Immenso Il record di punti in un girone nella storia della Roma è di Ranieri con 48 punti nella stagione 2009-2010. Quest’anno siamo a 43 con un turno ancora da giocare che potenzialmente può valere la qualificazione in Champions
MERAVIGLIA
L’HA FATTO ANCORA
Se riesci in qualcosa di incredibile solamente per una volta, magari può essere considerata fortuna. Ma quando riesci a ripeterti evidentemente devono esserci dei meriti che dovrebbero...
Pag 2-3
PARADISO IL GIRONE DEL
Davide Fidanza
Verso Torino-Roma
UN GIRONE DI RITORNO AL FUTURO
Il passo Il nostro record di punti è di Ranieri con 48 nel 09-10
Quest’anno
Sir Claudio è a 43 con ancora un turno da
Davide Fidanza davide.fidanza@ilromanista.eu
Se riesci in qualcosa di incredibile solamente per una volta, magari può essere considerata fortuna. Ma quando riesci a ripeterti evidentemente devono esserci dei meriti che dovrebbero essere riconosciuti oggettivamente. La Roma si trova ad un punto dalla Champions League a una giornata dalla fine e se avessimo prospettato questo scenario alla fine del girone di andata a chiunque probabilmente ci avrebbero preso per pazzi. Perché per arrivare ad un risultato del genere sarebbe servito un miracolo nel girone di ritorno, un qualcosa di vagamente simile a quanto fatto dallo stesso Ranieri nel lontano 2009-2010, quando mise in cascina ben 48 punti nella seconda
SPALLETTI
DAL GIRO DI BOA IN POI NE FECE 46 PER DUE VOLTE DI FILA NEL
2015-2016 E POI NEL 2016-2017
giocare
parte di campionato scrivendo il record storico romanista. E qualcosa di vagamente simile difatti è stato. Con lo stesso allenatore - anche stavolta da subentrante proprio come nella stagione 2009-2010 - i punti conquistati dalla Roma nel girone di ritorno sono stati ben 43 con una partita ancora da disputare. Un successo contro il Torino, oltre a valere come minimo l’Europa League e come massimo la Champions in una stagione che sembrava essere compromessa, porterebbe il bottino a quota 46 avvicinandosi sensibilmente al girone di ritorno da record dei 48 punti.
I gironi più prolifici
C’è un altro allenatore che è riuscito per ben due volte a disputare un girone come questo. Lo Spalletti bis infatti, nelle stagioni 2015-2016 e 2016-2017 ha raccolto 46 punti nella seconda metà del
CAPELLO E RUDI GARCIA
NE HANNO
RACCOLTI 44, ENTRAMBI ALL’ANDATA
NEGLI ANNI
2003-04 E NEL 2013-14
campionato. Nella prima annata in questione, Spalletti subentrò a Rudi Garcia giocando solamente il girone di ritorno. 46 punti quindi come quelli che potrebbe ottenere la Roma di Ranieri se dovesse vincere l’ultima giornata di campionato. Un rendimento simile in un intero girone la Roma lo ha avuto anche con altre gestioni; tanto per fare degli esempi, la Roma del primo anno di Rudi Garcia ottenne 44 punti nel girone di andata anche grazie
alle 10 vittorie consecutive nelle prime 10 giornate di campionato. 44 furono anche i punti ottenuti da Capello, sempre nel girone di andata ma ben 10 anni prima, nella stagione 2003-2004. Nel 2000-2001, la Roma che vincerà lo scudetto chiuderà il girone di andata con 39 punti mentre in quello di ritorno girerà a 36. Questo sottolinea ancora di più l’incredibile lavoro svolto da Ranieri - anche se va specificato chiaramente che fino
al 2004-2005 il campionato era a 18 squadre e quindi si giocavano due partite in meno nel girone di andata e due in meno nel girone di ritorno - che è riuscito ancora una volta a risollevare una stagione che sembrava non avere oramai più nulla da raccontare. Una vittora nell’ultimo turno non gli consentirà di agganciare il suo stesso record di punti in un girone, ma con un pizzico di fortuna potrebbe valere anche molto di più ■
IL MERCATO
Soulé che festeggia dopo il gol all’Inter; sotto l’esultanza di Paredes per la punizione contro il Milan. Nell’altra pagina Ranieri durante RomaFiorentina 1-0 GETTY IMAGES
IL PROSSIMO TECNICO
Gasp prende ancora tempo Espirito Santo è volato via
Indovina chi La Dea aspetta la risposta del tecnico, presente nella lista data a Dan
Simone Valdarchi simone.valdarchi@ilromanista.eu
LL’agente di Perri ieri a Roma, ma da Trigoria secca smentita: il portiere non è nel mirino
In attesa di annunciare il nuovo allenatore della Roma, a Trigoria hanno già iniziato a lavorare sulla squadra del futuro: l’area scout giallorossa sta infatti ultimando le relazioni su molti calciatori monitorati in questa stagione, in attesa di capire quali profili saranno poi funzionali al nuovo progetto sportivo.
