il futurista marche 9

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Zero in condotta, politici bocciati marco

dà agli eventi una propria chiave di lettura. Sta La scadenza elettorale si avvicina ad ampie falcate poi ai destinatari cercare di farsi un’idea. È quanto e così da Roma si ricordano anche delle piccole ho detto anche agli studenti delle superiori di Marche. Li abbiamo visti un po’ tutti nell’ultimo Fabriano durante una recente assemblea d’istituto. mese. Di Pietro, Vendola, Bersani, Renzi, Storace, Leggere, informarsi, farsi un’idea propria sulle Cicchitto, Bindi, tanto per citarne alcuni. È la cose. Ragionare con obiettività. Allontanare, se è campagna elettorale, bellezza. Tutti a caccia di voti, il caso, schemi preconfezionati. Rigettare la logica di consensi. Trascurando però un dato importante. del leader. Al di là di chi sale sul palco, ci sono Basta dare un’occhiata alle platee per rendersi gruppi di cittadini che si mettono conto del momento. Seduti, troviamo insieme e cercano di vincere la crisi solo addetti ai lavori o aspiranti tali. Dove sono i cittadini? Altrove. Alcuni Il partito-barattolo: (economico-finanziaria negli effetti ma prima di tutto politica per quella disperati per il lavoro che non riescono che me ne faccio serie di non scelte fatte quando era il a trovare, altri per quello che stanno per perdere (solo nell’ultima decade di se dentro è vuoto? momento), che lavorano sui territori, che si impegnano con entusiasmo per questo mese, in provincia di Ancona, progettare la nuova Italia. Il dato di le forze dell’ordine hanno sventato due affluenza delle Primarie del Partito Democratico tentativi di suicidio da parte di artigiani che non ci dice che la gente nutre ancora speranza. Nelle riuscivano più ad andare avanti). Ad altri, in cerca Marche si sono mobilitate oltre 92mila persone. della prima occupazione, capita di finire precettati Cittadini che vogliono partecipare a processi per fare da comparse in questo o quel meeting decisionali. E che, in questo caso, in maggioranza (leggi l’articolo a pag 18). Anche il Presidente della hanno preferito il sindaco di Firenze Matteo Renzi Camera Gianfranco Fini è stato nelle Marche. Ad all’uomo di apparato Pierluigi Bersani. Schemi che Ancona. Loggia dei Mercanti. Come è andata? continuano a saltare. Sperimentazioni. Ricerca del Enrico Ciccarelli, direttore del quotidiano on nuovo. E un dubbio. Siamo veramente sicuri che di line Mille x l’Italia ha parlato di un Fini “in nuovo si tratti? Ce lo dirà solo il tempo. I fatti. Da grande spolvero” che “sfoggia un impermeabile analizzare nel dettaglio, giorno dopo giorno. Con la immacolato che lo fa somigliare a Ubaldo Lay o penna in mano per prendere gli appunti e la pagella a Luigi Vannucchi, protagonisti di celebri gialli dei voti alla fine dell’anno. Promosso. O bocciato. televisivi degli anni Sessanta e Settanta”. Siamo alle Veniamo da un’epoca di buonismo esasperato, a prime righe e già potrebbe bastare. Segue lungo tratti stomachevole. Nella quale la classe politica elenco di ciò che il Presidente della Camera ha detto con il sorriso e una pacca sulle spalle ha cercato di durante l’incontro, concentrandosi a lungo su linee accontentare tutti con il niente. Le scuse? Risibili programmatiche già note. Si chiude con il pubblico per chi ha un minimo di intelletto. Nonostante tutto che “applaude con convinzione”. Punti di vista. A abbiamo sempre trovato un alibi per concedere altre ognuno il suo. Se volete farvi un’idea alternativa del opportunità. Ora siamo di fronte a un barattolo pomeriggio alla Loggia, date una letta all’articolo colorato fuori ma senza nulla al suo interno. Vuoto. della nostra Rossella Favi a pagina 4. Non si tratta Che me ne faccio? O lo riempio con qualcosa o me di una verità assoluta, ci mancherebbe. È un punto ne sbarazzo. di vista. Ognuno di noi, a seconda della sensibilità,

editoriale

CATALANI

IL FUTURISTA MARCHE Anno 1 – numero 9 Rivista mensile in attesa di registrazione direttore responsabile MARCO CATALANI In redazione Maurizio Grilli, Sergio Solari

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Hanno collaborato Rossella Favi, Luca Giordani, Gabriele Pegolo, Gessica Menichelli, Paolo Belogi, Massimo Guido Conte.

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sommario

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12 Fini sotto tono ad Ancona

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Focus - Falconara al voto

16 Il flop della fiera unica

Primarie, le Marche con Renzi

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18 A 50 anni dalla morte il ricordo di Mattei

Dai fiumi ai privati grazie alla nuova legge regionale eppure servirebbe per i ripascimenti della costa

Macerata, illusioni al Career Day

rubriche Cultura

21 Futuro e diritto di Manola Giorgini

08 novembre 2012

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Ambiente

di Manola Giorgini

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futuro cercasi

Fini ad Ancona

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ma la platea non viene stregata di Rossella Favi

C’era attesa per l’arrivo del Presidente della Camera Gianfranco Fini nelle Marche. Tanto più che si trattava della sua prima uscita pubblica dopo le dichiarazioni del Presidente della Repubblica Napolitano sull’incandidabilità di Mario Monti alle prossime elezioni politiche. Era scontato, quindi, che Fini affrontasse il tema e spiegasse la posizione in merito della nascente Lista per l’Italia, che lo vede a braccetto con Casini a sostegno di un Governo Monti bis. Meno scontato il fatto che Fini eludesse quasi completamente il tema del convegno a cui, di fatto, era stato invitato a prendere parte: l’importanza strategica della Macroregione Adriatico – Ionica per le Marche. Alla tavola rotonda, infatti, organizzata dal gruppo consiliare marchigiano di Fli, hanno preso parte anche i due consiglieri regionali Daniele Silvetti e Franca Romagnoli, insieme al senatore Mario Baldassarri e al Presidente della Giunta regionale Gian Mario Spacca. Presenti tra il pubblico anche numerosi esponenti politici locali e Roberto Menia. L’intervento del Presidente della Camera ha chiuso i lavori, a dire il vero lasciando con l’amaro in bocca chi si aspettava un discorso di maggiore approfondimento politico e concretezza. Fini ha trattando solo marginalmente il tema del convegno. Ha parlato invece di politica nazionale. Con un intervento che ha mostrato a tratti la corda. L’esordio, anche stavolta, è stato dedicato allo strappo con il Pdl e Berlusconi dopo l’ormai celebre

dito alzato del 2010, per poi affrontare, come si diceva in principio, le questioni legate alla candidatura di Monti e della costituenda Lista per l’Italia, che “certamente non può avere Monti come candidato”, come ha sottolineato ricordando le parole di Napolitano. Il Presidente della Camera ha voluto evidenziare come alle prossime politiche sarà necessario “presentarsi non contro, ma per, individuando priorità e ciò che è davvero possibile realizzare”. Le future coalizioni dovranno essere aperte, basate sulla condivisione di (pochi) punti programmatici, a fronte di un bipolarismo “muscolare” che negli anni scorsi non è riuscito ad individuare valori condivisi, ma solo nemici da combattere. La sensazione globale, almeno agli occhi dei non addetti ai lavori (comunque molto ben rappresentati in platea), è stata che l’appeal del Presidente della Camera non sembri più essere quello di un tempo, nonostante Fini sia parso decisamente a proprio agio, fin dall’ingresso nella Loggia dei Mercanti. Lo stesso capogruppo in Regione Daniele Silvetti, intervistato da Radio Arancia ha parlato di un Fini non più trascinatore. “Siamo perfettamente consapevoli – ha spiegato Silvetti - che è il presidente del partito e della Camera ma le nostre critiche gliele abbiamo fatte. Ho fatto questa scelta non perchè ha sposato Fini ma perchè credo ci sia spazio per una destra libera fondata sui diritti civili”. I punti programmatici lanciati da Fini sono sembrati, oltre che noti, piuttosto generici: l’importanza di un welfare efficiente, dell’integrazione etnica, della legalità, degli investimenti sui giovani e sulla ricerca. Ricette non nuovissime. Certo, tutte da realizzare, ed è per questo che si continua a parlarne, ma è mancata la parte sul come mettere in pratica idee e convincimenti sicuramente condivisibili e ragionevoli. Le elezioni, del resto, sono alle porte, e in questo momento sono fondamentali anche i posizionamenti strategici e le biografie personali, in vista di futuri collocamenti sulla


