NO. 22 SPECIALE TEATRO

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Le origini del teatro di Giulia Agresti

Il teatro è ad oggi messo in secondo piano, come se non fosse una delle più alte forme di espressione umana. Andando indietro nel tempo, possiamo vedere quanto fosse fondamentale nelle società antiche. Nell’antica Grecia il teatro era un momento di vita cittadina importantissimo: lo sviluppo della tragedia è infatti tipicamente attico. Tutti i cittadini partecipavano alle rappresentazioni teatrali e lo Stato pagava addirittura il biglietto per i più poveri. La tragedia greca era strettamente legata all’ambiente religioso (anche le tragedie latine erano connesse ai ludi, ma l'avvicinamento alla religione fu più artificiale), in particolare al culto di Dioniso, infatti si svolgevano durante le Grandi Dionisie, feste panelleniche che sancivano l'inizio della primavera e l'inizio di tutte le attività, le Nemee, aggiunte attorno al 440, diventarono poi le feste tipiche della commedia, e le Piccole Dionisie, che si svolgevano in piccoli paesi rurali. Le rappresentazioni si svolgevano durante un ἀγών. Le Grandi Dionisie duravano 4 giorni: nei primi tre si rappresentavano le tetralogie (3 tragedie e 1 dramma satiresco di contenuto mitologico ironico per concludere la giornata), mentre nell’ultima le commedie. L’ambiente era molto rozzo: si mangiava pane e cipolle e coloro che facevano confusione venivano frustati. La tragedia aveva uno scopo educativo in quanto prendeva in considerazione i comportamenti dell’uomo e poteva portare un messaggio politico da parte del tragediografo. Ad esempio, nell’Orestea Atena istituisce l’Areopago come tribunale dei delitti di sangue, chiaro simbolo di sostegno alla politica di Efialte da parte di Eschilo, mentre Euripide scrive contro la politica bellica negli anni della guerra. Il teatro antico affrontava anche problemi di carattere universale, come nell’Antigone, in cui vediamo lo scontro tra la legge umana e la legge divina. Creonte infatti emana un κήρυγµα (decreto) con cui vieta di seppellire Polinice perché è venuto in armi contro la città di Tebe e non merita la sepoltura. Antigone per due volte infrange l’ordine di Creonte, rispettando invece gli ἄγραπτα νόµιµα, ovvero la legge non scritta degli dei, secondo la quale un morto va sempre seppellito. La tragedia mostrava anche l’uomo davanti al destino e davanti alle sue passioni: l’Elettra sofoclea, così come la Medea euripidea, sono impostate sull’odio. Anche nel mondo latino il teatro assume grandissima importanza. Aristotele scrisse nella Poetica che ogni rappresentazione tragica, “mediante una serie di casi che suscitano pietà e terrore, ha per effetto di sollevare e purificare l’animo dalle passioni”: dalla vicenda rappresentata sulla scena derivava per lo spettatore un effetto di catarsi. Assistendo a 10


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