Italia: un gol all’85’ dell’attaccante ex Juve vale l’1-0 che, il 1° novembre 1964, ci regala la prima Coppa Italia della nostra storia. La sfida al Comunale si era resa necessaria dopo che la finale in gara unica disputata a Roma il 6 settembre si era conclusa 0-0 dopo 120’.

OTTANTUNO

OIl numero delle vittorie complessive della Roma nei 185 precedenti ufficiali con i granata; 47 i pareggi, 57 le sconfitte. Il bilancio è di 271 gol fatti e 238 gol subiti.

PUNIZIONE

PCon un magistrale calcio di punizione dai 30 metri al 70’, Aleksandar Kolarov regala alla Roma la vittoria per 1-0 in casa del Torino il 22 ottobre 2017.

QUATERNA

QLa prima vittoria giallorossa in casa del Toro risale al 21 dicembre 1930: la gara termina 4-1, ma dopo appena 25’ siamo avanti 4-0 grazie alla doppietta di Volk, al gol di Costantino e all’autorete di Mongero.

RIMONTA

RSotto di due gol al 65’ nel derby della Mole con la Juve di Platini, il 27 marzo 1983 il vecchio cuore granata la ribalta in soli 3 minuti e 40 secondi con Dossena, Bonesso e Torrisi. Finisce 3-2 per il Torino, che fa un gran bel favore alla Roma, fermata sul 2-2 dalla Fiorentina al Franchi. Una giornata decisiva nella conquista del secondo Scudetto.

SORPASSO

SGrazie all’1-0 firmato Cassano a Torino il 5 maggio 2002, la Roma di Capello scavalca l’Inter (battuta 4-2 dalla Lazio) e chiude la stagione al secondo posto in classifica.

TRIS

TPrima di trionfare a Tirana, il 20 maggio 2022 la Roma di Mou chiude il suo campionato battendo 3-0 i granata a casa loro con doppietta di Abraham e gol di Pellegrini.

ULTIMA

UIl precedente più recente fra le due squadre all’Olimpico Grande Torino è l’1-1 firmato Lukaku e Zapata del 24 settembre 2023.

VALENTINO

VNome di battesimo di Mazzola, capitano e stella del Grande Torino, venuto a mancare nel tragico incidente di Superga il 4 maggio 1949.

ZONA CESARINI

ZCon uno straordinario gol in sforbiciata al 91’, Julio Baptista regala tre punti d’oro alla Roma di Spalletti all’Olimpico di Torino il 18 gennaio 2008. 

Faccia a faccia

L’INTERVISTA

«ROMANISTA PER SEMPRE»

Sérgio Oliveira «Tirana una notte indimenticabile, questa città mi ha lasciato un segno profondo

Tra la Roma e Mourinho sarebbe potuta finire diversamente. Potevo restare, ma il FPF ha inciso»

Lorenzo Paielli lorenzo.paielli@ilromanista.eu

Tirana è per sempre. Il 25 maggio 2022, è una data che non sarà mai come le altre nel libro dei ricordi di ogni romanista: una notte quasi estiva in cui tornammo finalmente a volare, a sentirci vivi. E se in ogni lacrima c’è un ricordo che non va via, quelle di gioia resteranno impresse per sempre, indelebili sulla pelle e nella memoria. Anche di chi, come Sérgio Oliveira, ha vestito la maglia della Roma per “pochi” mesi. Tanto è bastato alla città, al club e ai tifosi giallorossi per rubare il cuore del centrocampista portoghese, ora in forza allo Sport Recife (squadra che milita nella Serie A brasiliana). Arrivato in prestito secco dal Porto nel mercato di gennaio, con la Roma Oliveira ha collezionato 22 presenze (3 gol, di cui uno proprio in Conference contro il Vitesse) e un assist. Ma soprattutto, è tra i 16 calciatori che, in quella sera di maggio, hanno calcato il terreno della Arena Kombëtare per regalarci il trofeo. Momenti indimenticabili. E in occasione del terzo anniversario della vittoria della Conference League, Sérgio Oliveira ha raccontato a Il Romanista le emozioni vissute prima e dopo la partita, la festa con i tifosi, il legame con Mourinho e con la Roma.

