Il Pungolo n. 134

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Via Casal del Marmo, 618 Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord Ovest Casalotti - Selva Candida Anno XXVII - n. 134 - Settembre/Ottobre 2017 - redazione@ilpungolo.org - comit.narno@tiscali.it

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CMB, IN ATTESA DEL 2° PROCESSO PARTECIPATIVO Il primo incontro di questa estate si è concluso con un nulla di fatto.

In attesa di capire la posizione di Terna S.p.a. in merito all’interramento, vediamo cosa comporterebbe per la periferia la realizzazione del P.R.U. di Giuseppe Strazzera

L

o scorso 25 Luglio, all’interno dei locali della Scuola Elementare di Selva Candida, si è svolto il primo incontro del “Processo Partecipativo” riguardante il Piano di Recupero Urbano dell’area degli immobili Ex Alitalia, demoliti nel 2010.

Dall’incontro non è emerso nessun particolare interessante ed è stato fatto l’ennesimo riassunto di un intervento al quale sono legate, oltre alle cubature private commerciali e residenziali, anche le opere pubbliche più importanti di tutto il quadrante, suddivise fra CMB di Carpi, Rinnovamento Commerciale, Dipartimento S.I.M.U. e Terna S.p.a.

“

Il Cantiere della Via Boccea vicino alla chiusura I lavori per l’allargamento della Via Boccea sono alla fase finale ed il cantiere potrebbe concludersi prima della fine dell’anno.

LANDONIO a pag 7

Fossi Urbani: piccoli passi in avanti per la manutenzione VENA a pag 10

Fermate Tpl in via Boccea: un’Odissea senza fine

Continua a pag 12

Non giudicare ogni giorno dal raccolto che raccogli, ma dai semi che pianti.

Robert Louis Stevenson

Impianto di Compostaggio a Casal Selce

VERACHI a pag 15

CANGIALOSI a pag 16

L’INTERVISTA

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«Servo di Dio e degli altri» Nei dodici anni a Boccea don Antonio Ghirighini, parroco di Santa Maria di Loreto, ha incontrato l’amicizia e la generosità di una comunità attenta al territorio. di Simone Ciampanella

«G

razie per tutti questi anni che sei stato con noi, sei stato un prete fantastico, mi dispiace tanto che te ne vai». È il messaggio di una bambina.

Il destinatario è don Antonio Ghirighini, classe 1939.

Lo ha messo all’ingresso della sua canonica nella parrocchia di Santa Maria di Loreto.

Entriamo nell’ufficio dove carte, libri, oggetti sembrano quasi nasconderlo. Poi il suo sguardo, che trasmette serenità e pace.

Gli facciamo qualche domanda su questi dodici anni trascorsi a Boccea. Ora andrà a Palidoro e qui arriverà padre Lorenzo Gallizzioli da Cerveteri.

Quali ricordi ha del suo arrivo a Boccea?

«Sono rimasto subito colpito dall’accoglienza simpatica e generosa delle persone. Un’esperienza che ha segnato tutto il mio servizio di parroco. In poco tempo ho capito che queste persone si volevano bene ed erano molto disponibili nell’aiuto reciproco. E così, con donne e uomini di buona volontà e di fede, abbiamo iniziato un cammino di amicizia e rispetto che ci ha fatto crescere come comunità, con un’attenzione al territorio che stava iniziando a cambiare volto».

Com’ è avvenuta la trasformazione di cui parla?

«Abbiamo assistito ad uno sviluppo abbastanza rapido del quartiere. Sono nate case e palazzi che hanno portato ad un aumento considerevole della popolazione. Nuove famiglie, soprattutto formate da giovani coppie, hanno scelto di costruire il loro futuro qui. Vedi, sono in molti a visitare questa parte di Roma. Vengono a dare un’occhiata e poi ne restano affascinati. Perché sei vicino alla città ma in campagna, e volendo puoi facilmente arrivare al mare o nella zona dei laghi. È chiaro che un contesto naturale dove la crescita urbana avanza in modo costante pone dei

A fianco: la chiesa di Santa Maria di Loreto a Valle Santa; Sotto: il parroco Don Antonio Ghirighini; In basso: la chiesa di San Marco e Pio X a Casal Selce.

comunità?

«Ho chiesto al nostro vescovo Gino (monsignor Reali di Porto-Santa Rufina ndr) di mandarmi in una parrocchia più piccola. Santa Maria di Loreto sta crescendo, servono forze più giovani, e poi c’è da costruire la nuova chiesa che sarà dedicata ai Santi Mario, Marta, Audìface ed Àbaco.

Un compito per me troppo impegnativo.

Il vescovo è stato molto buono e comprensivo con me, ho ammirato il modo in cui mi ha ascoltato e lo ringrazio di avermi dato la possibilità di continuare il mio ministero sacerdotale in una parrocchia.

Cosa per me essenziale, perché sento la necessità di annunciare il Vangelo più che posso, per tutti i giorni che il Signore mi concederà.

Perché questa è la ragione

della mia vita, ciò che mi fa sentire realizzato.

Servo di Dio e dei fratelli, come ci chiede Gesù Cristo, né più nè meno».

Grazie don Antonio © RIPRODUZIONE RISERVATA

problemi. Per quanto siamo poco distanti dalla parte centrale della città, mancano ancora diversi servizi. La zona ha bisogno di più collegamenti, di luoghi di aggregazione e di istituzioni educative.

Urgenze che i responsabili devono affrontare in modo risolutivo perché i residenti si sentono un po’ trascurati, per non dire abbandonati».

Cosa ha voluto trasmettere agli abitanti?

«Innanzitutto ripeto che sono io ad aver ricevuto molto. Affetto, amicizia. Nel mio piccolo, pur con tanti difetti e lacune, ho cercato di dare una testimonianza credibile di fraternità. Sono convinto infatti che se dai amore in modo disinteressato, secondo l’insegnamento del Vangelo, amore ricevi.

E questo lo devi fare ogni giorno con tutti. Famiglie, giovani, anziani, malati, persone sole. La prima cosa da fare è stare accanto ai più fragili perché hanno bisogno di sentire la presenza e l’amore di Dio. In questo campo ce l’ho messa tutta. Non so se ci sono riuscito, però il Signore sa che ho fatto tutto quello che era nelle mie possibilità per servire lui e le persone che mi ha affidato».

Cosa farà ora, andrà in un’altra

«La messe è molta» Veglia missionaria diocesana alla chiesa di San Marco e Pio X a Casal Selce.

L

a diocesi di Porto-Santa Rufina ha scelto la parrocchia di Santi Marco Evangelista e Pio X per celebrare l’annuale Veglia missionaria, che si terrà il 21 ottobre alle ore 21:00.

Con questo momento di preghiera attorno al tema «La messe è molta» tutta la Chiesa invita a riflettere sull’impegno nelle terre di missione.

Siamo tutti invitati.

La diocesi (www.diocesiportosantarufina.it), attraverso il suo ufficio missionario, si dedica da anni a diffondere l’attenzione verso luoghi lontani che hanno bisogno del nostro aiuto, come in Malawi, uno dei paesi più poveri dell’Africa. Qui il vescovo Reali ha inviato due volontarie fidei donum Alessia D’Ippolito e Emanuela Pizzi, che da

quasi due anni seguono diversi progetti di sostegno nella diocesi di Mangochi.

Le due ragazze raccontano la loro esperienza su Facebook (ilnostro.malawi) ogni domenica alle 17:00. © RIPRODUZIONE RISERVATA

S.C.

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SCUOLA E SANITÀ

Casal Selce: dopo gli atti vandalici alla scuola, incendiate cinque auto su Via Ponzone di Niccolò Vena

P

roseguono gli atti vandalici nel comprensorio di Via Ponzone, a Casal Selce.

A farne le spese, in quest’utlima occasione, sono state cinque autovetture, incendiate alle 4:30 del mattino, per ora da ignoti, due delle quali completamente distrutte.

Questa estate, invece, ad essere oggetto di atti vandalici era toccato alla scuola dell’infanzia “Legno Verde” (ex Padre Bernardino Mastroianni).

Il ripristino ha ritardato l’apertura delle attività scolastiche, con conseguente disagio per le famiglie ed ha comportato una spesa per le casse comunali.

Ma perchè questa porzione di territorio, più di altre, è stata presa di mira?

Il motivo è abbastanza semplice: il comprensorio di Via Ponzone, da

In alto: la scuola dell’infanzia Legno Verde, ex Bernardino Mastroianni, vandalizzata la scorsa estate; Sotto: due delle cinque auto incendiate su Via Ponzone.

quando è stato realizzato, ovvero dal 2008, è completamente al buio.

LA STORIA Gli immobili di Via Ponzone sono frutto di un’edificazione privata, la cui convenzione tra i costruttori ed il Comune di Roma, prevedeva la realizzazione dell’impianto di illuminazione pubblica, a scomputo degli oneri concessori.

L’impianto è stato realizzato, ma un contenzioso di natura tecnica fra la

società realizzatrice ed ACEA, ha impedito che fino ad oggi l’impianto venisse attivato e da quel contenzioso, sono ormai trascorsi 10 anni.

Purtroppo di situazioni come questa la periferia

ne è piena.

Solo questa estate, infatti, è stato risolto un altro contenzioso decennale su Viale Antonio Gandin, sempre con oggetto l’illuminazione pubblica.

Il realizzatore dell’opera

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in quel caso era ANAS S.p.a., ovvero una società pubblica (socio unico è il Ministero delle Finanze) che aveva realizzato un’opera per il Comune di Roma (Ente pubblico).

Nonostante realizzatore e fruitore fossero pubblici, ci sono voluti dieci anni per trovare un accordo.

In questo caso, invece, ci eravamo lasciati con la promessa di escussione della polizza fidejussoria, vincolata alla realizzazione delle opere a scomputo presenti in convenzione.

Sono passati ulteriori tre anni da quella promessa e ancora nulla è cambiato.

LA SICUREZZA DEI BAMBINI DEL PLESSO LEGNO VERDE Se da un lato è grave che ci sia un comprensorio realizzato secondo le regole urbanistiche ancora al buio dopo dieci anni, è a nostro avviso ancor più grave che sia al buio il perimetro di un edificio scolastico che ospita bambini molto piccoli.

Ed il risultato di questo contenzioso tecnico burocratico, per ora, sono i soldi pubblici spesi per risistemare la scuola e quelli che dovranno sostenere i privati per l’incendio delle loro auto. È bene quindi comprendere che la periferia, prima di mettere a disposizione del Comune di Roma porzioni di territorio (come è stato richiesto proprio a Casal Selce in occasione della presentazione del progetto per l’impianto di compostaggio), pretende che vengano prima risolti tutti i problemi legati alle opere primarie, di cui l’illuminazione di Via Ponzone è solo uno degli esempi.