scena politica italiana, o, perché no, europea, come si ventila da tempo per Fini. Al convegno, in una Loggia dei Mercanti comunque gremita, hanno partecipato anche il sindaco di Ancona Fiorello Gramillano, il presidente della Camera di Commercio di Ancona Rodolfo Giampieri e il segretario provinciale di Fli Alessandro Gentili. Silvetti ha riconosciuto al governatore Spacca l’intuizione sull’importanza delle opportunità offerte dalla Macroregione alle Marche e ha parlato di “obiettivo ambizioso ma fondamentale, per mettere in rete politica, cultura ed economia”. Dopo un cenno al Governo Monti (“si prende responsabilità che i governi precedenti non si sono voluti assumere”), ha auspicato per il futuro “un modello forte, che sappia far capire all’Italia i pericoli, ma anche le ricette, dando risposte autentiche”. Baldassarri si è dedicato all’importanza del riassetto istituzionale del territorio, dal punto di vista, però, delle Regioni e non delle Province (“piuttosto che accorparle, sarebbe stato allora meglio eliminarle del tutto”), parlando della Macroregione Adriatico – Ionica come di “una cornice concreta al cui interno fare politica”. Baldassarri ha poi effettuato un’analisi puntuale e concreta delle prospettive possibili di sviluppo dal punto di vista della logistica, della politica, dell’economia. Gian Mario Spacca, infine, ha parlato di “logica multilivello” per una strategia che prenderà forma già a partire dal prossimo Consiglio Europeo di dicembre e che potrebbe già concretizzarsi nel 2014.

Ultim’ora, Silvetti:

“Appoggio la Meloni alle Primarie Pdl” Daniele Silvetti appoggerà Giorgia Meloni alle Primarie del Pdl. La notizia arriva come un colpo di cannone via ansa a meno di una settimana dalla mediocre visita di Fini ad Ancona. Non si sa se ci saranno o meno le consultazioni nel centrodestra. Quali saranno le regole e chi saranno i candidati che si aggiungono e si sfilano di giorno in giorno. Quel che è certo è che l’ex ministro spinge forte per farle ed è arrivata anche a criticare Berlusconi. “Ho deciso di promuovere anche in provincia di Ancona un comitato elettorale a sostegno della Meloni senza alcuna esitazione. Conosco la tenacia e la determinazione di Giorgia e questo per me è più che sufficiente. Spero vivamente che le primarie, a questo punto, segnino una volta per tutte il punto di rottura vero tra la Destra ed il berlusconismo dal quale mi dissociai già due anni aderendo al Fli”.

novembre 2012

Prove tecniche di Terza Repubblica di Luca Giordani

“Le elezioni del 2013 saranno l’appuntamento più importante per questo paese da quelle del ‘48. Nessuno potrà chiamarsi fuori”. Così Luca Cordero di Montezemolo descrive il prossimo evento elettorale degli italiani, un vero e proprio appuntamento con il futuro, a questo punto non più rinviabile. A Roma per promuovere l’evento “Verso la Terza Repubblica”, il presidente di Italia Futura e della Ferrari ha lanciato la sua sfida ad un Paese sempre più in preda a scandali di palazzo e a una classe dirigente implosa che tenta comunque nuovi posti al sole. Governo di ricostituzione nazionale, riduzione della pressione fiscale, controllo e trasparenza della spesa pubblica e delle attività dei partiti sono alcuni dei temi che hanno animato l’evento. In platea, circa 6.500 persone venute da tutta Italia. Pronte a fare la loro parte per cambiare questo Paese in meglio e renderlo finalmente orgoglioso della sua buona politica e dei suoi apparati pubblici. Ci si riuscirà? È una sfida importante. Nella quale soprattutto le giovani generazioni devono ricoprire un ruolo fondamentale per avviare una nuova era per il Belpaese. Dove gestione scellerata delle casse statali e dei ruoli di pubblica utilità dovranno essere un lontano ricordo. Dove competitività, libero mercato (affiancato alla giustizia sociale) e credibilità dovranno essere le fondamenta di una Nazione che da troppo tempo è orfana della sua posizione tra i leader del panorama economico e politico mondiale. A proposito di giovani non può non essere menzionata la presenza dell’associazione Zero Positivo. I suoi promotori hanno partecipato all’evento pubblicizzando il movimento e i tredici punti del

manifesto. È anche da questi giovani che partiranno le idee e le azioni che in un prossimo futuro dovranno traghettare l’Italia lontano dal baratro della recessione e della crisi. Non sarà un compito facile, soprattutto perché le vecchie guardie di una politica ormai sull’orlo di essere pensionata non starà a guardare e farà di tutto pur di tenere il proprio fondoschiena incollato alla poltrona. Una cosa è certa però: le premesse per il cambiamento ci sono tutte e la strada verso l’alba della Terza Repubblica è ormai spianata. La classe imprenditoriale ha raccolto la sfida. Ma occorre stare bene attenti. Tra le macerie di Tangentopoli, giusto 20 anni fa, anche il Berlusconi imprenditore si scagliò contro la politica malata e corrotta promettendo faville. Sappiamo come è andata. La cosa più importante, la speranza ultima, restano i giovani. Tocca a loro, animati da spirito di coesione nazionale, porre le basi dell’Italia di domani. Al di là dei Montezemolo o dei capipopolo di turno.

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futuro cercasi

Primarie Pd Renzi conquista le Marche di Gabriele Pegolo

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Una regione rottamatrice. Questo forse l’aggettivo più adatto per una regione come le Marche, che ha scelto di schierarsi con Matteo Renzi. Il candidato fiorentino infatti vince infatti il confronto con il suo principale rivale, Bersani, con una percentuale di 42,11 a 41,13%. Un risultato sicuramente non netto, ma che evidenzia la volontà dei marchigiani di cambiare, di dare una svolta al bel paese. Un esito di contro tendenza rispetto a quello nazionale, il segretario del PD, infatti ha avuto la meglio sul sindaco di Firenze, con uno scarto del 9%. Un dato che premia però solo in parte il Segretario nazionale del PD, tenuto conto che questi era accreditato di un distacco ben maggiore sul sindaco di Firenze e, soprattutto, considerando che ha sempre avuto l’appoggio tetragono della quasi totalità dell’apparato del Partito Democratico, sia a livello nazionale che locale. Nonostante il risultato marchigiano Palmiro Ucchielli (alla guida del pd marchigiano) non sostiene il sindaco fiorentino. E’ infatti Ucchielli a dichiarare che nelle roccaforti della sinistra hanno votato Renzi “perché più forte era l’esigenza di cambiamento”, ma Bersani “vincerà sicura-


Ucchielli non se lo aspettava: nella sua Pesaro Renzi ha superato il 45% contro il 41% di Bersani

mente il secondo turno, spero e lavoro perché sia lui il candidato premier”, ma anche se non fosse “Renzi si farà le ossa”, sentenzia. Tuttavia, alla luce dell’ottimo risultato conseguito è sempre lo stesso Ucchielli a dichiarare che la “campagna elettorale di Renzi è stata intelligente”, apprezzamenti che mai e poi mani si sono sentiti in questo ultimo mese di corsa al voto. La discesa nelle Marche da parte dei candidati premier è stata importante. Due le tappe del sindaco fiorentino. Nella giornata del 31 ottobre Renzi ha fatto i suoi comizi prima ad Urbino, dove dopo aver ricevuto il benvenuto da quattro-cinque ragazzi con lo slogan “Rottamiamo Renzi e il neoliberismo adesso”, ha iniziato il suo comizio. Poi ad Ancona, dove una Mole Vanvitelliana colma di sostenitori lo ha accolto. Il segretario del pd invece nella giornata del 16 novembre ha completato tre tappe marchigiane: Ancona, dove ha partecipato ad una manifestazione pubblica in piazza Roma, Fano e per concludere Civitanova Marche. Protagonista per l’ultimo passaggio nella regione adriatica, è stato il candidato Nichi Vendola (sinistra ecologia e libertà). Pesaro, Macerata, Porto San Giorgio,

novembre 2012

Grottammare ed Ancona dove il governatore della Regione Puglia ha rilasciato alcune dichiarazioni alla stampa sulla scalinata del Teatro delle Muse, poco prima di iniziare il comizio. Una su tutte, la sua opinione sull’entrata in politica del presidente della Ferrari Luca Cordero di Montezemolo, definito da Vendola: “un pezzo dell’ancien regime”. Di notevole importanza sono le differenze sostanziali tra le campagne elettorali. Renzi è stato protagonista assoluto del web, con record di tweet, post e video su youtube, senza contare le numerose presenze nel piccolo schermo. Bersani, che ha invece cercato di limitare i danni: ha evitato molti appuntamenti televisivi, e sul web la sua assenza si è fatta sentire. Vendola ha invece puntato molto sugli incontri “face to face”, con molti comizi e molti incontri con il pubblico, che lo ha portato al 16% delle preferenze. Cosa dire, non ci resta che aspettare il 2 dicembre, dove Renzi tenterà l’impresa, contro un Bersani che punta tutto sulla tradizione, è stato infatti proprio il segretario PD a dichiarare che “sono un usato sicuro”. Tradizione contro innovazione, gioventù contro anzianità. Fate la vostra scelta.