Sérgio, hai avuto modo di seguire la Roma in questa stagione?

«Sì, assolutamente. Ho un affetto speciale per la città, la gente e il club. La Roma è rimasta davvero nel mio cuore».

Sei rimasto molto legato alla Roma, come si evince anche da diversi post sui tuoi social. Cosa ti ha lasciato la città? E i tifosi romanisti?

«Anche se è stato un periodo breve, è stato così intenso che ha lasciato un segno profondo. Roma è come un museo a cielo aperto e la gente mi ha sempre trattato con grande gentilezza, rispetto e calore. Io e la mia famiglia saremo sempre grati alla città».

È il terzo anniversario della Conference League. Cosa ti è rimasto impresso di quella partita?

«Sapevamo fosse un’opportunità unica. Vincere il primo trofeo europeo nella storia del club (c’è anche la Coppa delle Fiere del 1960-61, riconosciuta solo dalla Fifa e non dall’Uefa; senza con-

AVEVAMO UN GRUPPO FORTE E UNITO, VOLEVAMO TUTTI VINCERE. È STATA LA CHIAVE DEL NOSTRO SUCCESSO COL FEYENOORD

siderare la Coppa Anglo-Italiana del 1972, ndr), nella prima edizione della competizione, è stato speciale. Sollevare la coppa a Tirana è stato un momento indimenticabile».

Nel primo tempo della sfida col Feyenoord hai sostituito Mkhitaryan. Quali sono state le tue sensazioni in quel momento? E i festeggiamenti dopo la vittoria? «Ho provato un grande senso di responsabilità. Micky era un giocatore fondamentale per noi e vederlo uscire dopo soli 20 minuti è stato difficile. Naturalmente questo ha avuto un impatto sulla squadra, ma per fortuna alla fine tutto è andato per il meglio. Per quanto riguarda i festeggiamenti, a Tirana e poi a Roma, è stato assolutamente incredibile. Momenti da ricordare per sempre».

Che atmosfera si respirava nello spogliatoio prima della partita? «Molto positiva. Avevamo un gruppo forte e unito, che lottava per lo stesso obiettivo: vincere. Quest’unità ha fatto la differenza ed è stata la chiave del nostro successo».

Prima della finale, Mourinho aveva avvertito la squadra che se ne sarebbe andato in caso di vittoria?

«Preferisco non commentare alcun dettaglio su Mister Mourinho. Voglio solo ringraziarlo per l’opportunità di lavorare con

lui e di giocare per un grande club come la Roma. È stato un privilegio».

Ricordi qualche aneddoto del giorno dei festeggiamenti a Roma? La città è stata davvero sommersa dai tifosi giallorossi.

«Ricordo di aver visto un numero incredibile di persone per le strade della città. Continuavo a pensare: ma dove avrà parcheggiato tutta questa gente? Perché a Roma non è facile!».

C’è mai stata la possibilità di rimanere alla Roma dopo la scadenza del prestito?

«Sì, c’è stata. Ma purtroppo non abbiamo mai raggiunto un accordo. Il club era soggetto alle restrizioni del Fair Play Finanziario. Tuttavia, Tiago Pinto è sempre stato molto onesto e trasparente con me. Ho molto rispetto per lui».

Pensi che la storia di Mourinho con la Roma sarebbe potuta continuare in modo diverso?

«Mourinho non deve dimostrare niente a nessuno. Si è guadagnato il diritto di scegliere la sua strada. Ma sì, penso che la storia tra lui e la Roma avrebbe potuto avere un finale diverso. Ma il calcio è così, non segue sempre il copione che ci immaginiamo».

