Quindicinale di informazione locale Il Giornale del Metauro
Numero 106
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Anno 6 • aprile 2014 • COPIA GRATUITA
PRIMO PIANO
EDITORIALE
Il treno che c'era e quello che c'è
Le mode passano, le idee restano DI
Poste Italiane Spedizione in abbonamento postale -70% Commerciale Business - Pesaro 91/2009
PAGINA 2
ALESSANDRO MARCONI
E
ra il 2009, stavamo lavorando ad un progetto sulle utopie concrete, sui sogni che diventano realtà, e ci siamo imbattuti nella figura di Adriano Olivetti, l’imprenditore che il grande pubblico ha avuto occasione di conoscere grazie alla fiction andata in onda, qualche mese fa, su Raiuno. Eravamo rimasti folgorati dal suo essere imprenditore illuminato, dall’avere introdotto le biblioteche nelle sue fabbriche, gli asili per i figli dei dipendenti e soprattutto dall’avere scelto tra i suoi collaboratori architetti, designer, letterati prestigiosi (uno di questi è stato l’urbinate Paolo Volponi) perché convinto che il bello e la bellezza anche dei prodotti fosse un valore di cui tutti dovessero godere, basti pensare alle sue famose macchine da scrivere. E proprio cinque anni fa, avemmo la fortuna di intervistare sua figlia Laura, oggi Presidente della Fondazione “Adriano Olivetti”. Da allora, la figura di Adriano Olivetti torna, ciclicamente. Forse perché le sue idee avevano basi genetiche. Anche il nostro Premier Renzi, Fonzie per gli amici, oggi parla di riduzione degli stipendi ai manager come aveva già teorizzato Olivetti: «Nessun dirigente, neanche il più alto, deve guadagnare più di dieci volte l'ammontare del salario minino». I più liberisti rabbrividiscono, perché sentono puzza di comunismo dove il minimo era garantito a tutti e il merito personale se ne andava al diavolo. Ma realisticamente: cosa se ne fa un manager con uno stipendio di 800mila euro lordi all’anno? La gestione di tutti quei soldi è un secondo lavoro, quindi ulteriore fatica! Olivetti cinquant'anni fa aveva già visto lungo in termini di giustizia sociale ma è stato inascoltato per decenni. Ed ancora una volta, fa quasi senso affermarlo, ci voleva questa crisi, per farci capire che occorre ripartire dalla centralità della persona •
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FOSSOMBRONE
PADRE NATALE BRESCIANINI, I MONACI DI MONTE GIOVE E L'ATTIVITÀ CULTURALE DELL'EREMO
La Vittoria torna dopo 350 anni
OLTRE L'HOMO OECONOMICUS
PAGINA 12
PAGINA 5
CARTOCETO
Comitato "l'Urlo di Cartoceto" SALTARA
La tradizione del Cristo Morto
PAG. 8
PAGINA 16
PATTO DI STABILITÀ VERTICALE
Dalla Regione Marche una boccata di ossigeno per Province e Comuni
L
a Regione ha messo a disposizione 37,5 milioni di euro per il Patto di stabilità verticale incentivato a favore degli Enti locali. Questi enti possono così aumentare la propria capacità di spesa senza violare i vincoli del Patto di stabilità e venire incontro alle esigenze delle imprese e del territorio. Una boccata d’ossigeno e un’iniezione di liquidità sul territorio che permette agli Enti locali di pagare i fornitori e attivare gli investimenti. È cosi stata determinata l’entità dello spazio finanziario da assegnare ai singoli comuni e alle province. Ecco l’elenco dei comuni assegnatari della Valle del Metauro con il relativo importo: Cartoceto 84.500 euro; Fano 608 mila euro; Fermi-
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Gli Enti locali potranno così pagare i fornitori e attivare gli investimenti
”
gnano 79 mila euro; Fossombrone 148 mila euro; Saltara 49 mila euro; Urbania 270 mila euro; Urbino 444 mila euro; Mercatello 69 mila euro; Montefelcino 66 mila euro; Montemaggiore 78 mila euro; Orciano 139 mila euro; Piagge 58 mila euro; San Giorgio di Pesaro 53 mila euro; Sant’Angelo in Vado 132 mila euro; Sant’Ippolito 55 mila euro; Serrungarina 71 mila euro •
PESARO, REPARTO DI EMATOLOGIA
Importanti risultati per il trattamento della Leucemia Acuta Mieloide
P
otrebbe avere risvolti del tutto rivoluzionari la ricerca pubblicata su Leukemia, la rivista più importante al mondo di Ematologia, condotta dall’equipe di Ematologia di Giuseppe Visani degli Ospedali Riuniti Marche Nord, in collaborazione con la sezione Ail di Pesaro e il laboratorio di patologia molecolare dell’Università di Bologna diretto dal professor Pileri. Lo studio ha coinvolto 54 pazienti - con più di 70 anni - affetti da Leucemia Acuta Mieloide, non precedentemente trattati e troppo fragili per essere sopposti all’invasiva e potente chemioterapia. Il 40% dei pazienti ha avuto una remissione completa della malattia e una sopravvivenza, ad oggi, di oltre 2 anni mentre,
con le cure attualmente disponibili, non sopravvivono, in media, più di quattro mesi. La terapia in sintesi prevede l’utilizzo combinato di due farmaci, uno da assumere per bocca, chiamato Lenalidomide, e l’altro con puntura sottocute di AraC, quest’ultimo già usato singolarmente ma con modesti risultati in termini di remissione della malattia. Una terapia apparentemente semplice che ha dato risultati del tutto inattesi. Questo vuol dire che grazie ad un semplice studio genetico alla diagnosi, sarà possibile capire quali pazienti potranno rispondere a questa cura e quali no, permettendo di effettuare un trattamento mirato con grande risparmio di risorse e con notevole vantaggio per i pazienti •