Il Romanista del 23 agosto 2025

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PUNTO E VIRGOLA DOVE ERAVAMO

Daniele Lo Monaco

Al di là di ogni difficoltà finan ziaria, a cui peraltro come hanno sempre fatto i Friedkin sapranno far fronte, questo è il momento in cui maggiormen te deve risuonare il miglior “Forza Roma!” possibile.

COGITO ERGO SUD SEMPRE

Tonino Cagnucci

La prima in casa ha un valore tutto suo: dà insieme un senso di inizio eppure di ritorno. È un sentimento doppio ma non ambivalente, perché è chiaro, netto come la voglia di tornare: la nostalgia della... Pag 5

FORZA ROMA!

1ª Giornata

L’assoluto protagonista dell’estate giallorossa: Mati Soulé pronto per guidare la Roma nella prima uscita all’Olimpico

Affaticato dalle gare giocate con il Flamengo, compreso il Mondiale per Club: così Wesley potrebbe finire in panca col Bologna

LA SQUADRA ARRIVA CON TANTA VOGLIA DI FARE. DIETRO DI NOI C’È TANTA GENTE E GIOCHIAMO CONTRO UNA DELLE SQUADRE MIGLIORI DEL CAMPIONATO, SARÀ UNA BELLA PRIMA SFIDA IN CAMPIONATO

Gian Piero Gasperini

Roma (3-4-1-2)

A disposizione

Stadio Olimpico Ore 20.45

32 Vasquez, 91 Zelezny, 87 Ghilardi, 43 Wesley, 61 Pisilli, 35 Baldanzi, 21 Dybala, 9 Dovbyk, 92 El Shaarawy

Allenatore: Gasperini

Diffidati: -

Squalificati: Celik

Indisponibili: Pellegrini, Bailey

Altri: Salah-Eddine

Arbitri: Zufferli (Mondin – Miniutti). Quarto uomo Marchetti. Var Mazzoleni. Avar Fabbri

Tv Sky (Compagnoni-Gobbi) Dazn (BuscagliaGiaccherini)

Radio Romanista Di Carlo-Lo Monaco

Bologna (4-2-3-1)

A disposizione

25 Pessina, 13 Ravaglia, 16 Casale, 32 Corazza, 14 Heggem, 3 Posch, 20 Zortea, 80 Fabbian, 6 Moro, 19 Ferguson, 10 Bernardeschi, 9 Castro, 24 Dallinga, 30 Dominguez, 23 Karlsson

Allenatore: Italiano

Diffidati: -

Squalificati: Miranda

Indisponibili: Holm

STADIO OLIMPICO, ORE 20,45

DOVE ERAVAMO RIMASTI?

ECCO LA ROMA DEL GASP

Si riparte Con il ricordo fresco della Coppa Italia vinta c’è il Bologna di Italiano

Daniele Lo Monaco daniele.lomonaco@ilromanista.eu

Al di là di ogni difficoltà finanziaria, a cui peraltro come hanno sempre fatto i Friedkin sapranno far fronte, questo è il momento in cui maggiormente deve risuonare alto, forte e bello il miglior “Forza Roma!” possibile. Perché oggi si ricomincia, scende in campo la squadra della capitale contro il Bologna (stadio Olimpico esaurito, calcio d’inizio ore 20,45, telecronaca a scelta su Dazn e su Sky, radiocronaca obbligatoria su Radio Romanista), scende in campo una squadra nuova con un nuovo allenatore (Gasperini) che va accompagnato nel suo cammino, un nuovo direttore sportivo (Massara) che sta cercando di renderla più forte, un nuovo senior advisor (Ranieri) che rivedremo oggi allo stadio più abbronzato e sorridente che mai e però con alle spalle il popolo di sempre, ambizioso e speranzoso, felice già solo di tornare “a casa”, e pensiamo a come potrà esserlo se si porteranno a casa pure i primi tre punti della stagione. Non sarà facile contro i ragazzi di Italiano che l’ultima volta che sono stati dentro questo stadio hanno pianto di gioia e alzato al cielo un trofeo (la Coppa Italia, vinta contro il Milan lo scorso 14 maggio). Segnò Ndoye, venduto poi per 42 milioni. Con lui, dei titolari importanti, è uscito anche Beukema, mentre sono arriva-

ti Immobile, Bernardeschi, Vitik, Casale, Heggem e Zortea. Difficile dire oggi se sarà più o meno forte dell’anno scorso, certo è che allenare per un secondo anno per un tecnico virtuoso come Italiano può essere un vantaggio. Sarà invece tutta da scoprire la Roma di Gasperini. Una nuvolona nera si è addensata su Trigoria ieri proprio in corrispondenza dell’orario della conferenza stampa del tecnico. Chi crede nei cattivi presagi, potrebbe aver colto qualche sinistra indicazione, chi vive la vita

in maniera più rilassata si è persino goduto il temporale che di lì a poco ha rovesciato su Trigoria diverse secchiate d’acqua, mentre arrivava la squadra per l’allenamento pomeridiano e poi per il ritiro in vista della gara di stasera. Difficile dire che Roma vedremo. Non è filato tutto liscio in questo precampionato, dai ritardi sul mercato agli infortuni (beffardo quello di Bailey, a sentire Gasperini addirittura inspiegabile: un tiro di piatto e senza neanche forzare, una fitta, poi la diagnosi), ma la speranza è che poi

Primo sold out della stagione, cancelli aperti alle 18.15

Si riparte e la Roma lo farà con il supporto della stessa meravigliosa cornice di sempre: il primo sold out stagionale si registrerà nella sfida di questa sera contro il Bologna, oltre 60mila spettatori attesi. I cancelli dell’Olimpico apriranno alle 18.15 per permettere a tutti i tifosi un afflusso senza particolari criticità

DAL CAMPO C’è El Aynaoui con Soulé Hermoso nei tre dietro

Andrea Di Carlo andrea.dicarlo@ilromanista.eu

Le prove generali sono terminate, gli esperimenti tecnici e tattici esauriti: stasera si fa sul serio, alle 20.45 la prima vera Roma di Gian Piero Gasperini scenderà in campo in un Olimpico gremito per l’esordio ufficiale della nuova Serie A. Sarà il Bologna il primo avversario che testerà la bontà del lavoro svolto in estate, tra diverse tappe in Italia, Germania, Francia e Inghilterra. Un giro d’Europa servito a gettare le basi di una forte identità tattica, che porterà la Roma ad essere una squadra propositiva e volitiva, inizialmente forse incline a concedere qualcosa di troppo all’avversario. Il mercato poi farà il resto, intanto partire con una vittoria sarebbe il miglior modo per iniziare una stagione senza dubbio molto impegnativa.

L’OLANDESE RENSCH PARTE IN VANTAGGIO SU WESLEY; CRISTANTE VICINO A KONÉ, IN ATTACCO C’È DYBALA PRONTO A SUBENTRARE

sul campo tutto si possa dimenticare. Non che i precedenti specifici siano benauguranti: l’anno scorso col Bologna arrivò una delusione e mezza e pure Gasp contro Italiano non vanta una solida tradizione: nei quattordici precedenti tra i due tecnici, la metà delle volte ha prevalso l’attuale tecnico del Bologna (l‘ultima l’anno scorso, proprio ai quarti di coppa Italia), appena quattro i successi di Gian Piero (uno contro lo Spezia, uno con la Fiorentina, due col Bologna), tre i pareggi. Molto spesso, contro di lui Gasperini ha schierato il 3412, la variante più conservativa del suo sistema di gioco a tre punte. Probabilmente lo vedremo anche stasera. Bisogna abituarsi a vedere lo schieramento della Roma anche in base a quello degli avversari, e quindi col 4231 un accoppiamento facile (e comunque sbilanciato in avanti) viene col 352, con gli attaccanti sui centrali, gli esterni sui terzini, i mediani sulle mezzali e il play (Koné) sul trequartista. I bookmakers sono comunque accoglienti con la Roma: la vittoria è data a poco più di 2, la sconfitta a quasi 4. E allora Forza Roma! ■

I BOOKMAKERS DANNO FAVORITI I GIALLOROSSI: LA VITTORIA È QUOTATA POCO PIÙ DI 2 VOLTE LA POSTA. LA SCONFITTA QUASI 4

Le probabili scelte Gasperini è pronto a schierare in campo l’undici più competitivo che l’ultima settimana di lavoro gli ha consegnato. Davanti a Svilar, le certezze sono Mancini e Ndicka: Hermoso parte in vantaggio su Ghilardi (Celik è squalificato) per completare il reparto arretrato. In mediana, Rensch insidia Wesley per una maglia sulla destra, visto lo stato di forma non ottimale del brasiliano; al centro si va verso la coppia Cristante-Koné, con Angeliño sull’out di sinistra. El Aynaoui è pronto ad agire sulla trequarti (come contro l’Everton) non troppo lontano da Soulé (Dybala verso la panchina) e Ferguson, in netto vantaggio su Dovbyk, al centro di diversi rumors di mercato. Ma a prescindere dall’undici, buon viaggio Roma. ■

Gian Piero Gasperini in campo durante una delle ultime sedute di lavoro a Trigoria; insieme a lui Paulo Dybala GETTY IMAGES
Neil El Aynaoui prima di fare il suo ingresso in campo sui campi del Fulvio Bernardini GETTY

IN CONFERENZA

«UNA ROMA DIVERSA DA MAGGIO»

Gasperini «Dybala non ha i 90’ nelle gambe. Dal mercato profili futuribili. Pellegrini? Il club non vuole rinnovarlo»

Si ricomincia. In campo e di fronte ai microfoni. Alla vigilia della sfida della 1ª giornata tra la Roma e il Bologna, Gian Piero Gasperini ha risposto alle domande dei giornalisti in conferenza stampa, al Fulvio Bernardini. Quella di domani sarà la gara numero 600 in Serie A. Come immagina la prima all’Olimpico? E come arriva la squadra? «Ho letto questa mattina (ieri mattina, ndr) che quella di domani è la seicentesima per me. Non guardo molto le statistiche: è stata una sorpresa. Non c’è niente di meglio che poterla realizzare in un contesto come quello di domani, nella prima di campionato, alla prima con la Roma, in uno stadio così. È qualcosa di straordinario. La squadra arriva con tanta voglia di fare. Domani è un biglietto da visita, dietro di noi c’è tanta gente e giochiamo contro una delle squadre migliori del campionato. Una squadra rodata. È una bella prima sfida in campionato».