Tra i profili sotto osservazione c’è il portiere brasiliano (27 anni) del Lione, Lucas Perri. Dopo diverse esperienze in Brasile, in questa stagione si è messo in mostra in Ligue1: Fonseca lo ha definito “il miglior portiere al mondo” e alcuni osservatori giallorossi lo hanno visto all’opera in un paio di occasioni. Ma, mentre diversi rumors nelle ultime ore lo avevano dato vicino alla Roma, da Trigoria abbiamo avuto modo di registrare forti smentite sul suo conto. Curiosità: nella giornata di ieri è transitato in città l’agente del calciatore brasiliano, Leonardo Cornacini, prima di proseguire verso Venezia. La priorità, evidentemente, è arrivare alla fumata bianca per il rinnovo di Mile Svilar, in un se-
condo momento si valuteranno eventuali alternative. Non solo possibili arrivi, ma anche uscite e conferme. Il tavolo di trattativa con il Benfica per Dahl rimane apertissimo: il calciatore vuole rimanere in Portogallo, i lusitani vogliono
LA SOCIETÀ HA DECISO DI VOLER CONFERMARE
LUCAS GOURNA-DOUATH: SI LAVORA PER LA SUA PERMANENZA A TRIGORIA
confermarlo e la Roma non si opporrà, vuole solo monitorare al meglio al sua partenza. L’affare si farà. Nelsson non verrà riscattato, mentre su Gourna-Douath la Roma ha fatto sapere al Salisburgo di voler puntare sul giovane mediano. Non essendo scattate le condizioni per il riscatto obbligato, bisognerà adesso capire la formula migliore per permettere al francese di rimanere nella Capitale. Da un centrocampista all’altro: sabato sera Enzo Le Fée giocherà la finale play-off di Championship a Wembley, contro lo Sheffield Utd. In caso di vittoria e promozione del Sunderland, il riscatto da parte degli inglesi diventerebbe obbligato. Ma anche in caso di sconfitta, i due club potrebbero sedersi per trovare un accordo: il ragazzo si è rilanciato in Inghilterra, valorizzato da Le Bris che lo conosce bene.