Il ripristino della vivibilità e delle considzioni di sicurezza di un territorio non possono essere più rimandate. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SCUOLA E SANITÀ

Elementare Selva Candida: il plesso c’è, ma i servizi sono ancora assenti

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di Sara De Santis

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o scorso anno è stato inaugurato, in tempi record rispetto agli standard ai quali ci ha abituato il Comune di Roma, il plesso scolastico di Selva Candida.

Una scuola nuova, attesa da anni e risorsa fondamentale per le famiglie della periferia.

Tanto era l’entusiasmo lo scorso anno, che i genitori sono stati ben disposti a soprassedere alle mancanze, dovute ai tempi stretti di realizzazione, in capo alla struttura.

Tali mancanze però,

considerato che si aveva di fronte un intero anno scolastico, si era convinti sarebbero state facilmente superate.

E invece sembra che non sistono sul plesso. sia così.

Uno dei temi principali è stato senza dubbio la I SERVIZI MANCANTI mensa che, ancora oggi, Lo scorso 19 Settembre manca di alcune attrezabbiamo ospitato, nella zature e non consente sede della nostra reda- di far partire il servizio zione, il Comitato Spon- interno. I bambini infatti taneo dei Genitori della sono ancora serviti con Scuola Selva Candida, la metodologia del “trache si è riunito per fare il sportato”. punto sulle diverse pro- Altro tema è quello che blematiche che, ad un riguarda la palestra, fino anno di distanza dall’i- a Settembre 2017 non naugurazione, ancora in- ancora attrezzata.

Il problema potrebbe essere risolto con l’aggiudacazione del nuovo bando per le attività sportive, il cui aggiudicatario dovrebbe occuparsi anche dell’attrezzatura.

Si è discusso poi del problema dell’accesso, che non facilita l’attesa dei genitori nel momento dell’uscita dei bambini, soprattutto nei giorni di pioggia, sia perchè

manca un’adeguata copertura del piazzale, sia perchè la parte destinata a verde presenta in realtà solo del terriccio, che naturalmente si trasforma in fango nelle giornate piovose.

Infine c’è il problema della mancanza dei servizi tecnologici propri di una scuola del terzo millennio: non esiste attualmente nessuna attrezzatura informatica

ed alcun laboratorio.

Non è possibile pensare che alla fine ci sarà voluto più tempo ad attrezzare la scuola che a costruirla da zero.

Per quanto la burocrazia possa essere lenta, un anno ci sembra davvero eccessivo. Inviatiamo quindi le istituzioni, ognuna per le singole competenze, a correre ai ripari in tempi stretti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SCUOLA E SANITÀ

«Al principio, la rete» All’Auxilium, per vivere ed educare in una società connessa.

di Sara De Santis

«A

l principio, la rete.

Vivere ed educare in una società connessa», è il tema del corso interdisciplinare che propone la Pontifica Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium».

Secondo una recente analisi ci troviamo all’inizio di una vasta migrazione dal mondo fisico a quello digitale.

La viviamo in prima persona ed è, allo stesso tempo, una scommessa su cui stanno investendo tutti i principali colossi. Le nuove tecnologie hanno rivoluzionato linguaggi e comportamenti, modificato il modo di incontrarsi, di conoscere e diffondere il sapere, ma anche di percepire noi stessi e gli altri.

Gli sviluppi positivi della Rete sono immediatamente riconoscibili: strumenti ed occasioni di connessione irripetibili sono alla portata di tutti. Negli ultimi anni, tuttavia, assistiamo a una

In alto:l’aula Magna della Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione «Auxilium»; Sotto, a sinistra: la presentazione del corso interdisciplinare «al principio, la rete»; In basso a destra: un particolare della biblioteca della facoltà.

deriva in cui ci si chiede quali siano i limiti e i rischi di un sistema dove la quantità, spesso, sostituisce la qualità delle informazioni. Fake news, allarmi sulla sicurezza informatica, incongruenze della democrazia del Web. Il corso interdisciplinare si rivolge a tutti coloro che hanno a che fare con l’educazione di giovani e adulti, per far conoscere gli ultimi sviluppi della Rete e delle innovazioni in campo tecnologico.

Ma soprattutto aiutare a comprenderne le questioni educative e le ricadute a livello sociale, e culturale, politico ed economico per la tutela in par-

ticolare dei bambini e dei dati e persona nel cybergiovani. spazio interconnesso».

Si tratterà l’importanza DATE, RELATORI dell’identità digitale e i rischi connessi; i comE CONTENUTI portamenti umani per la Il 21 ottobre si inizia con protezione dei dati per«Il continente nascosto: sonali e della privacy;

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Internet of things e economia digitale. I relatori saranno: Alessandra Smerilli (Facoltà «Auxilium»), Isabella Corradini (Direttore scientifico di Themis), Corrado Giustozzi (European Union Agency for Network and Information Security); Claudio Panaiotti e Paolo Fiaccavento (Servizio Sistemi Informatici Segreteria Presidenza della Repubblica).

«Che cosa rischi in rete?» è il tema del 18 novembre, che svilupperà Ernesto Caffo di SOS Il Telefono Azzurro. In Rete trovano spazio contenuti e comportamenti potenzialmente dannosi per lo sviluppo dei più giovani.

Privacy, web reputation, cyberbullismo, sexting, grooming, gioco d’azzardo. Ragazzi e ragazze non sembrano cogliere le implicazioni dei loro comportamenti. E genitori e insegnanti, spesso, sono inconsapevoli dei pericoli presenti nella comunicazione con i dispositivi digitali. Come pro-

muovere le potenzialità di crescita della generazione digitale e tutelarla dagli abusi e violenze?

Nell’ultimo incontro del 2 dicembre sarà Pier Cesare Rivoltella dell’Università Cattolica di Milano a intervenire su «Quale sarà il futuro della rete?». Le previsioni dicono che Internet si trasformerà in un web semantico, quasi un cervello extra a disposizione di ciascuno, che può essere consultato ed esplorato a partire dal linguaggio naturale dell’uomo. Ma quali sono le ricadute a livello educativo e, soprattutto, quali competenze bisognerà promuovere e formare?

Il Corso Interdisciplinare è realizzato con la collaborazione di TorinoWireless nell’ambito del Progetto ETICA della RE-TE per TEssere RElazioni, indirizzato agli insegnanti di religione di ogni ordine e grado della diocesi di Porto-Santa Rufina. www.pfse-auxilium.org

ELETTROSMOG E AMBIENTE

Impianto di Compostaggio a Casal Selce

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La periferia sarà disposta ad aprire un tavolo di confronto con la pubblica amministrazione solo e soltanto dopo che saranno completate le opere pubbliche previste sul territorio. di Luciano Landonio

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o scorso 6 luglio si è tenuto, presso la sala consiliare del Municipio Roma XIII, un incontro con la cittadinanza nel quale è stata comunicata, da parte del Comune di Roma e di Ama S.p.a, l’intenzione di realizzare un grande impianto di compostaggio in zona Casal Selce.

Considerata la totale mancanza di documentazione messa a disposizione dei cittadini, prima, durante e dopo l’incontro, questo appuntamento non può essere in nessun modo classificato come “percorso partecipativo”, ma deve per forza essere considerato solo come “divulgativo”, ed è quindi legittimo dedurre che di incontri su questo particolare tema ne dovranno essere organizzati altri nei prossimi mesi.

Fino a quel momento, nel quale ci auguriamo verrà consegnata tutta la documentazione riguardante l’idea progettuale dei soggetti promotori, ci sembra opportuno fare alcune considerazioni che le Istituzioni non crediamo possano ignorare.

LA REALTÀ DELLA PERIFERIA Le periferie del Municipio XIII e del Municipio XIV, a differenza di quanto stabilito nella suddivisione amministrativa territoriale, sono un unico agglomerato ed un’unica realtà.

Gli abitanti di questo territorio condividono tutti i disagi legati alla viabilità, alla mobilità e all’assenza di servizi secondari di

Di fianco: l’area di Via di Casal Selce destinata agli autodemolitori, che il Comune vorrebbe usare, in parte, per l’impianto di Compostaggio.

qualsiasi tipo, necessari a rendere la periferia vivibile, senza costringere i suoi abitanti a ricercare tali servizi all’interno della città consolidata.

Per decenni la Pubblica Amministrazione ha utilizzato la parola “abusivismo” per giustificare tutti i ritardi nella realizzazione dei servizi mancanti e, fino alla fine degli anni novanta, questa tesi poteva avere un senso.

Ma oggi la stragrande maggioranza degli abitanti di questa periferia risiede all’interno di strumenti urbanistici regolari, grazie ai quali è stato possibile costruire nuove case secondo le regole e regolarizzare le case esistenti con il pagamento degli oneri derivanti da sanatoria.

Questi oneri, vecchi e nuovi, sono stati incassati per la maggior parte dal Comune di Roma che, anziché investirli sul territorio dal quale li ha ricevuti, per generare i servizi da lui stesso progettati all’interno degli strumenti urbanistici, ha pensato bene di investirli in altri scopi o in altri luoghi. In questo modo, il patto stipulato con la periferia, che accettava le nuove edificazioni e sanava economicamente le vecchie, in cambio dei servizi mancanti, non è stato mantenuto.

Esistono ancora diverse zone sprovviste dei servizi primari quali lo

smaltimento delle acque nere o l’accesso all’acqua potabile ed altre completamente al buio per l’assenza dell’illuminazione pubblica.

Per non parlare dei servizi secondari. Negli ultimi 30 anni il Comune di Roma è stato in grado di realizzare in periferia solo una Scuola Elementare nel quartiere di Selva Candida, un quartiere che dopo l’approvazione degli strumenti urbanistici ha visto aumentare la sua popolazione di oltre 15.000 abitanti.

Non solo, il Comune di Roma si è ricordato della periferia sempre e solo quando questo territorio poteva essere utilizzato per riqualificare il centro della città, spostando da quest’ultimo servizi scomodi e impattanti, come gli autodemolitori, o proponendo di portarne di nuovi, come l’impianto di compostaggio di cui si sta discutendo.

Senza dimenticare che questo territorio ha lottato per anni contro la discarica di Malagrotta, fra le più grandi d’Europa, ottenendo risultati, ancora oggi, non definitivi.