È stata una settimana difficile per l’infortunio di Bailey e anche a causa dello stallo per Sancho. Come vive questa situazione? E Dybala come sta? Può giocare? «Bailey? Incredibile. Siamo veramente dispiaciuti. Un infortunio in una situazione difficile da spiegare. Al di là dell’immediatezza della partita, anche perché non so quanto avrebbe potuto

DISPIACIUTI PER BAILEY. PENSAVO A UNA FINESTRA DIVERSA, MA ABBIAMO LAVORATO BENE

essere utile, è assurdo per l’entità dell’infortunio in un gesto consueto del giocatore. Non so che durata hanno le trattative sul mercato; siamo nella fase finale, tutto è imprevedibile. Io guardo la partita col Bologna. Per quanto riguarda Dybala: Paulo è rientrato da 10 giorni e secondo me è sulla strada giusta. Era partito bene, ha dovuto fermarsi e ora sta facendo tutto il possibile. Secondo me non può giocare 90 minuti, o gioca dall’inizio o a gara in corso».

Si aspettava un mercato un po’ più completo?

«Indubbiamente sì, soprattutto per un allenatore nuovo che può avere altre idee. Ma abbiamo lavorato bene e quelli che sono partiti dall’inizio hanno fatto tanto. Mentre con gli altri, che sono arrivati un po’ a singhiozzo, qualcuno prima, qualcuno dopo, c’è stato questo stallo. Tutti noi vorremmo sempre partire con una rosa definita per sfruttare al meglio la preparazione, ma ormai sembra un’utopia per tutti».

Nei discorsi in cui avete iniziato a parlare su come strutturare la rosa, aveva ricevuto rassicurazioni?

«Chiaramente si fanno propositi. Ma un conto sono i propositi, un conto la loro realizzazione. Bisogna vedere anche in quanto tempo si riesce a fare tutto».

Nell’imprevedibilità di mercato, rientra anche Dovbyk o lui sarà l’attaccante della sua Roma?

«Vi piace molto la partita di domani... (ride, ndr) Non ho la sfera di cristallo, non so che cosa succederà in questi dieci giorni. Dovbyk sarà convocato. Domani arriviamo di fronte a un’attesa bella, di un inizio di campionato. Dovbyk e gli altri convocati domani dovranno avere la concentrazione massima. Per il resto, quello che succederà lo vedremo».

In ritiro ha fatto un paragone musicale per Dovbyk... «Non era riferito a Dovbyk! (ride, ndr) Ho detto che in generale, nel calcio, ci sono dei tempi, un po’ come nella musica. Vale per tutti. E i giocatori di qualità sono quelli che hanno il tempo giusto. Chi entra un po’ prima o un po’ dopo, rischia di steccare... Non era su Dovbyk... Non l’ho mai nominato! (ride, ndr)».

Ecco, a oggi le sembra più intonato Ferguson o Dovbyk? E poi, lei ritiene questa Roma più forte di quella dello scorso anno?

DOVBYK? VEDREMO CIÒ CHE ACCADRÀ. VEDERE EL AYNAOUI AVANZATO È UNA POSSIBILITÀ

«Dunque, io penso che loro due siano due strumenti, poi dipende se vanno a tempo o meno, ma sono due ottimi strumenti. Diversi, sì, qualcuno più in forma prima, qualcuno più in forma dopo. A me sembra che siano in crescita entrambi rispetto all’inizio della stagione, anche sul piano dinamico e fisico. Sull’altra domanda, se sarà più forte, lo dobbiamo capire. Avevamo parametri su quella precedente, quella di oggi è una squadra diversa: se guardaLÌ BOLOGNA

Italiano: «La Roma ha ancora bisogno di tempo». Pronto

Eva Tambara

eva.tambara@ilromanista.eu

Ad essere ospitato dalla Roma allo Stadio Olimpico per la prima di campionato è il Bologna, che l’ultima volta che ha toccato quel terreno di gioco ha poi alzato la Coppa Italia. Ma questa volta i rossoblù ci arrivano in modo diverso, tra le cessioni e i nuovi acquisti. E questo concetto lo ha ben chiaro anche Vincenzo Italiano, che alla vigilia della sfida contro i giallorossi in conferenza stampa ha dichiarato: «Siamo stati strepitosi ma ora si riparte da zero». «Adesso serve ripartire con la

SIAMO STATI STREPITOSI MA ADESSO SI RIPARTE DA ZERO. GASPERINI HA UNA SQUADRA DI QUALITÀ

te l’ultima formazione di Torino, di fine maggio, rispetto a quella Roma sono passati tre mesi e tre titolari non ci sono più, oltre a 6-7 giocatori in panchina che se ne sono andati. Ne sono arrivati 5 di movimento, uno purtroppo si è fatto male subito. Quindi è una squadra diversa, anche nei numeri. Mi auguro che sia più forte. Ma lo vedremo strada facendo».

Come sta Pellegrini? Dove lo immagina in campo? Per domani, è possibile vedere El Aynaoui a trequarti?

«El Aynaoui è una soluzione che ci può stare. Pellegrini è vicino al recupero, non ha mai potuto allenarsi con la squadra. Non so perché chiedete queste cose a me e non alla società o al giocatore... Io ho visto una situazione non così chiara: è evidente che la società non voglia allungare il suo contratto e lui ha bisogno di giocare per ambire alla Nazionale e ai suoi obiettivi. Io cerco di rispondere e di chiarire la situazione. Non voglio fare polemica. Quello che sembra a me è che se Pellegrini trova una situazione adeguata ed è contento di andare via, è contenta anche la società. Ma la situazione adeguata è difficile da trovare. È chiaro».

Sugli acquisti di Ferguson, Wesley, El Aynaoui e Ghilardi: possono giocare dal 1’?

«Non so se dal 1’ per una questione di inserimento, ma nella partita possono giocare tutti. Sono profili su cui la Roma ha

stessa voglia dell’anno scorsocontinua il tecnico di Karlsruhedi certo abbiamo perso giocatori importanti, ma ne sono arrivati di altrettanti e cercheremo di inserirli in fretta e di dare fastidio a tutti». Ed è probabile che parte dei nuovi faccia il proprio esordio all’Olimpico stasera: tra questi il ritorno in Serie A di Immobile, pronto a guidare l’attacco nel 4-2-3-1. Niente titolarità invece per Federico Bernardeschi, che torna in Italia dopo l’avventura negli USA. Anche i neo arrivati Heggem e Zortea partiranno dalla panchina, con la possibilità di un ingresso in campo a gara in corso. Non ci sarà invece l’ultimo innesto Rowe del Marsiglia, che ha svolto soltanto ieri le visite mediche. Out anche Holm, alle prese con una una lesione di primo grado del bicipite sinistro, e Miranda, che sta scontando la seconda delle due giornate di squalifica rimediate nella scorsa stagione.

In attesa di scoprire le scelte di Italiano per la formazione ufficiale, qualche dichiarazione sulla Roma da parte del tecnico: «C’è stato il cambio di allenatore, quindi avranno bisogno di tempo, ma affronteremo una squadra di grande qualità e sarà spinta da uno stadio incredibile». ■

Vincenzo Italiano, allenatore del Bologna, 47 anni GETTY IMAGES

pensato di costruire il proprio futuro: sono ragazzi giovani, il più “vecchio” è El Aynaoui che ha 24 anni. Ghilardi e Wesley sono del 2003, Ferguson del 2004. Sono giocatori diversi, bei profili e mi piace lavorare con loro. Arrivano da momenti diversi: Wesley ha giocato 30 partite consecutive in Brasile; Ferguson viene da tanto tempo di inattività; Ghilardi ha iniziato la preparazione con noi; El Aynaoui mi sembra quello maggiormente in forma... Ma mi piacciono. Si può lavorare bene con loro».

A centrocampo che scelta tattica ci dobbiamo aspettare, anche in relazione a Dybala?

«Non è una questione che riguarda i nostri, ma un adattamento che si ha in base a come si schiera l’avversario. La nostra squadra deve essere duttile e saper giocare con due moduli, anche nell’arco della stessa gara, e farlo in modo chiaro. Più si gioca, più si assimilano concetti».

I giocatori scelti sul mercato sono giusti per la sua idea? E nel mercato, la sua idea è affine a quella di Massara?

«I giocatori giusti sono quelli bravi, con potenzialità. Rientrano tutti nel mio modo di pensare e di giocare a calcio, nelle caratteristiche con cui si vuole ripartire e che ha richiesto a me la società. Ovvero di ripartire con giocatori emergenti, non del tutto affermati, e che possano far fare plusvalenze. Anche se

Gian Piero Gasperini, 67 anni, durante la conferenza andata in scena ieri al Bernardini. Quella di oggi sarà la gara numero 600 in Serie A per il tecnico GETTY IMAGES

sembra diventata una cosa molto facile... (ride, ndr) Bisogna prendere ragazzi con un futuro; si cercano i giovani, che magari costano, per cercare di fare le plusvalenze. Perché si vogliono fare le plusvalenze? Per il bilancio, per comprare i nuovi giocatori e reinvestire... Altrimenti si prendono subito giocatori affermati. In questo momento, il segnale dato dalla società è stato il primo. Speriamo di poterlo realizzare. Io sto pensando a come lavorare. Questa è la prima intervista e voglio chiarirmi, sperando di parlare, le prossime volte, dell’avversario».

Si parla spesso del calcio di Gasperini e dei giocatori fisici. La Roma sulle fasce ha Angeliño e Wesley, diversi da quelli che aveva all’Atalanta. Cambierà qualcosa?

«Ne ho avuti talmente tanti, tutti diversi, che nessuno faceva le stesse cose. Conti era diverso da Spinazzola, Gosens era diverso da Hateboer, Maehle era diverso da Castagne, Bellanova era diverso da Zappacosta... Rensch, Wesley e Angeliño sono diversi dagli altri: vanno rispettate le loro caratteristiche, cercando di farli rendere al meglio».

Domani dobbiamo aspettarci una squadra più difensiva o vedremo l’essenza gasperiniana?

«Cercheremo quell’essenza. Non so se la troveremo subito, faremo di tutto per arrivare all’obiettivo, nel rispetto dell’avversario».

Nella sua prima conferenza stampa aveva detto di essere consapevole delle difficoltà. Sono state quelle che si aspettava? Su Hermoso: l’ha utilizzato spesso, punta su di lui domani?

«Hermoso sembrava neanche dovesse venire in ritiro, poi è stato aggregato all’ultimo. Si vede che ha giocato a livelli alti. È un giocatore serio, che si è allenato bene, ha giocato tutte le partite. Inizialmente non sembrava essere nei programmi. Domani non c’è Celik, serve un sostituto: lui è mancino come Ndicka, ma può essere utilizzato. Mi auguravo che ci fossero più possibilità sul mercato dopo il 30 giugno: ci sono state, poi c’è stato un blocco. La società mi ha sempre detto le stesse cose, è sempre stata chiara. La realizzazione è più complicata».

