Il Pungolo n. 131

TIRATURA 10.000 COPIE

HOTEL SELVA CANDIDA

Vicino alle tue esigenze.

HOTEL SELVA CANDIDA

Roma

Via Casal del Marmo, 618 00166 Roma Tel. +39 06 6157211

Roma

Nuovo ingresso da

Via Casal del Marmo, 618 Periodico del Comitato di Quartiere Nuove Alleanze Roma Nord Ovest Casalotti - Selva Candida Anno XXVII - n. 131 - Gennaio/Febbraio 2017 - redazione@ilpungolo.org - comit.narno@tiscali.it

Via di Selva Candida, 200 00166 Roma Tel. +39 06 6157211

PIAZZA DEL CASTELLO DI PORCARECCIA: QUALI SOLUZIONI? Via Forno Saraceno si immette nella piazza attraverso una curva cieca.

I cittadini lamentano gravi lacune in termini di sicurezza. Un progetto per riqualificare la piazza però già è previsto e la renderebbe la prima isola pedonale della periferia di Roma. di Giuseppe Strazzera

S

pinto dall’insistenza di decine di cittadini residenti, lo scorso 26 Gennaio, il Municipio Roma XIII ha organizzato una commissione congiunta “Lavori Pubblici e Urbanistica-Ambiente”, in Piazza del Castello di Porcareccia, per discutere e cercare una possibile soluzione alle problematiche relative alla riqualificazione della Piazza ed ai problemi legati alla sicurezza e alla viabilità di questa porzione di periferia. Le problematiche nascono dall’attuale conformazione dell’asse stradale principale, Via Forno Saraceno, che si congiunge alla Piazza del Castello di Porcareccia attraverso una curva cieca.

“

Castel di Guido, un enorme patrimonio da rivalutare 2000 ettari fra ulivi, boschi, siti archeologici e biodiversità uniche in tutto il territorio romano.

VERACHI a pag 7

La manutenzione ordinaria interviene su strade private LANDONIO a pag 10

Il Municipio XIV e le lacune nella comunicazione

Continua a pag 14

Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.

Proverbio Cinese

Fossi Urbani: nessuna manutenzione e competenze incerte

VENA a pag 8

REDAZIONE a pag 17

L’INTERVISTA

«Mito, rito e storia» Fabio Mariani alla Philobiblon Gallery

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

3

L’artista, nato e cresciuto a Casalotti, espone le sue opere all’interno della Philobiblon Gallery, dal 7 al 21 Febbraio, in Via Antonio Bertolini 45. di Simone Ciampanella

«M

ito, rito e storia».

Tre parole che legano le opere di Fabio Mariani esposte dal 7 al 21 febbraio alla Philobiblon Gallery di Roma (www.philobiblon.org – Via Antonio Bertolini, 45). Il giovane artista è nato e cresciuto a Casalotti, dove fin da piccolo sente «la necessità fisica di dipingere», come ci dice in occasione dell’evento.

Il desiderio chiaro e la volontà determinata di fare arte, lo spingono negli anni a ricercare gli stimoli di cui la periferia spesso è povera.

E così dal semplice desiderio di dare senso al colore su un pezzo di carta, inizia la sua avventura.

Segue gli studi artistici per poi frequentare l’accademia e coltivare la musica, una cara compagna che lo sostiene.

All’inizio si misura con l’olio, che impara a dominare con uso sapiente. Ma non basta. Nelle prime creazioni le immagini familiari di mani, volti e pontili,

In alto da sinistra verso destra tre opere esposte alla Philobiblon Gallery: “La Torre Nera”; “Fontamara”; “Sedimenta”.

Sotto l’artista Fabio Mariani

hanno bisogno di trovare spazio tra masse informi. «Limiti per racchiudere una determinata prospettiva, come finestre che raccolgono una scena. La materia come racconto dell’irrazionalità, quella dell’uomo primordiale. E le immagini definite per rispondere alla volontà di mettere ordine, alla razionalità».

Ma l’equilibrio è instabile. Qualcosa non torna. La demarcazione tra la chiarezza delle figure e le fasce materiche non è più netta.

La tensione tra gli elementi dell’opera sfugge e le parti lottano e si miscelano in immagini inquietanti: sorgono i “mostri”.

Durante la sua ricerca Fabio con-

tinua ad esporre ed ha la possibilità di farlo in Cina: «Lì mi sono liberato dalla tecnica, o meglio mi sono liberato nella tecnica. Prima rimanevo ancorato agli strumenti che avevo acquisito nella mia formazione. Poi ho capito che quell’alfabeto poteva e doveva raccontare altre storie».

Allora camminare, leggere, suo-

nare. E conoscere meglio l’Italia. Quella degli spazi riservati, dove il rapporto con la terra è immediato, e piano piano vedi che «la natura ti libera dalle sovrastrutture fino a farti rimanere solo con il silenzio».

Nella muta radura, tra le piante, riscopre il ferrogallico, un inchiostro naturale ottenuto dalla lavorazione delle parti di alcuni alberi, ricche di tannino. Ne studia le potenzialità e impara la procedura più antica per produrlo. «Mi affascinavano l’aspetto alchemico e la possibilità di dipingere con un materiale pensato solo per scrivere o per disegnare». La confidenza con la natura avvia nell’artista una meditazione sull’impatto che l’uomo “tecnologico” ha su di essa.

Il duro contrasto che Mariani legge, porta ad affidare l’instabilità di questa opposizione a una nuova tela: l’alluminio.

Questo metallo diventa poi la lastra dove tenta di affacciarsi sul salto della meraviglia. In quell’atti-

mo di stupore che ognuno riconosce quando vede la realtà piena di possibilità o quando tutto perde senso. L’opera Moby Dick è un fotogramma potente di questa esperienza, che è memoria del momento in cui il primo uomo si stacca dalla natura.

Sentieri battuti passo dopo passo, quelli che l’artista offre, e che la mostra della Philobiblon ha saputo raccogliere, per la prima volta, tutti insieme.

Nel bianco della grande stanza, o nei cunicoli discreti della galleria, il visitatore può percorrere le ricerche di Mariani. Ma anche scavare nelle sue domande con il catalogo interpretativo curato da Matteo Ghirighini ed accedere così all’intimo laboratorio del pittore e partecipando al suo gesto creativo.

«L’artista ha una fortuna – dice Fabio – può avere una verifica continua del sé, perché le sue opere sono il testamento del suo cammino spirituale». © RIPRODUZIONE RISERVATA

4

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

SCUOLA E SANITÀ

Emozione e Postura: l’integrazione del corpo-mente di Elisa de Rubeis

L

a rieducazione posturale è una metodica riabilitativa che ha lo scopo di riarmonizzare le curve fisiologiche del rachide, donando sia elasticità muscolare che aumento della mobilità articolare. Questi ultimi due effetti si hanno non solo sulla colonna, ma su tutti i distretti e le articolazioni del corpo.

Una postura definita corretta è quella in cui la nostra colonna vertebrale è flessibile ed ha buone capacità di adattamento ai cambiamenti interni ed esterni, con conseguente aumento della vitalità del nostro sistema psico-fisico.

Al contrario una postura definita errata si ha quando la nostra colonna diviene rigida, perde vitalità nei movimenti e si ha la sensazione di “stancarsi” facilmente, di essere più sensibili ed irritabili e tutto ciò ha un’influenza sulla nostra vita personale e sociale.

Da qui possiamo comprendere la stretta affinità e l’inscindibilità tra corpo e mente, tra realtà somatica e psichica. Emozione e postura divengono sinonimi rispettivamente di mente e corpo ed il respiro non è che un altro ingranaggio che fa parte dello stesso meccanismo.

CONSAPEVOLEZZA DEL PROPRIO CORPO Se noi siamo il nostro corpo e il nostro corpo è noi, allora il corpo esprime chi siamo.

Più il nostro corpo è vivo, più siamo nel mondo.

La postura è il nostro modo di essere e di stare al mondo.

Tutto è inscritto nel corpo, è sufficiente imparare a leggerlo:

come un boscaiolo può leggere la storia della vita di un albero dalla sezione trasversale del tronco, in cui sono evidenti gli anelli della crescita annuale, così si può leggere la storia di una persona dalla sua postura.

Partendo dal presupposto che la postura perfetta non esiste, in quanto risulta essere la somma del vissuto personale, emotivo e sociale della persona, è tuttavia possibile trovare l’equilibrio, l’armonia e soprattutto la funzionalità fisiologica delle varie parti (che quasi sempre è associata ad una determinata forma del nostro corpo).

Ciò che fenologicamente os-

serviamo, durante un’analisi posturale, è un blocco i cui singoli pezzi sembrano allineati e avvolti da un involucro.

In realtà i singoli pezzi sono disposti senza un ordine preciso e l’involucro è indispensabile per tenere insieme i blocchi ed è inoltre sottoposto a tensioni in varie zone.

Questo è ciò che i nostri tessuti, muscoli e fasce devono fare per tenere insieme una struttura non bilanciata: presenza di tensione e sforzo, per garantire la stabilità della struttura.

Così una parte della nostra energia è costantemente impiegata per mantenere la stabilità durante le azioni più basilari ed indispensabili che compiamo quotidianamente e che saranno accompagnate da una sensazione di sforzo e di affaticamento.

Quando una tensione si fa cronica, le fasce che separano e rivestono i muscoli, si accorciano e si induriscono.

Si avvia così una catena di tensioni, dato che i tessuti connettivi sono in stretta relazione tra di loro: si formano ulteriori accorciamenti che tendono a compensare il disallineamenento, provocato dalle tensioni primarie. Il corpo appare così fuori asse e sembra soffrire anche della presenza della forza

di gravità. Un corpo in equilibrio invece sembra che si sollevi, non che si abbassi. Questa specie di gancio aereo è rappresentato dalla cooperazione bilanciata di miofasce ben distribuite nello spazio.