Alla luce dei ritardi e delle assenze della Pubblica Amministrazione, alle condizioni attuali, la periferia non può condividere la realizzazione di questo impianto e l’unica soluzione concreta è rimandare la discussione al momento esatto in

cui la Pubblica Amministrazione avrà realizzato, collaudato e preso in carico almeno 5 opere fondamentali, necessarie a restituire dignità alla periferia ed a migliorarne la vivibilità.

terebbe di avere un plesso scolastico medio inferiore in senso contrario rispetto all’abituale senso di marcia verso Via di Casalotti, oltre ad ampliare l’offerta scolastica in un territorio in LE CINQUE OPERE continua espansione come quello di Valle FONDAMENTALI Santa.

1. O.P. n. 18 P.R.U. Pal- 4. Adeguamento del marola – Selva CanPonte di attraversadida: “Realizzazione mento tra Via di Bocviabilità di collegacea e Via della Storta, mento tra Via Borgodenominato “Dazietsesia e Via di Casato”, attualmente perlotti”. corribile perlopiù a Quest’opera permetsenso unico alternato. terebbe di raddopÈ ridicolo che in piare Via di Casalotti trent’anni non si sia riducendone pesanteriusciti a realizzare mente l’attuale carico un’opera così semplidi traffico. ce e dal costo quasi 2. Adeguamento della irrisorio.

Rete dei Collettori L’allargamento del del Bacino del Rio ponticello permetteGaleria, due dei quarebbe di evitare i conli (Fosso di Camtinui rallentamenti su pomorto e Fosso del uno degli incroci più Bamboccio) sono importanti della perigià finanziati dalla feria.

Regione Lazio nel 5. Realizzazione centro Programma Italia polivalente nei ComSicura 2015-2020. parti “G” ed “H” del Quest’opera permetP.P. di Zone O. n. 66 terebbe di ridurre il “Casal Selce”. rischio idraulico e di I comparti sono frutto prevenire gli episodi di una donazione prialluvionali di buona vata che il comune ha parte della periferia accettato e del quale Nord - Ovest. si è completamente 3. Comparto “M” P.P. dimenticato da oltre Zone “O” n. 67 “Via 10 anni.

Boccea Km. 10-11In quest’area è pos12”: Realizzazione sibile realizzare un di una Scuola Media centro polivalente, Inferiore; in un territorio che Quest’opera permetmanca quasi comple-

tamente di punti di aggregazione.

Qualcuno potrebbe pensare che i fondi per realizzare tutto questo sono troppi e che la Pubblica Amministrazione non li investirà mai poichè ha problemi di bilancio.

Può darsi, ma nell’ultimo anno abbiamo sentito parlare di periferia solo in due occasioni: quando si trattava di presentare il progetto della funivia urbana, stimato in oltre 100 milioni di euro e quando si è parlato dell’impianto di compostaggio, stimato in oltre 20 milioni. Potrà quindi esserci una differenza dal punto di vista delle priorità, ma non sembra a questo punto in dubbio la capacità economica di investire da parte del Comune di Roma.

E una volta appurato che questa capacità esiste, ci sembra opportuno che venga utilizzata per non lasciare urbanisticamente indietro nessun quartiere.

Il giorno in cui tutto ciò diventerà realtà, sicuramente la periferia sarà più disposta ad aprire un tavolo di confronto su altri punti e su altri problemi, sentendosi davvero parte della città e non un deposito dove la città consolidata parcheggia tutto ciò che gli serve, ma non vuole vedere.

Fino a quel momento, però, non sarà possibile trovare un accordo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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ELETTROSMOG E AMBIENTE

Cresce la famiglia dei Lupi alle porte della città Nel 2013 alcune fototrappole presenti all’interno della tenuta di Castel di Guido immortalarono il ritorno del Lupo.

Quest’anno ad essere immortalati sono stati due cuccioli.

di Arianna Sacchinelli

T

orniamo nell’estate del 2013 quando, con molta gioia, i volontari della LIPU hanno appreso l’esistenza di un primo esemplare di lupo, tornato ad abitare la campagna romana, ribatezzato “Romolo”.

Aspettavano una simile notizia da tanto tempo e così hanno intensificato i sistemi di controllo al fine di ottenere dati sulla ripopolazione della specie nel Litorale Romano.

La LIPU si è impegnata inizialmente con il fototrappolaggio (si tratta di una tecnica fotografica utilizzata per documentare animali) ed ha poi proseguito con il campionamento biologico.

Romolo, tuttavia, non è riuscito a trovare una compagna ed ha abbandonato le nostre zone.

Nemmeno un anno dopo, però, nel febbraio del 2014, ecco comparire un nuovo esemplare maschio, ribattezzato “Numa”, secondo Re di Roma dopo Romolo, anch’esso solo per molto

In alto: i due cuccioli di lupo “fototrappolati” questa estate; Sotto i genitori, Numa e Aurelia, che hanno formato la prima coppia di lupi nel nostro territorio dopo più di un secolo.

tempo finché, con l’inizio del 2016, è arrivata la prima femmina: “Aurelia”.

Le aspettative erano altissime e si attendeva una cucciolata per l’estate, ma non è stato così.

L’ultima estate ha portato invece buone notizie.

La coppia si è riprodotta e la dimostrazione è avvenuta grazie a delle foto scattate alla lupa.

Nelle immagini si notava visibilmente che l’animale aveva da poco partorito e, qualche tempo più tardi, sono stati “fototrappolati” anche i due piccoli.

Dopo un secolo questi esemplari straordinari sono tornati nelle nostre terre ed ora tocca a noi cercare di tutelarli e stabilire con loro una corretta convivenza.

etichettare il lupo come un animale pericoloso e soprattutto dannoso; tuttavia, se proviamo a capire meglio, scopriremmo Sicuramente non sarà che è una preziosissima un’impresa semplice, risorsa per l’ecosistema. poiché l’uomo tende ad E’ stato analizzato, grazie

COME CONVIVERE CON QUESTO PATRIMONIO A QUATTRO ZAMPE?

alla raccolta di escrementi per l’analisi della dieta, che i lupi si nutrono per la maggior parte di cinghiali, numerosi nelle zone agricole e rurali del Litorale Romano.

Questi ultimi, recente-

mente protagonisti anche nelle strade della città, sono tornati ad essere predati dal lupo che ne controlla in questo modo l’espansione.

Il lupo, oltre ad essere un controllore naturale, opera per l’igiene e la sicurezza del territorio e si comporta come uno spazzino, eliminando le carcasse.

Per stabilire una corretta convivenza, oltre a proteggere il nuovo arrivato, è necessario tutelare gli allevatori ed educarli a delle tecniche di prevenzione per il bestiame.

In tal modo, collaborando tutti insieme, ne gioverebbe la conservazione della biodiversità.

L’Oasi LIPU Castel Di Guido, nonostante le numerose difficoltà, è attiva e presente anche per questa causa.

L’Associazione impegna quotidianamente specifiche attrezzature per monitorare nel modo più efficace i lupi e, prossimamente, coinvolgerà sia gli allevatori che la ASL, portando avanti una campagna informativa per illustrare la nuova realtà in continua evoluzione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

ELETTROSMOG E AMBIENTE

Piccole “Isole Felici” in periferia

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A fianco: “l’isola felice” di Via Boccea, altezza uscita del G.R.A, manutenuta dall’Associazione “La Via della Felicità” da più di un anno.

Si allarga il fenomeno del volontariato del verde nella nostra periferia.

Incontriamo Claudia Roncella, portavoce dell’Associazione “La Via della Felicità”.

rendo loro le modalità per lavorare in modo efficace con le piante e con il verde.

di Arianna Sacchinelli

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IL PUNGOLO

ifficile immagi- voluto capire meglio di nare che in un cosa si trattasse, scoprenpunto così traf- do così l’operato di alcuficato della periferia, ni cittadini, in particolare la primavera del 2016 esattamente a Boccea dei Volontari dell’Asso- quando Claudia, che abinei pressi dell’uscita del ciazione “La Via della ta a poca distanza dall’uGRA , possa esistere una Felicità”. scita del GRA, un giorno piccola isola pulita e cuha deciso insieme a suo COME È INIZIATO rata. marito e a qualche amiNon salta subito all’at- IL PROGETTO co, di mettersi i guanti tenzione di tutti ma, prie cominciare a togliere i incontrato numerosi rifiuti. ma o poi la noterete e Abbiamo rimarrete piacevolmente Claudia Roncella, porta- Quell’area da tempo era sorpresi da questo ango- voce dell’Associazione, diventata nient’altro che pronta a prendersi cura un ricettacolo di bottilino verde.

Il Pungolo, da sempre del quartiere partendo glie, carta, erbacce e foalla ricerca di realtà po- dai piccoli gesti. glie secche. sitive nel territorio, ha Il2017progetto L’accurata pulizia di PUNGOLO HALF PAGE OCTOBER stampa.pdfè iniziato 07/10/2017nel10:50:36

PROGETTI FUTURI quello spazio è diventata così un appuntamento fisso, che i membri dell’Associazione svolgevano solitamente la domenica mattina, sacrificando con il sorriso una giornata solitamente destinata al riposo.

Pian piano la rete si è allargata e, vedendo i primi risultati, molte persone del quartiere, mosse dalla curiosità, hanno cercato di capire cosa stesse ac-

cadendo. Nel tempo ne è nata una collaborazione con le attività commerciali della zona ed ognuno ha offerto a modo suo un contributo.

Un apporto fondamentale al progetto lo ha dato Fabio Cannas, un professionista di “Tree Climbing” .

Fabio ha fornito un aiuto importante al gruppo dei volontari, supportandoli concretamente e sugge-

Per questo primo intervento hanno ottenuto il patrocinio del Municipio XIII e sono in continuo contatto con l’Ama per lo smaltimento dei rifiuti.

L’Associazione ha intenzione di dar vita alla manutenzione di ulteriori aree problematiche del quartiere, cercando una collaborazione con altre Associazioni, al fine di responsabilizzare i cittadini, sensibilizzandoli alla cura del nostro terri© RIPRODUZIONE RISERVATA torio

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ELETTROSMOG E AMBIENTE

Fossi Urbani: piccoli passi in avanti nella manutenzione

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Due manutenzioni a carico del Comune di Roma negli ultimi mesi.

Meglio di prima ma non ancora sufficiente a scongiurare i pericoli di allagamento dovuti alle copiose piogge in arrivo fra Autunno ed Inverno. di Niccolò Vena

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ome ogni anno ad Ottobre, con la stagione delle piogge alle porte, torniamo a fare il punto sulla situazione dei Fossi Urbani nel territorio della periferia Nord-Ovest della Capitale.

Nell’edizione del Pungolo di Settembre/Ottobre dello scorso anno, avevamo evidenziato alcune criticità in merito alla mancanza totale di manutenzione e alla frammentazione delle competenze, che spesso non permettono una continuità nei pochi interventi che vengono effettuati.