Che cosa la colpisce di Ferguson?

«Ferguson è il classico ragazzo che ha fatto benissimo due anni fa e ha avuto, per motivi diversi, una fase in cui non ha rispettato le aspettative. È la classica situazione in cui è bello, insieme, riportarlo ai valori di qualche anno fa». ■

ABBONAMENTI

Per le coppe staccate 44.000 tessere I tifosi romanisti non deludono mai. Dopo il successo per gli abbonamenti di campionato, numeri fenomenali anche per la tessera per le coppe: sono ben 44.000 le tessere sottoscritte, compresi i settori premium dell’Olimpico

Tonino Cagnucci

CAPODANNO MAMA ROMA I’M COMING HOME COGITO ERGO SUD di

La prima in casa ha un valore tutto suo: dà insieme un senso di inizio eppure di ritorno. È un sentimento doppio ma non ambivalente, perché è chiaro, netto come la voglia di tornare: la nostalgia della casa nel momento in cui la riapri, nitida come le parole di ieri di Gasperini in conferenza. Abbiamo un allenatore che ha fatto del lavoro l’unico suo fronzolo, cioè esattamente quello che serve sempre, ma un po’ di più a Roma. Ha usato le parole come schemi, i concetti come assi oltre che come assiomi: chiari, so’ quelli e basta.

L’addio (ancora virtuale) a Pellegrini dispiace (e dispiacciono le cattiverie su di lui), il ritardo sul mercato un po’ preoccupa eccetera, ma Gasperini le questioni le ha messe tutte sul tavolo, o per affrontarle o perché le ha già affrontate. È il nostro Geppetto, artigiano che deve costruire con sudore, perizia, passione e pazienza una favola. Perché per poterle raccontare le Roma vittoriose, c’è solo un modo: costruirle con la fatica, senza illusioni, guardando in faccia la realtà. Anche se oggi possiamo tornare a guardare negli occhi un sogno, il nostro: la Roma.

LA SOCIETÀ HA CHIESTO DI LAVORARE SU PROFILI GIOVANI. HERMOSO È SERIO, PUÒ ESSERE UTILIZZATO

Acquazzoni pomeridiani ma cielo sereno nella notte dell’Olimpico

Gli attori principali, sul palcoscenico atmosferico europeo, sono rispettivamente una vasta circolazione depressionaria protesa dalla Scandinavia alla scena orientale del continente, e un esteso campo anticiclonico fra la Francia e le isole britanniche; lungo il bordo di confine fra queste figure bariche, il nostro Paese è interessato da correnti in quota nord-occidentali. In seno a queste ultime, si alterna il veloce transito

di impulsi instabili, in grado di innescare, di giorno in giorno, attività temporalesca più o meno intensa su diverse zone italiane; nella giornata di oggi, saranno soprattutto il fianco orientale e parte del meridione della penisola, a vedere lo sviluppo dei rovesci e temporali più diffusi, e in qualche caso anche piuttosto forti, ma le ore centrali del ciclo diurno porteranno tempo localmente instabile anche sulla nostra regione. Nella Capitale

cielo inizialmente sereno o poco nuvoloso, momentaneo aumento della nuvolosità a cavallo dell’ora di pranzo, con possibilità di locali acquazzoni pomeridiani, in rapido esaurimento entro metà pomeriggio, con ritorno a cielo sereno prima di sera. Temperature decisamente accettabili, con massime sui 28/29°C e valori serali sui 23/24°C; venti deboli settentrionali, a regime di brezza da Ponente nel pomeriggio FT

Oggi si torna a casa la prima volta, che è un paradosso ma che è - lo sapete - esattamente quello che proverete non solo all’ultimo gradino prima di spizzare il campo, ma già appena svegli, dal mattino. È insieme scoperta e conforto, curiosità e conferma. Il primo giorno di scuola, e quello delle elementari, il nostro Capodanno laico. Anzi no, per qualcuno (me, per esempio) pure religioso. Mai come in questa stagione questa dimensione- sconosciuta nella vita borghese e “civile” - di comunità è importante. Bisogna fare muro, quadrato, testuggine, scegliete voi riferimenti storici o forme geometriche, attorno all’allenatore della Roma, Gian Piero Gasperini. Dare anche tempo, ma non per aspettare, piuttosto per non perderne altro: a parte la Conference e Mourinho è troppo che non vinciamo niente. Questi sono diventati gli anni del Napoli campione e questo deve essere per tutti noi solo uno sprone: non esiste che la Roma continui a essere assente, dove invece deve essere. Gasperini ha dimostrato (non solo nell’impensabile decennio a Bergamo, ma anche a Genova e a Crotone) di aver costruito un calcio che ha saputo dare risultati ma che è, soprattutto, garanzia di rispetto verso i tifosi. Lasciamo da parte la fregola e l’isteria, immaginiamo un orizzonte: la visione del traguardo finale renderà più facili gli ostacoli che ci saranno da superare. “Per chi ho corso? Roma. Per chi ho lottato? Roma. Per chi sono morto? Roma”. Era questa l’“haka” di Daniele De Rossi prima di entrare in campo, il grido condiviso coi suoi compagni. La Roma va vissuta con questo spirito qua. Soprattutto quando torni a casa sua. Sarebbe brutto ritrovarla senza di Lei. ■

Roma
Olimpico

Roma-Bologna

LO SCENARIO

PELLE, TITOLI DI CODA

Lollo ai saluti Gasp lo ha detto chiaro e tondo, dopo mesi di rumors: le due parti pronte a separarsi

Il giocatore piace al West Ham, ma l’ingaggio oneroso e l’infortunio rappresentano il vero scoglio

Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu

Gasperini l’ha detto a chiare lettere, sorprendendo più di qualcuno: dopo aver sottolineato come l’argomento sia in realtà di competenza della società, ha fatto capire che il futuro di Lorenzo Pellegrini è lontano da Roma e dalla Roma. Dopo mesi tra rumors, voci, indiscrezioni e smentite, alla fine è stato proprio il nuovo tecnico a mettere le carte in tavola: «La situazione è chiara - ha spiegato Gasp - la società non vuole rinnovargli il contratto, ma lui vuole giocare per ambire alla Nazionale e ai suoi obiettivi. A me sembra che se lui trova una situazione adeguata è contento di andare via. Lui e la società. Ma la situazione adeguata è faticosa da trovare, perciò c’è questo stallo». Il riferimento - per nulla velato - è all’ingaggio del calciatore, estremamente oneroso per le casse giallorosse: oltre 6 milioni di euro comprensivi di bonus sono una cifra ritenuta eccessiva dalle parti di Trigoria. Perciò, complice il contratto in scadenza il 30 giugno 2026, la Roma sta cercando di trovare una soluzione che da un lato possa accontentare il calciatore, ma che dall’altro le permetta di monetizzare la cessione, per evitare di veder andare via Lorenzo a zero tra un anno.

In tal senso, però, l’infortunio patito da Pellegrini lo scorso maggio complica notevolmente le operazioni: la lesione al tendine della coscia destra all’altezza del retto femorale gli ha impedito di lavorare con Gasperini e il resto del gruppo, perciò è in ritardo di condizione e rivederlo in campo prima di ottobre appare improbabile. Questo aspetto condiziona eventuali interessamenti da parte di altri club, che ci pensano due volte prima di farsi avanti. Di certo c’è che Lorenzo piace al West Ham: nonostante le smentite di rito, il club londinese ha sondato concretamente il terreno, e sarebbe disposto a

Cosa ti sei inventato per essere qui questa sera? Da quale parte d’Italia sei arrivato? E le tue ferie, guardiamoci in faccia, sono finite ieri o inizieranno da domani?

A quanti hai scombussolato i piani per trovarti oggi all’Olimpico? Alessandro, per esempio, questa mattina presto ha lasciato la famiglia in vacanza per salire su un treno, venire dalla Calabria, vedere la partita e viversi ogni rito che la precede per poi, domani con una sveglia in orario altrettanto improbabile, fare lo stesso percorso al contrario.

«Papà è andato a vedere la

IL 29ENNE INTANTO ATTENDE L’OK PER IL RITORNO IN CAMPO DOPO IL LUNGO STOP

PER LA ROMA

Lorenzo Pellegrini, 316 gare in maglia giallorossa dal 2015 ad oggi, è 15esimo nella classifica alltime dei calciatori con più presenze nella Roma. Qui accanto, l’esultanza sotto la Curva Sud dopo la vittoria nel derby dello scorso 5 gennaio GETTY IMAGES

offrire un ingaggio importante al ventinovenne di Cinecittà. La Roma, però, vuole monetizzare e non intendere svendere a due lire un giocatore che - seppur reduce da una brutta stagione e da un infortunio piuttosto serio - è stato capitano, tra i migliori come rendimento fino al 2024 e pur sempre nel giro della Nazionale. Nel frattempo, il calciatore attende dal professor Lempainen l’ok definitivo al ritorno in campo, che potrebbe arrivare già nei prossimi giorni. Giorni che saranno decisivi, in un senso o nell’altro: non è detto che Pellegrini trovi una sistemazione lontana dalla Capitale prima della chiusura del calciomercato; ma è pur vero che per la prima volta in otto anni l’eventualità di un divorzio dalla squadra in cui è cresciuto e dove si è affermato appare più concreta che mai. ■

La nostra esigenza e il vento dell’estate

Roma». Come Simone, tornato ieri da New York. Dopo aver convinto la sua, di famiglia, che prendere i biglietti per l’aereo del ritorno di venerdì sarebbe stato più vantaggioso. Quando, invece, tutti sapevano che, semplicemente, non avrebbe voluto correre il rischio – qualora ci fosse stato l’anticipo del sabato – di perdersi l’esordio. E, infatti, non se lo perderà. Io non lo so voi ma, per me, questi bagliori simil adolescenziali non alimentano solamente una passione senza compromessi ma pure, forse addirittura di più, la vita intera delle persone che attraverso questo fuoco riescono

a mantenersi giovani. E anche se tutto questo dovesse essere, in fin dei conti, solamente una illusione, lasciatecela vivere a pieno. Noi che se la Roma perde una partita viviamo tutta la settimana seguente come se avessimo una scheggia sotto la pelle. Una scheggia che sta lì, neanche la vedi. Però ogni tanto brucia. E continuerà a farlo fino a che non riuscirai a estrarla, finché la prossima vittoria non arriverà a sanare quel dolore. Perciò, vivaddio, eccoci! Qui, ancora. Come se questa estate, pure lei, per un attimo si fosse messa in pausa. E più di 60.000 Romanisti, prima di tornare a

vivere questi ultimi scampoli di agosto, fossero venuti a prendersi un sorso di vita. Per questo, ne sono convinto, di storie come quella di Alessandro e Simone, questa sera, ne saranno pieni gli spalti e magari proprio la tua sarebbe stata quella migliore da raccontare. Tutte insieme, queste storie, sono quella di un popolo in movimento. E mi torna in mente, allora, quello che mi disse una sera un mio amico: «Per me la Roma è una esigenza». Ecco... se vi chiedessero di riassumere l’articolo aggrappatevi a queste sette parole. Perché, probabilmente, vi appartengono pure. ■