NON È MAI TROPPO TARDI PER RIEDUCARE IL CORPO Nella rieducazione posturale cerchiamo il bilanciamento delle strutture muscolari, fasciali ed articolari, quindi del tessuto connettivo, elemento base e comune.

La forma e la struttura del corpo umano può essere cambiata più di quanto si pensi; ciò è possibile grazie alla plasticità dei tessuti connettivi ed alla loro capacità di risposta all’energia applicata, in termini di calore, pressione e movimento.

«Il tessuto connettivo è l’organo della forma» (cit. Ida Rolf).

La postura ha un aspetto tridimensionale: dietro l’involucro della pelle si interseca un bellissimo disegno di strutture filamentose (il tessuto connettivo) che sostengono gli organi, i muscoli e le ossa .

Tutto questo è animato dalla circolazione che porta sostanze nutritive alla struttura; il disegno prende vita, si muove e ci muove.

Il vostro corpo è l’arpa della vostra anima, sta a voi trarne una musica armoniosa o confusi suoni.

K.Gibran

© RIPRODUZIONE RISERVATA

SCUOLA E SANITÀ

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

Malborghetto e S. Brigida: un altro anno per il risanamento

5

Emanata l’Ordinanza Sindacale n. 151 del 2016, che impone per altri 365 giorni il divieto al consumo di acqua proveniente dall’acquedotto di Malborghetto e dal ramo idrico di S. Brigida. di Marco Verachi

«N

uovamente prorogate le prescrizioni, gli obblighi e/o divieti di consumo di acqua proveniente dall’acquedotto di Malborghetto e dal ramo idrico di S. Brigida (acquedotto Casaccia-S. Brigida) fino al 31 Dicembre 2017». È quanto stabilito dall’Ordinanza Sindacale n.151 dello scorso 27 Dicembre 2016.

Viene così rimandato di un altro anno il risanamento definitivo dei vecchi acquedotti ex Arsial da parte di Acea Ato 2, nei quali era stata riscontrata una notevole presenza di arsenico, nociva al consumo umano (ivi incluse tutte le attività produttive).

Tre anni fa, con l’Ordinanza Sindacale n. 36 del 22 Febbraio 2014, veniva imposto il divieto di utilizzo dell’acqua proveniente dagli acquedotti di Malborghet-

to, Camuccini, Piansaccocia, Monte Olivieri, Santa Maria di Galeria, Brandosa e Casaccia-S. Brigida.

L’amministrazione decideva quindi di intervenire, attraverso la progettazione e l’intervento di Acea Ato 2, per riportare l’acqua potabile nelle case della periferia più estrema, compresa tra i Municipi XIV e XV. A conclusione del 2014, con le O.S. n°158 dell’11 Agosto 2014 e la n°262 del 19 Dicembre 2014, venivano disposte le cessazioni dei divieti per gli acquedotti di Monte Oliviero, Piansaccoccia, Santa Maria di Galeria e Camuccini.

Alla fine del 2015, invece, con le O.S. n°158 del 7 Agosto 2015 e n°46 del 29 Dicembre 2015, sono cessati i divieti di utilizzo dell’acqua proveniente dall’acquedotto di Brandosa e del ramo idrico di Casaccia (acquedotto

Qui sotto: L’ordinanza sindacale n. 151 del 27 Dicembre del 2016

minazione, sembrerebbe prevista la realizzazione di un nuovo tronco di 1500m su strada per tentare di risolvere le problematiche di inquinamento e di conseguenza migliorare l’accessibilità alle condotte per permettere un’adeguata manutenzione futura.

Casaccia-S.Brigida).

Con l’ultima ordinanza, Con questi ulteriori provla n. 151 del 27 Dicem- vedimenti, ci si augura di bre 2016, si evince che poter vedere realmente mancano da risanare solo portata alla normalità l’acquedotto di Malbor- una situazione che, alghetto e il ramo idrico di meno ufficialmente, va avanti da tre anni.

S. Brigida.

Inoltre, per accelerare il © RIPRODUZIONE RISERVATA risanamento, a seguito dell’individuazione da parte degli enti competenti delle fonti di conta-

CALENDARIO DEL DONATORE 2017 Tutti gli appuntamenti dei Donatori Sangue Le Selve e delPARROCCHIA Gruppo Donatori 5Avis Casalotti previsti sul territorio S.MARCO E PIO X FEBBRAIO © RIPRODUZIONE RISERVATA

26

CHIESA DEI SS.MARTIRI DI SELVA CANDIDA

12

PARROCCHIA DI S.MARIA DI NAZARETH

GIUGNO

11

PARROCCHIA DI S.MARIA DI NAZARETH

18

PARROCCHIA S.MARCO E PIO X

2

PARROCHIA S.MARIA DI LORETO

10

PARROCCHIA DI S.MARIA DI NAZARETH

10

CHIESA DEI SS.MARTIRI DI SELVA CANDIDA

1

PARROCHIA S.MARIA DI LORETO

10

PARROCCHIA DI S.MARIA DI NAZARETH

FEBBRAIO

MARZO

GIUGNO

LUGLIO

SETTEMBRE

SETTEMBRE

NOVEMBRE

DICEMBRE

6

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

ELETTROSMOG E AMBIENTE

Intitolata un’area verde al jazzista Massimo Urbani L’ufficialità lo scorso 20 Gennaio.

Il giardino si trova all’ingresso del complesso del Santa Maria della Pietà. di Noemi Bonafede

C

i eravamo lasciati con la seconda edizione del Festival del Jazz, l’evento musicale che si svolge nel quartiere di Monte Mario, dove artisti e cittadini si incontrano per onorare la memoria di un artista di fama nazionale ed internazionale che ha abitato il loro quartiere, scomparso prematuramente il 24 Giugno del 1993: Massimo Urbani.

CHI ERA MASSIMO URBANI «Una luce folgorante che si vedeva nel suo suono e che si comunicava anche attraverso le parole, e di questa luce tutti quanti siamo ancora illuminati». È con queste parole che il giornalista Luigi Onori descrive il brillante sassofonista Massimo Urbani, uno dei maggiori talenti ed interpreti della

storia del Jazz italiana e mondiale.

Nato a Monte Mario nel 1957, ha sempre dimostrato un forte legame con il suo quartiere: «Massimo viaggiava ovunque per suonare, ma pensava che Piazza Nostra Signora di Guadalupe fosse il posto più bello del mondo», scrive il giornalista Pino Corrias.

Scoperto da Mario Schiano e Marcello Melis durante una sua performance musicale in un piccolo locale di periferia, a 16 anni ottiene la prima incisione discografica e subito dopo la collaborazione con Giorgio Gaslini ed Enrico Rava.

Nel 1974 Urbani si fa notare, durante la seconda edizione di Umbria Jazz, dal grande sassofonista americano Sonny Stitt, amico e allievo di Parker.

In questo periodo co-

mai perdere la sua semplicità.

L’INTESTAZIONE DELL’AREA VERDE

mincia a percorrere una strada senza ritorno, fatta di eccessi e sregolatezza durante la quale, però, continua a regalare straordinarie performance artistiche.

Rava lo porta con sé in

America e la sua carriera prende il volo con un continuo susseguirsi di tournée in tutto il mondo, di riconoscimenti e di successi che lo portano a collaborare con i migliori musicisti mondiali, senza

L’idea di poter intitolare una parte importante del quartiere a questo straordinario artista, è stata proposta durante la prima edizione del Festival del Jazz a lui stesso dedicato, nel marzo del 2015.

La proposta si è concretizzata in due fasi distinte. Nella prima fase, lo scorso maggio, con una deliberazione di Giunta è stata autorizzata l’apposizione di un pannello in cui è rappresentata la storia e la biografia dell’artista. Durante l’apposizione si è tenuta una piccola cerimonia, caratterizzata da interpretazioni musicali dei suoi più grandi amici e del fratello Maurizio.

La seconda fase invece, conclusa lo scorso 20 Gennaio, ha visto l’inau-

gurazione del giardino dedicato al ricordo del musicista.

Si tratta dell’area verde antistante il Parco del Santa Maria della Pietà, più precisamente quella sul lato destro, all’interno dello storico complesso dell’ex manicomio, attuale sede amministrativa del Municipio XIV. «I nostri obiettivi in questo momento - ci dice Giuseppe Salerno, dell’associazione Esacordo - sono incentrati alla realizzazione della terza edizione del Festival del Jazz dedicato a Massimo. Lo scorso anno siamo riusciti a raggiungere progetti importanti, adesso ci auguriamo di trasformare questo evento musicale in un appuntamento annuale aperto a tutti gli appassionati della Musica Jazz». © RIPRODUZIONE RISERVATA

ELETTROSMOG E AMBIENTE

Fossi Urbani: nessuna manutenzione e competenze ancora frammentate

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

7

di Marco Verachi

N

ell’edizione del Pungolo di Settembre/Ottobre 2016, avevamo evidenziato alcune criticità in merito ai Fossi Urbani, riguardanti sia la mancanza totale di manutenzione, sia la frammentazione delle competenze, che non permette una continuità ed una omogeneità di intervento.

A quattro mesi di distanza dall’articolo e a tre anni di distanza dalla tragica alluvione del 31 Gennaio 2014, nella quale non ci furono vittime solo per una fortunata coincidenza, purtroppo nulla è ancora cambiato.

I Fossi Urbani non ricevono una manutenzione

adeguata da anni.

Molti bacini sono ancora divisi per competenza fra Consorzio di Bonifica Tevere Agro Romano (C.B.T.A.R.), ARDIS, Città Metropolitana (già Provincia di Roma) e Comune di Roma.