Nella tua esperienza al Galatasaray hai giocato per una stagione insieme ad Angeliño, che ora è uno dei pilastri della Roma. Hai avuto modo di sentirlo? Prima del suo trasferimento gli hai dato qualche consiglio?

«Sì, ho parlato con lui. Gli ho detto di non esitare perché avrebbe amato tutto: il club, la città, i tifosi. E poi si è rivelato vero. Sta facendo davvero bene alla Roma».

Sei rimasto nel cuore dei tifosi della Roma, perché la notte di Tirana è per sempre. «Vorrei dire che anche loro sono nel mio cuore. È stata una storia bellissima, che mi rimarrà nel cuore per sempre. Sono incredibilmente orgoglioso di aver fatto parte della storia di un club gigante come la Roma. Faccio il tifo perché il club torni nel posto che gli spetta, la Champions League, e spero che i prossimi anni siano pieni di successi. Voglio anche mandare un grande abbraccio a tutto lo staff e a tutti i miei ex compagni di squadra che sono ancora nel club. Grazie, Roma. Sarò sempre un romanista». ■

UN PRIVILEGIO ESSERE ALLENATO DA JOSÉ. PINTO È SEMPRE STATO ONESTO E TRASPARENTE CON ME, LO RISPETTO MOLTO

Al centro, Sérgio Oliveira bacia il trofeo della Conference durante la festa in città; in basso, il portoghese e Pellegrini durante Roma-Feyenoord GETTY

«RANIERI? CHAPEAU SERVE FINIRE BENE»

Vanoli Il tecnico alla vigilia: «Out solo Njie e Tameze»

Si avvicina l’ultima dell’anno per il Torino che chiuderà una stagione deludente davanti al proprio pubblico in un clima che si preannuncia tutt’altro che festoso. Le ultime infatti parlano anche di una contestazione da parte della Maratona che dovrebbe rimanere all’esterno dello stadio per i primi 45 minuti. La risposta del pubblico è stata comunque positiva grazie anche alle promozioni del club che ha disposto tanti sconti per i giovani, arrivando così ad oltre 23mila. Sull’argomento è tornato anche Paolo Vanoli alla vigilia della sfida in conferenza stampa: «Sono convinto che avremmo potuto fare di più. Non c’è la sfera magica, ma sappiamo com’è

andata l’annata con tanti alti e bassi. Mi è dispiaciuto per il finale, sta nascondendo tante cose che abbiamo fatto bene nella seconda parte». Poi il commento del tecnico si è spostato sulla prossima avversaria, su Ranieri e sull’infermeria: «Chapeau a Ranieri. Parliamo non solo di un grande allenatore, ho ancora in mente il capolavoro in Premier League con una squadra non attrezzata per arrivare dove è arrivata, e poi c’è quello che ha fatto alla Roma. Poi lo valuto come grande uomo, una persona

ATTESA CONTESTAZIONE: IN 23MILA ALLO STADIO MA LA CURVA RESTERÀ FUORI PER ALMENO I PRIMI 45 MINUTI DELLA PARTITA

MERCATO Il Sunderland è in Premier C’è il riscatto di Le Fée

Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu

Cala il sipario sulla Championship del Sunderland con un grande sorriso. Sia per la Roma, sia per quella che adesso sarà a tutti gli effetti la squadra di Enzo Le Fée. Il perché è presto detto: nel contratto del centrocampista col club inglese era presente una clausola per l’obbligo di riscatto in caso di promozione. Detto, fatto.

Rimonta e ritorno

Ai playoff, dopo aver battuto il Coventry City nel doppio confronto (2-1 sul campo avversario, 1-1 in casa), il gruppo del tecnico Le Bris si è imposto in finale, a Wembley, contro lo Sheffield United. E lo ha fatto rimontando: Campbell ha affievolito le speranze al 25’, mantenendo il vantaggio fino agli ultimi 15’. Poi, la risposta. Prima Mayenda, al 75’; al 95’ il colpo del ko a firma di Watson, precedente ad altri 7’ di recupero e al fischio finale. Il che significa promozione del Sunderland (a distanza di otto anni dall’ultima apparizione nella massima serie) e addio a Le Fée.