LA STAGIONE 2025/26

23/08 20.45 Roma - Bologna

30/08

14/09

| 21 /09

25/09

28/09

02/10

05/10

23/10

26/10

29/10

02/11

06/11

Pisa - Roma

Roma - Torino

Lazio - Roma

ª League Phase*

Roma - Verona

Fiorentina - Roma

| 25/01 - Roma - Milan

| 29/01 - 8ª League Phase

| 01/02 - Udinese - Roma

| 04/02 - Quarti Andata*

| 08/02 - Roma - Cagliari

| 11/02 - Quarti Ritorno*

| 15/02 - Napoli - Roma

| 19/02 - Playoff Andata

| 22/02 - Roma - Cremonese

| 26/02 - Playoff Ritorno

| 01/03 - Roma - Juventus

Sassuolo - Roma

Roma - Parma

4ª League Phase

Cremonese - Roma | 09/11 - Roma - Udinese

23/11

Roma - Napoli | 27/11 - 5ª League Phase

30/11

03/12

07/12

11/12

14/12

17/12

| 21/12

Ottavi di finale*

Cagliari - Roma

6ª League Phase

Roma - Como

Ottavi di finale*

Juventus - Roma

| 03/01 - Atalanta - Roma | 28/12 - Roma - Genoa

| 06/01 - Lecce - Roma

| 04/03 - Semifinali Andata*

| 08/03 - Genoa - Roma

| 12/03 - Ottavi Andata

| 15/03 - Como - Roma

| 19/03 - Ottavi Ritotno

| 22/03 - Roma - Lecce

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| 22/04 - Semifinali Ritorno*

| 26/04 - Bologna - Roma

| 30/04 - Semifinale Andata

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| 13/05 - Finale

| 17/05 - Roma - Lazio

| 18/01

Torino - Roma | 11/01 - Roma - Sassuolo

| 22/01 - 7ª League Phase

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| 20/05 - Finale

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DOVBYK IN BILICO ORE DECISIVE PER SANCHO

Il punto Il Villarreal non molla Artem Si attende la risposta finale dell’inglese

Iacopo Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu

La stagione è ufficialmente iniziata e manca sempre meno alla fine della sessione estiva di mercato. Frederic Massara è al lavoro sui vari tavoli delle trattative per regalare a Gaspeirini i rinforzi tanto attesi. L’attacco è il reparto che nei prossimi giorni potrebbe subire maggiori cambiamenti a partire proprio dal futuro incerto di Artem Dovbyk. Anche il tecnico giallorosso ne ha parlato in conferenza stampa e ha lasciato trapelare che ogni scenario è possibile: «Non ho la sfera di cristallo per capire cosa succederà nei prossimi dieci giorni. Ma Dovbyk col Bologna è convocato». Il futuro dell’ucraino è in bilico e oggi contro i rossoblù avrà a disposizione un’ottima chance per dimostrare a Gasp di potersi giocare le sue carte ancora nella Capitale. Su Artem continua il pressing del Villarreal che vorrebbe riportare il centravanti in Spagna ma la Roma rimane in attesa di un’offerta adeguata per sedersi al tavolo e trattare. L’opzione di un prestito con diritto di riscatto non è neanche presa in considerazione dai giallorossi che vorrebbero almeno un prestito con obbligo fissato attorno ai 30 milioni di euro, gli spagnoli stanno riflettendo prima di affondare il colpo. Alla finestra anche il Milan, con cui c’è l’idea per uno scambio di prestiti con Gimenez,

e il Napoli (ma il primo obiettivo resta Hojlund). Tra le alternative monitorate da Massara vi è anche Breel Embolo, punta del Monaco.

In attesa Sicuramente il tempo di attesa per Jadon Sancho sta per scadere anche se tutte le parti continuano a sperare nell’esito positivo della trattativa. L’accordo tra Manchester United (in pressing sul giocatore essendo l’unica offerta ricevuta per lui) e Roma è stato trovato da tempo e ora manca “solo” il sì dell’inglese. I contatti tra il giocatore e i giallorossi continuano, ma nonostante le numerose call ancora non è arrivato il segnale di apertura per arrivare alla fumata bianca. Il Besiktas rimane sulle tracce di Sancho e i turchi metterebbero sul piatto un’offerta importante al giocatore per l’ingaggio anche se a livello professionale l’appeal della Roma permette ai giallorossi di mettere la freccia per il sorpasso.

La sabbia nella clessidra sta per scadere e da Trigoria attendono una risposta nelle prossime ore prima di virare su nuovi obiettivi.

In difesa

Per il reparto arretrato il primo obiettivo rimane Jan Ziolkowski del Legia Varsavia. L’accordo tra i club era stato raggiunto ma all’ultimo il Legia ha cambiato le condizioni chiedendo il 30% in più.

La Roma rimane fiduciosa grazie alla volontà più volte manifestata del calciatore di venire nella Capitale. ■

Dall’alto: Artem Dovbyk durante una seduta di allenamento a Trigoria, Jadon Sancho con la maglia del Chelsea, Breel Embolo attaccante classe ’97 del Monaco e Jan Ziolkowski calciatore polacco e difensore del Legia Varsavia GETTY IMAGES E IPA

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Roma-Bologna

L’ALFABETO DELLA PARTITA

COME AI VECCHI TEMPI

Dalla A alla Z Storicamente favorevole, la sfida interna col Bologna di recente è diventata dura

Tanti i doppi ex: tecnici (Bernardini, Mazzone e Radice) e calciatori (Antonioli, Rinaldi e Mangone)

Lorenzo Latini lorenzo.latini@ilromanista.eu

AGO

AIn un altro Roma-Bologna che inaugura il campionato, il 7 ottobre 1973, un giovane Agostino Di Bartolomei segna la sua prima rete in carriera, firmando il gol del definitivo 2-1 che regala la vittoria ai giallorossi di Scopigno, sotto di una rete all’intervallo.

BATMAN

BAlias Francesco Antonioli, portiere giallorosso dal 1999 al 2003, numero 1 della Roma Campione d’Italia 2000-01. Solo uno dei tanti doppi ex della sfida, l’estremo difensore brianzolo veste la casacca del Bologna dal 1995 al 1999 e di nuovo dal 2006 al 2009.

CAMPIONI D’ITALIA

CNon solo Antonioli, però: nella Roma che conquista il tricolore nel 2000-01 ci sono anche altri due giocatori prelevati dal Bologna, si tratta di Amedeo Mangone e Alessandro Rinaldi. Entrambi salutano dopo il trionfo del 17 giugno.

DEBUTTO

DLa stagione del terzo Scudetto si apre proprio contro il Bologna: allo Stadio Olimpico, il 1° ottobre 2000, la squadra di Capello prima soffre, poi vince 2-0 grazie al gol di Totti e all’autorete di Castellini. Si tratta del primo mattone nella costruzione del sogno tricolore.

ESONERO

EL’incrocio più recente all’Olimpico risale al 10 novembre 2024, quando il ko per 3-2 contro i rossoblù spinge i Friedkin a cacciare Ivan Juric, dopo 53 giorni disastrosi. Qualche giorno più tardi verrà annunciato l’ingaggio (benedetto) di Sir Claudio Ranieri.

FUFFO

FBandiera giallorossa, Fulvio Bernardini è anche stato l’ultimo allenatore capace di vincere lo Scudetto a Bologna: nel 1963-64 c’è lui alla guida dei rossoblù che conquistano il settimo tricolore nella storia del club.

GIPO E GIGI

GOvvero Viani e Radice, tecnici che nel corso delle rispettive carriere siederanno su entrambe le panchine. Il primo, tecnico della Roma nel suo unico anno di Serie B (1951-52), guiderà poi il Bologna dal 1952 al 1956 e da direttore tecnico nel 1968; per quanto riguarda Radice, allena i rossoblù nel 1980-81, la Roma nel 1989-90 e l’anno successivo è di nuovo in Emilia, ma non riesce a evitare la retrocessione.

HAT-TRICK

HO più semplicemente tripletta: la firma uno straordinario Momo Salah nel 3-0 con cui la Roma di Spalletti

Sopra, Mexes e Doni esultano al termine della gara contro il Bologna del 1° novembre 2009, vinta 2-1 dalla Roma di Ranieri. Qui accanto Carletto Mazzone e, sotto, “Fuffo” Bernardini: entrambi romani e romanisti, hanno allenato sia la Roma sia i rossoblù GETTY IMAGES

si sbarazza del Bologna il 6 novembre 2016.

INVENZIONE

ICome quella di Francesco in Roma-Bologna del 16 aprile 2000: i giallorossi vincono 2-0 grazie ai rigori di Montella e del Dieci, che per la prima volta si esibisce dagli 11 metri con il cucchiaio che ben presto diventerà il suo marchio di fabbrica.

LOTTA

LVittoria sofferta nei minuti finali per la Roma di Zeman, che il 15 febbraio 1998 batte 2-1 il Bologna grazie a una rete di Delvecchio all’87’. I tre punti rilanciano i giallorossi in zona UEFA dopo il solito gennaio disastroso che caratterizza le squadre del Boemo.

MAGARA

MAltro doppio ex illustre per quanto riguarda le panchine: Carletto Mazzone, alla guida della sua Roma dal 1993 al 1996, allena il Bologna nel 1985-86, di nuovo nel 1998-99 - raggiungendo una storica semifinale di Coppa UEFA - e dal 2003 al 2005.

NOVE OTTOBRE

NLa data in cui, nel 1949, la Roma allenata da Fulvio Bernardini batte 3-1 i rossoblù grazie al gol di Spartano e alla doppietta di Tontodonati. Un successo prezioso in una stagione tormentata, che vedrà i giallorossi salvarsi per il rotto

della cuffia, chiudendo al terzultimo posto.

OSTICA

ODa qualche anno, la sfida con il Bologna all’Olimpico sta regalando giornate non felicissime: la Roma ha vinto soltanto due delle ultime cinque gare casalinghe, con altrettante sconfitte e un pari. L’ultimo successo risale al 4 gennaio 2023: 1-0 firmato Pellegrini per la squadra di Mourinho.

PIERINO

PUna doppietta di Prati, il 16 febbraio 1975, mette al tappeto un Bologna combattivo (2-1) e rilancia le ambizioni europee della Roma di Liedholm, che chiuderà terza.