Non è stato ancora dato seguito al Programma Italia Sicura 2015 – 2020, che prevede per il nostro territorio due investimenti fondamentali come: • L’Adeguamento ed il riordino della rete dei collettori nel bacino del Fosso di Campo Morto, per un importo pari a 5.000.000 di euro; • Il Ripristino dell’Al-

veo del Fosso del Bamboccio, per un importo pari a 6.250.000 di euro.

Non è stato ancora risolto il problema della proprietà delle fasce di pertinenza dei bacini idrici, indispensabili per la manutenzione e la sicurezza, molte delle quali risultano occupate indistintamente sia da strutture abusive, che da strutture realizzate con regolare licenza.

A tal proposito, a seguito di una richiesta di intervento di pulizia e del ripristino di una sponda del Fosso dell’Acquasona, da parte di un cittadino, il C.B.T.A.R. ha tenuto a precisare che

quella porzione di Fosso è al di fuori del perimetro della loro competenza.

Per far capire ai cittadini di cosa stiamo parlando, basti guardare la mappa qui in alto.

Le porzioni escluse dalla manutenzione del CBTAR (a destra della linea verde) sono di estensione davvero ridotta, poche centinaia di metri, ma sufficienti a generare una discontinuità impor-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

LE REALTÀ TERRITORIALI

tante, lungo uno dei tratti che ha subìto più danni durante l’ultima alluvione. Nell’eterno gioco dello scarico delle responsabilità, il comune è arrivato addirittura a sostenere che la responsabilità di alcuni tratti possa ricadere sui proprietari frontisti, come se non vi fosse differenza fra tappare autonomamente una buca con un sacchetto di asfalto (cosa che accade

ai proprietari frontisti nelle strade del tipo “private aperte al pubblico transito”) ed occuparsi autonomamente della pulizia di quello che in sostanza è un piccolo fiume. In sintesi, nei tre anni trascorsi da quella fatidica data, quel poco che si poteva fare non si è fatto ed in materia di sicurezza le istituzioni continuano a “navigare a vista”. © RIPRODUZIONE RISERVATA

8

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

ELETTROSMOG E AMBIENTE

Castel di Guido, un patrimonio da rivalutare 2000 ettari , fra ulivi, boschi, siti archeologici e biodiversità uniche in tutto il territorio romano.

Un bene pubblico che, senza una concreta proposta di rilancio, rischia di andare incontro ad un inesorabile declino. di Niccolò Vena

N

onostante l’urbanizzazione, che a Roma ha portato alla crescita smisurata della città consolidata e alla nascita di nuovi quartieri, dove prima non c’era nient’altro che verde, la Capitale ha mantenuto quella tradizione rurale che l’ha sempre caratterizzata, e ad oggi risulta essere tra i Comuni agricoli più grandi d’Europa.

Percorrendo pochi chilometri al di fuori del Grande Raccordo Anulare, distese enormi di

campi, oliveti, allevamenti e boschi prendono il sopravvento, creando un vero e proprio patrimonio che, sfortunatamente, non sempre viene valorizzato come dovrebbe.

CASTEL DI GUIDO Castel di Guido è tra gli esempi più grandi ed evidenti, nel nostro territorio e per tutto il Comune di Roma, di come un’eccezionale risorsa possa essere ridotta all’osso, a causa della mala-gestio-

ne ed il disinteresse di chi dovrebbe gestirla e valorizzarla.

L’area sorge nell’estrema periferia del Municipio XIII, lungo la Via Aurelia e si estende per circa 2000 ettari, dalle fasce collinari fino alla pianura costiera tra boschi, riserve naturali, coltivazioni, allevamenti e siti storici ed archeologici di epoca preistorica, romana e medievale.

L’intera zona, ad eccezione di una porzione dell’oliveto, rientra nella Riserva Naturale Litora-

le Romano per la salvaguardia del territorio, istituita ai sensi della legge 394/91 con Decreto del Ministro dell’Ambiente 29 marzo 1996, che si estende nei Comuni di Roma e Fiumicino, ai quali ne è affidata la gestione delle rispettive aree di competenza.

La superficie di Castel di Guido è tra le più vaste, se non la più vasta, della città. Un patrimonio ambientale, boschivo e archeologico che dovrebbe essere il fiore all’occhiello della città di Roma e della Regione Lazio, ma che, invece, sta andando incontro ad un inesorabile declino.

L’AZIENDA AGRICOLA In questo clima paradossale, negli ultimi mesi, sono emerse novità importanti per quanto riguarda l’azienda agricola di Castel di Guido.

L’azienda è tra le più estese aziende agricole biologiche d’Italia: al suo interno rientrano coltivazioni per oltre 300 ettari, un oliveto di

circa 30 ettari, un caseificio ed un allevamento costituito da capi bovini di razza Maremmana, per quanto riguarda la produzione di carne, e capi bovini di razza Frisona per la produzione del latte.

Ad oggi l’azienda risulta di proprietà del Comune, quindi personale, macchinari, trattori, animali e fieno per la loro alimentazione sono gestiti dal Campidoglio, ma dopo anni di mala amministrazione la situazione sta precipitando.

La produzione e la vendita dei prodotti biologici non riesce a coprire le spese di produzione e di mantenimento della struttura, ormai abbandonata a se stessa, improduttiva e sottoutilizzata sotto ogni punto di vista.

Come spesso accade, a cercare di dare una svolta ad una situazione così critica sono stati i cittadini romani, che il territorio lo vivono quotidianamente e che non ci stanno a vederlo morire.

Dalla metà di Gennaio

diverse realtà si stanno battendo per salvaguardare Castel di Guido, tra cui l’Associazione Campagna Romana Bene Comune ed hanno deciso di occupare l’azienda, esasperati dal silenzio e dall’immobilismo dell’amministrazione.

L’occupazione si è poi trasformata in mobilitazione quando la Regione Lazio, nella figura dell’Assessore alle Politiche del Bilancio Patrimonio e Demanio, ha preso atto della situazione ed ha deciso di intraprendere un percorso per tentare di rivalorizzare l’intera area.

IL BANDO Il 18 Gennaio la Regione Lazio, che il 28 Dicembre 2016 aveva ripreso possesso dei terreni e degli immobili della Tenuta (attualmente ancora gestiti dal Comune), ha quindi indetto un Tavolo Tecnico di coordinamento tra agronomi e tecnici del settore, per definire i contenuti di un Bando Pubblico e ri-

ELETTROSMOG E AMBIENTE

CASTEL DI GUIDO

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

LA VILLA DELLE COLONNACCE

Castel di Guido come lo vediamo oggi è frutto dei restauri e delle ricostruzioni completate nel 1841 da Papa Gregorio XVI. Nell’Ottocento Castel di Guido manteneva ancora la funzione di prima tappa da Roma sulla Via Aurelia.

Realizzata dall’Imperatore Antonino Pio, che vi morì nel 161 d.C., può annoverare tra i suoi illustri ospiti Adriano e Marco Aurelio.

TERME DELL’OLIVELLA Il complesso finora evidenziato è costituito da una serie di ambienti pertinenti ad un edificio termale e si sono messi in luce alcuni ambienti riscaldati.

Rinvenuto anche un meraviglioso pavimento musivo.

lanciare l’area, previsto entro Aprile 2017.

E’ stato poi indetto un ulteriore tavolo, composto da Regione Lazio, Roma Capitale, Mibact – Soprintendenza Area Archeologica di Roma, Arsial e tre esperti del settore, designati dalla Regione Lazio e dal Comune di Roma, che ha lavorato alla mappatura dettagliata del bene ed ha messo in campo possibili idee di rilancio e di sviluppo.

LE RICHIESTE Intanto le realtà di Castel di Guido non sono rimaste a guardare e, dopo la mobilitazione e diverse manifestazioni fuori la sede della Regione Lazio, Sabato 28 Gennaio si è svolto, nella sala del borgo di Castel di Guido, il primo incontro partecipato per aggiornare tutti i cittadini sugli sviluppi della vicenda.

Durante l’incontro l’Associazione Campagna Romana Bene Comune ha condiviso

9

le sue proposte e linee guida per la rivalutazione della tenuta, richiedendo: • Il mantenimento della proprietà Pubblica della Tenuta con il vincolo a terra agricola; • La gestione privata di un unico soggetto giuridico in forma di società o consorzio; • Il mantenimento dei metodi dell’agricoltura biologica e sviluppo di tecniche biodinamiche; • Agricoltura sociale; • Attività multifunzionali; • Attenzione allo sviluppo occupazionale; • Valorizzazione delle peculiarità ambientali ed archeologiche, sia da un punto di vista della ricerca, che da un punto di vista turistico.

Proprio per quanto riguarda quest’ultimo punto è necessario che all’interno del bando sia regolamentato un lavoro coordinato con gli altri soggetti presenti all’interno

dell’area, come l’Oasi Lipu Castel di Guido, che da anni si occupa di proteggere e tutelare la fauna caratteristica dell’agro romano, con lo scopo di valorizzare al meglio l’intero territorio.

Sarebbe opportuno, inoltre, considerare nel bando anche l’Associazione Catel di Guido...ed altro, anche loro volontari, che in questi anni ha istituito il Museo della Civiltà Contadina, portando avanti con instancabile entusiasmo la memoria storica dell’Azienda e di tutto il territorio di Castel di Guido.

Staremo a vedere cosa effettivamente prevederà il bando e quali saranno i reali obiettivi in esso contenuti. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LIPU La Lega Italiana Protezione Uccelli gestisce l’Oasi Castel di Guido, un’area naturale protetta di oltre 180 ettari, istituita nel 1999 e che rientra nella Riserva Naturale Litorale Romano.

Da anni si impegna a salvaguardare la fauna e la biodiversità all’interno della tenuta. L’Oasi si presta particolarmente adatta anche per brevi “gite fuori porta” è consente di apprezzare “dal vivo” la possibilità di abbinare l’agricoltura al rispetto con la natura. È dotata di un Centro visite e di due Sentieri natura ad anello che coprono i principali ambienti dell’Oasi.