Infine, Roma e Milan si siederanno presto intorno allo stesso tavolo per definire il futuro di Tammy Abraham e Alexis Saelemaekers. ■
a fumata bianca per l’allenatore della Roma si fa attendere. E sarà così ancora per qualche giorno. Prima c’è da chiudere al meglio la stagione domenica, a Torino, con l’Europa sicura e una Champions ancora possibile, poi si potrà dare forma al nostro futuro. La voce sempre più insistente però, dal mondo del calcio che ruota attorno a Trigoria (dentro le mura del Fulvio Bernardini le bocche sono sempre ben cucite, come da prassi nell’era Friedkin) è che il nome del tecnico sia stato individuato, al termine della lunga ricerca condotta dall’accoppiata Ranieri-Ghisolfi. Nella famosa lista, consegnata sulla scrivania di Dan ormai da qualche giorno, non c’è mai stato il nome di Nuno Espirito Santo. L’ennesima suggestione è stata smentita, poche ore dopo quella che voleva Jurgen Klopp sulla panchina romanista. Il portoghese del Nottingham Forest non è stato contattato dalla famiglia Friedkin e il suo destino sembra essere in Arabia, visto che ormai il suo rapporto con il patron Marinakis è ai minimi termini. Tra la genesi di quest’ennesima pista (arrivata dalla Spagna) e la sua caduta, distanti l’una dall’altra meno di 24 ore, c’è stato il tempo di avvistare a Fiumicino l’ex Ceo Lina Souloukou, ora proprio nei quadri dirigenziali del Nottingham Forest. Souloukou, però, era a Roma non per trattare l’uscita di Espirito Santo, quanto per motivi familiari (i figli vivono ancora nella Capitale).
Tra l’altro, ieri, sempre a Fiumicino, è comparso anche José Mourinho. Poco importa che lo Special One dovesse soltanto fare scalo all’aeroporto capitolino tra Lisbona e Istanbul, qualche scatto sui social è bastato per accendere un’altra fugace voce sul prossimo allenatore della Roma. Insomma, la febbre in città sale, ma non si pubblica annuncio che Dan non voglia, quindi bisognerà pazientare ancora. Detto di chi non è mai stato nella lista degli allenatori cercati (nessun contatto con Pioli o Allegri), passiamo a chi, invece, di contatti con Ranieri e Ghisolfi li ha avuti, come Gian Piero Gasperini. A Bergamo, Percassi rimane in attesa di incontrarlo per ricevere una risposta sul rinnovo con l’Atalanta fino al 2027 (l’attuale accordo scade nel 2026). L’alternativa è la separazione, ipotesi che Gasp sta valutando, insieme alla possibilità di migliorare ancora con la Dea, dopo 9 anni di lavoro. Dovesse rimanere a Bergamo, Gasperini andrebbe aggiunto a Farioli e Fabregas, nell’elenco di quelli contattati, senza però essere arrivati a dama (il primo ritenuto acerbo, mentre lo spagnolo ha deciso di restare a Como). Il casting di Ranieri e Ghisolfi è chiuso. Ora si aspetta soltanto Friedkin. ■
PERCASSI HA OFFERTO A GASPERINI, CONTATTATO DA RANIERI, IL RINNOVO FINO AL 2027. L’IPOTESI NUNO È DURATA MENO DI 24 ORE
Claudio Ranieri (73 anni) e Gian Piero Gasperini (67) prima di Atalanta-Roma del 12 maggio MANCINI
Lucas Perri, portiere brasiliano del Lione GETTY
www.ilromanista.eu www.radioromanista.it
LA STAGIONE 2024/25
Verso Torino-Roma
FIDUCIA PER ARTEM
Trigoria Terapie per Dybala e Pellegrini. Dubbio sulla destra: Soulé o Saele
Ancora individuale per Dovbyk, ma c’è ottimismo per la sua presenza a Torino
Iacopo Mirabella iacopo.mirabella@ilromanista.eu
Dopo il giorno di riposo concesso da Claudio Ranieri, la squadra è tornata ad allenarsi a Trigoria per preparare la gara di domenica sera a Torino contro i granata. Tutti presenti all’appello tranne Dybala, Pellegrini e Artem Dovbyk. Nella seduta di allenamento di ieri il centravanti ucraino ha svolto nuovamente lavoro individuale, ma dal centro sportivo giallorosso filtra ottimismo sulla sua convocazione per l’ultima sfida della stagione. Dovbyk vuole esserci a tutti i costi e insieme allo staff medico è al lavoro per cercare di recuperare al meglio la sua condizione fisica ed essere al fianco dei compagni sul terreno di gioco. La sua convocazione non sembrerebbe essere in dubbio, mentre per capire se potrà scendere in campo dal primo minuto bisognerà aspettare i prossimi giorni. In caso di partenza dalla panchina, Shomurodov si prepara a conquistare l’ennesima maglia da titolare con il compito di guidare l’attacco giallorosso.