QUATTRO A UNO

QSuccesso netto per la Roma di Ottavio Bianchi il 25 novembre 1990. Oltre al primo gol romanista di Aldair, c’è gloria anche per Berthold, Desideri e Voeller; di Poli la rete bolognese.

RIMONTA

RReduce da tre sconfitte consecutive in campionato, il 1° novembre 2009 la Roma di Ranieri si ritrova sotto anche all’Olimpico col Bologna, ma ha la forza di ribaltare il risultato con Vucinic e Perrotta, andando a vincere 2-1.

SETTE

SLe reti realizzate contro i rossoblù da Totti, miglior marcatore romanista della sfida. Il bilancio per Francesco nelle 27 sfide è di 11 vittorie, 9 pareggi e 7 sconfitte.

TRICOLORE

TIl 22 gennaio 1942 la Roma capolista batte 1-0 il Bologna grazie a un gol di Cappellini all’80’ e porta a 3 i punti di vantaggio su Torino e Venezia. A fine stagione sarà Scudetto, il primo nella storia giallorossa.

UNGHERESI

UCome Lajos Kovacs e Gyorgy Sarosi, tecnici di entrambe le squadre: il primo allena la Roma 1932-33, quindi il Bologna nel 1934-35; il secondo è nella Capitale nel 1955-56 e nel 1959, nel mezzo una stagione (1957-58) in rossoblù.

VENTOTTO

VL’anno in cui la Roma ospita per la prima volta gli emiliani: il 22 gennaio al Motovelodromo Appio l’incontro termina 1-1, con reti di Schiavio per i rossoblù e Chini per i giallorossi.

ZEMAN

ZPura Zemanlandia in negativo il 16 settembre 2012 all’Olimpico: la Roma del Boemo, avanti di due reti dal 15’ e fino al 72’, prima si fa raggiungere nel giro di un minuto, quindi al 90’ incassa il gol del definitivo 2-3. ■

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IN PRINCIPIO NON ERA IL VERBO

LE PRIME PRIME VOLTE

Col Bologna Il primo gol alla Roma di Ago, il primo gol in campionato di Falcao, il primo di Totti

nella prima del campionato tricolore, la prima vittoria in trasferta nel primo Scudetto del ‘42

Tonino Cagnucci tonino.cagnucci@ilromanista.eu

In principio non era il Verbo, ma Roma-Bologna: primo ottobre 2000, per un campionato “strano” perché iniziava così tardi e dopo quella cosa che era successa a maggio con quell’altra squadra che aveva vinto addirittura lo Scudetto. Non era cosa. Il corteo “Roma resta giallorossa”, Batistuta, l’eliminazione in coppa Italia dall’Atalanta (non c’era ancora Gasperini eh), la contestazione al Fulvio Bernardini di Trigoria e finalmente Roma-Bologna. La prima di campionato, il primo di ottobre. Il verbo si coniuga fra un soggetto, un Capitano, Francesco Totti, e più che un complemento di tempo, moto a luogo, spazio eccetera, un completamento di tutto: la Sud. Cross da destra su punizione di Assuncao, mentre già – purtroppo - c’era qualche fischio all’Olimpico, colpo di testa di Francesco Totti, 1-0, gol, il primo di tutti quelli che porteranno al Tricolore del 17 giugno 2001 Odissea della Lazio (quando Totti chiuderà il ricamo dello Scucetto con una saetta, con una rete che ha ancora l’oro in bocca). Shining. Roma-Bologna alla prima di campionato e un gol di un capitano sotto la Curva Sud, magari a ottobre. In principio non era il Verbo, ma un’incredibile ripetizione inaugurale: Agostino Di

Bartolomei. Storia della Roma, storia magica della Roma, storia magica della magica Roma, fate voi ma è tutto così. Agostino, il mio Capitano per sempre, ha segnato il primo gol con la sua Roma (per sempre), contro il Bologna, il 7 ottobre 1973, alla prima di campionato, sotto la Curva Sud, per una vittoria di misura. Cross da destra, stavolta non di testa ma per una conclusione paff bum sotto la traversa. Era il 72’, gol della vittoria, dopo il pareggio alla rete di Ghetti, realizzato da Pierino Prati

all’esordio in campionato con la Roma. Quel torneo finirà male –con la cosa peggiore – ma che il Capitano abbia cominciato il suo per sempre proprio in quel campionato, in questo modo, recava già in sé una promessa non di rivincita, ma di realizzare il sogno (per uscirne dalla sua prigionia, giusto Presidente Viola?).

Per questa cosa era arrivato non un uomo, né un calciatore, ma un essere biondo, con la fronte aperta al sole. Quanti inizi. Quanti esordi. Quanti verbi. In principio non era il Verbo, ma

Paulo Roberto Falcao (intendetelo proprio come cosa che riguarda il Creato, il globo terracqueo nel corso dei tempi, eccetera). Perché il Divino la prima scintilla che incendiò la Serie A l’ha data sotto la pioggia, miracolo di chi è arrivato il 10 agosto a San Lorenzo ed è sceso dalle stelle. Stavolta non era l’inizio di ottobre, ma quasi la fine di febbraio, il 22 dell’anno 1981. La partita? Roma-Bologna.

Paulo Roberto Falcao, il 5, il Divino, stavolta vestito di bianco (e rimanendo lindo e immacolato, malgrado la pioggia e il fango, malgrado gli affanni degli altri) con un tiro di una geometria impercettibile, di una potenza non calcolabile e di un’eleganza molto poco raccontabile segna la sua prima rete con la Roma in campionato. Siamo alla Genesi. Stavolta cross da sinistra di Scarnecchia, dopo un’apertura di Agostino Di Bartolomei pensata probabilmente quasi dieci anni prima per il vantaggio durante il suo Roma-Bologna. Stavolta sotto la Nord, e stavolta non bastò: finì 1-1. Ma la rotta era segnata, il dado tratto e ritratto dopo l’in-

SIA PER DIBBA, SIA PER FRANCESCO ERA LA PRIMA GIORNATA GIOCATA AD OTTOBRE, IL 5 SOTTO LA PIOGGIA PORTÒ IL SOLE

famia fatta con Turone, l’opera d’arte abbozzata, il destino deciso: con un altro 1-1 contro altri rossoblù, a Genoa col Genova, arriverà quel Tricolore che poi comincerà a tornare con un gol di Totti sotto la Sud al Bologna. Una partita che ha troppi inizi e che da troppo tempo non finisce con una vittoria.

Nel 1982/83 la squadra per cui tifava (tanto) Pier Paolo Pasolini stava in Serie B, la prima di quell’anno fu comunque con altri rossoblù, a Cagliari, col primo gol di Faccini dell’intero campionato (cross su punizione dalla destra di Prohaska pressoché sovrapponibile a quello di Assuncao 18 anni dopo).

In questa storia non di numeri, ma di uomini primi – e forse anche soli – manca un riferimento al primo Scudetto: 1941/42, Roma Campione d’Italia. Il campionato così come nel 2000/2001 (e così come per il primo gol di Ago con la Roma) iniziò ad ottobre, la vinciamo 5-1 col Napoli in casa la prima, ma il primo viaggio di quell’anno, la prima trasferta, è su un campo di una squadra fortissima che già faceva tremare un po’ il mondo: a Bologna, col Bologna che era campione, e che non perdeva in casa da tre anni. Vinciamo 2-1, Donati e Krieziu all’82. Poi vinciamo lo Scudetto a giugno del ’42, del 2001. A maggio ’83. E chissà quando. Ma c’è sempre un principio a tutto questo. Non il Verbo, ma Roma-Bologna. le. Oggi. Quasi adesso. ■

Francesco Totti sigla col Bologna il primo gol della Roma nel campionato 2000-01, poi conclusosi con l’estasi tricolore. In basso, Paulo Roberto Falcao: il primo gol in campionato il Divino lo segnò proprio al Bologna GETTY IMAGES

L’INTERVISTA

A TU PER TU

«LA SQUADRA È ANCORA INCOMPLETA»

Peccenini «Manca il colpo che possa fare la differenza

Spero si faccia di tutto per dare a Gasp ciò che chiede»

Franco Peccenini, 72 anni compiuti qualche giorno fa quando sui social sono rimbalzati centinaia di messaggi di tifosi che non hanno dimenticato i suoi nove anni alla Roma. Di quella che è stata la sua storia in giallorosso e che, con un pizzico di buona sorte in più, avrebbe potuto essere, parleremo tra poco, prima gli auguri a nome di tutta la redazione de Il Romanista

Ciao Franco, grazie per avere accolto la richiesta di passare un po’ di tempo con noi e ancora buon compleanno. Come stai?

«Benissimo e grazie a Il Romanista per gli auguri. Non sono riuscito a rispondere a tutti quelli che mi hanno scritto: è incredibile quanta gente ancora si ricordi di me che non ho lasciato la Roma l’altro ieri. La sera del mio compleanno, il 16 agosto, ero a Campo de’ Fiori quando mi ha squillato il telefono, era Picchio De Sisti. “Ah - gli ho detto - mi hai chiamato proprio sul filo di lana”, e lui si è scusato per il ritardo. Giancarlo è stato un compagno di squadra eccezionale ed è una persona onesta, sincera, diretta. Non gli ho mai sentito dire una bugia, né l’ho mai visto rifiutare una responsabilità. Non ha indossato la fascia, che era sul braccio di Cordova, ma è stato capitano della Roma in tutto e per tutto. Come un grande capitano è stato Sergio Santarini che qualche mese fa, con altri compagni dell’epoca, siamo andati a trovare a Cesenatico; è stata una giornata bellissima, nel segno di legami che durano per sempre. Per il resto gioco a golf, quando posso vado al mare, seguo il calcio e lo commento con i vostri colleghi».

Stasera si parte con Roma-Bologna, come la vedi?

«La Roma mi sembra ancora incompleta. Leggo e sento che Gasperini vuole altri quattro-cinque giocatori e quelli che sono arrivati finora non credo possano trasformare la squadra. Sono sicuramente buoni giocatori, ragazzi che hanno prospettive importanti, ma non vedo il colpo che fa la differenza; spero si faccia di tutto per dare a Gasperini quello che chiede. Oggi è pieno di squadre che giocano a pallone mentre quelle che giocano a calcio sono pochissime; parlo di squadre che non sono solo corsa e forza fisica, ma anche tecnica e ricerca

del gioco. L’Atalanta è stata tra le poche che in questi anni ha giocato a calcio, ma per raggiungere quei livelli servono tempo e fiducia nell’allenatore. Ho incontrato Gasperini, che conosco da quando allenava le giovanili della Juventus, al Tre Fontane quando c’è stata l’amichevole col Cannes. Abbiamo parlato un po’ e mi è sembrato tranquillo e motivato. Certo le amichevoli non sono state esaltanti: ho visto una squadra che ancora fa fatica con certi movimenti sia in fase offensiva sia in quella difensiva, ma il calcio estivo è molto diverso da quello in cui sono in palio punti e qualificazioni. Perciò nessun allarme, probabilmente è fisiologico che finora sia andata così».