10

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

URBANISTICA E VIABILITÀ

La ditta di manutenzione ordinaria interviene anche su strade private di Luciano Landonio

L

a manutenzione delle strade della capitale è da sempre uno degli ostacoli più grandi di qualsiasi amministrazione comunale e la burocrazia legata alle competenze, per questa tipologia di interventi, è frammentata quanto complessa.

Le strade che percorriamo tutti i giorni per raggiungere il centro della città, infatti, hanno spesso in comune solo le buche.

In questi anni, attraverso il nostro giornale, abbiamo cercato di aiutare i cittadini nella comprensione di queste differenze ma, a volte, sembra che a fare confusione sia la stessa pubblica amministrazione.

E’ il caso di Via Trino, in zona Valle Santa, strada della tipologia privata aperta al pubblico transito. In questi casi, il reparto U.I.T.S.S. (Ufficio Interdisciplinare per il Traffico e la Segnaletica Stradale), provvede a rilevare i rischi per la viabilità e a disporre il transennamento delle buche pericolose o, in altri casi, la chiusura parziale o totale della strada.

Una volta eliminati i rischi per la sicurezza, si provvede ad intimare il ripristino dello stato dei luoghi ai proprietari frontisti (perché per questa tipologia di strade la manutenzione ordinaria e straordinaria è a loro carico) o, se presente, al Consorzio Stradale.

Nel caso di Via Trino invece, una volta effettuato il transennamento, la U.I.T.S.S. ha richiesto direttamente alla ditta di manutenzione ordinaria del Municipio Roma XIV, di chiudere 4 buche pericolose ed ha intimato con nota prot. 5870 del 27/01/2017 non ai proprietari frontisti, ma ad

Boccea/M. di Loreto (n.palina 75921) un Comitato di Quartiere, il Comitato Valle Santa, il ripristino dello stato dei luoghi.

Ovviamente la nota è stata successivamente annullata dallo stesso ufficio, perché è evidente che un Comitato di zona non possa essere né il proprietario della strada nè il soggetto competente alla sua manutenzione, ma da questo episodio possiamo comunque trarre una considerazione interessante per il territorio: la ditta della manutenzione ordinaria può essere utilizzata anche su strade private aperte al pubblico transito, cosa che fino ad oggi non si credeva possibile.

Siamo quindi certi che il Municipio si prenderà cura di procedere con lo stesso identico iter anche per altre strade.

Un esempio su tutti è quello di Via Lidia Bianchi, strada principale del quartiere di Selva Nera ed unica ancora privata, attraversato quotidianamente dal servizio di trasporto pubblico, da mesi disseminata di transennamenti ai quali non è seguito nessun intervento pubblico di manutenzione.

Situazioni analoghe sono presenti a Palmarola, ad Ottavia, a Selva Candida, a La Storta e a Tragliatella, per le quali ci aspettiamo lo stesso identico trattamento di Via Trino da parte delle istituzioni preposte. © RIPRODUZIONE RISERVATA

Boccea/M. di Loreto (n.palina 75874) Boccea/Quarto Galeria (n.palina 75920) Boccea/Quarto Galeria (n.palina 75875) Boccea/Civico 1320 (n.palina 79253) Boccea/Civico 1320 (n.palina 79254) Boccea/Casalnoceto (n.palina 75919) Boccea/Casalnoceto (n.palina 75876) Boccea/Tricerro (n.palina 75918) Boccea/Tricerro (n.palina 75877) Boccea/Trino (n.palina 75917) Boccea/Valle Santa (n.palina 75880) Boccea/Pontecurone (n.palina 75882) Boccea/Villa del Bosco (n.palina 75883) Boccea/Villa del Bosco (n.palina 75912) Boccea/Civico 1021 (n.palina 75885) Boccea/Civico 1021 (n.palina 75910) Boccea/Civico 971 (n.palina 75909) Boccea/Storta (n.palina 75908) Boccea/Selva Nera (n.palina 75677) Boccea/Mombaruzzo (n.palina 75897)

Via Boccea, ripartono i lavori per la messa in sicurezza delle fermate Dopo più di un anno ripartono i lavori per la realizzazione degli stalli di fermata nella parte periferica di Via Boccea. di Niccolò Vena

A

metà Gennaio sono ripartiti i lavori per la messa in sicurezza delle fermate su Via Boccea, con l’apertura dei cantieri per la realizzazione delle banchine di Boccea/ Civico 971, direzione esterna, e Boccea/Civico 1021, in entrambe le direzioni.

La realizzazione delle fermate rientra nel “Piano per la manutenzione e la messa in sicurezza degli impianti di fermata della rete comunale del TPL presenti lungo le principali arterie radiali (D.D. 1499/2010) – Asse Via Boccea”. I lavori sono partiti nel Luglio 2015 e sono stati interrotti inspiegabilmente a Gennaio 2016.

Il Piano coinvolge 21 stalli di fermata presenti nella parte periferica di Via Boccea, a partire da Boccea/ Mombaruzzo fino ad arrivare a Boccea/ Madonna di Loreto, tutte posizionate in prossimità della sede stradale e senza un adeguato spazio per

l’attesa.

Data la semplicità degli interventi previsti, che comunque non risolverebbero il problema dell’accessibilità alle fermate ma migliorerebbero di sicuro l’attesa, ci si aspettava che i lavori si sarebbero conclusi entro qualche settimana, ma a distanza di quasi due anni il cantiere non può dirsi interamente compiuto.

Escludendo le banchine in fase di realizzazione, infatti, mancherebbero all’appello ancora le fermate di Boccea/Civico 1320 e Boccea/Valle Santa delle quali non si hanno notizie, mentre un caso particolare è quello della fermata di Boccea/Selva Nera.

L’impianto doveva essere spostato in prossimità dell’incrocio con Via di Selva Nera, ma la banchina, pur essendo stata costruita, non è mai stata completata e versa ancora in uno stato di abbandono. © RIPRODUZIONE RISERVATA

URBANISTICA E VIABILITÀ

Viale Antonio Gandin: Anas aveva consegnato l’opera già nel 2011

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

11

Il Dipartimento SIMU inviò un tecnico di una U.O. diversa ed il Municipio non inviò proprio nessuno. Il Verbale di riconsegna fu validato dalla presenza di due testimoni, ma la strada è ancora al buio. di Giuseppe Strazzera

L

o scorso 19 Gennaio si è svolta in Via Petroselli 45 una Commissione LL. PP. con Ordine del Giorno: «Problematiche relative all’illuminazione [...] nel quartiere di Selva Candida».

Nello specifico la riunione si è concentrata sull’annosa questione riguardante Viale A. Gandin, un lungo rettilineo realizzato sopra la galleria del G.R.A. da Anas S.p.a, che collega i quartieri di Palmarola e Selva Candida, dove insiste un impianto di illuminazione che ha funzionato per alcuni mesi, a fasi alterne, e che poi è stato definitivamente spento.

La strada è stata oggetto di un incidente mortale lo scorso luglio 2015, a seguito del quale sono state effettuate alcune modifiche strutturali per migliorarne la sicurezza, ma ad oggi, proprio per l’assenza di illuminazione, nelle ore notturne il tratto risulta estremamente pericoloso.

Come molte altre situa-

zioni che riguardano la periferia, l’origine del problema riguarda la mancata presa in carico dell’opera.

LA PROCEDURA Per il trasferimento della viabilità e delle pertinenze stradali, quali aree a verde, impianti di illuminazione ed opere idrauliche, una volta emessi i Certificati di Collaudo, la procedura prevede che il soggetto attuatore (in questo caso Anas S.p.a.), convochi i funzionari competenti per un sopralluogo congiunto, necessario per riscontrare eventuali anomalie sugli impianti realizzati, prima della presa in carico definitiva da parte del soggetto pubblico.

Il sopralluogo, secondo quanto dichiarato da Anas in commissione, era stato fissato per il giorno 5 Maggio 2011 alle ore 10.30 con incontro sul posto (Viale Antonio Gandin).

All’appuntamento però il Dipartimento SIMU invia un funzionario della 7° U.O. Grande Viabilità, non competente quindi per prendere in carico questa tipologia di strada, mentre il Municipio 19 (ora 14) non si presenta affatto. La Convenzione Anas/Comune di Roma in oggetto, in

caso di assenza dei funzionari pubblici, prevede che la cessione delle opere possa avvenire anche con la semplice presenza di due testimoni.

Di fatto così avviene.

E una volta firmato quindi il “Verbale di riconsegna” al Comune di Roma delle opere realizzate, finisce la competenza di Anas S.p.a.

QUALI NOVITÀ?

Durante la commissione, nella quale forse per la prima volta erano presenti Anas S.p.a., il Di-

partimento SIMU, Acea ed il Municipio 14, si è confermato che: • La competenza di Viale Gandin, riferita alla sede stradale, è già del Municipio 14 e rientra nelle strade in manutenzione; • Per gli impianti di illuminazione, il Dipartimento SIMU e la stessa Acea, hanno richiesto della documentazione aggiuntiva ai rappresentanti di Anas S.p.a., i quali si sono dimostrati disponibili a fornirla, ma hanno tenuto

comunque a ribadire che la competenza, proprio in virtù della riconsegna, non è più loro carico.

Alla luce di quanto emerso, la commissione ha deliberato di dare 30 giorni di tempo agli intervenuti per colmare le lacune documentali e procedere alla risoluzione dei problemi riguardanti il ritardo nella riattivazione dell’impianto.

Ovviamente provvederemo a tenere aggiornati i cittadini sui futuri sviluppi di una situazione che è ferma da quasi 6 anni.

oispezione sembrerebbe che la rottura sia da imputare all’impianto delle acque nere e che quindi la contestuale riparazione, sia del collettore che della strada, sia da imputare ad Acea S.p.a.