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regione

Regione, fiumi e costa: legge da rifare di Rossella Favi

Una legge regionale importante, quella sulla gestione dei corsi d’acqua, legata a doppio filo con l’annosa questione dell’erosione costiera. Singolare, in questo senso, che, con una costa di nuovo ridotta al lumicino dalle ultime mareggiate e con tecnici regionali coinvolti in scandali legati proprio alla gestione dei lavori di lotta all’erosione, con la nuova legge si ipotizzi di vendere ai privati la ghiaia derivante dalla pulizia di fiumi e torrenti.

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La legge regionale approvata lo scorso 6 novembre era stata infatti proposta a ridosso delle inondazioni del 2011, per poi rimanere arenata – è proprio il caso di dirlo – per mesi, con vari passaggi in commissione ambiente e in consiglio regionale. Infine, la recente approvazione a maggioranza del consiglio stesso, ma con 14 voti contrari: motivo del contendere, il giudizio negativo sul concetto di “valorizzazione”, inserito dalla Giunta in una delle revisioni della proposta. L’assessore Paolo

Petrini è stato infatti ripetutamente chiamato a chiarire, nel corso dell’assemblea regionale, che cosa si intenda per “valorizzazione, a sostegno delle inadeguate risorse di fonte pubblica, della massa legnosa e, in misura controllata, del materiale litoide non più funzionale all’equilibrio fluviale o residuato dagli interventi di manutenzione”. Il timore, di fatto non confermato ma neanche smentito, è che dietro a questa frase si celi appunto la volontà di stabilire un vero e proprio valore economico per quei materiali in eccesso che verrebbero ricavati dalla pulizia dei letti dei fiumi (la ghiaia, in particolare). Si configurerebbe, cioè, una sorta di vendita ai privati, a quegli stessi privati che effettuerebbero i lavori di pulizia: a fronte della carenza di fondi regionali destinati a questo scopo, chi esegue il lavoro verrebbe pertanto pagato, in tutto o in parte,


Dal riordino alla restaurazione, timori per le Province

Lo Chalet di Marina di Montemarciano: l’ultima mareggiata ha messo a nudo le fondamenta

È passato ormai circa un mese della decisione del Governo di portare le province italiane da 86 a 51, e ciò desta più di una perplessità, con molti “campanili” che non ci stanno e attaccano in forze: si vuole fare cassa, lamentano, senza considerare quelle che sono le peculiarità del territorio. Per alcuni sono a rischio i servizi ai cittadini. E nelle Marche, dove il taglio previsto sarà pari a 2 province. Fermo e Macerata infatti secondo il disegno di legge saranno soppresse. Accorpate con Ascoli. Otto le regioni che hanno deciso fare ricorso. Non le Marche dove i presidenti che si troveranno senza Ente da amministrare (Pettinari, Celani e Cesetti) sono in stand by in attesa di avere notizie dal Tar. Un silenzio preoccupante. Tra l’altro, il decreto “salva Italia” è di nuovo in Commissione Affari Costituzionali del Senato. Con molta probabilità si rischia quindi che una delle riforme più importanti e necessarie per questo paese salti. C’è la possibilità che il Ministro della Pubblica Amministrazione Patroni Griffi, decida di gettare la spugna, senza una condivisione entro Natale. Una riforma che porterebbe allo Stato un risparmio di circa mezzo milione annuo rischia di saltare grazie all’attaccamento alle proprie poltrone da parte di alcuni. Anzi, molti.

con la ghiaia medesima. “Dire che non ci sono fondi da destinare a questo problema è una scelta politica”, ha dichiarato Daniele Silvetti, consigliere regionale FLI, schieratosi contro il provvedimento”. Alcuni fondi ci sarebbero, provenienti da quei ribassi d’asta con cui sono stati affidati nel recente passato i lavori di messa in sicurezza di tratti della costa marchigiana – mi riferisco in particolare, tra gli altri, a Marina di Montemarciano – e quindi si tratta di cifre già a bilancio. Si potrebbe pensare, anziché rivenderla, di utilizzare quella ghiaia per i ripascimenti, attivando il progetto Arstel, che giace invece come lettera morta dal 2005. A meno che, piuttosto che difendere il territorio, non si voglia favorire categorie di privati”. Insomma, con tutti i guai delle coste marchigiane, su tutto erosione ed inchieste giudiziare in corso, sembra paradossale quella che sembra essere l’intenzione di rivendere a privati un bene demaniale, e di prima necessità per i ripascimenti, come la ghiaia. Ghiaia che andrebbe comunque poi

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Gabriele Pegolo di nuovo acquistata dalla Regione presso operatori specializzati, nel momento in cui si procedesse con ripascimenti e affini. Dai quali, e lo stato delle spiagge delle Marche sta lì a ricordarlo, non sembra si possa prescindere. Insomma, un serpente che si morde la coda. Oppure un’altra occasione sprecata per programmare interventi omogenei e coerenti, di

cui ha bisogno la gestione dei fiumi come delle coste, e di queste tra di loro. Quest’ultimo provvedimento regionale, orfano di un chiarimento necessario (o perlomeno rimandato a quelle che saranno, prima o poi, le linee guida), rischia di essere l’ennesima norma perfettamente valida sulla carta, quanto inutile, se non dannosa, per la materia che ambisce invece a regolamentare.

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regione

Enrico Mattei, il corsaro del petrolio di Gessica Menichelli

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Il 26 27 28 ottobre si é celebrato a Matelica il 50esimo anniversario dalla morte di Enrico Mattei. Difficile riassumere la vita di un uomo che ha fatto e dato tanto a una nazione, che ha cambiato il modo di pensare e di agire in un periodo difficilissimo del dopo guerra. La cittadina del Maceratese, che ha accolto Mattei giovanissimo, si è mobilitata in una serie di iniziative tutte indirizzate non solo nel ricordare una figura così importante non solo per il territorio cittadino a cui ha portato benessere e sviluppo, ma anche e sopratutto per l’Italia. Un uomo “stratega dell’economia mondiale” e anche un uomo con una profonda sensibilitá nei confronti delle persone bisognose e in generale di coloro meno fortunati. La vita di Mattei è stata piena di eventi dettati forse anche dal suo carattere forte e volitivo, ma sopratutto lungimirante. Nasce ad Acqualagna dove vive fino alla maggiore età, nel 1919 si trasferisce a Matelica dove per anni vive e lavora. Poi è la volta di Milano dove, per 11 anni, costituisce la prima impresa. Iniziano i rapporti con il professore universitario Marcello Boldrini, un altro matelicese. Per 2 anni la vita di Mattei è focalizzata sulla Resistenza con un ruolo di partigiano attivo. È dal 1945 che inizia l’attività economica che modificherà da lì a pochi anni tutta l’economia nazionale e mondiale. Nominato commissario straordinario dell’Agip, chiamato per liquidare l’azienda, dopo un’attenta analisi si oppone e anzi scommette sulle potenzialità, tanto è vero che nel ‘53 arriva a fondare l’Eni che guiderà per 10 anni. In questo lungo periodo di gestione, completa la metanizzazione del nord


Italia. Eni ingloba Agip, stipula accordi con l’Egitto. Fonda Agip nucleare, crea l’Anic di Ravenna, crea la prima centrale nucleare a Latina, inizia le perforazioni nel Sud Italia, instaura rapporti con la Cina e l’Urss, inizia la perforazioni in mare, stipula accordi con la Tunisia. Fonda la Semi, motel inglobati all’interno del sistema Agip. Mattei ha concentrato tutta la sua vita sulla costruzione di progetti che hanno fatto la storia di tutta la nostra nazione, creando nuovi orizzonti economici: ha rappresentato azione, intuizione e sensibilità. Ha trasformato un’azienda in fallimento in un impero di successo. Eni ha rappresentato energia e ricchezza per l’Italia, nel Dopoguerra, rendendola una nazione capace nelle politiche energetiche mondiali per tutelare i propri interessi e tranne adeguato profitto, onde evitare di subire le politiche petrolifere delle altre nazioni. Estrazione, trasformazione e distribuzione, rendendo l’Italia piú ricca e potente, in un periodo difficilissimo. Modifica il welfare state aziendale, inteso come valore di cui l’azienda deve farsi carico delle abitazioni per i dipendenti. Metanopoli, alle porte di Milano, inteso come villaggio globale, ne è un esempio. E che dire poi delle colonie, sia estive che invernali, per i figli dei dipendenti. Fu il primo a concepire l’importanza della comunicazione aziendale. Rappresenta, insomma, uno dei protagonisti mondiali nelle attività petrolifere per la sua capacità di mettere in atto una visione strategica economica imprenditoriale senza uguali. Da un’azienda in liquidazione riesce a trasformarla nella sesta compagnia petrolifera mondiale, quando solo Inghilterra e Stati