Perché, secondo te, Ranieri ha voluto un allenatore così diverso da se stesso?

«Con Claudio siamo stati compagni di squadra alla Roma e al Catanzaro, conosco benissimo le sue idee e la scorsa stagione ha preso in mano una squadra devastata psicologicamente, facendo cose eccezionali. Sa tutto di Roma come pochi altri, compreso il fatto che qui serve il bastone e non la carota, ovvero un allenatore che non si faccia condizionare da nulla, esattamente com’era Capello. Ho detto prima che mancano alcuni giocatori per le esigenze di Gasperini, ma la rosa che gli ha lasciato in eredità Ranieri ha dimostrato di avere dei valori. Numericamente e anche qualitativamente la base c’è: andrebbe solo completata in alcuni ruoli, perché l’allenatore è una certezza»

Ti propongo qualche ballottaggio: Wesley o Rensch?

«A Wesley va dato un po’ di tempo: viene da un calcio completamente diverso, si deve ambientare e deve capire certi meccanismi, per cui col Bologna penso giocherà Rensch, anche se nei sei mesi passati non è che mi abbia convinto del tutto. Ma sto parlando di questo momento particolare, non di una gerarchia tra i due»

Ferguson o Dovbyk?

AMICHEVOLI NON AL TOP MA NESSUN ALLARME: IL CALCIO ESTIVO È DIVERSO DA QUELLO VERO FERGUSON, PRIMO IMPATTO OTTIMO: SI MUOVE, GUARDA IN AVANTI E CERCA LO SPAZIO

«Dico Ferguson senza nessun dubbio. Le prime cose che gli ho visto fare mi sono piaciute tantissimo: si muove, guarda in avanti, cerca lo spazio per farsi servire dai compagni. La prima impressione è di avere a che fare con un attaccante potenzialmente gran-

dissimo».

Dybala o Soulè?

«La questione è esclusivamente fisica: se Dybala sta bene non ce n’è per nessuno, è il giocatore più forte della Roma e Gasperini ne è consapevole. Ma in questo momento tocca a Soulé, che è in forma e sta anche segnando con continuità».

L’obiettivo ragionevole sembra provare ad arrivare in Champions, su quale squadra pensi si possa fare la corsa?

«Il Napoli mi sembra fuori dai giochi: si è rinforzato molto, ha un bravissimo allenatore anche se ora dovrà trovare un sostituto per Lukaku e non sarà facile. Inter e Milan mi pare che pur faticando un po’ alla fine siano riuscite ad allestire organici importanti; perciò ti dico Juventus, che ad oggi considero un grande punto interrogativo»

Torniamo alla tua carriera nella Roma, nove anni e un unico rimpianto.

«Prima della Roma sono stato due mesi alla Fiorentina, ma soffrivo di nostalgia: telefonavo continuamente a casa dicendo che volevo tornare. Così sono andato da Dino Viola che era il presidente del Palestrina, il club dove ho iniziato, e grazie a lui e ad Antonio Sbardella che era il General Manager sono passato alla Roma. Vivevo nel pensionato di Ostia: vedere la mia famiglia e tornare a casa era molto più facile e sono iniziati i miei anni in giallorosso. Due titoli con la Primavera, l’esordio in A con Herrera, il terzo posto con Liedholm che valeva quasi uno Scudetto. Io e Francesco Rocca: io a destra e lui a sinistra, eravamo destinati ad una grande carriera e invece ci siamo rotti entrambi la cartilagine del ginocchio, un guaio che non si ripara nemmeno con le tecniche chirurgiche di oggi. Francesco

Qui sopra, Franco Peccenini ospite nella redazione de Il Romanista nel 2018. A destra, dall’alto in basso: l’ex difensore con Fabio Petruzzi

all’inaugurazione del centro sportivo intitolato a Carlo Mazzone nel

Municipio XII; Peccenini in tribuna allo Stadio

Olimpico; assieme a Cappioli, il Sindaco

Gualtieri e Nela, sempre a margine dell’intitolazione a Mazzone del centro sportivo nel quartiere romano di Bravetta MANCINI

si era lesionato anche tutti i legamenti e ha vissuto il calvario che sappiamo, io ho continuato a giocare per altri sette-otto anni, ma la gamba funzionava al 50% e ho danneggiato anche l’altra. Oggi ho le protesi a entrambe le ginocchia, a un’anca e alla schiena: lo sport fa bene se si fanno le passeggiate a Villa Borghese (ride, ndr). Nel 1980 vincemmo la Coppa Italia. Giocavo poco, mi voleva il Catanzaro, così andai da Viola per dirgli che volevo andarmene. Il Presidente mi voleva bene, mi aveva perfino regalato un fucile da caccia, di cui ero appassionato, e cercò in ogni modo di dissuadermi: “Franco, questa è casa tua: resta con noi, anche se giochi poco sei utile e ti vogliamo bene”. Niente da fare: sono andato a Catanzaro dove certo non ho giocato di più, le gambe non erano più le stesse. Fossi rimasto in giallorosso, magari sarei diventato anche io campione d’Italia. Tornassi indietro, mi taglierei la mano con cui bussai alla porta di

Viola, ma non si può»

Quale è stato il compagno più forte con cui hai giocato?

«Guarda, io ero milanista e tra i mei idoli c’era Pierino Prati. Quando me lo sono ritrovato compagno di squadra non riuscivo a crederci, tanto ero emozionato. Pierino era un attaccante nato, fortissimo di testa, in acrobazia, imprevedibile sotto porta. Marcarlo in allenamento mi ha fatto crescere tantissimo come difensore. Se fossi riuscito a fermare lui durante la settimana, non mi avrebbe spaventato nessun avversario la domenica in campionato»

Franco, la maglia della Roma pesa?

«Ma quando mai… La maglia della Roma è un orgoglio, un traguardo unico e prezioso, è impossibile raccontare cosa si prova quando dal tunnel si esce sul prato dell’Olimpico con quei colori sulla pelle. La maglia della Roma è una responsabilità: va indossata con la consapevolezza di avere l’obbligo di fare il proprio dovere con serietà e dedizione. Cose che i tifosi riconoscono e restituiscono con l’affetto e la vicinanza, comunque vadano le cose»

Con Lorenzo Pellegrini è una storia finita?

«Spero di no: vorrei tanto che non fosse così, anche se temo sia probabile. Pellegrini è un figlio di Roma e della Roma, è un grande giocatore e un grande talento. Sia chiaro, anche io ho visto che da tempo non è più il calciatore che abbiamo conosciuto, ma credo che entrare in campo percependo lo scettiscismo di gran parte dello stadio, sentendo i mugugni dalle tribune al primo passaggio sbagliato, abbia contribuito al suo entrare in una spirale negativa. Il vero Pellegrini farebbe la fortuna di Gasperini, ma non so se l’allenatore abbia tempo per aspettarlo» ■

L’INTERVISTA

«AVANTI COSÌ PER FARE LO STADIO»

Veloccia «Recuperate altre aree per far lavorare la Roma. Vogliamo ridurre al minimo i tempi»

Andrea de Angelis

Lo Stadio della Roma sembra essere giunto finalmente a un punto di svolta, dopo la soluzione a uno dei problemi che in questi ultimi mesi sembrava poter - se non compromettere - quantomeno rallentare un iter che abbiamo sempre saputo essere difficile. Il riferimento è al famigerato bosco di Pietralata, un’area verde dall’evidente poco valore (come ormai certificato), su cui però i vari comitati contrari allo stadio stavano costruendo la base di numerosi ricorsi. Con la relazione depositata dal dottor Mauro Uniformi lo scorso 12 agosto la querelle sembra definitivamente superata, e ora tocca alla Roma concludere il lavoro preliminare e poi consegnare il progetto definitivo in Campidoglio. L’obiettivo dichiarato dalla società giallorossa è quello di disputare almeno una partita della stagione 2027-28, quella del centenario, nel nuovo impianto. Per capire a che punto siamo abbiamo deciso di disturbare chi per il Comune sta seguendo il dossier Pietralata dal primo giorno, l’Assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Veloccia.

Assessore, qualche giorno fa è stata finalmente consegnata la relazione del Dottor Uniformi sull’area boscata di Pietralata. Possiamo ritenere chiusa definitivamente questa vicenda? Come si procederà in questo senso? «Si procederà come abbiamo sempre detto. A valle dell’analisi vegetazionale che è stata redatta e in parte ancora da completare, le aree che presentano caratteristiche boschive verranno compensate altrove. Il gran vociare che si è fatto è solo uno dei tanti tentativi di fermare il progetto, da parte di chi non vuole abbandonare le aree che occupa dove sorgerà lo Stadio e di qualcuno che gli va dietro»

MASSIMA ATTENZIONE E IMPEGNO COSTANTE PER FARE BENE LE COSE E RAPIDAMENTE, MA SENZA COMMETTERE PASSI FALSI

Però la questione bosco e i tanti ricorsi dei comitati hanno influito sull’iter, di fatto gli scavi archeologici sono stati fermi negli ultimi due mesi. Alla luce di questo, con quali tempistiche crede che si andrà avanti con questi lavori?

«Gli scavi sono stati in parte fatti (devono essere completati in due aree distinte, ndr), nel mentre abbiamo recuperato altre aree occupate; ora libereremo anche il solettone di cemento del rottamatore per far proseguire gli scavi alla Roma: si tratta di tanti ettari da analizzare, ci vuole tempo».

La Roma quindi in questo momento non può procedere e deve attendere che venga liberata l’area. Completati questi scavi, quanto tempo crede possa volerci per la consegna del progetto definitivo?

«È una domanda che va fatta alla Roma: i nostri tecnici sono costantemente a supporto del progetto, ma è la Roma che deve farlo e depositarlo».

Chiaro. Consegnato il progetto, quali saranno i passaggi immediatamente successivi, sia in Campidoglio sia dopo? «Il progetto va verificato: va analizzato sia tecnicamente, sia da un punto di vista economico e finanziario. Si tratta di un investimento di oltre un miliardo, il Comune dà in concessione un’area per tanti anni, bisogna che tutti i numeri siano a posto. Ma dalla direzione generale, all’avvocatura, a tutte le varie strutture di Roma Capitale, c’è massima attenzione e un impegno costante a fare le cose bene senza perdere un attimo, ma senza passi falsi. Tutto questo ci ha permesso fino ad oggi di superare ogni ostacolo reale o strumentale che fosse e vogliamo andare avanti così»

Il ritardo finora accumulato rispetto alla tabella di marcia però appare ormai evidente. Restate fiduciosi che si possa inaugurare l’impianto nel 2028?