LA SITUAZIONE ATTUALE

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Rispetto a dodici mesi fa qualcosa si è mosso, ma la maggior parte dei Fossi versa ancora in condizioni critiche: • Il Fosso di Campo Morto (foto n.3), che confluisce nel Rio Galeria, è interrato per un lungo tratto e torna in superficie nel passaggio all’interno del Parco della Cellulosa. Neanche quest’anno è stata effettuata alcuna manutenzione e non ci sono stati passi in avanti per quanto riguarda il Programma Italia Sicura 2015 – 2020, che prevede l’adeguamento ed il riordino della rete dei collettori nel bacino del Fosso di Campo Morto, per un importo pari a 5.000.000 di euro.

• Stesso discorso per quanto riguarda il Fosso del Bamboccio (foto n.2), che nel Municipio XIII è noto

toponomasticamente come “Fosso del Campo” (foto n.1). Anch’esso confluisce nel bacino del Rio Galeria ed anche in questo caso non è stato dato seguito al Programma Italia Sicura, che prevedeva per il Fosso del Bamboccio il ripristino dell’alveo per un importo pari a 6.250.000 euro. L’ultima manutenzione, invece, risale ad Aprile 2015, ma ad oggi sarebbe necessario un nuovo intervento, soprattutto considerato che nel tratto di competenza del Municipio XIII sono presenti delle abitazioni a ridosso del bacino.

• Neanche per il Fosso delle Pantanelle, altro affluente del Rio Galeria, abbiamo notizie dell’ultimo intervento di pulizia, che dovrebbe risultare ancor più urgente dal momento che il corso del Fosso costeggia il plesso scolastico di Casale delle Pantanelle.

• Tra le situazioni peggiori, invece, c’è sicuramente quella del Fosso delle Cerquette (foto n.4), che confluisce nel Rio Galeria da Via della Storta, e che ormai è completamente oscurato dalla vegetazione.

• Il Rio Galeria (foto n.5), non viene manutenuto da più di tre anni, ovvero da dopo l’alluvione del gennaio 2014. Il Rio Galeria è senza dubbio il bacino più importante del territorio. Indipendentemente dalla disponibilità generale di fondi, la sua manutenzione dovrebbe essere sempre prioritaria.

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• Per quanto riguarda il Fosso di Santo Spirito (foto n.6), che costeggia l’omonima Via in zona Palmarola e che confluisce direttamente nel Tevere, la pulizia è, invece, partita ad inizio Ottobre, perlomeno nel tratto abitato.

• L’altro fosso oggetto di manutenzione nei mesi scorsi, da parte del Dipartimento S.I.M.U. è stato il Fosso dell’Acquasona (foto n.7), dove oltre alla pulizia degli alvei, è stata ripristinata l’intera recinzione che costeggia Via Domenico Montagnana.

Un intervento di fondamentale importanza per prevenire il pericolo di allagamento, che però è passato in secondo piano a causa di alcuni cedimenti che si sono verificati lungo gli argini nelle settimane a seguire, per la precisione tre, alcuni riconducibili alla pressione che gli edifici, costruiti a ridosso dell’alveo, esercitano sul terreno, mentre degli altri si stanno ancora studiando le cause.

L’OCCASIONE DEL BANDO PER LE DEMOLIZIONI Lungo il fosso dell’Acquasona, ma in generale lungo la maggior parte delle sponde dei Fossi Urbani, il passaggio dei mezzi meccanici è spesso ostruito dalla presenza di opere e manufatti costruiti, sia legalmente che illegalmente, a ridosso degli alvei, il che in molti casi rende inutile l’intervento di pulizia sulle restanti parti accessibili.

Come abbiamo spesso ribadito, le fasce di rispetto dei Fossi, dai 4 ai 10 metri a seconda dell’importanza del Bacino Idrico, sono terreno demaniale e come tale non può essere nè occupabile nè usucapibile.

Lo scorso 4 Settembre il Municipio XIV ha pubblicato sul portale di Roma Capitale l’avviso di una Procedura Negoziata per un Appalto di lavori di «Demolizione e rimozione di opere e manufatti abusivi, nonché insegne abusive sul territorio del Municipio Roma XIV. Anno 2017».

All’interno del Capitolato Speciale d’Appalto viene riportato che «trattandosi di lavorazioni al momento non definibili nella loro quantità ed ubicazione, esse vengono semplicemente descritte e tecnicamente definite nel Capitolato Spieciale […] pertanto, la Stazione Appaltante procederà a programmare le lavorazioni da eseguire […] a seconda delle esigenze che verranno individuate nell’arco temporale di svolgimento dell’appalto[…]», non è chiaro, quindi, quali e quanti interventi verranno eseguiti, ma ci sembra una buona occasione per dare priorità alla rimozione delle opere che impediscono le operazioni di pulizia dei Fossi, cercando così di ripristinare con un solo intervento, la legalità, l’accessibilità delle sponde e la sicurezza dei cittadini che ormai vivono con ansia i giorni di pioggia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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URBANISTICA E VIABILITÀ

CMB, IN ATTESA DEL 2° PROCESSO PARTECIPATIVO

Il primo incontro di questa estate si è concluso con un nulla di fatto.

In attesa di capire la posizione di Terna S.p.a. in merito all’interramento, che ci aspettiamo verrà comunicata nel secondo incontro, vediamo cosa comporterebbe per la periferia la realizzazione del centro commerciale e residenziale a Selva Candida.

Segue dalla Prima Pagina Ma vediamole più da vicino.

LE OPERE IN CONVENZIONE La Convenzione Urbanistica firmata il 16 Maggio del 2013 fra l’Amministrazione comunale, CMB di Carpi e Rinnovamento Commerciale, prevede che i soggetti attuatori realizzino 3 opere di urbanizzazione esterne al loro perimetro privato: 1. Collegamento fra Via diSelva Candida e Via Casal del Marmo altezza depuratore A.C.E.A. (nota sul territorio come Bretella “Cremolino – Casal del Marmo”); 2. Ristrutturazione di Via di Selva Candida, da Via Cremolino a Via della Riserva Grande (O.P. n. 7/b P.R.U. Palmarola - Selva Nera); 3. Ristrutturazione di Via Casorezzo (O.P. n. 21 P.R.U. Palmarola - Selva Nera).

Tali opere sono fondamentali per il riassetto della viabilità e della mobilità all’interno del quadrante Selva Candida - Selva Nera eppure, a nostro avviso, queste tre opere da sole non sono in grado di raggiungere interamente l’obiettivo e non lo sono per tre semplici motivi: 1. Tali opere, bretella a parte, non aggiungerebbero quasi nulla alla viabilità principale, che resta quella

dell’asse rappresentato da Via di Selva Candida; 2. Non si risolverebbe il problema dell’accessibilità pedonale, poichè l’attuale Via di Selva Candida non è in grado di ospitare marciapiedi; 3. L’incrocio a raso previsto sull’innesto della nuova Bretella, alle attuali condizioni di viabilità, rappresenterebbe solo uno spostamento del traffico dall’incrocio di Via Boccea.

Il problema quindi non si risolverebbe, ma verrebbe solo spostato di poche centinaia di metri.

L’intervento legato a CMB e Rinnovamento Commerciale però, è in grado di muovere tutta una serie di “pedine” sullo scacchiere dell’urbanistica territoriale che, se l’amministrazione sarà in grado di coglierne l’opportunità, potrebbero davvero risolvere la maggior parte dei problemi legati alla mobilità e ridare una forma ed un senso alla viabilità della periferia Nord di Roma.

1. Il Raddoppio di Via di Selva Candida, perlomeno nel tratto che va da Via Cremolino a Via della Riserva Grande (O.P. n. 16/b P.R.U. Palmarola Selva Nera); 2. La Realizzazione della strada di collegamento fra Via Esperia Sperani e Via Casorezzo (O.P. n. 1 P.R.U. Palmarola Selva Nera).

Attraverso la realizzazione della prima opera, si potrà finalmente diluire il traffico presente su Via di Selva Candida (raddoppiando di fatto la viabilità esistente) ed avere quegli spazi necessari alla realizzazione del marciapiede su entrambe le strade (che verrebbero trasformate in senso unico), che l’attuale Via di Selva Candida, a doppio senso di marcia, non può offrire.

Con la realizzazione del collegamento fra Via Esperia Sperani e Via Casorezzo, si potrà finalmente evitare di ingolfare Via di Casal del Marmo e si avrebbe un accesso molto più agevole alla fermata della FL3 di Ipogeo degli Ottavi.

LE OPERE INDISPENSABILI

I FINANZIAMENTI

Una volta compresi i problemi legati alla “sola” realizzazione delle tre opere pubbliche legate a CMB e Rinnovamento Commerciale, viene naturale chiedersi quali sarebbero dunque le opere fondamentali per il territorio.

Bene tali opere sono:

Troppe volte il territorio ha sentito parlare di programmazione di opere pubbliche, ma le realizzazioni non sono poi di fatto mai avvenute.

La scusa principale è sempre stata la mancanza di fondi, ma in questo caso, se l’amministrazione saprà cogliere l’op-

portunità e collaborare con le diverse realtà private e pubbliche in maniera proficua, i soldi per realizzare tutte e cinque le opere non potranno essere un problema.

Ma vediamo tutto meglio e nel dettaglio.

Per quanto riguarda le tre opere in carico a CMB e Rinnovamento Commerciale (Bretella, Ristrutturazione di Via di Selva Candida e Ristrutturazione di Via Casorezzo), i fondi sono messi a disposizione dalle due imprese private, che sono obbligate a realizzare le opere come da Convenzione.

Per il Collegamento tra Via Esperia Sperani e Via Casorezzo, nell’ultima Commissione Urbanistica in cui si è discusso l’argomento, si è parlato del finanziamento Regionale per la realizzazione dell’opera, finanziamento che sembra essere pronto e disponibile, ma fermo alla Ragioneria del Comune di Roma.

La questione più delicata riguarda invece il Raddoppio di Via di Selva Candida.

Il primo problema da superare, come è stato evidenziato nell’incontro del Processo partecipativo dello scorso 25 Luglio, è il ruolo di Terna S.p.a.

Terna è proprietaria dei tralicci dell’alta tensione che stazionano lungo tutto il tracciato del Raddoppio.

Il loro interramento, estremamente oneroso, è fortunatamente in carico alla stessa società e quello che l’ammini-

strazione dovrà provare ad ottenere è l’inserimento del loro interramento all’interno del programma triennale o quinquennale degli investimenti di Terna.