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Uniti controllavano i mercati. La “formula Mattei ” trasformò definitivamente i rapporti tra aziende produttrici e paesi che dispongono della materia prima: non più la regola del “fifty — fifty”, cambiando totalmente gli assetti economici per la prima volta con l’Iran e facendo traballare quella che fino ad allora era stata l’egemonia delle 7 Sorelle, nome dato alle piú grandi aziende petrolifere del tempo. Al Paese estrattore viene lasciato il 75% dell’utile. Questo ha determinato un coinvolgimento diretto nella gestione della attività estrattiva. Dopo l’Iran è la volta di Egitto, Libia, Sudan, Marocco, Tunisia e Nigeria. Un uomo che si é dedicato non solo all’economia di questa nazione, ma anche alla solidarietà. La stessa Matelica che oggi lo festeggia deve a lui l’ospedale, il restauro della chiesa della Beata Mattia, la scuola Snam. In tutto questo intenso percorso economico Mattei non trascura la politica. Eletto deputato nel collegio Milano Pavia, si dimette nel 1959. Non trascura la cultura tanto che riceverà ben 4 laure ad honorem una a Torino, poi Bologna, Camerino e Bari, Fonda Il Giorno, il quotidiano dell’Eni. Muore nel 1962 in un incidente aereo che solo recentemente è stato ufficialmente indicato come un attentato. Il 27 ottobre, di ritorno dalla Sicilia, l’aereo sul quale stava viaggiando precipita in provincia di Pavia. Con lui muoiono il pilota e un giornalista americano. Mandanti ed esecutori non sono mai stati scoperti. I funerali si svolsero a Matelica.

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falconara al voto

focus

Brandoni tenta il secondo mandato (senza Pdl)

Stanno per scadere i cinque anni di legislatura e Goffredo Brandoni, primo sindaco di centrodestra della storia di Falconara Marittima è pronto per la lotta di primavera. Data ancora da decidere – si parla di marzo – i falconaresi sono chiamati alle urne. Molto è cambiato nel panorama politico dal 2008 a oggi. Tant’è che il Pdl a Falconara non esiste più. Mentre a Roma si parla di primarie (sì, no, forse, però) per decidere chi sarà a guidare il partito nella contesa elettorale, l’attuale maggioranza ha le idee ben chiare. L’ipotesi era nell’aria già da tempo. Ma è stata ufficializzata solo di recente. Con la nascita di Uniti per Falconara. In campo, gli attuali esponenti della maggioranza consiliare e parte degli assessori. Perché via dal Pdl. Quello che nel 2008 sembrava un sogno, la casa dei moderati, dei liberali, dei riformatori, si è rivelato un flop. Ma visto che l’idea di fondo resta valida, il centrodestra falconarese ha deciso di presentarsi forte del lavoro fatto in questi anni. In una situazione economica per il bilancio comunale, i primi due anni e mezzo di lavoro hanno riguardato lo scongiurare il dissesto. I rapporti con il Pdl si sono fatti sempre più sfilacciati. Lo scorso marzo tutti i falconaresi (a parte Fabio Benni, eletto nel direttivo provinciale) hanno snobbato il congresso provinciale e il solo Brandoni si è presentato a fare i saluti al brindisi finale. UpF sarà guidata da Clemente Rossi. Uno d’esperienza. Durante la prima metà della legislatura ha fatto da chioccia ai giovani consiglieri alla prima esperienza. Poi è entrato in giunta: vicesindaco e assessore a Viabilità, Sicurezza e Protezione Civile. Ad affiancare la lista politica, una civica legata alla figura di Brandoni. E l’Udc che potrebbe anche presentarsi con un simbolo nuovo anziché lo scudo crociato.

Il flop dei big Finora ce la siamo cavata egregiamente, ma sappiate che prima o poi verranno. Il primo è stato Antonio Di Pietro. Si è affacciato a Falconara per promuovere la raccolta di firme dei referendum targati Italia dei Valori. Si è fatto un giro al mercato cittadino, si è preso un paio di invettive da parte dei cittadini (tra i banchi è volato anche un “dammi un appartamento, tanto ne hai 56”), ha ricevuto un gruppo di dissidenti del coordinatore regionale David Favia (l’ex direttivo ora estromesso dalla sezione locale, ora commissariata) e si è informato sulla situazione politica cittadina consigliando al commissario Andrea Filippini di cercare Sel. Peggio è andata a Francesco Storace. Il leader de La Destra, toccata e fuga in città per appoggiare Carlo Nucci che si candiderà insieme agli altri consiglieri in Uniti per

Falconara, non conoscendo affatto la situazione cittadina ha fatto dichiarazioni contro l’intenzione degli ex Pdl di presentarsi come movimento civico. “La gente non è scema – ha detto – cambia l’immagine ma l’impronta digitale resta. Molti si illudono basti. Io dico: volete cambiare il simbolo? Cambiate anche le facce”. Imbarazzo tra le fila di UpF e molti hanno pensato che per fortuna siamo solo a novembre: per la primavera la gente si sarà dimenticata dello scivolone. Da qui a marzo però sicuramente ne vedremo degli altri. Tutti pronti a sponsorizzare questo o quel candidato. Ad oggi più controproducenti che altro.

E se il Pdl volesse una sua lista?

Finora nessuno l’ha evocata. Il sindaco Brandoni direbbe che non se ne parla e che si va avanti con due civiche più l’Udc ma l’ipotesi di una lista con il simbolo di quel che sarà il Popolo delle Libertà esiste. Difficile fare previsioni. A livello nazionale le macerie cadono e il balletto delle dichiarazioni va avanti da mesi tra Primarie da fare o meno, tra mi ritiro e scendo in cambo a giorni

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alterni, delfini e squali. Forza Italia 2.0 o Lista Berlusconi che sia, se sarà, di sicuro i big regionali telefoneranno al Castello. Cosa risponderà l’attuale primo cittadino a Remigio Ceroni (sì, proprio quello che aveva proposto di cambiare l’articolo 1 della Costituzione), coordinatore regionale del Pdl e suo mentore politico? Ma soprattutto. Cosa faranno i consiglieri che ad ora hanno

sposato Uniti per Falconara e Clemente Rossi come suo capolista? Due i rischi: la diaspora da UpF di consiglieri convinti di riuscire a sfruttare il traino nazionale e la poca credibilità di un progetto civico affiancato da un’imposizione nazionale. Al Castello c’è chi spera che quel giorno, se mai ci sarà, il telefono sia occupato.


Pd, dalle Primarie spunta Mastrovincenzo

A sfidare Goffredo Brandoni per il centrosinistra sarà Antonio Mastrovincenzo. L’attuale capogruppo del Partito Democratico in consiglio comunale ha battuto domenica 25 novembre il suo sfidante interno Franco Federici, coordinatore del partito falconarese. Primarie con candidati esclusivamente democrat aperte alla cittadinanza. Il che ha fatto saltare i nervi a Sel che avrebbe preferito Primarie di coalizione da far coincidere con il voto nazionale tra Bersani, Renzi, Vendola, Puppato e Tabacci. Che il Pd falconarese sia diviso da tempo in due grandi correnti interne è cosa risaputa. Due anni fa, per eleggere il coordinatore di partito, Federici riuscì a vincere per una spennata contro Fiorella Re, appoggiata proprio da Mastrovincenzo. Una consultazione interna (votavano solo gli iscritti) che Federici vinse per 17 voti. La campagna elettorale per le Primarie ha messo in luce, soprattutto a ridosso del voto, tutti i veleni tra capogruppo e coordinatore. Critiche incrociate sui programmi e qualche entrata a gamba tesa da entrambe le parti. Mastrovincenzo partiva da favorito e il

pronostico è stato rispettato. Circa il 60% delle preferenze sono andate a lui. E nel suo quartiere, Palombina Vecchia, il democrat ha toccato punte del 67%. E ora? Due operazioni fondamentali aspettano i democrat. La prima riguarda le ricadute del voto. A parole, entrambi i candidati hanno promesso fedeltà al vincitore per tranquillizzare quanti, in seno al direttivo, temevano faide interne e sgambetti elettorali. Nei fatti, si vedrà. La seconda partita è invece in trasferta. Campo di gioco, le segreterie degli alleati. Federazione della Sinistra, Idv e Psi sono rimasti alla finestra e un loro ingresso nella coalizione di centrosinistra è dato per scontato. Per Sel il discorso è diverso. Nel 2008 gli attuali vendoliani (allora Sinistra Democratica) scelsero di stare con la civica Cittadini in Comune. Ci saranno incontri, insomma. Tutto da decidere. Con Mastrovincenzo pronto però alla sfida.