Verso l’obiettivo Altri 90 minuti di fuoco e di passione per cercare di raggiungere l’obiettivo finale: la qualificazione alla prossima Champions League. Grazie alla vittoria nella scorsa giornata contro il Milan (3-1 all’Olimpico) la Roma è certa di giocare una competizione europea il prossimo anno, ma con una grande incognita: Champions, Europa League o Conference? Non cambia solo per appeal e importanza, ma anche e soprattutto per gli introiti per meriti sportivi che entrerebbero nelle casse giallorosse. L’obiettivo è scavalcare la Juventus (attualmente al quarto posto con una lunghezza di vantaggio sulla Roma) e di non farsi superare dalla Lazio (sesta a -1). L’ultimo ostacolo da superare sarà quello dell’Olimpico Grande Torino contro i granata. Ancora tre punti per essere certi almeno della qualificazione in Europa League, ma l’attenzione sarà rivolta anche a Venezia dove al Penzo andrà in
SHOMU PRONTO A PARTIRE DAL PRIMO. NESSUN
DUBBIO SU CHI FORMERÀ IL TERZETTO DIFENSIVO.
scena la sfida tra la squadra di Di Francesco e la Juventus. Ancora 90’ per decretare la classifica finale di questa Serie A.
I dubbi di Ranieri Sulla presenza in porta di Svilar e sulla scelta dei 3 che formeranno il terzetto difensivo ci sono pochi dubbi (Celik, Mancini e Ndicka), ma dal centrocampo Ranieri potrebbe apportare qualche modifica rispetto alle gare precedenti.
Koné e Cristante potrebbero formare la coppia in mediana con la fascia sinistra che sarà affidata al solito Angeliño. Il primo grande dubbio riguarda la fascia destra: Soulé o Saelemaekers? Con Rensch che potrebbe subentrare a gara in corso. In base alla scelta sulla destra si delineerà anche il reparto offensivo. In caso di partenza dalla panchina di Dovbyk, come prima punta ci sarà Shomurodov. ■
GLI ARBITRI Domenica c’è Di Bello E Rocchi non “risponde”
L’Aia ha diramato le designazioni per l’ultima giornata di Serie A. A fischiare per Torino-Roma sarà Di Bello di Brindisi: 30 i precedenti di cui 17 vittorie, 6 pareggi e 7 sconfitte. In questa stagione due gli incroci, entrambi positivi: il 5-0 casalingo contro il Parma e la vittoria di Empoli firmata da Soulé dopo pochi secondi. A completare la squadra arbitrale ci saranno gli assistenti Cecconi e Bhari; il Quarto Uomo Cosso; al Var Chiffi (contestato dall’Inter per la direzioine della gara di domenica scorsa con la Lazio) e all’Avar Paterna.