Considerata l’importanza del Raddoppio di Selva Candida e considerato che i tralicci dell’alta tensione interni al perimetro del cantiere di CMB dovranno comunque essere interrati, dati inoltre gli accordi pregressi fra Comune di Roma e Terna per il loro interramento (l’ultimo protocollo d’intesa risale al 2010), è probabile che questa volta ci siano i margini per un accordo concreto.

Riguardo la questione finanziaria residua all’interramento da parte di Terna, ovvero le somme a disposizione per poter realizzare il Raddoppio, la situazione è più rosea del previsto, ma ci sono da chiarire comunque alcuni aspetti.

ECONOMIE ED EDIFICIO SCOLASTICO La CMB e la Rinnovamento Commerciale hanno già dato la loro disponibilità a trasferire le somme derivanti dalle economie, ovvero la quota di ribasso d’asta per la realizzazione delle opere pubbliche in Convenzione, e sono disponibili a mettere sul piatto anche gli oneri di urbanizzazione che sarebbero dovuti servire alla realizzazione di un edificio scolastico all’interno del Programma di Recupero.

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“Raddoppio di Via di Selva Candida, da Via Cremolino a Via della Riserva Grande” O.P. n.

16/b P.R.U. Palmarola - Selva Nera

“Bretella Collegamento Via Cremolino - Via Casal del Marmo” “Ristrutturazione Via di Selva Candida da Via Cremolino a Via Riserva Grande” O.P. n. 7/b P.R.U. Palmarola - Selva Nera “Ristrutturazione Via Casorezzo” O.P. n. 21 P.R.U. Palmarola - Selva Nera

“Viabilità interna al Piano di Recuper Urbano”

“Cubatura residenziale da Convenzionare” “Comparto n. 35” Piano Particolareggiato n. 10 Palmarola - Selva Candida “Realizzazione strada di collegamento tra Via E.Sperani e Via Casorezzo” O.P. n. 1 P.R.U. Palmarola - Selva Nera

Stiamo quindi rinunciando ad un Istituto scolastico sul territorio?

No, perchè le somme a disposizione per la realizzazione del plesso non sarebbero comunque sufficienti (come accaduto all’interno del PdZ B51 - Pondernao sull’area di Via Pallanza) e perchè la destinazione urbanistica dell’area non verrebbe modificata.

Inoltre la realizzazione di un’opera viaria primaria come il Raddoppio è principale rispetto a qualsiasi altra opera secondaria sul territorio. Tra Economie e trasferimento delle somme destinate all’edificio scolastico, CMB è in

grado di mettere a disposizione circa 1.600.000 €. Sono ancora pochi, ma le risorse sul territorio non sono finite qui. All’interno del P.P. 10, c’è un altro Comparto che è prossimo all’attuazione ed è il Comparto 35, che genera oneri di urbanizzazione per circa 1 milione di euro. Tali somme possono anch’esse essere destinate alla realizzazione del Raddoppio.

Si raggiungerebbero così i 2.6 milioni di €.

Infine c’è il cassetto dello strumento vero e proprio dei Programmi di Recupero Urbano, che ha raccolto oneri su tutto il terri-

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torio e non è stato in grado di portarvi nessuna opera negli ultimi 20 anni. È giunto il momento che anche loro facciano la loro parte e aggiungano le somme residue (circa un altro milione di euro) necessarie ad avviare il cantiere.

Sembra fantascienza, ma vi assicuriamo che è più facile a farsi che a dirsi, bisognerebbe solo avere la capacità di far lavorare i diversi strumenti urbanistici del nostro territorio con un unico obiettivo e verso un’unica direzione.

Giuseppe Strazzera

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URBANISTICA E VIABILITÀ

Riqualificare le aree abbandonate

Il progetto della STAR Group che getta un ponte professionale fra gli investitori e la Pubblica Amministrazione, con l’obiettivo di recuperare le aree dismesse e portare nuovi servizi a costo zero. di Arianna Sacchinelli

L

a valorizzazione delle aree dismesse ed abbandonate, a volte anche vicino alla città consolidata, rappresenta una grande opportunità per evitare il consumo di suolo e restituire servizi e decoro alla città. L’attività di progettazione, sviluppo, bonifica, finanziamento e realizzazione, su queste aree particolari, è molto complessa, ma fortunatamente c’è chi ha fatto di questa attività la sua “mission” aziendale.

Incontriamo l’Ing. Nereo Capitani, Socio Fondatore della STAR Group (Sistema di Trasformazione Aree Recuperabili).

Com’è nata la vostra idea?

La nostra idea nasce dalla necessità, soprattutto nelle periferie, di riconvertire gli spazi abbandonati e di rimetterli a disposizione del territorio sottoforma di aree da fruire per attività sociali, sottraendole allo stesso tempo al degrado.

Forti delle esperienze fatte in città italiane del Nord, abbiamo deciso di

A fianco: la pompa di benzina in disuso da diversi anni, oggetto del progetto di riqualificazione della STAR Group.

Sotto: Nereo Capitani, uno dei soci fondatori.

ripresentare questo modello nel centro sud italiano, partendo da una realtà sicuramente difficile, ma molto interessante, come la città metropolitana di Roma. tempi e risorse.

Quali sono le maggiori Qual è il ruolo della difficoltà che state incon“Star Group” nel recu- trando per l’attuazione pero di questi spazi? dei vostri progetti?

Rigenerare un’area ab- Difficoltà di ogni tipo, bandonata e dismessa, naturalmente, ma anche qualunque sia stata in sincero interesse, curiopassato la sua destina- sità, talvolta addirittura zione, che si tratti quindi un ottimistico “stupore”. di una ex area di servizio I nostri interlocutori abicarburanti, o di un’area tuali, come si può imprecedentemente desti- maginare, sono Privati, nata ad un utilizzo com- Società, Gruppi ed Immerciale/industriale, si- prenditori, che hanno gnifica mettere in campo dimostrato interesse per professionalità altamente l’opportunità che offriaspecializzate nelle diffe- mo loro di riusare spazi renti modalità di “recu- urbani “pronti”, poichè pero e risistemazione”. già inseriti nella città Bene, STAR Group è consolidata, garantendo un’associazione che met- da una parte tempi più te a disposizione una rete rapidi per la realizzaziodi specialisti con alte ne e dall’altro un impatto professionalità, coordi- pressochè nullo rispetto nandole ed ottimizzando al consumo di suolo.

Difficoltà, si diceva: come in tutte le situazioni, dipende da chi si incontra. Ci capita spesso di confrontarci con amministratori pronti e mentalmente aperti, curiosi, disponibili al dialogo ed alla sinergia.

Con loro ci troviamo ovviamente bene.

L’approccio da parte nostra è sempre quello di chiedere quali siano le priorità “sociali” del loro territorio: un’area giochi per bambini, un centro di aggregazione per anziani, un centro di ricarica per auto elettriche, un punto di smistamento per consegne, un negozio di generi alimentari etc.

Ci capita però altrettanto spesso, di imbatterci in atteggiamenti preventivamente chiusi e diffidenti, generalmente propri di quelle grandi città dove la burocrazia non gioca quasi mai un ruolo a favore dello sviluppo, ma viene sempre vista come un freno.

Roma, ovviamente, rien-

tra in questa categoria, ma ci auguriamo che le cose possano cambiare.

Avete già un progetto che coinvolge uno spazio della nostra periferia?

Sì. Uno degli spazi da rigenerare e riutilizzare che abbiamo individuato è quello di una ex area di servizio carburanti, posta sulla via Boccea, abbandonata ormai da anni.

Parliamo di uno spazio utile di circa 1.600 mq quindi un’area idonea ad ospitare diverse tipologie di servizi sociali.

Può farci qualche esempio più specifico?

Stiamo portando avanti diverse tipologie progettuali, fra cui: • Centro di Baby Sittering, dove lasciare i figli per qualche ora, in piena sicurezza e garanzia, dove contattare e incontrare baby sitter, e che nel contempo sia anche un centro di accoglienza per genitori,

nonni e bambini; • Music Sharing Center, dove poter affittare spazi per suonare, avere a disposizione piccole sale di registrazione e poter disporre di corsi di studio per strumenti musicali; • Mercatino permanente dell’usato riciclabile; • Centro di apprendimento per la realizzazione di strutture e componenti d’arredo artigianali a partire da materiale di recupero; • Vendita di prodotti biologici senza intermediazione, ovvero a Km 0.

Come vede sono tante le possibilità di progettazione all’interno di aree di questa metratura e ben posizionate.

Inoltre l’ente locale viene coinvolto per la scelta del servizio migliore e per dare il necessario supporto amministrativo, ma non viene coinvolto nella spesa per la realizzazione, che rimane a carico dei soggetti finanziatori.

Se si riuscisse a non rimanere incastrati all’interno delle maglie della burocrazia, si riuscirebbero a recuperare diverse aree abbandonate del territorio a costo zero per l’amministrazione.

In diverse parti del mondo queste soluzioni sono già realtà.

Ci auguriamo che possano diventarlo anche per la città di Roma, magari partendo proprio dalla periferia. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Il Cantiere della Via Boccea vicino alla chiusura

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I lavori per l’allargamento della Via Boccea sono alla fase finale ed il cantiere potrebbe concludersi prima della fine dell’anno. di Marco Verachi

P

rima dell’estate ci siamo lasciati con la ripresa effettiva dei lavori sul cantiere della Via Boccea, in particolare nel tratto che va dall’ingresso dell’I.C. Boccea 590, fino alla rotatoria, lavori che sono serviti a terminare il marciapiede e l’illuminazione pubblica, non conclusi dalla ditta uscente.

Superata l’estate con una piccola pausa e ripresi nuovamente i lavori a Settembre, sempre con le dovute precauzioni,

sembra che questa volta il cantiere per l’Allargamento della Via Boccea volga davvero al termine.

In questi giorni sta prendendo forma la parte della rotonda interna al cantiere, che probabilmente verrà terminata e poi aperta per poter concludere i lavori sulla sede stradale attuale, senza interrompere il traffico.

Se si procederà a questi ritmi, il cantiere potrebbe concludersi anche prima della fine dell’anno, magari proprio a scuole

chiuse, così da ridurre al veicoli, che percorrono minimo eventuali disagi le stesse identiche strade di trent’anni fa, ci si renper la viabilità. de facilmente conto che la chiusura di quest’oLE OPERE LIMITROFE pera sarà sì importante Se consideriamo che per la periferia, ma non il Pungolo nasceva nel definitiva in merito alla lontano 1990 e apriva la risoluzione del problema sua prima edizione pro- traffico. prio con la necessità di Un aiuto concreto alla allargamento della Via viabilità del quadrante e Boccea e se consideria- soprattutto della Via Bocmo l’aumento della po- cea, siamo convinti che polazione, ovvero dei si otterrà solo una volta

realizzata la “Bretella di collegamento Cremolino - Casal del Marmo”, che permetterebbe a tutti gli abitanti di Selva Candida di evitare il passaggio per Via Boccea per raggiungere il Grande Raccordo Anulare.