E sulla scena irrompe Borini con Falconara Bene Comune Una candidatura talmente dirompente da far tremare lo stesso Partito Democratico. Il mondo delle liste civiche, rappresentato finora da Cittadini in Comune, raddoppia. Con Riccardo Borini a tentare la scalata al Castello. La novità delle elezioni falconaresi 2013 si chiama Falconara Bene Comune. Ne fanno parte persone provenienti dal mondo dell’associazionismo, del volontariato, cattolici, centri sociali, comitati cittadini. Il collante di un universo così variegato è rappresentato proprio da Borini. I falconaresi lo conoscono bene. Dagli anni ‘80 quando, allora sacerdote, arrivò a Palombina Vecchia a fare il viceparroco nella chiesa di San Giuseppe. Fino al 1992 ha anche insegnato religione alle scuole medie del quartiere e nel tempo ha fondato le associazioni Tenda di Abramo (ospitalità ai senza tetto) e Free Woman (contro lo sfruttamento della prostituzione). Abbandonati i voti, ha ricoperto anche il ruolo di responsabile dell’Osservatorio delle Politiche Sociali del Comune di Ancona e di coordinatore dell’Ambito Sociale di Jesi.

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Oggi guida le assistenti sociali di minori e famiglie sempre a Jesi. Falconara Bene Comune ha iniziato a lavorare l’estate scorsa presentandosi e facendo firmare ai suoi una carta d’intenti. E’ stata la prima realtà a rendere noto il candidato a sindaco. I maligni dicono per mettere al sicuro Borini tentato anche da esponenti del Partito Democratico. E Cittadini in Comune? La lista di Loris Calcina sopravviverà. Sarà la seconda formazione della coalizione. L’ipotesi di confluire in Fbc inizialmente era stata presa in considerazione attirando gli strali di Carlo Brunelli, ex candidato a sindaco del 2008 e tra i fondatori di Cic. Rassicurato, Brunelli ha tentato di convincere il resto del gruppo a formare un vero e proprio Polo delle Civiche, aprendo le porte a Falconara Puntoeacapo. Troppe però le differenze tra questi due mondi. Cosa farà Puntoeacapo non è dato sapere. Nonostante non avesse nessun consigliere a rappresentare la lista al Castello, gli uomini che ruotano attorno all’ex An Lucio Virgulti potrebbero ritentare la partita in solitaria.

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Le Marche che sfidano la crisi all’”Euroblech” di Hannover di Luca Giordani Meccanica, carpenteria, lavorazioni di lamiere e tubi risentono fortemente di questo periodo congiunturale, reso ancora più difficile dai grandi colossi dell’elettrodomestico e non solo, che stanno operando tagli a livello di fornitori e che si rivolgono ai distretti industriali esteri per operare politiche di taglio dei costi aziendali e beneficiare di sgravi fiscali messi a disposizione da certi Paesi per attirare investitori da realtà più industrializzate. Una situazione difficile che rischia di prospettare la scomparsa di grandi poli industriali, fino a poco tempo fa simbolo di maestria industriale e di quel Made in Italy famoso in tutto il mondo. Nonostante il progressivo inaridimento di questi settori, ci sono ancora piccoli e medi protagonisti che giorno dopo giorno risalgono la china cercando di differenziarsi in un mercato sempre più globale e in preda ad un momento di panico finanziario e produttivo. Protagonisti di questo fenomeno di ri-crescita sono cinque aziende marchigiane che con il supporto della Camera di Commercio di Ancona e della Regione, hanno partecipato alla più grande fiera espositiva al mondo del settore della meccanica e della lavorazione della lamiera, l’”Euroblech Messe” di Hannover. S.T.A.F. Metalworking Company di Fabriano, Omas Spa di Numana, SteelMeccanica di Castelbellino, CAE Automazioni di Esanatoglia, MVM Cold Pressing Industries di Lucrezia di Cartoceto, Lavorazione metalli Ottavi Ornato di Acqualagna sono le aziende protagoniste di questa spedizione tedesca. Sono loro ad aver portato nella nazione europea più avanzata del momento tecnologie e maestranze tutte Made in Marche. Cinque pmi che si sono fatte onore in una fiera che ha visto la partecipazione di colossi come Amada Presse, Trumpf, Marcegaglia, TyssenKrupp, accomunate da uno spirito imprenditoriale volto al superamento di questo difficile momento e che ha fatto risplendere quel celebre modello marchigiano tanto pubblicizzato dal grande economista Giorgio Fuà e che negli ultimi anni è stato distrutto da scelte politiche e imprenditoriali scellerate. Puntare verso l’estero come fattore di crescita è fondamentale, ma credere nelle proprie maestranze significa conquistare il mercato globale.

Memorie di un pendolare, la dura vita di chi sceglie il mezzo pubblico di Rossella Favi Facciamo che viviate tra Ancona e Senigallia e che, in una qualsiasi domenica o, peggio ancora, in una giornata cosiddetta superfestiva, decidiate di volervi spostare con i mezzi pubblici. Perché per scelta o per necessità non avete l’auto o non vorreste usarla. Perché avete un impegno o un parente o un amico che ha bisogno di assistenza. O semplicemente per piacere. Beh, mal ve ne colga. Peggio per voi. Bus della linea Ancona – Senigallia (Bucci, per intenderci) per tradizione la domenica e nei festivi non ci sono. Tutto ciò che avviene a nord di Marina di Montemarciano (termine della linea B di Conerobus) si avvolge nella nebbia (anche d’estate, purtroppo). Vi tocca il taxi. O l’unico treno che da qui si ferma in una domenica qualsiasi. Per non parlare della Caporetto per i trasporti da e per i paesi e le cittadine dell’interno. Si salva parzialmente solo Jesi (ma solo d’estate). Verso Ancona, invece, non è comunque praticamente possibile contare sui treni, ma almeno Conerobus garantisce una corsa ogni ora. Sempre che non decidiate di andare in visita ai vostri cari proprio il giorno di Natale o il primo dell’anno, la domenica di Pasqua o a Ferragosto. In quel caso, davvero non c’è alternativa al trasporto privato su gomma. Ecco, sarà un problema di pochi. Forse saranno corse semivuote e si chiamerà in causa la spending review (parola brandita come un’arma per questo, ma non per tanto altro). Ma forse è anche un problema di civiltà, di servizi alla persona, di possibilità di trasporto e mobilità urbana che potrebbero essere potenziate e promosse. Ancora una volta, sono scelte (o non scelte) politiche. Prendere l’auto significa costo del carburante, usura del mezzo, inquinamento, spesso code, e parcheggi a pagamento una volta a destinazione. Il mezzo pubblico, se fosse organizzato in un servizio degno di questo nome, potrebbe essere un’alternativa valida ed appetibile, piuttosto che essere una non-alternativa come ora. Certo, bisognerebbe affrontare problemi annosi, non solo legati ai costi, come la mancanza di biglietti orari per circolare sui mezzi per il trasporto urbano ed extraurbano. Per andare da Marina a Chiaravalle in autobus, per fare un esempio, attualmente servono due diversi ticket per dieci chilometri, uno per ogni tratta da percorrere. Con prezzi che si sommano. E poi, divertitevi ad acquistare un biglietto extraurbano nei paesi in cui la rivendita è una sola e mancano le emettitrici automatiche. Anche nel centro di Ancona potreste avere sorprese. È testato. Se poi non ne avete avuto ancora abbastanza, potreste essere pronti per diventare pendolari.