La “moviola” di Bergamo Finalmente nell’ultima puntata di “Open Var” il designatore Rocchi ha parlato, tra gli altri, dell’episodio di Bergamo tra Koné e Pasalic. Una spiegazione non spiegazione, o comunque parziale. Una non risposta a Ranieri. Il tecnico giallorosso, senza entrare nel merito del rigore, aveva chiesto con enfasi, un chiarimento sul metodo: cioè su quando deve intervenire il Var in contrasti (i famosi «contatti bassi, tra cui ginocchia e caviglie») già giudicati dall’arbitro. E aveva chiesto uniformità, dati i vari casi in cui resta la decisione presa in campo. Rocchi ha definito corretta la chiamata da parte del Var e da revocare il rigore perché il contatto è troppo leggero (tanto che manca la simulazione). Chi ama il calcio lo vuole più giusto e quindi ben venga un Var che elimina le ingiustizie (sembra che l’Ifab cercherà di ampliare le maglie, per fortuna), ma al Gewiss in sostanza più che di applicazione di questo protocollo si è esteso il concetto a moviola: dall’audio diffuso, Abisso al monitor “suggerisce” subito a Sozza di revocare il rigore e “bolla” come leggero il tocco di ginocchio di Pasalic (ma certamente non un “chiaro ed evidente errore” come nel caso dell’impatto tra i piedi). Poi mostra al direttore di gara solo l’immagine dal basso, con focus sui piedi (l’impatto del ginocchio si vede meglio da dietro e dall’alto). Un “super Var”, dunque, un po’ come a Monza, quando Aureliano non richiamò La Penna su pestone e calcio rifilati da Kyriakopoulos a Baldanzi. Rocchi, poi, ha detto che l’Aia non ha segreti. Sarà vero, ma non ha ancora spiegato né diffuso l’audio dell’errore ai danni della Roma a Verona nel caso del gol di Magnani dopo la gomitata rifilata a Ndicka. Quando vuole, noi siamo qua. ■ GF
Artem Dovbyk durante una seduta di allenamento a Trigoria GETTY IMAGES
Verso Torino-Roma
COGITO ERGO
LASUDCOPPA È SUL PALO
22 maggio ‘91 Contro l’Inter la finale Uefa: dopo nemmeno 10’ il legno di Rizzitelli, a meno di 10’
dalla fine l’1-0 di Rizzitelli. Non ci sarà più tempo per la gloria, per il raddoppio, per la storia
Tonino Cagnucci tonino.cagnucci@ilromanista.eu
IL NOSTRO AMORE – IL VOSTRO CUORE – ALZERANNO LA COPPA – CARICA RAGAZZI.
Questo ha letto la Roma quando è entrata in campo quella sera del 22 maggio contro l’Inter per il ritorno della finale di Coppa UEFA. C’erano da recuperare due gol. A Milano avevamo perso 2-0 per colpa di Berti e di un rigore grossolano, davanti a tanti tanti romanisti. All’Olimpico c’erano tutti per la Roma. La Sud ha srotolato quei quattro striscioni al centro della curva, mentre poco più in alto comparivano giganti le lettere SPQR usate anche in un derby. E tutto attorno colore. E cori. Al centro anche un po’ di viola, ai lati arancio e poi giallorosso nei Distinti e in Tevere (sfumato in arancione). La scenografia in tutto lo stadio: così com’era successo nell’86 con la Juventus, così come sanno fare soltanto i tifosi della Roma. Al centro un po’ di viola anche perché quella coppa sarebbe dovuta essere del suo presidente.
Quaggiù si va allo stadio molto presto, al pomeriggio la Sud è piena come alla sera, come il giorno dopo addirittura (quando ci sarebbe stato l’epico addio al calcio di Bruno Conti).
Appena la Roma entra in campo, vede tutto questo e sente l’alèoo che si cantava sempre una volta, o per festeggiare o come
preambolo di una grande cosa. E Quella partita era una grandissima cosa.