La realizzazione di tale opera dipende da una serie di fattori che, per chi volesse approfondire, abbiamo cercato di riassumere alle pagine 12 e 13

di questa edizione.

In attesa dell’avvio del cantiere della Bretella, contiamo di goderci la chiusura di quest’opera storica e di vedere finalmente ridotti i tempi di percorrenza sull’arteria stradale più importante della periferia dei Municipi XIII e XIV. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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Fermate Tpl in Via Boccea: un’Odissea senza fine

A fianco: una delle fermate incomplete presenti sulla Via Boccea; Sotto: lo schema riassuntivo dell’intervento.

Con il verde le fermate concluse ed attive, in giallo quelle realizzate parzialmente ed in rosso quelle ancora da realizzare.

A quasi 30 mesi dai primi interventi, ancora non sono stati completati i lavori per la messa in sicurezza delle ventuno fermate su Via Boccea. di Andrea Cangialosi

T

ra le pagine del nostro giornale abbiamo parlato spesso della situazione di stallo relativa alle fermate di Via Boccea, un problema che va avanti ormai da più di due anni e la cui fine sembra, purtroppo, ancora lontana.

Per cercare di fare chiarezza su tempi, modi e luoghi di realizzazione degli interventi, proviamo a riepilogare quanto accaduto fino ad oggi.

IL PIANO PER LA MESSA IN SICUREZZA DELLE FERMATE Con la D.D. 1499/2010 il Dipartimento Mobilità e Trasporti affida a Roma Servizi per la Mobilità «un incarico che prevede il censimento di 1200 impianti di fermata presenti sul territorio comunale e la redazione di progetti

volti alla manutenzione e messa in sicurezza di 120 di queste fermate».

Nell’Aprile 2013 è stato quindi stilato il “Piano per la manutenzione e la messa in sicurezza degli impianti di fermata della rete comunale del TPL, presenti lungo le principali arterie radiali”, tra cui, per quanto riguarda il nostro territorio, 21 fermate presenti sull’asse di Via Boccea, a partire dalla fermata Boccea/ Mombaruzzo fino ad arrivare a quella di Boccea/ Madonna di Loreto.

Sono state scelte le fermate che presentavano maggiori problemi, sia per quanto riguarda la posizione su bordo strada e l’assenza quindi di uno spazio adeguato per l’attesa, sia per quel che riguarda l’accessibilità alle banchine, con il pro-

mata Boccea/Selva Nera, anch’essa realizzata ed abbandonata da più di un anno.

Nessuna notizia, invece per le fermate di: • Boccea/Valle Santa direzione interna; • Boccea/Civico 1320, direzione esterna.

Mancano quindi da realizzare ancora due banchine, mentre altre quatLA SITUAZIONE ATTUALE tro ci sono, ma non sono mai state attivate.

Un anno dopo gli inter- Una situazione paradosventi sono ripartiti, ma sale che, in linea teorica, a seguito della realizza- avrebbero dovuto risolzione delle banchine di versi in non più di qualBoccea/Civico 971, dire- che settimana, ma che zione esterna, ed entram- invece, ad oggi, è ancora bi gli stalli di Boccea/ lontana da una soluzione.

Civico 1021, le paline di © RIPRODUZIONE RISERVATA queste ultime non sono mai state attivate, come già successo per la ferposito di «riassettare, lì dove è possibile, l’immediato intorno per rendere anche più accessibile la fermata in oggetto».

I lavori sono partiti solo due anni dopo, a Luglio 2015, e sono proseguiti senza grandi intoppi fino a Gennaio 2016, quando si sono inspiegabilmente interrotti.

Boccea/M. di Loreto (n.palina 75921) Boccea/M. di Loreto (n.palina 75874) Boccea/Quarto Galeria (n.palina 75920) Boccea/Quarto Galeria (n.palina 75875) Boccea/Civico 1320 (n.palina 79253) Boccea/Civico 1320 (n.palina 79254) Boccea/Casalnoceto (n.palina 75919) Boccea/Casalnoceto (n.palina 75876) Boccea/Tricerro (n.palina 75918) Boccea/Tricerro (n.palina 75877) Boccea/Trino (n.palina 75917) Boccea/Valle Santa (n.palina 75880) Boccea/Pontecurone (n.palina 75882) Boccea/Villa del Bosco (n.palina 75883) Boccea/Villa del Bosco (n.palina 75912) Boccea/Civico 1021 (n.palina 75885) Boccea/Civico 1021 (n.palina 75910) Boccea/Civico 971 (n.palina 75909) Boccea/Storta (n.palina 75908) Boccea/Selva Nera (n.palina 75677) Boccea/Mombaruzzo (n.palina 75897)

DALLE ASSOCIAZIONI

Il tratto periferico della Via Boccea abbandonato al degrado Il Comitato Valle Santa scrive alle istituzioni, in molti tratti della via Boccea manca l’illuminazione, la vegetazione invade la carreggiata e l’immondizia regna sovrana. di Niccolò Vena

L

a via Boccea rappresenta senza dubbio la più importante arteria stradale della periferia dei Municipi XIII e XIV, vuoi perchè ne delimita un confine amministrativo, vuoi perchè è spesso l’unico modo per raggiungere, dalla periferia, il centro della città.

La sua estensione, che va da Piazza Irnerio fino all’incrocio con Via Santa Maria di Galeria, la rende estremamente eterogenea, sia dal punto di vista infrastrutturale che manutentivo.

IL TRATTO PERIFERICO DELLA VIA BOCCEA Come sarà facile immaginare, il tratto più problematico della Via Boccea è quello periferico, in particolare il tratto dal “Km 6 al Km 16”, che presenta un manto stradale inadeguato, senza segnaletica orizzontale, privo di strisce pedonali e soprattutto scarsamente illuminato.

Abbiamo incontrato il Presidente del Comitato Valle Santa, Valentina Moscatelli, Comitato che lo scorso anno si era battuto ed aveva finalmente ottenuto, la potatura degli alberi più pericolosi, che continuavano a cadere su strada al ritmo di uno al mese.

«Ad un anno circa dall’ultima

In alto: un tratto della Via Boccea, verso il Km 15 dove si notano rifiuti ingombranti abbandonati; A fianco: il documento presentato dal Comitato Valle Santa alle istituzioni; A destra: la vegetazione che copre interamente la carreggiata; Sotto: altra immondizia, nel tratto di Via Boccea poco dopo la parrocchia di S. Maria di Loreto.

manutenzione - ci dice Valentina - c’è stato nuovamente uno sviluppo incontrollato della vegetazione, che provoca in molti tratti un restringimento della carreggiata con relativa diminuzione della visibilità.

Questi ostacoli, sommati agli alberi ad alto fusto che con i loro rami sovrastano la carreggiata, creano uno stato di insicurezza e pericolosità per tutti i cittadini.

Insicurezza e pericolosità che aumenta con il transito di autobus di linea e mezzi pesanti, costretti ad invadere la corsia opposta per evitare il restringimento dovuto alla vegetazione. Abbiamo quindi scritto a tutti gli organi competenti:

al Gabinetto del Sindaco di Roma, al Dipartimento “Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana”, al Dipartimento Tutela Ambientale, al Dipartimento Mobilità e trasporti, al Municipio XIII e XIV (quali enti territoriali) di attivarsi tempestivamente per richiedere il rispristino delle condizioni di sicurezza stradale, perchè nonostante in periferia, abbiamo diritto ai servizi come gli abitanti della città consolidata.

Ci auguriamo quindi che, come per le potature dello scorso anno, le istitutizioni ci ascoltino ed intervengano quanto prima». © RIPRODUZIONE RISERVATA

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DALLE ASSOCIAZIONI

Il progetto della Piazza di Nosate è fermo da tre anni L’area è pubblica, il progetto c’è ed i fondi anche, ma tutto è ancora fermo come tre anni fa e l’area è diventata un ricettacolo di sterpaglie ed immondizia. di Niccolò Vena

I

n una riunione pubblica del Giuno 2014, le istituzioni presentarono ai cittadini di Selva Candida e alle associazioni del territorio, il progetto di una piazza da realizzare all’interno del rettangolo formato da Via Nosate, Via Grezzago e Via di Selva Candida.

L’area a disposizione per l’intervento è di circa 7000 m2 e prevede: due aree attrezzate, di cui una adibita ad area giochi, un ampio parcheggio e l’adeguamento della fermata del Trasporto Pubblico Locale.

Tutto il progetto è finanziato dall’Associazione Consortile di Recupero Urbano “Nuova Periferia”, con i fondi raccolti dalle opere a scomputo.

LO STALLO L’incontro era stato organizzato per raccogliere le proposte di modifica al progetto preliminare da parte dei cittadini e delle associazioni, proposte che sono regolarmente arrivate.

Le fasi successive sarebbero state la conferenza dei servizi, il progetto definitivo e poi la gara.

Ma da quel momento in poi, a parte un passaggio in una commissione municipale, del progetto non si seppe più nulla.

L’amministrazione stimò l’avvio dei lavori, in quell’occasione, in circa un anno.

Ne sono passati tre e la piazza ha ancora lo stesso aspetto. Anzi, è abbandonata all’incuria ed è purtroppo un ricettacolo di immondizia, che aumenta in proporzione

In alto: il progetto preliminare presentato dall’Associazione Consortile di Recupero Urbano “Nuova Periferia”; Sotto: lo stato di degrado in cui attualmente versa il terreno destinato alla piazza.

alla crescita dell’erba.

A parte un episodio in cui il gruppo dei Volontari del Decoro Urbano si occupò della pulizia della parte confinante con Via di Selva Candida, non è stata più effettuata alcuna manutenzione.

IL PUNTO DEL COMITATO SELVA CANDIDA E DELL’ACRU “NUOVA PERIFERIA” Abbiamo incontrato Luigi Cattivelli, il Presidente del Comitato Selva Candida, che fin dalla sua costituzione si preoccupa di dare una destinazione urbanistica nuova all’area tra Via Nosate e Via Grezzago.

«Una piazza - ci dice Luigi - è elemento di incontro, di coagulazione ed aggregazione civile, di identificazione e caratterizzazione dell’identità locale. Una piazza può diventare elemento di “mobilità lenta” e di interconnessione con il trasporto pubblico.

Il Comitato Selva Candida, dall’anno della sua costituzione, il 2014, ha cercato di tenere desto un progetto di piazza da realizzare nell’ampio spazio antistante la farmacia “La Fenicia 2”, compreso fra le vie Selva Candida, Nosate e Grezzago,

ora ricettacolo di sterpaglie ed immondizia.