Acea però insiste che l’impianto delle acque nere non sia pubblico, anche se le caratteristiche tecniche non fanno pensare ad un impianto realizzato dai privati, considerata sia la dimensione che la profondità dei tubi.

Una delle tante situazioni ibride della periferia, causate proprio dall’assenza della pubblica amministrazione in fase di riconsegna, come per il caso citato qui sopra di Via Gandin.

Confidiamo che nella prossima edizione potremmo mettere la parola fine anche a questa problematica, che si trascina ormai dalla scorsa estate.

Via Ilario Corte, videoispezione per certificare le cause del dissesto del manto stradale La strada è chiusa al traffico dalla scorsa estate, ma non sono state ancora chiarite le causa del cedimento e le competenze del ripristino. di Marco Verachi

N

ell’edizione di Settembre/Ottobre del Pungolo ci siamo occupati della chiusura di Via Ilario Corte, nel quartiere di Ottavia, a seguito del cedimento del manto stradale verificatosi dopo la realizzazione di un impianto di raccolta delle acque meteoriche.

Il cedimento però non sembra derivare dal nuovo impianto, ma da una condotta delle ac-

que nere che cammina al suo fianco, a molti metri di profondità.

Proprio per la solita diatriba in termini di competenze (l’impianto delle acque bianche è ancora in carico all’A.C.R.U. che l’ha realizzato, mentre l’impianto delle acque nere dovrebbe essere in carico ad Acea), è stata disposta una videoispezione, ovvero l’ingresso di una piccola telecamera lungo il collettore.

Dal risultato della vide-

© RIPRODUZIONE RISERVATA

14

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

URBANISTICA E VIABILITÀ

Piazza del castello di Porcareccia: quali soluzioni?

Via Forno Saraceno si immette nella piazza attraverso una curva cieca. I cittadini lamentano gravi lacune in termini di sicurezza. Un progetto per riqualificare la piazza però già è previsto e la renderebbe la prima isola pedonale della periferia.

Segue dalla Prima Pagina La curva costeggia il muro perimetrale della chiesa di Santa Gemma, frequentata da tante famiglie e da altrettanti bambini, che quotidianamente sfidano la sorte per raggiungere l’ingresso dell’oratorio.

Considerata inoltre sia l’assenza della segnaletica orizzontale e verticale che l’incoscienza di molti automobilisti, il rischio incidente è sempre in agguato.

Il problema potrebbe essere risolto in modo semplice, realizzando un collegamento diretto fra Via Forno Saraceno e Via di Santa Gemma, che eviti il passaggio ob-

bligato per la Piazza.

In realtà il problema è più complesso di quel che appare, in quanto, sull’area limitrofa alla piazza, dove dovrebbe essere realizzata la deviazione, esiste uno strumento urbanistico difficile da modificare.

Se l’attuale proprietario privato dell’area non va in convenzione e, quindi, in attuazione dello stesso strumento, la soluzione non è momentaneamente perseguibile.

L’Amministrazione ha davanti a se due strade percorribili: una temporanea ma più veloce, l’altra definitiva ma più lunga e complessa.

In ogni caso l’una non escluderebbe l’altra.

LA SEGNALETICA Il primo e più immediato intervento, per cercare di ridurre il rischio oggettivo per i pedoni, derivante dall’attuale stato dei luoghi, è quello di prevedere all’apposizione della segnaletica orizzontale e verticale, necessaria alla segnalazione della curva pericolosa e al miglioramento delle condizioni di visibilità per gli automobilisti, quindi al ripristino dello specchio parabolico stradale e al miglioramento delle condizioni

riguarda l’adeguamento viario, con la realizzazione del nuovo tratto di strada che permetterebbe di evitare il passaggio per la Piazza, rendendola di fatto pedonale.

Il Progetto è previsto all’interno dello strumento urbanistico: Art.11 legge 493/1993 Programma di Recupero Urbano Palmarola Selva Candida - Intervento Privato n. 17 - Via di Casalotti Via di Polletrara - Opera Pubblica n. 27 Sistemazione Piazza delIL PROGETTO DI la Porcareccia vecchia.

Lo strumento urbanistiADEGUAMENTO VIARIO co è di iniziativa privata Diametralmente opposto e diventa operativo solo è invece il discorso che nel momento in cui il proprietario del terreno decide di realizzare le cubature previste.

Dal momento, però, che l’attuazione dello strumento urbanistico da parte del proprietario privato sembra lontana, sarà difficile che la nuodi attraversamento dei pedoni, ovvero l’apposizione di strisce pedonali e, magari, di dossi rialzati che garantiscono un rallentamento forzato delle auto in transito.

Tutto questo si può realizzare in brevissimo tempo e a confermarlo sono stati anche i funzionari dell’ Unità Organizzativa Tecnica del Municipio Roma XIII, nonchè i funzionari della Polizia Roma Capitale, intervenuti in commissione.

OSTEO FISIO

ROMA

va strada venga mai realizzata, almeno nel breve periodo.

LA PROPOSTA Una probabile soluzione, da concordare con gli organismi tecnici comunali ed il proprietario privato dell’area, potrebbe essere quella di indicare una “variante” allo strumento urbanistico che insiste sull’area (Art. 11 legge 493/1993).

La variante in “stralcio funzionale”, va detto, nonostante sia una soluzione percorribile e forse l’unica tecnicamente possibile, ha comunque un iter di approvazione molto lungo, che passa per competenza alla Regione Lazio e torna al Comune di Roma in un arco temporale che, ad essere ottimisti, abbraccerebbe minimo due anni.

Ma se da una parte è

CORSI PER ADULTI, RAGAZZI E BAMBINI PREPARAZIONE PER ESAMI CERTIFICATI CONVENZIONI CON ISTITUTI SCOLASTICI

VIAGGI STUDIO ALL’ESTERO CORSI AZIENDALI PERSONALIZZATI

NO MORE EXCUSES

www.london-bus.it Via di Casalotti 282 Tel.06-89360650

URBANISTICA E VIABILITÀ

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

15

LA DEVIAZIONE Nella lente qui in alto è rappresentato il progetto per la deviazione dell’attuale Via di Santa Gemma, che permetterebbe di evitare il passaggio obbligato per Piazza del Castello di Porcareccia, rendendola di fatto un’isola pedonale

L’ART 11 LEGGE 493/93

vero che l’iter della variante urbanistica è molto lungo, è anche vero che il gioco varrebbe la candela.

In caso di approvazione infatti, la periferia otterrebbe la sua prima isola pedonale.

Un’isola immersa all’interno di un borgo medievale dalle caratteristiche storiche uniche per la Capitale.

Giuseppe Strazzera © RIPRODUZIONE RISERVATA

La mappa più grande, qui a fianco, rappresenta la progettazione complessiva dell’area a verde pubblico attrezzato compresa all’interno dello strumento urbanistico Art. 11 Legge 493/93, le cui cubature residenziali e commerciali sono invece in Via di Casalotti

16

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

URBANISTICA E VIABILITÀ

Rispettato il nuovo regolamento scavi su Via Monte del Marmo

A distanza di mesi dall’intervento di Areti S.p.A. e dopo numerosi solleciti dei cittadini, finalmente riasfaltato il tratto interessato dai lavori. di Niccolò Vena

L

o scorso 30 Gennaio sono partiti i lavori di ripristino definitivo del manto stradale di Via Monte del Marmo, strada di collegamento tra Via di Casal del Marmo e Via del Quartaccio.

Nell’ultima edizione Novembre/Dicembre avevamo evidenziato come, a seguito di un intervento di posa di un cavidotto sotto la sede stradale, eseguito in estate da parte di Areti S.p.A., lo scavo era stato solo rattoppato, senza procedere a riasfaltare completamente la carreggiata, come previsto dal Nuovo Regolamento Scavi.

A distanza di mesi l’intervento è stato finalmente eseguito ed è stato riasfaltato il tratto interessato dai lavori, restituendo al manto stradale uno stato dignitoso.

Una buona notizia, quindi, anche se arrivata con troppi mesi di distanza e solo grazie ai ripetuti solleciti di alcuni cittadini

del territorio.

Sembra, infatti, che la supervisione ed il controllo, da parte di questi ultimi, sia l’unico metodo efficace per garantire il rispetto delle regole ed il miglioramento degli standard qualitativi delle strade della periferia, come già accaduto anche per Via di Valle Santa, Via Tricerro e Via Casalnoceto pochi mesi fa, e per Via della Palmarola poco più tardi.

IL REGOLAMENTO SCAVI Le norme stabilite dalla Del. C.S. n. 21 (Approvazione del Regolamento Scavi), come già ribadito più volte, prevedono che per strade aventi carreggiata a doppio senso di marcia, con una sola corsia per ogni senso, indipendentemente dal fatto che sia una strada pubblica o privata aperta al pubblico transito, in caso di lavori per la posa di sottoservizi le società operatrici debbano pro-

cedere con: • fresatura per l’intera larghezza della carreggiata fino alla profondità di cm 3; • stesura del conglomerato bituminoso di tipo soft per uno spessore di cm 3; • ripristino esteso per almeno 5.00 metri oltre le testate di inizio

e di fine dello scavo.

Il rispetto del Regolamento Scavi rappresenta l’unica alternativa valida a sopperire alla mancanza di fondi per la manutenzione delle strade, sia per quel che riguarda le strade che risultano tra i beni di proprietà pubblica (Via di Valle Santa, Via Tricerro o Via della

Palmarola), ma soprattutto per quelle ancora private, dove altrimenti la spesa per la manutenzione sarebbe in carico ai proprietari frontisti, come ad esempio la stessa Via Monte del Marmo.

Sono ancora innumerevoli le strade della periferia sulle quali vengono realizzati degli scavi per

l’apposizione dei sottoservizi, che poi vengono abbandonate senza essere ripristinate.