La Roma aveva giocato una Coppa UEFA da favola, aveva eliminato il Benfica, vincendo a Lisbona dove i portoghesi non perdevano da anni; poi il Valencia, il Bordeaux, con triplette e doppiette “bionde” di Voeller e Gerolin, l’Anderlecht (con un’altra tripletta del tedesco), il Broendby all’ultimo tiro possibile e a Milano con l’Inter era stata sfortunata in certi episodi. Due gol da rimontare come col Dundee, è un’impresa
simile. La Roma dà veramente tutto. Ma tutto. Oltre ai colori, ai fumogeni, agli striscioni dagli spalti, si sentono i cori del Commando, ma cantati da ogni parte dello stadio. In campo la Roma gioca il primo pallone già come fosse l’ultimo. Iniziò come doveva fare, come soleva fare, com’era in quel tempo d’amore: una fiammata e ardore. Dopo nemmeno dieci minuti sotto la Sud il palo di Rizzitelli, a poco meno di dieci minuti dalla fine l’1-0 di Rizzitelli che non avrà tempo per la gloria, per il raddoppio, per la
storia. Ma in mezzo c’è stata la Roma e anche oltre. Negli ultimi dieci minuti di partita Rizzitelli con un colpo di testa su punizione da sinistra di Salsano sfiora il 2-0: colpisce il pallone quasi in lacrime, tanta era la tensione, la voglia, il tempo che stringeva, lo stadio che urlava. Prima ancora Berthold aveva avuto la palla del vantaggio in tempi migliori, nel primo tempo Di Mauro e Voeller. Nela finisce senza fiato. Nela l’unico rimasto della finale del 1984. Quella era la terza finale europea della nostra storia, tutte giocate negli scontri decisivi all’Olimpico (Birmingham ’61 e Liverpool ’84). Allo stadio, oltre alla Roma, c’era il meglio del meglio del football mondiale. Sotto la curva a fare da raccattapalle c’era anche un ragazzino delle giovanili che all’entrata in campo delle squadre teneva i palloncini in mano per la coreografia e che a fine partita si vede andarsene triste mentre Zenga esulta davanti a lui: Francesco Totti. In tribuna c’erano Nils Liedholm e Sven Goran Eriksson che all’intervallo in diretta Rai faranno più o meno lo stesso commento: «La Roma
ALL’ANDATA A MILANO ERA FINITA 2-0 PER LORO, AL RITORNO NON BASTÒ UNA GARA EROICA E UNA CURVA SUD COMMOVENTE
sta dando tutto ma l’Inter tiene bene. Non è ancora finita, ma è dura. Tutto può comunque succedere».
Non era dura, era di più: quella era l’Inter di Trapattoni e dei tedeschi, di Matthaeus, Brehme e Klinsmann. Noi avevamo il Tedesco che volava e che in quella Coppa UEFA lo aveva fatto più di tutti: era e sarebbe rimasto capocannoniere con 10 gol. Avevamo vinto 8 volte. Avevamo fatto tante cose importanti ma non ci era riuscito quel gol in più che ci avrebbe dato quello che quella squadra e quello stadio avrebbero meritato. Finirà con un “grazie lo stesso” e i giocatori della Roma in lacrime sotto la Sud. Rizzitelli era inconsolabile. “Il nostro amore” e il loro cuore non l’hanno alzata la Coppa, ma quella notte e la notte dopo Roma e la Roma hanno dato definitivamente una lezione di tifo, passione e appartenenza. Anche con l’Inter lo stadio era pieno e l’incasso da record per il calcio italiano (oltre 4 miliardi). E il giorno dopo, a nemmeno 24 ore da una delusione così enorme vissuta davanti agli occhi, all’Olimpico per l’addio di Bruno Conti c’erano perfino più persone. In campo c’era la Roma campione dell’83 col suo Capitano Agostino, con Conti che diceva addio nel posto dove 24 ore prima Totti raccoglieva i palloni per la Roma e lanciava i palloncini in cielo per la Sud… Sì, il nostro amore, il vostro cuore, alzeranno la Coppa. ■
La coreografia della Curva Sud prima della gara di ritorno all’Olimpico. In basso Ruggiero Rizzitelli, uno dei protagonisti della partita e autore del gol della Roma
KO CON LO UNITED OGGI DOPPIA SFIDA
A Estoril Via al World Sevens Football: Roma battuta 2-3