Autunno caldo a Senigallia, chissà l’inverno come sarà? di Paolo Belogi Difficile attribuire a Senigallia una data di nascita precisa per stabilire a quale segno zodiacale appartenga, ma la giunta Mangialardi si può facilmente assegnare al segno dell’ariete. Non ho seguito ciò che prevedevano gli astri, per il mese di novembre, per i nati sotto questo segno, ma a leggere i giornali non si può certo dire che la prima decade del mese sia stata facilissima per chi, da oltre due anni, amministra Senigallia. Qualche difficoltà inizia a seguito della presa di posizione del consigliere di Vivi Senigallia (lista civica che sostiene l’attuale maggioranza) sulla triste situazione che facciamo vivere a molti immigrati nei nostri parcheggi. In principio erano quattro, ora sono circa quaranta. E che sia una situazione che non condividono i comuni limitrofi, in simile misura, non depone a favore delle associazioni degli immigrati che operano da anni sul territorio e che, anche se timidamente, insorgevano sdegnate con un comunicato stampa contro le parole del consigliere comunale. Comprensibili anche le prese di distanza che si erano levate dai banchi dei suoi colleghi di maggioranza, ma fino a che l’immigrazione (e tutti i fenomeni che l’accompagnano) costituirà solo un comodo terreno di campagna elettorale, sarà difficile anche solo pensare ad una possibile soluzione, costretti e rimbalzare tra proposte e provvedimenti estremi e contrari, volti più ad ottenere consenso a breve termine, che a mettere al centro delle iniziative la comunità, fatta di cittadini italiani da sempre e da nuovi italiani. Oltre a questo “problema” che torna ciclicamente, per comodità politica di tutti, la congiuntura di pianeti è stata sfavorevole all’amministrazione anche per un appalto assegnato alla Geomarine srl di proprietà di Lorenzo Magi Galluzzi (nella foto sotto) che è anche capogruppo Pd in consiglio comunale. O meglio, lo era. Già perché Magi Galluzzi, a seguito della vicenda fatta emergere Roberto Paradisi (Coordinamento civico) ha rassegnato le sue dimissioni, preferendo rinunciare al gettone di presenza, piuttosto che alle cifre previste dal lavoro che la sua ditta si era aggiudicato, con modalità forse non proprio in linea con i dettami dello statuto comunale: si parla, sempre a leggere i giornali, tra vecchi e nuovi incarichi, di una cifra che si aggira attorno ai 60mila euro. Che il conflitto d’interesse non sia moralmente accettabile solo quando esiste in casa d’altri è la considerazione che, anche se ovvia, mi viene di fare. A prescindere dalla cifre in gioco e tenendo anche conto (soprattutto?) delle scontate difese d’ufficio prodotte a tranquillizzarci su quanto disposto dalla macchina amministrativa comunale: tutto è stato fatto secondo le regole, madama la marchesa.

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Cittadini che si mettono insieme: debutta Liberi di Costruire il Domani Cittadini che si incontrano e pensano al futuro delle città. A risolvere i problemi del quotidiano senza trascurare una visione futura. Il vuoto di rappresentanza lasciato dai partiti ha indotto sempre più cittadini ad associarsi tra loro. Un esempio è quello dato dall’associazione Liberi di costruire il Domani. Sede, Falconara. Visione, le Marche. Tanto che il sodalizio si sta già federando con altre realtà analoghe sparse sul territorio. Il debutto dei Liberi si è tenuto a Falconara a metà mese. Tra i soci fondatori figura anche il vicesindaco Clemente Rossi mentre come presidente è stato nominato Carlo Negri. Anconetano, ingegnere, Negri (nella foto) batte sulla necessità di una partecipazione diretta dei cittadini, superando gli schemi tradizionali. “Gli italiani – dice – devono riproporre con forza le loro caratteristiche, fatte di ingegno, fantasia, intraprendenza e senso del rischio, che hanno fatto grande il Paese dal dopoguerra in poi. Il nostro obiettivo prioritario è quello di aprire un varco affinchè gli Italiani possano esprimere di nuovo le loro potenzialità, manifestando idee, esprimendo pareri, elaborando progetti. Sarà un modo per uscire da un atteggiamento globalmente acritico e per essere di nuovo partecipi delle scelte e delle decisioni”. Rimboccarsi le maniche, insomma. Nella grave situazione economica in cui versa l’Italia, con un Governo Nazionale giudicato insufficiente nella sua azione, i Liberi auspicano il concorso di cittadini “senza distinzione di classe e di appartenenza politica, finalizzato alla soluzione dei problemi”. Guardandosi in giro, l’associazione ha trovato altre realtà (ad Ancona, Jesi e Senigallia) con le quali lavorare e confrontarsi. Lo scorso 22 novembre, ad esempio, ha partecipato insieme a Insieme Civico di Jesi ad un’assemblea pubblica dal tema “La sicurezza è un bene di tutti” che si è svolta nel difficile quartiere di San Giuseppe, nella città federiciana. E per il 14 dicembre è previsto un nuovo incontro. All’ex cinema Sport di Falconara, a partire dalle 17.30, Negri condurrà una tavola rotonda sulla troppa pressione fiscale che vige in Italia. Parteciperanno Paolo Bedetti (Confindustria Falconara), il vicesindaco Clemente Rossi e il commercialista Pietro Daidone.

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Il flop della Fiera delle Marche

sfuma il regalo a Pesaro (e si sapeva) di Maurizio Grilli Fiera Marche spA chiude. In solo due anni di attività 1,5 milioni di debiti e così ecco la chiusura dei battenti fra le polemiche. Il socio pubblico da una parte - la Camera di Commercio di Pesaro - azionista di maggioranza con il 53% delle quote che ha chiesto la messa in liquidazione e dall’altra il socio di minoranza e attuale presidente del cda Mario Formica, accusato essersi rifiutato di ripianare i debiti (1,5 milioni) di sua competenza. In definitiva un epilogo inglorioso e profondamente grave per tutto il territorio marchigiano e la sua economia già in sofferenza da tempo. E pensare che questo polo fieristico unico doveva rappresentare con i fatti – secondo i gestori - un nuovo modo di fare sistema per


tutta la regione e le sue peculiarità attraverso il coinvolgimento della cosiddetta piattaforma logistica marchigiana (porto, interporto e aeroporto) che, va precisato, non è mai stata finora gestita in maniera sinergica nelle sue tre componenti favorendo l’immobilismo al dinamismo. Fiere delle Marche spa il sistema fieristico delle Marche e dell’Adriatico che comprendeva la Fiera di Pesaro, quella di Ancona e quella di Civitanova Marche è stata la prima realtà di questo tipo a livello nazionale un dato questo, che deve far riflettere anche sulle capacità di gestione della classe dirigente marchigiana. Una vicenda che non può non coinvolgere la classe politica regionale e più precisamente Presidente e Giunta che seppur non direttamente responsabili, hanno condiviso fin dall’inizio il progetto e la sua filosofia per cui Palazzo Raffaello ha avuto un ruolo di sostegno alla creatività e allo spirito d’iniziativa dei nostri imprenditori e dei soggetti deputati come le Camere di Commercio. Imprenditori che ovviamente rimangono nel mezzo, nella più totale incertezza rispetto al fatto se sarà possibile o meno portare avanti almeno quegli eventi già messi in programma. A Civitanova Marche, ad esempio, il calendario delle manifestazioni era già stato presentato. Ad Ancona, adesso rischiano grosso alcune iniziative che si mostravano già come molto concrete (vedi la Fiera della Blu Economy). La vicenda non poteva che accendere nuovamente e, diciamo noi, giustamente le polemiche nell’Anconetano laddove nel condividere l’idea di costruire una società capace di dare un’unica “governance” al sistema fieristico regionale con capacità di superare gli attuali limiti dimensionali

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regionali per sopravvivere e vincere la concorrenza europea e internazionale era invece stata fortemente stigmatizzata, soprattutto delle forze politiche dell’allora centrodestra, la scelta di penalizzare il territorio della provincia di Ancona, e nello specifico nell’Area Leader n.5 di Falconara - Chiaravalle, preferendo ad essa quella di Pesaro appunto per “soddisfare i piccoli interessi di bottega del PD pesarese”. Grave battuta d’arresto quindi per le prospettive di miglioramento delle condizioni di crescita e sviluppo delle piccole e medie imprese marchigiane alle prese con gli effetti della globalizzazione così malamente affrontata dai policy maker regionali incapaci di organizzare una logistica efficiente ed adeguata. Alcuni dati non certo positivi, ma sicuramente significativi e necessariamente da evidenziare: nelle marche il 60% delle imprese dichiara un calo del fatturato nei primi nove mesi del 2012 rispetto agli stessi del 2011, Confindustria marche rileva nel rapporto 2011 pubblicato lo scorso giugno, che il numero degli esportatori marchigiani è drasticamente diminuito, possiamo senza dubbio considerarli ovvie conseguenze determinate dalle ridotte dimensioni delle imprese marchigiane, ma come non chiamare in causa le vicende qui descritte? Nel merito della liquidazione dell’ente a partecipazione pubblica e privata, Fiere delle Marche SpA è intervenuto anche il consigliere regionale Silvetti con un’interrogazione presso l’assemblea legislativa delle marche per chiarire il ruolo della Regione e per richiamare la stessa al senso di responsabilità verso le attività produttive marchigiane che debbono necessariamente avere risposte concrete.