Consigliamo quindi ai cittadini di tenere gli occhi sempre aperti e magari di inviarci una segnalazione all’indirizzo: redazione@ilpungolo.org © RIPRODUZIONE RISERVATA

DAI MUNICIPI

Il Municipio XIV e le lacune nella comunicazione

IL PORTALE DEL MUNICIPIO XIII

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

17

IL PORTALE DEL MUNICIPIO XIV

La comunicazione delle attività istituzionali è fondamentale per la partecipazione dei cittadini. Ma i due Municipi continuano a viaggiare a due velocità completamente diverse.

L

a comunicazione delle attività istituzionali del Comune di Roma e dei Municipi è alla base della partecipazione.

Tali comunicazioni, oggi più che mai, viaggiano sul web, attraverso il portale ufficiale di Roma Capitale che, come abbiamo detto più volte, è rimasto fermo ad un concetto multimediale di almeno dieci anni fa.

Ma, nonostate sia noto che il portale abbia biso-

gno di un vero e proprio restyling, non è una buona scusa per non utilizzare al meglio quello che attualmente offre.

LE DIFFERENZE FRA I DUE MUNICIPI Le differenze di utilizzo sono riscontrabili già nelle due amministrazioni locali dei Municipi XIII e XIV. Nel caso del Municipio XIII, le convocazioni delle commissioni consi-

liari, sono sempre aggiornate e con largo anticipo, permettendo ai cittadini che vogliono partecipare, di organizzarsi per tempo (le istantanee inserite qui in alto sono state scattate nello stesso istante, domenica 12 Febbraio u.s.).

Il Municipio XIV invece, quando si ricorda di pubblicare gli aggiornamenti, lo fa o il giorno stesso della commissione o al massimo il giorno precedente, ed in molti casi i cittadini ci hanno comu-

nicato che non riescono ad organizzarsi per poter assistere e partecipare ai lavori.

Le differenze nella comunicazione, in particolare dei due Municipi, non sono nuove, come non è nuova la nostra richiesta di normalizzazione. Negli anni precedenti i Presidenti di Commissione si erano organizzati con delle mailing list, indirizzate alle associazioni del territorio, dove si comunicava in anticipo il

calendario delle commissioni ed anche gli ordini del giorno.

Questo meccanismo oggi non esiste più ed anche la nostra redazione fa fatica ad assistere ai lavori del Municipio XIV. Le commissioni sono aperte al pubblico, ma se il pubblico non viene informato per tempo è come se non lo fossero.

Rinnoviamo quindi la

richiesta all’amministrazione del Municipio Roma XIV, di rendere note per tempo le attività, per garantire a tutti l’accessibilità e la partecipazione ai lavori.

La Redazione © RIPRODUZIONE RISERVATA

18

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

EVENTI E CULTURA

Dream Box: giovani cantautori di sogni

di Arianna Sacchinelli

I

n un piovoso pomeriggio d’inverno, incontro in redazione quattro ragazzi; sono dei giovanissimi cantautori ma, prima di tutto, tengono a sottolinearmi di essere musicisti.

Il nome che hanno scelto ha a che fare con i sogni: loro sono i Dream Box. Mentre mi parlano di musica ecco che saltano fuori gli occhi da sognatori, occhi che trasmettono passione, dedizione e tanta voglia di fare.

Cominciano timidamente a raccontarsi e scopro che, nonostante la loro età, certamente non mancano di bravura.

La “Dream Box”, o meglio, la “scatola dei sogni” ideata da Gianluca, Lorenzo, Ivan e Federico contiene quattro talenti e quattro identità diverse e complementari.

Lorenzo ed Ivan sono i più grandi, hanno rispettivamente 21 e 20 anni, mentre Gianluca ne ha 18 e Federico, il più piccolo, ne ha appena 17.

Chi sono i Dream Box e come si è evoluto il gruppo negli anni?

G: i Dream Box sono nati circa quattro anni fa, ed insieme alla nostra ex-cantante sono stato uno dei primi che ha “sognato” questo progetto, parafrasando il nostro nome.

Poco dopo sono subentrati Ivan e Lorenzo, rispettivamente bassista e batterista, mentre Federico da un anno è il tastierista della band.

Per noi l’ambiente scolastico ha influito molto, poi le conoscenze si sono ampliate e alla fine siamo diventati questo.

I: Diciamo che non avere più una sola voce che canta ha favorito un importante cambiamento, è stata una vera e propria

spinta evolutiva che ha generato la nuova identità del gruppo.

Quali sono le vostre influenze, a chi vi ispirate?

G: Ci ispiriamo alle classiche icone della musica come Queen, Beatles, Pink Floyd e Dream Theater. Se dovessimo identificarci con un genere o prenderne uno in riferimento sicuramente sarebbe il pop-rock; in fin dei conti possiamo dire che adesso facciamo quello.

Come vi approcciate al web e cosa ne pensate?

F: Personalmente mi dedico alla cura della nostra immagine sul web, rispetto agli altri provvedo alla comunicazione tramite i social. Non abbiamo compiti prestabiliti ma fare tutto ciò è indispensabile per un giovane gruppo. Comunque il passaparola rimane sempre la forza principale.

G: Sul web c’è tanto materiale e per cercare di farsi conoscere è necessario spendere molto tempo, è da considerare inoltre anche la componente economica.

In breve bisogna impiegare sia tempo che denaro anche per emergere in rete.

Come rapportate la vostra realtà al panorama musicale che viaggia sulla piattaforma web?

L: Questa è un’epoca in cui tutti hanno fatto tutto, quindi è difficile puntare verso una scelta originale.

Noi siamo su numerosi store digitali che rappresentano un nuovo punto di riferimento per il panorama musicale.

I: Il web è un terreno molto delicato che può portare grandi soddisfazioni. Come dico sempre: “internet dà ed inter-

A fianco, a sinistra: Ivan Di Cola, al basso; In alto: i Dream Box nella sala di registrazione; A destra, dall’alto verso il basso: Federico Madeddu, Lorenzo Politi, Gianluca Damiani ed Ivan Di Cola.

net toglie”; bisogna maneggiarlo con cautela.

Parlateci del vostro primo album.

F: È un album eterogeneo che in realtà non ha un’identità ben precisa; c’è un po’ di tutto perché al di fuori dei gruppi in comune, a cui ci ispiriamo, ognuno di noi ha un gusto personale ben definito.

In “Stories to Tell” ci sono più realtà che si compenetrano.

Come avviene la scrittura di musica e parole?

G: Alcuni dei nostri testi, risalenti alle origini della band, sono stati rivisitati riadattando le parole a quello che siamo adesso.

La scrittura avviene autonomamente e, tendenzialmente, chi scrive il pezzo poi lo canterà; per noi il lato emotivo è importantissimo.

Avete un’etichetta discografica?

F: Siamo totalmente autonomi, abbiamo prodotto da soli il nostro primo album servendoci degli strumenti a disposizione.

Lorenzo si è occupato moltissimo di questo aspetto produttivo del disco.

Cosa ne pensate dei talent, ne fareste mai uno?

L: Personalmente il concetto di una competizione tra persone che aspirano a questo tipo di mestiere non mi convince molto.

G: Spesso ci hanno consigliato un cambiamento, suggerendoci di mutare il nostro principale aspetto di musicisti. Oggi si cerca molto la spettacolarizzazione, ciò nonostante tentiamo di conservare al massimo il nostro essere. Un cambiamento porterebbe a perdere pian piano quello che vogliamo realmente scrivere e suonare.

Giovani, talentuosi e con un notevole background musicale.

I Dream Box, realtà in continua evoluzione, promettono che la loro musica sarà una continua ricerca. © RIPRODUZIONE RISERVATA

EVENTI E CULTURA

Al Teatro Santa Gemma va in scena “Il Medico dei Pazzi”

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

19

Musica, regia e scene riempiono per sei serate la sala dell’oratorio Santa Gemma, con una storica commedia italiana. di Noemi Bonafede

D

opo il grande successo di pubblico de “Il medico die pazzi” al Teatro di Poggio Moiano in provincia di Rieti, il Gruppo Amatoriale Teatrale (G.A.T.) S.Gemma ha bissato il successo con sei serate di spettacolo nella Chiesa di S.Gemma, in collaborazione con l’associazione Punto e Virgola.

LA COMPAGNIA TEATRALE Il G.A.T. S.Gemma nasce circa quattro anni fa, da un’idea di Padre Federico Pirozzi, parroco di origini napoletane scoparso il 30 dicembre 2014.

Padre Pirozzi si era prefissato l’obiettivo di far conoscere gli spettacoli napoletani alla sua periferia e, grazie alle capacità tecniche del regista Gaetano Esposito, si decise di dar vita a questa compagnia.

«Il G.A.T. S.Gemma è nato quasi per gioco, il primo debutto è stato nel 2012 e abbiamo esordino con “Loro in Africa” - ci dice Esposito - La compagnia ha iniziato l’attività con i bambini dell’oratorio, ma il tutto è stato poi arricchito da una buona dose di professionalità artistica, grazie al sostegno di alcuni attori qualificati dell’associazione Punto

& Virgola».

LO SPETTACOLO Lo spettacolo teatrale “Il medico dei pazzi”, andato in scena per ben sei serate ad offerta libera, ha rappresentato in maniera fedele la famosa commedia napoletana.

Esposito spiega come ha costruito l’opera a partire dalla drammaturgia di Eduardo Scarpetta: Ciccillo, nipote di Felice Sciosciammocca, si fa mantenere dallo zio, facendogli credere di studiare come medico. Quando lo zio arriva in città inventa uno stratagemma: gli fa credere che i clienti della pensione in cui vive siano pazzi furiosi a lui affidati. L’atteggiamento dei clienti tutto sommato lo aiuta: una vedova invadente, un uomo geloso della moglie allegra, un colonnello irascibile, un attore che prova in continuazione l’Otello.