Una prima risposta dalle Istituzioni ci pervenne il 10 ottobre 2014, in occasione dell’Assemblea Pubblica che il Comitato organizzò presso l’Auxilium, quando gli allora rappresentanti del Municipio XIV dissero di aver reperito, per la realizzazione della piazza, la ACRU Nuove Periferie, che opera su questo territorio con l’utilizzo degli oneri concessori raccolti.

Il Progetto Preliminare risale al 14 maggio 2014 e fu presentato ai cittadini nel corso di un’assemblea pubblica indetta dal Municipio l’8 Giugno dello stesso anno.

In entrambe le occasioni, evidenziammo la necessità di esaminare il progetto della piazza insieme con il progetto

del raddoppio della Selva Candida, in termini di “sovrapposizione” del tracciato viario (probabilmente) lungo la via Grezzago.

Suggerimmo anche di istituire un senso rotatorio nella piazza (entrata da via Grezzago e uscita da via Nosate ndr) e di risolvere lo sperone che attualmente disturba l’incrocio Nosate/Selva Candida (il triangolo con i pini ndr)».

Abbiamo incontrato anche Cesare Luzi, il Presidente dell’A.C.R.U “Nuova Periferia” titolare del progetto, per capire a che punto stiamo.

«Il Dipartimento PAU ha chiuso da poco la preconferenza dei servizi, relativa al progetto preliminare sul quale anche il Municipio XIV ha rilasciato parere tecnico

positivo, comunicandoci che possiamo procedere con il progetto definitivo, il quale sarà sottoposto ad una nuova conferenza dei servizi.

Sappiamo che il Dipartimento PAU sta richiedendo il parere della Presidenza del Municipio XIV, a seguito del quale potremo presentare tale progetto».

Anche se si arrivasse alla stesura del progetto definitivo però, così come per tante altre opere a scomputo del territorio, che sono ferme da diverso tempo, l’ostacolo più grande è rappresentato dall’impossibilità di poter attualmente redigere la convenzione urbanistica. Questo perchè lo schema di convenzione stabilito attraverso la delibera di Consiglio Comunale n.53/2009, è sta-

to superato dalla riforma del codice degli appalti (D.L. 50/2016) e non è stato ancora aggiornato.

Un ritardo che ha generato il “congelamento” delle opere a scomputo e, di conseguenza, la realizzazione dei servizi soprattutto per la periferia.

Su questo fronte sembra si stia muovendo qualcosa e se ne è discusso nell’ultima Commissione Capitolina Urbanistica dello scorso 20 Settembre, legata proprio alle Zone “O”, in cui gli operatori hanno fatto presente l’urgenza di riavere a disposizione questo strumento amministrativo per poter continuare ad operare.

Ci auguriamo che tale riforma possa concludersi entro la fine del 2017. © RIPRODUZIONE RISERVATA

IL FERMACARTE

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IL FERMACARTE: Invito alla Lettura

A

partire dalla scorsa edizione, il Pungolo ha aggiunto una nuova rubrica alla sua offerta culturale: Il Fermacarte.

La rubrica nasce grazie alla collaborazione con i ragazzi di Rock’n’Read «Sballati di libri e musica» come amano definirsi.

L’obiettivo è quello di un “invito alla lettura”, di un ritorno alla carta stampata, al piacere di sfogliare un libro, in controtendenza con la visione digitale del mondo moderno.

In ogni edizione saranno proposti quattro titoli, recensiti dagli infaticabili membri di Rock’n’Read.

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La rubrica poi prosegue sul nostro portale web con un appuntamento settimanale, il venerdì, che si unisce alla rubrica web quindicinale dedicata al cinema.

Buona Lettura!

LE MAMME RIBELLI NON HANNO PAURA - Giada Sundas

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e mamme ribelli non hanno paura di Giada Sundas è un vivace diario in cui una giovane mamma racconta alla figlia Mya i suoi primi due anni di vita. Dal test di gravidanza fatto nel bagno del centro commerciale, la comunicazione ai futuri nonni, il cambiamento ormonale/umorale/fisico. Il tutto sottolinean-

do con ironia quanto poco ci sia di meraviglioso e romantico nelle gambe gonfie, il dolore del parto, le emorroidi, le notti insonni, l’aver a che fare con le altre mamme giudicanti, la ciccia... Giada Sundas ci dice le cose come stanno.

Tutto meraviglioso, tutto ci compete e ci coinvolge. Ma non è sempre un bene, non

per forza.

La ribellione è nell’accettazione delle diversità di come si è mamme, del non essere perfette ma uniche e comunque dedite, capaci e ricche di amore. Insomma essere madre è bellissimo, ma anche due palle.

E dirselo è molto umano.

LETTERA A UN GIOVANE CALCIATORE - Darwin Pastorin

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ettera a un giovane calciatore di Darwin Pastorin è uno scrigno di sentimenti, sapienza e considerazioni. Parte dal bel presupposto che “Il calcio non è solo un gioco, è un sentimento forte” e questo sentimento Pastorin lo tira fuori in ogni singola pagina. Durante Lettera a un giovane calciatore

passato e presente si intrecciano e troviamo bellissimi aneddoti curiosi sui più grandi giocatori di tutti i tempi.

Molto bella la versione proposta della finale dei mondiali Italia/Brasile: ai rigori “segnano nell’ordine, Albertini, Romario, Evani e Branco. È la volta di Massaro, e Taffarel para. Non sbaglia il

NESSUNA VOCE DENTRO - Massimo Zamboni

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n Nessuna Voce Dentro, Massimo Zamboni, l’ex-chitarrista di CCCP e CSI, racconta un’estate vissuta a Berlino prima della caduta del Muro. C’è tutto il sentimento dei primissimi anni ottanta, quelli lontani dal superficialismo commerciale di un riff musicale che ammiccasse alla dance patinata

e portasse l’orecchio dentro sonorità piacevoli, prive del dolore che quell’epoca stava trasmettendo ai ragazzi, magari con l’eroina o con un milione di altri espedienti che al tempo sembravano assolutamente innocui, come anche ad esempio la militanza nella politica più estrema. Zamboni parte alla volta del Nord

THE HATE YOU GIVE - Angie Thomas

S

tarr, adolescente nera con alle spalle una solida famiglia che la ama, vive una complessa dualità: vive nel ghetto dei neri dove le gang si sparano per regolare i conti ma va a scuola a mezz’ora di strada in un prestigioso istituto di bianchi che forse le darà un futuro migliore.

Si ritrova però ad assistere all’ omicidio del suo più caro amico (disarmato) da parte di un poliziotto dal grilletto facile. D’altronde il pregiudizio e la paura del diverso possono causare la morte di un adolescente che non aveva fatto nulla di male.

Il caso scoppia e ci si mette di mezzo la televisione, il ghet-

Garzanti

Chiarelettere

capitano del Seleção, Carlos Dunga. Sul dischetto va Roberto Baggio. Deve fare gol per forza per tenere in gara gli azzurri.” Proprio quando Ayrton Senna dal cielo decide di “alzare” il tiro perfetto di Roberto Baggio e farci perdere mandando il numero 10 in lacrime tra le braccia di Gigi Riva. Il resto è storia.

Einaudi Europa con un pollice alzato e viene raccolto da un camionista col bisogno di condividere la solitudine.

Arriverà a Berlino dove inizierà a pulsare il cuore della sua esperienza, molto più vicina a un viaggio della speranza che a una vacanza.

Giunti to diventa luogo di disordini in nome di Khalil che è stato ammazzato e che non potrà più diventare adulto ne avere un futuro.

Arriva il momento per Starr di risanare la dualità e scegliere chi essere nella vita.

SPORT LOCALE

Nautilus Nuoto Roma, la piscina dei piccoli e grandi talenti della pallanuoto

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di Noemi Bonafede

L

a nuova stagione agonistica di Pallanuoto è alle porte e il Nautilus Nuoto Roma ricomincia con importanti novità.

Nel corso dell’ultimo anno la Società è riuscita ad ampliare la forbice anagrafica di partecipazione riuscendo a coinvolgere un numero sempre più elevato di allievi e ottenendo risultati di rilievo con tutte le categorie partecipanti.

In alto: la piscina di Via di Casalotti 45; In basso a sinistra: il Presidente Massimiliano Bartolucci; A destra, da sinistra verso destra: Francesco Sinimberghi, Giorgia Bartolucci, Mauro Birri, Salvatore Figuccio, Massimiliano Bartolucci, Luca Solms, Leandro Lucangeli, Lorenzo Pagani.

LE NOVITÀ La prima importante novità di quest’anno è l’aver affidato la direzione tecnica di tutto il settore pallanuoto al Prof.

Mauro Birri, un uomo di sport con un’esperienza ultratrentennale, che ha avuto modo di allenare sia squadre maschili che femminili, con ottimi ri-

sultati, a dimostrazione di quanto il presidente Massimiliano Bartolucci abbia a cuore lo sviluppo di un serio progetto relativo alla pallanuoto.

«Conosco Mauro Birri da molti anni - ci dice il Presidente Bartolucci - e già in passato avevo pen-

sato di affidargli questo incarico, ma i suoi impegni lo portavano spesso ad allenare fuori Roma.

Ora, finalmente, abbiamo la possibilità di collaborare e ritengo che le sue capacità tecniche ed organizzative, maturate in tanti anni di esperienza,

possano far crescere sia i nostri allenatori che tutti gli atleti».

Birri si mostra entusiasta di questa nuova realtà emergente: «Sono molto contento di mettere la mia esperienza a disposizione di questa società.

In particolare mi ha im-

pressionato il copioso numero di atleti che questa società, seppur giovane, può vantare di avere a disposizione; parliamo di più di 100 atleti, numeri resi ancor più importanti dall’alta frequenza della scuola nuoto, che offe prospettive ancora più interessanti per il futuro del settore».

LE SQUADRE Il Nautilus Nuoto Roma parteciperà a tutti i campionati, dall’U.9 alla Serie D e ai master (fatta eccezione per gli U20 i cui atleti parteciperanno alla serie D).

Alcune di queste categorie saranno rappresentate da 2 squadre, per dare la possibilità a tutti i ragazzi di divertirsi e di crescere nel modo migliore.

Per quanto riguarda lo Staff tecnico, sappiamo che l’U.9 è stata affidata a Lorenzo Pagani ed a Luca Solms, mentre gli U.11 sono in carico a Salvatore Figuccio, che si occuperà anche della Serie D e dei Master.

Francesco Sinimberghi

si occuperà degli U.13 e Leandro Lucangeli degli U.15/U.17.