«Il nostro obiettivo è far fare lo stadio alla Roma bene e velocemente, con tempi compatibili con la complessità dell’opera. Se la Roma confermerà nei mesi e gli anni a venire che questo è lo stesso suo obiettivo, vedrete lo Stadio di Pietralata, e il suo enorme parco intorno. Un monumento moderno allo sport e una rigenerazione complessiva di un quadrante di Roma»

Torno sulla data, che poi è quello

In alto, la Curva Sud nel progetto del nuovo impianto di Pietralata. Sotto, l’assessore Veloccia e il sindaco di Roma Capitale, Roberto Gualtieri

che ci chiedono tutti i tifosi della Roma: ci può dire come amministrazione che obiettivo vi siete dati? La prima pietra entro la fine di questa consiliatura?

«Ci siamo dati l’obiettivo di superare ogni step riducendo al minimo necessario i tempi burocratici. Ora aspettiamo il progetto e poi la conferenza dei servizi in Regione. Chiusa positivamente quella, potremo avere tempistiche molto più certe che non sparare oggi date. E comunque sia, anche solo per i sondaggi, a Pietralata già si sta scavando e avendo fatto un sopralluogo lì proprio di recente, una certa emozione sale nel vedere tanto impegno all’opera per un progetto così atteso»

Emozione comprensibile. Eppure non tutti sembrano pensarla in questo modo, anche all’interno della maggioranza che sostiene il sindaco Gualtieri. Nei giorni scorsi Avs (Alleanza Verdi Sinistra che in Campidoglio è rappresentata dai gruppi Sinistra Civica Ecologista e Europa Verde Ecologista) ha di-

SARÀ UN MONUMENTO MODERNO ALLO SPORT E UNA RIGENERAZIONE COMPLESSIVA DI UN INTERO QUADRANTE DELLA CITTÀ

03/10/22

Il progetto preliminare

La AS Roma presenta in Campidoglio uno studio di fattibilità per la realizzazione e gestione di un nuovo stadio a Pietralata, area di proprietà del Comune

22/11/22

La conferenza dei servizi

Da novembre 2022 a gennaio 2023 la Conferenza dei Servizi preliminare esamina lo Studio di fattibilità e il 7 febbraio 2023 la Giunta approva il progetto

09/05/23

Arriva il pubblico interesse

L’Assemblea Capitolina riconosce il pubblico interesse allo studio di fattibilità del progetto

07/09/23

Il dibattito pubblico

ramato una nota contro lo Stadio della Roma e questo progetto. Ci spiega ancora una volta perché secondo voi sarebbe un bene per la città?

«Francamente è una posizione che si spiega solo con una contrarietà a priori alla costruzione, che porta a dire: “C’è l’Olimpico, la Lazio e la Roma giochino lì e rinuncino a nuovi stadi”. Una posizione lineare che però non condividiamo, perché è chiaro che il calcio va verso stadi di proprietà dei club. Nel merito invece non ci sono possibili elementi di critica strutturale al progetto di Pietralata se non per dar fiato a qualche particolarismo: si costruisce solo lo stadio senza cubature aggiuntive, si sta su aree pubbliche quindi non si fa nessun favore ad alcun proprietario terriero, si dà una finalità ed un futuro ad un’area infrastrutturata dove abbiamo fatto metro, strade, parcheggi mai utilizzati ed abbandonati da 30 anni, l’area che doveva ospitare tutti gli uffici pubblici di tutta Roma che sono invece rimasti dove stavano con centinaia di milioni di euro sprecati, e infine si costruisce un parco di 6 ettari rendendo fruibile il verde che oggi è a servizio solo di qualche occupante o della prostituzione a ridosso di Via dei Monti Tiburtini. Insomma, capisco i pochi che abitano lì e non se ne vogliono andare e che per questo motivo propongono ogni giorno un ricorso al TAR, ma ragioni politiche o tecniche di critica sono piuttosto evanescenti» ■

La Società di Studi Economici Nomisma avvia il Dibattito Pubblico: la relazione tecnica approvata dalla Giunta il 26 gennaio 2024, aggiunge alcune richieste integrativa

13/05/25

Iniziano gli scavi archeologici

Dopo numerosi rinvii ed una contestazione di alcuni residenti, riprendono le indagini utili al completamento del Progetto definitivo

12/08/25

La perizia sul bosco

Il Dottor Mauro Uniformi consegna la relazione che pone la parola fine alla questione del presunto bosco di Pietralata

LA ROAD MAP

È NATA.

Qui accanto, tutta la gioia delle romaniste dopo il gol del 3-1 nel primo tempo contro la Ternana; sotto, l’esultanza di Alayah Pilgrim, autrice di una doppietta nella gara di ieri MANCINI

Le giallorosse

POST PARTITA Rossettini: «Approccio giustissimo. Avanti così»

SI RIPARTE CON UN POKER

TRA IDEE NUOVE E FUTURO

A Narni La Roma supera la Ternana 4-2

Ternana 2

Roma 4

Ternana (4-3-3)

Ghioc; Erzen, Pacioni (38’ st Porcarelli), Corrado (27’ st Massimino), Vigliucci; Di Giammarino (11’ st Regazzoli), Breitner, Pastrenge (11’ st Ripamonti); Pellegrino Cimò, Lazaro (27’ st Ferraresi), Pirone N.e.: Bartalini, Peruzzo, Ciccioli, Quazzico, Labate, Martins, Bianconi.

Allenatore: Cincotta

Roma (3-4-2-1)

Baldi; Di Guglielmo, van Diemen (20’ st Galli), Veje; Bergamaschi (20’ st Valdezate), Rieke, Greggi, Haavi; Pandini, Corelli (30’ st Babajide); Pilgrim (11’ st Kuhl) N.e.: Lukasova, Heatley, Caborner, Giugliano, Oladipo, Pante, Ventriglia, Soggiu, Cherubini Allenatore: Rossettini

Reti: 17’pt e 28’ pt Pilgrim, 21’ pt rig. Corelli, 24’ pt Pirone, 12’ st Rieke, 37’ st Regazzoli

Arbitro: Maresca di Napoli (Tagliaferro-Valcaccia)

Note: Recupero: 3’ e 5’

Ammonite: Di Giammarino, van Diemen, Di Guglielmo

Leonardo Frenquelli leonardo.frenquelli@ilromanista.eu

Quattro gol segnati e i primi tre punti della stagione. Il debutto assoluto della nuova Roma Femminile è segnato da una vittoria nella prima giornata della Serie A Women’s Cup: 4-2 in casa della Ternana, con una di-

screta personalità e facendo valere il dislivello tecnico piuttosto evidente rispetto alle avversarie neopromosse. C’era grande curiosità per questa prima uscita delle giallorosse, reduci dalla rivoluzione del mercato e all’inizio di una stagione che porta con sé tante incognite e cose da scoprire. Ieri Rossettini ha sciolto definitivamente i primi dubbi sul modo scelto e le intenzioni di gioco e fatto vedere le prime linee guida della sua interpretazione. Non avendo tutte le “titolari” a disposizione (out Viens e Thogersen, Giugliano non al meglio e Lukasova in panchina per gestione dei carichi di lavoro), il neo tecnico ha “provato” Pilgrim da centravanti del 3421, con Di Guglielmo insieme a van Diemen e Veje a comporre un inedito terzetto difensivo, Rieke a mettere fisicità a centrocampo vicino a Greggi (capitana)

al debutto stagionale. Doppietta di Pilgrim

e la spinta di Haavi (inizialmente a sinistra) e Bergamaschi sulla destra a tutta fascia. Rossettini cerca qualità nell’impostazione, verticalità e spazio sulle ali e proprio da lì è nato il gol del vantaggio dopo qualche minuto di “assestamento”: al 18’ Pilgrim ha ricevuto un ottimo assist di Bergamaschi dopo una progressione sulla destra dell’ex Juve e ha battuto Ghioc senza esitare per l’1-0 e la prima gioia romanista della stagione. Col gol segnato la Roma ha preso fiducia, ha continuato a spingere sulla destra e da quella parte Di Guglielmo si è spinta in area di rigore fino a guadagnare un tiro dal dischetto: Corelli si è incaricata di tirarlo e non ha sbagliato incrociando il suo destro. La Ternana ha provato a reagire sfruttando un guizzo di Pirone: l’ex romanista si è inventata un eurogol da oltre 30 metri ap-

Classifica girone C

Risultati e calendario

Ternana-Roma 2-4

Milan-Sassuolo 24/8 ore 20.30

Sassuolo-Ternana 6/9 ore 14.30

Roma-Milan 6/9 ore 15

Milan-Ternana 13/9 ore 14.30

Roma-Sassuolo 13/9 ore 14.30

profittando di un’incertezza di van Diemen (una delle tante al debutto) e battendo Baldi al 24’. Sbilanciata in avanti però la squadra di Cincotta ha concesso spazi alla Roma che non ha esitato a colpire ancora: doppietta di Pilgrim, stavolta su assist di Pandini, sempre dalla destra verso il centro. Nel finale di primo tempo i ritmi si sono leggermente abbassati per poi ricrescere a inizio ripresa: dopo un doppio importante intervento di Baldi al 51’, al 57’ è arrivato il poker giallorosso. La firma l’ha messa Rieke dopo una grande azione personale che l’ha portata a calciare da dentro l’area un destro imparabile per Ghioc. Bello il suo gol come bella la prestazione di fisicità e sostanza, accompagnata dalla qualità e dalla pulizia di Greggi in mediana, rimasta costante per praticamente tutta la sfida, anche quando il livello tecnico delle altre si è abbassato per un normale calo di energie. La Ternana ha accorciato a 8’ dalla fine col 2-4 di Regazzoli, poi è cresciuto il numero degli errori da entrambe le parti ma, in realtà, il risultato non è mai stato in dubbio. Tre punti in cascina e ora testa al preliminare di Champions contro l’Aktobe, con un po’ di certezze in più e importanti margini di miglioramento.