Gli equivoci saranno poi chiariti dalla confessione di Ciccillo e dal ritorno di Felice in campagna.

Grazie all’impegno del direttore artistico Esposito e la simpatia del capocomico Orlando Ridolfi, la compagnia ha ottenuto per sei serate il tutto

In alto: una delle scene principali in cui sono presenti gli attori Clelia Sabino, Gaetano Esposito, Elisa Ziguri e Rosapia Salzano; Sotto a sinistra: il regista della compagnia Gaetano Esposito; Sotto a destra: una delle prime scene con Giovanni Bruzzano e la Sabino.

esaurito.

L’esibizione non ha fatto altro che confermare le grandi potenzialità di questi artisti, che si sono messi in gioco sfruttando le loro abilità teatrali, dimostrate dallo straordinario successo di pubblico.

“Il medico dei pazzi” ha segna-

to ancora una volta la volontà di dare una chance teatrale ad alcuni artisti del territorio.

La sceneggiatura ed i dialoghi, ben adattati e ricchi di originalità, hanno riproposto molte battute tipiche dell’omonimo film di Totò, creando uno spettacolo davvero sorprendente.

Talento e ironia hanno mostrato in maniera evidente la passione di questi attori, che con molta semplicità hanno offerto una piacevole esibizione al quartiere, ironica e mai noiosa.

© RIPRODUZIONE RISERVATA

20

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

EVENTI E CULTURA

I Selva...ti.ci presentano “Er Conto da pagà” Due serate all’insegna della commedia e della simpatia, con protagonista principale il “dialetto romanesco”.

Di Noemi Bonafede

Il

teatro della Parrocchia Natività di Maria Santissima, a Selva Candida, ha ospitato lo spettacolo Er conto da pagà, interpretato dalla compagnia teatrale “I Selva...ti.ci”.

LA COMPAGNIA La compagnia teatrale è stata fondata nel 2014 da un gruppo di 13 ragazzi, accomunati da una forte passione per il teatro, entrati in contatto grazie allo spettacolo “La passione”, andata in scena nel 2013.

La scelta del nome è stata per la compagnia un punto essenziale.

«Considerato che la compagnia è nata fra i quartieri di Selva Nera e Selva Candida - ci dice Luciano Cordi, uno degli attori - abbiamo deciso di scegliere un nome che indicasse da subito il luogo di provenienza».

Quasi tutti autodidatti, gli attori portano in scena da due anni commedie “romane” completamente nuove, scritte e curate dal regista Ivan Tonarelli.

Il loro debutto risale al 2014, durante il quale hanno esordito con Spirito Romano nel Teatro di Santa Maria della Pietà.

Lo sfondo degli spettacoli è la Roma settecentesca, papale e rionale, con una cura particolare per il dialetto romanesco. «La cosa importante per noi - continua Cordi - è interpretare al meglio il romanesco, un dialetto che se non fosse per il Belli sarebbe quasi completamente perduto e forse mai conosciuto totalmente».

A fianco: tre istantanee dello spettacolo “Er conto da pagà”.

Sotto: l’opera di Street Art dell’artista Veks Van Hillik.

LO SPETTACOLO Er conto da pagà è una commedia romana in due atti, scritta e diretta dal regista Ivan Tonarelli, portata in scena il 4 e 5 febbraio nel teatro Giovanni Paolo II a Selva Candida.

La scena, arricchita da attente scenografie, curate da Stefano Putano Bisti, è stata impreziosita da una gradevolissima musica dal vivo.

L’obiettivo degli attori, durante i due spettacoli, è stato essenzialmente quello di “divertirsi e far divertire”, anche se il legame ad una morale è stato ben evidenziato.

«Er conto da pagà è tutta una risata - conclude Cordi - ma la base di questo copione è far notare come tutti, soprattutto le persone benestanti, abbiano per così dire degli scheletri nell’armadio». E’ facile parlare e giudicare, ma mettere in atto ciò che si dice è un compito molto arduo.

Er conto da pagà andrà fuori porta: a breve infatti, la compagnia riproporrà l’evento a Mazzano romano.

Morale, romanesco e tante risate sono state quindi le parole chiavi che hanno accompagnato il copione di quest’ultimo show de ‘’I Selva... ti.ci.”, che si stanno già preparando per il prossimo spettacolo. © RIPRODUZIONE RISERVATA

GRAArt: un progetto per riqualificare le pertinenze del Grande Raccordo Anulare con la Street Art di Marco Verachi

A

pproda il progetto GRAArt nel Municipio XIII con due opere di Street Art a decoro dei sottopassaggi del Grande Raccordo Anulare e di altre pertinenze. La prima ha riqualificato il sottopasso del G.R.A. sulla Via Boccea, mentre il secondo impreziosisce una pertinenza del G.R.A. sulla Via Casal del Marmo. appunto di cambiare aspetto alle grigie, e talIL PROGETTO volta imbrattate, pareti dell’autostrada tramite L’idea del GRAArt na- l’arte contemporanea. sce dalla collaborazione tra ANAS e vari artisti LE OPERE MURARIE della Street Art, con l’obiettivo di dare un volto I due Murales che innuovo all’anello viario teressano il Municipio più importante della Cit- XIII sono: “L’Agro” tà Eterna. dell’artista LucamaleCon queste 10 opere onte, che incontriamo murarie, sparse in tut- percorrendo Via di Cata Roma, si cercherà sal del Marmo dalla Via

Boccea, in direzione Palmarola, e “di Uomini e Lupi” di Veks Van Hillik, che si trova sulla Via Boccea al di sotto del ponte del G.R.A. La prima opera presenta due mani immerse nella vegetazione, a dimostrazione dello stretto legame tra uomo e natura, mentre la seconda (vedi foto) raffigura una scena surreale di un lupo in mezzo ad

un cielo tenebroso che si contrappone ad un coniglio.

Iniziativa interessante combatte, a suo modo, gli imbrattamenti, gli atti vandalici e le affisioni abusive che costellano le opere pubbliche cittadine. © RIPRODUZIONE RISERVATA

SPORT LOCALE

Nomos Trek: alla scoperta del verde dell’Agro romano

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

21

Un’escursione enogastronomica all’interno di un’area verde incontaminata della periferia. di Marco Verachi

V

erde incontaminato, aria pulita e tante realtà da scoprire. Questa l’offerta della Nomos Tek nelle sue escursioni che, tra l’altro, vedrà protagonista una delle aree verdi più vaste del quadrante Nord-Ovest: Il Monumento Naturale Tenuta di Mazzalupetto – Quarto degli Ebrei.

Casalotti, si pone l’obiettivo di far riscoprire la propria città con percorsi in aree verdi e parchi spesso sconosciuti che circondano la Periferia romana.

va Nera, Selva Candida, La Storta e Ottavia.

La tenuta, composta di altipiani e fondivalle caratteristici della macchia LA TENUTA mediterranea, era itinerario dei pellegrini che, nel DI MAZZALUPETTO medioevo, giungevano a Sarà infatti una vera e Roma dalla Via Francipropria scoperta l’escur- gena e dalla Via Aurelia. sione organizzata per il L’area, gestita dall’ente prossimo 25 Marzo alla Roma Natura, è riuscita L’ASSOCIAZIONE Tenuta di Mazzalupetto, a scampare alla speculaLa Nomos Trek, associa- polmone verde che ab- zione edilizia e rimane zione no profit con base a braccia i quartieri di Sel- un habitat naturale per

la fauna e la flora caratteristiche del panorama Laziale.

Purtroppo, però, è quasi completamente sconosciuta ai residenti, data la mancanza di un vero e proprio programma di valorizzazione.

Non sono rare situazioni analoghe, anche molto vicine fra loro: pensiamo alla tenuta di Castel di Guido, al Parco di Vejo, all’area dell’Ovile del

Parco della Cellulosa, o alla Tenuta di Casal del Marmo, solo per citarne alcune.

L’APPUNTAMENTO Si spera che questo vivo interessamento da parte della Nomos Trek per quest’area (praticamente dietro l’angolo), possa risvegliare un po’ di coscienze e avvicinare la cittadinanza alla cono-

scenza del proprio territorio.

L’incontro per questo piacevole trek di 7km è fissato in Piazza Ines Bedeschi per le ore 9:30 di Sabato 25 Marzo, per info e prenotazioni visitare il sito: www.nomostrek.com © RIPRODUZIONE RISERVATA

22

IL PUNGOLO WWW.ILPUNGOLO.ORG

SPORT LOCALE

Kick Boxing: il combattimento che non divide, ma unisce

Disciplina, rispetto, forza e onore contenuti nei guantoni di tanti ragazzi che combattono contro le proprie paure. di Noemi Bonafede

C

onosciamo Bruno Fenu, maestro di Kick Boxing II Dan, che da circa 18 anni allena un gruppo sportivo nella palestra Studio Fitness Evolution di Casalotti. Grazie al suo sostegno, in collaborazione con altre società sportive e della federazione F.I.K.B.M.S. ,è riuscito ad ottenere ottimi risultati.

LA DISCIPLINA Il Kick Boxing non è uno sport ma una disciplina che ha come obiettivo di scaricare in poco tempo molte energie, liberando il corpo, sia fisicamente che mentalmente, da angosce e paure.

I ragazzi che praticano quest’attività fisica, infatti, lo fanno proprio per risolvere determinate questioni caratteriali: un bambino introverso può conoscere il coraggio, un ragazzo aggressivo può invece sfogarsi comprendendo quanto la violenza possa far male. In questi ultimi anni, a fronte delle innumerevoli notizie di cronaca, la Kick

In alto: i giovani ragazzi del Team Fenu Sotto, a sinistra: Bruno Fenu Sotto a destra: Paul Avadenei durante un allenamento.

Boxing è esplosa anche nel mondo femminile, occupando un ruolo di sicurezza e protezione.