Infine il ruolo di dirigente accompagnatore è stato affidato a Giorgia Bartolucci.

LE COLLABORAZIONI L’altra novità è la collaborazione con una delle più importanti società laziali di pallanuoto: il 3T Sporting Village.

L’accordo prevede un reciproco intervento per quanto riguarda la Serie A2 femminile, di cui Birri ne è allenatore, ed un’ampia prospettiva di interscambi collaborativi mirati alla crescita delle giovanili di entrambe le società.

Dirigenza, investimenti sul settore giovanile e collaborazione con le realtà sportive affermate, i presupposti per raggiungere traguardi importanti ci sono tutti.

A noi non resta che fare il tifo e augurare il meglio per questa nuova stagione. © RIPRODUZIONE RISERVATA

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SPORT LOCALE

FC Casalotti: una squadra, una storia, una maglia

Riparte la stagione e la FC Casalotti potenzia tutto lo staff. Ma accanto alla crescita tecnica c’è sempre un occhio di riguardo per quella sociale, perchè il calcio è sì passione e sport, ma è anche inclusione e condivisione. di Noemi Bonafede

P

assione per il calcio e passione per l’insegnamento.

La Casalotti Calcio ha iniziato la sua nuova stagione sotto la doppia spinta del rinnovamento e del recupero del senso di appartenenza al quartiere. L’Open day dello scorso 7 settembre ha aperto le porte del centro sportivo di via Borgosesia ad una marea di bambini che ha sommerso con il suo entusiasmo genitori e mister.

Un successo che ha ribadito, se mai ce ne fosse bisogno, tutte le qualità di una scuola che nel 2016 si è fregiata del riconoscimento “Scuola Calcio Élite” da parte del Coni e che quest’anno punterà con particolare cura alla formazione dei più piccoli. La società gialloblù ha raccolto molte nuove adesioni, soprattutto per i nati dal 2010 in poi, il che equivale ad un attestato di fiducia da parte dei papà e delle mamme che potranno vivere la

Casalotti Calcio come un importante punto di aggregazione.

LA FORMAZIONE Sotto la direzione tecnica di David Giancarlo e l’instancabile azione del presidente Francesco Lotrionte, è evidente l’investimento fatto su tutte le categorie che compongono il settore: dagli Esordienti 2005, passando per i Pulcini del 2007-2008, fino ad arrivare ai Primi Calci e ai Piccoli Amici nati nel 2013. Casalotti punta anche sul calcio femminile, in forte crescita negli ultimi anni.

Uno dei punti di forza confermati è costituito dalla scuola portieri, guidata con attenzione e impegno da Robert e Daniel Del Gaudio per la parte agonistica e da Francesco Proietti Gaffi (ex Casalotti ed ex Roma) per la scuola calcio.

Contemporaneamente il club ha rinnovato l’accordo di collaborazione

con la Perugia Academy, affidandosi alla metodologia del “Football Game”.

Questo sistema, adottato dalla società, insegna prima di tutto ai bambini che non esiste più la specificità dei ruoli.

I giovani giocatori, almeno fino ad una certa età, devono essere intercambiabili e allenarsi alla flessibilità.

L’obiettivo è di prendere consapevolezza del calcio attraverso situazioni di gioco reali, che verranno affrontate direttamente in partita.

Accanto alla crescita tecnica c’è ampio spazio per quella sociale: il calcio è inclusione, è condividere le proprie esperienze per aiutarsi a crescere e anche per questa stagione è stata rinnovata la col-

laborazione con l’associazione “Supereattivi”, impegnata ad abbattere le barriere fisiche e mentali nello sport.

Non solo scuola calcio, naturalmente.

ta ad una crescita di tutti i settori giovanili, mentre il fiore all’occhiello è costituito dalla Prima Categoria. I giocatori agli ordini dei Mister Marco Bianconi ed Enzo Teti non nascondono l’amIL SETTORE AGONISTICO bizione di essere tra i protagonisti del girone, Il settore agonistico si è anche grazie ad una rosa rinnovato con l’arrivo giovane e rinforzata da del Direttore Sportivo diversi nuovi arrivi. © RIPRODUZIONE RISERVATA Cesare Mecchi, che pun-

LETTERE ALLA REDAZIONE ST AN

Z E RO M A N

-O VE

LE

OR

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COMITATO DI QUARTIERE NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST CASALOTTI - SELVA CANDIDA VIA MORSASCO N. 9 00166 - ROMA

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Acea Illuminazione Pubblica acea.ip@pec.aceaspa.it

OGGETTO: Illuminazione Mancante in Via di Santa Seconda, altezza civici 13/15

PREMESSO che l’illuminazione pubblica rientra fra i “servizi primari” di un territorio ed ha come obiettivo fondamentale la riduzione dei rischi per la mobilità e l’aumento delle condizioni di sicurezza in generale; che su Via di Santa Seconda, all’altezza dei civici 13/15, sono stati rimossi da diverso tempo due pali dell’illuminazione pubblica (presumibilmente i nn. 4 e 5); che tali pali illuminavano, oltre alla sede stradale, anche una fermata del servizio del Trasporto Pubblico (Santa Seconda/Fossano n. palina 75682) e lo sportello Bancomat dell’Ufficio Postale.

SI RICHIEDE un intervento immediato da parte dei soggetti in indirizzo nell’effettuare le opportune verifiche e le azioni possibili per il ripristino dell’illuminazione nella porzione indicata in oggetto

Niccolò Vena

Responsabile Protocollo Comitato N.A.R.N.O.

PROT. U17002

ST CASALOTTI SELVA CANDIDA

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Z E RO M A N

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IL PUNGOLO

ALLEGATI: FOTO N.1 - U17002A01 FOTO N.2 - U17002A02

Gentile Marisa,

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mariarosaria.rizzi@comune.roma.it

E OV

Maria Rosaria Rizzi Ass.re LL.PP. Municipio Roma XIII

Cordiali Saluti.

A seguito della Sua segnalazione abbiamo inviato una PEC ad Acea Illuminazione, e pochi giorni dopo, come avrà potuto verificare, sono stati installati i pali dell’illuminazione mancanti, ed a breve dovrebbero provvedere a montare anche i corpi illuminanti.

La situazione tornerà presto quindi alla normalità.

La ringraziamo per averci contattato.

RE IE

Roma 15 Settembre 2017

e.p.c.

Vorrei segnalare che in via santa seconda davanti al civico 13 e al 15 ufficio postale sono stati tolti da ACEA Ii lampioni stradali non si sa per quale ragione noi residenti abbiamo fatto vari reclami ma non abbiamo ottenuto nulla la situazione è così da oltre un anno se c’è qualcuno che puo fare qualcosa ci farebbe piacere grazie.

Marisa B.

DI QUA RT TO TA

CO MI

CO MI

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CASALOTTI SELVA CANDIDA

WWW.ILPUNGOLO.ORG

NU

Entrambe le Vie da Lei citate rientrano nelle strade a carattere di “Grande Viabilità”, ridefinite con la Deliberazione della Giunta Comunale n.1022 del 22 Dicembre 2004, attraverso la quale si sono divise le competenze di «manutenzione ordinaria, straordinaria, sorveglianza ed il pronto intervento» tra Municipi ed il Dipartimento S.I.M.U. (Sviluppo Infrastrutture e Manutenzione Urbana) a cui competono, appunto, le strade a carattere di Grande Viabilità.

Nel nostro territorio fanno parte di questa classificazione Via Boccea, Via della Storta, Via di Casal Selce, Via di Casal del Marmo e Via della Maglianella, tutte strade con gravi problemi sotto il punto di vista del degrado stradale. A questo punto sorge naturale il dubbio sull’efficacia di assegnare strade di tale rilevanza ad un Dipartimento che non riesce a garantirne una manutenzione adeguata.

Da parte nostra continueremo a monitorare la situazione ed a segnalare eventuali problematiche, la ringraziamo per averci contattato.

RE IE

Gentile Luigi,

DI QUA RT TO TA

E OV

Il percorso di via della Storta, dalla diramazione di via di Boccea fino alla via Trionfale, è oramai diventato un percorso di guerra; o pochissimo ci manca. Buche a non finire e sgretolamento dell’asfalto rendono pericoloso il tragitto per le “due ruote” e sono pista di collaudo per gli ammortizzatori e gli pneumatici delle vetture.

Non mi si chieda il o i numeri civici di riferimento; è tutto il percorso bisognoso di ripristino. Urgente.

Consiglierei l’adibizione di un mezzo di lavoro con l’adeguata scorta di bitume/asfalto e la percorrenza dalla diramazione del “Dazietto” ad andare in su verso via Trionfale con soste dove necessario per le urgenti riparazioni del caso fino a completamento delle riparazione del caso .

Sono sicuro che un sopralluogo, con pattuglia del Comando Vigili della XIV Ripartizione, potrà verificare quanto ora segnalato/lamentato.

Con l’occasione si evidenzia che anche Via di Boccea, sempre dalla diramazione del Dazieto verso fuori Roma, salvo altri tratti più “cittadini”, abbisogna di “cure del caso” per lunghi tratti e buche persistenti che si riaprono ad ogni pioggia insistente.

Porgo i miei più deferenti saluti e resto in attesa di poter percorrere le vie sopra citate con certa, anche se non assoluta, tranquillità per le condizioni del manto stradale.

Luigi M.

PALI DELL’ILLUMINAZIONE MANCANTI SU VIA DI SANTA SECONDA

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LA GRANDE VIABILITÀ ABBANDONATA A SÈ STESSA

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IL PUNGOLO

PERIODICO DEL COMITATO DI QUARTIERE NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST CASALOTTI - SELVA CANDIDA

Pagina 1 di 3

Sopra: la PEC inviata ad Acea illuminazione per richiedeere il ripristino dei pali mancanti su Via di Santa Seconda; Sotto: un’immagine dei pali installati pochi giorni dopo, ma ancora sprovvisti dei corpi illuminanti; In fondo: una delle tante buche presenti su Via della Storta

SEDE LEGALE comit.narno@tiscali.it VIA MORSASCO, 9 00166 - ROMA

REDAZIONE

redazione@ilpungolo.org PRESIDENTE Cangialosi Andrea DIRETTORE Sarzanini Enrico CAPOREDATTORE Strazzera Giuseppe REDATTORI Bonafede Noemi De Santis Sara Landonio Luciano Raso Francesco Sacchinelli Arianna Vena Niccolò Verachi Marco FOTOGRAFIA Cantarella Gabriele g.cantarella@ilpungolo.org RESP. MULTIMEDIA Zampieri Simone multimedia@ilpungolo.org

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