Concetti chiari Vincere è sempre il miglior modo per iniziare un cammino, ma è positivo che nonostante qualche defezione la squadra di Rossettini abbia già messo in mostra qualche concetto di gioco, idee del calcio che si vuole sviluppare da qui in avanti. Delle nuove, convincenti Bergamaschi e Rieke in particolare, ma in generale la Roma “gira” come vorrebbe e, aspettando prove più toste, è buona la prima. ■

«Tante note positive». Il nuovo tecnico della Roma Femminile Luca Rossettini è rimasto comprensibilmente soddisfatto dalla prima uscita ufficiale della sua squadra, un 4-2 in casa della Ternana che vale i primi tre punti nella neonata Serie A Women’s Cup: «Ci tenevamo a partire bene, io innanzitutto e le ragazze per coronare al meglio questo periodo di preparazione con tante novità per il gruppo. Non era scontato, le ragazze hanno fatto una partita giusta, rischiando qualcosa, la Ternana è stata un osso duro». Nonostante il significativo dislivello tecnico rispetto alle avversarie, l’allenatore ha colto più di un aspetto apprezabile dalla prova delle sue: «Tutte hanno dato un grande contributo - ha detto ai canali del club - quello che mi è piaciuto di più è stato l’approccio, il tentativo di portare

CI TENEVAMO A INIZIARE AL MEGLIO. HO APPREZZATO LA VOLONTÀ DI PORTARE IN CAMPO CIÒ CHE AVEVAMO PROVATO IN ESTATE

sul campo quello che avevamo provato. C’è stata la disponibilità a mettersi in gioco». Tra le firme di ieri c’è anche quella di Alice Corelli, romana, romanista e autrice del temporaneo 2-0 su calcio di rigore: «Siamo partite fortissime, tutte insieme, tutte l’una per l’altra per vincere questa partita - ha dichiarato - è l’unica cosa importante erano i tre punti, li abbiamo raggiunti, siamo molto felici di come abbiamo iniziato». Per lei un gol su un campo con un valore speciale per una persona speciale che purtroppo non c’è più: «Su questo campo c’era Fabio Melillo, ho ciesto ad Haavi il favore di tirare, la realizzazione del rigore è stato qualcosa di unico, Fabio è stato importantissimo per me, dunque è stato molto emozionante». ■

Il nuovo tecnico della Roma Femminile Luca Rossettini MANCINI

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ATALANTA IN CASA PER CANCELLARE IL TARDINI

2ª giornata Dopo il pareggio a Parma domani arriva la Dea al Tre Fontane

Tre punti cercasi. Domani pomeriggio alle 16.30 la Roma Primavera è attesa al Tre Fontane per la seconda giornata di campionato, la prima per quanto riguarda questa stagione di fronte ai propri tifosi. L’esordio assoluto non è stato tra i più semplici, con i baby giallorossi che hanno ottenuto solamente un punto al Tardini di Parma subendo il gol del pareggio nei minuti di recupero. Una beffa che Guidi e i suoi ragazzi voranno immediatamente cancellare già da domani. Anche l’Atalanta è reduce da un pareggio, seppur casalingo, e conseguentemente i bergamaschi saranno in egual modo a caccia della prima vittoria stagionale. Da mercoeldì mattina i baby giallorossi di Guidi hanno ricominciato a lavorare a Trigoria in vista della partita e oggi i ragazzi sosterranno la consueta seduta di rifinitura. Ipotizzabile pensare ad una Roma non troppo diversa rispetto a quella vista all’esordio contro il Parma: 4-3-2-1 con Zelezny pronto a difendere i pali della porta romanista e una linea difensiva a 4 verosimilmente composta da Lulli, Nardin, Zinni e Cama. A centrocampo qualcosa potrebbe cambiare: al Tardini il reparto era composto da Di Nunzio, Romano e Bah, ma con

il futuro di Romano ancora incerto e le crescenti voci di calciomercato che vedono Cagliari e Torino fortemente interessate al ragazzo, potrebbe anche non partire dall’inizio. Una delle soluzioni potrebbe vedere Di Nunzio vertice basso, con Bah e Tumminelli mezzali. Quest’ultimo è entrato nei minuti finali di Parma-Roma, ma è comunque reduce dalla rottura del legamento crociato e potrebbe anche essere presto per vederlo titolare dal primo minuto.

Un’altra soluzione potrebbe essere rappresentata dall’utilizzo di Coletta come mezzala - che andrebbe a completare il centrocampo con Di Nunzio e Bah - liberando uno slot in attacco.

A quel punto i due trequartisti potrebbero essere Della Rocca - a segno lunedì scorso - e Scacchi, alle spalle del giovanissimo Arena che si è già preso il centro dell’attacco della Roma Primavera.

Dove vederla in tv e streaming Roma-Atalanta, in programma per domani alle 16.30 al Tre Fontane, verrà trasmessa da Sportitalia, che detiene i diritti televisivi del campionato di Primavera 1.

La partita sarà visibile sul canale 60 del digitale terrestre. In alternativa, la gara verrà trasmessa anche in streaming e potrà essere vista in diretta attraverso l’applicazione o il sito web della stessa emittente televisiva ■

Domani ore 16.30

Prossimo turno

Cesena-Lecce 30/08 ore 10.30

30/08 ore 11

Sassuolo-Roma 30/08 ore 14.30

Juve-Cremonese 30/08 ore 16.30

Parma-Frosinone 30/08 ore 16.30

Fiorenitna-Inter 31/08 ore 11 Monza-Cagliari 31/08 ore 11

Lazio-Bologna 31/08 ore 14.30 Milan-Genoa 31/08 ore 16.30

I ragazzi di Trigoria

verso il basso, Federico Guidi, tecnico della Roma Primavera; uno scatto dell’esordio stagionale pareggiato col Parma per 2-2; Alessandro Romano, centrocampista GETTY IMAGES E AS ROMA

Dall’alto

PRIMO ESAME IN SERATA C’È IL MILAN

1ª giornata Azzurri in campo con il Sassuolo. E Genoa-Lecce

Sergio Carloni sergio.carloni@ilromanista.eu

Mesi, settimane, giorni. Adesso, ore di attesa. Ma ci siamo, si ricomincia. A partire dalle 18.30 di oggi: due match inaugureranno l’annata di Serie A. Genoa-Lecce da una parte, Sassuolo-Napoli dall’altra. Ed è al Mapei Stadium che i riflettori saranno puntati maggiormente. A Reggio Emilia è attesa una squadra, quella azzurra, che tanto ha investito sul mercato: da De Bruyne, arrivato a zero, a Lucca (35 milioni tra prestito e riscatto!), Noa Lang e Beukema. Poi, la squadra di casa. Una neo-promossa, sì, ma con tanta voglia di fare. Grosso va verso il 4-3-3, col tridente Berardi-Pinamonti-Laurienté a fronteggiare l’ipotetica difesa a quattro di Conte, nel

4-1-4-1. Niente Lukaku, spazio a Lucca, con l’esordio di De Bruyne a centrocampo, poi Politano e McTominay sugli esterni. Riparte senza Krstovic, invece, il Lecce, di scena al Ferraris. Troverà posto il 2008 Camarda, mentre il Genoa di Vieira dovrebbe schierarsi nel 4-2-3-1 con Piccoli a comandare il reparto avanzato; dietro, Stanciu a trequarti con Carboni e Gronbaek ai suoi lati. Due primi assaggi di quel che sarà. In attesa, alle 20.45, di Roma-Bologna e Milan-Cremonese. L’esordio per Allegri, nella sua seconda

ROSSONERI IN CAMPO CONTRO LA CREMONESE, FIORENTINA E LAZIO IN TRASFERTA DOMANI CONTRO CAGLIARI E COMO

MERCATO Allegri, ecco Boniface

Siebert-Sala per il Lecce

Pietro Laporta pietro.laporta@ilromanista.eu

avventura sulla panchina dei rossoneri. Occhi puntati dunque sulle scelte del tecnico livornese: probabile il 4-3-3, col ballottaggio Modric-Ricci in mezzo. Non è ancora il momento di Boniface, davanti. Prevista la presenza di Gimenez.

Si prosegue domani La giornata non chiuderà in serata. Già domani si ripartirà, alle 18.30, con Cagliari-Fiorentina all’Unipol Domus e Como-Lazio al Sinigaglia. Due ore e 15 minuti più tardi, altri due incontri: perché oltre alla prima stagionale della Juventus, contro il Parma all’Allianz, è in programma l’esordio di Juric alla guida dell’Atalanta, che se la vedrà col Pisa a Bergamo. Lunedì le ultime due gare di giornata. Prima Udinese-Verona, ore 18.30; infine, Inter-Torino alle 20.45. Tre giorni di calcio e speranze. ■

De Zerbi: «Rabiot-Rowe un episodio mai visto» Classifica

Anomalia del calcio d’estate, resa ormai prassi dai ritmi dei campionati, i giorni di mercato che arrivano sono quelli meno graditi da (quasi) tutti gli allenatori. Scenderanno in campo, in queste prime due giornate, squadre con giocatori destinati a partire, o prive di giocatori chiave che arriveranno. Tra queste il Milan, che conta di ufficializzare oggi l’acquisto di Victor Boniface. L’attaccante nigeriano è arrivato ieri pomeriggio a Milano e ha poi sostenuto le visite mediche. L’operazione si concluderà con circa 30 milioni di euro versati dai rossoneri nelle casse del Bayer Leverkusen. Era stato preceduto di qualche ora, dalle parti di Linate, da Andy Diouf, nuovo acquisto dell’Inter: il centrocampista ventiduenne è atterrato questa mattina a Milano e ha poi svolto le visite mediche, i nerazzurri hanno ufficializzato ieri sera il suo trasferimento dal Benfica, per circa 25 milioni di euro tra parte fissa e bonus. È stato ufficializzato ieri anche l’acquisto di Jamil Siebert da parte del Lecce. Il difensore ventitreenne, titolare fisso negli ultimi anni della Germania U21, ha scelto la maglia numero 5: prenderà probabilmente lui il posto di Baschirotto al centro di una difesa che potrebbe vedere l’aggiunta di Kurt Zouma, esperto difensore francese, svincolato dopo le esperienze con Chelsea, West Ham e Al-Orobah. Oltre a Siebert, in tarda serata il Lecce ha accolto anche Alex Sala, centrocampista proveniente dal Cordoba CF, che svolgerà oggi le visite mediche. ■ In conferenza stampa, alla vigilia della sfida tra Marsiglia e Paris Fc, Roberto De Zerbi ha parlato della rissa avvenuta tra Rabiot e Rowe, che ha portato all’esclusione dalla rosa di entrambi i giocatori: «Questa volta serve mettere le cose in ordine, non ho mai visto una cosa del genere in 30 anni. Se in un posto di lavoro due dipendenti si picchiano dando vita a una rissa da pub davanti al direttore sportivo, all’allenatore e con un compagno di squadra a terra svenuto, cosa dovrebbe fare il club, o il datore lavoro?».

Antonio Conte, 56 anni, tecnico del Napoli dall’estate del 2024. Alle 18.30 è in programma l’esordio stagionale in casa del Sassuolo GETTY IMAGES
Moise Kean, 25 anni GETTY IMAGES

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