La federazione dell’allenatore Fenu ha avviato un progetto di sensibilizzazione sull’autodifesa femminile, realizzando lezioni gratuite che prevedono l’insegnamento di alcune tecniche, attraverso le quali la donna può bloccare un eventuale aggressore e scappare. Sempre tesa al costante esercizio fisico, quest’attività attraverso il Full Contact ed il Light Contact, aiuta ad affrontare la vita con sacrificio e coraggio.

so d’appartenenza alla squadra. Piu di 40 iscritti seguono le lezioni del maestro e del suo capitano Andrea D’angeli.

La scuola è composta dal gruppo dei più piccoli, in cui, attraverso un particolare approccio ludico, vengono insegnate tecniche di combattimento in pieno controllo; dal gruppo dei dilettanti e dal gruppo degli adolescenti, in cui vige uno sforzo fisico più intenso.

«Con gli adolescenti il lavoro del maestro è molto difficile - dice LA SCUOLA Fenu - perché non sei La Kick Boxing è una il padre ma conti quasi disciplina individuale, come la sua figura, non ma all’interno del Team sei loro amico ma il loro Fenu vige un forte sen- migliore amico, mentre

per i bambini sei il loro supereroe».

Numerosi i progetti e gli appuntamenti: il 26 febbraio ci sarà la seconda fase di qualificazione alle nazionali, in cui parteciperà il giovane campioncino Paul Avadenei.

Gli allenatori organizzano inoltre l’evento Viva il kick boxing, una volta l’anno nei parchi di Roma, alcuni compresi nel nostro quartiere.

I RISULTATI DEL TEAM Bruno Fenu è un ottimo atleta che da circa 30 anni pratica questa disciplina con passione e tenacia. Campione italiano di Light con-

tact, Full Contact e Kick boxing dal 1994 al 2005, si è formato con gli insegnanti Mario Carella e Massimo Liberati, nella scuola New Contact, da cui sono usciti i piu grandi campioni del mondo di kick boxing.

Lo sportivo piu promettente del Team è il “campioncino” di 14 anni Paul Avadenei, che con doti straordinarie è riuscito a conquistare tutti. «È nato per questo- dice l’allenatore - io mi rivedo molto in lui, è il mio diamante». È piu di un anno che questo ragazzo non perde un incontro ed ora è anche l’atleta di punta per la selezione delle nazionali. Anche

Damiano Bruno ha ottenuto ottimi risultati lo scorso anno, arrivando secondo ai Campionati italiani.

«Un atleta completo deve gestire la propria emotività - spiega Fenu - deve essere un uomo che ha paura e rispetta la sua paura».

Praticare il kick boxing non significa picchiare un’altra persona per puro piacere, bensì gestire la tensione emotiva per combattere con se stessi, uscendo dal ring con uno spirito più forte, più disciplinato e più rispettoso verso gli altri. © RIPRODUZIONE RISERVATA

LETTERE ALLA REDAZIONE

DI QUA RT TO A T

CO MI

ST

AL

-O VE

E OV

Ma, a quanto pare, non siamo riusciti ad ottenere i risultati sperati.

Va comunque detto che la manutenzione dei Fossi è sì una delle migliori prevenzioni per evitare episodi alluvionali come quello del 31 Gennaio 2014, ma non è l’unica.

Anche gli impianti per lo smaltimento delle acque meteoriche su strada, dove presenti, mancano di manutenzione e non riescono a far defluire la pioggia.

Infine, il consumo di suolo dei primi anni 2000, totalmente privo di logica, ha ridotto sensibilmente la superficie permeabile dei terreni e aumentato la portata di tutti i Fossi, riscontrabile anche con poche ore di pioggia.

Se non saremo in grado di mettere a regime la macchina della manutenzione, ridefinendo le competenze e garantendo annualmente fondi certi, i fenomeni alluvionali che abbiamo creduto eccezionali, potrebbero diventare ordinari.

Confidando nella presa di coscienza del problema da parte dell’amministrazione.

La ringraziamo per averci contatto.

Cordiali saluti.

NU

Buon giorno, sono un cittadino domiciliato in quel di Pantan Monastero; mi riferisco a codesta Redazione, affinchè possa denunciare la situazione di degrado in cui si trova attualmente il Rio Galeria e, conseguentemente, sollecitare l’intervento delle autorità competenti al fine di porre in atto le misure necessarie alla pulizia dell’alveo del corso d’acqua, che è attualmente infestato da foltissimi canneti e da numerosi alberi di alto fusto che, nel caso di aumento della portata di acqua a causa di piogge persistenti, agiranno da diga provocando l’esondazione del torrente.

Ancora oggi sono visibili i danni provocati dall’ultima “alluvione”, quando l’alveo del torrente si trovava nelle stesse condizioni di quelle attuali (Forse quelle attuali sono peggiori rispetto alle precedenti).

Scattare delle foto risulta molto semplice, in quanto è sufficiente, dall’incrocio di via Boccea, percorrere via Casal Selce fino all’incrocio con via di Pantan Monastero, ed in senso opposto fino a via del Casale D’Antoni.

Nel ringraziare anticipatamente per quanto vorrete prendere a cuore il caso, mi congratulo per il periodico da Voi redatto.

Cordiali saluti.

Gentile A. la nostra redazione ha cercato il più possibile di sensibilizzare le istituzioni in merito al problema della mancanza di manutenzione dei Fossi Urbani presenti sul nostro territorio.

La pulizia del Rio Galeria, in particolare, essendo il bacino idrico principale di questa periferia, è fondamentale anche per permettere il regolare deflusso di tutti i suoi affluenti.

Nell’edizione di Settembre/Ottobre del Pungolo, proprio in previsione della stagione invernale, sollecitammo l’amministrazione a convocare il CBTAR (Consorzio di Bonifica Tevere Agro Romano) per concordare gli interventi di pulizia e stabilire le priorità in base alle disponibilità economiche dell’ente. Inoltre, proprio per facilitare il compito all’amministrazione, constatato il fatto che molti amministratori non conoscono la suddivisione delle competenze per la pulizia dei Fossi urbani, abbiamo pubblicato una mappa della periferia, compresa fra i municipi XIII e XIV, con la totalità dei bacini e degli affluenti e la suddivisione ufficiale delle competenze per la manutenzione.

WWW.ILPUNGOLO.ORG

RE IE

MANCANZA DI MANUTENZIONE DEL RIO GALERIA

23

IL PUNGOLO

CASALOTTI SELVA CANDIDA

LE

AN

Z E RO M A N

OR

D

IL PUNGOLO

PERIODICO DEL COMITATO DI QUARTIERE NUOVE ALLEANZE ROMA NORD OVEST CASALOTTI - SELVA CANDIDA

SEDE LEGALE comit.narno@tiscali.it VIA MORSASCO, 9 00166 - ROMA

REDAZIONE

redazione@ilpungolo.org PRESIDENTE Landonio Luciano DIRETTORE Sarzanini Enrico

A. F.

CAPOREDATTORE Strazzera Giuseppe

P.S. per la cronaca, nel corso dell’ultima alluvione, la mia abitazione fu esente da danni, in quanto sopraelevata.

NUMERI UTILI CARABINIERI POLIZIA VIGILI DEL FUOCO CORPO FORESTALE EMERGENZA SANITARIA GUARDIA MEDICA ANTIVELENI (Gemelli)

112 113 115 1515 118 06570600 063054343

PRESIDIO CASALOTTI

POLIAMBULATORIO INFERMIERISTICO - VIA BOCCEA 625 - 0668354550 • TERAPIA INIETTIVA SOTTOCUTANEA, INTRAMUSCOLARE E FLEBOCISTI; • RILEVAZIONE E MONITORAGGIO PARAMETRI FISIOLOGICI; • RILEVAZIONE GLICEMIA CAPILLARE (ONE TOUCH); • MEDICAZIONE SEMPLICE;

ROMA CAPITALE (Call center) 060606 U.R.P. MUNICIPIO ROMA XIII 0669618395 U.R.P. MUNICIPIO ROMA XIV 066961933

• MEDICAZIONE DI FERITE CON PUNTI DI SUTURA E/O RIMOZIONE DEGLI STESSI;

ACEA - GUASTI (Acqua) ACEA - GUASTI (Luce) AMA ATAC ENEL - GUASTI ITALGAS METREBUS

• TERAPIA EDUCAZIONALE PAZIENTE CON SCOMPENSO CARDIACO CRONICO (PDTA Mar, Giov e Ven);

800130335 800130332 800867035 0664695444 800900120 800900999 800431784

• GESTIONE CATETERI VESCICALI (SOSTITUZIONE, LAVAGGIO, EDUCAZIONE ALL’AUTOCURA);

• TERAPIA EDUCAZIONALE AL PAZIENTE IN PREVENZIONE PER CARDIOPATIA ISCHEMICA; • TERAPIA EDUCAZIONALE DEL DIABETICO; • ORIENTAMENTO ALL’ACCESSO E ALL’UTILIZZO DEI SS. PUBBLICI.

REDATTORI Bonafede Noemi De Santis Sara Ferrara Stefania Liberatori Davide Raso Francesco Sacchinelli Arianna Vena Niccolò Verachi Marco FOTOGRAFIA Cantarella Gabriele g.cantarella@ilpungolo.org RESP. MULTIMEDIA Cangialosi Andrea multimedia@ilpungolo.org

PUBBLICITÁ

commerciale@ilpungolo.org RESPONSABILE COMMERCIALE Allegrini Fabio

REG. TRIBUNALE

N. 451 DEL 18/07/1990

c. aut. 2457

VIENI nel posto giusto

PORTA & COMPRA USATO Via di Casalotti, 34 (RM) - Tel. 06 61566450

orario 9.30/19.30 no stop - aperto tutti i giorni anche sabato e domenica