Una rimonta e poi comunque il ko, tutto nel giro di mezz’ora. Ieri è iniziato il “World Sevens Football”, il torneo di calcio a sette che ha tutti i tratti di un’esibizione post-stagionale, salvo includere grandi squadre del calcio europeo e avere un ricchissimo montepremi in palio. Si parla di 5 milioni di dollari da dividere tra le partecipanti alle semifinali che verranno dopo la fase a gironi (2.5 milioni alla vincitrice, 1,5 a chi perderà in finale e 500.000 dollari a terza e quarta classificate); in sostanza, raggiungere la semifinale, ovvero passare il girone eliminatorio da quattro, varrebbe alla Roma più di una qualificazione ai gironi della Champions League col format in
LÌ TORINO
vigore fino a quest’anno (400.000 euro). Ecco perché è un peccato aver iniziato con una sconfitta. In un campo ristretto e con le porte più piccole (rispettando le misure regolamentari Fifa del 7vs7) e senza fuorigioco, aumentano a dismisura i ritmi e l’intensità, visto anche che si gioca soltanto due tempi da 15 minuti l’uno, con 5 supplementari in caso di parità prima degli eventuali rigori. La gara tra la squadra di Spugna (che saluterà al rientro dal Portogallo) e il Manchester
GIALLOROSSE SOTTO DI DUE GOL, POI LA DOPPIETTA DI GIUGLIANO NON BASTA. ALLE 15.30 IN CAMPO COL PSG, ALLE 20 COL BENFICA
United ha vinto le inglesi andare avanti di due gol firmati da Bizet dopo 3’ e da Toone al 14’. Dopo qualche difficoltà nel prendere le misure nella Roma si è accesa Giugliano che da sola ha deciso di riaprire in discorso: al 15’ ha accorciato le distanze con un gran sinistro dopo un doppio dribbling e al 18’ ha sorpreso Tullis-Joyce con un destro a giro (eletto miglior momento della gara) per il temporaneo 2-2. Peccato però che a 10’ dalla fine Grace Clinton ha siglato il 3-2 per lo United battendo Ceasar con un tocco sotto da distanza ravvicinata. Oggi la Roma è chiamata a un doppio impegno e a un doppio successo: alle 16.30 italiane (15.30 locali) sfida col Paris Saint-Germain che ieri ha battuto 2-1 il Benfica, avversario delle romaniste nella serata odierna (21.30 italiane). Le gare saranno trasmesse in diretta su Dazn. ■
Elmas e Karamoh nuovamente in gruppo
Martina Stella martina.stella@ilromanista.eu
Procede senza sosta la settimana di lavoro che porta il Torino di Vanoli a quella che sarà l’ultima partita di campionato, contro la Roma di Ranieri.
La squadra granata saluterà così i propri tifosi dopo un campionato assolutamente non entusiasmante, chiuso con un apatico undicesimo posto e senza obiettivi da dicembre. Sotto questo aspetto molto è stato influenzato dall’infortunio di Zapata, ma anche quando il Toro è stato matematicamente salvo ha quasi tirato i remi in barca, come
dimostrano le recenti prestazioni molto negative. Il clima che potrebbero trovare i giallorossi sarà davvero singolare. I tifosi granata non sono per niente soddisfatti di come è andata la stagione e
#ROMANISTAGRAM
sembra abbiano in programma alcune forme di protesta nei confronti della società, presidente urbano Cairo, del direttore tecnico Davide Vagnati e anche della squadra. Intanto, Karamoh ed Elmas ieri sono tornati ad allenarsi. Quest’ultimo, che probabilmente sarà all’ultima partita con la maglia del Torino, ha saltato l’ultima sfida, in trasferta contro il Lecce, a causa di un problema fisico, ma sembra essere rientrato a pieno regime; tra i recuperati ci dovrebbe essere anche il francese, che dopo l’allenamento di lunedì svolto in differenziato, si è allenato in gruppo per tutti gli altri giorni. ■
Giugliano e Troelsgaard esultano dopo il momentaneo 2-2 della numero 10 romanista WORLD SEVENS FOOTBALL VIA GETTY IMAGES
ROMA FEMMINILE
Eljif Elmas, nella sfida contro il Monza GETTY
Aldair con Mats Hummels. La didascalia del post: «Sono contento che abbia fatto un pezzo di strada anche con la Roma. Complimenti per le 645 presenze e buona fortuna per il futuro»
Paul Pogba condivide una foto sul suo profilo ufficiale di Instagram mentre si trova a pranzo con Paulo Dybala e la moglie Oriana Sabatini
Carlo Mazzone pubblica il premio vinto da Claudio Ranieri: «Grazie di tutto Mister Ranieri! Grazie AS Roma. Orgogliosi di vederla con questo premio in mano! Romani e Romanisti, forza Roma»