Circa 24 milioni

eccezionale e di grandi valori: è sempre piacevole parlare con lui di calcio e di valori, mi sarebbe piaciuto sulla panchina della Nazionale per chiudere il suo percorso. Per come gestisce le squadre e per come diventa empatico con i giocatori. A volte la semplicità è la miglior cosa. E chissà, mai dire mai per la Nazionale». Infine: «Chi recupera? Elmas e Karamoh si sono allenati con il gruppo, mancherà soltanto Njie che ha avuto un attacco influenzale e abbiamo deciso di non forzarlo. Ora mi ha detto il dottore che Tameze ha un po’ di febbre». Così Coco ancora in dubbio in difesa: pronti Maripan e Masina, con Dembele confermato sulla destra. In mezzo al campo Casadei in coppia con Ricci, Gineitis e Linetty dalla panchina. Elmas può rientrare nell’undici titolare, mentre il giovane Perciun se la gioca con Lazaro. 

Col trionfo degli inglesi, scatta dunque il riscatto automatico del centrocampista della Roma. Che vedrà entrare nelle sue casse 18 milioni di base, più altri 6 di bonus e una percentuale del 10% sulla futura plusvalenza. Una cifra variabile, ma comunque sostanziosa per i giallorossi. Nella Capitale non è riuscito a imporsi, accumulando appena dieci presenze nel corso dei suoi primi (e forse ultimi) sei mesi romani. Ora le strade si separeranno, stavolta definitivamente. Con un gruzzoletto in più da gestire per la Roma. ■

25 reti: Retegui (Atalanta)

18 reti: Kean (Fiorentina) 15 reti: Lookman (Atalanta), Orsolini (Bologna)

14 reti: Thuram (Inter)

13 reti: Lukaku (Napoli)

12 reti: Dovbyk (Roma), Lautaro

11 reti: Pulisic (Milan)

10 reti: Lucca (Udinese), Krstovic (Lecce), Reijnders (Milan), Castellanos (Lazio), Pinamonti (Genoa)

9 reti: Adams (Torino), Vlahovic (Juventus), Piccoli (Cagliari), Dia (Lazio)

8 reti: Castro e Ndoye (Bologna), Thauvin (Udinese), Esposito (Empoli), Diao (Como) Zaccagni e Pedro (Lazio)

7 reti: Leao (Milan), De Ketelaere (Atalanta), Cutrone (Como)

6 reti: Dybala e Saelemaekers (Roma), Dumfries (Inter), Tengstedt (Verona), Strefezza e Paz (Como), Gudmundsson (Fiorentina), Anguissa (Napoli), Bonny (Parma), Odgaard (Bologna) , Kolo Muani e Yildiz (Juventus), Zortea (Cagliari)

5 reti: Soulé (Roma), Calhanoglu, Frattesi (Inter), Gosens, Beltran (Fiorentina), Vlasic (Torino), Weah (Juventus), Colombo (Empoli), Mosquera (Verona), Djuric (Parma)

4 reti: Shomurodov e Cristante (Roma), Zappacosta, Ederson, de Roon e Brescianini (Atalanta), Dimarco e Arnautovic (Inter), Nicolussi-Caviglia (Venezia)

3 reti: El Shaarawy (Roma)

2 reti: Pisilli, Pellegrini, Angeliño, Mancini e Paredes (Roma)

1 rete: Baldanzi (Roma)

Paolo Vanoli, tecnico del Torino, nella sfida in casa contro l’Udinese GETTY IMAGES
Martina Stella martina.stella@ilromanista.eu
Enzo Le Fée contro lo Sheffield GETTY IMAGES

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