Numero 13
Quindicinale di informazione locale
EDITORIALE
FOSSOMBRONE
Sanità: dilemma dei ricoveri
I diritti acquisiti di un vecchio tacchino
PAGINA 2
FANO
10 luglio S. Paterniano
ALESSANDRO MARCONI
Poste Italiane Spedizione in abbonamento postale -70% Commerciale Business - Pesaro 91/2009
A
d un amico ho chiesto: “Cosa faresti se fossi primo ministro per tirare fuori dal cacca questo Paese?”. “Un’idea ce l’avrei – risponde lui – comincerei con un prelievo forzoso sulle pensioni, magari non le minime, da mille euro in su. Mio padre è pensionato – continua – non fa un cavolo dalla mattina alla sera mentre un povero operaio, se va bene, prende 900 euro al mese. Ti sembra giusto? – ed ha concluso – occorre rimettere in discussione i diritti acquisiti in una situazione particolare come questa!”. E quel concetto di “rimettere in discussione” mi è ronzato in testa per giorni. Non so se l’idea delle pensioni del mio amico sia buona, sono convinto però che questo è il tempo in cui non possiamo dare più nulla per scontato. In primis il lavoro: ho sentito di imprenditori che rinunciano ai propri stipendi pur di pagare quelli dei loro dipendenti, a cui va in realtà la metà del vero importo perché il resto se lo prende lo Stato in tasse e contributi. Adriano Olivetti, imprenditore illuminato, sosteneva che un dirigente non poteva percepire un compenso maggiore di dieci volte quello del suo operaio. Detta così, fa un po’ "comunista" e poco meritocratico, in realtà, se ci pensiamo bene, quelle dieci volte sono più che sufficienti a garantire un buon tenore di vita. Perché non rimettere in discussione questo, sia nel pubblico che nel privato, ad esempio? Ma ho anche sentito di giovani, in cerca di lavoro, rifiutare offerte perché troppo precarie, abbagliati da una logica del “tutto e subito”. In questo caso, dovremmo invece mettere in discussione il concetto di posto fisso, prepararci alla flessibilità, sicuri di poter contare su uno stato che promuove la formazione continua e mi prepara a rientrare sul mercato magari anche a 50 anni, quando per tutti sono solo un vecchio tacchino da brodo. Perché se cambiano le condizioni non si riscrivono le regole del gioco?
.
1
Anno 5 • luglio 2013 • COPIA GRATUITA
redazione@ilmetauro.it • www.ilmetauro.it
DI
Il Giornale del Metauro 13 - 2013
PAGINA 4
SALTARA
Acqua: passaggio ad Aset PAGINA 7
Stefano Fucili A PAGINA 11
OMAGGIO A LUCIO DALLA
SPORT
Agnese Aguzzi è oro in Turchia PAGINA 12
PRIMO PIANO: RIFORMA SANITARIA REGIONALE
Sanità: sui territori è partita la fase “due” ma manca unità
M
entre la Regione prosegue spedita nell’approvazione della riforma sanitaria, assistiamo, nei territori, a dei fenomeni di “assopimento” che dovrebbero in qualche modo allarmare. La recente manifestazione di Fano in difesa dell’ospedale è stata un flop in termini di partecipazione. C’è da chiedersi come mai? Vale la tesi politica del boicottaggio oppure inizia a diffondersi tra la popolazione un senso di assopimento ed abitudine che porta a pensare: “Ormai tutto è deciso, a che servono queste manifestazioni?”. Nel corso dell’ultima riunione tenutasi a Montefelcino il 25 giugno scorso è stato il presidente stesso del Comitato, Andrea Gant, a mettere in evidenza la poca partecipazione dei giovani ed, in generale, della popolazione.
COMITATINRETE:
i privati subentreranno nella gestione dei servizi. La dirigente dell'Area Vasta in conflitto di interessi? «Eppure, ora più che mai, - ha detto Gant - occorre serrare le fila, occorre coinvolgere il proprio vicino convinti che per un tema come la salute non si possa dire: “Tanto a me che importa!” visto che, almeno una volta nella vita, è probabile si debba avere bisogno di un ospedale o di un’ambulanza». Le scelte di oggi incideranno profondamente sulla nostra vita e su quella delle generazioni future,
delegare le proprie responsabilità di singoli cittadini equivale a commettere un reato. È iniziata la "fase due", come è stato detto a Montefelcino, “Dobbiamo far capire a queste persone [politici e dirigenti sanitari, ndr] che la sanità non è cosa loro – ha detto Marco Bartoli del Comitato dei diritti – visto che le manifestazioni e le occupazioni non sono servite, occorre cambiare metodo e passare alle "maniere forti" con i ricorsi al TAR, gli esposti alla Corte dei Conti”. Da parte dei Comitatinrete arriva, sempre più forte, l’allarme della presenza del privato che subentra nella gestione dei servizi. Alfredo Sadori dei Comitatinrete ha citato nell’incontro di Montefelcino il caso dell'azienda Montefeltro Salute, società mista pubblico-privata che gestisce i servizi ospedalieri
di Sassocorvaro, alcuni servizi di Cagli e Urbino, nel cui consiglio di Amministrazione siederebbe anche Maria Capalbo l’attuale dirigente dell’Area Vasta 1. I Comitatinrete ravvisano in questa situazione un palese conflitto di interessi. «In pratica – ha affermato Sadori – si stanno dando sempre più servizi in mano al privato» citando il fatto che proprio in quei giorni il servizio di oculistica ad Urbino sarebbe stato affidato proprio alla stessa Montefeltro Salute. La sensazione è che manchi unità: tra i vari comitati che dovrebbero lasciare da parte inutili concorrenze o "esclusive", tra le amministrazioni comunali nella consapevolezza che, in questo caso, non sono le singole realtà ad essere penalizzate o favorite ma tutto un territorio, dal mare ai monti CLAUDIO VAGNINI
.