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Università/lavoro: il mercato bovino dei Career Day di Rossella Favi

Le Università fanno incontrare aziende e studenti. Si crea lavoro oppure è una vetrina per docenti e per atenei? La sensazione, a spasso per il career day all’Abadia di Fiastra, è la seconda. Un mercato bovino dove i giovani – che comunque vanno e ci provano – non hanno la minima chance di trovare un’assunzione. Intanto però le Istituzioni ci fanno bella figura. E non mancano casi di neolaureati e laureandi precettati dai propri insegnanti per fare le comparse di uno show che funziona solo se ci sono grandi numeri. In due giorni, all’Abadia, si sono presentati circa 2000 visitatori. Studenti e laureati in fila per un colloquio con le aziende e stand affollati anche solo per richiedere informazioni Quanti di loro avranno trovato occupazione dopo questa sortita? Il Career Day è diventato da qualche tempo uno dei principali strumenti di orientamento in uscita, come si dice tecnicamente, delle Università italiane. Ovvero, è l’Università stessa ad organizzare, per i propri studenti e laureati più o meno di vecchia data, l’incontro con il mondo del lavoro. Giornate in cui, in buona sostanza, è possibile conoscere aziende, far girare il proprio curriculum vitae, effettuare colloqui di selezione, partecipare a corsi e workshop mirati. Ma la linea di confine tra il servizio utile agli studenti e ai laureati e l’operazione di marketing, a favore della struttura che organizza e delle aziende partecipanti, è, a dire il vero, piuttosto labile. Anche le Università di Macerata e Camerino hanno allestito il loro Career Day, per la prima volta in collaborazione, gli scorsi 24 e 25 ottobre presso l’Abbadia di Fiastra. Quasi duemila partecipanti, per una cinquantina di stand aziendali e una due giorni con laboratori, presentazioni ed eventi vari completamente gratuiti. File di studenti e laureati per un colloquio con le aziende (gettonatissimo lo spazio Ikea, segno dei tempi, verrebbe da dire) e stand affollati anche

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solo per richiedere informazioni: erano presenti anche, infatti, l’Informagiovani provinciale, l’infopoint sul servizio civile e molto altro. E grande affluenza anche ai seminari e ai diversi incontri. Fin qui, nulla da eccepire. Senza dubbio, con un mercato del lavoro praticamente immobile come quello italiano, anche una piccola chance di farsi conoscere è comunque un’opportunità. Ma più ambiguo resta il limite tra manifestazione - vetrina per gli organizzatori e reale possibilità per gli studenti. Con il rischio potenziale di creare nuove illusioni, piuttosto che strategie e sinergie davvero efficaci e virtuose. Sarebbe interessante, per fare un esempio, sapere dopo qualche mese quanti di coloro che hanno lasciato il proprio curriculum siano poi stati davvero contattati dalle aziende. Quanto sia stato rilevante il risultato, per così dire, applicativo della manifestazione. Siamo davvero sicuri che sia importante, per i ragazzi, ascoltare ancora una volta parlare, da un palco, rappresentanti di istituzioni senza dubbio “con grande esperienza”, come si ama dire nel nostro Paese, ma forse distanti dalla loro realtà? O, ad esempio, sentirsi impartire una lezione teorica (e di nuovo: frontale, unilaterale) sull’importanza dell’utilizzo dei social network per la ricerca del lavoro? Siamo davvero sicuri che le aziende, in quella sede, avrebbero davvero potuto essere interessate ad individuare potenziali assunzioni? L’effetto globale, nel via vai generato da mille persone in giro per ognuno dei due giorni della manifestazione, con colloqui di cinque massimo dieci minuti a testa, non è stato quello delle condizioni ideali per creare opportunità davvero concrete. Meglio sarebbe stato, ad esempio, invitare enti ed aziende realmente intenzionate ad assumere, e specificare, per ciascuno di essi, quale tipo di figura professionale stesse ricercando. A meno che non si volessero fare delle “simulazioni”, per così dire, o una sorta di prove generali per il mondo del lavoro. Ma in questo caso sarebbe stato meglio e più corretto esplicitarlo, anche per i tanti giovani e meno giovani, a occhio e croce laureati da un pezzo, che si sono comunque presentati all’Abbadia di Fiastra convinti di poter avere una chance concreta.


Matelica, paura per la variante di Halloween

di Gessica Menichelli

Quattro lotti non edificabili che si preparano a ospitare attività insalubri. Una variante urbanistica che fa paura e che non ha caso è stata approvata proprio nella serata di Halloween. Non c’era riuscita la maggioranza pochi giorni prima. Le opposizioni erano riuscite infatti a far mancare il numero legale abbandonando l’aula. In piena bagarre, era stato fatto notare dalle minoranze consiliari come uno dei lotti sembrerebbe rinconducibile alla Fidea, società della quale il vicesindaco Mauro Canil è amministratore unico. Il Comune dice che il lotto è di proprietà pubblica ma stando ai documenti delle opposizioni, la Fidea sarebbe interessata all’acquisto. Una situazione talmente border line da indurre l’assessore all’Urbanistica Marcello Catena alle dimissioni. Nella notte delle streghe, ad ogni modo, la maggioranza si ricompattata e la delibera sulla variante urbanistica dei 4 lotti passa. Inevitabile che i gruppi consiliari

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di minoranza (Matelica Ripartiamo e Matelica Insieme) e i gruppi di opposizione (tra cui anche Fli) si siano mobilitati per rendere una corretta informazione alla cittadinanza su ciò che si sta verificando, organizzando un’assemblea pubblica sull’argomento. Sala gremitissima fino a tarda ora. È ormai chiaro che l’attuale indirizzo politico della maggioranza sia quello di cambiare sostanzialmente l’economia della zona a scapito della rete che per anni si è costruita intorno alla produzione del Verdicchio, una fonte di ricchezza che ha risentito della crisi ma meno rispetto ad altri settori aziendali e che comunque ad oggi è l’unica rete che non ha posto in essere licenziamenti e che mantiene attivi più di 200 posti di lavoro tra agricoltori produttori e distributori. L’incontro è stato importante perché ha avuto lo scopo prima di tutto di informare la collettività sull ipotetico cambiamento che tali tipi di impresa

insalubri ad alto rischio potrebbero comportare a livello territoriale sia nell’ambito della salute dei cittadini che in quello dell’indirizzo industriale, potendo far venir meno quel naturale e armonioso sviluppo che fino ad oggi ha caratterizzato la cittadina della vallata. Il caso Ilva di Taranto o Seveso dovrebbero essere presi da esempio. Zone in cui si é preferito investire in attività pericolose , dopo anni hanno prodotto risultati nefasti a livello ambientale, e a livello salubre, aumentando i tumori e malattie molto probabilmente collegate alla lavorazione di certe sostanze, sono esempi da prendere in considerazione, per evitarli. Quando si può scegliere, quando si può evitare, le installazioni di industrie insalubri ad alto rischio sono da impedire. Nel caso di Matelica le alternative ci sono, sfruttando e migliorando le caratteristiche del territorio con l’alta qualità dell’ agricoltura che fa industria.

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e se...

SENZA PAURA #VERSOILFUTURO 20


cultura Facundo Rulez

Dallo scorso settembre è on line su Amazon.it la versione ebook delle “Facundate”. Il libro “Facundo Rulez” è il risultato del “brain storming” della tifoseria fiorentina che si è appassinata a questo ragazzo venuto dall’Argentina, terra squer.it pp 48 - € 2,68 che tanti campioni ha dato (ebook) alla maglia viola. Le battute sono così divertenti che finiscono con l’appassionare davvero tutti. Da “Facundo Roncaglia conosce la ricetta della Coca Cola” a “Quando è nato, Roncaglia ha preso a schiaffi l’ostetrica”, il tutto passando per “Il diavolo veste Prada, Dio ha la maglietta di Facundo Roncaglia. Autografata”. Un po’ sulla scia delle imprese web di Chuck Norris, un’esplosione di fantasiosa ironia, tipica toscana, racchiusa in 499 aforismi. Oltre alla versione on line c’è anche quella cartacea. Inoltre il fine è anche benefico: parte del ricavato della vendita del libro sarà devoluto alla Fondazione dell’Ospedale Pediatrico Meyer.

Arte, la mostra diffusa di Appignano Nei giorni scorsi si è tenuta ad Appignano (Marche Sud) un’ottima iniziativa artistica dal titolo “Tutto sotto il cielo 2012”. Un evento organizzato e diretto dalla pittrice Alessandra Pucci, maceratese di origine e padovana di adozione, che, con il supporto e la sensibilità del Comune è riuscita a radunare “sotto gli stessi intenti” artisti marchigiani e veneti. Insieme hanno dato vita ad un percorso di opere pittoriche, sculture e installazioni, disseminate nel territorio rurale del piccolo borgo, a sottolinearne la ricchezza, intrisa di forti tradizioni artigianali legati alla ceramica, culinarie con la manifestazione Leguminaria e dallo splendido paesaggio collinare coltivato con cura. Il programma di questa passeggiata nel territorio appignanese era composto da tappe. Tra fattorie e casali sono stati allestiti spazi artistici dove hanno trovato esposizioni le opere di Sandra Marconato, Alice Brombìn, Alessandra Pucci, Luisa Gianfelici, Livia Carta, Erica Brazzo, Silvio Craia e Piero Brombin.

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1001 monasteri e santuari in Italia

di Chiara Giacobelli

Eremi arroccati su rupi scoscese, abbazie immerse nel verde, monasteri che proteggono tesori, certose e cattedrali Newton Compton solitarie pp 576 - € 19,90 imponenti. In Italia, come in nessunaltro Paese al mondo, la spiritualità riesce a fondersi con l’arte, la storia, la natura e la tradizione. Un viaggio attraverso i monasteri e i santuari del Bel Paese può essere perciò un affascinante itinerario, carico di messaggi segreti, fonti di conoscenza e spunti di riflessione. Sapevate, ad esempio, che la Sacra di San Michele, in Piemonte, si erge al centro di una via di pellegrinaggio lunga più di duemila chilometri, che unisce quasi tutta l’Europa occidentale da Mont Saint-Michel a Monte Sant’Angelo? O che i Certosini di Firenze producono liquori di altissima qualità, utilizzando antichi metodi di distillazione? O, ancora, che il Santuario della Nostra Signora del Deserto, nei pressi di Savona, è così attento ai suoi ospiti da proporre persino ostie senza glutine? Questa guida vi condurrà alla scoperta di simboli religiosi, ricche biblioteche che custodiscono antichi segreti, prodotti tipici e raffinati, concerti ambientati nella suggestiva atmosfera di un luogo di culto. Senza dimenticare l’emozione di trovarsi a pochi passi dalla Sacra Sindone o dalle spoglie di san Francesco e santa Chiara, alla ricerca di cripte, catacombe e cappelle tra le più celebri del mondo. Preparatevi a esplorare luoghi in cui spiritualità, turismo e conoscenza, religione e cultura, natura e storia, saranno protagonisti di una prodigiosa esplorazione nell’universo del sacro d’Italia. Chiara Giacobelli è nata ad Ancona nel 1983. Laureata in Scienze della Comunicazione e specializzata in Editoria, Comunicazione multimediale e Giornalismo, è scrittrice e giornalista, iscritta all’Ordine dal 2006. Con la Newton Compton Editori ha già pubblicato 101 cose da fare nelle Marche almeno una volta nella vita, mentre per Le Mani ha di recente firmato il saggio Furio Scarpelli. Il cinema viene dopo, insieme ad Alessio Accardo e Federico Govoni, con la prefazione di Ettore Scola. Come giornalista si occupa invece di cultura e turismo.Collabora con la Lega del Filo d’Oro.

FUTURO & DIRITTO Entro l’estate prossima entrerà in vigore la riforma del condominio. Indichiamo seppur brevemente i punti salienti. All’atto della nomina Acuradi: dell’Amministratore lo Manola Giorgini stesso dovrà specificare obbligatoriamente l’importo del suo stipendio e, salvo diversa delibera dell’assemblea, non potrà pretendere ulteriori compensi. Il patrimonio del condominio dovrà essere distinto da quello dell’amministratore, pena il suo licenziamento. Per i condomini superiori a 8 condomini questa figura diventa obbligatorio. L’incarico potrà durare un anno o due, salvo delibere. Non sono richiesti requisiti particolari se non di ordine morale ed assenza di precedenti penali per reati contro il patrimonio. Alla nomina è indispensabile deliberarne, pena la nullità, le competenze. Il rendiconto è obbligatorio entro 180 giorni dalla chiusura dell’esercizio ed ogni condomino può accedere ai documenti ed estrarne copia. Il regolamento condominiale non può vietare la detenzione di animali domestici. La convocazione assembleare potrà avvenire in via telematica e l’annullabilità delle delibere dovrà avvenire entro 30 giorni. Il condominio si trasforma in azienda: obbligatorio il bilancio con redazione dello stato patrimoniale e relazione accompagnatoria. Le scrittura vanno conservate per 10 anni. Si dovrà nominare un revisore esterno e l’amministratore dovrà tenere aggiornati l’anagrafe condominiale. Il condomino può rinunciare all’utilizzo dell’impianto centralizzato di riscaldamento o di condizionamento solo se esistono determinate condizioni, tenendo sempre conto che il distacco può essere vietato se può causare squilibri tali da compromettere la normale erogazione di calore agli altri condomini o aggravi di spesa. Il singolo condomino potrà installare l’impianto di energia di fonti rinnovabili anche senza alcuna autorizzazione da parte dell’assemblea che, però, potrà controllare. Tali impianti potranno essere installati sul lastrico solare ovvero su ogni altra idonea superficie comune. L’amministratore di condominio dovrà attivarsi contro i morosi proponendo azioni di recupero del credito anche senza il preventivo consenso dell’assemblea. Per il momento appare una vera e propria corposa riforma. giorgini@studiolegalesilvettigiorgini.it 2

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Uno su cento ce la fa Piove, governo pigro massimo g.

CONTE

ambiente

da par suo, ha indicato in alcune opere finalizzate La mia povera mamma mi diceva spesso che: all’aumento della portata dei fiumi, la giusta ai matti e al tempo, non si comanda ma diceva soluzione al problema e non vediamo come gli si anche, che potevo prendere alcune cautele: cercare possa dare torto. Le opere indicate dal presidente di evitare e soprattutto non contraddire mai i dell’Ordine degli ingegneri sono sicuramente primi e attrezzarmi per il secondo. La Natura, indicate e bene faremmo, tutti, sostanzialmente, ha predisposto una formidabile rete fognaria per far Piove, come tutti gli a farci parte diligente presso le amministrazioni competenti, affinché defluire l’acqua proveniente dal anni, in autunno. si apprestassero a metterci mano. Non cielo: fiumi, torrenti, rigagnoli, laghi, mari e oceani. In alcune zone, più o Che se non piovesse mancano, nelle parole dell’ingegner Ubaldi, anche riferimenti all’utilità meno sistematicamente, avvenivano sarebbe un dramma. economica di questi investimenti tracimazioni che qualche scompenso lo creavano pure ma si trattava di Piove, però, troppo che avrebbero ricadute anche sul piano occupazionale. Un effetto, zone circoscritte e nelle quali si è in fretta, dicono. normalmente, considerabile residuale intervenuti per limitare i danni. ma nell’attuale congiuntura pressante, almeno, Ben altri interventi non finalizzati alla tutela tanto quanto la tutela del territorio. Ringraziamo del territorio ma al suo sfruttamento becero ed il presidente della Federazione degli ingegneri egoista hanno portato però ad una situazione in per la cortese disponibilità con cui ha risposto cui non alcune zone ma tutto il Paese è divenuto quando ci siamo messi a disposizione per fare sito di massima allerta al primo temporale. la nostra parte e a lui vorremmo pubblicamente Siamo nelle Marche e delle Marche parliamo. È chiedere che ci risolva un dubbio: ma queste dell’altro giorno l’intervento sulla stampa locale benedette opere di urbanizzazione causa di tante da parte del presidente dell’Ordine degli ingegneri sciagure, sono progettate da professionisti iscritti marchigiano, Pasquale Ubaldi. Dati alla mano ci all’Ordine? Per carità, nessuna provocazione. dice, l’ingegner Ubaldi, che nella nostra regione Solo chiedere il suo parere sulla opportunità i comuni esenti dal rischio esondazioni e frane è di un’azione di maggiore sensibilizzazione dei solo l’un per cento. Uno su cento ce la fa. E questo professionisti deputati allo sviluppo del territorio dato è, ovviamente, mediato. Nelle province di affinché venga effettuato tenendo maggiormente Macerata ed Ancona i comuni a rischio sono il presenti i criteri di sostenibilità dei lavori. Si totale. Il 100%. Per fortuna Ascoli e Fermo, coi eviterebbe, così, la sgradevole sensazione che la loro rassicuranti novantasette e novantacinque per categoria, seppur indirettamente, lucri prima sul cento, riescono a produrre il fantastico risultato già danno e poi sulle soluzioni. Nel precipuo interesse citato ma che è bene ribadire: il 99% dei comuni degli stessi professionisti che farebbero bene a non marchigiani è a rischio. Le responsabilità vengono affrontare le questioni separate ma secondo una indicate in una sempre maggiore urbanizzazione visione organica, come solo loro potrebbero fare delle aree alluvionali e da un progressivo avendone i requisiti di scienza e coscienza. abbandono delle aree agricole. L’ingegner Ubaldi,




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